Novembre 2014 - Universidad Pontificia de la Santa Cruz

PONTIFICIA UNIVERSITÀ DELLA SANTA CROCE
Uf#icio Comunicazione
***
Rassegna Stampa
NOVEMBRE 2014
© Ponti(icia Università della Santa Croce Elaborazione: Uf#icio Comunicazione
[email protected] -­‐ +39 06 68164399
* Bollettino ad uso interno *
Rassegna Stampa – NOVEMBRE 2014
ZE
Scheda sintetica
Nel mese di novembre, le Attività interne dell'Università riportate sulla stampa riguardano uno speciale della
rivista STUDI CATTOLICI sul Congresso nel centenario del Beato Álvaro del Portillo, ospitato nel mese di
marzo.
Sull'Agenzia SIR compaiono anticipazioni del "dialogo filosofico-giuridico" su "Che cos'è il matrimonio"
promosso dalla Facoltà di Filosofia in collaborazione con l'Università Cattolica del Sacro Cuore, mentre
l'istituto ACTON informa del 2014 Novak Award, assegnato quest'anno ad un nostro dottorando della Facoltà
di Teologia.
L'Università è citata a proposito dei risutati del sondaggio commissionato dalla Scuola SISRI del Centro di
Ricerca DISF sulla concezione che hanno gli italiani a proposito del rapporto tra scienze e fede
[AVVENIRE, DOCUMENTAZIONE.INFO, ZENT, IL SOLE 24 ORE,
ALETEIA, KORAZYM, IL SUSSIDIARIO, ECO DEL MOLISE]
Altre citazioni rientrano nell'ambito della 2ª edizione del Premio giornalistico "Giuseppe De Carli" promosso
dall'omonima Associazione, di cui l'Università è partner accademico insieme alla Pontificia Facoltà Teologica
"San Bonaventura".
[SIR, ANSA, AGI, ADNKRONOS, VATICAN INSIDER, ZENIT,
LA DISCUSSIONE, COPERCOM, ODG]
Come professori citati sulla stampa, risultano:
-­‐
-­‐
-­‐
-­‐
Bruno Mastroianni (SIR)
Rev. Manuel Nin (VATICAN INSIDER)
R e v.
Robert
Gahl
(NATIONAL CATHOLIC REGISTER)
Norberto González Gaitano
(THE TABLET, ORVIETO 24)
-­‐
-­‐
-­‐
-­‐
-­‐
-­‐
Rev. Giuseppe Tanzella-Nitti (AVVENIRE)
Rev. John Wauck (FERPI)
Daniel Arasa (FERPI)
Rev. José María La Porte (UNISAL)
Filippo Serafini (GENTE VENETA)
Davide Cito (EL PAÍS)
Hanno rilasciato interviste il rev. prof. Juan José Sanguineti (ETV, IL SUSSIDIARIO), il rev. prof. Giulio
Maspero (RADIO VATICANA), Giovanni Tridente (ZENIT), Norberto González Gaitano (FAMILLE
CHRÈTIENNE) e Yago de la Cierva (RELIGIÓN EN LIBERTAD).
Sulla rivista spagnola PALABRA sono apparsi contributi dei revv. proff. Paul O'Callaghan (sulla fine del
mondo), Fernando Lopez Arias (periferie e spazio liturgico) e Mariano Fazio (continuità tra Francesco e
Benedetto XVI). Il rev. prof. Giuseppe Tanzella-Nitti ha invece pubblicato un articolo su AVVENIRE.
© Uf&icio Comunicazione
Indice
Novembre 2014
Attività interne
1. 03/11/2014
Speciale per Don Álvaro
Università: Ateneo Santa Croce, dialogo filosofico-giuridico sul
matrimonio
3. 19/11/2014 Le pape inspire des entrepreneurs pour une économie «inclusive»
2. 12/11/2014
4. 25/11/2014
2014 Novak Award and Calihan Lecture
pag.
Studi Cattolici
1
Agenzia SIR
2
La Croix
3
Acton
4
Citazioni Università e/o professori
pag.
5. 03/11/2014
Diocesi: Oppido Mamertina-Palmi, Convegno pastorale sulla verità
Agenzia SIR
5
6. 04/11/2014
Le icone e la poesia dellʼOriente cristiano
Vatican Insider
6
7. 06/11/2014
Assessing the Synodʼs Final Report
National Catholic
Register
7
8. 07/11/2014
How Pakistani Muslims view the ʻmoralisingʼ West
The Tablet
8
Agenzia SIR
9
Giornalismo: Il 20 novembre cerimonia per consegna premio
“Giusppe de Carli”
10. 12/11/2014 Il teologo: «Prova di ottimismo e di speranza della scienza»
9. 10/11/2014
Avvenire
10
11. 13/11/2014
Scienza e fede. Per gli italiani non c'è conflitto
Documentazione
info
11
12. 13/11/2014
Ripensare la Comunicazione: le teorie, le tecniche, le didattiche
Ferpi
12
13. 13/11/2014
“Un viluppetto di Taffettà crimisino”. Presentazione libro
Orvieto24
13
14. 14/11/2014
Scienza e fede? Per gli italiani c'é piena sintonia
Agenzia ZENIT
14
Università Pontificia
Salesiana
15
Agenzia ANSA
16
Il Sole 24 Ore
17
La Gazzetta di
Viareggio
18
Gente Veneta
19
El Pais
20
Padre Federico Lombardi dottore honoris causa in Scienze della
Comunicazione sociale
16. 20/11/2014 Giornalisti: premio De Carli a Bellocchio, Valli, Tornielli
15. 15/11/2014
17. 23/11/2014
Un dialogo superficiale
Omaggio a Romano Cosci: da sabato una retrospettiva sul tema del
sacro
19. 25/11/2014 A Venezia la presentazione del libro "Genesi e big bang. Parallele
convergenti"
20. 27/11/2014 El poder de un papa con un teléfono
18. 24/11/2014
Interviste
pag.
21. 01/11/2014
Ajalik ja ajatu: Peetruse linn ja Maarja maa
ETV
21
22. 02/11/2014
Defunti: don Maspero, nella morte incontriamo la vita
Radio Vaticana
22
23. 07/11/2014
Scienza & Fede/ Attenti a chi vuole "sostituire" l'io col cervello
Il Sussidiario
23
24. 13/11/2014
Dio è comunicazione per eccellenza
Agenzia ZENIT
24
Famille Chrètienne
25
Religión en Libertad
26
«La vérité ne se réduit pas à des formules, mais elle est contenue
dans les formules»
26. 29/11/2014 La Iglesia, bajo el foco: «Los fieles no toleran que no se actúe
inmediatamente
25. 18/11/2014
Indice
Novembre 2014
Professori come autori
pag.
27. 01/11/2014
Sobre el fin del mundo (II)
Palabra
27
28. 01/11/2014
Celebrar en las periferias: el espacio litúrgico eventual
Palabra
28
29. 01/11/2014
Francisco - Benedicto: ¿continuidad o ruptura?
Palabra
29
30. 12/11/2014
Scienza e fede in Italia stanno insieme
Avvenire
30
STUDI CATTOLICI
www.ares.mi.it/
argomento
Attività interne
http://ares.mi.it/primo-in-questo-numero-studi-cattolici-ottobre-885.html
Speciale per Don Álvaro
*Segue il testo in originale
- 1/30 -
03/11/2014
10/11/2014
In questo numero. Studi cattolici ottobre 2014 - Edizioni Ares
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In questo numero. Studi cattolici ottobre 2014
Data: 03/11/2014
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Javier
Echevarrí​a
Lo scorso 27 settembre è stato beatificato a Madrid mons. Àlvaro del Portillo (1914­1994), successore di san
Josemaría alla guida dell’Opus Dei. Per festeggiare l’evento Sc ha preparato un quaderno speciale: i colori e le
emozioni di quel giorno sono ricostruiti da Alessandro Rivali (p. 660), seguono i «documenti» dell’indimenticabile
cerimonia: la lettera di Papa Francesco (p. 668), l’omelia del card. Angelo Amato (p. 669), che ha presieduto la
liturgia, e quella di mons. Javier Echevarría alla Messa di ringraziamento (p. 672). La seconda parte dello
«speciale» racconta la doppia presentazione dell’accuratissimo profilo che Javier Medina ha dedicato al nuovo
Beato (Àlvaro del Portillo, Ares, Milano 2014): alla Pontificia Università della Santa Croce di Roma sono intervenuti il
card. Francesco Monterisi (p. 675), l’agiografo Antonio Maria Sicari (p. 679), la senatrice Emma Fattorini (p. 683)
e Maria Vittoria Marini Clarelli (p. 685), soprintendente alla GNAM. La tavola rotonda milanese presso il Teatro
FAES stata animata dal card. Herranz (p.688), mons. Mario Delpini (p. 692), il prof. Agostino Giovagnoli (p. 693) e
lo stesso Javier Medina Bajo (p. 695).
PRIMO PIANO
Álvaro del Portillo,
Beato
04/11/2014
Il carisma del beato
Álvaro del Portillo
04/11/2014
Archivio Primo piano
EVENTI
Cartoline dal Paradiso
presentato a Roma
14/11/2014
Eucaristia &
vita cristiana
#5
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Roma
Esteri. Da mesi assistiamo alla sconcertante barbarie dell’ISIS (foto): a p.
698 Alberto Leoni fa il punto sul dramma siriano e iraqueno,
concentrandosi sulle misteriose origini dell’esercito del Califfo; in bilico
anche la situazione a Gaza: Nicola Scopelliti ha incontrato un testimone
d’eccezione come Abouna George Ayoub, cancelliere del Patriarca latino
di Gerusalemme (p. 702); il focus dell’Osservatorio d’Europa è per la
neosquadra UE del Presidente Jean­Claude Junker, tra le sfide
all’orizzonte non ci sarà però la Scozia indipendente (p. 704).
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Parlare con Dio
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EUGENIO
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"Esercizi di filosofia"
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09/06/2014
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SAN
JOSEMARÌA
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Letterature. Donna Tartt (foto) è tornata a pubblicare dopo 10 anni e con
il suo Cardellino ha scalato le classifiche e vinto il Premio Pulitzer: per la
sua storia c’è Guido Vassallo a p. 716; il francese Patrick Modiano
conferma la tradizione dei Nobel a sopresa, ma è una vittoria doverosa,
spiega Andrea Vannicelli a p. 714; a p. 718 Léon Bertoletti «riscopre»
Roberto Ridolfi (1899­1991), poliedrico cultore del Rinascimento.
Ci sono molti fantasmi dietro il dramma shakesperiano Sir Thomas More: li
rivela con dovizia di particolari Giorgio Faro a p. 720.
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sull’esistenza si è aggiudicato il Leone d’Oro, ma non ha potuto sottrarsi
http://ares.mi.it/primo-in-questo-numero-studi-cattolici-ottobre-885.html
1/2
AGENZIA SIR
www.agensir.it
12/11/2014
argomento
Attività interne
http://www.agensir.it/pls/sir/v4_s2doc_b.stampa_quotidiani_cons?id_oggetto=298796
Università: Ateneo Santa Croce, dialogo filosofico-giuridico sul matrimonio
*Segue il testo in originale
- 2/30 -
SIR - Servizio Informazione Religiosa - Quotidiano
13/11/14 15.43
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Mercoledì 12 Novembre 2014
14:43 - UNIVERSITÁ: ATENEO SANTA CROCE, DIALOGO FILOSOFICO-GIURIDICO SUL MATRIMONIO
“Che cos’è il matrimonio - What is marriage?” è il titolo di un dialogo filosofico-giuridico in programma il prossimo 20 novembre, alle ore 15, alla
Pontificia università della Santa Croce di Roma (piazza S. Apollinare 49). Durante l’incontro, organizzato dalla Pontificia università della Santa Croce
e dall’università cattolica del Sacro Cuore, interverranno docenti universitari italiani e inglesi. Nell’ordine, sono in programma gli interventi di: Sherif
Girgis (Princetown university/Yale school), Robert P. George (professore di Giurisprudenza alla Princetown university), Francesco Botturi (ordinario di
Filosofia morale all’Università Cattolica del Sacro Cuore), Carlos José Erràuriz (ordinario di Filosofia del diritto alla Pontificia università della Santa
Croce) e Jane Adolphe (professore associato di Filosofia del diritto presso la Ave Maria school of law). Modera Robert A. Gahl jr., professore
associato di Etica fondamentale della Pontificia università della Santa Croce.
Copyright 2010 - Società per l'Informazione Religiosa - S.I.R. Spa - P.Iva 02048621003 - Via Aurelia, 468 - 00165 Roma - tel. 06/6604841 - fax 06/6640337
http://www.agensir.it/pls/sir/v4_s2doc_b.stampa_quotidiani_cons?id_oggetto=298796
Pagina 1 di 1
LA CROIX
www.la-croix.com
19/11/2014
argomento
Attività interne
http://www.la-croix.com/Religion/Actualite/Le-pape-inspire-des-entrepreneurs-pour-une-economie-inclusive-2014-11
-19-1266693
Le pape inspire des entrepreneurs pour une économie «inclusive»
*Segue il testo in originale
- 3/30 -
Le pape inspire des entrepreneurs pour une économie « inclusive » | La-Croix.com
21/11/14 11.27
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Religion > Actualité
Le pape inspire des entrepreneurs pour une économie « inclusive »
Plus de 80 dirigeants d’entreprises et d’ONG du monde entier ont été réunis deux jours au Vatican par le Forum
économique mondial.
19/11/14 - 16 H 10 - Mis à jour le 19/11/14 - 16 H 52
vide
Deligne
À partir de l’exhortation Evangelii gaudium, ils ont débattu des moyens de combattre
l’exclusion dans le fonctionnement de l’économie.
Ils ont remis mercredi 19 novembre au pape une synthèse de leurs réflexions.
AVEC CET ARTICLE
Les leçons de leadership du
pape François
Il flottait comme un petit air de Davos autour du Vatican mardi 18 et mercredi 19 novembre. De hauts cadres et
jeunes dirigeants, badge blanc autour du cou, qui discutent en anglais de l’état du monde, des quatre coins duquel
ils proviennent. Des sessions de travail, en format restreint ou séance plénière, qui s’enchaînent avec la cadence d’une horloge suisse et l’humour de
modérateurs britanniques. Le Forum économique mondial, organisateur du sommet annuel de Davos, a transposé dans les locaux de l’Université
pontificale de la Sainte-Croix (de l’obédience de l’Opus Dei) le dynamisme de ses débats.
Sur la forme, le style tranchait avec l’académisme des colloques du Saint-Siège mais, sur le fond, la matière discutée était directement empruntée à la
doctrine sociale de l’Église et des textes du pape François critiquant les excès de l’économie mondiale et son lot de laissés-pour-compte. Lorsque, à
l’ouverture de la discussion, il fut demandé qui avait lu Evangelii gaudium, l’exhortation apostolique du pape parue il y a un an dans laquelle il
dénonce « l’économie qui tue », une large majorité des 85 participants leva la main.
