Report delle Attività di Prevenzione

Report
Report delle
Attività di Prevenzione
Anno
2013
Edizione Aprile 2014
1
Indice
1. Generalità
pag.
3
2. Indicatori di salute nel contesto locale
pag. 3
3. Prevenzione Medica
pag. 7
3.1
3.2
3.3
3.4
pag.
pag.
pag.
pag.
Area Alimenti e Nutrizione
Area Igiene Pubblica
Area Medicina di Comunità
Area Prevenzione Sicurezza sui Luoghi di lavoro
e Impiantistica
8 .
15
20
24
4. Promozione della Salute
5. Prevenzione Veterinaria
pag. 30
pag. 34
6. Programmazione anno 2014
pag. 36
2
1. Generalità
Il
presente documento, redatto in armonia con quanto previsto dalla DGR X/1185/2013
“Determinazioni in ordine alla gestione del servizio socio sanitario regionale per l’esercizio 2014“
rappresenta la sintetica descrizione delle attività di Prevenzione condotte nel 2013 dai Servizi
afferenti ai Dipartimenti di Prevenzione Medica e Veterinaria della ASL, con descrizione dei volumi
di attività e dei miglioramenti in termini qualitativi del servizio offerto, anche in relazione ad
indicatori di guadagno di salute atteso. Il taglio redazionale ha privilegiato modalità di
presentazione incentrate su sinteticità e chiarezza dei contenuti per rendere il lavoro facilmente
fruibile da parte della popolazione e di tutte le parti interessate del territorio.
Il report 2013, sviluppato in coerenza con il documento predisposto per l’anno 2012 , è da
intendersi come uno strumento di comunicazione dinamico e flessibile che potrà essere
rimodulato, nelle prossime edizioni, anche alla luce dei riscontri e delle osservazioni che
dovessero pervenire dall’interno e dall’esterno dell’ Azienda. .
2 Indicatori di Salute nel contesto locale
Per una dettagliata presentazione del quadro demografico ed epidemiologico di riferimento si
rimanda al Piano aziendale di programmazione (consultabile sul sito www.asl.lodi.it). Nella presente
sezione vengono sinteticamente richiamati alcuni indicatori riconducibili, in modo manifesto o
potenziale al guadagno di salute nella popolazione evidenziandone il trend nel territorio della ASL
di Lodi.
Il territorio di pertinenza dell’ASL di Lodi è costituito dall’intera provincia e comprende 62 comuni
(incluso San Colombano al Lambro), per un totale di 230.975 abitanti (113.317 maschi e 117.658
femmine) residenti al 1/1/2012 (dati ISTAT post censimento).
Si nota un costante aumento della popolazione residente: negli ultimi 10 anni è stato di circa 25.000
abitanti. E’ interessante la valutazione degli andamenti in crescita di alcune fasce di popolazione,
con l’incremento soprattutto a carico degli ultra-sessantaquattrenni con l'importante contributo, in
costante ascesa, degli ultra-settantacinquenni.
Per le altre fasce d’età bisognerà, invece, attendere la stabilizzazione dei dati demografici postcensuari. Infine, la distribuzione per sesso evidenzia chiaramente come le donne vivano più a lungo
degli uomini, presenti in numero leggermente superiore nelle prime età della vita.
Per quel che riguarda la natalità e la mortalità si assiste negli ultimi anni ad un alternarsi di dati: il
saldo naturale (differenza tra numero nati e numero morti) positivo da cinque anni è tornato
negativo probabilmente a causa della diminuzione del numero di nati tra i cittadini non italiani. I
tassi di mortalità (numero morti/popolazione) e natalità (numero nati/popolazione) sono
lievemente aumentati nel confronto 1992 vs 2012, e sono contraddistinti da una discreta variabilità.
Per quello che riguarda le nascite il tasso generico di fecondità (numero di nati vivi / numero di
donne in età di fecondità x 1000) e il tasso specifico di fecondità (numero di nati vivi / numero di
donne fra i 25 e i 34 anni di età x1000) mantengono un andamento altalenante, anche se in lieve
crescita negli ultimi anni.
Il saldo migratorio (differenza tra immigrati ed emigrati) risulta sempre positivo dal 1996,
recuperando rispetto al calo degli ultimi anni, si fissa ai 2.234 cittadini in più nel 2012.
La struttura della popolazione fornisce ulteriori informazioni: l’indice di struttura della popolazione
attiva (ultima fascia della popolazione attiva - 40/64 – rapportato alla prima fascia - 15/39 -) è
aumentato nel corso degli anni (1992/2012), raggiungendo una quasi sostanziale parità tra i due
sessi e indicando una cittadinanza in età lavorativa che invecchia uniformemente e sempre di più.
L’ indice di dipendenza sociale (carico demografico 0 -14 e ≥ 65 - che grava sulla popolazione
attiva 15-64), anch’esso in continuo aumento, è del 51,2% nel 2012, superando in tal modo la soglia
del 50%: è quindi maggiore la quota di cittadinanza dipendente di quella produttiva.
Nel Lodigiano sì è registrato, fino al 2005, un aumento dell’indice di vecchiaia (in particolar modo
a carico della fascia maschile) con una riduzione successiva fino al valore di 136,3 indicando che,
a fronte di 100 bambini in età compresa tra 0 e 14 anni, ci sono circa 136 anziani (65 anni e oltre).
3
La composizione di anziani (> 75/ > 65) è aumentata del 5,5 % rispetto al 1991, mentre l’indice di
dipendenza senile (indica il “peso” degli over 65 sulla popolazione attiva) si attesta all’8,6% di
incremento. Una spiegazione di questo fenomeno, cioè la riduzione dell’indice di vecchiaia e
l’aumento dell’indice della composizione di anziani e di dipendenza senile, trae origine dal fatto
che, nel quadro demografico locale, si è inserito, negli ultimi anni, il fenomeno dell’incremento
della popolazione straniera, popolazione in costante aumento, anche se con incrementi minori
negli anni recenti, e più giovane, come si evidenzia sia nel confronto tra gli andamenti sia nella
doppia piramide delle età (dati 2011 in quanto non ancora disponibili alcuni dati ISTAT 2012 relativi
ai cittadini stranieri).
Le principali cause di morte tra gli uomini e le donne. Dati generali e confronti 1999-2012
Per quanto riguarda i dati di mortalità, ogni anno decedono, secondo i dati ricavabili dalle
certificazioni delle cause di morte, circa 10 persone ogni 1000 residenti. Il numero di morti è sceso
dal 1999 al 2001 per poi risalire nel 2003 a causa delle morti per calore; un’ulteriore diminuzione si è
avuta l’anno successivo con un nuovo progressivo assestamento cui ha fatto seguito un picco nel
2006 e uno più lieve, nel 2012. Per questi tre anni è interessante il confronto dei dati mensili (numeri
assoluti) che mettono in evidenza come il 2006 e 2012 presentano nei mesi invernali il maggior
numero di decessi, mentre per il 2003 i mesi maggiormente rappresentativi sono quelli estivi.
T a ssi g r e z z i m o r t a lit à - A n n o 1 9 9 9 - 2 0 1 2
1 ,1 0 %
1 ,0 5 %
1 ,0 0 %
0 ,9 5 %
0 ,9 0 %
0 ,8 5 %
0 ,8 0 %
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
A n d a m e n t o m e n sile m o r t a lit à
2007
2008
2009
2010
2011
2012
Ann i con più de ce ssi
250
Tot decessi
200
150
2003
100
2006
2012
50
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
Me si
L’esame delle cause di morte evidenzia come le quattro prime cause coprano più dell’80% dei
decessi: tumori maligni, malattie del sistema circolatorio, malattie del sistema respiratorio e
dell’apparato digerente. Tra i maschi il cancro è la causa più frequente di morte, mentre tra le
donne sono le malattie cardiovascolari quelle che hanno provocato il maggior numero di decessi.
Gli andamenti di queste quattro cause condizionano, quindi, quelli della mortalità complessiva.
4
Particolarmente interessante è il confronto dell'andamento della mortalità per classi di età e per
anno: si può notare come in quattordici anni la curva della mortalità si sia spostata verso le età più
avanzate, indicando un apprezzabile aumento della sopravvivenza.
Per quel che riguarda i diversi tipi di tumore, quello della mammella nella donna, del polmone, del
colon-retto, del pancreas e dello stomaco sono quelli che condizionano il maggior numero di
morti, con il relativo contributo, rispetto a tutti i tumori, evidenziato in percentuale.
F - Percentuale distribuzione tumori
Altri tumori maligni
Tumori maligni del pancreas
Tumori maligni del seno
10%
Tumori maligni della laringe e della
trachea/bronchi/polmone
7%
Tumori maligni dello stomaco
45%
12%
18%
Tumori maligni del colon-retto
8%
M - Percentuale distribuzione tumori
Altri tumori maligni
Tumori maligni del pancreas
9%
Tumori maligni della laringe e della
trachea/bronchi/polmone
Tumori maligni dello stomaco
8%
Tumori maligni del colon-retto
47%
30%
6%
Fino ai 29 anni, con esclusione della fascia 0-4, la principale causa di morte è quella legata ai
traumatismi (in particolar modo incidenti stradali) successivamente, come si evidenzia nei totali per
fasce di età, si impongono i tumori fino ai 74 anni che poi sono sopravanzati dalle malattie del
sistema cardiocircolatorio.
L’analisi dell’incidenza: i dati del Registro Tumori
I dati di incidenza per la Provincia di Lodi coprono ormai un quinquennio (2003-2007) e
rappresentano quindi una misura sufficientemente stabile, confrontati per singolo tumore con quelli
di altri territori del Nord Italia non mostrano particolari differenze.
Si prendano come esempio il tumore della prostata (incidenza bassa) e quello del polmone
(incidenza più alta): in entrambi i casi i dati dei Registri con minor o maggior incidenza di tumore
hanno, in genere, lievi differenze con quelli lodigiani confermando una sostanziale concordanza a
livello territoriale. I dati permettono anche di confermare l’efficacia di alcuni interventi di
prevenzione; a tal proposito si riportano alcuni esempi. La bassa incidenza del tumore della cervice
uterina è sicuramente collegata alla offerta attiva, dal 2000, dello screening organizzato dalla ASL
mediante pap-test a tutte le donne residenti con un’età tra i 25 e i 64 anni.
5
Viceversa l’improvviso aumento dell’incidenza per il tumore del colon-retto, in particolare nei
maschi, avvenuto a partire dal 2006, è chiaramente dovuto all’avvio dello screening colon-rettale
per i cittadini e cittadine tra i 50 e 69 anni ,come mostra il confronto tra i grafici 2003-2005 e 20032007
Sono stati esaminati anche i primi dati di sopravvivenza: pur se condizionati dalla bassa numerosità
dei casi, il dato complessivo riguardante tutti i tumori (e quindi con numeri analizzati
sufficientemente ampi) non si discosta in modo particolare da quello dei Registri Tumori del Nord
Italia. E’ questa una prima valutazione iniziale; analisi più approfondite saranno possibili con
l’inserimento nel Registro, previsto nel corso del 2014, dei dati anagrafici e di mortalità del biennio
2011-2012: in tal modo sarà possibile valutare la sopravvivenza a cinque anni del periodo di
incidenza 2003-2007.
Patologie tumorali e interventi di prevenzione
Gli approfondimenti e le indagini epidemiologiche condotti negli ultimi anni, di cui è stata data già
ampia informazione in diversi contesti da parte della ASL, hanno reso possibile documentare nel
tempo l’assenza di fattori di rischio ambientali e/o professionali specifiche cui attribuire particolari
variazioni di mortalità o di incidenza. Anche il Rapporto 2012 dell’Osservatorio Nazionale sulla
Salute nelle Regioni Italiane, pur prendendo in osservazione i soli dati regionali 2011, conferma per
la Lombardia l’aumento della speranza di vita già registrato nel rapporto precedente. A questo si
aggiungono i dati ISTAT - Tavole di mortalità della popolazione italiana - che vedono, per la
Provincia di Lodi, un aumento della speranza di vita nel confronto tra gli anni 2009 e 2010. Un
ulteriore supporto locale arriva, in questi ultimi anni, dai dati di incidenza prodotti dal Registro
Tumori del Sud della Lombardia, partnership tra l’ASL di Lodi e l’ASL di Pavia.Dati di contesto, azioni
preventive integrate e sinergie tra Servizi di prevenzione e cura sono sintetizzati ed emergono dalla
lettura integrata dei documenti di programmazione aziendale, aderenti alle strategie e indirizzi
regionali in materia. Il Piano di programmazione, il Piano integrato di promozione della salute, il
Piano integrato di Prevenzione e Controllo offrono spunti per una lettura delle strategie attivate su
più aree di intervento, tenuto conto che i fattori di rischio modificabili includono un complesso
sistema di fattori che spesso interagiscono, attinenti a stili di vita, a fattori ambientali, nonché a
fattori genetici familiari predisponenti, che possono essere controllati attraverso indagini
appropriate, e mitigate attraverso appropriati interventi e corretti comportamenti, in gran parte atti
a prevenire altre patologie cronico degenerative. Il programma di prevenzione, controllo e
promozione della salute dell’ASL non è orientato solo alla prevenzione dei fattori di rischio legati al
modello alimentare, alla sedentarietà e al tabagismo, ma prevede attività di prevenzione e
sorveglianza in campo oncologico in più ambiti, quali prevenzione dei tumori professionali,
interventi di sorveglianza sulle attività di rimozione in sicurezza dell'amianto, monitoraggio degli
interventi a presidio del rischio da radon indoor e, in collaborazione con ARPA, monitoraggio dei
rischi legati all’ambiente, controlli sul comparto alimentare, vaccinazione antiepatite B e anti HPV..
Gli interventi sono naturalmente in continuità con la prevenzione secondaria mediante gli
screening, che l’ASL punta a potenziare a tutti i livelli.
