Scarica - Parrocchia di Salò

mensile
della
comunità
di Salò
ANNO LXIII - n. 4 aprile 2014
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Vita di parrocchia a cura della Redazione
Tappe della vita
Settimana Santa 2014
Sono tornati alla casa del Padre:
Bertelli Baldassare, anni 78
Pizzamiglio Bruna, anni 92
Barbi Carletto, anni 74
Brunelli Nello, anni 78
Bonomini Domenica Ines, anni 92
Zanola Ferride ved. Maccabiani, anni 95
Scabello Giovanna ved. Saletti, anni 89
Angelini Maria Maddalena, anni 79
15 aprile MARTEDÌ santo
ore 11,00 MESSA PASQUALE per le SCUOLE CITTADINE
ore 16,00 confessioni per le Medie
16 aprile MERCOLEDÌ santo
ore 16,00 confessioni per le Elementari
ore 20,45 in Duomo: CELEBRAZIONE COMUNITARIA della PENITENZA
17 aprile GIOVEDÌ santo
ore 9.00 in Cattedrale a Brescia: S. Messa crismale
ore 16.00 in S. Bernardino S. Messa - CONFESSIONI
ore 20.45 in Duomo S. Messa - Lavanda dei piedi e
Adorazione Eucaristica fino a tarda ora
18 aprile VENERDÌ santo
GIORNO DI MAGRO E DIGIUNO
ore 9.00 in S. Bernardino: recita Ufficio delle Letture e CONFESSIONI
ore 15.00 in Duomo: celebrazione Liturgia della morte del Signore
ore 20,45 in Duomo: Via Crucis (Centri Ascolto)- Bacio del Cristo morto
19 aprile SABATO santo
ore 9.00 in S. Bernardino: recita Ufficio delle Letture e CONFESSIONI
ore 15,00 CONFESSIONI (Duomo - S. Bernardino)
ore 20,45 in Duomo: Veglia e S. Messa Pasquale e Battesimi comunitari
20 aprile DOMENICA di Pasqua
SS. Messe celebrate secondo l’orario festivo normale
ore 16.00 in Duomo: Vespri pasquali e Benedizione
21 aprile LUNEDÌ dell’Angelo (NON Festa di precetto)
ore 9.00 S. Messa nella Chiesa di S. Bernardino
ore 10.00 S. Messa al Santuario Madonna del Rio
ore 11.00 S. Messa in Duomo
ore 17.30 S. Messa nella Chiesa di S. Giuseppe
ore 18.30 S. Messa in Duomo
HANNO COLLABORATO
ALLA
REDAZIONE
Andreis mons. Francesco
Cavedaghi Daniela
Ciato Giovanni
Cobelli Renato
Dondio Lamberto
Guana don Gianluca
Giacomuzzi Giancarlo
Lugli Nerina
Madureri Luisa
Manni Anna
Marelli Bruno
Monti Osvaldo
Pollini Rosa
Tomasoni don Pierluigi
ALLA STAMPA
Beretta Alfredo
Vezzola Maurilio Elio
Sant Nicola
Rizza Augusto (Foto)
Equipe Tipolitografia Lumini
I sacerdoti, le zelatrici
e la redazione
de “Il Duomo”
augurano
a tutti i lettori una
Buona e Santa
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NUMERI UTILI PER TELEFONARE:
Mons. Francesco Andreis (3480421999) Segreteria
FAX Vicolo Campanile 2
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Don Gianluca Guana (3492267166) Largo D. Alighieri
Don Pierluigi Tomasoni (3355212934) Via Gratarolo Mons. Francesco Bertoni (3318048427 Via Canottieri 2 Chiesa di S. Bernardino Piazza S. Bernardino
.
Oratorio S. Filippo Neri Largo D. Alighieri .
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Scuola Cattolica “E. Medi” Via S. Jago 19 .
Padri Cappuccini Barbarano
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Caritas Zonale Via Canottieri 2 .
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Cinema Cristal Largo D.Alighieri .
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povertà» (2 Cor.
In questa logica d’amore Dio, in Cristo, si spoglia di tutto per farsi
identico all’uomo (eccetto il peccato) e così renderlo ricco di Dio. Gesù viene
a noi sempre, anche oggi, povero per arricchirci. Il Papa dice: «Cristo si fa
povero nei Sacramenti, nella Parola e nella sua Chiesa, che è un popolo di
poveri».
Ai fedeli poi il Papa chiede di farsi imitatori, nel modo di amare, di Cristo e di
andare incontro ad ogni uomo per guarirlo dalle miserie materiali e spirituali. Chiediamoci ora: come stiamo vivendo la nostra Quaresima? Oggi soprattutto non è possibile vivere senza avere un fratello o una sorella da amare.
DIO CI ASPETTA SEMPRE
Giovedì 27 marzo Papa Francesco ha ammonito così i 500 parlamentari presenti a Messa in S. Pietro: …Al tempo di Gesù c’era una classe dirigente che
si era allontanata dal popolo… “Il cuore di questa gente, di questo gruppetto, con il tempo si era indurito tanto che era impossibile sentire la voce
del Signore. E, da peccatori, sono scivolati, sono diventati corrotti. È tanto
difficile che un corrotto riesca a tornare indietro. Il peccatore, sì, perché il
Signore è misericordioso e ci aspetta tutti. Ma il corrotto è fissato nelle sue
cose e questi erano corrotti.
Dunque, per i corrotti non c’è speranza? C’è qualcosa allora davanti a cui
anche la misericordia di Dio si ferma? … Ma, se quell’uomo riesce a voltarsi,
anche lui è atteso, perché il nostro è un Dio «che non si stanca di perdonare».
Dio ha nostalgia: nostalgia di noi. Dio ci aspetta, sempre. Come il padre del
figliol prodigo, che sta di vedetta a scrutare l’orizzonte, sperando di scorgere
da lontano quel figlio, che torna.
In copertina:
La Parola del Parroco
a cura di Mons. Francesco Andreis
«Non mi confesso da dieci anni
e ora finalmente ho trovato la forza per chiedere
perdono». Mario aspetta il suo turno, a pochi passi
dal confessionale, le mani giunte e gli occhi lucidi
per l’emozione. Originario di Benevento, 55 anni,
ha deciso di accostarsi al sacramento della Riconciliazione dopo avere sentito parlare di “24 ore per il
Signore”.
Siamo entusiasti che il Papa abbia usato e consacrato questa espressione. È stata un’occasione per
capire il proprio posto nel mondo, importante per
non perdersi. È fondamentale essere coscienti degli
errori commessi e domandare a Dio di perdonarci e
aiutarci a fare il bene.
L’allontanamento da Dio, dopo 20, 30 o 40 anni
dall’ultima confessione, pesa come un macigno ed
ecco che sono sempre più numerosi i “lontani” che
si accostano di nuovo al sacramento della Riconciliazione. I giovani? «Dimostrano interesse, ma si
tengono ancora un po’ lontani dalla confessione,
probabilmente hanno bisogno di una nuova consapevolezza». Gli adulti avvertono con maggiore sensibilità l’accoglienza che arriva da Dio e l’esigenza
di presentarsi purificati. Si fa anche del sociologismo intorno al recupero di questo Sacramento, ma
possiamo testimoniare che ad essere avvertito è soprattutto il bisogno dell’autenticità della fede, anche
da parte di chi l’aveva smarrita.
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Viale d’ingresso al Convento di Barbarano
Ingresso alla chiesa e al convento da Viale Trento (SS 45bis Gardesana Occidentale). Un arcone in muratura separa il viale di accesso dal vero e proprio sagrato. Si evidenzia, sul lato
destro, il muro di cinta in muratura di pietra, con una “santella” votiva. Una testa scolpita in
bassorilievo, murata nella struttura di cinta, attesterebbe l’esistenza di Barbarano in epoca
romana. Si nota, sormontante la cinta e la vegetazione, la facciata della chiesa con il protiro.
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Avvenimenti Diocesani a cura di Anna Manni da “La Voce del Popolo”
“Perché l’Europa
non deragli andiamo a votare”
Un invito forte e deciso a votare per il rinnovo dell’Europarlamento,
a sostenere il “progetto europeo” fondato sui principi di solidarietà e
di sussidiarietà, e al contempo, a far sentire la voce dei cristiani sulla
scena continentale, sono gli elementi essenziali che emergono dalla
dichiarazione dei vescovi europei, presentata a Bruxelles il 20 marzo
dal cardinale Reinhard Marx a nome della Comece, Commissione
degli episcopati della Comunità europea. Il documento vorrebbe
costituire un contributo dei vescovi dei Paesi aderenti Ue in una
fase particolarmente travagliata per l’Europa, segnata dalla crisi
economica, da un diffuso senso di sfiducia, dai populismi e dai
nazionalismi. Proprio in questo frangente, dichiarano i vescovi, l’esito
delle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo “darà forma alla
legislatura Ue per i prossimi cinque anni e avrà rilevanti implicazioni
per coloro che guideranno l’Unione”. I vescovi ricordano che l’UE “è a
un punto di svolta”, e dunque va sostenuta, perché “abbiamo troppo
da perdere da un eventuale deragliamento del progetto europeo”.
La dichiarazione dei vescovi si chiude con un appello: “È essenziale
che tutti noi cittadini europei ci rechiamo ai seggi elettorali il 22–25
maggio. Noi vescovi raccomanderemmo che il voto venga espresso
in risposta alle sollecitazioni di una coscienza informata”.
La Chiesa italiana
“dall’io al noi, dal mio al nostro”
Una Chiesa che vuole servire il Paese con i “mezzi della debolezza e
della povertà” come insegna Papa Francesco, ma che non rinuncia a
parlare e ad occuparsi di tutto ciò che riguarda gli uomini, perché “i
pastori, accogliendo gli apporti delle diverse scienze, hanno il diritto
di emettere opinioni su tutto ciò che riguarda la vita delle persone”:
così ha detto lunedì 24 marzo a Roma, nella prolusione ai lavori del
consiglio episcopale permanente, che proseguiranno fino a giovedì,
il presidente della CEI cardinale Angelo Bagnasco. Tanti i temi sui
quali il cardinale ha richiamato l’attenzione dei confratelli vescovi:
dai contenuti del messaggio del Papa per la Quaresima, alle novità
dello statuto CEI in via di rinnovamento, dalla nota in uscita sulla
scuola cattolica, alla crisi economica e occupazionale che prosegue
lasciando strascichi crescenti di povertà tra la popolazione. E
ancora, il cardinale ha parlato di obiezione di coscienza che viene
La Valle, il suo lavoro,
la sua gente,
la sua Banca.
avversata a livello europeo, come di “leggi immorali” che vengono
promosse e propagandate, di attacchi alla vita nascente e nei suoi
stadi finali, di egoismo e sfruttamento di bambini, donne, ceti più
poveri, fino alla criminalità e ai conflitti in corso in varie parti del
mondo. Una prolusione che non mancherà di suscitare dibattiti a
vario livello.
Un anno di Papa Francesco:
la rivoluzione nella tradizione
A un anno dall’elezione di papa Francesco a successore della
soglia di Pietro, ci accorgiamo sempre più che egli sta guidando
la Chiesa verso una rivoluzione, non combattuta con la spada ma
con la testimonianza personale; non gettando via il passato, ma
facendo rifiorire la tradizione autentica. Francesco è un uomo
trasparente nella sua fede e nella gioia del rapporto con Cristo,
che per questo offre al mondo non una dottrina, o un’ideologia,
ma l’incontro con il Cristo stesso. La sua è una Chiesa che si
muove, che esce, che è disposta a percorrere una strada anche
accidentata, a spogliarsi di tutto pur di rendere incontrabile per
ogni uomo la verità e la dolcezza del Salvatore.
Verso la verifica dell’ICFR
Sono trascorsi 11 anni dalla pubblicazione del documento con cui
mons. Giulio Sanguineti chiese a tutta la diocesi di avviare il nuovo
modello di iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi. Come
previsto sin da allora, è giunto il momento di passare a una fase di
verifica generale, che vedrà coinvolte tutte le parrocchie che hanno
accolto la richiesta del Vescovo. L’attuazione di questo modello
comporta un’inevitabile fatica, che non deriva solo da questioni di
ordine organizzativo. Si tratta di una vera e propria “conversione
pastorale”, che domanda il passaggio da una Chiesa introversa,
a una Chiesa “in uscita”. La verifica si svolgerà innanzi tutto
attraverso una serie di incontri macro-zonali di presentazione della
proposta, a ottobre 2014. Dopo di ciò, avverrà la somministrazione
e la raccolta dei questionari e, infine, la rielaborazione statistica dei
dati. Cinque i punti di verifica: l’accompagnamento dei genitori, il
cammino dei ragazzi, i sacramenti, il dopo-mistagogia, il rapporto
tra ICFR e oratorio. Verranno coinvolti non solo i presbiteri e i
Consigli pastorali, ma anche i catechisti e un campione significativo
di genitori di ogni parrocchia.