« PRODUIRE, CONSOMMER, JETER EST SANS LENDEMAIN »
« Le pape François y résume la crise des inégalités avec grande clarté », estime Ben Phillips, directeur à l’ONG britannique, Oxfam. « Comme lors
de la campagne du jubilé en l’an 2000 pour la réduction de la dette du tiers-monde, des personnes à travers le monde sont à nouveau inspirées par
l’appel de l’Église catholique à remettre l’être humain au centre des économies », observe-t-il : « À travers son enseignement, sa mobilisation de
millions de personnes, sa diplomatie internationale et à travers l’exemple personnel du pape François, le Saint-Siège joue un rôle unique pour faire
avancer cette cause. »
Qu’ils soient un musulman pakistanais, une hindoue de Bombay ou un catholique parisien, un entrepreneur social ghanéen, une universitaire à
Harvard, un acteur de microcrédit ou des Anglo-Saxons investis dans des multinationales telles AT Kearney ou Clifford Chance, les divers milieux
d’affaires venus à Rome partagent le même constat : le fonctionnement actuel de l’économie de marché entraîne des niveaux d’inégalités et
d’exclusion intenables. « Produire, consommer, jeter est sans lendemain », résume Peter Lacy, directeur d’Accenture à Shanghaï, pour qui
l’économie d’avenir est celle à même de « donner assez, à tous, pour toujours ».
http://www.la-croix.com/Religion/Actualite/Le-pape-inspire-des-entrepreneurs-pour-une-economie-inclusive-2014-11-19-1266693
Pagina 1 di 2
Le pape inspire des entrepreneurs pour une économie « inclusive » | La-Croix.com
21/11/14 11.27
Pour susciter un changement vers une telle « économie inclusive », tous voient dans le pape François la seule personnalité aujourd’hui dotée d’une
capacité mondiale d’entraînement. « Il illustre les grandes qualités que requiert un leadership authentique par son engagement au service, son
humilité, sa magnanimité et son contact personnel », énumère François-Daniel Migeon, directeur du cabinet de conseil Thomas More Partners et
auteur d’un livre sur le sujet (1). « De fait, ce qu’il dit a bien plus d’influence que (ce que dit) Ban Ki-moon!! » (secrétaire général des Nations unies,
NDLR), compare un autre participant.
METTRE EN ŒUVRE LES PRÉCEPTES D’UN ENTREPRENEURIAT PLUS RESPONSABLE DU « BIEN COMMUN »
Reprenant le message du pape François à l’ouverture du dernier sommet de Davos, les participants comptent mettre en œuvre les préceptes d’un
entrepreneuriat plus responsable du « bien commun » – expression de l’Église maintes fois reprise – à leur niveau, afin que leur propre exemple soit
un levier pour les autres.
« L’éducation des pauvres est prioritaire mais il faut en même temps éduquer les plus riches pour les responsabiliser, leur faire découvrir le potentiel
des plus démunis avec qui toute solution de sortie de la pauvreté doit être trouvée », souligne Martin Burt, fondateur d’écoles autofinancées au
Paraguay. « Une entreprise qui n’agit que pour le profit de ses actionnaires est condamnée », ajoute Jonathan Hursh, dirigeant une ONG à Pékin
d’accueil des migrants ruraux en ville : « Une nouvelle génération est en train de se lever, qui cherche beaucoup plus de sens dans son travail. »
Une tendance que le Forum économique mondial a flairée par l’organisation même de ces deux jours, jugés par certains inconcevables dans le
passé. Venu à Rome, son fondateur Klaus Schwab a été reçu hier par le secrétaire d’État du Saint-Siège, le cardinal Pietro Parolin, après avoir
rencontré le pape le 26 septembre. Une synthèse des réflexions devait être remise mercredi 19 novembre au pape par les participants à la fin de
l’audience générale place Saint-Pierre, à laquelle ils ont assisté (lire ci-dessous). Vu du Saint-Siège, on apprécie ce retour direct d’entrepreneurs
lecteurs d’Evangelii gaudium, déjà avides de lire l’encyclique sur l’écologie humaine, attendue au début de l’année prochaine.
----------------------------------------------
« ENCOURAGÉS PAR VOTRE AMOUR DES PAUVRES »
Trois jeunes entrepreneurs ont remis mercredi 19 novembre au pape François, après l’audience générale, les conclusions tirées du débat organisé la
veille par le Forum économique mondial. Dans ce texte vu par La Croix, rédigé en espagnol sur une page, les participants déclarent au pape se sentir
« encouragés par (son) optimisme, ouverture, dialogue et amour des pauvres » et reconnaissent « (leur) rôle et responsabilité à créer des
transformations en eux-mêmes, dans (leurs) organisations, institutions et communautés respectives ». Parmi leurs sept engagements figurent un «
soutien aux mouvements sociaux nouveaux et existants rendant la pauvreté et l’exclusion intolérables » et « un effort concerté pour être avec les
exclus et les écouter ». Le texte sera repris au prochain sommet de Davos, auquel le pape François est convié.
Sébastien Maillard, à Rome
(1) Invitation au leadership authentique, Eyrolles, 115 p., 17 !.
Les leçons de leadership du pape François
19/11/14 - 16 H 10 - Mis à jour le 19/11/14 - 16 H 52
RÉAGISSEZ
2 commentaires
De : mf92 20/11/14 - 15 h 31
A Irène: ce serait bien si le site de ce groupe qui est à Paris était en français et si la "traduction" n'était pas faite par google! En fait cette
remarque s'adresse autant à Google, qui devrait avoir les moyens de faire des traductions .. Lire la suite
De : Irène 20/11/14 - 08 h 27
Merci pour cet article important. Un groupe se réunit à Paris depuis un an pour analyser les impacts des recommandations du pape François
sur le leadership "au service". On en trouve l'expression sur www.solglobalforum.com. Workshop .. Lire la suite
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http://www.la-croix.com/Religion/Actualite/Le-pape-inspire-des-entrepreneurs-pour-une-economie-inclusive-2014-11-19-1266693
Pagina 2 di 2
ACTON
www.acton.org
argomento
Attività interne
http://www.acton.org/event/2014/2014-novak-award-calihan-lecture
2014 Novak Award and Calihan Lecture
*Segue il testo in originale
- 4/30 -
25/11/2014
Event: 2014 Novak Award and Calihan Lecture | Acton Institute
25/11/14 14.15
New to Acton? (http://www.discoveracton.org)
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EVENTS (/index/events)
2014 Novak Award and Calihan Lecture
Date
Register Now (https://secure.acton.org/reg/cnt/novak2014.php)
December 4, 2014 - 5:00pm - 7:00pm
Location
Pontifical University of the Holy Cross
Aula Alvaro del Portillo
Piazza di S. Apollinare, 49
00186 Rome, Italy
(MAP
(https://www.google.it/maps/place/Piazza+Santa+Apollinare,+49,+00100+Roma/@41.9007918,12.4732747,17z/data=!3m1!4b1!4m2!3m1!1s0x132f60506d
The Acton Institute invites you to
The Presentation of the 2014 Novak Award
to Dr. Oskari Juurikkala
who will deliver the Calihan Lecture
"A Free-Market Appreciation of Pope Francis”
________________________________________________________________________________________
Event is free and open to the public.
Simultaneous translation provided (English – Italian)
Reception to follow
http://www.acton.org/event/2014/2014-novak-award-calihan-lecture
Pagina 1 di 3
Event: 2014 Novak Award and Calihan Lecture | Acton Institute
25/11/14 14.15
PRESS RELEASE on 2014 Novak Award Winner (http://www.acton.org/press/release/2014/acton-institute-names-lawyer-economistoskari-juur)
Dr. Oskari Juurikkala is currently pursuing post-graduate studies in theology at the Pontifical University of the Holy
Cross in Rome. Educated in both law (London School of Economics) and economics (Helsinki School of Economics),
Dr. Juurikkala earned a joint Ph.D. in law and economics from the University of Eastern Finland in 2012. His doctoral
research concentrated on the impact of government regulation on financial markets. Prior to coming to Rome for
further studies, he advised the Finns Party on European Union economic policy, served as consultant to Providentia,
whose mission is dedicated to virtuous leadership training for business professionals, and as legal counsel to the
Finnish minerals exploration firm Magnus Minerals. (Read Full Bio (http://www.acton.org/about/people/oskarijuurikkala-0))
About the Novak Award: Named after distinguished American theologian Michael Novak, this $10,000 award rewards new outstanding
scholarly research concerning the relationship between religion, economic freedom, and the free and virtuous society. This award
recognizes those scholars early in their academic career who demonstrate outstanding intellectual merit in advancing the understanding of
theology’s connection to human dignity, the importance of the rule of law, limited government, religious liberty, and freedom in economic
life. Recipients of the Novak Award make a formal presentation on such questions at an annual public forum known as the Calihan
Lecture. (More info (http://www.acton.org/program/student_awards/novak-award))
Print Page (/print/6431)
Email Page (/printmail/6431)
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Diocesi: Oppido Mamertina-Palmi, Convegno pastorale sulla verità
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Lunedì 03 Novembre 2014
17:53 - DIOCESI: OPPIDO MAMERTINA-PALMI, CONVEGNO PASTORALE SULLA VERITÀ
Si terrà venerdì 7 e sabato 8 a Rizziconi (Auditorium diocesano “Famiglia di Nazareth”) l’annuale convegno pastorale della diocesi di Oppido
Mamertina-Palmi. “Fulgore della Verità” è il tema scelto dal vescovo, monsignor Francesco Milito, dal momento che la verità sarà il riferimento di
fondo dell’anno pastorale 2014-2015. “Nell’invocare dal Signore la grazia della docilità alla verità - scrive il vescovo nell’invito - saremo illuminati sui
motivi fondanti e profondi e sulle iniziative che ne accompagneranno assimilazione e traduzioni pratiche, poiché la verità, infatti, non meno della
carità, ha sorgente divina e influssi umani. Solo camminando in essa si cammina nella luce, si procede, cioè, sicuri per le vie della vita”. Il convegno si
suddivide in due sessioni: oltre al vescovo, che introdurrà i lavori spiegando il perché del passaggio dalla carità (tema del precedente anno pastorale)
alla verità, relazioneranno monsignor Ignazio Sanna (arcivescovo di Oristano e membro della Commissione episcopale per la dottrina della fede),
Bruno Mastroianni (docente di Media relations alla Pontificia Università Santa Croce, Roma), Vittorio Sozzi (direttore Ufficio Cei per l’educazione, la
scuola e l’università e responsabile del Progetto culturale).
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Le icone e la poesia dell’Oriente cristiano
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4/11/2014 Le icone e la poesia dell’Oriente cristiano
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Giovedì 6 novembre, al Pontificio Collegio Greco, la
presentazione del libro di padre Manuel Nin, pubblicato dalla
LEV
REDAZIONE
ROMA
Si svolgerà giovedì 6 novembre alle ore 18.30 presso il Pontificio
Collegio Greco (via del Babuino 149, Roma) la presentazione del
volume La voce dell’icona – Immagine teologica e poesia nell’Oriente
cristiano, pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana a firma di padre
Manuel Nin, archimandrita e rettore del Pontificio Collegio Greco di
Roma, docente presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo, la Pontificia
Università della Santa Croce e il Pontificio Istituto Orientale.
LA COPERTINA DEL LIBRO
All’incontro, che sarà moderato da Giovanni Maria Vian, direttore de L’Osservatore Romano, interverranno Emidio
Vergani, docente presso il Pontificio Istituto Orientale e Antonis Fyrigos, docente presso la Pontificia Università
Gregoriana.
Il volume, che raccoglie una serie di articoli apparsi su L’Osservatore Romano negli anni 2010­2012, ripercorre la
tradizione ecclesiale così come si esplica nelle grandi feste siriache e bizantine, basandosi sulle icone e sulla poesia.
Le composizioni innografiche evidenziano la dimensione poetica della teologia in Oriente e il contenuto teologico
della poesia cristiana orientale; le icone forniscono invece un commento visivo dei testi liturgici, che a loro volta
commentano l’immagine. Scopo dell’autore è di “mettere in evidenza nelle liturgie cristiane il rapporto stretto che
troviamo tra la preghiera in quel che cantiamo e la preghiera in quel che vediamo, in quel che contempliamo coi
nostri occhi”.
Il volume prende avvio dall’inizio dell’anno liturgico, il 1° settembre, e si snoda attraverso le principali ricorrenze,
come la Natività della Madre di Dio (8 settembre), l’Esaltazione della Santa Croce (14 settembre), il Natale, l’Epifania,
la Quaresima, l’Annunciazione, la Domenica delle Palme, la Risurrezione, l’Ascensione, la Pentecoste, la
Trasfigurazione, la Dormizione della Madre di Dio, che vengono rivissute attraverso le composizioni degli innografi,
come Andrea di Creta, Efrem il Siro, Giovanni Damasceno, Romano il Melodo e Sofronio di Gerusalemme.
Riaffermando così la ricchezza teologica e poetica dei loro testi e, come nota Antonis Fyrigos nel prologo del volume,
“il soave e vigoroso amalgamarsi icona/logos, una costante nelle celebrazioni liturgiche delle Chiese cristiane
d’Oriente”. Ciascun articolo si apre con una raffigurazione artistica della tradizione orientale, che non è un elemento
decorativo ma detiene un valore meramente teologico.
(©Ansa)
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Assessing the Synod’s Final Report
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Assessing the Synod’s Final Report
(2125)
NEWS ANALYSIS
BY EDWARD PENTIN 11/06/2014 Comments (18)
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VATICAN CITY — The English translation of the final
report of the Extraordinary Synod of Bishops on the
Family was published Oct. 30, nearly two weeks after the
synod’s conclusion.
Although many have expressed satisfaction with the
document, from which most of the controversial aspects
of the interim report have been removed, a couple of
contentious paragraphs reached a synodal consensus of a
two-thirds majority and remain in the text. As well, other
contentious paragraphs that failed to get the required
two-thirds consensus will remain in discussion as the
synodal process continues, according to the Vatican.
Questions were also raised as to why the report,
– CNA
published in Italian on Oct. 18, took so long to translate
when the controversial interim report was translated into several languages only 48 hours while
the synod was continuing, and published without most of the participants reading it beforehand.
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The synod with the theme “The Pastoral Challenges of the Family in the Context of
Evangelization,” took place at the Vatican from Oct. 5-19. The final report, called a relatio synodi,
is divided into three parts: listening to the context and challenges facing of the family; looking at
Christ, the Gospel of the family; and offering pastoral perspectives to the current situation.
Vatican Derangement Syndrome
The report begins by noting that the synod reflected on the family in “all its complexities,” with a
perspective “fixed on Christ” to reevaluate “with renewed freshness and enthusiasm” what
revelation teaches about the “beauty and dignity of the family.”
Pope Francis Named Time's Person of the
The family, it underlines, is “uniquely important to the Church in these times” and needs to be
“rediscovered” as the “essential agent” in evangelization.
Four Apps to Deepen Your Lent
Eight Reasons to See 'Gimme Shelter'
Year 2013
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Analytic Approach
The first part begins by recommending an “analytic and diversified approach” to the cultural and
anthropological changes affecting all aspects of life. It holds up positive developments such as
greater rights for women and children in some parts of the world, but criticizes the “growing
danger” of “troubling individualism” which “deforms family bonds.”
DAILY NEWS
Cardinal Burke Officially
Transferred From Apostolic
Signatura (16859)
DAILY NEWS
The “crisis of faith” often underlies the crisis in marriage and the family, it says, and pinpoints
symptoms of this: loneliness, powerlessness, poverty, financial hardship, the demographic crisis,
and families who feel abandoned by institutions.