6
3. Prevenzione medica
Obiettivi prioritari sono stati l’implementazione di azioni per il mantenimento e il consolidamento dei
risultati raggiunti negli anni precedenti, con particolare attenzione alla promozione di stili di vita
sani e di ambienti favorevoli alla salute, alla prevenzione negli ambienti di vita e di lavoro, alla
sicurezza alimentare, alla prevenzione e controllo delle malattie infettive, compresi gli interventi
vaccinali, alla diagnosi precoce delle malattie cronico degenerative. In particolare nelle
successive sezioni, vengono descritte le attività condotte nelle seguenti aree :
a) Prevenzione negli ambienti di vita e di lavoro e nel campo della produzione e
somministrazione di alimenti
b) Prevenzione malattie infettive e screening sulla persona
c) Promozione della Salute e stili di vita nella collettività
Le attività di prevenzione sono espletate nell’ambito del Dipartimento di Prevenzione Medico che
è articolato in Servizi (USC) e Unità Operative (USS) che hanno autonomia tecnica ed operativa,
ferma restando la necessaria integrazione praticata attraverso la struttura dipartimentale, e che
garantiscono la qualità tecnica delle prestazioni erogate. Il Dipartimento di Prevenzione Medica
nell’ ASL di Lodi presenta la seguente articolazione (Deliberazione n. 312/2012 - POA 2011 –2014
Tav.2.2.2) :
Elementi qualificanti della attività 2013 , trasversali alle diverse aree, sono da considerarsi :
analisi di contesto della situazione a livello territoriale, da intendersi come espressione del
fabbisogno del territorio e come base per la successiva graduazione del rischio; tale analisi
contenuta nel Piano di Programmazione Aziendale 2013, include informazioni in relazione a:
indici demografici e dati epidemiologici, dati territoriali, dati ambientali, dati sulla presenza di
fattori di rischio specifici, o qualsiasi altro dato di utilità per la programmazione della attività di
controllo ufficiale;
prosecuzione del percorso metodologico di programmazione delle attività di controllo sulla
base del contesto di riferimento e del principio della graduazione del rischio inteso come
strumento gestionale finalizzato ad una corretta attribuzione delle risorse e ad una omogenea
attuazione dell’ attività di controllo all’interno delle varie categorie.
7
3.1
implementazione di un modello organizzativo che valorizzi un’ampia partecipazione delle parti
sociali , delle istituzioni e delle Associazioni di categoria ,con competenze nelle specifiche aree
(tutela della salute e sicurezza dei cittadini/consumatori/lavoratori), sia nella fase di
individuazione delle priorità ed obiettivi, sia nella fase di valutazione del guadagno di salute
conseguito
attraverso
un
miglioramento
della
attività
di
comunicazione
e
l’attivazione/mantenimento di tavoli di lavoro e incontri su tematiche di interesse correlate alla
attività di controllo ufficiale, con presentazione documenti di programmazione e risultati attività
di vigilanza (di nuova attivazione il tavolo di lavoro con Associazioni degli operatori del Settore
Alimentare);
attuazioni di sistemi oggettivi di verifica dell’efficacia ed dell’appropriatezza della attività di
controllo ufficiale con ottimizzazione dell’uso integrato delle risorse in ambito aziendale e con
altri Enti esterni con funzioni di controllo;
attività di promozione della salute declinata attraverso azioni rivolte alla popolazione in
generale o a specifici gruppi target, con particolare attenzione sui setting Impresa (programma
WHP: Aziende che promuovono salute) e Scuola (programma Scuole che promuovono salute);
inserimento di tutti i processi dipartimentali afferenti all’area del controllo ufficiale nel Modello
Organizzativo del Codice Etico Aziendale e mantenimento della Certificazione ISO 9001, per
tutti i processi di vigilanza afferenti ai Servizi SIAN e PSALI (emissione corrente 28.3.2012,
scadenza 28.3.2015; Istituto di Certificazione: CERTIQUALITY );
sviluppo di interventi in aree di integrazione dipartimentale, interdipartimentale e con altri Enti:
Alimenti e progetti Expo 2015, Controllo commercio e uso fitofarmaci, Amianto, Strutture
sanitarie e socio-sanitarie, Attività di controllo negli ambienti di lavoro, Urbanistica e igiene
ambientale;
Area Alimenti e Nutrizione
3.1.1 Area Sicurezza Alimentare
L’attività di controllo ufficiale nel settore della sicurezza degli alimenti non di origine animale è stata
condotta privilegiando interventi ispettivi in attività che per tipologia produttiva, dimensioni del
mercato, tipologia di utenza, sono state classificate a rischio elevato secondo criteri oggettivi di
categorizzazione del rischio armonizzati con le indicazioni regionali; si è inoltre posta particolare
attenzione al controllo delle filiere alimentari e ad assicurare un’omogenea distribuzione dei
controlli su tutto l’ambito territoriale di competenza.
Sotto il profilo quantitativo
si conferma il raggiungimento dell’obiettivo programmato nel piano annuale dei controlli 2013,
con rispetto del Piano di Programmazione annuale (100%) ed effettuazione di ≥60% dei controlli
su strutture a rischio elevato, pur in un contesto caratterizzato da una criticità correlata ad una
carenza di personale tecnico, ora superata, che ha comportato una lieve riduzione (circa 6%)
del numero complessivo dei controlli programmati rispetto al 2012;
si segnala un incremento della percentuale di controlli con rilievo di non conformità rispetto al
dato 2012, da monitorarsi nel tempo e, almeno in parte, riconducibile al fatto che, in armonia
con il Regolamento Comunitario 882, si è progressivamente implementato un modello di
controllo riconducibile di fatto ai principi dell’attività di audit, caratterizzato da una particolare
attenzione alla valutazione, non formale, dei sistemi di autocontrollo aziendale al fine di
verificarne la puntuale e corretta applicazione, ma anche le effettive ricadute sulla qualità dei
processi aziendali
Sotto il profilo qualitativo si segnalano i seguenti elementi:
nessuna delle 26 notifiche di allerta su alimenti ha interessato alimenti prodotti nel territorio
della ASL di Lodi, ma esclusivamente prodotti commercializzati in tale ambito;
non si è registrato alcun caso di tossinfezione alimentare in ambiente non domestico con
un’unica segnalazione di sospetto episodio tossinfettivo in una mensa scolastica che, a
seguito della indagine epidemiologica e degli altri accertamenti e condotti è risultato essere
riconducibile ad un episodio non di origine alimentare a trasmissione interumana;
gli accertamenti analitici di tipo chimico e microbiologico hanno registrato un solo caso di
esito “non conforme” (1.4 % sul totale analisi), riconducibile per altro al riscontro di valori
8
superiori ai livelli standard di un composto chimico (acrilamide) per il quale non esistono limiti
cogenti di legge, ma solo valori indicativi di riferimento definiti da Linee guida europee;
è stata sviluppata, in un’ottica di trasparenza e di collaborazione con le imprese produttive,
un’attività organica di comunicazione con particolare riferimento alle Associazioni di
categoria e agli OSA (Operatori del Settore Alimentare) attivando uno specifico tavolo di
lavoro e organizzando eventi di tipo informativo su tematiche di interesse;
anche nel 2013 è stato assicurato il coordinamento con il Dipartimento di Prevenzione
Veterinario mediante interventi coordinati/congiunti nell’ambito di specifico progetto EXPO
2015 e con periodici incontri del tavolo di lavoro istituito con Deliberazione 88/2011;
implementazione del processo di categorizzazione del livello di rischio delle attività del settore
alimentare, effettuata, sia in fase di macroprogettazione su categorie omogenee di attività, sia
su specifica unità produttiva e seguito di controllo ufficiale basata su procedure documentate
certificate UNI EN ISO 9001. Per definire il grado di rischio sono stati utilizzati i criteri di valutazione
definiti dal Manuale delle Autorità Competenti Locali (ai sensi del Regolamento CE 882:2004) e
le Linee di indirizzo regionali sulla tematica; frequenze ispettive su attività programmata.
Sulla base della valutazione effettuata vengono stabilite le seguenti frequenze ispettive:
Livello di Rischio
1
2
3
4
Legenda
Frequenza ispettiva
Attività a rischio elevato
Attività a rischio medio alto
Attività a rischio medio basso
Attività a rischio basso
Sopralluogo entro 12 mesi
Sopralluogo entro 24 mesi
Sopralluogo entro 36 mesi
Sopralluogo su segnalazione o su piani mirati
Storico Controlli ufficiali Sicurezza alimentare
Tipologia Controllo
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
Controlli programmati
N° totale controlli
619
608
627
688
660
673
682
661
672
634
Controlli programmati
N° totale controlli su attività a
Rischio elevato
NA
NA
NA
NA
NA
474
453
450
468
481
Controlli su segnalazioni esterne
146
114
87
58
85
160
138
92
116
92
Controlli non regolari
137
129
119
135
74
79
84
67
108
190
% Controlli non regolari
17.9
17.9
16.6
19.0
10.0
9.6
10.2
8.9
13.7
26.0
Campionamenti
150
151
151
160
110
109
94
87
89
69
Campionamenti Non Conformi
2
3
2
1
7
0
3
0
0
1
Gestione Registrazione imprese
370
345
416
220
418
565
528
557
647
597
∅
∅
47
26
44
32
37
92
145
169
80
91
86
154
Sanzioni
Prescrizioni
45
66
61
46
Prescrizioni ottemperate
41
65
59
45
∅
∅
80
89
85
143
Allerte primarie su alimenti
NA
NA
NA
NA
2*
39
38
29
29
27
Allerta alimenti produzione ASL
Lodi
NA
NA
NA
NA
0
0
0
0
0
0
STA in ambiente non domestico
∅
∅
0
0
2
1
0
1
0
0
* Sistema informativo allerta alimenti Regione Lombardia attivo da ottobre 2008 NA : Non Applicabile ; ∅ diverse modalità rilevazione dato
/dato non disponibile
9
Tabella : Attività controllo ufficiale SIAN anno 2013
Nel dettaglio l’attività di controllo ufficiale nel settore della sicurezza alimentare relativa al 2013 è
richiamata nella successiva tabella :
Rischio
N° Attività
Previsione
Controlli anno
2013
Valore
al 31.12.2103
STABILIMENTI DI PRODUZIONE SENZA
SOMMINISTRAZIONE
1
32
32
33
PREPARAZIONE PASTI SENZA SOMMINISTRAZIONE (o con
somministrazione pasti < 50% dei pasti preparati)
1
11
11
11
MENSE STRUTTURE SANITARIE - SOCIOSANITARIE CON
PREPARAZIONE,
1
33
33
41
LABORATORI DI PRODUZIONE SENZA
SOMMINISTRAZIONE
2
222
111
109
DEPOSITI E LOGISTICHE ALIMENTARI
2
21
10
10
RISTORANTI E RISTORAZIONE IN AZIENDE AGRICOLE
2
384
170
194
GELATERIE E PASTICCERIE CON SOMMINISTRAZIONE
2
55
27
32
MENSE SCOLASTICHE CON PREPARAZIONE
2
99
50
51
MENSE AZIENDALI CON PREPARAZIONE
3
28
10
11
PRODUZIONE PRIMARIA: ORTOFRUTTA
3
20
8
8
COMMERCIO ALL’INGROSSO DI PRODOTTI ALIMENTARI
3
47
10
9
BAR
3
596
100
95
REFETTORI
(IN MENSE SCOLASTICHE, AZIENDALI, SOCIO SANITARIE)
3
54
13
14
4
571
15
16
Descrizione Macrocategoria
COMMERCIO AL DETTAGLIO DI PRODOTTI ALIMENTARI
IN SEDE FISSA O AMBULANTE SENZA PRODUZIONE
(Commercio Fitofarmaci)
CONTROLLI AD HOC ( allerte, segnalazioni,ecc.)
vario
100
92
CAMPIONAMENTI
vario
60
69
Analisi documentali SCIA
vario
500
597
( Segnalazioni Certificate Inizio Attività)
10
Tabella : Vigilanza Programmata 2013 per macrocategoria produttiva
SIAN : VIGILANZA PROGRAMMATA 2013
600
500
400
300
200
100
0
PRODUTT
RIST.COLL
RIST.