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Vi do un
Comandamento
nuovo…
In ascolto della Parola
... a cura di Oswald
L
a vigilia della sua passione e
morte, istituendo l’Eucaristia,
Gesù ci ha fatto un dono grande,
inestimabile. Riflettere sul valore
di tale dono è il modo migliore per
celebrare e vivere il mistero d’amore racchiuso nel Giovedì santo (17
aprile 2014).
Giovedì santo: Cena del Signore, giorno dell’Istituzione dell’Eucaristia, del sacerdozio e del servizio
della carità. Prendiamo parte con
devozione a questo dono offerto da
Cristo, e così attingeremo pienezza
di carità e di vita.
I testi liturgici ci aiutano ad accoglierne ed interiorizzarne i contenuti, che riguardano l’istituzione del
sacerdozio ministeriale e il comandamento dell’amore che si esprime
nel servizio al prossimo. Fede, riconoscenza, amore, sono i sentimenti
che ci accompagnano mentre siamo
tutti riuniti intorno alla tavola-mensa del Signore per celebrare l’Eucaristia.
Prima lettura
Nella prima lettura, tratta dal libro
dell’Esodo (12,1-8. 11-14), si apprende che la Pasqua, da originaria
festa dei nomadi del deserto, diventa “memoriale” della liberazione
dall’Egitto. La Pasqua biblica è il segno vivo dell’intervento di Dio nella
storia.
Gli ebrei hanno fretta, nella celebrazione della pasqua, perché la
compiono nella clandestinità; hanno fretta di finirla con delle condizioni sociali esecrabili, in un regime politico ingiusto; hanno fretta,
perché la polizia egiziana rischia di
interrompere questa cena prima
del suo temine e di distruggerne il
significato. Anche Gesù si affretterà
a terminare la sua cena, prima che
le guardie vengano ad interromper-
la. Ogni volta, questa tavola dovrebbe riunire degli uomini complici del
disegno di Dio, pronti a rischiare la
propria tranquillità. E soprattutto,
ogni volta, questa cena pasquale
è la festa di un popolo che gioisce
per una libertà che è ad un tempo
dono di Dio e compito permanente
di ogni battezzato.
Il Salmo responsoriale (115, 116) è
un Salmo di lode che diventa profezia del dono supremo di Gesù al Padre. Il ritornello recita: Il tuo calice,
Signore, è dono di salvezza.
Seconda lettura
Nella seconda lettura, ricavata
dalla prima lettera di san Paolo
apostolo ai Corinzi (11, 23-26), ci
viene riferito il racconto dell’istituzione dell’Eucaristia, presentandola come la nuova Pasqua,
in sostituzione di quella ebraica.
Gesù è il vero agnello pasquale,
che si è immolato per noi.
Partecipando al suo sacrificio,
abbiamo di fronte tutta la storia dell’amore di Dio per noi, e
ne facciamo un pane quotidiano
che ci sostiene nell’amore fraterno sino al ritorno di Cristo nella
gloria per tutti noi.
Il Vangelo
Dal Vangelo secondo Giovanni
(13, 1-15) si constata che l’evangelista non parla dell’istituzione
dell’Eucaristia. Giovanni apre la
descrizione dell’ultima sera della
vita terrena del Cristo, con il gesto
della lavanda dei piedi ai discepoli… un gesto di grande donazione
ed umiltà.
Non per nulla Giovanni introduce
questo gesto con la celebre frase:
“Prima della festa di Pasqua, Gesù,
sapendo che era venuta la sua ora
di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano
nel mondo, li amò fino alla fine…”.
Il racconto comprende anche un
dialogo tra Pietro e Gesù che sposta l’accento sulla purificazione
della coscienza, evocata appunto
dall’acqua lustrale. Ma nel finale
riappare il tema dell’amore e della
donazione nell’appello che Gesù
rivolge ai discepoli perché …anche
voi dovete lavare i piedi gli uni agli
altri.
Con il gesto della lavanda dei piedi il Signore Gesù vuole farci comprendere il senso della sua missione redentrice: un servizio a Dio e
agli uomini che tocca il suo vertice
nella passione e morte.
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Caritas
e Vita Missionaria
I
l 24 marzo si è celebrata la Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri/testimoni. Nel corso del 2013 sono ben
22 le persone uccise mentre erano
impegnate nella pastorale.
Il 24 marzo 1980, mentre celebrava l’Eucarestia, veniva ucciso
Mons. Oscar A. Romero, vescovo
di San Salvador nel piccolo Stato
centroamericano di El Salvador.
Da quell’evento prende ispirazio-
Giornata
dei Missionari martiri
sacerdoti (7 in Columbia, 4 in Messico, 1 in Brasile, 1 in Venezuela,
1 a Panama e 1 ad Haiti). In Africa
sono stati uccisi un sacerdote in
Tanzania, una religiosa in Madagascar e una laica italiana in Nigeria.
L’aspetto più evidente è il fatto che
la maggior parte di questi operatori sono stati uccisi – come scrive Fides, l’agenzia delle Pontificie
opere missionarie – “in seguito a
tentativi di rapina o di furto, aggrediti in qualche caso con efferatezza
e ferocia”. Un segno, questo, “del
clima di degrado morale, di povertà economica e culturale, che genera violenza e disprezzo della vita
umana”.
Lo scorso anno è stato aperto il
processo di beatificazione delle
sei missionarie italiane delle Suore Poverelle di Bergamo, morte in
Repubblica del Congo nel 1955 per
aver contratto il virus ebola, pur di
non abbandonare la popolazione
priva di assistenza sanitaria.
Sono autentiche martiri della cari-
tà. Si è chiusa la fase diocesana del
processo di beatificazione di Luisa
Mistrali Guidotti, membro dell’Associazione femminile medico missionaria, uccisa nel 1979 nello Zimbabwe.
Come ha detto il vescovo di Modena Antonio Lanfranchi: «Luisa ci
mostra la dignità dei fedeli laici che
si rivela in pienezza, secondo la vocazione alla santità che è la perfezione della carità». E il versetto del
Vangelo che ricorda Luisa nel suo
ospedale «nessuno ha un amore
più grande di questo: dare la vita
per i propri amici» (Gv 15,13) ci
dice della vita di Luisa spesa per i
suoi fratelli adottivi. Il povero era
davvero per lei sacramento di Cristo.
Lo scorso 9 dicembre è stato riconosciuto il martirio di Padre Mario
Vergara, missionario del Pime e del
catechista laico Isidoro Ngeikolat,
uccisi in Myanmar nel 1950.
Il gruppo Missionario
Dal Brasile con amicizia
Mons. Oscar A. Romero
(Vescovo di San Salvador)
ne la celebrazione annuale di una
Giornata di preghiera e digiuno in
ricordo dei missionari martiri. Si fa
quindi memoria di quanti, lungo i
secoli, hanno immolato la loro vita
proclamando il primato di Cristo e
annunciando il Vangelo. Si ricorda
quindi il valore supremo della vita
che è dono per tutti.
Per il 2013, l’elenco degli operatori
pastorali (sacerdoti, religiosi, religiose e laici) uccisi non solo riporta una triste lista di nomi – ben 22
rispetto ai 13 del 2012 – ma offre
anche l’occasione per riflettere sulla “fecondità” e la necessità di un
annuncio del Vangelo sempre più
incisivo proprio là dove la dignità
della persona umana è messa più
a rischio.
La terra più “insanguinata” è l’America Latina dove sono morti 15
Carissimi salodiani, abbiamo lasciato La parrocchia di San Geraldo do Araguaia, nell’Amazzonia brasiliana quattro anni fa, e il mese di febbraio di quest’anno siamo ritornate per visitare le nostre consorelle brasiliane ed i nostri amici
con i quali abbiamo trascorso alcuni anni.
L’accoglienza della gente è stata meravigliosa; già conoscevamo questa caratteristica della popolazione locale. Loro non dimenticano le persone che hanno condiviso gioie e dolori, che hanno lottato insieme per una vita migliore,
ma che soprattutto hanno tentato sempre di portare il Vangelo con semplicità
e umiltà. Subito abbiamo sentito la loro riconoscenza per l’attività svolta in
passato e per essere ritornate a visitarli intraprendendo un viaggio lungo e
dispendioso solo per incontrarli e stare due mesi con loro.
”Il Brasile è una delle nazioni in vertiginosa crescita” ripete in continuazione
la TV italiana. In realtà qui pochi se ne sono accorti: la prima impressione nostra è stata quella di una decadenza generale cominciando dalla sporcizia che
impera e dalle strade piene di buche. Il Brasile starà anche crescendo ma non
per la grande massa di poveri che si incontrano ovunque. Dal punto di vista
pastorale, grazie a Gesù, abbiamo avuto delle soddisfazioni (anche se i fedeli
sono un poco disorientati per il succedersi di ben 4 parroci nel giro di poco
tempo). Abbiamo incontrato alcune persone, che con l’aiuto delle nostre consorelle, sono cresciute in maturità e in senso comunitario: portano avanti una
pastorale con stile di Chiesa.
Vi pensiamo sempre bene. Teniamoci uniti nella preghiera, ci rivediamo nella
settimana Santa. Un abbraccio a tutti.
Fulvia e Lucia
San Geraldo, 20/03/2014
Beata
Elisabetta della Trinità
Santo del mese
a cura di Luisa Madureri
Dijon: la bienheureuse Elisabetta
Chiesa di Saint - Michel, Digione: entrando, si è subito
attratti da una cappella illuminata da decine di candele,
ornata di fiori ed ex-voto, con una teca di cristallo rossa
che racchiude il corpo della Beata Elisabetta. È un luogo
molto amato dai fedeli, che qui pregano una giovane donna
dall’eccezionale carisma mistico.
Elisabetta Catez nasce nel luglio 1880 nel campo militare francese di Avor, dove il padre è capitano. Il carattere
della piccola Sabeth - così è chiamata - evidenzia subito le
asperità: è troppo vivace, irrequieta, caparbia nelle sue decisioni, impetuosa - deve lavorare a lungo per “vincersi per
amare”, come dice, ammaliata da Cristo.
Nel 1887 la famiglia si trasferisce a Digione dove il padre improvvisamente muore. Sabeth diventa ancor più
introversa, chiusa in un suo mondo spirituale: la Prima
Comunione e la Cresima, a undici anni, rafforzano in lei la
fedeltà incondizionata alla volontà di Dio, lo slancio ideale
verso una vita di perfezione, la sua via verso la santità.
Balli, feste e un grande amore nel cuore
È una adolescente molto bella, Sabeth, suona con bravura
il pianoforte: nella musica trova una forma di donazione
e di preghiera; ha sempre un atteggiamento da “altrove”,
che affascina perché originale ed inconsueto. Canta nel
coro della parrocchia, è piena di carità concreta, assiste i
malati, si reca nelle case dei poveri, insegna catechismo,
ma soprattutto sente profondamente Gesù: “Senza attendere, mi legai a Lui con il voto di verginità; non ci dicemmo nulla, ma ci donammo l’uno all’altra in un amore tanto
forte, che la risoluzione di essere tutta sua divenne per me
ancor più definitiva”. Si avvicina sempre più al monastero del Carmelo di Digione, ma incontra la ferma opposizione della madre, che, giovane vedova, vede nella figlia
così bella e talentuosa, così ricercata un aiuto a superare
le difficoltà della sua vita. Così la conduce a feste e balli
della buona società, spera nel fidanzamento con un ricco
e bravo ragazzo che la corteggia: Sabeth sembra divertirsi,
scherza, balla, ma la sua vera vita è un’altra, ascolta solo
Gesù, il cuore appartiene solo a Lui. Prima di ogni festa, già
vestita, con i fiori tra i capelli, si inginocchia in casa, prega,
si offre alla Madonna, è felice perché pensa alla comunione del giorno dopo.
Quando, nel 1901 entra finalmente nel Carmelo di Digione
ed abbandona per sempre la sua vita di musicista, di ragazza elegante e vivace, i conoscenti si meravigliano: “Sarà
senz’altro uno sbaglio, ad Elisabetta piace troppo ballare,
la musica, la vita!”.
Il segreto della felicità
Nel 1903 pronuncia i voti e prende il nome di
Elisabetta della Trinità: si offre “come preda” alla
Trinità, invocando “O mio Dio, Trinità che adoro”.
Elisabetta ha un’intensa intimità con le Persone divine - i suoi tre - li vive nella fede ed in questo amore
anticipa la beatitudine finale. È il cielo già vissuto
sulla terra, il cielo nella fede: è la sua devozione alla
Trinità. L’intimità con Dio è “il segreto della felicità”, perchè “Egli è l’Amore, e vuole che noi viviamo
in suo compagnia con Lui al di dentro il più bel sole
irradia la mia vita”. “Trovo il Signore ovunque, tanto facendo il bucato quanto stando raccolta in preghiera”. Scrive nella commovente preghiera “Mio
Dio, Trinità che adoro”: “O miei tre, mio tutto, mia
Beatitudine, Solitudine infinita, immensità in cui
mi perdo incantatemi, perché non possa più uscire
dallo splendore dei vostri raggi in attesa di venire a
contemplare l’abisso delle vostre grandezze”.
