IRC e costruzione del gruppo classe

Il clima e la costruzione del gruppo classe
Maurizio Gentile, Dottore di ricerca in Psicologia e Consulente scolastico.
Enrico Sitta, Docente di religione e Vicepreside presso la S.M.S. “G. Marconi” di Modena.
Gentile, M. e Sitta, E. (2006). Il clima e la costruzione del gruppo classe. Religione e Scuola, 34/(5,
Maggio/Giugno), pp. 57-62.
Agli svogliati basta dare uno scopo.
Don Lorenzo Milani
Lo scopo di questo articolo è proporre argomenti e indicazioni operative per progettare e gestire un
contesto di apprendimento pienamente orientato alla promozione della persona. Il nostro proposito è
di discutere una “teoria della scuola” che punta ai valori della conoscenza, della convivenza e della
cura reciproca. Una scuola, quindi, che offra l’opportunità di imparare a “s aperci fare con le
conoscenze” e a “saperci fare con gli altri”. In essa si lavora per formare persone competenti sia da
un punto di vista intellettivo che sociale.
La nostra riflessione nasce da una presa d’atto dichiarata, soprattutto, da adulti impegnati in ruoli
educativi (genitori, docenti, formatori, educatori). Essi osservano una difficoltà crescente a rendere
desiderabili questi tre valori. L’ipotesi generale che vogliamo proporre è la seguente: se il v alore
della convivenza, della cura reciproca e dell'impegno nel conoscere non sono più dei requisiti,
ovvero condizioni naturali disponibili in entrata, perché non farli diventare dei prodotti specifici
(scopi) dell'azione formativa? Questo significa concretizzare prassi mediante le quali si impara a
prendersi cura dell’altro come di sé - assumendo responsabilità nei confronti del proprio
apprendimento e di quello dei compagni, ricercando norme di convivenza eque c ondivise e
negoziate. In sintesi, vorremo discutere l’idea di una “scuola formativa e democratica”, nella quale i
nostri giovani cittadini abbiano l’opportunità concreta di vivere la grande avventura della
conoscenza e della convivenza.
Il tema è piuttosto impegnativo. Non si potrà, quindi, rispondere compiutamente nell’ambito di un
solo lavoro. Ci riserviamo, perciò, di articolare a più riprese la nostra riflessione. In questo primo
articolo ci proponiamo di avanzare prospettive di discussione e prime ipotesi di soluzioni. Nella
prima parte discuteremo i fattori decisivi per la promozione di un c lima positivo in classe,
proponendo una visione del docente come leader e membro effettivo di un gr uppo. A questo
riguardo si chiede da un lato una direzione esperta verso obiettivi chiari e ben definiti, e dall’altro
una disponibilità ad alimentare rapporti personali con ciascun allievo, una condotta equa e leale nei
confronti di tutto il gruppo classe. Riteniamo che questi primi indirizzi metodologici possano
sostenere i docenti nella creazione di un clima positivo. Nella seconda parte sottolineeremo
l’importanza di ricercare, all’interno dell’equipe pedagogica, alleanze e rapporti collaborativi come
condizione professionale utile per un lavoro proficuo e durevole sul clima e la costruzione del
gruppo classe.
I fattori decisivi per la promozione del clima di classe
Per clima di classe s’intende la percezione soggettiva che gli studenti hanno dei docenti, delle
discipline e dei compiti di apprendimento. Tale percezione si può connotare in termini di minaccia o
risorsa. In una classe nella quale prevale un senso d’insicurezza e di minaccia alla propria autostima, con maggiore probabilità si osserveranno comportamenti difensivi finalizzati ad evitare
situazioni di fallimento o a perseguire compulsivamente il s uccesso. Inoltre saranno molto più
frequenti vissuti di ostilità e pregiudizi. Al contrario, in una classe nella quale prevale una
percezione di risorse, si osservano comportamenti più frequenti di aiuto e collaborazione e un
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1
atteggiamento di fiducia nei confronti dei docenti e di sé stessi. Il gruppo classe guarderà ai docenti
come mediatori di saperi e s perimenterà vissuti di supporto continuo verso gli obiettivi di
apprendimento.
