MESSINA Nuovo formato - Basilica S. Antonio

L’Araldo di S.Antonio
Anno CVI - N. 5 Giugno/Luglio 2014
Periodico di cultura religiosa e informazione
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Decennale della Canonizzazione
di Sant’Annibale Maria Di Francia
BENOZZO GOZZOLI - Madonna e Bambino con Angeli
Annibale Maria Di Francia
e la devozione a Maria
Nel decennale della canonizzazione
di S. Annibale
ricordiamo la sua straordinaria
devozione mariana,
lasciata in eredità ai suoi figli.
Giusto dieci anni fa, il 16 di maggio 2004, il
novello santo Papa Giovanni Paolo II proclamava
ufficialmente Annibale Maria Di Francia santo. Si
trattava di un traguardo tanto atteso dai Rogazionisti e dalle Figlie del Divino Zelo, ma anche
da tantissimi devoti e fedeli, che avevano avuto
modo di conoscere la grande figura dell’apostolo delle vocazioni e del padre degli orfani e dei
poveri, così come lo definì Papa Giovanni Paolo
II, proponendolo alla devozione e al culto della
Chiesa universale.
Ma se dovessimo domandare a S. Annibale
qual è stato il segreto della sua santità, la risposta sarebbe semplice e immediata. Peraltro lui
stesso l’ha scritto più volte. Il segreto di ogni
santità è l’amore tenero e sincero verso la Madre
di Gesù. E così scopriamo che la devozione a
Maria è uno dei capisaldi della vita cristiana e sacerdotale del nostro Fondatore.
Nessuna meraviglia quindi, perché «l’amore tenero, profondo, dolce, soave verso
la Gran Madre di Dio Maria SS. – scrive Annibale Maria Di Francia – è quella fiamma di
amore che forma i santi, quella fiamma che
non può discompagnarsi dall’amore di Dio
e senza la quale nessuna grazia del Signore
può ottenersi. L’immacolata Signora si è
Colei che forma l’amore di tutti i predestinati».
Egli perciò esortava: «Considerate spesso
le grandezze di Maria, mettetevi dinanzi
agli occhi l’esempio dei santi, dei quali nessuno sarebbe stato santo se non fosse stato
particolarmente devoto della gran Madre
di Dio, per cui S. Luigi Montfort scriveva
che la devozione a Maria SS. è segreto di
santità».
Parlando ai seminaristi esclamava: «Oh, se
io potessi sapere chi è tra questi chierici il
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più fervente amante della SS. Madre di Dio,
io vorrei stringerlo al cuore, felicitarmi con
lui, vorrei quasi venerarlo come un futuro
santo, come uno che diverrà certamente
uno zelante ministro del Signore, un apostolo di fede e di carità, un salvatore di anime!».
Quali slanci di amore alla Madonna troviamo negli scritti di S. Annibale: «Maria! Questo
solo nome è una musica dolcissima, che acquieta le tempeste del cuore, è un balsamo
soavissimo, che dolcifica lo spirito più oppresso ed amareggiato». «Dolce e soave è il
parlare di Colei, il cui nome è un favo di
miele, la cui venerata immagine rapisce il
cuore, la cui divina ricordanza fa languire
d’amore».
Una preghiera sempre attuale per la vita della Chiesa
e la salvezza delle anime, raccomandata dallo stesso Signore Gesù,
riscoperta da Sant’Annibale Maria Di Francia,
che ne divenne l’apostolo e uno zelante e straordinario divulgatore:
La preghiera per le vocazioni
nell’insegnamento e nell’esortazione di Papa Francesco
Il Vangelo racconta che «Gesù percorreva
tutte le città e i villaggi … Vedendo le folle, ne
sentì compassione, perché erano stanche e sfinite
come pecore che non hanno pastore. Allora disse
ai suoi discepoli: “La messe è abbondante, ma
sono pochi gli operai! Pregate dunque il Signore della messe, perché mandi operai nella sua messe”» (Mt 9,35-38). Queste parole ci
sorprendono, perché tutti sappiamo che occorre
prima arare, seminare e coltivare per poter poi, a
tempo debito, mietere una messe abbondante.
