speciale 2014 anziani - La Difesa del Popolo

gli anni
d’argento
LONGEVITÀ
&ASSISTENZA
PADOVA Come questo impatterà, quali misure prendere, che cosa già sta avvenendo nel territorio
2052: un veneto su tre sarà over 65
I servizi sociali dell’Ulss 16 prevedono tre tipi
di richieste da parte degli anziani e di chi
li seguirà in futuro: un sostegno economico
per scegliere in autonomia l’assistenza; centri
diurni o sollievo per alcune ore al giorno
o per periodi determinati; strutture residenziali
per persone non più gestibili a domicilio
L’Ulss 16
è la più
popolosa
del Veneto
(481 mila
abitanti).
Ogni 100
bambini
e ragazzi
ci sono
in media
156,2 anziani,
con punte
di 221
in centro
città.
왘
Quali conseguenze ha e avrà, in termini di richie- anziani, dando una misura diretta del peso sociale di
ste di servizi socio sanitari, l’incremento costante questi ultimi e dell’emergere di problematiche correladella vita media della popolazione e il suo pro- te alla loro assistenza sanitaria.
gressivo invecchiamento? La domanda interessa gli
Le stime, infine, dicono che nel 2052 gli ultra sesanziani di oggi e, doppiamente, quelli di domani, spe- santacinquenni potrebbero rappresentare il 31,8 per
cialmente se già ora, da giovani, sono impegnati ad ac- cento degli abitanti complessivi del Veneto. Che anziacudire un familiare.
ni saranno? «Aumenteranno i longevi,
La parola chiave
I numeri, come sempre, dicono molto.
cioè coloro i quali invecchieranno con
I dati forniti dall’Ulss 16 a proposito del
per quanto riguarda successo, mantenendosi in buona salute,
suo bacino d’utenza, il più ampio della rema cresceranno pure, in valore assoluto, i
i servizi è
gione con oltre 481 mila abitanti, eviden- compartecipazione tra casi di fragilità», spiega Alessandro Pigatziano come oltre un quinto di essi abbia
to, direttore dei servizi sociali e della funun’età pari o superiore ai 65 anni. L’indice famiglie, Ulss, comuni zione territoriale dell’Ulss 16.
ed enti locali,
di vecchiaia segnala la presenza di 156,2
Ciò implica la necessità non solo di
per
garantire il più
anziani ogni 100 bambini e ragazzi minori
promuovere la qualità e gli stili di vita deldi 14 anni, con una punta di 221,5 nei ampio accesso possibile l’anziano ma anche di garantire, attraverso
quartieri centrali di Padova e un minimo
una politica sociale ad ampio raggio, la
di 118,1 nei comuni a ovest del capoluogo. L’indice di sua tutela nelle situazioni di non autosufficienza, aldipendenza senile, cioè la percentuale di over 65 sulla l’interno di contesti residenziali e semiresidenziali.
popolazione attiva (soggetti dai 15 ai 64 anni), è pari a «Possiamo prevedere – prosegue Pigatto – che a me32,7. Cifra che rivela l’assottigliamento della fetta di dio termine gli elementi di richiesta da parte degli ancittadinanza chiamata a farsi carico di anziani e grandi ziani fragili e delle loro famiglie rimarranno gli stessi
di oggi. Il primo è un aiuto economico che consenta di
decidere in autonomia sul modo migliore di assicurare
il benessere dell’anziano, permettendogli, ad esempio,
di rimanere a casa propria il più a lungo possibile. La
seconda richiesta è quella di poter affidare l’anziano,
in alcune ore del giorno o per determinati periodi dell’anno, a centri diurni e centri sollievo. La terza è la
possibilità, per la persona ormai non più gestibile, di
essere accolta in una struttura residenziale».
In quale misura questi servizi saranno sollecitati in
futuro è, però, difficile da pronosticare: «Persone con
uguali bisogni sociosanitari possono esprimere richieste diverse. Le variabili in gioco sono numerose. Pensiamo, in primo luogo, alla capacità e alla possibilità
delle famiglie di prendersi cura dell’anziano non autosufficiente. I nuclei saranno solidi o frammentati? Figli e nipoti vivranno nelle vicinanze oppure lontano,
magari all’estero? Stipendi e pensioni saranno sufficienti per retribuire un’assistente familiare? Dal punto
di vista della programmazione, quello che intanto si
può fare è attivare un’offerta che copra tutti i tipi di
fabbisogno. È quel che ha fatto la regione Veneto, che
ha già pensato a quanti posti letto nelle case di riposo
serviranno di qui ai prossimi anni e aumentato gli aiuti
per l’assistenza domiciliare».
