Il giornalino missionario - suora francescana della Sacra Famiglia

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DELL’ISTIT - Via Mami, 411 - Tel.
iglia.it
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NOTIZIARIO
SPECIALE
MISSIONI
2013
n. 22
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(è prevista un
annuale)
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«Da che cosa si può riconoscere
il momento preciso
in cui finisce la notte
e comincia il giorno?».
«Forse da quando si può distinguere
con facilità un cane da una pecora?». «No!».
«Quando si distingue un albero
di datteri da un albero di fichi?». «No!».
«Quando, allora?».
«Quando guardando il volto di una persona qualunque,
tu riconosci un fratello o una sorella.
Fino a quel punto è ancora notte nel tuo cuore».
...SULLE STRADE DEL MONDO
EDITORIALE
Insieme... SULLE STRADE DEL MONDO
Carissimi amici
, anche quest’anno desideriamo raggiungervi tutti per poter condividere pezzetti
di vita “familiare”.
ENCUENTROS è alla sua tredicesima edizione, resta
un giornalino casereccio che ha la pretesa di raccontare le risonanze della vita in missione, degli appuntamenti “forti” celebrati nell’anno trascorso e rinnovare
la nostra gratitudine con quanti, in vario modo, partecipano a sparpagliare piccoli semi di speranza che il
Signore non mancherà di rendere fecondi.
Alcune delle parole che Papa Francesco ha utilizzato
nella Giornata Missionaria Mondiale mi danno l’opportunità di riflettere sul senso del “nostro” apostolato e
del nostro viverlo insieme a voi, rinnovando il coraggio
di scelte quotidiane, propositive, a volte controcorrente.
La fede è dono prezioso di Dio, non riservato a pochi
ma che viene offerto con generosità. Tutti dovrebbero
poter sperimentare la gioia di sentirsi amati da Dio, la
gioia della salvezza!Anche per questo è un dono che
non si può tenere solo per se stessi, ma che va condiviso. Se noi vogliamo tenerlo soltanto per noi stessi,
diventeremo cristiani isolati, sterili e ammalati.
Ogni comunità è “adulta” quando professa la fede,
la celebra con gioia nella liturgia, vive la carità e annuncia senza sosta la Parola di Dio, uscendo dal proprio recinto per portarla anche nelle “periferie”,
soprattutto a chi non ha ancora avuto l’opportunità di
conoscere Cristo. La solidità della nostra fede, a livello
personale e comunitario, si misura anche dalla capacità di comunicarla ad altri, di diffonderla, di viverla
nella carità, di testimoniarla a quanti ci incontrano e
condividono con noi il cammino della vita.
battezzato il compito missionario di allargare i confini
della fede.
Così come ogni comunità è interpellata e invitata a
fare proprio il mandato affidato da Gesù agli Apostoli
di essere suoi «testimoni a Gerusalemme, in tutta la
Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra»
(At 1,8), non come un aspetto secondario della vita
cristiana, ma come un aspetto essenziale: tutti siamo
inviati sulle strade del mondo per camminare con i fratelli, professando e testimoniando la nostra fede in
Cristo e facendoci annunciatori del suo Vangelo.
Il condividere la realizzazione di progetti a favore
dei più poveri, il lavoro fianco a fianco nell’educazione,
animazione e promozione della dignità e diritti umani
qui, in Italia o in terra di missione, alimenti in tutti noi
la consapevolezza che nel proprio piccolo ognuno contribuisce a far crescere il regno di Dio, dove l’altro è
sempre un fratello, e la disponibilità a comprometterci
nelle situazioni di conflitto, ingiustizia, discriminazione
e pregiudizio che rischiano di alimentare in tutti uno
sguardo disperato, inefficace e certamente molto parziale.
3. Spesso l’opera di evangelizzazione trova ostacoli
non solo all’esterno, ma all’interno della stessa comunità ecclesiale.
A volte sono deboli il fervore, la gioia, il coraggio, la
speranza.
A volte si pensa ancora che portare la verità del
Vangelo sia fare violenza alla libertà.
Paolo VI ha parole illuminanti al riguardo: «Sarebbe
[...] un errore imporre qualcosa alla coscienza dei nostri fratelli. Ma proporre a questa coscienza la verità
evangelica e la salvezza di Gesù Cristo con piena chiarezza e nel rispetto assoluto delle libere opzioni che
essa farà [...] è un omaggio a questa libertà» (Esort.
ap. Evangelii nuntiandi, 80).
Dobbiamo avere sempre il coraggio e la gioia di proporre, con rispetto, l’incontro con Cristo, di farci portatori del suo Vangelo. Gesù è venuto in mezzo a noi
per indicare la via della salvezza, ed ha affidato anche
a noi la missione di farla conoscere a tutti, fino ai confini della terra.
Se ci sentiamo spesso inadeguati, non solo perché i
numeri si assottigliano o per gli acciacchi dell’età che
avanza, ma soprattutto perché le problematiche che
avviciniamo sembrano sempre più complesse, non
possiamo rinunciare a scommettere e a rispondere al
mandato che Gesù continua a fare a ciascuno di noi, di
donare con generosità quanto continuamente riceviamo. Le “povertà” che tutti noi sperimentiamo possono essere risorse preziose per crescere nella comunione e nella più quotidiana e spicciola solidarietà,
che normalmente ha come frutto primario, scoprire
Chi di noi non ha sperimentato il successo del “conche l’altro è un dono bello solo per se stesso.
tagio” nel bene e nel male? E perché non essere promotori
di un contagio buono!?!
2. ...i “confini” della fede non attraversano solo luo4. Nella complessa situazione odierna si rende anghi e tradizioni umane, ma il cuore di ciascun uomo e
di ciascuna donna, e ciascuno di noi ha ricevuto come cora più urgente portare con coraggio in ogni realtà il
2
...SULLE STRADE DEL MONDO
Vangelo di Cristo, che è annuncio di speranza, di riconciliazione, di comunione, annuncio della vicinanza di
Dio, della sua misericordia, della sua salvezza, annuncio
che la potenza di amore di Dio è capace di vincere le
tenebre del male e guidare sulla via del bene. L’uomo
del nostro tempo ha bisogno di una luce sicura che rischiara la sua strada e che solo l’incontro con Cristo può
donare.
La missionarietà della Chiesa non è proselitismo,
bensì testimonianza di vita che illumina il cammino,
che porta speranza e amore. La Chiesa – lo ripeto ancora una volta – non è un’organizzazione assistenziale,
un’impresa, una ONG, ma è una comunità di persone,
animate dall’azione dello Spirito Santo, che hanno vissuto e vivono lo stupore dell’incontro con Gesù Cristo
e desiderano condividere questa esperienza di profonda gioia, condividere il Messaggio di salvezza che il
Signore ci ha portato. È proprio lo Spirito Santo che
guida la Chiesa in questo cammino.
I progetti missionari e di sostegno a diverse realtà
povere che portiamo avanti insieme a voi, sono solo
un piccolo esempio di come questa testimonianza dell’amore di Dio, sia e debba essere concreta.
Forse qualcuno pensa che il contributo economico
sia poca cosa? Sappiamo bene che dietro al “versamento” di denaro ci sono rinunce e scelte che toccano
la quotidianità e abbiamo negli anni sperimentato il
coinvolgimento affettivo verso le persone che in vario
modo ricevono questi aiuti.
5. Fatevi portatori coraggiosi della buona notizia di
Cristo e sono grato in modo particolare ai missionari e
faccio appello a quanti avvertono tale chiamata a corrispondere generosamente alla voce dello Spirito, secondo il proprio stato di vita, e a non aver paura dì
essere generosi con il Signore.
Un pensiero infine ai cristiani che, in varie parti del
mondo, si trovano in difficoltà nel professare apertamente la propria fede e nel vedere riconosciuto il diritto a viverla dignitosamente.
Sono nostri fratelli e sorelle, testimoni coraggiosi
– ancora più numerosi dei martiri nei primi secoli –
che sopportano con perseveranza apostolica le varie
forme attuali di persecuzione.
Non pochi rischiano anche la vita per rimanere fedeli al Vangelo di Cristo. Desidero assicurare che sono
vicino con la preghiera alle persone, alle famiglie e alle
comunità che soffrono violenza e intolleranza e ripeto
loro le parole consolanti di Gesù: «Coraggio, io ho
vinto il mondo» (Gv 16,33).
Benedetto XVI esortava: «“La Parola del Signore
corra e sia glorificata” (2Ts 3,1): possa questo Anno
della fede rendere sempre più saldo il rapporto con
Cristo Signore, poiché solo in Lui vi sono la certezza
per guardare al futuro e la garanzia di un amore au-
tentico e duraturo» (Lett. ap. Porta fidei, 15). È il mio
auspicio per la Giornata Missionaria Mondiale di quest’anno.
Benedico di cuore i missionari e le missionarie e tutti
coloro che accompagnano e sostengono questo fondamentale impegno della Chiesa affinché l’annuncio
del Vangelo possa risuonare in tutti gli angoli della
terra, e noi, ministri del Vangelo e missionari, sperimenteremo «la dolce e confortante gioia di evangelizzare» (Paolo VI, Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 80).
(dal Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2013)
Vogliamo infine ringraziare insieme a voi, le consorelle e i laici, che mettono mani, piedi, cuore, intelligenza e… vita nell’incontro personale e quotidiano con
bambini, giovani e famiglie a cui sono diretti i progetti
di solidarietà.
E ringrazio da parte di ogni consorella, ciascuno di voi
che qui in Italia, collabora donando tempo, pazienza, risorse umane ed economiche, competenze, suggerimenti
rendendo concreta la sua vicinanza e appoggio...
E allora UNO PER TUTTI, TUTTI PER GLI ALTRI...
“Sulle strade del mondo”!
Incoraggiati dalla freschezza e semplicità di Papa
Francesco, non facciamoci prendere dalla “tentazione
delle pantofole” e cioè di rimanere beati osservatori
dello spettacolo della vita, oggi!
Tutti in campo!!!
Gesù per tutti e tutti noi per chi ci è accanto!!!
srmcm
SOMMARIO
EDITORIALE
pag. 2
Ama e amar
4
FOTO DI FAMIGLIA
7
Lo spirito e la sposa...
9
dicono: SÌ
PROPOSTE
11
Il Cantiere 411
12
FORMAZIONE
13
Ridi-missionando
14
PENSANDO MISSIONE
15
Mozambico
16
COLOMBIA
19
Come sostenere un progetto 23
editoriale
3
Cristo non ha mani!
Madre Lina Orfei, in occasione della
giornata AMA, l’Appuntamento Missionario Annuale, 13 ottobre 2013, ci
ha regalato la luce di uno sguardo
ampio su alcune realtà che fermentano dentro e intorno alla nostra famiglia religiosa. “Perle preziose”,
come lei stessa le definisce, di un tesoro sempre più condiviso! Seguendo
il testo di una preghiera, ha così svelato le tre perle preziose:
CRISTO NON HA MANI,
HA SOLTANTO LE NOSTRE MANI,
PER FARE IL SUO LAVORO OGGI.
I Laici
La nostra Fondatrice, suor M. Teresa Lega come dono speciale dello
Spirito Santo, ha avuto una forte sensibilità verso la gioventù più povera.
Fin dall’inizio dell’esperienza educativa, alla quale si sentiva chiamata dal
Signore, ha ricercato l’aiuto e la collaborazione di laici con i quali ha vissuto
un rapporto aperto e familiare.
Anche noi oggi percorriamo, insieme ai laici, cammini di corresponsabilità nel vivere e testimoniare la
bellezza del Vangelo e dell’azione
missionaria con la peculiarità del nostro carisma. In maniera particolare
siamo unite alla fraternità dei laici
della Sacra Famiglia che dopo un periodo di formazione si impegnano a
vivere, in modo laicale, la spiritualità
e l’ansia missionaria della nostra famiglia religiosa.
La presenza di laici coinvolti direttamente o indirettamente nelle opere e nei servizi in Italia, Colombia e in
Mozambico, è un segno effettivo di
amicizie e collaborazioni che ci incoraggiano e responsabilizzano.
CRISTO NON HA PIEDI,
HA SOLTANTO I NOSTRI PIEDI
PER GUIDARE GLI UOMINI
SUI SUOI SENTIERI.
L’esperienza
di “PENSANDO MISSIONE”
Molte sono le persone che dall’Italia, si accostano alle strade polverose e alle periferie culturali più
povere in mezzo alle quali vivono le
nostre consorelle in Africa e America
Latina. Della maggior parte di esse
4
abbiamo ascoltato la testimonianza
nelle varie giornate AMA.
“Pensando Missione” consiste in
un tempo di conoscenza più approfondita della nostra famiglia religiosa
e in particolare delle realtà del Mozambico e della Colombia, un tempo
di preparazione per vivere al meglio
una eventuale esperienza presso le
nostre comunità in quelle terre di
missione. Normalmente chi partecipa a questo percorso investe poi le
proprie vacanze (di almeno un mese)
per vivere di persona un’esperienza
missionaria.
Così giovani e adulti si mettono in
cammino chinandosi su chi ha bisogno, e sperimentandosi strumento
dell’amore di Dio per ogni persona,
donando tempo, energie, risorse economiche affinché molti, soprattutto altri giovani, possano avere la
possibilità di cambiare la loro situazione di vita e sentano che c’è sempre qualcuno, a volte a più di diecimila chilometri di distanza, che si
prende cura di loro e sogna con loro
un futuro bello.