ORI
ETTIVA
PUBBLICA
LABORATO INGROSS
RI
O
DETTAGLI
O
ATTIVITA'
32
207
596
277
68
571
CONTROLLI
32
128
270
138
20
15
Tabella : Vigilanza Programmata 2013 per classe di rischio
SIAN Anno 2013 : Controlli programmati per classe di rischio
800
700
600
500
Numero controlli 400
Attiv ità
300
Ispezioni
200
100
0
Rischio1
Rischio2
Rischio3
Rischio4
Classe Rischio
11
Tabella : Vigilanza programmata per classe di rischio Dato Storico
Controlli ufficiali programmati per classe di rischio
anni 2011 -2012 -2013
400
350
300
250
Numero 200
2011
2012
150
2013
100
50
0
RISCHIO1
RISCHIO2
RISCHIO3
RISCHIO4
livello rischio
Tabella : Campionamenti 2013
SIAN : CAMPIONAMENTI ANNO 2013
20
15
10
5
0
pro dutto ri
Labo rato ri
ingro sso
dettaglio
risto razio ne
camipio ni
17
11
2
20
16
altro
3
no n co nfo rmi
0
0
0
1
0
0
no n so ddisfacenti
0
2
0
0
0
0
12
Tabella Indicatori Chiave di Prestazione (KPI) 2013
Codice
Descrizione KPI
Obiettivo
Risultato
KPI 1
Piano Controlli : Rispetto programmazione
Controlli effettuati/controlli previsti
100%
634/600 x 100 = 105%
KPI 2
Piano Controlli : Controlli su attività a rischio elevato
Controlli su attività a rischio elevato (livello 1 e 2)/totale controlli
effettuati x 100
≥60 %
481/634 x 100 = 75 %
KPI 3
Piano Controlli : Rispetto programmazione
Campionamenti effettuati/campionamenti previsti
100 %
69/60 x 100 = 115 %
KPI 4
Piano Controlli : Controlli ad hoc
Controlli effettuati/Controlli previsti
100%
92/100 x100 = 92 %
evasione
domanda
KPI 5
Piano Controlli : Prescrizioni
Prescrizioni ottemperate nei tempi previsti/Prescrizioni emesse x 100
≥ 80 %
KPI 6
Gestione SCIA (Segnalazioni Certificate Inizio Attività)
SCIA attività permanenti registrate/ SCIA attività permanenti pervenute
100%
Verifica appropriatezza ed efficacia controllo ufficiale
Verbali controllati/Verbali compilati x 100
≥10 %
KPI 7
KPI 8
KPI 9
KPI 10
KPI 11
KPI 12
143/154 x 100 = 93 %
597/597 x 100 = 100 %
84/634 x 100 = 13 %
Aggiornamento e formazione personale di vigilanza
Incontri Gruppi di miglioramento interni effettuati/ Gruppi di
miglioramento interni previsti x 100
100 %
Coordinamento con Dipartimento prevenzione Veterinario
Riunioni gruppo di lavoro interdipartimentale effettuate/riunioni gruppo
di lavoro interdipartimentale previste x 100
100 %
4/4 x 100 = 100 %
Sistema di allerta su alimenti e bevande : reattività
Controlli su segnalazioni di allarme primarie attivati entro un giorno
lavorativo / segnalazioni di allarme pervenute x 100
≥ 80 %
24/24 x 100 = 100 %
Sistema di allerta su alimenti e bevande : reattività
Controlli su notifiche per informazione attivati entro tre giorni lavorativi/
segnalazioni di notifica di informazione pervenute x 100
≥ 80%
2/2 x 100 = 100 %
≤5 giorni
Media : 2.3 giorni
Mediana : 2 giorni
Moda : 1 giorno
Sistema di allerta su alimenti e bevande : tempestività di risposta : giorni
intercorrenti tra ricezione segnalazione di allerta* e chiusura con
inserimento dati controlli nel sistema informatico regionale
10/10 x 100 = 100 %
* allarme o notifica per informazione
KPI 13
Gestione emergenze sanitarie: Sospette Tossinfezioni Alimentari (STA)
Sopralluoghi effettuati entro 24 ore dalla ricezione della segnalazione di
sospette STA in ambienti non domestici/Sopralluoghi effettuati su
segnalazione di sospetta STA in ambienti non domestici
100%
1/1 x 100 = 100
13
3.1.2 Area Nutrizione
L’attività in materia di igiene della nutrizione si è sviluppata nel 2013 attraverso :
interventi di sorveglianza nutrizionale in età infantile con particolare attenzione ai dati
antropometrici ed ai fattori di rischio per obesità (vedi progetto ANTROPOS nella sezione
“Promozione della Salute”
indirizzi per la prevenzione delle patologie cronico-degenerative;
controlli in sede di ristorazione collettiva;
attività di promozione e controllo della sicurezza igienica e nutrizionale;
prestazioni a carattere dietetico-nutrizionale con particolare riferimento alla ristorazione
scolastica (diete standard, diete speciali);
Incontri dedicati alla popolazione e a specifici target in collaborazione con Amministrazioni
Comunali e altri Stakeholder chiave ed Istituzionali del territorio;
Gestione programma WHP (Aziende che promuovono salute) e supporto alla rete locale SPS
(Scuole che Promuovono Salute)
Il dato generale cumulativo delle diverse attività svolte nell’area depone per volume di prestazioni
incrementato rispetto agli anni precedenti come evidenziato nelle tabelle successive :
Anni
2008
2009
2010
2011
2012
2013
1416
1475
1416
1454
1616
1662
Prestazioni
Area Nutrizione : Storico attività
1700
1650
1600
1550
1500
Numero
1450
Attività
1400
1350
1300
1250
anno 2008 anno 2009 anno 2010 anno 2011 anno 2012 anno 2013
anni
14
Anche il dato scomposto per singola linea di attività depone per questo trend di mantenimento
2008
2009
2010
1241
1298
1236
relativi alla qualità del servizio per aspetti
nutrizionali
90
91
90
Atti di indirizzo di natura nutrizionale
70
52
Conduzione Gruppi
16
34
Attività
2011
2012
2013
1403
1425
101
110
124
63
60
53
71
27
19
50
42
Consulenza dietetico nutrizionale
Predisposizione (e/o parere) tabelle
dietetiche, diete standard e diete speciali
1252
Controlli c/o sedi ristorazione scolastica
3.2
Area Igiene e Sanità Pubblica
Attività di controllo nel 2013 : Aspetti qualitativi
Nell'ambito dell'organizzazione delle attività del Servizio Igiene e Sanità Pubblica si possono
individuare le seguenti macro aree: igiene edilizia; igiene e sicurezza delle strutture collettive
(strutture sanitarie, socio sanitarie e assistenziali, scuole, carcere); igiene degli ambienti di vita;
controllo delle acque potabili e balneazione.
Nell'anno 2013 l’attività di controllo è stata condotta in armonia con una programmazione redatta
sulla base dell’attribuzione ai diversi settori di attività di un livello di categorizzazione del rischio
oggettivo e coerente con le indicazioni della Regione Lombardia. E’ stato raggiunto l’obiettivo
regionale che prevedeva che il 60% dei controlli programmati nel settore della sicurezza negli
ambienti di vita fossero effettuati su strutture a rischio elevato. L'attività di controllo, coerentemente
con quanto previsto dalla programmazione 2013, si è sviluppata con:
controlli con rispetto del Piano di Programmazione annuale (100%) ed effettuazione di
almeno il 60% dei controlli su strutture a rischio elevato;
sviluppo dell'integrazione, coordinamento e collaborazione con il Dipartimento ASSI e gli
altri Servizi della ASL tramite:
a) la partecipazione alla Commissione ASSI e all'attività di controllo sulle strutture della rete
socio-assistenziale e socio-sanitaria;
b) l'attuazione di interventi di controllo coordinati e congiunti con l'USC Accreditamento
sanitario sia su strutture di ricovero e cura sia su strutture ambulatoriali;
controlli su acque potabili , di balneazione e di piscina;
controlli ad hoc su richiesta specifica di rilascio del certificato di idoneità alloggio, su
segnalazioni, esposti sia in materia di igiene dell'abitato, su problematiche ambientali a
valenza igienico-sanitaria
analisi documentale SCIA relative ad attività dei servizi alla persona, con particolare
attenzione alle attività rivolte al benessere della persona (centri estetici, centri benessere ...)
15
Attività di controllo anno 2013 : Aspetti quantitativi
Descrizione struttura/attività economica oggetto di controllo
Numero
strutture/attività
Numero
controlli
alberghi e strutture ricettive
40
8
Scuole
200
45
1
IGIENE E SICUREZZA STRUTTURE COLLETTIVE: AMBIENTI DI VITA
strutture carcerarie
Al
31.12.2013
8
45
3
2
2
1
24
1
10
4
Piscine (escluse quelle condominiali)
24
24
parrucchieri
250
10
200
90
15
40
41
15
12
20
20
360
360
20
10
20
13
trattamenti estetici centri per il benessere fisico
attività di tatuaggio e piercing
Vigilanza su acque potabili:
analisi dei documenti di autocontrollo Enti Gestori impianti
acquedotto
Campionamenti acque potabili
Piani di controllo e prevenzione
Legionella (ispezioni e
campionamenti)
Vigilanza su problematiche ambientali ( amianto)
Livello
Rischio
4
3
2
1
1
49 acquedotti
1
1
Descrizione struttura/attività economica oggetto di controllo
IGIENE E SICUREZZA STRUTTURE COLLETTIVE: STRUTTURE SANITARIE
E SOCIO SANITARIE
Numero
strutture/attività
Numero
controlli
studi medici (medicina generale, specialisti, odontoiatri)
410
20
Ambulanze/autovetture
25
25 + 5
25
41
Cogente*
sedi attività di trasporto sanitario
7
7
8
2
centri di medicina estetica
1
1
1
1
2
Al
31.12.2013
Livello
Rischio
3
Poliambulatori
27
11
11
laboratori di analisi cliniche
3
2
2
2
strutture sanitarie ospedaliere
5
12
14
1
strutture socio-sanitarie
strutture socio-assistenziali**
Nidi
62
95
40
31
25
20
41
2
20
20
3
2
ALTRO
attività di produzione cosmetici
23
23
23
1
Aziende di disinfezione e disinfestazione
7
3
3
3
* frequenza ispettiva determinata da normativa cogente
16
Tabella Indicatori Chiave di Prestazione (KPI) 2013
Codice
Descrizione KPI
Obiettivo
Risultato
293 su 404 :72%
KPI 1
CONTROLLI SU ATTIVITA’ A RISCHIO ELEVATO
Controlli effettuati su attività a rischio elevato ( livello 1 e
2)/totale controlli effettuati x 100
≥ 60 %
KPI 2
RISPETTO PIANO DI PROGRAMMAZIONE
Controlli effettuati/controlli previsti
100%
404 su 404 : 100%
Acque Potabili
Nel territorio di competenza dell'ASL di Lodi l'acqua distribuita per l'approvvigionamento pubblico
proviene esclusivamente da n. 157 pozzi che prelevano da falde sotterranee di varia profondità,
da un massimo di circa 160 m. ad un minimo di m. 30 in alcuni Comuni della fascia sud che
presentano caratteristiche idrogeologiche particolari, tali da fornire acqua grezza che, sottoposta
ad idonei trattamenti di potabilizzazione (degasaggio, disinfezione finale, stoccaggio) viene poi
immessa in rete.
A seconda delle caratteristiche, le acque provenienti dalle varie falde vengono trattate per
consentire l'abbattimento di sostanze indesiderabili presenti in quantità eccessiva, che nel territorio
sono rappresentate essenzialmente dal ferro, dal manganese e dall'idrogeno solforato; per quanto
riguarda l’arsenico, la cui percentuale aumenta con l’aumentare della profondità della falda
acquifera, l’acqua viene sottoposta a trattamenti che ne consentono un sicuro abbattimento al di
sotto dei 10 µg/L, come stabilito dalle vigenti normative. Dal punto di vista batteriologico la qualità
dell’acqua è assicurata da una copertura di cloro adeguata in base alle necessità mediante
l’immissione di biossido di cloro.
I controlli, ai sensi del D.lgs. 31/2001, vengono effettuati su tutto il territorio in numero
opportunamente calibrato per evitare sovrapposizioni con gli Enti gestori degli acquedotti
comunali che, secondo quanto stabilito dal suddetto Decreto legislativo devono effettuare i
controlli interni mediante prelievi che vanno dalle acque grezze, prelevate direttamente dai pozzi,
fino al contatore.
L’attività di controllo ufficiale viene svolta dalla ASL sui punti di prelievo, sugli impianti di
potabilizzazione e sulle reti idrauliche, di norma attraverso :
accertamenti di tipo analitico sull'acqua che viene erogata al consumatore rimodulati nel
corso degli anni per garantire un controllo efficace ed efficiente, e in linea con le indicazioni
regionali e una razionalizzazione delle risorse;
analisi documentale dei piani di autocontrollo degli Enti Gestori, anche nell’ambito di attività di
audit;
controlli dei pozzi, finalizzati a verificare: a) l'integrità delle recinzioni e degli accessi ai locali ove
sono ubicati gli impianti, l'impermeabilizzazione della zona di tutela assoluta con assenza di
elementi inquinanti, l'esistenza di impianti di trattamento dell'acqua e la presenza di
rubinetteria atta ai prelievi per il controllo dell'acqua; b) la funzionalità idraulica degli impianti e
lo stato di conservazione delle opere murarie e degli impianti di trattamento interni ed esterni,
ivi comprese le condutture idrauliche, i filtri e lo stato di conservazione degli stessi e delle
relative apparecchiature (valvole, pompe, ecc); c) lo stato di funzionalità dei processi di
potabilizzazione.
La capacità di erogazione dell'acqua porta ad avere una disponibilità, nel nostro territorio,
sicuramente elevata, fino a oltre l. 380/die pro capite, anche se in realtà i consumi sono
lievemente più bassi, attestandosi a circa l. 300-320/die pro capite, a seconda delle zone.
17
Tabella : chimico – fisiche e batteriologiche
Acque destinate al consumo umano
Anno
Batteriologico
Chimico - fisico
2008
677
341
2009
639
320
2010
556
258
2011
490
259
2012
409
229
2013
264
96
Per il 2013 si registra la conformità del 100% delle analisi di tipo chimico e del 90% circa delle analisi
microbiologiche (non conformità da ricondursi in quasi la totalità dei casi alla presenza di
coliformi).Sono continuate le prestazioni si richiesta di soggetti privati per accertamenti analitici
chimico-fisici e batteriologici sulle acque provenienti da pozzi per l'approvvigionamento di
insediamenti civili o per attività di zootecnia; complessivamente sono stati effettuati 24 prelievi di
acqua per le successive analisi, condotte dal Laboratorio di Prevenzione di Milano.
Nel corso del 2013 si sono presentati due casi di persone affette da legionellosi dei quali il primo
riconducibile al soggiorno in una struttura alberghiera del territorio e l’altro di incerta origine; è
continuata la vigilanza sulle strutture ricettive attraverso l’acquisizione e la verifica degli
accertamenti analitici eseguiti in regime di autocontrollo da parte delle strutture interessate.
Per quanto riguarda gli inquinamenti della falda acquifera da sostanze chimiche indesiderabili,
che sono state riscontrate ormai da tempo in alcune limitate zone del territorio, si evidenzia che le
analisi eseguite hanno consentito di registrare percentuali di queste sostanza inquinanti in costante
e progressiva diminuzione nel tempo; trattasi di fatto ormai di valori prossimi ai limiti di potabilità
delle acque, che comunque vengono trattate mediante il passaggio attraverso filtri a carbone
attivo che ne garantiscono la potabilità.
