Questo è il paradosso del pronto soccorso. Declassato costa di più

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LA STAMPA
GIOVEDÌ 11 SETTEMBRE 2014
ACQUI. SENTENZA DELLA CORTE DEI CONTI RIAPRE UNA VECCHIA VICENDA
Da Muschiato 75 mila euro
per il “danno d’immagine”
Finiranno al Comune: cifra legata all’arresto dell’allora city manager
Acqui e Ovada .49
.
Primo
intervento
È quanto
garantisce
l’ormai
ex pronto
soccorso
dell’
ospedale
di Ovada
ad un anno
dalla
decisione
di ridurne
l’arrività
DANIELE PRATO
ACQUI TERME
Nella delibera del 28 agosto
scorso, con cui la giunta di Palazzo Levi ha approvato le variazioni al piano esecutivo di
gestione del 2014, è indicato
un generico «risarcimento
danni d’immagine da parte di
ex amministratori e funzionari». In realtà sono i 75 mila euro che si ricollegano a una vicenda ben precisa, lontana ma
ancora viva e dolorosa nella
memoria della città: l’arresto,
nel 2002, dell’allora direttore
generale del Comune, candidato sindaco della Lega Nord
ed ex assessore ai Lavori pubblici, Pier Luigi Muschiato.
L’ingegnere era stato accusato di corruzione aggravata
in concorso e di tentata concussione per episodi risalenti
al periodo compreso tra il
1999 e il 2001 e legati all’acquisizione di alcuni ex alberghi di zona Bagni, ad alcune
progettazioni per il recupero
dell’ex vetreria Borma e a ristrutturazioni all’hotel Nuove Terme. Lo scandalo, che
coinvolgeva anche altre figure, s’abbatté sulla città al termine dell’era amministrativa
di Bernardino Bosio, che proprio a Muschiato avrebbe voluto cedere il testimone nelle
imminenti elezioni.
Il caso si chiuse nel 2003,
con un patteggiamento a 3
anni e la sospensione condizionale della pena per l’ormai
ex city manager. Qualche mese fa, però, a Palazzo Levi è
arrivata notizia - un po’ a sorpresa, pare di capire - di una
sentenza della Corte dei conti
che riconosceva il danno
d’immagine subito dall’ente
per quanto accaduto, monetizzato in 75 mila euro che
Muschiato dovrà risarcire all’amministrazione e, quindi,
alla collettività.
Importo che, a quanto filtra, sarà rateizzato in 6 o 7
tranche: al momento la
somma non è stata indirizzata a uno scopo preciso, ma
è finita nel calderone delle
entrate con la variazione del
Peg deliberata poche settimane fa, per essere utilizza-
OVADA. GRUPPO DI MINORANZA
L’ingegnere
Pier Luigi
Muschiato
patteggiò
tre anni
nel 2003
Fu arrestato
nel 2002
alla fine
dell’Era Bosio
ta secondo le esigenze.
L’extra inatteso non è dispiaciuto a Palazzo Levi che,
come tutti i Comuni, lotta per
far quadrare i conti, ma nei
corridoi, in queste ore, nessuno è disposto a parlare troppo
della vicenda. Sono trascorsi
tanti anni, tanta acqua è passata sotto i ponti, ma ancora si
notano imbarazzo e pudore
per un episodio che, seppur
lontano nel tempo, ha coinvolto un membro del palazzo. E
LAVORI PUBBLICI ACQUESI
Stanziati 90 mila euro per sistemare i marciapiedi
Novantamila euro per sistemare e allargare alcuni
marciapiedi e una task force
di volontari già impegnata a
rilevare le magagne nelle vie
della città. Il Comune di Acqui muove guerra all’incuria
e investe appunto 90 mila euro sulla manutenzione dei
percorsi pedonali (parte di un
più ampio stanziamento di
270 mila euro che comprende
anche interventi sulle strade): il progetto definitivo ed
esecutivo dei lavori, redatto
dall’architetto Giovanni Ivaldi, è stato approvato in giunta
pochi giorni fa. «Prevediamo
l’apertura di tre cantieri –
spiega il sindaco, Enrico Bertero -. Uno riguarderà piazza
San Guido, lungo il marciapiede di sinistra, a salire; un
1
altro, via Cassino, dietro l’ormai ex tribunale. In questi
due casi si farà un allargamento da 1,20 a 1,50 metri. Infine si interverrà in via Galeazzo, dove il marciapiede non
è più largo di 70 centimetri.