Ciò che dovrà necessariamente cambiare è la modalità di erogazione dei servizi: «Sempre più la parola
d’ordine dovrà essere “compartecipazione”. Significa
che l’Ulss metterà a disposizione il servizio, il cui costo dovrà essere ripartito tra famiglie, comuni e altri
soggetti quali assicurazioni private e organizzazioni
della comunità. Diversamente il sistema non reggerà,
soprattutto sotto il profilo dell’uguaglianza di accesso.
Il rischio è che alcune persone siano in grado di usufruire di un servizio e altre no, per ragioni di disponibilità economica, di gravità della patologia sofferta, o,
semplicemente, perché non ne conoscono l’esistenza o
le modalità di attivazione».
왘 Speciale a cura di Piero Cioffredi
II
assistenzaresidenziale
LA DIFESA DEL POPOLO
23 NOVEMBRE 2014
ULSS 16 Il 55 per cento degli ospiti dei centri servizi ha una diagnosi di demenza
Nel 2013 assistiti 3.600 anziani
gli
anni
d’argento
Ai due livelli in cui
la regione Veneto
articola la residenzialità
degli anziani, l’Ulss 16
ne ha aggiunto un terzo.
Nei nove centri diurni
383 gli anziani non
autosufficienti accolti
nel corso del 2013.
Il 55 per cento degli ospiti dei
centri servizi nel territorio dell’Ulss 16 ha una diagnosi di
demenza senile o malattia di Alzheimer. È quanto emerge dall’elaborazione, ancora parziale, dei dati forniti dalle scheda per la valutazione
multidimensionale delle persone
adulte e anziane (svama) dei pazienti, compilate dal personale sanitario
delle strutture. Le altre diagnosi più
significative sono la sindrome ipocinetica (8,1 per cento), l’ictus (4,7) e
la schizofrenia residuale (4,4).
Dal luglio del 2013 è iniziata la
registrazione delle svama su un ap-
posito software che permetterà di
conoscere lo stato di salute degli
ospiti ed elaborare le opportune
strategie per la loro accoglienza e
assistenza.
Attualmente la regione Veneto
articola la residenzialità degli anziani non autosufficienti in livelli, sulla
base della loro gravità e dei relativi
bisogni assistenziali. «Normalmente
i livelli sono due, ma nel territorio
dell’Ulss 16 ne è stato attivato in via
sperimentale un terzo, ossia un profilo medio-alto di assistenza sociosanitaria – spiega Lorella Marsili,
dirigente amministrativo del servi-
...dal 1965
udiofon
APPARECCHI ACUSTICI
zio tutela salute anziani dell’Ulss 16
– Tale ulteriore differenziazione si è
resa necessaria a causa dell’allungamento della vita media e del conseguente incremento di patologie sempre più ingravescenti e invalidanti
croniche, che necessitano di assistenza in strutture protette».
Ad accogliere gli ospiti di terzo
livello sono i nuclei ad alta intensità
socio-sanitaria (naiss), ricavati in residenza assistenziale. «Vi sono ricoverati, temporaneamente, soggetti
che diversamente non possono essere assistiti a domicilio per l’importante fabbisogno di cure necessarie,
non sostenibile dai familiari. A volte
servono per dare sollievo a questi
ultimi o, ancora, per dare una risposta assistenziale a persone con importanti patologie che non trovano
una collocazione pronta e idonea
nella attuale rete dei servizi territoriali».
Attualmente i posti per il progetto “naiss” sono 20 e danno man forte a un sistema di accoglienza residenziale che, nell’Ulss 16, conta su
2.571 posti letto residenziali autorizzati per anziani non autosufficienti
(dato al 31 dicembre 2013). Di questi, 2.019 sono riservati al primo livello assistenziale e 522 al secondo,
cui se ne sommano altri trenta per
persone in stato vegetativo permanente. Nel 2013 è stato assistito in
regime residenziale un totale di
3.600 anziani: 2.865 nel primo livel-
lo assistenziale, 575 nel secondo,
116 nei “naiss” e 42 stati vegetativi,
per 933 mila giornate complessive
di assistenza. L’età media degli
ospiti si attesta a 80,37 anni. Questi
dati includono i cosiddetti “brevi
soggiorni”. Si tratta di accoglienze
temporanee di persone non autosufficienti, allo scopo di affrontare problematiche contingenti della famiglia che normalmente prende cura
dell’anziano. Nel 2013 sono state
assistite temporaneamente 45 persone, di cui 5 di medio livello assistenziale.
