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SPECIALE 2014
estratto da dday.it
Cielo trasmette
n.85 / 3 MARZO 2014
Nikon D4s
I protagonisti del
Wearable device in chiaro 8 gare Svelata la nuova mercato ricordano
Occhio ai
di MotoGP 19 ammiraglia 24 Carlo Alberto Lasagna 38
“tecno-sfigati”
Samsung Galaxy S5
Il design fa discutere
Il Galaxy S5 è un affinamento
dell’S4 con nuove funzionalità
Deluso chi si aspettava uno
smartphone “diverso”
02
Sony sorprende
tutti con Xperia Z2
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Imboccare la strada che porta dal
tecno-chic, al nerd fino allo status
“tecno-sfigato” è un attimo. Soprattutto quando i prodotti nascono senza un vero bisogno da soddisfare.
È il caso, per esempio, della moda
del momento, i cosiddetti “wearable
device”, ovverosia i dispositivi
indossabili. La stragrande maggioranza dei prodotti proposti in questa
categoria non sostituiscono altri
device ma si affiancano ad essi; e gli
utenti non hanno voglia di mettersi
addosso ulteriore tecnologia se non
ne trovano un vantaggio sensibile.
Prendiamo per esempio il capostipite della categoria, i Google Glass:
oramai – ancor prima del lancio
commerciale del prodotto – si sprecano i commenti negativi da parte
di analisti, osservatori di mercato
o semplici utenti. Tanto che andare
in giro con i Google Glass oggi è
- diciamolo – da “sfigati”; sfigati e
anche un po’ impiccioni: un buon
modo – insomma – per mettere a
disagio i propri interlocutori se non
addirittura farli scappare. Tanto che
Google stessa ha dovuto correre
ai ripari proponendo una serie di
linee guida di “Glass-etiquette” con
tanto di comportamenti consigliati e
sconsigliati.
Cosa ben diversa è quanto accade,
per esempio, con il filone “sportivo”
dei dispositivi indossabili: in questo
settore esiste da sempre un bisogno
specifico di tracciamento e da anni
ci sono device dedicati, come per
esempio gli orologi cardio-GPS per
i runner o i cicloamatori. In questo
settore la nuova sensoristica, più
integrata e meno vorace di energia,
è assolutamente vincente e la possibilità di essere connessi a internet
in mobilità, facendo ponte sullo
smartphone, ha aperto nuovi scenari di utilizzo e condivisione dei dati.
Non è un caso che i device proposti
anche all’ultimo CES o al Mobile
World Congress che convincono
sono legati allo sport; o almeno al
fitness o al benessere, come i braccialetti di Sony e Samsung. Nessun
appeal invece per i cosiddetti smartwatch, come il Samsung Gear, rinnovato malgrado il flop della prima
edizione: si tratta di una categoria di
prodotti che, almeno per il momento, non hanno un’anima, una vera
destinazione d’uso e per il quali non
sembra giunto il vero momento di
successo. Agli uomini di marketing
chiediamo di capire i bisogni degli
utenti e quindi di trovare delle soluzioni; non di invertire il processo
proponendo delle soluzioni per
Al MWC Sony lancia un nuovo
smartphone top di gamma e un
tablet ultrasottile. Entrambi si
chiamano Xperia Z2
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bisogni che ancora non ci sono.
E a proposito di uomini di marketing
sicuramente capaci come quelli di
Coca Cola, va segnalato un video diventato virale in questi giorni: si tratta
del video di lancio di un prodotto
totalmente immaginario, il Coca Cola
Social Media Guard, un cono da mettere attorno al collo simile a quello per
cani e gatti che non devono leccarsi
le ferite dopo gli interventi chirurgici.
Scopo: permettere alle persone di
tornare a guardarsi in faccia e staccare
lo sguardo dallo smartphone e dal
proprio social network. Un video
Nokia X, Lumia
sposa Android
Nokia plasma Android
per farlo somigliare
a Windows Phone e
portare l’esperienza
Lumia sotto i 100 euro
esilarante che cattura immediatamente la simpatia dello spettatore facendo
leva sulla sensibilità comune che inizia
a relegare il “social-addicted” tra gli
“sfigati”. Se Coca Cola imposta una
promozione (riuscitissima) con un
video di questo tipo è perché c’è un
rischio vero di “strafare” con certa
tecnologia, stimolando un vero e
proprio rigetto. E buona parte della
tecnologia indossabile vista alle fiere
di questo 2014 ci sembra lanciata su
questa strada.
Gianfranco GIARDINA
27
In prova: Sony
Xperia Z1 Compact
33
Lego Mindstorms
Gioco da grandi?
SPECIALE 2014
estratto da dday.it
n.85 / 3 MARZO 2014
MOBILE Samsung ha aggiunto nuove funzionalità, l’S5 punta su fitness e sicurezza. Sarà in vendita ad aprile a 699 euro
Samsung Galaxy S5: stessa forma, più sostanza
Il design fa discutere, migliorano la connettività e la fotocamera, la scocca diventa waterproof
di Paolo CENTOFANTI
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Samsung non trascura, infine, l’aspetto fitness:
Galaxy S5 include infatti un rilevatore di battito
cardiaco abbinato alla nuova app S Health 3.0
per una gestione completa del programma di allenamento. Samsung Galaxy S5 arriverà ad aprile
sul mercato.
Design, sembra l’S4
Il Galaxy S5, almeno frotalmente non è molto diverso dal Galaxy S4 (o da un Galaxy Note 3 se per
questo). Samsung ha deciso evidentemente che
questo è il suo design distintivo e resta fedele ai
canoni estetici dei modelli precedenti, fatta eccezione per la scocca posteriore che cambia ancora
una volta. È questo paradossalmente l’elemento
che sta facendo discutere maggiormente. La cover
posteriore, infatti, è una rielaborazione di quanto
visto sull’ultimo Note, una plastica che simula la
pelle, qui non con le cuciture ma con una sorta
di puntinatura e una colorazione che a seconda di
come riflette la luce può sembrare anche quasi metallizzata. Le unità demo disponibili dopo l’evento
erano tutte con cover nera o azzurra e nessuna di
queste ci ha particolarmente colpito. Questione di
gusti certo, ma il dubbio è che siano un po’ troppo
sporchevoli come superfici. Vedremo.
Sensori poco ergonomici
Detto questo ciò che conta è il contenuto tecnologico. Qui c’è tanta carne al fuoco e Samsung si è
concentrata su due aree specifiche: la fotocamera
e la sensoristica. Solo il primo elemento è stato
approfondito con dovizia di particolari durante la
presentazione, mentre soprattutto per quanto riguarda il sensore di impronte digitali non c’è stato
un vero e proprio approfondimento. In ogni caso
nel nostro video nella pagina successivapotrete
vedere la procedura per la registrazione dell’impronta. Per esprimerci sul funzionamento vero
e proprio avremmo bisogno di ben più tempo a
disposizione con un esemplare. In ogni caso sono
segue a pagina 03 
torna al sommario
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l Galaxy S5 è lo stesso smartphone visto nelle
foto che circolavano già in rete. Non esiste un
modello “Prime” con display 2K, mentre sono
confermati i rumor che volevano la presenza di
un sensore biometrico per l’accesso, il lettore di
impronte digitali appunto, e la protezione a polvere e acqua con certificazione IP67. Samsung
non punta a stupire per caratteristiche tecniche
ma cerca, come ha dichiarato il presidente, di
fornire alla gente quello di cui ha bisogno con un
prodotto semplice, immediato e comunque innovativo. Galaxy S5 mantiene quasi la stessa linea
del Galaxy S4, almeno sul frontale, anche se le
dimensioni cambiano leggermente per un display
da 5.1”, di poco più grande del modello precedente: Samsung sceglie ancora l’AMOLED e soprattutto non si spinge oltre il Full HD. La scocca è
caratterizzata sul retro da un pattern perforato
che richiama la pelle e il lusso, una finitura particolare che sarà disponibile in diversi colori, dall’oro al blu al classico bianco e nero.
Come si era capito dal teaser e dallo sportellino
nella parte bassa a coprire la porta USB, Samsung
ha protetto il suo smartphone da polvere e acqua: la certificazione è la IP67, che non permette immersione prolungata ma che comunque dà
sicurezza per l’uso di fianco a un lavandino o a
una doccia. Nuova la fotocamera: il modulo da
16 Megapixel permette riprese in Ultra HD e
HDR, il tutto con un nuovo sistema autofocus
ibrido a controllo di fase velocissimo che assicura
l’aggancio della scena in soli 0.3 secondi. Nuova
anche la modalità Selective Focus, un algoritmo
di defocusing che gestisce la profondità di campo
in modo selettivo senza la necessità di una lente
particolare. Rinnovato anche il comparto rete:
Wi-Fi 802.11ac, LTE Cat 4 con supporto a tutte le
bande e una nuova modalità Download Booster,
che utilizza contemporaneamente Wi-Fi e LTE
per raggiungere velocità di download elevatissime.
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n.85 / 3 MARZO 2014
MOBILE
Samsung Galaxy S5
segue Da pagina 02 
Super veloce
In vendita ad aprile
Stesso prezzo dell’S4: 699 euro
Il Samsung Galaxy S5 arriverà in Italia ad aprile,
presumibilmente tra la seconda e la terza settimana, a un prezzo di 699 euro, identico a quello del
Galaxy S4. La notizia ci è stata confermata diret-
Samsung Galaxy S5
Anteprima video
tamente a Barcellona, confermando così il prezzo
di pre-order di Amazon e smentendo le voci che
vedevano il nuovo top di gamma Samsung posizionato ad un prezzo più basso rispetto a quello
dello scorso anno.
MOBILE Ad aprile Google terrà una conferenza per gli sviluppatori interessati a realizzare i moduli per l’ambizioso progetto
Lo smartphone modulare in vendita già il prossimo anno
Il primo prototipo è già funzionante, Google renderà disponibile il Module Developers kit ad aprile
di Paolo CENTOFANTI
oogle spinge l’acceleratore su
Project Ara, lo sviluppo di uno
smartphone completamente
modulare, composto da blocchi per
ciascuna funzionalità, che possono
essere aggiornati man mano che la
tecnologia progredisce. Si terrà, infatti, ad aprile il primo appuntamento
in cui verrà reso disponibile l’MDK,
il Module Developers Kit che consentirà a chi è interessato di creare
moduli compatibili con il primo prototipo del dispositivo. Già, perché un
G
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Lo smartphone è velocissimo e l’interfaccia ci è
parsa davvero fluidissima e molto reattiva. Il processore è un quad core da 2,5 Ghz e la potenza
si avverte letteralmente al tatto. Il display è ancora una volta un Super AMOLED con risoluzione
Full HD che ci è parso di ottima qualità. Sia per
quanto riguarda la velocità che la qualità dello
schermo è difficile, però, avere la percezione di
un deciso salto qualitativo rispetto all’S4. I miglioramenti, se ci sono, sono marginali. Il Galaxy
S5 è dunque proprio questo, il raffinamento di un
prodotto già maturo quale era l’S4. Sarà molto
interessante provare sul campo quando arriverà
sul mercato la nuova fotocamera, basata su un
sensore da ben 16 Megapixel e soprattutto con un
companion chip dedicato all’implementazione del
nuovo sistema di autofocus ibrido a contrasto e
controllo di fase. Samsung ha poi raccolto le critiche di chi trova la sua customizzazione di Android
un po’ pasticciata e ha cominciato ad alleggerirne
il design, aderendo ai canoni flat che vanno molto
di moda oggi in più aree dell’interfaccia. Per molti
si tratta solo di dettagli, ma nel complesso l’interfaccia appare un filo più leggera.
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state confermate tutte le indiscrezioni della vigilia, quindi riconoscimento a scansione e funzionalità di cartelle sicure per restringere l’accesso
a dati o applicazioni. La memorizzazione dell’impronta è sufficientemente veloce come procedura,
anche se la scansione del dito è meno immediata
della semplice pressione dell’implementazione
del Touch ID dell’iPhone 5S di Apple. A livello di
ergonomia ci si sente un po’ più impacciati.
Il sensore biometrico per il battito cardiaco è posto sul retro vicino al flash LED della fotocamera
e il suo funzionamento è piuttosto semplice, anche se la posizione rende l’utilizzo dell’app un po’
goffo: girando lo schermo per premere il dito sul
sensore si corre il rischio di premere altri tasti.
Vedremo come sarà poi sfruttato a livello di applicazioni questo sensore.
primo prototipo esiste ed è già funzionante e Google punta ad arrivare
sul mercato con il primo prodotto
commerciale già nel primo trimestre
del 2015. Lo ha rivelato Time con un
lungo articolo. Il team di Ara sta sviluppando tre telai per altrettanti tagli
di smartphone, piccolo, medio e largo formato. Il telaio è essenzialmente
la base su cui andranno installati i
vari moduli e contiene unicamente la
rete che permette ai vari componenti
di comunicare e sarà l’unico elemento prodotto direttamente da Google.
Tutti i componenti, dal
display, al processore,
passando per batteria,
radio e fotocamera,
saranno nella forma
di moduli componibili. L’idea è che ciascun
utente potrà scegliere
quello di cui ha più bisogno. Attualmente tutto l’assemblato
ha uno spessore di 10 mm, ma il team
di Ara punta a riuscire a comprimerlo ulteriormente. I blocchi saranno
fissati al telaio sul retro da magneti
e sul frontale dai laccetti meccanici e
potranno essere sbloccati utilizzando
un’app di sistema: i blocchi saranno,
infatti, scambiabili “a caldo” cioè a
dispositivo acceso.
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n.85 / 3 MARZO 2014
MOBILE Ribattezzato l’anti-Galaxy, l’ Xperia Z2 è una delle stelle del MWC 2014. Sarà in vendita in Italia da aprile a 699 euro
Sony Xperia Z2, la preview completa con video 4K
Costruito con cura, elegante e con caratteristiche tecniche al top: Xperia Z2 lancia la sfida al Galaxy S5
di Roberto PEZZALI
C’
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è un nuovo top di gamma in casa Sony:
a pochi mesi dal lancio dell’Xperia Z1,
l’azienda si rimette in gioco con Z2,
mettendo sul piatto tutte le sue tecnologie più
avanzate per realizzare lo smartphone Android
migliore di sempre. Xperia Z2 ha tutto: design
timeless con frame in alluminio, pannello posteriore in vetro temperato, schermo da 5.2” Full
HD inserito nello smartphone oltre a una serie
di novità sul fronte audio e video. I punti di forza
di Xperia Z2 sono fondamentalmente tre: sensore da 20 Megapixel stabilizzato SteadyShot con
ripresa video 4K e slowmotion a 120 fps, pannello Triluminos Full HD “vero”, quindi non simulato come nei modelli precedenti e, per la prima
volta, un sistema di riduzione del rumore attivo
con auricolari speciali (in dotazione).
“Con Xperia™ Z2 abbiamo portato Z, la nostra
serie premium, a un livello più avanzato realizzando esperienze esclusive che solo Sony può
offrire,” ha commentato Kunimasa Suzuki, Presidente e CEO di Sony Mobile Communications.
“Abbiamo ridefinito ancora una volta lo smartphone partendo dalla fotocamera.
Xperia™ Z2 è, infatti, dotato di uno strumento
innovativo che permette di catturare ogni istante con un incredibile livello di dettaglio grazie
alla ripresa video 4K e di utilizzare la fotocamera in molti modi diversi grazie alle esclusive app fotografiche Xperia™. Sony propone
inoltre il meglio in fatto di qualità del suono.
L’utente può infatti ascoltare la propria musica
senza interruzioni anche in ambienti rumorosi
grazie all’acclamata tecnologia digitale di eliminazione del rumore”.
Xperia Z2 eredita dal modello precedente il corpo impermeabile e resistente, migliora il processore e aumenta la memoria: a bordo, infatti,
troviamo il nuovo Snapdragon 801 da 2.3 Ghz
con LTE integrato, 3 GB di RAM e una versione
particolare di GPU Adreno 330 con un doppio
ISP dedicato all’elaborazione fotografica e video.
Anche per quanto riguarda l’audio, Xperia Z2
vanta una dotazione di alto livello, grazie all’utilizzo di un avanzato sistema per la cancellazione
digitale dei rumori ambientali. Il sistema operativo è Android 4.4 KitKat, mentre la batteria,
nonostante lo spessore di soli 8 mm, è da 3200
mAh e dovrebbe garantire una autonomia superiore alle 24 ore di utilizzo.
Xperia Z2, stella del salone
Sony Xperia Z2, insieme al Galaxy S5, è senza dubbio una delle novità del Mobile World
Congress 2014 se guardiamo alla fascia alta del
mercato. Sony stupisce tutti perché, a pochi mesi
dall’IFA, dove ha lanciato lo Z1, ha presentato un
prodotto che è a tutti gli effetti uno Z1 migliorato,
cosa che potrebbe anche non piacere troppo a chi
ha appena dato fiducia allo storico brand giapponese. Una mossa, quella di Sony, comunque
necessaria per allinearsi al mercato: i produttori stanno scoprendo ora le proprie carte e finalmente Sony arriva sul mercato puntuale con uno
smartphone perfetto dal punto di vista hardware
e software.
Costruito per durare nel tempo
Sony ha lasciato “quasi” invariato il design: diciamo “quasi” perché ci sono piccole modifiche
sostanziali, come la sparizione del gap tra vetro
e cornice, che accumulava polvere, e delle fessure
necessarie per eventuali riparazioni. Nonostante
lo schermo da 5.2” Xperia Z2 si tiene tranquillamente con una sola mano, anche se la cornice
non è così sottile come ci si aspettava.
segue a pagina 05 
SPECIALE 2014
estratto da dday.it
n.85 / 3 MARZO 2014
MOBILE
Sony Xperia Z2
segue Da pagina 04 
Nella zona superiore, sopra l’auricolare, Sony
ha inserito il richiestissimo led per le notifiche,
mentre espansione micro SD, connessione MHL
e micro SIM sono nascosti sotto i classici sportellini a tenuta stagna. La cornice è totalmente
in alluminio, un blocco unico scavato sul quale
viene applicato lo schermo da una parte e il vetro
temperato dall’altro.
Lo Z2 è abbastanza leggero per le sue dimensioni
e la prima impressione, grazie anche al contatto
un po’ “freddo”, è proprio quello di avere tra le
mani un qualcosa di robusto, curato e durevole
nel tempo. Rispetto allo Z1 Sony ha cambiato
finalmente schermo: il nuovo LCD è un IPS retroilluminato a LED da 5.2” e crediamo che sia lo
stesso eccellente display che equipaggia l’LG G2,
con un angolo di visione eccezionale e una elevatissima sensibilità al tocco.
Sony ha fatto anche uno scherzetto a LG, integrando la funzionalità di accensione con doppio
tocco, esattamente come il Knock On di LG. Tra
le altre novità dello Z2 segnaliamo la porta MHL
3.0 per il collegamento 4K ai TV predisposti, per
la prima volta su uno smartphone, e un jack per
gli auricolari multifunzionale, al quale può essere
agganciato anche un microfono esterno di qualità
per le riprese (opzionale).
Non cambia il sensore fotografico, 1/2.3” da 20
Megapixel Exmor RS con stabilizzatore Steadyshot
digitale: grazie al nuovo Snapdragon 801 Sony
può spremere al meglio le funzionalità del suo
smartphone abilitando la ripresa 4K e un numero
maggiore di effetti in tempo reale.
Rispetto al modello precedente ci sembra che la
resa fotografica sia migliorata leggermente, anche grazie a una compressione dei file inferiore,
ma i modelli che Sony ci ha fornito non erano
assolutamente definitivi. Abbiamo scattato un
paio di fotografie della fiera dall’alto, che potete
scaricare selezionando i link foto 1 e foto 2. Per la
parte video 4K non bisogna aspettarsi miracoli:
si tratta di uno smartphone e il sensore è piccolo,
dalla modalità “Hi-fidelity”, attivabile se si collega lo smartphone a un DAC USB esterno e lo si
usa come riproduttore musicale.
Nato per vincere la sfida
con Samsung
Con Z2, Sony ha fatto esattamente quello che
tutti si aspettavano: creare un prodotto completo che ha tutto quello di cui si ha bisogno, e finalmente può davvero competere con Samsung
nel segmento di fascia alta potendo vantare
anche qualche plus come la certificazione IP68
contro IP67 di Samsung e la scocca in materiali
nobili, vetro e alluminio.
Sony Xperia Z2 sarà disponibile da inizio aprile
in Italia a 699 euro, auricolari inclusi, nelle tre
colorazioni bianco, nero e viola.
Sony Xperia Z2
Video girato in 4K
torna al sommario
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ma in ogni caso le immagini su un TV 4K fanno
la loro bella figura. Migliore la qualità senza lo
stabilizzatore Steadyshot (che per stabilizzare ritaglia e interpola), ma purtroppo nel nostro giro
di prova siamo stati obbligati a tenerlo inserito.
Nella nostra breve clip in 4K ripresa nei cieli sopra Barcellona con lo Z2 (vedi sotto), le condizioni di ripresa erano comunque molto difficili,
soprattutto per la presenza del vetro tra noi e la
scena da riprendere: va detto che in ogni caso dal
file in 4K si ricava un ottimo Full HD.
Notevole, invece, il reparto audio: gli auricolari con riduzione del rumore in dotazione con lo
Z2 sono di eccellente qualità e il circuito digitale
per annullare i rumori costanti di fondo funziona molto bene. Sullo smartphone sono presenti
diversi profili d’utilizzo, dal treno all’aereo all’ufficio, e in tutte le situazioni la cancellazione acustica ci ha dato un’ottima impressione.
Gli auricolari attivi Bose, provati su DDay qualche mese fa, offrivano forse una cancellazione
leggermente più efficace ma non va dimenticato
che il costo della soluzione Bose è di 300 euro
circa, mentre in questo caso gli auricolari sono
in dotazione con lo Z2. Che la parte audio riveste
un ruolo importante per Sony lo si capisce anche
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Foto, video e audio al top
SPECIALE 2014
estratto da dday.it
n.85 / 3 MARZO 2014
MOBILE Presentata al MWC 2014 la gamma di smartphone Nokia X, basata su Android ma senza alcuna traccia di Google
Frankenstein Nokia X, Android e Lumia insieme
Prezzi economici, si parte da 89 euro. Le nostre prime impressioni sulla Nokia X Platform (video)
di Paolo CENTOFANTI
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NOKIA X / NOKIA X+
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torna al sommario
posteriore e ha un sensore da solo 3 Megapixel.
Entrambi i modelli hanno poi 4 GB di memoria
integrata.
Il Nokia XL è il modello con schermo da 5 pollici con risoluzione sempre di 800x480 pixel. Le
caratteristiche tecniche sono essenzialmente le
stesse del Nokia X+ con la sola differenza della
batteria che passa da 1500 mAh a 2000 mAh.
Tutti i modelli saranno disponibili in versione
dual SIM.
Per quanto riguarda la strategia di Nokia per
questi modelli, l’intenzione è quella di mantenere la gamma Nokia X nella fascia di prezzo sotto
quella della gamma Lumia. Nei prossimi mesi
la gamma Lumia verrà portata gradualmente su
prezzi sempre inferiori e allo stesso modo scenderanno i prezzi dei Nokia X, che rimarranno
sempre sotto i Lumia. La gamma Nokia X dà
accesso a Skype, Outlook e One Drive e lo scopo è attirare nuovi utenti verso la piattaforma
Microsoft, grazie alla compatibilità con le app
NOKIA XL
Android, caricabili in sideload o tramite lo store
Nokia. Nessuno spazio per i servizi di Google, e
Elop alla conferenza stampa ha fatto capire che
le app Google potrebbero non essere del tutto
compatibili con la nuova piattaforma, chiamata
Nokia X Platform.
Interfaccia fluida e reattiva
Nokia X, Nokia X+ e Nokia XL (in realtà X e
X+ sono praticamente identici fatta eccezione
per il quantitativo di RAM) sono prodotti ben
costruiti, economici, ma sufficientemente curati nel design rispetto alla media di smartphone
che è possibile trovare in questa fascia di prezzo. L’attenzione qui è però tutta sulla novità
costituita dalla piattaforma creata da Nokia, di
fatto un vero e proprio fork di Android. Se vi
capitasse in mano un Nokia X senza che nessuno vi dicesse che si tratta di uno smartphone
Android, probabilmente non ve ne accorgereste
nemmeno: del sistema operativo di Google, almeno dal punto di vista dell’esperienza utente,
ci è rimasto proprio poco, forse giusto la struttura del menù di configurazione. Nonostante
Nokia abbia modificato praticamente l’intera
interfaccia grafica, donandole un aspetto che
mutua tantissimo da Windows Phone, l’interfaccia è tutto sommato fluida e reattiva. Non ha
la stessa fluidità dei terminali Windows Phone,
ma rispetto ai feature phone della gamma Asha,
qui siamo su tutto un altro pianeta.
Nokia X è destinato agli utenti che vogliono
di più di un semplice telefono, ma probabilsegue a pagina 07 
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ome lo scorso anno, anche l’edizione 2014
del MWC di Nokia è all’insegna del segmento più in forte crescita del mercato
degli smartphone, quello dei Paesi emergenti e
dei terminali di basso costo. Ecco allora il telefono da 29 euro, un nuovo Asha da 45 euro, ma
soprattutto una nuova gamma di smartphone
economici, Nokia X. Avete letto bene, una nuova
gamma. Non è uno solo lo smartphone Android
di cui erano uscite diverse indiscrezioni, ma ben
tre: Nokia X, Nokia X+ e Nokia XL. Li ha presentati Stephen Elop che ha anche illustrato la
strategia dietro a questa curiosa e inaspettata
scelta.
Innanzitutto, i nuovi smartphone Nokia X sono
basati su Android, o meglio AOSP (Android
Open Source Project), sono compatibili con app
Android, ma del sistema operativo di Google
mostrano ben poco. Si tratta di un vero e proprio fork come quello operato da Amazon con i
Kindle Fire per intenderci: spariscono tutti i servizi Google e le sue app, rimpiazzate dai servizi
cloud di Microsoft, da una nuova interfaccia grafica che sembra un misto tra quella degli Asha e
di Windows Phone e il Play Store lascia il posto
a quello di Nokia. Si scrive Android e si legge
Lumia se ci concedete il giro di parole, che però
descrive bene l’essenza dei Nokia X.
Tre modelli abbiamo detto: Nokia X da 89 euro,
Nokia X + da 99 euro e persino Nokia XL, con
display da 5 pollici e un prezzo di listino da 109
euro (tutti prezzi IVA esclusa in realtà). I primi
due offrono un display da 4 pollici con risoluzione 800x480 pixel e sono basati su processore
Snapdragon S4 di Qualcomm, con 512 MByte
di RAM per l’X e 768 MByte per l’X+. C’è tutto quello che ci si aspetta da uno smartphone,
quindi Bluetooth, Wi-Fi 802.11n, HSPA, A-GPS,
slot per schede microSD. La fotocamera è solo
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n.85 / 3 MARZO 2014
MOBILE
Noxia X, prime impressioni
segue Da pagina 06 
Nokia X
Anteprima video
nante in questa fascia di prezzo anche in Italia.
Nel complesso abbiamo trovato tutti e tre
i prodotti della nuova gamma Nokia X ben
pensati per il target di riferimento. Non sono
chiaramente telefoni per smanettoni, ma sono
semplici quanto basta per chi proviene da un
feature phone e al tempo stesso hanno quasi tutta la versatilità di Android. Il sistema operativo
sugli esemplari in fiera ci è sembrato abbastanza
fluido e reattivo, anche se bisogna capire come
si comporterà con più applicazioni installate e
nell’uso quotidiano.
MOBILE HTC approfitta della Mobile World Congress per presentare i Desire 816 e 610
HTC rinnova la sua gamma media
Il Desire 816 sarà in vendita a 399 euro, per il Desire 610 bastano 299 euro
S
di Emanuele VILLA
i sapeva e i fatti l’hanno confermato: il lancio del nuovo
top di gamma HTC dovrà
attendere un evento ad hoc che
l’azienda sta organizzando proprio
in questi giorni, ma il fatto che a
Barcellona non sia presente un
One 2 (o come si chiamerà) non significa che HTC non abbia portato
qualche novità interessante.
In particolare, i protagonisti del
Mobile World Congress in casa
HTC sono due terminali di fascia
media, pensati per fornire il miglior hardware e software possibile
all’interno dei 400 euro (al massimo) di listino. Desire 816 ha un
design che ricorda la famiglia One
e caratteristiche tecniche invitanti,
tutto per 399 euro al pubblico: è
un terminale di ampie dimensioni, ben 5,5’’ di diagonale con risoluzione HD (1280x720), gestito
dallo Snapdragon 400 quad core
da 1,6 GHz e da 1,5 GB di memoria
RAM. La piattaforma è ovviamente Android con tutte le personalizzazioni HTC che confluiscono
nell’interfaccia Sense, e con tanto
torna al sommario
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di BlinkFeed come live stream di
informazioni. Il telefono è LTE, ha
8 GB di memoria, slot micro SD
per l’espansione della stessa, audio con doppio speaker frontale e
amplificazione dedicata e doppia
fotocamera da 13 Megapixel (f/2.2,
sensore BSI) e 5 Megapixel frontale grandangolare con sensore BSI.
Non mancano, ovviamente, il Bluetooth 4.0 e il Wi-Fi n, il tutto per
165 grammi di peso.
Un gradino sotto, e ideale per chi
pensa alla convenienza, è Desire
610, un telefono LTE da 4,7’’ per
299 euro di listino, con disponi-
bilità italiana a partire da maggio. Il prezzo più basso rispetto a
Desire 816 si rispecchia in caratteristiche di livello inferiore: il display è un 4,7’’ qHD, il processore
è lo Snapdragon 400 da 1,2 GHz e
la RAM è da 1 GB. Stessa piattaforma Android e stessa dotazione software, con HTC Sense e BlinkFeed,
HTC BoomSound e HTC Sense
Voice. Anche qui troviamo 8 GB di
memoria di storage espandibili con
micro SD, con in più una batteria
da 2040 mAh e fotocamera principale da 8 Megapixel (f/2.4), mentre
quella frontale è da 1.3 Megapixel.
Ecco il nuovo
HTC One
Dopo le tante indiscrezioni e
foto rubate, ora è il turno della
prima foto promozionale “ufficiale” svelata dal sempre celere
evleaks. Si tratta della versione
con finitura dorata del nuovo
smartphone di HTC, che dovrebbe essere svelato il prossimo 25
marzo in altre due colorazioni,
argento e grigia. Altro dettaglio
dell’ultima ora è il nome del
dispositivo che a quanto pare
rimarrà HTC One o, se preferite,
il “nuovo HTC One”. Il nuovo
smartphone dovrebbe sfoggiare
un display Full HD da 5 pollici,
processore Snapdragon 800
e, come si vede da questa e
delle varie immagini uscite di
recente, una doppia fotocamera
posteriore. Il design per il resto
segue la stessa impostazione del
precedente HTC One.

