Legainf 14-2014

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Anno XXV - N. 14 - 11 aprile 2014
Primo piano
Legacoop, dal Trentino alla Sicilia
un'associazione a misura di start up
Primi risultati concreti del progetto Coopstartup di Coopfond: 18 aspiranti cooperative
a pagina 2-4
A Varsavia
l’Assemblea annuale
di Cooperatives Europe
Su invito del movimento cooperativo polacco si è svolta a Varsavia, il 3 e 4 aprile,
l’Assemblea annuale di Cooperatives Europe, l’organizzazione di rappresentanza
multisettoriale delle cooperative europee.
Legacoop ha partecipato all’appuntamento con una delegazione costituita da
Dora Iacobelli, vicepresidente Legacoop e presidente della commissione
Pari opportunità (in sostituzione di Giorgio Bertinelli vicepresidente vicario,
trattenuto in Italia da impegni istituzionali); Maurizio Davolio, responsabile
Legacoop turismo; Stefania Marcone,
responsabile ufficio Relazioni internazionali e politiche europee e Roberto Cardinale di Generazioni.
Nota della redazione
Questo numero è stato chiuso
il 10 aprile 2014 alle ore 15
Segreteria di Redazione:
Anna Colomberotto
Tel. 06-844.39.372
Fax 06-844.39.402
Salute
“Cooperazione
per dare risposta
a domanda di salute”
Settori
Legacoop Servizi
Direzione nazionale,
tematiche settoriali
e rispetto legalità
Imprese
leggi
CPL Concordia
80 milioni di nuove
linee di credito
per lo sviluppo
Si è tenuta martedì 8 aprile CPL Concordia, gruppo
Ospedali, ma non solo. Oc- la riunione della Direzione cooperativo multiutility delcuparsi di sanità oggi ...
nazionale di Legacoop
l’energia e del gas, con ...
Legacoop
Territori
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Legacoop - Luiss
Incontro del gruppo
“cooperative commons” con Rodotà
Mantova
La cultura come bene
comune” bando di
idee per gli under 30
Si è tenuta a Roma lo
scorso 4 aprile presso la
sede della LUISS ...
Favoriscono lo sviluppo La celebre frase dell’Amdella persona e insieme il leto di Shakespeare oggi
progresso spirituale ...
descrive molto bene ...
Organo ufficiale
della Lega Nazionale
delle Cooperative e Mutue
Settimanale di notizie a cura
dell’Ufficio Stampa di Legacoop
Direttore Responsabile:
Dora Iacobelli
Osservatorio SWG
Berlusconi
leader: essere
o non essere?
Registrazione al Tribunale di Roma
n. 00503/90 del 6-08-1990
Primo piano
2
Legacoop, un’associazione a misura di start up
Primi risultati del progetto Coopstartup di Coopfond: 18 aspiranti cooperative hanno risposto
al bando del Lazio, a Ferrara lanciato un secondo bando, accordo in Trentino con Promocoop
In Lazio si è chiuso il primo bando, che ha
visto la partecipazione di 18 aspiranti nuove
cooperative. In Trentino Coopfond e Promocoop hanno stretto un accordo per sostenere
insieme le start up (vedi box, ndr). A Ferrara
è appena stato aperto un altro bando. In Puglia, intanto, si sta lavorando per lanciare un
progetto innovativo. Crescono in tutta Italia le
attività di Legacoop, attraverso il progetto Coopstartup di Coopfond, a sostegno delle
nuove imprese innovative.
“Obiettivo del nostro progetto – spiega il direttore generale del Fondo mutualistico Aldo
Soldi – è incentivare l’adozione della tipologia
cooperativa nella promozione d’impresa, per
rispondere a due debolezze: vogliamo intervenire sull’elevata disoccupazione giovanile
e femminile con politiche di auto imprenditorialità e iniziare a ovviare alla scarsa presenza
cooperativa nei nuovi mercati e nel campo
dell’innovazione, tecnologica e sociale”.
Per far decollare il progetto è stato attivato un
gruppo di lavoro di oltre quaranta persone,
tra interni ed esterni al mondo Legacoop e
sono stati avviati tre gruppi di approfondimento per arrivare a delineare una proposta
di Linee Guida per le startup cooperative con
l’obiettivo di delineare un modello di innovazione da realizzare in forma cooperativa, individuare luoghi e forme di comunicazione
per interagire con giovani e donne al fine di
creare startup innovative; definire sistemi di
monitoraggio e valutazione dell’innovazione
sociale.
Il 26 novembre 2013 si è svolto a Roma,
nella sede di Legacoop, il convegno di lancio
del progetto, che aveva richiamato molti giovani e addetti ai lavori. Da lì i lavori si sono
intensificati e sono arrivati i primi risultati concreti. Legacoop Ferrara, Service Lazio 2000
(centro servizi Legacooplazio), The Hub Firenze della Cooperativa Lama di Firenze e
Fab della Cooperativa Itaca di Pordenone,
hanno sviluppato così una prima sperimenPrimo piano
ACI
Legacoop
ACCORDO
Coopfond e Promocoop Trentina
insieme per sostenere le start up
Una Cabina di regia per sostenere
insieme le start up. A darle vita sono
state, sottoscrivendo un accordo,
Coopfond e Promocoop Trentina, il
fondo di sviluppo unitario che fa riferimento alla Federazione Trentina
della Cooperazione. Obiettivo dello
strumento: scambiarsi esperienze e
collaborare per dare vita a iniziative
capaci di favorire la nascita e il decollo di nuova imprenditoria giovanile in forma cooperativa.
Condividendo la necessità di rilanciare la promozione cooperativa tra
gli under 40, i due Fondi costituiranno insieme gruppi di approfondimento e si confronteranno per
trovare le migliori modalità di scouting e selezione delle idee, di supporto alla creazione del piano e di
accompagnamento. Sempre in
Settori
base all’accordo i due Fondi collaboreranno su iniziative sperimentali,
anche su progetti a valere sui fondi
strutturali europei, e saranno sviluppate iniziative di promozione congiunta dei progetti comuni attraverso
conferenze, workshop e seminari,
siti internet e social network.
Gli obiettivi di Promocoop Trentina
S.p.A. sono la promozione ed il finanziamento di nuove imprese, lo
sviluppo di iniziative della cooperazione trentina, il sostegno ai programmi diretti all’innovazione
tecnologica, all’incremento dell’occupazione, allo studio e alla ricerca
su tematiche cooperative, nonché
alla formazione e alla divulgazione
della cultura cooperativa. Per ulteriori informazioni: www.promocoop.it
Territori
Imprese
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Primo piano
3
tazione, all’interno di CoopStartup: il progetto
COOPmeUP! attraverso il quale hanno inteso
mettere in relazione le strutture associative
di Legacoop che si occupano di promozione,
con gli ambiti di sviluppo e diffusione dell’innovazione.
All’inizio di marzo il primo risultato: Legacoop
Lazio, insieme ad altri partner del progetto,
ha lanciato il bando “Innova in Coop” che, finanziato dalla Regione Lazio grazie alla
Legge 20/03, sosterrà la trasformazione di
idee in cooperative innovative, sviluppati all’interno di qualsiasi settore economico, a
patto che abbiano un forte contenuto d’innovazione. Il bando è rimasto aperto fino al
31 marzo.
Sono diciotto le idee imprenditoriali innovative che si sono presentate. “Questo bando
vuole essere una opportunità per chi ha una
idea e non sa come metterla in pratica –racconta Tatiana Marchisio di Legacoop
Lazio – Saranno assegnati 3 voucher del valore di 10 mila euro ciascuno in servizi che
daranno la possibilità a tre progetti di trasformarsi in start up cooperative. In un mese
abbiamo incontrato tanta gente motivata,
presentandoo il bando all’Università Roma
Tre e nello spazio di co-working di The Hab
Roma. La risposta è stata sorprendente e
grande l’interesse degli aspiranti”.
verso la messa a disposizione e la valorizzazione del loro patrimonio immobiliare, storico
e sociale intende fornire elementi di supporto
e stimolo alla creazione di nuove cooperative
o all’ avvio di nuove idee imprenditoriali, focalizzate sulla promozione del territorio della
provincia di Ferrara, dal punto di vista turistico, culturale ed enogastronomico.
Il bando ferrarese è indirizzato sia alla creazione di nuove cooperative sia al lancio di
progetti innovativi da parte di cooperative esistenti. Tre gli ambiti nei quali potranno muoversi le proposte: cultura, turismo e
agroalimentare. Ognuna dovrà essere sottoscritta da un minimo di tre persone di cui almeno una residente o domiciliata a Ferrara,
territorio nel quale dovrà aver comunque
sede l’impresa. Per partecipare c’è tempo
fino al 16 maggio 2014.
Gli aspiranti imprenditori e i soci delle cooperative ammessi alla prima fase del percorso potranno beneficiare di una serie
seminari per elaborare il business plan dei
progetti, necessario per accedere alla seconda fase._Tra coloro che presenteranno i
documenti richiesti, saranno selezionati due
progetti di start up e un progetto di sviluppo
di cooperativa già esistente che beneficeranno di un voucher di 1.000 euro per le
spese di _costituzione della cooperativa o
per attività di promozione; servizi gratuiti a
supporto dello start up dell'impresa e dell'avvio del progetto innovativo, offerti da Legacoop Ferrara e da Legacoop Servizi;
momenti formativi sui temi dell'innovazione
organizzativa, tecnologica e sociale, in collaborazione con The Hub Firenze e Fab; condizioni agevolate di finanziamento attraverso
Coopfond.
I 3 progetti scelti verranno ammessi ad un
percorso di creazione di impresa assistiti dai
partner di progetto, sottolinea, e porterà alla
definizione di un business plan. “I vincitori
usufruiranno per un anno e mezzo di servizi
materiali, tutoring, formazione manageriale
e spazi di collaborazione – spiega Marchisio
– dove potranno confrontarsi ed entrare in
rete con il mondo cooperativo. La prossima
settimana apriremo le buste e cominceremo
la selezione per poi procedere con un incontro conoscitivo con tutti i partecipanti”.
In questi giorni un secondo bando è stato
aperto a Ferrara. Un’azione in linea anche
con un percorso in atto nella provincia
estense di animazione e riattivazione della
presenza cooperativa sul territorio con la collaborazione di Arci e di alcune cooperative
sociali. Percorso che coinvolge le piccole
Cooperative di Consumo, le Case del Popolo,
le Cooperative Arte e Spettacolo che, attraPrimo piano
ACI
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Settori
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Primo piano
4
A Varsavia l’Assemblea annuale
di Cooperatives Europe
Su invito del movimento cooperativo polacco si è svolta il 3 e 4 aprile
Su invito del movimento cooperativo polacco
si è svolta a Varsavia, il 3 e 4 aprile, l’Assemblea annuale di Cooperatives Europe,
l’organizzazione di rappresentanza multisettoriale delle cooperative europee. Legacoop
ha partecipato all’appuntamento con una delegazione costituita da Dora Iacobelli, vicepresidente Legacoop e presidente della
commissione Pari opportunità (in sostituzione
di Giorgio Bertinelli vicepresidente vicario,
WORKSHOP
trattenuto in Italia da impegni istituzionali);
Maurizio Davolio, responsabile Legacoop
turismo; Stefania Marcone, responsabile
ufficio Relazioni internazionali e politiche europee e Roberto Cardinale di Generazioni.
Oltre a questioni statutarie, i delegati hanno
affrontato con workshop tematici specifici e
riunioni ad hoc temi come l’attività di lobby e
di advocacy con le Istituzioni europee, alla
luce delle prossime elezioni europee ed il
successivo rinnovo della Commissione Europea; le pari opportunità e le politiche di
conciliazione; l’imprenditoria giovanile cooperativa; il turismo e i principi e i valori cooperativi, con particolare riferimento
all’identità, alla sostenibilità ed alla partecipazione.
Il presidente del consiglio nazionale delle
cooperative polacche, Alfred Domagalski,
ha aperto i lavori mettendo il luce il ruolo
della cooperazione nello sviluppo socio-eco-
nomico del Paese (10.000 imprese cooperative che operano in 16 settori). L’attuale
establishment politico, ha aggiunto, ignora
però le ragioni ed il contributo della cooperazione. Da qui la necessità, per le cooperative polacche, di migliorare l’immagine
presso i giovani e l’opinione pubblica in generale.
La presidente dell’ICA, Pauline Green, nel
portare il saluto dei cooperatori di tutto il
mondo, ha presentato il blueprint per la decade cooperativa, e gli incontri ad alto livello
fatti nel corso dell’ultimo anno, citando come
il più emozionante quello avvenuto a Roma lo
scorso ottobre con Papa Francesco. Ha inoltre condiviso il percorso avviato sulla nuova
identità dell’ICA con il nuovo marchio adottato già da oltre 65 Paesi. Sul tema della
lobby a livello internazionale, Pauline Green
ha sottolineato l’importanza che l’ICA sia all’interno del B20 (il comitato delle imprese di
Una Road map cooperativa per influenzare la politica UE
Il secondo giorno di lavori è stato dedicato a workshop tematici. Il workshop “La costruzione di una road map cooperativa per influenzare la politica europea e le sfide legislative
nazionali”, aperto dal presidente di Cooperatives Europe Dirk
Lehnhoff, ha toccato alcuni temi della futura Road Map Cooperativa: l’educazione e la formazione; la finanza e gli strumenti di sostegno allo sviluppo cooperativo. I vari temi sono
stati affrontati con gli interventi introduttivi di Juan Antonio
Pedreno, presidente del CEPES (Spagna) e di Olivier Rives
(Coeptis-Francia) che si sono soffermati sull’importanza di
inserire la cooperazione nei curricula scolastici, sin dalla
scuola elementare e sull’idea di scuole di management cooperativo a livello europeo, da Juan Lopez di Federcasse,
che ha parlato di come rispondere alle sfide del finanziamento
dei progetti cooperativi presentanto l’espereinza di Federcasse, e da Roine Karlsson di Coompanion Norrbotten che
ha presentato la rete svedese degli strumenti di supporto allo
sviluppo cooperativo.
Primo piano
ACI
Legacoop
La vicepresidente di Legacoop Dora Iacobelli è intervenuta
nel dibattito delle sessioni dedicate al tema della formazione
per il mondo cooperativo e della finanza a supporto delle imprese cooperative. Circa il primo aspetto, ha sottolineato l’importanza di inserire la conoscenza dell’impresa cooperativa
nella struttura dell’offerta formativa delle università e della
scuola primaria e secondaria, condividendo la proposta del
relatore per una sollecitazione in tal senso da parte dell’Unione Europea ai Ministri dell’istruzione degli stati membri.
Sull’aspetto della finanza per l’impresa cooperativa, ha posto
l’attenzione sulla necessità di mettere a disposizione delle
cooperative un network di strumenti finanziari in grado di rispondere alle esigenze delle diverse fasi del ciclo di vita di
queste imprese, anche tenendo conto dei fabbisogni indotti
dal periodo di crisi (ritardi nei pagamenti della PA ecc.). Ha riportato l’esperienza importante del lavoro comune di strumenti finanziari che fanno capo alle organizzazioni che hanno
costituito l’Alleanza delle Cooperative Italiane.
Settori
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Primo piano
5
20 Paesi che affianca il G20), per la prima
volta, attraverso la cooperazione australiana.
Il presidente di Cooperatives Europe, Dirk
Lehnhoff, nel presentare l’attività dell’organizzazione europea di rappresentanza cooperativa, si è soffermato sull’importanza
dell’Europa all’interno del sistema ICA, sulle
prossime elezioni europee e sul Manifesto di
Cooperatives Europe. Il percorso avviato con
la Direzione generale impresa della Com-
WORKSHOP/2
missione Europea, su proposta del vicepresidente Antonio Tajani, dovrebbe portare all’elaborazione
di una
Road Map
Cooperativa, da adottare in occasione di una
conferenza organizzata in Italia, con le organizzazioni Cooperative Italiane e sotto l’egida
del semestre di presidenza italiana di turno.
I delegati hanno ribadito la necessità di
creare una rete di Europarlamentari e di focalizzare gli sforzi sulle tematiche legate ai
giovani, oltre a migliorare la capacità di comunicazione e visibilità, promuovendo una
maggiore cooperazione tra cooperative in
Europa e le altre Regioni del mondo.
Il Direttore di Cooperatives Europe, Klaus
Niederlander, ha presentato il piano di lavoro dell’organizzazione, soffermandosi sui
temi advocacy e lobby, sulla comunicazione,
l’intercooperazione, l’allargamento della base
sociale e la governance dell’organizzazione.
Generazioni, dall’Italia buone pratiche per fare largo ai giovani
Il workshop “L’imprenditoria Giovanile cooperativa” è stato dedicato ad esplorare esempi
di buone prassi e modalità per sostenere i
giovani nella creazione e sviluppo delle imprese cooperative e ha visto l’intervento di
Generazioni Legacoop. Un tema fondamentale: con un tasso di disoccupazione giovanile in Europa che sfiora il 25% con punte
preoccupanti in molti paesi dell'area Euro, tra
cui l'Italia, anche per la rappresentanza europea delle cooperative diventa strategico affrontare il tema del coinvolgimento dei
giovani.
Gli obiettivi del “Blueprint for a Cooperative
Decade”, il documento che individua le linee
strategiche del movimento cooperativo globale per l'attuale decennio, mirano ad incentivare la partecipazione ed il coinvolgimento
dei giovani impegnati nelle cooperative e ad
accrescere la conoscenza del movimento
cooperativo al di fuori dello stesso. Con questi presupposti Cooperatives Europe ha invitato i propri associati a coinvolgere giovani
cooperatori in un workshop dinamico e coinvolgente che ha visto la partecipazione di Roberto Cardinale in qualità di rappresentante
di Generazioni Legacoop. Vi è stato, inoltre,
un intervento di !OOP, gruppo giovani di Confcooperative.