CRISTO NON HA LABBRA,
HA SOLTANTO LE NOSTRE LABBRA
PER RACCONTARE DI SÉ
AGLI UOMINI DI OGGI.
Vorrei oggi ricordare in modo specialissimo le sorelle delle fraternità
in Colombia e Mozambico.
Ringrazio il Signore per la generosità con cui si spendono per fare conoscere l’amore di Dio e la sua misericordia a quanti incontrano.
Noi tutte sentiamo la grande responsabilità che il Signore ci affida e,
pur sentendoci indegne, con la preghiera, con l’offerta della vita e mediante iniziative pastorali e di evangelizzazione desideriamo fare conoscere Gesù, che è la nostra ricchezza.
Quel poco che siamo e diamo
viene arricchito da Lui e dall’incontro
con le persone che avviciniamo: ci arricchiamo della loro povertà… della
loro umanità, della gioia, della semplicità di rapporti e della loro essenzialità nell’uso delle cose…
Condividere nella gioia l’unica esperienza cristiana: questo ci fa sen-
tire sorelle in umanità e nella fede
nell’unico Salvatore e Redentore del
mondo: Gesù.
Veramente: NOI TUTTI SIAMO
L’UNICA BIBBIA CHE I POPOLI
LEGGONO ANCORA; SIAMO L’UNICO
MESSAGGIO DI DIO, SCRITTO IN
OPERE E PAROLE.
CRISTO NON HA MANI,
ha soltanto le nostre mani,
per fare il suo lavoro oggi.
Cristo non ha piedi,
ha soltanto i nostri piedi
per guidare gli uomini
sui suoi sentieri.
Cristo non ha labbra,
ha soltanto le nostre labbra
per raccontare di sé
agli uomini di oggi.
Noi siamo l’unica Bibbia
che i popoli leggono ancora;
siamo l’unico messaggio
di Dio,
scritto in opere e parole.
Nella giornata AMA del 13 ottobre
scorso abbiamo ascoltato le testimonianze di: Myriam Sepulveda, promotrice della fraternità dei Laici della
Sacra Famiglia in Colombia; Alessandro
e Chiara Nanni che sono tornati in Colombia dove avevano già creato legami
forti nella loro prima visita nel 2007;
Wilma che ha accompagnato madre
Lina in Mozambico nel mese di maggio;
Diletta, scout della Parrocchia di San
Pietro che dopo “Pensando Missione”
ha trascorso il mese di agosto in Colombia, soprattutto a Cartago; Maria
Chiara che si è fatta regalare un mese
di esperienza a Bogotà.
Altri amici e stretti collaboratori, recentemente, hanno visitato le nostre
comunità sia in Colombia che in Mozambico affiancando le nostre consorelle nei loro servizi casalinghi o adoperandosi a lavori di edilizia e ristrutturazione (lasagnate per autofinanziamento, piccole e grandi pulizie, sfondamento muri e costruzione di finestre,
ristrutturazione di tubature, servizi igenici e tanto altro).
Quindi vorremmo ringraziare Chiara e
Vittorio, Enrico e Gabriele, Fabiola ...
...SULLE STRADE DEL MONDO
La giornata AMAR
è l’appuntamento
per bambini e ragazzi
proposto per mantenere viva la sensibilità e la consapevolezza del nostro
essere missionari per il fatto stesso
che siamo cristiani e per tradurre in
gesti e scelte concrete i progetti di
bene di cui gruppi e singoli sono promotori.
Il 25 maggio, Giornata AMAR
2013, hanno partecipato circa 130
bambini provenienti dalle parrocchie
di Santa Maria Nuova; Duomo; Budrio; Sant’Angelo e San Pietro.
Nessuno è troppo piccolo o troppo
“poco” per accogliere l’amicizia che
Gesù propone e ugualmente per vivere nell’amore che Lui con gesti, parole e atteggiamenti ci comunica.
Abbiamo giocato ad “imparare da
Gesù” la comunione, l’amore per il
creato, l’accoglienza,il dare la vita e la
missione…
Non scherziamo però, sapete che
il gioco è la prima palestra in cui ci si
allena a vivere, e questi ragazzi erano
già in buona forma!!!!
Se vi stuzzica la cosa, il
prossimo anno partecipate con il vostro gruppo di
bambini/ragazzi.
Questa è la testimonianza di una catechista e
più sotto sono riportate alcune preghiere che i bambini in una tappa-gioco
hanno rivolto a Gesù.
Grazie di cuore per il bel
pomeriggio che i nostri ragazzi di 5 elementare e 1ª
media hanno vissuto in vostra compagnia; mi hanno
riferito che tutto è stato organizzato come al solito
nel migliore dei modi e che
a parte l'insolito freddo,
per esser ormai al termine della primavera, si sono divertiti molto.
Con gioia i nostri ragazzi hanno interpretato il canto Re di Gloria; hanno trovato buona ed interessante
l’idea di farli giocare basandosi su
azioni compiute da Gesù e dai suoi discepoli.
Hanno così spiegato i simboli che
sono stati dati loro su un cartoncino
colorato:
AMAR
Appuntamento Missionario Annuale
per Ragazzi dalla 3ª elementare alla
e
2ª media: un pomeriggio di gioco
I
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testimonianze sull’ESS
SABATO 17 MAGG IO 2014
dalle 15 alle 18
AMA
Appuntamento Missionario Annuale
Testimonianze, progetti, formazione,
Mercatino Missionario...
DOMENICA 26 OTTOBRE 2014
dalle 15,30
Croce (fede), Cuore (Amore) = bambino/ragazzo/adulto.
La fede legata all'amore fa di tutti
noi persone brave e buone che seguono la Via di Gesù, ben inserendosi
nella famiglia, nella scuola, nella comunità e spaziando oltre...
I catechisti e gli educatori ringraziano calorosamente e con affetto!
Parrocchia di Santa Maria Nuova
Tra i giochi divisi in tappe, abbiamo proposto
una tappa-preghiera dove, seguendo l’esempio di
san Francesco, ogni ragazzo ha confidato a Gesù:
“Tu per me, sei...” scritti ciascuno in un post-it.
Ci permettiamo di condividere questi rifressi
luminosi...
ama e AMAR
5
6
...SULLE STRADE DEL MONDO
Buon complebicentenario Madre Teresa Lega!
PRONTI, PARTENZA... VIA: MEMORIA, GRATITUDINE e riprendiamo il CAMMINO
La nostra carissima fondatrice ha compiuto 200 anni e a lei affacciata certamente dal cielo, abbiamo unito il nostro
grazie, per il dono che la sua vita continua
ad essere per tanti.
Vi proponiamo una carrellata di “FOTO
DI FAMIGLIA” attraverso cui ripercorriamo
i festeggiamenti che in vario modo abbiamo condiviso con tanti.
Vivere il BICENTENARIO DELLA NASCITA
DI SUOR MARIA TERESA LEGA, per noi
suore della Sacra Famiglia, è stato un
TEMPO DI GRAzIA, l’occasione non solo per
mettere in evidenza la bellezza e la ricchezza dell’eredità ricevuta ma soprattutto per condividere ciò che è più prezioso
per il nostro cuore, un cuore che non
smette di “allenarsi” all’amore.
E proprio il cuore è stato, ed è il centro
di tutto: la madre Lega ripeteva, usando
un gioco di parole, che “per amar bene il
Signore e il prossimo ci vuole un cornetto, un cor-bello, un cor-bono”. Un cornetto: cuore limpido che favorisce una
vita onesta ed integra, purificato e
schietto che sa godere della verità e della
bellezza di Dio.
Un cor-bello: cuore trasparente e solidale; che comunica con semplicità, ascolta
con premura e agisce senza doppiezza di
fini.
Un cor-bono: cuore amabile, mite e misericordioso che comunica mediante la
bontà delle parole e dello sguardo; che vive
relazioni profonde di gratuità.
L’APERTURA DEL BICENTENARIO della
nascita di suor M. Teresa Lega ha avuto
luogo nella cappella della nostra Casa
Madre, a Modigliana, la sera del 13 gennaio, con i VESPRI celebrati dalle suore venute dalle sedi di Roma, Rocca San
Casciano, Brisighella, Capocolle, Cesena e
Santarcangelo. Al termine dei vespri la
Madre generale, suor M. Lina Orfei, ha
CONSEGNATO ALLE RESPONSABILI DELLE
COMUNITÀ UNA RELIQUIA della fondatrice
da custodire in ciascuna delle nostre case.
La cena-merenda che è seguita ha regalato un bel momento di fraternità, che ve-
ramente ha fatto gioire i nostri cuori.
Presso il Duomo di Modigliana alle ore
20.00 LA CELEBRAZIONE DELL’EUCARESTIA,
presieduta da Sua Ecc.za Monsignor Claudio Stagni, vescovo di Faenza-Modigliana,
ha concluso ottimamente la giornata.
Il Padre ha scelto ognuno di noi, prima
della creazione del mondo!! Voluti da Dio
da sempre e per sempre… ma, a che
scopo?? Niente di meno che per essere
santi. L’eccezione non sono i santi ma coloro che non lo diventano!
È proprio della profondità dello sguardo
sul dono di una vita speciale, come è per
noi quella di suor Teresa, il chiedersi il
senso della vita, di ogni vita. Così il vescovo
è andato subito al nocciolo della festa: ringraziare e rivolgere lo sguardo a Dio che ad
ognuno ha consegnato un dono grande:
quello di una “vita nuova, bella e possibile”, una vita santa…
… Mons. Stagni ci ha consegnato due
perle di francescana saggezza: «Allontanandoci dalla volontà di Dio, ci allontaniamo dalla realizzazione gioiosa di noi
stessi; dalla via della santità e solo grazie
alla fede possiamo seguire efficacemente
le orme di santi madri e padri che ci hanno
preceduto». Mons. Stagni ha concluso ringraziando il Signore per la santità di madre
Teresa Lega di cui la Chiesa ha riconosciuto
l’eroicità delle virtù cristiane; chiedendo a
Lui che, se rientra nei suoi disegni, la
Chiesa possa riconoscere pubblicamente
la sua santità di vita per poterla additare
in modo più ampio col suo esempio; e ancora ringraziando per le sue figlie che
ne continuano l’opera e la testimonianza...
8 GIUGNO 2012 Brisighella-Modigliana
MARCIA/PELLEGRINAGGIO “SULLE ORME
DI MADRE TERESA LEGA”: la speranza dà
importanza al futuro: “come frecce in
mano ad un eroe sono i figli della giovinezza” (Salmo 126,4).
Abbiamo vissuto questo cammino, nella
fertilità dell’Anno della fede come nuova
foto di famiglia
occasione per riscoprire e apprezzare
questo dono. Il tema che ha accompagnato il cammino era la SPERANzA.
Papa Francesco ci ricorda che “la nostra speranza è in Dio. Noi confidiamo
nel Dio che in Gesù Cristo ha rivelato la
sua volontà di stare con l’uomo, di condividere la sua storia, per guidarci tutti
al suo Regno di amore e di vita. Gesù
che nel momento estremo della morte
si affida totalmente nelle mani di Dio
Padre, ci comunica la certezza che, non
cadremo mai fuori dalle mani di Dio,
quelle mani che ci hanno creato, ci sostengono e ci accompagnano nel cammino dell’esistenza, perché guidate da
un amore infinito e fedele”. E ancora si
raccomanda: “Per favore non lasciatevi
rubare la speranza!. Dobbiamo vivere
la fede con un cuore giovane, sempre,
anche a 70 e 80 anni. Con Cristo il cuore
non invecchia mai”.
Suor M. Teresa Lega più si avvicina
a Cristo, più ringiovanisce nei propositi,
nella capacità di spendersi e inventarsi
strade per farLo incontrare agli altri,
con uno sguardo e sensibilità particolari per i più piccoli e poveri.
Modigliana, settembre 2012 - MOSTRA SULLA FONDATRICE nel contesto
della festa dell’800, con tanto di garibaldini che sparavano per la città.
I pannelli illustrativi della vita della
fondatrice sono poi stati esposti in
varie occasioni e luoghi a seconda delle
possibilità di ogni comunità.
RASSEGNA STAMPA E RISTAMPE
Stampa immaginette Sacra Famiglia
disegnata dalla fondatrice.
Pubblicazione raccolta di preghiere
della Fondatrice e di san Francesco, indirizzata ai giovani.
Ristampa della vita della fondatrice
di suor Diana Presepi.
Ristampa di Le due vite di padre Michele Colagiovanni.
Cesena, novembre 2012 TAVOLA
ROTONDA: suor Teresa Lega: una
donna di speranza per il nostro tempo
Di vita in vita, duecento anni per la
vita.
Tre i relatori intervenuti e ciascuno
ci ha dato una risonanza particolare
sulla vita di Madre Teresa Lega.
Il vescovo Douglas ha evidenziato,
nella rilettura delle tappe fondamentali
della vita di suor Teresa, uno “schema”
7
che si ripete nelle vite dei santi: l’incontro
con Dio che richiede silenzio, preghiera,
tempi lunghi di maturazione, la formazione di una solida spiritualità, la fecondità
nelle opere di carità dove l’incontro con i
poveri è occasione che scardina le nostre
sicurezze e ci conduce su vie nuove.