Gesù afferma invece che «la messe è abbondante». Ma chi ha lavorato perché il risultato fosse tale? La risposta è una sola: Dio.
Evidentemente il campo di cui parla Gesù è
l’umanità, siamo noi. E l’azione efficace che è
causa del «molto frutto» è la grazia di Dio, la comunione con Lui (cfr Gv 15,5). La preghiera
che Gesù chiede alla Chiesa, dunque, riguarda la richiesta di accrescere il numero di coloro che sono al servizio del suo Regno. San
Paolo, che è stato uno di questi “collaboratori di
Dio”, instancabilmente si è prodigato per la causa del Vangelo e della Chiesa.
Con la consapevolezza di chi ha sperimentato personalmente quanto la volontà salvifica
di Dio sia imperscrutabile e l’iniziativa della grazia sia l’origine di ogni vocazione, l’Apostolo ricorda ai cristiani di Corinto: «Voi siete campo di
Dio» (1 Cor 3,9). Pertanto sorge dentro il nostro
cuore prima lo stupore per una messe abbondante che Dio solo può elargire; poi la gratitudine per un amore che sempre ci previene; infine
l’adorazione per l’opera da Lui compiuta, che richiede la nostra libera adesione ad agire con Lui
e per Lui.
Anche oggi Gesù vive e cammina nelle nostre realtà della vita ordinaria per accostarsi a
tutti, a cominciare dagli ultimi, e guarirci dalle
nostre infermità e malattie. Mi rivolgo ora a coloro che sono ben disposti a mettersi in ascolto
della voce di Cristo che risuona nella Chiesa, per
comprendere quale sia la propria vocazione. «Vi
invito ad ascoltare e seguire Gesù, a lasciarvi trasformare interiormente dalle sue parole che «sono spirito e sono vita» (Gv 6,62).
Maria, Madre di Gesù e nostra, ripete anche
a noi: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela!» (Gv 2,5).
Vi farà bene partecipare con fiducia ad un cammino comunitario che sappia sprigionare in voi e
attorno a voi le energie migliori. La vocazione è
un frutto che matura nel campo ben coltivato
dell’amore reciproco che si fa servizio vicendevole, nel contesto di un’autentica vita ecclesiale.
Nessuna vocazione nasce da sé o vive per se
stessa. La vocazione scaturisce dal cuore di
Dio e germoglia nella terra buona del popolo fedele, nell’esperienza dell’amore fraterno.
Non ha forse detto Gesù: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore
gli uni per gli altri» (Gv 13,35)?
(PAPA FRANCESCO: Messaggio per la 51ma Giornata
Mondiale di Preghiera per le Vocazioni 2014)
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La canonizzazione di due papi, probabilmente i più amati del secolo scorso,
di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II ce li fa ammirare in un unico quadro
di festa e di gloria. Per ognuno di essi vogliamo qui riportare
qualche testimonianza, quasi una caratteristica,
con la quale sono rimasti nel cuore e nella mente dei fedeli.
Per Giovanni XXIII il rapporto singolare e tenero per i bambini.
Per Giovanni Paolo II la testimonianza straordinaria di chi meglio
lo ha conosciuto e servito, Papa Ratzinger.