Il workshop ha visto la partecipazione di 35
giovani cooperatori, con rappresentanze dall'Italia, Danimarca, Svezia, Polonia, Bulgaria,
Islanda, oltre alle rappresentanze europee di
Cooperatives Europe e Cecop (settore produzione lavoro e sociali). Inoltre, il workshop ha
visto la partecipazione di un rappresentante
Primo piano
ACI
dello European Youth Forum, l'organizzazione
non profit più importante che rappresenta
l'interesse dei giovani in Europa.
Due i temi fondamentali trattati durante il
workshop: il supporto alle start-up e la promozione del sistema cooperativo presso i giovani. I giovani rappresentanti della National
Cooperative Council della Polonia hanno riportato l'esperienza delle associazioni scolastiche, che ogni anno coinvolgono 5.000
studenti delle scuole medie e superiori. La
rappresentante svedese ha riportato la propria esperienza nella promozione di nuove
cooperative tramite l'organizzazione Companion, co-finanziata dallo stato svedese e diramata su tutto il territorio nazionale. Il
corrispettivo degli sportelli di promozione territoriali di Legacoop.
La Bulgaria ha presentato la propria esperienza in campo di finanziamenti europei per
il sostegno delle attività progettuali giovanili,
ed in particolare attraverso Erasmus + ed
Erasmus per giovani imprenditori. Interessante anche il contributo dello European
Youth Forum il quale rappresenta un interessante partner per la promozione del modello
cooperativo in Europa, avendo come soci organizzazioni di giovani in tutto il continente.
Con questa organizzazione, Cooperatives Europe e Cecop sta mettendo a punto un “toolkit” (scatola degli attrezzi) per diffondere il
modello cooperativo tra i giovani in Europa.
Grande attenzione e interesse ha suscitato il
caso italiano, unica esperienza cooperativa
che si avvale di un network formale e strutturato di giovani imprenditori del movimento.
Legacoop
Settori
Roberto Cardinale ha raccontato l'esperienza di Generazioni: la creazione del network, gli obiettivi che si pone e le attività
promosse. Sono stati presentati, inoltre, alcuni progetti di rilevanza nazionale in merito
alla promozione cooperativa ed il supporto
alle start-up come Bellacoopia, Culturability
di Fondazione Unipolis, il sostegno alle startup di Coopfond e l'iniziativa Senior Coop.
Il workshop è continuato con un'attività dinamica di “brainstorming”. Tanti gli spunti
emersi, come la necessità di adottare stili di
comunicazione innovativi, la collaborazione
con i sistemi educativi nazionali perché l'economia cooperativa sia assimilata nei programmi scolastici e universitari, programmi
formalizzati di sostegno delle cooperative senior a quelle giovani (sull'idea di Senior Coop),
la promozione di un network di giovani cooperatori a livello europeo che possano scambiare buona pratiche e promuovere iniziative
progettuali tramite finanziamenti europei. In
fine, si è sottolineata l'esigenza di programmare strategicamente attività di collaborazione e promozione cooperativa con i centri di
innovazione e le università.
Il workshop è stato un ottimo punto di partenza. Gli spunti emersi saranno adottati da
Cooperatives Europe per la propria programmazione e gli stessi potranno essere
materia di progetti europei che le stesse rappresentanze nazionali potranno promuovere
grazie ai programmi di finanziamento quali
Erasmus +, affinché vi sia un luogo dove
scambiare e avvalorare le esperienze sul
tema dei giovani.
Territori
Imprese
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Primo piano
Conciliazione e strumenti per un mercato
del lavoro femminile che cambia
6
Il contributo italiano al workshop dedicato alle Pari opportunità
Dora Iacobelli, Stefania Marcone e Roberto Cardinale hanno partecipato ad un incontro informale di confronto con le
cooperatrici di diverse organizzazioni cooperative europee. La riunione è stata aperta dal
direttore di Cooperatives Europe, Klaus Niederlander, che ha sottolineato la disponibilità
di Cooperatives Europe a lavorare congiuntamente con le organizzazioni nazionali e settoriali europee: il progetto di costituzione di
un rete europea di cooperatrici ha portato,
infatti, negli scorsi due anni alla elaborazione
di diversi progetti da presentare per il finanziamento dei Fondi Europei.
Dora Iacobelli, presidente della commissione
pari opportunità di Legacoop, d’accordo con
gli altri organismi di parità dell’Alleanza delle
Cooperative Italiane, ha avviato una nuova riflessione sul tema della conciliazione tra
tempi di vita e tempi di lavoro. Negli ultimi
dieci anni, ha sottolineato, sono avvenuti
cambiamenti nell’organizzazione sociale e del
lavoro che hanno modificato i fabbisogni delle
donne. Tutto questo, ha spiegato, impone un
ripensamento degli strumenti legislativi disponibili. La legge di riferimento per la conciliazione in Italia, ha aggiunto, è del 2000
(n.53/2000), quindi sono opportuni anche
aggiornamenti della normativa.
Portando avanti il confronto con l’esperienza
di altri sistemi cooperativi europei lanciato in
Italia con la conferenza europea di Roma,
promossa da Legacoop e AGCI, nel 2009 e
con successivi momenti organizzati sia nell’ambito di Cooperatives Europe che dell’Alleanza Cooperative Internazionale, ci si
propone di verificare la possibilità di portare
avanti una comune strategia sulla conciliazione anche arrivando a formulare modelli
condivisi di intervento. Questo obiettivo sarebbe in linea con le sollecitazioni dell’Unione
europea sulla conciliazione.
Alcuni aspetti sono stati indicati come prioritari nella riflessione che il mondo della cooperazione italiana sta rilanciando:
- quali strumenti di welfare aziendale devono essere sviluppati,
Primo piano
ACI
- quali possibilità per lo sviluppo di nuovi
strumenti di conciliazione possono derivare dalla contrattazione di 2° livello
(aziendale e territoriale);
- quanto è importante e come può essere
diffusa l’innovazione tecnologica nelle risposte di nuovo welfare;
- quale contributo possono dare le imprese
cooperative sia sviluppando buone pratiche per le proprie socie e lavoratrici sia
offrendo servizi innovativi sul mercato
pubblico e su quello privato a vantaggio di
tutte le donne.
A tale proposito Iacobelli ha dato alcune suggestioni circa il dibattito italiano. Per esempio, In Italia, si sta pensando di rivedere la
materia dei congedi parentali con riferimento
ai padri. A tale proposito, si ritiene utile pre-
Legacoop
IL CASO
vedere un periodo di congedo obbligatorio per
i padri da utilizzare nei primi dodici mesi dalla
nascita del figlio.Attualmente questo congedo
è limitato come durata e non obbligatorio. Per
quanto riguarda il welfare aziendale, in parecchie imprese, anche cooperative, si sta diffondendo il riconoscimento alle lavoratrici di
voucher per servizi, in particolare per l’assistenza all’infanzia, ai disabili, agli anziani, ambiti in cui il lavoro di cura che le donne
svolgono spesso rappresenta un ostacolo all’equilibrio della condizione di lavoro ma
anche alla crescita professionale.
Si sta inoltre lavorando su progetti che aiutano ad introdurre maggiori elementi di flessibilità nell’organizzazione del lavoro
femminile. Si sta proponendo una maggiore
diffusione del part time volontario (quello
Polonia, una proposta di legge
mette a rischio la cooperazione
Il movimento cooperativo locale ha colto
l’opportunità dell’Assemblea di Varsavia
per richiamare l’attenzione delle istituzioni
polacche e della cooperazione europea
sulla proposta di riforma legislativa, in discussione da qualche anno, che metterebbe in serio pericolo l’esistenza di interi
comparti cooperativi. A questo proposito i
rappresentanti di Cooperatives Europe e
di molte organizzazioni cooperative settoriali europee e nazionali, inclusa l’Italia ovviamente, si sono rese disponibili a
sostenere gli sforzi della cooperazione locale nella propria attività di advocacy e tutela delle cooperative.
La presidente dell’ICA, Pauline Green in
merito alla situazione polacca ha sottolineato il suo rammarico per l’annoso problema della riforma della legislazione che
non ha ancora trovato una soluzione adeguata ed ha ribadendo che oltre al soste-
Settori
Territori
gno europeo ed internazionale, la soluzione deve essere trovata a livello nazionale. Rivolgendosi ai rappresentanti del
governo polacco presenti, Pauline Green,
ha quindi spiegato quanto sia cruciale
avere una legislazione a sostegno dello
sviluppo della cooperazione in tutti gli ambiti, che tutti la proprietà intergenerazionale delle cooperative.
La Presidente ICA ha auspicato un lavoro
congiunto tra organizzazioni cooperative
ed istituzioni polacche che possa portare
a servizi di promozione e sostegno per
promuovere una “buona cooperazione e
la partecipazione attiva dei soci”. Il presidente di Cooperatives Europe, Dirk Lehnhoff, condividendo quanto sostenuto
dalla Presidente ICA, ha dato la disponibilità di Cooperatives Europe ad affiancare
le organizzazioni cooperative polacche
nella loro attività.
Imprese
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Primo piano
7
scelto dalle donne per conciliare, non quello
imposto dalle imprese per esigenze proprie),
la realizzazione di “banche delle ore” che consentono alle lavoratrici di gestire il loro tempo
di lavoro d’accordo con gli altri lavoratori in
modo da armonizzarlo con le scadenze della
vita privata. Sul tema della maggiore flessibilità nel lavoro sono state fatte e si stanno promuovendo forme di accordo tra imprese e
sindacati che trovano posto nella contrattazione di secondo livello, più facile da gestire rispetto alla contrattualistica nazionale ed in cui
più facilmente è possibile introdurre misure
migliorative delle condizioni di lavoro delle
donne, anche come integrative del salario.
Queste modalità più flessibili, insieme ad interventi di tipo formativo, facilitano anche il
rientro al lavoro delle donne dopo la maternità.
Sul capitolo innovazione, sono stati citati i sistemi che ormai stanno diffondendosi in Italia di assistenza a distanza di anziani e
disabili; anche questi interventi riducono il lavoro di cura delle donne e liberano tempo. Infine, Iacobelli ha sottolineato il fatto che le
imprese cooperative sono soggetti importanti
del welfare in Italia. Esse sono in grado di introdurre, per la loro peculiarità di imprese attente alla persona, elementi di qualità nei
servizi e nell’organizzazione dei servizi che
avvantaggiano le donne.
In conclusione, è stato detto che il nuovo approccio alla conciliazione tra vita privata e vita
lavorativa si muove sempre più in un’ottica di
garanzia del benessere organizzativo nei luoghi di lavoro che riguarda tutti i lavoratori, uomini e donne, soprattutto se si arriverà anche
in Italia ad affermare modelli di condivisione
della cura, come in alcuni paesi europei è
ormai più consolidato.
All’incontro hanno portato importanti contributi le cooperatrici polacche, spagnole e danesi, nonché dirigenti di organismi cooperativi
europei di settore (CECOP ed EUROCOOP )
testimoniando di esperienze di conciliazione
nelle cooperative di diversi Paesi e condividendo l’esigenza di costruire una banca dati
quanti-qualitativa, di promuovere una rete in-
formale al fine di conoscere le esperienze dei
diversi Paesi e lavorare insieme in progetti europei con il fine ultimo di fare advocacy e
lobby congiunta a Bruxelles e promuovere un
reale mainstreming nelle politiche ed attività
della cooperazione europea.
All’incontro hanno anche partecipato rappresentanti di Confcooperative, tra cui il Vice segretario Marco Venturelli, Gianna Perra e
Matteo Bettoli. Il vicesegretario Venturelli ha
presentato l’attività di Confcooperative, in
tema di parità di genere, sottolineando anche
il lavoro fatto come Alleanza in tema di credito
alle cooperative femminili ed ha evidenziato
l’esigenza di far diventare il tema delle pari
opportunità trasversale alle strategie delle organizzazioni cooperative”
Un network europeo per le cooperative turistiche
Maurizio Davolio ha coordinato il workshop dedicato al settore
Parallelamente si è svolta una riunione dedicata al rafforzamento del network europeo
delle cooperative turistiche, presieduta da
Maurizio Davolio, responsabile di Legacoop Turismo ed ex Presidente di TICA.
Davolio ha ricordato gli incontri tenuti a Sofia,
in Danimarca e a Città del Mare e ha citato i
rapporti esistenti a livello internazionale: con
l’Organizzazione Internazionale del Turismo
Sociale, Necstour, EARTH aisbl e con la Commissione Europea.
Nevena Bukova, di CCU, Bulgaria, ha presentato una proposta per creare un sito web
per tutte le cooperative turistiche europee. Il
sito avrebbe l’obiettivo di presentare l’offerta
delle cooperative turistiche e le attività ed
Primo piano
ACI
eventi del settore.
Debora Violi, di Confcooperative, ha presentato a nome di ACI Turismo la BITAC,
Borsa Italiana del Turismo Cooperativo, che
ambisce a diventare internazionale.
Bruno Roelants, di Cecop, ha illustrato il
progetto Cooproute, finalizzato alla creazione
di una rete europea dei siti cooperatavi visitabili, denominata Itinerario Europeo della
Cultura Cooperativa. Il progetto è in corso e
vede la partecipazione di 18 partner di 12
paesi.
Andreas Koumis, di Comarine, Cipro, ha
proposto la creazione di un logo comune per
tutte le cooperative turistiche europee, EuroCoopTravel.
Legacoop
Settori
Dorotea Daniele ha presentato la cooperative di diritto belga Diesis che negli anni ha
maturato una grande esperienza nell’economia sociale ma che recentemente ha accresciuto le proprie competenze anche nel
turismo e può pertanto diventare il riferimento per le cooperative turistiche in occasione di bandi e concorsi europei.
Presenti alla riunione i massimi dirigenti di
Eurocoop, il presidente Duncan Bowdler, il
Segretario Generale Todor Ivanov, la rappresentante di Kooperationen, Danimarca, Elsa
Brader, il presidente di Gromada, Polonia Jan
Blonski e il direttore Wojciech Matuszko. Ha
portato i saluti alla riunione il Direttore di Cooperatives Europe Klaus Niederländer.
Territori
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8
STATI GENERALI DELLA SALUTE
>> Stati Generali della Salute
“Cooperazione per dare risposta a
domanda di salute degli italiani”
>> Imola
Ospedali, ma non solo. Occuparsi di sanità
oggi vuol dire parlare di prevenzione, assistenza sul territorio, stili di vita, benessere.
È la “nuova cultura della salute”, a “carattere multidimensionale”. Un approccio nel
quale la cooperazione ha tanto da dire, essendo capace di mettere in campo “un’offerta di servizi realizzati da una pluralità di
soggetti” e di farlo sviluppando un “welfare
d’iniziativa” in cui i cittadini diventano “partecipi e responsabili del mutamento”.
Lo ha spiegato Giorgio Gemelli, responsabile dei progetti intersettoriali di Legacoop, intervenendo a nome dell’Alleanza
delle cooperative agli Stati Generali della
Salute che – organizzati dal Ministero – si
sono svolti l’8 e il 9 aprile a Roma. “Il modello cooperativo è l’ideale – prosegue Gemelli – per integrare ambito sanitario e
assistenziale, garantire continuità di cura e
valorizzare le risorse della comunità.
“È necessario innovare il processo, sviluppando reti e filiere di offerta – spiega Gemelli – e integrare organicamente
all’interno di un progetto culturale e imprenditoriale, soggetti, servizi e risorse. Sostenere questa evoluzione culturale e
sociale e, nello stesso tempo, affrontare la
razionalizzazione della spesa pubblica costituisce un’opportunità di miglioramento, a
garanzia dell’universalità del sistema”.
Il sistema di offerta del variegato mondo
delle imprese cooperative vede in prima fila
la diffusa e ultradecennale presenza della
cooperazione sociale, che già opera in
molti ambiti del settore sociosanitario gestendo servizi – si pensi alla psichiatria e
alle dipendenze – e strutture, ospedali e
RSA, che costituisce oggi, come rilevato da
molti osservatori, il cardine su cui regge il
sistema socio-assistenziale italiano.
Troviamo poi, da qualche anno, la cooperazione tra medici di medicina generale e professionisti della sanità, che
gestiscono, in forma associativa, diversi
centri offrendo servizi ai cittadini in modo
innovativo. Dal lato della domanda, inoltre,
la più che centenaria attività delle Società
di Mutuo Soccorso, costituisce la base su
cui potenziare la riorganizzazione del cittadino. La grande distribuzione organiz-
>> Emilia Romagna
Primo piano
ACI
Legacoop
Settori
zata cooperativa poi, è stata promotrice
negli ultimi anni della diffusione delle parafarmacie nei propri centri commerciali, e da
molto tempo opera nel campo dell’educazione alimentare dei consumatori, nella diffusione di prodotti di qualità certificata, e
attraverso società collegate, gestisce farmacie.
Le forme assicurative operano in un’ottica di “managed care”, gestendo il rischio
attraverso la fornitura di servizi di qualità
grazie a formule di acquisto collettivo di
prestazioni sanitarie private e pubbliche.
Un’ulteriore pluralità di soggetti cooperativi
si occupa, inoltre, di prevenzione, educazione alla salute, medicina del lavoro e promozione del benessere fisico. “Questa è la
realtà della cooperazione che e sta lavorando per integrare le differenti esperienze
e di promuovere reti che, in partnership con
la pubblica amministrazione – conclude
Gemelli – siano in grado di offrire ai cittadini
servizi di educazione, prevenzione, cura ed
assistenza sempre più adeguati e sostenibili nel lungo periodo”.
EMILIA ROMAGNA
A Bologna l’assemblea
dedicata all’Europa
Un incontro con al centro la cooperazione e
l’Europa. Con un occhio all’uso che verrà
fatto dei prossimi fondi strutturali e alle relazioni tra il loro utilizzo a livello regionale e
statale.