La radicalità del Vangelo e l’anelito alla
santità, la ricerca dell’essenziale nell’incontro personale con Cristo e l’umiltà
semplice nella povertà, tratto questo tipicamente francescano, sono le coordinate
fondamentali della vocazione di suor Teresa che l’hanno condotta a dare vita ad
una famiglia religiosa che si dedicasse alla
cura e all’educazione delle bambine povere del suo tempo.
Padre Michele Colagiovanni, autore
di una biografia di suor Teresa dal titolo:
Le due vite di Madre Teresa Lega ha invitato a guardare, attraverso la vicenda
di suor Teresa, la storia come storia
sacra. Solo lo sguardo della fede permette di cogliere, nell’intreccio delle vicende e dei giorni, la presenza viva e
vivificante dello Spirito.
Se la fede non ci permette di dormire
sonni tranquilli perché ci fa cogliere nell’oggi continue sfide e stimoli, la speranza ci fa costruire nella storia opere di
carità perché la speranza è voglia di costruire nell’oggi il presente di Dio.
E infine, Carmelina Labruzzo ha tratteggiato con il suo caratteristico entusiasmo, il volto di suor Maria Teresa
come educatrice. A partire dai suoi scritti
ha riassunto un bel vademecum per
qualsiasi educatore e testimone della
fede che potremmo racchiudere in alcuni slogan:
- Compromettersi perché non si educa
stando a guardare.
- Fare un lavoro di squadra perché non
si educa da battitori liberi.
- Saper attendere di un’attesa feconda
per vedere bene, per vedere oltre.
- Ogni persona è unica e questo ha una
doppia conseguenza: niente etichettamenti e grande attenzione, ascolto e
fiducia perché nessun germe di bene
venga perduto o calpestato.
- Educare è credere nella forza del seme
e della semina, coltivare radici profonde e dare tempo, senza aspettarsi
nulla in cambio.
“Tutto è grazia” e “Per Gesù tutto è
poco”, amava ripetere suor Maria Teresa.
Lei ha saputo ascoltare i suoi sogni e ci invita a far diventare anche questo un metodo educativo: ascoltare i sogni, quelli
grandi, quelli che Dio mette nel nostro
cuore che sono via per realizzare il Regno
di Dio su questa terra.
SOLENNE CELEBRAZIONE EUCARISTICA, per LA CHIUSURA DEL BICENTENARIO
Domenica 13 gennaio 2013, Cattedrale di Cesena: celebrazione eucaristica presieduta da Sua Eccellenza Monsignor Douglas Regattieri.
Una vera e propria FESTA!!!
Festa della memoria, festa della vita, festa della consacrazione, festa di Madre Teresa Lega, festa delle Suore della Sacra
Famiglia, festa della condivisione dei doni che lo Spirito Santo
distribuisce con abbondanza nella vita di ogni uomo!
Le parole del Vescovo Douglas, la presenza di tanti sacerdoti,
la vitalità dei seminaristi, il calore espresso dalle molte persone,
amiche di recente e di antica data, il canto, la musica, la preghiera partecipata ci hanno confermato di vivere qualcosa di
“nostro” che può crescere ancora nella misura in cui continuiamo a riceverlo e condividerlo nella Chiesa. I 303 nomi delle
sorelle della “Sacra Famiglia” portati scritti in un cestino all’of-
fertorio, in un momento hanno abbattuto i confini del tempo e
dello spazio ed allora il Mozambico e la Colombia erano lì e,
l’Ottocento, il Novecento, il Duemila non sembravano secoli,
ma solo ieri, oggi e desiderio di domani. Germogli e radici, che
un giorno si
riincontreranno, sono la
stessa pianta,
la stessa linfa,
la stessa vita.
La Santa Famiglia di Gesù,
Maria e Giuseppe ottenga ad ogni uomo di poter realizzare lo
scopo della propria vita nella santità attraverso la carità, dovunque il Signore chiama a seguirlo.
Una presenza viva
In occasione del bicentenario della
nascita di Madre Teresa Lega, è stato
consegnato ad ogni comunità un piccolo cofanetto con la sua reliquia.
In quel momento io facevo parte
della comunità di formazione a Bo-
8
gotà (Colombia) e ho visto e vissuto
questa celebrazione con gli occhi da
novizia che si sta formando per essere discepola di Cristo allo stile di
suor Teresa Lega.
Sono state molte le emozioni e i
sentimenti di quel momento, come
la gioia nata dal clima di festa, la sorpresa di chi riceve un dono prezioso,
la consolazione nel sentirsi accompagnati e sostenuti nel cammino.
Il poter avere un “pezzettino”
della fondatrice nella nostra cappel-
lina, mi ha fatto sentire più vicina la
presenza di quella donna di cui stavo
leggendo e approfondendo la vita. Il
pensare che in tutte le comunità era
presente, mi faceva sentire parte di
questa grande e piccola famiglia, mi
invitava a ringraziare ogni giorno per
ciò che la Fondatrice ha incominciato
e che ci è chiesto di portare avanti!
Ringrazio il Signore e veramente…
non si può non voler bene alla nostra
famiglia.
sr M. Chiara Fabbri
...SULLE STRADE DEL MONDO
“BENDECIRÉ AL SEÑOR CON TODA MI ALMA,
BENDECIRÉ AL SEÑOR CON TODO MI SER”
Dio non si stanca di amare, di starci vicino e di chiamare al suo servizio!
È stata una grande gioia poter consacrare la mia vita al Signore, è bello sentire che l’iniziativa è partita da Lui e la
Sua grazia mi accompagna.
Il Suo sguardo ha raggiunto il mio cuore
e lo ha attirato a sé, lo ha conquistato
tanto da decidere di seguirlo più da vicino.
Il Signore continua a chiamarmi alla
fedeltà del dono della vita che in Lui ha
pienezza.
Come una mamma prende in braccio
il suo bimbo e lo contempla con tenerezza così mi sono sentita guardata dal
Signore che come a Pietro, rivolge a me
la domanda: “Mi ami tu più di tutti?”. È
un invito ad amarlo più di tutti e più di
tutto ed è quello che desidero. L’offerta
quotidiana della vita mi permette di portare con gioia la croce dietro a Gesù e
come Maria ai piedi della Sua croce cotemplo la grandezza del Suo amore
per noi.
Prego perché la
Grazia di Dio mi aiuti a
alla
corrispondere
voce dello Spirito che
fa nuove tutte le cose.
Essere sposa di
Cristo è un mistero
grande e sono felice di
partecipare a questo
mistero.
hna Andrea Guerrero
LA SPOSA DELL’ETERNO RE
La vita consacrata e la professione
dei consigli evangelici oggi più che
mai sono una sfida.
Le persone che fanno una scelta in
contrasto con quanto propone il mondo appaiono pazze, sembrano “soggetti rari”, perché abbracciano un
modo di vivere che non è di moda,
professano valori che cercano di trasmettere un amore inimitabile, che
rende liberi e felici, l’amore di Gesù
per noi, che si esprime nel dare la vita
sulla croce. Il 21 luglio ho fatto la mia
professione perpetua come “la sposa
dell’eterno Re” nelle Suore FrancesIl 21 luglio, suor Sandra Tobon ed io
abbiamo avuto la Grazia di fare la nostra
professione perpetua.
È stato un “passo” che ha riempito di
gioia la mia vita ed è stato espressione
della risposta all’amore di Dio a cui voglio dare la mia vita per sempre.
Per esprimere quella che è stata questa
bellissima esperienza voglio condividere
alcune righe scritte nei giorni precedenti
alla professione. Parole che esprimono
bene i sentimenti del mio cuore.
Quando l’Amore raggiunge le fibre
dell’anima, non si può far altro che dire:
cane della Sacra Famiglia: gioia infinita,
una sensazione indescrivibile, che può
sperimentare solo chi ha sentito su di sé
la misericordia e l’amore di Gesù. Sono
certa che “nessuno potrà mai separarci
dal Suo amore” (Rm 8,35).
Tutto ho ricevuto da Lui e ha fatto di
me la sposa più felice perché so che Lui
è vivo nella mia vita e mi spinge a proseguire fino alla meta che Lui stesso mi ha
preparato. Così, a te giovane, che forse
stai chiedendoti se sia possibile seguire
“SÌ PER SEMPRE SIGNORE DELLA MIA
VITA, SIGNORE DELLA MIA STORIA”.
COME NON DIRTI “SÌ”
Come non dirTi “Sì”
se il tuo amore mi stupisce
se il tuo amore mi riempie,
se il tuo amore mi commuove.
Cristo, dico di sì, è possibile che senza
dubbio Lui è lì, è nostro amico, fratello, sposo ... SEGUILO. E tu bambino,
adolescente, giovane, adulto cristiano
che desideri vivere pienamente, con
un impegno radicale la tua sequela a
Cristo, non esitare e scopri che è bello
seguire Gesù, porta il Suo amore a chi
ne ha bisogno, perché GESÙ È IL MEGLIO CHE POSSA SUCCEDERE ALL’UOMO.
Gesù l’amico fedele, benedice tutti
noi e ci dà coraggio per corrispondere
alla sua proposta di Amore.
hna Sandra Elena Tobón Vásquez
Come non dirTi “Sì”
se la tu pace mi conforta,
se la tua luce mi illumina,
se la tua forza mi rialza.
Come non dirTi “Sì”
Signore della mia vita,
se mi fai felice,
se riempi i miei sogni,
se mi spingi ad amare.
Come non dirTi “Sì”
sì per sempre Signore della mia vita
sì per sempre Signore della mia storia.
hna Sindy Yursey Sandoval Ortíz
E mentre stiamo “andando in stampa”,
noi tutte suore francescane della Sacra Famiglia,
condividiamo con voi la gioia
per due prossime PROFESSIONI SOLENNI.
Domenica 2 Febbraio 2014
nella Celebrazione Eucaristica presieduta dal vescovo Douglas
alle ore 18,00 in Cattedrale a Cesena,
suor M. Alessandra Fabbri e suor M. Nadia Pompili
diranno al Signore il loro Sì, per sempre.
LO SpiRiTO E LA SpOSA... DicONO: SÌ
9
“Se è la felicità che cercate…”
Ciao sono Chiara, originaria della
parrocchia di Ronta; da 6 anni ho intrapreso il cammino di formazione religiosa presso le suore della Sacra
Famiglia e il 21 settembre ho fatto la
prima professione religiosa.
Ricordo che in uno degli incontri vocazionali a cui ho partecipato, diversi
anni fa, presso la comunità delle suore
a Capocolle, il mio sguardo si posò su
una scritta impressa su una pietra che
si trovava nel giardino: “Se è la felicità
che cercate, allora state cercando Cristo”. Questa frase che papa Giovanni
Paolo II rivolgeva ai giovani è rimasta
dentro di me e mi ha spinto a cercare
Gesù di cui sempre avevo sentito parlare. Così ho incominciato a indagare
dove potessi incontrarlo e… un pomeriggio di luglio l’ho incontrato, o meglio
Lui, che è sempre presente in ogni momento della nostra vita, si è fatto “vedere” in modo più chiaro e nitido.
Ero in parrocchia e facevo servizio al
centro estivo quando ho capito che Dio
mi stava chiamando a una vita piena di
felicità perché mi stava chiedendo di
innamorarmi dell’Amore.
“Ti ho amato d’amore eterno, ti ho
chiamato per nome, tu mi appartieni
da sempre”, con questa certezza ma
anche con tanti dubbi ho intrapreso un
cammino di conoscenza della vita consacrata e di discernimento, che mi ha
portato in questi tre ultimi anni a sperimentare le parole che papa Francesco ha detto ai giovani: “Andate, senza
paura, per servire”.
Andare: sinonimo di partire, cambiare, lasciare che Dio guidi “l’auto”, e
per me ultimamente l’aereo, perché gli
ultimi tre anni di formazione presso le
suore della Sacra Famiglia li ho vissuti
a Bogotà, in Colombia.
CARISMA?
Carisma: dono gratuito e straordinariamente vario dello
Spirito per il bene
della comunità.
Nella prima lettera ai Corinzi, Paolo
dice: «Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito;
vi sono diversi ministeri, ma uno solo
è il Signore; vi sono diverse attività, ma
uno solo è Dio, che opera tutto in
tutti» (1Cor. 12,4-6).
Negli ultimi tre anni ho vissuto a
Duitama-Boyacà, terra in cui io sono
nata, qui ho potuto formarmi e formare diversi gruppi di bambini dell’Infanzia Missionaria, giovani, seminaristi
e adulti impegnati nella Parroccha San
José de Duitama. Persone di età differenti ma con lo stesso desiderio di conoscere meglio Gesù.
L’impegno con questi gruppi è stato
molto arricchente, sia per la preparazione che richiedevano gli incontri, i
confronti, le lezioni, che per l’incontro
con la vita delle singole persone.
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Gesù quando incontrava le persone,
entrava nella loro vita e continua a
farlo oggi attraverso la mediazione dei
fratelli.
Spesso davanti a servizi più impegnativi o semplicemente diversi dai soliti, ci tiriamo indietro, mentre lo Spirito non aspetta altro che di essere messo in gioco. E così donandosi senza
troppi calcoli, Lui può esprimersi al
meglio e noi cresciamo nella generosità di far circolare ciò che ci vien donato.