Muore giovane, Elisabetta, a 26 anni, nel 1906, di
morbo di Addison, al tempo non ancora curabile:
non si spaventa, dice che è un “grande dono”, incoraggia gli altri. “Vado verso la Luce, l’Amore, la
Vita!” le ultime parole.
È beatificata da Giovanni Paolo II nel 1984.
7
8
Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri
H
Se la Quaresima non fosse
solo un tempo di rinuncia e di sacrificio?
o letto, in questi giorni, questa riflessione di Afraate, monaco
e vescovo nei pressi di Mossul nel I secolo: “Infatti, amico
mio, quando uno digiuna, l’astinenza migliore è sempre quella
dalla malvagità, che è migliore dell’astinenza da pane e da acqua, migliore del «piegare come un giunco il proprio capo, usare
sacco e cenere per letto» come dice il Profeta Isaia (58,5). Infatti
quando l’uomo si astiene da pane, da acqua o da qualsiasi cibo,
quando si copre di sacco e di cenere e si mortifica, è certo amato,
bello agli occhi di Dio, e gradito. Ma Dio gradisce di più: «sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo» (v. 6). Per tale
uomo allora «la sua luce sorgerà come l’aurora e davanti a lui
camminerà la sua giustizia. Sarà come un giardino irrigato e come
una sorgente le cui acque non inaridiscono» (vs 8-11). Non assomiglia agli ipocriti che «assumono aria malinconica e si sfigurano
la faccia per far vedere agli uomini che digiunano» (Mt 6,16). Ci
possono essere tanti piccoli gesti d’amore quotidiani che illuminano la tua giornata e quella delle persone che incontriamo. A
maggior ragione dovremmo moltiplicarli se rivolti alle persone a
cui vogliamo bene! Ecco alcuni esempi concreti, che dei ragazzi a catechismo mi hanno suggerito: Preparare gli gnocchi perché sai che sono il piatto preferito di
tuo figlio.
Scrivere un messaggio inaspettato ad un amico e dirgli “sei im-
M
Diversità
io figlio ha appena letto il libro “WONDER” di Palacio
indicatogli come lettura dall’insegnante di lingua italiana. È un libro
per ragazzi mi viene da pensare,
ma ne leggo frettolosamente e con
interesse il retro della copertina.
Lo inizio e lo finisco con celerità anche se per alcuni libri non ne vorresti mai vedere la fine. Parla di un
ragazzino affetto dalla sindrome di
Treacher - Collins, una rara malattia che colpisce le fattezze di una
persona lasciando inalterato tutto
il resto, e della fatica sua di inserirsi fra i cosiddetti “normali” aiutato dalla famiglia e dagli amici che
riconoscono in lui, non il “diverso,
il mostro per alcuni” ma la persona unica e meravigliosa che c’è in
ognuno di noi.
Leggo, poi, che il 21 marzo è la
giornata mondiale sulla sindrome
portante per me”.
Portare un vassoio di brioches e festeggiare con i colleghi.
Salutare gentilmente e aprire la porta lasciando passare altre
persone.
Un surplus dei GRAZIE!
Sorridere in modo solare a degli sconosciuti che incontri per
strada
Spedire una cartolina inaspettata. Chiedere come stai, come hai trascorso la giornata …
Se noi rinunciamo a qualcosa e questa rinuncia ci rende meno
amorevoli ed umani, è ciò che Dio vuole veramente da noi? Non
dovremmo invece impegnarci ad aggiungere piccoli gesti d’affetto concreti nel nostro quotidiano? In fondo gli abitanti di Nìnive fecero un digiuno puro quando Giona predicò loro la conversione... Sta scritto infatti: «Dio vide che
si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si impietosì
riguardo al male che aveva minacciato di fare loro» (Gn 3,10).
Non è detto: «Vide un’astinenza da pane e da acqua, con il sacco e
la cenere» ma: «Che si erano convertiti dalla loro condotta malvagia». Il re di Ninive infatti aveva detto: «Ognuno si converta dalla
sua condotta malvagia e dalla violenza che è nelle sue mani» (v.
8). Questo fu un digiuno puro, e fu accettato... ora tocca a te!
di down e l’articolo elenca molteplici iniziative a favore di questa
forma di disabilità.
Sebbene le due cose non sembrino
collegate, l’ho volutamente fatto
perché il problema riguarda il pic-
Don Gianluca
colo o grande difetto, con riferimento anche alla pagliuzza e la trave, che vogliamo vedere nell’altro,
lasciandoci così trascinare dalla
nostra debolezza. Quando, infatti,
guardiamo con orrore e distacco
verso ciò che crediamo ci infastidisca, in realtà non comprendiamo
che è in noi il difetto, affidandoci
solo all’esteriorità.
Le letture o la conoscenza diretta
con persone che affrontano quotidianamente la diversità con tutte
le loro forze, ci aiutano in questa
straordinaria crescita interiore.
I continui passi verso il riconoscimento e la difesa della persona e
di tutte le forme di vita sulla terra
ci stanno portando a scoprire che
l’amore, le cose fatte con il cuore,
sono l’unica realtà di cui dobbiamo
preoccuparci. Non è facile certo,
ma possibile perché, come dice
una frase del libro “Tutti hanno diritto ad essere felici”.
Daniela C.
Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri
Q
Nell’attesa cresce la speranza
uando don Gianluca mi ha chiesto
di scrivere a proposito della mia
maternità, mi sono chiesta cosa potessi raccontare di questa nuova esperienza. Sono tante, forse troppe le riflessioni
che accompagnano l’arrivo di questa
nuova vita e ogni mamma lo sa bene! Cosa avrei potuto scrivere di mio, anzi,
di nostro?
Così, mi sono presa Giacomino in braccio, l’ho osservato mentre dormiva succhiando con entusiasmo ed energia il
suo inseparabile ciuccio con la gallinella
azzurra e ho cominciato a battere al PC,
con una sola mano, quello che d’istinto
mi è sembrato più importante raccontare. Ho pensato al prima, a quando
Giacomino non c’era ancora e io e mio
marito, attendendolo con grande desiderio, trascorrevamo le nostre giornate in un cocktail di sensazioni contrastanti, tra attesa, illusione, rassegnazione e
paziente accettazione di una realtà che
oggettivamente e scientificamente non
forniva alcuna speranza. Speranza, questa forse la parola chiave
della nostra attesa.
Quante volte ci siamo sentiti dire di
non perdere la speranza, che “se è destino il bimbo arriva” o, addirittura, di
“non pensarci troppo”, perché ”intestardirsi non aiuta”…e poi gli immancabili esempi di coppie che “ce l’hanno
fatta” anche se “davvero non potevano”. Consigli e parole dati in assoluta
buona fede e con il cuore. Insomma:
dovevamo sperare, ma non illuderci;
accettare la realtà, ma non rassegnarci. Come era possibile sperare e accettare allo stesso tempo la situazione? Dovevamo continuare a sperare e contemporaneamente accettare il disegno
che il Signore aveva su di noi?
Tanti sono stati i segni che il Signore mi
ha messo davanti, numerosi gli incontri
e le esperienze che hanno segnato questa attesa, ma una semplice quanto vera
risposta al dilemma che mi scuoteva durante l’attesa mi è arrivato in modo del
tutto inatteso.
Lo scorso 30 maggio 2013, insieme al
mio gruppo di catechismo, ci recammo
in visita al Monastero della Visitazione.
Lì, approfondimmo il tema della vocazione ascoltando la testimonianza delle
suore, che ci raccontarono in maniera
toccante le storie della loro scelta. Durante una di queste, una delle suore accennò ad un passo del Vangelo, quello in
cui Gesù guarisce il cieco Bartimeo. Ella
sottolineò ai ragazzi non tanto l’aspetto
NUOVA APERTURA SERALE
del BAR dell’Oratorio
dal LUNEDÌ al SABATO
dalle 20.30 alle 22.30
Per incontrarsi, festeggiare e stare insieme, in compagnia
di nuovi amici (adolescenti, giovani e adulti)
in questo luogo che può essere come casa nostra!
sensazionale del miracolo, quanto le parole pronunciate da Gesù dopo che l’uomo ha riacquistato la salute: «Va’, la tua
fede ti ha salvato».
La suora voleva farci capire che il miracolo è senza dubbio un «segno» della
potenza e dell’amore di Dio che salvano
l’uomo in Cristo. Ma, proprio per questo, è nello stesso tempo una chiamata
dell’uomo alla fede. La fede precede il
miracolo, anzi è condizione perché esso
si realizzi!
Avere Fede, questa è stata la risposta
alla mia domanda: fidarsi del Signore,
non certo con la certezza di una risposta
a nostra misura, ma con la consapevolezza che Lui ha un disegno su di noi, da
sempre! La pretesa di una risposta esattamente conforme alle nostre aspettative, infatti, spesso non ci permette di
riconoscere con gratitudine quel che Dio
già ci sta donando. Chiedere con la certezza che Dio sa ciò di cui abbiamo bisogno e ce lo dona, perché ci ama: questa
è la fede.
Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto.
Abbandonarsi a Dio liberamente, sicuri
che Lui sa quale sia il nostro bene, questo voleva dire avere Speranza, e dunque anche Fede!
«Spera, anima mia, spera. Tu non conosci il giorno né l’ora. Veglia premurosamente, tutto passa in un soffio, sebbene
la tua impazienza possa rendere incerto
ciò che è certo, e lungo un tempo molto breve. Pensa che quanto più lotterai,
tanto più proverai l’amore che hai per il
tuo Dio e tanto più un giorno godrai con
il tuo Diletto, in una felicità ed in un’estasi che mai potranno aver fine». Non sono finiti da quel giorno né i momenti difficili né i pensieri contrastanti - sono tutt’ora in cammino e lo sarò
sempre, per fortuna! - ma è cominciata
a nascere in me una serenità profonda,
costante, difficile da esprimere, ma non
per questo meno reale! E poi, inaspettatamente, è arrivato Giacomino.…
Ed ora eccolo qui, che reclama il suo latte e mi riporta alla realtà della fatica di
essere mamma, ma anche alla gioia immensa di un dono incommensurabile e
tanto atteso!
E’ proprio vero, quanto aveva esortato di
fare Papa Francesco il 24 aprile scorso:
“Per favore non lasciatevi rubare la speranza!”
M. C.
9
10
Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri
C
Campi estivi 2014:
apriti alla VERITÀ porterai la VITA!
arissimi genitori, anche quest’anno desideriamo
proporre per i vostri figli alcuni giorni di villeggiatura
in montagna. Saremo alloggiati in autogestione
presso la Casa “PINO SILVESTRE” della Parrocchia di
Travagliato, a TEMÙ. Ascolteremo la Parola del Signore, l’unica che fa la
differenza, conosceremo le storie affascinanti degli
Atti degli Apostoli. Vivremo le avventure di Filippo,
Paolo, Stefano, Lidia… con loro scopriremo che Dio fa
“grandi cose” per chi con gioia decide di conoscerlo
e seguirlo. Con loro diventeremo cercatori di verità e
portatori di vita. Siete pronti ad incontrarli?
Destinatari: i ragazzi dei Gruppi S. Filippo, S. Giovanni
Piamarta, S. Caterina, S. Francesco, S. Paolo e S.
Angela. Saranno proposte attività specifiche per
elementari e medie.
Iscrizioni: si apriranno lunedì 7 aprile presso la
Segreteria dell’Oratorio (dalle 15.00 alle 18.00)
versando una caparra di € 50 fino ad esaurimento
posti.
Don Gianluca guiderà l’esperienza con un gruppo
di “animatori” competenti e appassionati. Saranno
presenti alcuni adulti per la gestione della cucina e
nelle attività dei ragazzi.
Per informazioni don Gianluca – cell. 349.2267166.
Date:
da Lunedì 9 a Sabato 14 giugno
con viaggio in pullman.
Costo:
€ 170 primo figlio,
per i successivi fratelli € 150.
S
In visita a S. Ambrogio in Valpolicella
ono davvero tanti i doni che nella
nostra vita di coppia abbiamo ricevuto da altri amici nella Fede. E sono
proprio questi “doni” che alimentano i
nostri incontri mensili, anche quando
è difficile condividere le nostre crisi
di coppia o di Fede, o, al contrario, ci
rendiamo conto di non saper testimoniare la nostra Fede a chi ci può capire
e, forse, vorrebbe condividere. Con la
consapevolezza della condivisione anche quest’anno abbiamo organizzato
un fine settimana – quello di carnevale
– per stare insieme, riflettere, pregare
e confrontarci, visitando ed “assaporando” luoghi nuovi.