È stato questo uno dei temi di ‘Cooperativa
Europa’, assemblea dell’Alleanza Cooperative italiane dell’Emilia-Romagna alla quale
hanno partecipato, tra gli altri, il presidente
di Cooperatives Europe, Dirk Lehnhoff,
Massimo Baldinato, che fa parte del Gabinetto del Commissario Antonio Tajani;il
Territori
Imprese
Sondaggio
9
copresidente di ACI, Maurizio Gardini, i
copresidenti di ACI Emilia-Romagna, Massimo Mota e Francesco Milza e l’assessore regionale alla scuola e formazione
professionale, Patrizio Bianchi.
Hanno mandato un messaggio il presidente
del Parlamento europeo e candidato alla
presidenza della Commissione, Martin
Schulz e il ministro del lavoro ed ex presidente di Aci nazionale, Giuliano Poletti.
«Nessuno si senta offeso se diciamo che
c’è bisogno di cambiamento nella rappresentanza sociale, nell’economia e nell’impresa, nelle istituzioni e nella politica – ha
detto Poletti –. Io credo che ora siamo tutti
coscienti che quello del cambiamento è un
problema di tutti, un problema degli italiani
e un problema del nostro paese ed è un
problema dell’Europa. Perché i problemi
dell’Italia sono all’ennesima potenza i problemi dell’Europa. C’è lo spazio per ripartire, ma bisogna avere la radicalità
necessaria perché altrimenti con il passo
storico, con la discussione che non conclude, con i riti, non andiamo da nessuna
parte».
«La crisi ci ha mostrato che non competono
più solo le imprese, ma sistemi economici
e politici, anche sovrastatuali, e per questo
abbiamo bisogno nel mondo globale della
dimensione e dell’unità, anche politica, dell’Europa – ha esordito nella sua relazione il
presidente di Aci Emilia-Romagna, Giovanni Monti –. Senza la dimensione continentale, senza questa forza, saremmo tutti
ben piccola cosa nei confronti dei colossi,
anche demografici, che si stanno imponendo nel mondo. Tuttavia, se è vero che
l’Italia ha bisogno di una svolta, ne ha bisogno anche l’Europa. È doveroso spingere
sul freno del rigore per abrogare sprechi e
pesi burocratici, ma occorre anche spingere
sul pedale dell’acceleratore per favorire la
ripresa per garantire reddito, buon lavoro,
equità, welfare».
E per quanto riguarda i Fondi strutturali ha
aggiunto: «Occorre che il Governo italiano
sciolga una serie di nodi che riguardano, in
particolare, la relazione con le Regioni. Lo
Stato ha avocato a sè la gestione di un’importante fetta di risorse. Questa strategia di
centralizzazione è stata criticata dalla Regione Emilia-Romagna, prima in Italia per
capacità di spesa sui Fondi Fesr e Fse. Il timore è che lo Stato non presenti la stessa
Primo piano
ACI
capacità di gestione».
La speranza di Monti è che prevalga un atteggiamento premiale; mentre il timore è
che questa situazione possa portare a ritardi di bandi a livello nazionale e regionale:
«La possibilità di avere un anno bianco –
ha detto – è dietro l’angolo».
Nel suo messaggio, Schulz ha spiegato la
sua idea di un’Europa più equa, più solidale
e vicina ai cittadini e per questo ha definito
“fondamentali” le iniziative a favore dell’Europa e del cambiamento.
«Vi ringrazio – ha detto Schulz – di portare
avanti l’esperienza delle cooperative, uno
dei pilastri dell’economia europea, per
un’Europa migliore. Penso che l’Europa
debba imparare dal territorio, e non imporre
le proprie norme dall’alto. Le cooperative
potranno dare un contributo di grande valore a una riforma dell’Europa che parta dai
bisogni locali, e non dalle riunioni a porte
chiuse di Bruxelles».
Nel suo intervento, Dirk Lehnhoff ha fatto il
punto sullo stato delle relazioni tra cooperazione e istituzioni europee ricordano,
come già aveva fatto Baldinato, il passo in
avanti significativo compiuto con la istituzione della commissione permanente sullal
cooperazione.
«La politica europea è miope – ha sottolineato Lehnhoff – proprio ora che, invece,
sarebbe necessaria più Europa». Infine, parlando del prossimo semestre a guida italiana, Lehnhoff ha proposto che in autunno
si tenga in Italia, a Bologna, la presentazione della Road map della cooperazione
europea.
IMOLA
Il 14 aprile assemblea annuale
“Ripartire dal Lavoro”
E’ questo tema scelto per l’edizione 2014
dell’ Assemblea annuale dell’Alleanza delle
Cooperative Italiane Imola che si svolgerà
lunedì 14 aprile alle 18,15 nella Casa della
Cooperazione Imolese c/o Sala delle Stagioni (Via Emilia 25 – Imola).
Il lavoro è al centro dei primi passi del Governo italiano e dell’ azione quotidiana della
cooperazione italiana, come mostrano i numeri anche in questi anni di crisi.
L’Alleanza delle Cooperative italiane poi, in
Legacoop
Settori
audizione alla Camera dei deputati, sul DL
lavoro ha recentemente sottolineato come
non siano più rinviabili le soluzioni alle esigenze di realizzare, nel mercato del lavoro
italiano, un sistema di tutele universali, di
politiche attive e di servizi all’impiego, caratterizzato da nuovi tassi di efficacia ed efficienza e orientato alla creazione di nuova
occupazione.
E’ per questo, e alla luce dei programmi datisi, che l’Alleanza delle Cooperative Italiane
Imola vuole essere protagonista con azioni
di promozione cooperativa più efficaci e mirate in grado di cogliere anche tutte quelle
opportunità che il governo intenderà mettere in atto.
“Di fronte alla grave crisi occupazionale che
il paese sta affrontano e che colpisce tutte
le fasce di età, ma in particolar modo i giovani – afferma Sergio Prati, presidente
imolese dell’Alleanza delle Cooperative Italiane - abbiamo voluto porre questo come
aspetto prioritario al centro dei nostri lavori.
È chiaro che non si crea lavoro per decreto,
ma gli interventi normativi possono creare
condizioni agevolative in questa fase così
difficile per il sistema produttivo. Sul territorio con il progetto dell’Alleanza delle Cooperative Italiane proviamo a fare la nostra
parte. Siamo infatti impegnati a fornire un
supporto sempre più qualificato alle realtà
cooperative esistenti ma vogliamo sempre
più essere anche punto di riferimento per
quelle persone che vedono nella cooperativa un’opportunità per realizzare una nuova
idea imprenditoriale”.
All’Assemblea, per un confronto aperto e
altamente qualificato, interverranno pertanto Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro
e delle Politiche Sociali, Vincenzo Mannino, Coordinatore dell’Alleanza delle cooperative italiane e Daniele Manca,
Sindaco di Imola e Presidente del Nuovo
Circondario imolese, oltreché il nostro Presidente Sergio Prati.
Territori
Imprese
Sondaggio
Legacoop
>> Legacoop - Luiss
>> CoopFond
10
LEGACOOP - LUISS
Incontro del gruppo “cooperative
commons” con Stefano Rodotà
Si è tenuta a Roma lo scorso 4 aprile presso
la sede della LUISS l’incontro tra il gruppo di
lavoro Luiss- Legacoop del progetto “cooperative commons” e il Prof. Stefano Rodotà estensore del libro: il mondo nella
rete.
Il Prof. Sebastiano Maffettone responsabile scientifico del progetto ha presentato lo
scenario nel quale si inserisce “cooperative
commons” parlando di vero e propria dimensione metafisica del cambiamento
messo in atto dalle tecnologie digitali e da
internet in tutti i campi della vita sociale ed
economica. Il Prof. Rodotà ha sottolineato i
rischi per la democrazia rappresentati dalla
“dittatura dell’algoritmo” e ha sottolineato
la “necessità di considerare la conoscenza
come bene pubblico globale, non solo rivedendo categorie tradizionali come quelle del
brevetto e del diritto d’autore, ma evitando
fenomeni di “chiusura” (privatizzazione) di
questo “common”… trasformando in una
risorsa scarsa un bene comune.. da qui la
necessità di una tutela dinamica dei dati
personali, nel senso che la garanzia non
può essere soltanto quella tradizionale e
statica relativa alla riservatezza (privacy),
ma deve divenire componente essenziale
della cittadinanza digitale e della libera costruzione dell’identità, passando così dal riconoscimento dell’autodeterminazione
informativa a una effettiva redistribuzione
del potere in rete” .
Un tema che per gli estensori del Manifesto
di cooperative commons (www.cooperativecommons.coop) può essere da subito
realizzato attraverso la via dell’autorganizPrimo piano
ACI
Legacoop
Settori
zazione cooperativa degli utenti di internet,
utilizzando uno strumento che ha dimostrato in due secoli di poter unire protezione
dei consumatori, degli utenti, dei cittadini ,
forza del numero e flessibilità gestionale: la
piattaforma cooperativa con le sue forme di
governance democratica e mutualistica. La
discussione che ha coinvolto tra gli altri i
Professori della Luiss Pellegrino, Bocchiola, Spagnoletti, Papa e il coordinatore del progetto per Legacoop Vanni
Rinaldi, ha poi permesso di presentare i
diversi aspetti interdisciplinari del progetto,
che ha già visto la realizzazione di diversi
tavoli di approfondimento con le cooperative sui temi del diritto d’autore e dell’editoria elettronica. Il progetto prevede la
realizzazione di ulteriori approfondimenti e
la presentazione dei risultati in un convegno internazionale nel mese di dicembre
2014.
COOPFOND
CoopFond: via libera a 7 interventi
a sostegno della cooperazione
La presentazione dello studio di Bain &
Company sulle cooperative di costruzioni, il
rinnovo della convenzione con Banca Etica,
l’aumento della partecipazione in Fibo e
quattro interventi di Promozione Attiva, a favore dell’Alta formazione sul turismo ambientale, l’Onlus Asphi, un’iniziativa di
Legacoop Basilicata e la Settimana del
Buon vivere. Sono questi gli interventi decisi
nel corso del Consiglio di amministrazione
del Fondo mutualistico, il 26 marzo.
Gli analisti di Bain & Company hanno presentato al CdA lo studio commissionato su
un panel di dieci cooperative di costruzioni
emiliano-romagnole. Una radiografia approfondita per fotografare la situazione e,
insieme, individuare proposte strategiche di
riposizionamento per uno dei settori più colpiti dalla crisi. Ora il report sarà consegnato
ad Ancpl, a Legacoop Emilia-Romagna e a
Legacoop nazionale, che decideranno quale
utilizzo farne.
Tra conferme e novità, il Consiglio ha provveduto anche a rinnovare la Convenzione
con Banca Etica, di cui potranno usufruire
non solo le cooperative sociali ma tutte le
aderenti a Legacoop, purchè l’attività risulti
Territori
Imprese
Sondaggio
Legacoop
11
compatibile con il Codice etico dell’istituto.
Coopfond ha anche deciso di aumentare la
propria partecipazione in Fibo – Sviluppo
cooperativo, impegnata in processi di ricapitalizzazione e qualificazione dei servizi offerti.
Attraverso il Fondo Promozione Attiva, infine, Coopfond ha sostenuto quattro realtà:
la seconda edizione di Asta, l’Alta formazione sul turismo ambientale dal 5 al 12
aprile a Monterosso; l’Onlus Asphi insieme
a cui il Fondo sta organizzando per il 27 novembre una giornata di confronto tra cooperative socio-sanitarie e fornitori di
tecnologie ICT; il progetto per la lotta al degrado ambientale promosso da Legacoop
Basilicata e l’estensione della Settimana del
Buon vivere dal 29 settembre al 3 ottobre
da Forlì a Ravenna e Rimini.
Primo piano
ACI
Legacoop
Settori
Territori
Imprese
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Settori
>> Legacoop Servizi
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LEGACOOP SERVIZI
>> Distribuzione
Direzione nazionale, tematiche
settoriali e rispetto della legalità
>> Normative Europee
Si è tenuta martedì 8 aprile la riunione della
Direzione nazionale di Legacoop Servizi, la
prima per il 2014, che ha visto in apertura
dei lavori fare il punto sui cambiamenti avvenuti in questi primi mesi dell’anno, dall’instaurarsi del nuovo Governo alla nomina
di Giuliano Poletti a Ministro del Lavoro, con
conseguente fase di ridefinizione del vertice
di Legacoop e dell’ACI. Un percorso, quest’ultimo, per il quale la Direzione auspica il
massimo senso di appartenenza e responsabilità da parte del sistema cooperativo
Legacoop, al fine di gestire questo importante passaggio di rinnovamento interno e
in prospettiva della creazione dell’Associazione unica della cooperazione italiana.
I lavori sono proseguiti con una panoramica
su tematiche al centro del dibattito politico
che hanno una particolare rilevanza per la
cooperazione dei servizi: le misure che interessano il lavoro, quelle del Decreto legge
sui contratti a termine e quelle di più ampio
respiro che saranno contenute nel Jobs Act;
il dibattito apertosi sul ruolo dei contratti
collettivi nazionali di lavoro; il nuovo approccio di spending review avviato dal governo,
ritenuto
dall’associazione
politicamente e culturalmente più corretto,
ma egualmente preoccupante in ambiti delicati come quello sanitario; il maggior ruolo
delle centrali di committenza e le conseguenze di una riduzione del numero delle
stazioni appaltanti; i risvolti positivi, seppur
non lineari, dei pagamenti dei debiti delle
P.A.
Una tematica di particolare rilevanza che ha
visto l’Associazione attiva negli ultimi mesi
è quella relativa alle nuove Direttive Europee sugli Appalti pubblici e le Concessioni,
recentemente pubblicate in Gazzetta Europea, che sono state al centro del seminario,
organizzato insieme a Legacoopsociali e
ANCPL, che si è svolto il 9 aprile a Bologna.
Le direttive apporteranno sostanziali novità
per le imprese associate che operano con
la P.A. e cruciale sarà la fase di recepimento
nazionale, in scadenza ad aprile 2016, in
considerazione soprattutto delle numerose
disposizioni a recepimento facoltativo.
Nelle comunicazioni di carattere più setto-
>> Lega Pesca
Primo piano
ACI
Legacoop
Settori
riale: gli sviluppi relativi ai CCNL della Ristorazione, dell’Autotrasporto, del Multiservizi e della Vigilanza privata; il sistema
SISTRI; la questione dei costi minimi per
l’autotrasporto; la richiesta di un contributo
alle imprese dalla neo-costituita Authority
sui Trasporti, su cui Legacoop Servizi ha
espresso, attraverso un comunicato
stampa, la sua opposizione poiché considerato troppo oneroso ed illegittimo; i lavori
del 2° Congresso dei Servizi Integrati –
FORUM Pulire 2014, tenutosi a Milano il 26
e 27 marzo.
All’interno dei lavori, la Direzione si è soffermata nel ribadire l’importanza del rispetto della legalità: il problema della
presenza di varie forme di criminalità economica è trasversale a tutti i settori d’attività
in cui operano le imprese associate e il contrasto a tali fenomeni rappresenta, per Legacoop Servizi, una battaglia fondamentale
da portare avanti. Questo deve essere uno
dei principali temi da inserire nell’agenda
della nuova Presidenza di Legacoop e da
sottoporre con forza al Governo, in particolare per quanto concerne il contrasto alla
creazione delle false cooperative.
La mattinata si è conclusa con l’approvazione della proposta del bilancio di previsione 2014 di Legacoop Servizi e la
definizione degli orientamenti e del percorso
verso l’Assemblea di mandato, prevista per
il 2 e 3 dicembre 2014.
DISTRIBUZIONE
Presentato studio di Nomisma
sulla filiera agroalimentare
La filiera agroalimentare italiana ha un ruolo
rilevante nell’economia del Paese, rappresentando il 13,2 per cento degli occupati
(3,3 milioni di lavoratori) e l’8,7 per cento del
Pil, percentuale che sale al 13,9 per cento
considerando anche l’indotto economico in
altri settori produttivi. La sua centralità è percepibile anche in virtù dei 76 miliardi di euro
di retribuzioni annualmente sostenute, dei 23
miliardi di euro di investimenti e di un contributo erariale superiore ai 20 miliardi di euro,
al netto dei contributi ricevuti dalle imprese
(in gran parte – 70 per cento – indirizzato
verso la fase agricola).
Lo studio presentato il 3 aprile da Nomisma
Territori
Imprese
Sondaggio
Settori
13
nel Centro Congressi Roma Eventi-Fontana
di Trevi a Roma contribuisce a fare chiarezza
su un fattore importante dell’economia italiana.
Un altro elemento che contraddistingue la filiera agroalimentare è la sua capacità di tenuta negli anni di crisi economica. Pur
accusandone gli effetti, nell’ultimo quinquennio questa filiera è riuscita a rafforzare
la propria importanza nell’economia nazionale: il suo peso è passato dall’8,4 per cento
all’8,7 per cento in termini di Pil e dal 12,6
per cento al 13,2 per cento in termini di occupati.
La filiera agroalimentare italiana si distingue
per alcune caratteristiche che hanno un impatto sul livello di efficienza e competitività,
tra cui:
struttura produttiva e, in misura inferiore
anche quella distributiva, troppo frammentata rispetto a quanto avviene in tutti gli altri
principali paesi europei (Francia, Germania,
Regno Unito e Spagna);
dipendenza dall’estero per molte produzioni
agroalimentari di base (cereali, soia, carni
bovine e suine, latte, ecc.) per le quali l’Italia
è deficitaria rispetto al consumo.
Il confronto con i principali Paesi europei mostra come il valore della produzione per impresa è il più basso sia sul fronte agricoltura
– 26 mila euro in Italia, 40 mila in Spagna,
121 mila nel Regno Unito, 128 mila in Francia e 154 mila in Germania – sia su quello
dell’industria alimentare, 2 mila euro in Italia,
2.400 in Francia, 3.200 in Spagna, 5.200 in
Germania e 15 mila nel Regno Unito.