Il clima della classe in funzione della costruzione di un g ruppo non si crea a colpi di “bacchetta
magica”. Esso richiede tre decisioni di fondo. La prima, comportarsi come un leader, perseguendo
scopi chiari e ben definiti. La seconda, agire come un membro effettivo del gruppo quando la classe
è impegnata nella ricerca e nella negoziazione delle regole. La terza decisione, altrettanto
importante, è il prendersi cura degli alunni, ovvero il dedicare tempo alle richieste degli studenti
assumendole come “domande importanti” espresse da individui riconosciuti come persone.
Autenticità e mutuo rispetto
Si ha maggiore probabilità di far apprendere i contenuti di una disciplina lavorando sulla qualità
della relazione educativa. Secondo Kyriacou (1991), il rapporto tra allievi ed insegnante è uno dei
fattori principali nel determinare un positivo clima di classe. Esso è favorito da rapporti basati su un
mutuo rispetto tra insegnante e studenti. Il mutuo rispetto si sviluppa, soprattutto, quando gli allievi
possono riconoscere, da ciò che il docente fa e d ice, che egli è r ealmente competente e ch e
programma le lezioni con cura ed impegno, mai improvvisando.
Una classe in cui le persone sono accolte e vivono relazioni di mutuo rispetto può essere una
condizione favorevole al migliore successo formativo per tutti. Già don Lorenzo Milani ricordava
che “Il passaggio da una classe annoiata e spenta a una vivace ed entusiasta, che sa collaborare e
imparare attivamente, conduce ad un’esperienza che trasforma tutti, insegnanti e alunni”. Lavorare
con gli alunni su questo significa prevedere, già in fase di progettazione iniziale, alcune attività per
favorire la costruzione del gruppo e la promozione di un clima di classe positivo 1.
In una classe dove le relazioni tra allievi e docenti sono autentiche si apprende meglio. Sulla base
della nostra esperienza abbiamo osservato che, laddove si programmano, sin dall’inizio, una serie di
attività volte a favorire e migliorare il clima di classe, i risultati positivi in termini di rendimento
diventano evidenti. Dove questo non avviene la classe si può arenare su situazioni conflittuali tra
alunni, su difficoltà di rapporto con gli adulti, su vissuti di avversione verso alcune discipline. È
piuttosto comune, infatti, osservare che alcuni studenti sperimentino vissuti di ostilità e negligenza
nei confronti di alcuni docenti, che altri mettano in atto comportamenti ostacolanti e s carsamente
collaborativi, altri ancora possano sviluppare disaffezione e disinteresse verso alcune materie. Si
potrebbe concludere dicendo che la riuscita scolastica di uno studente e la sua percezione del clima
di classe sono variabili legate ad una molteplicità di fattori. Sappiamo, tuttavia, che le modalità
relazionali del docente e le attività finalizzate alla promozione di un clima di classe positivo
possono favorire la qualità dell’esperienza scolastica degli studenti determinando, in qualche
misura, il livello d’integrazione di ciascun alunno nell’esperienza scolastica (Franta e Colasanti,
1998).
Infine, in una classe dove le relazioni tra pari e con i docenti sono autentiche e b asate sul mutuo
rispetto, gli alunni sono più disponibili a sostenere processi di cambiamento sia in ordine al
comportamento che all’apprendimento. Questo tratto si può evidenziare quando i docenti chiedono
e ottengono collaborazione in ordine a situazioni comportamentali complicate o di difficile
soluzione. In questo caso gli alunni possono mettere in atto strategie finalizzate alla soluzione dei
problemi soprattutto in situazioni che sono fonti di probabile conflitto e disturbo.
1
Si veda a tal proposito l’articolo “Attività per favorire il clima e la costruzione del gruppo classe” pubblicato in questo
stesso numero.
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Regole condivise
Costruire un gruppo classe per favorire un clima positivo, presuppone il creare un contesto nel quale
si abbia un obi ettivo comune da perseguire. Obiettivi comuni implicano la necessità di definire e
negoziare regole condivise (Child Development Project, 2000). Nelle classi in cui agli allievi è data
la possibilità di contribuire allo sviluppo di norme è stato registrato un clima più rilassato e
fiducioso. Pare, infatti, che quando le regole del vivere insieme vengono ipotizzate, contrattate e
definite con gli allievi, vi sia un maggiore disponibilità a rispettarle.
