Strade Aperte Marzo 2014

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RIVISTA MENSILE DI EDUCAZIONE PERMANENTE
NUMERO 3 - Marzo 2014 - ANNO 56
60
anni ... lo
2014
1954
M.A.S.C.I
sguardo
al futuro
Sessant’anni e
non li dimostra
GIOVANNI MORELLO
Sessant’anni e
non li dimostra,
specie
Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani
se lo sguardo
è rivolto al
PERIODICO MENSILE DEL
futuro e non
MASCI (MOVIMENTO ADULTI
al passato: questo il senso delle celebrazioSCOUT CATTOLICI ITALIANI)
ni per i sessanta anni di vita del M.A.S.C.I.,
DI EDUCAZIONE PERMANENTE,
sintetizzato dallo slogan che accompagna il
PROPOSTA E CONFRONTO
logo dell’avvenimento. Sin da questo numero
Strade Aperte pubblicherà articoli ed interventi dedicati a questo importante appuntamento che, in vari modi, interesserà la vita
delle nostre Comunità. Il primo intervento,
ovviamente, è di Sonia, la nostra Presidente,
che ci offre una prima meditata riflessione.
Sul prossimo numero di Aprile pubblicheremo il calendario degli appuntamenti, che sarà
deciso dal Consiglio Nazionale straordinario
del 15-16 marzo. Intanto un appuntamento è
già stato fissato per il 7-9 novembre p.v., per
la “Festa di compleanno”. Alle pag. 5-6 trovate la scheda per l’iscrizione, che potete scaricare anche dal sito www.masci.it. Qui a fianco potete vedere il logo del sessantesimo che
marcherà tutte le iniziative. Anche le Regioni
iniziano a programmare incontri ed iniziative
SPEDIZIONE IN A.P. 45%
celebrative. Il Veneto ha in programma una
ART. 2 COMMA 20/B LEGGE 662/96
“Fiera delle Comunità”, come potete leggere
DAL C.M.P. PADOVA
a p. 7. Altre iniziative, non specificativamente
EURO 2,00 LA COPIA
legate al tema del sessantesimo, sono in programma in varie parti d’Italia. In questo nuEDITORE, AMMINISTRAZIONE
mero il lancio della II edizione di “Ramazza
E PUBBLICITA’:
Strade Aperte
Arcobaleno”, organizzata a Roma, dal Lazio,
Soc. coop. a.R.L.,
sui temi dell’accoglienza e dell’integrazione,
Via Picardi, 6 - 00197 Roma,
ed una “Route” sui temi della Pace, organizwww.masci.it
zata da Alpe Adria Scout, lungo i sentieri del
fronte dell’Isonzo, dove durante la Grande
Guerra 1914-1918, tanti giovani, e meno gioSOMMARIO IN ULTIMA PAGINA
vani, sacrificarono la loro vita, in quella che
Benedetto XV definì una “inutile strage”. Sarà
certamente un anno particolarmente ricco ed
impegnativo. In quest’ottica continuiamo a
pubblicare, nella rubrica “come eravamo”,
gli articoli di Nando Paracchini sul tema del
lavoro, dedicato questa volta all’analisi di
quel significativo momento di sviluppo, che
va sotto il nome di boom economico. Su temi
più propriamente associativi trovate in questo numero le prime notizie sulla Conferenza
Mondiale ISGF, che si terrà quest’anno a Sidney, in Australia, dal 12 al 16 ottobre prossimo. Può essere l’occasione per chi volesse
partecipare di confrontarsi con una realtà assai diversa dalla nostra … dall’altra parte del
globo. Così come dedichiamo spazio al tema
dello sviluppo, su cui si dovranno concentrare tutte le nostre energie per rendere sempre
più incisiva (e numerosa) la nostra presenza
nella Chiesa e nella società. L’articolo, a pag.
2, sull’esperienza positiva della Sicilia sul
tema dello sviluppo, può essere considerato
esemplare.
Per concludere abbiamo voluto pubblicare
la lettera che Papa Francesco ha indirizzato
alle famiglie, proprio su questo tema: lo stesso tema che sarà all’attenzione del Sinodo
straordinario dei vescovi di quest’anno, e del
Sinodo ordinario del prossimo anno. Forse
molti di voi avranno già letto questa missiva,
ma come si dice repetita iuvant. Vogliamo
sperare che dalla lettura di quanto scritto da
Papa Francesco possano scaturire non solo
stimoli di approfondimento, ma soprattutto
linee di azione. Teneteci informati. Strade
Aperte sarà lieta di accogliere le vostre considerazioni o il racconto delle vostre azioni in
proposito.
Nuove Comunità
Marzo 2014
La Sicilia........scoppia!
(Ovvero il boom dello sviluppo...)
ENZO BALDACCHINO
Ricordo con grande simpatia il periodo in
cui mi avvicinai al Masci, negli anni ‘90, allorquando a Porto Empedocle costituimmo
la locale Comunità di adulti scout, carichi
di gioioso entusiasmo, ma altrettanto pieni
di dubbi e carenti di nozioni, non provenendo la maggior parte di noi dallo scoutismo giovanile.
C’era, dunque, necessità di incontrarsi con
gli altri, per un proficuo scambio di opinioni, per un cammino comune, per conoscere
e farsi conoscere, ma non era semplice, sia
per la distanza fisica tra una sede e l’altra,
sia per l’esiguo numero di Comunità allora esistenti sul territorio (a parte le mitiche
comunità di Palermo e Siracusa, fondatrici del Masci siciliano, le altre aggregazioni
all’epoca esistenti non operavano che presso una diecina di centri, con intere province completamente sguarnite).
Tra una Comunità e l’altra esistevano distanze anche di quasi 300 chilometri, data
la conformazione fisica della nostra amatissima Sicilia! Noi, in ordine di tempo,
eravamo l’ultima comunità costituitasi e
risentivamo di questo stato di cose, desiderando avere maggiori contatti con altri
“più grandi”, mentre adesso, passati quasi
25 anni, guardiamo con gioia, soddisfazione e grande entusiasmo alla realtà odierna:
2
STRADE APERTE
non solo la Sicilia è riuscita a triplicare il
numero delle Comunità legalmente costituite e regolarmente censite, ma -grazie ai
semi buttati- si può essere concretamente
fiduciosi nella prossima nascita di altre comunità (non è soltanto un auspicio, quanto
invece una seria, reale e comprovata aspettativa!).
Come siamo riusciti a centrare questo mirabile obiettivo?
Il Signore ha accolto la nostra preghiera,
ascoltando i nostri desideri ed accompagnandoci in questo cammino.
Grande merito va certamente ascritto ai
Segretari Regionali che si sono succeduti
nel tempo, ed, in particolar modo, a quello
uscente, il buon Carmelo Casano, che, nei
suoi intensi sei anni del mandato ricoperto,
ha fortemente voluto curare il settore dello
sviluppo, profondendo in esso tempo, energie, idee.
I risultati conseguiti nell’ultimo periodo
sono stati veramente esaltanti, in quanto
non si è ricercato soltanto uno sviluppo
numerico, quantitativamente sensibile,
quanto -piuttosto- una crescita qualitativa,
intensa, proficua e produttiva.
Le nuove Comunità, anzi, attraverso la loro
qualificante attività, nella ricerca del bene
comune, avrebbero dovuto costituire una
affascinante e accattivante cassa di risonanza sul territorio, per incuriosire, stimolare
ed incentivare altre nascite (cosa che, in
effetti, è positivamente avvenuta!).
Quante riunioni, quante idee, quanti incontri (nella specifica pattuglia, in zona,
in consiglio regionale, in assemblea): ogni
occasione era buona per monitorare, documentare, analizzare dati per comprendere
l’evoluzione di questo progetto di sviluppo,
fornendo utili suggerimenti ed eventualmente anche le dovute correzioni, per eliminare ipotetiche defaillances.
E’ siccome “la pubblicità è l’anima del commercio”, ogni comunità per meglio farsi conoscere ha cercato di esportare nei comuni
viciniori alcune attività, specie quelle che
colpiscono ed incidono nella valutazione
collettiva (alcuni esempi, concorsi dei presepi, celebrazioni di ricorrenze, rinnovo
delle promesse, diffusione della Luce della
pace, giornate ecologiche, ecc…), pubblicizzando gli eventi, intensificando gli incontri con i locali sacerdoti e Capi Agesci,
e presentandosi sempre in uniforme nelle
attività esterne.
Grazie a queste tecniche (meglio approfondite, elaborate ed esplicitate in un video realizzato in occasione di uno specifico incontro di zona, visionabile digitando sul motore
di ricerca Google i termini “Sviluppo
e linee programmatiche Zona Akragantina Nissena” oppure immettendo in rete l’indirizzo www.youtube.
com/watch?v=XDc770RTpSo), sono
nate, una dopo l’altra, tante meravigliose nuove realtà MASCI (tra le altre, annoveriamo Agrigento, Caltagirone, Catania 2, Marineo, Messina
2, Messina 3, Nicolosi, Ribera, Riposto), mentre altre ancora stanno per
vedere la luce, essendoci già stati
tanti incontri preparatori (Alcamo,
Altavilla Milicia, Capo d’Orlando,
Castelbuono, Catenanuova, Cattolica Eraclea, Comiso, Piazza Armerina, Paternò, Rosolini, Sciacca).
Ma, siccome l’appetito vien mangiando, faremo di tutto affinché
questa tendenza non cessi di intensità, donando alla nostra bella realtà
scoutistica regionale tanti altri “fiocchi rosa!”
1954
60
2014
Sessantesimo
Marzo 2014
anni ... lo
sguardo
al futuro
Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani
60 anni...con lo sguardo rivolto al futuro
L’anniversario dei sessant’anni del nostro
Movimento, a cui oggi guardiamo, costituisce una miniera d’oro di esperienze, conoscenze, scambi culturali, confronti su temi
ed argomenti i più variegati.
Non è, non può essere, la “solita festa di
compleanno”, ma l’occasione d’incontro
tra generazioni, tra adulti provenienti da
realtà diverse, con percorsi diversi, tra
amici di un tempo e da cui mai ci si è separati, l’incontro tra persone che hanno lo
stesso obiettivo da raggiungere.
Il sessantesimo del MASCI merita di essere ricordato, celebrato e festeggiato in un
modo unico, direi inusuale, perché non ne
faremo occasione per l’autocelebrazione
del nostro passato, per dire quanto sono
stati bravi coloro che sono venuti prima di
noi e a cui guardiamo con tanta ammirazione, ma per lanciare - attraverso la loro
testimonianza e sul loro esempio - la sfida
educativa cui i tempi attuali ci rimandano.
Per constatare che c’è continuità tra coloro
che fin dal 1954 non rinunciarono a guardare il mondo da persone adulte ma con
occhi da ragazzi, e noi che oggi ne raccogliamo il testimone.
Nel 1954 Mario Mazza ha lanciato la sfida
che, forse compresa appieno solo in questi
ultimi anni, rappresenta la sola strada per
l’educazione continua degli adulti di oggi e
per le successive generazioni.
In questo nostro anniversario saremo tutti chiamati a dare un grande contributo
personale e di comunità per consentirci
di guardare al futuro partendo da ciò che
abbiamo alle nostre spalle, ossia – parafrasando - di guardare nello “specchietto
retrovisore” per aiutarci a percorrere con
maggior sicurezza la strada che abbiamo
davanti, con la consapevolezza del cammi-
60
anni ... lo
2014
Luis Sepulveda scriveva che “un popolo
senza memoria è un popolo senza futuro”.
Partendo da questo presupposto, pare utile
ricordare che gli anniversari servono per
fissare nella memoria ciò che è stato il nostro passato, quale è stata la nostra storia,
per proiettarci quindi verso il nostro futuro.
1954
SONIA MONDIN
Presidente Nazionale
sguardo
al futuro
Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani
no percorso.
E’ stato un cammino ricco di storie comunitarie e personali, di avvenimenti, di
riflessioni, di conquiste non solo culturali
ma fatte anche d’impegno e di servizio. Ci
sono stati momenti in cui abbiamo camminato più lentamente perché avvertivamo la
fatica della strada, momenti in cui abbiamo
sostato più del necessario perché avevamo
bisogno di prendere fiato, ci sono stati anche momenti in cui tutto ci sembrava terribilmente complicato.
Ma poi, come sperimentato in tante e tante
occasioni, siamo ripartiti con più entusiasmo e rinnovato vigore.
Ora l’intero Movimento è coinvolto in questo grande evento, con molteplici iniziative,
occasioni d’incontro nonché di appuntamenti.
Vi abbiamo coinvolti a partire dalla scelta
dello slogan, che assieme al logo costituirà
il denominatore comune per tutte le attività che come singole Comunità e come
Regioni autonomamente metterete in atto.
A questo riguardo vi ringraziamo fin da
ora per quanto riuscirete a farci pervenire
per poterlo divulgare e quindi raccogliere nel nostro “album delle esperienze del
sessantesimo” che pubblicheremo anche
nel sito.
Un appuntamento davvero importante viene fin d’ora fissato per domenica 22 giugno 2014, data in cui da ogni luogo d’Italia
con la tecnica del Flash mob saremo uniti
Il calendario degli appuntamenti per le celebrazioni del 60° del
M.A.S.C.I. sarà pubblicato sul prossimo numero di “Strade Aperte”,
dopo l’approvazione in Consiglio Nazionale.
Una data però è stata già fissata per celebrare la
Festa di Compleanno
nei giorni 7-8-9 novembre 2014, a Roma, con un appuntamento in
Piazza San Pietro per salutare anche Papa Francesco.