Io ho ricevuto amore, formazione, i
Sacramenti, la possibilità di conoscere
la Parola di Dio e questi doni cerco di
condividere mentre preparo un incontro, quando parlo con le persone.
Spesso invoco l’intercessione di Maria
santissima e la nostra venerabile Fondatrice. Tutte le volte che ho invocato
l’aiuto di suor Teresa Lega, mi è stata
accanto.
Ho sempre accostato con fede e
amore la reliquia della Fondatrice che
abbiamo in casa a Duitama e insieme a
lei chiedevo al Signore il dono del di-
Senza paura: ciò è possibile se cammini con Colui che tutto può, non perché è potente, forte, ricco, non perché
è sicurezza o certezza, ma perché è
semplice, vicino, povero, generoso,
vivo, ma soprattutto perché è perdono
e libertà.
Per servire: in questo cammino ho
avuto l’opportunità di riscoprire e approfondire la bellezza del servizio, che
già avevo conosciuto con gli scout: la
gioia del dare senza aspettare nulla in
cambio, la speranza di costruire qualcosa di migliore, la bellezza di condividere gioie e fatiche con chi Dio ti mette
accanto, l’accogliere ciò che è diverso
da noi e dal nostro mondo per arricchirci e aprirci a nuove opportunità.
Oggi posso solo dire che è bello seguire Gesù, lasciare che Lui entri nella
vita, che la trasformi e che la riempia
di quelle mille sfumature di cui è
fatta.
A tutti auguro che possiate lasciare
entrare Dio nella vostra vita perché
solo Lui è la vera felicità.
Buona strada.
sr Chiara Fabbri
scernimento, della comprensione, la capacità di affrontare difficoltà personali
e di apostolato. Tante volte i suoi scritti
hanno dato luce nuova alla mia vita.
Si potrebbe pensare che questo non
centri nulla con i carismi. Invece centra
e molto, perché appartengo alla fraternità che lei stessa ha fondato. Mi ha
aiutato nel discernimento della mia vocazione, nell’incontro con il Signore, e
per lei ringrazio e lodo il Signore Gesù.
Ho avuto l’opportunità di donare
ciò che sono non per merito mio ma
dono del Signore e la Sua fiducia in me
nonostante il mio essere peccatrice.
Lui Padre misericordioso datore della
vita, ci manda nientemeno come testimoni del Suo amore.
Vorrei invitare ciascuno di voi a
mettere al servizio della Chiesa i carismi che Dio ci ha dato per ANDIARE INCONTRO AGLI ALTRI.
hna Fany
...SULLE STRADE DEL MONDO
In 400 al pranzo “senza confini”
Spaghetti vietnamiti; enpanadas colombiane; cuscus con verdure e pollo;
polpette di pesce marocchine; pasta e fagioli italiana; pollo con il brodo tunisino:
ecco alcuni dei piatti protagonisti del
grande pranzo “senza confini” che si è tenuto lo scorso 10 novembre al Cantiere
411 a San Mauro in Valle. L’iniziativa,
giunta alla sua terza edizione, ha richiamato oltre 400 persone di diverse nazionalità, per condividere una giornata alla
scoperta di sapori e gusti nuovi. Tanti i
Paesi rappresentati: Marocco, Tunisia,
Nigeria, Senegal, Burkina Faso, Moldavia,
Colombia, Ecuador, Brasile, Albania, Vietnam, Italia. Il pranzo è stato ideato allo
scopo di raccogliere fondi per sostenere
le attività del Cantiere 411, il centro
educativo pomeridiano gratuito, avviato nel 2005 dall’associazione di pro-
mozione sociale “Il Pellicano” e che accoglie bambini e ragazzi dalla prima
elementare fino alle superiori, che attualmente sono circa una trentina.
Al Cantiere 411, dalle 14.30 alle 16, i
ragazzi possono giocare ed in alcuni periodi dell’anno partecipare a laboratori
creativi, mentre lo studio viene svolto
dalle 16 alle 18. I ragazzi che frequentano il centro sono per lo più stranieri
nati o arrivati in Italia, da poco, residenti
nel quartiere Oltre Savio, zona San
Mauro.
Questo pranzo è anche l’occasione
per incontrare le famiglie dei ragazzi che
frequentano il centro. I piatti sono stati
preparati per la maggior parte dalle famiglie stesse. I ragazzi del centro educativo e i genitori del Masci di San Paolo
si sono occupati dell’allestimento dei di-
versi stand. Culture, etnie e tradizioni diverse si sono incontrate e unite insieme.
Durante il pranzo ogni partecipante,
dopo aver acquistato dei coupon da 2
euro, ha potuto presentarsi nei diversi
stand e scegliere i vari piatti. Il pranzo,
che ha portato alla raccolta di circa 3mila
euro, è stato reso possibile anche grazie
al contributo gratuito di alcune aziende
del territorio quali: Piraccini Secondo Ortofrutta, gruppo Martini e il ristorante
Rugantino.
Barbara Baronio
www.suoresacrafamiglia.it
TESOROCARDIOGRAMMA
Ciao a tutti, sono Alessandra, ho 24 anni
e sono arrivata a La Verna mercoledì 21
agosto, per un incontro dal titolo a dir poco
programmatico: TESOROCARDIGRAMMA.
Ad accogliermi suor Nadia, suor Daniela e suor Martha, che mi hanno fatto
subito sentire a casa e hanno pian piano
levigato la mia scorza di timidezza e imbarazzo.
Con me in questo viaggio alla ricerca
del proprio tesoro, tre ragazze: Jessica,
Janette e Vanessa, con cui sin dai primi
istanti si è creata una bella amicizia.
Sono state giornate intense, sia a livello
fisico che a livello spirituale, lunghe camminate, momenti profondi di preghiera,
istanti di gioco e divertimento, tempi di
condivisione, di ricerca, di ascolto.
Non ero mai stata al Santuario ed è
stata una bella scoperta, un piacevole incontro con il Signore.
L’esperienza che più mi ha segnato, e
che custodirò sempre nei miei ricordi e nel
mio cuore, è sicuramente quella della
“Caccia al Tesoro”.
Una caccia al tesoro dove non ci
sono vincitori e vinti, ma solo
fratelli alla ricerca del proprio cuore, del proprio
tesoro, del Signore.
Una caccia al tesoro all’insegna
pROpOSTE +
della riflessione e della condivisione, nell’ascolto e nella comprensione della Parola
di Dio.
Tappe che hanno profondamente illuminato la mia vita, che hanno dato risposte alle domande più nascoste del mio
cuore, che mi hanno mostrato la bellezza e
la gioia di camminare in, con e per Gesù, il
desiderio grande di vivere in pienezza nel Suo Amore.
Auguro a tutti di vivere ogni
giorno avendo sempre più
chiaro quale sia il vero tesoro che attende di essere trovato.
Alessandra Asso
11
SERVIZIO
DI VOLONTARIATO
NEL CENTRO EDUCATIVO
“Il Cantiere 411”
Se hai del tempo da donare,
contattaci:
“IL CANTIERE 411”
Via F. Mami, 411 – Cesena
suor Chiara Fabbri
0547 334709
IL CANTIERE 411
Cosa dà il Cantiere ai ragazzi?
J:
F:
sostegno e speranza
li accoglie, li ascolta,
li accompagna alla scoper ta
della vita e dell’umanità
e li sostiene nella crescita
Cosa dà il Cantiere agli educatori?
J:
F:
la bellezza che si riceve nel donarsi
tutta la gioia e la soddisfazione
che si prova donandosi agli altri
Un colore con cui definiresti il Cantiere.
marrone: il colore della terra,
dei mattoni che costruiscono
e degli alberi che crescono
F: un colore solo non basta...
perché il Cantiere ha tutti
i colori dell’arcobaleno
J:
Qual è l’attività più amata dai bambini
del Cantiere?
il gioco... dallo spor t ai giochi
da tavolo
F: tutte le attività che si vivono
Cosa si può dare al Cantiere?
nel momento del gioco
J: una mano per continuare a costruirlo
Ma è vero che al Cantiere se ne fanno
F: un pezzettino del proprio tempo,
di tutti i colori?
il quale sarebbe un aiuto concreto
J: sì, è un arcobaleno di emozioni
per la realizzazione
e continue scoper te
del suo prezioso progetto
F: sì, perché i ragazzi trovano
Se tu fossi un ragazzo, ti piacerebbe
ogni giorno un modo speciale
andare al Cantiere?
per dipingere con colori nuovi
J: sì, per sentirmi accolto e diver tirmi
la quotidianità del Cantiere...
F: mi piacerebbe un sacco, perché sarei
Tre parole per descrivere
Quanti nuovi volontari servirebbero
il Cantiere...
sicura di trovare qualcuno che mi
per accogliere tutti i bambini in lista
J: scommessa, crescita, collaborazione
accoglie e mi ama così come sono di attesa?
F: speranza, scoper ta, crescita
J: anche solo una
decina... ma più
La cosa più bella del Cantiere?
siamo meglio è!
J: la diversità dei ragazzi
F: forse una decina...
che si trasforma in uguaglianza
ma se fossero di
F: l’incontro tra diversità
più sarebbe
ancora
più bello...
La cosa più divertente del Cantiere?
perché più siamo
J: le risate dei ragazzi
e
più
F: l’allegria e la spontaneità dei ragazzi
ci diver tiamo!!!
Salve amici, siamo qui per presentarvi
il Cantiere… e abbiamo pensato di farlo
chiedendo aiuto a due educatrici che
ogni giorno vivono questa realtà meravigliosa e sempre sorprendente.
Ecco a voi l’intervista doppia proposta
a Jessica e Francesca… chissà che leggendo le loro parole, non nasca in voi il
desiderio di incontrare il Cantiere più
da vicino e sperimentarlo personalmente, per capire se veramente è così
speciale come loro ce lo hanno descritto. Buona lettura…
La cosa più emozionante?
J: gli sguardi dei ragazzi
F: la gioia negli occhi dei ragazzi
La cosa più difficile al Cantiere?
J: aiutare i ragazzi a rispettarsi
F: aiutare i ragazzi a riconoscere
i propri talenti e convincerli
a scommettere su di sé
Un motivo per cui venire al Cantiere?
J: stare in mezzo a tanti colori,
dare una mano per poi riceverla,
sentirsi utili perché valorizzati
F: per toccare con mano la bellezza
della diversità e sperimentare
la gioia di adoperarsi per il bene
dell’umanità
12
Se tu fossi un adulto avresti piacere di
fare il volontario al cantiere?
J:
Che competenze sono richieste a chi
vuole fare il volontario al Cantiere?
tanta voglia di mettersi in gioco,
disponibilità e un po’ di pazienza.
J: sì, per sperimentarmi e scoprire quanto
F: nessuna competenza par ticolare...
è bello.
solo tanta voglia di mettersi in
F: ne sarei molto contenta, perché
gioco e di condividere con gli altri
avrei la cer tezza che il mio piccolo
tutto se stesso.
contributo servirebbe a realizzare
C’è un’età limite per poter dare una
un grande progetto e nello stesso
al Cantiere?
tempo diventerebbe una ricchezza J:mano
dai 15 anni in su
grande per la mia vita
F: semplicemente dai 15 anni
in su chiunque può contribuire
Un atteggiamento indispensabile per
al
progetto meraviglioso del Cantiere
vivere bene al cantiere?
e arricchirlo con la sua specificità
J: andare oltre all’apparenza
e con idee e spunti sempre nuovi
F: capacità di accogliere l’altro in tutto
il suo essere così speciale
VIENI ANCHE TU!
J:
...SULLE STRADE DEL MONDO
La sobrietà come stile di vita
Estratti da “La Sobrietà” di Francesco Gesualdi
LA CRISI PROFONDA E GLOBALE
dell’intero modello di sviluppo, ci impone di saper leggere, in tutta la sua
complessità, il messaggio che ci sta dietro: quello dell’insostenibilità di una
forma di vita volta all’incentivazione
del consumo ad ogni costo, anche al di
là delle reali possibilità delle persone,
delle comunità e dell’ambiente. Questa insostenibilità costringe chi vuole
uscirne, a pensare in modo diverso, a
modificare il modo di consumare e di
produrre, privilegiando il sostenibile
all’irresponsabile, il durevole e riciclabile al deperibile, il qualitativo al
quantitativo.
È proprio grazie ad un cambiamento degli stili di vita adottati nella
vita quotidiana che possiamo creare
un mondo rispettoso dell’ambiente naturale e dei princìpi di solidarietà ed
equità sociale.
Culturalmente significa porsi degli
interrogativi sulle conseguenze che
possono avere le nostre azioni quotidiane nel presente, nel futuro e sul
resto del mondo.
Gran parte di ciò che produciamo
non serve a niente.
Ogni individuo produce mezza tonnellata di rifiuti domestici all’anno e se
dovessimo accumularli nel nostro giardino ci renderemmo conto della montagna che sono. ...Si dice che è il prezzo
da pagare per il progresso. Ma chiamiamo le cose col loro nome. Questo
non è il prezzo del progresso. È il boomerang dello spreco.
...ogni volta che metti mano al portafoglio, fatti una domanda semplice: “Il
nuovo acquisto che sto per fare vale lo
stress che ho procurato alla mia vita?