Pianificazione Urbanistica
E' proseguita la collaborazione con Regione, Provincia e Comuni in materia di VIA (Valutazioni di
Impatto Ambientale ) e siti contaminati soggetti a bonifica, mediante valutazioni degli impatti che
derivano dal cambiamento dell'uso del territorio stesso. Si è mantenuta e potenziata con i primi
dati di incidenza derivanti dal Registro Tumori, la produzione di dati epidemiologici di mortalità e di
patologia, utile premessa a valutazioni di impatto sanitario; tali dati sono a disposizione del Nucleo
Operativo Multidisciplinare dedicato alle tematiche relative a salute e ambiente, che si rapporta e
si coordina permanentemente con ARPA (Agenzia Regionale per l’Ambiente) per le
problematiche ambientali e per l'attività di controllo su tematiche ed imprese di comune interesse,
mediante una logica di lavoro integrato e programmato, allo scopo di mettere in atto
provvedimenti atti a tutelare la salute dei cittadini/lavoratori. Per quanto riguarda gli strumenti
urbanistici, in ottemperanza a quanto previsto dalla LR12/2005, si evidenzia che quasi tutti i Comuni
del territorio hanno proceduto ad ultimare l'iter di approvazione del PGT (procedimento di VAS e
adozione del PGT). In tale ambito l'ASL ha fornito contributi propositivi finalizzati al soddisfacimento
dei bisogni di salute della popolazione, promuovendo scelte sostenibili e coerenti nel rafforzare gli
stili di vita positivi ( aree verdi, piste ciclabili, ecc). Sono inoltre stati valutati anche alcuni Piani
Cimiteriali, nonché i procedimenti di esclusione di VAS per l'attuazione di piani attuativi, favorendo
il recupero di fabbricati e/o aree dismesse anziché promuovere l'individuazione di nuovi ambiti con
utilizzo di ampie aree di territorio. Considerata la peculiarità del territorio, prevalentemente a
carattere agricolo, le criticità maggiormente rappresentate sono legate alla coesistenza di attività
agricole e di allevamento con aree a sviluppo residenziale.
18
Amianto
Nel 2013 è stata potenziata l'attività di controllo sulla problematica amianto in attuazione di
quanto previsto dal Piano Regionale Amianto Lombardia (PRAL). A seguito della pubblicazione
della LR 14/2012, che modifica e integra la LR 17/2003, con la quale la Regione ha dato un nuovo
impulso al censimento dei siti con presenza di amianto, l'ASL ha promosso una stretta
collaborazione con Comuni e Provincia, con l'obiettivo di completare il censimento dell'amianto. A
tale proposito ha organizzato momenti informativi rivolti sia ai Comuni sia alla popolazione per
rilanciare l'auto notifica, mediante compilazione del modulo NA1, da parte di tutti i proprietari,
pubblici e privati di edifici e impianti contenenti amianto. Il materiale informativo predisposto è
stato distribuito a tutti i Comuni ed è inoltre presente sul sito web dell'ASL. Nel 2013 anche in
conseguenza della introduzione di sanzioni amministrative in caso di omessa notifica, sono
pervenute 4428 nuove notifiche, rispetto alle 2714 del periodo 2006–2011, e questo ha reso possibile
un significativo aggiornamento del censimento amianto.
E’ stata inoltre garantita l’informazione e la collaborazione con i Comuni fornendo chiavi di
accesso diretto ai dati del censimento; parallelamente è stata implementata l’attività di vigilanza
mediante ricerca attiva dei manufatti contenenti amianto non censiti.
Si riporta in tabella l'andamento negli ultimi anni che, con un dato di incremento dei piani di
rimozione e una riduzione delle quantità di amianto smaltite, è di fatto espressione della evoluzione
normativa che introducendo la sanzionabilità dell’obbligo di notifica, ha di fatto portato alla luce
numerose situazioni di presenza di amianto in piccole quantità, in ambienti “domestici” , per il
quale sono stati presentati numerosi piani di rimozione.
ANNO
2010
2011
2012
2013
N° piani rimozione
valutati
608
686
674
870
m² di Materiale Contente
Amianto rimossi
467816,0
368734,2
269720,6
175388,2
Radon
Nell'anno 2013 è continuata l'attività in materia di prevenzione dall'esposizione al gas radon in
ambiente indoor e di integrazione dei Regolamenti Edilizi Comunali; in particolare, a seguito della
trasmissione del nuovo articolo recepito nel Regolamento Locale di Igiene Tipo, si è proceduto a
richiedere ai Comuni di attivare procedure di revisione dei Regolamenti Edilizi inserendo norme in
materia di prevenzione dall'esposizione del gas in ambienti interni. Al 31.12.2013 undici Comuni
hanno proceduto alla revisione del proprio REC e quattro hanno avviato l'istruttoria.
Igiene abitato
Nel corso dell'anno è continuata l'attività di vigilanza a seguito di segnalazioni da parte di privati o
altri Enti in merito a problematiche di natura impiantistica e di salubrità dell'alloggio; sono inoltre
stati rilasciati 200 certificati di idoneità alloggio su richiesta di cittadini stranieri, le cui abitazioni non
presentavano criticità igienico-sanitarie. E' stato inoltre avviato, in via sperimentale con alcuni
Comuni, un piano locale destinato a svilupparsi nel 2014, con l'obiettivo di individuare gli edifici ad
uso abitativo, presenti in zone rurali e/o “critiche” , e di inquadrarne il livello generale da un punto
di vista igienico-sanitario e di sicurezza.
19
Attività di certificazione alla persona
Circa la consolidata attività di certificazione alla persona, si sono registrati nel corso dell'anno 2013 i
seguenti volumi di attività complessiva eseguita nelle varie sedi distrettuali:
Tipo certificazione
Numero
rilascio - rinnovo patenti di guida effettuate : da medici monocratici
4872
rilascio - rinnovo patenti di guida effettuate da Commissione Medica Locale
3402
Altre certificazioni (es. porto d’armi,conduzione caldaie,idoneità lavorativa minori
certificazioni di cause di morte, ecc.
614
3.3
Area Medicina di Comunità
La prevenzione e profilassi delle malattie infettive
Vaccinazioni
Sono stati raggiunti tutti gli obiettivi di copertura vaccinale previsti a livello nazionale per le
vaccinazioni dell’infanzia.
Ottimi risultati stanno producendo anche le nuove proposte vaccinali, delineate dal Piano Vaccini
Regionale del dicembre 2012: sta progressivamente aumentando la copertura per il richiamo della
quinta dose ai 15enni (83%, obiettivo regionale 85%), effettuato ora con vaccino difterite-tetanopertosse; in aumento anche le coperture per vaccino pneumococcico, proposto a tutti i bambini
in 3 dosi insieme all’esavalente (77%), e per vaccino meningococcico, proposta in dose unica al
compimento dell’anno (78%).
Parallelamente all’inserimento delle nuove proposte vaccinali, è stata svolta un’attività di
sensibilizzazione della popolazione, aggiornando il materiale informativo distribuito alle famiglie,
ampliando anche la disponibilità di informazione in lingue straniere.
E’ stata implementata attività formativa specifica per i pediatri di libera scelta e per i medici di
famiglia.
Relativamente alla vaccinazione anti-influenzale, come negli anni passati, sono stati invitati tutti i
minori con condizione di rischio, spedendo 845 lettere personalizzate; l’adesione tra questi soggetti,
è stata del 29%, sovrapponibile a quella degli anni passati.
VACCINAZIONE
COPERTURE
(% di soggetti vaccinati sui residenti di
quell’età)
obiettivo
regionale
2013
2012
2011
2013
ESAVALENTE (3 dosi a 2 anni)
97%
96%
96%
95%
MORBILLO (1 dose a 2 anni)
96%
96%
96%
95%
MORBILLO (2 dosi a 6 anni)
93%
92%
93%
90%
POLIOMIELITE ( 4 dosi a 6 anni)
95%
95%
95%
95%
DIFTERITE-TETANO (5 dosi a 15 anni)
83%
82%
85%
85%
ANTI-PAPILLOMAVIRUS (3 dosi a 12
anni)
80%
80%
73%
70%
20
Il numero di famiglie che dichiarano rifiuto ideologico a tutte le vaccinazioni è in leggera crescita
anche nella nostra ASL negli ultimi anni (v.grafico), anche se si mantiene ancora in un ordine
numerico tale da non compromettere le coperture vaccinali (<1% della popolazione).
Alta è l’attenzione al fenomeno, strettamente monitorato, con registrazione informatizzata di tutti i
rifiuti e di tutte le azioni di sollecito attuate.
Negli ultimi mesi del 2013 stato attivato un ambulatorio dedicato ai colloqui di counselling per i
dissenzienti alla vaccinazione, e sono state incrementate le misure di sollecito verso i soggetti non
rispondenti alla vaccinazione (contatto con il pediatra o medico curante, invio raccomandata,
visite domiciliari, periodiche verifiche della residenza con gli uffici anagrafe dei comuni).
L’inadempienza ideologica rimane per ora ancora un fenomeno marginale nel complesso
fenomeno dei soggetti che non rispondono agli inviti vaccinali: questi si rivelano essere, nella
maggioranza dei casi, appartenenti a famiglie straniere che, pur mantenendo una residenza in
Italia, sono rientrati al paese di origine, o hanno domicilio diverso da quello registrato all’anagrafe.
Numero dissensi per anno di acquisizione.
ASL Lodi, dato informatizzato 2008-2013.
100
95
87
72
80
66
66
58
60
40
20
0
2008
2009
2010
2011
2012
2013
Malattie infettive
La prevenzione e il controllo delle malattie infettive è un settore ben presidiato in stretta
collaborazione non solo con pediatri e medici di famiglia, ma anche con i medici specialisti della
struttura ospedaliera. Nel 2013 è proseguito il percorso di formazione sulla problematica dell’HIV,
iniziato nel 2012 con i medici di medicina generale: quest’anno si è mirato alla sensibilizzazione del
personale ospedaliero, organizzando una giornata formativa in collaborazione con l’Azienda
Opedaliera di Lodi, con la partecipazione anche di esperti in materia esterni.
Patologia
anno
Tasso ASL
(x 100000)
Numero Pratiche ASL
Tasso Lombardia
(x 100000)
2013
2012
2011
2013
2012
2011
2013
2012
2011
AIDS
12
7
8
5,2
3,0
3,4
2,6
2,5
2,6
BLENORRAGIA
3
.
.
1,3
.
.
2,5
1,9
1,7
CHLAMIDIA GENITALE
2
1
.
0,9
0,4
.
0,9
0,9
0,5
DIARREA INFETTIVA1
190
247
237
82,3
106,9
100,8
40,8
43,1
38,8
EPATITE A
9
5
1
3,9
2,2
0,4
3,5
1,5
1,5
EPATITE B
2
2
3
0,9
0,9
1,3
1,0
1,0
1,1
EPATITE C
1
1
2
0,4
0,4
0,9
0,4
0,3
0,3
INFEZIONI, TOSSINFEZIONI E
INTOSSICAZIONI ALIMENTARI2
2
4
47
0,9
1,7
20,0
4,4
3,3
2,8
INFEZIONE DA HIV
10
8
9
4.3
3.5
3.8
n.d.
10.5
8,7
21
Patologia
anno
Tasso ASL
(x 100000)
Numero Pratiche ASL
Tasso Lombardia
(x 100000)
2013
2012
2011
2013
2012
2011
2013
2012
2011
LEGIONELLOSI
2
4
2
0,9
1,7
0,9
4,2
4,2
3,4
LISTERIOSI
1
.
1
0,4
.
0,4
0,7
0,5
0,7
MALARIA
6
2
2
2,6
0,9
0,9
2,4
2,4
1,9
MALATTIA INVASIVA DA HIB
.
.
1
.
.
0,4
0,2
0,1
0,1
MALATTIA INVASIVA
MENINGOCOCCICA
2
.
.
0,9
.
.
0,3
0,3
0,3
MALATTIA INVASIVA
PNEUMOCOCCICA
2
6
4
0,9
2,6
1,7
3,3
3,1
3,0
MENINGITI BATTERICHE
3
2
3
1,3
0,9
1,3
0,6
0,7
0,8
MENINGO−ENCEFALITE VIRALE
3
4
4
1,3
1,7
1,7
1,3
1,2
1,3
MICOBATTERIOSI NON
TUBERCOLARE
.
5
1
.
2,2
0,4
1,5
1,4
1,4
MORBILLO
11
5
31
4,8
2,2
13,2
7,5
1,2
7,6
PAROTITE EPIDEMICA
9
9
7
3,9
3,9
3,0
2,9
3,8
3,5
0,6
PERTOSSE
1
1
2
0,4
0,4
0,9
0,8
0,8
ROSOLIA
SALMONELLOSI NON TIFOIDEE2
.
1
1
.
0,4
0,4
0,3
0,4
0,2
45
58
97
19,5
25,1
41,3
15,7
16,8
18,0
SCABBIA
45
26
76
19,5
11,3
32,3
12,0
10,5
11,2
SIFILIDE
7
5
4
3,0
2,2
1,7
4,2
3,3
2,6
TETANO
1
.
.
0,4
.
.
0,1
0,1
0,2
TUBERCOLOSI
10
27
18
4,3
11,7
7,7
7,7
8,7
8,9
VARICELLA
430
894
554
186,2
387,1
235,6
243,5
215,4
248,8
1 Il valore del dato locale, superiore a quello regionale, trova spiegazione nell’attività di sensibilizzazione condotta nei confronti dei Pediatri e dei Medici
di famiglia per promuovere la segnalazione delle malattie infettive; ciò rappresenta una maggiore attenzione alla problematica e non una situazione di
allarme per particolari condizioni epidemiologiche 2 Il dato di incidenza superiore a quello regionale per tossinfezioni alimentari e salmonellosi non
tifoidee nel 2011 sono riconducibili a singoli episodi che hanno coinvolto numerosi casi.