Di più saremo insieme più gioia ci sarà !
STRADE APERTE
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1954
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Sessantesimo
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sguardo
al futuro
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Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani
nel ricordo della nostra Fondazione avvenuta il 18 giugno 1954, con modalità che
saranno prossimamente comunicate.
Ma la vera festa di compleanno alla quale nessuna comunità dovrà mancare, si
terrà a ROMA nei giorni dal 7 al 9 Novembre 2014, per incontrarci, conoscerci,
per vivere momenti di emozioni forti, ma
soprattutto per essere protagonisti nel
ricordare le varie tappe di questo nostro
sessantesimo, con una grande mostra
fotografica, con delle pubblicazioni, con
l’ascolto di testimonianze e ... mille altre
cose.
Guardando nello specchietto retrovisore,
per prendere atto della nostra storia, delle
nostre origini …. cosa vediamo?
GUARDANDO LA STRADA
PERCORSA …
Vediamo dei “Cercatori di Sentieri”, che
divennero alla fine della seconda guerra
mondiale le “Compagnie dei Cavalieri di
San Giorgio” in cui confluirono gli scout
adulti della prima ASCI, per far sì che questa nuova realtà potesse crescere autonomamente, senza il rischio i compromettere
le attività del rinato scautismo giovanile.
Vediamo coloro che il 18 giugno 1954 a
Roma si costituirono quale movimento autonomo scout adulto, e Mario Mazza che
ne fu il primo Presidente.
Vediamo che nel 1962 divenne operativo a
Genova il Centro Studi Mario Mazza (oggi
diventato ONLUS e impresa nazionale del
MASCI) nel quale furono raccolti i documenti e i libri di Mario Mazza provenienti anche dalla scuola da lui fondata a Villa
Buri a Verona, chiusa dopo la sua morte.
Da qui inizia la nostra storia con alcune
tappe che sono state fondamentali, come
quella dell’Assemblea di Firenze (1964),
che vide l’apertura dell’adesione al MASCI
anche per adulti, uomini e donne, privi di
esperienza scout giovanile.
Da allora inizia una stagione di crescita,
nella consapevolezza della nostra identità
e della nostra missione attraverso la revisione dello Statuto e l’elaborazione di un
documento “ideologico”, in cui fossero indicati i valori di riferimento e gli scopi che
lo scautismo adulto intendeva perseguire:
il Patto Comunitario (1972 Assemblea di
Perugia).
Negli anni successivi vennero affrontati i
grandi temi relativi all’educazione e all’impegno del Movimento nella Società e nella
Chiesa, si aprì una riflessione sul “metodo”
e furono messe in campo iniziative quali i
4
STRADE APERTE
Seminari di Animazione.
Vediamo poi negli anni 80, la rivista Strade Aperte completamente rinnovata, la
riscrittura del Patto Comunitario (1986
Assemblea di Reggio Calabria). Nel 1989
all’Università Cattolica di Milano ci fu il
grande convegno sull’Educazione in età
adulta, che pose le basi dell’attuale interpretazione del significato di Educazione
Permanente.
Arriviamo quindi all’anno 2000 nel quale,
a Loreto, venne approvato l’attuale Patto
Comunitario e all’anno 2003, che vide – a
Rimini – l’approvazione dell’attuale Statuto.
Ad Alghero nel 2009, col Sinodo dei Magister avente per tema “Dalla babele alla
pentecoste”, ci siamo confrontati sull’emergenza educativa degli adulti, per dare
risposte possibili e contribuire alla costruzione di un mondo migliore, più giusto e
più solidale.
Poi a Como nel 2011, Conferenza Mondiale ISGF, fratellanza dello scautismo adulto.
Nel 2012 l’incontro “Piazze Trivi e Quadrivi” a Salerno per approfondire il tema
“Abitare la città dell’uomo”. Abbiamo
confermato il nostro modo specifico ed
originale, secondo il metodo scout, per realizzare la nostra missione di “educazione
degli adulti”.
Ed infine eccoci all’Assemblea di Bardonecchia dell’ottobre 2013. Lo slogan “Oltre
il Ponte” c’invitava a percorrere con libertà e coraggio le strade nuove che lo Spirito
sempre ci indica.
E ora, cosa vediamo?
LA STRADA CHE SI APRE
DAVANTI A NOI
Abbiamo constatato che i sessant’anni
trascorsi, intensamente vissuti attraverso
vicende e avvenimenti, sono strettamente
intrecciati con le vicende e gli avvenimenti
che hanno fatto la storia del nostro Paese.
Abbiamo preso atto che il nostro Movimento è nato dalla consapevolezza che
l’esperienza dello scautismo giovanile poteva diventare, innestata nel mondo degli
adulti, assunzione di responsabilità nella
società civile, nel mondo del lavoro e nella
Chiesa, ma con uno stile particolare, il nostro stile, lo stile scout.
Nel tempo la nostra identità si è rafforzata, è cresciuta e si è allargata; la proposta di
scautismo adulto è diventata una proposta
valida per ogni uomo e per ogni donna del
nostro tempo, adattandosi all’evoluzione
sociale e umana della nostra società. Evoluzione di un mondo in cui i cambiamenti,
sempre più rapidi, ne hanno modificato il
volto, in modo assolutamente impensabile
solo qualche anno fa, rendendolo più fragile e insicuro. I riferimenti, le certezze di un
tempo sembrano svanire, e nulla sembra li
abbia ancora sostituiti. Ecco che lo scautismo adulto diventa custode e testimone di
valori irrinunciabili che sono quelli della
nostra Legge, della nostra Promessa e del
nostro Patto comunitario.
Ecco che si scopre un’ “adultità” bisognosa di percorsi educativi che accompagnino
l’uomo e la donna di oggi ad affrontare le
incertezze e le difficoltà della vita con ottimismo, concretezza e spirito di avventura,
rendendoli consapevoli di essere uomini e
donne di frontiera.
Uomini e donne, noi, che ci troviamo ad
affrontare sfide sicuramente non facili ma
affascinanti, dove insieme potremo essere
protagonisti del nostro futuro.
Insieme abbiamo fatto un cammino lungo
sessant’anni, cammino che ci ha portato,
dopo approfondita riflessione, a chiarire
e definire la nostra “mission”, ossia: che
il MASCI è un movimento di Educazione
Permanente per adulti, basato sui principi
del metodo scout, e che l’Educazione Permanente è la Gestione del Cambiamento
in modo consapevole. Cambiamento di noi
stessi e del mondo che ci circonda.
Ecco perché in questa visione non c’è
spazio per dietrologie, per nostalgie o per
arretramenti di fronte a piccole o grandi
difficoltà, che troveremo sicuramente sulla nostra strada ma che, insieme, sapremo
superare.
Solo chi è disposto a rivedere le proprie
certezze, ma che sa essere fedele agli ideali più profondi, solo chi guarda al divenire
del mondo e della storia con capacità critica e occhio limpido, solo lui potrà avere la
certezza di essere in un cammino di Educazione Permanente.
Dobbiamo essere orgogliosi di tutto questo, e stimolati ad andare avanti con il coraggio e la saggezza delle persone mature,
ma con l’ardore e la gaiezza dei ragazzi,
perché come quello dei ragazzi deve restare
il cuore, forte ma dolce, come una torta di
mele, la torta del nostro compleanno.
60 anni…. sono tanti, ma dovremo continuare ad essere “Cercatori di Sentieri”,
con lo spirito dei nostri fratelli del 1954,
proiettati, da questo nostro sessantesimo
anniversario del 2014, verso il futuro!
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Sessantesimo
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anni ... lo
sguardo
al futuro
Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani
Festa per il 60° della nascita del M.A.S.C.I.
7-9 novembre 2014
M.A.S.C.I. – Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani
FESTA PER IL 60° DELLA NASCITA DEL MASCI
“ 60anni…..con lo sguardo al futuro”
ROMA 7- 9 novembre 2014
Scheda d’iscrizione
Cognome _________________________________ Nome ____________________ £ M
( Le donne sposate devono indicare il cognome da nubile )
Via _________________________________________ n. ____
Tel. ____________________ Cell ____________________
Cap _______
£ F
Città _____________________
E-mail ____________________________________
Regione _____________________ Comunità ______________________________
Sistemazione Alberghiera dalla cena di venerdi al pranzo di domenica:
£Camera singola
€ 210,00 ?? (disponibilità molto limitata)
£Camera doppia
€ 150,00 ??
£Camera tripla/quadrupla. € 130,00 ??
(nel caso di scelta in camera doppia, tripla o quadrupla indicare le proprie preferenze)
£Posso dividere la camera senza preferenze
£Chiedo di dividere la camera con
1
2
3
____________________________________
____________________________________
____________________________________
(che dovranno confermare la scelta nella loro scheda)
Arrivo il ___________ ore ___ treno
£
£
pullman
£ auto £ aereo £ aeroporto di ______________
£ auto £ aereo £ aeroporto di ______________
Riparto il __________ ore ___ treno
pullman
(I dati di arrivo e partenza possono essere forniti anche in seguito ma non oltre il 30 settembre )
£ (€ 15,00); arrivo Giovedi 6 novembre per la cena £ (€45,00);
parto Lunedi 8 novembre mattina dopo colazione £ (€ 45,00)
Prenoto: il pranzo del Venerdì
Comunicazioni aggiuntive: (diete particolari, disabili, soggiorno diverso da quelli previsti, bambini in
camera con i genitori, pasti extra, ecc. ) :_____________________________________________________
_____________________________________________________________________________________
Allego copia della ricevuta di versamento del totale prenotato di Euro _________
Data ________________________
Firma __________________________________
STRADE APERTE
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Sessantesimo
Notizie logistiche
Marzo 2014
REGOLAMENTO
L’assemblea si terrà a ROMA presso la CASA FRATERNA DOMUS, VIA SACROFANESE, 25
Il servizio di accoglienza sarà operativo dalle ore 9,00 di venerdì 7 NOVEMBRE.
Quote di partecipazione
Le quote di partecipazione comprendono l’iscrizione, i trasporti da Stazione Termini e/o Aeroporti di Roma A/R e
la pensione completa dalla cena di venerdì 7 al pranzo di domenica 9 novembre (bevande ai pasti escluse) e sono
così stabilite:
a) in camera singola
€ 210,00 (Posti molto limitati)
b) in camera doppia
€ 150,00
c) in camera tripla/quadrupla
€ 130,00
Supplementi: Dalla cena del giovedi al pranzo del venerdi € 45,00. Dalla cena della domenica al pranzo del
lunedi € 45,00. Solo il pranzo del venerdi € 15,00.
Coloro che intendono fruire di sistemazioni diverse da quella proposta (soggiorno in tenda propria, camper, presso
amici od altro, che non usufruiscono di trasporti e di pasti) pagano la sola quota di iscrizione fissata in complessive
Euro 25,00
(I bimbi fino a 3 anni dormono con i genitori e sono ospitati gratis, con eventuali pasti a consumo; i bambini da 3 a 12
anni , in camera con i genitori, pagano una quota ridotta di euro 60,00).
Invio della scheda d’iscrizione entro il 15 luglio 2014
Deve essere compilata una scheda per persona, compreso i bambini, utilizzando il presente modulo (che può
essere fotocopiato). La scheda, compilata in tutte le sue parti, va inviata entro il 15/07/2014, allegando la
fotocopia del versamento, scegliendo una delle seguenti modalità:
- Per posta a: Masci – via Picardi, 6 – 00197 Roma
- Per fax al numero: 06.8077047
- Per e-mail a: [email protected]
- Attraverso il sito : www.masci.it
Per informazioni, chiarimenti e comunicazioni:
Mimmo Cotroneo; cell: 3383019440; email: [email protected]
Pagamento della quota di partecipazione.
I pagamenti vanno effettuati esclusivamente sul conto corrente postale n. 64651466 intestato a MASCI Eventi
Nazionali – Via Carpignana 22 - 63100 Venagrande, mediante bollettino di c/c postale oppure mediante bonifico con il
seguente IBAN IT19 Z076 0113 5000 0006 4651 466 e la medesima intestazione.
Ogni versamento può riguardare anche più persone, a condizione che tutti i nomi e gli importi versati dai singoli
partecipanti siano chiaramente indicati nello spazio riservato alla causale del versamento.
Il pagamento della quota di partecipazione va effettuato con un anticipo di E. 80.00, da inviare entro il 15
luglio 2014, mentre la somma restante deve essere inviata entro il 30 settembre 2014.
Per evitare contestazioni all’accoglienza è necessario portare con se le ricevute dei pagamenti.
Disdette e restituzione della quota.
Ai fini della restituzione della quota pagata è ammessa la disdetta dell’iscrizione, con comunicazione scritta, via fax o
via e-mail, purché questa giunga entro e non oltre il 15/09/2014. (Farà fede la copia della ricevuta). Oltre tale termine
non sarà possibile effettuare alcun rimborso.
Trasporti:
LA CASA DI ACCOGLIENZA FRATERNA DOMUS si può raggiungere ARRIVANDO A ROMA per autostrada, per
ferrovia o in aereo. L’organizzazione disporrà una navetta compresa nella quota dalla Stazione Termini, dall’Aeroporto
di Fiumicino e dall’Aeroporto di Ciampino.
La migliore modalità per partecipare all’evento è l’organizzazione di pullman anche interregionali con accordi di soste
intermedie per garantire il massimo di riempimento ed ammortizzare i costi. In treno è possibile usufruire di tariffe
scontate per chi acquista con un certo anticipo, oppure con i gruppi accedere alle tariffe comitive , lo stesso dicasi
per i voli aerei.