Qualche dato, infine, sui centri
diurni socio-sanitari, l’altro importante tassello del sistema dei centri
di servizio per l’accoglienza delle
persone anziane non autosufficienti
o con ridotta autonomia psico-fisica.
Per queste strutture, i posti autorizzati per il 2013 sono rimasti i medesimi del biennio precedente, 172, distribuiti tra nove centri. L’anno scorso li hanno frequentati complessivamente 383 anziani non autosufficienti (erano 345 nel 2012), per un
totale di quasi 40 mila giornate di
presenza.
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Gli anziani con perdita dell’udito soffrono primo di declino cognitivo rispetto ai coetanei sani
È uno dei problemi di salute più sottovalutati. Ma la perdita di udito potrebbe non avere effetti soltanto sulla
vita sociale e sulla qualità di vita, ma anche sulla funzionalità del cervello accelerando il declino cognitivo
tipico della terza età. Ad avvalorare l’ipotesi è uno studio pubblicato sulla rivista Jama Internal Medicine.
A condurla un gruppo di ricercatori americani che hanno seguito per sei anni quasi 2.000 anziani. Tutti
all’inizio dello studio avevano normali capacità cognitive, ma nel corso del periodo di osservazione le cose
sono notevolmente cambiate e i ricercatori hanno constatato una perdita generalizzata delle funzioni
cognitive. Il declino, tuttavia, non si verificava alla stessa velocità di tutti i volontari. In particolare, quelli
che avevano disturbi uditivi (più della metà dei volontari) avevano una probabilità del 24% più alto di
perdere capacità cognitive. Numeri che fanno sentenziare ai ricercatori: “I nostri risultati dimostrano che la
perdita di udito è associata a un’accelerazione del declino cognitivo”.
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LA DIFESA DEL POPOLO
23 NOVEMBRE 2014
oncologia 왗
III
fetti da neoplasia dello Iov partecipa
inoltre ad attività di ricerca clinica e traslazionale e collabora con gruppi cooperativi nazionali e internazionali quali
il Gioger (Gruppo italiano di oncologia
geriatrica) e l’Eortc (European organization for research and treatment of
cancer). «Per migliorare ulteriormente
l’indicazione prognostica del malato e
la sua qualità di vita – conclude Antonella Brunello – sarebbe opportuno che
queste organizzazioni promuovessero
studi clinici oncologici su anziani portatori di tutti i problemi di salute tipici
dell’età avanzata».
Intensa
la collaborazione
tra Istituto
oncologico
veneto
e altri enti
con approccio
multidisciplinare
oncologico
e geriatrico
come il Gioger
e l’Eortc.
IOV L’importanza di tener conto del quadro clinico complessivo in età avanzata
Cure a misura di ogni singolo caso
왘
Nelle persone anziane, l’insorgen-
za di una patologia neoplastica
non di rado si somma ad altri acciacchi tipici dell’età. L’oncologo chiamato a decidere sull’opportunità e la
possibilità di avviare o meno il trattamento antitumorale e sul suo dosaggio,
deve, quindi, tenere conto dello stato di
salute complessivo del paziente. Una
scelta delicata, nella quale, per di più, il
medico non è supportato da adeguati
studi scientifici in materia. Infatti, sebbene chi è avanti con gli anni rappresenti una grossa fetta dei pazienti oncologici, normalmente le terapie sono testate su persone giovani o, tutt’al più, su
anziani altrimenti piuttosto sani. Il rischio, per l’oncologo, è di considerare il
paziente più fragile o più forte di quanto
non sia in realtà e di prescrivergli trattamenti troppo leggeri o, viceversa, trop-
CAMPOSAMPIERO (PD)
CITTADELLA (PD)
Riviera San Marco, 4
[email protected]
po aggressivi. «Per calibrare al meglio
«Nell’ambulatorio – prosegue Brula prognosi del malato oncologico an- nello – si effettuano le prime visite dei
ziano è fondamentale potersi avvalere nuovi pazienti di età superiore ai 70 andella consulenza di un geriatra», spiega ni e le visite di pazienti già valutati che
Antonella Brunello, oncologo dell’Isti- necessitino di un confronto e una presa
tuto oncologico veneto (Iov) di Padova.