mente non sono interessati a un vero e proprio
smartphone, anche se di fatto la versatilità è
essenzialmente la stessa. La home screen è
pensata per tenere ben in evidenza le funzioni
base del telefono: chiamate, contatti, messaggi,
posta elettronica, Internet. Subito dopo, con la
configurazione di default, compaiono Skype e i
social network, più Here, Nokia Mix Radio e via
via le altre applicazioni. Secondo Nokia l’utente
tipo di questo telefono non è quello che scarica
decine di app ogni giorno, anche se questa possibilità non è negata.
C’è il Nokia Store che dà la possibilità di scaricare app Android e di acquistarle anche utilizzando il credito telefonico e quindi senza bisogno di
associare una carta di credito, fattore determi-
SPECIALE 2014
estratto da dday.it
n.85 / 3 MARZO 2014
MOBILE Huawei ha presentato i tablet MediaPad X1 e MediaPad M1, lo smartphone Asced G6 e un braccialetto smart
Huawei presenta MediaPad X1, tablet ultralight
Il MediaPad X1 è ben costruito e molto compatto, in anterprima le nostre prime impressioni (video)
di Paolo CENTOFANTI
D
TALKBAND
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torna al sommario
altro prodotto che vedremo tra poco. Altra caratteristica di rilievo è costituita dalla batteria:
sarà anche il tablet più sottile, ma ha una batteria da ben 5000 mAh, abbastanza potente da
caricare anche un altro smartphone collegato
alla porta USB del tablet. Il sistema operativo
dovrebbe essere Android 4.4, anche se le unità demo all’evento montavano ancora la 4.2. Il
prezzo è di 399 euro per la versione da 16 GB di
memoria, che per un tablet con LTE è un buon
prezzo (l’iPad Mini 4G ne costa più di 500 di
euro, mentre il Nexus 7 LTE costa 349 euro).
Proprio perché parlare al telefono con un 7 pollici non è il massimo della comodità, Huawei
ha presentato anche il TalkBand, prima sortita
da parte di Huawei nel mondo delle tecnologie
indossabili. Si tratta di un braccialetto smart,
con display OLED, NFC, accelerometro, GPS
e Blutooth 4.1 che ha una doppia funzione:
monitorare i nostri movimenti con le app di
fitness abbinate e, rimuovendo il dispositivo
vero e proprio dal bracciale, funzionare da auricolare Bluetooth per le nostre conversazioni.
Huawei, però, non ha rilasciato molte informazioni sulle sue funzionalità complete. L’altro
tablet presentato da Huawei è il MediaPad M1
8.0, modello orientato alla riproduzione di file
multimediali con un frontale, che questa volta, richiama fortemente nel design l’HTC One:
anzi sembra proprio un HTC One formato gigante. Le caratteristiche tecniche parlano di
display LCD IPS da 8 pollici con risoluzione
di 1280x800 pixel e stesso processore HiSilicon 910 del MediaPad X1. È leggermente più
spesso, 7,9 mm, ha una batteria da 4800 mAh e


ue tablet, uno smartphone e un braccialetto smart, sono le novità presentate da
Huawei a Barcellona. Parole d’ordine
LTE, grande schermo e spessore ridotto al minimo. Questo vale soprattutto per la vera star
dell’evento che è il MediaPad X1: il primo serio
tentativo di Huawei di proporre un tablet che
faccia parlare di sé, non a caso il CEO della divisione Consumer di Huawei, Richard Yu, lo ha
confrontato con l’iPad Mini Retina e il Nexus 7,
anche se il design, specie del frontale, ricorda
fin troppo il primo.
Si tratta di un tablet da 7 pollici, ma allo stesso tempo è più sottile di entrambi, appena
7,18 mm, e anche più leggero, con un peso
di 239 grammi. Il display è un LCD LTPS da
1920x1200 pixel ed è contraddistinto da una
cornice sottilissima, appena 2,99 mm, il che
ha consentito in realtà di far sembrare il tablet
molto più piccolo di quello che è in realtà. Anche perché Huawei ha posto l’accento sul fatto
di come si tratti in realtà di un telefono a tutti
gli effetti e, nonostante i 7 pollici dello schermo, riesca a entrare nelle tasche della giacca
o dei pantaloni, come ha dimostrato lo stesso
Richard Yu sul palco. Restiamo dell’opinione
che telefonare con un dispositivo da 7 pollici
sia un po’ troppo goffo, ma diamo credito a Yu
di aver cercato di mostrare l’effettiva compattezza del dispositivo. Il tablet supporta le reti
LTE grazie al nuovo chip HiSilicon Kirin 910,
quad core da 1,6 GHz con integrato il supporto per il 4G. C’è la fotocamera posteriore da
13 Megapixel e soprattutto quella frontale da
ben 5 Megapixel con obiettivo grandangolare,
elemento, quest’ultimo, peculiare anche di un
MEDIAPAD M1 8.0
ASCEND G6
sarà disponibile anche in versione LTE. Il prezzo è di 299 euro per la versione Wi-Fi. Sul versante smartphone, la novità è l’Ascend G6, che
raccoglie un po’ l’eredità del P6, con un design
simile e supporto per le reti LTE a 249 euro. Si
segue a pagina 09 
SPECIALE 2014
estratto da dday.it
n.85 / 3 MARZO 2014
MOBILE
Huawei MediaPad X1
segue Da pagina 08 
Mediapad X1, Ben costruito e full
optional ma non così economico
torna al sommario
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Il primato di tablet più sottile è durato lo spazio
di mezza giornata, ma MediaPad X1 di Huawei
rimane comunque uno dei tablet più interessanti presentati al Mobile World Congress, anche perché si tratta del primo serio tentativo di
confrontarsi con i grossi nomi in questo campo
da parte del produttore cinese. MediaPad X1
da 7 pollici, che presenta
un design forse non molto
originale ma sicuramente
curato. Il telaio è ad esempio in alluminio, mentre
il resto della scocca è realizzato in policarbonato
bianco ben rifinito.
La cura nella costruzione si nota nei bordi ben
levigati e nei raccordi
sulla cornice all’inserto
cromato che corre tutto
intorno. Il tablet è leggerissimo oltre che sottile,
ma nonostante ciò non si
avvertono cedimenti e la
sensazione è quella di un
oggetto robusto.
Per il display la scelta è
ricaduta sulla tecnologia
LCD LTPS (low temperature poly-silicon) che
offre alcuni degli stessi
vantaggi dell’IGZO: più
risoluzione, meno ingombro del display, cornice
ridotta e migliore apertura (più efficienza luminosa). Il risultato è un display da 7 pollici,
con risoluzione di 1920x1200 pixel con bordi
ridottissimi, con una cornice laterale di appena 2,99 mm, e un rapporto tra superficie del
display e dell’intero dispositivo tra le più alte
della categoria, ben l’80%. Ciò fa sì che nonostante le dimensioni dello schermo, il tablet
appaia più piccolo di quello che è realmente,
una sensazione ben avvertibile quando si tocca
con mano il dispositivo. Nonostante ciò l’utilizzo come telefono rimane un po’ impacciato.
Il display in fiera ci è parso molto luminoso e
ben definito e con una convincente resa cromatica.
All’interno Huawei ha optato come sui suoi
smartphone per un processore fatto in casa,
l’Hisilicon Kirin 910, processore quad core da
1.6 GHz, che da quel che abbiamo potuto vedere è in grado di offrire una buona fluidità dell’interfaccia a schermo. Le altre caratteristiche
tecniche le abbiamo già viste alla presentazione: 2 GB di RAM, LTE cat.4, Bluetooth 4.0,
batteria da 5000 mAh, fotocamera da 13 Megapixel e webcam frontale da ben 5 Megapixel.
Unica caratteristica che manca all’appello
sembra essere l’NFC.
L’unità in fiera era basata su Android 4.2, con
l’interfaccia proprietaria di Huawei denominata Emotion UI 2.0 che a nostro avviso rima-
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tratta di uno smartphone Android con display
da 4,5 pollici con risoluzione di 960x540 pixel,
fotocamera posteriore da 8 Megapixel, ma soprattutto fotocamera anteriore da 5 Megapixel
e grandagolo da 22 mm. Si tratta di un telefono pensato per chi ama cimentarsi in creativi
“selfie”, gli autoscatti fatti con lo smartphone.
È basato su processore Qualcomm Snapdragon
400 quad core da 1,2 GHz, 1 GB di RAM ed è
dotato anche di NFC, sarà disponibile in varie
finiture metallizzate e colori pastello.
ne un po’ il punto debole di questo e altri dispositivi del produttore. Per quanto riguarda la
scelta dei colori e delle icone Huawei offre tantissimi temi tra cui scegliere, ma la cosa che ci
convince meno sono i tasti funzione di Android
a scomparsa che, vista pure l’assenza di tasti
fisici, non ci pare esattamente la soluzione
più pratica. Come l’Ascend Mate 2 presentato
al CES 2014, anche in questo caso c’è volendo
un’interfaccia semplificata che può ricordare
quella Metro di Windows Phone, con un accesso rapido alle funzioni principali. Il prezzo di
399 euro lo rende più costoso del Nexus 7, forse
il suo principale concorrente, ma è sicuramente un prodotto più sottile e leggero di quello di
Google, anche se ha lo svantaggio di non poter
contare sull’ultima versione di Android.
Huawei MediaPad X1
Anteprima video
SPECIALE 2014
estratto da dday.it
n.85 / 3 MARZO 2014
MOBILE Al Mobile World Congress abbiamo potuto utilizzare brevemente l’LG G2 Mini
LG G2 Mini: piccolo e promettente
Non è una copia in piccolo del fratello maggiore G2 ma offre lo stesso feeling
La seconda edizione del
Grand Memo ha display
da 6’’, è compatibile
4G e integra la nuova
interfaccia MiFavor 2.3
di Roberto PEZZALI
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torna al sommario
di Roberto FAGGIANO
lorazioni, ci sono piaciute le dimensioni ridotte nonostante lo schermo
notevole, e abbiamo apprezzato la
cover posteriore, removibile, che offre un grip e una sensazione al tatto
davvero piacevole nonostante i materiali non siano quelli nobili che qualcuno poteva aspettarsi.
LG non rinuncia ai tasti sul retro,
anche se chi ha avuto tra le mani il
G2 sa bene che la modalità preferita
di sblocco è il doppio tocco sul display, il tipico Knock On. Una modalità questa che ora, al Mobile World
Congress, si arricchisce di una seconda funzione più sicura, Knock Code:
non serve più il doppio tocco ma una
sequenza di tocchi scelta dall’utente,
un giochino da fare a schermo spento
per accendere e sbloccare il terminale. LG non ha comunicato il prezzo del
G2 Mini, ma sarà molto interessante:
la nostra sensazione è che possa costare tra i 299 euro e i 329 euro di
listino, un prezzo giusto se conside-
riamo che, comunque, è un terminale
LTE con un ottimo display e che non
ha però la dotazione hardware del
G2 (ma le funzioni software si). Sul
G2 Mini, oltre ad Android 4.4 Kit
Kat, LG ha inserito un processore
Snapdragon 400, 1 GB di RAM e una
fotocamera da 8 Megapixel, ma non
neghiamo che ci sarebbe piaciuto vedere in Italia la versione destinata ad
altri paesi con Tegra 4i e fotocamera
da 13 megapixel, equipaggiamento
quest’ultimo forse più potente ma un
po’ meno sicuro. LG G2 sarà in vendita, insieme alle sue custodie con
“slot”, ad aprile.
ZTE ha mostrato a Barcellona
Grand Memo II LTE, phablet
con display da 6 pollici e dal look
ultraslim. Lo spessore è di appena 7,2 mm (161.5x83x7.2mm)
e lo schermo occupa l’80% del
pannello frontale, realizzato in
Gorilla Glass 3 per la massima
sicurezza. A livello tecnico, si
tratta di un terminale con caratteristiche di livello medio/alto:
un prodotto di ampie dimensioni
capace di assicurare buone prestazioni e longevità. Il display è
un 6’’ IPS con risoluzione HD, il
SoC è il Qualcomm Snapdragon
400 e la RAM è da 2 GB, mentre
come memoria di storage, ZTE
ha optato per il taglio da 16 GB
espandibile con micro SD. Il telefono è compatibile 4G e integra la
nuova interfaccia del produttore
cinese, MiFavor 2.3, su Android
4.4 KitKat; la fotocamera principale ha sensore BSI Sony da 13
Megapixel (F2.2) e quella frontale
è da 5 Megapixel; buone notizie
anche dalla batteria con capacità
di 3.200 mAh, che il costruttore
dichiara in grado di riprodurre
filmati Full HD per 16 ore prima
della ricarica. Il Gran Memo II
LTE sarà distribuito da aprile in
Cina e a seguire su tutti i mercati,
Europa compresa.
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opo il Galaxy S4 Mini e l’Xperia
Z1 Compact, anche LG ha la
versione “ristretta” del tuo top
di gamma, che risponde al nome di
G2 Mini. LG non ha saputo resistere e ha lanciato il G2 Mini qualche
giorno prima della data di inizio
ufficiale della kermesse di Barcellona. Un mossa che probabilmente
ha allontanato LG dal clamore degli
annunci della fiera, ma ciò non toglie
che l’azienda abbia portato in Spagna
novità davvero interessanti, anche
se allo stand tutti erano attratti dallo schermo curvo del G Flex, unico
prodotto un po’ particolare e sopra le
righe. È stato però il G2 Mini il vero
protagonista. LG insiste con la stessa
linea che ha caratterizzato il fratello maggiore, e anche in questo caso
parte della bellezza dello smartphone
è dovuta alla cornice quasi invisibile attorno allo schermo da 4.7”; ciò
premette di avere, tra gli smartphone
in commercio, il maggior rapporto
schermo/dimensioni.
LG G2 Mini, tranne i due piccoli spicchi superiore e inferiore, è quasi tutto
schermo, e come nel caso del modello
superiore il display è un brillantissimo IPS qHD da 960x540. Questa
scelta ci fa però capire che G2 Mini
non è un G2 “in piccolo”, ma un modello di fascia media che l’azienda ha
integrato nella serie G più per funzionalità e design che per performance:
non è paragonabile al G2, ma si usa e
dà lo stesso feeling del G2.
Di G2 Mini, disponibile in quattro co-
Display 6’’ per
lo ZTE Grand
Memo II
SPECIALE 2014
estratto da dday.it
n.85 / 3 MARZO 2014
MOBILE Sony ha presentato al MWC 2014 un tablet waterproof, ultrasottile e leggerissimo
Xperia Tablet Z2, il super tablet Sony
Ha dotazione hardware da primo della classe, è disponibile da questo mese
di Roberto PEZZALI
S
Archos ha presentato
diverse novità tra cui
il tablet Helium 4G
con display da 8’’, LTE
e Android 4.3. Sarà
proposto in vendita al
prezzo di 249 euro
di Roberto PEZZALI
sono necessari gli auricolari opzionali
MDR-NC31EM. Sony assicura una riduzione dei rumori di fondo del 98%,
tuttavia va considerata la spesa supplementare per gli auricolari. Interessanti gli accessori: oltre a una docking
speaker bluetooth con caricabatteria
magnetico, il tablet Z2 può trasformarsi in media center con un piccolo
telecomando opzionale e, se collegato
al controller DualShock 3, permet-
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te ovviamente di giocare grazie alla
modalità Playstation già presente su
altri prodotti Sony. Xperia Z2 Tablet
arriverà a marzo 2014 in 2 varianti,
bianco e nero.
MOBILE Lenovo rinnova Yoga Tablet: nuovo processore e display 1920 x 1200 pixel
Yoga Tablet 10 HD+, più potente e Full HD
Sarà disponibile a partire dal mese aprile, negli USA costerà 399 dollari
R
di Emanuele VILLA
icordate lo Yoga Tablet presentato qualche mese fa da Lenovo
e provato su queste stesse pagine? L’azienda ha deciso di ripresentarlo a Barcellona in una versione
“riveduta e corretta”, che mantiene
la caratteristica di convenienza e vi
aggiunge caratteristiche tecniche di
profilo superiore.
Per quanto concerne il look non cambia nulla e ritroviamo quel supporto
posteriore ruotabile che rappresenta
la principale caratteristica estetico/funzionale del prodotto, ma già
il nome, Yoga Tablet 10 HD+, sta
ad identificare un upgrade rispetto
al quello precedente, che comunque resta in gamma. Il display è un

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ony lancia a Barcellona il tablet
Z2, un modello super sottile e
leggero che eredita parte delle
funzionalità dello smartphone che
porta il suo stesso nome. Tablet Z2 è
impermeabile ed è il tablet più sottile
(solo 6,4 mm) e leggero (solo 426 g
per il modello Wi-Fi e 439 g per il modello LTE/3G) al mondo. Nonostante
le dimensioni ridotte, Sony è riuscita
ugualmente a inserire una batteria
da 6000 mAh (10 ore di video Full
HD, 100 ore di ascolto), un processore Snapdragon 801 e 3 GB di RAM.
Rispetto allo smartphone manca il
modulo fotografico stabilizzato da
20 Megapixel, ma ci si può comunque
accontentare di un sensore Exmor RS
con possibilità di scatto HDR e ripresa
video Full HD. Tablet Z2 ha un display
Full HD Live Colour LED da 10.1” e
per la parte audio integra la stessa
tecnologia di noise canceling digitale
di Xperia Z2, anche se con il tablet
torna al sommario
Archos
Helium 4G
tablet 8’’ LTE
da 249 euro
10’’ con risoluzione di
1920x1200 pixel, un
passo in avanti netto
rispetto ai 1280 x 800
della versione standard,
e anche per quanto
concerne il processore
si passa da un MediaTek a un Qualcomm
Snapdragon 400. Il
sistema operativo è
Android 4.3, la RAM
da 2 GB e la memoria
integrata da 16 o 32 GB,
a seconda delle configurazioni: non
manca una batteria da 9.000 mAh
che, secondo le stime del produttore,
dovrebbe garantire un’autonomia di
18 ore di utilizzo. Lenovo Yoga Tablet
10 HD+ misura 261x180x 3-8,1 mm,
pesa 615 grammi e sarà disponibile in
tutto il mondo a partire da aprile, il
prezzo europeo non è stato ancora definito ma in USA costerà 399 dollari.
A differenza dei mille leak del
momento, Archos ha annunciato ufficialmente i suoi nuovi prodotti ancora prima del
Mobile World Congress. Tra
questi, il segmento dei tablet è
“monopolizzato” dal modello
80 Helium 4G, pensato per il
mercato europeo, che si aggiunge alla linea Helium 4G mostrata per la prima volta al CES di
Las Vegas. La sua caratteristica
principale, com’è facile intuire, è la connettività LTE Cat.4
(150 Mb/s), che si affianca a
specifiche “standard” quali il
display da 8’’ IPS da 1024x768
pixel, il processore Qualcomm
MSM8926 Quad Core da
1.2 GHz, la GPU Adreno 305,
1 GB di RAM e 8 GB di storage,
ovviamente con l’estensione micro SD. Non mancano elementi
di base quali il Bluetooth 4.0, il
Wi-Fi n, l’A-GPS e una batteria
integrata da 3.500 mAh. Il sistema operativo è Android Jelly
Bean 4.3, e il prezzo proposto
da Archos è di 249 euro.
SPECIALE 2014
estratto da dday.it
n.85 / 3 MARZO 2014
MOBILE Samsung lancia due nuove versioni del suo smartwatch: via Galaxy dal nome
Google Now
Launcher solo
Tizen al posto di Android, migliora la compatibilità con i device Samsung per i Nexus
Gear atto secondo: Samsung ci riprova
G
ma crediamo che possano essere
leggermente più bassi di quelli attuali: 199 euro per il modello senza
fotocamera e 249 euro per quello
con fotocamera.
Google ha rilasciato sul Play Store
il nuovo launcher di Android che
aveva debuttato con il Nexus 5.
A differenza di quanto ipotizzato
precedentemente, Google ha
deciso di rendere disponibile il
Google Now Launcher unicamente per smartphone e tablet
della gamma Nexus e per quelli
di produttori terzi rilasciati come
Google Play Edition, in pratica i
soli dispositivi con Android 4.4
KitKat in versione “stock”. Come
abbiamo verificato, il launcher
funziona anche su dispositivi con
Android Jelly Bean come versione
di Android, a patto di caricarlo in
sideload tramite una scheda SD e
procurandosi per vie “alternative”
l’apk. Al momento Google non
ha rilasciato informazioni su un
eventuale rilascio anche per altri
dispositivi Android.
MOBILE Samsung a Barcellona ha presentato il Gear Fit, uno smartwatch tutto diverso: più piccolo, leggero e bello
Gear Fit, lo smartwatch Samsung pensato per il fitness
Basato su Tizen, ha poche funzioni e uno splendido display OLED. Incognite prezzo e compatibilità
S
di Paolo CENTOFANTI
amsung a Barcellona ha presentao anche l’interessante
Gear Fit, uno smartwatch che
è più un braccialetto, semplice e con
poche utili funzioni, per lo più declinate al fitness. Non si tratta di un concept del tutto originale: Gear Fit è un
po’ Fitbit, un po’ Nike Fuelband, ma
se vogliamo ancora di più la risposta
al Life Band Touch di LG. A livello
di funzionalità siamo da quelle parti:
Gear Fit si collega in Bluetooth 4.0
LE allo smartphone (rigorosamente
della gamma Galaxy di Samsung) ed
è dotato di accelerometro, giroscopio e di sensore che misura il battito
cardiaco attraverso la pelle del polso.
Come i nuovi Gear 2, anche il Fit è
basato su Tizen e non su Android. In
questo modo il dispositivo può essere
utilizzato in abbinamento a delle app
per tenere traccia dell’attività fisica
svolta, della qualità del sonno e del


ear 2 e Gear 2 Neo sono i due
nuovi smartwatch Samsung.
L’azienda coreana, quindi,
agli smartwatch ci crede ancora e,
per dimostrarlo, ha lavorato per
risolvere i problemi denunciati dai
primi acquirenti del Galaxy Gear:
compatibilità e autonomia. Gear 2
e Gear 2 Neo, come si evince dalla
mancanza del brand “Galaxy” nel
nome, perdono Android. Il sistema operativo di Google, troppo
dispendioso in termini di risorse
per la scarsa ottimizzazione con
l’hardware è stato sostituito da
Tizen, una versione che Samsung ha
cucito su misura sul nuovo processore dual core da 1 GHz che ha sostituito il piccolo SoC da 800 MHz
single core del primo Galaxy Gear.
Il passaggio a Tizen migliora in
modo considerevole la compatibilità con altri dispositivi Samsung, anche se al momento non sembra che
i nuovi Gear 2 possano garantire la
compatibilità con ogni smartphone e tablet Android 4.0, come lo
Smartwatch 2 di Sony. I due nuovi
modelli differiscono per l’assenza
nel Neo della fotocamera per foto
e video, fotocamera che è comunque stata spostata dal cinturino al
quadrante. Una scelta che permette
anche di sostituire il cinturino, personalizzando lo smartwatch.
Gear 2 e Gear 2 Neo avranno una
nuova suite si applicazioni a bordo, un player MP3 stand alone e
un rilevatore di battito cardiaco.
Samsung non ha rilasciato i prezzi,
torna al sommario
nostro stato di forma. Non mancano
funzionalità come il classico orologio o il controllo del lettore multimediale, anche se forse l’aspetto più
interessante nell’abbinamento allo
smartphone è la visualizzazione delle
notifiche del telefono sul braccialetto. L’elemento che più rende diverso
il Gear Fit è lo splendido display Super AMOLED a colori da 1,84 pollici
flessibile, utilizzato finalmente con
una bella e, soprattutto, semplice interfaccia. Anche in questo caso niente
di rivoluzionario, ma il mix e il bilanciamento sono quelli giusti. Gear Fit è
certificato IP67 per l’impermeabilità,
mentre la batteria dovrebbe garantire
un’autonomia di circa 4 giorni. Gear
Fit dovrebbe essere disponibile a partire dall’11 aprile, ma la vera incognita è il prezzo. Anche la compatibilità
è al momento non meglio precisata.
Durante l’evento di presentazione si è
parlato di supporto per una ventina di
modelli di smartphone Galaxy, di certo si tratta di un prodotto pensato per
lavorare in simbiosi con l’app S Health
di Samsung. Sarà interessante inoltre
capire come l’appena annunciata SDK
per aprire la gamma Gear agli sviluppatori di terze parti potrà ampliare il
supporto anche al nuovo Gear Fit.
Samsung Gear Fit
Anteprima video