Di seguito brevi considerazioni su alcune patologie di particolare interesse nel 2013:
AIDS e HIV: prosegue il trend degli anni precedenti, comune a tutta l’Italia: aumento dei casi di
AIDS in eterosessuali maschi e aumento della tardività delle diagnosi di HIV, sempre più spesso
con effettuazione del 1° test a malattia conclamata;
Malattie a trasmissione sessuale: nel 2013 possiamo notare anche un lieve incremento delle
diagnosi di blenorragia, chlamidia e sifilide, sia nella nostra ASL che su tutto l’ambito regionale:
se il trend sarà confermato anche nei prossimi anni saranno sviluppate campagne di
prevenzione mirate;
Epatite A: a fronte dell’allarme europeo dovuto in grande misura al consumo di frutti di bosco
surgelati, che ha portato a picchi epidemici anche in Lombardia, anche nella nostra ASL
abbiamo REGISTRATO un focolaio familiare in cui veniva riferito il consumo di frutti di bosco; in
un secondo piccolo focolaio, invece, non siamo stati in grado di identificare nè fonte
d’infezione né modalità di trasmissione. Prosegue la proposta gratuita della vaccinazione ai
bambini che si recano in Paesi ad alta endemia, ora recepita anche dal Piano Regionale
Vaccini: nonostante la segnalazione da parte dell’osservatorio Nazionale delle Epatiti (SEIEVA)
di numerosi casi importati dall’Egitto, non abbiamo avuto casi d’importazione.
Malaria: i 6 casi del 2013 potrebbero non essere un allarme di incremento di patologia (nel 2010
erano stati 9), ma sicuramente, con l’aumentare dei viaggi in destinazioni a rischio e i sempre
più periodici rientri in patria delle popolazioni migranti, il numero delle patologie di importazione
andrà aumentando negli anni.
Morbillo: la pratica vaccinale, ormai diffusa anche nell’adulto (la vaccinazione è offerta
gratuitamente agli adulti fino a 45 anni, oltre che a tutti i bambini) ha consentito, anche nel
2013, che singoli episodi importati nel territorio dell’ASL non determinassero epidemie.
22
Diagnosi precoce e screening oncologici
E’ proseguita l'attività di prevenzione secondaria della patologia tumorale attraverso gli screening
per l’individuazione delle forme pre-cancerose e/o la diagnosi precoce dei tumori della cervice
uterina, del colon retto e della mammella.
Si riportano, in tabella, i dati relativi all’anno 2013:
Screening Oncologici
Cruscotto Indicatori anno 2013
Descrizione Obiettivo
Valore ASL Lodi
Ind.
Area
1
Screening cervice uterina
Obiettivo regionale 40 %
Adesione corretta: 42,3 %
(su popolazione donne protette)
2
Screening Mammella
Obiettivo regionale 60 %
Adesione corretta:
64 %
3
Screening Colon retto
Obiettivo regionale 40 %
Adesione corretta:
47 %
* Il dato di adesione delle donne protette (cioè già aderenti in precedenza all’esame di screening) risulta in
linea con le indicazioni regionali non essendo più necessaria, per questa tipologia di screening, l’estensione
almeno al 95 % della popolazione, come invece previsto per gli screening del tumore della mammella e del
colon-retto
Si è quindi mantenuto il trend in incremento degli ultimi anni; la continuità della proposta di
screening è, infatti, di per sé un elemento di sensibilizzazione e di fidelizzazione della popolazione
target.
Il Registro Tumori del Sud della Lombardia
Dal 2007 è attivo sul nostro territorio il registro Tumori del Sud della Lombardia – costituito dalle ASL
di Lodi (capofila) e Pavia – i cui dati di incidenza prodotti per tutti i tumori del triennio 2003 – 2005,
sono stati accettati dallo IARC (International Agency for Reserarch on Cancer) e ora visibili sul sito
http://ci5.iarc.fr/CI5-X/ci5-X.htm e ne è citato il contributo nell’articolo (in press) sul European
Journal of Cancer (2014) dal titolo ‘The European Cancer Observatory: A new data resource’
confermando così il lavoro svolto in questi anni.
Un registro tumori si prefigge, infatti, la rilevazione sistematica di tutti i casi di neoplasia che
occorrono nella popolazione residente.
L’interesse prioritario è rivolto alle neoplasie maligne al fine di evidenziare:
• numero complessivo dei casi e loro distribuzione per sesso ed età
• tassi grezzi e standardizzati di mortalità
• numero dei nuovi casi/anno che si verificano (incidenza);
• sede organo e istotipo;
• stadiazione
• andamento nel tempo (trend) e distribuzione territoriale (mappatura).
Il dato di incidenza utilizzato attualmente per la ASL di Lodi (2003-2008) è, ormai, un dato stabile:
comprende un discreto intervallo di tempo e si riferisce ad una quantità di popolazione (circa
1.200.0000 persone nei sei anni considerati) sufficientemente ampia; i dati, per singolo tumore,
confrontati con quelli di ASL limitrofe o viciniori non mostrano particolari differenze di incidenza,
confermando il quadro di insieme; si può, quindi, riconoscere la validità di alcuni interventi di
prevenzione:
il risultato della bassa incidenza del tumore della cervice uterina vede sicuramente l’influenza
positiva della attivazione, dal 2000, dello screening organizzato dalla ASL mediante la proposta
dell’effettuazione del pap-test a tutte le donne residenti con un’età tra i 25 e i 64 anni
23
l’elevata incidenza di tumori del colon-retto conferma e rafforza la scelta dell’introduzione
dello screening per il tumore del colon-retto, avvenuta nel 2006 con ottimi risultati, che vedono
diagnosi sempre più precoci di tumore.
Si rendono così evidenti, da un lato l’appropriatezza delle analisi condotte e dall’altro la validità
degli sforzi fatti dalla sanità lodigiana in termini di prevenzione, cura e miglioramento della qualità
di vita attraverso iniziative che mirano a potenziare e consolidare la rete di alleanze e
responsabilità tra cittadini, istituzioni, parti sociali, con gli operatori sanitari.
3.4 Area Prevenzione Sicurezza sui Luoghi di lavoro
Il piano di attività era l’articolazione locale 2013 del piano regionale per il periodo 2011-2013,
definito come ogni anno in accordo con le parti sociali e tutto il sistema della prevenzione.
Il piano si è concentrato in questi anni su alcuni punti cardine, con lo scopo di migliorare le
condizioni di sicurezza e mantenere il trend di riduzione degli infortuni, in particolare dei mortali e
con esiti invalidanti.
Le linee d’azione che hanno caratterizzato il triennio si riassumono in:
Superare la visione formalistica e burocratica della sicurezza, promuovendo da un lato
l’integrazione tra attività di autocontrollo e miglioramento della sicurezza nelle imprese e
attività di controllo, dall’altro promuovendo la cultura della sicurezza; ciò è stato perseguito
soprattutto attraverso le iniziative dell’”Osservatorio per la prevenzione degli infortuni
professionali e la promozione della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”, istituito di
concerto con tutti gli Enti e le parti sociali e con il patrocinio dello STER;
Programmare l’attività in base a criteri di priorità di rischio, individuati a livello locale;
Orientare l’attività ispettiva alla rilevazione delle violazioni sostanziali più gravi;
Sperimentare, perfezionare e consolidare l’integrazione operativa delle attività di controllo
svolte dagli Organi istituzionali attraverso la condivisione dei rispettivi patrimoni informativi per
coordinare l’attività tra i diversi organi di vigilanza;
Promuovere la concreta applicazione nelle aziende delle buone pratiche, linee guida,
vademecum approvati a livello regionale e l’adozione di Sistemi per la Gestione della Sicurezza
Ciò ha significato mantenere elevata l’attività di vigilanza in edilizia e in agricoltura, sviluppare le
attività dell’Osservatorio (concentratesi nel 2013 sul patto territoriale per la formazione, il tavolo di
lavoro per l’applicazione del DVR standardizzato, l’applicazione della normativa di sicurezza ai
tirocini scolastici negli ambienti di lavoro, ecc.), promuovere l’applicazione di buone pratiche in
diversi comparti produttivi (metalmeccanico, commercio macchine agricole, gomma/plastica,
macellazione, legno, progetto SOBANE per la valutazione e gestione partecipata del rischio nelle
RSA) attraverso attività di stimolo e accompagnamento promosse congiuntamente con le parti
sociali e la pariteticità, coinvolgendo direttamente oltre 170 imprese.
In termini quantitativi si conferma con 886 controlli effettuati, di cui 354 in edilizia, il
raggiungimento e superamento al 31.12.2013 dell’obiettivo programmato di 865 controlli di cui
335 in ambito di cantiere; analogamente in ambito agricolo si sono raggiunti gli obiettivi
programmati con 93 controlli, comprensivi del commercio di macchine agricole e del
commercio e uso di prodotti fitosanitari.
Il 66% dei controlli effettuati è stato condotto in realtà produttive a rischio elevato.
24
Il contesto
Nel corso di questi anni si è assistito ad una progressiva diminuzione del numero delle imprese e ad
una relativa stagnazione degli addetti
PAT
industria
artigianato
servizi
altro
Totale
2008
2009 2010
1.651 1.620 1.577
7.182 7.152 7.173
4.715 4.745 4.760
263
264
269
15.819 15.790 15.789
2011
2012
1.550 1.492
7.096 6.560
4.822 4.823
269
265
15.748 15.152
Censimento 2010
Aziende agricole
n
1333
Addetti Eq.*
3380
*giornate lavorate/230
Posizioni Assicurative Territoriali (PAT) INAIL
CCIAA
Imprese
2007 2008 2009 2010 2011
16125 16348 16227 16245 16043
2012
15717
Gli addetti
Industria
Artigianato
Terziario
Altre attività
Totale
2008
2009
2010
2011
2012
19.802 19.089 19.114 19.473 19.712
13.264 12.828 12.692 12.588 12.561
16.342 15.800 16.042 15.483 15.577
6.750
6.445
6.438
6.091
6.239
56.158 54.162 54.286 53.635 54.089
diff %
-0,45
-5,30
-4,68
-7,57
-3,68
La riduzione ha colpito soprattutto l’artigianato, pure in modo contenuto a confronto con il calo di
produzione, evidenziato nel grafico relativo all’artigianato nel periodo dal 2007 al 2012.
Indici congiunturali produzione e occupazione Lodi. Artigianato
Indic i c o ng iunturali de s ta gio nalizza ti di pro duzio ne e o c c upa zio ne
105
100
95
90
85
80
75
70
65
Produzione
Occupazione
I dati di Lodi risultano molto allineati a quelli definiti per l’intera regione ad esclusione
dell’occupazione che risulta riportare una variazione negativa maggiore.
25
Tutti i settori produttivi di maggior interesse prevenzionistico appaiono in riduzione. Il tessuto
produttivo lodigiano continua peraltro ad essere caratterizzato da piccola e piccolissima impresa;
le aziende medio-grandi sono molto poche e si incontrano quasi solo nei servizi.
Fonte: Unioncamere Lombardia
GLI INFORTUNI
E’ continuata nel 2012, una modesta riduzione degli infortuni denunciati (da 3212 a 3118 nel 2012);
la tendenza alla riduzione degli infortuni sia in termini assoluti sia in termini di incidenza, è
confermata se si considerano gli infortuni negli ambienti di lavoro di durata superiore alla
franchigia.
TipoDefinizione
MORTE
2008
2
2009 2010 2011
1
2012
2
1
4
NON DEFINITI
3
47
98
131
138
PERMANENTE
100
82
65
77
72
75
83
77
1460
1256
1242
1533
REGOLARE SENZA IND
91
81
TEMPORANEA
1633
1445
TOTALE
1829
1656 1700 1548
Differenza %
-9,46
-7,05
I. incidenza
Trend %
2007
2008
2009
2010 2011
47,10 46,92 45,05 46,97 41,95
100
99,63 95,65 99,74 89,07
Non è possibile calcolare l’incidenza del 2012,
mancando nei flussi informativi i dati 2012 relativi
agli addetti.
-15,36 -16,18
LEGENDA : dagli infortuni denunciati sono tolti gli infortuni non riconosciuti, gli infortuni in itinere , su strada, in
studenti,colf,casalinghe,sportivi professionisti e gli infortuni in franchigia.
Comparti di maggiore interesse. Numero infortuni (valori assoluti)
Comparti
06 Industria Legno
2008
2009
2010
2011
2012
22
26
27
12
20
08 Industria Chimica
115
94
85
70
80
09 Industria Gomma
19
8
10
11
6
11 Industria Metalli
24
9
21
13
19
12 Metalmeccanica
239
199
180
163
143
16 Costruzioni
327
267
289
200
164
18 Trasporti
94
93
85
78
79
19 Sanità
141
179
169
152
121
981
875
866
699
632
Totale
La riduzione si è manifestata in misura maggiore nel settore artigiano, ma ciò si spiega
essenzialmente con lo stato di crisi produttiva già evidente nel 2011 e 2012.
26
Infortuni in agricoltura a Lodi e in Lombardia:
infortuni denunciati 2003-2012 (Fonte: Banca Dati INAIL)
2003
Bergamo
Brescia
Como
Cremona
Lecco
Lodi
Mantova
Milano*
Pavia
Sondrio
Varese
Lombardia
2004
590
1.584
276
813
74
221
1.187
431
513
275
233
6.197
2005
583
1.502
248
792
87
203
1.063
386
411
245
204
5.724
560
1.455
259
838
91
181
1.016
420
426
240
210
5.696
2006
598
1.395
226
758
81
177
906
370
383
239
201
5.334
2007
497
1.175
186
688
69
127
837
338
327
204
195
4.643
2008
440
1.142
179
599
62
160
704
334
297
211
178
4.306
2009
2010
473
1.081
156
570
74
139
725
347
297
220
190
4.272
468
1.116
183
594
85
133
675
342
290
184
174
4.244
2011
455
1.042
161
503
72
150
687
338
296
197
181
4.082
2012 2010/2012
430
951
125
508
62
127
693
295
254
185
172
3.802
-8,12
-14,78
-31,69
-14,48
-27,06
-4,51
2,67
-13,74
-12,41
0,54
-1,15
-10,41
2003/2012
-27,12
-39,96
-54,71
-37,52
-16,22
-42,53
-41,62
-31,55
-50,49
-32,73
-26,18
-38,65
* con Monza
Gli infortuni nel Lodigiano dopo qualche anno di oscillazione sono tornati al minimo storico,
comunque abbondantemente al di sotto dei valori del decennio scorso.