in carico oncologica e/o geriatrica. Già
Lo Iov è l’unico centro
al primo accesso viene ofdella regione in cui le comLo Iov è l’unico polo ferta una valutazione geriapetenze specialistiche oncosanitario del Veneto trica multidimensionale. Lo
logiche e geriatriche si intepsicologo, ad esempio, sonin cui oncologia
grano nell’ambito di uno
da il grado di autonomia, lo
e geriatria sono
specifico ambulatorio mulstato dell’umore e la capatidisciplinare per i pazienti integrate nell’ambito cità di comprendere le imche, oltre alla patologia di un unico ambulatorio plicazioni della malattia onneoplastica, presentano parcologica».
multidisciplinare
ticolari problemi geriatrici.
Sulla base di quanto
L’ambulatorio fa capo a un gruppo mul- emerso dalla visita dell’oncologo e daltidisciplinare attivo da oltre dieci anni l’intervista con lo psicologo, i pazienti
che afferisce all’Oncologia medica 1 e che soffrono già di alcune patologie e le
include, appunto, oncologi e psicologi cui condizioni possano giovarsi di un
dello Iov e geriatri dell’Ulss 16.
intervento specialistico geriatrico vengono presi in carico dal team multidisciplinare: «Quest’ultimo coordinerà il
percorso del paziente, assicurando
un’efficace integrazione dei trattamenti
multidisciplinari, scelti sulla base delle
caratteristiche biologiche del tumore e
delle condizioni cliniche del malato. Si
tratta di un approccio in grado di produrre importanti benefici per il malato.
È infatti dimostrato che, rispetto all’esame di un singolo specialista, la valutazione geriatrica multidimensionale permette un’indicazione prognostica molto
più significativa in quanto fornisce un
numero maggiore di informazioni».
Il gruppo multidisciplinare per lo
studio e la cura dei pazienti anziani af-
NOVEMNTA P. (PD)
PADOVA EST
Via Oltrebrenta, 31/33
[email protected]
PADOVA SUD
ABANO TERME (PD)
Via Francesco Bonafede, 1
[email protected]
Via G. Matteotti, 37
[email protected]
PIOVE DI SACCO (PD)
Piazza dell’Incoronata, 12
[email protected]
IV
longevità
gli
anni
d’argento
Ricchissimo il calendario
delle proposte e nel 2015
crescerà ancora.
Il fulcro del progetto
sono i locali di piazza
Donatore di sangue
di Ponterotto, dove sono
di casa gli anziani,
i nipoti e le famiglie
LA DIFESA DEL POPOLO
23 NOVEMBRE 2014
CASA DEL SOLE Una collaborazione tra comune di Padova, Altavita-Ira e opera pia Raggio di sole
Un progetto per godere appieno la maturità
Essere anziani è una condizione spesso considerata e comunicata secondo i soli aspetti
della fragilità, della preoccupazione
e dell’ansia. Molto meno si pone
l’accento sulla prospettiva della longevità, cioè sulla dimensione positiva e attiva dell’invecchiamento, e
sui bisogni e le opportunità che essa
implica. Anche la stagione della
pensione, in realtà, può essere vissuta con pienezza, mantenendo giovane lo spirito e allenata la mente e
giovandosi di una feconda vita sociale: tutti fattori che – è risaputo –
spesso costituiscono la migliore
prevenzione contro numerose patologie.
Un progetto pilota avviato a Padova nella tarda primavera di quest’anno mette ora a disposizione
nuovi spazi e contenuti ad hoc per
soddisfare i diversi bisogni cognitivi, relazionali, creativi e sociali dei
senior. Si tratta di “Casa del sole –
progetto longevità”, nato da una
collaborazione tra comune di Padova, Altavita-Ira e opera pia Raggio
di sole e ospitato nei locali comunali di piazza Donatore di sangue a
Ponterotto.
«La novità del progetto sta nel
tentativo di integrare tutta una serie
di proposte articolate per soddisfare
i bisogni complementari di cui l’anziano è portatore – spiega Antonio
Sambo, presidente della cooperativa
Attivamente, che gestisce il proget-
to e la sua sede – Normalmente a
queste domande si forniscono risposte settoriali. Noi, invece, ci proponiamo di considerare la persona nella sua unitarietà, tenendola “viva”
anche nelle fasi grigie della sua
evoluzione, come può esserlo, ad
esempio, quella dell’inizio del decadimento cognitivo».