Ma in previsione abbiamo
piccoli interventi di manutenzione su quasi tutti i mar-
MOLARE. DOMANI LA CERIMONIA DI CONSEGNA
Due classi dell’istituto comprensivo
riceveranno 48 tablet per la didattica
L’ingresso nell’era digitale
era in programma già nel
2013 ma il blocco dei finanziamenti – già concessi – da
parte del ministero dell’Istruzione ha obbligato al
rinvio quando si era ormai ai
nastri di partenza. Lunedì
però, una quarantina di studenti dell’istituto comprensivo di Molare ricominceranno la scuola mettendo in cartella, oltre a libri, quaderni e
diario, anche il tablet.
Il progetto elaborato dalla
scuola s’intitola La biblioteca
di Tolomeo e ha consentito
all’istituto, che raggruppa
tutti i plessi scolastici dei paesi dell’Ovadese, di accapar-
neppure Muschiato ha voglia
di commentare: «Non credo di
aver mai danneggiato né il Comune né la città. E’ un fatto di
12 anni fa, un capitolo chiuso
della mia vita di cui non voglio
più parlare».
Nell’era
digitale
In una
scuola
moderna
Pc, tablet
devono
entrare
nella
didattica
rarsi 28 mila euro destinati all’attivazione delle cosiddette
classi 2.0, vale dire quelle in cui
l’utilizzo di supporti elettronici
– tablet, pc, lavagne interattive
– diventi parte dell’attività di-
Rassegna del 11 settembre.pdf
dattica quotidiana.
Per ora il Ministero, a corto
di risorse, s’è limitato a sbloccare solo la metà dei fondi, per
Molare 14 mila euro (il resto,
quando arriverà, sarà usato
ciapiedi cittadini». Su questo
punto anche gli acquesi sono
chiamati a fare la loro parte.
In questi giorni è già operativa una task force di 10 volontari - tra cui alcuni membri
della Consulta per il decoro
urbano - che sta battendo palmo a palmo la città per individuare le situazioni più critiche: autobloccanti saltati,
piastrelle traballanti, bordure sbrecciate. «Stiamo raccogliendo una ricca documentazione fotografica -dice il
sindaco -: ogni cittadino potrà aiutarci in questo censimento facendo una foto col
cellulare ai punti più malandati e inviandola al Comune
via e mail, all’indirizzo [email protected]. Così
potremo intervenire». [D. P.]
per altre attrezzature), che sono stati utilizzati per l’acquisto
di 48 tablet Ipad per studenti e
insegnanti delle due classi
coinvolte. Sono la quarta elementare e la seconda media di
Molare, destinatarie del progetto nel 2013. «Il tablet, con
app utili per l’attività didattica,
dalla scrittura alla lettura degli
e book, dizionari, enciclopedie,
programmi per matematica e
geometria, sarà dato in comodato d’uso ai ragazzi e potrà essere portato a casa per i compiti o la consultazione - spiega
la docente Mariangela Toselli,
autrice del progetto con l’ex dirigente Felice Arlotta (oggi sostituito da Patrizia Grillo) -.
Questo non significa che penne
e carta saranno abbandonati:
la tecnologia sarà usata come
un compendio, utile a sviluppare le conoscenze dei ragazzi».
La consegna dei tablet si
terrà domani, alle 16, nella sede della scuola, con una piccola
cerimonia.
[D. P.]
pagina 52
“Questo è il paradosso
del pronto soccorso
Declassato costa di più”
Chiesto un incontro
a Regione e Asl per
attivare il servizio
com’era prima
Il declassamento del pronto
soccorso dell’ospedale di Ovada in «punto di primo intervento a 24 ore», nella primavera del 2013, invece che rappresentare un risparmio per
la Sanità piemontese non ha
fatto che generare altri costi.
Motivo per cui ci sarebbero le
condizioni per chiedere la
riattivazione del servizio.