Vale il tempo perso per cercarla? Il mio
nuovo acquisto contribuirà a rendere il
mondo migliore, più sicuro, più sano?”.
“Non è sufficiente limitarsi ad iniziative straordinarie. L’impegno per la giustizia richiede un autentico cambiamento dello stile di vita, soprattutto
nelle società del benessere” (Giovanni
Paolo II).
CONSUMO CRITICO
Il consumo critico è una modalità di
scelta di beni e servizi che prende in
considerazione gli effetti sociali e ambientali del ciclo di vita del prodotto e
determina gli acquisti dando a tali
aspetti un peso non inferiore a quello
attribuito a prezzo e qualità.
Prende in considerazione le modalità di produzione del bene, il suo trasporto, le sue modalità di smaltimento
e le caratteristiche del soggetto che lo
produce.
Lo scopo del consumo critico è
quello di ridurre al minimo questo
peso, attraverso un’azione che si
muove su due livelli: da una parte riducendo l’impatto ambientale e sociale della propria spesa e dall’altro
contribuendo con le proprie scelte ad
indirizzare le politiche dei soggetti
protagonisti del mercato.
SOBRIETÀ
A conti fatti la sobrietà ci conviene.
Ci fa guadagnare in rapporti umani, in
tranquillità, in salute.
Sobrietà non è sinonimo di rinuncia.
Piuttosto è espressione di libertà. È recupero di autonomia dai condizionamenti della pubblicità. La sobrietà è più
un modo di essere che di avere. È uno
stile di vita che sa distinguere tra i bisogni reali e quelli imposti. È la capacità di
dare alle esigenze del corpo il giusto
peso senza dimenticare quelle spirituali,
affettive, intellettuali, sociali. È un modo
di organizzare la società affinché sia garantita a tutti la possibilità di soddisfare
i bisogni fondamentali con il minor dispendio di materiali e di energia.
RIDURRE
...La riduzione impone scelte di
qualità e di quantità. Se selezioniamo
i prodotti in base alla qualità ci ren-
formazione
diamo conto che molti vanno scartati
perché sono dannosi. Altri invece vanno scartati perché sono inutili.
Rispetto ai prodotti utili, si pone un
problema di quantità. Mangiamo troppo e buttiamo via troppi avanzi...
...Naturalmente non dobbiamo limitarci a rivedere i nostri consumi privati,
ma anche quelli collettivi perché anche
fra questi ce ne sono di dannosi e di superflui.
...Il presupposto della sobrietà è il
recupero del senso di sufficienza, cioè
di sazietà. Cos’è il necessario e cos’è il
superfluo? ...la giusta misura dei nostri
consumi si può trovare se utilizziamo
contemporaneamente tre guide: il
buon senso, l’attenzione per l’ambiente e la certezza che tutto ciò che abbiamo è dono che basta per tutti se
viene condiviso.
RIUSARE
Oltre che una scelta di libertà, la sobrietà è una scelta di rispetto. Consumare con rispetto significa trattare
bene gli oggetti affinché possano durare a lungo.
RIPARARE
Oggi non è facile riparare in quanto
gli oggetti sono costruiti per essere sostituiti. Ma noi sforziamoci di comprare prodotti resistenti e ostiniamoci
a riparare qualunque cosa sia possibile: dall’auto alla bicicletta, dai vestiti
alle scarpe. Così facendo promuoveremo localmente l’occupazione messa
in pericolo dalle multinazionali. Del
resto se impariamo ad aggiustarci le
cose da soli diventeremo più padroni
della nostra vita.
RICICLARE
Quando un oggetto non è più riparabile, diventa inesorabilmente rifiuto.
Ma con adeguati accorgimenti può tornare a vivere in nuovi prodotti.
Continua a pag. 14
13
Continua da pag. 13
Praticamente ogni materiale è riciclabile e se oggi questa pratica è ancora poco sviluppata, è solo per mancanza di volontà e fantasia...
RALLENTARE
La consapevolezza di vivere in un
mondo dalle risorse limitate deve renderci sempre più efficenti. L’efficienza
vera è quella che ottiene il massimo
servizio con il minore impiego di risorse e produzione di rifiuti. Nel settore dei trasporti su breve distanza, il
simbolo dell’efficienza è la bicicletta.
Piccola, robusta, semplice, moltiplica
la nostra velocità senza utilizzare carburante e senza produrre rifiuti. L’uso
della bicicletta va incoraggiato, come
mezzo di trasporto abituale...
CONOSCERE PER SCEGLIERE
...Bisogna sempre guardare al paese
di origine e privilegiare i prodotti locali.
Bisogna sempre controllare il calendario e privilegiare i prodotti di stagione.
Non saremo mai consumatori sobri
se prima non diventiamo consumatori
critici. Essere critici significa innanzi
tutto informarsi sulla storia dei prodotti. La tecnologia impiegata è ad alto
o basso consumo energetico? Quanti e
quali veleni sono stati prodotti durante
la sua fabbricazione? Quanti ne produrrà durante il suo utilizzo e il suo
smaltimento? È stato ottenuto da materie prime riciclate o di primo impiego? Sono state utilizzate risorse pro-
venienti da foreste tropicali? Quanti chilometri ha percorso per giungere fino a
noi? In quali condizioni di lavoro è stato
ottenuto? Che prezzo è stato pagato ai
contadini? Per colpa loro sono state
tolte terre alla produzione di cibo?
A volte il singolo prodotto può risultare perfetto da tutti i punti di vista,
ma che dire se è stato fabbricato da
una multinazionale che possiede tante
altre attività inquinanti, che esporta rifiuti pericolosi nel Sud del Mondo, che
nell’Europa dell’Est sfrutta i lavoratori,
che è compromessa militarmente?
Per questo, prima di comprare
qualsiasi prodotto sarebbe utile conoscere anche il comportamento generale delle imprese produttrici con
particolare riferimento alle relazioni di
lavoro, al modo di condurre gli affari
nel Sud del mondo, all’atteggiamento
rispetto all’ambiente. Di non meno importanza sono altri aspetti come la disponibilità a dare informazioni, le vendite irresponsabili, i malaffari.
cucina, meno recipienti a perdere più
prodotti alla spina, meno pasti ingrassanti più correttezza alimentare.
Piccole scelte possibili e salutari, per
il corpo e per lo spirito, ma anche per
il portafoglio perché il passaggio dal
consumismo alla sobrietà fa pure risparmiare.
Ma il consumismo è così radicato
dentro di noi, che facciamo come i tossicodipendenti: con la testa capiamo
che dobbiamo cambiare, ma alla prova
dei fatti rinunciamo.
Può essere da stimolo intraprendere
la strada della sobrietà seguendo le informazioni fatte circolare dalla campagna Bilanci di Giustizia. ...partendo
dalla constatazione che l’ingiustizia e il
degrado ambientale passano inevitabilmente attraverso i nostri consumi.
A SCUOLA DI SOBRIETÀ
Nella vita di tutti i giorni, la sobrietà
passa attraverso piccole scelte come
quella di utilizzare meno auto più bicicletta, meno mezzo privato più mezzo
pubblico, meno carne più legumi, meno prodotti globalizzati più prodotti locali, meno merendine confezionate
più panini fatti in casa, meno cibi surgelati più prodotti di stagione, meno
acqua imbottigliata più acqua del rubinetto, meno cibi precotti più tempo in
RIDI-MISSIONANDO
• Suor Eletta, oggi novantenne, ricorda spesso e con emozione, il giorno in cui con suor Laura partì dal
porto di Genova in nave, per… l’AMERICA!!!
Oltre al folcloristico viaggio che a noi pare quasi da
film preistorico, suor Eletta sottolinea con orgoglio
che questa chiamata a cui sembra abbia acconsentito con incoscienza... sia risultata a qualcuno, addirittura fuori luogo. Saputo che suor Eletta si
avventurava in missione a 50 anni compiuti, un tale,
le avrebbe chiesto in modo sprezzante: “Ma non ne
avevano una più giovane da mandare?”.
In verità il poco cortese interlocutore non conosceva
affatto l’animo giovanile e scherzoso di suor Eletta
che ancora oggi gioca con le parole meglio di un giocoliere con le sue clavette.
come sapone. Solo dopo qualche tempo si è spiegata
l’inefficacia del suo lavoro: questa sostanza che si
scioglie nell’acqua ed ha un gusto dolce molto
buono.
• Quel giorno suor Angela e novizie erano state invitate a fare una gita con la “Parroquia de San José”.
Nonostante le turbolenze che le procurano i viaggi in
autobus, suor Angela e noviziato aderiscono alla gita.
Per prevenire i predetti malori suor Angela prese un
“travelgum”.
Ad un certo punto il parroco chiede a suor Angela di
intonare un canto mariano ed allietare i pellegrini
con la musica e l’idioma italiano.
A suor Angela è venuto un vuoto mentale e dopo diversi momenti di pensamento, ha intonato ROMAGNA MIA.
• Sempre suor Eletta con semplicità ricorda che non I pellegrini si sono complimentati per l’originale inno
è stato facile abituarsi all’alimentazione colombiana, mariano e solo l’arrivo a destinazione ha salvato suor
e di aver usato, per fare il bucato, un pezzo di panela Angela dal fare il bis.
14
...SULLE STRADE DEL MONDO
PENSAVO CHE NE VALESSE LA PENA...
E NON MI SBAGLIAVO!
Tutto è iniziato nell’ottobre 2012
quando suor Antonietta Lucchi venne
a parlare dell’esperienza missionaria
in Colombia al mio gruppo scout della
parrocchia di san Pietro.
Dentro me è scattato subito qualcosa che mi ha fatto dire subito: “Sì,
io vengo!”.
Passavano i mesi e questa idea di
partire non se ne andava dalla mente.
Insieme ad altre due ragazze, ho iniziato a frequentare gli incontri di
“Pensando Missione” condotti da due
suore, suor Diana e suor Herlinda che
mi hanno aiutato a prepararmi a questa esperienza.
Il 2 agosto 2013 ho preso l’aereo,
destinazione: Colombia.
È ben nitido il ricordo del mio arrivo nell’aeroporto di Bogotà. E dopo
altre dodici ore di bus sono arrivata finalmente alla meta tanto attesa: il
Collegio “Juan XXIII” a Cartago.
Nel mese di permanenza nel Collegio di Cartago ho avuto la possibilità
di affiancare una maestra del “primero Grado”. Trascorrere le mattinate
a contatto con i bambini di prima elementare mi ha riempito il cuore di
emozioni. Ogni giorno era una scoperta nuova, ogni loro sguardo o
gesto dicevano qualcosa della loro
vita.
In tanti momenti mi sono chiesta:
“Come posso aiutarli veramente?”.
Ho scoperto ben presto che un sorriso, una carezza, un bacio potevano
fare più di qualsiasi altra cosa. La conferma mi è arrivata quando uno degli
ultimi giorni un bambino con la sua
bella divisa e un sorriso smagliante
venne da me con un regalo e un biglietto con su scritto “Gracias por hacerme tan Feliz!”(Grazie di farmi
tanto felice).
I miei occhi si sono riempiti di lacrime. Penso che estos ninos siano
stati il regalo più grande di questa
breve esperienza: non li dimenticherò
mai.
I pomeriggi con suor Sindy sono
trascorsi tra giochi e attività con i
bambini del Collegio, visite intorno
alla scuola con i giovani, visite alle famiglie dei bambini seguiti dal Plan Padrino…
Il sabato alla mattina c’era il catechismo e al pomeriggio il “Grupo Juvenil”. Condividere momenti di catechesi, feste, gioco, canto con tanti
giovani mi ha avvicinato alla parte
bella della Colombia, che spesso erroneamente associamo solo alle problematiche sociali e politiche che ci
sono ma che non sono l’aspetto predominante.
È bello ora avere amici oltre Oceano.
Esperienza particolare è stata accompagnare suor Bernarda a portare
il CORPO DI CRISTO alle persone malate. Mi sono rimasti impressi nella
mente e nel cuore, luoghi, odori, la
musica che nonostante tutto non
smette mai di andare, strade e persone la cui gioia più grande è offrirti
quel poco che hanno: una “Galleta”
(merendina), un caffè, un gelato.
È incredibile come attendano questa visita! Sanno che quell’Ospite li
renderà più forti in tutto.
Il 28 agosto era alle porte e la mia
missione era quasi al termine.
I bimbi della classe prima mi hanno
lasciato un bustone pieno di disegni,
dediche e dolci; il gruppo giovanile un
biglietto stupendo con una stecca di
cioccolato buonissimo, le suore mi
hanno regalato… bèh che dire mi
hanno regalato tutto. Degli insegnanti
mi ha colpito quanto credono e vivono in Gesù, come parlano di Lui e
quanto lo amano.
Non vorrei “tornare” alla solita vita
quotidiana dove frenesia e caos sono
sempre pronti a distogliermi lo sguardo dalle cose vere e importanti.
PensAndo Missione
Incontri per approfondire la conoscenza della realtà MISSIONARIA in
Mozambico e in Colombia, anche
in vista di un’eventuale esperienza di
volontariato.
suor Marta 0543 960789
suor Chiara 0541 621138
Questo l’ho imparato: FERMATI E
RIFLETTI; prendi il tempo e pensa a
quello che sei e a quello che vorresti
essere, solo Lui sa dove ti condurrà,
ascoltalo!