L’incaricato all’organizzazione (Mimmo Cotroneo 3383019440) è disponibile a fornire supporto informativo ed
organizzativo per ricercare le soluzioni più vantaggiose.
Tour di Roma e dintorni pre e post festa saranno pubblicizzate a parte con scheda di iscrizione,
programma dettagliato e costi.
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anni ... lo
sguardo
al futuro
Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani
Il Veneto celebra i sessant’anni
con la “Fiera delle Comunità”
CHIARA SABADIN e MAURIZIO NIERO
Segretari Regionali
Il Consiglio Regionale M.A.S.C.I. del
Veneto ha ritenuto di celebrare la ricorrenza del sessantesimo del movimento con una “Fiera delle Comunità”.
L’evento si terrà a villa Buri (Verona)
domenica 11 maggio 2014, ed intende
evidenziare:
- che nel MASCI sono le comunità le
cellule fondamentali e primarie del movimento;
- la molteplicità e la ricchezza delle
loro attività e dei servizi che svolgono
concretamente nella realtà del loro territorio, costituendo presenza attiva e
responsabile nella storia e nella chiesa;
- lo stile scout nel celebrare la ricorrenza, all’insegna dell’essenzialità e della
partecipazione attiva di tutti.
Le comunità M.A.S.C.I. venete esporranno alla Fiera, con dei banchetti e
con la fantasia di cui dispongono, le
principali attività ed i servizi che svol-
gono concretamente, sia per un confronto tra loro che per far conoscere il
movimento a tutte le associazioni e le
persone invitate o che vorranno venirci
a trovare.
La scelta di villa Buri è simbolica e
doverosa in quanto è il luogo dove
Mario Mazza, colui che ha “pensato il
M.A.S.C.I.”, ha sperimentato la prima
e unica scuola scout evidenziando la
missione dello scautismo di essere proposta educativa per la vita.
La Fiera sarà preceduta, per le zone e
gli A.S. che vorranno esserne partecipi,
da un cammino di avvicinamento mediante una breve route o una staffetta
a tappe intermedie per accompagnare
all’evento il “guidone di zona” che simboleggerà la gioiosa presenza di ogni
realtà veneta.
Le route confluiranno a villa Buri nel
pomeriggio di sabato. Ci sarà poi un
pellegrinaggio alla tomba di Mario
Mazza sepolto nel vicino cimitero di
San Michele.
Ognuna delle sei zone della regione,
per significare l’appartenenza al movimento, porterà anche il tassello di un
puzzle riportante una
porzione del logo/immagine del sessantesimo da comporre all’apertura
della Fiera sul portale che sarà allestito.
La Fiera, però, non vuole essere solo un
momento commemorativo ma anche
una occasione per ribadire la volontà
del movimento di guardare al futuro,
di rispondere alle esigenze e alle sfide
educative degli adulti di oggi e di voler essere presenza attiva e responsabile
nella storia.
Per questo motivo sarà presente Ernesto Olivero del Sermig di Torino che
ci stimolerà con qualche provocazione
sull’adulto di oggi.
Il programma dettagliato dell’iniziativa
sarà pubblicato sul sito regionale.
STRADE APERTE
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Contributi
Marzo 2014
Le novità della politica italiana
al vaglio delle elezioni europee
PIO CEROCCHI
Chi volesse fare analisi politiche che
durano nel tempo, mai come in questo periodo dovrebbe diffidare dei
dati di una cronaca che quasi ogni
giorno ci fornisce scenari diversi e
contraddittori.
Ma volendo fare una nota politica
anche per un periodico come “Strade Aperte”, ci si dovrà attenere ai pochi fatti certi e incontrovertibili. In
questo caso: le prossime elezioni per
il rinnovo del Parlamento Europeo
e la particolarità di un esecutivo il
quale a più di un anno dalle elezioni
politiche italiane, continua ad essere costituito dal centro-sinistra e dal
centro-destra, in una sorta di grande koalition all’italiana sulla quale
pende quotidianamente la spada
di Damocle di una possibile crisi e,
dunque, di elezioni anticipate che a
parole nessuno vuole.
E’ certo, dunque, che in Italia si voterà il prossimo 25 maggio.
Con una novità: l’ingresso di una
nuova forza a sinistra, il partito greco Tsipras al quale guardano con
attenzione il partito di Vendola che
ha già deliberato di coalizzarcisi per
quelle elezioni, nonché quella parte dei democratici del Pd ai quali la
segreteria e il governo con la stessa
targa di Matteo Renzi, risultano indigesti. Questo per dire che c’è movimento a sinistra.
I sondaggi (ma quanto valgono?)
continuano a dare il Movimento
Cinque Stelle come la seconda forza
elettorale italiana, dietro un Pd atte-
8
STRADE APERTE
stato sul 30 per cento, ma ci si dovrà
chiedere se i sommovimenti delle
tante sinistre italiane riusciranno
ad attrarre una parte almeno degli
elettori del partito di Grillo, determinando così uno scossone pure nel
Pd.
Uno scenario che se fosse confermato dal voto, non potrà non avere
ripercussioni negli equilibri delicati
sui quali si tiene il governo e con
esso il partito di Alfano che teme
il voto anticipato più di ogni altra
cosa.
Ma i sondaggi - ripeto - quanto valgono?
E poi si può fondare su di essi una
credibile strategia politica?
A questa domanda c’è già una risposta in atto: il governo e la segreteria
politica del suo partito, di Matteo
Renzi.
sapranno apprezzare la “leggerezza”
pragmatica con la quale Renzi, sembra affrontare i problemi anche più
difficili e imbarazzanti come è avvenuto in occasione del Congresso a
Roma del Partito Socialista Europeo
quando con una battuta sprezzante
ha annullato la nascente polemica
tra D’Alema e Fioroni (questo che
non voleva morire socialdemocratico e l’altro che non voleva morire
democristiano).
Polemica non da poco, ma anche
polemica che riporta indietro al secolo scorso e che però, per chi è più
in età, è ancora viva.
E, infatti, la battuta di Renzi che
chiedeva dei popcorns da sgranocchiare durante il match tra D’Alema
e Fioroni, a molti - credo - che non
sia piaciuta se non altro per il rispetto che si deve al vissuto dei sentimenti e delle passioni politiche, di
Pesano i quasi due milioni di voti chi in quel duro confronto ha speso
raccolti dall’ex-sindaco di Firenze la propria buona fede e la sua credialle primarie, ma, soprattutto, pesa bilità.
l’aspettativa che questo giovane politico ha suscitato nel Paese.
Ma - e di questo si dovrà tenere conDal momento in cui scrivo, sino al to - la battuta di Renzi è “passata”.
giorno in cui il giornale arriverà nel- Segno che siamo entrati in un temle mani degli abbonati, sicuramente po nuovo che - come dicevo all’iniaccadranno tante cose e nessuno è zio - si fa giorno per giorno; in una
in grado di dire se quell’aspettativa navigazione per la quale le vecchie
che oggi è maggioritaria nel Paese, bussole delle quali per una vita ci
si sarà mantenuta tale, ovvero sarà siamo fidati, invece, non servono
diminuita.
più.
Per questi argomenti credo che il
Con un particolare non irrilevante voto italiano per l’Europa potrà
e cioè se i cittadini italiani cresciu- schiarire le zone d’ombra che oggi ci
ti da generazioni (se non da secoli) impediscono una previsione di più
nel dualismo dei Guelfi e Ghibellini, lungo periodo.
In primo piano
Marzo 2014
La Lettera di Papa Francesco alle famiglie
Care famiglie,
mi presento alla soglia della vostra
casa per parlarvi di un evento che,
come è noto, si svolgerà nel prossimo
mese di ottobre in Vaticano. Si tratta
dell’Assemblea generale straordinaria
del Sinodo dei Vescovi, convocata per
discutere sul tema “Le sfide pastorali
sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”.
Oggi, infatti, la Chiesa è chiamata ad
annunciare il Vangelo affrontando anche le nuove urgenze pastorali che riguardano la famiglia.
Questo importante appuntamento
coinvolge tutto il Popolo di Dio, Vescovi, sacerdoti, persone consacrate e fedeli laici delle Chiese particolari del mondo intero, che partecipano attivamente
alla sua preparazione con suggerimenti
concreti e con l’apporto indispensabile
della preghiera. Il sostegno della preghiera è quanto mai necessario e significativo specialmente da parte vostra,
care famiglie. Infatti, questa Assemblea
sinodale è dedicata in modo speciale
a voi, alla vostra vocazione e missione
nella Chiesa e nella società, ai problemi del matrimonio, della vita familiare,
dell’educazione dei figli, e al ruolo delle
famiglie nella missione della Chiesa.
Pertanto vi chiedo di pregare intensamente lo Spirito Santo, affinché illumini i Padri sinodali e li guidi nel loro
impegnativo compito. Come sapete,
questa Assemblea sinodale straordinaria sarà seguita un anno dopo da quella
ordinaria, che porterà avanti lo stesso
tema della famiglia. E, in tale contesto,
nel settembre 2015 si terrà anche l’Incontro Mondiale delle Famiglie a Philadelphia. Preghiamo dunque tutti in-
sieme perché, attraverso questi eventi,
la Chiesa compia un vero cammino di
discernimento e adotti i mezzi pastorali
adeguati per aiutare le famiglie ad affrontare le sfide attuali con la luce e la
forza che vengono dal Vangelo.
Vi scrivo questa lettera nel giorno in
cui si celebra la festa della Presentazione di Gesù al tempio. L’evangelista Luca
narra che la Madonna e san Giuseppe,
secondo la Legge di Mosè, portarono
il Bambino al tempio per offrirlo al
Signore, e che due anziani, Simeone e
Anna, mossi dallo Spirito Santo, andarono loro incontro e riconobbero in
Gesù il Messia (cfr Lc 2,22-38). Simeone lo prese tra le braccia e ringraziò
Dio perché finalmente aveva ‘visto’ la
salvezza; Anna, malgrado l’età avanzata, trovò nuovo vigore e si mise a parlare a tutti del Bambino.
È un’immagine bella: due giovani genitori e due persone anziane, radunati da
Gesù.
Davvero Gesù fa incontrare e unisce le
generazioni!
Egli è la fonte inesauribile di quell’amore che vince ogni chiusura, ogni solitudine, ogni tristezza. Nel vostro cammino familiare, voi condividete tanti
momenti belli: i pasti, il riposo, il lavoro in casa, il divertimento, la preghiera,
i viaggi e i pellegrinaggi, le azioni di solidarietà… Tuttavia, se manca l’amore
manca la gioia, e l’amore autentico ce
lo dona Gesù: ci offre la sua Parola, che
illumina la nostra strada; ci dà il Pane
di vita, che sostiene la fatica quotidiana
del nostro cammino.
Care famiglie, la vostra preghiera per il
Sinodo dei Vescovi sarà un tesoro prezioso che arricchirà la Chiesa.
Vi ringrazio, e vi chiedo di pregare anche per me, perché possa servire il Popolo di Dio nella verità e nella carità. La
protezione della Beata Vergine Maria e
di san Giuseppe accompagni sempre
tutti voi e vi aiuti a camminare uniti
nell’amore e nel servizio reciproco. Di
cuore invoco su ogni famiglia la benedizione del Signore.
STRADE APERTE
9
Mondialità
Marzo 2014
La Conferenza Mondiale ISGF a Sidney
FRANCO VECCHIOCATTIVI
Segretario Internazionale
Questa rubrica cercherà di rendere partecipe tutto il M.A.S.C.I. delle iniziative
“internazionali”, cioè delle tante imprese
ed eventi che coinvolgono gli adulti scout
italiani nei confronti dello scautismo
estero e che vanno dalle numerose imprese di solidarietà internazionale verso
i paesi poveri, alle varie iniziative di fraternità scout mondiale.
Nel M.A.S.C.I. queste iniziative sono
presenti e in grande numero, data la vocazione alla mondialità dello scautismo
e per le stesse peculiarità dello scautismo
adulto. Sarebbe interessante cercare di
conoscere meglio tutte queste iniziative
che le varie Comunità stanno portando
avanti con grande impegno e forza nel
campo della mondialità. Infatti sarebbe
bellissimo se queste attività si conoscessero meglio e ci fosse la possibilità di un
interscambio d’informazioni ed idee. In
questo modo si rafforzerebbero ed estenderebbero queste iniziative, arricchendoci tutti.
Tale indagine è caldeggiata anche nelle
linee programmatiche che sono state votate nell’Assemblea Nazionale di Bardonecchia qualche mese fa e questa rubrica
vuole rispondere a tale esigenza. (A.V.)
Questo è l’anno della Conferenza Mondiale dello ISGF, l’organizzazione mon-
diale dello scautismo adulto, di cui il
M.A.S.C.I. è membro e socio fondatore
(è stata fondata nel 1953). La conferenza avrà lo scopo di adempiere a molte
scadenze statutarie, quali il rinnovo di
metà dei membri del comitato mondiale e alcune modifiche di statuto. Si spera che ci sia una partecipazione adeguata, da parte nostra, all’importante ruolo
che lo scautismo adulto italiano riveste
nel mondo. Questa 27ma Conferenza
Mondiale avrà luogo dal 10 al 16 ottobre prossimo e si svolgerà, a Sydney
in Australia. Il tema della conferenza
è Friendship – Beneath Southern Skies,
cioè “Amicizia, sotto i cieli del Sud”.