E’ questo, in sintesi, il pensiero del gruppo di minoranza
Essere Ovada, rappresentato
in consiglio da Mauro Rasore
(che conosce bene la materia,
essendo medico) e da Annamaria Gaggero, che ieri in un
nota hanno chiesto la convocazione urgente di un incontro tra il sindaco Paolo Lantero, il direttore generale dell’Asl, Paolo Marforio, e il nuovo assessore regionale alla
Sanità, Antonio Saitta, «per
verificare la possibilità di
mantenere una piattaforma di
pronto soccorso nell’ospedale
della nostra città e trovare alla svelta soluzioni concrete
volte a migliorare la funzionalità dei presidi sanitari locali».
Di fronte ai conti in rosso
della sanità regionale (proprio l’altro giorno a Palazzo
Lascaris è stato chiarito che
mancano all’appello circa 20
milioni di euro per coprirne i
costi) e al rischio che ai piccoli
ospedali possano essere richiesti nuovi sacrifici, non
sembra il momento migliore
per avanzare pretese. Ma Rasore e Gaggero è proprio sul
fattore economico che accendono i riflettori: «E’ fuori discussione che alcune emergenze necessitano di ospedali in rete, di stabilizzare il paziente e
trasferirlo in nosocomi più attrezzati. Ma è altrettanto vero
che molti casi potrebbero rimanere in osservazione e poi essere dimessi a Ovada. La gente
non viaggia dentro cavi a fibre
ottiche ma con ambulanze e
personale sanitario, per poi
magari essere riportata al punto di partenza. Non sono anche
questi costi che potrebbero essere evitati? Senza parlare del
possibile e quasi inevitabile collasso del 118, nonché del superlavoro delle strutture vicine,
con personale ormai esausto.
Se al momento dell’accesso al
pronto soccorso fosse garantito un primo approccio corretto
del paziente si consentirebbe di
evitare pesanti costi».
D’accordo con la posizione di
Essere Ovada è anche il sindaco Lantero che rivendica però
un ruolo da promotore del possibile vertice con la Regione
piuttosto che quello di semplice
interlocutore: «A dire il vero, è
stato proprio in un recente incontro tra me e Rasore che è
nata l’idea di aprire una discussione sulla restituzione a Ovada del pronto soccorso. Crediamo di avere motivazioni abbastanza forti per essere ascoltati
e siamo pronti ad avanzare richieste precise. Abbiamo diverse idee su come immaginiamo il futuro dell’ospedale e l’incontro con Saitta, se andrà in
porto, sarà l’occasione per metterle sul piatto».
[D. P.]
SILVANO. IL PROGRAMMA DEI LABORATORI ARTISTICI
Cercansi gli interpreti
per allestire un musical
Aspiranti cantanti e attori
cercasi, a Silvano, per il nuovo
laboratorio Let’s musical!, che
permetterà ai ragazzi tra 10 e
14 anni di portare in scena un
vero musical sotto la supervisione di Giulia Cacciavillani e
dell’affermato – e giovane –
regista ovadese Tobia Rossi.
E’ questa la novità principale della ricca offerta di corsi della Soms di Silvano che
ripartiranno con l’arrivo dell’autunno. «Ce ne sarà per
tutti i gusti – spiegano dall’associazione -. I bambini da 2 a
6 anni potranno imparare
l’inglese con musica e movimento al laboratorio Kindermusik - Abc Music&Me. Poi
sono in programma il laboratorio di canto Bimbi in coro, per
chi ha più di 5 anni, e Orchestrando (7 – 11 anni), per imparare a suonare strumenti come
flauto, clarinetto, sax, tromba e
trombone, o partecipare a lezioni individuali o a gruppi di
chitarra, piano e canto. In questo caso si partirà a ottobre,
con lezioni ogni martedì».
Gli strumenti verranno dati
in comodato d’uso gratuito.
Agli adulti è invece riservato il
laboratorio di teatro di Tobia
Rossi. Info all’open day del 25
settembre, alle 16 (quello di Orchestrando è invece il 19), oppure contattare i numeri
339.8203206 o 339.3393169. [D. P.]