Perché una regola venga interiorizzata, è necessario che ciascuno ne comprenda la funzione, ossia si
renda conto che la norma è utile per qualche fine importante (La Prova, 2003). Questo evidenzia
come gli alunni possano diventare protagonisti in ordine all’istituzione delle regole. Gli studenti non
subiscono le regole. In questo caso possono essere vissute come decisioni arbitrarie imposte da un
adulto. Se, al contrario, sono l’esito di un processo di sviluppo e riflessione, vengono assunte come
orientamenti sui quali impegnarsi. Le regole, quindi, possono essere poste come obiettivi di cui
verificare sistematicamente l’applicazione e di cui discutere la sostenibilità. Il processo di
condivisione delle regole si completa quando insieme alle norme sono negoziate sia le sanzioni che
le “cose che si possono fare e ottenere”.
Domande riconosciute
Siamo consapevoli che ad una buona metà dei docenti lavorare sul clima e la costruzione del gruppo
classe sia una priorità non molto rilevante. Il programma, il restare in pari con gli altri colleghi e le
richieste dei genitori sono al centro delle preoccupazioni professionali. Si ha ragione di credere che
lavorare su questa dimensione sia sinonimo di “perdita di tempo”. Ad alcuni può apparire
dissonante. Crediamo non sia del tutto semplice presentarsi agli alunni in modo diverso, attivando
dispositivi e procedure differenti dalla lezione frontale. Nonostante quanto osservato, ci sembra
importante, ai fini della promozione di un c lima di classe positivo, la ricerca di una relazione
personale con ciascun individuo, riconoscendo ognuno nella propria unicità di persona dotata di
domande specifiche.
Se ognuno conta, ognuno può c ontribuire, quando ognuno può c ontribuire, ognuno può imparare
(Dalton e Watson, 1997). Riteniamo che questo aspetto possa essere una qualità determinante nella
realizzazione di un clima positivo di apprendimento (Franta, 1988). Quando le domande sono
riconosciute, gli studenti imparano progressivamente a percepire i loro docenti come “adulti
interessati”, individui che si prendono cura dell’apprendimento degli studenti e tout court di loro
come persone (Tomlinson e Doubet, 2005). È in questo processo che la scuola può vivere il valore
della “cura reciproca”.
In una scuola della cura, si osserva una qualità molto alta nella relazione tra adulti e studenti e una
riduzione dei fattori percepiti come minacce alla propria dignità personale (auto-stima). In essa si
tende a coltivare alte aspettative di successo e standard di rendimento molto rigorosi, coniugati
entrambi, a soluzione didattiche e atteggiamenti di supporto all’apprendimento. Si tende, in altre
parole, ad organizzare una didattica che fa diventare l’esperienza d’apprendimento significativa e
che investe molto sull’idea di far cooperare gli studenti sui compiti assegnati. Per quanto riguarda le
pratiche valutative con esse si tende a riconoscere i progressi di apprendimento come importanti
conquiste personali. La focalizzazione non è sui risultati ottenuti nelle verifiche, ma sul valore
informativo che tali risultati assumono. Questo implica, ad esempio, definire un’esplicita politica
valutativa. Quando in una scuola si permette ai propri studenti di vivere fallimenti sistematici, il
corpo docente sta comunicando indirettamente un senso di rassegnazione: “in questa scuola ci
saranno molti sconfitti e pochi vincitori” (Blum, 2005).
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Insieme o da soli? La ricerca di alleanze tra colleghi
Il docente che si appresta a lavorare sulla formazione del gruppo classe deve essere
consapevole di quanto e quale tempo dedicare a tale scopo. Ha bisogno di darsi obiettivi chiari e
verificabili, e di condividere con tutto il c onsiglio di classe (anche se ciò può costare fatica o
generare critiche) il percorso che intende realizzare. In ordine a q uesto è bene ribadire che nella
classe occorre creare una “routine”, un’abitudine dello stare bene. Questo non lo si ottiene subito.
Ci vuole tempo, pazienza e disponibilità a scommettere sugli alunni come risorsa.
