La notte degli zombie

02/04/2014
Fondi, sicav e gestioni: ma quanto mi costano! E i rendimenti?
IN SINTESI
In questo Diario di Bordo rispondiamo alle domande giunte nelle
ultime settimane su
•
I fondi e le sicav? Non mi piacciono perché costano troppo…
•
I costi (certi) e i risultati (incerti) del consulente finanziario.
•
Alcune altre società di consulenza finanziarie: sono
interessanti e un modello da seguire secondo voi?
Sul Femminile "Io Donna" che esce il sabato con il Corriere Della Sera, ogni
settimana un personaggio piu' o meno famoso deve rispondere al "Mini
questionario Proust". Le domande sono sempre le stesse. "Il tratto principale
del suo carattere? Il suo principale difetto? Se dovesse cambiare qualcosa nel
suo fisico? Sogno ricorrente? Come vorrebbe morire? Il suo motto?". Gli
intervistati rispondono nel modo piu' disparato a tutto tranne che a una
domanda. Quella sul come vorrebbero morire (ovvio no? Nessuno risponde
“Tra mille tormenti” ma “Nel sonno” o “Senza accorgermene”).
Se sottoponessero a me il "Mini questionario Proust" alla domanda "Qual e'
il tratto principale del suo carattere?" Risponderei "Sono polemica. Da sempre"
Amo mettere in discussione le certezze acquisite. Mi piacciono la dialettica e le
discussioni. E le persone dotate di un forte senso critico. Mio marito dice che
sono un "kamikaze". In effetti da quando sono nata ho dato filo da torcere a
tutti: genitori, maestre, insegnanti, superiori, funzionari pubblici, istituzioni. E'
che vedo nella polemica uno stimolo a fare meglio. Per questo quando ricevo
qualche email un po' critica sono sotto sotto contenta. Perché non sono solo io
quella polemica. E come si dice "Chi si somiglia, si piglia" quindi..ecco le
domande piu' scomode e polemiche ricevute negli ultimi mesi dai miei Clienti.
E le mie risposte.
I fondi e le sicav? Non mi piacciono perché costano troppo…
DOMANDA Buon giorno dott.ssa Roberta. Per quanto riguarda le società di
gestione beh ! sarà pure un fatto psicologico ma partire con un costo certo
come applicano fondi e sicav per un risultato incerto non mi piace. Quindi nella
scelta degli strumenti su cui operare io preferirei azioni, titoli obbligazionari ed
Etf ai fondi e alle sicav.
RISPOSTA Questa sua considerazione sui costi spiega la sua avversione verso il
mondo dei fondi d'investimento e delle sicav o piu' in generale del risparmio
gestito. Ma attenzione a non buttare l'acqua sporca con il bambino dentro
come si diceva una volta.
E’ certo vero che i fondi o gli strumenti del risparmio gestito possono essere
più cari di altri strumenti ma dipende sempre dall'utilizzo che se ne fa, sono
come dice la parola degli strumenti. Un coltello può essere uno strumento utile
e necessario come un’arma pericolosa: dipende dall’uso che se ne fa. Non è lo
strumento in sé che va criticato.
Mi capita quindi sovente di trovare persone che sui fondi hanno un ricordo
pessimo, un vero e proprio ancoraggio (dal termine ancora) negativo al mondo
dei fondi o del risparmio gestito o delle gestioni patrimoniali. Ma il problema
non era lo strumento in sé, il fondo o i fondi o la gestione patrimoniale, ma per
come sono stati utilizzati.
Nella maggior parte dei casi i fondi infatti sono consigliati dalla banca, costruito
un assortimento (spesso discutibile poiché dentro c’è tutto e il contrario di
tutto) e poi lasciati lì, fissi, immobili incuranti di quello che accade nel mondo.
Ed è questo l’errore ed è proprio questo quello che non facciamo noi quando
usiamo i fondi nella consulenza o nelle gestioni.
Se utilizzati bene il beneficio dei fondi può essere ben superiore al costo. Un
esempio? In un nostro portafoglio di fondi abbiamo in posizione il fondo BGF
European Value E2 EUR (Isin LU0147394679) che segna un +26,66% dal 23
aprile 2013. Oppure tra gli Schroder abbiamo il SISF EURO Equity A Cap. EUR
(Isin LU0106235293) +29,24% dal 4 dicembre 2012 oppure sul Planet Multi
Manager abbiamo consigliato il 30 ottobre 2013 il WF Framlington
Europe Microcap A Cap EUR (Isin LU0212992860) che segna a ieri un
+17,06%.
