Foglietto settimana 16-22 febbraio

PARROCCHIE
DI
S. BARTOLOMEO – CAPREZZO
S. BRIZIO – COSSOGNO E S. PIETRO - TROBASO
Parroco: Micotti don Adriano
Casa Parrocchiale di Trobaso
e
FAX0323 - 57.16.68
 338 - 50.59.656
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Coadiutore: Fè don Fabrizio
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ED ORA VAI…
FOGLIETTO SETTIMANALE
DAL
16
AL
22
FEBBRAIO
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DALLA PAROLA DI DIO
Ci sono delle esperienze o delle situazioni che ci isolano dagli altri, che ci fanno
piombare in un gruppo condannato ad essere marginalizzato. Come quando perdiamo
una persona cara, come quando il dolore fisico irrompe nella nostra vita, come quando un
fallimento affettivo resetta la nostra vita. Allora ci sentiamo estranei alla vita e la gente ci
sfugge. Di cosa parlare? Con chi? Chi vuole accanto a sé qualcuno che è stato azzannato
dal demone della sofferenza? In quel caso, a volte, ci si avvicina a Dio. Solo a volte: più
spesso nel dolore e nella solitudine la fede la si perde, altro che storie. Il lebbroso di oggi
ne sa qualcosa.
È una malattia della povertà, la lebbra. Devastante, inarrestabile, immonda, che ti
consuma facendoti marcire. Anche Israele, come tutte le civiltà del passato, aveva capito
bene la gravità della malattia e del contagio e imposto ai lebbrosi di stare alla larga dai
centri abitati, di gridare la propria condizione in caso di incontro con un’altra persona.
Una malattia appesantita dal senso di colpa che tutti riversavano sull’ammalato. La lebbra
era la più terribile delle punizioni di Dio. Nessuna pietà per i lebbrosi, nessuna pena,
solo fastidio e paura nei loro confronti. Una malattia che isola, un cancro dell’anima. Il
breve racconto di oggi è un gioiello di sfumature. Il lebbroso ha fiducia in Gesù, si
avvicina a lui con confidenza, con cautela, con umiltà. È l'unico caso, nel Vangelo di Marco
in cui un ammalato si presenta da solo. E non chiede la guarigione, ma la purificazione.
In lui è più forte il desiderio del riscatto sociale che del tornare sano. Così per noi: ciò che
uccide è la solitudine, non il male fisico. Gesù ha compassione, diversamente da tutti gli
altri. Sente il patire del lebbroso. E lo tocca.
I devoti del tempo (e di oggi) dividevano la realtà in due categorie: nella luce e nella
purezza c'era Dio e tutti i bravi ragazzi, fra cui loro, ovviamente. Dall’altra parte la
tenebra, l’impurità e tutti gli altri. Che Dio tocchi un lebbroso è fuori da ogni
immaginazione. Una provocazione infinita. Eppure è questa la grande novità, la
conversione da accogliere, la follia già espressa nel battesimo, quando il Figlio si è messo
in fila con i peccatori. Dio si sporca le mani. E non è mai il buio che entra in una stanza, ma
la luce che esce dalla finestra a rischiarare la notte. E così accade: il puro contagia l’impuro
e lo guarisce. Da ogni male, da ogni solitudine, da ogni peccato, da ogni impurità siamo
guariti. Ma.
Il tono cambia improvvisamente. Gesù sembra essere un'’ltra persona: si scalda,
ammonisce e intima, è evidentemente infastidito. Deve tacere, il lebbroso, star zitto,
andarsene, farsi visitare dai sacerdoti per essere riammesso nella comunità, come previsto
dalla Legge che Gesù non ignora né snobba. Ma il lebbroso disubbidisce, esagera, sbraita.
Al punto che Gesù non può più entrare in una città. Dalla compassione alla rabbia, che
cosa è successo?
Gesù chiede al lebbroso guarito il silenzio. Non vuole passare come un guaritore,
come un santone, come un guru. Come può invitare la gente ad ascoltare la sua Parola e la
novità del Regno se la folla lo cerca solo per risolvere i proprio problemi? Come potrà
gestire la folla che chiede a Dio guarigione e non certo conversione? Come potrà far capire
alle persone il senso profondo della vita se questi pensano già di conoscerlo e chiedono a
Dio, eventualmente, di adeguarsi? Allora come oggi è questo il dilemma che attanaglia
Dio: provare compassione, certo, e intervenire, ma senza diventare il Dio fantoccio che
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portiamo nel cuore, il Dio a nostro servizio.