Papa Giovanni XXIII
e i bambini
Gli incontri del Papa Buono con i bambini
sono rimasti famosi. Quando visitò quelli degenti all’Ospedale del Bambin Gesù, si sentì chiamare da un piccolo degente: “Vieni qui, Papa, vieni
qui, Papa”. Si avvicinò al lettino e chiese: “Come
ti chiami?”. “Angelo, Papa”. “Vedi, caro piccino, una volta mi chiamavo anch’io Angelo, ma
da qualche giorno mi hanno fatto cambiare il
nome... Adesso mi chiamo Giovanni”. In un’altra corsia dello stesso ospedale un fanciullo diventato cieco gli disse: “Io lo so che tu sei il Papa, ma non ti posso vedere. Però ti voglio un
mondo di bene lo stesso”. Negli occhi di Papa
Giovanni spuntarono due lacrime e forse per la
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prima volta rimase senza parola. Ma l’episodio
più commovente fu quello dell’udienza concessa alla bambina americana condannata dalla
leucemia, che aveva espresso il desiderio di vedere il Papa prima di morire. La bimba indossava
l’abitino bianco della prima Comunione e, con le
sue guance rosee e paffute, sembrava sanissima,
ma poteva a malapena reggersi.
Papa Giovanni le andò incontro, la prese
per mano e la fece sedere accanto a sé. Poi “parlarono insieme“ per circa tre quarti d’ora: cosa si
siano detti in quel lunghissimo tempo, un tempo
che il Papa dedicava raramente anche alle maggiori personalità, resta un mistero; tanto più se si
pensa all’inglese approssimativo di Papa Giovanni e al poco comprensibile “slang“ della bambina americana. Ma le anime, semplici e sante,
quella del Papa e quelle dei bambini, si comprendono anche senza tanti discorsi.
Benedetto XVI racconta Giovanni Paolo II
“sapevo che era Santo”
Karol Wojtyla e Joseph Ratzinger si incontrarono per la prima volta durante il conclave che elesse poi Giovanni Paolo I e, come racconta Benedetto XVI, «ho provato sin dall’inizio
una grande venerazione e una cordiale simpatia
per il Metropolita di Cracovia. (…) Percepii subito con forza il fascino umano che egli emanava
e, da come pregava, avvertii quanto fosse profondamente unito con Dio».
Durante il Concilio entrambi avevano collaborato «alla Costituzione sulla Chiesa nel
mondo contemporaneo», ma in sezioni diverse
e quindi non si erano mai incontrati. In seguito
all’elezione di Wojtyla a Papa, invece, i due religiosi strinsero un rapporto molto stretto, che cominciò con la nomina di Ratzinger a prefetto
della Congregazione per l’educazione cattolica e
in seguito, nel 1981, a prefetto della Congregazione della dottrina della fede: «Accettai l’incarico, ben conscio della gravità del compito, ma sapendo anche che l’obbedienza al Papa esigeva
ora da me un “sì”».
Fondamentali, spiega Benedetto XVI, furono le delucidazioni di Giovanni Paolo II, che
«aveva vissuto la schiavizzazione operata da
quella ideologia marxista che faceva da madrina
alla Teologia della liberazione». La vita delle
comunità cristiane in Polonia aveva mostrato a
Wojtyla «che la Chiesa deve veramente agire per
la libertà e la liberazione non in modo politico,
ma risvegliando negli uomini, attraverso la fede,
le forze dell’autentica liberazione. Il Papa ci
guidò a trattare entrambi gli aspetti: da un
lato a smascherare una falsa idea di liberazione, dall’altro a esporre l’autentica vocazione della Chiesa alla liberazione dell’uomo».
«Che fosse un santo, negli anni della
collaborazione con lui mi è divenuto di volta in volta sempre più chiaro. C’è innanzitutto da tenere presente naturalmente il suo im-
menso rapporto con Dio, il suo essere immerso
nella comunione con il Signore». Erano queste
le fonti della sua letizia: «Giovanni Paolo II non
chiedeva applausi, né si è mai guardato intorno
preoccupato di come le sue decisioni sarebbero
state accolte. Egli ha agito a partire dalla sua fede e dalle sue convinzioni, ed era pronto anche
a subire colpi. Il coraggio della verità è ai miei
occhi un criterio di primo ordine della santità. Solo a partire dal suo rapporto con Dio è
possibile capire anche il suo indefesso impegno
pastorale. Si è dato con una radicalità che non
può essere spiegata altrimenti».