“Que Dios te bendiga” mi veniva
detto ogni giorno e più volte al giorno
anche quando si usciva da negozi o
supermercati. Sono stata proprio benedetta!
Questo mio piccolo pezzo di strada
lo definirei “purificazione dell’anima”
perché mi sembra sia stato: un mese
di “pulizia” interiore, che mi ha avvicinata a Dio, e anche di “pulizia” esteriore, dal cellulare, dalle mode e dalle
parolacce che in questo tempo mi ero
completamente dimenticata.
Grazie a tutti coloro che mi hanno
aiutata a non mollare, a tutte le persone che ho incontrato in questo
cammino. GRAZIE “HERMANAS”,
GRAZIE COLOMBIA, GRAZIE GESÙ,
GRAZIE FAMIGLIA, e un GRAZIE speciale va a te, NONNA, che da lassù sicuramente mi hai protetto in questo
viaggio.
Colombia tornerò.
Diletta, 20 anni - Cesena
pENSANDO MiSSiONE
15
Oggi le nostre consorelle ci
possono scrivere per mail...
Non ci crederete ma è stata una conquista molto emozionante
e accolta con grata meraviglia.
“Avete capito proprio bene, abbiamo internet a casa nostra e si può
comunicare anche con skype con un
po’ di fortuna... quando la rete é
buona ci si può anche vedere solo che
non regge molto e cade spesso la
linea, ma se penso agli inizi in cui non
avevamo neanche l’acqua fresca,
puotete immaginare che passi sono
stati fatti. Mi viene quasi da piangere
se ci penso, ma non ricambierei con
nessun altro l’esperienza e la fatica di
quegli anni, così come l’emozione e la
gioia del nuovo e dell’inatteso e inaspettato perché non sapevi mai che
cosa poteva accadere il giorno dopo,
visto che tutto era novitá”.
Anche questo parla della fatica e
della bellezza della missione, la fatica
e la bellezza di essere andate dove il
Signore ci chiama.
MA CHE MUUUSICA MAESTRO!
Sabato 7 e domenica 8 settembre
nella Missione di Charre si è svolta la
Festa del Padroeiro San Pedro Claver.
È stata una bella festa che rimarrà
incisa nella storia della Parrocchia e
nei cuori e nella memoria di tante
persone. È la prima volta che si fe-
steggia il patrono, e in questa occasione è stata presentata la vita e l’immagine di San Pedro Claver.
Il sabato pomeriggio ha avuto inizio la festa con una gara di giochi, di
squadra o individuali: dalla corsa con
i sacchi, il famoso “fazzoletto figurato” (che ha fatto un gran successo)
e altri giochi con occhi bendati o di
equilibrio. Ai vincitori sono stati consegnati come premi cappellini, ciabatte e saponette.
La partecipazione in massa è stata
davvero inaspettata; bambini di tutte
le età a non finire, adulti, ma soprattutto tanti giovani che non avevo mai
visto così numerosi, nemmeno a
scuola! All’imbrunire, film per tutti,
all’aperto ovviamente.
La domenica, all’alba c’era già movimento di persone nei pressi della
chiesa. Uomini, donne, giovani e
bambini, ognuno con i suoi abiti più
belli e puliti. Rappresentanze provenienti dalle varie comunità e da Inhangoma, la chiesa era piena.
Ad aprire la celebrazione i due
padri della missione preceduti da numerosi chierichetti e da 20 ballerine
in uniforme e un coro enorme di giovani guidato da un maestro.
Ma chi coronava e dava
“tono” era il debutto dei due
giovani che partecipano al
corso di chitarra: Pedro ed Edilson e
io con la tastiera.
Dovevate sentire che bella armonia di voci e di suoni e che bell’entusiasmo da parte di tutti!
Si poteva immaginare che dal
cielo Padre Bruno gioisse al fianco di
San Pedro Claver dicendogli: “Questa è la mia parrocchia, senti che
roba. Gloria a Deus!”.
È stata una bella esperienza, intensa e impegnativa, dove ognuno
ha dato quello che poteva sia in
capacità, sia in energia, sia in tempo... ed in tutti sono rimasti il desiderio e la voglia di rimettersi in gioco
e ripetere l’esperienza vissuta.
sr Claudia
PROGETTO
“SALVARE UNA VITA”
Missione di Charre - MOZAMBICO
Molti neonati che
perdono la mamma
durante o subito dopo il parto, sono destinati a morire, perché spesso familiari e
amici, per diversi
motivi (tradizioni,
mancanza di igiene,
eccessiva povertà)
non riescono a prendersi cura degli orfani. Così sarebbe anche per i neonati di
mamme malate di AIDS. Il sostegno del Progetto permette
alle suore l’acquisto di latte in polvere per la sopravvivenza di questi bimbi. Con 250 euro si garantiscono le
spese per sostenere l’alimentazione di un bimbo per un
anno.
16
La gente di Charre è molto grata per
l’aiuto che viene dall’Italia a sostegno
di questo progetto.
Per noi suore è una gioia indescrivibile
vedere come stanno crescendo tanti
dei bimbi strappati alla morte, vederceli arrivare incontro sgambettando o
portati da qualche familiare contento
di farci vedere come stanno.
Ogni giorno giungono nuove richieste e
non riusciamo ad accoglierle tutte.
Vi chiediamo di non disanimarvi in
questo aiuto; da parte nostra vi assicuriamo un impegno entusiasta e la
preghiera per ciascuno di voi.
hna Sandra, sr Claudia,
sr Damiana, hna Esperanza
...SULLE STRADE DEL MONDO
Hola! Grazie a Dio sto bene, nei primi
mesi mi ammalavo continuamente, adesso sto meglio. A volte sento forte il caldo,
sento il corpo fiacco, ma sono contenta.
Ancora non conosco il Cisena e per
questo non posso seguire una vera e
propria “Pastorale”.
Ma la gente è molto comprensiva e si
rallegra delle poche parole che riesco a
dire nella loro lingua.
La cultura mozambicana è essenzialmente “acustica”, è l’udito l’organo di percezione per
eccellenza. Sono comunicativi il
ritmo, la musica, la danza, la ripetizione, i detti e le metafore.
Praticamente non usano testi, le persone imparano ascoltando e ripetendo,
ed hanno una grande saggezza.
È tipico di questa cultura la pratica di
riti e ceremonie.
Agli adolescenti si pratica la circoncisione e sono gli anziani a consigliare
come intessere il rapporto con la donna.
La presenza degli antenati segna la
vita quotidiana, non c’è separazione fra
vivi e morti, perché i morti continuano a
vivere nei discendenti.
Gli antenati sono interpellati nei momenti più importanti della vita privata e
sociale: nascita, iniziazione, matrimonio,
malattia, morte e in occasione di eventi
legati al ciclo della natura.
O MEU ENCONTRO
COM UNA CULTURA NUOVA
PROGETTO
I genitori, per tradizione, scelgono il
coniuge per i loro figli. Con il passare del
tempo alcune cose vanno cambiando.
Gli stregoni e i guaritori sono figure tipiche di questa cultura. Sono due mestieri trasmessi di generazione in generazione.
“CASA NAZARETH”
Missione di Charre - MOZAMBICO
Questo progetto ci permette di accogliere 25 ragazze provenienti da villaggi lontani che possono così frequentare la scuola media e superiore
che si trovano nella “missione”.
Alle ragazze è chiesta una retta annuale simbolica e vengono assicurati loro
vitto, alloggio, spese mediche e
libri di studio. Le accompagnamo
in un cammino educativo integrale e di acquisizione di competenze come la coltivazione di
un orto, l’allevamento di un pollaio, taglio e cucito, la produzione di pane e altre attività che
possano promuovere la loro autonomia.
Le ragazze e le famiglie sono molto grate per l’opportunità di
poter essere accolte nell’“internato”.
Dobbiamo comunque lavorare molto e con una prudenza coraggiosa perché nella cultura del Mozambico è ancora abbastanza eccezionale che una donna acceda all’istruzione anche
solo elementare e questo forse spiega la scarsa motivazione delle
ragazze stesse. D’altra parte le prime ragazze che sono state
qui, oggi sono infermiere e questo è di stimolo per le altre.
Per noi è sempre una nuova esperienza l’arrivo alla missione di
una ragazza. Spesso sono intimorite perché siamo “bianche”.
Solo il tempo rassicura loro che siamo qui solo per aiutarle nel
loro cammino di crescita e che è arricchimento reciproco la
condivisione di tanti momenti quotidiani.
Grazie dell’aiuto che ci viene dall’Italia! Il Signore ricompenserà
con abbondanza quanto fatto per chi si trova in maggior
difficoltà.
Vi chiediamo di ricordarci nella preghiera soprattutto perché
sappiamo sempre più amare questa realtà e queste ragazze che
arrivano con le proprie idee e con una cultura per noi ancora
molto difficile da comprendere.
hna Sandra
MOZAMBicO
La stregoneria può essere
praticata a qualsiasi età.
A differenza dello stregone, il
guaritore cura, risolve problemi
di salute, di sorte e scaccia gli spiriti cattivi, legge il futuro delle persone e
usa piante medicinali.
Qualcuno esercita queste professioni
per truffa, ma molti ci credono.
Cada dia es una aventura nueva con
nuevas experiencias, de verdad que es
enriquecedor.
hna Esperanza
STUDARE:
UMA GRANDE ALEGRIA
Sono entrata
nell’internato di
Charre nel 2007.
Frequentavo la
prima media. Era
la prima volta
che mi allontanavo dalla mia
famiglia. I primi
mesi sono stati un po’ difficili, non sapevo
parlare il portoghese, spesso prendevo
una “punizione”, ma poco a poco la situazione migliorò. Fui promossa in seconda media e decisi di continuare nell’internato, perché così potevo continuare lo studio, ricevere una buona educazione, imparare i valori umani come il
rispetto e molto di più. Alla fine della seconda media fui ammessa alla terza, dispensata dagli esami.
Entrai nel gruppo vocazionale e giovanile, la responsabile era suor Claudia,
la quale lavorava nella scuola come insegnante di Morale.
In questi anni, molte cose sono cambiate qui nella missione e anche nella mia
vita. Sono molto riconoscente per la possibilità che ho avuto di poter stare nell’internato. Ringrazio Dio che mi è stato a
fianco, attraverso queste suore e tante
altre belle persone, perché io non avevo la
speranza di arrivare all’ultimo anno delle
superiori. Com a força de Deus e de Maria
e seu filho Jesu eu alcancei o objetivo.
Vorrei proseguire la scuola e studiare
infermieria, perché mi piace molto aiutare gli ammalati.
Fatima
17
LO SCOUTISMO IN MOZAMBICO
Le nostre suore in Mozambico, quest’anno hanno incontrato due esperienze di una
realtà diffusa con successo in tutto il
mondo, che per le sue caratteristiche metodologiche permette di raggiungere tanti
bambini e giovani che altrimenti difficilmente si avvicinerebbero ad un cammino
formativo. Un metodo che può dare molto
alla gioventù desiderosa di “lasciare un
mondo migliore di come lo si incontra” e
spinge a stare “sempre pronti a servire” chi
ha più bisogno, un metodo che, se radicato
nella fede, favorisce la scoperta della propria persona, la preziosità della comunità
e un incontro con Gesù “sulla strada” della
vita come l’incontro che dà senso a tutto: lo
SCOUTISMO.
La prima esperienza è quella di PADRE
POLO, padre saveriano, messicano, assistente scout. Suor Claudia lo ha incontrato
nella preparazione all’animazione liturgica
e vocazionale dei villaggi. A lei p. Polo ha
raccontato della ricchezza di questo metodo.
A Dondo, nella parrocchia Sant’Anna,
p. Polo dopo diversi incontri più o meno
fortuiti ha acconsentito all’apertura del 2°
gruppo scout dell’Arcidiocesi di Beira, e si
è preso la responsabilità di seguirne il cammino di formazione. Di questa esperienza
ciò che lo ha maggiormente incoraggiato è
l’aver toccato con mano che a partire dal
buon esempio di uno si motivano altri. Il
contagio del Bene!
PADRE ANDREA è un religioso saveriano, originario di Viadana (Mantova), che
poco dopo la “partenza” scout ha intrapreso il cammino verso la consacrazione e
il sacerdozio. Le nostre suore lo hanno incontrato a Dondo. È arrivato in Mozambico
da poco più di una anno e ha avuto l’opportunità di avvicinare la commissione Giustizia e Pace di cui oggi fa parte.
“Gioca, non stare a guardare!” non è più
solo un motto ma uno stile di vita anche
nel servire Dio e ogni fratello, oggi, per
p. Andrea, in Mozambico. Ecco uno stralcio di una sua testimonianza:
“A febbraio ho cominciato a collaborare
con l’Università Cattolica del Mozambico,
nella sua sede di Beira, seconda città del
paese, a 35 chilometri da Dondo. Mi aveva
invitato Manuel, coetaneo portoghese, gesuita molto in gamba che lì insegna diritto
nel corso di Scienze Politiche. Si chiacchiera
una buona ora e pare di conoscersi da
lungo tempo. Tempo sufficiente per partorire l’idea di un gruppo di ricerca sullo sfrut-
18
tamento delle risorse naturali in Mozambico. Partiamo in tre a raccogliere materiale
e ci si incontra un mattino a settimana. A
giugno elaboriamo un progetto che coinvolge un piccolo gruppo di studenti del
primo e secondo anno di Scienze Politiche
con l’obiettivo, tra gli altri, di proporre una
giornata di studio agli iscritti al corso di laurea. Ci sono Álvaro, Ruben, Lourdes, Ligia,
Lélio, Priscilla: vent’anni di vita – è la prima
generazione che non ha conosciuto la guerra – e negli occhi il desiderio di costruire un
Paese migliore.