Leggendo questa pagina, non si può non pensare a padre Damiano de Veuster che nel
1873 sbarcava a Molokai, vicino alle Hawaii, un'isola in cui venivano rinchiusi i lebbrosi,
isola in cui la violenza e la depravazione erano seconde solo all’inumanità della malattia.
Padre Damiano morì a Molokai, facendo rinascere la dignità dei lebbrosi, dando loro fede,
speranza, feste, un cimitero, il canto, affetto, Cristo. Costretto a confessarsi urlando i
propri peccati ad un confratello che li ascoltava da una barca, guardato con fastidio dai
suoi superiori che lo consideravano un eccentrico, padre Damiano morirà di lebbra dopo
aver trascorso sedici anni a restituire dignità ai lebbrosi di Molokai. Sulle pagine della
stampa internazionale, dopo la sua morte, finirà un osceno articolo di un polemista
inglese, che insinuava l'idea che la lebbra padre Damiano l'avesse contratta con rapporti
sessuali, facendo diventare un truce personaggio il santo dei lebbrosi. Letto l’articolo, dal
suo letto di malattia (aveva la tubercolosi), il grande scrittore Stevenson, di fede anglicana,
inviò una lettera aperta a tutti i quotidiani inglesi dicendo che chi oltraggiava la memoria
di padre Damiano "era rimasto immerso ingloriosamente nel suo benessere, seduto nella sua bella
camera (...) mentre padre Damiano, coronato di glorie e di orrori, lavorava e marciva in quel porcile,
sotto le scogliere di Kalawao".
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PROGRAMMA DELLA SETTIMANA
Ogni volta che un appuntamento è contraddistinto da questo simbolo
è possibile collegarsi e partecipare, attraverso la “radio parrocchiale” .
LUNEDÌ 16 FEBBRAIO
 ore 8.30
Trobaso: S. Messa
 ore 17.30 Trobaso: preghiera del Rosario
MARTEDÌ 17 FEBBRAIO
 ore 17.00 Trobaso: S. Messa
 ore 17.30 Trobaso: preghiera del Rosario
 ore 20.45 Trobaso: incontro gruppo “Sui passi di Gesù”
MERCOLEDÌ 18
FEBBRAIO:
LE CENERI
L’uso delle ceneri ha un duplice significato.
Anzitutto sono segno della debole e fragile condizione dell’uomo. In
tanti passi biblici può essere riscontrata questa dimensione precaria
dell'uomo simboleggiata dalla cenere.
Ma la cenere è anche il segno esterno di colui che si pente del proprio
agire malvagio e decide di compiere un rinnovato cammino verso il Signore.
La semplice ma coinvolgente liturgia del mercoledì delle ceneri,
conserva questo duplice significato che è esplicitato nelle formule di
imposizione: "Ricordati che sei polvere e in polvere tornerai; dunque convertiti e
credi al Vangelo".
Viviamolo questo segno pensando che la cenere che porremo sul nostro
capo è stata prodotta bruciando proprio le foglie secche dei rami d’ulivo
benedetti lo scorso anno nella domenica delle Palme.