di Roberto PEZZALI
SPECIALE 2014
n.85 / 3 MARZO 2014
MOBILE HP al MWC 2014 ha annunciato un PC touch convertibile e due tablet Android
HP lancia un PC a 360° e i tablet dual SIM
Lo schermo da 11,6”del Pavillion x360 ruota e permette un utilizzo stile tablet
di Giuseppe LANDOLFI
H
HP ha inoltre ampliato la sua offerta
di tablet Android con i modelli HP
Slate6 VoiceTab da 6 pollici di diagonale e HP Slate7 VoiceTab da 7 pollici di diagonale, dal design familiare.
Entrambi montano un processore
quad-core (non meglio specificato) e
sono dotati della funzionalità 2G/3G
Dual SIM Dual Standby, altoparlanti stereo frontali, pannello IPS, due
webcam HD (anteriore da 2 megapixel e posteriore da 5 megapixel) e
slot per schede microSD.
L’HP Slate6 VoiceTab ha una risoluzione pari a 720 ×1280 pixel e Android 4.2.2. Il suo prezzo dovrebbe
aggirarsi intorno ai 249
euro.
Entrambi
i
modelli
saranno disponibili in Italia
a giugno, nella
colorazione
silver con la
possibilità di scegliere tra altri cinque
colori per la cover posteriore antigraffio, disponibile come accessorio
autonomo in bianco neve, viola fluorescente, blu mare, porpora fluorescente e verde prato.
MOBILE Panasonic arricchisce la gamma di Toughpad professionali con un device rugged
Da Panasonic, un “mini” Toughpad da 5’’
Toughpad 5 sarà disponibile con Windows Embedded 8 Handheld o Android
P
di Paolo CENTOFANTI
anasonic ha anticipato al Mobile
World Congress la nuova gamma di Toughpad, che sarà disponibile dall’autunno 2014, presentando
il Toughpad rugged da 5 pollici. Il nuovo device è stato progettato per tutti i
mobile worker che hanno bisogno di
un dispositivo in grado di gestire voce
e dati ovunque, anche in ambienti
difficili, come ad esempio i servizi di
emergenza, la logistica, gli stabilimenti industriali. Il Toughpad 5”, che
sarà disponibile con sistema operativo Microsoft Windows Embedded 8
Handheld o Android, garantisce la più
lunga durata della batteria oggi disponibile sul mercato, con funzionalità
hot swap e di ricarica rapida, per con-


ewlett Packard ha annunciato
al Mobile World Congress, HP
Pavilion x360, un PC touch
convertibile con sistema di rotazione
a 360 gradi, già visto sull’IdeaPad
Yoga di Lenovo, che permette agli
utenti di passare facilmente dalla modalità notebook, alla modalità stand
o “a tenda”, fino alla modalità tablet
e viceversa. Pavilion x360 ha un display multitouch a 10 punti di contatto da 11,6 pollici con risoluzione
di 1.366x 768 pixel, processore Intel
Pentium BayTrail N3520, 4 GB di memoria RAM e disco fisso da 500 GB e
5.400 RPM; due altoparlanti Beats
Audio, tre connettori USB (di cui uno
è 3.0) e uscita video HDMI. Pesa 1,4
Kg ed è spesso 2,2 centimetri, mentre
l’autonomia dichiarata è di circa 4 ore.
Il sistema operativo è Windows 8.1.
Pavilion x360 è disponibile a partire
da 399 euro, in due colorazioni: rosso
brillante e grigio fumo.
torna al sommario
sentire agli utenti di non interrompere mai il lavoro. Il touchscreen è
abilitato all’uso con guanti e il display
è progettato per garantire massima
visibilità anche all’esterno. Inoltre,
Toughpad 5” dispone di fotocamera
ad alta risoluzione e lettore di codici a
barre integrati. Grazie alla tecnologia
Panasonic di riduzione del rumore, la
comunicazione ha una qualità cristallina anche in zone pervase da forti rumori generati da macchinari. In linea
con la gamma Panasonic Toughpad e
Toughbook, il nuovo device è costruito con gli stessi parametri rugged di
resistenza a urti, cadute, temperature estreme, acqua e protezione dalla
polvere e pone nuovi standard per il
settore dei dispositivi tablet, nei livelli
di protezione da cadute
e
ingressi
dall’esterno.
Il Toughpad
5’’ consente
l’aggiunta di
periferiche
tramite viti
di fissaggio
o attraverso la porta
micro USB
interna; disponibili,
infine, specifici accessori opzionali
come cinghie a mano e custodie che
lo trasformano in una soluzione PC
indossabile.
Nokia Asha
230 e 220
smartphone
da 29 euro
Nokia punta al
mercato degli entry
level con due modelli
molto economici
Piccoli guadagni ma
grandissimi numeri
di Roberto FAGGIANO
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estratto da dday.it
I nuovi Nokia Asha 230 (45 euro)
e 220 (29 euro) si apprestano a
invedere i mercati mondiali,
ideali per chi non può spendere
di più ma non vuole rinunciare
ai social network e alla navigazione web. L’Asha 230 ha uno
schermo touch da 2,8” e app
precaricate per i social network,
oltre a un browser web semplificato, slot per scheda Micro
SD, Bluetooth 3.0 e fotocamera da 1,3 MP. Il peso è ridotto
a 89 grammi mentre la batteria
dichiara un’autonomia fino a 33
giorni in attesa e 11 ore in conversazione, oppure 40 ore per
la riproduzione musicale. La
finitura è disponibile in diversi
vivaci colori.
L’ultra economico 220 riprende
la classica tastiera numerica ma
ha comunque le app precaricate
per Facebook e Twitter, la fotocamera da 2 MP, Bluetooth 2.1
(non per trasmissione audio),
riproduttore MP3, radio FM,
slot per card MicroSD e sei giochi precaricati. La batteria ha
autonomia per 29 giorni in attesa e 13 ore in conversazione.
Il peso è di 83 grammi e la finitura è in cinque diversi colori.
SPECIALE 2014
n.85 / 3 MARZO 2014
MOBILE Al Mobile World Congress Microsoft annuncia l’arrivo di Windows Phone 8.1
Windows Phone 8.1 dice addio ai tasti
Microsoft cerca così di “rubare” importanti fette di mercato ad Android
di Roberto PEZZALI
W
Può immagazzinare 16
ore di video Full HD,
7500 canzoni e 3200
foto. Disponibile
a 150 euro
di Giuseppe LANDOLFI
tphone Windows Phone 8, senza
limiti e problemi come nel caso del
passaggio dal 7.5 all’8.0, impossibile
per certi terminali. Tra i produttori
di smartphone Windows Phone 8.1
ci saranno i soliti Nokia, Huawei,
Samsung, HTC, Lenovo e ZTE, e a
questi si aggiunge anche LG. Manca
invece Sony, che era dato come uno
dei nuovi partner di Microsoft.
MOBILE Dopo iOS e Android, BB Messenger arriva anche su Windows Phone e Nokia X
BBM anche per Nokia X e Windows Phone
Il servizio di messaging punta a divenire protagonista nel settore business
di Paolo CENTOFANTI
B
lackBerry era presente a Barcellona con diverse novità
legate ai propri prodotti e
servizi. Sul versante dei telefoni le
novità più corpose sono BlackBerry
Z3 e Q20: il primo è dedicato al
solo mercato indonesiano, mentre il secondo, che si pone come il
miglior top di gamma di sempre
con tastiera qwerty, vedrà la luce
solo nella seconda parte dell’anno.
Al momento, si sa solo che il design verrà rinnovato e che sarà un
modello Premium, che l’autonomia sarà senza precedenti e che il
display sarà un ampio (per essere
dotato di tastiera fisica) 3,5’’. La
notizia che invece ha fatto il giro


indows Phone 8.1 arriverà
in primavera e porterà interessanti novità. Pochi punti,
ma importanti per migliorare ancora
un marketshare che sta premiando
la tenacia dell’azienda di Redmond:
con Windows Phone 8.1 Microsoft
spera di rubare quote di mercato ad
Android nella fascia bassa di mercato, non a caso la novità più importante è la sparizione dell’obbligo
dei tre tasti hardware sui terminali.
Windows Phone 8.1 gestirà infatti
tasti software, una soluzione questa
che, come ricorda lo stesso Joe Belfiore, responsabile dello sviluppo di
Windows Phone, permetterà ai produttori di smartphone Android di passare a Windows senza dover modificare il design. Il passaggio a Windows
Phone è agevolato anche dall’ampliamento del supporto ai SoC disponibili sul mercato: la versione 8.1
supporterà anche Snapdragon
200, 400 e 400
LTE,
mentre
ancora manca
il supporto ai
chip Mediatek.
Microsoft guarda con forte interesse ai paesi in
via di sviluppo:
Windows Phone
8.1
supporta
nativamente il
Dual SIM, funzione questa molto richiesta in certi
paesi e, sopratutto permetterà di
installare le apps sulla scheda SD,
feature che consentirà ai produttori
di rilasciare smartphone con poca
memoria a bordo tenendo così il
prezzo di ingresso ancora più basso.
Una nota infine sugli aggiornamenti:
Windows Phone 8.1 sarà disponibile
per tutti coloro che hanno uno smar-
torna al sommario
del mondo è l’estensione di BBM, il
noto servizio di messaging mobile
di casa BlackBerry, alle piattaforme
Windows Phone e Nokia X. Dopo la
pubblicazione dell’app negli store
Apple e Android, BBM diventa di
fatto disponibile per tutto (o quasi)
il mercato mobile mondiale e punta
a conquistare una fetta importante nel settore business. In questo
Da SanDisk
la prima
microSD
da 128GB
modo, gli utenti Windows Phone
potranno accedere all’intera suite
di servizi BBM: BBM Chat, BBM
Groups, BBM Voice, BBM Channels
e One Click Sharing. La disponibilità nello store di Windows Phone
è prevista per quest’estate, nel Nokia Store BBM sarà disponibile con
l’inaugurazione della piattaforma
Nokia X.
Al Mobile World Congress,
SanDisk ha annunciato la Ultra
microSDXC UHS-I da 128 GB,
scheda di memoria microSD
più capiente al mondo. È stata
costruita con una tecnica innovativa che permette a 16-die di
memoria di essere ordinati verticalmente, ciascuno dei quali
più sottile di un capello. Oltre
a fornire un’elevata capacità, la
scheda è in grado trasferire file
ad una velocità doppia rispetto
ad una normale microSD3 grazie
alle specifiche “Class 10” e consente le più elevate prestazioni
in ambito di registrazione video.
SanDisk ha reso inoltre disponibile sul Play Store, Memory
Zone, un’app (ancora in versione
beta) per gestire lo spazio sulla
scheda ed effettuare un backup
di tutti i dati del telefono e sta
rilasciando OptiMem, una nuova
funzionalità che permetterà agli
utenti Android di aumentare la
memoria interna del dispositivo,
trasferendo i dati meno utilizzati
come vecchie foto e video sulla
microSD. Le nuove schede di memoria SanDisk Ultra microSDXC
saranno disponibili nei tagli da
8 a 128GB con prezzi consigliati
da 29,99$ a 199,99$ (149,50€ in
Italia).

estratto da dday.it
SPECIALE 2014
estratto da dday.it
n.85 / 3 MARZO 2014
MOBILE A Barcellona presentata una nuova versione dello smartphone dual screen
YotaPhone, il dual screen ora è tutto touch
Sul retro YotaPhone ha uno schermo touch e-ink che consuma pochissimo
Tre modelli, L90, L70
e L40, pensati per
garantire l’esperienza
d’uso di Android 4.4 a
un prezzo accessibile
di Paolo CENTOFANTI
Y
di Emanuele VILLA
proprie e non solo come un display
“passivo”.
Il display posteriore, “always-on”
come lo definisce Yota Devices, ha
una diagonale di 4,7 pollici e una
rispettabile risoluzione di 960x540
pixel, con touchscreen capacitivo.
Dall’altro lato il nuovo YotaPhone
è invece dotato di display OLED da
5 pollici con risoluzione full HD, e
presenta caratteristiche da vero top
di gamma: processore Qualcomm
Snapdragon 800, 2 GB di RAM,
32 GB di memoria storage, sistema
operativo Android 4.4 con interfaccia stock, Bluetooth 4.0, WiFi
802.11ac, GPS, Glonass, NFC, USB
3.0, LTE e una capiente batteria da
2550 mAh. Non c’è ancora un prezzo, ma Yota Devices conta di portare il nuovo modello in 20 paesi dell’area EMEA entro la fine del 2014.
MOBILE Tra le novità presentate al MWC da Acer ci sono due smartphone low cost
Acer rinnova i low-cost con Liquid E3 e Z4
I nuovi Liquid hanno prestazioni e prezzi interessanti, si parte da 99 euro
A
di Paolo CENTOFANTI

cer rinnova la gamma
smartphone entry level con
due innesti, entrambi sotto
i 200 euro di listino: Liquid E3 e
Liquid Z4, entrambi basati su Android 4.2.2. Liquid E3 costerà 199
euro di listino e offre caratteristiche interessanti, soprattutto il display a risoluzione HD (1280x720),
per nulla scontato in questa fascia
di prezzo, mentre il resto delle
specifiche è decisamente più comune: SoC MediaTek Quad Core
da 1.2 GHz, 1 GB di RAM e 4 GB
di storage, ovviamente espandibili
tramite micro SD.
Interessante invece il comparto fotografico: nonostante Acer
non fornisca dettagli particolari
torna al sommario
su sensore e ottica, la fotocamera
principale è da 13 megapixel con
flash LED, mentre la fotocamera
frontale è da 2 megapixel,
anch’essa corredata con
flash LED. Il sistema
operativo, come anticipato, è Android 4.2.2,
sul quale Acer è intervenuta in modo molto marginale,
mantenendo così un’esperienza
d’uso sostanzialmente “stock”. Da
notare, cosa interessante, che c’è
un pulsante fisico sulla cover posteriore dell’apparecchio, da usare
per operazioni di routine come accendere il telefono, avviare la fotocamera, rispondere a una chiamata ecc.
A 99 euro di listino, invece, Acer
ACER LIQUID E3
posiziona Liquid Z4, un entry level per definizione: look analogo
al precedente, ma qui troviamo
un display da 4’’ con risoluzione
di 800 x 480 pixel, un processore
MediaTek Dual Core da 1.3 GHz, i
“soliti” 4 GB di storage espandibili
e 512 MB di RAM, con fotocamera
da 5 mpixel posteriore.
LG anticipa di qualche giorno il
Mobile World Congress presentando i nuovi terminali di fascia
bassa, ovvero la serie L III composta da altrettanti modelli, L90,
L70 e L40. Tutti i telefoni della
serie L III sono rivolti a garantire
una buona esperienza d’uso con
Android 4.4 ma a un prezzo che,
pur ancora non comunicato, sarà
sicuramente accessibile. Il modello più alto in gamma è L90, con
processore quad core da 1.2 GHz,
1 GB di RAM e 8 GB di memoria
integrata, mentre il display è un
IPS da 4,7’’ qHD (960x540 pixel),
la fotocamera da 8 megapixel e la
batteria da 2.540 mAh.
L70 ha invece processore dual
core (sempre da 1.2 GHz), 1 GB
di RAM e storage da 4 GB, mentre il display è un 4,5’’ da 800 x
400 pixel e la fotocamera è da 5
mpixel. La batteria è da 2.100
mAh. Infine, il modello L40, un
telefono con caratteristiche tecniche del tutto basic: display da
3,5’’ con risoluzione di 480 x 320
pixel, CPU dual core da 1.2 GHz,
512 MB di RAM e taglio di 4 GB
di storage, con batteria da 1.700
mAh, un terminale evidentemente pensato per chi ha ancora un
cellulare e vuole passare a uno
smartphone di ultima generazione spendendo il meno possibile.


ota Devices ha portato a Barcellona la nuova versione dello
YotaPhone, dispostivo davvero particolare, che si fa ancora
più interessante. L’idea è quella di
creare uno smartphone con doppio
display: da una parte il tradizionale
schermo multi-touch che siamo abituati a trovare su qualsiasi telefono,
sul retro un display in tecnologia
e-ink. Il motivo? L’inchiostro elettronico può stare sempre acceso,
consuma pochissima energia ed è
più indicato per la lettura di lunghi
documenti e, naturalmente, libri.
Il nuovo modello presentato qui a
Barcellona presenta miglioramenti
nel design - nella sua semplicità è
davvero bello - e soprattutto nello
schermo e-ink, che è ora completamente touch-screen e che permette
di interagire con notifiche, ma anche di funzionare con le app vere e
L III è la
nuova serie
entry level LG
SPECIALE 2014
n.85 / 3 MARZO 2014
MOBILE Lenovo porta a Barcellona gli smartphone serie S, denominati S860, S850 e S660
Autonomia “infinita” per i Lenovo serie S
L’S860 ha una super batteria da 4.000 mAh e può ricaricare altri dispositivi
S
di Roberto FAGGIANO
martphone con caratteristiche
interessanti a prezzi convenienti, ecco i nuovi Serie S di Lenovo
presentati a Barcellona. Si chiamano
S860, S850 e S660 con prezzi rispettivi (al momento solo in dollari)
di $349, $269 e $229, con consegne
previste a partire da giugno. In comune i nuovi smartphone hanno un
processore MediaTek quad core a 1,3
GHz. L’S860 è il modello per l’utente
più evoluto, pronto all’impiego quo-

LENOVO S660
tidiano intenso con corpo metallico,
schermo da 5,3’’ con risoluzione HD
(1280 x 720), fotocamera principale
da 8 Mpixel (frontale da 1.3 Mpixel),
2 GB di RAM e 16 GB di spazio di archiviazione, il tutto su Android 4.2. La
cosa più interessante resta comunque
la batteria da 4.000 mAh che, secondo le indicazioni del produttore è in
grado di reggere un’intera giornata
in conversazione su 3G (24 ore) o 40
giorni di stand by; la batteria può anche ricaricare altri dispositivi in caso
di emergenza tramite cavetto micro
USB.
Il modello S850 è invece indirizzato
a un utente meno esigente, viene privilegiata la doppia fotocamera che ha
un sensore principale da 13 Mpixel e
quello frontale da 5 Mpixel. La memoria interna è da 16 GB con RAM
da 1 GB. Molto elegante la finitura
tutto vetro che avvolge lo schermo
da 5 pollici. I colori disponibili sono
rosa e bianco, ed è disponibile anche
LENOVO S860
la versione Dual SIM; a differenza del
precedente, S850 non può contare su
una batteria “super” ma su una normale da 2.000 mAh.
Il modello più economico della gamma, S660, ha uno schermo relativamente più piccolo da 4,7” con risoluzione qHD (960 x 540) e una finitura
più robusta per l’uso quotidiano. Tra
le sue caratteristiche tecniche, si segnala 1 GB di RAM e 8 GB di storage:
curiosamente, dispone di una batteria più capiente rispetto a S850, da
3.000 mAh, capace di reggere tra le 7
e le 10 ore di conversazione in 3G. La
fotocamera principale ha il sensore
da 8 Mpixel.
MOBILE A un anno dal lancio dei primi smartphone con Firefox OS, ZTE raddoppia
ZTE “scommette” di nuovo su Firefox OS
Annunciati Opec C e Open II, saranno inizialmente disponibili in America
di Roberto FAGGIANO
A

l MWC 2013, ZTE presentò al mondo il suo primo
smartphone con sistema operativo Firefox OS, a un anno di distanza, l’azienda asiatica è tornata
in terra spagnola con due novità
costruite attorno al sistema operativo “low-cost” che potrebbe porsi
come punto di riferimento nei Paesi
in via di sviluppo. Open C e Open II
sono due smartphone dalle caratteristiche tecniche basilari, ZTE ha
comunicato che tali device saranno
in vendita - a partire dal secondo
trimestre - in Sud America, ma in futuro potrebbero anche affacciarsi su
mercati più maturi. Open C è dotato
torna al sommario
di un display da 4 pollici WVGA e di
processore Qualcomm Snapdragon
200 (dual-core 1.2GHz MSM8210)
al quale sono stati affiancati 512 MB
di memoria RAM e 4 GB di ROM.
La fotocamera è da 3 Megapixel,
c’è la connettività 3G e la batteria è
da 1400mAh. Open II è il “piccolo”
della gamma: possiede un display
da 3.5 pollici HVGA da 480x320
pixel ma è basato sull’analoga piattaforma Snapdragon 200, alla quale
però sono abbinati esclusivamente
256 MB di RAM. Anche in questo
caso c’è il 3G ed è presente una fotocamera da 2 megapixel, mentre la
batteria integrata ha una capacità di
1150mAh. ZTE non ha comunicato
i prezzi ma ha dichiarato che sarà
ZTE OPEN C
l’operatore Telefònica a occuparsi inizialmente delle vendite. ZTE
ha anche fissato i suoi obiettivi per
il 2014: vendere almeno un milione di smartphone con Firefox OS e
presentare anche un modello più
ambizioso per i mercati maturi, con
display da 4.5 pollici, -da vendere a
inizio 2015.
Blackphone
La privacy
costa 630$
Silent Circle e
Geeksphone hanno
lanciato Blackphone, lo
smartphone che punta
a riportare al centro il
controllo sulla propria
privacy
di Paolo CENTOFANTI
Al Mobile World Congresss è
stato presentato Blackphone,
lo smartphone pensato per chi
tiene alla propria privacy realizzato da Geeksphone e Silent
Circle, l’azienda di sicurezza fondata da Philip Zimmerman, il
papà di PGP. Blackphone è uno
smartphone con specifiche di fascia alta e una versione modificata di Android denominata Private
OS. L’utente avrà controllo completo sui permessi richiesti dalle
app, potrà contare su navigazione
e ricerca anonima su Internet e
sulle soluzioni software di Silent
Circle per lo scambio cifrato di
dati, messaggi e comunicazioni
vocali. Gli aggiornamenti del sistema operativo saranno rilasciati direttamente dal produttore,
senza passare dagli operatori.
Incluso
nel
prezzo
dello
smartphone, che sarà di 630 dollari tasse escluse, ci saranno due
anni di abbonamento ai servizi
Silent Circle Mobile per l’utente,
più un anno di abbonamento per
3 amici o parenti (i servizi sono
disponibili anche su Android e
iOS), due anni di abbonamento al
Wi-Fi sicuro di Disconnect e integrerà il Wi-Fi manager Kismet.
Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche, Blackphone è
uno smartphone LTE con processore quad core da 2 GHz, display
Full HD da 4,7 pollici, 2 GB di
RAM, 16 GB di memoria integrata, Wi-Fi 802.11n e Bluetooth
4.0. I pre-order sono già iniziatii,
il telefono sarà disponibile prima
dell’estate.

estratto da dday.it
SPECIALE 2014
n.85 / 3 MARZO 2014
MOBILE Al MWC Intel presenta due processori Atom a 64 bit per dispositivi mobile
Merrifield e Moorefield: i nuovi Atom 64 bit
Le nuove CPU mobile promettono ottime prestazioni e bassissimi consumi
di Giuseppe LANDOLFI
R
Il vice presidente della
commissione europea
invoca un tavolo
comune mondiale per
definire una roadmap
per lo sviluppo
delle reti di nuova
generazione
semestre dell’anno. Sulla base del
set di caratteristiche Merrifield, in
Moorefield sono stati aggiunti altri
due core per un totale di 2,3 GHz di
prestazioni di elaborazione, una GPU
avanzata e il supporto per memorie
più veloci. Moorefield è ottimizzato,
infine, per la piattaforma Intel LTE
del 2014: Intel XMM 7260.
MOBILE Snapdragon 610 e 615 sono le soluzioni SoC 64 bit destinate alla gamma media
Qualcomm presenta i nuovi Snapdragon
Snapdragon 801 è il SoC per i prodotti top, come il Galaxy S5 e il Sony Z2
Q
di Emanuele VILLA
ualcomm a Barcellona ha
portato diverse novità, si parte con i neonati Snapdragon
610 e 615, la cui disponibilità per gli
OEM è prevista per il terzo trimestre
dell’anno. A livello tecnico, Snapdragon 610 è un SoC quad core 64bit
basato su architettura ARM Cortex
A53, mentre Snapdragon 615 è un
octa core, con 4 ulteriori Cortex A53
oltre la dotazione del 610. Gli otto
core dello snapdragon 615 sarebbero
divisi in due gruppi, il primo ottimizzato per le massime performance, il
secondo per il risparmio energetico,
ma entrambi i gruppi possono comunque operare contemporaneamente. Cortex A53 supporta il set di
istruzioni ARMv8, mentre come GPU
viene impiegata l’Adreno 405, una
versione meno potente dell’Adre-


enee James, Presidente di Intel Corporation, nel corso della
conferenza stampa di apertura
del MWC di Barcellona, ha introdotto due nuovi processori Intel Atom
a 64 bit per smartphone e tablet
Windows e Android.
Il processore Intel Atom Z3480 a
2,13 GHz (“Merrifield”) è un dual
core a 64 bit che, secondo l’azienda,
assicura prestazioni di elaborazione
di gran lunga superiori alle attuali
soluzioni concorrenti e offre, inoltre,
una durata straordinaria della batteria, da leader del settore. Basato
sulla microarchitettura Silvermont a
22 nm di Intel, il processore include
un core IP grafico PowerVR serie 6
di Imagination Technologies ed è il
primo SoC Intel Atom ad adottare
la nuova soluzione Intel Integrated
Sensor, che gestisce efficientemente i dati
dei sensori per
preservare l’intelligenza e il
riconoscimento
del contesto delle applicazioni
anche quando
il dispositivo è
in modalità a
basso consumo
energetico. Diversi OEM inizieranno a introdurre sul mercato dispositivi basati su
Merrifield a partire dal secondo trimestre di quest’anno.
Intel ha anche divulgato altri dettagli sul processore Intel Atom a 64 bit
di nuova generazione, nome in codice “Moorefield”, per dispositivi la cui
disponibilità è prevista nel secondo
torna al sommario
no 420 di Snapdragon 805 ma pur
sempre in grado di supportare pienamente OpenGL ES 3.0, DirectX 11.2,
la decodifica HEVC e display fino
alla risoluzione di 2560 x 1600 pixel.
Snapdragon 610 e 615 supportano
LTE fino a 150 Mb/s, Bluetooth 4.1,
Wi-Fi ac e sono completamente compatibili tra di loro, di modo tale da
permettere ai produttori di realizzare
smartphone assolutamente identici
ad eccezione, appunto, del SoC.
In arrivo anche un nuovo SoC di
alta gamma, lo Snapdragon 801,
stando ai dati di targa siamo ad un
livello leggermente inferiore rispetto
allo Snapdragon 805: 801 è dunque
una variante “2014” dello Snapdragon 800, con alcune differenze significative. Il SoC è costituito da 4
core Krait 400 a 32bit, gli stessi di
Snapdragon 800 ma con una fre-
Neelie Kroes
Accordo
globale sul 5G
entro il 2015
quenza di clock di 2.5 GHz contro i
2.3 GHz del predecessore, la GPU è la
medesima Adreno 330 ma anche qui
sale la frequenza, che raggiunge i 578
MHz. In più, abbiamo il supporto per
la memoria eMMC 5.0 con banda
passante da 400 MB/s. Maggior velocità che si traduce nel supporto per
sensori d’immagine più performanti, maggior rapidità di elaborazione,
supporto per memorie SD più veloci
e per sistemi dual-SIM/dual active.
di Emanuele VILLA
Al centro del discorso al MWC
della vice presidente della Commissione Europea per l’Agenda
Digitale, Neelie Kroes, c’è stato
soprattutto un appello alle aziende per arrivare a un’intesa e una
roadmap comuni sul 5G: “So che
possiamo realizzare molto tramite una cooperazione e convergenza globale. Sviluppare un 5G
che sia ubiquo e interoperabile:
così funzionerà ovunque, per tutti” ha detto la Kroes. Attualmente
varie aziende nel mondo stanno
autonomamente studiando nuove tecnologie per le reti del futuro, mentre l’Unione Europea ha
messo sul tavolo lo scorso anno
700 milioni di euro di finanziamenti per la ricerca, a cui hanno
fatto seguito circa 3 miliardi di
euro di investimenti da parte delle aziende di telecomunicazioni
europee. “Troviamo un’intesa
globale sulla ragione d’essere del
5G, le sue principali componenti
tecnologiche e una timeline per
lanciarlo. Troviamo il modo per
farlo insieme e facciamolo presto: entro la fine del 2015”.
Lo scopo del 5G non sarà solo
quello di offrire una rete wireless ancora più performante, ma
quello di dare il via alla diffusione di molte altre tecnologie che
hanno bisogno di una rete affidabile e pervasiva: smart grid, tele
medicina, trasporti intelligenti,
domotica.