Stiamo contattando alcune compagnie
aeree per poter scegliere un’offerta di
viaggio la più conveniente possibile e
si sta cercando di organizzare un tour
turistico (possibilmente con guida in
italiano) da svolgersi immediatamente
prima o immediatamente dopo la conferenza. Naturalmente Sidney è lontana
e i costi saranno importanti, ma potrebbe essere un’esperienza memorabile. Sappiamo che l’iscrizione alla Conferenza, sarà di circa 425 euro (include
anche i pranzi dal 11 al 16), a questa
spesa vanno aggiunti i costi dell’albergo
che variano, ma in media sono di circa 70-80 euro al giorno a testa (in ca-
mera doppia), inclusa la colazione. C’è
inoltre una gita di una giornata e due
cene extra ed altri costi per un totale di
circa 180 euro. Purtroppo questi costi
sono, per il momento, solo indicativi,
perché il programma definitivo ancora
non è noto. A questi costi va ovviamente aggiunto il costo del biglietto aereo
e quello del tour. Per il biglietto si prevede un ordine di grandezza intorno ai
mille euro, mentre per il tour ancora
non siamo in grado di dare indicazioni.
Tuttavia, se vogliamo organizzare la
partecipazione italiana, abbiamo il bisogno di avere un’idea di quanti possano essere interessati a questa esperienza. Per cui, invitiamo tutti gli adulti
scout interessati a mandare una email
al Segretario Internazionale (franco@
vecchio.it), segnalando il proprio nome
e recapito. Le iscrizioni on line sono in
inglese o francese, (chi avesse difficoltà
lo può segnalare e verrà sicuramente
aiutato). Il termine per l’iscrizione ed
il pagamento del 50% della quota è il
30 aprile. I pagamenti, per evitare ulteriori costi bancari, potranno essere
effettuati dal M.A.S.C.I. tutti assieme
secondo istruzioni che comunicheremo in seguito. Maggiori informazioni
si possono trovare sul sito ufficiale dello
ISGF (http://www.isgf.org).
Ecco uno schema di riepilogo dell’evento e della stima provvisoria dei costi:
10
PERIODO
10-16 ottobre 2014
LUOGO
Sydney (Australia)
COSTO
425 € + 70-80 € al giorno + 180 € + 1000 €
PAGAMENTO
50% entro il 30 aprile 2014 in un’unica soluzione dal MASCI
ISCRIZIONE
Entro il 30 aprile 2014
SCHEDA
Chiedere al Segretario Internazionale per la compilazione in lingua
STRADE APERTE
Mondialità
Marzo 2014
Anche l’ISFG ha celebrato
sessant’anni di vita
VIRGINIA BONASEGALE, PAOLO LINATI
Sessant’anni fa, il 23 ottobre 1963, fu
fondato a Lucerna, in Svizzera, l’ISGF (allora si chiamava IFOFSAG).
Per celebrare la ricorrenza si sono tenute in varie parti del mondo degli
incontri celebrativi. Qui di seguito un
breve resoconto dell’incontro svoltosi
a Ginevra. Le celebrazioni si concluderanno a Sidney in occasione della
prossima a Mondiale (vedi le notizie
nella pagina precedente).
Si è tenuto nell’ottobre scorso, a Ginevra, in Svizzera, un incontro per
ricordare la fondazione dell’Amicizia Internazionale degli Adulti
Scout, avvenuta a Lucerna nel 1953.
L’ ISGF (International Scout – Guides Fellowschip) – AISG (Amitié
Internazionale Scout et Guides), organizzatrice dell’incontro, raggruppa le “Amicizia nazionali” di Adulti
scout di tutto il Mondo, fra le quali
il M.A:S.C.I. Era presente una larga
rappresentanza di Adulti Scout svizzeri, provenienti da diversi cantoni,
ed Adulti Scout provenienti da Marocco, Belgio, Giappone, Austria,
Grecia, Svezia, Portogallo. Altri Paesi, soprattutto africani (Benin, Costa d’Avorio, ecc.) e l’Australia, sede
della prossima Conferenza Mondiale, erano collegati in videoconferenza. Per l’Italia hanno partecipato
Virginia Bonasegale, membro del
Comitato Mondiale ISGF, Riccardo
Della Rocca, e Paolo Linati.
L’organizzazione è stata curata dagli Adulti Scout delle Svizzera Romanda.. Ha diretto l’incontro Mida
Rodriguez,, Presidente dell’ “Amicizia Mondiale”, mostrando grande
capacità di relazione e di collaborazione fra i rappresentanti dei diversi
Paesi. Nella sua relazione Mida ha
ricordato il problema delle immigrazioni e dell’accoglienza profughi,
sottolineando come l’ISGF si avvii a
diventare una Organizzazione Non
Governativa, tra quelle che collaborano con l’Alto Commissariato
delle Nazioni Unite per i Rifugiati
(UNHCR), prestando servizio nel
settore profughi ed immigranti. A
questo scopo, in vista di collaborazioni future, sarebbe utile avere un
inventario delle iniziative di accoglienza ed assistenza dei diversi Paesi, operanti nel mondo scout.
In occasione della Conferenza Mondiale di Como del 2011, Mida Rodriguez aveva chiesto che venissero
tradotti in inglese e francese due
quaderni della collana “I Quaderni
di Strade Aperte”, precisamente “La
Legge scout nell’età adulta” (pubblicato nel 1998), e “Il metodo scout
per l’educazione degli adulti” (pubblicato nel 2002). Ci siamo messi
al lavoro adattando e traducendo i
due quaderni in un testo destinato
alle Amicizie Internazionali di tutti
i Paesi aderenti, togliendo le pagine che si riferivano specificamente
all’Italia, ed anche alcuni brani specificatamente confessionali, per un
riguardo verso quegli Adulti Scout
che fanno parte dell’ISGF e appartengono a confessioni religiose diverse (islamici, buddisti, taoisti, cristiani riformati, ortodossi). Senza
contare, purtroppo, che vi è anche
chi non esprime alcuna scelta religiosa. Per il futuro si prevede anche
una traduzione in tedesco e una in
arabo, destinate ai Paesi in cui si
parlano queste lingue.
Mida Rodriguez, in qualità di Presidente, ha ripetutamente espresso
ammirazione per lo scautismo adulto italiano di confessione cristiano-cattolica, cioè per il M.A.S.C.I.:
l’Incontro del Mediterraneo ad
Acireale, la Conferenza Mondiale
di Como sono state occasioni non
solo per mostrare le nostre capacità organizzative, ma anche per fare
conoscere la nostra scelta di attuare
uno scautismo rivolto all’età adulta,
ispirato ai valori e al metodo di B.-P.,
ma diverso dallo scautismo giovanile, quello dei bambini in età lupetto
o degli adolescenti. Uno scautismo
adulto attento a ciò che accade nel
Mondo e nel proprio Paese, che si
propone di fare conoscere a tutte le
donne e a tutti gli uomini i valori e
le scelte di vita del metodo scout.
STRADE APERTE
11
Vita Associativa
Marzo 2014
Venite e vedrete
botteghe artigiane 2014
LUIGI CIOFFI
Segretario Nazionale
E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, vedendo
che lo seguivano, disse: «Che cercate?». Gli
risposero: «Rabbì, dove abiti?». Disse loro:
«Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono
presso di lui.
Abbiamo aperto i lavori delle Botteghe
Artigiane 2014 con la lettura di questi due
versetti del pri-mo capitolo del Vangelo di
Giovanni perché volevamo lanciare immediatamente un messaggio: l’efficacia della
formazione, dello sviluppo e della comunicazione, i tre capisaldi di una qualsiasi
orga-nizzazione, è proporzionale al livello
di definizione e condivisione dell’identità,
della missione e, per un Movimento come
il nostro, del metodo.
Riprendiamo il racconto evangelico: Giovanni indica, a due suoi discepoli, il Maestro, e questi si mettono alla sua sequela.
Dopo qualche passo, quando Gesù è certo
che quei discepoli lo stanno se-guendo “si
voltò e disse: “Cosa cercate”. Avrebbe potuto dire cosa volete, perché mi seguite, cercate me?, ma siete sicuri di quello che fate?,
e via discorrendo. E invece con quel “cosa
cercate” li invita a non essere superficiali,
a non seguire masse e mode, a non bada-
re all’esteriorità (sepolcri imbiancati), ma a
guardarsi dentro, a rispondere a domande
di senso. ...Cosa cercate? In quella semplice domanda c’è tutta la profondità di una
riflessione e di una proposta. C’è qualcosa
che vi manca, sembra dire loro, e siccome
io non sono in grado di dare nulla di materiale, nè ricchezza nè benessere, né potere,
ditemi cosa andate realmente cercando?
Sembra quasi voler dire: attenzione la mia
non è una proposta semplice da condividere, è impegna-tiva ed esigente. Richiede
qualche rinuncia e un po’ di fatica, però
sarà in grado di dare un senso alla tua vita
se è questo che stai cercando. Se invece
cerchi altro, non seguirmi perché la mia
proposta non fa per te. La domanda (cosa
cercate?) ha suscitato, nei due futuri discepoli, una forte curiosità, tanto da por-tarli
a rispondere con un’altra domanda: Dove
abiti, rabbi? Che poi, a ben guardare, non
è proprio una domanda. Si ha la sensazione
che volessero dire: Maestro, abbiamo intuito che ci stai facendo una grande proposta di vita, e sentiamo di poter aderire, ma
raccontaci di più, entra nel merito, anche
nei dettagli, se vuoi; noi siamo qui pronti
ad accogliere la tua proposta.Si aspettano
una dotta illustrazione del suo progetto-
programma: cosa faremo, quando lo faremo, dove lo faremo . . . Ma Gesù, ancora
una volta sorprende tutti e risponde con un
chiaro “venite e vedre-te”.
Quando ti invito a “venire e vedere” vuol
dire che sono disponibile ad espormi alla
tua osservazio-ne, non ti racconto di me,
lascio che sia tu stesso a “leggermi” sulla
base di quello che vedi. Non posso bleffare;
lo so io e lo sai tu. E se è così vuol dire che
ho la certezza che so chi sono, cosa voglio
e come realizzarlo. Per dirla diversamente:
quando e se il Masci invita a farsi vedere
vorrà dire che avrà definito la propria identità, i propri scopi, e le modalità per raggiungerli. Personalmente ho l’impressione
che su questo fronte abbiamo ancora da
lavorare. Ed è proprio per questo motivo
che nell’avviare i lavori delle botteghe di
quest’anno ho ritenuto necessario anteporre una riflessione su identità, appartenenza,
missione e metodo a progetti e pro-grammi
operativi, perché è diventato necessario, indispensabile, non più rinviabile impegnarsi
a fondo sullo sviluppo del Movimento, sul
camminare fra gli adulti di questo tempo e
porre loro la domanda “cosa cercate?” e, nel
caso di una qualche manifestazione di interesse, poter dire: “venite e vedrete”.
QUALCHE NUMERO...
Negli ultimi 20 anni siamo cresciuti di 291
unità (da 5824 censiti del 1993 a 6115 dello
scorso anno), le comunità sono passate da 302
a 357 (con un incremento di 55), e il numero
medio di as censiti in comunità passa da 19,30
a 17,10. L’età media, sempre in questi ultimi 20
anni, passa da 54 a 63.
Come si evince dalla lettura dei dati, oggi è per
noi prioritario un reale impegno sullo sviluppo
del Movimento.
E non è più tempo né di analisi né di riflessioni
sulle strategie, oggi è il tempo dell’azione.
Contemporaneamente alla riflessione su identità, missione e metodo, dobbiamo mettere in
agenda il tema fondamentale dello sviluppo
del Movimento.
Non è semplice desiderio di aumentare la consistenza numerica dei censiti, è una scelta necessaria e rivoluzionaria.
12
STRADE APERTE
Necessaria perché se un corpo con cresce è destinato, che lo si voglia o no, all’estinzione.
Lo dimostrano i pochi numeri riportati più
sopra.
Rivoluzionaria perché, un reale impe-gno
ad incrementare significativamente la nostra
presenza nel territorio, impone di mettere realmente in discussione tutte le nostre certezze
(rigidità) di funzionamento, di organizzazione, di vita delle nostre comunità e delle nostre
strutture di servizio.
A solo titolo di esempio: verticalità e orizzontalità delle comunità; i giovani adulti; le coppie
con bambini piccoli, la precarietà economica,
affettiva, e valoriale, la secolarizzazione in atto,
e potremmo continuare ancora a lungo.
Fare sviluppo significa essere pronti ad affrontare le più varie situazioni, sapendo quando
dire sì e quando, purtroppo, dire no, perché
non siamo in grado di dare risposte a tutti.
Parlare di sviluppo significa parlare (o aver
parlato) di metodo, perché non si può pensare
di offrire un unico modello standard di esperienza di comunità indifferentemente a tutto il
variegato mondo degli adulti.
Parlare di sviluppo significa riprendere la riflessione metodologica, anzi, per essere più
precisi, sugli strumenti che sostengono il metodo.
Parlare di sviluppo significa avere il coraggio
di riflettere su se stessi per aprirsi al mondo,
a quella porzione di mondo che ci è dato di
abitare.
Parlare di sviluppo significa avere il coraggio
di raccogliere le sfide dell’oggi per guardare al
futuro del Movimento, ma anche della società
e della Chiesa.
Vita Associativa
Marzo 2014
“Tempo di riforme”
anche per il M.A.S.C.I.?
In cammino verso il nuovo Statuto
GABRIELE MATTEO CAPORALE
Lo Statuto del Movimento, nella forma
attualmente in vigore, è stato approvato
dall’Assemblea straordinaria di Rimini l’8
novembre del 2003.