Il nostro tipo di gestione strategica degli strumenti prevede un'assoluta
flessibilità e questo è il nostro valore aggiunto ovvero un fondo come è entrato
puo' uscire a favore di un altro che individuiamo come statisticamente più forte
oppure se le condizioni dei mercati non lo consigliano possiamo anche
consigliare alla nostra clientela di andare in liquidità. Un approccio che in
diversi anni di attività sul campo ha dimostrato realmente di proteggere nelle
fasi di forte discesa e di cavalcare invece bene i mercati nel tempo le fasi di
rialzo.
Certo i fondi non sono gli unici strumenti su cui operiamo ma se il patrimonio
lo consente sono uno strumento molto interessante perchè consentono di
diversificare su strumenti e mercati altrimenti non raggiungibili, sono ancora
mediamente molto più liquidi degli Etf se si dispone di un patrimonio elevato, e
le nostre strategie prevedono anche una selezione molto accurata non
accontentandoci di quello che passa il convento perchè un fondo
d'investimento non vale l'altro. E per darle qualche esempio da inizio anno
2014 il nostro portafoglio di fondi multimanager è in guadagno dal +6% al +
9% (dipende dalla banca su cui è replicato).
I costi (certi) e i risultati (incerti) del consulente finanziario
DOMANDA Partendo dal presupposto che il portafoglio si valuta nel medio
termine oggi ad un primo sguardo il risultato potenziale appare valido ma
facendo due conti tra costi vari, inflazione e tasse il break even può essere
del 4%. Ho impiegato anni per aderire al Vostro servizio perché a fronte dei
costi certi i ricavi per chi investe non lo erano altrettanto. Non trovate che
questa sia un limite…
RISPOSTA Se la sua obiezione riguarda il fatto che il costo della consulenza è
certo mentre il rendimento è incerto questo è vero ma d'altra parte non è
possibile evidentemente offrire un obbligo di risultato sui mercati finanziari
salvo non vendere la pelle dell'orso...senza averlo catturato.
Anche quando ci si affida a un avvocato, a un medico, a un veterinario, a un
commercialista, a un chirurgo estetico paga un costo certo per un risultato
incerto. Non c'è alcuna differenza. E la Consob vieta ai consulenti di essere
pagati a risultato e c'è una ratio: molti potrebbero sarebbero indotti a far
correre ai clienti rischi eccessivi pur di ottenere la commissione di
performance. Se l'autorità di controllo vieta una pratica del genere un senso ci
sarà ed è proprio quello che il consulente nell'interesse del cliente decida se è il
caso di affrontare i saliscendi dei mercati usando la Ferrari, la Cinquecento o la
Audi a seconda del terreno e delle condizioni atmosferiche. Come dice un mio
cliente “non si usa una Ferrari in centro cittá all'ora di punta, ma quando la
strada é lunga e libera é molto meglio di una Fiat Punto. Bisogna solo decidere
al mattino quale scegliere in garage prima di partire.....e Voi siete lì per
questo.” Non sempre usare la Ferrari a prescindere porta a migliori risultati e
se i consulenti fossero premiati solo a performance tenderebbero a usare solo
quella (se non guadagno quando faccio perdere meno al cliente sono indotto
sempre a farlo correre come un matto).
Sul break even anche lì l'alternativa qual è quando si vuol far rendere del
capitale? Non c'è nulla di meglio attualmente dell'investimento mobiliare
ovvero la Borsa. E' meglio che prestare i soldi, affittare le case, comprare le
case per rivenderle, investire in un'attività...si può essere liquidati in qualsiasi
momento, si trova sempre un compratore, una controparte disposta a darci la
libertà che i soldi consentono. Non si può dire lo stesso sempre delle attività
imprenditoriali,
di
prestare
i
soldi
o
di
voler
liquidare
una
casa.
L’inflazione peraltro qualsiasi investimento si voglia fare è un asticella che
occorre superare se si vuole mantenere il proprio potere d’acquisto; le tasse
“bellissime” o “bruttissime” (dipende dai punti di vista) sono un pedaggio da
cui non ci si può sottrarre (tranne casi particolari); il costo della nostra
consulenza è certo tecnicamente un costo ma in questi anni (per chi ci ha
seguito con disciplina e costanza) crediamo di aver anche dimostrato che può
essere un ottimo investimento ☺
Consulenza finanziaria online: ci siete voi ma anche altre società che si
pubblicizzano molto alla radio e sui giornali. Cosa ne pensate?
DOMANDA Buongiorno Roberta, sono un piccolo risparmiatore di anni 51. Mi
ritengo alquanto deluso dalla gestione del piccolo patrimonio posseduto: le
strategie e proposte della mia banca sono molto limitate e, spesso,
inconcludenti. Ora mi sono deciso: meglio tardi che mai!