Le prime proposte del progetto
longevità sono partite nelle scorse
settimane e si rifanno a una logica
di invecchiamento attivo e solidale.
«Per il corso di informatica ci sono
già persone in lista d’attesa per la
prossima edizione e anche quello di
inglese ha raccolto molte adesioni.
Vi partecipano il padre che vuole
imparare a comunicare via Skype
con il figlio lontano e il nonno che
vorrebbe parlare con il nipotino nato all’estero. Ma i nonni, i nipoti li
possono pure portare qui per raccontare loro una storia nell’ambito
di uno specifico laboratorio ludicoricreativo. Al Club della risata, un
particolare metodo di yoga di grande successo, partecipano invece soprattutto familiari di anziani impegnativi da gestire, che in questo modo possono ricaricare le batterie». Il
centro di Ponterotto, infatti, è anche
un punto di riferimento per le persone che stanno affrontando le prime
fasi dell’Alzheimer e i loro familiari, cui sono rispettivamente dedicati
due appositi progetti.
La Casa del sole, dunque, non
accoglie solo anziani di tutte le età,
ma anche i loro familiari di seconda
e terza generazione, caratterizzandosi in questo senso come un luogo
di relazioni trasversali. «Nella nostra impostazione, la cura delle relazioni riveste un ruolo fondamentale.
Tutte le attività si svolgono per piccoli gruppi affinché le persone stiano bene e provino piacere nel fare
qualcosa insieme agli altri utenti.
Non a caso la saletta per il caffè occupa una stanza centrale perché vogliamo sia il salottino delle relazioni
significative».
Nel 2015 l’offerta della Casa del
sole si arricchirà di ulteriori proposte: «Stiamo pensando a corsi di
musicoterapia e archeologia, di sartoria e riciclo, presentazioni di libri
e iniziative culturali, ma siamo
aperti a ogni suggerimento».
Per informazioni: 329-4855402,
www.progettoanziani.org
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assistenzafamiliare 왗
LA DIFESA DEL POPOLO
23 NOVEMBRE 2014
V
PROGETTO BADABEN Formazione per assistenti e famiglie
Badanti: vietato improvvisare
왘
Un esempio di condotta etica in un
settore – quello delle badanti – in
cui abbonda il sommerso e una
storia di felice riconversione imprenditoriale in anni segnati dalla crisi economica. Li incarna la cooperativa sociale
Piccoli passi di Carmignano di Brenta
attraverso il progetto BadaBen, avviato
nel 2011 per l’accoglienza, la selezione
e la formazione delle assistenti familiari
nelle province di Padova, Vicenza, Treviso e Venezia.
Piccoli passi gestiva, e gestisce tutt’ora, servizi per la prima infanzia: il calo delle iscrizioni negli asili nido e l’incertezza dei pagamenti dagli enti locali
la stavano condannando alla chiusura.
«Oggi, invece, avere come interlocutori
le famiglie ci permette di atomizzare i
crediti e, in caso di necessità, concedere
dilazioni», spiega il presidente della
cooperativa Alberto Cinetto. Che però
tiene subito a chiarire come, alla base
della scelta di dare vita a BadaBen, sia
stato anche «il desiderio di fornire alle
famiglie un’assistenza qualificata e regolare, in un contesto caratterizzato dall’illegalità e da tante realtà che i problemi, più che risolverli, li creano».
La filosofia di Piccoli passi si basa
su una forte propensione per il sociale
“fatto bene”: «Per riuscirci sappiamo
che è necessario “sporcarsi” con le regole del mercato. Cerchiamo di coniugare il buono di quest’ultimo con il
buono del terzo settore, avendo la persona come valore di riferimento. Tuttavia, nonostante siamo in rete con i sin-
dacati, la direzione territoriale del lavo- Per le famiglie la proposta è facoltativa:
ro e Confcooperative, mantenersi nella poche, purtroppo, ne comprendono
legalità è difficile. E lo è pure il vederlo l’importanza. Quando siamo riusciti a
riconosciuto dalla gente, che spesso fa- tenere dei corsi, però, abbiamo avuto
tica a discernere le situazioni di irrego- centinaia di partecipanti perché colgono
larità. Per legge, ad esempio, le assi- nel segno. Sarebbe importante comstenti devono essere assunte
prendere fin da giovani il
direttamente dalla famiglia,
valore di educarsi all’invecPartito nel 2011
non da cooperative o altri
chiamento, in modo da diil progetto tocca
soggetti, salvo i casi di laanziani capaci di lale province di Padova, ventare
voro interinale».
sciarsi aiutare».