In quest’ultimo decennio di vita sono
emersi da più parti diversi problemi e perplessità nell’attuazione delle norme statutarie, in particolare a proposito del rapporto
fra le diverse strutture di servizio al livello nazionale. Inoltre, sempre dall’interno
del M.A.S.C.I., si è proposto di introdurre
anche al livello nazionale il principio della diarchia negli incarichi di servizio, già
operante in forma sperimentale in alcune
Regioni e Comunità.
Tutto questo fermento di proposte e riflessioni è giunto quindi, lo scorso anno, all’attenzione del Consiglio nazionale, anche
attraverso il deposito da parte di alcune
Regioni di formali proposte di revisione
dello Statuto vigente. Il Consiglio nazionale, nella riunione di maggio 2013, ha quindi
deliberato, sulla scorta dell’esperienza positivamente compiuta nel 2003 (non va dimenticato che, prima di quella data, numerose iniziative di revisione statutaria erano
fallite per il mancato raggiungimento del
quorum previsto, pari a due terzi dei delegati) di dedicare al processo di revisione
statutaria un’apposita Assemblea nazionale
straordinaria, da tenersi entro il 2015, in
modo che le modificazioni statutarie eventualmente approvate possano essere pienamente operative per l’Assemblea nazionale
del 2016. L’Assemblea nazionale tenutasi
a Bardonecchia lo scorso ottobre ha inoltre approvato una mozione che impegna il
Consiglio nazionale a coinvolgere tutte le
Comunità nel processo di revisione statutaria, anche attraverso la presenza di tutte le
Regioni nel gruppo di lavoro finalizzato alla
preparazione della riforma.
L’ultimo Consiglio nazionale, riunitosi a
Roma dal 17 al 19 gennaio di quest’anno, ha
quindi avviato il processo di avvicinamento
all’Assemblea straordinaria, deliberando di
costituire una Commissione per lo Statuto, composta dal Presidente nazionale, dal
Segretario nazionale, dai componenti del
Gruppo di lavoro del CN “Statuto, regolamenti, bilancio, finanza” (Claudio Bissi,
Paride Massari, Luigi Amato, Renato Di
Francesco e Matteo Caporale) nonché, in
ottemperanza al deliberato di Bardonecchia, da un referente per ciascuna Regione.
La Commissione si baserà su modalità di
lavoro prevalentemente a distanza, incentrate sullo scambio e l’affinamento progressivo di documenti di lavoro.
Entro il 28 febbraio 2014, ciascuna Regione
ha dovuto comunicare il nome ed i recapiti
del proprio referente per le modifiche statutarie.
Ove mancasse tale indicazione, il Consiglio
ha deciso che sarà considerato referente il
Segretario regionale.
A questo punto il Presidente e il Segretario nazionale trasmetteranno ai referenti
regionali un questionario sulle priorità e le
linee di intervento da perseguire nel processo di riforma dello Statuto. I referenti
regionali coinvolgeranno le Comunità della
Regione nella risposta al questionario, che
andrà presentata alla Commissione entro il
30 aprile 2014.
Le risposte pervenute dalle Regioni costituiranno la base per le linee guida del processo di riforma, che il Consiglio nazionale
discuterà e delibererà nella prossima riunione di maggio (dal 16 al 18 maggio 2014).
I referenti regionali presenteranno alle
strutture di servizio e alle Comunità delle
rispettive Regioni le linee guida approvate
dal Consiglio: in base ad esse andranno
formulate (o riformulate, ove già depositate) tutte le eventuali proposte organiche
di revisione, che dovranno pervenire alla
Commissione entro il Consiglio nazionale
di settembre (26-28 settembre 2014).
Entro il 31 dicembre 2014, la Commissione
per lo Statuto lavorerà all’armonizzazione e
alla sintesi fra le proposte pervenute, redigendo ove possibile una bozza unitaria, che
sarà a questo punto trasmessa ai referenti
regionali per raccogliere ulteriori osservazioni, che andranno formulate entro il 31
gennaio 2015.
Il primo Consiglio nazionale del 2015 (che
presumibilmente si riunirà a febbraio) esaminerà la bozza unitaria, nella sua versione
definitiva (o le varie proposte presentate,
qualora non sia stato possibile redigere una
bozza unitaria) e potrà deliberare di adottare una proposta organica di riforma dello
Statuto, da presentare all’Assemblea nazionale straordinaria, i cui partecipanti saranno a questo punto, alla luce del complesso
e partecipato processo di preparazione previsto, realmente e pienamente consapevoli
della portata e del significato delle modificazioni proposte.
L’Arcipelago è una opportunità per le Comunità e per le Regioni e non
solo per i singoli censiti. Questo è il principale “invito” che rivolto a tutto il
Movimento. E’ un’opportunità che va colta per favorire l’ulteriore crescita
del M.A.S.C.I. sui temi dell’identità, dell’appartenenza e del metodo.
Queste sono le date previste per l’Arcipelago 2014:
-dal 25 al 27 aprile
-dal 31 maggio al 2 giugno
-dal 29 al 31 agosto
dal 28 al 30 novembre.
Alla regione ospitante viene chiesto: di individuare una struttura “essenziale” per ospitare l’isola, e una pattuglia di servizio per la cucina. Per il resto
si cercherà di essere il più autosufficienti possibile (pulizia della struttura,
lavaggio stoviglie, servizio mensa, ecc.).
STRADE APERTE
13
Vita Associativa
Marzo 2014
Ramazza arcobaleno 2014: avanti tutta
Non sono ancora spenti gli echi
della festa di Ramazza Arcobaleno
2013 che è già tempo di riaprire i
cantieri per un nuovo importante
evento nel 2014.
L’appuntamento è per domenica 11
maggio nel cuore della Roma antica
e moderna, in via dei Fori Imperiali.
Il nuovo evento, la nostra maniFESTA-zione, prevede la costruzione in piazza di una ideale Città
dell’Accoglienza, contornata da un
simbolico Muro dell’Indifferenza.
A questo immaginaria frontiera,
ogni partecipante (piccolo e grande) aggiungerà un mattone di cartone colorato, mentre dentro la città
dell’Accoglienza si svolgerà una festa di colori, musica e altri gesti di
cittadinanza attiva, come le Petizioni dei Bambini di “Perchè Io No?”.
A chiusura della festa, ai presenti
(ma soprattutto ai bambini) si chiederà di “rompere le scatole” delle
mura perimetrali del Muro dell’Indifferenza, come segno della volontà
di rimuovere le barriere culturali e
come gesto di invito alla politica per
una revisione, in funzione più inclusiva, delle leggi sulla cittadinanza e
sull’immigrazione. Come percorso
di preparazione, le Comunità Masci
del Lazio organizzeranno dei comitati per chiedere alle amministrazioni locali di adottare la “Cittadinanza
Onoraria” per i bambini che frequentano la scuola e per gli stranieri
che soggiornano da almeno 5 anni
in Italia. La cittadinanza onoraria
non comporta vantaggi concreti, ma
invia un segnale di urgenza al Parlamento, perché discuta e approvi una
nuova legge sulla cittadinanza.
Per chi volesse aggiungersi alla “festa” trova tutto spiegato in:
www.ramazzaarcobaleno.it
14
STRADE APERTE
Marzo 2014
GABRIELE RUSSO
Perché il Parlamento:
 riveda le norme sulla cittadinanza per chi è nato o
vive, studia, lavora in Italia da almeno 5 anni;
 renda la normativa sui permessi di soggiorno meno rigida
e intollerante, capace di favorire una vera integrazione.
RAMAZZA ARCOBALENO 2014
DOMENICA 11 MAGGIO
dalle 10:30
IN VIA DEI FORI IMPERIALI
COSTRUIAMO INSIEME UNA CITTÀ DELL’ACCOGLIENZA
Ogni partecipante (piccolo e grande) aggiungerà un mattone di
cartone colorato alla nostra simbolica città multi-culturale.
FACCIAMO FESTA
Dentro la città dell'Accoglienza, si svolgerà una festa di colori e
musica e si raccoglieranno altre petizioni dei bambini per la
Camera dei Deputati.
ABBATTIAMO IL MURO DELL'INDIFFERENZA
Alla fine della festa ai bambini presenti si
chiederà di "rompere le scatole" delle mura
perimetrali della nostra simbolica città, per
esprimere la volontà di rimuovere le barriere
culturali e per invitare la politica ad una
revisione, in funzione più inclusiva, delle leggi
sulla cittadinanza e sull'immigrazione.
VERSO L’11 MAGGIO, E OLTRE.
In preparazione all’evento finale, il Masci promuoverà
la formazione di comitati locali per chiedere ai
Municipi di adottare la "Cittadinanza Onoraria" per i
bambini stranieri che frequentano la scuola e per
tutti gli stranieri che soggiornano in Italia da almeno
5 anni.
UN GESTO SIMBOLICO, MA UN
SEGNALE DI URGENZA AL
PARLAMENTO.
www.ramazzaarcobaleno.it
Vita Associativa
Marzo 2014
Sviluppo: passato e futuro
MARIO ROCCA
Sviluppo: parola dai molti significati.
Da piccoli ci dicevano che eravamo
nell’età dello sviluppo, e ci sembrava
che il concetto fosse chiaro; sviluppo
fisico, mentale, culturale, spirituale,
sviluppo di quelle competenze che
ci avrebbero permesso di assumere
il nostro ruolo nel mondo. Da adulti
ha ancora senso parlare di sviluppo?
Si, ma in che termini?
Cerchiamo ora di trasferire queste
considerazioni al nostro Movimento. Per sviluppo intendiamo solo
crescita numerica? Certamente no,
sarebbe troppo riduttivo.
Dalla sua nascita a oggi il Movimento ha compiuto un lungo cammino,
attraversando gli avvenimenti e la
storia del nostro paese dal dopo
guerra ad oggi.
ALCUNI DATI
All’atto della sua costituzione nel
1954 il Movimento era costituito
da poche centinaia di persone attestandosi attorno alle 1000 unità fino
ai primi anni ’70. Da allora c’è stata
una crescita lenta ma costante fino a
raggiungere le 6000 unità nel 1992.
Negli ultimi 20 anni non c’è più stato aumento, anzi c’è stato un leggero calo fino al 2007, anno del centenario dello scautismo, in cui si è
superata nuovamente quota 6000.
Al contrario il numero di Comunità
è aumentato costantemente, con un
abbassamento del numero di censiti
per Comunità.
Contestualmente abbiamo assistito
e assistiamo ad un graduale, ma costante innalzamento dell’età media
dei censiti.
Ultimo dato interessante, rilevato
dai censimenti, è che mediamente
ogni anno c’è un “turn over” di cir-
ca 500 persone e di una quindicina
di Comunità; ciò significa che ogni
anno entrano nel Movimento 500
persone e altrettante se ne vanno,
che nascono circa 15 Comunità e
circa altrettante chiudono. Ad oggi
non esiste ancora una indagine precisa per capire le cause di questo fenomeno.
UN PRIMO PROGETTO
Per l’Assemblea di Rimini nel 2003,
Giacinto Bona con Carlo Guarnieri,
Giorgio Aresti e Dino Di Cicco hanno presentato un’analisi statistica in
cui venivano rilevate alcune criticità
e proposte alcune idee per giungere ad un “progetto” che affrontasse
in maniera più sistematica il tema
dello sviluppo, ma da allora ad un
approccio teorico al problema non è
seguita alcuna azione concreta.
Pensiamo vada sottolineato qui, non
ci stancheremo mai di ribadirlo, che
la concretezza dell’azione è compito
dei Segretari Regionali e delle Regioni, che sono il Movimento sul
territorio.
La funzione del Nazionale può essere solo propositiva e di stimolo, di
sussidiarietà nella preparazione di
strumenti e nella realizzazione di
una rete che renda patrimonio comune le esperienze locali.
E’ comunque evidente che fino ad
oggi lo sviluppo del Movimento è
stato, per lo più, frutto di casualità e
di improvvisazione.
Possiamo ancora permettercelo?
No se vogliamo che il Movimento
acquisti peso e possa costituire una
proposta concreta per gli uomini e
le donne del nostro tempo che mai
come oggi hanno bisogno di riferimenti certi che aiutino a dare senso
alla vita che ci è data da vivere.
LA COMMISSIONE ANTONACCI
Quattro anni fa la Commissione
Antonacci del Consiglio Nazionale
(Piero Antonacci fu presidente del
MASCI dal ’89 al ’95) deputata, tra
le altre cose, allo Sviluppo, propose, dopo ampio dibattito, una bozza
di progetto e la costituzione di una
Pattuglia Nazionale che si occupasse della sua definizione, evoluzione
e realizzazione nel tempo.
La Pattuglia, per delibera del Consiglio Nazionale, è costituita dal Presidente della Commissione, dall’Incaricato allo Sviluppo del Comitato
Esecutivo e da tre membri da loro
proposti ed approvati dal CN. Alla
Pattuglia, oltre alla necessità di definire linee guida e strumenti comuni, fu subito chiara l’importanza
fondamentale del coinvolgimento
convinto dei Segretari Regionali
nell’azione da svolgere sul territorio.
Senza di ciò qualunque progetto
è destinato a rimanere sulla carta.
Loro sono i veri protagonisti di questa partita vitale per il Movimento.
Era anche chiaro che i Segretari Regionali, oberati da tutte le incombenze che gestire una regione comporta, avrebbero avuto bisogno di
un aiuto responsabile, competente e
costante nel tempo, anche capace di
fare rete con altri.
Uno dei primi obiettivi della Pattuglia Nazionale fu dunque quello stimolare la creazione di Pattuglie Regionali Sviluppo superando i dubbi
dei Segretari stessi.