A queste peculiarità, si aggiungono gli effetti
che derivano dai deficit infrastrutturali e dagli
elevati costi «di sistema»: un costo del trasporto su gomma delle merci superiore tra il
20 e il 30 per cento rispetto a quello degli
altri Paesi europei, un costo dell’energia elettrica superiore del 70 per cento alla media
comunitaria.
Queste criticità strutturali, di filiera e di sistema, limitano lo sviluppo dell’agroalimentare italiano, provocando un aggravio di costi
che si ripercuote sia sulla competitività delle
imprese sia sulla formazione dei prezzi al
consumo.
“L’agricoltura italiana deve uscire dalla dipendenza dai finanziamenti pubblici e guadagnare in competitività sui mercati esteri”,
sottolinea il presidente di ADM Francesco
Pugliese. “Occorre però dare soluzione alla
Primo piano
ACI
polverizzazione della produzione, sia nel settore agricolo sia in quello dell’industria di trasformazione, alla debole concentrazione
della distribuzione e ridurre la dipendenza
dall’estero per l’approvvigionamento di molte
materie prime agricole. Così come occorre
limitare una serie di passaggi e intermediazioni (l’organizzazione della raccolta, la collocazione del prodotto sul mercato, le prime
lavorazioni – lavaggio, cernita, confezionamento –la logistica) ognuna delle quali grava
sul prezzo finale del singolo prodotto. Per fare
sì che il sistema Italia non perda per strada
gran parte del proprio potenziale competitivo.
La moderna distribuzione è per una buona
relazione di filiera e per una filiera efficiente
grazie alla quale, attraverso adeguati processi di integrazione, i prodotti ortofrutticoli
italiani siano in grado di competere anche
nei grandi mercati internazionali”.
La propensione all’export dell’Italia in questo
settore è decisamente inferiore a quella di
tutti i principali competitor europei (21 per
cento per l’Italia, 23 per la Spagna, 25 per la
Francia e 31 per la Germania).
Lo studio elaborato da Nomisma ha posto in
evidenza come su 100 euro pagati dal consumatore per un prodotto alimentare solo 3
rimangono come utili per tutti gli operatori
della filiera (agricoltura, industria, ingrosso,
distribuzione al dettaglio tradizionale e distribuzione moderna, ristorazione), mentre 97
euro sono i costi per la produzione e la distribuzione dei prodotti. In particolare, 34
euro sono destinati a sostenere l’acquisto,
da parte delle imprese della filiera, di beni e
servizi da aziende appartenenti ad altri settori
economici: ad esempio, i servizi di trasporto
e logistica, promozionali, per l’acquisto di
mezzi tecnici o beni funzionali al packaging
dei prodotti agroalimentari. 3 euro sono necessari per pagare l’importazione di prodotti
agroalimentari, 5 euro sono destinati al reperimento del capitale presso le banche e 9
euro costituiscono l’ammontare delle imposte pagate dalle imprese all’erario. A questi
valori vanno aggiunti 11 euro relativi agli investimenti realizzati dalle imprese (ammortamenti) e 35 euro che servono per pagare
le retribuzioni degli occupati nei vari anelli
della filiera.
Per la totalità degli operatori la filiera agroalimentare produce un valore molto basso di
utili (il solo 3 per cento del prezzo pagato dai
consumatori), valore che rimane costante nel
Legacoop
Settori
tempo nella sua incidenza complessiva, ma
che si differenzia nella sua ripartizione tra gli
operatori.
Nella seconda metà del decennio passato,
se da un lato cresce il peso, sul valore dei
consumi alimentari, degli utili conseguiti in
alcune fasi – industria, ingrosso e ristorazione – al contrario, si riduce l’incidenza dei
profitti delle imprese agricole e della distribuzione, in particolare quella moderna.
La distribuzione moderna tra il triennio 20042006 e il 2008-2011 ha conosciuto una
crescita importante del valore prodotto (aumentato di 2,5 miliardi di euro), che si è però
concentrato come destinazione verso i dipendenti. Nel periodo in questione le retribuzioni pagate dalle imprese distributive
sono aumentate di 1,9 miliardi di euro, assorbendo i tre/quarti del maggior valore
creato, mentre gli utili delle aziende sono diminuiti di circa 240 milioni di euro.
Un altro elemento importante emerso dall’analisi temporale della filiera agroalimentare è stato un progressivo spostamento di
valore al di fuori della filiera. Se agli inizi del
decennio scorso il costo dei beni e servizi
realizzati da imprese di altri settori economici
assorbiva il 22 per cento della spesa alimentare degli Italiani, tale quota è salita al
29 per cento nel triennio 2004-2006 e al 34
per cento nel quadriennio 2008-2011. Questa rilevante progressione è imputabile alla
crescita dei costi per utenze, energia, trasporto e logistica, tutte voci di costo direttamente o indirettamente riconducibili a gap
infrastrutturali del sistema Paese (ad esempio, reti di approvvigionamento energetico,
sistema infrastrutturale...).
LEGA PESCA
Previdenza, dare certezza di applicazione a legge 250/58
Per non gettare al vento oltre cento anni di
storia della cooperazione nella pesca e garantire la sopravvivenza delle cooperative
che esercitano la piccola pesca è indispensabile dare certezza all’applicazione del regime previdenziale previsto dalla Legge
250/58. Lega Pesca recepisce il grido di allarme giunto dalle cooperative di Chioggia e
Venezia in occasione di una riunione che si
è tenuta presso la sede di Legacoop di Me-
Territori
Imprese
Sondaggio
Settori
14
stre con la partecipazione del presidente
nazionale dell’Associazione, Ettore Ianì.
Siamo pronti ad intraprendere, nel quadro
di un percorso unitario con il coordinamento
Pesca dell’Alleanza delle Cooperative italiane, tutte le iniziative di confronto e approfondimento che saranno necessarie con
l’INPS per attualizzare un regime previdenziale che ha permesso negli anni il consolidamento e lo sviluppo della cooperazione
nel settore della pesca marittima su tutto il
territorio nazionale, ha dichiarato Ianì.
L’inquadramento previdenziale della Legge
250/58, storicamente ritagliato sulle specificità socio-economiche della piccola pesca
costiera rispetto alla pesca cosiddetta “industriale”, non è stato abrogato, né può essere considerato un regime residuale, ma
deve essere salvaguardato e semmai aggiornato, sottolinea Lega Pesca: fermi restando i suoi capisaldi ed il rispetto dei suoi
principi ispiratori, è necessario infatti tener
conto dei profondi cambiamenti che, a
causa di una crisi senza precedenti, hanno
investito in questi anni la struttura delle imprese, con un crescente ed ormai obbligato
ricorso alla diversificazione e alla multifunzionalità (pescaturismo, ristorazione, servizi
ambientali, vendita diretta), come strumenti
indispensabili per garantire adeguati redditi
Primo piano
ACI
alle famiglie.
Sarà opportuno un aggiornamento delle circolari attuative e, in specie, quella del 3 febbraio 1983 n. 609, anche in considerazione
della legislazione intervenuta in questi anni,
dal D.Lgs. 226/2001 e successive modificazioni alla L. 142/2001 con relative modifiche. Ma almeno fino a quando la legge
non sarà modificata, tiene a ribadire Lega
Pesca, le sue previsioni rimangono in vigore, prima fra tutti quella relativa alla definizione dei destinatari cui si applica,
ovvero “i pescatori che esercitano la piccola pesca su imbarcazioni non superiori
alle 10 tonnellate di stazza lorda”.
NORMATIVE EUROPEE
Nuove direttive europee sugli appalti pubblici e le concessioni
Si è tenuto il 9 aprile a Bologna, presso il
Savoia Hotel Regency, il seminario “Le
nuove Direttive Europee sugli Appalti Pubblici e le Concessioni”, organizzato da Legacoop Servizi, ANCPL e Legacoopsociali,
con la partecipazione del Dipartimento Politiche Comunitarie della Presidenza del
Consiglio, dell’Autorità di Vigilanza dei Con-
Legacoop
Settori
tratti Pubblici e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Esperti del settore si sono riuniti per approfondire, di fronte ad un’ampia platea composta da rappresentanti delle cooperative e
del sistema Legacoop, la nuova normativa
contenuta nelle tre direttive adottate il 15
gennaio 2014 dal Parlamento europeo e
pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale Europea
del 28 marzo 2014. Tra gli elementi qualificanti le Direttive: la promozione della qualità e dell’innovazione negli appalti pubblici,
la riduzione degli oneri burocratici superflui,
la valorizzazione degli aspetti ambientali e
sociali.
Durante il seminario particolare attenzione
è stata data alle modalità di recepimento
delle Direttive, che dovrà avvenire con leggi
nazionali entro aprile 2016, e più nello specifico alla questione dei criteri ambientali e
sociali e alla valorizzazione del criterio di aggiudicazione dell’offerta economicamente
più vantaggiosa. All’interno dei lavori, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha
sottolineato, tramite gli interventi dei suoi
rappresentanti, il proprio orientamento
verso una semplificazione delle norme e
delle procedure e verso il rilancio del partenariato pubblico/pubblico.
Territori
Imprese
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Territori
>> Lombardia
15
LOMBARDIA
Legacoop e Consorzio Indaco,
nuovo desk informativo
>> Veneto
>> Veneto
>> Triveneto
>> Liguria
>> Liguria
>> Marche
Si è svolto mercoledì 2 aprile un importante
incontro sul tema dell’Internazionalizzazione, come nuovo orizzonte per le imprese cooperative.
Il Desk rappresenterà un punto stabile a disposizione delle cooperative lombarde interessate a intraprendere percorsi di
internazionalizzazione e a strutturare o potenziare i rapporti commerciali e di conoscenza con Sud America, Africa, Russia e
Cina.
L’evento ha rappresentato anche l’occasione per raccontare i paesi in cui Indaco
opera, le opportunità che questi offrono e
gli elementi a cui occorre prestare attenzione, delineando le migliori strategie per
ognuno di questi.
Dal 2 aprile, presso gli uffici di Legacoop
Lombardia, è aperto uno sportello di consulenza sul tema dell’internazionalizzazione per le imprese cooperative.
>> Bolzano
>> Mantova
>> Genova
>> Bologna
>> Perugia
>> Catania
>> Sassari
VENETO
L’impresa si fa cooperativa;
storie di successo oltre la crisi
La cooperazione può giocare un ruolo fondamentale a Nord Est, per la sua capacità
di fornire risposte a nuove emergenze e
nuovi bisogni. Il workers buy out ne è un
chiaro esempio, sul fronte dell’allarme occupazione come del sostegno al nostro manifatturiero. Se ne è parlato nella sede
Grandi Stazioni della Regione del Veneto, a
Venezia, lunedì 7 aprile, durante il seminario: “L’impresa si fa cooperativa. Storie di
successo oltre la crisi”, organizzato dalla
Regione del Veneto in collaborazione con
Unioncamere Veneto. L’iniziativa - rivolta a
ordini professionali, confederazioni sindacali, movimento cooperativo, camere di
commercio, enti pubblici e locali e sistema
Primo piano
ACI
Legacoop
Settori
finanziario e creditizio -, rientra nell’ambito
dell’attività progettuale sviluppata attorno
alla Legge 17 del 2005 che disciplina la
cooperazione in Veneto, e nel percorso di
attenzione che la Regione dedica al mondo
della cooperazione e alle sue potenzialità
economiche e occupazionali, basato sull’ascolto e sul coinvolgimento del territorio:
lo stesso approccio guida la stesura, ormai
in dirittura d’arrivo, della nuova legge regionale sulla cooperazione che sostituirà
quella del 2005.
In particolare, nel quadro della Convenzione
tra Regione e Unioncamere del Veneto, prevista nella Deliberazione della Giunta regionale del Veneto n. 2887 del 28 dicembre
2012, il Progetto “Sviluppo cooperazione”
intende considerare e promuovere processi
di accompagnamento manageriale, fiscale,
finanziario e legale, delle imprese venete in
situazione di crisi - ma non in via esclusiva
-, per facilitare la loro trasformazione in imprese cooperative, replicando le buone
prassi già presenti sul territorio.
Dopo i saluti di Marialuisa Coppola, assessore all’Economia e Sviluppo, Ricerca e
Innovazione della Regione del Veneto e
Dario Salvagno, Unioncamere del Veneto,
ha introdotto il pomeriggio di lavori Michele
Pelloso, dirigente Sezione Industria e Artigianato della Regione del Veneto. Sono poi
intervenuti Maurizio De Santis, consigliere di Amministrazione CFI CooperazioneFinanza Impresa S.C.P.A. e Luca
Felletti, vicedirettore generale Veneto Sviluppo S.P.A. Finanziaria Regionale. Il seminario è proseguito con la testimonianza di
Alberto Grolla, presidente D&C Modelleria
Società Cooperativa, e con la tavola rotonda
moderata da Barbara Ganz de Il Sole 24
Ore NordEst, che ha visto alternarsi le voci
di Marialuisa Coppola, Franco Mognato, direttore generale Legacoop Veneto,
Antonio Pone, direttore regionale INPS Veneto e Cinzia Bonan, segreteria generale
della Cisl Belluno-Treviso.
«Di fatto la cooperazione industriale (e il
workers buy out in particolare) è al momento una delle soluzioni esistenti che
prova a rispondere alla crisi delle imprese
innanzitutto sotto il profilo produttivo e occupazionale» ha affermato Franco Mognato
che ha tenuto a precisare: «Il progetto di impresa però deve essere economicamente
sostenibile, basato su un valido business
plan che prenda in esame il settore di atti-
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vità e i potenziali concorrenti. In altre parole
è fondamentale un’accurata analisi del
mercato in cui si intende operare: in assenza di quest’ultimo e di professionalità
sulle quali contare non esiste infatti né fattibilità né convenienza nel costituirsi in cooperativa».
Un processo né facile né scontato insomma. Ad aprire la strada, fra gli esempi
di successo proprio in un settore così strategico per il nostro territorio come il manifatturiero, la D&C Modelleria Società
cooperativa di Vigodarzere, nata dal fallimento dell’ex Modelleria Quadrifoglio srl
(maggio 2010). Per continuare l’attività i dipendenti si sono subito costituiti in cooperativa. Ebbene, la cooperativa è riuscita a
rilevare il ramo di azienda dopo un solo
anno, e oggi continua a produrre stampi e
modelli per fonderie.
VENETO
Rinnovato l’accordo ponte
sulla Cig in deroga
Prorogato fino al 30 giugno l’accordo ponte
sulla Cig in deroga per il primo trimestre
2014. Soddisfatto Nicola Comunello, responsabile delle Relazioni Industriali di Legacoop Veneto: «Fugati gli ultimi dubbi, è stata
rinnovata per altri tre mesi la possibilità per le
imprese ed i lavoratori di accedere alla Cassa
Integrazione in Deroga. Si tratta di un risultato molto significativo ottenuto grazie all’impegno di tutte le parti sociali, datoriali e
sindacali, oltre che della Regione Veneto, che
hanno per l’appunto approvato l’accordo di
rinnovo della Cassa Integrazione in Deroga
per il periodo che va dal 1 aprile al 30 giugno
2014 secondo quanto proposto dalla Regione».
In attesa del decreto interministeriale contenente le nuove determinazioni e la prossima
riforma organica in materia annunciata dal
Governo, le cooperative, nel concreto, potranno attuare le procedure per la Cassa
senza limiti di giornate aziendali, per periodi
che vanno dal 1 aprile al 30 giugno.
«È necessario fare un accordo sindacale specifico, e il termine per effettuare tutta la procedura attraverso il sistema del Coveneto
rimane quello del ventesimo giorno succesPrimo piano
ACI
sivo all’inizio del periodo di Cassa Integrazione» tiene a ricordare Comunello che precisa: «Resta ancora non del tutto risolta la
questione della copertura finanziaria delle
somme che saranno necessarie per integrare
i periodi di fruizione degli ammortizzatori sociali, ma – anche alla luce dei dati più recenti
sul “tiraggio” nel 2014 della Cassa in Deroga
– si auspica non ci siano gravi problemi».
TRIVENETO
Il ministro Poletti incontra
le Legacoop
Il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali
Giuliano Poletti incontra Legacoop Veneto,
Legacoop Friuli Venezia Giulia e Legacoopbund, lunedì 14 aprile alle ore 10.15, al
Centro Congressi “Papa Luciani” di Padova.
Cuore del dibattito, moderato da Dario di
Vico, inviato del Corriere della Sera, il ruolo
della cooperazione e del terzo settore quali
volani di rinascita economica e sociale per il
Paese. Un focus particolare sarà riservato ai
modelli di economia e di welfare che, non
basandosi sui parametri “classici”, hanno invece immaginato e sperimentato con successo modi “altri” di produrre beni e servizi,
rimettendo al centro determinati valori - a
partire dal rispetto per le persone e le risorse
-, secondo i criteri di sostenibilità economica, ambientale e sociale.
In dialogo con il ministro Poletti Adriano
Rizzi, presidente di Legacoop Veneto, Enzo
Gasparutti presidente di Legacoop Friuli
Venezia Giulia, e Heini Grandi, presidente
di Legacoopbu
LIGURIA
Proposta per la soluzione del
sovraffollamento penitenziario
tare di 47.711, il sovraffollamento è pertanto quantificabile in quasi 14.000 unità
sul territorio nazionale (dati del Ministero
della Giustizia aggiornati al 31.01.2014.)
In Liguria i detenuti presenti sono 1.666, a
fronte di una capienza regolamentare di
1.108, con un sovraffollamento quantificabile in 558 unità.
Pertanto se a livello nazionale gli istituti di
pena sono soggetti ad un sovraffollamento
pari al 28,79% in Liguria il fenomeno si
quantifica percentualmente in un 50,36%,
rendendo le condizioni di vita dei detenuti
presenti nei sette istituti di pena ancora più
inaccettabili.