estratto da dday.it
n.85 / 3 MARZO 2014
PEOPLE & MARKET L’annuncio smentisce le voci di abbandono dei canali Eurosport su Sky
Eurosport su Sky non lascia: raddoppia
Sky ha trovato l’accordo e ora i canali saranno compresi nel pacchetto base Sky
di Roberto FAGGIANO
na bella notizia per tutti gli
appassionati di sport abbonati
a Sky: non solo i canali Eurosport e Eurosport 2 rimangono visibili sulla pay TV, ma lasciano il pacchetto aggiuntivo Sport per passare
al pacchetto base Sky TV. L’annunciato trasferimento dei due canali
sportivi sulla piattaforma avversaria
di Mediaset Premium aveva creato
una vera sollevazione da parte degli
abbonati, con tanto di raccolta di firme e pagine Facebook dedicate.
Ma poi Sky ha trovato l’accordo e ora
i canali sportivi saranno visibili su entrambe le piattaforme. Il passaggio al
pacchetto base di Sky invece può far
pensare all’inizio di una nuova “guerra” commerciale tra Sky e Mediaset,
U
PlayStation 4 è
finalmente arrivata in
territorio giapponese
e il primo weekend
di vendite è stato un
successo: oltre 320mila
console vendute
de il pacchetto sport è a listino a 26
euro (attualmente in promozione a
19 euro), ma non comprende il costo
del decoder o della cam e soprattutto
non prevede la visione dei due canali Eurosport in alta definizione. Per
non parlare della maggiore offerta di
canali della pay tv satellitare.
PEOPLE & MARKET Al MWC il prototipo di un’auto a guida completamente automatica
Ford come Google: l’automobile si guida da sola
Il prototipo analizza lo spazio attorno a sé 2,5 milioni di volte al secondo
N
di V. R. BARASSI
on solo smartphone e tablet: il Mobile World Congress 2014 di Barcellona
è anche l’occasione per ammirare l’ultimo prototipo di casa
Ford, che ha portato in fiera la
sua idea di automobile a guida
completamente automatica, un
piccolo gioiello di ingegneria che
l’azienda americana utilizzarà
per testare a fondo numerose tecnologie che pian piano arriveranno sui
modelli destinati alla produzione in
serie. Come l’analogo progetto di casa
Google, anche l’automobile di Ford,
una volta “programmata” è in grado
di muoversi senza troppi problemi nel
traffico. La vettura ha una quantità
di sensori impressionente e secondo
Ford, l’insieme dei sistemi analizza lo
spazio circostante ben 2,5 milioni di
volte al secondo, capendo se ci sono
pericoli oppure no. L’obiettivo di
Ford è quello di migliorare i processi


iniziata con l’acquisto
esclusivo dei diritti di
visione delle partite
di Champions League
da parte di Mediaset
dal 2015. Sky aveva
prontamente risposto lanciando la sua
esclusiva sulle partite
dello stesso torneo
per la prossima stagione, con numerosi
spot pubblicitari. Ora l’attacco è più
diretto perchè con il nuovo posizionamento i nuovi canali tanto amati dagli sportivi diventano più accessibili:
il pacchetto base Sky costa 19 euro al
mese (salvo offerte) più 5 euro per la
visione in HD mentre l’abbonamento Mediaset Premium che compren-
torna al sommario
cognitivi delle automobili; insegnare
ad una macchina cosa va bene e cosa
non, è da sempre uno delle operazioni più difficili da portare a termine e la sfida pare ancor più
complicata in campo automobilistico. Ford, inoltre, ha
annunciato una partnership
con l’Università di Aachen,
che si occuperà di sviluppare
interfacce uomo-macchina
pensate per l’uso sulle auto
a guida automatica; il tutto
ad un solo scopo: permettere
PS4 tutto
OK: anche in
Giappone è
un successo
al conducente di riprendere il controllo del mezzo in
qualunque momento senza
mandare nel caos i sistemi
automatici. Il progetto Ford
sembra essere molto interessante ma per il momento
non è in programma nessuna produzione in serie; come
abbiamo scritto in precedenza, quello dell’auto a guida
completamente automatica è essenzialmente un progetto di ricerca con
cui Ford studierà nuove tecnologie da
inserire nei prossimi modelli.
di V.R. BARASSI
Con qualche mese di ritardo rispetto all’inizio della commercializzazione nel resto del mondo,
PlayStation 4 sbarca finalmente
sul territorio giapponese facendo
registrare l’ennesimo risultato
positivo della sua breve storia:
secondo i primi dati ufficiali, nel
primo weekend successivo al lancio, Sony avrebbe venduto più di
322.000 console in tutto il Giappone, numeri quattro volte superiori a quelli fatti registrare nel
2006 dopo il lancio di PlayStation
3 (stavolta Sony non si è fatta
trovare impreparata e le scorte,
almeno in Giappone, saranno sufficienti per un bel po’). Le vendite
iniziali di PS4 sono state anche
migliori di quelle di Wii U che,
sempre in Giappone, era riuscita
a superare quota 300mila unità
vendute solo dopo una settimana.
Poco tempo fa avevamo annunciato come - negli USA - PlayStation 4 avesse venduto il doppio di
Xbox One nel mese di gennaio e
molto di più della console Microsoft anche nel mese di dicembre
(circa 900mila contro 650mila);
il dato odierno è l’ennesimo indizio del fatto che, evidentemente,
PlayStation 4 è riuscita ad attrarre maggiormente i videogiocatori,
molti dei quali preferiscono avere
una console “pura”, e che costa
anche 100€/$ meno, piuttosto
che un piccolo centro multimediale con Kinect. Ma ovviamente
la console war è solo agli inizi...

estratto da dday.it
estratto da dday.it
n.85 / 3 MARZO 2014
PEOPLE & MARKET È stato reso noto il calendario delle gare della stagione che saranno trasmesse in chiaro su Cielo
Il calendario della MotoGP in chiaro su Cielo
Saranno 8 gare sulle 18 in programma. Per gli abbonati Sky, tutte le gare saranno in diretta e in HD
È
rato il bitrate delle trasmissioni, in
modo da poter parzialmente ovviare
alla mancanza dell’alta definizione.
Le due gare italiane al Mugello e a
Misano saranno trasmesse in diretta, per le gare in differita è prevista
un’ampia sintesi della MotoGP e
delle gare di Moto2 e Moto 3 a distanza di circa 3 ore ( a seconda delle gare) rispetto alla trasmissione in
diretta su SkySport. Per chi volesse
seguire tutte le gare in diretta senza
l’abbonamento a Sky, le alternative
sono pochissime: come per i Gran
Premi di F1, l’unica possibilità è
quella di essere vicini alle zone di
confine e seguire le gare sui canali
svizzeri della RSI, oppure abitare in
provincia di Trento e Bolzano e seguire i canali austriaci ORF.
23 Marzo
13 Aprile 27 Aprile 4 Maggio 18 Maggio 1 Giugno 15 Giugno
28 Giugno 13 Luglio 10 Agosto 17 Agosto 31 Agosto 14 Settembre 28 Settembre 12 Ottobre 19 Ottobre 26 Ottobre 09 Novembre Qatar - Doha/Losail Americas - Austin Argentina - Termas de Rio Honda Spagna - Jerez de la Frontera Francia - Le Mans
Italia - Mugello Catalunya - Barcellona Olanda - Assen Germania - Sachsenring Indianapolis - Indianapolis Repubblica Ceca - Brno Gran Betagna - Silverstone San Marino - Misano Aragon - MotorLand Aragon Giappone - Motegi Australia - Phillip Island Malesia - Sepang Valencia - Valencia PEOPLE & MARKET Secondo alcune indiscrezioni, non dovrebbe mancare molto all’Italia
Amazon Prime Instant Video presto in Italia?
Amazon espande per la prima volta fuori dagli USA il servizio di streaming
A
di Paolo CENTOFANTI
mazon ha lanciato la sua
offerta di video on demand
e streaming in UK e Germania. Sono i primi paesi al di
fuori degli Stati Uniti in cui il
servizio diventa disponibile. Nel
Regno Unito l’arrivo di Amazon
Prime Instant Video e Instant
Video corrisponde a un cambio
di brand per LoveFilm, servizio
che Amazon aveva acquisito da
tempo.
L’arrivo di Amazon Prime Instant
Video comporta un aumento di
prezzo dell’abbonamento Amazon
Prime, che non comprende più solo
la spedizione gratuita in 2 giorni ma
anche l’accesso ai contenuti in streaming senza limiti di Instant Video,
un catalogo composto da film e serie
TV con un funzionamento del tutto
simile a Netflix o Mediaset Infinity.


stato reso noto il calendario
della gare di MotoGP che verranno trasmesse in chiaro su
Cielo, il canale 26 del digitale terrestre. Come già avvenuto per le
recenti Olimpiadi invernali, il commento della gara sarà lo stesso diffuso sui canali Sky, probabilmente
senza interruzioni pubblicitarie.
Sky, dal canto suo, trasmetterà per i
propri abbonati tutti i 18 Gran Premi della nuova stagione in diretta
e in alta definizione, mentre quelli
trasmessi da Cielo saranno in parte
in diretta (8), in parte in differita
(10). Tornando a Cielo, e in parallelo con quanto avvenuto per le Olimpiadi di Sochi, è auspicabile che
venga momentaneamente miglio-
torna al sommario
In Germania l’abbonamento sale da
29 euro a 49 euro l’anno e non sarà
più possibile accedere solo al servizio base di spedizione. Per chi è già
iscritto ad Amazon Prime l’aumento
scatterà al prossimo rinnovo dell’abbonamento e intanto potrà già
godere del servizio di streaming.
Se ci dilunghiamo su questi
dettagli è perché
secondo diverse indiscrezioni
che
abbiamo
raccolto, il servizio dovrebbe
presto arrivare
anche in Italia.
Attualmente in
Italia
Amazon
Prime ha un costo di 9,99 euro
all’anno. Oltre al
catologo in streaming con Amazon
Instant Video sarà possibile noleggiare singoli film come sui normali
servizi di video on demand. I serivizi video di Amazon sono accessibili
oltre che via web anche tramite le
app per smartphone e tablet (iOS e
Kindle Fire), smart TV e console.
diretta
differita
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diretta
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differita
diretta
PEOPLE & MARKET
PS4 spinge
Sony Music
Unlimited
ll servizio di streaming di musica di Sony, Music Unlimited,
ha visto il proprio tasso di
crescita di abbonati più che
raddoppiato con il lancio della
PS4. Music Unlimited e Video
Unlimited sono le due principali app multimediali della
nuova console, una strategia
che sta dando i suoi risultati.
Secondo Sony, dall’uscita della
console il servizio di streaming ha visto un aumento del
50% rispetto a prima nella
quantità di musica ascoltata,
mentre il 38% degli abbonati
al servizio lo fa dalla PS4. Music Unlimited era già integrato
nella PS3, ma non aveva ricevuto la stessa spinta che ha ottenuto dalla nuova console. Su
PS4 si può ascoltare la musica
in streaming anche all’interno
dei videogiochi, una funzione
che ha convinto molti gamer a
iscriversi a Music Unlimited.

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estratto da dday.it
n.85 / 3 MARZO 2014
PEOPLE & MARKET La SIAE scrive in via ufficiale a DDAY.it per replicare alla pubblicazione dell’ultimo editoriale
SIAE replica: “DDAY.it non racconta i fatti”
Diamo pubblicazione della risposta della SIAE, come richiesto, con alcune note del direttore
iceviamo da SIAE, con cortese
richiesta di pubblicazione, la
seguente lettera di risposta al
nostro ultimo editoriale:


Caro Giardina,
ho letto il suo editoriale dell’altro ieri
18 febbraio (“per l’Europa il compenso per copia privata è una tassa - Il
compenso per la copia privata è una
tassa: lo dice senza giri di parole il
rapporto Castex che sta per essere
votato dal Parlamento Europeo”) e
non posso trattenermi dallo scriverle
ancora una volta.
In altra occasione, le avevo raccomandato di rileggere l’insegnamento
di Charles Prestwich Scott: “il commento è libero, ma i fatti sono sacri”
(ricorda?).
Evidentemente il mio appello è rimasto inascoltato. Eppure mi creda: per
un giornalista la questione è decisiva.
Una opinione non deve subire limiti (a
parte quelli della continenza verbale).
Un fatto, invece sì. I fatti devono essere raccontati per come essi sono: cioè
rispettandone la verità (o sacralità,
per tornare a C.P. Scott).
E allora, le faccio omaggio in allegato
del “Report on private copying levies
(2013/2114(INI))”, “versione originale” (in Inglese e Italiano). Forse non lo
ha letto (All. 1 e All. 1bis).
Vede, il punto è che il Rapporto non
menziona mai (e sottolineo mai) la
parola “tassa”. Il Rapporto dice tutt’altro (ma non le anticipo il contenuto per non toglierle il gusto della
sorpresa o forse spavento).
Sì, concordo con Lei: il Re è nudo.
Non ha nulla addosso.
Davvero mi auguro che una volta esaminato il Rapporto, lei vorrà tornare
sull’argomento spiegando ai suoi
lettori cosa esattamente dice (“fatto
sacro”), magari poi commentandolo
(“opinione libera”) favorevolmente o
sfavorevolmente.
Con l’occasione, mi auguro anche che
in un suo futuro editoriale sul Rapporto lei voglia aggiungere un paio
torna al sommario
di numeri o dati ulteriori. Alcuni ho
già avuto modo di segnalarglieli
(pur senza mai ricevere risposta). Ad
esempio quelli concernenti i prezzi degli smartphone. Numeri capaci di dimostrare (per tabulas) che in Francia
o Germania gli smartphone costano
molto meno di quanto accada in Italia, benchè in detti paesi (Francia o
Gemania, appunto) la tariffa di copia
privata sia fino a 40 volte superiore
rispetto a quella nostrana (ma Lei
come se lo spiega questo strano fenomeno per cui in altri paesi europei
all’incrementare della copia privata
scendono i prezzi della tecnologia?).
Ora ne aggiungo di nuovi. In effetti,
sono ancora “caldi”. Una recentissima ricerca (ottobre 2013) di una società indipendente americana (IHS)
ha pubblicato il grafico che le riporto
qui . La sintesi della ricerca è la seguente: a fine 2013, i volumi di ricavi
dei produttori di smartphone e tablet
hanno superato quelli del c.d. “Consumer Electronics Market”.
Ma non basta. Per capire di cosa stiamo parlando, la ricerca segnala che
il fatturato dei produttori di smartphone e tablet è cresciuto dai 41,2
miliardi di dollari del 2007 ai 354,3
miliardi di dollari del 2013 (vedere
grafico, appunto).
Glielo ridico perché magari anche lei
potrebbe esitare a crederci: il fatturato di smartphone e tablet è cresciuto
del 900% in meno di sei anni. E ora
si scrive così: trecentocinquantaquattromiliarditrecentomilionididollari
(euro più euro meno) nel duemilatredici.
Certo: sembra che per il 2014 il volume crescerà solo del 20% (poveri produttori americani, sudcoreani o cinesi: un disastro). E d’altra parte, dopo
che avremo iniziato a regalare smartphone e tablet anche ai nostri amici
a quattro zampe dovremo rallentare
un pochino (al mio gli riesce difficile
twittare, non capisce perché deve cinguettare in una lingua non sua e non
può semplicemente abbaiare; ma io
sono fiducioso, Zuckerberg che ha
appena comprato WhatsApp per 19
miliardi di dollari gli risolverà presto
il problema). A proposito: se guarda
attentamente il grafico, noterà che
l’introduzione in Italia delle attuali
tariffe di copia privata, che risalgono
a fine 2009 (mese più mese meno), si
posiziona all’inizio della curva verde
che rappresenta l’andamento delle
vendite (e del fatturato). Riguardi il
grafico, per favore. Lì, sotto, a sinistra, in basso in basso. Subito prima
della spettacolare cabrata da Frecce
Tricolori ... delle vendite. Aspetti:
glielo ridisegno qui (approssimando
ovviamente). Con la copia privata li
abbiamo fatti neri a questi produttori, eh? Gli abbiamo proprio messo un
fardello insopportabile, non è vero?
E solo per completezza: un’altra ricerca recentissima (che barba, questi
ricercatori!), dimostra che il 90% dell’uso degli smartphone è dedicato al
c.d. intrattenimento: cioè musica, video, e simili. Ai contenuti, insomma.
Sì, sì: quelli soggetti alla protezione
del diritto d’autore.
Di chi è la ricerca? Si tenga forte: non
è della mitica Tatiana dell’altrettanto
mitico Gabriele Cirilli.
E’ di Google. E’ ancora lì? Sì è di Google. Non metterà mica in discussione
la parola di Google, vero?
Ma io già La vedo. Non lo farà. Non
racconterà i fatti per quelli che sono.
Lei non riesce, e non glielo posso nemmeno chiedere. E’ proprio che non ce
la fa. Peccato.
Ed esattamente come il Re della fiaba
di Andersen lei “si raddrizzerà ancora
più fiero e i ciambellani continueranno a seguirla reggendo lo strascico
che non c’è”, magari auto-mandandosi (da sfavillanti smartphone appena
comprati) un paio di twitt di sostegno
(“la copia privata è una tassa, è una
tassa ...” e “però non passate davanti
agli specchi ...”).
Evviva. La saluto cordialmente.
Luca Scordino, Roma, 20 febbraio
2014 (Allegati 1 e 1bis omaggio).
La lettera sopra riportata, a firma di
un consigliere di gestione della SIAE,
cerca di “buttarla in caciara”. Noi preferiamo attenerci ai fatti:
DDAY.it non ha mai sostenuto che il
compenso per copia privata sia una
tassa. Se c’è una testata che da sempre sottolinea che il compenso per
copia privata non è una tassa questa è
DDAY.it. A SIAE, che evidentemente
non legge abitualmente né da tempo
DDAY.it, questo concetto evidentemente sfugge. Ma per fortuna gli archivi sono pieni di chiare dimostrazioni della nostra posizione (basta cercae
“copia privata” nella barra di ricerca
di DDAY.it). In particolare, già diversi
anni fa così rispondemmo a una serie
di domande retoriche pubblicate da
SIAE sui principali quotidiani:
segue a pagina 22 

R
di Gianfranco GIARDINA
PEOPLE & MARKET
SIAE replica all’editoriale: “DDAY.it non racconta i fatti”
segue Da pagina 21 
Tornando agli ultimi giorni, sottolineiamo come, anche in apertura del
convegno sulla copia privata organizzato da Andec, Aires e Confcommercio lo scorso 11 febbraio, Gianfranco
Giardina, direttore di DDAY.it e moderatore dell’incontro stesso, ha sottolineato con chiarezza inequivocabile
come premessa metodologica inziale
che il compenso per copia privata non
è un tassa, pur sollevando per questo
il disappunto di alcuni rappresentati
delle associazioni di categoria presenti in sala, evidentemente non d’accordo con la nostra interpretazione,
che ci vede – almeno su questo punto
– d’accordo con SIAE; ma non con
l’autore della lettera.
Lo “strano” cambio
del titolo sul sito
del Parlamento europeo
Nel nostro editoriale non abbiamo


SIAE: “Perché il diritto all’equo compenso viene strumentalmente, da
alcuni, chiamato tassa? Perché non
sono chiamate tasse i compensi di
medici, ingegneri, avvocati, meccanici, idraulici, ecc.?”
DDAY.it: Su questo punto è difficile
non essere d’accordo: l’equo compenso SIAE viene erroneamente chiamato tassa da giornalisti poco preparati. Non si tratta infatti di un’imposta.
Ma forse cadere nell’equivoco non è
poi così difficile, visto che il compenso
SIAE è “imposto” per legge, in uno dei
più grandi conflitti di interesse della
nostra nazione: la SIAE– a seconda
dei frangenti e di quello che fa comodo – passa da società privata a ente
para-pubblico, da struttura di collecting per difendere una categoria
a consigliere tecnico del legislatore,
da paladino della cultura a macchina mangia-soldi dalla lunga storia
di commissariamenti e dai bilanci
incredibilmente in perdita. In realtà
i medici, gli ingegneri, gli avvocati e
tutte le altre categorie professionali
citate vengono pagate in maniera
chiara e cosciente da parte di chi fruisce dei loro servizi.
torna al sommario
mai scritto che il rapporto Castex facesse riferimento interno al concetto
di tassa, ma ci siamo limitati (in mezzo a tanti altri argomenti) a sottolineare come il Parlamento europeo,
nella versione francese (l’unica in cui il
provvedimento era programmato per
la discussione del 27 febbraio) avesse
intitolato il rapporto “Taxes pour copie privée”, cosa assolutamente vera
e certa e che ci auguriamo SIAE non
abbia il coraggio di smentire (qui la
schermata catturata poco prima della
pubblicazione del pezzo).
Solo due giorni dopo la pubblicazione
del nostro editoriale, è stato fatto un
intervento sul sito del Parlamento Europeo, modificando il titolo da “Taxes
pour Copie Privée” in “Redevances
pour copie privée”, traducibile con
“prelievi”, probabilmente proprio a
causa di una segnalazione nata dalla lettura del nostro articolo. Questo
cambio repentino dimostra l’utilità e
l’opportunità della nostra denuncia e
che evidentemente nella testa di qualche funzionario europeo fosse radicato il fatto che il compenso per copia
privata sia una tassa. Ma noi non abbiamo mai - in nessuna sede - sostenuto questa tesi come nostra. Anzi ci
siamo appunto scandalizzati e stupiti
che il Parlamento europeo avesse affrontato il tema con questi termini. A
ulteriore conferma, laddove la nostra
autorevolezza non venisse giudicata
sufficiente, è Google, che anche SIAE
ritiene fonte affidabile, che viene in
soccorso e dimostra come la pagina
in questione avesse effettivamente il
titolo da noi correttamente riportato
(e successivamente fatto cambiare).
SIAE smentita
dal rapporto Castex
Inutile dire che il rapporto Castex
l’avevamo letto attentamente prima
della pubblicazione dell’articolo: non
siamo abituati a scivere per sentito
dire. Al di là del contenuto, che commenteremo nel dettaglio solo dopo
che avrà ottenuto l’approvazione in
aula (se l’otterrà), colpiscono alcuni
punti chiave del rapporto. Partendo
proprio dall’incipit dell’articolo 1: “Il
settore culturale fornisce 5 milioni
di posti di lavoro nell’UE”, così dice
n.85 / 3 MARZO 2014
il rapporto del Parlamento europeo,
e non abbiamo elementi per credere
che una fonte così autorevole menta. Gino Paoli, presidente SIAE, va
dicendo in ogni sede che in Italia il
settore culturale impiega 2,5 milioni
di addetti (ma a gennario secondo lo
stesso Paoli erano un milione e mezzo): come dire che la metà di tutti gli
addetti del settore culturale dell’intera Comunità europea risieda proprio
in Italia. Ma Gino Paoli calca ancora
di più la mano: nell’intervento dello
scorso 14 febbraio a Radio24 (minuto 15.35), ospite di Giovanni Minoli, il
presidente delle SIAE torna sull’argomento dicendo addirittura che sarebbero “2 milioni e mezzo le persone che
lavorano nell’indotto della musica”.
Addirittura due milioni e mezzo in
Italia per la sola musica, trascurando
tutti gli altri settori culturali: e pensare che SIAE ha poco più di 100.000
associati. Dobbiamo ritenere “fatti” i
numeri riportati del Parlamento europeo o quelli, di certo non compatibili
con i primi, fatti da SIAE?
Un altro grande cavallo di battaglia di
SIAE è che il compenso non pesi sui
consumatori, dato che lo pagano le
multinazionali, che – secondo SIAE devono riassorbirlo riducendo i propri
guadagni. Era infatti proprio questo
uno dei punti “forti” della grande inserzione acquistata qualche settimana
fa sui principali quotidiani italiani.
Scrive SIAE: “In nessun Paese europeo e NEANCHE IN ITALIA il diritto
di copia privata È POSTO A CARICO
DEL CONSUMATORE” (i maisucoli sono tratti proprio dall’inserzione
SIAE, ndr). Lo sostiene chiaramente
anche Gino Paoli sempre su Radio 24
al minuto 15 nella medesima trasmissione sopra citata: “Quelli che parlano
di questa cosa hanno già cominciato a
dire che questo compenso è una tassa
che aumenterà il costo del prodotto:
non è vero! Il compenso non è una
tassa e non solo: è un minor guadagno per la multinazionale”.Il rapporto
Castex smentisce seccamente ancora
una volta SIAE: l’articolo 17 recita
letteralmente “Ritiene che i consumatori debbano essere informati dell’importo, della finalità e dell’utilizzo dei
prelievi che pagano; sollecita pertanto
la Commissione e gli Stati membri a
garantire, di concerto con i fabbricanti, gli importatori, i dettaglianti e
le associazioni di consumatori, che
tali informazioni siano disponibili in
maniera chiara ai consumatori”. In
pratica, quello che il Parlamento europeo raccomanda caldamente, la SIAE
mistifica e nasconde, negando in ogni
sede addirittura che il compenso per
copia privata finisca per pesare sulle
tasche dei cittadini.Cosa che invece
noi sosteniamo da sempre. Quanto al
resto della lettera, l’unica lettura che
possiamo darne è una sorta di “gelosia” di un settore come quello musicale in crisi verso il comparto “mobile”
che sta ha avuto negli ultimi anni il
suo periodo di massimo sviluppo;
del tipo “visto che loro guadagnano,
devono darcene un po’ anche a noi”.
Se la logica è questa, a carattere “assistenziale”, continuiamo a non capire.
Se ne deduce solo che i fatti, evidentemente, per SIAE non sono così sacri come per noi. Permetteteci quindi
di rinviare al mittente questo fragile
tentativo di lezione di correttezza ed
etica professionale. La creatività è un
grande dono ed è un patrimonio che
giustamente SIAE deve tutelare; ma
così tanta creatività dovrebbe essere
canalizzata altrove, non per redigere
lettere come quella da noi ricevuta.
Nota metodologica
La lettera della SIAE a DDAY.it è stata
pubblicata prima di tutto sul sito di
SIAE, riportando anche l’editoriale di
DDAY.it oggetto della disputa. Questo è stato caricato in formato PDF
sul sito SIAE (e quindi copiato) senza
che ci sia stato richiesto un esplicito
assenso. È noto che questa sia pratica
ritenuta scorretta proprio per quanto
riguarda la tutela del diritto d’autore. Sarebbe stato più corretto linkare
il nostro articolo, permettendone la
fruizione all’interno del nostro sito,
dov’è tutt’ora pubblicato nella sua versione originaria. Tanto più che, in calce a ogni articolo di DDAY.it, compare
la nota “Riproduzione riservata” che
sicuramente SIAE sa ben interpretare
ma che ha ritenuto di poter trascurare. Permetteteci la battuta: la SIAE si è
fatta la “copia (neanche troppo) privata” di un nostro articolo; ma a noi non
arriverà mai alcun compenso.
Aggiornamento: SIAE ha rimosso il
PDF del nostro editoriale dal proprio
sito sostituendolo con il link all’articolo originale di DDAY.it.