Un risultato molto importante da perseguire è la collaborazione tra colleghi, ovvero il concordare, in
alcuni momenti scelti dell’anno, attività esplicitamente finalizzate alla costruzione del gruppo classe
e alla promozione di un clima interpersonale positivo. Siamo consapevoli che questo è un obiettivo
difficile. Sebbene molti docenti possano non r eputare necessario dedicare parte della propria
disciplina a questa finalità, è b ene dire che anche un solo docente, presente per una sola ora di
lezione curricolare, può attivarsi e realizzare percorsi finalizzati
allo sviluppo del clima interpersonale.
Crediamo, quindi, che sia possibile lavorare per la costruzione del gruppo e la promozione del clima
nell’ambito di discipline sotto rappresesentate.
Sebbene la ricaduta possa rivelarsi lenta e meno immediata, il docente si può ritagliare tempi e momenti
in cui allentare sui contenuti per dare spazio alla costruzione dei rapporti interpersonali. In questo caso
i colleghi potrebbe domandarsi: “Come si fa a lavorare in
quella classe? Quel alunno è proprio impossibile. Quella situazione è troppo difficile. Sarà forse
perché ci stai solo un’ora alla settimana?” È del tutto comprensibile questo punto di vista. È anche
del tutto ragionevole pensare che il vero problema sta nel non i nterrogarsi su come risolvere il
problema della classe, di quella situazione o di quel alunno.
Creare alleanze tra colleghi di materie diverse implica darsi una strategia per piccoli passi. Essere
docente di E.F. può facilitare l’avvio di un processo simile, poiché si è presenti su tanti consigli di
classe. All’inizio si lavora con alcuni, dandosi obiettivi pertinenti e verificabili. Successivamente si
può pensare di proporre e s perimentare forme di accoglienza e d i relazione che facilitino e
migliorino il clima di classe, diventando esse stesse racconto e p ossibilità per altri docenti. Poi si
possono coinvolgere i genitori, prevedendo momenti in cui lavorare insieme sul clima di classe. Si
può prevedere, nella prima settimana di scuola, per le classi prime in ingresso, un’assemblea con
tutti i g enitori e tutti i d ocenti della classe, per programmare attività sul clima di classe e s ulla
costruzione del gruppo.
Bibliografia
Blum, R. W. (2005). A case for school connectedness. Educational Leadership, 62(7), pp. 16-20.
Child Development Project. ( 2000). Ways we want our class to be. Class meetings that build
commitment to kindness and learning. Oakland: Developmental Studies Center.
Dalton, J. E., e Watson M. (1997). Among friends. Oakland: Developmental Studies Center.
Franta, H. (1988). Atteggiamenti dell’educatore. Teoria e t raining per la prassi educativa. Roma:
LAS.
Franta, H. e Colasanti, A. (1998). L’arte dell’incoraggiamento e personalità degli allievi. Roma:
Carocci.
Kyriacou, C. (1991). Essential teaching skills. Oxford: Blackwell.
La Prova, A. (2003). La costruzione di un clima di classe positivo. Psicologia Scolastica, 3(1), pp.
211-232.
Tomlinson, C.A. e Doubet, K. (2005). Reach them to teach them. Educational Leadership, 62(7),
pp. 9-15.
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Attività per favorire il clima e la costruzione del gruppo classe
Enrico Sitta, Docente di religione e Vicepreside presso la S.M.S. “G. Marconi” di Modena.
Maurizio Gentile, Dottore di ricerca in Psicologia e Consulente scolastico.
Sitta, E. e Gentile, M. e (2006). Attività per favorire il clima e la costruzione del gruppo classe.
Religione e Scuola, 34/(5, Maggio/Giugno), pp. 63-72.
“Voi siete il sale della terra”
Matteo 5,13
Questo secondo contributo completa su un piano operativo le riflessioni discusse nell’articolo “Il clima e la
costruzione del gruppo classe”. I modelli di attività illustrati di seguito sono stati sperimentati con classi
prime, seconde e t erze di Scuola Secondaria di primo grado. Tali attività possono essere applicate sia ad
inizio di anno scolastico che durante il corso delle lezioni. È comunque opportuno precisare che è il docente
a stabilire in modo autonomo quando ritiene più opportuno programmarle e sperimentarle con il gruppo
classe.
