Ecco i mattonidella vita - impmc - Université Pierre et Marie CURIE

12 Settembre 2014
sicilia
SCIENZA. Due fisici messinesi trovano la spiegazione della mutazione dell’inorganico dopo 30 anni
Ecco i mattoni della vita
Saija del Cnr e Saitta de La Sorbona hanno riprodotto al computer l’esperimento di Miller del 1953,
svelando il processo di formazione delle molecole organiche fondamentali dal “brodo primordiale”
MESSINA. Come è avvenuto il
passaggio dall’inorganico all’organico?
Come, in sostanza, ha avuto origine la
vita? Un importante passo in avanti
arriva da due studiosi di Messina che
hanno utilizzato un metodo di
simulazione numerica al computer
basato su quello proposto 30 anni fa da
un altro figlio dello Stretto, il professor
Michele Parrinello, scienziato di fama
mondiale per i suoi studi in questo .
ASSE MESSINA-PARIGI. A dare una
scossa alla ricerca sono stati Franz
Saija (ricercatore dell’Istituto per i
Processi Chimico-Fisici di Messina del
Consiglio Nazionale delle Ricerche) e
Antonino Marco Saitta (professore
di Fisica all’Università Pierre e Marie
Curie - Sorbona di Parigi), entrambi
laureati in Fisica a Messina sotto
supervisione del professor Paolo
Giaquinta. I due fisici messinesi hanno
riprodotto al computer il celebre
esperimento di Stanley Miller, con il
quale nel 1953 si dimostrò in
laboratorio la possibilità di formare
spontaneamente gli aminoacidi, le
molecole base della vita, sottoponendo a
intense scariche elettriche le semplici
molecole inorganiche presenti nel brodo
primordiale così come ipotizzato già nel
1871 da Charles Darwin.
UN PO’ DI STORIA. Nel 1953, come
si accennava, facendo scoccare alcune
scintille in una miscela di metano,
ammoniaca, vapore acqueo e idrogeno,
Miller fornì il primo sostegno
sperimentale alla teoria - formulata nel
1924 dal biochimico russo Aleksandr
Oparin - secondo cui le molecole
organiche fondamentali avrebbero
potuto formarsi spontaneamente dal
“brodo primordiale” presente sulla terra.
Tuttavia, gli esatti processi di sintesi che
portano da molecole semplici (acqua,
ammoniaca, metano, ossidi di carbonio)
a molecole organiche semplici
(formaldeide, cianuro di idrogeno, acido
formico) e infine a molecole complesse
come amminoacidi, purine e pirimidine,
non sono mai stati chiariti. Per
spiegarli, sono stati chiamati in causa
l'irradiazione UV, l'energia termica delle
fonti idrotermali marine, le reazioni di
ossidoriduzione in un “mondo a ferro e
zolfo”, la radioattività di fondo del
pianeta e perfino le onde d'urto
generate dagli impatti dei meteoriti.
AMICIZIA E RICERCA. Racconta
Saija: «Io e Marco ci conosciamo da
prima che la nostra passione comune, la
fisica, ci portasse a collaborare insieme.
L'idea ci è balenata in mente, classica
lampadina, guardando un documentario
televisivo: si parlava dell'esperimento di
Miller-Urey e venivano intervistati
Franz Saija
Marco Saitta
Foto dell’esperimento riprodotto al computer
scienziati che lavoravano nel campo
della chimica prebiotica. Nel giro di un
paio di pomeriggi - continua - con
Marco avevamo già pianificato la nostra
ricerca e organizzato le simulazioni
numeriche da dover effettuare sui
computer di grossi centri di calcolo, in
questo caso quello francese. Infatti,
quando si parla di simulazioni al
computer così sofisticate non si
intendono i semplici personal computer
che ognuno di noi ha sulla propria
scrivania, ma centri di calcolo dove i
nostri conti girano per settimane se non
per mesi».