Sono alla ricerca di qualcosa in più, qualcuno che mi aiuti, alla mia età non
posso più aspettare.
Per correttezza la informo ho chiesto un appuntamento, non ancora fissato,
con diverse società di consulenza fra cui una che fa molta pubblicità alla radio
e penso che li conosca come suoi concorrenti sul mercato. Se ha suggerimenti
e/o controindicazioni in merito non esiti a dirmelo.
RISPOSTA Parlare dei “concorrenti” non è elegante ma non ci sottraiamo alla
simpatica provocazione visto che sul Diario siamo fra noi e possiamo dirci le
cose in piena libertà come se fossimo davanti a un bottiglia di Cabernet
Sauvignon.
Non ci sono molte realtà in Italia che possono vantare i nostri risultati (sia in
periodi toro sia in periodi orso) e la nostra storia (un'esperienza ventennale
sul mercato).
Risultati non frutto del caso ma di spese che noi annualmente devolviamo nello
studio delle migliori strategie per battere i mercati, nell'esperienza maturata e
nella trasparenza con cui facciamo il nostro mestiere senza rifilare pacchi pro
domo nostra al cliente o fare gli accademici della Crusca.
Ben venga la concorrenza perché aiuta a far comprendere al risparmiatore che
c’è un altro sistema per investire i propri risparmi e se poi questa concorrenza
ha così tanti soldi da spendere in campagne pubblicitarie milionarie per
promuoversi questo può certamente aiutare a far conoscere più velocemente il
nostro settore.
Noi però i soldi li preferiamo investire sui nostri servizi e in ricerca e sviluppo e
sul personale per poter fornire un servizio migliore ai nostri clienti piuttosto che
comprare (o tentare di comprare) quote di mercato perché secondo noi non è
così che si cresce stabilmente e in modo sostenibile nel mercato della
consulenza finanziaria indipendente.
E diciamo questo dopo aver visto anche i bilanci (basta fare delle visure) di
diverse società nate in questi ultimi anni nel settore della consulenza
finanziaria con dietro capitali, azionisti e finanziatori generosi i cui conti
economici sono un vero disastro: ricavi pressochè inesistenti e costi a razzo.
Modelli che non ci sembrano sostenibili poiché si basano secondo la nostra
modesta esperienza nel settore su alcuni presupposti sballati:
1) l’idea che il mercato della consulenza finanziaria indipendente sia
paragonabile a quella del mondo del risparmio gestito e delle cifre che
girano in quel settore e non sia invece un settore di grande nicchia
2) l’idea che sia possibile costruire business plan con crescite del fatturato
“magnifiche e progressive” come se fossimo ancora ai tempi della New
Economy
3) l’idea che per offrire consulenza ai risparmiatori basti usare ancora
“torte” e aggiornamenti periodici indipendentemente da quello che
accade sul mercato
4) l’idea in alcune di queste società di puntare su un basso “pricing” alla
clientela contando così di moltiplicare la base di clienti. Un’idea che non
sta in piedi purtroppo economicamente e che si ritorcerà alla fine
inevitabilmente sulla società (e di riflesso poi sulla sua clientela) perché
il rischio concreto è poi quello di non disporre più a un certo punto di
risorse finanziarie per mantenere in piedi l’attività di consulenza come si
deve senza ricorrere a tagli su tagli.
Sui costi nostri e dei concorrenti dove non si paga esperienza c’è spesso
c'è la fregatura e dove si paga troppo poco spesso non c'è il servizio.
Alcuni consulenti nel nostro settore guardano le posizioni dei clienti una volta
ogni due mesi noi lo facciamo tutte le settimane. Su base annua loro
guardano la posizione del Cliente sei volte l’anno noi 50. Questo fa
un’enorme differenza: in periodi toro si perdono delle occasioni (si entra tardi)
in periodo orso si rischiano delle batoste (non si esce in tempo, sempre che si
esca, i colleghi non hanno nemmeno un anno e mezzo di vita, chi li ha visti
all’opera in periodi Orso?).
E nel tempo queste differenze si vedono, eccome si vedono sui patrimoni della
clientela.
Comunque lunga vita ai nostri concorrenti: più siamo, meglio è.
E peraltro come testimonia la partecipazione di Salvatore Gaziano al convegno
di Traders’ all’Università di Bologna c’è grande stima con numerosi attori della
consulenza finanziaria indipendente e con alcuni anche di sincera amicizia.
Chi è focalizzato sulla clientela, ha dimostrato nel tempo di riuscire realmente
ha far guadagnare e proteggere la propria clientele e non vende “fuffa” è
nostro amico.
Cordiali saluti
Roberta Rossi
consulente finanziario indipendente
Titolare del sito MoneyExpert.it (www.moneyexpert.it)
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