Halloween, the Catholic Faith
and the Occult (10980)
The document further singles out polygamy, which is still practiced in some countries, arranged
marriages, the challenges of interreligious marriages, relativism and indifference. It notes the
increase in cohabitation, divorce and violence against women, as well as the “scandalous and
perverse reality” of sexual exploitation of children, the scourge of war, terrorism, organized crime,
the phenomenon of street children and challenges associated with migration.
Ghosts and the Catholic Church:
Pointing to the Permanence of
the Soul (9698)
In the face of these challenges, the report highlights how some cultures are coping with them, and
recalls the Church’s purpose of assisting couples. Nowadays, it says, a person’s moods and
DAILY NEWS
DAILY NEWS
The Joyful Pains of Purgatory
(7652)
DAILY NEWS
It’s Official! Pope Francis
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Assessing the Synod’s Final Report | Daily News | NCRegister.com
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feelings are “very fragile, narcissistic, unstable” and do not always allow a person to mature.
Pornography, fostered by a “misuse of the Internet,” and forced prostitution are partly to blame, it
adds, and this context causes many to remain “in the early stages of their affective and sexual
life.” It further warns that this is weakening social bonds, leading to declining populations that
result in economic impoverishment.
The first part ends discussing “pastoral challenges” and the need for hope based on the
“convictions that the human person comes from God.” In these times of “individualism and
hedonism,” it says people “need to be accepted in the concrete circumstances of life.” They need
to be encouraged in their “hunger for God” and their wish to feel “fully part of the Church, also
including those who have experienced failure or find themselves in a variety of situations.”
The Christian message, it adds, “always contains in itself the reality and the dynamic of mercy and
truth which meet in Christ.”
Part Two
Part two of the final report is largely Christocentric. “Every time we return to the source of the
Christian experience, new paths and undreamed of possibilities open up,” it states, quoting Pope
Francis’s vigil discourse on Oct. 4. It underlines that all things were “made through Christ and for
him,” reaffirms Jesus’ teaching on the indissolubility of marriage, and stresses the true meaning of
mercy: “By looking at the sinner with love, Jesus leads the person to repentance and conversion
(“Go and sin no more”) which is the basis for forgiveness.”
It then explains how Moses granted to fallen man the possibility of divorce, but subsequently
Jesus restored marriage and the family “to their original form” by reconciling all things to himself.
“Christ bestows on marriage and the family the grace necessary” to witness to the love of God in a
life of communion, it states. The report then takes the reader through various documents of the
Second Vatican Council, St. John Paul II, Benedict XVI and Pope Francis on marriage and the
family.
Turning to the truth and beauty of the family, it holds up faithful marriages and highlights the
Holy Family as a “wondrous model.” It reiterates that any breach of sacramental marriage is
“against the will of God,” but says the Church “turns with love to those who participate in her life
in an incomplete manner,” recognizing that the grace of God works in their lives “by giving them
the courage to do good, to care for one another in love and to be of service to the community.”
The report says it looks with “concern” at young people’s distrust of marriage and the haste at
which others break the marital bond. They need pastoral attention that is “merciful and
encouraging, so they might adequately determine their situation,” it says.
The second part ends by comparing the Church to a lighthouse or a torch carried among people to
enlighten those who have “lost their way” or “in the midst of a storm.” It then goes on to say that
the “most merciful thing is to tell the truth in love” and that merciful love is a call to conversion.
The Lord, the synod fathers recall, doesn’t condemn the adulterous women, “but asks her to sin
no more.”
Pastoral Perspectives
The final part of the document looks at various pastoral perspectives and proclaiming the Gospel
of the family in various contexts. It doesn’t give examples, but argues that language is important
in conversion and that it should be “effectively meaningful.”
“This does not consist in merely presenting a set of rules but in espousing values, which respond
to the needs of those who find themselves today, even in the most secularized of countries,” it
says.
The synod fathers insist on a “more positive approach” to the richness of “various religious
experiences” without overlooking difficulties, and the report highlights two areas of particular
importance: a clear denunciation of “excessive importance given to market logic,” and better
formation before marriage.
The report notes in Paragraph 41 “sensitivity to the positive aspects” of civil marriages and, “with
obvious differences, cohabitation.” The Church, it says, “needs to indicate the constructive
elements in these situations” — a point of contention in the interim relatio.
This passed with the requisite two-thirds majority, as did the following paragraph that notes that
“simply to live together is often a choice based on a general attitude opposed to anything
institutional or definitive.”
Rather than mention the dangers of mortal sin in such situations, the synod fathers give reasons
for their existence such as poverty and say these relationships “require a constructive response”
in the hope they lead to marriage in conformity with the Gospel. “These couples need to be
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provided for and guided patiently and discreetly,” it says.
Disturbing Development
Cardinal Raymond Burke, prefect of the Supreme Tribunal of the Apostolic Signatura and a synod
participant, said he found the acceptance of this document “disturbing.”
The language used in the report “is at best confused,” he told the Register Nov. 4, and he was
afraid “some of the synod fathers may not have reflected sufficiently on the implications of that”
and perhaps “didn’t understand what was being said.”
The document frequently underlines the importance of respect for all individuals and families,
especially those who suffering from separation, divorce or abandonment, and their need for the
accompaniment of the Church.
More than two-thirds of synod fathers voted for streamlining the annulments process to make
them “less time-consuming,” although the report mentions that some synod fathers were opposed
to the proposal as they doubted any new system would “guarantee a reliable judgment.” They
stressed the need to ascertain the “truth about the validity of the marriage bond.”
Three out of a total of 62 paragraphs failed to get a two-thirds majority: Paragraph 52, which
explores possibilities of admitting divorced and remarried to holy Communion; Paragraph 53,
which calls for “further theological study” into why people who are divorced and remarried cannot
have access to the sacraments if they have recourse to “spiritual communion”; and Paragraph 55,
which calls for homosexual persons to be “received with respect and sensitivity.”
Although they were unable to receive a synodal consensus, the Vatican says they will remain part
of the discussions going into the next synod in 2015.
Cardinal Burke said he found their inclusion also disturbing.
“What’s the point of voting paragraph by paragraph except to either accept a paragraph or have it
removed?” He added this was “just one more disturbing aspect in which this synod of bishops was
conducted.”
The third part of the document urges a return to the message of Blessed Paul VI’s encyclical
Humanae Vitae (The Regulation of Birth). The final paragraphs highlight the challenges of raising
children, their education, which parents should be free to choose, and the valuable role of the
Church in supporting families by being “welcoming communities.”
In conclusion, the report says the synod took place “in great freedom and with a spirit of
reciprocal listening.” Noting that no decisions had been taken, it says “the Holy Spirit will guide us
in finding the road to truth and mercy for all.”
Despite a number of criticisms, many have welcomed the content of the final report and are
pleased with the overall result. The synod has gotten the whole world “talking about marriage,
communion, forgiveness,” said Opus Dei Father Robert Gahl, professor of moral philosophy at the
Pontifical University of the Holy Cross in Rome. Through his docility to the Holy Spirit, “Pope
Francis has effected a media reframing of religion, the priesthood, and the Catholic Church,” he
added.
Critics, however, point to a cursory reference to sin (it is mentioned just four times) in the
document, while mortal sin, heaven, hell, and the eschatological dimension are not mentioned at
all.
Furthermore, as with the interim relatio, an error has been found in the translation. Father Robert
Imbelli of Commonweal has noticed that paragraph 3 (number 4 in Italian) says that the synod
fathers came together to “discern how the Church and society can renew their commitment to the
family.” In the Italian, however, it says “...renew their commitment to the family founded on
marriage between a man and a woman.”
But these criticisms aside, Father Gahl believes the final document incorporates the Church’s “rich
tradition” into the synod discussions of the “difficult pastoral problems of real people in today’s
world.”
Compared to the interim document, he said it “is more Christian and Catholic” and “based more
on the Bible and on the preaching of Jesus, especially his preaching of conversion.”
“The Church now goes further under the guidance of Pope Francis to find new ways of addressing
the complex pastoral problems, for instance of how to help couples to be faithful to one another,
to avoid the pitfalls of divorce, to remain generously open to new life,” Father Gahl said.
“We have all been inspired by Pope Francis’s courage and his desire to stay faithful to the
tradition,” he said. The synod, he added, “is about promoting the beauty of marital fidelity in such
a way that Christian couples can more effectively pass on the faith to their children and
grandchildren and be a light in the world imaging the beauty of the Holy Family.”
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How Pakistani Muslims view the ‘moralising’ West
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LATEST ISSUE: 8 NOVEMBER
2014
Pakistan is often labelled a “fundamentalist” state – and criticism of it has returned after
the burning alive of a poor Christian couple who allegedly destroyed pages of a Qu'ran.
Norberto Gonzalez Gaitano, professor of communications at Holy Cross University in
Rome and consultor on the Pontifical Council for Social Communications, speaks about
“media framing”. “Media framing” is the use of certain words or phrases which
automatically define the shape of a problem, offer an interpretation of the cause of the
problem, give a moral opinion about the problem, and promise a solution to the problem.
Say or write the word and the word itself projects into the public attention the agenda
behind the framing: “weapons of mass destruction”, “devout Catholic”, “the religious
right”, “war on terror”, “paedophile priests”, “fundamentalist”, “burqa-clad woman”.
Although Pakistan has fundamentalist problems it is not a fundamentalist state.
Discrimination against minorities is frequent but persecution is not endemic; and behind
the clamour of Islamist voices remains an educated and concerned opinion to the
contrary.
Popular perceptions in Pakistan about Christianity in “the West” are subject to intense
“framing” which conditions and influences Muslim reactions to Christianity irrespective of
the lived reality. The “framing” about Christianity, carried out in schools, media, and
religious instruction, leads to an attitudinal Christianophobia by those Pakistani Muslims
who have no other terms of reference or sources of information.
Bina Shah, a Pakistani author, observed that two wars are being fought in Pakistan: the
military one, against the violence of religious extremists, and the psychological and
emotional one against the growth of intolerance and the decline in room for cultural,
religious, ethnic or social diversity. This shrinking of public space in Pakistan began in
the late 1970s under the military dictator Zia ul Haq. It provides the environment for the
negative framing of Christianity and leads to the presumed “therefores” of “decadence”,
“pornography” and “immorality” about Christianity “in the West”.
Mullahs, imams and others bemoan moral failings of “the West” while failing to
acknowledge those within their own society such as child abuse, drug addiction,
domestic abuse, honour killings and ill-treatment of non-Muslims.
There is growing concern among academics and human rights organisations in Pakistan
that the content of educational syllabi from primary to tertiary levels reinforces the
stereotyped framing about Christianity, Hinduism and other non-Islamic religions. A
disturbing level of misinformation and bigotry is found in media and television. Dialogue
and religious respect for other believers are not characteristic of the ongoing religious
instruction available to most Pakistani Muslims.
The ensuing stereotyped framing about Christianity is intensified by the framing
associated with “Western”. In spite of its being condemned from the outset by Pope St
John Paul II as immoral, Pakistani Muslims regard the military intervention in Iraq, which
has now spiralled into an uncontrollable chaos, as a Christian-inspired intervention
against Islam because it was carried out by “Western” countries. The “therefores”
multiply.
Paradoxically, Christians in Pakistan are not viewed as being immoral like “in the West”,
just “other”, the other side of a “them and us” divide.
‘Between the crosses, row on
row’
Ted Harrison
The meaning of the poppy has
been as divisive as it has been
comforting. Its origins as the
symbol of remembrance lie in a
poem by a military doctor whose
feelings about war were complex
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Muslims, as well as Christians, have to be aware of the negative influence of framing on
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their understanding of the religious belief of others and be able to identify the sources of
the framing. One way of gauging the intensity of the framing in Pakistan about
Christianity is to observe the reactions of newly arrived Pakistani priests, religious and
seminarians in Rome. They have been exposed in Pakistan through education, cinema,
media and society to years of negative framing about Christianity “in the West” and they
arrive not quite knowing what to expect.
Through pastoral work in Italian parishes, their studies, and participating with crowds of
pilgrims in liturgy and worship, they are delighted to see and meet normal Christians who
respect one another, who are happy in their families and work and who live good lives.
Experience collapses the ideological framing.
Fr Robert McCulloch is an Australian Columban priest who served in Pakistan from 1978
to 2011 and was honoured by the Pakistani Government for services to health and
education in 2012
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Comment by: Garden lady
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Posted: 08/11/2014 05:49:42
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The title of your post hints at the difficulty of the point you hope to make. You point to the
obvious human tendency to “label” and “stereotype” “the other” – Pakistani, Christian,
American, Muslim.
CATHOLIC JOBS
So? What about “the burning alive of a poor Christian couple who allegedly destroyed
pages of a Qu'ran”? How do people discuss the evil of this action?
You string together a list of labels: “weapons of mass destruction”, “devout Catholic”,
“the religious right”, “war on terror”, “paedophile priests”, “fundamentalist”, “burqa-clad
woman”.
The Catholic Church has worked hard to confront the evil of “paedophile priests”:
confronting the guilty, denouncing the crimes, compensating victims, begging
forgiveness and instituting safeguards.
Where is the similar (and loud) response of Muslim leaders coming against fellow
Muslims burning people alive…against cutting off the heads of people…against
crucifying people, including children…against raping young girls? Where is their
denunciation of evil… calling evil what it is…evil?
Using language, we must wrestle with how to effectively discuss these issues in their
totality. Regarding this “poor Christian couple,” the most important matter is to confront
the evil, of the people who did this…and of the culture that gives cover to such evil.
Imagine the reaction of English Christians if this atrocity had happened on their
streets...if the Bible were waved as the justification! Confront evil...and
labels/stereotypes will evaporate
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Giornalismo: Il 20 novembre cerimonia per consegna premio “Giusppe de Carli”
*Segue il testo in originale
---------------ANCHE IN:
- LA VOCE SOCIALE: http://www.lavocesociale.it/tutto-pronto-la-ii-edizione-del-premio-giuseppe-de-carli/
- UCSI:
http://www.ucsi.it/index.php/la-professione/5818-giornalismo-il-20-novembre-consegna-premio-%E2%80%
9Cgiuseppe-de-carli%E2%80%9D.html
- 9/30 -
10/11/2014
SIR - Servizio Informazione Religiosa - Quotidiano
Sabato 08 Novembre 2014
16:20 ­ GIORNALISMO: IL 20 NOVEMBRE CERIMONIA PER CONSEGNA PREMIO “GIUSEPPE DE CARLI”
Si svolgerà giovedì 20 novembre alle 16.30 a Roma la cerimonia di premiazione della seconda edizione del Premio “Giuseppe De Carli”, istituito per
ricordare il vaticanista della Rai e per premiare il giornalismo di qualità nell’ambito dell’informazione religiosa.L’appuntamento è alla Pontificia Facoltà
Teologica “San Bonaventura” Seraphicum che, assieme alla Pontificia Università della Santa Croce, è partner accademico dell’Associazione culturale
“Giuseppe De Carli ­ Per l’informazione religiosa”, istituita due anni fa per promuovere iniziative di formazione e riflessione. In apertura, alle 16.30, i
saluti di fra Domenico Paoletti (preside della Pontificia Facoltà Teologica “San Bonaventura”), di padre Ciro Benedettini (vicedirettore della sala
stampa della Santa Sede) e di Enzo Iacopino (presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti).A seguire tavola rotonda con monsignor Rino Fisichella
(presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione), Paloma García Ovejero (corrispondente Cope, Spagna) e Gian
Guido Vecchi (vaticanista del “Corriere della Sera”), moderati da Vincenzo Morgante (direttore Tgr Rai).Alle 17.45 sarà presentato il libro “Dio è
comunicazione per eccellenza. Giuseppe De Carli, professionista al servizio della verità”, a cura di Elisabetta Lo Iacono e Giovanni Tridente (ESC
2014); a seguire proclamazione dei vincitori e consegna dei premi.