La meta, molto vicina alla nostra Salò,
è stata S. Ambrogio in Valpolicella, patria dell’amarone.
D’obbligo una sosta con visita guidata
e merenda per grandi e piccini ad una
cantina del posto. Così ben preparati
abbiamo partecipato alla Santa Messa.
E qui le prime sorprese. Entrando abbiamo subito notato che la chiesa dedicata a Sant’Ambrogio era già colma
di persone tanto da dover disporci in
fila sul corridoio laterale senza trovare
posto a sedere. Numerosissime le famiglie: giovani coppie, nonni e qualche
bimbo piccolo. Al lato sinistro il coro
formato da almeno trenta bambini in
età di scuola primaria. Che impegno,
ardore e bravura nelle esecuzioni!
Al termine della Messa ci siamo confrontati sul momento appena vissuto.
Siamo rimasti tutti felicemente sorpresi dalla partecipazione della comunità locale. Il numero di giovani coppie
presenti, la puntualità, il coro… tutti
quei bambini, in piedi tutto il tempo,
sempre composti. Abbiamo paragonato questo momento alla nostra Messa
domenicale delle 9,30. Effettivamente
abbiamo molte persone che si avvicendano e rendono gradevole la funzione
con l’intonazione dei canti liturgici,
ma, abbiamo mai pensato ad un coro
formato dai nostri bambini del catechismo? Ci chiamiamo spesso “comunità” ma non sempre siamo orgogliosi
di farne parte, così come siamo restii
ad invitare altri amici a frequentare la
stessa comunità! Il giorno successivo
l’incontro con una meta spiritualmente significativa, di una bellezza artistica
stupefacente: la Pieve longobarda di
San Giorgio, un gioiello affacciato su
una balconata che presenta, quale visione d’incanto, il nostro lago.
Un’intensa preghiera “familiare” allargata ci ha donato nuova forza e coraggio…. anche di rientrare, consapevoli
che il dono della fede, dell’amicizia e
del volersi bene è davvero per tutti
Francesco N.
Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri
S
Attività di C.D.A.: imbianchiamo la tana!
abato scorso noi ragazzi del C.D.A. (i lupetti e
le lupette dell’ultimo anno) ci siamo trovati per
imbiancare la tana. Per chi non lo sapesse noi del
Branco del Salò ci siamo sempre ritrovati a Barbarano, in una stanza del Comune, presso l’ex Asl; è un
posto veramente ottimo perché ci dà la possibilità di
avere a disposizione un giardino in cui trascorriamo
la maggior parte del tempo delle nostre riunioni.
Ultimamente però questa stanza ha cominciato ad
avere seri problemi di umidità e muffa dovuti alle infiltrazioni d’acqua dalle finestre, quindi noi con vero
spirito scout ci siamo rimboccati le maniche e aspettando comunque l’intervento del Comune abbiamo
deciso di ripulire tutta la stanza e imbiancarla.
D
Il peccato
omenica 16 febbraio noi del gruppo San Giovanni
Piamarta abbiamo vissuto una giornata di ritiro meditando sul tema del peccato, argomento vicino a noi che
ci stiamo preparando a vivere il sacramento della prima
confessione. Inizialmente i bambini si sono soffermati a
pensare ai loro peccati, a cosa vuol dire per loro “peccato” e a quando disobbediamo a Dio; abbiamo quindi
realizzato un cartellone con le loro riflessioni.
Entrando nel vivo dell’argomento abbiamo capito che il
peccato è un’offesa fatta a Dio o al prossimo, è quando
disobbediamo alla legge di Dio e non amiamo gli altri.
Ma quello che più conta è che nonostante vengano commessi peccati, Dio non cessa mai di amarci: Dio Padre
non si allontana mai da noi, continua a volerci bene e
quando commettiamo peccato dobbiamo ricordarci di
chiedere perdono. Gesù è sempre pronto a riaccoglierci
a braccia aperte e ad amarci.
La giornata è poi continuata con giochi organizzati e con
momenti che ci hanno aiutato a ricordarci di essere ancora più amici tra di noi.
Maddalena
PIZZERIA - GELATERIA
AL MOLO
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L’intervento si è svolto in due sabati: nel primo
abbiamo ripulito tutta la tana, cosa non facile
considerato che c’era un magazzino che non veniva messo in ordine da anni (tra le altre cose abbiamo trovato cartoline spedite più di 10 anni fa,
cassette musicali e travestimenti).
Il sabato successivo i capi ci hanno portato la
pittura mentre noi ci siamo procurati pennelli,
tappeti e tutto quello che ci poteva servire per
pitturare e, seguiti dai capi, abbiamo imbiancato
la tana. È stata un’attività diversa dalle solite che
facciamo, quindi divertente e interessante, soprattutto perché ci siamo resi conto che l’unico
modo di migliorare qualcosa che ci sta a cuore è
rimboccarsi le maniche e farlo.
Enrico, Giacomo (in foto), Giulia A.,
Giulia B., Mattia, Nicola, Pietro C., Pietro D.
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11
12
Vita di parrocchia
a cura di Renato Cobelli
C
La scuola:
una grande opportunità
di crescita civile
oncluse, da poche ore, le operazioni di valutazione dell’andamento scolastico nel terzo bimestre, mi sto preparando ai colloqui con i genitori. Anche questa volta la lista delle prenotazioni è completa; ne deduco che i genitori,
pur preoccupati del voto, desiderano avere informazioni anche sul grado di maturazione dei propri figliuoli. In questo
senso, ricorrono anche all’insegnante di Religione, in quanto figura terza rispetto al consueto schema valutativo espresso con parametri numerici. Cosa dirò, questa volta, ai miei visitatori soprattutto alla luce delle esperienze maturate nel
corso di un anno scolastico ormai consumato per tre quarti? Ho pensato di prepararmi agli incontri, anticipando il mio
pensiero ai lettori de “Il Duomo”.
Pare che, finalmente, la scuola sia vista non solo come un costo da tagliare,
ma come una grande opportunità per il crescere civile. Confido che, questa
volta, non si apra il ballo delle consuete consultazioni con i soggetti interessati: insegnanti e genitori. In passato, infatti, hanno prodotto ben poco,
contribuendo a lasciare costantemente aperto il cantiere delle riforme.
Da dove partire, quindi, per ridare slancio alla scuola e per favorire la crescita civile necessaria a superare l’attuale crisi di sistema?
Sono del parere che la scuola italiana debba sottrarsi all’attuale visione
funzionalistica. La sua riduzione a semplice agenzia del “sapere utile”, in
relazione alle sole esigenze del mondo produttivo e caratterizzata sostanzialmente da competenze, procedure valutative e tecnologie didattiche, mi
appare inadeguata a fronteggiare l’emergenza (la sfida) educativa di questi
tempi.
La concezione di una “scuola neutrale”, poco adeguata a superare
momenti di crisi profonda, congela ogni prospettiva di ampio respiro. In questo contesto, credo sia necessario rilanciare l’educazione. I
ragazzi, infatti, hanno bisogno non solo di saper fare, ma anche di
saper pensare e di essere introdotti nella “dimensione di senso”. Senza
ricerca – quindi, in assenza di risposte – al bisogno di senso risultano
impossibili tanto la libertà che le responsabilità personali. Per educare
i ragazzi a “saper pensare” e ad introdursi nella “dimensione di senso”, occorrono figure professionalmente preparate ma anche capaci
di stare con i ragazzi e di ascoltarli: senza indulgenze permissivistiche
ma con l’intelligente disponibilità a comprenderne la fatica di crescere.
Essendo impegnato in una scuola di ispirazione cattolica, mi rendo
conto di godere del privilegio di far parte di uno straordinario serbatoio non solo di sensibilità educative, ma anche di concrete iniziative
a disposizione di tutti. Le scuole autonome, infatti, possono creare
le condizioni per instaurare alleanze importanti con le famiglie e con
altri soggetti educativi al fine di moltiplicare le occasioni di studio
e di ricreazione, con sottrazione di tanti ragazzi alla solitudine, alla
televisione, alle illusioni della realtà virtuale.
FILIALE DI CUNETTONE DI SALÒ
Via Zette, 31 - tel. 0365 438058
Nessuno può sognarsi di disporre della bacchetta
magica in grado di risolvere l’attuale sfida educativa. Tuttavia, l’alleanza tra famiglie, scuola, realtà
extrascolastiche potrebbe garantire risultati positivi oggi non immaginabili. Non riforme, quindi, nel
senso tradizionale del termine; meglio puntare sul
miglioramento “molecolare” dei singoli istituti scolastici, auspicabilmente organizzati in rete. In questo senso, andrebbero meglio sfruttati ed ampliati
gli spazi dell’autonomia, con introduzione di una
più avvertita cultura della “valutazione”, vista senza
sospetti e solo in funzione della qualità scolastica.
Credo sia arrivato il momento di lasciare alle
spalle quella allegra “fattoria degli animali”, di
orwelliana memoria, dove tutti sono uguali per
definizione ma di riconoscere e valorizzare quelli
“più uguali” degli altri.
Ecco: trasferirò questi pensieri, adeguatamente
personalizzati, ai genitori che mi chiederanno
notizie del proprio ragazzo. Potrà essere l’occasione per uno scambio di opinioni “sul campo”,
al fine di un reciproco arricchimento.
Notizie sociali a cura della FNP-CISL di Salò
DOMANDA: come si ottengono e si usano i vouchers per
pagare l’asilo nido o le baby-sitters?
Risposta: dal 1° luglio, in alternativa al congedo parentale,
le mamme lavoratrici, sulla base di una graduatoria che
tiene conto dell’ISEE, potranno richiedere il contributo di
€ 300,00 mensili, da utilizzare per i servizi di baby-sitting
oppure per il pagamento delle spese relative all’utilizzo
dei servizi per l’infanzia pubblici (o privati accreditati). La
prestazione può essere richiesta al termine del congedo
di maternità e negli 11 mesi successivi, anche qualora la
lavoratrice abbia parzialmente beneficiato del congedo
parentale. Il contributo sarà erogato sotto forma di
voucher (o buoni lavoro) nel caso in cui la donna scelga il
servizio di baby-sitting; nel caso di utilizzo del contributo
per sostenere i costi dell’asilo nido, invece, sarà l’INPS a
pagare direttamente la struttura educativa prescelta.
Per ottenere questo beneficio, la lavoratrice deve presentare
un’apposita domanda all’INPS per via telematica. Inoltre, nella
stessa richiesta bisogna indicare il numero di mesi per i quali
si intende usufruire della somma. Non possono richiedere il
voucher le lavoratrici autonome iscritte ad altra gestione. Il
genitore di più figli dovrà presentare una domanda per ogni
bambino. Il contributo è erogato per un periodo massimo di
6 mesi, divisibile solo per frazioni mensili intere e comporta
la rinuncia al congedo parentale per il numero di mensilità di
contributo fruite.
Pertanto, se la lavoratrice, ad esempio, ha usufruito di 4
mesi e 1 giorno di congedo parentale, potrà accedere al
beneficio per 1 solo mese, avendo ancora 29 giorni da
utilizzare come congedo parentale. Le lavoratrici iscritte
alla gestione separata potranno fruire del contributo per
un periodo massimo di 3 mesi. Le lavoratrici part-time
avranno diritto al contributo in misura riproporzionata in
base alla ridotta entità della prestazione lavorativa.
I voucher cartacei verranno ritirati (in unica soluzione o
in più volte) dalla madre lavoratrice presso la sede INPS.
Prima dell’inizio della prestazione lavorativa, la madre è
tenuta ad effettuare la comunicazione preventiva di inizio
prestazione, indicando il proprio codice fiscale e quello
della baby-sitter, il luogo di svolgimento della prestazione
e le date presunte di inizio e di fine dell’attività lavorativa
EVINRUDE
VENDITA - ASSISTENZA
MOTORI - IMBARCAZIONI
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Tel. e Fax 0365 43476
MANERBA - Via Case Sparse,103/A
Tel. e Fax 0365 654230
attraverso i seguenti canali:
• il contact center Inps/Inail • il numero di fax gratuito
Inail 800.657657, utilizzando il modulo presente sul sito
dell’INAIL • il sito www.inail.it/Sezione Punto cliente • la
sede INPS. • Rivolgersi anche ai Caaf.
DOMANDA: da chi posso ottenere consulenza e assistenza
per la gestione del rapporto di lavoro con COLF, badanti,
baby-sitter e assistenti familiari?