Nel nostro lavoro ci lasciamo orientare
da alcune contraddizioni stridenti.
Non passa settimana in cui il governo
non autorizzi nuove concessioni a multinazionali straniere per lo sfruttamento delle
immense risorse naturali. Si prevede che
nei prossimi anni il Mozambico entri nella
lista dei dieci maggiori produttori di carbone e dei venti maggiori produttori di gas
naturale a livello globale.
È legittimo supporre che questa crescita
economica, cominciata ormai
dieci anni fa, stia portando ad
un miglioramento delle condizioni di vita della popolazione. Tutt’altro! Secondo il
rapporto ONU sullo sviluppo
umano di quest’anno, il Mozambico è il terzo peggiore
Paese al mondo in quanto a
Indice di Sviluppo Umano, indice statistico composto che bilancia prodotto interno lordo pro capite, speranza di
vita e tasso di alfabetizzazione. La povertà
che cresce molto più rapidamente della
popolazione.
Assieme ad altri pastori, decidiamo
un’assemblea di formazione sulla Legge
della Terra per sabato 31 di agosto, invitando di nuovo la Commissione diocesana
di Giustizia e Pace di Beira, come già avevamo fatto a giugno. Riusciamo nell’intento di fissare l’incontro in una chiesa
evangelica, di modo che non passi l’idea
che è la Chiesa cattolica a tessere le fila.
Grazie al passaparola delle nonne della pastorale della carità, l’avviso arriva capillarmente in tutte le nostre comunità. In più,
due giorni prima rilascio una intervista alla
radio comunitaria, la cui frequenze giungono fino a Beira. Tutto è organizzato per
il meglio.
Cominciamo ascoltando un versetto del
libro del Levitico. Il Dio della vita parla all’uomo di ogni tempo, spazio e cultura dicendo: «La terra non potrà essere venduta
per sempre, perché la terra mi appartiene
e voi siete migranti e ospiti» (Lv 25,23).
Preghiamo il Padre Nostro in cisena «Baba
wathu…» e chiediamo al Dio della vita di
continuare ad accompagnare il cammino
di chi cerca e lotta per la giustizia. Poi la-
...SULLE STRADE DEL MONDO
sciamo la parola a Rosa che per due ore
spiega la Legge in cisena e portoghese, in
modo che tutti possano comprendere: «La
terra è proprietà dello Stato e non può essere venduta, alienata o confiscata (art. 3).
Il processo di titolazione del diritto e sfruttamento della terra deve essere preceduto
dalla consultazione delle comunità (art. 13)
…». Rosa racconta che chi per primo disattende la Legge è il governo stesso: le grandi
multinazionali del land grabbing contattano direttamente il Ministero dell’Agricoltura e la terra è svenduta sottobanco. Le
consultazioni pubbliche sono ridotte a
farsa come, ad esempio, è avvenuto nel distretto di Chemba l’anno scorso, dove
hanno regalato una moto ai capi villaggio,
li hanno invitati ad un lauto pranzo, fatti
ubriacare e firmare l’atto di esproprio di
10.000 ettari di terra dove vivevano centinaia di famiglie.
In seguito, chi vuole prende liberamente la parola: si ascolta in silenzio e la
conclusione di ogni intervento è accolta
con il grido della gioia e
il battito delle mani.
La rabbia e la rassegnazione di un tempo
sono canalizzate in qualcosa di progettuale e di
propositivo. È il povero,
l’oppresso, colui che fino
ad un attimo prima era
singolo individuo arrendevole, ridotto al silenzio dal potere e dalla
paura che, ora, assieme al suo fratello,
prende coscienza della sua dignità di persona e, al tempo stesso, di soggetto collettivo: è forza di popolo unito, che lotta per
rivendicare giustizia e diritto alla vita.
Tutto questo procede dentro il flusso immenso della vita, tra una Eucaristia sotto
un tetto di paglia e la gioia di scambiare
due parole con una nonna che parla solo
cisena, tra un incontro biblico e la visita ad
un malato, tra una riunione con gli scout e
due passi nella foresta a cercare un po’ di
silenzio, tra una lezione di cisena con Fernando e un giro al mercato in bicicletta a
comprare i pomodori e le banane. Generalmente si dice ad un missionario che il
primo anno in una terra che ti accoglie è
quello del vedere, dello stare sulla soglia
per entrare in punta di piedi. Invece, mi
trovo dentro al vortice della vita, risucchiato dalla sua potenza, di fronte alla
quale sarebbe peccato di omissione rimanere indifferenti.
E così prendo atto che la vita è fiume
che corre e si porta dentro tutto.
Dio della vita, Dio dei vortici che risucchiano, Dio che unisci tutti i punti e a
capo... continua a prendermi per mano.
Amen”.
p. André
Questo posto all’inizio mi incuteva timore ma poi
col passar del tempo è divento il posto più bello
della mia infanzia e giovinezza. Qui ho conosciuto
persone che hanno segnato la mia vita e sono entrate nella mia storia che si apre al futuro.
Valori, amicizia e compagnia… tutto questo ti
viene donato nella scuola “Giovanni XXIII” dove
ho trascorso gli ultimi miei 10 anni!
L’amicizia trasmessa con gesti, sguardi e sorrisi,
una grande famiglia che ti prepara al futuro della
storia che stai costruendo!
ESTEFANY LOPEz APONTE
ORGOGLIOSA DI AVER FREQUENTATO
LA SCUOLA “GIOVANNI XXIII”
Undici anni di sacrifici, lacrime, sorrisi, momenti
bellissimi e tanti compagni “di vita”!!!
L’educazione che abbiamo ricevuto in questa
scuola ci apre le porte ad un futuro che ci aspetta,
dove non ci sono scuse che tengono ad un eventuale nostro disimpegno e di cui ciascuno deve essere responsabile.
Iniziando la scuola elementare ti sembra di avere
davanti un’eternità di anni scolastici, ed i ragazzi
dell’11° incutono rispetto. Oggi, siamo noi i grandi
e ci affacciamo alle future professioni in Colombia o forse anche all’estero.
Siamo consapevoli di aver ricevuto gli strumenti
per essere persone critiche; vogliamo avventurarci nel mondo non da solitari, sappiamo di poter
contare su rapporti di amicizia e di rispetto preziosi anche in futuro e desideriamo continuare secondo i valori che qui abbiamo “respirato”…
Daniela Marulanda
Avevo 8 anni quando, vestito bene, con il mio
zaino, il sorriso nervoso, ero accompagnato per
mano dalla mamma... iniziavo il mio primo giorno
di scuola alla “Giovanni XXIII”!
La classe era piena di alunni che pian piano sono
diventati miei compagni di vita.
Sicuramente quella scuola resta uno dei ricordi
più belli della mia infanzia e giovinezza.
Le belle persone che ho incontrato tra gli insegnanti, mi hanno insegnato non solo quanto scritto
nei libri, ma soprattutto che noi ragazzi e ragazze
siamo i veri protagonisti della nostra crescita.
Sono orgoglioso di aver frequentato la scuola Giovanni XXIII, dove ho imparato la voglia di lavorare
e il desiderio di farmi guidare da Gesù sui sentieri della vita.
Un GRAZIE speciale a suor Mireja che con la sua
presenza attiva e generosa ha colmato di gioia
tante persone.
Cristian Mosquera Gomez
La scuola è il luogo che pian piano è diventato la mia
seconda casa e che ha lasciato una impronta indelebile nella mia vita. In questa scuola ho incontrato
persone speciali, sia tra i compagni che tra i professori e altre persone che lavorano qui. Certamente
posso dire di aver avuto una formazione che ha curato sia l’aspetto delle conoscenze, che l’aspetto spirituale della mia personalità, e questa è la cosa di cui
sono maggiormente grato alla “mia scuola”. Un semplice GRAZIE è sicuramente poco per la gioia, gli insegnamenti, le conquiste, le soddisfazioni, l’amicizia
che ho ricevuto!!!!!
JUAN CAMILO CORTES D.
PROGETTO
“CORDATA”
Scuola diocesana “Giovanni XXIII” a Cartago - COLOMBIA
Il Collegio “Giovanni XXIII” è una scuola diocesana gestita dalle
suore e frequentata da circa 500 bambini e ragazzi che provengono da uno dei quartieri più poveri della città. Collaborando con questo progetto, si viene incontro alle tante spese
che devono essere sostenute per insegnanti, materiale didattico e per la proposta di attività culturali e ricreative che
mirano non solo ad uno sviluppo accademico, ma stimolano
la creatività e le relazioni interpersonali, così da togliere i bambini e i giovani dalla strada e motivarli e prepararli a percorsi
professionali validi.
In questo momento la
scuola Giovanni XXIII
avrebbe la necessità di
allestire un LABORATORIO VIRTUALE DI
CHIMICA, BIOLOGIA E
FÍSICA, insieme ad alcuni nuovi computers.
Cartago, 2013
CARISSIMI BENEFATTORI
Ringraziamo il Signore per l’opportunità di
poter lavorare nella scuola “Giovanni XXIII”.
Una volta incontrata questa opera educativa
della Sacra Famiglia, siamo stati contagiati
dalle suore a svolgere questa professione con
più generosità.
La scuola è diventata la nostra seconda
casa, il luogo dove desideriamo spenderci per
ciascuno dei bimbi e giovani che la frequentano e lottare perché ognuno di loro possa essere riconosciuto nella sua dignità e peculiarità
e possa guardare con speranza al futuro.
Non ci stancheremo mai di ringraziare il Signore, per il bene che tante persone di cuore
rendono possibile affinché bimbi e giovani costruiscano da oggi, un futuro bello.
Dio vi ricompensi con le grazie necessarie
per continuare a vivere tutto nel Suo Amore.
colombia
Docentes “Juan XXIII”, 2013
19
Rendo grazie a Dio per questa grande benedizione
per me e per la mia famiglia. Chiedo al Signore di
benedire tutte le persone attraverso le quali il
progetto PLAN PADRINO continua ad esistere.
Da quando mi hanno detto che qualcuno sosteneva i miei studi, ho sempre cercato di corrispondere al meglio.
Poter studiare alla scuola “Giovanni XXIII” mi ha
fatto molto felice, mi ha fatto crescere anche nella
fede. È una scuola che prepara molto bene dal
punto di vista scolastico e della disciplina.
La cosa che la rende ancora più speciale è l’insegnamento religioso, nei suoi valori e nel rapporto
con Dio.
Mentre mi accingo a lasciare la scuola ormai conclusa, vorrei raggiungere tutti: insegnanti, compagni studenti e padrini per tutto il bene che ho
ricevuto, e per aver potuto raggiungere una meta,
che i miei genitori per le scarse risorse economiche potevano solo sognare.
PROGETTO
“PLAN PADRINO”
Sostegno a distanza
Cartago - Duitama - Villavicencio - Bogotà
COLOMBIA
Con la quota versata annualmente per un bimbo o un
ragazzo, gli viene garantita l’istruzione scolastica, acquistando per lui il materiale didattico (quaderni, libri
di studio, divisa scolastica, tuta, penne, colori ecc.) che
le scuole richiedono agli studenti ed il pagamento
della retta scolastica.
Perché famiglie e ragazzi corrispondano con responsabilità a questo aiuto, è chiesto loro un riscontro sulla
frequenza e andamento scolastico e la partecipazione
a tre incontri annuali di informazione e formazione
umana che organizziamo nelle rispettive comunità.
Insieme a laici volontari, le suore fanno periodiche visite alle famiglie, anche per verificare eventuali bisogni
a cui poter in qualche modo contribuire (visite mediche, “mercati” occasionali…).
STEFANY ZAPATA MUNOZ
PLAN PADRINO, GRAZIE…
OGGI LAVORO PRESSO L’UNIVERSITÀ
Mi chiamo Gabriel Fernando Sandoval Becerra e
sono stato aiutato dal progetto Plan Padrino per
diversi anni e grazie al sostegno delle Suore della
Sacra Famiglia ho potuto terminare gli studi universitari.
Quando, nel 2003, ho terminato i miei studi di
scuola superiore ed ho ottenuto la maturità ancora
non mi era chiaro che cosa volessi fare e se fosse
stato possibile frequentare l’università, come io
desideravo, a causa dell’impegno economico che
questo avrebbe comportato per i miei genitori. In
quel momento ho avuto la possibilità di essere aiutato dal progetto “Plan Padrino” ed ho utilizzato
questo aiuto per iscrivermi al corso di laurea in
lingue moderne (spagnolo-inglese) presso l’Università Pedagogica e Tecnologica di Colombia, con
sede in Tunja, Boyaca.