estratto da dday.it
estratto da dday.it
n.85 / 3 MARZO 2014
PEOPLE & MARKET Il rapporto Castex ha passato l’esame dell’aula e passa nella seduta plenaria del Parlamento europeo
SIAE, l’Europa approva la risoluzione Castex
Una serie di raccomandazioni sulla copia privata che la stessa relatrice Francoise Castex definisce, alla fine, inique
La relatrice del provvedimento,
Francoise Castex, deputata al Parlamento europeo di nazionalità francese del gruppo dei Socialdemocratici.
Cosa raccomanda la risoluzione Castex (in pillole)
Un testo composito come quello
della risoluzone Castex richiede una
lettura attenta del testo originale (riportato in fondo all’articolo).


l rapporto Castex sui compensi
per copia privata è stato approvato lo scorso 27 febbraio dal
Parlamento europeo. Dopo le polemiche per il titolo “provvisorio”
del provvedimento - modificato da
“tasse per copia privata” a “compensi per copia privata” -, il testo
ha passato l’esame dell’aula e quindi è stato inviato agli Stati membri
e alla Commissione europea.
Non si tratta di una “legge” vera e
propria, ma di una serie di raccomandazioni non vincolanti che comunque sono destinate ad avere un
ruolo nel dibattito in corso in Italia sull’adeguamento dei compensi
per copia privata. La relatrice del
provvedimento è Francoise Castex
(foto qui sotto), da cui la risoluzione prende il nome, deputata al
Parlamento europeo di nazionalità
francese del gruppo dei Socialdemocratici.
torna al sommario
Badando alle cose principali, il testo
approvato dal Parlamento europeo:
• rinnova la fiducia nella fattispecie
della copia privata e ne sottolinea
l’attualità;
• chiede l’armonizzazione di tutte le
tariffe e i prodotti assoggettati a livello comunitario;
• raccomanda che i consumatori che
comprano all’estero sostengano i
compensi per copia privata previsti
nel proprio Paese e non all’estero;
• suggerisce che la rideterminazione
dei compensi avvenga di concerto
tra tutte le parti coinvolte secondo
principi di equità e obiettività;
• incoraggia gli Stati membri e i titolari dei diritti a realizzare campagne
di comunicazione positive che pongano in evidenza i vantaggi legati ai
compensi per copia privata;
• invita gli Stati membri a tenere
esenti a monte gli utilizzatori professionali dal compenso per copia privata, senza constringerli a ricorrere
a meccanismi di rimborso ex-post;
• suggerisce che una quota di almeno il 25% dei ricavi da compenso per
copia privata venga destinato alla
promozione delle arti creative e degli spettacoli dal vivo;
• raccomanda trasparenza nella ridistribuzione dei compensi per copia
privata e in particolare per la quota
detratta e utilizzata a fini sociali e
culturali;
• sottolinea la prevalenza del diritto
di copia privata sui sistemi di protezione, che dovrebbero garantire
la possibilità ai consumatori di fare
comunque la copia per uso privato;
• introduce l’ipotesi che possa essere
introdotto il compenso per copia privata anche per lo storage in cloud
Una visione vecchia
e penalizzante
per i consumatori
Al di là di alcune cose ragionevoli
contenute in questa risoluzione del
Parlamento europeo, ovviamente non possiamo essere allineati
con un punto di vista che di fatto
difende a spada tratta un sistema
presuntivo di prelievo e arbitrario
di ridistribuzione come quello della
copia privata, una fattispecie oramai superata; tanto più che come
abbiamo detto molte altre volte, è
oramai praticamente impossibile
farle queste copie.
Colpiscono poi molti aspetti secondari di questa risoluzione, come le
premesse a tratti assolutamente
discutibili; come per esempio il riferimento al giro d’affari generato
da supporti e apparecchi elettronici
coinvolti nella copia, che secondo
il rapporto supererebbe i 1000 miliardi di euro (contro compensi per
copia privata oggi a circa 600 milioni di euro); come dire che lì ci sono i
quattrini e quindi tutto sommato se
li si prende in quella filiera nessuno
Ma soprattutto risulta evidente il
tono di tutto il documento, polarizzato sugli interessi di una parte,
gli aventi diritto, e ripulito da un
corretto controbilanciamento nei
confronti dei diritti dei consumatori. Se ne lamenta la stessa deputata Castex, quando afferma di:
“rimpiangere che la destra maggioritaria abbia rigettatto la mia doppia proposta di soppressione dei
sistemi di DRM e di legalizzazione
dello scambio di opere a fini non
commerciali (leggasi peer to peer,
ndr). Sarebbe stata una giusta compensazione per i consumatori”. Il
risultato che quindi esce da questa
risoluzione è quindi iniquo, anche a
detta della propria relatrice; come
spesso accade per mano della politica, a spese del consumatore.
A questo link l’intero testo della risoluzione Castex.
Estratto dal quotidiano online
www.dday.it
Registrazione Tribunale di Milano
n. 416 del 28 settembre 2009
direttore responsabile
Gianfranco Giardina
editing
Claudio Stellari, Simona Zucca,
Maria Chiara Candiago
Editore
Scripta Manent Servizi Editoriali srl
via Gallarate, 76 - 20151 Milano
P.I. 11967100154
Per informazioni
[email protected]
Per la pubblicità
[email protected]

I
dovrebbe lamentarsi più di tanto.
Ma la risoluzione Castex chiarisce
in più punti che i compensi sono
pagati dai consumatori e quindi
forse sarebbe più corretto valutare, nazione per nazione, il reddito
medio dei cittadini piuttosto che il
fatturato dell’industria.
di Gianfranco GIARDINA
n.85 / 3 MARZO 2014
DIGITAL IMAGING La reflex sarà disponibile da fine marzo a un prezzo di 6500 dollari
D4s, la nuova ammiraglia di Nikon
Per la nuova Full Frame di Nikon, diverse piccole migliorie rispetto alla D4
Nessuno stravolgimento, però, a partire dalla risoluzione che rimane a 16,2 MP
di Giuseppe LANDOLFI
ikon ha ufficializzato la
D4s, nuova ammiraglia Full
Frame che succede alla D4
con tante piccole migliorie, “di cui
beneficeranno soprattutto i fotografi operanti in campo sportivo
e naturalistico o del fotogiornalismo”. Il sensore da 16,2 Megapixel
(FX) è stato riprogettato insieme al
processore d’immagine EXPEED
4 che permetterà di estendere la
sensibilità alla luce fino a 409.600
ISO e di scattare a 11fps con AE/AF
attivo, 1 frame al secondo in più rispetto alla D4.
L’ergonomia del corpo macchina
è stata migliorata, così come il
tracking del sistema autofocus che
rimane a 51 punti; l’otturatore in
kevlar e fibra di carbonio ha un
ritardo allo scatto di soli 42 ms e
ciclo di vita standard di 400.000
scatti. Potenziate anche le prestazioni video, con la possibilità
di effettuare riprese a 1080p e
60fps e di riprendere in modalità
N
PC & MULTIMEDIA
Problema
di sicurezza
per i router Asus
Diversi modelli di router
consumer Asus sono affetti
da un grave bug di sicurezza.
Attivando infatti alcune funzionalità, per lo più legate ai
servizi cloud di Asus, i dischi
USB collegati direttamente al
router diventano accessibili
anche all’esterno della propria rete locale senza bisogno
di autenticazione. La criticità
era stata portata alla luce lo
scorso giugno e all’attenzione
di Asus diverse volte, ma un
aggiornamento firmware
per i modelli colpiti è stato
rilasciato solo da poco ed è
consigliato a tutti i possessori
di questi modelli.


torna al sommario
D-Movie a 50p/60p. Aggiunta una
porta Ethernet Gigabit 100/1000TX
e introdotto il formato di file RAW
S per un trasferimento delle immagini più rapido.
Rimane invariata la scelta di dedicare uno dei due slot di memoria
al formato XQD, mentre la batteria
EN-EL18a da 2500 mAh garantirà
3000 scatti per ogni carica. Sul dor-
so della macchina, infine, troviamo
un display LCD da 3,2 pollici con
risoluzione di 921.000 punti, antiriflesso, che permette la massima
flessibilità di regolazione per bilanciamento dei colori e luminosità.
La Nikon D4s sarà disponibile nei
negozi a partire dalla fine del mese
di marzo a un prezzo di lancio previsto di 6500$.
Plex espande
il supporto
per Chromecast
Plex ha aggiornato il suo media
server e l’app client per Android
aggiungendo interessanti possibilità sul versante Chromecast.
La prima è il supporto anche per i
file musicale, in particolare quelli
non compatibili nativamente con
la chiavetta di Google (FLAC, ad
esempio), ora ascoltabili grazie al
transcoding. Novità assoluta è il
mirroring dello schermo mentre si
effettua il browsing della libreria
multimediale (che nel caso di Plex
sta su un server in rete): mentre
si cerca cosa guardare, trama,
locandine e altri metadati vengono
visualizzati sullo schermo del TV.
Infine, Plex ha riscritto il motore di
transcoding per quanto riguarda
lo streaming di video in 1080p
verso Chromecast consentendo
migliori performance e stabilità
della riproduzione e un minore
carico computazionale sul server
multimediale. Tutte le funzionalità
arriveranno anche su iOS con un
imminente aggiornamento dell’app
per iPhone e iPad. Le nuove funzioni sono disponibili al momento
solo per gli abbonati Plex Pass
e, finito il periodo sperimentale, saranno parte dell’offerta gratuita.
DIGITAL IMAGING Si tratta di una reflex compatta con sensore CMOS da 24,2 Megapixel
Nikon D3300, 650€ con il 18-55mm VRi
Comunicati i prezzi ufficiali di listino della nuova reflex entry-level
Quattro i kit che troveremo nei negozi. Si parte da 650€ e si arriva a 930€
di Vittorio Romano BARASSI
P
resentata a inizio gennaio durante il CES di Las Vegas, Nikon
D3300 è la nuova reflex entrylevel della gamma giapponese che va
a prendere il posto dell’apprezzata
D3200. Nikon ha annunciato in via
ufficiale che la reflex ha già raggiunto
la grande distribuzione nei suoi quattro diversi kit di vendita.
Si parte con la classica accoppiata
composta da corpo macchina e obiettivo Nikkor 18-55mm VR, alla quale
Nikon ha aggiunto anche una pratica
scheda SD Lexar Premium 200x da 8
GB; il tutto è offerto a 650 euro. Gli
altri kit proposti dall’azienda sono i
seguenti:
- D3300 + nuovo Nikkor 18-55 VR +
55-200 VR + SD 8GB Lexar Premium
200x: 860 €;
- D3300 + nuovo Nikkor 18-55 VR +
55-300 VR + SD8 GB Lexar Premium
200x: 930 €;
- D3300 + Nikkor 18-105 VR + SD
8GB Lexar Premium 200x: 760 €;
Nikon D3300 è una reflex compatta dotata di sensore CMOS da 24,2
Megapixel senza filtro low-pass equipaggiata con il processore EXPEED
4; la gamma di sensibilità arriva a
12.800 ISO e la macchina è in grado
di scattare in sequenza con velocità
di 5 fotogrammi al secondo. Per ulteriori approfondimenti, qui trovate il
nostro hands-on.

estratto da dday.it
n.85 / 3 MARZO 2014
GAME & MOVIE Il telecomando sarà retroilluminato grazie alla presenza di un giroscopio
XBox One, update e Media Remote
Microsoft presenta le ultime novità
Illustrate le principali novità dell’update di marzo legate al multiplayer
Ufficializzato anche il nuovo telecomando Media Remote, prezzo 22 euro
L
a community dei gamer è pronta per l’update di marzo di Xbox
One, importante e atteso soprattutto per gli interventi in ambito di
multiplayer. Lo scorso 11 febbraio
Microsoft ha pubblicato un articolo
che riassumeva le principali novità:
accesso rapido alla friend list, separazione della chat di party da quella
della partita e del gioco, inserimento della funzionalità “invita amici a
giocare” nei giochi multiplayer, lista
dei contatti più frequenti , ecc. Pochi
giorni fa Microsoft ha pubblicato un
video (clicca qui) che mostra tutte
queste nuove funzionalità: l’update
sarà diffuso i primi giorni di marzo, in
attesa del lancio di Titanfall, previsto
per il giorno 11.
Chi ha avuto modo di provare la
nuova release in beta ha rilevato altre novità degne di nota: è comparso
il supporto per il bitstream audio in
Dolby Digital, assente nella prima
release che supportava solo
audio multicanale non compresso e DTS. Come fa notare
The Digital Media Zone, l’introduzione del Dolby Digital è
una notizia determinante per
una ristretta fascia di utenti,
in particolare per coloro che
utilizzano headset Wireless
pensati per il gaming e compatibili solo con Dolby Digital. Gli altri, tra cui chi ascolta
direttamente dal TV o passa
da un sintoampli AV, non noteranno
vantaggi significativi da questa novità. Altri dettagli sulla patch parlano
di un fix sulla riproduzione video a
50Hz e la possibilità di disabilitare
le gesture di Kinect durante la riproduzione dei video, onde evitare
l’attivazione di funzionalità ulteriori
per sbaglio.
Microsoft ha anche svelato il Media
Remote per Xbox One (clicca qui per
un video di presentazione): Media
Remote, venduto a poco più di 20
euro, vuole essere un’alternativa (più
pratica) a Kinect per la navigazione
nei contenuti e per l’utilizzo di Xbox
L’italiana Game Service
lancia un’alternativa a
Humble Bundle, Pay
What U Want: bundle
di giochi in cui il
prezzo lo fa l’utente
di Paolo CENTOFANTI
One come vero Media Center. Il telecomando gestirà One Guide, ha i tasti
per la navigazione nei menù, lo spegnimento della console e il controllo
della riproduzione e integra un giroscopio che attiva la retroilluminazione. Purtroppo Microsoft non è ancora
corsa ai ripari per quella che è la vera
mancanza di Xbox One, ovvero una
sezione “Media Player” all’altezza:
il telecomando ora c’è, ma oltre alla
riproduzione dei contenuti su disco e
tramite app manca tutta quella sezione legata alla riproduzione dei contenuti in rete che era presente, seppure
in modo non molto efficace, sulla vecchia Xbox.
GAME & MOVIE Niente più gioco in rete dal 20 maggio. Attendiamo conferme per l’Italia
Nintendo “spegne” il multiplayer di DS e Wii
Annunciata la sospensione del servizio multiplayer online per Wii e DS
B
di Emanuele VILLA
rutte notizie per chi gioca online
con Nintento DS e/o con la prima Wii: Nintendo ha annunciato la sospensione del suo servizio di
gaming multiplayer online a partire
dal
prossimo
20 maggio. I
giochi delle due
piattaforme
funzioneranno
solo offline, sen-


di Roberto PEZZALI
torna al sommario
za possibilità di interazione con altri
player sparsi nel mondo. La notizia
era nell’aria: Nintendo aveva prima
annunciato il suo interesse di rimuovere diverse applicazioni integrate in
Wii, poi ha prodotto Wii Mini senza
connettività Internet, a testimoniare
la sua volontà di rendere offline la console della passata generazione. Nessuna tragedia, a ben vedere, dato che i
gamer hanno sempre considerato Wii
una spanna sotto le concorrenti per
Digital Bros
lancia lo store
di giochi in
cui il prezzo
lo decidi tu
quanto concerne l’esperienza online.
Inoltre, la rimozione del multiplayer
online non influenza gli altri servizi
“connessi”: restano l’online store e
molte app tra cui YouTube. La notizia
è stata data dalla sede Nintendo, confermata dalla filiale americana e da
quella australiana: pur nell’assenza
(al momento in cui si scrive) di una
comunicazione ufficiale italiana, non
ci sono fondati motivi per non considerarla estesa a tutto il mondo.

estratto da dday.it
L’italiana Game Service, azienda che fa a capo a Digital Bros,
lancia uno store online di giochi
denominato Pay What U Want
(paywuw.com), paga quello che
vuoi. Come il nome suggerisce,
si tratta di un sito che metterà in
vendita in bundle diversi videogiochi a un prezzo libero deciso
dall’utente, da 1 dollaro in su.
Optando per una soglia prestabilita dallo store, al bundle si
potrà aggiungere anche un titolo
di forte richiamo. Il primo bundle, disponibile dal 19 febbraio
e per due settimane, comprende i titoli per PC di 505 Games
Rekoil, Marlow Briggs and the
Mask of Death e Takedown
Red Sabre. Se l’offerta arriva a
quota 4,99 dollari il pacchetto
comprende anche l’apprezzato
Brothers: A tale of two sons. Il
funzionamento è molto simile a
quello di Humble Bundle: anche
in questo caso, oltre all’offerta
libera, i giochi vengono venduti, infatti, nella forma di codici
da riscattare sulla piattaforma
Steam. Il pagamento avviene
tramite PayPal.
estratto da dday.it
n.85 / 3 MARZO 2014
TV E VIDEO La vicenda risale a 5 anni fa. Mediaset chiede quasi 1 miliardo di risarcimento
Causa Mediaset contro YouTube
Si mette male per l’emittente TV
La causa riguarda i contenuti protetti caricati dagli utenti su YouTube
Mediaset rischia di perdere: dovrà dimostrare di averli segnalati tutti
Oculus blocca
la produzione
del DevKit
Il visore prodotto dalla OculusVR
non sarà più consegnato a chi
richiederà il DevKit perché, come
comunica l’azienda su Reddit,
alcuni componenti necessari per
la produzione della versione destinata agli sviluppatori iniziano
a essere introvabili. Le ultime
unità disponibili del kit saranno
distribuite ancora nei principali
Paesi, ma il DK1 è giunto alla fine
del suo ciclo di vita. Ormai è sicuro che Oculus Rift non arriverà
nel corso dell’anno: alla prossima
Games Developer Conference è
atteso l’annuncio di un secondo
DevKit con controllo posizionale
per la testa e nuove funzionalità.
L’ipotesi più probabile per il lancio dell’Oculus al pubblico resta
il 2015, insieme ai primi giochi
e alle applicazioni che potranno
sfruttare fin da subito questa
periferica.


ediaset rischia seriamente di
uscire sconfitta dalla causa
che dura ormai da 5 anni e
che vede YouTube come principale
imputato. La questione è nota, anzi,
arcinota: a Cologno Monzese chiedono quasi 1 miliardo di euro di risarcimento per tutti i video dei quali
Mediaset deteneva i diritti che sono
stati caricati dagli utenti su YouTube. Secondo quanto riporta, però, Il
Fatto Quotidiano la causa non solo
ha subìto una brusca frenata ma si è
pure rivoltata contro la parte lesa: il
14 febbraio, infatti, Tommaso Marvasi, presidente della sezione specializzata nella gestione dei diritti e della
proprietà intellettuale del Tribunale
torna al sommario
di Roma, prima di emettere
una sentenza, ha voluto capire
se effettivamente Mediaset ha
segnalato a YouTube in modo
puntuale e preciso ogni singolo
video che violava i diritti d’autore e se, dopo la segnalazione,
YouTube non ha prontamente
rimosso i video. Una richiesta
questa che recepisce le ultime
direttive della Comunità Europea in termini di violazione del diritto
d’autore: un provider non è responsabile dei contenuti pubblicati dagli
utenti ma deve impegnarsi, dopo aver
ricevuto una segnalazione, a rimuovere velocemente quei contenuti. E proprio qui sta il nodo della questione:
Mediaset sicuramente ha denunciato
l’accaduto, ma probabilmente non ha
di Paolo CENTOFANTI
fatto alcuna segnalazione circostanziata per ogni singolo video caricato
chiedendo la rimozione. Una questione questa che potrebbe cambiare
l’esito del provvedimento con una
assoluzione di Google, già assolto in
Spagna per una questione simile con
una sentenza che è stata confermata
anche nei giorni scorsi.
TV E VIDEO Il set top box sarà una vera alternativa alla Apple TV
Amazon TV arriva a marzo
I
Grazie al supporto ai
nuovi dischi da 5 TB,
le soluzioni di storage
con connessione
Thunderbolt di LaCie
arrivano a offrire fino a
25 tera di spazio
di Roberto PEZZALI
l set top box per la TV di Amazon sta arrivando: nei giorni scorsi si sono
intensificati i rumour che vedono l’arrivo per i primi di marzo del dispositivo che entrerà in diretta competizione con la Apple TV e con il diffusissimo media player Roku. Amazon inizialmente prevedeva di lanciare il
suo dispositivo per Natale 2013, ma ha avuto qualche problema sia sotto il
profilo hardware sia per quanto riguarda gli accordi con chi detiene i diritti
dei contenuti.
Che qualcosa si stia muovendo lo si capisce anche dal lancio in Europa di
Prime Instant Video, già presente (come Lovefilm) in UK e ora disponibile
anche in Germania. Il set top box di Amazon avrà come sistema operativo
Android Fire OS, il fork di Android che già Amazon utilizza sui suoi tablet:
questo permetterà di condividere contenuti tra tablet, smartphone e cloud
player e soprattutto garantirà ad Amazon la sicurezza e il controllo necessari per gestire contenuti protetti. Nessuna informazione sulla parte gaming:
inizialmente il media player di Amazon doveva essere anche una console
da salotto, ma è probabile che
Amazon abbia messo in secondo
piano questa feature visto anche il fiasco di soluzioni Android
come Ouya.
LaCie ha annunciato la disponibilità dei primi dischi da 5
Terabyte per le sue soluzioni di
storage esterno professionali con
connessione Thunderbolt. Si tratta di box per dischi esterni pensati soprattutto per chi fa editing
video a 1, 2 e persino 5 bay, che
grazie ai nuovi drive Seagate si
traducono in stazioni di storage
da massimo 5, 10 e 25 TB rispettivamente. I modelli sono i d2,
2big e 5big Thunderbolt Series e
sono già acquistabili sul sito del
produttore. I prezzi con i dischi
da 5 Terabyte per il d2 e 2big
sono di 449 euro e 869 euro. Per
quanto riguarda il 5big la configurazione da 10 Tera ha un costo
di 989 euro, quella da 20 Tera
1919 euro e quella a 5 dischi per
25 Terabyte ha un prezzo di listino di 2349 euro. Il modello più
interessante è proprio il 5big, capace di offrire una velocità in lettura di 785 MByte/s e in scrittura
di 685 Mbyte/s, con supporto per
diverse configurazioni RAID 1 +
RAID 0, più JBOD, doppia porta
Thunderbolt per il collegamento
di periferiche in cascata e doppio
sistema di raffreddamento.