Vicenza, Treviso
BadaBen sta appunto
La famiglia che si rivole Venezia e punta
nel mezzo tra la famiglia e
ge a BadaBen viene presa
sulla competenza
l’assistente, tutelando e gain carico da un tutor che
rantendo i diritti, gli interes- e il rispetto della legalità spiega la realtà dell’assisi e le esigenze di entrambe
stenza familiare oggi e cole controparti e preparandole ad affron- me lavora la cooperativa. Compie poi
tare, in un’ottica di compartecipazione, un sopralluogo a casa dell’anziano per
l’impegno di curare un anziano. «Le conoscerne il carattere e le esigenze sonostre badanti sono obbligate a fare al- ciosanitarie. Utilizzando un software
meno venti ore di formazione all’anno. approntato dalla stessa BadaBen, il tu-
CENTRO STUDI
C
ALVISE
A
AL
LV
VISE CORNARO
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STUDI E RICERCHE SULL’INVECCHIAMENTO DELL’UOMO
SABATO
SABA
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NOVEMBRE
N
OVEMBRE 2014
2014
ORE 9,30
www.alvisecornaro.org
www
.alvisecornaro.org
tor seleziona quindi dal migliaio di assistenti inserite nel database della cooperativa quelle con il profilo più idoneo.
«Sono tutte persone che conosciamo direttamente, valutate e con referenze verificate» puntualizza Cinetto.
Per la settimana di prova la badante
è retribuita con voucher. Se l’inserimento è positivo, la cooperativa la assumerà
in nome e per conto della famiglia, inviando a quest’ultima un resoconto
mensile delle spettanze e occupandosi
di tutte le incombenze ed evenienze che
si manifesteranno nel corso del rapporto. «Forniamo anche tutta una serie di
servizi aggiuntivi, al costo complessivo
di settanta euro al mese. Bastano due
conti per capire che i tutor non hanno
tempo da perdere e cercheranno di assolvere al loro compito in maniera rapida e brillante».
Badaben
è un progetto
che si rivolge
alle assistenti
familiari
ma anche
alle famiglie
che intendono
avvalersi
dell’assistenza, la quale
viene presa
in carico
da un tutor
che studia
esigenze
e abitudine
per
selezionare
la badante
più adatta.
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Premio
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Riceerca - IV edizione
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Alvisee Cornaro,
Cornaro, Trattato
Trrattato de “la vvita sobria”
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Tavola
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Approccio
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Crepaldi, Professore Eme
Emerito
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Medicina Interna - Università di P
Padova
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Angelo Ferro,
Ferro, Presidente della Fon
Fondazione
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Opera Immacolata
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Stefano Masiero,
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Medicina Fisica
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Uniiversità
di Padova
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Cerea, Presidente di Design for
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All Italia
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delle Autorità
Moderatore: Stefania Maggi
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Interventi
di Ricerca del
dell’Istituto
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Neuroscienze
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Alessandro Martini
Martini,, Professore Ordinario
di P
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di audiologia - Università d
Padova
ORE 12,45
Proclamazio del vincitore del
Proclamazione
Occhio, vvisione
isione e iinvecchiamento:
nvecchiamento:
Occhio,
Premio Cornaro alla Ricerca - IV edizione
da Galileo
Galileo a oggi
Edoardo Midena
Midena,, Professore Ordinario di ORE 113,00
3,00
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Apparato Visivo
Vissivo - Università Orchestra dell’
Malattie dell’Apparato
dell’Azienda
Padova:
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A enda Ospedaliera di P
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ENSEMBLE
di Padova
Padova
PROGRAMMA
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PATROCINIO
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VI
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gli
anni
d’argento
Si trovano
a Camposampiero,
San Martino di Lupari
e Curtarolo. Hanno
lo scopo di rallentare
il decadimento cognitivo
dell’anziano colpito
da demenza e sostenere
le famiglie nell’assistenza
LA DIFESA DEL POPOLO
23 NOVEMBRE 2014
Fiordaliso, Calicanto e Le
Querce: evocano vita e vigore
i nomi dei tre nuovi centri sollievo di Camposampiero, San Martino di Lupari e Curtarolo per i malati di Alzheimer e i loro familiari.