Il mio padrino è stato Mons. Rino Bartolini che mi
ha offerto un grandissimo aiuto per poter portare
a compimento questo corso di laurea. A lui vanno
tutta la mia gratitudine e riconoscenza e non dimenticherò mai quello che ha fatto per me. La fiducia che ha riposto in me e il suo costante
impegno mi hanno dato la possibilità di laurearmi
e di cominciare una esperienza lavorativa.
Già dal 2010, dopo aver terminato gli esami del
corso di laurea e mentre preparavo la tesi, ho ini-
20
ziato a lavorare presso una scuola elementare con
indirizzo bi-linguistico dove sono rimasto per un
anno. Poi ho trovato lavoro in una scuola media
ed attualmente sono capo-dipartimento di lingue
presso l’Università di Boyaca, dove mi occupo della
formazione dei futuri professionisti.
Grazie al “Plan Padrino” ho avuto la possibilità di
raggiungere una ottima formazione professionale
e di svolgere una libera docenza e di ciò sarò sempre immensamente grato.
Oggi mi sento motivato a continuare la mia formazione professionale e a partire dal secondo semestre del 2013 inizierò un corso di dottorato che
mi permetterà di completare la mia formazione
professionale così da poter essere ancora più
utile al mio Paese.
Invito tutti i ragazzi aiutati dal progetto “Plan Padrino” a trarre il massimo profitto da questa opportunità per crescere e corrispondere con riconoscenza alla fiducia che è stata riposta in loro.
...SULLE STRADE DEL MONDO
PROGETTO
“SONRIE AL FUTURO”
Centro Educativo a Villavicencio - COLOMBIA
Il Progetto sostiene le spese di un Centro Educativo che
sorge in uno dei quartieri più poveri della periferia della
città di Villavicencio, al quale accedono quotidianamente
circa 120 bambini. In tale centro, aperto tutto il giorno, i
bambini giocano, fanno i compiti, svolgono attività espressive e ricevono un’educazione cristiana. È necessario il pagamento di due insegnanti e una persona per le
pulizie.
Vorremmo potenziare la biblioteca e acquistare alcuni
computers (oggi sono solo tre), giochi educativi, di società,
palloni e altri giochi più comuni e un lettore DVD, da poter
utilizzare insieme al televisore regalato recentemente al
Centro Educativo.
Lo spazio esterno ai saloni è molto utile per giocare, necessiterebbe però di essere in parte ristrutturato.
Le tre suore della comunità sono impegnate nel Centro seguendo ciascuna una classe di bambini.
L’obiettivo a cui miriamo è quello di fare
dei ragazzi, persone libere, responsabili e
consapevoli delle proprie capacità. Prepararli ad un impegno sociale accompagnandoli in una formazione integrale della loro
persona, capace di intessere relazioni di rispetto e collaborazione nonostante le differenze.
Cerchiamo sempre più di lavorare insieme alle famiglie.
Con il motto “UOMINI E DONNE DI
BENE, PER UNA COLOMBIA MIGLIORE”,
la comunità educativa in tutte le sue attività e risorse opera per la promozione sociale e l’educazione ai valori dell’amore,
fede umiltà, responsabilità, rispetto libertà, solidarietà, autonomia, giustizia,
sincerità, ordine e obbedienza.
Tutto questo è possibile grazie a persone
meravigliose, generose e piene di amore
che mettono il proprio “pezzettino” per la
costruzione di un mondo migliore.
Le suore francescane della Sacra
Famiglia ed i bambini del Centro
Educativo ringraziano di cuore
per il vostro sostegno…
Estamos muy agradecidos atodos los benefactores quien sostienen esta obra maravillosa.
DIOS LOS BENDIGA!
hna Senid, hna Floraida,
hna Elizabet
Anche alcuni laici vengono come volontari ad animare le
attività e collaborano condividendo l’obiettivo di accompagnare bambini e famiglie in un cammino umano e cristiano
che testimoni l’amore di Gesù per tutti.
PROGETTO
“SAGRADA FAMILIA”
Scuola materna ed elementare a Duitama - COLOMBIA
Le suore della comunità collaborano con competenze e ruoli diversi, alle attività della Scuola frequentata da 201 bambini della Scuola materna e
delle classi della Primaria.
Con questo Progetto sono sostenute le spese per
le attrezzature e la manutenzione dei laboratori
informatici, di disegno e di lingua, praticamente
indispensabili in ogni ordine scolastico.
Anche l’area esterna attrezzata per il gioco e lo
sport, necessita di periodica manutenzione e
ristrutturazione.
Continuamente cerchiamo di offrire una formazione integrale con un cammino personalizzato
per ogni studente e investiamo molte risorse
anche nel coinvolgimento delle famiglie, attraverso incontri formativi e attività condivise in
parte con i bambini.
colombia
21
Il 16 dicembre 2012 mi sono svegliata con il piede sinistro gonfio e
che mi faceva molto male, tanto che
la nonna e la mamma non hanno esitato a portarmi in ospedale per capire che cosa mi stesse accandendo.
Dopo varie radiografie, il dottore
ci ha chiamato nel suo ambulatorio
dandoci il responso degli esami: avevo un tumore di cui però ancora non
si conosceva la natura.
In poco tempo si decise per l’intervento chirurgico.
Molte porte si erano aperte inaspettatamente: la mia famiglia tra
l’altro non sapeva come avremmo
potuto sostenere il costo dell’intervento e provvidenzialmente il denaro
arrivò; il Centro Tumori mise a disposizione il suo miglior medico; un intero mondo si era attivato per me,
tante persone stavano pregando.
In tutto questo ho visto la presenza di Dio che ho sentito vicino:
Gli confidavo i miei timori, le mie
ansie.
Pensavo che mi avrebbero potuto
tagliare la gamba o chissà cos’altro;
piangevo di notte perché stavo male
STAMPELLE
za di Dio e per l’aiuto economico che
mi hanno offerto.
Ho già fatto diversi controlli e ogni
volta va sempre meglio, ora posso
camminare senza stampelle; a scuola
ho potuto iniziare a fare alcuni esercizi di Educazione Fisica, posso salire
e scendere le scale e correre, insomma posso fare tante cose e
quando uno gode di salute non si accorge di quanta fortuna abbia.
Credo che questa esperienza mi
abbia, tra l’altro, insegnato ad apprezzare tutto ciò che Dio quotidianamente ci regala a partire dalle
piccole cose.
Anche se non conosco tutti, vorrei
ringraziare personalmente ciascuno
di quanti hanno contribuito alla mia
guarigione.
Credo che questo sia un dono dell’amore anzi, meglio, un MIRACOLO
dell’AMORE di DIO.
Laura Vanessa
e perché così nessuno mi poteva vedere, non volevo che gli altri si preoccupassero troppo per me; non
avevo fame; pensavo che la mia vita
stesse per finire.
Ma grazie a Dio oggi sto bene!
Grazie alla mia famiglia per il suo
appoggio e vicinanza.
Grazie alle suore della Sacra Famiglia per il loro amore, la loro pazienza
per avermi fatto sentire speciale e coccoCome “HOGAR”, la realtà ha dovuto in
lata, per averquesti ultimi due anni, adeguare la propria
mi fatto tocstruttura in base a norme anche particolacare la presenreggiate per ottenere il RICONOSCIMENTO
DEL “BIENESTAR FAMILIAR” e periodicamente le suore devono stilare una relazione
su ogni aspetto educativo delle bambine (dall’alimentazione allo spazio disponiCasa famiglia a Bogotà - COLOMBIA
bile per ciascuna, le ore di studio, le attività
svolte ecc.).
In questa “casa famiglia” sono accolte 12 bambine provenienti da situazioni familiari difficili, di maltrattaLe tre suore della comunità sono sempre
mento, povertà economica e relazionale.
presenti, una o due vengono in aiuto il pomeriggio per i compiti dalla comunità forSi cerca di investire molto sulla conoscenza e apprezzamativa, che vive a fianco.
mento della propria ed altrui dignità e nella promozione
delle capacità di ciascuno e dello sviluppo integrale della
Alcune ragazze cresciute nell’Hogar, oggi
persona, anche attraverso attività strutturate insieme a
vengono e mettono a servizio delle bambine
laici con diverse competenze educative, psile loro competenze
cologiche ed esprese capacità in mosive. I bisogni economido gratuito.
ci dell’Hogar sono legati
Le ultime necesalla gestione della casa e
sità dell’Hogar rialle esigenze delle singuardano il rifagole bambine. Il desidecimento del tetto
rio è anche quello di
e del pavimento
remunerare, almeno in
del secondo piano
parte, il lavoro svolto
molto deteriorati
dalle persone che porper le alluvioni
tano avanti insieme alle
degli ultimi mesi.
suore il percorso formasr Catia, hna Sandra
tivo-educativo delle bamhna Katerine
bine.
PROGETTO “
22
HOGAR”
...SULLE STRADE DEL MONDO
Se hai un SOSTEGNO A DISTANZA,
per l’anno scolastico 2014
LE QUOTE DA RINNOVARE SONO
Scuola materna ed elementare (Primaria) € 260,00
Scuola media e superiore (Bachillerato) € 360,00
Università
€ 440,00
da versare su:
• c/c bancario presso Unicredit Banca
Coord. Banc. IT19 C020 0823 9070 0001 0710 306
• c/c postale n. 76648682
PER SOSTENERE CON UN’OFFERTA
uno dei PROGETTI,
in Colombia o in Mozambico
puoi utilizzare le stesse modalità di pagamento.
I c/c vanno intestati a:
Associazione di promozione sociale
“Il Pellicano”
specificando nella causale del versamento il
nome del progetto che vuoi sostenere o il codice
corrispondente al nome del bambino adottato
agli studi.
Per poter utilizzare le agevolazioni fiscali relative alle erogazioni liberali a favore delle associazioni di promozione sociale si consiglia di
unire la ricevuta del versamento alla dichiarazione che verrà spedita
ad inizio anno. Si ricorda che la suddetta dichiarazione deve contenere il codice fiscale di chi effettua il versamento, per cui si invitano
coloro che non lo avessero ancora fatto, a comunicare il proprio codice fiscale.
Per informazioni e comunicazioni varie,
suor Maria Chiara Mondardini
è disponibile all’indirizzo
di posta elettronica
[email protected]
o telefonicamente
il lunedì e il venerdì dalle 15 alle 18
e dalle 19,30 alle 21
al numero 327 2219060
I BAMBINI E RAGAZZI CHE SOSTENETE NELLO STUDIO
ATTENDONO UNA VOSTRA COMUNICAZIONE !
CONTATTATECI PER RECAPITARE LA VOSTRA POSTA!
730 - UNICO - CUD
Scegli di destinare il tuo 5x1000 a favore dell’Associazione
“Il Pellicano” operando come sotto specificato
IL PELLICANO
Ass.ne di Promozione Sociale
www.ilcantiere411.com
Mario Rossi
9 0 0 5 0 5 1 04 04
Ringraziamo i 243 amici che nell’anno finanziario
2010 hanno destinato il loro 5x1000 a nostro favore.
L’Agenzia delle Entrate ci ha bonificato ben
€ 6.607,76 nel novembre del 2012. Il vostro aiuto
è stato molto apprezzato e ci ha consentito di
garantire la presenza stabile di un educatore al
“Cantiere 411”. Grazie ancora! Contiamo anche
quest’anno sulla vostra generosità!
...SULLE STRADE DEL MONDO
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Grazie
il Signore benedica:
tutte quelle persone che in occasione
di COMPLEANNI, Battesimi, PRIME COMUNIONI,
Cresime, MATRIMONI, funerali...
sostengono uno dei progetti di solidarietà
e contribuiscono a farlo crescere ! ! !
E un GrAzIE SPEcIALE a:
Chiara e Vittorio - Chiara B.
Elena, Andrea e Adele - Alessandro e Chiara
Roberta - Wilma - Giancarlo - Monica
Mara, Francesco e Andrea
Francesco Z. - Sabrina L.
e la “squadra del Corriere Cesenate”
Marco e Alice
della “Stilgraf delle meraviglie®”
che continuano a donare con generosità,
tempo, fantasia e competenza per coordinare
al meglio le iniziative missionarie.
Agenzia Cesena Malatesta
Daniele, Ivan e Oreste Lungarini
Via Piave 135, Cesena - Tel. 0547 27059
Ama,
saluta la gente
dona
perdona
ama ancora e saluta.
Ama,
dai la mano
aiuta
comprendi
dimentica
e ricorda
solo il bene.
E del bene degli altri
godi e fai godere.
Godi del nulla che hai
del poco che basta
giorno dopo giorno:
e pure quel poco
se necessario
dividi.
E vai, vai leggero
dietro il vento
e il sole
e canta.
Vai di paese in paese
e saluta tutti
il nero, l’olivastro
e perfino il bianco.
Canta il sogno
del mondo
che tutti i paesi
si contendano
d’averti generato.
(David Maria Turoldo, Il grande male, Ed. Mondadori)
SITI INTERESSANTI PER UNO SGUARDO un po’ più APERTO SUL MONDO
www.missioitalia.it www.chiesacattolica.it www.altromercato.it/it
www.emi.it
www.gruppoabele.org www.siticattolici.it
www.misna.org
www.paxchristi.it
www.pime.org
www.qumran2.net www.justpax.it/ita/home_ita.html
www.unimondo.org www.bilancidigiustizia.it
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...SULLE STRADE DEL MONDO