Osservando i dati del Ministero emerge che,
a livello nazionale, circa un terzo della popolazione penitenziaria è originario di paesi
diversi dall’Italia, (34,44%). In Liguria la percentuale dei detenuti stranieri è pari al
57,80%, ed è facile immaginare l’impatto
negativo della convivenza forzata tra diverse
culture in un contesto già reso difficile dalla
capienza inadeguata al numero di detenuti.
La classificazione dei detenuti per fascia di
età evidenzia come la condizione di detenuto sia trasversale a tutte le generazioni.
“Alla luce dei dati messi a disposizione dal
Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria sembra evidente – ha spiegato Gianluigi Granero, presidente di Legacoop
Liguria - che il ricorso alle misure alternative alla detenzione sia ancora insufficiente
a fare fronte alla necessità di adeguare
quantomeno il numero dei detenuti alla effettiva capienza delle strutture carcerarie,
con l’effetto di azzerare le finalità rieducative della pena, proponendo un modello che
di fatto prevede la sola finalità punitiva, in
pieno contrasto con il dettato costituzionale.
Pare chiaro che il sistema di misure alternative alla detenzione si presenti come inadeguato, nonostante le pur significative
modifiche apportate nel corso di quasi 40
Legacoop Liguria e la Cooperativa sociale Il
Faggio hanno presentato una proposta per
la soluzione del problema del sovraffollamento penitenziario mediante la realizzazione in via sperimentale di strutture
riabilitative diffuse sul territorio.
La popolazione carceraria è pari a 61.499
unità, a fronte di una capienza regolamen-
Legacoop
Settori
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17
anni dalla riforma del diritto penitenziario”.
I dati del Ministero evidenziano come la popolazione carceraria sia sempre più aderente ad un profilo di detenuto il cui accesso
al sistema penitenziario è vincolato a nessi
causali con la condizione sociale ed economica, più che alla effettiva gravità dei reati
commessi.
“Si rende quindi evidente la necessità di
una riforma che superi il concetto stesso di
carcere – prosegue Granero - per promuovere modelli di pena dove la finalità rieducativa acquisisca una effettiva
prevalenza, in modo da limitare la reiterazione del reato, con evidenti vantaggi sul
piano sociale e anche economico”.
Le analisi sul costo medio di un detenuto in
Italia presentano dati discordanti, ad oggi la
valutazione più ricorrente lo quantifica in
3.511 euro mensili, di cui solo 255,14 sono
destinati alle esigenze del recluso, mentre
una quota pari ad oltre il 90% è destinata al
personale impiegato per la sorveglianza.
In sostanza il costo giornaliero complessivo
è pari a 115 euro, mentre la quota riservata
a vitto, attività trattamentali e servizio sanitario prevede una spesa di 8.38 euro .
Il primo passaggio per una sostanziale modifica del sistema detentivo deve essere il
superamento del carcere come elemento
centrale delle politiche penali: la detenzione
presso gli istituti penitenziari dovrebbe essere limitata a situazioni in cui la pericolosità sociale di chi ha commesso un reato
sia tale da giustificare le restrizioni proprie
dell’istituzione penitenziaria.
In alternativa si dovrebbe configurare un sistema di detenzione domiciliare che, sulla
base del progetto rieducativo, preveda la
permanenza presso il luogo di residenza
abituale o, meglio ancora, in apposite strutture.
“La nostra proposta prevede la realizzazione
di una sperimentazione che preveda la realizzazione di strutture detentive dove sia
prevalente l’aspetto rieducativo della pena
– conferma Antonio Bonjean, presidente
della Cooperativa sociale Il Faggio -. In un
contesto che favorisca l’esercizio del libero
arbitrio, potendo contare su un contesto
ambientale in grado di offrire opportunità
per favorire l’adozione di uno stile di vita rispettoso delle leggi e del contesto sociale di
riferimento.
Primo piano
ACI
Questa modalità di esecuzione della pena
consentirebbe inoltre la possibilità di impiegare i detenuti in attività di utilità sociale che
potrebbero avviare percorsi di applicazione
del principio di “restituzione”, dove l’autore
di reati, impegnato in attività vantaggiose
per la comunità di riferimento, assume
l’onere di risarcire la società per il danno
cagionato”.
Il progetto pilota prevede la realizzazione di
due moduli da 25 posti sul territorio ligure.
La realizzazione di moduli residenziali da 25
posti sembra infatti poter rispondere adeguatamente alle esigenze.
Nei prossimi mesi la proposta sarà arricchita da una serie di contributi sviluppati
grazie a incontri con i soggetti coinvolti su
questi temi, un convegno tematico che si
svolgerà a Savona il 9 maggio e il lancio di
un blog e due Social Media che avranno il
compito di raccogliere diverse esperienze
internazionali da poter applicare in sede locale.
LIGURIA
Confermato il ruolo strategico
del porto di Imperia Oneglia
Si è chiusa il 3 aprile la seconda tranche di
corsi formativi rivolti agli imprenditori ittici.
Da ottobre 2013 ad oggi sono stati formati
oltre 220 lavoratori.
Con l’inizio della stagione di pesca i corsi
saranno sospesi per poi essere replicati a
ottobre e novembre durante il fermo temporaneo.
“Il corso che si è concluso ieri, a cui hanno
partecipato 40 operatori, era rivolto agli alimentaristi addetti alla manipolazione, somministrazione e trasformazione del prodotto
ittico. Si spera quindi che nei prossimi mesi
le attività di ittiturismo crescano significativamente” afferma Barbara Esposto, Direttore del Centro Assistenza Pesca di
Legacoop Lega Pesca Liguria “Crediamo
fermamente in questa forma di turismo alternativo che consentirà di valorizzare appieno un settore come quello ittico la cui
valenza turistica è indiscussa.”
Continua Servetti Lara Presidente del
Consorzio Porto Peschereccio “Tutto questo è una conferma della strategicità per il
Legacoop
Settori
Ponente Ligure delle strutture per la pesca
del Porto di Imperia Oneglia. Ieri all’Infopoint
c’erano pescatori di Finale Ligure, Loano e
Sanremo ma soprattutto molti giovani ed alcune donne. Stiamo lavorando affinché l’
“ittiturismo galleggiante” nei prossimi mesi
faccia la sua comparsa anche a Imperia”.
A margine una nota di servizio: se le condizioni meteo marine di questa notte lo permetteranno domani le unità PEO35 e ILDE
II replicheranno la vendita del pescato al
punto di prima vendita su Calata Cuneo. Assente, ma solo per questa settimana, l’unità
PINGONE ferma per lavori di manutenzione
MARCHE
Credito, nasce
Rete Confidi Marche
Nasce Rete Confidi Marche, il secondo contratto di rete fra Confidi stipulato a livello nazionale. E’ composto da Confidicoop
Marche, che racchiude il mondo della cooperazione e dell’agricoltura, e dal sistema
confindustriale marchigiano, Confidi Ancona, Confidi Fermo e Confidi Macerata.
Una rete che mette insieme, per la prima
volta, i tre agglomerati imprenditoriali di riferimento per rappresentare, nel complesso, un universo di 2.700 imprese socie,
280 milioni di fidi garantiti e 100 milioni di
garanzie concesse.
Il contratto di rete è una forma di aggregazione leggera in cui le imprese coinvolte
mantengono la propria autonomia ma possono, allo stesso tempo, accrescere la propria competitività e d’innovazione attraverso
un programma comune in cui ognuno s’impegna allo scambio d’informazioni sulla
base delle proprie capacità e conoscenze.
Rete Confidi Marche, presieduto da Gennaro Pieralisi, presidente di Confidi Ancona, vicepresidente Graziano Mariani,
presidente di Confidicoop Marche, ha ottenuto un fondo di 1,2 milioni di euro dalla
Regione Marche per facilitare l’accesso al
credito delle piccole e medie imprese industriali attraverso la concessione di garanzie
sui finanziamenti bancari. Hanno espresso
interesse ad aderire a Rete Confidi Marche
anche Confidi Macerata e Confidi Pesaro
Urbino.
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BOLZANO
Un ‘Caffè cooperativo’ per lanciare
la cooperazione tra cooperative
Al via a Bolzano il “Caffè cooperativo”. Una
serie di incontri, dal taglio volutamente
molto informale, per promuovere il confronto e lo scambio tra cooperatori. Obiettivo? Sostenere la cooperazione tra
cooperative. Quel che dovrebbe essere,
cioè, uno dei capisaldi del nostro mondo,
ma che per continuare a vivere e produrre
risultati ha bisogno di qualche stimolo in più
e di qualche occasione al passo coi tempi.
Durante il primo incontro una ventina di
partecipanti si sono confrontati attorno ad
un pacchetto di domande. Quali sono le nostre competenze? Cosa ci aspettiamo per il
futuro? E che cosa ci ha colpito recentemente in quel che ci è successo? Tutte occasioni per scoprire di avere qualche
problema in comune e, possibilmente,
anche qualche possibile soluzione.
In Alto Adige esistono già esempi concreti di
collaborazioni. Le cooperative CLAB ed
Ethical Software, ad esempio, propongono insieme Image coopkit, un’offerta di
corporate design, web ed e-mail riservata
alle coop aderenti a Legacoopbund. L’offerta comprende un incontro preliminare;
due proposte di logo; progettazione grafica
di tutto il materiale aziendale, dal biglietto
da visita all’insegna; sito internet e indirizzi
di mail. Il tutto avendo un unico interlocutore e la possibilità di acquistare ulteriori
servizi a prezzi scontati, dai servizi fotografici alle campagne pubblicitarie.
MANTOVA
“La cultura come bene comune”
bando di idee per gli under 30
Favoriscono lo sviluppo della persona e insieme il progresso spirituale e materiale ma
soprattutto non creano asimmetrie. Se, infatti, impoveriscono o si arricchiscono gli effetti coinvolgono tutti. Di che cosa stiamo
parlando? In due parole dei beni comuni. E
proprio da quest’ultimi prende ispirazione il
bando quasi omonimo “La cultura come un
Primo piano
ACI
bene comune” che presenta due finalità parallele: la valorizzazione della creatività dei
giovani e insieme la promozione di interventi creativi e progettuali a favore della
cura del patrimonio storico e culturale della
città di Mantova. La chiave di volta è quindi
rappresentata dalla sperimentazione condivisa di idee e proposte, così la Provincia di
Mantova e ForMa, con il supporto di Camera di Commercio di Mantova e di Labsus - Laboratorio per la sussidiarietà,
intendono attivare una nuova modalità di rigenerazione delle attività culturali, fondata
sul modello dell’amministrazione condivisa.
Il bando fa parte del progetto “Il tempo dei
giovani”, supportato da un finanziamento
da parte della Fondazione Cariplo e rivolto a
ragazzi e ragazze under 30. Il budget messo
a disposizione prevede in tutto 20 mila
euro. Al progetto che si guadagnerà il podio
verranno dati 8 mila euro, 6 mila al secondo
e infine 4 mila al terzo. Quattro inoltre le
menzioni speciali per altrettanti progetti meritevoli a cui saranno destinati 500 euro ciascuno. Tra i soggetti ammessi alla
partecipazione, oltre ai cittadini, sia singoli
che associati, di età compresa tra i 16 e i
29 anni compiuti, residenti o domiciliati sul
territorio della provincia di Mantova, sono
inclusi anche le associazioni e gli enti no
profit insieme alle imprese culturali e/o sociali con sede operativa sul territorio della
provincia di Mantova. Tra queste figurano
anche le società di persone o le società
cooperative in cui almeno il 60% dei soci
sia costituito da persone fisiche di età non
superiore ai 29 anni o in cui almeno il 60%
delle quote di capitale sia detenuto da persone fisiche sempre di età non superiore a
29 anni. Gli obiettivi che dovranno perseguire le proposte di progetto sono esplicitati
sul sito www.provincia.mantova.it. Tra queste vanno citati, ad esempio, spazi e/o reti
di co-working per giovani creativi e start up
culturali, anche intergenerazionali, “living
lab” inteso come un nuovo approccio nelle
attività di ricerca e sviluppo, progetti di rigenerazione urbana condivisa attraverso la
cooperazione tra le istituzioni pubbliche e la
comunità di riferimento. Le domande possono essere inoltrate entro e non oltre le ore
12 del 18 aprile 2014.
Legacoop
Settori
GENOVA
La vita balneare degli italiani
in mostra immagini e filmati
Si è aperta a Genova, alla Loggia della Mercanzia in piazza Banchi, la mostra “Cambi
di costume. Storie e immagini della vita
balneare degli italiani”. Dal 5 aprile al 14
giugno 2014. L’inaugurazione si è svolta
venerdì 4 aprile.
Promossa da Comune di Genova con la partecipazione di Camera di Commercio di Genova e Regione Liguria è prodotta
dall’Archivio storico della pubblicità gestito
dalla Corigraf, società cooperativa che opera
dal 1979 nel settore dei Beni Culturali.
La mostra, propone un percorso di lettura
inedito sull’evoluzione del costume da bagno
in Italia, rivisitando e presentando una selezione di materiali originali: manifesti pubblicitari, fotografie d’autore, cartoline e
pieghevoli, riviste, cinegiornali Luce, filmati
RAI e frammenti del cinema italiano.
L’esposizione riedita un lavoro di ricerca presentato per la prima volta nel 2007 a Camogli, offrendo un numero maggiore di opere e
documenti sulla storia balneare a Genova e
in Liguria.
Dalla nascita della cultura balneare in Italia
attorno al 1860 quando iniziano ad aprire i
primi stabilimenti balneari a Livorno, Venezia, Rimini,Viareggio e Genova, l’esposizione
racconta, attraverso la storia del costume, i
“cambi di costume” della società.
Le illustrazioni in bianco e nero, i manifesti e
depliant turistici, le foto d’epoca mostrano i
primi stabilimenti balneari su palafitte e le
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toelette da spiaggia, completi formati da tuniche e mutandoni al polpaccio con colli alla
marinara, cappelli di paglia e ombrellini di
pizzo. Particolarmente suggestivi i manifesti
realizzati nel 1905 dal celebre illustratore Pipein Gamba per il “Grande Stabilimento
Bagni di Sanremo”.
Gli anni Venti consacrano la figura di una
donna più sportiva che abbandona busto e
corsetti per adottare, in spiaggia, il costume
di maglia elasticizzata; una tendenza che si
afferma, con ancora più vigore, negli anni
Trenta.
Una selezione di fotografie dell’ Archivio fotografico del Comune di Genova e alcuni filmati della Fondazione Ansaldo presentano i
significativi cambi di costume, il gusto di una
vita libera, sportiva e giovane, la nascita delle
colonie, le vacanze popolari per tutti mutano
l’approccio con il mare e la moda. Si va in
spiaggia senza cappello di paglia, il costume
non è più amorfo, ma s’incolla alla pelle, è in
maglia elasticizzata, si riduce sempre più. Nei
manifesti di
promozione turistica è un vero inneggiare al
soggetto femminile, grazioso e sorridente,
che mostra, senza offendere il pudore, linee
sinuose, gambe e braccia. Sul tema della vacanza in località marine, con manifesti, locandine e bozzetti, si esercitano i migliori
disegnatori dell’epoca: Dudovich, Riccobaldi,
Puppo, Romoli, Patrone, Ortino e Migliorati.
A generare, forse, il più esplosivo cambio di
costume è, nel ’46, la nascita del bikini. Indossato, per la prima volta, in Italia da Lucia
Bosè, nel ’47, al concorso di Miss Italia a
Stresa.
Una passerella che lancia le maggiorate e le
giovani attrici, immortalate nei filmati RAI e
nelle foto dei Bagni Lido di Genova, organizzatore della selezione regionale.
Negli anni Cinquanta c’è voglia di dimenticare la guerra, di divertirsi. Scoppia la febbre
dell’abbronzatura, cambiano le forme, i tessuti dei costumi sono sempre più leggeri, impalpabili.
Il bikini arriva nelle spiagge. Come illustrano,
i manifesti e i bozzetti di Mario Puppo, Filippo
Romoli, Leo Pecchioni e gli ironici manifesti
realizzati per la Rinascente dalla svizzera
Lora Lamm, le foto d’autore dei grandi maestri dell’obiettivo (Mario De Biasi, Gianni Berengo Gardin, Franco Fontana), gli articoli e le
immagini di riviste come Epoca, Annabella,
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ACI
Arianna e L’Europeo, provenienti dall’emeroteca dell’Archivio storico della pubblicità di
Genova, che conserva anche la maggior
parte dei manifesti e bozzetti originali esposti in mostra.
Negli anni Sessanta i costumi sono ormai
sgambati e i bikini, sempre più ridotti, diventano aderenti come una seconda pelle, grazie alla scoperta di una nuova fibra, la Lycra,
che dà comfort e vestibilità. E il cinema italiano dedica alla spiaggia e alla sua moda un
nuovo genere di film: gli “spiaggiarelli”. Che
hanno come punto di forza quello di mostrare la attrici italiane, in bikini, in riva al
mare.
Gli ultimi decenni del novecento sono visti attraverso l’obiettivo di un unico autore della
fotografia contemporanea, Enrico Bossan
con una selezione monotematica raccolta in
videoproiezione.
Grazie alla collaborazione di collezionisti privati sono esposti alcuni modelli vintage di
costumi, anni ’40-’50-’60.
Orario: feriali 10.00-18.45, festivi 14.0019. Ingresso gratuito.
BOLOGNA
La cooperazione sociale crea
innovazione con UpCare
Una innovativa piattaforma software operante nell’ “Internet of Things” sviluppata
da StageUp e testata in collaborazione con
le principali coop sociali del territorio nell’ambito di un progetto di Legacoop Bologna.