Sanità Socio-Assistenziale
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LA STAMPA
GIOVEDÌ 11 SETTEMBRE 2014
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Asti .41
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“L’ospedale di Nizza sarà completato”
La nuova sede di riferimento per la valle Belbo “servirà soprattutto per le diagnosi semplici e le convalescenze”
Viabilità: non ci sono i soldi per la tangenziale di Calliano, per il completamento della Asti-Cuneo resta il nodo di Alba
FULVIO LAVINA
TORINO
EDIFICI DISMESSI
Quando si siede al tavolo tira
fuori dalla tasca della giacca
un quadernetto dalla copertina nera con la scritta «Lavori in corso». E non può essere diversamente dopo i primi cento giorni, per il presidente della regione Sergio
Chiamparino. Torinese, dimostra di conoscere bene
problemi, luoghi e persone di
questo Piemonte e dell’Astigiano in particolare, di cui ricorda con orgoglio le origini
(la nonna materna era di Portacomaro, paese dove torna
spesso in visita ai parenti).
Tanto che alla fine si lascia a
una battuta: «Gli astigiani
che vogliono di più? Hanno il
Papa e il presidente della Regione».
A proposito di «lavori in corso» ci sono quelli che si sono
invece fermati nel cantiere
del nuovo ospedale della
Valle Belbo a Nizza. Cantiere
che aspetta 12 milioni di euro da Torino.
«Ne ho parlato con l’assessore Saitta l’altro giorno. Sarà
sicuramente completato».
Il progetto iniziale parlava
di un ospedale con reparti e
ambulatori.
Chiesto
un incontro
con Saitta
Il chiostro dell’ex ospedale
REPORTERS
Il forum
Il presidente della Regione Chiamparino con il direttore Mario Calabresi e i giornalisti de La Stampa all’incontro in redazione
aspettano che si dia il via libe-
«La nuova filosofia, obbligata
ra alla tangenziale che evitedalle contingenze di bilancio,
rebbe l’attraversamento del
è che non si può “avere tutto
paese da parte dei mezzi pesotto casa”. Credo che tutti
santi sulla Asti-Casale.
noi preferiremmo farci cura- «Conosco bene il problema, so
re in un posto che garantisca che se trovi un camion sulla sala massima sicurezza. A fian- lita di Calliano vai avanti in
co delle grandi strutture spe- prima. Però il fatto è che i soldi
cializzate ci posono essere gli non ci sono più».
ospedali di “coC’è poi la grande
munità”, per le
UNESCO i n c o m p i u t a :
diagnosi semIl
«Ci sarà una regia l’Asti-Cuneo.
plici e le convanodo resta l’atcomune per evitare traversamento di
lescenze».
Nella sua Portacomaro
Lei qualche giorno fa ha ricevuto una delegazione di
amministratori e abitanti di
Calliano. Da oltre 10 anni
al collegamento per il nuovo
ospedale di Verduno che servirà Alba e Bra. E prima di parlare di rinnovo delle Concessioni autostradali verifichiamo se sono stati mantenuti gli
impegni pregressi».
Cultura e turismo, due carte
importanti per un territorio
che è appena stato riconosciuto patrimonio dell’Unesco.
Foto ricordo con amici e parenti
1 Una recente visita a Portacomaro di Sergio Chiamparino,
qui in un bar del paese, con il cugino Guido Berruti (a destra), il
sindaco Valter Pierini (a sinistra) e alcuni amici. Fino a pochi anni
fa, il presidente della Regione trascorreva le vacanze a casa della
nonna materna Emilia Berruti, in frazione Valle Berruti tra Portacomaro e Migliandolo.
Rimanendo nei trasporti, an-
Rassegna del 11 settembre.pdf
che nell’Astigiano ci sono linee ferroviarie dismesse...
«Sono linee sospese e non
chiuse. Io non sono convinto
che siano da cancellare. La
questione sta nel non fare doppioni con il trasporto su gomma tenendo conto che entrambi hanno bisogno del sostegno
pubblico. E quand’anche non
facessero più correre i treni
quei binari potrebbero essere
trasformati in piste ciclabili o
in una sorta di tramvia: ci sono
dei progetti interessanti.
Sul vecchio di disperdere le forze» Alba.
«Ripeto quanto
ospedale di
Asti la Regione (vedi box a ho detto a un gruppo di parlafianco) sarà presto chiama- mentari piemontesi: la società
ta a confrontarsi con Asl e realizzi subito la tangenziale
Alba-Cherasco indispensabile
Comune.