Progettazione 2013: elementi di consuntivazione
E’ continuata l’attività di indirizzo e controllo sui due comparti critici di edilizia e agricoltura,
oggetto di piani nazionali e regionali. Per l’agricoltura Lodi continua ad essere sede del Laboratorio
di Approfondimento Regionale, con le conseguenti ricadute in termini di sperimentazione locale di
aspetti innovativi.
Sono continuati i progetti di comparto con la finalità di applicare concretamente, riscontrandone i
risultati, le indicazioni di buona pratica prodotte in questi anni a livello regionale/nazionale;
analogamente sono stati potenziati alcuni progetti trasversali finalizzati a promuovere l’adozione di
Sistemi di Gestione della Sicurezza sul Lavoro (progetto SOBANE-SGSL) e ad affrontare i “nuovi
rischi” (stress lavoro-correlato), con particolare attenzione alle PMI e alle amministrazioni locali.
In maniera trasversale tra i servizi del Dipartimento di Prevenzione e con altri Enti è stata rilanciata
nel 2013 in occasione dell’entrata in vigore della nuova normativa regionale l’attività di
censimento e bonifica dei materiali contenenti amianto.
L’attività di censimento dei materiali contenenti amianto ha visto un buon incremento, a seguito
delle iniziative intraprese di informazione delle autorità municipali sull’andamento e sulle risultanze
del censimento previsto dal Piano Amianto Regionale.
Anche le attività di bonifica si sono mantenute su un buon livello: nel 2013 sono stati esaminati 870
piani di lavoro per la rimozione e si sono effettuate ispezioni in 23 cantieri di rimozione.
Obiettivi 2013, definiti sulla base delle indicazioni regionali:
OBIETTIVO
RISULTATI
Effettuazione dei controlli su almeno il 5%
delle imprese attive in coerenza con il LEA e
su almeno il 10% delle imprese edili attive;
garantendo i controlli effettuati l’anno
precedente compatibilmente con riduzioni
del personale
a) effettuati 886 controlli in imprese rispetto alla sicurezza nei
luoghi di lavoro pari a circa l’8% delle imprese attive;
b) Edilizia: Sono state controllate complessivamente 354
aziende, pari al 25% circa del numero delle aziende iscritte alla
CCIAA, visitando 150 cantieri 10% dei cantieri aperti nell’anno –
1437 notifiche di apertura cantiere).
Il controllo sul territorio sale ulteriormente se si tiene conto anche
degli interventi della DTL e delle attività di forte indirizzo tecnico
esercitate nei cantieri dai tecnici del Comitato Paritetico
Territoriale Edilizia.
Effettuazione di controlli in almeno 60% delle Effettuati 543 controlli in imprese con livello di rischio elevato,
imprese con livello di rischio elevato per i corrispondenti al 66% delle imprese controllate.
lavoratori.
27
Promozione dell’applicazione nelle aziende
delle linee di indirizzo e vademecum
decretati in materia di sicurezza e salute nei
luoghi di lavoro e verifica della loro efficacia
Programmazione e attuazione delle attività
di controllo secondo i principi della
graduazione del rischio e individuazione
delle priorità, e rendicontazione tramite
sistema IMPRES@
Definizione di un programma coordinato
con ARPA e Amministrazione Provinciale di
controlli sulle aziende che svolgono attività
che impattano sull’ambiente.
Coordinamento delle attività con altri Enti di
controllo e organismi della pariteticità
Controllo e vigilanza in tema di REACH/CLP
Applicazione della graduazione dei rischi
alle Verifiche periodiche impiantistiche
Ricerca attiva delle malattie professionali
Nel 2013 sono continuati alcuni progetti avviati nel triennio, e
sono stati concordati con le parti sociali ulteriori iniziative, che
hanno coinvolto numerose aziende. In particolare:
Plastica e gomma
16
Legno
7
Commercio macchine agricole 17
Metalmeccaniche
11
Macellazione
11
Sobane e WHP
55
Attività trattamento rifiuti
15
per un totale di 132 imprese coinvolte pari al 15,3% dei controlli
programmati.
Nel corso del 2013 l’attività di controllo è stata attuata con
attenzione alla graduazione del rischio, applicata a livello di
comparti produttivi, ma quando possibile anche a livello di
singola azienda.
La rendicontazione tramite IMPRES@ è a regime, ed
attualmente rileva anche i provvedimenti assunti.
E’ stato definito con ARPA e Provincia un programma
coordinato con specifico riferimento ad imprese RIR, attività di
cava, per le quali è in atto un protocollo congiunto con la
Provincia, attività soggette ad AIA con rischi rilevanti.
Attraverso l’attività dell’Osservatorio per la prevenzione degli
infortuni professionali e la promozione della salute e della
sicurezza nei luoghi di lavoro e in collaborazione con la
Prefettura si è sviluppato il coordinamento delle strategie di
prevenzione di tutti gli attori pubblici e della pariteticità.
In particolare:
si è coordinata l’attività con DTL in cantieri edili attraverso il
sistema informativo comune, si è formulato un piano di
lavoro per i luoghi confinati, si è portata a regime la
collaborazione in tema di lavoro irregolare,
si è collaborato attivamente e con successo in tema di
formazione obbligatoria dei lavoratori all’interno di un “patto
per la formazione” stipulato con tutti gli Enti e le parti sociali
si è organizzato un ciclo di incontri di confronto
monotematici con le imprese in collaborazione con CPT
edilizia
si è definito un protocollo di intesa con INAIL in cui
inquadrare tutte le collaborazioni
Si è promossa l’adesione ai progetti di applicazione di
buone pratiche
Si è creato un tavolo di confronto e promozione
dell’applicazione della VdR standardizzata nelle piccole
imprese in precedenza in regime di autocertificazione
Con CCIAA, scuola e parti sociali si sono affrontati i risvolti di
tutela della salute e della sicurezza negli stage formativi
organizzati dalla scuola nelle imprese del territorio
Effettuati i controlli programmati in accordo con il livello
regionale. In sede di vigilanza si sono inoltre rilevate importanti
irregolarità in tema di commercio e utilizzo zootecnico di
prodotti a base di formaldeide portate all’attenzione della
Regione per i necessari correttivi
In applicazione del nuovo POA l’area Impiantistica è stata
pienamente integrata nel Servizio che ha assunto l’acronimo
PSALI. E’ stato sistematicamente applicato l’algoritmo per la
graduazione
dei
rischi
nella
categorizzazione
delle
apparecchiature e impianti da sottoporre a verifica; sono state
inoltre poste le basi per l’avvio sistematico di un’attività di
vigilanza da affiancare a quella di verifica.
Nel corso del 2013 si è sviluppata positivamente l’applicazione
in via sperimentale del sistema OCCAM alla ricerca attiva di
patologie muscolo-scheletriche dio origine professionale.
28
La tabella riassume il complesso delle attività di controllo sviluppate nell’arco del 2013
ATTIVITA’ PROGRAMMATA
Agricoltura: controlli in aziende, anche PSR
Agricoltura: controlli commercio macchine
Agricoltura controllo rischio da fitofarmaci
Costruzioni **
Classe rischio
N° attività
presenti
consuntivo
anno 2013
1
1
1
1
1550
60
15
17
18
16
1359
354
controllate in cantieri
Ospedali e case di riposo
Logistica e Trasporti
gomma/plastica
chimiche (RIR, …) + Reach
legno
Meccanica
Impianti di macellazione (CEE)
Attività trattamento rifiuti
Controlli DIAP
Aziende soggette a normativa gas tossici
150
1o2
1
1
2
2
1o2
1
2
1o2
1o2
23
5
515
1
114
16
13
226
7
1047
11
10
11
15
15
61
11
18
6
Inchieste infortunio
83
Inchieste malattia professionale
36
Vigilanza su segnalazione (n° controlli)
19
Interventi in tema WHP e SGSL (n° imprese)
55
Deroghe a normative specifiche (n° pareri)
2
Ricorsi parere MC e ex art. 5 L 300
Rxprotezione ispezioni
Pareri permessi costruire produttivi
TOTALE
26
250
20
102
886
Le verifiche periodiche degli impianti
Generalità
L’azione di verifica periodica e di controllo riguarda impianti definiti dalla normativa come
particolarmente pericolosi e quindi necessitanti di periodiche verifiche da parte di specifiche
competenze (impianti di sollevamento, impianti elettrici, impianti a pressione) per valutarne
l'effettivo stato di conservazione ed efficienza ai fini di sicurezza.
Si tratta di materia oggetto di forte evoluzione normativa, culminata nel Decreto Ministeriale del
11.4.2011, applicativo dell’art. 71, comma 13 del D.Lgs.81/08 per quanto riguarda gli impianti e
attrezzature elencati nell'allegato VII (attrezzature per il sollevamento ed idroestrattori, impianti
termici e a pressione) e ulteriormente modificata nel corso del 2013 con la Legge 125/2013.
Ad oggi le verifiche periodiche successive alla prima sono effettuate su libera scelta del datore
di lavoro dalle ASL, o da soggetti privati abilitati dal Ministero del Lavoro secondo i criteri definiti
dal D.M. 11.4.2011, come già in essere per le verifiche degli impianti elettrici.
È, invece, di esclusiva competenza ASL la prima verifica omologativa degli impianti elettrici in
luoghi con pericolo di esplosione (art. 5, comma 4 D.P.R. 462/01)
Le verifiche sono onerose e le spese per la loro effettuazione sono poste a carico del datore di
lavoro sulla base del tariffario nazionale (G.U. n°. 279 del 29/11/2012)
Nel corso del 2013 si è applicato sistematicamente l’algoritmo di categorizzazione del rischio
proposto a livello regionale con lo scopo di ridurre la discrezionalità nella scelta.
29
A seguito della piena unificazione all’interno del servizio nel 2013 è stata sistematizzata la attività
integrata nell’ambito dei cantieri edili, delle industrie a rischio rilevante, nel promuovere la
prevenzione attraverso una azione il più possibile trasversale di assistenza, di informazione e
formazione.
In particolare sul tema delle verifiche periodiche e delle prime verifiche in edilizia si sono tenuti
incontri con le imprese in collaborazione con il Comitato Paritetico Territoriale Edilizia.
Verifiche periodiche anno 2013
Descrizione struttura/attività economica oggetto di controllo
Impianti
esistenti
Controlli
2013
Apparecchi a pressione
circa 2500
12
Apparecchi di sollevamento
Impianti elettrici,
di cui impianti elettrici in luoghi con pericolo di esplosione
circa 1500
circa 1500
430
238
11
4. Promozione della Salute
Le attività di promozione della salute sono state condotte in coerenza con il “ Piano integrato di
Promozione della Salute 2013” sviluppato con una logica di approccio sistemico alla tematica e
finalizzato ad implementare iniziative coordinate e interdisciplinari su più ambiti puntando ad
innescare sane politiche pubbliche, creare ambienti favorevoli alla salute, sviluppare le capacità
individuali e rafforzare l'azione collettiva a favore della salute attraverso le sinergie interaziendali ed
esterne con istituzioni e forze sociali del territorio La programmazione si è focalizzata su: promozione
di una sana alimentazione e dell’attività fisica, sviluppo e benessere della persona, e salute del
malato, prevenzione del tabagismo, degli incidenti nei luoghi di vita e di lavoro. Gli interventi sono
stati condotti in diversi setting quali Scuola, Impresa, Settore Sanitario, Comunità e hanno visto il
coinvolgimento attivo di numerosi stakeholder chiave ed istituzionali del territorio quali forze sociali,
Medici, Amministrazioni Locali, Scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado, Imprese, Servizi,
strutture sanitarie e sociosanitarie, volontariato, ecc.
Vengono di seguito richiamate le principali azioni previste nei diversi setting :
Scuola
Le iniziative in ambito scolastico sono state realizzate in armonia con il modello del programma
regionale : “ Scuole lombarde che promuovono salute”, che riconosce alla Scuola la titolarità dei
processi di salute che si determinano nel proprio contesto e nel governo di determinanti di salute
riconducibili a diversi aspetti: ambiente formativo, ambiente sociale, ambiente fisico e ambiente
organizzativo. In questo nuovo scenario, deve necessariamente rimodularsi anche il ruolo dell’ ASL
passando dalla offerta di “percorsi preconfezionati, all’implementazione di azioni di
accompagnamento ai processi di miglioramento messi in atto dalle Direzioni scolastiche e alla
progettazione e sviluppo di percorsi di promozione della salute caratterizzati da evidenti connotati
di specificità, sostenibilità ed appropriatezza.
30
Principali azioni attuate:
•
•
•
•
implementazione d’intesa con l’ Ufficio Scolastico Territoriale e la Scuola coordinatrice a livello
provinciale,del programma regionale “Le Scuole lombarde che promuovono salute” (8
Direzioni aderenti nell’ a.s. 2012 – 2013 , n. 15 Direzioni aderenti nell’ anno scolastico 2013 –2014,
con incremento adesioni del 75 % circa);
interventi di promozione della salute per la promozione di una sana alimentazione e
dell’attività fisica, sviluppo e benessere della persona, prevenzione del tabagismo, degli
incidenti nei luoghi di vita, dell’incidentalità stradale;
corso di formazione per componenti delle commissioni mensa del territorio (due edizioni) sulla
problematica della ristorazione scolastica e sul ruolo dei componenti delle commissioni in
parola;
produzione di documenti e di linee di indirizzo per la ristorazione scolastica con particolare
riferimento alla redazione,d’intesa con AO e PDF del territorio, di una Linea Guida per la
ristorazione negli asili nido ( disponibile su www.asl.lodi.it -sezione aree temadiche –download
salute)
Impresa
L’attività di Promozione della Salute nei contesti occupazionali (Workplace Health Promotion o
WHP) presuppone che un’azienda oltre naturalmente a prevenire infortuni e malattie professionali,
s’impegni anche ad offrire ai propri lavoratori opportunità per migliorare la propria salute,
riducendo i fattori di rischio generali e in particolare quelli maggiormente implicati nella genesi
delle malattie croniche; secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità infatti nei paesi ad
elevato reddito il 30% del totale degli anni di vita in buona salute che vengono persi è attribuibile a
fattori comportamentali come fumo di tabacco, alimentazione e sedentarietà.