Copyright 2010 ­ Società per l'Informazione Religiosa ­ S.I.R. Spa ­ P.Iva 02048621003 ­ Via Aurelia, 468 ­ 00165 Roma ­ tel. 06/6604841 ­ fax 06/6640337
http://www.agensir.it/pls/sir/v4_s2doc_b.stampa_quotidiani_cons?id_oggetto=298555
1/1
AVVENIRE
www.avvenire.it
12/11/2014
argomento
Citazioni Università
e/o professori
http://www.avvenire.it/ScienzaeTecnologia/Pagine/sonda-rosetta-compie-discesa-su-cometa.aspx
Il teologo: «Prova di ottimismo e di speranza della scienza»
*Segue il testo in originale
- 10/30 -
DOCUMENTAZIONE INFO
www.documentazione.info/
argomento
Citazioni Università
e/o professori
http://www.documentazione.info/print/1199
Scienza e fede. Per gli italiani non c'è conflitto
*Segue il testo in originale
- 11/30 -
13/11/2014
14/11/2014
Scienza e fede. Per gli italiani non c'è conflitto
Published on documentazione.info (http://www.documentazione.info)
Home > Scienza e fede. Per gli italiani non c'è conflitto
Scienza e fede. Per gli italiani non c'è conflitto
Area tematica: RELIGIONE [1]
Dossier: Scienza e Fede [2]
di Stefano Grossi Gondi, 13 novembre 2014
Un inedito sondaggio ha rivelato che in Italia - al contrario dei paesi anglosassoni - la
maggior parte delle persone non vede incompatibilità tra scienza e fede. Il sondaggio è
stato svolto dalla Scuola internazionale superiore per la ricerca interdisciplinare [3]
(Sisri). Le domande erano tre e riguardavano: l'origine e l'evoluzione dell'uomo, l'origine
dell'universo, la pratica religiosa. I primi due quesiti erano formulati per studiare la
percezione pubblica della conflittualità tra le cosiddette «verità scientifiche» e le «verità di
fede», mentre la terza è stata utile per campionare i soggetti tra non credenti, credenti
praticanti e credenti non praticanti.
La maggior parte degli intervistati (42%) ritiene che l'uomo sia apparso sulla terra grazie
all'intervento di Dio creatore sulla base di forme di vita inferiori e di un processo evolutivo;
il 30% ritiene che questo processo evolutivo sia avvenuto senza l'intervento di Dio; il
restante 28% pensa invece che Dio abbia creato dal nulla l'uomo nella sua forma attuale.
Risultati analoghi sono stati registrati nella risposta relativa alle origini dell'universo.
Quindi tra la posizione di apertura alla scienza e di chiusura alla trascendenza e il suo
opposto, in Italia risulta ampiamente prevalente la visione che concilia le convinzioni di un
credo religioso con i risultati della ricerca scientifica.
Dalle risposte pervenute emerge una società italiana in cui la maggioranza relativa, poco
meno della metà, accetta le verità scientifiche sull’origine dell’uomo e dell’universo e, al
tempo stesso, mostra apertura alla trascendenza, ritenendo che Dio abbia avuto un ruolo
nel processo evolutivo del genere umano e che sia il Creatore dell’universo. Per entrambi i
http://www.documentazione.info/print/1199
1/2
14/11/2014
Scienza e fede. Per gli italiani non c'è conflitto
quesiti, la frazione di italiani che rifiuta una spiegazione scientifica della comparsa
dell’uomo e dell’universo corrisponde alla parte più piccola del campione, sebbene ancora
significativa.
Raffrontando questi risultati con quelli di una analoga ricerca svolta un anno fa negli Stati
Uniti, emerge una sostanziale differenza. Una Gallup survey, che ha reiterato più volte
sondaggi di questo tipo, vedeva la maggioranza relativa degli intervistati, circa il 46%,
appartenere alla categoria di coloro che manifestavano una netta chiusura alla scienza,
sottoscrivendo un’interpretazione quasi letterale della Scrittura in merito alle origini
dell’uomo («Dio ha creato dal nulla l’umanità nella sua forma attuale 10.000 anni fa
circa»). Erano invece solo il 32% (contro il 42% presentato dal campione di italiani) coloro
per i quali il processo evolutivo è avvenuto a partire da forme di vita inferiori ma è stato
reso possibile anche grazie a un intervento di Dio. Gli "scientisti atei” negli Usa sarebbero
invece soltanto il 15%. Da anni negli Stati Uniti infiamma la polemica tra "evoluzionisti” e
“creazionisti”, e in questo campo le posizioni degli italiani appaiono più mature ed
equilibrate.
Source URL: http://www.documentazione.info/scienza-e-fede-per-gli-italiani-non-ce-conflitto
Links:
[1] http://www.documentazione.info/religione
[2] http://www.documentazione.info/scienza-e-fede
[3] http://www.disf.org/editoriali/2014-11/
http://www.documentazione.info/print/1199
2/2
FERPI
www.ferpi.it
13/11/2014
argomento
Citazioni Università
e/o professori
http://www.ferpi.it/ferpi/novita/agenda/agenda_3?category=agenda&category_id=12&news_id=47465&title=ripensarela-comunicazione-le-teorie-le-tecniche-le…
Ripensare la Comunicazione: le teorie, le tecniche, le didattiche
*Segue il testo in originale
- 12/30 -
17/11/2014
Ripensare la Comunicazione: le teorie, le tecniche, le didattiche - Ferpi
Agenda
Ripensare la Comunicazione: le teorie, le
tecniche, le didattiche
Roma, 14 – 15 novembre 2014
13/11/2014, Agenda, Commenti
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Guardare la situazione attuale e pensare al futuro della comunicazione sotto il profilo delle teorie,
delle tecniche e delle didattiche. È questo l’obiettivo del convegno Ripensare la Comunicazione,
organizzato a Roma dalla Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’Università Salesiana
in occasione del XXV anniversario dalla sua fondazione.
Il 14 e 15 novembre 2014 qualificati esperti ed operatori della comunicazione saranno chiamati a
confrontarsi sullo stato attuale delle teorie e delle pratiche comunicative, e cercare di tracciare
insieme possibili prospettive che indichino un rinnovato ruolo della comunicazione – insegnata e
“agìta” – e le sue responsabilità in uno scenario sociale e umano fortemente mutato negli ultimi
decenni.
In occasione del Convegno, nel pomeriggio di venerdì 14 novembre, l’Università Pontificia
Salesiana conferirà a padre* Federico Lombardi*, sj, Direttore della Sala Stampa Vaticana, il
Dottorato honoris causa in Scienze della Comunicazione sociale, indirizzo in Comunicazione
Pastorale.
La tavola rotonda prevista nella mattinata di venerdì 14 novembre vedrà i diversi relatori affrontare
temi come Ripensare la comunicazione a partire dall’uomo (Fabio Pasqualetti), indagare il valore
della comunicazione educativa nell’età del digitale (Pier Cesare Rivoltella), tracciare Teorie per
l’uomo e non l’uomo per le teorie (Maria Antonia Chinello) ed infine lanciare la sfida di una
rinnovata comunicazione anche all’interno della Chiesa (Franco Lever).
I lavori del pomeriggio si declineranno in 8 diversi incontri condotti da docenti e ricercatori di
università italiane e pontificie:
Presenza e utilizzo delle nuove tecnologie e del web nel mondo ecclesiale
Rita Marchetti (Università degli Studi di Perugia)
Media, tablet e smartphone a scuola. Come utilizzarli dentro e fuori la scuola
Davide Parmigiani (Università degli Studi di Genova)
Gli sviluppi attuali degli studi di Comunicazione negli USA
John Wauck (Pontificia Università della Santa Croce)
Comunicare la pace”: un’indagine sulla presenza del tema in vari curricoli universitari
Peter Gonsalves (FSC)
Formazione continua degli insegnanti aperta, online e accessibile a tutti
Pierpaolo Limone (Università degli Studi di Foggia)
Comunicare la Chiesa nella rete: principi formativi e linee di azione
Daniel Arasa (Pontificia Università della Santa Croce)
Didattica e comunicazione: un rapporto prospettico, ma complesso
Pier Giuseppe Rossi (Università degli Studi di Macerata)
“Fare” la Radio all’Università: proposta per un percorso didattico per la Radio Web in Facoltà
Cosimo Alvati (FSC)
In occasione del conferimento del Dottorato honoris causa a P. Lombardi, prima della sua lectio
magistralis, interverranno il Rettor Maggiore dei Salesiani Ángel Fernández Artime, il Direttore
dell’Ufficio nazionale di Comunicazione Sociale della CEI, Domenico Pompili, il Direttore de La
Civiltà Cattolica Antonio Spadaro e Cosimo Alvati della FSC.
La mattina del sabato 15 novembre invece sarà dedicata alle riflessioni di Mario Morcellini (La
http://www.ferpi.it/ferpi/novita/agenda/agenda_3?category=agenda&category_id=12&news_id=47465&title=ripensare-la-comunicazione-le-teorie-le-tecniche-le…
1/2
17/11/2014
Ripensare la Comunicazione: le teorie, le tecniche, le didattiche - Ferpi
Sapienza Università di Roma) su sfide e prospettive attuali della comunicazione.
La partecipazione al convegno è gratuita, previa registrazione online e fino ad esaurimento posti.
Il programma completo, la scheda di registrazione e i documenti dei relatori sono disponibili sul
sito web della Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale – UPS.
Il convegno sarà trasmesso in live streaming.
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ORVIETO24
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13/11/2014
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http://www.orvieto24.it/2014/11/un-viluppetto-di-taffetta-crimisino-presentazione-libro/
“Un viluppetto di Taffettà crimisino”. Presentazione libro
*Segue il testo in originale
----------------ANCHE IN:
- LA FOLLA: http://www.lafolla.it/lf143crimisino.php
- 13/30 -
“Un viluppetto di Taffettà crimisino”. Presentazione libro | Orvieto24 …orano, San Venanzo, Parrano, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Allerona
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Sabato 8 Novembre 2014. Emesso bollettino di CRITICITA’ ORDINARIA per rischio IDROGEOLOGICO
Link per inserire i dati ed essere contattati tramite Alert System
Home > Cultura > “Un viluppetto di Taffettà crimisino”. Presentazione libro
“Un viluppetto di Taffettà crimisino”.
Presentazione libro
Autore: redazione Orvieto 24 pubblicato il 11 novembre, 2014 - 7:34
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Verrà presentato venerdì 14 novembre alle ore 18 presso la Sala Consiliare del Comune lʼultimo
saggio di Lucio Riccetti dal titolo “Un viluppetto di taffettà cremisino. Storia di una festa dal
Corporale al Corpus Domini (Edizioni Intermedia). Ovvero, come il miracolo di Bolsena è stato
assimilato, come sono stati recepiti i passaggi e le costruzioni intellettuali che ne hanno definito e
indirizzato la memoria nei secoli e codificato la storia. Una operazione complessa, soprattutto
nellʼintendimento di svincolare lʼevento miracoloso dalla storia locale per elevarlo a elemento
fondante lʼistituzione della festa eucaristica del
Corpus Domini.
La particolarità del tema trattato, è data
soprattutto dalla presenza di fonti indirette,
diverse nei contenuti, reliquie, sacre
rappresentazioni, opere figurative, atti notarili,
embricate tutte a dare vita a una visione
originale, alla definizione di una comunione fra
miracolo, reliquie, testi e immagini.
Quasi un affrancamento dellʼimmagine dalla
soggezione al testo, come sembra emergere
proprio nella definizione di una ʻstoriaʼ del miracolo di Bolsena, con immagini considerate alla
stregua di autentiche fonti documentarie.
Testi e immagini hanno natura e cronologia diversi con il reale rischio di interpretare la storia
teleologicamente, cioè interpretare il passato, o ciò che è considerato tale, a partire dal presente,
proiettando le conoscenze attuali su epoche precedenti.
Ciò che ne emerge è un fitto reticolo di storie che attinge sia alle tradizioni popolari, sia agli
elaborati eruditi, sia a forme devozionali. Tutti, e nello stesso tempo, intrecciati al lungo dibattito
sulla “presenza reale” che, dal Quattrocento, e poi a seguito della Riforma e della Controriforma, ha
contribuito a definire la cultura e le stesse radici europee.
Alla presentazione del libro interverranno, oltre allʼautore, Mons. Benedetto Tuzia, Vescovo di
Orvieto-Todi, Francesco Scoppola (Direzione Regionale Mibac), Norberto Gonzales Gaitano
(Pontificia Università della Santa Croce). Coordina lʼincontro il giornalista Roberto Conticelli.
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Sabato 8 Novembre 2014. Emesso Bollettino Di
CRITICITA’ ORDINARIA Per Rischio IDROGEOLOGICO
http://www.orvieto24.it/2014/11/un-viluppetto-di-taffetta-crimisino-presentazione-libro/
Pagina 1 di 6
AGENZIA ZENIT
www.zenit.org
14/11/2014
argomento
Citazioni Università
e/o professori
http://www.zenit.org/it/articles/scienza-e-fede-per-gli-italiani-c-e-piena-sintonia
Scienza e fede? Per gli italiani c'é piena sintonia
*Segue il testo in originale
---------------ANCHE IN:
- ALETEIA:
http://www.aleteia.org/it/scienza/articolo/scienza-fede-sondaggio-origine-uomo-universo-5884958795104256
- ECO DEL MOLISE: http://www.ecodelmolise.com/scienza-e-fede-per-gli-italiani-vanno-daccordo.htm
- IL SUSSIDIARIO: http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2014/11/14/SCIENZA-E-FEDE-Il-sondaggio-per-gliitaliani-sono-compatibili/print/554530/
- KORAZYM: http://www.korazym.org/18415/scienza-fede-per-gli-italiani-ce-perfetto-accordo/
- 14/30 -
Il mondo visto da Roma
http://www.zenit.org/it/articles/scienza-e-fede-per-gli-italiani-c-e-piena-sintonia
Scienza e fede? Per gli italiani c'é piena sintonia
Lo rivelano i risultati del sondaggio realizzato dalla Scuola
Internazionale Superiore per la Ricerca Interdisciplinare (SISRI)
attraverso l'esplorazione di temi come l'origine dell'uomo e
dell'universo
Roma, 14 Novembre 2014 (Zenit.org) | 308 hits
Il presunto conflitto tra scienza e fede non è condiviso dalla maggioranza degli italiani. Lo rivelano i
sorprendenti risultati di un sondaggio, il primo nel suo genere nel nostro Paese, che pone a confronto
cultura scientifica e fede religiosa degli abitanti del nostro Paese attraverso l’esplorazione di due temi
paradigmatici come l’origine dell’uomo e quella dell’universo. L’italiano medio ritiene compatibili i
risultati scientifici con la fede e il credo religioso: accetta le verità scientifiche sull’origine dell’umanità e
dell’universo e, allo stesso tempo, ritiene che Dio abbia avuto un ruolo nella comparsa della vita.