«E’ un immobile in una zona
centrale e appetibile, credo
che una soluzione si troverà».
Un incontro in tempi
brevi con l’assessore regionale alla sanità Saitta
per fare il punto sugli immobili dismessi dell’Asl. La richiesta parte
dai vertici dell’azienda
sanitaria (il direttore generale Valter Galante e
quello amministrativo
Massimo Corona) e dal
Comune (vicesindaco
Arri e assessore Vercelli). Comune e Asl si sono
trovati per decidere come procedere dopo che
anche la seconda asta di
vendita degli immobili
(ex ospedale, Mutua di
via Orfanotrofio e Maternità) è andata deserta. Il
prezzo d’asta era stato ribassato da 31 a 23 milioni,
cifra giudicata ancora
troppo alta dal mercato.
Spiega Arri: «Vorremmo
proseguire nella ricerca
di operatori interessati
all’acquisto di questo importante comparto immobiliare pubblico, in
modo da favorirne nei
tempi più celeri possibili
il suo pieno riutilizzo». Di
qui il confronto con la Regione che a suo tempo
aveva prestato all’Asl 20
milioni di euro per la realizzazione del Massaja,
che sarebbero dovuti
rientrare dalla vendita
degli immobili dismessi.
1
pagina 53
«Sull’Unesco servirà una regia
comune. So già di iniziative
che si vogliono fare qua e là occorrerà fare in modo che si lavori insieme per non vanificare i risultati. D’altra parte il riconoscimento di per se non
porta nulla se non si fa qualcosa».
Sanità Socio-Assistenziale
Torino
“I direttori delle Asl possono avere interesse a
tagliare fuori il Csi”
Il presidente: “Monferino aveva il mito del libero mercato così l’informatizzazione della sanità
è un bel minestrone”
SARA STRIPPOLI
LA POLITICA di Paolo Monferino sugli appalti era pura «miopia». «D’altronde lui aveva il mito del libero mercato.
Ha dato il “liberi tutti” alle aziende, dove i direttori possono avere loro interessi». Davide Zappalà è il presidente del
Consorzio informatico che da anni è in cerca d’identità all’interno della sanità regionale. Zappalà, centrodestra e
presidente in scadenza fra un mese («Conosco lo spoils system e non ho intenzione di candidarmi con una Regione
guidata da Sergio Chiamparino »), non ha molte remore a definire l’informatizzazione della sanità «un gran minestrone,
un enorme pasticcio». I direttori di azienda non dovrebbero poter fare scelte autonome sull’informatizzazione, incalza
«le decisioni dovrebbero spettare alla Regione che avrebbe il compito di intervenire in termini di sistema », dice,
mostrando di condividere la tesi espressa ieri su Repubblica da Antonio Saitta. Zappalà è arrivato al Csi dopo che la
vicenda dell’appalto dell’Asl To3 — 46 milioni di euro per nove anni per l’informatizzazione quando il Csi si offriva di
realizzare il progetto per 36 milioni — era chiusa. Dice però che al di là di singoli casi, la situazione è un caos: «Noi
non possiamo partecipare alle gare ma l’Asl di Biella ci ha appena dato un incarico diretto e altre aziende lo fanno. Il
risultato è che si procede a macchia di leopardo senza alcun criterio. Il Csi dovrebbe avere gli appalti
sull’informatizzazione in affidamento diretto, perché se è vero che in alcuni casi il prezzo può essere leggermente più
alto, le economie di scala che si avrebbero sarebbero evidenti ». Saitta comunque non si preoccupi, aggiunge: «Il Csi
può assicurare senza ombra di dubbio di poter garantire prezzi in linea con il mercato».
Il direttore del Csi Ferruccio Ferranti, da una anno alla guida del Csi, tenta di guardare al futuro ma conferma che il Csi
viene scelto ancora da poche aziende: «Degli 85 milioni spesi lo scorso anno per l’informatizzazione al Csi ne sono
andati solo 25, la maggioranza pertanto degli appalti è messa a gara con assegnazioni a privati. Di recente abbiamo
avuto appalti da alcune aziende, Cuneo, Asti e Biella. E stiamo lavorando al Svoracup per l’Asl To1 di Torino».