Principali azioni attuate:
•
Progettazione e sviluppo, da parte della ASL di Lodi di un: “Manuale di buone pratiche per le
aziende che promuovono salute”, al fine di dare concreto impulso, in ambito locale, ad una
rete di aziende che promuovono salute con definizione di buone pratiche possibili in sei aree
tematiche, con estensione del programma anche alle Aziende Sanitarie e Socio Sanitarie
Aree tematiche individuate per lo sviluppo di attività (buone pratiche) :
Nell’anno 2013 hanno aderito al programma n. 12 aziende del territorio incluse l’Azienda
Ospedaliera e la ASL;
Promozione del programma WHP della regione Lombardia 2014 : La Regione Lombardia, sulla
base di alcune iniziative locali condotte in alcune ASL, tra cui quella di Lodi (progetto “Rete
Lodigiana di aziende che Promuovono Salute”), ha sviluppato un programma finalizzato alla
costituzione di un network WHP regionale, da intendersi come una rete di aziende che si
impegnano a realizzare buone pratiche nel campo della promozione della salute dei
lavoratori, secondo un percorso predefinito e sostenibile, la cui validità è garantita da esperti
dalle Aziende Sanitarie Locali della Regione. Il programma , riconosciuto dalla rete Europea
31
WHP si svilupperà a partire dal 2014 (ad oggi otto aziende del territorio lodigiano hanno aderito
all’iniziativa in parola). Per informazioni consultare il sito : www.retewhplombardia.org
Comunità
Principali azioni attuate:
•
•
•
•
Supporto a campagne di educazione alla salute della
Regione Lombardia (con diffusione di materiale e
campagna
di
sensibilizzazione
destinatari:
vedi
comunicazione regionale sulla promozione di stili di vita sani
e ambienti favorevoli alla salute e produzione di materiale
informativo e di sensibilizzazione sui temi di promozione della
salute; in particolare si segnala la pubblicazione :
“Alimentare la Salute” (disponibile sul sito www.asl.lodi.it sezione aree tematiche – download salute)
Incontri di informazione/sensibilizzazione sui temi della promozione della salute , realizzati in
collaborazione con Amministrazioni Comunali e altri Stakeholder chiave del territorio (n. 42
incontri nel 2013 con circa 450 soggetti raggiunti)
Supporto alla iniziativa della Regione Lombardia: “Con meno sale nel pane c’è più gusto
e…Guadagni salute” secondo indicazioni della Regione Lombardia (attualmente risultano
aderenti all’iniziativa 11 esercizi del territorio pari al 17 % della popolazione universo ; elenco
disponibile sul sito www.asl.lodi.it- sezione aree tematiche – download salute) ; predisposizione
e divulgazione della brochure “Sapore di sale”
Sorveglianza nutrizionale della popolazione in eta pediatrica, d’intesa con i Pediatri del
territorio nell’ambito del PROGETTO ANTROPOS (attivo dal 2004) e del Percorso Diagnostico
Terapeutico sulla obesità infantile (report disponibile sul sito ww.asl.lodi.it –sezione aree
tematiche – download salute)
Nel 2013 il campione di riferimento è risultato pari a 1034 bambini
(46.2 % della popolazione universo) . I dati rilevati in ambito locale
testimoniano una percentuale di bambini in eccesso ponderale pari
al 18.2 %, (valore inferiore del 3% rispetto al dato 2012) Il dato riferito
ai genitori stima una percentuale di maschi in sovrappeso/obesità
pari al 51.7 % (dato nazionale 54.5%; fonte: Indagine Multiscopo
Annuale sulle Famiglie; aspetti della vita quotidiana. Istat 2005-2010),
e una percentuale di femmine in sovrappeso/obesità del 24.8 %
(36.2% dato nazionale fonte: Indagine Multiscopo Annuale sulle
Famiglie; aspetti della vita quotidiana. Istat 2005-2010).
32
Parallelamente al progetto ANTROPOS si è sviluppato, con l’adesione di circa il 70 % dei PDF del
territorio un Percorso Diagnostico Terapeutico sui soggetti in età evolutiva (bambini tra i 5 e gli 11
anni) con sovrappeso/obesità,che ha interessato,nel periodo 2007/2013, 404 soggetti (196 maschi
e 208 femmine) soprappeso/obesi . Tra gli obiettivi del percorso risulta prioritario il controllo
dell’eccesso ponderale dei bambini per mezzo di un programma di educazione sanitaria mirato a:
1. Migliorare le abitudini alimentari; 2. aumentare l’attività fisica; 3. ridurre le abitudini sedentarie;
4.coinvolgere e sostenere la famiglia Nei 328 soggetti che, nel periodo di riferimento hanno svolto il
programma nel pieno rispetto dello schema operativo previsto con regolari visite di controllo
trimestrali si è registrato un miglioramento dello stato ponderale con riduzione del BMI ( Indice di
massa corporea) nel 40% dei soggetti monitorati
• Promozione dell’attività fisica nella comunità: Gruppi di cammino ,Piedibus, , Scale per la salute
; (attualmente risultano attivi n. 8 gruppi di cammino e n. 5 piedibus ; scale per la salute è stato
adottato in ASL e AO e sono state sensibilizzate le altre Amministrazioni locali) con produzione di
un documento di indirizzo per Amministrazioni Comunali;
•
Promozione del consumo di snack salutari attraverso la produzione e diffusione di un
documento di indirizzo ,per la popolazione e altri Stakeholder, alla scelta di alimenti salubri
anche nei distributori automatici per alimenti con produzione documento di indirizzo per
Amministrazioni Comunali : “ Take a break : guida agli snack salutari” disponibile sul sito
ww.asl.lodi.it –sezione aree tematiche – download salute);
Produzione e diffusione di materiale informativo sui temi della promozione della salute rivolto
alla popolazione : es. brochure “Come un girasole” sulla prevenzione del melanoma; Brochure
“Sapore di sale” per promuovere una diete a basso contenuto di sale, Brochure “HIV sapere è
meglio” in collaborazione con AO;
Settore Sanitario
Gli interventi in questo settore sono stati coordinati con l’Azienda Ospedaliera di Lodi nell’ambito
della rete HPH (Ospedali e ASL che promuovono salute”;
•
•
pubblicazione di articoli periodici sulla rivista aziendale : “FILO DIRETTO” (per Medici di
Medicina Generale e Pediatri) in tema di promozione della salute ;
corso per “Animatori della Prevenzione”: Corso finalizzato all’ informazione/sensibilizzazione
degli operatori sanitari sui temi della prevenzione e a promuovere comportamenti proattivi, sui
temi della promozione della salute nel contesto lavorativo e sociale di riferimento ;
33
•
•
•
prosecuzione del progetto Take a Break (ASL – AO) per garantire l’offerta di snack salutari, nei
distributori automatici per alimenti presenti nelle sedi aziendali;
prosecuzione progetto Scale per la salute (ASL – AO) per promuovere l’uso delle scale in
ambito aziendale, come “buona pratica” per la salute;
avvio di un progetto di promozione della salute sui luoghi di lavoro (WHP) rivolto al personale
sanitario (ASL e AO) con realizzazione di incontri di informazione e progettazione e sviluppo di
buone pratiche (es. offerta disassuefazione a dipendenti fumatori e progettazione di seminari
sulla tematiche della salute).
5. Prevenzione veterinaria
La Sanità Pubblica Veterinaria è chiamata a svolgere un ruolo fondamentale per garantire qualità
e sicurezza delle produzioni del sistema agro-alimentare lombardo. In tale contesto, con l’attività
svolta nell’anno 2013, si è pianificato e supportato un continuo miglioramento delle realtà di
eccellenza sia del sistema dei controlli che del sistema produttivo mediante un’organica ed
efficace “politica di integrazione, semplificazione e trasferimento delle conoscenze“ tra le diverse
parti del sistema (Regione-ASL -Università-Istituti Zooprofilattici – Altre A.C. - Associazioni di
categoria e i vari Enti territoriali di ricerca) partecipando come parte attiva ad un processo di
crescita dell’intero settore.
Particolarmente significativa è risultata la collaborazione con la Sezione di Lodi dell’IZSLER con cui si
è sviluppata una pianificazione di 9 audit (3 per ogni area funzionale) con evidenti risultati si
sviluppo dell’integrazione tra autorità competenti, sviluppo della sinergia professionale in ambiti
contigui, collaborazione con esaltazione delle specifiche professionalità; nella stessa ottica si sono
attivati controlli congiunti in materia di benessere animale con le Forze dell’Ordine programmando
e realizzando 25 giornate di controllo.
Il Dipartimento di Prevenzione Veterinario nella ASL di Lodi presenta la seguente articolazione
(Deliberazione n. 312/2012 - POA 2011 –2014 Tav.2.2.3) :
34
Attività anno 2013
L’attività 2013 del Dipartimento di Prevenzione Veterinario è stata sviluppata in armonia con il
PIAPV (Piano integrato Aziendale della Prevenzione veterinaria) 2012-2014 ; tale piano declina gli
obiettivi fissati nella deliberazione XI/4334 del 26/10/2012 e, rappresenta esso stesso una importante
novità in termini di gestione coordinata dei controlli e di criteri di programmazione fondati sulla
categorizzazione del rischio.
Il monitoraggio dello stato di avanzamento del piano depone per un raggiungimento degli
obiettivi previsti al 31.12.2013, sia in termini quantitativi sia qualitativi.
A tale proposito si richiamano, di seguito, i principali KPI (indicatori chiave di prestazione) utilizzati
per il controllo del processo, suddivisi per Servizio :
Servizio Sanità Animale (S.A.)
Piano di sorveglianza e controllo nei confronti della Tubercolosi Bovina -ALLEVAMENTI (50%
allevamenti da riproduzione) – n. 224 allevamenti controllati su 224 programmati (100%)
Bonifica brc ovicaprina - 50% anno/allev– n. 28 allevamenti controllati su 28 programmati (100%)
Malattia Vescicolare Suina - ciclo Chiuso (1C/anno x allevamento) – n. 35 allevamenti controllati
su 35 programmati (100%)
Servizio Igiene Alimenti origine Animale (I.A.O.A.)
Controlli nelle macellerie etniche – 18 controlli eseguiti su 18 programmati (100%)
Piano Nazionale Residui – 782 campioni effettuati su 782 programmati (100%)
Preaccettazioni campioni PNR con applicativo informatico SIV – 92.9 % dei campioni preaccettati
su un minimo di 80% da preaccettare
Servizio Igiene Allevamenti Produzioni Zootecniche (I.A.P.Z.)
Verifiche gestione del farmaco su vendita all’ingrosso 4 controlli eseguiti su 4 programmati (100%)
Farmacosorveglianza in allevamento 100 controlli eseguiti su 100 programmati (100%)
Piano Nazionale Residui (PNR) – 118 campioni eseguiti su 118 programmati (100%).
Nell’ambito di una più globale gestione della Prevenzione Veterinaria, il Dipartimento ha attivato
inoltre dei progetti che costituiscono attività aggiuntiva rispetto a quella di istituto e che
promuovono la sinergia tra i diversi Servizi; tali progetti rispondono agli obiettivi regionali sia per ciò
che attiene all’iniziative legate a Expo 2015, in armonia con la nota regionale H1.2012.14198 (nota
regionale H1.2013.3248 del 29.01.2013) sia partecipando alle iniziative Regionali in sostegno
all’export attraverso l’elaborazione di un progetto EXPORT per il terriotorio della provincia di Lodi.
L’attuazione dell’attività programmata per il Dipartimento di Prevenzione Veterinario in
applicazione della normativa vigente, ha portato al riscontro di una situazione di generale
conformità su tutto il territorio della provincia di Lodi; le eventuali situazioni di non conformità
riscontrate in attuazione dei controlli, non compromettono un quadro di generale garanzia rispetto
agli obiettivi di sicurezza alimentare, sanità e benessere animale in carico al Dipartimento stesso.
La programmazione 2014 inclusa nel PIAPV 2012-2014 sotto forma di declinazione annuale dei
controlli, sarà sviluppata in coerenza con quanto previsto dalle regole di sistema con l’obiettivo di
garantire la salvaguardia sanitaria del patrimonio zootecnico locale, il benessere degli animali e la
tutela del consumatore finale attraverso la sicurezza alimentare, il tutto in una logica di massima
sinergia con il Dipartimento di Prevenzione Medica, e le altre Autorità Competenti interessate.
35
6. Programmazione anno 2014
La programmazione della attività di prevenzione anno 2014, è stata sviluppata in armonia con gli
obiettivi fissati da :
DGR N. X/1185/2013 “Determinazioni in ordine alla gestione del servizio socio sanitario regionale
per l’esercizio 2014“;
• Circolare prot. H1.2014.0002441 del 22.01.2014 : “ Prime precisazioni in merito alla attuazione
della DGR n.1185 del 20.12.2013”
La Prevenzione Medica
Attività di controllo
La Programmazione per l’anno 2014 dettagliata nel Piano Integrato dei Controlli 2014 sarà
sviluppata in armonia con gli obiettivi quantitativi e qualitativi che saranno definiti dalla DGR delle
Regole 2014.
L’attività di controllo, in continuità con gli anni precedenti, sarà condotta in una logica di
integrazione interna e di collaborazione con gli altri enti e soggetti coinvolti nella attività di
vigilanza e di indirizzo sulla base dei principi sopra richiamati e privilegiando controlli in attività e
imprese classificate a rischio elevato.
Elementi di novità potranno intervenire a seguito dell’emanazione dei Piani Sanitari Nazionale e
Regionale 2014-2018, attualmente in elaborazione.