M
di Roberto PEZZALI
Da LaCie
storage
Thunderbolt
fino a 25 TB
estratto da dday.it
n.58 / 12 NOVEMBRE 2012
TEST Abbiamo messo alla prova l’ Xperia Z1 Compact, versione “mini” dello Z1, l’attuale smartphone top di gamma Sony
Xperia Z1 Compact: piccolo fuori, potente dentro
Visto da fuori è più piccolo dello Z1, ma la componentistica è analoga e le prestazioni convincono
di Emanuele VILLA
A
Giovane, colorato, robusto

Il prodotto è disponibile in diverse colorazioni
(noi abbiamo provato quella rosa “shocking”),
ha una bella cornice in alluminio che ospita i vari
slot con all’interno le presa micro USB, micro SD
e micro SIM. Dall’altra parte, il bilanciere del vo-
torna al sommario


bbiamo provato Xperia Z1 Compact per 2
settimane in modo intenso, e non possiamo
che parlarne bene. Con questa prova vogliamo andare dritti al punto: rispetto a Z1, che fino
all’arrivo di Z2 sul mercato occupa la posizione
più alta nella gamma Sony, la versione Compact è
ridotta solo nelle dimensioni, nel peso e come caratteristiche di display, ma per il resto la situazione è analoga. Troviamo lo stesso SoC Qualcomm
Snapdragon 800 da 2,2 GHz, la medesima fotocamera da 20,7 Mpixel con sensore Sony Exmor
RS per dispositivi mobili, supporto per le reti LTE
e le medesime certificazioni di resistenza IP55/
IP58 di impermeabilità fino a 1,5 m di profondità
per 30 minuti (solo acqua dolce) e alla polvere. In
più, 2 GB di RAM e 16 GB di memoria di storage
(circa 12 utilizzabili), ovviamente espandibile con
moduli microSD.
Il display rappresenta la principale differenza tra
Z1 e Z1 Compact: dal 5.0’’ con risoluzione 1920 x
1080, si passa a un 4,3’’ HD, anch’esso Triluminos e con processore d’immagine X-Reality per
dispositivi mobile, un display “ridotto” in termini
di risoluzione (qui siamo a 1280 x 720, per 342
ppi) ma con caratteristiche qualitative analoghe
rispetto al modello superiore. Questo approccio
rende Z1 Compact sì più piccolo, costa meno, ma
pur sempre un top di gamma. Mentre, infatti, lo
Z1 viene proposto a 589 euro di listino, Z1 Compact è attualmente posizionato a 499 euro.
lume, il tasto di accensione/spegnimento in tipico stile Xperia e, cosa piacevole e non scontata,
il tasto dedicato agli scatti fotografici. Sony ha
ricalcato il design dello Z1 offrendo il medesimo
bilanciamento tra esigenze estetiche e funzionali
(l’impermeabilità, in pratica): il fatto che ci siano degli sportellini da aprire e chiudere lungo il
profilo non è il massimo della bellezza, ma è una
soluzione accettabile. A livello ergonomico, la dimensione media del display e lo chassis compatto sono aspetti chiaramente positivi: il telefono
si porta in giro senza difficoltà; unico limite, la
batteria non è removibile.
Prestazioni convincenti
Basta dare un’occhiata alle caratteristiche tecniche per rendersi conto che lo Z1 Compact non
avrà problemi in nessuna circostanza: i benchmark che abbiamo fatto girare confermano prestazioni al di sopra di ogni sospetto in ogni comparto, appena superiori rispetto a Galaxy Note
3. An Tu Tu, per esempio, assegna un totale di
35.166 punti, contro i 34.652 del Galaxy Note 3 e
i 33.654 dell’Xperia Z Ultra.
L’esperienza d’utilizzo non ha mostrato limiti
o problemi di alcun genere, anche in circostanze impegnative: la risoluzione HD va benissimo
su un terminale da 4,3’’. La leggibilità dei testi è
buona in ogni circostanza: resta il limite dei siti
non ottimizzati per dispositivi mobile, che tra la
risoluzione non eccelsa e il display di medie di-
mensioni, impongono spesso l’uso dello zoom,
ma si tratta di un limite pressochè invalicabile
con queste dimensioni di display.
Luminosità non eccezionale, con qualche difficoltà di lettura in condizioni di forte luce ambientale, mentre è molto buono l’angolo di visione,
decisamente naturali i contrasti e colori estremamente vivi e brillanti; il merito va anche al processing X-Reality, i cui effetti si notano eccome,
soprattutto nei video. A tal proposito, abbiamo
riprodotto alcuni film e trailer tramite il servizio
Video Unlimited di Sony integrato nel telefono, e
il responso è stato davvero piacevole: colori brillanti, un contrasto notevole e artefatti sostanzialmente invisibili.
Come anticipato, abbiamo usato Z1 Compact per
un paio di settimane inserendolo nella nostra
routine quotidiana. Sotto il profilo hardware,
non abbiamo davvero di che lamentarci: il terminale non solo gestisce senza problemi tutte le
funzionalità del telefono, ma non sembra patire
in alcun modo neppure il multitasking più “feroce”. Musica in streaming da 3G mentre si naviga
con Google Maps, RunKeeper in background e
passaggi rapidi su Chrome per la consultazione
di siti ottimizzati: zero lag avvertibile e fluidità ottima, come da previsione, considerando lo
snapdragon 800.
Spesso i telefoni di profilo medio vanno incontro
a qualche micro-blocco o rallentamento quando
segue a pagina 28 
estratto da dday.it
n.58 / 12 NOVEMBRE 2012
TEST
Sony Xperia Z1 Compact


si passa compulsivamente da un’app all’altra:
qui niente da fare. A parte il processore, contano
molto i 2 GB di RAM. Neanche a sottolinearlo,
l’Adreno 330 offre prestazioni grafiche più che
adeguate ai giochi di ultima generazione: abbiamo scaricato Fifa 14 e Asphalt Airborne ottenendo conferma alle nostre supposizioni; il primo è
fluidissimo, gira ad elevato framerate, il secondo
è velocissimo ed emozionante, davvero eccellente
sotto il profilo delle prestazioni.
Poi c’è tutto il discorso sul software, nel senso
che Sony customizza Android in modo “importante”, sia con l’aggiunta di app ad hoc, sia con
la gestione dell’interfaccia. Diciamo che l’esperienza d’utilizzo è piuttosto differente (nonostante la base sia la stessa) rispetto a quella dell’Android stock dei Nexus o di altri produttori: i
pulsanti sono tutti on screen, non c’è alcun tasto
fisico, il back è a sinistra mentre a destra c’è
quello del multitasking, tenendo premuto home
si attiva Google Now e l’elenco delle app, disposte in senso orizzontale, è preceduta da un menu
laterale che permette di ordinarle nel modo desiderato, cercare, disinstallarle ecc.
Ci si abitua in fretta, anche proveniendo da
un’esperienza abbastanza diversa, e alla fine
l’accesso a tutte le possibilità del telefono è piuttosto rapido. Sony ha personalizzato anche il
contenuto e le tecnologie integrate nel telefono:
per esempio, con Throw è possibile inviare via
wireless contenuti multimediali (audio, video,
foto) dallo smartphone ad altri dispositivi tramite Bluetooth o DLNA, e questo si aggiunge
al supporto per i controller DualShock 3, l’app
torna al sommario
PlayStation Mobile preinstallata, ma anche Album per la gestione delle immagini, Film per i
video e Walkman per la musica, Sony Select per
una selezione di contenuti “top” da scaricare (dal
Play Store o, comunque, dai siti dei produttori),
ma anche Socialife che funge da aggregatore di
news feed, Smart Connect per la connessione
intelligente a svariati accessori, Reader per la
lettura degli ebook (Sony ha recentemente deciso di chiudere il Reader Store, ma ha stretto
una partnership con Kobo), Video Unlimited e
altro ancora.
Come una fotocamera compatta
Rimangono alcune considerazioni sull’autonomia e sulla parte fotografica/video. Per quanto
riguarda il primo punto, Z1 Compact integra
una batteria da 2.300 mAh (lo Z1, invece, ne
ha una da 3.000 mAh) che assicura il classico
giorno abbondante di utilizzo. Un uso intensivo
porta l’autonomia prossima al 10% in serata, ma
nell’utilizzo comune siamo arrivati a sera mediamente al 40-45%, segno che l’autonomia non
è un problema. Molto efficiente, per chi vuole
estendere al massimo la durata della batteria
senza ricorrere a battery pack esterni, è la modalità Stamina di Sony, che disabilita app e funzionalità del telefono quando lo schermo è spento. Il bello è che, oltre a una modalità di base che
disattiva tutto (portando addirittura la stima di
autonomia a 15 giorni), è possibile configurare
il telefono per mantenere attive solo certe app
e funzionalità.
Per quanto concerne gli aspetti fotografici, ci
troviamo di fronte alla medesima situazione di
Z1: sensore Sony Exmor RS da 1/2.3’’ con ben
20,7 Megapixel, lente Sony G F/2.0 con Flash
LED, zoom digitale 8x e un’infinità di opzioni di
scatto, tra cui la modalità burst, HDR anche per
i video, tracking dei soggetti, riconoscimento
scena, Superior Auto, Sweep Panorama e molto altro ancora. Sarà l’interfaccia molto curata,
sarà il pulsante di scatto dedicato, ma qui si è
veramente l’impressione di avere tra le mani
una fotocamera compatta e non un telefono,
zoom ottico ovviamente escluso.
Come detto, le opzioni di scatto sono tantissime:
si parte dal Superior Auto di Sony, che fa tutto
da sè a seconda delle condizioni di scatto, fino
alla modalità totalmente manuale che consente
di regolare di tutto, dalla risoluzione (2 Mp, 3
Mp, 8 Mp 16:9, 8 Mp 4:3, 20,7 Mp), agli ISO
(fino a 800), il tipo di messa a fuoco (singola,
multipla, rilevamento volto, touch e tracciabilità oggetto), la stabilizzazione dell’immagine, il
bilanciamento del bianco, l’esposizione ecc, ma
sono anche disponibili svariati effetti artistici
da applicare sugli scatti, il Timeshift Burst per
la cattura di immagini prima e dopo lo scatto,
panorama e via dicendo.
Le foto diurne, scattate in modalità completamente automatica (quindi a 8 megapixel, i 20
megapixel si attivano solo in modalità manuale)
sono buone: dettaglio notevole, condizionato un
po’ dalla compressione, resa cromatica naturale e contrasti decisi; niente male la modalità
macro, per la quale è agevole l’utilizzo del fuoco touch, mentre come prevedibile la situazione peggiora man mano che ci si allontana dalle
condizioni di scatto ideale. Gli scatti notturni
mantengono una resa cromatica apprezzabile
e buona luminosità, ma non si può negare una
componente rumorosa avvertibile che va a condizionare il dettaglio. Sono pur sempre scatti
migliori della media, comunque. Qui sotto, una
selezione di scatti: quelli in 4:3 sono a 20 mpixel
con regolazioni manuali, quelli in 16:9 sono invece realizzati in modalità Superior Auto (8
mpixel). Selezionandoli è possibile ingrandire le
immagini, altre foto sono disponibili qui.
Perfetto per chi cerca
prestazioni e comodità
Xperia Z1 Compact ha un grande merito: sfatare, in casa Android, il mito secondo cui i telefoni
top di gamma devono avere anche uno schermo
grande. Xperia Z1 Compact ha un dignitoso 4,3’’
come display, è comodo, robusto e lo si porta
ovunque senza problemi. Le prestazioni sono al
top, il display è di qualità nonostante la risoluzione non eccelsa e le personalizzazioni Sony su
Android rendono l’esperienza d’uso piacevole,
il tutto con un’autonomia che, pur non da record, va più che bene per l’uso di tutti i giorni.
Il comparto fotografico è superiore alla media,
pur con qualche limite in condizioni più difficili, e l’assenza della ripresa in 4k non è di sicuro
un problema, per quanto Sony avrebbe potuto tranquillamente attivarla senza modificare
l’hardware. Il prezzo non è per tutti: 499 euro
è una bella spesa, ma se si considera che lo Z1
Compact non è una versione “meno potente” di
Z1, bensì semplicemente più piccola, allora i soli
100 euro di differenza col fratello maggiore sono
più che giustificabili.

segue Da pagina 27 
estratto da dday.it
n.58 / 12 NOVEMBRE 2012
TEST L’LTE non è più un’esclusiva dei modelli di fascia alta e comincia a trovarsi anche sui terminali con costo medio-basso
Smartphone Vodafone Smart 4G, LTE per tutti
Vodafone propone il suo smartphone 4G da 199 euro per fare conoscere la propria rete veloce
di Paolo CENTOFANTI
A
Il debutto italiano di Yulong

Con lo Smart 4G Vodafone porta in Italia un’altra “potenza” cinese, Yulong, presente in patria
con il brand Coolpad. Il prodotto realizzato per
Vodafone (nome in codice Coolpad 8860U) ha
un design se vogliamo un po’ anonimo ma in
realtà restituisce la sensazione di un prodotto
ben costruito, robusto e curato nelle finiture. Il
pannello posteriore in plastica è leggermente
“gommato” agevolando così l’impugnatura dello smartphone. I bordi sono smussati e ben si
raccordano sia con il retro sia con il rivestimento dello schermo. Maneggiando lo smartphone
non si sentono, invece, cedimenti o scricchiolii.
Si tratta di uno smartphone con display da LCD
IPS da 4,5 pollici con risoluzione di 960x540
pixel, quest’ultima unica caratteristica in grado
di fare, forse, davvero storcere un po’ il naso a
livello di specifiche tecniche, visto che per il resto c’è davvero tutto.
Il processore utilizzato, ad esempio, è lo
torna al sommario


nche se l’attenzione (per prima la nostra)
è spesso sui nuovi modelli top di gamma,
quei prodotti che portano sul mercato il
meglio della tecnologia, le caratteristiche che
fino a poco tempo fa erano loro predominio
stanno piano piano ricadendo sui modelli inferiori.
È il caso dell’LTE, che sta cominciando a diventare disponibile anche su terminali dal costo ragionevole come il Vodafone Smart 4G,
smartphone che l’operatore telefonico ha presentato a novembre. Vodafone ha capito che
la prossima frontiera per gli operatori telefonici non sono più i minuti voce o gli SMS, ma
l’utilizzo intensivo del pacchetto dati e il valore
aggiunto di una rete veloce, con una larga fetta di utenti ancora da portare nel mondo degli
smartphone e delle loro potenzialità. Lo Smart
Mini lanciato la scorsa estate andava proprio in
questa direzione e ora Vodafone alza la posta
puntando a far conoscere alla massa anche la
sua nuova rete 4G in LTE.
Questo il senso di questo Smart 4G, smartphone
Android compatibile LTE con un prezzo di listino di 199 euro, non esattamente i 59 euro del
lancio dello Smart Mini, ma comunque un prezzo molto interessante per un telefono 4G e con
specifiche comunque di tutto rispetto, come ci
accingiamo a vedere.
Snapdragon 400 di Qualcomm, lo stesso impiegato sull’HTC One Mini per intenderci, un
rispettabilissimo dual core. La memoria RAM
è da 1 GB, lo storage da 8 GB con espansione via
schede microSD, la fotocamera monta un sensore da 8 Megapixel, c’è il flash, la webcam frontale, NFC, naturalmente l’LTE, Wi-Fi 802.11n e
Bluetooth. La batteria infine ha una capacità di
1880 mAh.
Semplicemente… Android
Per quanto riguarda il sistema operativo,
Vodafone ha optato per una versione relativamente recente di Android, Jelly Bean 4.2.2,
ormai con un anno esatto sulle spalle, ma comunque sufficientemente al passo con i tempi
per un terminale di fascia media. La buona notizia è che, come per il precedente Smart Mini,
anche in questo caso Vodafone ha deciso di non
customizzare in alcun modo l’esperienza d’uso,
lasciando l’interfaccia originale di Android essenzialmente intatta.
segue a pagina 30 
estratto da dday.it
n.58 / 12 NOVEMBRE 2012
TEST
Vodafone Smart 4G
C’è una suite di app Vodafone per i suoi vari
servizi, raccolte in un’apposita cartella e che
possono volendo essere completamente disinstallate. In più troviamo un file manager e un
tool per il root del telefono con un solo click,
oltre ad alcune app di terze parti come la torcia, eBay, X-office e una funzione specchio che
sfrutta la webcam frontale. Oltre alle varie app
classiche di Google, troviamo già installate sul
dispositivo anche Google Earth e Currents.
Un’onesta alternativa
integrato offre, invece, un suono piuttosto pulito (anche con la riproduzione di musica!) anche
se il volume non è esagerato, anche se sufficiente per sentire quasi sempre la suoneria.
Conclusioni
In definitiva lo Smart 4G è un prodotto interessante, con prestazioni che fino a poco tempo fa
erano impensabili per questa fascia di prezzo.
Lo smartphone è completo, con alcuni compromessi (il display, la fotocamera) rispetto ad altri
modelli più blasonati, dettati proprio dalla necessità di offrire l’LTE a un prezzo contenuto.
La scelta del SoC Qualcomm fa sì che lo Smart
4G sia costruito su una base solida e performante, così come l’interfaccia senza particolari personalizzazioni garantisce un’esperienza
d’uso fluida e come Google l’ha pensata.
Se il 4G non interessa, però, allo stesso prezzo
c’è la soluzione di Motorola, il Moto G, che può
contare su un display migliore.
Lo smartphone Vodafone Smart 4G ha fotocamera con sensore da 8 Megapixel e la possibilità di registrare video a 720p. In
entrambi i casi i risultati sono sufficienti ma non eccellenti. Per vedere qualche scatto, clicca sulle foto qui sopra a destra.