UpCare (www.upcare.eu) è un innovativo
sistema di teleassistenza e telemedicina,
sviluppato dalla StageUp Srl, associata di
Legacoop Bologna, in collaborazione con il
“Centro di Ricerca Avanzata sui Sistemi
Elettronici – ARCES” dell’Università di Bologna. Il sistema è stato testato, con una
sperimentazione durata 6 mesi, in collaborazione con alcune tra le principali cooperative sociali del territorio all’interno di un
progetto di Legacoop Bologna sostenuto
dal fondo mutualistico Coopfond.
UpCare è un sistema tecnologico operante
nell’Internet of Things (l’ultima frontiera della
Rete con cui gli oggetti possono comunicare
tra di loro e con gli umani) che si rivolge ad
Legacoop
Settori
anziani e soggetti fragili.
Il sistema grazie a piccoli, discreti sensori
posti nell’abitazione, lancia allarmi verso la
famiglia e/o a un centro servizi in caso di: cadute o immobilità sospette; allagamenti, incendi, fughe di gas, fuoriuscite di monossido
di carbonio; scostamenti tra abitudini e comportamenti dell’assistito; comportamenti potenzialmente pericolosi; eccessi di calore,
freddo, umidità; superamento di soglie critiche rispetto a parametri fisiologici (come ad
esempio peso, pressione, saturazione del
sangue, glicemia).
E’ la prima piattaforma in Italia che integra il
livello assistenziale con quello medico e
punta ad un modello di intervento basato
sulla prevenzione e sull’assistenza a situazioni critiche e malattie, migliorando la qualità e la durata della vita
Upcare significa saldare l’innovazione tecnologica con l’innovazione sociale, attraverso
un dialogo costante tra persona con fragilità
(ma autosufficiente), familiari, medici sanitari
e operatori delle cooperative sociali per migliorare il benessere e prolungare il periodo
di indipendenza degli assistiti con benefici
sia personali che famigliari.
Il tutto nella massima sicurezza tecnologica,
serenità psicologica e professionalità nell’offerta di servizi.
Le cooperative sociali fanno ricerca, innovano e mettono a disposizione del partner
pubblico e delle aziende i risultati prodotti da
questa sperimentazione, per costruire sempre di più forme di partenariato forte e non
essere semplici fornitori di servizi.
Attraverso benchmark internazionali si prevede che l’utilizzo della Piattaforma UpCare
permetterà di ridurre significativamente i
costi sostenuti dal soggetto pubblico dell’’8%
per l’assistenza socio-sanitaria, del 50% per
le conseguenze derivanti da cadute, del 56%
per ricoveri e del 63% per visite ambulatoriali.
La forza dell’iniziativa è testimoniata dal fatto
che i segmenti della Teleassistenza e della
Telemedicina saranno tra quelli dell’ “Internet
of Things” che cresceranno di più. Cisco, in
un recentissimo studio che analizza il periodo
2013-2022, prevede in Europa un impatto
economico di 321 miliardi di euro (pari al Pil
annuale della Polonia, 8^ economia).
La sperimentazione dimostra che si può avviare un vero e proprio rinnovamento nel-
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l’approccio della cooperazione sociale, lanciando una sfida per l’innovazione del sistema di welfare, sia nel rapporto con gli
utenti e i loro familiari, sia nella relazione con
il sistema socio-sanitario pubblico, sia nella
costruzione di nuove forme di welfare aziendale in una logica di conciliazione di vita e lavoro, che, ancora oggi, va fortemente
perseguita per dare sostegno al lavoro femminile.
PERUGIA
Start-up e rigenerazione urbana:
nel centro storico nasce “Il Vicolo”
Nel centro storico di Perugia qualcosa si
muove anche dal basso e, laddove incombe
la crisi economica, generazioni a confronto
si armano di entusiasmo e scommettono
sul futuro. I cittadini si riavvicinano all’acropoli con vari progetti imprenditoriali, uno di
questi verrà inaugurato il prossimo 16
aprile. Si chiama «Il Vicolo», ed è ideato
dalla Coop. San Martino. Non una semplice
taverna ma un luogo d’incontro che porta
in se’ un obiettivo: contribuire alla rigenerazione di una delle zone della città spesso
associata alla droga e al mondo dell’illegalità, una corte privata che altrimenti sarebbe
rimasta chiusa e che collega via Ulisse Rocchi e via Bartolo.
I protagonisti Tutto è partito da un bando
di agevolazione per le start-up indetto da
Legacoop, da cui si è formata la cooperativa
San Martino composta da Luciana Banano
(cuoca) 55anni, Filippo Lana 33, Francesca
Lana 23, Liana Binaglia 45, Claudia Mariani
26, Ercole Cardinali 32, Matteo Rosadi (pizzaiolo) 22, Elisa Veschini 34, Guido Genovese 50.
Generazioni a confronto Luciana,
l’anima della cucina, rimasta senza lavoro,
ha dovuto reinventarsi a 55 anni e ha subito
Primo piano
ACI
sposato il progetto. «Il mio auspicio – dice
– è quello di tramandare la mia arte alle
persone che lavoreranno con me, anche
perchè si deve dare più valore e più peso
alle nostre tradizioni, anche culinarie, non
va perso ciò che ci è stato tramandato dalle
vecchie generazioni, sento proprio l’esigenza di trasmettere questo ai giovani».
Liana, invece, era ceramista e dopo la chiusura del negozio in centro qualche anno fa
ha dovuto rimettersi in gioco partecipando
a vari corsi di formazione sulla ristorazione,
che le hanno permesso di acquisire competenze specifiche nel settore facendole
trovare finalmente nella cooperativa uno
spazio espressivo.
L’obiettivo «Non abbiamo la pretesa di essere creatori di cultura, ma ci mettiamo a
servizio della cittadinanza come contenitore
per veicolare qualsiasi tipo di espressione
culturale», spiega Filippo. La Cooperativa si
propone non solo di creare lavoro per i soci
stessi, ma di promuovere cultura vissuta e
anche accademica con vari eventi in programma, per ridare anima a questi spazi
mettendoli a disposizione della cittadinanza
negli orari non prettamente ristorativi dove
si potrà avere la possibilità di collegarsi ad
internet tramite wi fi e di ascoltare della
buona musica dal vivo. «Non tutti avevano
la possibilità di partecipare con la quota associativa così abbiamo chiesto un piccolo
finanziamento -continua il socio Filippo
Lana – che ci è servito per le cose essenziali, ma c’era tanto da fare e abbiamo cercato di sopperire alle carenze economiche
con il nostro lavoro ed abbiamo ristrutturato
il locale con le nostre forze»
Un esempio di rigenerazione urbana I
cooperativi hanno invitato i propri amici, e
chiunque sia interessato, a portare la propria arte in questo contesto, qualsiasi essa
sia. E perchè no, se qualcuno volesse
esporre proprie opere ci sarà piena visibilità
per tutti. «Questa esperienza – afferma
Vladimiro Zaffini di Arcs Legacoop Umbria – è un esempio di rigenerazione urbana in cui i cittadini organizzandosi in
forma cooperativa creano nuovo lavoro,
fanno rivivere i locali del centro storico e si
impegnano a generare attività economica
producendo legami sociali. Come organizzazione abbiamo supportato la fase di startup della cooperativa San Martino e siamo
a disposizione di tutti i giovani che hanno
Legacoop
Settori
idee e voglia di mettersi in gioco».
CATANIA
La “Partita dell’Accoglienza”, tra
Nazionale Attori e l’ASD Cara Mineo
Sarà un mini torneo con centinaia di bambini organizzato dalla FIGC ad aprire venerdì
11 aprile allo Stadio Massimino di Catania
la “Partita dell’Accoglienza”, un’amichevole
di beneficenza che vedrà incontrarsi sul
campo la Nazionale Attori e l’ASD Cara
Mineo, squadra di giovani calciatori richiedenti asilo che milita in terza categoria e
che ha catalizzato negli ultimi mesi l’attenzione della stampa nazionale ed estera.
Organizzato dalla Fondazione Integra servizi alla persona Onlus con il patrocinio del
Comune e della Provincia di Catania, del
Consorzio Calatino Terra d’Accoglienza, di
Legacoop e della Compagnia delle Opere,
l’evento prevede anche l’esibizione su un
palco a bordo campo di artisti locali e nazionali, per invitare alla sensibilizzazione sui
temi dell’accoglienza, dell’immigrazione e
di una società sempre più multietnica e
priva di barriere.
“Un calcio per abbattere le barriere” è infatti lo slogan che campeggia sul manifesto della Partita, insieme ai volti del
cantante Francesco Sarcina (che porterà il
suo ultimo brano sentito a Sanremo oltre
qualche vecchio successo delle Vibrazioni),
della giovane rapper Baby K già madrina
della manifestazione alla Camera dei Deputati, di due famose Iene televisive (il Moralizzatore e il Twerkatore), del cantante
neomelodico Tony Colombo e del giovane
Tony Maiello vincitore 4 anni fa a Sanremo
tra le giovani proposte. Ma ci saranno
anche la band catanese dei Poka prossima
al lancio del primo album, Davide Finocchiaro con i Soul Medicine a contrappuntare le presentazioni e le esibizioni, e la
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giovanissima Giuliana Cascone, già star di
programmi come “Ti lascio una canzone” e
“Io canto”. In campo ci sarà anche Giuseppe Giansiracusa, presidente di Legacoop Catania. Presenta Flaminia Belfiore,
volto televisivo notissimo a Catania e provincia.
Tra gli attori della Nazionale, la cui formazione si saprà solo con qualche giorno di
anticipo, sicura la presenza di Bruno Torrisi,
per molti spettatori identificato con il Questore Licata di “Squadra Antimafia” (“Ma
non sono allenato e giocherò - dice - solo
cinque minuti per partecipare comunque a
questa bella iniziativa di solidarietà e amicizia tra i popoli”), e Francesco Giuffrida (che
ha esordito circa 15 anni fa in “Così ridevano” di Gianni Amelio ed ha poi ottenuto la
notorietà con la serie tv “Carabinieri”).
Il ricavato della partita servirà a finanziare
un centro di prima accoglienza per minori
rifugiati non accompagnati, che “in questa
continua emergenza - dice Salvo Calì, presidente della Fondazione - sono i soggetti a
maggior rischio e quelli meno tutelati”.
SASSARI - CCIAA
FrancescaChessaacapodelComitato per l’imprenditoria femminile
Francesca Chessa, presidente della cooperativa Coopas e dirigente della Legacoop
è stata eletta Presidente del Comitato per
l’imprenditorialità Femminile della Camera
di Commercio di Sassari.
“Il Comitato per l’imprenditoria femminile,
organismo operativo della Camera di Commercio di Sassari dal 1999, ha il compito di
individuare strumenti idonei a promuovere
la nascita e lo sviluppo delle imprese femminili del territorio e creare una rete di sinergie con altri enti e/o istituzioni del
territorio che permettano di rafforzare il
Primo piano
ACI
ruolo delle donne nel mondo dell’imprenditorialità.
Il Comitato, il cui rinnovo per i prossimi tre
anni si è svolto nei giorni scorsi alla presenza del Presidente dalla Camera di Commercio, Gavino Sini, e del Segretario
generale Pietro Esposito, nasce (così come
tutti gli altri Comitati costituiti presso le Camere di commercio italiane) da un protocollo di intesa tra Ministero delle attività
produttive e Unioncamere Nazionale.
Il Comitato ha una serie di compiti, tra i
quali, suggerire nell’ambito della programmazione delle attività camerali, azioni che
riguardino lo sviluppo e la qualificazione
della presenza delle donne nel mondo dell’imprenditoria e promuovere iniziative per
lo sviluppo dell’imprenditoria femminile
anche tramite specifiche attività di formazione imprenditoriale e professionale.
Oltre a proporre iniziative per attivare un sistema di collaborazioni sinergiche con gli
enti pubblici e privati che sul territorio svolgono attività di promozione e sostegno all’imprenditoria femminile Del nuovo
Comitato faranno parte, in rappresentanza
di associazioni di categoria e sindacati:
Francesca Chessa (presidente), Luisa Daga
(vicepresidente), Angela Maria Campus, Caterina Cannoni, Veronica Madau, Stefania
Alessandra Mattone, Carla Pazzola, Marilena Paulotto, Anna Maria Serra, Maria
Laura Uleri, Elizabeth Vargiu”.
Legacoop
Settori
Territori
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Imprese
>> CPL Concordia
>> Conad del Tirreno
>> CIA-Conad
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CPL CONCORDIA
80 milioni di nuove linee di credito per lo sviluppo
>> Coopservice
>> Coopservice
>> FpS Media
>> Fruttagel
>> Coop Cellini
>> Argento Vivo
>> Coop Solidarietà 90
>> Coop sociale
Pier Giorgio Frassati
Primo piano
ACI
CPL Concordia, gruppo cooperativo multiutility dell’energia e del gas, con un fatturato
consolidato di oltre 400 milioni di Euro, annuncia il positivo completamento di due importanti operazioni finanziarie, per un totale
di quasi 80 milioni di Euro, a supporto del
piano industriale 2013-2015.
La prima operazione è relativa ad un finanziamento a medio termine di 37,5 milioni di
Euro, di durata quinquennale e natura chirografaria, concesso da un pool di banche
capofilato da Iccrea BancaImpresa. Il finanziamento sarà destinato a sostenere il piano
di investimenti dell’azienda modenese.
La seconda operazione ha comportato l’ottenimento di linee di factoring per oltre 40
milioni di Euro, utilizzabili da CPL CONCORDIA con modalità sia “pro solvendo” che
“pro soluto” e messe a disposizione da istituti quali Banca Ifis, Cooperfactor, Ifitalia, GE
Capital, UBI Factor, Credem Factor e Bcc
Factoring. Tali plafond verranno utilizzati da
CPL per ottimizzare la gestione del capitale
circolante.
Sia i finanziamenti a medio termine sia le
linee di factoring, che assommano dunque
complessivamente a 77,5 milioni di Euro,
sono stati ottenuti da CPL CONCORDIA grazie all’attività dell’advisor Mazars - Divisione
Corporate Finance, realtà in forte crescita
che negli ultimi mesi ha concluso altri importanti “deal” di successo.
“Il piano triennale 2013-2015 approvato lo
scorso anno prevede, nell’arco del triennio,
il raggiungimento di ricavi del Gruppo CPL
superiori a 500 milioni di Euro, anche grazie ad un sempre maggior contributo delle
attività estere”, ha dichiarato il Presidente
di CPL CONCORDIA Roberto Casari. Il bilancio consuntivo 2013 verrà chiuso nel
corso delle prossime settimane e sottopoLegacoop
Settori
sto all’approvazione dell’Assemblea dei
Soci nel prossimo mese di giugno.
“Siamo molto soddisfatti del positivo riscontro ottenuto dal sistema finanziario”, ha
commentato il Direttore Finanziario di CPL
CONCORDIA Pierluigi Capelli. “Nonostante la prolungata situazione di “credit
crunch” presente sul mercato, un significativo numero di istituzioni creditizie conferma
pieno supporto a CPL CONCORDIA, garantendo così al nostro Gruppo un importante
rafforzamento della struttura finanziaria e
una significativa dotazione di nuova finanza
di medio-lungo termine a supporto del
piano industriale 2013-2015”.
“Dopo aver recentemente aperto le porte
del capitale della nostra controllata EGN a
due fondi di investimento”, ha concluso il
Presidente Casari, “nel prossimo futuro valuteremo con attenzione l’evoluzione del nascente mercato dei “minibond”, come
eventuale ulteriore strumento di diversificazione delle nostre forme di funding”.
CPL CONCORDIA, vincitrice dell’ultima edizione dell’Oscar di Bilancio nella categoria
“Società e Grandi Imprese non Quotate”,
aveva chiuso l’esercizio 2012 con ricavi
consolidati di 411 milioni di Euro, un Ebitda
Margin superiore all’11% e un utile netto di
Euro 8,7 milioni.
CONAD DEL TIRRENO
Investe su Firenze e apre
un nuovo store Sapori&Dintorni
Conad del Tirreno arricchisce la propria offerta in città con un nuovo punto di vendita
che valorizza le specialità alimentari della tradizione regionale: la cultura delle eccellenze
locali, degustabili in un’area interna, accanto
alla cultura storica della città, un info point
sugli eventi in programma in città e la vendita
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dei biglietti di ingresso ai musei e per i servizi pubblici locali.
Nel piano di sviluppo di Conad del Tirreno per
Firenze trova spazio il nuovo Sapori&Dintorni,
che apre in Borgo San Lorenzo 15r/17r; un
punto di vendita che rispetta appieno l’identità della linea di prodotti nata per valorizzare
e far conoscere le specialità alimentari della
tradizione enogastronomica regionale. Posto
nel centro storico del capoluogo toscano, all’interno del mercato di San Lorenzo, Sapori&Dintorni “affaccia” su Piazza del Duomo
– punto nevralgico del turismo –, dalla quale
dista poche decine di metri.
“Apriamo un nuovo Sapori&Dintorni nel
cuore di Firenze, il terzo in città: punto di incontro tra territorio e gusto, unione fra offerta
storico-artistica e culturale della città e offerta di prodotti regionali selezionati per portare sulla tavola dei fiorentini, l’eccellenza
della tradizione enogastronomica italiana.
Anche questo è cultura: cultura del cibo
buono e della tradizione locale”, commenta
l’amministratore delegato di Conad del Tirreno Ugo Baldi. “Lavoriamo per la qualità e
per il rispetto delle tradizioni, potenti fattori di
promozione dell’autentico made in Italy. Questo format di vendita enfatizza l’offerta di
Conad, garantita dal marchio, per rispondere
a tutte le esigenze della spesa quotidiana, integrando la qualità dei prodotti con il servizio
di promozione della cultura fiorentina, prima
di tutto quella dei tanti musei di cui la città è
ricca”.
“Il prodotto tipico regionale di Sapori&Dintorni è uno strumento per riscoprire il patrimonio culturale e la tradizione alimentare
delle regioni italiane”, sottolinea il direttore
generale di Conad Francesco Pugliese.