Permettere loro di continuare a condurre un’esistenza il più possibile
normale è infatti l’obiettivo principale delle strutture, inaugurate lo
scorso 7 novembre.
A gestirle sono i circoli Auser
dei tre paesi con il coordinamento
dell’Ulss 15 Alta Padovana. In questo senso, i centri rappresentano il
frutto concreto della capacità di fare
rete dimostrata dall’azienda socio
sanitaria e dai presidi territoriali della nota associazione di promozione
sociale, fedele, così, alla sua missione di favorire l’invecchiamento attivo degli anziani e far crescere il
ruolo dei senior nella società. Dalle
file dell’Auser, non a caso, provengono anche i trentacinque volontari
a oggi formati per assicurare un servizio adeguato alle esigenze dei malati e di chi normalmente si prende
cura di loro tra le mura di casa.
«Ma la partnership include anche la cooperativa Nuova vita, il
consorzio Arcobaleno, le amministrazioni dei tre comuni in cui sorgono i centri, il centro servizi Bonora e l’associazione Amici di san
Martino – sottolinea con orgoglio il
direttore generale dell’Ulss 15,
Francesco Benazzi – È grazie a tutti
loro che l’Ulss 15 ha potuto ideare,
elaborare e condividere questo percorso, che mette a disposizione dei
cittadini del nord della provincia tre
centri sollievo solidali».
A questi ultimi, come detto, è affidato il compito di preservare il più
ALZHEIMER Nati grazie alla sinergia tra comuni, Ulss 15 e Auser
Aperti tre nuovi centri sollievo
a lungo possibile il mantenimento a
domicilio della persona che ha appena scoperto di essere affetta da
demenza, scongiurandone la precoce istituzionalizzazione: «È importante – spiega il direttore ai servizi
sociali dell’Ulss 15, Gianfranco
Pozzobon – fronteggiare quelle situazioni in cui equilibri familiari già
delicati diventano fragili. Occorre
rallentare il decadimento delle funzioni cognitive e delle funzionalità
residue del malato e dare risposte di
supporto a quelle famiglie che, con
estrema fatica e dispendio di energie, si fanno carico, nella quotidianità, di questa difficile tipologia di assistenza. I centri sollievo vogliono
diminuire lo stress dei familiari, for-
nendo loro sostegno e informazioni
che li aiutino a comprendere e a gestire la situazione in cui si sono venuti a trovare».
L’impostazione progettuale delle
nuove strutture recepisce i criteri,
definiti nel 2013, in base ai quali la
regione Veneto eroga i finanziamenti per l’apertura dei centri sollievo:
«Questi – prosegue Pozzobon – sono un luogo e un tempo in cui si accolgono persone con diagnosi di Alzheimer in fase iniziale. I volontari
dei circoli Auser, opportunamente
formati e affiancati da figure professionali quali uno psicologo e un
educatore, permettono agli utenti di
trascorre ogni settimana qualche ora
in un ambiente protetto. Qui si rea-
lizzano attività educative strutturate,
atte a favorire la relazione e il mantenimento delle capacità residue».
Il centro sollievo Fiordaliso di
Camposampiero è stato allestito nei
locali del centro servizi Bonora.
Apre il martedì dalle 14.30 alle
17.30 e il venerdì dalle 9 alle 12. Le
Querce di Curtarolo occupa la palestra delle scuole elementari di Santa
Maria di Non; apre il martedì, dalle
9 alle 12, e un pomeriggio, il giovedì dalle 14.30 alle 17.30. Il centro
Calicanto, infine, è ospitato nel centro polivalente comunale di San
Martino di Lupari. Accoglie gli
utenti con i seguenti orari: lunedì
dalle 9 alle 12 e giovedì dalle 14.30
alle 17.30.