Diciamocelo: quando ci viene proposto un qualsiasi prodotto realizzato da un marchio cinese
mai sentito, i pregiudizi ci portano a non rimanere molto impressionati. E invece lo Smart
4G di Vodafone si è rivelato essere un prodotto tutto sommato onesto. Rispetto a tanti altri
smartphone di fascia bassa, si tratta di un dispositivo in grado di restituire una buona sensazione di fluidità e velocità. Il display è forse
l’aspetto più criticabile, non tanto per la risoluzione che è comunque accettabile su questa dimensione di schermo, quanto per l’angolo di visione non molto ampio e colori un filo slavati.
A parità di prezzo, ha fatto meglio Motorola
con il Moto G da questo punto di vista, ma rinunciando all’LTE. In sostanza a questo prezzo
probabilmente non si riusciva a fare di più. In
ogni caso quello che soddisfa maggiormente è
proprio la reattività, il caricamento sufficientemente veloce e la fluidità del browser (sia quello
base di Android che Chrome), il passaggio abbastanza rapido da un’app all’altra, insomma la
sensazione di non aver in mano una “carriola”.
Sul versante, invece, degli inevitabili compro-
messi dovuti al prezzo basso
va segnalata la fotocamera
che, nonostante gli 8 Megapixel del sensore, è sufficiente ma nulla di più. Quando la
luce non manca si riescono a
ottenere scatti con un buon
dettaglio e un corretto equilibrio cromatico, ma basta un
poco di luminosità in meno
(negli interni, ad esempio, o
con il brutto tempo) e la definizione cala sensibilmente.
Inoltre, l’interfaccia base di
Android, oltre a non essere
esattamente il massimo dell’intuitività, non è nemmeno molto ricca sul fronte delle impostazioni,
mentre la regolazione dell’esposizione effettiva
in qualche modo differisce anche di molto da
quanto si vede sul display. In modalità video,
la ripresa si ferma a una risoluzione di 720p e
non è nulla di memorabile. Nel complesso però,
finché si tratta di condividere foto sui social
network o qualche scatto divertente, la fotocamera dello Smart 4G fa quello che deve.
Per quanto riguarda la batteria da 1880 mAh,
nel caso di uso intensivo e con reti 4G ci fa arrivare comunque fino a sera prima di dover ricaricare il telefono. C’è comunque un’opzione di
risparmio energetico che ci consente di sfruttare al massimo la carica a disposizione, con possibilità di attivare l’opzione automaticamente
quando si raggiunge la soglia del 20%.
La qualità delle chiamate è discreta, anche se il
suono dal nostro capo della linea tende a essere
un po’ cupo, mentre i destinatari hanno sempre
riportato una qualità discreta. L’altoparlante
torna al sommario
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segue Da pagina 29 
estratto da dday.it
n.58 / 12 NOVEMBRE 2012
TEST Questo dispositivo di Hisense è da considerare se si vuole passare al Dual SIM o si è alla ricerca del primo smartphone
Hisense HS-U970, l’Android da 5’’ low-cost
HS-U970 di Hisense è uno smartphone da 5’’ con processore quad core e Dual SIM a 199 euro di listino
elenca le caratteristiche in modo puntuale: display da 5’’ IPS qHD (960x540 pixel), batteria da
2.000 mAh e Android 4.2.1 in versione stock sono
le specifiche di base. Approfondendo il discorso,
si scopre che il dispositivo monta un processore MediaTek MT6589M quad core che opera a
1.2 GHz con 1 GB di RAM e GPU PowerVR SGX
544MP, ci sono 4 GB di memoria di storage e la
fotocamera principale è da 8 MP, con l’aggiunta
di una frontale da 0,3 MP e del flash LED.
Morale: HS-U970 è un telefono pensato per chi
ha bisogno di sfruttare appieno il Dual SIM e pretende un display ampio, vuole gestire le proprie
“faccende di ogni giorno” (Internet, mail, musica,
qualche video, ecc.) con rapidità ma non ha pretese di potenza assoluta, pretese che si possono
manifestare in un multitasking massiccio, nell’LTE o in giochi dall’elevato potenziale grafico.
Piacevole in un terminale di base la presenza del
processore quad core e di 1 GB di RAM (altri di
fascia analoga hanno 512 MB).
Da fuori: semplice ma piacevole
Diamogli un’occhiata da fuori: il telefono è ampio, un 5’’ abbastanza massiccio ma che si porta
in giro e si impugna senza difficoltà. La natura
economica del telefono è avvertibile nei materiali
impiegati, ma in realtà osservandolo bene si nota
una buona cura nelle finiture e, soprattutto, un
peso contenuto: il telefono, testato nella varian-
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l mercato non è fatto solo di telefoni top di
gamma, le cui prestazioni eccellenti sono
pressoché scontate. C’è una fetta cospicua di
utenti che non guarda tanto le prestazioni quanto la convenienza, cerca un terminale che duri
nel tempo, sia comodo, versatile e costi (relativamente) poco. In questo terreno non si gioca
sulla caratteristica tecnica hi-end, sugli fps dei
giochi di ultima generazione o sulla perfezione
dello scatto fotografico, quanto piuttosto sull’ottimizzazione del rapporto qualità/prezzo:
ed è a questo che punta Hisense HS-U970, un
prodotto pensato appositamente per chi vuole
entrare nel mondo smartphone con un modello
low-cost ma capace di assicurare la versatilità di
Android. Ed è in questa chiave che imposteremo il test: non su “come si pone nei confronti di
un top di gamma”, il cui rapporto non potrebbe
che essere perdente, ma su “ne vale la pena per
quello che costa?”, che poi all fin fine è ciò che
conta davvero.
Il punto di partenza è la natura Dual SIM, che lo
differenzia da parte dell’offerta presente sul mercato: Hisense HS-U970 è indicato a chi vuole separare due ambiti di utilizzo, tipicamente quello
personale e quello lavorativo; è possibile ricevere
su entrambe le SIM, attivarle/disattivarle singolarmente e “al volo” e gestire in modo puntuale la
SIM primaria, associando ad esempio il traffico
dati a una delle due e le telefonate e gli SMS all’altra. Questo, a prescindere dalla valutazione sulla
potenza del terminale, è un aspetto da tenere in
considerazione. Sotto il profilo hardware, siamo
di fronte a un terminale Android di fascia entry/
media con processore quad core, il tutto giustificato dal prezzo di listino di 199 euro (ma sul
mercato si troverà senz’altro a meno). Sia sul sito
ufficiale sia sulla confezione di vendita, Hisense
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I
di Emanuele VILLA
torna al sommario
te con chassis bianco, fa bella figura, è sottile e i
bordi del display sono sottili.
Sollevando la cover si nota la batteria da 2.000
mAh, responsabile di buona parte del peso dell’apparecchio, oltre ai classici slot per le due
SIM e quello per la micro SD (molto importante, considerando che la dotazione di soli 4 GB di
memoria quasi ne impone l’utilizzo); la dotazione
di tasti è quella tipica, con i soli pulsanti di accensione/spegnimento e il bilanciere del volume sui
lati e i tre tasti a sfioramento sotto il display per la
gestione di tutte le attività del telefono.
segue a pagina 32 
estratto da dday.it
n.58 / 12 NOVEMBRE 2012
TEST
segue Da pagina 31 
HS-U970 durante l’uso
quotidiano
Buona autonomia, foto così così
Anche in questi ambiti abbiamo ottenuto risultati in linea con le aspettative: Hisense non riporta una stima di autonomia, ma sulla base delle
nostre rilevazioni la tipica giornata di utilizzo ci
sta senza problemi. C’entra la batteria da 2.000
mAh: la consueta “giornata di utilizzo” risulta
così abbondante anche navigando con frequenza
su 3G, scaricando mail, inviando Tweet, concendendoci qualche partita e usandolo come navigatore con Google Maps. In questo scenario, alle
18.30 eravamo al 40% di batteria, un dato positivo considerando che l’utilizzo comune sarà meno
assiduo.
Nella norma, ma sicuramente migliorabile, il
La fotocamera dello smartphone HS-U970 è dotata di sensore da 8 MP, molte opzioni di scatto e Flash
LED incorporato. Clicca sulle foto qui sopra a destra per vedere l’originale.
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Durante la nostra settimana con HS-U970, l’abbiamo inserito nella routine di tutti i giorni per
valutarne l’esperienza d’uso: abbiamo usato le
funzionalità Dual SIM, la gestione della mail,
navigazione web, musica, video e qualche partita
nei momenti di relax.
Delle prime si è detto in apertura, aggiungiamo
solo che la qualità audio in ricezione è apprezzabile, mentre per quanto riguarda tutto il resto
partiamo dal display, che come annunciato è un
qHD da 960x540 IPS: rispetto ai display più pregiati e costosi, si notano dei limiti in termini di
angolo di visione (spostandosi dal punto ottimale, la resa cromatica ne risente) e resa cromatica
non molto brillante, mentre quello che pensavamo essere il limite principale, ovvero la definizione, in realtà è molto meno problematico del
previsto.
Certo, le ampie dimensioni del display avrebbero
richiesto un HD per un impatto grafico notevole,
ma parlando di operazioni quotidiane e leggibilità dei testi, il problema non si pone. Piuttosto,
resta quello dei siti web non ottimizzati per la
riproduzione mobile, per i quali con questa definizione di display è spesso necessario l’uso dello
zoom. Dato positivo, lo schermo è molto luminoso, e questo favorisce la leggibilità outdoor.
A livello di reattività generale, sensibilità del
touch, passaggi tra i menù, accesso alle opzioni,
movimenti tra le varie pagine, accesso al multitasking, ovvero in una sola espressione alla “esperienza d’uso”, il responso è positivo. L’interfaccia
è molto fluida e nella routine quotidiana non
abbiamo riscontrato limiti particolari, momenti
di stallo, rallentamenti importanti o blocchi improvvisi: la fluidità è sempre stata notevole.
Per quanto riguarda la navigazione web, il
rendering delle pagine col browser di default è
molto rapido e con una lag iniziale davvero minima. Pur sapendo che HS-U970 non è nato per le
massime prestazioni, abbiamo comunque voluto
testare il telefono di fronte a un multitasking abbastanza impegnativo: streaming musicale di sottofondo e allenamento con Runkeeper, alternato
a navigazione web classica tramite il browser e
scaricamento di file da PlayStore. Nessun problema: il browser non ha mostrato scatti o tentennamenti ulteriori rispetto al caso standard, forse
qualche microscatto in più ma niente di rilevante
neppure per l’appassionato (cui peraltro questo
telefono non è indirizzato). Pensiamo possa contare molto il GB di RAM a bordo: poca cosa rispetto ai modelli superiori, ma non scontato nella
fascia Android da 100 a 200 euro di listino.
Come prestazioni grafiche siamo su un livello
superiore, il che rende HS-U970 adatto a giochi
3D anche abbastanza onerosi: il limite, piuttosto,
è quello dei 4 GB di storage, sui quali (chiaramente) non si può installare di tutto. Abbiamo
quindi scaricato alcuni giochi recenti, tra cui
F18 Carrier Landing e una suite dedicata alle
Olimpiadi Invernali, ottenendo conferma di ciò:
il gioco è fluido, gli FPS non sono tantissimi ma
giocare è sempre stato piacevole.
torna al sommario
comparto fotografico: HS-U970 offre un sensore
da 8 Megapixel con un’infinità di opzioni di scatto
(bilanciamento del bianco, ISO 100/1600, esposizione, HDR, raffica, nitidezza, contrasto, rilevamento del volto, ecc.) e flash LED incorporato;
mantenendo l’impostazione automatica in tutto
e per tutto, i risultati sono più che accettabili in
condizioni ideali di scatto e con molta luce, ma
la qualità cala sensibilmente non appena si passa
al buio o, comunque, in condizioni di luminosità
attenuata.
Un punto di partenza
interessante
La prova ha confermato le prime impressioni,
pur offrendo qualche spunto di approfondimento: HS-U970 nasce per chi vuole un Dual SIM
grande, conveniente e con cui soddisfare le proprie esigenze quotidiane. Per questi scopi va bene
e il rapporto qualità/prezzo è favorevole: nessun
problema evidente, ha un design piacevole, un
peso contenuto, il processore quad core, autonomia giusta e una reattività adeguata alle attività
di tutti i giorni, anche quelle che richiedono l’uso
assiduo di più applicazioni.
Peraltro, bisogna anche dire che HS-U970 non
è pensato per assicurare prestazioni di livello
assoluto e qualche limite è da mettere in conto: dal canto nostro miglioreremo il display e
aumenteremo lo storage; se si riuscisse, a quel
punto, a mantenere inalterato il prezzo avremo un prodotto di riferimento, ma anche così
HS-U970 può far sentire la sua voce, considerando tra l’altro che si troverà a meno dei 199
euro di listino. Per entrare nel mondo degli
smartphone, o per passare a un Dual SIM, è
un’ipotesi da prendere in considerazione.
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Hisense HS-U970
estratto da dday.it
n.58 / 12 NOVEMBRE 2012
TEST Il prezzo di 349 euro dell’EV3 è in linea con le caratteristiche del prodotto, la sua versatilità e le tecnologie proposte
La prova completa di Lego Mindstorms EV3
Un gioco appassionante che piace ai grandi
600 pezzi tra mattoncini, ingranaggi, sensori e motori per creare robot e dispositivi programmabili
Lego trasforma la programmazione in un gioco che crea dipendenza, adatto a grandi e piccoli
di Roberto PEZZALI
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Il principio di EV3: core ARM
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Il cuore di EV3 è il brick, una scatola che contiene
il processore ARM 9 a 300 Mhz sul quale è caricato il sistema operativo Linux, supportato da 16
MB di memoria flash e 64 MB di RAM per caricare i programmi da eseguire. Il brick è un piccolo
computer (con tanto di firmware da tenere sempre aggiornato) che gestisce 4 ingressi e 4 uscite: gli ingressi sono ovviamente porte di input,
ovvero segnali che arrivano dai sensori presenti,
le uscite sono invece porte dalle quali vengono
inviati i comandi ai pezzi che fanno fisicamente
qualcosa, come i motori. Il sistema di programmazione è semplicissimo: all’azione raccolta dai
torna al sommario
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uando abbiamo visto EV3 all’IFA di
Berlino, il nostro primo pensiero è stato:
“Dobbiamo provarlo!”. EV3 è l’ultimo
nato in casa Lego Mindstorms, la serie tecnologica di Lego che piace forse più ai grandi che ai
piccini. Mindstorms EV3 è più di un gioco, è una
sorta di laboratorio tecnologico che unisce alla
creatività della costruzione la possibilità di imparare le basi della programmazione per sviluppare
progetti che richiederebbero conoscenze di robotica e automazione.
Mindstorms EV3 è la classica scatola Lego: all’interno troviamo circa 600 pezzi tra mattoncini, ingranaggi, pulegge, cavi, sensori e motori.
Lo stile è quello del Lego Technics, al quale però
sono stati aggiunti gli ingredienti speciali che
danno vita alla nostra creazione. Con la scatola
è possibile realizzare tantissimi diversi progetti:
un tutorial, cinque robot creati da Lego e una serie di progetti realizzati dai migliori builder della
community, i “bonus model”. Quelli forniti da
Lego sono ovviamente progetti da copiare, richiedono dall’ora alle tre ore ma sono solo l’inizio: il
bello è creare qualcosa di nuovo per poi condividerlo nelle migliaia di community di appassionati di Mindstorms. Costruire un robot da zero
richiede tempo, pazienza, un po’ di esperienza
e tanti tentativi in fase di programmazione: ci
perdonerete se abbiamo realizzato solo i modelli
base, provando poi a modificare il comportamento, senza investire giorni nella realizzazione del
Cylone personale di DDAY.it.
sensori corrisponde una reazione, con il “cuore”
che gestisce tutti questi segnali basandosi sul
programma che abbiamo creato e che abbiamo
caricato a bordo. Nella sua ultima versione, EV3
può essere collegato tramite Bluetooth allo smartphone, dove una applicazione (iOS e Android)
permette di controllare i cinque robot che si possono costruire seguendo le istruzioni di Lego. La
presenza di una porta USB permette inoltre l’aggancio di una chiavetta Wi-Fi, mentre la porta
MicroSD è utile per caricare ulteriori programmi.
La programmazione del brick è fatta tramite software da PC, utilizzando la presa USB.
Telecomando, smartphone
e software
Per la versione EV3 di Mindstorms, Lego ha
sfruttato ampiamente le possibilità offerte da
iPad, iPhone e da Android: la documentazione
per la creazione dei progetti, infatti, è integrata nell’applicazione per tablet, che permette di
visualizzare in 3D le fasi della creazione. L’applicazione è ben fatta, ma da vecchi nostalgici
della carta preferiamo le vecchie istruzioni 2D
disponibili su PDF, più immediate e chiare. Lo
smartphone serve anche per controllare i cinque
robot base Mindstorm, ognuno dei quali ha una
caratteristica unica: Spik3r, il ragno, e R3ptar,
il serpente, sono sicuramente i più affascinanti.
Tramite l’applicazione per smartphone si gestisce il movimento del robot e la sua abilità primaria: il morso nel caso del serpente, oppure il
lancio di una pallina rossa dal pungiglione dello
scorpione.
L’alternativa è il telecomando IR, un po’ più complicato da usare. Infine, ed è la scelta che caldeggiamo, c’è la programmazione: il robot diventa
autonomo, reagisce agli stimoli che arrivano dai
sensori e si comporta esattamente come abbiamo
previsto.
segue a pagina 34 
estratto da dday.it
n.58 / 12 NOVEMBRE 2012
TEST
Lego Mindstorms EV3
segue Da pagina 33 
La programmazione
con LabVIEW
Il progetto tutorial
Il progetto tutorial è la scelta più semplice per
iniziare a usare Mindstorms: è semplice da realizzare e aiuta a capire il principio di programmazione. In ogni caso non è necessario costruire
qualcosa: si può collegare al brick un motore e
un sensore per capire in che modo ad azione corrisponda la reazione.
Solo con questo approccio si capisce davvero la
sostanza di Mindstorms: una piattaforma di robotica che permette di automatizzare costruzioni Lego e creare progetti non necessariamente
legati al gioco. La visione che si può avere inizialmente, fatta di robot, veicoli e giochi, è riduttiva rispetto a ciò che Mindstorms può fare.
Nella confezione base, oltre al brick, l’utente può
sfruttare due motori grandi, uno piccolo, un sensore touch, un sensore IR e un sensore colori:
come extra sono disponibili molti altri sensori
Un incredibile e appassionante
gioco da grandi
Mindstorms EV3 è un gioco educativo da affrontare a molteplici livelli: è divertente costruire
macchine e robot, ma è ancor più appassionante
provare a programmarlo e modificare i programmi di base per alterarne il funzionamento.
EV3 è un gioco praticamente infinito, per grandi
e per piccoli: grazie alla community di appassionati e sviluppatori è possibile trovare sul Web
progetti nuovi e innovativi da realizzare, come
ad esempio il risolutore del cubo di Rubik che si
può costruire seguendo questo progetto (http://
mindcuber.com/mindcub3r/mindcub3r.html)
sfruttando i pezzi base dell’EV3 Mindstorms Kit.
L’unico difetto è nella confezione: è un prodotto bello, curato, robusto, ma una volta aperti i
tipici sacchettini Lego si corre il rischio di perdere i pezzi. Lego avrebbe dovuto prevedere un
organizer di qualche tipo. Il prezzo, 349 euro,
non è affatto elevato se si considera il costo delle
soluzioni Lego e il prezzo dei componenti “intelligenti” inclusi.
Alcuni dettagli di Lego Mindstorms EV3, con cui è possibile realizzare un tutorial, cinque robot suggeriti da Lego e i cosiddetti “bonus model”, progetti realizzati
dai migliori “costruttori” della community.
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Programmare EV3 Mindstorms non è facile e
non è neppure un gioco: fosse stato facile, EV3
avrebbe stancato dopo pochi giorni, invece con
il tool a disposizione le possibilità sono davvero infinite e permettono di passare da una programmazione di base a una più evoluta.
Il software, da installare sul proprio computer,
è una versione personalizzata di LabVIEW: non
è un programma particolarmente intuitivo, ma
per ogni robot si può seguire la programmazione
passo-passo che aiuta molto a capire le logiche
del sistema. La cosa bella è che non serve scrivere nessuna riga di codice, ma è chiaro che una
piccola base di programmazione aiuta: se si vuole fare un progetto un po’ più evoluto si devono
considerare costanti, variabili, array, operatori
booleani, cicli e altre funzioni logiche alla base
di ogni linguaggio di programmazione.
L’obiettivo di EV3, d’altra parte, è educare alla
programmazione giocando e per farlo utilizza
piccoli blocchetti da assemblare, ognuno dei
quali ha una sua funzione e un suo comportamento. La logica di programmazione ricalca
quella della costruzione: un programma ha un
inizio e una fine, e in mezzo ai due capi può suc-
cedere di tutto, dalle pause alla riproduzione di
suoni al loop continuo fino a quando non si verifica una determinata circostanza.
EV3 è un progetto “open”, il codice sorgente del
brick è su Github e lo si può anche scaricare senza essere in possesso del Mindstorms: una cosa
che consigliamo di fare, almeno per capire il livello di complessità del gioco e la vastità di operazioni che si possono porre in essere.
torna al sommario
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come il giroscopio, il sensore ultrasonico, la bussola e la coppia trasmettitore/ricevitore IR, e per
chi ha bisogno di più ingressi o uscite si possono
collegare altri brick in cascata in una modalità
denominata “Daisy Chain”.
estratto da dday.it
n.58 / 12 NOVEMBRE 2012
TEST È alto 11 cm, all’incirca come un tradizionale amplificatore stereo e meno dei modelli della serie 75 di Yamaha
Yamaha RX-S600, l’ampli slim che non delude
Calano le dimensioni ma non le prestazioni: è quello che promette Yamaha con questo amplificatore 5.1
Versatilità più che sufficiente
Le dimensioni ridotte non hanno portato nessuna rinuncia in tema di connessioni; ci sono, infatti, ingressi di ogni tipo che vanno ben oltre le
normali esigenze. I fondamentali sono le cinque
prese HDMI, una delle quali predisposta per la
funzione MHL e che sarebbe stata più utile sul
pannello frontale. Oltre a queste, troviamo ingressi digitali ottici e coassiali e una manciata
di ingressi analogici audio/video per garantire
la compatibilità con le sorgenti più datate. Poi
troviamo la presa di rete e una presa per inserire
gli eventuali adattatori opzionali per Wi-fi e Bluetooth. Da notare che non ci sono processori video
interni, ma in compenso è possibile far transitare
eventuali contenuti 4K.
Sul pannello frontale, poi, troviamo una presa
USB per chiavette di memoria e dispositivi Apple
(anche con funzione di ricarica) oltre a un ingresso audio/video per qualsiasi sorgente. La compatibilità di formati audio da dispositivi esterni è
più che sufficiente: vengono riprodotti file FLAC,
WAV fino a 192 kHz, MP3, AAC e WMA. Di buona qualità i morsetti per i diffusori, predisposti
anche per connettori a banana.
Costruzione sempre accurata
anche in meno spazio
Le ridotte dimensioni dell’amplificatore potevano far temere il caos all’interno dell’apparecchio;
invece, nulla di tutto questo. La cura dimagrante
ha fatto realizzare una circuitazione molto pulita
e senza compromessi. Spicca il generoso trasformatore che si unisce a una coppia di condensatori
da 8.200 uF che fanno buon servizio alla potenza
dichiarata su due canali; per i canali centrale e
Surround ci sono altre sezioni di alimentazione
nascoste sotto la scheda audio; infine, i finali di
potenza sono dei classici Toshiba fissati su un generoso dissipatore di calore.
La scheda audio è praticamente la stessa di tutti i modelli Yamaha di fascia bassa e media, con
processore DSP Texas e doppio convertitore audio digitale/analogico: per i canali stereo fronsegue a pagina 36 
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torna al sommario
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G
di Roberto FAGGIANO
li amplificatori Home Theater negli ultimi
anni hanno avuto prezzi sempre più piccoli e interessanti, ma le loro dimensioni
sono sempre rimaste molto ingombranti, specie in altezza. Tra le poche eccezioni disponibili
tocca ora a Yamaha con questo sintoamplificatore 5.1. L’RX-S600 (549 euro) è, infatti, alto
“solamente” 11 cm, cioè più o meno come un
tradizionale amplificatore stereo e molto meno
degli altri modelli della serie 75 della stessa Yamaha. Ci sono rinunce? Diremmo di no,
perché i cinque canali disponibili sono quelli
utilizzati dalla stragrande maggioranza degli
utenti dei sistemi Home Theater. Nemmeno la
potenza è scarsa, i 55 watt per canale dichiarati
(8 ohm, 0,009% THD) sono più che sufficienti
per sonorizzare un locale di medie dimensioni.
Le altre funzioni sono le stesse dei modelli di
fascia media della serie 75, soprattutto ci sono
tutte le simulazioni DSP per le quali è giustamente famoso il marchio. Poi c’è l’Airplay, la
riproduzione DLNA, l’ingresso MHL, compatibilità Flac fino a 192 kHz, la radio FM e tanta
versatilità negli ingressi. Come da tradizione
Yamaha ci sono i quattro tasti Scene, che permettono di impostare ogni condizione di ascolto per le sorgenti utilizzate più di frequente, in
modo da non dover cambiare ogni volta i parametri di ascolto preferiti. C’è anche la possibilità di destinare le uscite amplificate dei canali
Surround a una seconda zona d’ascolto, ma
così sarà impossibile formare un sistema 5.1.
Il telecomando in dotazione è piuttosto carico
di tasti di ogni tipo, divisi per zone funzionali
e con la possibilità di impostare i comandi per
altri apparecchi. Tuttavia riteniamo molto meglio usare l’ottima app dedicata per dispositivi
Apple e Android; mancano, invece, la connessione Wi-Fi e il Bluetooth che alcuni concorrenti offrono di serie.
estratto da dday.it
n.58 / 12 NOVEMBRE 2012
TEST
Yamaha RX-S600
segue Da pagina 35 
tali c’è un attempato Burr Brown PCM 5101 che
fornisce comunque ottime prestazioni mentre i
canali Surround sono affidati a un Burr Brown
PCM 1681 multicanale. La filatura non è a livelli
preoccupanti e anzi più ridotta rispetto agli altri
modelli Yamaha di dimensioni normali.
Prestazioni garantite
anche per gli audiofili
La messa in opera dell’S600 deve partire dalla
funzione di misurazione automatica YPAO tramite microfono, essenziale per calibrare su mi-
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L’applicazione predisposta per il controllo a distanza da smartphone o tablet si conferma come
una delle migliori, se non la migliore, nel settore. Non solo vengono replicate tutte le funzioni
del telecomando ma se ne offrono molte di più.
Si parte dalla bella grafica per rappresentare le
sorgenti e le opzioni DSP, si continua con la riproduzione musicale dal proprio dispositivo o da
un server; si può perfino impostare direttamente
la frequenza radio FM oltre a richiamare le stazioni memorizzate. Non manca l’esplorazione
delle migliaia di radio web con vTuner e l’accesso
a servizi di streaming musicale, quest’ultimo appena aggiornato con l’aggiunta di Spotify.
Molto utile la funzione che permette di vedere
l’elenco completo della musica archiviata su una
chiavetta USB, in modo da non essere costretti
a procedere in modo sequenziale. L’amplificatore è, inoltre, certificato DLNA, e con la musica archiviata su NAS o PC vengono visualizzate
anche le copertine dei dischi. Da notare che da
ogni schermata si ha sempre disponibile la variazione del volume ed è molto semplice ritornare
subito alle schermate per scegliere la sorgente
e l’elaborazione DSP. Per chi possiede un tablet
c’è una specifica versione, con una grafica ancora
migliore.
torna al sommario
sura i parametri della stanza. Il tutto poi è controllabile dalla schermata del menù, in modo da
poter modificare eventualmente qualche parametro (ma dubitiamo possa accadere). Poi si può
subito iniziare a usare con piena soddisfazione
questo amplificatore.
Le opzioni Cinema DSP disponibili sono 17, delle
quali 9 per i film e 8 per la musica, che vanno ad
aggiungersi alla semplice decodifica Dolby e dts
in tutte le loro varianti; c’è anche una posizione
per l’ascolto Surround virtuale in cuffia. Ricordiamo ai lettori più giovani che le elaborazioni DSP
Yamaha non sono costruite teoricamente ma rispondono esattamente ai parametri misurati sul
campo dai tecnici Yamaha. Quando impostiamo
Hall in Vienna, l’elaborazione DSP trasforma
la nostra stanza nella famosa Musikverein di
Vienna, la sala dove si svolge il tradizionale concerto di Capodanno; lo stesso vale per le altre elaborazioni per musica e film. Se l’effetto risultasse eccessivo, basta premere il tasto Straight per
avere la semplice decodifica della colonna sonora
senza ulteriori elaborazioni.
La prima domanda di un appassionato non solo
di Home Theater ma anche di musica è sempre
quella: va bene anche per ascoltare musica stereo? Yamaha, quindi, ha pensato molto a questo
aspetto inserendo il tasto Direct che taglia ogni
elemento “impuro” dai circuiti durante la riproduzione stereo, come per esempio ogni intervento DSP, facendo transitare il segnale indenne da
ogni contaminazione verso i finali di potenza;
inoltre vengono ridotte al minimo le informazioni del display. Per l’ascolto di musica compressa MP3 si può inserire
il Compressed Music
Enhancer che restituisce corpo alla musica
con campionamento
inferiore ai 48 kHz.
Questo nuovo Yamaha
non ci ha sorpreso nelle prestazioni Home
Theater, dove la riproduzione rimane tra le
migliori in assoluto in
questa fascia di prez-
zo. Gli interventi DSP rimangono impeccabili e
le diverse situazioni impostabili sono sempre un
vantaggio esclusivo rispetto ai concorrenti. Non
serve nemmeno scendere nei dettagli perché
dovremmo solo ripetere lodi ai diversi parametri della resa sonora multicanale. Forse alcune
situazioni vengono forzate per dare maggiore
spettacolarità e coinvolgimento, ma senza superare il decoro o esagerare con gli effettacci fini a
se stessi (ma spesso è colpa dei film più che degli
apparecchi). La potenza ridotta non ci è parsa un
problema se non si pretende di sonorizzare un
salone da 100 mq. Ma dove l’RX-S600 stupisce
è nella riproduzione stereo nella modalità Direct,
laddove i fratelli più grandi lasciavano qualche
dubbio, qualche eccesso in gamma acuta, quella
sensazione di non essere al meglio rispetto ai colleghi stereo puri. Ebbene, qui la sensazione è più
vicina alle prestazioni dei migliori della categoria
a due canali, con ottima tridimensionalità, dettaglio preciso ma senza eccessi, dinamica degna di
maggior potenza e una gamma medio-bassa profonda e controllata. Eccellente la riproduzione di
musica Flac a 192 kHz.
Considerato che la scheda DSP e conversione
audio non è cambiata, dobbiamo ritenere che le
differenze rispetto agli altri Yamaha vengano dall’amplificatore, che è in effetti un progetto realizzato su misura per questo modello. Quindi anche
chi desidera ascoltare buona musica su due canali senza alcun effetto può stare tranquillo. Un
fattore che aggiunge ulteriore forza a un rapporto
qualità/prezzo che si può considerare ottimo per
questo “piccolo” Yamaha.
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Un’app davvero completa
e ben fatta
estratto da dday.it
n.85 / 3 MARZO 2014
PEOPLE & MARKET È scomparso all’età di 74 anni Carlo Alberto Lasagna, direttore generale e anima dell’insegna Expert
I protagonisti del mercato ricordano Lasagna
Il cordoglio degli operatori testimonia una persona di rara umanità, oltre che serio professionista
po’ surreale in certi momenti, ma
solo perché era capace di vedere
‘oltre’, di delineare il futuro più in
là dei nostri parametri; ma il tutto senza perdere il realismo che si
richiede agli uomini di business e
mantenendo sempre la schiettezza
di stigmatizzare persone e comportamenti che non facevano il
bene del nostro mercato: in pochi
ne sono capaci. Una persona nobile, schietta e bonaria, ma al tempo
stesso determinata, che ci mancherà molto ma che resterà per
sempre viva nel nostro ricordo.”
M
Tutti gli operatori si sono stretti in
cordoglio attorno ai familiari per
questa importante perdita. DDAY.
it ha voluto raccogliere dai principali protagonisti del mercato che
l’hanno conosciuto e stimato, un
ricordo personale di Carlo Alberto,
una persona, prima ancora che un
professionista, di rara umanità e
che lascerà un grave vuoto tra gli

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artedì 25 febbraio è deceduto Carlo Alberto Lasagna, da quindici anni
direttore generale di Expert Italia
e sin dai primissimi anni ’80 un
vero protagonista del mercato dell’elettronica di consumo. Semplicemente Carlo Alberto per quelli a
lui più vicini, il dott. Lasagna per
tutti. Lasagna, classe 1940, nato a
Mantova, sposato e con una figlia,
laurea in Scienze Politiche, ha avuto importanti esperienze professionali in Brionvega e in Kodak, prima
di passare nei primissimi anni ’80
alla guida di Sanyo Italiana, dove
si è reso protagonista del successo
del VHS in Italia.
Dal 1999 si è dedicato anima e corpo al rilancio dell’insegna Expert,
che usciva da anni di “appannamento”, creando attorno al celebre
marchio una coesione incredibile e
guidandolo in tutti questi anni in
una crescita inarrestabile. E proprio in questo ruolo ha prodotto la
sua massima energia ed entusiasmo, riuscendo a condurre Expert,
insieme a tutti i soci, fino ai vertici del mercato. Oggi Expert Italia
rappresenta la seconda insegna per
volume d’affari nel nostro Paese e
la seconda in Europa tra le catene
Expert, dopo la Germania: buona
parte del merito è da ricondurre
proprio all’azione di Carlo Alberto
Lasagna. E proprio l’energia, l’entusiasmo e la forza di coesione, nei
gruppi spesso merce rara, sono e
saranno ricordati come i suoi tratti
unici e distintivi.
torna al sommario
operatori, come si evince chiaramente dai contributi sinceri che
abbiamo raccolto. Ne diamo pubblicazione, nell’unico ordine possibile in questi frangenti, quello
alfabetico (unica eccezione il contributo di Roberto Omati, braccio
destro di Carlo Alberto, che ha
chiesto di essere pubblicato per
primo) e omettendo – per nostra
scelta – le aziende di appartenenza: il percorso professionale di
Carlo Alberto Lasagna si interseca
in maniera indissolubile con quello
personale. E l’amicizia e la partecipazione umana non hanno marchi
né insegne.
Pierluigi Bernasconi
“Tanti anni fa lui era il capo di
Sanyo, io il direttore vendite di
Hitachi: dai clienti lo trovavo sempre davanti a me, mi dava filo da
torcere. Quando ho fondato Media
World, da concorrente è diventato
un fornitore e generosamente mi
ha dato una mano. Poi, quando
anche lui è passato dalla parte del
retail, mi ha spinto a rappresentare la categoria con il mio impegno
in AIRES, sempre prodigo di elogi
e, quando necessario, di richiami
ai miei doveri.
Carlo Alberto poteva sembrare un
Alessandro Butali
“La mia amicizia con Carlo Alberto
è iniziata quasi trent’anni fa, fin dai
tempi della Sanyo negli anni ‘80 ho
sempre apprezzato in lui la capacità di coniugare i rapporti di lavoro
a volte difficoltosi con un senso di
umanità ineguagliabile che lo ha
sempre reso un manager ammirevole e benvoluto da tutti. Porgo le
mie più sentite condoglianze anche
a nome del gruppo Euronics.”
Yves Di Benedetto
“Ho avuto l’onore di frequentare
Carlo Alberto prima come cliente,
recentemente come collega e anche fuori dell’ambiente lavorativo.
Oltre ad essere un grande professionista Carlo Alberto aveva quelle
dote di carisma, di umiltà, di umanità e di passione che lo ha reso uno
dei rarissimi personaggi, di questo
settore, apprezzato e rispettato da
tutti. Carlo Alberto mancherà certamente al settore ma soprattutto
mancherà alle persone.”
Gianluca Di Pietro
“Una persona che ha condotto il
suo lavoro con visione, educazione, rispetto degli interlocutori e
classe. Qualità sempre più rare nel
nostro mondo. Resta la speranza
che questi esempi possano essere
seguiti da tutti noi.”
Richard Fairest
“Sebbene abbia conosciuto Carlo
Alberto solo 18 mesi fa, ho capito
da subito che il suo spirito, strategico e al tempo stesso imprenditoriale, e la sua vivace curiosità,
che lo spingeva a costruire il futuro, erano il suo biglietto da visita
– come amico e come partner di
business. Credo di poter parlare
anche a nome di tutti i colleghi di
Sony, che hanno avuto la fortuna
di conoscerlo e di apprezzare il suo
calore e la sua grande competenza
professionale, quando dico che ci
mancherà moltissimo.”
Oscar Farinetti
“Carlo Alberto Lasagna è stato per
me un grande amico e un maestro
di vita. Ho passato con lui anni meravigliosi. Mi ha insegnato l’arte
della narrazione nel mondo degli
affari. A mettere un po’ di poesia
vicino al nostro mestiere. Resterà
nel mio cuore per sempre.”
Mario Franzino
“Nella vita professionale si incontrano molte persone. Alcune di
queste, però, assumono un ruolo
importante nel nostro cammino.
Carlo Alberto è stato per me uno
di questi.
Sarà difficile dimenticare il suo sorriso e la sua energica presenza. Un
uomo che ha vissuto intensamente
e completamente il suo percorso,
riempiendolo di umanità e sensibilità anche in momenti complessi e
travagliati come quelli odierni.
Quanto mi mancherà? Tanto, tantissimo. La sua semplicità è stata
contagiosa e di riferimento, e non
si potrà mai dimenticare. Sono
molto triste ma so anche che sarai
segue a pagina 39 

di Gianfranco GIARDINA
estratto da dday.it
n.85 / 3 MARZO 2014
PEOPLE & MARKET
I protagonisti del mercato ricordano Lasagna
sempre qui con noi. Ciao Carlo Alberto.”
Claudio Lamperti
Enrico Ligabue
“Ho avuto l’opportunità di conoscere Carlo Alberto - oggi mi
permetto di chiamarlo così ma il
rispetto che porto per lui mi ha
sempre fatto dire ‘dottor Lasagna’
- nel corso dei lunghi viaggi verso
oriente o al CES e delle cene conviviali con il gruppo Expert. Ricordo
di Lui quell’essere emiliano, provenienza impossibile per lui nascondere, con la sua spontaneità e
la sua simpatia innate. E ancora la
grande capacità di entusiasmare le
platee a cui si rivolgeva durante le
assemblee con soci e fornitori. Sul
piano professionale la capacità di
traghettare un gruppo come Expert
dal quasi fallimento di fine anni
‘90 alla prima realtà del mercato
italiano. Chiudo con una citazione
personale: ‘Ah Ligabue, anche lei
di Reggiolo come mia moglie’ e giù