Al fine di garantire efficacia ed appropriatezza della attività di controllo saranno in ogni caso
implementate azioni atte a garantire:
•
•
•
•
•
applicazione delle Linee guida regionali in materia di vigilanza e controllo; sviluppo in ogni
ambito, in armonia con le indicazioni regionali, di attività di indirizzo alle aziende nel
recepimento di buone pratiche utili a incrementare la sicurezza dei processi produttivi e dei
prodotti;
implementazione e verifica permanente di strumenti di monitoraggio dell’efficacia e
dell’appropriatezza della attività di controllo, già avviati in ambito dipartimentale dal 2013;
inserimento di tutte le attività di controllo ufficiale nel Modello organizzativo del codice etico
aziendale e riesame ed eventuale revisione delle procedure certificate ISO 9001:
mantenimento a regime del modello di rendicontazione tramite i sistemi informativi regionali
(IMPRES@ e person@) e produzione del Report delle attività di prevenzione condotte nel 2013,
con particolare attenzione ad indicatori di efficacia e di “guadagno di salute”
sviluppo di un progetto integrato 2014 – 2015 di prevenzione e controllo su tematiche correlate
all’evento EXPO 2015.
In tema di sicurezza alimentare:
•
•
•
•
•
mantenimento e ulteriore sviluppo di tavoli di lavoro con Associazioni di categoria del territorio
e dell’attività di comunicazione e confronto con altri soggetti di riferimento del territorio;
consolidamento del processo di integrazione tra Servizi operanti nel settore della Sicurezza
alimentare con interventi di controllo coordinati/congiunti;
implementazione controlli dietetico nutrizionali sul campo presso le sedi di ristorazione
scolastica del territorio;
potenziamento dell’attività di audit presso imprese alimentari a rischio particolarmente elevato
(Livello 1)
attività di campionamento mirata sulla base di indicazioni e piani di controllo definiti dalla
Regione Lombardia.
36
In tema di Controlli negli ambienti di vita
Parallelamente all'attività di controllo ufficiale, la progettualità per il 2014 sarà improntata sul
consolidamento delle linee di azione intraprese nei precedenti anni.
In particolare:
Pianificazione e governo del territorio: l'attività di supporto agli enti locali sarà sviluppata
mediante l'attivazione preliminare di tavoli di lavoro all'interno dei quali esercitare un ruolo
sempre più propositivo.
Emissioni odorigene: in coordinamento con l’ARPA e con gli Enti Locali, si promuoverà l'adozione di
protocolli e/o procedure di buona tecnica condivisi nelle aziende in grado di generare molestie
olfattive; il tema è particolarmente critico nel territorio ASL, in cui le attività agricole si trovano
sempre più spesso inserite in ambiti con caratteristiche residenziali.
VIA: sarà ulteriormente consolidata la partecipazione attiva alle istruttorie, laddove si palesino
problematiche a valenza sanitaria.
Si procederà alla luce dei criteri generali sopra enunciati e delle innovazioni normative intervenute
a una profonda revisione dell’attività in tema di tutela delle acque per consumo umano, di
balneazione, di controllo delle infestazioni e delle infestanti allergogene.
Settore in sviluppo nel 2014 sarà il controllo di centri estetici e di cura del corpo: in particolare si
porrà attenzione alla corretta installazione e utilizzo delle apparecchiature, con riferimento anche
alle emissioni di raggi UV.
In tema di sicurezza nei luoghi di lavoro
Gli orientamenti che emergono dal confronto nella Cabina di Regia regionale delineano quali
linee strategiche del Piano Regionale 2014-2018:
Semplificazione, mediante l’applicazione efficace, coerente e mirata delle norme esistenti,
evitando duplicazioni, sovrapposizioni e ridondanze, l’uniformità degli interventi di controllo
effettuati dagli organi di vigilanza, il confronto costante tra Istituzioni e Parti Sociali, per la
risoluzione dei problemi, l’individuazione di percorsi a superamento delle criticità,
l’emersione di percorsi aziendali virtuosi di autocontrollo;
Sostenibilità, mediante l’adozione volontaria da parte delle imprese di politiche di
Responsabilità Sociale di Impresa, la promozione e diffusione di buone pratiche e percorsi
virtuosi di autocontrollo nelle aziende, (responsabilità sociale e sistemi di gestione della
sicurezza ampiamente intesi), nonché delle buone prassi esistenti e decretate nell’ambito
delle precedenti pianificazioni;
Coinvolgimento della scuola nello sviluppo delle competenze in materia di SSL nei futuri
lavoratori;
Coordinamento degli Enti e delle Parti Sociali sulle azioni ritenute prioritarie.
Gli obiettivi che indirizzeranno l’attività della Regione Lombardia nei prossimi anni si riassumono per
la prevenzione degli infortuni nel mantenimento del trend di diminuzione e per le malattie
professionali nel mantenimento del trend di progressiva emersione del fenomeno e sviluppo di
ricerca attiva, in relazione soprattutto a tumori ad alta e bassa frazione eziologica, disturbi muscolo
scheletrici lavoro-correlati, disturbi da stress lavoro-correlato. In coerenza con queste indicazioni e
con quanto già sviluppato nel triennio precedente si manterrà quindi nel 2014 un’elevata e
qualificata attività di vigilanza in edilizia e in agricoltura, i due settori a maggior rischio infortunistico.
Per quest’ultimo settore l’ASL di Lodi continuerà a coordinare l’attività del Laboratorio Regionale di
Approfondimento che ha il compito di indirizzare il recepimento a livello regionale delle indicazioni
del PN Agricoltura e del Piano d’Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, di
sviluppare attività di monitoraggio del conseguimento degli obiettivi prefissati, di sviluppare
esperienze pilota di approfondimento su temi di particolare interesse regionale (es. rapporto con
veterinari, rischio biologico, sorveglianza sanitaria, …), nonchè di garantire una partecipazione
strutturata e qualificata ai gruppi di lavoro nazionali.
37
Altri elementi qualificanti per il 2014 consisteranno nel consolidamento ed estensione:
• delle attività dell’Osservatorio per la prevenzione degli infortuni professionali e la
promozione della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, quale espressione operativa
del Comitato Provinciale di Coordinamento ex art 7 Dlgs 81/08,
• delle iniziative, già collaudate per alcuni comparti produttivi, per promuovere
congiuntamente con le parti sociali e la pariteticità, l’applicazione di buone pratiche,
• delle attività di ricerca attiva di malattie professionali, con particolare riferimento ai disturbi
muscolo scheletrici lavoro-correlati, su cui già nel 2013 si è avviata un’iniziativa mirata.
• dell’integrazione nelle strategie dipartimentali di prevenzione delle attività di verifica con le
attività di vigilanza sugli impianti e attrezzature soggetti a verifica periodica ex art. 71 D.Lgs
81/08
Attività di Promozione della salute
La programmazione 2014, declinata nel Piano annuale di Promozione della salute sarà sviluppata
in continuità con gli interventi messi in campo negli anni precedenti attraverso interventi diretti ed
azione di indirizzo nei confronti di stakeholder interni ed interni all’Azienda.
Le principali azioni previste nei diversi setting saranno:
• Scuola: implementazione d’intesa con UST e Scuole aderenti (14 adesioni per a.s. 2013 –2014
con incremento del 75 % rispetto al 2012 –2013) del programma “Le Scuole lombarde che
promuovono salute”;
• Impresa: prosecuzione del progetto “Network regionale aziende che promuovono salute”
secondo il programma 2014 della Regione Lombardia;
• Comunità: 1. Promozione dell’attività fisica nella comunità: Piedibus, gruppi di cammino, ecc.;
2. supporto alla iniziativa regionale per la promozione del consumo di pane a ridotto tenore di
sale; 3. Adesione al programma di sorveglianza nutrizionale OKKIO alla Salute su obesità e
sovrappeso nei bambini delle scuole primarie;
• Settore Sanitario: 1. Mantenimento e consolidamento delle collaborazioni con l’Azienda
Ospedaliera nell’ambito della rete WHP, con realizzazione di eventi formativi e sviluppo di
iniziative rivolte al personale aziendale; 2. attività di sensibilizzazione dei Medici di Medicina
Generale e Pediatri sui temi della prevenzione primaria delle patologie cronico degenerative
3. continuazione d’intesa con i PDF del progetto di sorveglianza nutrizionale “Antropos” e del
PDT per la prevenzione e il controllo dell’obesità infantile.
La prevenzione e profilassi delle malattie infettive
Vaccinazioni: Nel 2014 saranno ulteriormente implementate attività finalizzate a rispondere
compiutamente ai seguenti obiettivi fissati dalla DGR n. 4334 del 26 ottobre 2012, in particolare con
l’offerta del vaccino antivaricella agli adolescenti anamnesticamente negativi per la malattia, in
occasione della V dose del vaccino anti-difterite-tetano-pertosse.
Malattie infettive: mantenere coperture elevate delle vaccinazioni obbligatorie e raccomandate
Ridurre la suscettibilità alla varicella degli adolescenti anamnesticamente negativi per la malattia
Integrazione con il sistema GEV per la messa a regime del “Sistema informativo regionale della
prevenzione” per le vaccinazioni
Attività di screening: Mantenimento/Incremento adesione agli screening attraverso le seguenti
azioni: continuare la collaborazione con i MMG; continuare l’attività del numero verde verso le
invitate non aderenti allo screening per il tumore della mammella per massimizzarne l’adesione;
raggiungere la popolazione straniera mediante materiale ad hoc e leader delle comunità locali ;
consolidare l’interfaccia con i cittadini tramite l’utilizzo di e-mail, attuare azioni finalizzate alla
ottimizzazione degli inviti.
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La prevenzione veterinaria
Di seguito si propone una sintesi degli obiettivi attesi per il 2014:
Predisposizione della declinazione annuale dei controlli 2014 nell’ambito del PIAPV 2012-2014
Il DPV redige il documento integrato di programmazione in cui vengono raccolte tutte le attività
che dovranno essere svolte nell’arco del 2014 da parte dei Servizi afferenti al Dipartimento.
Pianificazione controlli integrati con IZSLER
All’interno del PIAPV 2014 è prevista la pianificazione ed esecuzione di controlli integrati tra
personale afferente al DPV dell’ASL di Lodi e la sezione locale dell’IZSLER al fine di migliorare
l’efficacia e l’appropriatezza del controllo ufficiale negli ambiti della Sicurezza Alimentare,
Campionamento Ufficiale e Sanità Animale
Predisposizione di un Piano annuale di Formazione
Il DPV redige un piano di formazione secondo argomenti che saranno individuati sulla base di
indicazioni regionali o sulla base di esigenze interne al DPV
Erogazione e rendicontazione dei LEA
Il DPV eroga prestazioni essenziali di assistenza (LEA) ai sensi del DPCM 29/11/2001. In tale ambito
assicura il monitoraggio degli obiettivi pianificati nell’ambito della programmazione.
Utilizzo delle risorse finanziarie tramite fondo funzioni, D.Lgs 194/2008 e sanzioni
Il DPV gestisce la dote finanziaria al fine di garantire l’attuazione degli obiettivi di prevenzione
veterinaria attraverso l’utilizzo delle risorse finanziarie riferite al fondo funzioni, al D.Lgs 194/2008 ed
alle sanzioni, con particolare attenzione allo sviluppo di progetti di connotazione innovativa
Utilizzo delle funzionalità del Sistema Informativo Veterinario
Il DPV assicura l’implementazione del SIVI secondo gli step pianificati dalla U.O. veterinaria
regionale
Pianificazione degli obiettivi operativi previsti dal PRPV
Il DPV attua il controllo ufficiale in ottemperanza a quanto previsto dal Manuale Operativo delle
Autorità Competenti Locali e limitatamente alle attività previste nel PIAPV 2014 con l’integrazione
dei nuovi piani specifici a valenza regionale previsti dalla programmazione regionale.
Azioni correlate con l’attuazione del progetto regionale EXPO 2015
Il DPV svolge le attività correlate con l’attuazione del progetto regionale EXPO 2015 “Garantire la
sicurezza alimentare e la valorizzazione delle produzioni” attraverso l’attuazione e la conclusione
dei due progetti nelle seguenti aree di intervento “”Attività di controllo integrata nel settore della
ristorazione e somministrazione, aggiornamento banche dati anagrafiche, attribuzione livelli di
rischio” e “Promozione della sicurezza delle carni ed il controllo dei residui negli animali a fine
carriera”
Azioni correlate con l’attuazione del progetto regionale EXPORT
Il DPV svolge le attività correlate con l’attuazione del progetto EXPORT sviluppato sul territorio della
provincia di Lodi.
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Obiettivi specifici elaborati a livello di ASL di Lodi
INTERVENTI
OBIETTIVO
Progetto DPV –
procedura
dipartimentale
Attuazione ed
applicazione della
procedura
dipartimentale
Progetto Sanità
Animale – Piano
regionale di
controllo e
certificazione della
para TBC bovina
Adesione al piano
regionale e
certificazione del
50% degli
allevamenti bovini
produzione di latte
presenti sul territorio
dell’ASL
Progetto IAOA –
aggiornamento dei
riconoscimenti alla
dicitura prevista dal
Reg. 853/04
Aggiornamento
delle diciture e dei
decreti di
riconoscimento
rilasciati dal Servizio
IAOA, ai sensi del
Reg. CE 853/04
Progetto IAPZ –
gestione del
farmaco in
allevamento
Aumentare il livello
complessivo di
conformità alla
normativa vigente
ed avvio di un
processo di
attribuzione del
livello di rischio in
ambito di gestione
del farmaco in
allevamento
AZIONE
INDICATORE DI VALUTAZIONE DEI RISULTATI
(KPI)
Incontri formativi con il personale del DPV
Informazione e
formazione degli
allevatori
formazione e
informazione del
personale afferente
al Servizio IAOA
rispetto agli
obbiettivi del
progetto
controllo dei decreti
di riconoscimento ed
eventuale
aggiornamento
prima fase:
formazione/informazi one rivolta agli
allevatori ed i
veterinari aziendali
circa gli obiettivi del
progetto stesso;
seconda fase:
raccolta dati sulla
gestione e verifica in
allevamento
Applicazione della procedura
Indicatori della procedura
Dipartimentale
N. allevamenti certificati/n.
allevamenti totali= > 50%
n. decreti controllati/n. decreti
presenti= 100%
incontri di formazione/informazione
con gli stakeolders;
attribuzione del livello di rischio
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