Le Pattuglie Regionali devono lavorare insieme con i loro Segretari
e rispondere a loro del loro operato, anche se è importante che mantengano un contatto diretto con la
Pattuglia Nazionale. Ad oggi le Pattuglie Regionali, ufficialmente no-
STRADE APERTE
15
Vita Associativa
minate, sono 13 su 20.
re i contatti giusti, e a saper cogliere
i segnali che ci arrivano. Dobbiamo
LA BOTTEGA ARTIGIANA: IDE- imparare a progettare e a proporre
AZIONE E REALIZZAZIONE
percorsi di avvicinamento al MoviL’incontro, il dialogo, lo scambio di mento e a seguirli con discrezione.
esperienze, i successi e gli insucces- Abbiamo capito insomma che chi
si, il bisogno di strumenti comuni, si occupa o si occuperà di sviluppo
ecco perché sono nati i cosiddetti deve crearsi una competenza e una
incontri di lavoro o workshop su- esperienza che richiedono costanza
bito ribattezzati “Botteghe Artigia- e impegno a lungo termine.
ne”. Ad oggi ne sono stati realizzati
tre, a Fara Sabina nel 2010, a Roma UNO SGUARDO AL FUTURO
nel 2011 e, recentemente, sempre a Due sono le indicazioni che emerRoma nel febbraio scorso..
gono dalle considerazioni che abQuesti incontri, destinati ai Segreta- biamo fatto.
ri Regionali e agli Incaricati Regio- La prima ci dice che dobbiamo asnali allo sviluppo, ci hanno insegna- solutamente capire i motivi che porto molte cose. Abbiamo imparato a tano ad un “turn over” così ampio.
conoscerci e a capire che le difficoltà Dobbiamo capire, al di là dell’ovvio,
di uno sono anche quelle di molti, perché così tanta gente se ne va e
abbiamo imparato che non si può perché così tante Comunità chiupiù lasciare le cose all’improvvi- dono. Obiettivo: dimezzare questa
sazione, ma che occorre dotarsi di emorragia.
strumenti comuni, sperimentarli e La seconda ci dice che dobbiamo
verificarli insieme.
imparare a presentarci e a proporre,
Occorre avere una buona conoscen- come concreta opportunità per gli
za del territorio, delle sue criticità e uomini e le donne del nostro tempo,
delle sue opportunità, occorre capi- l’esperienza dello scautismo adulto
re le tipologie di persone a cui vo- come percorso valido per la realizgliamo rivolgerci e occorre sapere zazione di se e la ricerca di senso
che proposta vogliamo fare a cia- sulla via della felicità, così come è
scuno e con quale approccio.
scritto nel nostro Patto ComunitaA certe richieste e domande, spes- rio. Obiettivo: crescere in qualità,
so ricorrenti, bisogna imparare cosa progettualità ed esperienza consarispondere in modo chiaro e sinteti- pevole.
co. Dobbiamo imparare a sviluppa- Bisogna che lo sviluppo, e chi si oc-
16
STRADE APERTE
Marzo 2014
cupa di sviluppo, entri nella logica
della rivoluzione copernicana di cui
si parla nel Movimento. Bisogna che
le Regioni e le Comunità diventino
motore del Movimento, bisogna che
ogni periferia si faccia centro.
Perciò l’esperienza annuale della
Bottega Artigiana deve regionalizzarsi per macroaree e mettersi in
rete; deve coinvolgere più persone
che operino nelle realtà locali. Ciascuno consapevole che opera non
per se, ma per il Movimento. Ogni
tre anni un incontro nazionale delle
Pattuglie Regionali farà sintesi e verificherà il cammino fatto.
La Pattuglia Nazionale si farà carico
di proporre strumenti operativi da
discutere e sperimentare localmente
perché diventino patrimonio comune di tutto il Movimento, e dell’organizzazione dei momenti di incontro delle Pattuglie e degli Incaricati
Regionali sia a livello di macro aree
che a livello nazionale.
Il lavoro è tanto per tutti, ma non ci
dobbiamo scoraggiare. Tempo e pazienza sono con noi.
Esulteremo per i successi, impareremo dagli insuccessi. Tutti uniti
dalla consapevolezza che la nostra
missione, l’educazione degli adulti, risponde oggi più che mai ad un
bisogno fondamentale della nostro
tempo.
Scautismo adulto
Marzo 2014
Una scelta di vita
SARA BOTTARI
Pubblichiamo volentieri questo articolo, non tanto per ricordare l’impegno che tante ragazze hanno profuso
con entusiasmo nella gloriosa AGI,
ma soprattutto perché l’impegno attuale di servizio di queste “guide” ci
apre uno spiraglio interessante su i
numerosi gruppi di scout e guide,
associati in vari modi, ma fuori dal
M.A.S.C.I. Personalmente, a Roma,
non conosciamo almeno quattro, alcuni con più di cento aderenti, che si
impegnano in numerosi e variegati
campi di servizio. Perché tutti questi
fratelli e sorelle scout non sentono l’esigenza di entrare nel Movimento ?.
È una domanda su cui vale la pena
di riflettere.
L’occasione del Sessantennio potrebbe fornire lo spunto innanzitutto per
censire tutte queste realtà (e chiediamo ai nostri lettori di inviarci segnalazioni in merito)e poi magari di
proporre percorsi comuni di crescita.
(G.M.)
Il due febbraio del 1964 un gruppo di ragazze tra i sedici e i diciot-
to anni, nel cortile di una scuola di
Reggio Calabria, alla presenza dei
loro genitori e di alcuni Capi dell’ASCI, pronunciarono emozionate e
felici, la Promessa scout.
Seguirono anni intensi di attività
preparate e vissute con molta serietà e la stima delle famiglie delle
coccinelle, delle guide e delle scolte
aumentò parallelamente al numero
delle iscritte. Alcune iniziative si attuarono con i fratelli scout:dapprima
la ricorrenza di San Giorgio, vissuta
tutti insieme, e poi iniziative di solidarietà per il Natale, organizzate in una forma che anticipava la
coeducazione che arriverà molti
anni dopo. Da Roma, dal Consiglio
Nazionale arrivarono attestazioni
di stima e di affetto, fu affidato al
gruppo di Reggio Calabria il primo
Commissariato regionale e furono
realizzati in Aspromonte diversi
Campi di Formazione per le Capo
di tutta Italia. Per tutte noi fu sempre motivo di gioia e soddisfazione
per le rivendicazioni che portavamo
nelle Assemblee nazionali, con l’entusiasmo che le caratterizzava.
E’ difficile condensare in poche righe anni densi di lavoro, emozioni,
amicizia vera,........quell’amicizia che
ci ha fatto ritrovare, qualche giorno
fa a festeggiare, il cinquantesimo
anniversario delle nostre Promesse.
Durante l’incontro si è pregato, cantato e ci siamo raccontate a vicenda
mille notizie su di noi, i nostri figli,
i nipoti,e tanto altro. Nel 1992 dal
nostro entusiasmo e dalla voglia di
progettare e mettersi ancora in gioco
e’nata l’AGIDUEMILA che ha scelto
di dedicare alle persone disabili affetto, attenzione e tempo. Un centro
diurno presso una casetta in comodato d’uso ospita quotidianamente
venti amici con varie difficoltà fisiche e/o psichiche che trascorrono
in buona armonia il loro tempo,tra
canto, ballo, disegno, cucina ed altro. Questa e’ la nostra esperienza
che definire associativa e’riduttivo e
non rende l’idea che si tratti invece
di una “scelta di vita”.
STRADE APERTE
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Vita Associativa
Una Route sul fronte dell’Isonzo
PAOLO MODOTTI
La Fraternità Alpe Adria Scout (per
l’Italia: con il diretto interessamento dei rappresentanti Alpe Adria del
M.A.S.C.I. del Friuli-Venezia Giulia
e del Veneto, insieme agli scout del
ZSZO di Trieste) ha messo in cantiere la preparazione di una Ruote
Internazionale della Pace di cui, nel
Consiglio Alpe Adria Scout, abbiamo cominciato a parlare fin dall’anno scorso, e che coincide con le celebrazioni di numerosi Stati Europei
per il Centenario dell’inizio della
Grande Guerra 1914-1918.
La Ruote si riallaccia alle altre tre
Route (con tema la Grande Guerra)
fatte sul “fronte” dell’Alto Vicentino
(organizzate dal M.A.S.C.I. a partire
dal 2006); quest’anno si vuole riscoprire il “fronte dell’Isonzo” in territorio sloveno e quindi abbiamo pensato di organizzarlo come Fraternità
Alpe Adria Scout ma anche tenendo
conto che la Fraternità è stata annoverata tra le nostre Imprese Internazionali. Dal 11 al 14 settembre 2014,
si percorrerà una parte del sentiero
chiamato “Pot Miru” (Sentiero della Pace) che si snoda lungo la Valle
dell’Alto Isonzo (Tolmino, Kolovrat,
falde del Monte Nero, Caporetto)
visitando i Musei all’aperto sia sul
versante “allora” Austro-Ungarico
che su quello Italiano, nonché la
parte meridionale del Parco Naturale del Triglav (Tricorno, cima simbolo per gli Sloveni, riportata anche
sulla loro bandiera) dove ci sono dei
luoghi incontaminati e di sicuro interesse ambientale e naturalistico.
Sarà un impegno non facile (specie
per le lingue) e tenendo conto delle
altre scadenze importanti per il Masci ma: chi “non osa…”..
Vi aspettiamo numerosi.
18
STRADE APERTE
Marzo 2014
Come eravamo
Marzo 2014
Il boom economico
NANDO PARACCHINI
Facciamo oggi un altro passo alla scoperta
e alla descrizione dei vari aspetti del lavoro
e del relativo contesto.
Avendo l’intento di partecipare con il
nostro testo, al 60mo di fondazione del
M.A.S.C.I., l’argomento che cerchiamo di
trattare è, ancora una volta, del passato, di
quel passato che procede mentre si svolgono, appunto, i sessant’anni di esistenza del
nostro Movimento.
L’argomento di oggi è il Boom Economico
avvenuto tra il 1955 e il 1965.
E’ difficile fissare delle date di inizio e di
fine di quello che è considerato un fenomeno economico – ma con addentellati sociali
di vari aspetti e di notevole importanza -in quanto sia l’una che l’altra sono avvenute
progressivamente.
La nascita molto lentamente, con anche
lontane origini nei decenni precedenti, il
termine con un calo progressivo e, anche
con alcuni particolari, pochi e non di grande peso, che si sono conservati fino ad oggi.
Il boom ha avuto la sua origine nel periodo
precedente (1945-1950), quello della ricostruzione, che, per certe sue caratteristiche,
può essere considerato molto simile a quello attuale.
Tutta l’Italia era da ricostruire, come lo è
oggi. Ma allora la ricostruzione da eseguire era materiale, oggi invece è di carattere
morale.
Non c’era lavoro per tutti, aziende chiuse
o inattive, anche perché molti stabilimenti
erano distrutti o derubati dei macchinari,
portati via o demoliti dagli occupanti, prima di ritirarsi; altri erano stati distrutti dai
bombardamenti.
La rete ferroviaria era tutta da rifare; non
c’erano più carrozze per viaggiatori. Il parco carri merce è stato ricostruito con precedenza, e in un primo tempo usati anche per
i viaggiatori. E per un certo tempo, ancora
nel 1948, si viaggiava sui cosiddetti “carri
bestiame”.
C’erano rovine in tutte le città. La ricostruzione di allora fu già una grande impresa
e, occorre dirlo, in anticipo sulle medesime
ricostruzioni degli altri paesi europei.
Poi, a partire del 1955, è avvenuto questo
grande sviluppo che fu chiamato boom
economico.
Forse cominciò con l’aumento della domanda interna, provocata dalla ricostruzione, che portò all’innalzarsi dei livelli di
produzione.
Per reggere a quei livelli conseguiti le aziende hanno dovuto trovare degli sbocchi all’estero.
L’Italia divenne citata nel mondo per molti
prodotti nuovi nella sostanza o/e nella forma, che venivano esportati perché apprezzati e poi anche copiati. Ricordiamo alcuni
casi forse meno noti, anche perché ci sembra impossibile citarli tutti:
Nei manufatti meccanici: le macchine del
caffè per i bar; la Lambretta e la Vespa
(questa e la macchina da scrivere Olivetti
erano esposti al museo di arte moderna di
New York nella sezione “La forma dell’utile”); gli architetti francesi sognavano di installare gli apparecchi da bagno della Ginori e gli interruttori della B-Ticino (contatti
argentati con garanzia di due anni: nessun
altro caso al mondo); in questo campo ci
sarebbero da citare le automobili, alcune
case automobilistiche italiane fecero delle
succursale o delle consociate in vari paesi
europei: anche quelle da corsa erano già in
vista; i nostri cantieri navali che producevano prevalentemente per l’export erano
ricercati, non solo per i prezzi più contenuti ma anche per le caratteristiche di stile e
qualità.
Sempre nel campo della meccanica, siamo
stati per alcuni anni i maggiori produttori
de cosiddetto “bianco” cioè frigoriferi, lavatrici e altro elettrodomestici.
Nel vestiario: gli abiti da uomo di lana “fresco” per l’estate, le camicie col collo all’italiana (inventato allora), il vestiario per lo
sport, le scarpe sopratutto i mocassini, anche tubolari. In pratica quello che si è poi
chiamato il Made in Italy, lo si faceva già
ante litteram. Ed è un dei casi che si sono
conservati, anche dopo il boom.