“Ho conosciuto Carlo Alberto grazie ad un suo intervento dal palco
di una convention Unieuro quando
ancora era un manager dell’Industria: quello che mi aveva colpito era il suo modo di comunicare
appassionato e trascinante. In seguito ci siamo incontrati cento e
più volte e ho potuto apprezzare
la sua grande cultura e la capacità
di disquisire di argomenti diversi, creando sempre le circostanze
per avere in seguito qualcosa da
ricordare dell’incontro. Ma la sua
dimensione migliore era sempre il
palcoscenico (convention Expert,
consessi istituzionali vari) ed ogni
volta mi sorprendevo della capacità di avere e di generare entusiasmo negli interlocutori, in tutti indistintamente. In un settore che di
entusiasmo ne ha sempre meno. E
da oggi ne avrà meno ancora. Grazie Carlo Alberto, di tutto!”
torna al sommario
con una risata inconfondibile…”
Alberico Lissoni
“Un manager di cui ho sempre apprezzato la passione, la tenacia, il
suo mettersi sempre in prima linea
per trovare soluzioni e disegnare
scenari; molte volte ho pensato a
lui come ad un imprenditore tanto era forte la sua dedizione per
l’azienda. Ci mancheranno il suo
entusiasmo e la sua positività in
ogni momento.”
Paolo Locatelli
“Di Carlo Alberto voglio ricordare
le doti umane prima di quelle manageriali. Il suo entusiasmo, il suo
buon senso, la sua eleganza hanno
contribuito in modo importante a
indirizzare i rapporti industria –
distribuzione negli ultimi 15 anni.
Ha guidato Expert con il carisma
di un padre, volendo bene a tutti
e ha fatto di Expert una grande famiglia.”
Lorenzo Paolini
“Carlo Alberto Lasagna era un
uomo pieno di colori, di sapori ed
entusiasmi, sempre affascinato
dalla vita. La sua sensibilità unitamente alla capacità di relazionarsi
con tutto e con tutti ne hanno fatto
un leader democratico di impareggiabile valore.”
Riccardo Pasini
“Alto, asciutto, dinoccolato, una
sorta di cowboy moderno, un Gary
Cooper redivivo. Arrivava al ranch
del mercato, legava il cavallo alla
staccionata e ti veniva incontro
sorridendo. E poi… arte, architettura, pittura, sociologia: in tutti i
campi dello scibile ti stupiva con
la sua conoscenza, mai pedante
ma sempre brillante e coinvolgente. Grazie Carlo Alberto, per la tua
saggezza, per la tua misura, per la
tua umanità. Un grande, grandissimo uomo, in un mondo dove questo articolo è raro”.
Paolo Sandri
“Carlo Alberto è stato un esempio
di umiltà, umanità e un uomo di
grande energia positiva. Mancherà
tanto a tutto il nostro settore che
perde una gran bella persona. Io
voglio ricordarlo con il microfono
in mano nelle Convention Expert,
sempre gioviale e sorridente mentre agita il suo manone e urla
‘Expert Energy’”.
Gianfranco Schiava
“Quello che ho sempre ammirato
di Carlo Alberto è l’aver tenuto insieme con mano forte e personalità
un gruppo di imprenditori che avevano la tendenza naturale a essere
dei ‘cani sciolti’. È grazie a lui, alla
sua perseveranza, se oggi il gruppo Expert ha l’importanza che ha.
Quando sono stato a un convegno
Expert in Sardegna, ho paragonato Carlo Alberto a un coltivatore
di pomodori olandese, terra dove
sono cresciuto: questi coltivatori a
un certo punto si sono resi conto
che il nemico non era il coltivatore
vicino, ma il sole italiano e spagnolo; si sono riuniti e insieme hanno
dato vita al pomodoro olandese,
conosciuto, apprezzato e venduto
anche in Italia. Così ha fatto Carlo
Alberto, cioè pian piano ha cercato di riunire questi imprenditori,
ognuno con la sua personalità,
facendoli diventare forti tutti insieme. Neanche ora tutti hanno
capito l’importanza del lavoro fatto; ma, nonostante tutto, Carlo Alberto li ha sempre tenuti uniti. Si
può dire che il suo insegnamento
sia stato: ‘L’unione fa la forza, non
devi guardare solo il tuo orticello:
se nel breve non avrai risultati, li
avrai però di sicuro a medio termine’. Insomma, a Carlo Alberto va
riconosciuto il merito di aver creato unione in un mercato difficile
come quello italiano.”
Manuela Soffientini
“Sentirò molto la mancanza dell’energia di Carlo Alberto, della
sua vivace creatività, ma soprattutto credo che a tutti noi mancherà
quella straordinaria capacità che
Carlo Alberto aveva di semplificare
e risolvere, con lucidà, anche le situazioni negoziali più controverse.”
Albino Sonato
“Il dott. Lasagna lo conoscevo da
oltre 35 anni (per me è stato anche
un correttissimo fornitore che non
ha mai mancato la sua parola, merce rara di questi tempi). Era un mio
coetaneo e proveniva da una terra,
come la mia (Mantova e Verona
piccole città provinciali ma ricche
di eccezionali valori), dove la gente
lavora, è di poche parole, in larga
parte moralmente onesta, conscia
dei propri limiti, ma ricca di quei
valori sostanziali che fanno grandi
gli uomini.
Carlo Alberto era uno di questi, una
persona apparentemente modesta
ma in realtà dotato di grandissime
doti professionali ed umane oltre
che uomo di grandissima cultura
umanistica. Parlare di storia dell’arte con lui era veramente un piacere. Ti avvolgeva al punto tale da
considerarlo più che un manager
che faceva il nostro mestiere,un
uomo di profonda cultura a 360
gradi. Non molte persone lo conoscevano con questo secondo volto,
ma per coloro che lo sapevano diventava motivo in più per stringere
con lui rapporti ancora più intensi
ed amicali, come è successo a me.
Per tutte queste motivazioni provo
grande dolore per la sua scomparsa
e penso inoltre che il settore abbia
perso un uomo che ha contribuito a
farne la storia, grazie alle sue eccezionali doti umane, allo spirito del
buon senso che lo animava sempre
e all’impegno che ha profuso nel risollevare le sorti di un gruppo importante come Expert, portandolo
ai massimi livelli dell’associazionismo privato italiano.
Questo è il mio personale sentimento sull’amico Carlo Alberto che
ricorderò per sempre tra le persone più care che ho conosciuto nella
mia vita.”
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segue Da pagina 38 
estratto da dday.it
n.85 / 3 MARZO 2014
PEOPLE & MARKET Non si spegne il cordoglio per la scomparsa di Carlo Alberto Lasagna, direttore generale di Expert
Il mondo Expert ricorda e saluta Lasagna
Ecco una vasta serie di ricordi da parte di chi, con lui, ha condiviso l’appartenenza all’insegna Expert
Abbiamo raggiunto traguardi ogni
anno più grandi e maestosi, che
credevamo impossibili, quasi utopia! Ma non lui! il dottor Lasagna
non ha mai visto ostacoli né limiti.
’intero mercato è ancora scosso
per l’improvvisa scomparsa di
Carlo Alberto Lasagna, direttore generale di Expert. Dopo aver
raccolto i ricordi dei principali protagonisti del mercato, raduniamo e
pubblichiamo in questa pagina i
pensieri del suo staff all’interno di
Expert Italia e dei prinicpali rappresentanti dell’insegna Expert.
Quanto amava definirci la sua
Squadra di GIOVANI, ma non sapeva…o forse sì… Che il più giovane era proprio LUI! Lui era innovazione pura, allegria coinvolgente,
curiosità a 360 gradi, aveva fame
di vita, voglia di contagiare tutti
con le sue idee esplosive, con il suo
Genio incontenibile!
EXPERT ITALIA
Roberto Omati
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Conobbi Carlo Alberto Lasagna pochi mesi dopo il suo insediamento
come direttore generale della Serta (oggi Expert ltaly, ndr), nel gennaio del 2001. Nella circostanza, a
cena, io raccontai dell’esperienza
maturata in 11 anni di lavoro in
Auchan e lui mi raccontò della sfida assunta per il rilancio di Expert,
dopo le gravi difficoltà occorse negli anni ‘90, che avevano indebolito il Gruppo, portandolo nel ‘99 ad
un passo dal fallimento. Mi colpì il
suo entusiasmo e, il 23 aprile del
‘01, iniziai a lavorare con Lui in
Serta. Sono stato molto fortunato perché i 13 anni di lavoro con
il dott. Lasagna sono stati, come
amava dirmi spesso: ‘una bella palestra...’. Il carisma, l’umanità e la
particolare sensibilità, sono doti
innate che Carlo Alberto aveva tra
i suoi punti di forza, uniti alla sua
grande cultura ed alla passione per
l’arte, la storia ed il bello. È stato
capace, come nessun altro avrebbe
potuto fare meglio, di adattare il
suo stile manageriale alle caratteristiche dell’azienda, esercitando
un costante equilibrio tra la necessaria diplomazia delle relazioni con
i Soci e la pretesa di pragmatismo
nell’azione dei suoi collaboratori.
Di un uomo così Grande, colpisce la sua infinita disponibilità; la
sua porta è sempre stata aperta al
confronto e spesso ha dato fiducia
e pieno appoggio, perché sapeva
torna al sommario
Ecco chi era il vero GIOVANE!!!
riconoscere le potenzialità di una
proposta o di un’idea diverse dalle
sue. ‘Per fare Marketing bisogna
avere una solida cultura...’ diceva
spesso Carlo Alberto. È stato spesso precursore di molti trend che si
sono poi rivelati di grande successo; dapprima sul prodotto, quando
negli anni ‘80 era direttore generale in Sanyo e fece produrre i primi radioregistratori colorati; poi,
più di recente in Expert, quando
inventò nuovi format di comunicazione pubblicitaria, ottenendo
risultati straordinariamente utili
all’azienda.
La scomparsa di Carlo Alberto lascia un vuoto profondo in tutto il
nostro settore ma, per me, pur nella consapevolezza del privilegio di
averlo avuto come capo e maestro
di vita, è qualcosa di più; è come
aver perso un Padre.
Lo staff di Expert Italia
Oggi lo staff della centrale di
Expert perde non solo un eccellente Direttore Generale, ma anche un insostituibile maestro di
vita, entusiasmo ed esperienza.
È stata fortuna di molti averlo conosciuto, nostro è stato invece il
vero privilegio: aver condiviso con
lui una quotidianità MAI monotona grazie al sua contagiosa positività.
Ci piace definirlo un capo fuori
dagli schemi convenzionali, non
era una guida solo nel lavoro, ma
anche e soprattutto un esempio,
uno stimolo e una carica di energia
nella vita, quella vera!
È stato in grado di cogliere in
ognuno di noi i punti di forza, le
qualità e le doti più belle, che ci
caratterizzavano, allora solo inconsapevolmente. Esaltando la
personalità e la professionalità di
ogni suo collaboratore ha formato
un’entità unica, un’autentica squadra!! La sua umiltà ci ha consentito di rapportarci sempre a lui in
modo diretto, senza mai avvertire
“doverose” barriere dettate dall’alta carica che ricopriva.
A lui non son mai piaciuti premi
e riconoscimenti, ma se nel nostro mercato esiste un premio che
si chiama Best Place to Work, noi
oggi ne coniamo uno nuovo e lo
assegniamo al dott. Lasagna: Best
Man to Work.
IL MONDO EXPERT
Giuseppe Silvestrini
Oggi perdo un amico, prima di tutto un grande amico.
L’amicizia è un flusso arrivato naturalmente… abbiamo condiviso
viaggi, lavoro, vita. Ci piaceva discutere, anche animatamente, perché entrambi potevamo essere noi
stessi, senza filtri. Dalla sintesi dei
nostri pensieri uscivano sempre
grandi progetti, che non erano mai
solo nostri, erano prima di tutto
del gruppo. Un gruppo che insieme
abbiamo costruito, guidato. Mai
davanti, ma sempre al fianco di
tutti i soci, dei fornitori, che hanno saputo seguirci spinti a volte
più dall’entusiasmo e dalla voglia
di fare, che vedevano in Carlo Al-
segue a pagina 41 

L
di Gianfranco GIARDINA
estratto da dday.it
n.85 / 3 MARZO 2014
PEOPLE & MARKET
Il mondo Expert ricorda e saluta Lasagna
Mariagrazia Silvestrini
Io e mio fratello siamo stati sempre colpiti dalla sua grande capacità di avere un approccio umano
con tutti. Più della mente abbiamo
apprezzato il suo cuore, con cui ha
dimostrato la grande capacità di
accogliere tutti i progetti e i progetti di tutti.
Il suo più grande progetto di cuore
è stato quello condiviso con Padre
Querzani. Carlo Alberto ha sempre avuto una grade sensibilità
nei confronti di chi soffre, di chi è
abbandonato. Ha immediatamente
sposato la causa e l’ha trasferita
con entusiasmo e trasporto a tutti i soci… in un lampo tutti sono
diventati amici e sostenitori di
quelli che tutti noi chiamiamo “i
nostri bambini”. Carlo Alberto era
un grande amico davvero di tutti.
Nella sua persona c’era l’essere
un cristiano nel vero senso della
parola, concretamente, nei fatti. In Congo, a Bukavu, da oggi il
“Centro Sociale per la promozione
delle donne” di Cimpunda porterà
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berto, che li invitava a mettersi in
gioco con noi. Ho trovato in Carlo
Alberto un uomo che non ha mai
visto limiti, ma solo opportunità,
sfide. Tutti i nostri progetti commerciali hanno sempre avuto una
solida base umana. Lui ha voluto
un gruppo fatto di uomini, prima
che di aziende. Ha voluto fortemente la convention con tutti i soci
e le famiglie perché diceva: “Come
si fa a fare business insieme se
non ci si conosce? Clima rilassato,
famiglie, bambini che giocano insieme in spiaggia…. Si appianano
tutte le divergenze!”. Ammiravo la
sua cultura, la sua umanità, la sua
curiosità su tutto e tutti.
A differenza di molti io l’ho incontrato molto tardi, ma sono stato
fortunato ad averlo con me. A 59
anni ho iniziato un lungo viaggio con un grande uomo con la U
maiuscola che per me sarà sempre
il Fratello con la F maiuscola.
torna al sommario
il suo nome, un omaggio doveroso
e significativo che Padre Querzani e
tutta la missione hanno voluto fare
nei confronti di questo grande Amico e Benefattore.
Consolato Papino
Un uomo di cultura e di enorme
umanità, un grande amico.
Giuseppe Pistone
e famiglia
Ci sono uomini chxe non muoiono
mai e il Nostro grande Lasagna è
uno di questi.
Luigi Soncini
Caro Alberto, tu sei sempre stato un
combattente che ha vissuto la sua
vita come una grande sfida. Con tenacia determinazione e onestà. Non
ti sei mai arreso di fronte a qualsiasi
difficolta e ci hai insegnato a risolvere i problemi con grande rispetto
e spirito di gruppo. Lavorando con
te è nata una grande amicizia che ci
ha fatto trascorrere momenti molto belli insieme. Conoscendo così il
tuo grande valore umano che ci ha
insegnato a guardare oltre e ad essere lungimiranti, a credere con più
stima in noi stessi per ottenere risultati sempre migliori. Noi tutti ti
siamo vicini in questo ultimo viaggio e ti ringraziamo infinitamente
per quello che hai fatto per noi.
Pasquale Inzitari
La scomparsa di Carlo Alberto Lasagna, da quindici anni direttore generale di Expert Italia, è una notizia
tristissima per tutti quelli che amano l’azienda e che hanno avuto la
fortuna di conoscerlo. Il suo incredibile carisma, la capacità di entrare in sintonia con gli interlocutori,
la disponibilità al dialogo sono stati
i tratti caratteristici principali di un
uomo che sarà ricordato a lungo nel
panorama dell’elettronica di consumo. Con il suo impegno costante e
appassionato, è riuscito a portare
Expert Italia al secondo posto in
Europa e prima in Italia, grazie a
un rapporto franco e proficuo con i
soci e a una strategia comunicativa
innovativa. L’ascesa inarrestabile di
Expert Italia è andata di pari passo
con una campagna di coesione all’interno del gruppo, valorizzando
il marchio e soprattutto le persone
che lavorano per farlo crescere.
Personalmente, ricorderò Carlo Alberto Lasagna come un interlocutore vivace, vulcanico e sempre pronto
ad accettare nuove sfide. Un grande
amico e un grande uomo, prima ancora che un grande manager, che ci
mancherà tanto ma che ci lascia in
eredità uno sterminato bagaglio di
know-how e di esperienza che dobbiamo essere bravi a far fruttare in
futuro, anche per onorare la memoria del carismatico capitano di una
squadra vincente.
Willian Caprari
È con gli occhi lucidi che voglio rendere omaggio ad una persona per
me speciale, con lui si è costruito e
sempre più rafforzato un rapporto
di stima e amicizia scevro da ogni
interesse personale. Ti devo un ringraziamento particolare per essermi stato vicino nei giorni della tragedia che ha colpito la mia famiglia.
Ciao ALBERTO.
Massimo Fachini
Conosco l’entusiasmo e la carica di
Carlo Alberto alla mia prima convention di Sanyo nel 1983, marchio
sconosciuto, che lui ha saputo far diventare leader. Lo ritrovo nel 1999
in Expert, con lo stesso entusiasmo,
la stessa carica, e lo stesso obiettivo di far diventare leader il brand,
lo spirito che lo ha contraddistinto
nel portare al successo le sue imprese. Io, lui, Giancarlo e Giuseppe,
a combattere con i fornitori anche
solo per avere un appuntamento.
Lui insisteva nell’associare Expert
ad un forte pay-off. Lì nacque, “Gli
esperti siamo noi”, che oggi è nel ricordo di tutto il mercato, come lo è
lo sarà sempre lui.
Elio D’Angelo
Ci siamo conosciuti nel 1980 quando assunse l’incarico di direttore
commerciale di Sanyo ed io ero un
agente di una concessionaria. Da
allora ho avuto la fortuna di lavorare con lui per 25 anni. Sì, è stata
proprio una fortuna condividere,
prima in Sanyo e poi in Expert tanti
progetti entusiasmanti.
Era sempre alla ricerca di nuovi
prodotti, di nuovi modelli di comunicazione, di eventi originali…
le sue idee erano sempre impegnative da realizzare ma quando mi è
capitato di partecipare al loro compimento, la soddisfazione è sempre
stata grande.
Per me è stato un esempio professionale ma soprattutto un riferimento di vita. Gli volevo molto
bene e mi mancherà tantissimo ma
so che sarà, per sempre, un pezzo
di me che non morirà mai. Grazie
di tutto, dr. Lasagna.
Famiglia Distante
Fernando, Antonella,
Adriana e Mino
Tristi e sgomenti Lunedì mattina
abbiamo appreso della scomparsa
del Dott. Carlo Alberto Lasagna.
Persona di un carisma eccezionale, dinamico, testardo e deciso
allo stesso tempo. In un settore in
continua evoluzione, in cui anche
noi giovani facciamo fatica a stare al passo con i cambiamenti, lui
riusciva a cogliere per tempo la soluzione migliore. Guardava avanti
ed anche nei momenti critici non
perdeva la sua lucidità e la sua voglia di fare.
Di lui ci piace ricordare l’ enorme
carica che era in grado di trasmetterci durante le riunioni di lavoro,
anche se eravamo sfiduciati per
via delle continue problematiche
che questo settore ci costringe ad
affrontare, tornavamo in ufficio ed
avevamo una gran voglia di spaccare il mondo!!! Da sempre in ambito
Expert si è battuto affinché tutti noi
capissimo che l’unione fa la forza
segue a pagina 42 
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segue Da pagina 40 
n.85 / 3 MARZO 2014
PEOPLE & MARKET
Il mondo Expert ricorda e saluta Lasagna
segue Da pagina 41 
ed in questo c’è da dargli atto. Ci
ha tenuto uniti tra mille difficoltà
ed è riuscito a farci mandare giù,
con grande naturalezza, anche scelte imprenditoriali che non sempre
erano condivise da tutti. Raramente
il mercato ha visto un Leader così
umile ed attento ai rapporti umani. In questo ci piace ricordare un
episodio di cui gli siamo profondamente grati. Successivamente alla
scomparsa di nostro padre, in uno
dei tanti incontri Expert, ci prese in
un angolo e ci disse “Ragazzi quest’
anno organizziamo la convention
Expert e sapete dove la facciamo?
In Puglia! L’ avevo promesso a Vostro padre e ci tengo ad organizzarla giù da Voi!”. Ogni qual volta ci
incontravamo il saluto e l’ incoraggiamento erano d’ obbligo: “Ciao
Distante! Come va …? Dai, voi siete ragazzi, siete giovani, siete forti,
siete pieni di idee … Ce la farete!”.
Parole che ancora oggi riecheggiano nella nostra mente e ci danno
la forza di credere che nonostante
tutto, siamo fortunati ad esercitare
questo mestiere. Alla Famiglia Lasagna va tutta la nostra vicinanza,
nella consapevolezza che quella
stella per cui lui si è sempre battuto, continuerà a splendere nel cielo
più lucente che mai! Buon viaggio
Dottor Lasagna!!!
Gianfranco Galimberti
Carlo Alberto Lasagna è stato il nostro Direttore per più di 10 anni…
anni di grandi e indimenticabili
successi. La sua forza, il suo entusiasmo, la sua energia e il suo ottimismo, sono stati gli ingredienti che
ci ha trasmesso tutte le volte che ci
incontrava. La sua capacità di tenere uniti tutti i soci, con le loro diversità e con le loro imprenditorialità è
stata la medicina che ha permesso
il successo di Expert in tutti questi
anni. Grazie direttore, di cuore per
tutto quello che ha fatto e per tutto
quello che ci ha trasmesso in questi
bellissimi e indimenticabili anni.
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torna al sommario
Stefano Barbuti
Dott. Lasagna, arrivederci! Ci mancherà! Con noi è sempre stato un
grande amico, una guida sicura,
sempre disponibile, un faro per tutti noi. Grazie!
Damiano Bonfà e Famiglia
e suoi collaboratori
Non potendo leggere la posta elettronica perché mi trovavo fuori
sede, ho appreso dai miei figli che
il giorno 24 Febbraio 2014 è volato
in cielo improvvisamente il nostro
“Papà”, come lo chiamavo sempre, papà della “Grande Famiglia”
Expert Italy, Dottor Carlo Alberto
Lasagna.
Sì, è stato veramente un papà per
tutti noi soci e per i collaboratori della Sede Centrale. Un “Papà”
che ha saputo tenere uniti tutti noi,
moltissime volte con la sua dolcezza
e umiltà, pochissime volte con durezza. Doni, questi, molto rari che
un essere umano possieda su questa terra. Sono stati questi doni che
il nostro caro Dottor Lasagna ha saputo utilizzare per mantenere unito, dalla lontana rinascita nel 1999
ad oggi, il Gruppo Expert Italy come
una “Grande Famiglia”, sebbene
molto numerosa, se non erro circa
180 soci. Il nostro “Papà” Lasagna
lascia un grande vuoto in ognuno
di noi, in quanto sicuramente non
riusciremo a sostituirlo con un altro
manager con le stesse sue caratteristiche, tra le tante: la grinta, la sicurezza, la semplicità e l’umiltà che ci
trasmetteva nel salire sul podio ed
aprire le varie conferenze che annualmente organizzava.
Io dico grazie al nostro Signore Gesù
Cristo che mi ha fatto conoscere per
circa 12 anni questo grande uomo,
dal quale ho imparato tante cose e
che non potrò mai dimenticare.
Augurando a tutti noi soci e ai
collaboratori della Sede Centrale
di Milano, di proseguire nell’insegnamento del nostro “Papà” Carlo
Alberto Lasagna, nell’essere uniti,
lottando per mantenere il prestigioso posto raggiunto dal Gruppo
Expert, del quale il Dottor Lasagna
era orgoglioso dopo tanti anni di
duro lavoro.
Il tuo amico Lello
Ti chiamavo sempre Salagna. Eri
per me un fratello maggiore. I
nostri rapporti erano d’amicizia e
simpatia più che di lavoro. Per me
eri e rimarrai sempre una persona
giusta, di cui fidarmi e a cui voler
bene. Per come eri fatto sarà difficile dimenticarti e impossibile sostituirti. Mi interessavo poco della
vita dell’Expert proprio perché a
dirigere questa grande famiglia
c’eri tu caro “Salagna”!
Lasci un vuoto difficilmente colmabile grazie al tuo motto: “Dobbiamo essere coesi… è vero o no!”
…e questo non te l’ho mai chiesto:
ma è vero…oppure no?!?
Con queste parole vorrei farti sorridere anche da lassù dove sei ora…
Se c’è un’altra vita, come credo,
sicuramente riuscirai a sentirmi e
sorriderai. Mi mancherai tanto Salagna…Ti voglio bene… Scusami se
oggi non sono fisicamente con te
ma il mio cuore è vicino a te e a tutta la tua famiglia.
Bruno Fonti
Con Carlo Alberto ho condiviso i
momenti migliori della mia vita
professionale. Lo ricorderò sempre
come un vero amico leale, nei rapporti personali e professionali.
Enrico Somma
Per chi come me ha avuto il piacere di conoscerlo ed apprezzarne le
grandi doti di “Uomo e Manager”
e aver condiviso con lui momenti
importanti della mia vita imprenditoriale, questo giorno rappresenta uno dei momenti più bui e
tristi. Come si fa ad immaginare
una Expert senza il Dottor Lasagna. Non ci riesco proprio. Ciao
Dot, porterò con me sempre la sua
allegria, simpatia, professionalità,
positività e soprattutto i suoi insegnamenti.
Sony chiude
20 store
negli USA
La ristrutturazione
Sony ha inizio: la sede
americana decide di
chiudere 2/3 dei Sony
Store e tagliare 1000
posti di lavoro. Che
succederà in Europa?
di Emanuele VILLA
La ristrutturazione voluta da Sony
colpisce gli Store americani e,
presumibilmente, si estenderà a
macchia d’olio subito dopo. Dopo
aver annunciato la vendita della
divisione PC, lo scorporo di quella
dei TV e il taglio di 5.000 posti di
lavoro, Sony interviene pesantemente sui suoi negozi: 20 dei 31
store sparsi sul territorio americano verranno chiusi, rimanendo aperti solo quelli interni (o in
prossimità) dei mercati più ampi
e redditizi, come il flagship store
di New York e le “controparti” di
Los Angeles, Orlando, Houston e
San Diego. In questo modo, la divisione americana di Sony taglierà a breve i 1.000 posti di lavoro
richiesti dalla casa madre nel piano di ristrutturazione: nonostante
non sia chiaro cosa succederà agli
store sparsi in Europa e nelle altre
parti del mondo, è legittimo pensare che Sony adotterà una policy
analoga a quella americana. A tal
proposito, Mike Fasulo, President
e COO di Sony, ha dichiarato che,
pur trattandosi di una decisione
forte, si tratta di un passaggio assolutamente indispensabile per
permettere all’azienda di crescere
in futuro.

estratto da dday.it