Ratzinger racconta un episodio che spiega
bene la totale dedizione all’impegno di Giovanni Paolo II: durante la prima visita in Germania,
nell’80, il pontefice si trovò ad avere una pausa
a mezzogiorno più lunga del solito: «Durante
quell’intervallo mi chiamò nella sua stanza»,
spiega Benedetto XVI, «lo trovai che recitava il
Breviario e gli dissi: “Santo Padre, lei dovrebbe
riposare”; e lui: “Posso farlo solo in Cielo”».
L’Araldo di S.Antonio 5
Vincenzo Crisanti CND
Antonio e Assunta Orlando con Nipote Luca CND
Preghiera a Sant’Antonio
Ricordatevi, oh! ricordatevi, miracoloso Santo che voi non avete mai lasciato di aiutare a
consolare chi vi ha invocato nelle sue necessità! Animato io da una grande confidenza e dalla certezza di non pregare invano, a voi ricorro che siete tanto ricco di grazie e tanto caro a
Gesù. Eloquente predicatore dell'infinita misericordia di Dio, non rifiutate la mia preghiera, ma fate che essa giunga con la vostra intercessione al trono di Dio e ottenetemi dalla Sua
bontà la grazia che ardentemente vi chiedo, se è per il bene dell'anima mia......(qui si chieda la grazia desiderata). Nelle mani dei sacerdoti che zelano l’onore del vostro Santuario in
Messina e degli Orfanelli affido questa mia umile supplica. Essi pregheranno per me con
amore. Nel nome del Padre, del Figliolo e dello Spirito Santo. Così sia.
Ringraziano il Santo
Ricordiamo
i nostri defunti
DALL’ITALIA: Nava Irene – Sofi Arduino Giacoma –
Caleca Francesca – Scuderi Iolanda – Nicosia Ettore –
Cerra Ungheri Maria – Pacini Antonio – Lavorato
Maria Piera e Maria Grazia – Messina Camilla Grasso
– Germanino Augusto – Caserta Guglielma – Di
Domenico Barberi Anna Maria – Contini Orestina –
Stanzù Nicolò – Tomarchio Alda e Franco – Ancona
Antonina – Cottone Giacalone Annita – Solinas Nunziata – Porta Adriana e Maddalena – Cama Vincenzo
e Pina – Tegano Idone Carmela.
DALL’ESTERO: Theresa Fay – Albina Zoncu – Antonia
Colaluca – Consiglio Fara – Michelle Van Dorn – Angela Parisi – Carmen Floretta.
Giuseppa Albuono
SEGNALAZIONE
◆ Segnaliamo il libro: “Delle cinque piaghe del Cosmo”, di
Giuseppe Arrè pubblicato da Schena Editore. Tema centrale del
testo sono le 5 piaghe, che l’Autore identifica rispettivamente
nel 1) Nulla; 2) Ignoranza; 3) Menzogna; 4) Confusione; 5)
Ipocrisia.
6 L’Araldo di S.Antonio
Il nuovo Parlamento Europeo
Il 25 maggio scorso è stato eletto il nuovo Parlamento Europeo. Ci sono molte novità che ancora
devono essere elaborate per comprendere ciò che
succederà nei prossimi cinque anni. Intanto la prima sorpresa è stata la forte crescita delle forze cosiddette euroscettiche, raddoppiate rispetto la legislatura precedente, anche se il parlamento resta
comunque in mano ai partiti europeisti.
Il Partito popolare guidato da Jean-Claude
Juncker risulta in testa con 213 seggi (28,3%), seguiti dal Pse di Martin Schulz con 189 (25,1%), dai
liberali con 64 (8,5%) e dai verdi con 52 seggi
(6,9%). Questi quattro partiti dispongono in totale
di 518 seggi su 751 rendendo possibili maggioranze pro Unione europea.