ATTIVITÀ 1 - “Chi è come me”
L’attività è da svolgersi nel primo periodo dell’anno scolastico, quando molti alunni non si conoscono ancora
e sono timorosi nei confronti dei nuovi compagni. Le persone tendono in genere a ce rcarsi sulla base di
interessi, gusti, preferenze comuni. Questa tendenza sembra molto diffusa tra i ragazzi: la predilezione per un
particolare programma televisivo, un modello di scooter, una disciplina sportiva, un personaggio famoso del
mondo dello spettacolo, o per un certo tipo di persone (ad esempio persone allegre, impegnate nello studio,
affettuose) è un criterio importante di scelta, contatto e frequentazione. Ecco un esercizio molto semplice per
scoprire somiglianze e affinità.
Obiettivi




Aiutare gli alunni a conoscersi meglio.
Imparare ad accettare la diversità dell’altro.
Favorire un clima favorevole di classe e di gruppo.
Muoversi all’interno della classe con facilità.
Sequenza applicativa
1. Si consegni ad ogni alunno una scheda “Chi è co me me” con alcune domande generiche, sia
personali che generiche.
2. Ogni alunno compili la colonna “Io” rispondendo ad ogni singola domanda.
3. Al termine si invitino gli alunni a girare tra i banchi, intervistando tutti i c ompagni, alla ricerca
dell’anima gemella.
4. Nell’altra colonna gli studenti segnino i nomi di tutti i compagni che hanno risposto in modo uguale
al proprio.
5. Si individui sulla scheda la persona che ha risposto più domande in modo simile al compilatore della
scheda.
6. Si discuta insieme su quanto è avvenuto in classe.
Materiale
Scheda predisposta dal docente con le domande (una per ogni singolo alunno).
Revisione
La revisione avviene attraverso una discussione in classe.
ATTIVITÀ 2 - L’autoritratto
L’attività è da svolgersi nel primo periodo dell’anno scolastico. Capita spesso che i ragazzi si percepiscano in
maniera molto differente rispetto a ciò che realmente sono. Ecco una attività molto semplice da realizzare,
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1
ma molto utile per cogliere quale percezione ogni alunno ha di se, della sua intelligenza, della sua corporeità,
della sua capacità di vivere e g estire relazioni ed emozioni, di avere uno s guardo positivo o ne gativo sul
mondo e su gli altri. Molto importante è la lettura che il consiglio di classe può dare dei disegni raccolti;
sicuramente un modo diverso di conoscerli e di entrare in relazione con le loro ansie, paure e aspettative. Si
raccomanda di seguire il seguente procedimento e di conservare i disegni prodotti fino alla fine del percorso
scolastico.
Obiettivi




Aiutare gli alunni a conoscersi meglio.
Imparare ad accettarsi.
Aiutare gli alunni a riflettere su se stessi.
Favorire una certa auto ironia.
Sequenza applicativa
1. Si chieda ad ogni alunno di disegnare il proprio autoritratto.
2. Si spieghi agli alunni il significato di ogni parte del corpo da disegnare.
3. Il disegno deve essere realizzato mantenendo alcuni parametri:
o testa = capacità intellettiva
o occhi = il senso della vita
o mani = le relazioni con gli altri
o tronco = l’aspetto fisico
o cuore = le emozioni
4. Si ritirino i disegni firmati dagli alunni.
5. Si discuta insieme su quanto è avvenuto in classe (variante).
6. Non si fa firmare il disegno, ma si invitano i compagni di classe a scoprire l’autore del disegno
7. Si discuta insieme su quanto è avvenuto in classe
Materiali
Un foglio di carta bianco e una matita
Revisione
La revisione avviene attraverso la discussione in classe. Qualora i colleghi fossero disponibile il Consiglio di
Classe discute degli elaborati degli alunni. Si veda due esempi riportati nella Figura 1.
Figura 1 – Esempi di autoritratto
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2
ATTIVITÀ 3 - Conosciamoci con le bugie
L’attività si può svolgere in qualsiasi momento dell’anno scolastico. Tutto può essere utile per approfondire
o arricchire la conoscenza reciproca, anche, ad esempio, proporre come reali fatti soltanto immaginati.