Secondo il direttore, negli ultimi mesi della precedente giunta (era Pichetto- Cavallera, per intenderci) e nei primi mesi
dell’amministrazione di Sergio Chiamparino i segnali sono confortanti: «Mi pare che Fulvio Moirano nei colloqui con i
direttori generali che ha avuto nei giorni scorsi abbia anche toccato il tema degli appalti. Penso che si stia andando nella
direzione giusta. Il problema è che la situazione piemontese è peggiore di quella di molte altre regioni italiane. Qui
abbiamo 780 applicazioni diverse, le aziende non sono in grado di dialogare, per anni ognuna è andata per proprio
conto».
Ieri, durante il Tg serale del Grp Piemonte, sulla vicenda dell’appalto milionario è intervenuto anche l’ex-assessore
regionale all’innovazione Massimo Giordano. La sua ricostruzione confermerebbe che la giunta aveva deciso di
fermare l’assegnazione alla Dedalus per 46 milioni. «Su quella gara, febbraio 2013, avevo fatto fuochi e fiamme in
giunta e alla fine era stata approvata una delibera di revoca dell’appalto. Pochi giorno dopo, a seguito dell’inchiesta che
mi aveva coinvolto, mi sono dimesso. Pensavo che quella delibera sarebbe stata eseguita. Scopro adesso che invece è
andata avanti».
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Zappalà: la Regione dovrebbe intervenire in termini di sistema, noi garantiamo forti risparmi
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LA STAMPA
GIOVEDÌ 11 SETTEMBRE 2014
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Cronaca di Torino .41
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“La sanità in situazione drammatica”
L’allarme di Saitta: “Altri 60 milioni di buco dalle Asl, o nel 2015 si uscirà dal piano di rientro o salta tutto”
Polemica la minoranza in Consiglio: “La giunta di centrodestra aveva lasciato i conti in regola e in pareggio”
ALESSANDRO MONDO
Eterologa
LA SVOLTA
a notizia, comunicata da Antonio
Saitta a margine
della seduta del
Consiglio regionale, è stata confermata dall’interessato durante le comunicazioni in aula. E non è
di quelle buone.
L
Un “segretario”
per governare
la macchina
Nuovo buco
I conti della sanità continuano a franare. Nemmeno il
tempo di riaversi dalla comunicazione di due giorni fa, 20
milioni di scoperto emersi
durante l’approvazione dei
bilanci 2012 delle Asl piemontesi, ed ecco che la cifra
aumenta di tre volte. Conferma l’assessore regionale alla
Sanità: «Nulla che non ci
aspettassimo, non a caso la
Regione è sottoposta al piano di rientro concordato con
il governo. Ma dalla ricognizione dei bilanci delle Asl, in
questo caso parliamo del
2013, emergono altri milioni
scoperti». Quanti? «Una cifra significativa, intorno ai
60 milioni».
Un’altra doccia fredda.
Chissà cosa riserveranno i
conti del 2014 se è vero che, in
base alle prime stime, non si
trova conforto neppure nei
primi sei mesi di quest’anno: il
«rosso», lo scoperto, si aggirerebbe attorno ai 40 milioni.
Complessivamente stiamo
parlando di oltre 100 milioni.
Da qui la sorpresa, manifestata dallo stesso Chiamparino, evidentemente spiazzato
dalle voci poi tramutatesi in
comunicazione ufficiale. «Ma
come? Non eravamo rimasti a
20 milioni di scoperto?», aveva domandato ai cronisti nel
primo pomeriggio.
L’allarme di Saitta
Insomma: una situazione
drammatica. Quanto basta
per spingere Saitta a predire
che o nel 2015 si uscirà dal
piano di rientro oppure la sanità subalpina salterà: alla
stregua di un’impresa insolvente costretta a portare i libri in Tribunale. La dimostrazione, se non altro, che finora
Il Consiglio regionale ha approvato a larga
maggioranza il disegno
di legge, proposto dall’assessore al personale
Ferraris, che prevede
l’introduzione della figura del segretario generale della giunta: contrario al gran completo il
Movimento 5 Stelle. Tra
i compiti della nuova figura apicale, voluta da
Chiamparino, il coordinamento delle direzioni
regionali. La nomina,
circolano i nomi di Bolatto, Bertolino e Vaciago, avverrà con un bando ad hoc. Sul fronte occupazionale, è stato sottoscritto un accordo per
stabilizzare il restante
personale precario della
Regione a decorrere dal
1° ottobre 2014.