Il sondaggio è stato commissionato a Format Research, specializzata in ricerche di mercato, dalla Scuola
Internazionale Superiore per la Ricerca Interdisciplinare (SISRI) ed effettuato su un campione
rappresentativo di italiani, stratificato per area geografica, genere, età, titolo di studio, stato civile e
professione. I risultati di questa inchiesta, firmata da Matteo Bonato, Paolo Risso e Michele Crudele sulla
rivista «Paradoxa», sono messi a confronto con un analogo sondaggio svolto dall’agenzia Gallup negli
Stati Uniti.
Agli intervistati sono state poste tre domande: la prima sull’origine e l’evoluzione dell’uomo, la seconda
sull’origine dell’Universo e la terza sulla propria partecipazione alle funzioni religiose.
Dalle risposte pervenute emerge una società in cui la maggioranza relativa, il 42%, accetta le verità
scientifiche sull’origine dell’uomo e dell’universo e, al tempo stesso, mostra apertura alla trascendenza,
ritenendo che Dio abbia avuto un ruolo nel processo evolutivo del genere umano e che sia il Creatore
dell’universo. Il 30% invece sostiene che Dio non è intervenuto nell’evoluzione, mentre il 28% rifiuta una
spiegazione scientifica della comparsa dell’uomo e dell’universo e pensa che Dio abbia creato dal nulla
l’umanità nella sua forma attuale circa 10.000 anni fa.
L’interesse del sondaggio si accresce per il confronto con quanto registrato periodicamente da Gallup
negli USA. La popolazione americana risulta meno aperta ad accogliere una spiegazione
scientifica dell’origine dell’uomo: il 46% è «creazionista» affermando che Dio ha creato gli uomini nella
forma attuale, mentre solo il 32% è aperto sia alla scienza che alla trascendenza ritenendo che gli uomini
si sono evoluti sotto la guida di Dio.
La società italiana mostra invece di accogliere contributi provenienti da discipline diverse (biologia e
teologia nel primo quesito, cosmologia e teologia nel secondo) per stabilire un dialogo. Fanno eccezione i
più giovani (18-24 anni) che risultano meno disponibili ad accettare un intervento di Dio e i maggiori di
65 anni che al contrario dimostrano meno fiducia nella scienza.
La SISRI - Scuola Internazionale Superiore per la Ricerca Interdisciplinare è un’attività del Centro di
Documentazione Interdisciplinare di Scienza e Fede della Pontificia Università della Santa Croce. Vi
fanno parte un centinaio di giovani laureati provenienti da tutt’Italia che desiderano arricchire i loro studi
con un quadro interdisciplinare attento ai fondamenti filosofici delle scienze, alla luce della Rivelazione
cristiana.
(14 Novembre 2014) © Innovative Media Inc.
UNIVERSITÀ PONTIFICIA
SALESIANA
www.unisal.it
15/11/2014
argomento
Citazioni Università
e/o professori
https://www.unisal.it/index.php/notizie/vita-allups/1042-padre-federico-lombardi-dottore-honoris-causa-in-scienzedella-comunicazione-sociale
Padre Federico Lombardi dottore honoris causa in Scienze della Comunicazione sociale
*Segue il testo in originale
- 15/30 -
17/11/2014
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Università Pontificia Salesiana - Roma - Padre Federico Lombardi dottore honoris causa in Scienze della Comunicazione sociale
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Scienze della Comunicazione sociale
UPS
Padre Federico Lombardi dottore honoris causa in Scienze
della Comunicazione sociale
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Chi siamo
(Roma, 15 novembre 2014) ‐ All’interno
del
Convegno
“Ripensare
la
Comunicazione: le teorie, le tecniche, le
didattiche”, si è svolta, venerdì 14
novembre, la cerimonia di conferimento
del dottorato honoris causa in Scienze della
Comunicazione sociale a padre Federico
Lombardi, Direttore della Sala Stampa
Vaticana.
Dove siamo
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Dip. Pastorale Giovanile e
Catechetica
Filosofia
Diritto Canonico
Lettere Cristiane e
Classiche
Le motivazioni del conferimento sono state
via via illustrate dagli interventi del prof. Mauro Mantovani, decano FSC, di mons.
Domenico Pompili, Direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Conferenza
Episcopale Italiana, da un apposito testo inviato da padre Antonio Spadaro, Direttore
di La Civiltà Cattolica, e dal prof. Cosimo Alvati, Docente FSC. Numerose le “lettere
testimoniali” raccolte dalla Facoltà a sostegno della candidatura di padre Lombardi
per la proposta di questo conferimento – tra esse anche quella del Presidente del
Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali, mons. Claudio Maria Celli, del
Direttore del Centro Televisivo Vaticano, mons. Dario Viganò, e del Direttore della
Libreria Editrice Vaticana, prof. Giuseppe Costa. Altrettanto significative le
testimonianze offerte durante la cerimonia del conferimento da parte del dott. Marco
Ansaldo, inviato speciale e vaticanista de La Repubblica, del prof. Mario Morcellini,
Direttore del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca sociale dell’Università di Roma
La Sapienza, della prof.ssa Cristiana Freni, Docente della Facoltà di Filosofia
dell’UPS, del Decano della Facoltà di Comunicazione Istituzione della Pontificia
Università della Santa Croce, prof. José Maria La Porte, e del prof. Adriano
Zanacchi, già Docente FSC.
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dell’«immaginario popolare» che
venerabile don...
Estremamente profonda e coinvolgente, ricca di aspetti esperienziali e di
Biblioteca D. Bosco
la pensa come un q...
sapienzialità vissuta, la lectio coram offerta dal neo‐dottore, organizzata secondo 10
Archivio storico
messaggi sulla autentica comunicazione. Appena dichiarato Dottore honoris causa
CIR ‐ Ricerca
padre Lombardi ha rilasciato una breve intervista per le troupes del TG1 e di TV2000
presenti all’evento così come gli inviati di varie testate giornalistiche.
Pastorale Universitaria
La cerimonia si è chiusa con il saluto e il ringraziamento del Rettore Magnifico
Fondazione UPS
dell’UPS, prof. Carlo Nanni, e ha avuto una simpatica appendice con una serata di
Associazione Don Bosco
festa in onore di padre Lombardi che si è svolta nella sede della FSC con le ulteriori
Onlus Pro Universitate
testimonianze di alcuni collaboratori di padre Lombardi presso la Radio Vaticana e di
Centro Servizi Informatici
mons. Massimo Palombella, Maestro Direttore del Coro della Cappella Musicale
e Telematici (CeSIT)
Sistina. Per l’occasione il Centro Televisivo Vaticano ha voluto omaggiare padre
Lombardi di un apposito montaggio video relativo agli anni fin qui svolti a servizio
Editrice LAS
della Santa Sede.
Centro Stampa
Libreria Leoniana
Ufficio Stampa
Residenze per ospitalità
Come il primo volume, anche
questo secondo volume di “Storia
della pedagogia” in...
Nelle parole del Gran Cancelliere dell’UPS, don Ángel Fernández Artime, al
momento della consegna a padre Lombardi del Decreto e della Pergamena di Dottore
honoris causa in Scienze della Comunicazione sociale, si trova una eccellente sintesi
delle motivazioni e della personalità del neo‐dottore. Riportiamo il testo
integralmente:
“Cari amici, in molti modi sono già state indicate le motivazioni per le quali la nostra Università
è lieta di conferire oggi il Dottorato honoris causa in Scienze della comunicazione sociale a padre
Federico Lombardi. In latino Honoris Causa significa “a titolo d’onore”, per i grandi meriti
https://www.unisal.it/index.php/notizie/vita-allups/1042-padre-federico-lombardi-dottore-honoris-causa-in-scienze-della-comunicazione-sociale
1/2
17/11/2014
Università Pontificia Salesiana - Roma - Padre Federico Lombardi dottore honoris causa in Scienze della Comunicazione sociale
ottenuti sul campo, ma mi piace aggiungere in questo caso anche il senso di riconoscere ‘colui
che ha onorato la causa’: Lei, Padre Lombardi ha onorato la causa: ‘honoravit causam’. Nel
consegnarle il riconoscimento più alto che un’Istituzione accademica possa elargire, vorrei
proprio sottolineare come padre Lombardi sia sicuramente stato e continui ad essere ‘al servizio
della causa’, della meta, degli obiettivi più nobili che un comunicatore e giornalista, e un gesuita
e sacerdote, deve sempre avere come orizzonte del suo lavoro: il servizio della verità. La causa
che spinge e appassiona, è sempre proclamare la verità. Anche nei momenti più difficili delle
polemiche, degli scandali, del Vatileaks e di altre tormentate vicende, la sua estrema fedeltà alla
verità ha fatto sì che i colleghi che hanno avuto a che fare con lei abbiano potuto apprendere,
capire, leggere la realtà secondo chiavi di lettura non convenzionali e non basate su cliché
precostituiti. È un lavoro delicato, si sa, che per a padre Lombardi – e lo hanno confermato molti
professionisti, alcuni oggi qui presenti con noi – è stato il modo di comunicare del Papa e della
Chiesa. Difficile, in qualche caso complicatissimo, lavoro costantemente sottoposto al vaglio dei
fatti, della critica, della impietosa osservazione di chi a volte non aspetta altro che si scivoli, si
tradisca quella grande ambizione che viene da lontano (meglio, dall’alto) di servire sempre e
solo la verità. E come ha potuto, con successo e per tanto tempo, padre Lombardi, servire
questo grandioso compito? Grazie, penso, a due coordinate di fondo. Prima: farsi ponte tra i
giornalisti e la Santa Sede, e il ponte si attraversa da una parte e dall’altra. Quindi ascoltando e
non solo parlando, ricevendo e non solo dando, facendosi osservatore attento – e non
occasionale – di ciò che circola, si muove, agisce e pensa nel mondo moderno. E seconda:
offrendo un servizio dotato di competenza e professionalità. Perché come insegnava il santo
fondatore del suo Ordine, Ignazio di Loyola, solo grazie allo studio e alla costante verifica delle
proprie capacità si può fare correttamente il bene delle persone che si intende servire. E questo
lo si vede anche nel valore della comunicazione quotidiana della Radio Vaticana che ascoltiamo
in tutto il mondo e che lei dirige: promozione di un'informazione approfondita, puntuale,
attenta alle diverse aree geografiche, anzi, proprio più attenta a quelle zone del mondo che
spesso vivono il disagio di rimanere ai margini del grande e ricco sistema mediatico. Una
dimensione internazionale, quindi, che si è sempre colta anche nel rispetto coltivato con
pazienza nei confronti dei Paesi che i papi Benedetto e Francesco hanno visitato e stanno
visitando con i loro viaggi: rispetto delle culture e delle persone, delle dinamiche interne e dei
linguaggi, delle storie e delle problematiche interne. Questa capacità di rispetto e di attenzione
ha fatto dalla Sala stampa vaticana un luogo, oserei dire, di primaria evangelizzazione. E il
riconoscimento credo che sia, davvero, universale. Quindi l’occasione che ci si presenta oggi, di
riconoscere ‘ad honorem’, questo cammino di lavoro durato anni, non è una formalità: è una
lezione di giornalismo, di autentica comunicazione pastorale, di comunità cristiana, e –
concedetemi – di alta umanità. Grazie, e felicitazioni al neo‐dottore”.
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2/2
AGENZIA ANSA
www.ansa.it
20/11/2014
argomento
Citazioni Università
e/o professori
http://k4305081957.regioni.it/newpalm/headr_text.asp?5443
Giornalisti: premio De Carli a Bellocchio, Valli, Tornielli
*Segue il testo in originale
---------------ANCHE IN:
- AGI
- ADNKRONOS
- SIR: http://www.agensir.it/pls/sir/v4_s2doc_b.stampa_quotidiani_cons?id_oggetto=299446
- LA PERFETTA LETIZIA: http://www.laperfettaletizia.com/2014/11/premio-giuseppe-de-carli-il-20-novembre.html
- VATICAN INSIDER: http://www.lastampa.it/2014/11/20/esteri/vatican-insider/it/il-premio-de-carli-a-tornielli-bellocchioe-valli-uLNudG6h0L7tjbbaawC3dN/pagina.html
- ZENIT: http://www.zenit.org/it/articles/tornielli-valli-e-bellocchio-vincitori-della-ii-edizione-del-premio-giuseppe-de-carli
- ZENIT (ESP): http://www.zenit.org/es/articles/un-periodista-de-zenit-recibe-el-galardon-giuseppe-de-carli
- LA DISCUSSIONE: http://www.ladiscussione.com/societa/item/39667-assegnato-il-premio-giornalistico-%E2%80%
9Cgiuseppe-de-carli%E2%80%9D.html?tmpl=component&print=1
- COPERCOM:
http://www.copercom.it/home_page/notizie/00002125_Vincono_Valli__Tornielli__Bellocchio_e_Accattoli_.html
- 16/30 -
24/11/2014
Testo notizia
Torna ai Titoli
ANSA (POL) - 20/11/2014 - 18.48.00
Giornalisti: premio De Carli a Bellocchio, Valli, Tornielli
ZCZC8832/SXA XCI20723 R POL S0A QBXB Giornalisti: premio De Carli a Bellocchio, Valli,
Tornielli (ANSA) - ROMA, 20 NOV - Daniele Bellocchio de L'Espresso, Aldo Maria Valli del Tg1
Rai e Andrea Tornielli de La Stampa sono i vincitori della seconda edizione del Premio giornalistico
"Giuseppe De Carli". A Luigi Accattoli, storico vaticanista del Corriere della Sera, è invece stato
assegnato il Premio alla carriera. La cerimonia di premiazione si è svolta questo pomeriggio presso la
Pontificia Facoltà Teologica "San Bonaventura"-Seraphicum che, assieme alla Pontificia Università
della Santa Croce, è partner accademico dell'Associazione "Giuseppe De Carli", promotrice del
Premio istituito alla memoria del compianto vaticanista fondatore di Rai Vaticano. Tra i secondi
classificati, la polacca Anna Artymiak, per la categoria testi, con una intervista pubblicata su Stacja 7,
Alessandro Chiappetta, per la categoria filmati, con il documentario su Don Peppe Diana andato in
onda su Rai Storia, e Salvatore Cernuzio, dell'Agenzia Zenit, per la categoria giovani. Menzioni
speciali anche per Paola Bergamini (rivista Tracce), Francesco Muratori (La1 Radio Televisione
Svizzera) e Giulio Serri (settimanale A Sua Immagine). I lavori pervenuti in questa edizione sono stati
valutati da una giuria composta da Lucio Brunelli, Domenico Delle Foglie, Marina Ricci, Stefania
Falasca, Domenico Paoletti, Donatella Negri, Santino Franchina e Carla Rossi Espagnet. (ANSA). GR
20-NOV-14 18:57 NNN
http://k4305081957.regioni.it/newpalm/headr_text.asp?5443
1/1
IL SOLE 24 ORE
www.ilsole24ore.com/
23/11/2014
argomento
Citazioni Università
e/o professori
http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2014-11-23/un-dialogo-superficiale-081512.shtml?uuid=AB3lP9GC
Un dialogo superficiale
*Segue il testo in originale
- 17/30 -
SCIENZA & FEDE
Un dialogo superficiale
Un sondaggio mostra
come gli italiani
amino conciliare
l'intervento divino
e le spiegazioni
scientifiche. È un bene?
di Vincenzo Barone
I
ntervenendo sul caso Galileo, nel
1979, Giovanni Paolo II invitò gli intellettuali a rimuovere le «diffidenze»
esistenti tra scienza e religione e a «dischiudere la porta a future collaborazioni». Da allora, ha preso corpo nel
mondo cattolico una nuova teologia della natura, che non si contrappone alla scienza, ma
pretende di trarre da essa alimento, presentandosi come il frutto di un lavoro condotto
congiuntamente da scienziati e teologi, e spesso da scienziati-teologi. Non si tratta di un movimento rozzamente creazionista, ma di una
corrente di pensiero almeno inapparenza più
sofisticata, che diffonde l'idea che sia la scienza stessa a rinviare a Dio, indicando, con i suoi
sviluppi più avanzati, un cammino verso la
trascendenza. L'orizzonte generale entro cui
questo programma si inscrive è contrassegnato da un mito ricorrente, quello del «dialogo
tra scienza e fede». Le tesi di fondo della nuova teologia naturale sono, in realtà, facilmente confutabili: non esistono, all'interno della
scienza, domande inevase di senso, né «strade verso Dio», a meno di non prendere sul serio amenità come il principio antropico, 0 di
non credere - come taluni fanno - che il teorema di incompletezza di Godei e le relazioni di
indeterminazione di Heisenberg segnalino
delle insufficienze da colmare con una forma
superiore di sapienza. Rimane, tuttavia, quella parola magica - «dialogo» -, che sembra
rappresentare un valore in sé. Chi mai si opporrebbe a un dialogo, se non un intollerante
fondamentalista?