Partendo da questa idea, si può suggerire un’attività divertente per stimolare una conoscenza informale tra i
compagni di classe.
Obiettivi




Lavorare sulla formazione del gruppo classe condividendo qualcosa di sé stesso.
Migliorare la conoscenza tra gli alunni.
Stimolare a riflettere, a scrivere e a produrre un testo semplice.
Stimolare ad inventare una storia.
Sequenza applicativa
1. Si divida la classe in 3 gruppi.
2. I membri di ciascun gruppo, singolarmente, raccontino brevissimamente su un foglio di carta 3 fatti
riferenti a se stessi, 2 falsi ed uno vero.
3. Al termine, accartoccino il foglio e lo lancino al centro di un cerchio.
4. Ad un segnale, ognuno, a turno, prenda una palla di carta e legga ed alta voce quanto vi è scritto.
5. Poi ogni studente cerchi di identificare in classe il protagonista dei fatti raccontati e di scoprire, al
primo tentativo, quale di questi è realmente accaduto.
Materiali
Un foglio di carta e una penna
ATTIVITÀ 4 - “A te darei… Da te vorrei…”
L’attività viene proposta ad inizio di anno scolastico ed è rivolta agli alunni delle classi seconde. Questa
proposta apre il lavoro di revisione del precedente anno scolastico. È opportuno partire da una riflessione
accurata sulle caratteristiche personali degli alunni e d ella classe in generale. Il percorso è s trutturato in
diversi momenti. Gli alunni sono invitati pensare e a ragionare sulle proprie caratteristiche positive e su
quelle dei compagni di classe.
Obiettivi





Migliorare il clima di classe.
Rendere più significativi i rapporti interpersonali tra gli alunni.
Favorire una riflessione su sé stessi.
Individuare caratteristiche positive, a volte nascoste, del proprio compagno.
Fare emergere, attraverso un cartellone di sintesi, la diversità/ricchezza presente nella classe.
Sequenza applicativa
1. Ci si predispone in cerchio e ogni ragazzo è invitato a comunicare oralmente con il compagno che
sta alla sua destra. La comunicazione è legata a ciò che di caratteristica positiva vorrebbe in regalo
dal suo compagno e quale dote gli darebbe in cambio.
2. Al termine del primo momento si realizzi un cartellone con in evidenza le caratteristiche donate e
quelle ricevute 1.
1
Due esempi di caratteristiche donate e richieste: “A te darei la mia passione per la musica”. “Da te vorrei la tua
pazienza”.
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3
ATTIVITÀ 5 - “La galleria delle cose che ho imparato”
L’attività che segue è volta a far riflettere e a far recuperare ad ogni singolo alunno il percorso scolastico e di
relazione vissuto nell’anno scolastico appena terminato. Il lavoro che ogni alunno è chiamato a realizzare è
destinato a fare emergere:




gli elementi positivi di relazione con compagni ed insegnanti;
le regole vissute nella classe;
le abilità, le conoscenze e le competenze maturate;
quanto di positivo si è imparato a fare e a vivere con gli altri;
Obiettivi
 Riflettere e revisionare il percorso svolto nel precedente anno scolastico.
 Assumere consapevolezza di abilità e competenze acquisite.
 Comunicare per iscritto le proprie riflessioni.
Sequenza applicativa
1. Ad ogni alunno viene consegnata la scheda “la galleria delle cose che ho imparato” (si veda la Figura 2).
2. L’insegnante all’inizio della lezione mette in evidenza, esponendo in modo chiaro, le seguenti consegne:
«nei vari quadri appesi nella galleria occorre inserire, una per ogni quadro, seguendo questo ordine, le
abilità e le competenze acquisite in ordine a:
o l’organizzazione scolastica (uso del diario, portare a scuola il materiale occorrente, svolgimento dei
compiti a casa – orali e scritti, rispetto delle consegne e delle indicazioni)
o le regole della classe
o la relazione con i compagni
o la relazione con gli insegnanti
o le competenze disciplinari (prendere nota, produrre un testo, riassumere, fare schemi, approfondire
contenuti, migliorare la capacità di esposizione orale…)
o le abilità creative, grafiche, pittoriche, musicali…».