1
Bilanci nel mirino
I controlli sui bilanci delle Asl stanno portando a scoperte
piuttosto pesanti dal punto di vista finanziario
Oms
Modello Molinette
per il Mediterraneo
1 L’ O r g a n i z z a z i o n e
Mondiale della Sanità ha
scelto la Città della Salute
di Torino e il Centro per
l’Epidemiologia e la Prevenzione Oncologica della
Regione Piemonte, diretto
dal dottor Nereo Segnan,
come riferimento italiano
per la diagnosi precoce e
gli screening del cancro,
definendo un programma
di collaborazione per i
prossimi 4 anni. Oggi, alle
13, nell’Aula Magna delle
Molinette, si discuterà delle diverse strategie di controllo dei tumori nei Paesi a
basso e medio reddito.
non sono bastati il controllo sui
conti e i reiterati moniti ai direttori regionali delle Asl, messi sotto stretta osservazione.
L’altra faccia della medaglia,
secondo l’assessorato di corso
Regina Margherita, è proprio
la trasparenza dei conti: l’approvazione dei bilanci 2012
vuole essere, oltre che un atto
dovuto, un segnale di buona volontà diretto al governo. Della
serie: ora non si gioca più a rimpiattino con i numeri.
Minoranza all’attacco
Anche così, non sono mancati i
contraccolpi in Consiglio, che
ieri si è riunito per la prima volta dopo la pausa estiva. Fa fede
la presa di posizione di Gilberto Pichetto, oggi capogruppo di
Forza Italia in Regione, l’uomo
che fino a pochi mesi fa sovrintendeva con Ugo Cavallera i
conti dell’ente: compresa la Sanità. «Guardando al passato,
come fa il neo assessore, mi
verrebbe spontaneo e troppo
facile ricordare che quando il
governo era in mano a Bresso il
disallineamento annuale era
pari a oltre 500 milioni - attacca Pichetto -. Ma quello che
conta è che la giunta di centrodestra aveva lasciato i conti in
regola e in sostanziale pareggio e il piano di rientro, che ricordo è caratterizzato da criteri di progressivo allineamento,
funzionava come dimostrato
anche dai dati comunicati da
Saitta. Era prevedibile insomma un minimo di divaricazione
della spesa».
Dello stesso avviso il capogruppo della Lega Nord, Gianna Gancia: «Per la sanità piemontese la strada era tracciata, Cota ha lasciato conti in ordine per la prima volta dopo
anni in equilibrio finanziario.
Ora a deragliare è la politica
del centrosinistra».
Eterologa, sono quattro
i centri autorizzati
pronti a partire lunedì
Domani s’insedia
il Comitato
scientifico guidato
da Moirano
ELISA BARBERIS
Dopo la Toscana, anche il
Piemonte è pronto a scrivere
una nuova pagina sulla fecondazione eterologa. La data di
svolta è fissata: lunedì 15 settembre l’assessore alla Sanità Antonio Saitta porterà all’esame della giunta la delibera che recepisce l’intesa delle
Regioni italiane raggiunta la
scorsa settimana a Roma, poi
si potrà partire. Certo, avvisa, i tempi tecnici non saranno brevi: nonostante nell’incontro con gli altri governatori siano state definite le linee guida generali, le questioni – pratiche e bioetiche –
da definire nelle prossime
settimane sono molte.
Chi può donare
A cominciare dall’elenco dei
donatori, che dovranno presentarsi spontaneamente nei
centri di raccolta, non potranno donare più di dieci gameti e
saranno «schedati» su base
nazionale.
Toccherà adesso al Comitato scientifico, che si insedierà domani mattina, sciogliere i nodi ancora irrisolti e
dare indicazioni più precise
per chi voglia mettersi in lista il prima possibile. L’équipe, presieduta dal nuovo direttore regionale della Sanità
Fulvio Moirano, sarà composta dai direttori sanitari e dai
responsabili dei tre centri
pubblici di procreazione me-
dicalmente assistita – il Sant’Anna e il Maria Vittoria di Torino e l’Ospedale Civile di Fossano – insieme a un biologo e
un genetista. Saranno loro a vigilare sulla qualità e l’applicazione nelle tre strutture ad oggi autorizzate in Piemonte, a
cui se ne aggiunge una quarta:
si tratta del centro Promea di
Torino, accreditato fino al terzo livello.