La compatibilità tra scienza e fede (quest'ultima intesa specificamente come credenza in
un Essere trascendente che interviene nella
natura) è stata oggetto di un sondaggio promosso dal Centro di documentazione interdisciplinare di scienza e fede della Pontificia
Università della Santa Croce, diretto
dall'astronomo e teologo Giuseppe TanzellaNitti (se ne trova un resoconto, a cura
dell'astrofisico Matteo Bonato, sul sito www.
disf.org, e un'esposizione più dettagliata
sull'ultimo numero della rivista «Paradoxa»).
A un campione rappresentativo della popolazione italiana è stato chiesto di esprimere un
giudizio su una serie di affermazioni riguardanti le origini dell'uomo e dell'universo, e
sul possibile ruolo svolto da Dio. Per ciò che
riguarda la comparsa dell'uomo sulla Terra, il
42% degli intervistati ritiene che la specie
umana si sia evoluta a partire da forme inferiori di vita con l'aiuto divino, mentre il 28%
pensa che sia stato Dio a creare l'umanità. Il
restante 30% ritiene che Dio non abbia avuto
alcuna parte nell'evoluzione umana. I risulta-
li metodo scientifico ha precise
regole del gioco che l'opinione
pubblica non conosce a causa
delle carenze del nostro
sistema educativo
ti relativi all'origine dell'universo mostrano
un andamento simile: il 45% degli intervistati
ritiene che l'universo sia stato creato da Dio e
che, al tempo stesso, la scienza possa spiegarne l'origine, mentre il 27% è del parere che
l'universo sia stato creato da Dio e che la scienza non sia in grado di spiegarne l'origine. Solo
il 28% crede che l'origine dell'universo sia
spiegabile in termini puramente scientifici. Il
dato che fa riflettere è che per quasi la metà
dei nostri connazionali la spiegazione scientifica e l'azione di Dio possono tranquillamente coesistere nella visione del mondo naturale. I cattolici trovano questo fatto «incoraggiante» e plaudono aH'«aperturainterdisciplinare» degli italiani. A uno scienziato, e a
chiunque abbia a cuore la salute culturale della società, l'esito del sondaggio, invece, non
può che apparire deprimente, giacché dimostra - e purtroppo non è una sorpresa - che
nel grande pubblico regna una profonda incomprensione del metodo scientifico. In una
famosa conferenza del 1941 su «Scienza e religione» (la si può leggere in Pensieri degli anni
difficili, Bollati Boringhieri, 2014) Einstein
spiegò che il «compito della scienza è quello
di stabilire regole generali che determinino la
connessione reciproca fra gli oggetti e gli
eventi nello spazio e nel tempo», e aggiunse:
«Quanto più un uomo è conscio dell'ordinata
regolarità di tutti gli eventi, tanto più salda diventa la sua convinzione che non vi è posto,
accanto a questa regolarità, per cause di natura differente. Per lui né la legge della volontà
umana, né la legge della volontà divina esistono come causa indipendente degli eventi naturali». Il principio secondo cui non possono
essere introdotti nel cosmo elementi di intenzionalità non è un aspetto secondario e negoziabile della scienza, ma uno dei suoi valori
costitutivi, una regola imprescindibile del gioco. È grazie a questo «postulato di oggettività», come lo chiamava il grande biologo francese Jacques Monod (non a caso uno dei bersagli preferiti dei teologi cattolici), che la scien-
za è progredita e ha accumulato successi: respingendolo, non si costruisce un sapere più
ricco e «interdisciplinare»; semplicemente, si
esce dalla scienza. È peraltro evidente, sul piano logico, che se anche in un solo caso (al momento del Big Bang, per esempio, o nella transizione verso il genere Homo) ipotizzassimo
un intervento soprannaturale, non avremmo
motivo - a meno di non voler porre limiti a
Dio - per non ammettere interventi simili in
qualunque altra situazione.
Ne deriverebbe una conoscenza del tutto
arbitraria, non assoggettabile a controllo:
qualcosa di profondamente diverso da quella
precisa forma culturale che va sotto il nome di
scienza. Bisogna dunque essere chiari: il dialogo tra scienza e fede - questa ipotetica Grosse
Koalition dello spirito - è impossibile, per l'essenza stessa delle due parti. Affermare ciò
non significa essere fondamentalisti o inclini
al conflitto; significa solo essere coerenti.
E infine, il fatto che la gente sappia, magari
in modo superficiale, del Big Bang e dell'evoluzione, ma consideri questi processi governati
da Dio, ci dice anche un'altra cosa: che la vera
alfabetizzazione scientifica non passa attraverso la somministrazione di curiosità e di informazioni inpillole,bensì attraverso una più
ardua opera di educazione ai meccanismi di
funzionamento della scienza.
LA GAZZETTA DI VIAREGGIO
www.lagazzettadiviareggio.it
24/11/2014
argomento
Citazioni Università
e/o professori
http://www.lagazzettadiviareggio.it/pietrasanta/2014/11/omaggio-a-romano-cosci-da-sabato-una-retrospettiva-sultema-del-sacro/
Omaggio a Romano Cosci: da sabato una retrospettiva sul tema del sacro
*Segue il testo in originale
---------------ANCHE IN:
- LUCCA IN DIRETTA: http://www.luccaindiretta.it/versilia/item/36699-pietrasanta-mostra-a-palazzo-moroni-perricordare-romano-cosci.html
- VERSILIA TODAY: http://www.versiliatoday.it/evento/2014/11/25/pietrasanta-omaggia-romano-cosci/
- 18/30 -
ANNO 3°
GIOVEDÌ, 27 NOVEMBRE 2014 - RECTE AGERE NIHIL TIMERE
Giornale Politico - Artistico - Amministrativo - Letterario e Teatrale
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PIETRASANTA
Omaggio a Romano Cosci: da sabato una
retrospettiva sul tema del sacro
lunedì, 24 novembre 2014, 16:43
Una mostra per ricordare Romano Cosci,
l'artista pietrasantese scomparso all'inizio
dell'estate. Per iniziativa del Circolo Fratelli
Rosselli e dell'assessorato alla cultura, si aprirà
sabato, alle ore 17.30, una retrospettiva
dedicata al tema del sacro, nell'inedita cornice
di Palazzo Moroni. L'occasione è data dai
festeggiamenti alla Madonna del Sole. Alle ore
15.30, infatti, si terrà la presentazione della
ristampa del volume “Centenario
dell’incoronazione della Madonna del Sole”
di Danilo Orlandi, nel chiostro di Sant'Agostino,
curata dal Circolo Rosselli; interverrà anche
l'arcivescovo di Pisa Giovanni Paolo Benotto. A
seguire, alle ore 17.30, l'inaugurazione della
mostra di Romano Cosci e alle ore 18 è prevista
la Santa Messa in Duomo con lo scoprimento
dell’immagine della Madonna del Sole; infine, alle ore 21, si svolgerà un concerto per
organo e soprano, sempre in Duomo.
Il tema del sacro è fortemente ricorrente nel percorso creativo di Romano Cosci, una
sorta di pellegrinaggio, una ricerca interiore, l'esigenza di guardare in alto, oltre il visibile,
pur essendo un uomo con i piedi ben saldi a terra. In mostra saranno esposti disegni,
pitture e sculture interamente dedicate al sacro: una selezione delle opere che
composero la mostra “In cammino con Cristo”, l'esposizione realizzata nel 2012 presso
la Pontificia Università della Santa Croce a Roma, nel prestigioso Palazzo dell'Apollinare.
“La sua scomparsa ai primi di giugno ha lasciato un profondo vuoto nella nostra
comunità artistica – afferma il sindaco Domenico Lombardi - Cosci era un artista
completo, talentuoso, modesto come solo i grandi lo sono, diretto e sagace come i veri
toscani, attento osservatore. Ecco perché il suo dialogo con il sacro ha toccato le corde
più profonde dello spirito e dell'emozione; un'emozione che ha saputo trasmettere in tutti
coloro che hanno avuto la possibilità di ammirarne le opere”.
“Questa mostra di arte sacra da realizzare a Pietrasanta era uno dei suoi desideri –
spiega Alessandro Tosi, presidente del Circolo Fratelli Rosselli – e per noi che lo abbiamo
conosciuto e stimato è un dovere portarlo a compimento. Avremmo voluto fare tante
altre cose insieme a Romano, sicuramente il suo contributo ci mancherà ma il “suo cuore
d'artista” sarà per sempre con noi”.
Romano Cosci, classe 1939, si è formato negli anni Cinquanta nel clima stimolante dei
laboratori di scultura e delle fonderie d'arte versiliesi sotto la guida di figure prestigiose
come Leonida Parma e Ferruccio Vezzoni e ha avuto come maestro e amico Pietro
Annigoni.
Ha insegnato fino al 1986 discipline pittoriche nei licei artistici di Carrara e Grosseto. Si è
avvalso di un ventaglio straordinario di registri espressivi passando dall'affresco, al
marmo, al bronzo, alla terracotta, al mosaico e a ogni altro genere di pittura.
La mostra sarà visitabile sino al 14 dicembre.
ALTRI ARTICOLI IN PIETRASANTA
Supporters
mercoledì, 26 novembre 2014, 15:59
Frana in via Pozzone: l'Unione
dei comuni chiede l'intervento
della regione
A seguito degli eventi di pioggia
intensi del gennaio 2014 si è
verificato un dissesto nella zona
boscata in loc. Buongiorno nella
frazione di Vallecchia. La situazione
del versante si è poi aggravata nel
mese di luglio
RICERCA NEL SITO
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GENTE VENETA
www.genteveneta.it
25/11/2014
argomento
Citazioni Università
e/o professori
http://www.genteveneta.it/public/appuntamento.php?id=3875
A Venezia la presentazione del libro "Genesi e big bang. Parallele convergenti"
*Segue il testo in originale
- 19/30 -
Appuntamento : A Venezia la presentazione del libro "Genesi e big bang. Parallele convergenti"
27/11/14 15.37
GENTE VENETA | APPUNTAMENTO
Martedi, 25 Novembre 2014
A Venezia la presentazione del libro "Genesi e big bang.
Parallele convergenti"
sezione "Scienza e fede" dello Studium cattolico veneziano organizza la presentazione del libro di Piero
L aBenvenuti
(Università di Padova) e Filippo Serafini (Pontificia Università della Santa Croce di Roma)
"Genesi e big bang. Parallele convergenti" che affianca, nello stesso testo e con un linguaggio accessibile e
coinvolgente, due narrazioni dell'origine dell'universo: quella biblica e quella che proviene dalla scienza
moderna. L'appuntamento è fissato per martedì 25 novembre, alle ore 17.30, presso la Sala Sant'Apollonia a
Venezia: insieme ai due autori interverranno Simone Morandini (Facoltà Teologica del Triveneto), Daniele
Spero e Francesco Berengo (Studium cattolico veneziano).
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ALTRI COMMENTI
Riccardo
Lunedi, 27 Ottobre 2014 | 20:50
Dite bene, un numero esagerato ed esasperante di referendum sempre sulla stassa questione. Si mette …
LuciaVeccia
Lunedi, 20 Ottobre 2014 | 09:21
Complimenti per l'idea e la tenacia! …
marta maria.B
Mercoledi, 15 Ottobre 2014 | 21:17
ho letto solo ora 14.10.2014...: grazie suore, voi siete una grande testimonianza di generosità e donazione. …
renato sfriso
Lunedi, 29 Settembre 2014 | 19:45
E' commovente oltre che interessante questa testimonianza. La Madonna continui a vegliare su questa …
Tutti i commenti »
Articolo pubblicato su Gente Veneta
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Pagina 1 di 2
EL PAIS
http://www.elpais.com
argomento
Citazioni Università
e/o professori
El poder de un papa con un teléfono
*Segue il testo in originale
- 20/30 -
27/11/2014
ESPAÑA
El poder de un papa con un teléfono
Francisco afronta los escándalos de abusos sexuales en la Iglesia cara a cara
PABLO ORDAZ
Roma
27 NOV 2014 - 23:20 CET
Archivado en:
Papa Francisco
Papa
Clero
Agresiones sexuales
Delitos sexuales
Iglesia católica
Delitos
Cristianismo
Religión
Justicia
Un papa con un teléfono es un peligro inesperado. Si a los ultraortodoxos de la Iglesia católica —que
los hay a manojos y están esperando agazapados a que Francisco se dé un tropezón con sus gastados
zapatones negros— ya les pone de los nervios que el Pontífice vaya por ahí en un utilitario pidiendo
justicia social y un poco de mano ancha con las ovejas descarriadas, lo que les faltaba es que Jorge
Mario Bergoglio dedique las tardes a llamar por teléfono a quienes, en vez de a Dios, encontraron al
diablo disfrazado de cura.
La decisión de Francisco, que él mismo confirmó el pasado martes durante el vuelo de regreso de
Estrasburgo, de llamar al joven de Granada, pedirle perdón y animarlo a que fuese donde el obispo a
denunciar los abusos, no es más que la continuación de una política de tolerancia cero contra la
pederastia iniciada por Benedicto XVI. Porque, como explica Davide Cito, sacerdote y profesor de
Derecho Canónico en Roma, fue Joseph Ratzinger quien, en 2010, endureció la ley penal vaticana a
tenor del aluvión de casos destapados en los últimos años.