Risposta: presso i CAAF sindacali puoi:
• stipulare il contratto a norma del CCNL del lavoro
domestico • elaborare i prospetti paga mensili, calcolare
la tredicesima ed elaborare il modello CUD • calcolare i
contributi previdenziali e compilare i modelli MAV per il
versamento all’INPS • tenere il conteggio di ferie, malattia,
maternità, infortunio • calcolare TFR e liquidazione •
ricevere assistenza per compilare i documenti necessari a
beneficiare delle agevolazioni fiscali previste per il datore
di lavoro • regolarizzare il rapporto di lavoro per i cittadini
extracomunitari.
DOMANDA: come faccio a procurarmi il CUD-2014
(redditi 2013)?
Risposta: dal 2013 l’INPS, in nome del contenimento della
spesa, non spedisce più al domicilio il CUD necessario per
redigere il modello 730 precompilato o per richiedere l’ISEE
(e neppure il mod. ObisM e la richiesta annuale del mod.
RED). Pertanto il CUD si può ottenere: automaticamente
facendo il 730 assistito presso un CAAF; con il proprio
computer, un lettore di card e il codice PIN; tramite un
CAAF che accede al sito dell’INPS con il Suo codice PIN
inviato dall’INPS o con quello fornito dall’ASL (se non lo
possiede si rivolga all’ASL).
Anche chi vuole il mod. ObisM (per il dettaglio della pensione),
se non è in grado di usare il computer, deve rivolgersi a un
CAAF con il codice PIN dell’INPS o dell’ASL. Ricordo che i
pensionati che son tenuti a fare il mod. RED o il mod. INV.CIV.
quest’anno devono presentarsi immediatamente ai CAAF
per quest’adempimento anche senza CUD.
Onoranze Funebri
Falegnameria
TEDESCHI
Tel.
SALÒ (Brescia)
0365 40162
Via S. Benedetto, 34
Fax
RECAPITI: Portese
0365/ 524924
Cellulare
San Felice del Benaco
337434380 TOSCOLANO MADERNO
tel. 0365 643102
Servizi completi
La RADIO DUOMO
della Parrocchia di Salò
FM. 90,7 Mhz
Ascoltiamo e
partecipaimo alle
iniziative che vengono
proposte in radio!!!
13
14
Notizie utili
a cura di Giovanni Ciato
San Benedetto
la rondine sotto il tetto
Una nuova unità di misura?
Esistono esseri che vivono a stretto
contatto dell’uomo e da questi dipendono direttamente o indirettamente,
oltre a cani, gatti, canarini ecc., anche
altri esseri la cui sopravvivenza dipende anche dai nostri comportamenti,
come farfalle, rondini e tanti altri.
Per antonomasia la rondine rappresenta la migrazione, lo spostarsi, stagione dopo stagione, da un continente all’altro e la capacità di volare per
migliaia di chilometri superando ostacoli all’apparenza invalicabili. Questa
peculiarità consente alle rondini di
arrivare da noi tra marzo e maggio e
ripartire verso i paesi caldi in autunno,
dopo rumorose riunioni sui cavi elettrici.
E se in origine i luoghi di nidificazione
erano le pareti rocciose con nicchie e
cavità, dove i nidi venivano costruiti
vicino all’entrata delle caverne o sulle
A San Benedetto
non fa più Primavera?
Da sempre il 21 marzo, primo giorno
di Primavera, è collegato a San Benedetto da Norcia morto a Montecassino proprio il 21 marzo del 547.
Ricordo che all’Istituto di Floricoltura dove ho studiato per alcuni anni,
intitolato al “Santo del risveglio dei
fiori”, quel giorno non si studiava e si
faceva festa.
Oggi però San Benedetto da Norcia
è il Patrono d’Europa e si festeggia
l’11 luglio, ricorrenza della nascita
dell’Unione Europea e vuoi vedere
che oltre a non esserci più le stagioni
di una volta anche i detti popolari devono cambiare?
Nell’immaginario collettivo e nella
trasmissione dei modi di dire San Benedetto rappresenterà per sempre
l’inizio della Primavera, il risveglio
dell’animo.
Il collegamento alle rondini non potrà
che farci pensare al nostro risveglio,
alla capacità di saperci rinnovare, sia
personalmente in un continuo viaggio tra futuro e ritorno alle radici, ma
anche da un punto di vista ambientale, per farci migrare verso la nuova
stagione. Quella giusta! Si spera.
scogliere marine, adesso le rondini nidificano dove l’uomo ha creato spazi e
protezioni, sotto le gronde dei tetti e
negli androni delle case, o nell’intorno
delle stalle dove possono trovare gli
insetti di cui si cibano.
Questo legame con l’uomo un po’ alla
volta si è trasformato in dipendenza
per via della vulnerabilità agli insetticidi che, dall’introduzione degli antiparassitari e della chimica in agricoltura,
lega la loro sopravvivenza a quanto e
come questi prodotti vengono usati.
A differenza di altri uccelli le rondini
si nutrono in volo e catturano gli insetti attraverso la lingua, per questo
sono importanti anche per l’uomo in
quanto regolano la presenza di zanzare e moscerini e, come ben sappiamo, nella scala alimentare si trovano
a stretto contatto con le sostanze di
cui gli insetti stessi sono a contatto,
quindi nell’usare gli insetticidi contro
gli insetti, di fatto combattiamo anche
le rondini. È una storia che si ripete,
da un lato smaltiamo i prodotti tossici e nocivi nell’ambiente (nell’acqua,
nell’aria o nella terra che sia) e poi ci
nutriamo di quei prodotti che sono
venuti a contatto con queste sostanze
(pesci piuttosto che ortaggi), inquinandoci a nostra volta.
E questa catena alimentare coinvolge
anche le rondini, perché ogni anello
è legato all’altro e in questo modo si
trasmettono sia le informazioni che gli
inquinanti, dal primo all’ultimo; ecco
allora che le rondini diventano importanti per capire le nostre stesse condizioni di salute.
Se gli inquinanti aumentano eccessivamente le rondini si riducono di numero, quindi ad una popolazione di
rondini ridotta si deduce che vi siano
anche condizioni allarmanti per l’uomo, mentre segnali di aumento della
popolazione di rondini denota un’inversione di tendenza e quindi condizioni di inquinamento minori, ecco
perché questi uccelli sono importanti
per l’uomo.
Ma per il fatto che migrano e quindi
vivono in due territori distanti tra loro
è possibile anche capire se l’inquinamento maggiore è nel territorio invernale o in quello estivo.
Dati alla mano di rondini ce ne sono
sempre di meno, o meglio, ne arrivano
sempre di meno, mentre le nidificazioni in Europa sembrano dare segni di
ripresa per effetto di una regolamentazione più restrittiva sull’uso degli insetticidi, il che vuol dire che le zone di
migrazione invernale rappresentano
una criticità.
Che le stagioni si misurino dalla presenza di certi animali lo dice il detto:
“San Benedetto la rondine sotto il tetto”, subito smentita dall’altro: “una
rondine non fa primavera”, perché
spesso alcune rondini arrivano prima
di altre per effetto delle correnti africane che si inseriscono tra le zone di
bassa pressione, anticipando il resto
della migrazione bloccata dall’aria
fredda.
Che la salute dell’uomo si misuri anche
dalla salute di altri animali dobbiamo
farcene una ragione, non essendo gli
unici a vivere sulla terra.
In Francia
Scuola paritaria cattolica
Partenza all’alba. Direzione Normandia. Gli studenti del liceo, con i docenti accompagnatori, arrivano a Digione, capitale della Borgogna, famosa per la coltivazione della senape,
una delle più vivibili città francesi.
a cura della Scuola “E. Medi”
Ecco l’oceano
Andiamo a salutare il Re Sole
Via verso la sorprendente Parigi, ma prima c’è Versailles, maestosa reggia del Re Sole. È una apparizione grandiosa: il portone riccamente dorato ci porta ad immaginare subito l’architettura dell’interno. La guida ci introduce in una sequenza continua di sale e gallerie. Ci troviamo in un mondo fondato su altre
regole rispetto al nostro, dove spicca l’eleganza, la grandiosità,
il senso della cerimonia. La stanza di Luigi XIV è tappezzata
in rosso porpora con contorni dorati, ma la galleria che maggiormente ci affascina è la “stanza degli specchi”. Dal soffitto
decorato da episodi della vita del re, scendono candelabri di
cristallo e dalle diciassette finestre ad arco tondo affacciate sul
parco penetra la luce riflessa in trecentocinquantasette preziosi specchi con fini decorazioni d’oro: pura magia.
Arriviamo in Normandia. Aria del Mare del
Nord: lunghe distese di sabbia, scogli e sassi
danno l’idea di un luogo sereno, non distrutto né toccato dall’uomo. La Storia ci racconta
altro: 6 giugno 1944, lo sbarco delle truppe
alleate, il D Day, le croci dei cimiteri militari
americani, tedeschi, ebraici. Sono forti emozioni, siamo tutti in silenzio, alcuni si prendono per mano, ci sentiamo davvero fratelli di
questi ragazzi venuti da lontano per liberarci
dalle dittature.
Il viaggio offre sempre opportunità: questo, in
particolare, ci ha permesso di conoscere meglio l’altro vicino a noi, di stringere nuove amicizie, di sentirci ancora più parte di un gruppo
dove l’età e le varie esperienze diventano crescita e responsabilità.
La Ville Lumiére
Ed ecco Parigi: siamo emozionati e felici, curiosi, pieni di
aspettative. La città ci accoglie con un tempo misterioso,
nubi e sole, luccichio della Senna, eleganza di una architettura unica: semplicemente inebriante.
Filiale di Salò - Località Rive
Filiale di Salò - Piazza Vittorio Emanuele
Anna, Iª liceo Linguistico
15
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Cinema teatro Cristal
PHILOMENA: amore di madre
U
na madre che non deborda e tenta ogni strada per
poter avere notizie di suo figlio non poteva che essere
rappresentata che dall’attrice Judi Dench.
L’attrice protagonista
“Philomena”, una storia vera, è stato proiettato al Cristal
recentemente nella sezione cineforum e il film, meritatamente,
ha fatto il pieno in ogni ordine di posti. Judi Dench, nella sua vasta
esperienza teatrale e cinematografica, ha sempre interpretato i
ruoli di una donna volitiva, impegnata e di carattere, che per il
raggiungimento dei suoi scopi dava il meglio di se stessa. Per questo
le era stato affidato il compito di interpretare il personaggio della
Regina Elisabetta Iª in “Shakespeare in love” che le valse il Premio
Oscar per la migliore attrice non protagonista (si noti: durata
della sua interpretazione: 8 minuti) e il ruolo di “M” (Direttore dei
Servizi Segreti Britannici MI6) in ben sette film con l’Agente 007
James Bond. Sua fu la perfetta rappresentazione del personaggio
di Annie Hoover madre volitiva e completamente dominante sul
figlio J. H. Hoover, Direttore della F.B.I. nel film omonimo (2011).
Ma nell’immedesimarsi nel personaggio “Philomena” tutti quegli
elementi del suo carattere sono stati tramutati nell’amore e
nella dolcezza di una mamma impegnata unicamente a voler
ritrovare suo figlio, pur mantenendo i tratti della volontà e del
raggiungimento dello scopo.
La storia
Si tratta di una storia vera che è stata narrata dal giornalista
Martin Sixsmith nel libro “The lost child of Philomena Lee” (Il
bambino perduto di Filomena Lee) edito in italiano per le edizioni
Piemme con il titolo “Philomena”. Sullo schermo Martin Sixsmith
è interpretato dall’attore Steve Coogan e la regia è di Stephen
Frears. Di quel bambino tolto a Filomena, ragazza madre, quando
era in tenera età e consegnato in adozione a una ricca famiglia
americana si sono perse le tracce ma la madre accompagnata
dal giornalista Sixsmith va negli Stati Uniti e scopre che il figlio
è morto dopo aver fatto una brillante carriera quale consulente
del Partito Repubblicano e di più Presidenti degli Stati Uniti. Il
cruccio di Filomena è di voler sapere dove è sepolto e se mai
si è ricordato delle sue radici e termina quando scopre che ha
voluto morire nella sua terra natale di Irlanda ed essere sepolto
nel terreno dove sorge l’orfanatrofio in cui è nato. E finalmente
il sorriso appare sul volto di Filomena che almeno potrà pregare
sulla tomba dell’amato figlio.
Lamberto Dondio
Studio e servizi fotografici
A.R. FOTO
di Augusto Rizza
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Piazza Vittorio Emanuele II, 36
Tel. 0365 520572
a cura di Lamberto Dondio
Cineforum Martedì 8 aprile 2014
Opera perfetta e sorprendente, che apre con un
ironico allegretto ma sa raggiungere una struggente tenerezza. Strappando alla musica la forza
della creatività.
A PROPOSITO DI DAVIS
di Ethan e Joel Coen
===================================
Martedì 15 aprile
Asciutto resoconto di un calvario collettivo talmente avvilente e crudo da generare perfino moti di
incredulità: ma è stato possibile davvero? Intenso
e duro.