“Lo stesso Expo 2015 a Milano è una vetrina
di straordinaria importanza per portare e far
conoscere nel mondo le eccellenze alimentari del nostro Paese. Gli store Sapo-ri&Dintorni aperti a Firenze sono un veicolo per
diffondere, attraverso i milioni di turisti che
fanno tappa in città, il valore di prodotti autenticamente italiani per origine e distintività.
Il nostro impegno è finalizzato a sviluppare
una seria politica di sostegno e di valorizzazione dell’agroali-mentare italiano. La moderna distribuzione è un’occasione preziosa
di visibilità per tanti piccoli produttori che, altrimenti, non troverebbero spazio in un mercato sempre più complesso e competitivo”.
Primo piano
ACI
“L’insegna Sapori&Dintorni Conad rappresenta il negozio di prossimità che meglio
parla al territorio e del territorio”, commentano i soci imprenditori della cooperativa, Enrico Marini, Federico Daghini, Simone
Giannoni, Antonio Calantuoni che per
primi avevano aperto nel 2010, con grande
soddisfazione, gli altri due Sapori&Dintorni in
città.
450 mq di superficie di vendita, 35 addetti e
6 casse, in cui i clienti trovano tutta l’eccellenza dei prodotti Sapori&Dintorni Conad ed
il meglio delle produzioni toscane: oltre
1.000 prodotti locali e 140 etichette di vini
toscani, molti dei quali con le certificazioni
Dop e Igp. Nel complesso sono oltre 4 mila i
prodotti in vendita, tra i quali 130 referenze
Sapori&Dintorni Conad, oltre 1.500 prodotti
Conad, Conad Percorso Qualità e Conad il
biologico; una gamma completata da una
cantina di 215 etichette dei più rinomati vini
italiani. Nello store sono presenti i reparti ortofrutta, gastronomia, pane, carne a libero
servizio, generi vari e surgelati; il tutto per
mettere a disposizione di clienti e turisti una
spesa completa, veloce, all’insegna della tipicità e della qualità.
Per garantire il massimo servizio al cliente,
lo store è aperto tutti i giorni dalle 8.30 alle
21 e la domenica dalle 9.30 alle 21 con orario continuato.
Negli store Sapori&Dintorni è possibile non
solo fare una spesa completa e di qualità,
ma anche consumare i prodotti in vendita
grazie all’area dedicata alla degustazione.
Sono inoltre presenti un box clienti con servizio accoglienza, un info point sugli eventi
culturali in programma in città e la vendita
dei biglietti per l’ingresso ai musei e per i servizi pubblici locali.
Conad del Tirreno crede nel progetto Sapori&Dintorni, un format connotato da una
produttività ai massimi livelli del mercato –
oltre 22 mila euro/mq –, superiore a quella
media dei punti di vendita di Conad e dei
principali competitor.
In Toscana, dopo le aperture fiorentine di
grande successo del 2010 in Largo Alinari e
Via de’ Bardi, oltre all’apertura in Borgo San
Lorenzo, Conad del Tirreno ha in programma
quella nella stazione di S.M. Novella, sempre
a Firenze, all’interno del Progetto Conad
Grandi Stazioni, e altre operazioni di grande
visibilità in alcune città toscane.
Legacoop
Settori
Conad del Tirreno nel 2013
In occasione della presentazione del nuovo
store Sapori&Dintorni, l’amministratore delegato di Conad del Tirreno Ugo Baldi ha fornito i dati relativi all’andamento della
cooperativa nel 2013.
In uno scenario che riporta i consumi ai valori del 1990, espressione di una spending
review familiare che ha prodotto pesanti ricadute anche sulla grande distribuzione,
Conad del Tirreno ha svolto un ruolo importante nel sostenere i redditi delle famiglie.
L’incidenza delle promozioni si è consolidata
al 27 per cento con punte di oltre il 30 per
cento nel canale ipermercati, generando un
risparmio di 200 milioni di euro per i clienti.
Altri risparmi sono venuti dalla Carta Insieme
Conad, che ai possessori ha riservato ulteriori
occasioni di convenienza.
Il giro d’affari complessivo si è attestato a 2,2
miliardi di euro, con una quota del prodotto
a marchio Conad attestata al 24 per cento,
con valori medi del 30 per cento nei punti di
vendita di prossimità, a conferma del ruolo
strategico che la marca del distributore ha
nello sviluppo e nella fidelizzazione all’insegna. Risultati riconducibili all’impegno dei
216 soci imprenditori, alla loro capacità di
essere vicini al cliente e interpretarne i bisogni predisponendo le più efficaci risposte.
Conad del Tirreno opera in Toscana, Lazio,
Sardegna e nella provincia di La Spezia con
325 punti di vendita – 14 Ipermercati
Conad, 43 Conad Superstore, 100 Conad,
111 Conad City, 5 Sapori&Dintorni Conad e
52 Margherita Conad – per una superficie
complessiva di 235 mila mq.
“Risultati che premiano l’impegno dei nostri
soci imprenditori e sono frutto del nostro modello cooperativo, moderno e distintivo”, osserva Baldi. “La crisi si fa sentire in modo
pesante anche in tavola e siamo dunque impegnati a dare risposte concrete alla richiesta di convenienza e di salvaguardia del
potere di acquisto delle famiglie. I nostri
clienti ci premiano e apprezzano la coerenza
delle nostre offerte. Continueremo ad essere
al loro fianco con nuove offerte e nuova convenienza, privilegiando i prodotti che parlano
delle tradizioni locali e sostenendo la loro
produzione”.
Forte del proprio radicamento sul territorio,
nel 2013 Conad del Tirreno, nelle aree di Toscana, La Spezia e provincia, Sardegna e
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Lazio, ha sottoscritto accordi con 915 fornitori locali, dai quali ha acquistato 7.800 prodotti sviluppando un fatturato di circa 250
milioni di euro. In Toscana in particolare,
sono oltre 570 i fornitori locali dai quali la
cooperativa acquista 4.500 prodotti food e
freschi per un fatturato 2013, di 145 milioni
di euro.
Un impegno per valorizzare la cultura e la tradizione regionale in campo agroalimentare,
rappresentando al contempo una forma di
incentivazione e di sostegno ad altrettante
economie locali rappresentate da piccoli e
medi imprenditori.
Sul fronte dei servizi, Conad del Tirreno ha in
funzione 7 distributori di carburanti che
nel 2013 hanno erogato 43,3 milioni di litri
con un risparmio diretto di 3,5 milioni di
euro per gli automobilisti e 18 parafarmacie (8 in iper e 10 in supermercati), nelle
quali lo sconto medio sui farmaci senza ricetta medica è del 25-40 per cento, rispetto ai prezzi praticati dalle farmacie
tradizionali.
CIA-CONAD
A Rovigo il primo Conad City
“spesa facile”
Venti persone assunte e milleduecento metri
quadri di area vendita: sono i numeri con cui
si presenta il supermercato Conad City
“Spesa Facile” in viale della Scienza 7 a Rovigo (area Tosi).
Il negozio - dopo il cambio di proprietà e un
completo restyling - aprirà venerdì 11 aprile
alle 9,30 alla presenza del Sindaco e delle
autorità cittadine.
I nuovi gestori sono madre e figlio, Oriana
Burato, 56 anni, e Tommaso Boso, 25, entrambi veneti. È stata lei che quattro anni fa
ha compiuto il salto da dipendente a socia
Conad, scommettendo su se stessa e diventando proprietaria del Conad di Eraclea, in
provincia di Venezia.
La missione della coppia madre-figlio è in
linea coi tempi: oltre a portare avanti la nuova
insegna avranno il compito di selezionare dei
giovani che tra qualche anno potranno raccogliere il testimone e diventare a loro volta
imprenditori della grande distribuzione.
È questo, del resto, il modello di sviluppo di
Primo piano
ACI
Commercianti Indipendenti Associati, la
grande cooperativa di dettaglianti Conad di
cui fanno parte Oriana e Tommaso. Commercianti Indipendenti Associati (CIACONAD) opera in Veneto e nel Nord Est (Friuli
Venezia-Giulia, Romagna e Marche) dove
riunisce circa 200 piccoli e medi imprenditori
(dal negozio di quartiere all’ipermercato), con
vendite complessive che superano il miliardo
di euro.
IL NUOVO FORMAT “SPESA FACILE”
L’orario di apertura del supermercato sarà
tutti i giorni della settimana dalle 8,30 alle
20; la domenica dalle 9 alle 13. Il negozio
mette a disposizione oltre un centinaio di
posti auto e un’offerta molto variegata che
inaugura il nuovo format di vendita “Spesa
Facile”. L’assortimento punta su un’ampia
offerta di freschi tra cui scegliere: frutta e verdura sfuse; pescheria e macelleria; un ricco
carnet di proposte gastronomiche; panetteria e pasticceria.Ma soprattutto dice addio
alle promozioni continue.
«Offriremo un “prezzo basso tutti i giorni” con
cui il consumatore può entrare in negozio e
risparmiare a occhi chiusi, senza pensare a
volantini e offerte speciali», spiega l’Amministratore Delegato di CIA-CONAD, Luca Panzavolta.
«Questo nuovo format per noi è un esperimento importante - aggiunge - perché per
la prima volta coniugheremo l’alta qualità a
cui è abituato il consumatore Conad con una
proposta di prezzi molto aggressiva tutti i
giorni della settimana. Questo test è il primo
a livello nazionale di una serie di iniziative
analoghe che coinvolgerà nei mesi a venire
altre cooperative associate a Conad».
COOPSERVICE
Nota con l’Università di Bologna su
accordo appalto Palazzo Paleotti
Pubblichiamo, di seguito, una nota congiunta dell’Università di Bologna e Coopservice, diffusa il 4 aprile, in merito
all’accordo raggiunto sull’appalto di Palazzo Paleotti.
“L’Università di Bologna e Coopservice, nell’ambito del dialogo costante e collaborativo e del lavoro condotto dall’autunno
Legacoop
Settori
scorso, hanno effettuato in rettorato la verifica già prevista di questi mesi di gestione
dell’appalto di Palazzo Paleotti. E’ stata
anche l’occasione per anticipare una più
ampia valutazione riguardante l’appalto dei
servizi di portierato in scadenza nel mese
di luglio, che riguarda gli altri plessi dell’Università nei quali è impegnata Coopservice. Per quanto riguarda questi ultimi
servizi si comunica che sarà garantita la
continuità occupazionale, contrattuale e retributiva - mai messa in discussione - a
tutti i lavoratori coinvolti.
Per quanto riguarda Palazzo Paleotti è stata
concordata con Coopservice la ridefinizione
economico-prestazionale dei profili professionali impiegati in questo plesso. Alla luce
di quanto sopra, Coopservice e le sigle sindacali firmatarie del contratto - nell’ambito
di un percorso negoziale mai interrotto hanno concordato una ricognizione dei tre
livelli di retribuzione previsti portandoli rispettivamente a 6,71 euro, 6,91 euro e
7,41 euro lordi. Grazie all’accordo raggiunto
oggi verrà riconosciuto quindi, a far data dal
1 marzo, un aumento sulla retribuzione
lorda mensile di 104 euro, che si va ad aggiungere a quanto già riconosciuto con l’accordo del 21 marzo scorso.
Questo risultato fuga pienamente le preoccupazioni dei lavoratori che da diversi giorni
chiedono garanzie e certezze, risponde alle
loro attese e allo stesso tempo smentisce
le notizie false relative a cifre e decisioni che
sono state propagandate da chi ha strumentalizzato la protesta.
«Sono soddisfatto per la soluzione della giusta causa dei lavoratori i quali svolgono una
funzione importante per questa Università
– dichiara il Rettore dell’Università di Bologna Ivano Dionigi -. Soluzione raggiunta
anche grazie all’attenzione di Coopservice e
alla collaborazione dei sindacati firmatari
del contratto. L’Ateneo e il Rettore nel ribadire che sin dall’inizio hanno rispettato le
leggi scritte e il proprio ruolo di committente, non si sono sottratti a un coinvolgimento politico e morale per contribuire alla
soluzione di una situazione che presentava
risvolti particolarmente critici. Deve essere
a tutti chiaro che sarà bene mettere mano
alle norme contrattuali degli appalti perché
i lavoratori abbiano piena tutela e garanzia
dei loro diritti».
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«La nostra correttezza e serietà - dichiara il
Presidente di Coopservice Roberto Olivi sono testimoniate dalla immediata disponibilità ad affrontare i temi proposti dall’Università e dai lavoratori. Abbiamo anticipato
una verifica già prevista e con il concorso
dell’Università abbiamo risolto le questioni
sul tappeto. Rimane un dato di fondo che
riguarda i settori in cui operiamo: per rimanere in campo un’impresa come Coopservice che impegna l’80% del bilancio per
dare lavoro a 12.000 dipendenti, tutela la
sicurezza dei lavoratori e applica i contratti,
restituisce socialità al territorio, ha bisogno
di un sistema di regole certe negli appalti e
di relazioni sindacali responsabili e rispettose delle compatibilità».
COOPSERVICE
Al via il master in design e management dei servizi integrati
Si chiama Design e management dei servizi
integrati. É l’ultimo progetto scaturito dalla
pluriennale e proficua collaborazione fra Coopservice e l’Università di Modena e Reggio
Emilia. Un master post laurea, concepito nel
segno dell’innovazione, che si propone di fornire ai partecipanti il know how necessario
per progettare e gestire gli appalti di servizi
complessi.
Il master è stato presentato nei giorni scorsi,
nella sede di Coopservice, dal presidente Roberto Olivi e dal direttore Emil Anceschi,
affiancati da Eugenio Dragoni, direttore del
Dipartimento di scienze e metodi dell’ingegneria, Diego Maria Macri, delegato per la
ricerca e il trasferimento tecnologico e Matteo Vignoli, docente di business process engeeniring alla facoltà di Ingegneria.
“Il corso - ha affermato il presidente Olivi —
Primo piano
ACI
nasce dall’orientamento all’innovazione che
la nostra cooperativa ha posto fra i propri valori fondanti. Una ricerca continua che si è tradotta, ancora recentemente, nella scelta di
operare in settori innovativi ad alto contenuto
tecnologico, come la logistica del farmaco. Di
qui la necessità di mettere in campo non solo
l’innovazione di processo richiesta a chi
svolge questo tipo di servizi, ma anche la formazione di nuovi profili professionali. Quelle
figure, appunto, che ci prefiggiamo di formare
al termine di questo master”.
Per l’Università di Modena e Reggio Emilia è
intervenuto il direttore del Dipartimento di
scienze e metodi dell’ingegneria Eugenio
Dragoni che ha dato il via formale al master.
Nel suo saluto il professor Dragoni ha sottolineato l’importanza del corso di perfezionamento, che “costituisce un percorso di studi
importante e in grado di trasmettere ai partecipanti le informazioni specifiche che provengono dagli insegnamenti di ingegneria
gestionale. Mi auguro che questa collaborazione possa proseguire anche negli anni futuri”‘.
Tra il pubblico anche i dieci dipendenti di Coopservice già selezionati per partecipare al
percorso formativo al termine del quale conseguiranno l’attestazione del certificato universitario. Altri dieci partecipanti, il numero
totale è dunque di venti, verranno selezionati
tra gli studenti meritevoli dell’Università di
Modena e Reggio Emilia.
I nomi dei primi 10 partecipanti al corso
(foto)
Mattia Ciffolillo; Fabio Busi; Carlo Villirillo; Riccardo Ghidini; Heikki Zaffelli; Fabio Falcettoni;
Emanuele Cedonio Filippi; Antonino Vitale;
Biagio Maddamma; Chiara Casale.
FPS MEDIA
Modello imprenditoriale europeo
per le aziende giornalistiche
FpS Media è la prima realtà italiana a essere individuata dalla European Federation of Journalists (EFJ) come modello
imprenditoriale per le aziende giornalistiche e legate al mondo dei media.
Non solo: FpS Media è una delle tre realtà a
livello europeo scelte dall’organizzazione
giornalistica più rappresentativa del Vecchio
Legacoop
Settori
Continente come caso di studio nella conferenza Confronting Austerity: financial and
employment models for journalism che si è
svolta dal 20 al 21 marzo a Vienna, ideata
dall’EFJ con il supporto della Commissione
Europea e della Gpa-Djp (Federazione Austriaca dei Giornalisti).
Obiettivo dell’incontro è stato individuare modelli alternativi per superare il momento di difficoltà delle imprese legate al mondo
dell’informazione: oltre a FpS Media, rappresentata a Vienna dal socio e amministratore
Gianluca Schinaia, partecipavano Tim
Dawson, fondatore del portale inglese New
Model Journalism (www.newmodeljournalism.com) e Martine Simonis, segretario
generale dell’Associazione dei giornalisti del
Belgio che presenterà un progetto imprenditoriale. Durante la conferenza, erano presenti
speaker da tutta Europa che hanno presentato idee e progetti per innovare le imprese
legate al mondo dei media.
La European Federation of Journalists (europe.ifj.org/en) raggruppa oltre 320mila giornalisti provenienti da 38 Paesi: è
l’associazione di categoria più rappresentativa d’Europa e ha sede a Bruxelles. Nata nel
1994 in seno all’International Federation of
Journalists (IFJ), l’associazione è oggi attiva
nel proporre soluzioni innovative alla generalizzata crisi editoriale.
FpS Media, acronimo di Fuori per Servizio
(www.fpsmedia.it), è una società cooperativa
con sede a Milano e collaboratori sul territorio nazionale che si occupa di giornalismo,
comunicazione, editoria digitale e innovazione
nel settore dell’informazione. Nata nel 2009,
oggi FpS Media è una tra le poche realtà giornalistiche italiane a essere completamente
autonoma da un punto di vista economico e
in crescita costante dalla sua fondazione.