Negli alimentari: pizza e piatto di spaghetti
hanno fatto il giro del mondo; I formaggi
italiani (grana e gorgonzola) erano venduti in vari paesi e anche imitati; il salame a
grana fine in vari paesi si chiamava Milan,
in Francia erano noti le jambon de Parme
e le riz du Piemont. Anche questi sono dei
casi che continuano tutt’ora e a cui si sono
aggiunti i vini, certi altri formaggi e la frutta (tra cui i kiwi, di cui siamo il primo produttore mondiale, in gara alternativa con la
Nuova Zelanda).
A seguito di queste “scoperte” la cucina italiana si è preso nel mondo uno spazio che
la fa gareggiare con le cucine note in precedenza.
Perfino le Aziende italiane erano imitate:
l’ENI e le relative ricerche petrolifere sono
serviti da modello per la parallela Azienda
statale francese che prese il nome di Total,
L’EdF fu copiato dal progetto ENEL (che
però entrò in applicazione anni dopo).
Sono solo esempi, i prodotti italiani erano
in genere ricercati. Con questa serie, abbiamo anche mostrato che, pur terminato
il boom, molti casi sono rimasti di nostra
prevalenza.
Perché alcuni si e altri no?
Quali erano le condizioni e le cause che
hanno favorito questo periodo di grande
sviluppo?
Dove manchiamo oggi?
E’ pensabile un nuovo periodo di grande
sviluppo, come lo è stato il boom di quegli
anni?
Sono le domande ci poniamo un po’ tutti, a
fronte del grande risultato di quel periodo.
Quali erano le condizioni che hanno permesso questo grande sviluppo detto Boom
economico?
Sarebbe pensabile oggi?
Tentiamo di rispondere a quesiti che ci vengono spontanei al ricordo di quel periodo
di grande riuscita del lavoro italiano.
Le domande sono indicate nei titoli dei paragrafi.
Le ragioni di un successo.
A che cosa era dovuto quel successo?
Che cosa ha provocato questo boom?
Direi al di là della voglia di lavorare, e del
bisogno.
Di certo era un movimento generale esteso
a tutti i settori e a tutti gli attori, era o sembrava allora, normale per un Paese come il
nostro, che proprio in quel periodo è entrato a fare parte dei paesi più industriali.
Quali erano le motivazioni, le ragioni, le
cause?
Queste situazioni economiche e di lavoro,
non hanno mai una sola causa. Si tratta
sempre della coincidenze di diverse situazioni componenti, le cui risultanti creano
un clima favorevole Tante saranno state.
Cerchiamo di evidenziarne alcune che ci
sembrano più probabili come cause del fenomeno che stiamo studiando.
Di certo il boom è stato il figlio della ri-
STRADE APERTE
19
Come eravamo
costruzione nel senso che nel ricostruire,
le aziende sono nate, si sono irrobustite e
hanno acquisito tante competenze di ogni
genere e nei vari settori produttivi. E altresì
nel senso di conduzione dell’azienda stessa
come fenomeno a se indipendentemente
dal settore.
Man mano che terminava la ricostruzione,
per conservare il livello produttivo si dovevano cercare altri sbocchi per queste unità
operative che erano già esistenti e in grado
di produrre.
Ma ci sono in contemporanea altre cause.
Parliamo prima delle motivazioni di carattere morale: tra cui il sentire comune dell’opinione pubblica, come il volere scusarsi di
essere stati tra quelli che avevano voluto la
guerra e occupato alcuni altri paesi, come
anche di avere conosciuto, perché inventato
e voluto, un sistema di governo che la storia
ha dimostrato non valido, come il volere,
simile a un ritorno, a fare parte delle nazioni democratiche, e anche come gente che
avevano delle capacità fin’ora sconosciute
e sopratutto non riconosciute dal mondo
circostante.
Crediamo proprio che erano di queste tipologie le motivazioni morali, non espresse
ma presenti tacitamente in tutti.
Poi c’erano anche, in queste motivazioni e
cause, degli aspetti di carattere sociale. E’ in
quel periodo che ha iniziato a svilupparsi
il fenomeno della migrazione interna, dal
Sud verso le città di antica industrializzazione del Nord, ma anche dalle zone di sottosviluppo del mezzogiorno verso i centri
che si aprivano alle nuove industrie, nate
da quella grande invenzione che fu la Cassa
del Mezzogiorno, inventata proprio per lo
sviluppo delle zone arretrate.
Oltre a tutto questo, crediamo di potere dire
che il fenomeno del boom è anche figlio del
bisogno, del volere fare, del volere avere,
dopo il lungo periodo che si può definire di
carestia della guerra e del dopoguerra. Nel
’48 cioè tre anni dopo la fine della guerra,
avevamo ancora le tessere annonarie per i
generi alimentari, ed era un fatto comune
di tutti i paesi d’Europa, che avevano sofferto le conseguenza del lungo conflitto. In
sostanza avevamo bisogno delle cose per
vivere.
Fu invece una abitudine posteriore, anzi
avvenne dopo la fine del boom, che venne
la necessità del non necessario per passare
poi al superfluo che è stato diciamo, di ieri.
Le cause di tipo politico. Oltre alla già ricordata Cassa del Mezzogiorno, forse la legislazione di allora favoriva lo sviluppo, ma
non è sufficiente a spiegarlo.
Una certa forma di stabilità di governo –
20
STRADE APERTE
Marzo 2014
per la verità i governi cambiavano con una
frequenza abbastanza alta, ma si succedevano con gli stessi programmi o per lo meno
con gli stessi indirizzi – fu di certo una delle
ragioni politiche tra le cause del boom. Bisognerebbe addentrarsi nelle leggi di allora
per capire quali ma, di certo possiamo dire,
che anche la legislazione del lavoro, del
commercio, del credito alle aziende, delle
facilitazioni alle aziende esportatrici, hanno avuto il loro peso.
Con i pochi esempi citati di cause, possiamo dire in sintesi che il grande sviluppo di
quegli anni è stato certamente causato da
una straordinaria coincidenze di situazioni
che lo hanno favorito.
Oserei anche affermare che, ci sembra ovvio, nessuno degli attori di allora intendeva
fare qualcosa di eccezionale.
Avevano la voglia del “fare”. Facevano quello che potevano, i tempi non solo lo permettevano ma lo favorivano e il risultato si
vedeva. A sostegno di quanto ricordiamo
che la stessa denominazione di boom avvenne posteriormente al fatto.
Un boom odierno sarebbe possibile?
E’ pensabile sperare in un nuovo boom?
Che cosa potrebbe provocarlo?
Se non proprio un boom – non è detto che
la storia possa ripetersi -- almeno una ripresa sostanziosa, abbastanza ampia da
potere risultare favorevole al bene degli
Italiani.
E’ un’altra domanda che ci facciamo e alla
quale cerchiamo di rispondere.
Qual è la situazione sotto questo aspetto?
Che cosa non va, che cosa ci manca?
Forse che non abbiamo più la forza, il desiderio del “fare” come prodotto da quelle
forze morali, psicologiche che forse abbiamo ancora ma nascoste sotto una crosta di
indifferenza e di edonismo.
E non abbiamo più il bisogno, almeno crediamo di non averlo più e ciò ci paralizza.
abituati come siamo per avere vissuto una
periodo di prosperità da ritenersi eccessiva, con la facile disponibilità d tutti i beni.
Dovremmo convincerci di avere ancora bisogno.
Bisogno di quanto prodotto.
E non solo di quanto venduto, che in buona
parte proviene dall’importazione.
Che ci impoverisce.
Allora è da lì che bisogna partire.
Innanzitutto un atto di ricostruzione morale da sviluppare e da estendere all’insieme
della popolazione.
Nessuno si deve sentire isolato o anche esonerato.
Lo sforzo in quel campo deve essere presente nell’insieme dell’opinione pubblica e
in tutti i cittadini.
Poi bisogna convincerci che occorre riprendere a produrre.
A produrre le cose, i manufatti. Il che vuol
dire lavorare.
Tanto e senza fermarsi. E’ la produzione
che fa la ricchezza.
Intanto abbiamo visto che in alcuni settori
siamo ancora validi e che basterebbe una
leggera spinta per tornare a buoni risultati,
che tipo di spinta?
Anche laddove siamo riconosciuti validi
manchiamo di qualcosa che forse ci viene
dalla nostra semi paralisi ventennale, le
basse efficienze, le norme non favorevoli, i
costi di funzionamenti dello Stato, i conseguenti prezzi alti, ecc. cose che sentiamo o
leggiamo tutti giorni.
Non sicuramente nella qualità ma certamente nella quantità e nei prezzi. Allora,
come dovrebbe essere questa ripresa, che
caratteristiche dovrà avere?
Occorre, ma forse in contemporanea, dotarci di leggi e altre norme in parte mancanti e un parte non aggiornate e troppo
complicate, modificare e modernizzare un
sistema fiscale appesantito e mancanti di
certezza.
Ci vogliono delle leggi semplici che favoriscono invece di frenare.
E abbiamo anche una situazione politica
fluida e sicura.
Ci vuole un esecutivo che possa durare e sia
in grado di governare.
Questi sono gli aspetti che vanno riveduti
e predisposti come basi di una ripresa significativa.
Mentre abbiamo ancora le capacità, la competenze e l’inventiva ed è su questo che
dobbiamo puntare.
Anche avendo presente che una eventuale
ripresa avrà caratteristiche diverse di quella
di allora, con nuove produzioni, nuovi articoli traenti.
Comunque produzioni di manufatti e non
di parole.
Perché le aziende che hanno chiuso dovranno essere sostituite da nuove organizzazioni, aggiornate ai tempi attuali.
E già che parliamo di Aziende, diciamo che
occorre ritrovare la capacità di condurle. I
sistemi di gestione adeguati sono disponibili.
Il Capo Azienda – comunque si chiami a
seconda della forma legale – deve avere il
coraggio di “comandare”.
Nel modo nuovo, attuale, ma senza remore.
Sapendo anche che il suo lavoro è un servizio a tutta la comunità nazionale.
Marzo 2014
Commento alle Scritture
Risurrezione: la nostra meta finale!
d. LUCIO GRIDELLI
“Io credo in Cristo morto e risorto!”
“Ti annuncio Cristo morto e risorto!” Sono frasi che risuonano spesso
specie in alcuni ambienti ecclesiali.
Perfette, purché non diventino vuoti ritornelli…
Aprile è il mese della risurrezione,
perché Pasqua quest’anno cade appunto in aprile il 20.
La risurrezione di Cristo è l’evento
centrale della fede cristiana.
La nostra risurrezione personale
è la splendida meta che l’amore di
Dio ci propone. Di fatto, però, non
si può risorgere, purtroppo per noi,
senza prima morire. Tutta la nostra
vicenda terrena è un alternarsi di situazioni in cui morte e vita, morte
e risurrezione si alternano, si combattono a vicenda.
Si danno a questi due termini significati metaforici.
Risurrezione e vita è tutto ciò che
ci fa cresce-re, che ci apre agli altri,
che costruisce amore e pace dentro
di noi ed espande amore e pace a chi
ci vive intorno. Morte è tutto l’opposto.
In questo quadro “nostra sorella
morte corporale”, nonostante tutto,
fa parte della vita! Avevo scritto più
o meno così nel 2011 con la variante
che Pasqua cadeva il 24. Vi invito a
vivere, guidati dalla liturgia, un percorso che inizia con la V domenica
di quaresima, prosegue con Le Palme e raggiunge il suo culmine nel
Triduo pasquale.
Come conclusione vi pre-sento ancora la II domenica di Pasqua. Considerate questo articolo come la guida per un percorso spirituale di tre
settimane. Per iniziare leggete tutto
il capitolo 11 di Giovanni dal quale
è tratto il vangelo della V domenica
di quaresima.
Marta disse a Gesù: «Signore, se tu
fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che
qualunque cosa tu chiederai a Dio,
Dio te la concederà». Gesù le disse:
«Tuo fratello risor-gerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù
le disse: «Io sono la risurrezione
e la vita; chi crede in me, anche se
muore, vivrà; chiunque vive e crede
in me, non morirà in eterno. Credi
questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore,
io credo che tu sei il Cristo, il Figlio
di Dio, colui che viene nel mondo». E
Lazzaro ritorna in vita.
Ma ecco il risvolto negativo.
Allora i capi dei sacerdoti e i farisei
riunirono il sinedrio e dissero: «Che
cosa facciamo?
Quest’uomo compie molti segni. Se
lo lasciamo continuare così, tutti
crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». Ma uno di
loro, Caifa, che era sommo sacerdote
quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che
è conve-niente per voi che un solo
uomo muoia per il popolo, e non
vada in rovina la nazione intera!».
Que-sto però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote
quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non
soltanto per la nazione, ma anche
per riunire insieme i figli di Dio che
erano dispersi.
Da quel giorno dunque decisero di
ucciderlo.
Nella domenica delle palme questo
contrasto si ripete.
Si inizia con l’ingresso solenne in
Gerusa-lemme.
La folla che lo precedeva e quella che
lo seguiva, gridava: «Osanna al figlio
di Davide! Benedetto colui che viene
nel nome del Signore! Osanna nel
più alto dei cieli!».
Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». E la
folla rispondeva: «Questi è il profeta
Gesù, da Nazaret di Galilea». (Mt
21). Poi, nella messa, la lettura della
passione sempre da Matteo (26,14 –
27,66), che anticipa quanto vi-vremo nella settimana santa.