12 ANNI SCHIAVO
di Steve MacQueen
Anteprima
Sabato 5 - Domenica 6 - Lunedì 7 aprile
Tratto dal best seller di Veronica Roth, Divergent è un’emozionante avventura ambientata in un mondo futuristico. Spettacolare.
Divergent
di Neil Burger
===================================
Sabato 12 - Domenica 13 - Lunedì 14 aprile
Sabato 19 - Domenica 20 - Lunedì 21 aprile
La storia dell’Arca di Noè rivisitata in una nuova versione.
Con Russell Crowe, Jennifer Connelly, Emma Watson e
Anthony Hopkins. Colossal.
Pasticceria
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Dal raduno
al silenzio
Capire la Liturgia
a cura di Rosa Pollini
Il mistero del Giovedì santo
Nella cena del Signore
Il Giovedì della settimana santa costituisce un momento cruciale della vita della comunità, anche come punto di congiunzione
tra due tempi liturgici di straordinaria intensità. Nell’arco di una
giornata, infatti, la Chiesa contempla l’ultima aurora del tempo
quaresimale e il tramonto del primo giorno del triduo pasquale, culmine di tutto l’anno liturgico. Benedetto XVI ha sintetizzato il contenuto teologico di questo giorno nell’omelia della
Messa Crismale dell’anno 2006: ”Il Giovedì Santo è il giorno in
cui il Signore diede ai Dodici il compito sacerdotale di celebrare,
nel pane e nel vino, il Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue fino al suo ritorno. Al posto dell’agnello pasquale e di tutti
i sacrifici dell’Antica Alleanza subentra il dono del suo Corpo e
“del suo Sangue, il dono di se stesso….Perché il quotidiano non
sciupi ciò che è grande e misterioso” Infatti nello stesso giorno
si celebra la Messa del Crisma e la Messa “in Cena Domini” e
la Chiesa vive e celebra i due momenti attraverso una singolare
ricchezza ecologica, biblica e simbolica.
Nel triduo pasquale la Chiesa celebra solennemente i
grandi misteri della nostra redenzione, il Signore crocifisso, sepolto e risuscitato, facendone memoria attraverso
celebrazioni particolari. Nel pomeriggio del giovedì santo,
sul far della sera, la Chiesa si raduna per iniziare liturgicamente il percorso salvifico con la Messa nella Cena del
Signore. Nella prima lettura dal libro dell’Esodo viene descritta la celebrazione della Pasqua di Israele, secondo la
forma vincolante che aveva trovato nella Legge mosaica.
Gesù ha celebrato la Pasqua, ma al posto dell’agnello ha
donato se stesso, il suo corpo e il suo sangue, secondo
il racconto riportato nella seconda lettura(Cor 11,23-26).
Dal grande mistero della santa cena, dice la colletta, scaturisce pienezza di carità e di vita. Il riferimento è certamente al gesto della lavanda dei piedi, che la liturgia propone
di compiere simbolicamente in questo giorno.
La Messa crismale
Reposizione e adorazione
della Santissima Eucarestia
Il percorso quaresimale che inizia il mercoledì delle ceneri e si
conclude con la Messa crismale, è caratterizzata da alcuni segni
penitenziali: il colore liturgico viola e la soppressione del testo
dell’Alleluia. Nelle domeniche di Quaresima si omette anche
il Gloria. Il giovedì santo invece, il colore liturgico è il bianco,
proprio della solennità, ed il testo del Gloria viene cantato: la
Chiesa - che si prepara ai momenti della passione - non può
contenere la sua gioia, mentre celebra il memoriale dei grandi
doni che ha ricevuto dal suo Salvatore. Nella Messa crismale
il vescovo concelebra con il presbiterio per manifestare la comunione della Chiesa. Egli benedice gli oli per la celebrazione
dei sacramenti nella Veglia pasquale e ribadisce l’unità del sacerdozio di Cristo (L.G. 10). Questo momento celebrativo, che
vede riunito il clero e il popolo intorno al suo Pastore in un
momento così particolare dell’anno liturgico, riveste un carattere speciale: il vescovo, infatti, è il principio visibile ed il fondamento dell’unità nella sua Chiesa particolare(L.G. 23). Il prefazio della Messa crismale, propone Cristo come modello di ogni
presbitero e delinea i compiti della ministerialità: “rinnovino il
sacrificio redentore, preparino ai tuoi figli la mensa pasquale
e, servi premurosi del tuo popolo, lo nutrano con la parola e lo
santifichino con i sacramenti”.
Le rubriche prevedono che: ”dopo alcuni istanti di adorazione in
silenzio tutti si genuflettono e tornano in sacrestia..” Nessun rito
di conclusione, nessuna orazione, solo il silenzio di tutta la Chiesa
di fronte al grande mistero dell’Eucaristia. Mentre il sole volge
alla fine del suo corso e la luce del tramonto cede il posto alla
tenebra, i colori del crepuscolo risplendono sulla comunità radunata nel cenacolo antico e nuovo: l’ora è giunta. Radunati intorno
all’altare per celebrare la santa cena, inebriati dal profumo del
balsamo che sale dal sacro crisma, contempliamo nell’Eucaristia
il nostro Salvatore, che lava i nostri piedi ed offre la sua vita. Non
teme il tradimento del nostro peccato, come non esitò di fronte a
quello di Giuda, si dona pienamente e totalmente: tutto se stesso
per noi, per sempre, perché egli è l’amore incondizionato. Nel
silenzio della Chiesa, muta di fronte ad un gesto così alto di donazione, nessuna parola. L’attenzione è tutta verso quel tabernacolo
in cui è presente l’Amato e la mente torna alle parole di Didaché:
“Come questo pane spezzato era disperso sui monti e, raccolto, è
divenuto uno, così la tua Chiesa sia raccolta dalle estremità della
terra nel tuo regno”.
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Il pensiero musicale
ispirato
dalla morte di Cristo
Musica e Canto
a cura di Lamberto Dondio
Il dramma della morte di Cristo è stato motivo di forte ispirazione per i musicisti di tutti i tempi tanto che non vi è mai
stata interruzione attraverso i secoli nella produzione di composizioni musicali che traggono fonte dagli avvenimenti della
Settimana Santa.
I Precursori
San Bernardo di Chiaravalle (1090-1153) si aggirava fra i suoi
fedeli diffondendo i sentimenti che erano causati dalle sofferenze di Cristo sotto forma di cantiche; lo stesso fece San Francesco d’Assisi (1182-1226) in quella terra ricca di pietà popolare quale era l’Umbria. A Jacopone da Todi (1233 circa – 1306)
si deve l’inizio di quel filone di poesia musicale fatto proprio
nel corso di numerosi secoli a venire ispirato dalla passione
di Maria e reso nella mirabile sequenza dello “Stabat Mater”.
L’epoca dei grandi musicisti
È il momento delle “Passioni”. Si annoverano quelle sublimi di J. S. Bach (1685-1750) denominate “Passione secondo
Giovanni” e “Passione secondo San Matteo” unitamente alla
composizione di Beethoven (1770/1827) “Cristo sul Monte
degli Ulivi”.
Seguono le “Vie Crucis”, principalmente quella di Franz Liszt
(1811-1886) nella quale ognuna delle quattordici stazioni rappresenta un poema sinfonico.
Essa fu composta nel momento in cui la religiosità del musicista ungherese raggiungeva la massima espressione. Nella
prefazione alla partitura Liszt così si esprime: “ebbi modo di
vivere la più solenne celebrazione di questa devozione, partecipandovi un Venerdi Santo al Colosseo, questo luogo in cui
il terreno è imbevuto dal sangue di tanti martiri.”
Ai tempi nostri va ricordata la “Via Crucis” resa in forma di
Oratorio da Stefano Vagnini (1963).
E che dire delle “Sette Parole”, le ultime pronunciate da Gesù
prima di morire? Esse ispirarono a J. Haydn (1732-1809) la
composizione di quel capolavoro denominato “Le ultime sette parole di Cristo in croce” che fu la prima elaborazione operistica ad avere il massimo del consenso popolare tanto che
ne produsse varie versioni anche solo strumentali per orchestra e per strumenti singoli.
Un esempio di continuità nel tempo:
lo “Stabat Mater”
Se l’iniziatore fu Jacopone da Todi la tematica della passione di
Maria non ha certo perso continuità tanto che furono composte “Stabat Mater” nel Medioevo, in epoca Barocca, in epoca
Romantica, nel periodo Classico, nel XX Secolo e nel XXI Secolo.
Numerosi sono i musicisti ai quali si devono le realizzazioni e la
loro elencazione richiederebbe un lungo spazio. Vogliamo ricordare gli autori più conosciuti secondo la sequenza temporale
di composizione: Pierluigi da Palestrina, Antonio Vivaldi, Alessandro Scarlatti, Gioacchino Rossini, Franz Schubert, Franz Liszt,
Lorenzo Perosi.
Particolarmente significativo è l’elenco delle produzioni nei
giorni nostri (secolo XXI) a significare il fascino della tematica.
Ne sono autori: Bruno Coulais, Karl Jenkins, Julien Joubert e gli
italiani Marco Frisina, Marco Rosano, Angelo Comisso. Stefano
Lentini, quando si è trattato di scrivere la colonna sonora del
film “The Grandmaster” del regista cinese Wong Kar-way (produzione 2013) vi ha inserito uno “Stabat Mater”.
Nuovi stili e generi
John Debney (1956) ha avuto la nomination all’Oscar nel
2005 per la migliore colonna sonora del film “La Passione
di Cristo” interpretato da Mel Gibson. Va pure ricordato il
musical “Jesus Christ Superstar” che rappresenta l’ultima
settimana della vita di Gesù nel quale Andrew Lloyd Webber (1948) ha mirabilmente fuso la sua musica con i testi a
volte poetici di Tim Rice (1944).
Concludo infine citando l’album “Easter” (Pasqua) di Patti
Smith che presenta parecchie immagini musicali riferite al
messaggio cristiano della Morte e della Resurrezione di Cristo. La religiosità di Patti Smith è sicuramente attendibile
tanto che dedicò una sua canzone “Wave” a Papa Giovanni
Paolo I (che cantò con dietro la schiena una gigantografia
di Papa Luciani) e lo stesso fece per Giovanni Paolo II dopo
aver vegliato in Piazza San Pietro nella notte della sua morte.
dal grande libro
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Auguri di
“Buon compleanno”
Papa Francesco!
I documenti della Chiesa
a cura di don Pierluigi Tomasoni
S
embra ieri il 13 marzo di un anno fa quando, la sera nell’orario della cena, uno sconosciuto
Jorge Mario Bergoglio salutandoci con un cortese “fratelli e sorelle, buonasera” è entrato
nelle nostre case. Da quel giorno Papa Francesco è ormai uno di famiglia, che non manca di
contagiarci con il suo entusiasmo. Mi è sembrato interessante sapere che cosa ha detto la
stampa di quest’Uomo in questi giorni di marzo al compiersi del suo primo anno di pontificato.
Curiosando in rete quattro voci hanno attirato la mia attenzione.
Inizio con la prestigiosa rivista statunitense “Times” che, l’11 dicembre scorso, ha eletto Papa
Francesco come uomo dell’anno 2013. In un’intervista, pubblicata da Avvenire il 13 marzo,
la signora Nancy Gibbs, prima donna a capo dello storico settimanale ha motivato la scelta di
Papa Bergoglio con queste parole: “Nella scelta cerchiamo sempre un equilibrio fra potere istituzionale e potere individuale. In questo caso avevamo di fronte un uomo con enorme potere,
ma che lo esercita dal basso, a partire dal suo contatto con la gente. Una persona che ha una
posizione di immensa influenza ma che si presenta con grande umiltà. E la combinazione non
risulta artefatta, ma assolutamente genuina e credibile”.
Ciò che colpisce di Papa Francesco è la sua apertura al mondo: “Francesco si preoccupa dei poveri, cattolici e non. Molte cose che ha detto e fatto hanno emozionato molte persone, di ogni
fede. Ci ha colpito quanto rapidamente il Papa abbia riportato in primo piano i temi della disuguaglianza, della povertà e della globalizzazione. Sono dibattiti che stavamo già avendo come
nazione e come comunità internazionale”.