Monitoraggio
Compito della squadra sarà soprattutto monitorare gli eventuali problemi che nasceranno e
rispondere alle domande più importanti: quali tutele si daranno
al nascituro? Come sarà gestito
il Registro dei donatori? Quanto
costerà ai futuri genitori tutta la
procedura? Su questo fronte, in
particolare, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin si è già
impegnata a verificare la possibilità di inserire nei Lea nazionali le spese. «Noi però speriamo
che si possa giungere a stabilire
un ticket fisso che valga in tutta
Italia e si aggiri intorno ai 500600 euro», precisa Saitta. Dell’ipotesi di uniformare il prezzo
di questa prestazione sanitaria
se ne parlerà, infatti, di nuovo a
Roma il 26 settembre.
Le richieste
Intanto, nonostante decine di richieste siano già pervenute sia
al Sant’Anna sia negli altri centri
pubblici e privati, l’impressione
dell’assessore è che finché il
quadro non sarà chiaro a tutti gli
operatori, non ci si potrà aspettare grandi numeri: «Resta da
capire dove trovare e come distribuire le risorse a disposizione per far partire, e partire bene,
l’eterologa. Non ci interessa arrivare prima: vogliamo dare una
risposta vera a un diritto che deve essere garantito a tutti».
Torino
LA POLEMICA
Saitta: fino a 100 milioni il debito della
sanità Pichetto: “Dà solo numeri”
IBUCHIdella sanità crescono e altri pesanti sacrifici si affacciano all’orizzonte per
il futuro. Le perdite create dai bilanci delle aziende sanitarie negli anni 2012 e
2013 salgono a 100 milioni di euro. E ancora mancano all’appello i conti del 2014
che si conosceranno soltanto ad aprile del prossimo anno. Ne ha parlato ieri in aula
a Palazzo Lascaris l’assessore alla sanità Antonio Saitta. Dopo aver approvato in
giunta lunedì i bilanci del 2012 che evidenziano una perdita di 6 milioni per le
aziende sanitarie e gli ospedali ai quali bisogna però sommare circa 10 milioni
della Città della Salute, (il saldo esatto si conoscerà solo il 20 settembre). Nelle
ultime ore l’esame dei bilanci del 2013 coordinato dal tecnico Agenas Thomas
Schael conferma «che quei 16-20 milioni di perdita si sono triplicati nel 2013».
Cresce dunque a ottanta milioni, ma potrebbe appunto salire fino a 100, il totale
delle perdite solo nel biennio 2012-2013. «Chiuderemo questa verifica entro
ottobre chiarisce l’assessore - poi ci sarà da affrontare il nodo del 2014, anno per il
quale le perdite del primo trimestre erano fra i 30 e i 40 milioni. Nell’ultimo
periodo, in cui non c’era quasi più governo, i controlli si sono allentati e questo è il
risultato». L’ex-vicepresidente della Regione e capogruppo di Forza Italia Gilberto
Pichetto contrattacca: «L’assessore alla sanità continua dare numeri ma ancora
nessuna soluzione. Così bilancio e sanità rischiano di deragliare. Le revoche delle
delibere da parte dell’attuale giunta, i me- si di vacatio del periodo elettorale e i
mesi seguenti possono aver dato spazio ad un “liberi tutti” sulla spesa sanitaria e
siamo molto preoccupati per il futuro». E mentre Aldo Reschigna si mette le mani
nei capelli e conferma che solo nel 2015 si potrà tentare di recuperare, Antonio
Saitta si mostra abbastanza ottimista ma sferza i direttori generali: «Non ci sono
rischi di commissariamento e restiamo convinti di poter uscire dal piano di rientro
entro il 2015. Adesso abbiamo i conti esatti che prima mancavano, non sapevano a
quanto ammontasse la perdita ma sapevamo che c’era».
(s. str.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Le prime cifre del biennio 2012/2013 L’assessore: senza governo meno controlli
Antonio Saitta