“Lo que sí ha cambiado”, dice el padre Cito, “es la actitud del Papa”. “Si Benedicto XVI fijó las líneas
para que la Iglesia no siguiera escondiendo los abusos, Francisco se siente además llamado a actuar
personalmente”, explica.
Es, como le llamaban en Argentina, “un hombre de gobierno”. Alguien que, como él mismo admitió el
pasado martes, está “sufriendo mucho” al descubrir los casos de abusos y corrupción, pero que tiene
claro que la “verdad no se debe esconder”.
Si a esa máxima se le añaden dos declaraciones más efectuadas en anteriores viajes, se podrá
entender qué está sucediendo en la Iglesia. Durante el vuelo de regreso de Río de Janeiro dejó claro
—para quien todavía en el Vaticano no parece haberlo entendido— que una cosa son los pecados y
otras los delitos: “Y los abusos de menores son delitos”. Y durante el vuelo de regreso a Tierra Santa
advirtió de que nadie quedará libre de escrutinio, por púrpura que sea su vestimenta. “En este
problema no habrá hijos de papá. Hay tres obispos que están bajo investigación. No existen
privilegios”.
Ya lo dejó claro también cuando, el pasado mes de julio, después de poner en marcha una comisión
para estudiar a fondo el drama, lanzó un mensaje muy contundente de perdón invitando a su casa, la
residencia de Santa Marta, a seis víctimas de abusos de religiosos y sacerdotes, tres hombres y tres
mujeres, llegados de Alemania, Inglaterra e Irlanda. “Pido perdón humildemente por los pecados y
crímenes graves de abusos sexuales cometidos por el clero. También por los pecados de omisión por
parte de los líderes de la Iglesia que no han respondido adecuadamente a las denuncias presentadas”.
Como anoche se encargaba de recordar el profesor Davide Cito, “lo que ya nadie debe dudar es que
estamos ante un delito civil, no canónico. No se trata de una herejía, sino de pederastia. Y hay que
denunciarlo ante la policía”.
© EDICIONES EL PAÍS S.L.
ETV
www.etv.err.ee
argomento
Interviste
http://etv.err.ee/l/kultuurisaated/ajalik_ja_ajatu
Ajalik ja ajatu: Peetruse linn ja Maarja maa
*Segue il testo in originale
- 21/30 -
01/11/2014
(/)
F
Ajalik ja ajatu: Peetruse linn ja Maarja maa, 9
1.11.2014 12:00
Saatesari: Ajalik ja ajatu (http://etv.err.ee/l/kultuurisaated/ajalik_ja_ajatu)
1540. aastal rajas Ignatius Loyola Jesuiitide ordu ehk Jeesuse Seltsi.
Mungaordu eesmärgiks oli katoliku usu uuendamine, ulatuslik misjon ja
hariduse edendamine. Tänapäeval on Roomas seitse Paavstlikku ülikooli, kaks
Atheneumi ja 11 Paavstlikku instituuti.
Need töötavad dialoogis teaduse ja teadlastega, usklike ning mitteusklikega. Saates
Rooma Püha Risti Ülikooli professor teadusfilosoof Juan José Sanguineti, preester
Edmundo Javier de la Vega, katoliiklane Marge-Marie Paas ja teoloog Arne Hiob.
Režissöör Aile Ellmann, operaator Felix Grossmann, helirežissöör Enn Laidre,
toimetaja Katrin Seppel.
Soovita
Jaga Ole oma sõpradest esimene, kes seda
soovitab.
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RADIO VATICANA
www.radiovaticana.org
02/11/2014
argomento
Interviste
!
http://it.radiovaticana.va/news/2014/11/02/defunti_don_maspero,_nella_morte_incontriamo_la_vita/1109966
Defunti: don Maspero, nella morte incontriamo la vita
*Segue il testo in originale
- 22/30 -
Defunti: don Maspero, nella morte incontriamo la vita
Nel pomeriggio alle 18.00 il Papa presiede alle Grotte Vaticane un momento di preghiera per i Sommi
Pontefici defunti. E, nel giorno in cui si commemorano tutti i defunti, sono tanti, credenti e non
credenti, a recarsi nei cimiteri per sostare sulle tombe dei propri cari. Ma oggi la morte, forse tante
volte anche in ambito ecclesiale, nelle omelie, viene sottaciuta, omessa, quasi ad esorcizzarla.
Federico Piana ne ha parlato con don Giulio Maspero, docente di Teologia alla Pontificia Università
della Santa Croce:
0:00
R. - E’ proprio vero questo ed è anche - in un certo senso - naturale: perché fa paura, perché viviamo
nell’illusione che la morte non ci sia. Però, poi la morte c’è! E’ bello vedere - secondo me - come in
alcuni libri per bambini si parla di morte, perché i bambini che sono così vicini alla sorgente della
vita, sono in qualche modo più capaci di reggere il tema. Penso che sia importante imparare da loro:
non avere paura di guardare quello che in fondo è una nascita. Sappiamo che nasciamo alla vita, anche
nel caso dei martiri o dei santi il momento della morte si chiama Dies Natalis, il giorno della nascita al
cielo, quando saremo cioè in quella vita che è per sempre.
D. - Don Giulio, che rapporto dobbiamo avere con i nostri defunti?
R. - Per me la morte ha cambiato faccia - potremmo dire - quando è morto mio padre: in un certo
senso il bene che ci siamo voluti e proprio anche il sentirlo vicino è così intenso che, da quando è
successo, la morte è come se fosse abitata da qualcuno. Io sono sicuro che al di là della morte mi
aspetta mio padre e quindi mi fa meno paura. Penso che questo sia ciò che ha fatto Cristo con noi: Dio
stesso si mette nella morte per renderci la morte - in un certo senso - un’occasione per incontrare la
vita. Dobbiamo pregare e parlare con i defunti. Io penso che sia molto importante questo piccolo
consiglio: parlare con i defunti, rivolgersi a loro, pregare quando andiamo al cimitero e pregare anche
tutti i giorni… Basta un “Eterno riposo”. Sapere che i defunti che sono in cielo pregano per noi e per
quelli che sono in Purgatorio noi preghiamo per loro, ma anche loro ci aiutano, intercedono per noi.
Quindi è un continuare ad aiutarci a volerci bene.
Vatican Radio ­ All the contents on this site are copyrighted ©.
IL SUSSIDIARIO
www.ilsussidiario.net
07/11/2014
argomento
Interviste
http://www.ilsussidiario.net/News/Cultura/2014/11/7/SCIENZA-e-FEDE-Attenti-a-chi-vuole-sostituire-l-io-colcervello/551863/
Scienza & Fede/ Attenti a chi vuole "sostituire" l'io col cervello
*Segue il testo in originale
- 23/30 -
CULTURA
SCIENZA & FEDE/ Attenti a chi vuole "sostituire" l'io
col cervello
Valeria Ascheri
INT.Juan José Sanguineti
venerdì 7 novembre 2014
Oggi le neuroscienze, oltre a costituire un importante campo di ricerca, rappresentano anche una moda culturale.
Spopolano nei convegni e sono entrate di diritto nelle terze pagine dei quotidiani, là dove prima c'erano la
letteratura e la filosofia. Conoscere l'attività celebrale in che modo contribuisce a comprendere meglio la natura umana? La spiritualità e
le scelte morali sono determinate in qualche modo dalla fisiologia umana? Qui le strade si dividono, se è vero che
alcune risposte fornite sul terreno delle neuroscienze portano a destituire di fondamento molte parole della
tradizione culturale occidentale, come "anima", "natura", "morale". Ilsussidiario.net ne ha parlato con Juan José
Sanguineti, filosofo, docente di antropologia e neuroscienze nell'Issr all'Apollinare (Pontificia Università della
Santa Croce, Roma).
Professore, come possono convivere nell'uomo del XXI secolo la dimensione scientifica e quella
spirituale, che sembrano così contrastanti? Sia per Giovanni Paolo II sia per Benedetto XVI la questione dell'integrazione tra il mondo religioso, teologico e
di fede e il mondo scientifico era fondamentale, ma lo è anche per papa Francesco (nel 2008 all'Università
Cattolica di Buenos Aires tenni una conferenza sulle neuroscienze e l'allora Arcivescovo della capitale era tra i
presenti…). Queste due dimensioni, spirituale e fisica, possono sembrare contrastanti perché sono diverse e
alcuni non riescono ad integrarle bene e le vivono come una specie di "schizofrenia" intellettuale…
Invece?
Invece nella Chiesa esiste una lunghissima tradizione di unione tra la fede biblica e religiosa in Cristo e il Logos,
che diventa il logos filosofico e scientifico: si tratta di venti secoli di integrazione. Quindi non è così una novità, ma c'è la necessità costante di ricordarlo e di saper integrare le due visioni.
Oggi, con la crisi dei fondamenti della scienza e i limiti e le difficoltà che incontra la tecnologia, e
la crisi della fede, la diffusione di una cultura secolarizzata e di una mentalità post­moderna atea
o agnostica, la riflessione su questo tema è ancora attuale?
Proprio perché c'è una crisi della scienza e della tecnologia, e anche di fede, la riflessione su questo tema non è
soltanto attuale ma urgente. In altri tempi, senza queste "crisi", si davano per scontate molte cose. Invece oggi è
importante tornare a riflettere sul senso della scienza e della tecnica e sulla capacità che ha la fede cristiana di
illuminare questi ambiti della razionalità. Il problema è piuttosto dare un senso a tutte quelle scoperte delle
scienze sperimentali, da collegare con la filosofia, e di dare pure un senso alla tecnologia, che rischia di essere fine
a se stessa e quindi di non tenere conto dei fini naturali umani, sociali e personali.
La tecnologia è strumentale?
Certamente: non può essere un fine assoluto, deve servire alla persona e alla società. Per quanto riguarda la
secolarizzazione, il beato Alvaro del Portillo, recentemente portato agli altari, era solito distinguere una forma
positiva e una negativa di secolarizzazione. La prima consiste nel fatto che, se nel medioevo la scienza era molto
subordinata alla teologia, poi a partire dal Rinascimento si è aperto l'ambito di autonomia, del tutto legittima,
delle diverse scienze secolari. La secolarizzazione negativa sarebbe invece legare l'autonomia e l'indipendenza
dalle singole scienze al rifiuto di Dio, della trascendenza e di ogni rapporto con il senso profondo dell'uomo che si
manifesta nella sua religiosità.
Quali novità ha portato la filosofia della mente alla riflessione filosofica e alla nuova ricerca sulle
neuroscienze?
La filosofia della mente è ormai da diversi anni in primo piano e pone una serie di tematiche al centro
dell'attenzione: oltre alla mente, anche l'io, la cognizione, il problema dell'intelligenza artificiale, eccetera. Per
quanto riguarda le neuroscienze e la filosofia, la questione si gioca molto in questi termini: riduzionismo oppure
inclusione in un'antropologia filosofica. Riduzionismo nel senso di considerare la neuroscienza come una pura
scienza empirica e soltanto materiale, che non apre pertanto l'orizzonte alla vita spirituale, ma rimane chiusa in
se stessa, quasi neurofisiologia, o invece includere la neuroscienza, rispettandone l'autonomia, in una visione
antropologica. A questo scopo è necessario elaborare una buona ontologia, a mio parere basata sulle "tre menti":
la mente personale dell'uomo, la mente animale (perché noi abbiamo molto in comune con gli animali) e la
"mente" artificiale — in senso analogico — ossia la mente tecnologica dei sistemi intelligenti, che richiama molto
l'intelligenza umana. Anima, spirito, coscienza, psiche, mente, cervello: per non fare confusioni, come si distinguono e
come dovremmo parlarne in modo corretto?
A queste grandi tematiche della neuroscienza (o neurofilosofia), aggiungerei anche quelle di "io", di "persona" e
anche di "corpo", perché oggi si insiste molto sul fatto che il cervello bisogna considerarlo unito al corpo umano e
non isolatamente, come, allo stesso modo, la mente umana bisogna vederla unita alla persona e non
separatamente. Pertanto c'è la persona e il suo corpo, poi nella persona c'è l'io e una dimensione che si può
chiamare anima, spirito, psiche. Lo spirito può indicare le funzioni più alte, la psiche invece indica piuttosto la
parte animatrice delle funzioni biologiche o sensitive. Lei parla anche di "corpo elevato", che significa?
Si tratta di una nozione interessante che viene dalla fenomenologia. Una stessa realtà acquista un'altra
dimensione quando è per così dire "informata" da un livello gerarchico superiore (non è la stessa la corporeità di
una pietra, o di un gatto o di una persona). Quindi la nozione stessa di corpo cambia (nella lingua tedesca si
distingue tra corpo vivente, Leib, e corpo come volume, tridimensionale, Körper). Così, quando si parla di
cervello animale e di cervello personale, bisogna considerare che il cervello umano fa parte di un corpo più "alto'"
del corpo di un animale. Questo significa evitare l'univocità e lavorare con un'analogia semantica importante.
Quali sono gli elementi o i contributi più rilevanti che il nuovo paradigma delle neuroscienze può
dare all'antropologia? E a suo parere, quali sono i problemi da risolvere o le questioni più
importanti da approfondire nel prossimo futuro?
I contributi più rilevanti sono tantissimi. Ad esempio, l'importanza della dimensione sociale dell'uomo ossia
dell'empatia, rilevata dagli studi di neuroscienze, e non solo per motivo dei neuroni­specchio, un fatto ormai
molto risaputo. Un altro punto è la questione dell'integrazione: si vede sempre più chiaro che il sistema nervoso è
un sistema integrativo dove le cose più piccole, come i diversi sensi e le diverse "agenzie", di tipo livello emotivo
basso o medio o alto, sono integrate in modo sistemico e gerarchico. Nel cervello tutto è integrato, e quello che
non è integrato funziona male, perché è separato e isolato, cosa che può in alcuni casi anche portare a
conseguenze patologiche. Un altro tema è il ruolo delle emozioni nella coscienza e anche nel pensiero. Il rapporto
tra passionalità e razionalità è interessante e molto ricco per l'incidenza che hanno le emozioni nel pensiero
razionale e viceversa. Infine, a mio parere, è importante approfondire la complessità e il cervello…
Perché?