3. Al termine di questo primo momento, viene fatta una sintesi di tutto ciò che gli alunni hanno scritto,
attraverso una galleria di quadri in cui sono riportate tutte le indicazioni degli alunni. Questa attività
finale permette alla classe di avere una visione ampia, positiva e condivisa del percorso formativo
realizzato e di rendersi conto di quante abilità e competenze gli alunni hanno acquisito al termine del
primo anno di scuola 2.
Figura 2 – La galleria delle cose che ho imparato
2
Sunderland, M. (1997). Disegnare le emozioni. Trento: Erickson.
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4
ATTIVITÀ 6 - “Le regole della classe… a ciascuno il suo”
L’attività che segue è volta a far sì che ogni alunno assuma la diretta responsabilità della vita della classe e
della gestione del regolamento di classe. È tradizione della nostra scuola, infatti, concordare ad inizio di anno
scolastico “il regolamento di classe”. A volte il rischio è quello di scrivere tante e belle regole, ma poi non
avere abbastanza tempo da dedicare alla revisione dell’assunzione dell’impegno. L’attività che proponiamo è
finalizzata a far crescere negli alunni la corresponsabilità della gestione delle regole, la custodia della loro
applicazione, la negoziazione della sanzione nei confronti di coloro che più di altri fanno fatica a rispettarle.
L’attività prevede un momento iniziale in cui le regole vengono stabilite e concordate; diversi momenti nel
corso dell’anno in cui, in gruppo e nella classe, si verifica la reale applicazione del regolamento. Questa
attività richiede inoltre la disponibilità di un docente che appunto si impegna nel dedicare due ore – ogni 3
mesi – per un’assemblea di classe finalizzata alla revisione delle regole.
Obiettivi




Favorire l’assunzione di impegni.
Promuovere la negoziazione di regole e sanzioni.
Realizzare assemblee in cui gli alunni discutono dei problemi della classe e sul comportamento.
Dare responsabilità per l’individuazione di nuove regole e nuovi impegni.
Sequenza applicativa
1. Il docente predispone un foglio contenente il regolamento di classe del precedente anno scolastico e
avvia con il gruppo classe, disposto in cerchio, una discussione ed un confronto sulle regole da “tenere”,
da “buttare” o da “aggiungere” per la formulazione di un nuovo regolamento di classe, che comunque
tenga conto che un anno è passato, gli alunni sono cresciuti, molte regole ormai sono state assunte dal
gruppo classe per cui possono essere sostituite con delle nuove e più impegnative.
2. Una volta stabilite le nuove regole della classe, la classe viene divisa in piccoli gruppo (a seconda delle
regole stabilite).
3. Ogni gruppo diventa “custode” di una regola.
4. Ogni gruppo stabilisce quali atteggiamenti occorre assumere per rispettare la regola (costruzione nel
piccolo gruppo di una rubrica) e quali sanzioni applicare per chi non la rispetta.
5. Ogni gruppo decide al suo interno come registrare tutto questo: modalità e tempi di controllo delle regole
(quaderno di registrazione, griglie di registrazione, ecc.).
6. La revisione avviene in quattro assemblee di classe. Le assemblee vengono svolte in momenti che
precedono l’incontro tra scuola e f amiglia nei vari ricevimenti che si realizzano nel corso dell’anno
(novembre, febbraio, aprile e giugno).
ATTIVITÀ 7 - Il grande vento soffia
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Questa attività si può realizzare in ogni momento dell’anno scolastico. Essendo un attività nella quale
prevalgono movimenti fisici è bene avviarla a conclusione di una attività di apprendimento impegnativa.
Obiettivi
 Utilizzare il linguaggio del corpo.
 Migliorare la conoscenza degli alunni.
 Favorire un clima di disponibilità reciproca.
Sequenza applicativa
1.
2.
3.
4.
5.
Ci si mette cerchio seduti sulle sedie.
Una sedia viene tolta dal cerchio e la si mette al centro.
Ognuno pensa da un oggetto che porterebbe come unico oggetto in un viaggio
Chi è al centro dice: “Il grande vento soffia per chi come me si porterebbe in viaggio….”