FRUTTAGEL
La copperativa di Alfonsine
festeggia 20 anni
Per l’ azienda alfonsinese di via Nullo Baldini e presieduta dal bolognese Vincenzo
Alberti, quella giovedì 10 aprile è stata una
giornata speciale, perché ha festeggiato i
primi 20 anni della propria storia, con iniziative aperte ai dipendenti e ai loro fami-
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liari.
L’azienda fu costituita i primi giorni del
mese di aprile del 1994 (da una compagine
sociale composta da numerose cooperative
agricole prevalentemente del territorio Ravennate ) per rilevare lo stabilimento di trasformazione di Alfonsine a seguito delle
fortissime difficoltà in cui versava la Cooperativa Parmasole (a sua volta subentrata
nel 1983 ad AlaFrutta ). Nel 1996 l’assetto
societario venne completato e rafforzato
con l’ingresso di COIND, cooperativa industriale con sede a Castel Maggiore (BO).
Sono stati 20 anni caratterizzati da lunghi
periodi di sviluppo e taluni momenti di difficoltà, sempre tuttavia affrontati avendo
ben chiari l’obiettivo primario della cooperativa e la mutualità che la stessa deve
esprimere: crescere mantenendo una redditività positiva, salvaguardando l’occupazione e gli interessi della compagine
sociale.
Oggi l’azienda vive un momento di meritata
soddisfazione, con bilanci di positivo equilibrio ed una gestione caratteristica in attivo.
Produzioni innovative, biologiche e di qualità sempre più elevata (Latti e bevande vegetali, bevande a base di frutta, la
lavorazione del pomodoro, gli ortaggi surgelati) , investimenti tecnologici importanti
(da ultimo le nuove linee Tetra Recart) e costanti nel tempo, fanno oggi di Fruttagel
un’azienda certamente all’avanguardia del
panorama agroalimentare del nostro paese.
L’occupazione è costantemente cresciuta,
rendendo sempre più stabili anche i numerosissimi rapporti di avventiziato agricolo
che l’azienda utilizza per l’intero periodo
dell’anno.
Infine il riconoscimento del proprio importante ruolo all’interno della filiera agroindustriale di questo territorio, il rafforzamento
della propria base sociale, lo sviluppo dei
conferenti agricoli, il rapporto fiduciario con
Primo piano
ACI
la grande distribuzione.
Pochi numeri per esprimere meglio di ogni
altra considerazione ciò che l’azienda rappresenta oggi.
Nel 1995, primo anno di piena produzione,
Fruttagel , nell’unico stabilimento di Alfonsine, aveva in forza circa 360 dipendenti ed
un fatturato complessivo pari a circa €
35.000.000 .
Alla data odierna, questa è la situazione:
Due stabilimenti produttivi: ad Alfonsine, ove
operano circa 730 addetti, e Larino (Campobasso) in cui operano circa 140 addetti.
Il fatturato complessivo al 31 dicembre
2013 è stato pari a circa € 130.000.000.
COOP CELLINI
Al via la centrale cogenerativa
a biomassa
Un progetto sostenibile di valorizzazione del
territorio, che utilizza una fonte di energia
rinnovabile come il legno per produrre energia elettrica e termica. E’ stata inaugurata
mercoledì 9 aprile, a Campo Tizzoro, nel
Comune di San Marcello Pistoiese (PT) la
Centrale cogenerativa a biomassa da 729
chilowatt e 3 mega watt termici, realizzata,
con un investimento di 5 milioni di euro,
dalla Coop Cellini GTC, azienda pratese leader nel settore dell’impiantistica e delle
energie alternative. Si tratta del primo impianto a biomassa costruito dalla Cellini
GTC in Toscana: con circa 13mila tonnellate l’anno di biomassa legnosa vergine si
otterrà energia elettrica pari al consumo di
circa 250 famiglie (circa 6.000 MWh/anno
di energia elettrica) e circa 25.000
MWh/anno di energia termica destinata alle
utenze industriali dell’area. Preziosa è stata
la collaborazione avviata con il consorzio
universitario Re-Cord.
La centrale a biomassa utilizzerà cippato;
una volta inaugurata, inizierà la seconda
fase del progetto, che riguarda la realizzazione dell’impianto di produzione pellet da
installare in un locale adiacente a quello a
biomassa. La centrale è stata accesa martedì 18 marzo. Poi è iniziata la fase del collaudo elettrico, che ha avuto esito positivo;
la fase di accensione della caldaia e il primo
kW messo in rete.
Legacoop
Settori
“È il primo impianto di questo tipo realizzato
da Cellini, che ormai da tempo lavora con
ottimi risultati nel comparto della green
economy - spiega il presidente di Cellini
Stefano Ciacci - Siamo orgogliosi di questo risultato: la centrale cogenerativa a biomassa è un esempio di come, attraverso
buone pratiche di collaborazione tra ricerca,
nuove tecnologie ed energie verdi, si possa
dare nuovo impulso a tutta la zona, anche in
termini di occupazione. Siamo pronti –
chiosa poi Ciacci - a replicare anche in altre
zone impianti di questa portata, con le ricadute e l’indotto che sviluppano sul territorio”.
Proprio sulle ricadute positive per il territorio si è soffermato Damiano Vannucchi,
presidente di Crisalide, la società del
Gruppo Cellini GTC costituita per realizzare
e gestire l’impianto. “Le ricadute riguarderanno sia la manutenzione boschiva che
l’occupazione – spiega Vannucchi - la realizzazione della centrale a biomassa e dell’impianto di produzione pellet (i cui lavori
inizieranno a breve) porteranno alla creazione di figure altamente specializzate da
occupare sia all’interno dello stabilimento
che nell’indotto sviluppato per la necessità
di materia prima. Da non sottovalutare
anche l’abbattimento degli agenti inquinanti
prodotti dalla normale combustione di combustibili fossili”.
L’impianto a biomassa è stato inaugurato
mercoledì 9 aprile. Successivamente si è
svolto un convegno dal titolo “Biomassa:
energia dal legno e valorizzazione del territorio”. Erano presenti il Sindaco del Comune di San Marcello Pistoiese, Silvia
Maria Cormio, il Presidente della Provincia
di Pistoia, Federica Fratoni, l’assessore
all’Agricoltura della Regione Toscana
Gianni Salvadori. E’ intervenuto anche il
presidente del Consorzio Re-Cord/Unifi,
David Chiaramonti.
La Cellini GTC opera nel mercato dell’impiantistica applicata al settore delle costruzioni da 35 anni. Negli ultimi sei anni ha
sviluppato una forte attenzione e capacità
di presidio nel mercato delle energie rinnovabili, settore dove la stessa ha da tempo
investito realizzando importanti lavori nel
campo del fotovoltaico e della biomassa. La
sede centrale si trova a Prato e ha inoltre
filiali a Torino e Palermo. Fondata nel 1978
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Imprese
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da un gruppo di studenti diplomati all’Istituto Professionale B. Cellini, è cresciuta costantemente negli anni: con un fatturato di
oltre 50 milioni di euro, la Cellini GTC occupa ad oggi 110 addetti e opera su tutto il
territorio nazionale, e anche all’estero. Oggi
è una delle più grandi aziende pratesi.
ARGENTO VIVO
A Good Design Up 2014 di Milano
arredi per servizi educativi e scolastici Vastarredo ha scelto di rinnovare la collaborazione con Argento Vivo già sperimentata
in occasione del Convegno Nazionale “Educazione e/è Politica che si è svolto a Reggio
Emilia nelle settimane scorse, chiedendo
alla cooperativa di allestire uno spazio con
materiali educativi e proiezioni video.
“Per tutta la settimana – spiegano i responsabili di Argento Vivo – saremo presenti nella splendida cornice della Cascina
Cuccagna, vero e proprio hub culturale in
cui convivono diverse associazioni ed enti,
per raccontare a tutti i visitatori chi siamo,
di cosa ci occupiamo e quali sono i nostri
progetti per il futuro. La partecipazione è libera ed è aperta a tutti, bambini e adulti.
Durante la settimana ci saranno anche alcune sorprese, veri e propri eventi all’interno dell’evento”.
COOP SOLIDARIETÀ 90
Tra pochi giorni aprirà i battenti il Salone internazionale del Mobile di Milano, che porterà con sè una serie di eventi paralleli a cui
parteciperà anche la cooperativa sociale
Argento Vivo. La più importante manifestazione fieristica italiana del settore casa-arredo si terrà dall’8 al 13 aprile 2014 e
coinvolgerà tutta la città in una serie di
eventi differenti, che riguarderanno l’architettura, la moda, il design, le nuove tecnologie, l’educazione, l’ambiente. Fra queste,
una delle più interessanti e dinamiche sarà
senza dubbio “Good Design Up 2014 ,
evento parallelo inserito nel programma del
Fuori Salone che si terrà nello stesso periodo alla Cascina Cuccagna, nella zona di
Porta Romana – Corso Lodi a Milano.
E’ proprio a “Good Design Up 2014 che
sarà presente Argento Vivo, cooperativa che
da anni opera nel settore educativo in diversi comuni del Reggiano e del Modenese,
dove gestisce servizi per l’infanzia, in particolare nidi e scuole dell’infanzia. L’evento
di Milano avrà come tema centrale la crescita responsabile, intensa dal punto di vista
ambientale, educativo, architettonico e abitativo. Imprese e designer mostreranno
progetti, arredi, oggetti in sintonia con i contenuti di bellezza, equità, responsabilità ambientale e sociale. Per l’occasione, la ditta di
Primo piano
ACI
A Basio festa finale dei laboratori di pane e tigelle
La cooperativa sociale Solidarietà 90, in collaborazione con il Comune di Baiso, ha organizzato tra marzo e aprile una
interessante iniziativa, “Mani in pasta”, rivolta ai bambini della scuola primaria: si è
trattato di un ciclo di incontri laboratoriali
sull’alimentazione, che si sono svolti presso
il laboratorio del fornaio Ivan Abbati, a Baiso.
Anche a Muraglione è stato organizzato un
laboratorio sulle tigelle.
Il 12 aprile, a Baiso, ci sarà la Festa finale in
cui i gruppi di bambini si incontreranno insieme ai genitori. L’iniziativa si terrà dalle
15:00 alle 18:30 presso la Pizzeria “All’improvviso 2”, in via Toschi di fronte alla
chiesa. I bambini divisi a gruppi si sfideranno in alcune preparazioni gastronomiche e dolciarie, poi le preparazioni saranno
valutate dai giurati (i genitori) per decidere
il vincitore da premiare. Alla fine si concluderà con una merenda per tutti i bambini e
i genitori.
La cooperativa sociale Solidarietà 90 si occupa da anni di servizi socio educativi e
socio assistenziali in collaborazione con enti
pubblici e utenti privati.
Legacoop
Settori
COOP SOCIALE
PIER GIORGIO FRASSATI
Inaugurato centro socio
terapeutico educativo a Grange
Taglio del nastro, domenica 6 aprile, per il
nuovo Centro socio terapeutico educativo a
Grange di Brione, nel Comune di Val della
Torre, a pochi chilometri da Torino, gestito
dalla Cooperativa sociale torinese Pier Giorgio Frassati, associata a Legacoop Piemonte.
La struttura, voluta dagli otto Comuni del
Consorzio dei Servizi socio assistenziali
Cissa, dall’associazione GRH e dalla stessa
cooperativa P.G. Frassati, è destinata a
ospitare persone con disabilità media e
grave.
Il nuovo complesso, di circa 800 metri quadri, sarà per una parte destinato a centro
diurno CST per una ventina di ragazzi disabili e per la restante a residenza per altri 10
portatori di handicap. Entro l’autunno si
completeranno gli arredi interni, dai letti per
gli ospiti alle cucine ed a tutti i complementi
per rendere operativo e funzionale l’edificio,
quando il centro accoglierà i primi ragazzi.
L’opera, partita con un budget di 900 mila
euro, è costata circa 1,6 milioni di euro finanziati in parte dalla Regione Piemonte,
dai Comuni consorziati al Cissa e con i contributi della Compagnia San Paolo, Banca
CRT e della stessa cooperativa P.G. Frassati.
Alla cerimonia di inaugurazione erano presenti tutti i sindaci degli otto comuni appartenenti al Cissa: Carlo Vietti (Druento), Carlo
Altilia (Givoletto), Roberto Rolle (La Cassa),
Stefano Cavallero (San Gillio) e Giuseppe
Catania (Venaria Reale), oltre ai rappresentanti di Alpignano e Pianezza, gli altri due
Comuni che fanno parte del Consorzio; il
consigliere regionale e vice presidente della
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Commissione Sanità Regione Piemonte
Nino Boeti, Giuseppe Massobrio direttore
del Distretto di Venaria dell’Asl TO3 e Claudia Porchietto assessore al lavoro della Regione Piemonte. Bruna Pizzol Zampese,
dell’associazione Genitori Ragazzi con Handicap (GRH) che è stata fin dall’inizio artefice del progetto per la costruzione di
questa struttura.
“Un risultato importante per portare un sollievo alle famiglie che hanno in casa un disabile e che, un domani, non avranno più
la possibilità di accudirlo tra le mura dome-
Primo piano
ACI
stiche. Ringraziamo anche le famiglie della
borgata per la disponibilità – ha dichiarato
il sindaco di Val della Torre Francesco Burrelli, che ha fortemente voluto questo progetto - che ci hanno permesso di portare a
compimento l’opera”.
La cooperativa sociale P.G. Frassati nasce a
Torino nel dicembre del 1976. Nel 1993 si
divide in due cooperative sorelle - P.G. Frassati Servizi alla persona e P.G. Frassati Produzione Lavoro - in ottemperanza alla legge
nazionale n. 381 del 1991 che disciplina la
materia giuridica in merito alla coopera-
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Settori
zione sociale. Nascono così due cooperative distinte e autonome che assumono natura giuridica propria e specificano sempre
meglio i propri ambiti di intervento e la propria mission, ma restano unite da un passato di storia e di ideali comuni e da obiettivi
sociali e politici condivisi. Il lavoro è uno di
questi, se non il primo. Il lavoro inteso come
strumento per creare occupazione e tentare
esperienze di inserimento delle persone
svantaggiate e il lavoro inteso come servizio alla persona, con una molteplicità di interventi.
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OSSERVATORIO SWG
Berlusconi leader:
essere o non essere?
La celebre frase dell’Amleto di Shakespeare
oggi descrive molto bene il dilemma dell’elettorato di Forza Italia, che rimane convinto del carisma del suo fondatore e leader
anche se ormai ufficialmente in candidabile.
In aria di elezioni europee ritorna a galla il
dilemma, mai del tutto risolto, della leadership di Forza Italia. Tema delicato che deve
tenere conto anche della condanna definitiva del suo leader storico Silvio Berlusconi
e dell’impossibilità di essere presente in
una lista elettorale, cosa ormai quasi certa
dopo l’ennesimo ricorso andato male. In
ogni caso, il suo nome troneggia sul simbolo ufficiale del partito nelle liste per le imminenti elezioni europee. E, all’interno di
Forza Italia, la stragrande maggioranza ritiene che il suo fondatore sia ancora il leader indiscusso, tanto che il 43% dei suoi
elettori rimarrà fedele al partito solo in presenza di una guida altrettanto convincente.
Questo il quadro rilevato dall’Osservatorio
SWG sulla vicenda di Forza Italia e sulla necessità di definire chi guiderà il partito.
Diversi sono i nomi in ballo per le liste e la
trentenne Barbara – figlia dell’ex Premier
che potrebbe garantire continuità con l’illustre cognome – non ha ancora sciolto la
riserva sulla sua possibile candidatura alle
prossime Europee.
La questione è semplice, quasi lapalissiana:
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Settori
per l’elettorato di Forza Italia Silvio Berlusconi, nonostante tutto, continua a essere
l’unico vero leader. Convinzione un po’
meno radicata se si amplia la visione e si
includono tutti gli elettori dell’area di centrodestra. In questo caso emerge un’incertezza maggiore data la presenza di altri
leader che negli ultimi anni si sono imposti
con il loro lavoro e le loro idee. Nell’area di
centrodestra, se il 47% degli elettori pensa
che Berlusconi sia ancora saldamente il
leader di Forza Italia, il 43% sostiene che il
partito si sia indebolito e che sia necessario trovare al più presto una nuova guida.
Mentre a pensarla in quest’ottica di obbligato cambiamento è invece solo il 21% dell’elettorato di Forza Italia.
Il possibile scenario del partito senza Silvio
fa emergere palpabili incertezze tra gli elettori, ma al contempo sigla un reale patto di
fedeltà. Se Berlusconi non solo non fosse
più il leader, ma abbandonasse totalmente
la politica, il 40% dell’elettorato dichiara che
voterebbe comunque Forza Italia. Una dimostrazione di fiducia importante da parte
di una consistente fetta di elettorato, soprattutto in questo momento, che mette in
luce il reale attaccamento ai valori trasmessi.
A vacillare invece la fedeltà di una quota
quasi paritetica di elettori (43%). Questa
quota di votanti potrebbe infatti non confermare la propria preferenza in assenza di
Berlusconi. Per far pendere l’ago della bilancia in fase di voto dovrà esserci un candidato in grado di convincere. Se anche non
dovesse avere il carisma dell’ex Premier –
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cosa peraltro assai difficile da eguagliare –
esistono evidentemente dei parametri minimi che guidano la preferenza nella cabina
elettorale.
Una percentuale minoritaria (14%) propenderebbe invece per uno spostamento se
dovesse concretizzarsi l’ipotesi di un definitivo allontanamento di Berlusconi della
scena politica. Di questi, l’8% si sposterebbe su Fratelli d’Italia, mentre una percentuale leggermente più contenuta (6%)
pensa che darebbe la propria preferenza
alla Lega Nord.
NOTA INFORMATIVA: Dati Archivio SWG.
Data di esecuzione: 25-26 marzo 2014.
Metodo di rilevazione: sondaggio CAWI su
un campione rappresentativo nazionale di
1000 soggetti maggiorenni.
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