 ore 16.00 Caprezzo: S. Messa ed imposizione delle Ceneri
 ore 17.00 Cossogno Chiesa di Loreto: S. Messa ed imposizione delle
Ceneri
 ore 17.30 Trobaso: preghiera del S. Rosario
 ore 18.00 Trobaso - salone parrocchiale: Celebrazione penitenziale
ed imposizione delle Ceneri per tutti i RAGAZZI DELLE MEDIE E DELLE
SUPERIORI
 ore 18.00
 ore 20.45
Trobaso: S. Messa ed imposizione delle Ceneri
Trobaso: Celebrazione penitenziale comunitaria
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imposizione delle Ceneri
GIOVEDÌ 19 FEBBRAIO
 ore 14.30 Trobaso: incontro del gruppo “Tiramisù” in… letture
 ore 17.00 Trobaso: S. Messa
 ore 17.30 Trobaso: preghiera del Rosario
VENERDÌ 20 FEBBRAIO
 ore 17.00 Trobaso: S. Messa
 ore 17.30 Trobaso: preghiera del S. Rosario
 ore 20.45 Trobaso: prove del Coro Parrocchiale
SABATO 21 FEBBRAIO
 ore 9.45 - 17.00 Trobaso: giornata di ritiro dei ragazzi di quarta
elementare
 ore 10.00 Trobaso: catechismo dei ragazzi di seconda elementare
 ore 17.00 Ungiasca: S. Messa
 ore 17.30 Trobaso: preghiera del Rosario
 ore 18.00 Trobaso: S. Messa
DOMENICA 22 FEBBRAIO: 1A DOMENICA DI QUARESIMA
 ore 9.00
Caprezzo - Possaccio: S. Messa
 ore 10.00 Cossogno: S. Messa e FESTA DEL S. CROCIFISSO
In una relazione del 1845 del parroco Pietro De Vincenti si legge: "Vi
ha di più il privilegio perpetuo concesso l’anno 1821 da S.S. Pio VII
di dire Messa solenne proprio del SS. Redentore nella domenica di
sessuagesima in cui celebra la festa del S. Crocifisso".
“La Santità di Nostro Signore Pio VII, Pontefice Massimo,
acconsentendo alle preghiere del Parroco e del Popolo del borgo di
Cossogno, Diocesi di Novara, stante la relazione fatta da me,
sottoscritto Segretario della Congregazione dei Riti, permette che
negli anni avvenire nella Domenica di Sessagesima, nella quale in
detta Chiesa Parrocchiale si fa solenne memoria festiva
dell'Immagine del Nostro Signore Crocifisso, si possa celebrare una
Messa solenne come nella festa del Santissimo Redentore, non
tralasciando però la Messa conventuale del giorno, fino a quando ne
sussista l'onere”.
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 ore 11.00 Trobaso: S. Messa
 ore 14.30 Trobaso - salone parrocchiale: Incontro in preparazione
alla Missione Popolare, un appuntamento di preparazione spirituale
animato dalle Sorelle Francescane del Vangelo. Riflessione, preghiera
e verifica di tutto il “lavoro” fatto finora.
 ore 17.00 Trobaso: Adorazione Eucaristica
 ore 18.00 Trobaso: S. Messa
Mercoledì prossimo inizia la Quaresima, “tempo di grazia”. Gli
atteggiamenti caratteristici sono quelli della penitenza e della conversione
attraverso il digiuno e la semplicità della vita. La pratica spirituale del
digiuno consiste in una privazione o in una radicale moderazione non solo
del cibo, ma anche di tutto ciò che può essere in qualche modo di ostacolo ad
una vita spirituale intensa.
Siamo invitati al perdono e all’amore, alla preghiera ed alla carità. Cioè,
siamo invitati a una vita spirituale pronta al rapporto con Dio nella
meditazione e nella preghiera, ricca e feconda di virtù cristiane e disponibile
al servizio umile e disinteressato del prossimo. Dunque, maggior ascolto
della Parola di Dio, rivisitazione del sacramento del Battesimo, riscoperta e
celebrazione del sacramento della Riconciliazione, partecipazione più assidua
alla celebrazione dell’Eucaristia, specialmente a quella della propria
Comunità parrocchiale nel “Giorno del Signore”, la Domenica,
intensificazione della preghiera personale e comunitaria ed, infine, una vita
vissuta all'insegna della carità verso il prossimo: farmi cioè "vicino" al fratello
o alla sorella che mi chiede qualcosa o che soffre, perché lì io avvicino Cristo.
Indicazioni riguardo al digiuno e all’astinenza:
1. Sono giorni di sola astinenza: tutti i venerdì.
2. Sono giorni di digiuno ed astinenza: il Mercoledì delle Ceneri e il
Venerdì santo.
3. All’astinenza dalle carni sono tenuti coloro che hanno compiuto i 14
anni; al digiuno sono tenuti coloro che hanno compiuto i 18 anni fino ai
60 anni.
4. Chi si trovasse in condizione di seria difficoltà per l’adempimento di
questi impegni, può compiere altre opere: lettura della Sacra Scrittura;
carità verso i bisognosi, offerta della propria sofferenza e del lavoro;
rinuncia a divertimenti …
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