Dalle urne è emerso un giudizio fortemente
negativo sulle politiche di austerità perseguite in questi anni
nei Paesi che sono
stati al centro della crisi del debito sovrano, fatta
eccezione per l’Italia, dove il Pd europeista di
Matteo Renzi ha strappato il 40,8% dei consensi, il
quale tuttavia, in campagna elettorale, pur protestando fede europeista, ha rivendicato un cambio
di marcia nelle politiche europee.
La novità più rilevante del risultato di queste
elezioni viene da quanto stabilito nel trattato di Lisbona del 2009, che impone ai governi dell'UE –
riuniti in sede di Consiglio europeo – di tener conto dei risultati delle elezioni europee quando
propongono il nuovo presidente della Commissione.
Quest'ultimo quindi dovrà poi essere votato ed
eletto dal Parlamento europeo e possiamo già prevedere che sarà l’esito di una complicata e lunga
trattativa, non avendo nessuno dei gruppi parlamentari raggiunto una
maggioranza per imporre il proprio candidato.
COMPOSIZIONE DEL NUOVO PARLAMENTO EUROPEO
GRUPPO PARLAMENTARE
SEGGI
%
PPE
Gruppo del Partito Popolare Europeo (Democratici-Cristiani)
213
28,50%
S&D
Gruppo dell'Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici
al Parlamento Europeo
190
25,43%
64
8,52%
Verdi/ALE Verdi Europei Alleanza Libera Europea
53
6,92%
ECR
46
6,13%
GUE/NGL Sinistra Europea/Sinistra Verde Nordica
42
5,99%
NI
Non iscritti – Membri non apparentati ad alcun gruppo politico
41
5,46%
EFD
Gruppo Europa della Libertà e della Democrazia
38
5,06%
Altri
Neoeletti senza appartenenza a un gruppo politico
del Parlamento uscente
64
7,99%
ADLE
Alleanza dei Liberali e Democratici per l'Europa
Conservatori e Riformisti europei
L’Araldo di S.Antonio 7
A DIECI ANNI DALLA CANONIZZAZIONE UN’OCCASIONE PIACEVOLE
PER RISCOPRIRE LA FIGURA DI SANT’ANNIBALE MARIA DI FRANCIA
Conversando con Padre Annibale
28 marzo 2014 – È uscito, a cura della Postulazione Generale della
Congregazione, l’opuscolo Conversando con Padre Annibale di
Gaetano Passarelli. In queste pagine l’autore – ammiratore e conoscitore di Sant’Annibale - ci fa entrare nella storia del nostro Santo con
un linguaggio semplice ed immediato. Si tratta del dialogo tra un “Anziano” (Annibale) e alcuni tra i Rogazionisti e le Figlie del Divino Zelo ai
quali consegna i suoi ricordi. S’intrecciano mirabilmente la saggezza
evangelica del Santo messinese con la curiosità e la passione dei compagni della prima ora: padre Santoro e padre Vitale, fratello Omobono
e fra Michelino, madre Nazarena e la D’Amore, fra Carmelo e i padri
Muscolino e Palma. L’atteggiamento degli interlocutori, nei confronti
dell’“Anziano” che racconta è rispettoso, ma libero. L’autore rivisita la
storia in modo fedele e sintetico.
A VVISI
DI
SEGRETERIA
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◆ S. MESSA GREGORIANA - L’offerta delle 30 Ss. Messe Gregoriane è di 350,00 Euro.
◆ S. MESSA PERPETUA - L’offerta per l’iscrizione alla S. Messa Perpetua è lasciata libe-
ra alla generosità dell’offerente.
◆ MENSA DEL POVERO - Per destinare la propria offerta esclusivamente a sostegno della
Mensa del Povero è consigliabile specificarlo espressamente nella causale del versamento.
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