LA DIFESA DEL POPOLO
23 NOVEMBRE 2014
altapadovana 왗 VII
NUOVA VITA Due obiettivi principali: domiciliarità e attività fisica
Assistenza globale all’anziano
왘
Una realtà complessa, che na-
no da accudire.
gnità e legalità a un servizio spesso
viga seguendo la rotta indicata
Il gruppo gestisce in regime di caratterizzato dal “nero”. Puntiamo
da una bussola che non sbaglia global service due padiglioni del a organizzare un continuum assimai: quella che punta verso la per- centro servizi per anziani Bonora di stenziale, mettendo a disposizione
sona, il riconoscimento della sua di- Camposampiero e un padiglione psicologi, fisioterapisti, operatori
gnità e il soddisfacidella casa di riposo di socio-sanitari, infermieri e supplenti
È in atto un corso
mento dei suoi bisogni.
Mirano. Partecipa, inol- delle badanti, per dare massima
di formazione
È il gruppo Nuova vita
tre, al progetto che ha soddisfazione sia a queste ultime sia
di Camposampiero, che per assistenti familiari. portato alla recente alle famiglie. A breve partirà una
In trenta persone
include diverse coopeapertura, in altrettanti campagna per promuovere il servimotivate stanno
rative di tipo A e B che
comuni dell’Alta Pado- zio e stiamo pensando all’apertura
operano ad ampio ragvana, di tre centri sol- di un apposito sportello».
frequentando
gio su molteplici fronti,
lievo per malati di AlUn altro progetto in forte cresciil tirocinio
integrando, dove possizheimer.
Si
è
occupata,
ta,
nonostante sia partito solo a
che le specializza
bile, le rispettive comad esempio, della for- maggio, è Afa-Attività fisica adattapetenze e in stretta collaborazione mazione dei volontari Auser che li ta. Mira al mantenimento della cacon gli enti locali, sociosanitari e gestiranno e dell’individuazione pacità motorie delle persone con
caritativi del territorio.
dello psicoterapeuta. «Siamo a di- malattie croniche e degenerative. I
Consolidata, in particolare, è sposizione dei comuni per affian- fisioterapisti della cooperativa intel’esperienza nell’assistenza agli an- carli nell’apertura di altri centri sol- grano le attività specialistiche della
ziani, ambito nel quale Nuova vita lievo, per i quali la regione ha an- medicina fisica e della riabilitaziocopre l’intera gamma dei servizi a nunciato appositi finanziamenti», ne, fornite dall’omonima direzione
domicilio, semiresidenziali e resi- afferma Armando Mat- Il gruppo di cooperative dell’Ulss 15. «Nel suo
denziali. Stretta, qui, è la partner- tesco, presidente di
genere è una delle pridi tipo A e B
ship con l’Ulss 15, secondo una lo- Nuova vita.
me esperienze realizzaha anche formato
gica di valutazione globale delle neLa cooperativa sta
te in Veneto. Nei comugli operatori Auser
cessità delle famiglie con un anzia- puntando forte anche
ni di Camposampiero,
che gestiscono
sui servizi alla domiciCittadella, Trebaseleliarità: «Stiamo realizghe, San Giorgio in Boi tre centri sollievo
zando un corso di for- per i malati di Alzheimer sco e Loreggia propomazione per assistenti
niamo sedute di esercizi
e le loro famiglie
familiari, con trenta
non sanitari, da svolgepersone molto motivate ora in tiro- re in piccoli gruppi di dodici o quatcinio. Per sopravvivere dobbiamo in tordici e disegnati appositamente
qualche modo uscire dal circuito per persone con malattie croniche.
degli appalti pubblici e rispondere a La finalità è modificarne, in manienuovi bisogni. Con questa iniziati- ra consapevole, lo stile di vita, così
va, in particolare, vogliamo dare di- da prevenire ulteriori menomazioni,
limitazioni funzionali e disabilità.
Prima che il ciclo inizi e alla sua
conclusione viene effettuata la valutazione sanitaria di ciascun partecipante».
Punto di forza di Afa non è solo
la sua diffusione territoriale, che
permette ai cittadini di svolgere il
corso vicino a casa, ma anche il costo di 3 euro a seduta. Un ciclo dura
un mese, con due lezioni settimanali. Per accedere è sufficiente rivolgersi al dipartimento di medicina fisica e riabilitazione dell’Ulss 15.
Nelle foto, momenti di festa
e animazione nelle strutture
gestite dalle cooperative
che compongono il gruppo
Nuova vita che opera in due
padiglioni del centro servizi
per gli anziani Bonora
di Camposampiero e in uno
della casa di riposo di Mirano.
Tra le proposte anche il progetto
Afa per l’attività fisica adattata
alle esigenze degli anziani.
Punti forti: presenza capillare
e prezzi accessibili.