Sempre rimanendo in campo internazionale, mi piace riportare ciò che ha scritto Jean-Yves Grenet, responsabile
dei gesuiti di Francia, sulle pagine del quotidiano parigino “Le Monde” il 12 marzo. Ci consente di considerare
Papa Francesco dal punto di vista di un gesuita. Padre
Jean-Yves scrive: «Uno dei primi gesti che mi ha colpito è
quello che Papa Francesco ha compiuto durante il giovedì santo: ha lavato i piedi di alcuni detenuti che, contrariamente alla tradizione, non erano tutti uomini né erano
tutti cattolici. Questo si riannoda all’invito incessante che
il papa rivolge alla Chiesa di “uscire” da se stessa e ricorda che lo scopo non è quello di riempire i muri ma di farli
La voce di Andrea Riccardi ci aiuta a
cogliere la profonda impressione che
ha lasciato e lascia Papa Bergoglio nel
mondo. Sulle pagine del “Corriere
della Sera” del 13 marzo ha scritto:
«Papa Francesco, ha stabilito fin
dall’inizio una forte “alleanza” con
il popolo. Nel suo parlare alla gente, Francesco ha messo al centro il
Vangelo con l’accentuazione della
misericordia. Per Francesco c’è un
popolo largo da incontrare: bisogna
creare ponti. Nel volgere di qualche
mese, il clima di declino della Chiesa è svanito: è rinata la fiducia nella
Chiesa, come un’istituzione che ridà
speranza. La simpatia attorno al Papa
non è un gioco dei media. C’è poi
un successo di Bergoglio tra la gente
semplice, che torna a rivolgersi alla
Chiesa. Il Papa ha reso orizzontale il
contatto con la Chiesa, rivolgendosi
al popolo».
cadere. Una delle tradizioni della Compagnia di Gesù è
precisamente quella di andare alle”‘frontiere”, a contatto
degli uomini, qualunque siano la loro situazione e le loro
convinzioni religiose. Ci ritroviamo anche in un termine
che impiega spesso: “camminare”. Significa che l’uomo
deve sempre mettersi in cammino, non diventare sedentario. Questo si riallaccia alla pedagogia dei gesuiti, nella
quale si domanda all’alunno di fare sempre un passo in
più. Il problema non è quello di ripetere sempre le stesse
cose; i nostri gesti, le nostre parole, devono essere portatori di libertà, altra caratteristica dell’insegnamento dei
gesuiti e della maniera di agire di questo papa».
Parole di apprezzamento le troviamo sulle pagine de “L’Unità” del 12 marzo
per la penna di Roberto Monteforte. Il Giornalista pone in evidenza l’attenzione
del Papa sulle periferie esistenziali, espressione entrata nell’uso comune. Scrive
Monteforte: «Tra i suoi primi gesti ‘pubblici’ vi è stata la visita giovedì di Pasqua
ai giovani ospiti della casa circondariale di Casal del Marmo.
Laverà i piedi a
dodici giovani reclusi. Tra loro vi sono anche due ragazze, una è musulmana. È
l’accoglienza rispettosa verso tutti. Un dovere che richiamerà con forza nel suo
primo viaggio in Italia: quello del 7 luglio a Lampedusa dopo una strage di migranti. Vorrà pregare e chiedere perdono per quei morti in mare e per i migranti
abbandonati.
Condannerà la “globalizzazione dell’indifferenza”.
Ai giovani che a fine luglio incontrerà alla GMG di Rio de Janeiro chiederà di “non
farsi rubare la speranza”. Nella sua visita pastorale a Cagliari del 22 settembre
spronerà lavoratori e disoccupati “ad avere il coraggio di lottare per la dignità
del lavoro”. Ai poveri e ai malati dedicherà la sua visita ad Assisi del 4 ottobre. Il
dramma dell’immigrazione è anche fuga dai Paesi devastati dalle guerre e dalla
fame, in particolare dal Medio Oriente.
Per fermare l’escalation del conflitto in
Siria e la minaccia di un intervento armato degli Stati Uniti, il 4 settembre scrive
al presidente russo Putin che presiede il vertice del G20 a San Pietroburgo e per
il 7 settembre indice una giornata mondiale di preghiera e digiuno per la Pace in
Siria. Si riaprirà la strada alla diplomazia. Per questo è candidato al Nobel per la
Pace 2014».
Non c’è dubbio, Papa Francesco sa conquistare il cuore di tutti.
Auguri di “buon compleanno” Papa Francesco!
19
Accade a Salò
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a cura di Simone Bottura
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Fossa: la città che verrà
Appello per salvare la Polizia stradale di Salò
Mozione unanime del Consiglio comunale contro la ventilata chiusura del locale distaccamento della Polizia Stradale. Il documento, approvato nella seduta del 10 marzo,
ricorda l’intensa operatività del distaccamento e fa presente che il territorio altogardesano si è già visto sottrarre, a causa di «scelte politicamente scellerate e incredibili forzature di risparmio», l’ospedale, il pronto soccorso, la Camera di commercio, la
sezione del Tribunale. Non si comprende, peraltro, che tipo di risparmi si intendono
perseguire con la chiusura del distaccamento, dal momento che la sede salodiana della
Polstrada è ospitata in un immobile di proprietà comunale di 700 mq per il quale il
Comune chiede un affitto annuo di 6.053 euro. La mozione si chiude con un’esortazione: «È necessario dare risposta, oggi più di ieri, ai bisogni di un paese che necessita
di avere maggiori garanzie di sicurezza e legalità, evitando di creare gravi disagi».
15
Un’alleanza per Expo 20
Garda UniGarda e il consorzio turistico
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sorzio Garda Unico, punta sul
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usufruendo delle navette stra visita delle vicine città d’arte (Venezia,
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a dell’evento milanese: «Nutr
samente in linea con il tem
energia per la vita».
Studio Dentistico
Dott. Salvinelli
Claudio Paolo
Laureato in Odontoiatria
e protesi dentaria
Piazza Martiri della Libertà, 13
(di fronte nuovo Italmark)
SALÒ (Bs) - tel. 0365 20073
Quaranta progetti su cui avviare una riflessione
sul futuro di Piazza Vittorio Emanuele II, l’amata
«Fossa». È il risultato del concorso di idee promosso dal Comune, che ha chiesto ad ingegneri
ed architetti un’ipotesi di progettazione a livello
di fattibilità della storica piazza. Lo scopo è «ricevere idee e ipotesi progettuali volte a riqualificare questo importante spazio urbano». I progetti
sono stati giudicati da una commissione di cinque
esperti, che hanno premiato con il primo posto
l’idea dell´architetto varesino Omar De Ciuceis. Al
secondo posto si è piazzato l’architetto milanese
Roberto Mascazzini, terzo il gruppo guidato da
una altro architetto milanese, Stefano Lanotte.
Tutti gli elaborati progettuali sono stati presentati in occasione della mostra «Piazza Vittorio
Emanele II tra passato, presente e… futuro», allestita dal 19 marzo al 27 aprile nei locali della
Torre dell’Orologio. Alla video-mostra dedicata
ai progetti è stata affiancata l’esposizione di foto
d’epoca di Pierangelo Del Mancino per testimoniare l’evoluzione urbanistica della Fossa nel corso dei secoli.
Salò, l’Amministrazione
è «smar
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È stata presentata nei giorni
scorsi l’«app» per smartpho
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battezzata Gong, grazie alla
quale è possibile ricevere inf
ormazioni e notizie da numeros
i Comuni, compreso Salò. L’a
pplicazione, sviluppata da Bo
xxapps, è gratuita e funziona
su
sistemi Apple, Android e Wi
ndows Phone. Scaricandola
sul
proprio cellulare è possibile
ricevere segnalazioni sugli eve
nti e le manifestazioni, ma anc
he comunicazioni istituzion
ali,
come la convocazione di un
Consiglio comunale o la seg
nalazione di una specifica ordina
nza, nonché altre informazi
oni
utili, dall’allerta meteo all’
attivazione di nuovi servizi
per
il cittadino. L’app è disponibi
le in dieci lingue e traduce
in
tempo reale i messaggi: è dun
que una risorsa preziosa anc
he
per i turisti o i residenti di
nazionalità straniera che anc
ora
non hanno dimestichezza con
l’italiano.
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climatizzazione
riscaldamento
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Alla sera del terzo giorno
PRIMA DEL VIAGGIO
a cura di Bruno Marelli
Il dialogo a distanza, via SMS, con una cara amica
conosciuta durante un corso a marzo di un anno fa.
Buon giorno! Splendida giornata oggi.
Grazie. È bello iniziare la giornata con un
sorriso che tu mi hai regalato col tuo sms.
Hai presente vitale o mortale? Ecco... il mio
lavoro ora è mortale; x me e morto di per sé.
Ho provato anche io quella sensazione in
passato e ti dico "segui il tuo sentimento, non
avere paura e le difficoltà che troverai davanti
a te, imboccando una strada nuova, si supereranno tutte; e sentirai l'inebriante sensazione di essere in sintonia con te stessa"
Sempre bello leggerti... Quello che hai
scritto è giusto ma non ho scelto ancora
una strada. Mi piacerebbe dare consigli
di arredamento, cosa che mi piace e mi
viene bene (vedo in negozio) iniziare magari con un blog e vedere se ci sono persone che potrebbero essere interessate...
altrimenti qualcosa con le lingue al servizio del cliente, tipo albergo. Mi piacerebbe avere un B&B... Sono molto versatile...
Sento di avere un sacco di capacità e di
dovermi realizzare ancora... ma molto
probabilmente sbaglio in qualcosa o magari sono poco attiva.
La mia esperienza è questa.
(1) Predisponiti al cambiamento
(2) Vivi con gioia il presente (anche se
non ti piace completamente)
(3) Credi che puoi essere felice davvero
e lo diventerai (non fingere con te stessa)
(4) Impara a scegliere secondo il tuo giudizio, non per gli altri (quello che vogliono
o che giudicano)
(5) Continua ad ascoltarti finché non avrai
capito perfettamente chi sei, cosa vuoi
fare, cosa senti di saper fare e poi fallo.
Magari all’inizio per gioco, per fare un favore o un regalo a quelli a cui vuoi bene,
ai quali tu sai che può essere utile per loro.
(6) Coltiva la pazienza e l’attenzione vigile.
Rallentando, le cose si vedono meglio,
sono più chiare. Non avere mai fretta. Non
buttarti subito. Attendi che la vita ti dia segnali forti e chiari.
(7) Impara a conoscere i tuoi difetti. E impara a riconoscere i segnali che ti dicono
che stai concedendo una volta ancora ai
tuoi difetti di guidare le tue azioni. Impara a fermarti prima che questo avvenga
ancora, anche solo per una volta ancora.
Ripetere i soliti errori non rende più saggi
ma più sciocchi
(8) Soprattutto abbandona ogni aspettativa. Non immaginare cosa verrà dalle tue
azioni; lasciati stupire dai doni della vita.
Non decidere prima cosa è meglio e cosa
è peggio. Non precluderti nessuna strada,
nessuna possibilità. Non legarti a una sola
partita, ad un unico schema.
Aggiusta ogni volta la rotta al percorso, le
scelte alle opportunità, l'obiettivo alla evoluzione della tua anima.
(9) Non ti stancare, non ti stancare mai
di continuare per la strada che hai scelto, nella quale credi, perché è quella che
ti rende pienamente felice. Non sono le
difficoltà ma il tradimento di noi stessi a
renderci infelici.
Infine (10) non smettere mai di avere fede
e ancora fede e ancora fede. E ringrazia
ogni mattina per i doni che sai già che ti arriveranno. Se senti che ce la puoi fare, che
sei pronta, non attendere un minuto di più.
Grazie x il decalogo Marelli.
Ottimi consigli da tener in ogni caso
sempre a mente perché positivi!
Prendimi così come sono. È davvero
un momento speciale per me.
Sono consigli certo, ma sono anche
le regole che mi sono dato. Prima di
adesso non avevo mai pensato di scriverle. Mi ci hai portato tu. È stato facile
e divertente. Tutto è uscito naturale.
Il discorso è quello dell'altra volta.
Ci arrivano tanti segnali attraverso persone, situazioni... basterebbe saperli
interpretare correttamente. E come
un codice, un rebus personale. I tuoi
continui studi, le ricerche, gli approfondimenti, la scrittura sembrano essere
tutte collegate.
È davvero come dici. Ed è fantastico.
Prima del viaggio si scrutano gli orari,
le coincidenze, le soste,
le pernottazioni e le prenotazioni;
si consultano
le guide Hachette e quelle dei musei,
si cambiano le valute, si dividono
franchi da escudos, rubli da copechi;
prima del viaggio s’informa
qualche amico o parente,
si controllano
valige e passaporti,
si completa il corredo,
si acquista un supplemento
di lamette da barba, eventualmente
si da’ un’occhiata al testamento,
pura scaramanzia
perchè i disastri aerei
in percentuale sono nulla;
prima del viaggio si è tranquilli
ma si sospetta
che il saggio non si muova
e che il piacere di ritornare
costi uno sproposito.
E poi si parte e tutto è OK e tutto
è per il meglio e inutile.
E ora che ne sarà
del mio viaggio?
Troppo accuratamente l’ho studiato
senza saperne nulla.
Un Imprevisto è la sola speranza.
Ma dicono
ch’è una stoltezza dirselo.
(E. Montale, Satura II)
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22
Invito alla lettura
a cura di Nerina Lugli
La rivoluzione
Ama il prossimo tuo è un comandamento difficile e quasi sempre smentito. Si può praticarlo, ma
non si può negarlo e non riconoscere che ha cambiato alla radice la storia dell’uomo.