COSA SI È FATTO. Utilizzando un
approccio che tratta le interazioni dei
singoli atomi a livello quantistico, Saija
e Saitta sono riusciti ad identificare su
scala atomica i meccanismi coinvolti in
queste reazioni chimiche e a
determinare le condizioni necessarie per
la formazione di aminoacidi. «Abbiamo
simulato al computer il comportamento
di una miscela di molecole semplici, la
stessa usata da Miller nel suo apparato
in laboratorio (acqua, ammoniaca,
metano, monossido di carbonio, azoto),
sottoponendola ad intensi campi
elettrici. L’effetto di tali campi - spiega
Saija - dell’ordine di 50 MV/cm, ha
determinato la trasformazione delle
molecole del sistema iniziale in
molecole via via più complesse fino alla
comparsa della glicina, l’aminoacido più
semplice in natura, e il “mattone
fondamentale” per costruire peptidi e
proteine». Aggiunge Saitta:
«Particolarmente significativa è
l’individuazione della formazione di
formammide, in quanto è stato
recentemente dimostrato che questa
molecola, sottoposta a irradiazione UV,
permette la formazione di guanina. La
guanina era l'unica delle quattro basi
nucleotidiche che non si era riusciti a
produrre solo fornendo calore al "brodo
primordiale", tanto che gli studiosi
dell'origine della vita avevano
soprannominato la guanina “la G
mancante”». I due autori del lavoro,
pubblicato nella prestigiosa rivista
dell’accademia delle scienze americana
PNAS pochi giorni fa, hanno infatti
dimostrato che queste reazioni
avvengono attraverso stadi di reazione
più complessi di quanto supposto in
precedenza, individuando gli acidi
formico e cianidrico e soprattutto la
formammide come dei composti
intermedi “chiave” della chimica
prebiotica.
EFFETTO FORMAMMIDE. L'interesse
della scoperta è rafforzato dalla recente
identificazione della formammide
nell'ambiente di una protostella di tipo
solare. La formammide potrebbe quindi
essere considerata “l'impronta digitale”
della presenza di amminoacidi di origine
abiotica in un ambiente extraterrestre. La
portata di questo studio si spinge al di là
degli esperimenti di Miller; grazie alle
stimolanti interazioni con geochimici di
fama mondiale del laboratorio di ricerca
al quale appartiene Saitta, l’Institut de
Minéralogie, de Physique des Matériaux
et de Cosmochimie dell’Université Pierre
et Marie Curie, i due scienziati messinesi
prevedono di sviluppare i loro studi futuri
nell’ambito della geochimica prebiotica.
Infatti, è noto in questo campo che dei
campi elettrici estremamente intensi, ma
molto localizzati, sono presenti in natura
sulla superficie dei minerali che si
trovano nelle profondità della Terra.
«Questo risultato - spiegano - suggerisce
la necessità di esplorare a fondo il ruolo
di tali campi sia per comprendere i
meccanismi chimici che hanno portato
allo sviluppo di molecole biologiche
sempre più complesse, sia per sfruttare le
enormi opportunità che questo tipo di
simulazioni numeriche quantistiche
possono aprire in molti ambiti scientifici
che vanno dall’elettrochimica alla
neurobiochimica». (D.D.J.)
SANT’AGATA MILITELLO
Ricerche, premiata a Napoli Alice Cicirello
SANT’AGATA MILITELLO. La giovane ricercatrice di Sant’Agata Militello, Alice
Cicirello, 30 anni, ingegnere, ha ricevuto il premio "Young Researcher Best
Paper Competition". Il lavoro di Alice, incentrato nel campo delle vibrazioni e
delle sollecitazioni legate ad esse (come i terremoti), è stato considerato quale
miglior contributo scientifico nella categoria ricercatori di età inferiore ai 35
anni. Il premio dimille euro è stato consegnato dal professore Barry Topping
della Heriot Watt University (Edimburgo), in occasione della conferenza
internazionale, "CST2014: The Twelfth International Conference on
Computational Structures Technology", organizzata da Civil-Comp press a
Napoli. Durante la conferenza, sono stati presentati più di 250 lavori di
ricercatori di circa 40 nazionalità diverse. Alice è ricercatrice in Dinamica
Strutturale presso il Dipartimento di Ingegneria dell'Università diCambridge e
Bye-fellow del Murray Edwards College dell'Università di Cambridge.
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