Il triduo pasquale è per un cristiano
il momento culminante dell’anno
dalla sera di giovedì santo alla sera
di Pasqua. Io ho un ricordo da bambino. Le finestre del mio appartamento davano sul mare di Trieste.
Alle 15 del venerdì le navi in porto
abbassavano la bandiera a mezz’asta. Prima della riforma di Pio XII,
che ha riportato le celebrazioni nei
tempi corretti, la resurrezione si celebrava di sabato. Alle 11 del sabato
mattina suonavano tutte le sirene
e le bandiere tornavano in cima ai
pennoni. C’era più fede? Non ho
risposta. Oggi sarebbe certo impensabile una coralità del genere. Ma
proprio per questo è necessario un
pieno coinvolgimento personale e
di comunità.
Giovedì sera l’ultima cena. Tante
volte partecipiamo alla cena del Signore, qualche volta un po’ di-strattamente.
È il momento di riprendere pienamente coscienza dell’avvenimento
cui partecipiamo.
E l’adorazione notturna. Sarebbe il
momento di leggere i capitoli dal 13
al 17 di Giovanni, che l’evangelista
colloca proprio in queste ore!
Venerdì l’adorazione della croce
con l’ascolto ancora della passione,
STRADE APERTE
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Commento alle Scritture
questa volta dalla voce di Giovanni.
Mi piace ricordare due cristiani
clandestini.
Mentre i cristiani doc, gli apostoli, escluso Giovanni, scompaiono,
questi escono allo scoperto. Giuseppe di Arimatea, che era discepolo di
Gesù, ma di nascosto, per timore dei
Giudei, chiese a Pilato di prendere il
corpo di Gesù. Pilato lo concesse.
Allora egli andò e prese il corpo di
Gesù.
Vi andò anche Nicodèmo – quello
che in precedenza era andato da lui
di notte – e portò circa trenta chili di
una mistura di mirra e di àloe.
Essi presero al-lora il corpo di Gesù
e lo avvolsero con teli, insieme ad
aromi, come usano fare i Giudei per
prepa-rare la sepoltura. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un
giardino e nel giardino un se-polcro
nuovo, nel quale nessuno era stato
ancora posto. Là dunque, poiché era
il giorno della Pa-rasceve dei Giudei
e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù.
Grazie a loro possediamo la Sindone! Ripetutamente Gesù aveva detto
ai suoi che il Figlio dell’uomo dovrà
soffrire, morire … ma il terzo giorno
risorgerà.
Poco più di ventiquattrore di silenzio, poi il mattino di Pasqua.
È difficile coordinare i racconti dei
quattro evangelisti, come quando
accade qualcosa di assoluta-mente
straordinario che coinvolge emotivamente i partecipanti. Ciascuno
evidenzia alcuni aspetti! Vi propongo soltanto alcune righe dal capitolo
28 di Matteo.
Dopo il sabato, all’alba del primo
giorno della settimana, Maria di
Magdala e l’altra Maria anda-rono
a visitare la tomba. Ed ecco, vi fu un
gran terremoto.
Un angelo del Signore, infatti, sceso
dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra
e si pose a sedere su di essa. Il suo
aspetto era come folgore e il suo ve-
22
STRADE APERTE
Marzo 2014
stito bianco come neve.
Concludo proponendovi il vangelo
Per lo spavento che ebbero di lui, le della II domenica di Pasqua, la doguardie furono scosse e rimase-ro menica “in albis”.
come morte. L’angelo disse alle don- È “la prima conclusione” del vangene: «Voi non abbiate paura! So che lo secondo Giovanni. L’indimenticercate Gesù, il crocifis-so. Non è qui. cabile sera della prima “domenica”.
È risorto, infatti, come aveva detto; Pace a voi. E i discepoli gioirono al
…
vedere il Signore. Il dono dello SpiriIl terremoto prima, lo splendore to. Il perdono dei peccati. E poi neldell’angelo poi, indicano che è av- la seconda domenica sera l’incontro
venuta una manifestazione straor- con Tommaso: Mio Signore e mio
dinaria della potenza di Dio.
Dio!
La risurrezione non ha testimoni.
Gesù, in presenza dei suoi discepoli,
I due momenti determinanti per la fece molti altri segni che non sono
storia dell’umanità e per quella per- stati scritti in questo libro. Ma quesonale di ciascuno di noi non posso- sti sono stati scritti perché crediate
no aver testimoni umani.
che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio,
Il primo è la creazione, il big bang, e perché, creden-do, abbiate la vita
dal quale attraverso l’evoluzione di nel suo nome.
miliardi di anni nasce
l’umanità. La resurrezione di Cristo, vero
uomo,
rappresenta
una nuova creazione.
L’umanità diventa la
famiglia dei figli di
Dio.
È una possibilità offerta a tutti.
Rileggete il prologo di
Giovanni.
La liturgia vespertina
di Pasqua ci presenta
il racconto dei discepoli di Emmaus. Ne
ho scritto a lungo sulla
rivista nel numero di
aprile 2011.
La risurrezione è sì
il momento centrale della storia, ma è
anche il momento in
cui Gesù, risorto, comincia a farsi nostro
compagno di strada.
È l’invito, il richiamo
per ciascuno di noi a
scorgere in chi ci passa accanto il Suo volto,
Tiziano Vecellio, Resurrezione, Urbino,
lieto o triste, sofferente
Galleria Nazionale delle Marche
o gioioso.
Io leggo
Marzo 2014
Infami - venti storie
di ordinaria antimafia
SONIA RICCI
Il giorno dell’amicizia segue a quello della conquista, così come quello
della fierezza a quello del dubbio. C’è
né uno della paura, e uno della fiducia; un giorno dello sconforto e uno
per il domani. Una conta di giorni:
così inizia ognuna delle venti storie
di ordinaria antimafia di “Infami”,
che raccoglie momenti di vita di
chi, come lui, si trova a “Catreggio”,
luogo reale della Calabria dal nome
fittizio, nel regno della ’ndrangheta.
Un compendio di vissuti,un lavoro
di ricordi, dove il passato di Russi fa
capolino, con continui flashback che
si congiungono all’attività di contrasto alla ’ndrangheta di cui il libro è il
resoconto.
L’autore,Alfonso Russi, è stato un
trecinquenove, secondo il Nuovo
Codice di Procedura Penale, cioè un
consulente tecnico del Pubblico Ministero. “Infami” nasce proprio da
questa esperienza.
Nei sei anni alla DDA di “Catreggio”,
Russi comprende che “la ’ndrangheta è una legge di rispetto, una legge
fatta di regole d’onore. Se tu sei degno
e sei senza difetto, hai tanti amici che
ti offrono il cuore. In questa famiglia
sei il benvenuto se sei sempre fedele
all’omertà. Ma è meglio che ti prepari una bara se nel cuore porti l’infamità”. In un’inversione paradossale
noi per “loro” siamo e resteremo per
sempre degli “infami”.
Sono brevi racconti: si leggono nel
tram, in una sala d’attesa, si mischiano con ciò che stai facendo perché
sono terribilmente veri, permeati
dai sentimenti che tutti conoscono.
Emozionano. Sono storie dove ti
è permesso d’immaginare i lunghi
viaggi in macchina di Alfonso tra
Foligno e “Catreggio”, le stanze del
Servizio Criminalità Organizzata,
le facce dei commissari di polizia,
degli ausiliari, di quegli amici a cui
Russi cambia il nome, lasciandoci
liberi di poter pensare che queste
storie sono quelle dei tanti che si
impegnano per una giustizia che sia
prima sociale che legale.
Nelle pagine della prefazione è Pasquale a cogliere l’essenziale: “Anche
le forze dell’ordine hanno un cuore.
Un risibile luogo comune, così pensavo prima di leggere questi racconti”. Quella di “Infami” è soprattutto
l’ordinaria vita di uomini e donne al
servizio dello Stato.
Una vita da eterni mediani, a quali spesso viene riconosciuto troppo
poco; queste venti storie sono “il
modo migliore per rendere onore
a chi costantemente si è sacrificato
per permettere il goal ai propri e,
soprattutto, per impedirlo agli altri”.
Anche l’uso delle parole nasconde
un’importante realtà: la mafia non
si “combatte”, ma si contrasta. Non
è una guerra tra fazioni, perché gli
uomini e le donne, raccontati da
Russi, sono lo Stato, sono al di sopra; la ‘ndrangheta è semplicemente
al di sotto di esso.
Contrastarla vuol dire tenere aperto
l’oblò della speranza, anche quando non sai fino a che punto quello
che fai è per il bene; una “speranza”
anche quando il male ce l’abbiamo
“dentro”. Dentro le nostre istituzioni,
dentro di noi. Resistere per qualcuno potrebbe essere una fantasia, ma
per loro è lo scopo della propria vita.
Venti storie di vita vissuta, dove è la
solitudine ad essere la palestra interiore. E ancora un ricordo a chi la
mafia, la ’ndrangheta l’ha subita, l’ha
vista violentare la figlia, l’ha sofferta;
un ricordo a quella gente che è solo
libera di ricordare.
Un ricordo “a chi cambia perché
qualcosa cambi”. A quelli che ci credono; perché “Catreggio può essere
ovunque. Come la ‘ndrangheta. Perché la mafia è dappertutto. Ma non
è tutto”.
Alfonso Russi, “Infami, Venti storie
di ordinaria antimafia” Falco Editore, Cosenza 2011, pp. 104
(libro 10,00 € - Ebook 2,99 €)
Alfonso Russi è nato nel 1959 a San
Severo (Foggia) e vive da alcuni anni
a Foligno (Perugia). Laureato in geologia, è responsabile scientifico di
un laboratorio di ricerca che opera
nel settore delle scienze naturali ed
ambientali.
Negli ultimi sei anni ha svolto l’attività di consulente tecnico presso la
Direzione Distrettuale Antimafia di
Catanzaro.
La rubrica Io leggo accoglie le
indicazioni dei lettori di Strade Aperte. Se un libro vi è particolarmente piaciuto inviate
il vostro commento alla mail
di Paola Busato Bertagnolio:
[email protected]
STRADE APERTE
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Controcorrente
Marzo 2014
E’ UNO SCOUT…...
STRADE APERTE
Nei pochi giorni precedenti all’incarico ufficiale di formare il
governo, quando già si delineava come probabile, è successo,
La televisione, non ricordo quale rete, per la prima volta nella sua oramai lunga storia, ha detto qualcosa di giusto sullo
scautismo. Parlando di Matteo Renzi ha espresso il parere che,
siccome è uno scout, è sicuramente in grado di fare …. e qui
ha accennato a cose che sono abituali per gli scout nelle loro
attività e che possono avere una applicazione valida nel campo
politico.
Bene, due risultati:
1) Se queste previsioni si confermeranno, sarà un bel servizio
al Paese.
2) Sembra strano che anche la televisione possa fare progressi.
Al di là della piccola retorica di prammatica, chiediamo a Renzo Salvetti che fu negli anni ’50-’60 uno dei primi Capi Clan
della Toscana, e che ora è con il Padre, di stare a fianco di Matteo, come un vecchio padre affettuoso, per suggerirgli “come
si fa che cosa”. Con l’augurio a Matteo di un sentito “Buona
Strada”, anche se sarà in dura salita.
Tesser
N° 3. Anno 56. Marzo 2014
ISCRITTO AL TRIBUNALE DI ROMA
Al n°. 6920/59 del 30/05/1959
PERIODICO MENSILE DEL MASCI
(MOVIMENTO ADULTI SCOUT
CATTOLICI ITALIANI) DI EDUCAZIONE
PERMANENTE, PROPOSTA E
CONFRONTO
PRESIDENTE NAZIONALE:
Sonia Mondin
SEGRETARIO NAZIONALE:
Luigi Cioffi
DIRETTORE RESPONSABILE:
Pio Cerocchi
DIRETTORE:
Giovanni Morello
([email protected])
REDAZIONE ROMANA
Giorgio Aresti
Carlo Bertucci
Paola Busato Bertagnolio
Matteo Caporale
Gaetano Cecere
Manlio Cianca
Dora Giampaolo
Franco Nerbi
Anna Volpe
COLLABORATORI
Lorena Accollettati
Carla Collicelli
Paola Dal Toso
Maurizio De Stefano
Romano Forleo
d. Lucio Gridelli
Paolo Linati
Mario Maffucci
Nando Paracchini
Mario Sica
Sommario
Sessant’anni e non li dimostra Giovanni Morello
La Sicilia scoppia... Enzo Baldacchino
60 anni...con lo sguardo al futuro Sonia Mondin
Festa per il 60°
Il Veneto celebra i sessantenni Chiara Mondin, Maurizio Niero
Le novità della politica italiana... Pio Cerocchi
Lettera di Papa Francesco alle famiglie
Conferenza Mondiale ISGF Franco Vecchiocattivi
Anche ISGF ha celebrato sessant’anni Virginia Bonasegale, Paolo Linati
Venite e vedete Luigi Cioffi
“Tempo di riforme”... Gabriele Matteo Caporale
Ramazza Arcobaleno 2014 Gabriele Russo
Sviluppo: passato e futuro Mario Rocca
Una scelta di vita Sara Bottari
Una Route sul fronte dell’Isonzo Paolo Modotti
Il boom economico Nando Paracchini
Resurrezione: la nostra meta! d. Lucio Gridelli
Infami: venti storie di ordinaria antimafia Sonia Ricci
Controcorrente: É uno scout... Tesser
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Chiuso in redazione il 12 Marzo 2014
QUESTO NUMERO È STATO SPEDITO
DALL’ UFFICIO POSTALE DI PADOVA
CENTRALE IN DATA