(E. Bianchi: Ama il tuo prossimo)
S
La Musica
Entusiasmo, brivido, follia di note musicali sono
stati offerti agli Amici della musica nel decennale della fondazione del Gruppo nella Sala
dei Provveditori dai famosi maestri Luca Lucini e Gerardo Chimini. Il primo (stimatissimo
maestro di chitarra) ci ha intrattenuto con un
programma di musica brasiliana arricchita da
contributi europei di precisa ispirazione che ne
hanno valorizzato il talento straordinario.
Il maestro Chimini, assoluto padrone della scena, ha innanzitutto reso omaggio a compositori
salodiani (Turrini e Pasini) che hanno lasciato
testimonianze significative di diversa ispirazione. L’entusiasmo di noi spettatori è diventato
profondo, intima la gioia scaturita dall’ascolto
delle composizioni Bach-List / Bach-Busoni e
List. Tutte composizioni idonee ad evidenziare la sapienza professionale di altissimo livello
degli artisti sempre sottolineata da festosi applausi anche per esprimere un sentito ringraziamento.
La trasfigurazione di Raffaello Sanzio
Pinacoteca vaticana - Città del Vaticano - Roma
DANTE: Paradiso
Canto XXXIII
tudiare, comunicare, condividere, chattare, giocare, rilassarsi, comprare, vendere, sognare, barare, litigare, fingere
e … amare! Tutti questi verbi (di varia natura, accomunati dalla
voce “infinito”) vengono citati su un settimanale per evidenziare (a livello responsabile ed educativo) la necessità di corsi
di formazione ad hoc a tutti i livelli per accrescere la consapevolezza di quanto la “malia impietosa” di Internet costituisca
un rischio, soprattutto nel campo della formazione dei giovani
se non si interviene con adeguati mezzi.
A questo proposito mi appare simbolicamente forte ed attualissimo un appello adeguatamente sottolineato che lo scrittore
Claudio Magris (indimenticato autore di Danubio!) lancia con
il rigore e la stima riconosciutagli dall’intera Europa: “Rivendico il diritto alla mia “disabilità digitale, per non entrare nel Partito invisibile”. L’appello dello scrittore mi ha particolarmente
coinvolto (si licet porva comparare magnis!) pur non avendo
alcun patrimonio culturale da difendere! Questo, però, non mi
esime da un senso di profonda gratitudine verso chi (con la sua
pazienza ed esperienza) mi permette questi nostri incontri!!
V
La Poesia
Vergine madre, figlia del tuo figlio
Umile ed alta più che creatura
Termine fisso d’etterno consiglio
Tu si colei che l’umana natura
Nobilitasti sì che il tuo fattore
Non disdegnò di farsi sua fattura!
eniamo dunque, a Dante e alla sua folgorante visione che conclude “il ciclo” della Commedia. Ripetendo
quei versi avvertiamo nella lode alla Vergine (pronunciata
da S. Bernardo) l’altissima lezione teologica ed abbiamo la
capacità di avvicinarci al centro del mistero con una visione di Dio mai più immaginata da mente umana. Sempre
facendo riferimento alla Commedia, in questo nostro singolare tempo non possiamo non soffermarci sui versi del
poeta dopo aver ricevuto in anticipo un ampio rimprovero
alla superficialità di noi uomini che rivolgiamo i nostri sforzi solo alla conquista degli interessi terreni, nel tentativo
di realizzare le ambizioni e di acquisire onori e ricchezze.
Nel canto XI Dante, riferendosi a S. Francesco, insiste dicendo che il suo luogo di nascita non era propriamente Assisi ma l’Oriente e sottolinea la provenienza di Domenico
dall’Occidente. I due pilastri della cristianità vengono così
in soccorso della Chiesa rinnovandosi da due opposti punti
cardinali: così Dante anticipa che il loro campo di battaglia
è il mondo in tutta la sua estensione, il nostro mondo! In
particolare affascinato dalla figura del Santo di Assisi ne
proclama l’unione indissolubile tra Francesco e Povertà
che produsse “Pensieri santi”. Sono parole che oggi ci colpiscono intimamente.
Altre note...
Venerdì Santo
a cura di Giancarlo Giacomuzzi
Notte
da poco passata la mezzanotte quando Giuda, in tasca il prezzo
È
del tradimento che diverrà rimorso fino a condurlo al suicidio si
fa incontro a Gesù e lo bacia; è il segnale convenuto e l’arresto. Gli
apostoli spaventati si disperdono, solo Pietro resta e cerca di confondersi con la folla che spinge l’arrestato verso la casa di Caifa, ove
si sosterrà il primo processo, quello religioso. Molte le domande,
massima l’attenzione di Caifa alle risposte …Tu dunque sei il figlio
di Dio? risposta …Voi dite che io sono, quindi io sono ciò che voi
dite, il figlio di Dio, è la condanna a morte. Pietro nella calca è riconosciuto e intimorito rinnega per tre volte di conoscere il condannato e di esserne un seguace, ma il canto del gallo lo farà rinsavire
e lo farà uscire nella notte a piangere amaramente.
Mattino
l’alba quando Caifa sapendo che solo Roma può far eseguire una
È
condanna a morte, fa condurre il condannato alla presenza del
procuratore romano Ponzio Pilato ed ha inizio il secondo processo,
quello politico, dove Gesù viene presentato come …colui che perturba
El greco (1541/1614) - La Crocefissione
la nazione e impedisce il pagamento dei tributi a Cesare …colui che si
(Collezione privata)
proclama Re dei Giudei. Pilato si rende conto di dover discutere una
vertenza religiosa e vuole sottrarsi, ma la pressione degli accusatori
cresce e pensa allora di affidare il condannato al giudizio del Re Erode
Antipa (figlio di quell’Erode il Grande che il Nazzareno aveva impensierito sin dai suoi primi anni). Non accadrà
nulla, perché Gesù resterà in silenzio e sarà ricondotto da Pilato con addosso una tunica rossa di scherno. Pilato
vuole allora liberare un condannato in occasione della Pasqua, ma la folla in continua agitazione sceglie Barabba.
Non resta che la flagellazione che si compie, tremenda e crudele secondo l’usanza romana, ma ancora non è
sufficiente per salvare il condannato…. se dimetti costui, non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re, contraddice
a Cesare! È l’accusa dei tumultuosi che mette Pilato con le spalle al muro …crocefiggerò il vostro Re? risposta …
non abbiamo Re se non Cesare! Pilato, rassegnato, si fa portare un catino d’acqua e si lava platealmente le mani
….sono innocente di questo sangue, frase alla quale seguirà dalla folla un grido terribile che si perpetuerà nella
storia e perseguiterà nei secoli il popolo ebreo …il sangue di lui sopra di noi e i nostri figli. L’Apostolo Giovanni,
silenzioso testimone oculare dei fatti, ci racconta che fu consegnato ….affinchè fosse crocefisso.
Mezzogiorno
G
esù, provato dalla flagellazione, malfermo sulle
gambe con la corona di spine e la veste purpurea
a brandelli, avanza a fatica verso la collina, attorno a lui
le vie affollate della città, schiamazzi, noncuranza, lazzi,
scherno. Al culmine, inchiodate le mani e issato da terra sul palo verticale ebbe inchiodati anche i piedi ai lati
dello stesso, sul suo capo una scritta ingiuriosa, ai piedi
i soldati e con loro Giovanni, la madre Maria, la sorella
di Lei e Maria Maddalena. In un ultimo sforzo il Nazzareno perdona …non sanno che cosa fanno, affida la madre alle premure di Giovanni quindi… si fece tenebra su
tutta la terra fino all’ora nona. È in quella oscurità della
natura fisica che Gesù si andò man mano spegnendo in
una agonia sulla quale gli evangelisti stendono un velo di
riverente mistero. Il suo ultimo pensiero …Padre, nelle
tue mani commetto il mio spirito! e abbassò il capo, era
l’ora nona, le tre del pomeriggio.
Credere è alzare lo sguardo
agli astri eterni,
contro il dubbio sperare,
sapere, oltre il sapere,
che ascoso negli abissi smisurati
Uno veglia, ci cura e ci difende.
Credere è percepire il baratro
sotto la propria vita e la propria opera,
un abisso di tenebra, un abisso di luce,
un oceano di giubilo, un oceano di orrore,
e andare pei sentieri quotidiani
come in una augusta chiesa.
23
Informazioni utili
SS. MESSE
DUOMO
• Prefestiva: ore 18.30
• Festive: ore 9.30
11.00 - 18.30
• Feriale: ore 18.30
S. BENEDETTO - Muro
• Festive: ore 7.30
S. BERNARDINO
• Festive: ore 9.00 - 17.00
• Feriale: ore 9.00
S. GIUSEPPE
• Festive: ore 10.00
• Feriale: ore 17.30
(esclusi: giovedì e sabato)
S. GIOVANNI
Solo feriale: ore 7.15
RENZANO
• Solo sabato: ore 18.00
CAPPUCCINI
BARBARANO
• Festive: ore 10.00 -17.00
• Feriale: ore 17.00
MONASTERO
DELLA VISITAZIONE
• Festive e feriali: ore 8.00
APRILE
Martedì 8
Mercoledì 9
Giovedì 10
Venerdì 11
dalla Chiesa della Visitazione ed arrivo alla Chiesa di San Bernardino)
Sabato 12
Domenica 13
Martedì 15
ore 14,30 ritiro per i ragazzi dei gruppi S. Filippo
ore 10,30 in Piazza Serenissima: Benedizione della Palme e processione verso il Duomo con S. Messa
ore 16,00 in Duomo – Via Crucis
ore 11,00 in Duomo: Santa Messa pasquale per le scuole
ore 16,30 confessioni per le Medie
Mercoledì 16
Giovedì 17
Venerdì 18
Sabato 19
Domenica 20
Lunedì 21
22 - 23 - 24
Martedì 22
Giovedì 24 Venerdì 25
Domenica 27
Mercoledì 30
ore 16,30 confessioni per le Elementari
ore 20,45 in Duomo: Celebrazione penitenziale comunitaria
In Cattedrale a Brescia Santa Messa crismale
giorno di magro e digiuno
ore 9,00 a S. Bernardino: Ufficio delle letture
ore 15,00 in Duomo: liturgia della morte del Signore
ore 20,45 in Duomo: Via Crucis (Centri di Ascolto)
ore 9,00 a S. Bernardino: Ufficio delle Letture
ore 20,45 Veglia pasquale
BUONA PASQUA
ore 16,00 Vespro pasquale cantato
Sante Messe: ad orario festivo
S. Messe: ore 9,00 – 10,00 – 11,00 – 17,00 – 18,30
Pellegrinaggio adolescenti a Cortona - Arezzo - La Verna
ore 7,15 riprende la S. Messa alla Visitazione
ore 20,30 in canonica redazione de “Il Duomo”
Inizio secondo percorso per fidanzati a Fasano
ore 9,30 Battesimi Comunitari
ore 14,30 incontro per i genitori dei gruppi San Francesco
ore 20,45 in oratorio: Animatori dei Centri di Ascolto
MAGGIO
Giovedì 1
Venerdì 28 Domenica 4
Lunedì 5
Martedì 6
Mercoledì 7
IL DUOMO - n. 4 Aprile 2014
Anno LXIII
ore 16,00 S. Messa al Cimitero
ore 20,45 a Fasano Adorazione Eucaristica per la vita (5)
Ritiro presbiteri a Montecastello
ore 20,30 in Canonica – incontro del C.P.P. (4)
astinenza dalle carni
ARMONIA PASQUALE (ore 20,45 Processione con partenza
- abb. annuo Euro 11,00
- una copia Euro 1,05
- abb. sped. postale Euro 30,00
ore 16,30 alla Visitazione: Esposizione e Adorazione
ore 18,30 S. Messa
ore 20,30 S. Rosario a Barbarano
Pellegrinaggio per le famiglie
Primo venerdì del mese SS. Comunione agli ammalati in casa
ore 20,30 S. Rosario a Barbarano
ore 14,30 incontro genitori gruppi S. Giovanni Piamarta e S. Caterina
dal 5 al 9 – ore 20,30 S. Rosario nella Chiesa di San Benedetto
Congregazione sacerdoti a Salò
Ritiro presbiteri a Montecastello
Dir. Responsabile - Antonio Fappani con decreto del Tribunale
- Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 6/74 dell’8 - 3 - 1974
- Pubblicità: Segreteria Parrocchiale - tel. (0365) 521700 Fax. (0365) 523294
- Fotocomposizione del 3/4/2014 nella Canonica di Salò
- Stampa: Tipolitografia Editrice LUMINI - Travagliato (BS)
- Si può trovare il bollettino anche sul sito internet: www.parrocchiadisalo.it