Chi è seduto in cerchio e ha scelto lo stesso oggetto che viene detto o anche solo lo reputa come possibile
scelta alternativa si alza.
6. Chi resta senza sedia si mette in quella al centro e riparte
Materiali
Nessuno
ATTIVITÀ 8 - La storia mimata o raccontata
Questa attività si può proporre in ogni momento dell’anno scolastico. Il docente può utilizzarla in una
situazione in cui la classe è stata particolarmente impegnata in attività didattiche. Il docente può utilizzare
questa attività con storie che rafforzino la conoscenza di contenuti trattati durante la lezione.
Obiettivi





Lavorare sulla formazione del gruppo classe condividendo qualcosa di sé stessi.
Migliorare la conoscenza tra gli alunni.
Stimolare a riflettere, a pensare, a raccontare.
Stimolare ad inventare una storia.
Utilizzare il linguaggio del corpo per comunicare con gli altri.
Sequenza applicativa
1.
2.
3.
4.
Il docente invita due persone ad uscire dall’aula.
Agli alunni che restano in classe il docente legge una storia.
Un alunno della classe deve mimare o raccontare ad uno dei due alunni che è uscito dall’aula la storia.
Il primo che è uscito racconta o mima la storia al secondo. Il secondo racconta o mima la storia all’intera
classe.
Materiali
Storia predisposta dal docente. Si veda l’esempio proposto di seguito.
«C'era una volta un re che rispondeva al nobile nome di Enrico il Saggio. Aveva tre figlie
che si chiamavano Alba, Bettina e Carlotta. In segreto, il re preferiva Carlotta. Tuttavia,
dovendo designare una sola di esse per la successione al trono, le fece chiamare tutte e tre
e domandò loro: "Mie care figlie, come mi amate?".
La più grande rispose: "Padre, io ti amo come la luce del giorno, come il sole che dona la
vita alle piante. Sei tu la mia luce!".
Soddisfatto, il re fece sedere Alba alla sua destra, poi chiamò la seconda figlia. Bettina
dichiarò: "Padre, io ti amo come il più grande tesoro del mondo, la tua saggezza vale più
dell'oro e delle pietre preziose. Sei tu la mia ricchezza!".
Lusingato e cullato da questo filiale elogio, il re fece sedere Bettina alla sua sinistra. Poi
chiamò Carlotta. "E tu, piccola mia, come mi ami?", chiese teneramente. La ragazza lo
2006_Clima e Costruzione del gruppo classe 2
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guardò fisso negli occhi e rispose senza esitare: "Padre, io ti amo come il sale da cucina!".
Il re rimase interdetto: "Che cosa hai detto?". Padre, io ti amo come il sale da cucina".
La collera del re tuonò terribile: "Insolente! Come osi, tu, luce dei miei occhi, trattarmi
Vattene! Sei esiliata e diseredata!". La povera Carlotta, piangendo tutte le sue lacrime,
lasciò il castello e il regno di suo padre. Trovò un posto nelle cucine del re vicino e,
siccome era bella, buona e brava, divenne in breve la capocuoca del re.
Uri giorno arrivò al palazzo il re Enrico. Tutti dicevano che era triste e solo. Aveva avuto
tre figlie ma la prima era fuggita con un chitarrista californiano, la seconda era andata in
Australia ad allevare canguri e la più piccola l'aveva cacciata via lui... Carlotta riconobbe
subito suo padre. Si mise ai fornelli e preparò i suoi piatti migliori. a invece del sale usò in
tutti lo zucchero.
Il pranzo divenne il festival delle smorfie: tutti assaggiavano e sputavano poco
educatamente nel tovagliolo.
rosso di collera, fece chiamare la cuoca. La dolce Carlotta arrivò e soavemente disse:
"Tempo fa, mio padre mi cacciò perché avevo detto che lo amavo come il sale di cucina
che dà gusto a tutti i cibi. Così, per dargli un altro dispiacere, ho sostituito il sale
importuno con lo zucchero". Il Re Enrico si alzò con le lacrime agli occhi: "E il sale della
saggezza che parla per bocca tua, figlia mia. Perdonami e accetta la mia corona". Si fece
una gran festa e tutti versarono lacrime di gioia: erano tutte salate, assicurano le cronache
del tempo».
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