È indubbio che il cervello è l'organo più complesso dell'universo: una galassia è quasi elementare nei confronti
del cervello umano, data la quantità dei livelli di connessioni interne, il rapporto con gli altri cervelli e con
l'ambiente esterno. Si tratta insomma di un sistema con sottosistemi e via dicendo. Ci sono alcuni progetti che
tentano di studiarlo, come l'Human Brain Project — che mira ad elaborare una specie di super­computer che
possa ricostruire e simulare il cervello dal punto di vista quantitativo — o il Brain Activity Map, sorto con lo scopo
di "mappare" tutto il cervello, come era stato il progetto Genoma per il Dna di anni fa. Saranno progetti
certamente utili, ma il mio cervello sarà sempre diverso da quello del mio vicino: ogni persona con una sua storia
ha il suo proprio cervello, molto diverso, e quindi i modelli e le soluzioni dei problemi sono necessariamente
personali. Questo non accade con problemi tecnici o con questioni di tipo fisico o chimico. L'uomo è complesso e
questa complessità è evidente appunto nel cervello. Con metodi quantitativi non si arriva a dominare e a
controllare il cervello umano. Bisogna utilizzare altri metodi di tipo qualitativo e fenomenologico, senza negare
che la parte quantitativa sia utile, ma il suo apporto è, in questo caso almeno, molto parziale. In che modo le neuroscienze possono "incidere" nella concezione cristiana dell'uomo? Possono
modificare la visione tradizionale di uomo come corpo materiale e anima spirituale? Tutti oggi sono d'accordo sul fatto che le neuroscienze stanno dando un contributo importante per acquisire una
concezione dell'uomo meno "spiritualistica", dove si vede l'importanza del corpo umano e del sistema nervoso
anche per capire in parte comportamenti religiosi e morali. Questo non necessariamente ha una ricaduta
materialistica, semplicemente ci aiuta a comprendere meglio l'uomo nella sua integralità. Approfondendo la questione, si deve dire che però la visione dualistica è legata ad un certo tipo di spiritualismo
vicino al razionalismo, dove il corpo era tralasciato o molto separato dalla mente. Mentre invece, se andiamo ad
una tradizione cristiana biblica e anche medioevale — si pensi ad Avicenna, ad Alberto Magno e a Tommaso
d'Aquino, alle prime università del tardo medioevo e all'inizio del rinascimento, come le università di Bologna, La
Sapienza di Roma, di Salerno — la ricerca sul cervello era molto importante, anche se basata su una vecchia
fisica. Quindi non è completamente vero che la visione cristiana sia stata sempre spiritualistica.
No, infatti. E' a partire dai secoli del razionalismo che c'è stata una spaccatura: da una parte sono nate le scienze
empiriche e dall'altra tutto quello che era spiritualità e moralità ha seguito una via troppo spiritualistica e si è
perso il legame con un naturalismo autentico. Ci sono stati due momenti storici importanti per il cristianesimo e
per il suo rapporto con le scienze naturali e con un naturalismo corretto: dapprima l'incontro del cristianesimo
sin dalla nascita con il logos greco e il mondo scientifico; in secondo luogo, il rinascimento, preceduto da due o
tre secoli di fermento intellettuale, quando grazie alla nuova scienza naturale nascono la nuova biologia e la
nuova neuroscienza. Non possiamo pensare che la neuroscienza presenti una sfida alla visione cristiana come se
fosse una novità assoluta o possa essere in qualche modo una minaccia. Al contrario, è un'ottima opportunità per
conoscere meglio la natura umana.
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Interviste
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Dio è comunicazione per eccellenza
*Segue il testo in originale
- 24/30 -
13/11/2014
13/11/2014
Dio è comunicazione per eccellenza | ZENIT - Il mondo visto da Roma
Il mondo visto da Roma
http://www.zenit.org/it/articles/dio-e-comunicazione-per-eccellenza
Dio è comunicazione per eccellenza
Intervista a Elisabetta Lo Iacono e Giovanni Tridente, autori del libro
dedicato a Giuseppe De Carli che verrà presentato il 20 novembre al
Seraphicum, durante la cerimonia del "Premio De Carli"
Roma, 13 Novembre 2014 (Zenit.org) Nicola Rosetti | 86 hits
Giovedì 20 novembre alle 16.30 presso la Pontificia Facoltà Teologica San Bonaventura – Seraphicum
avverrà la cerimonia di premiazione del “Premio De Carli”, promosso dall’Associazione Culturale
Giuseppe De Carli per l’informazione religiosa. Nell’ambito della manifestazione, verrà presentato il
volume “Dio è comunicazione per eccellenza. Giuseppe De Carli professionista a servizio della verità”,
edito dalle Edizioni Santa Croce.
Per conoscere meglio l’associazione, il premio e il libro, abbiamo intervistato Elisabetta Lo Iacono,
presidente dell’associazione e docente di "Mass media" presso la Pontificia Facoltà Teologica San
Bonaventura Seraphicum, e Giovanni Tridente, professore incaricato di “Etica Informativa” ed “Analisi e
Pratica dell’informazione” presso la Facoltà di Comunicazione Istituzionale della Pontificia Università
della Santa Croce, che hanno curato il volume presentato.
***
Dott.ssa Lo Iacono, come é nata l’Associazione Culturale Giuseppe De Carli e il premio ad essa
collegato?
L’associazione è nata nel gennaio del 2012 con lo scopo di ricordare la grande figura umana e
professionale di Giuseppe De Carli, ma anche con la volontà di fare tesoro dei suoi insegnamenti e, in
particolare, di tenere viva questa eredità soprattutto a favore dei più giovani verso i quali indirizzava
sempre la sua attenzione e fiducia, atteggiamento non così comune nell’ambiente giornalistico.
Valutando le iniziative da promuovere per il perseguimento di questi obiettivi, abbiamo pensato
all’opportunità di creare un Premio che mettesse in luce quei lavori, nell’ambito dell’informazione
religiosa, realizzati secondo quella professionalità e sensibilità che caratterizzavano l’operato di De Carli.
Quest’anno, peraltro, abbiamo ampliato il numero dei premiati, un modo per portare alla ribalta un
maggior numero di lavori: i primi tre delle categorie testi scritti, filmati e giovani.
La cerimonia di premiazione, inoltre, rappresenta anche un’occasione di dibattito e riflessione su questo
particolare ambito dell’informazione, attraverso il coinvolgimento di personalità del mondo ecclesiastico
e del giornalismo, per creare un terreno di confronto utile a un crescente dialogo e collaborazione ai fini
di un’adeguata comprensione e trasmissione degli eventi ecclesiali che, come ci ricorda papa Francesco,
necessitano di una particolare ermeneutica.
Può presentare ai nostri lettori il volume “Dio è comunicazione per eccellenza”?
http://www.zenit.org/it/articles/dio-e-comunicazione-per-eccellenza
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13/11/2014
Dio è comunicazione per eccellenza | ZENIT - Il mondo visto da Roma
L’intenso dibattito sviluppato nel corso della cerimonia dell’anno scorso, attorno allo stato
dell’informazione religiosa, ci ha fatto pensare a una pubblicazione che ne raccogliesse gli atti,
rappresentando di fatto una dettagliata testimonianza su questo primo evento: da coloro che hanno portato
il proprio saluto ricordando De Carli agli ospiti della tavola rotonda, dai vincitori alle immagini che
raccontano i momenti salienti ed emozionanti della giornata. Ovviamente non manca una parte
introduttiva sull’Associazione, i suoi obiettivi, la biografia di De Carli per conoscerne a fondo la figura,
così come la bibliografia.
Degna di interesse anche l’appendice che riporta le relazioni della giornata di studio, organizzata lo
scorso giugno con la Pontificia Università della Santa Croce, sul tema “I viaggi dei Papi: tra diplomazia e
comunicazione”, con le relazioni di mons. Georg Gänswein, Prefetto della Casa Pontificia e segretario di
Papa Ratzinger, e di Marco Tosatti, Vaticanista di La Stampa-Vatican Insider. Una pubblicazione che,
senza troppe pretese, punta a documentare il primo passo importante di questa Associazione, su un
percorso che abbiamo intrapreso in ricordo e come omaggio a Giuseppe De Carli, ma anche a servizio
dell’informazione religiosa, un ambito nel quale, da cattolici e operatori dei media, crediamo fortemente.
Dott. Tridente, perché avete dato al volume questo titolo?
“Dio è comunicazione per eccellenza” era una delle consapevolezze a cui era giunto Giuseppe De Carli
nel corso della sua carriera. Tra l’altro, oltre alla preparazione in Filosofia, aveva deciso di conseguire un
baccellierato proprio in Teologia. Giuseppe era convinto che per essere un buon informatore di ciò che
attiene alla sfera religiosa occorreva innanzitutto formarsi, acquisire la preparazione adeguata per fornire
un servizio utile, chiaro e soprattutto veritiero. Dire che “Dio è comunicazione per eccellenza” significa
anche tracciare l’orizzonte verso cui un comunicatore cattolico deve tendere: essere in un certo senso
all’altezza di questa professione e svolgere un compito di “eccellenza”, per assomigliare quanto più
possibile a Dio, in quanto trasmettitore di verità.
Se Dio è comunicazione per eccellenza, chi è il giornalista?
Il giornalista ha un compito arduo ed è quello di servire la verità. Molte volte questa verità non è
facilmente raggiungibile, risulta annebbiata, difficile da far emergere per tante ragioni. A questa verità
appartengono anche le questioni di fede. In questo, però, l’informatore religioso non farà della facile
partigianeria, ma si sforzerà di utilizzare tutti i mezzi a disposizione per portare ad altri la ricchezza che
caratterizza queste acquisizioni. Tra i mezzi utili, come dicevamo, c’è innanzitutto la formazione, che
richiede la consapevolezza umile dei propri limiti e tanta voglia di mettersi in gioco ogni giorno. Soltanto
in questo modo, ciò che apparentemente è solo una professione si converte in un servizio disinteressato a
favore dei propri lettori, ascoltatori e spettatori.
(13 Novembre 2014) © Innovative Media Inc.
http://www.zenit.org/it/articles/dio-e-comunicazione-per-eccellenza
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FAMILLE CHRÈTIENNE
www.famillechretienne.fr
18/11/2014
argomento
Interviste
http://www.famillechretienne.fr/croire/pape-et-vatican/tout-ce-qu-il-faut-savoir-sur-le-synode-de-la-famille-151944
«La vérité ne se réduit pas à des formules, mais elle est contenue dans les formules»
*Segue il testo in originale
- 25/30 -
DOSSIER
Tout ce qu’il faut savoir sur le Synode de la famille
« La vérité ne se réduit pas à des formules, mais
elle est contenue dans les formules »
CHRONIQUE | Le synode au jour le jour | 18/10/2014 | Par Antoine Pasquier
L’Église doit­elle modifier son langage pour être
mieux comprise ? Éléments de réponse avec
Norberto González Gaitano, professeur d’opinion
publique à l’Université pontificale de la Sainte­Croix
et coordinateur du groupe de recherche
international Family and Media.
Au cours du Synode sur la famille, il a été plusieurs
fois question d’adapter le langage de l’Eglise afin
que sa doctrine sur la famille, le couple et la sexualité soit mieux comprise. La manière dont l’Eglise
s’exprime est­elle un frein à l’acceptation de son enseignement ?
Il faut distinguer les textes du Magistère, ceux de la prédication et les témoignages. Les textes du Magistère sont
très beaux et très vrais, pensons à Gaudium et spes, Familiaris consortio ou encore à l’encyclique Caritas in
veritate. Mais personnellement, je ne connais personne qui ce soit converti par les textes du Magistère, à la
différence de la Bible.
Le problème se trouve au niveau du langage de la prédication et du témoignage. Prenons un exemple. Autrefois,
dans la prédication, il y avait peut­être trop d’insistance sur l’impureté, et pas assez sur la chasteté. Aujourd’hui
encore, les prédicateurs ne parlent pas assez de la chasteté, et n’expliquent pas suffisamment cette vertu qui
préserve l’amour de la corruption. Nous pourrions dire la même chose sur l’amour. L’amour peut être sentiment,
l’amour peut être sexualité, l’amour peut être amitié, l’amour peut être sentimentalisme, mais dit­on suffisamment
que l’amour, c’est d’abord se donner soi­même. Savons­nous l’expliquer ? S’il est difficile de se convertir à travers
des textes, il est en revanche plus facile de le faire à travers des témoignages proches, mais des témoignages qui
montrent concrètement ce qu’est l’amour, la famille ou encore la sexualité.
Certains participants au Synode ont émis le souhait de modifier des expressions comme
« intrinsèquement désordonnés » ou « péché grave ». Si l’Eglise changeait certaines formulations, son
message passerait­il mieux ?
On parle trop du langage. Le problème ne vient pas du langage, mais de la compréhension de la substance des
choses. La vérité ne se réduit pas à des formules, mais elle est contenue dans les formules. Si je possède la
vérité que quelques formules renferment, je possède la vérité et non ces formules. Mais si la personne n’est pas
possédée par la vérité vers laquelle pointent les formules, elle ne sera pas en mesure de l’exprimer avec ses
propres paroles. Elle risque alors de répéter des slogans, des stéréotypes, une doctrine morte. Il faut s’approprier
la vérité recueillie dans les formules pour en témoigner.
Si nous voulons changer la culture des médias, nous devons d’abord changer la culture
Les médias s’intéressent surtout à ce qui est écrit dans les textes du Magistère. N’ont­ils pas une part de
responsabilité dans le rejet du vocabulaire utilisé par l’Église ?
Les médias reflètent la culture dominante, c’est­à­dire une culture hypersexualisée. Si nous voulons changer la
culture des médias, nous devons d’abord changer les familles, changer les personnes, changer la culture. Pour
présenter la vérité de l’Évangile, il faut la présenter de façon à ce que les personnes se sentent attirées, car tout le
monde cherche la beauté et la vérité. Prenons exemple sur saint Jean­Paul II. Devant le problème de
compréhension créée par l’encyclique Humanae vitae, il a développé ses catéchèses sur la théologie du corps et
fondé l’Institut de la famille Jean­Paul II à travers le monde. Il n’a pas dissimulé le message de Paul VI, il l’a
magnifié.
Est­il possible de modifier le langage de l’Eglise sur la famille sans diminuer la portée/la force de son
enseignement ? Ne risque­t­on pas de tomber dans un certain relativisme ?
C’est un risque, parce qu’aujourd’hui les paroles ne signifient pas la réalité pour beaucoup de personnes. Or, les
paroles ont des conséquences. Si les paroles ne signifient rien, elles n’ont pas de conséquences. Par exemple,
quand je dis « je promets », je ne dis pas seulement une chose, mais je fais une chose. Quand les paroles se
réfèrent à une action humaine, elles permettent de régler les relations humaines.
L’Eglise doit­elle adapter ses méthodes de communication aux nouvelles technologies et aux mass
medias ?
Elle doit les utiliser mais avec intelligence et professionnalisme, et spécialement dans les domaines de la
littérature, du cinéma, de la culture… L’Église doit rallumer l’espérance chez les personnes ! Pour cela, il faut
former les pasteurs et les fidèles qui s’occupent de la pastorale familiale.
Antoine Pasquier
RELIGIÓN EN LIBERTAD
www.religionenlibertad.com
29/11/2014
argomento
Interviste
!
http://www.religionenlibertad.com/articulo.asp?idarticulo=39004
La Iglesia, bajo el foco: «Los fieles no toleran que no se actúe inmediatamente
para atajar el mal»
*Segue il testo in originale
- 26/30 -
Yago de la Cierva, experto en gestión de crisis
La Iglesia, bajo el foco: «Los fieles no toleran
que no se actúe inmediatamente para atajar
el mal»
Actualizado 29 noviembre 2014 ­ 9:27
Carmelo López­Arias / ReL
El Papa, sobre los presuntos abusos en
Granada: «No debemos esconder la verdad»
El arzobispo de Granada pide perdón por «los
escándalos» postrándose ante el altar de la
catedral
El cardenal Sebastián, al volver del Sínodo:
«En ningún momento ha habido blandura
doctrinal»
«Levantar al caído y animarlo a retomar el
camino»: propuesta del Papa en su discurso
del Sínodo
La archidiócesis de Granada se ha visto en las últimas fechas en el ojo del huracán a raíz
del caso de los supuestos abusos sexuales por los que han sido detenidos tres sacerdotes y un
laico. Gestos como el del arzobispo Javier Martínez postrándose ante el altar de la catedral
para pedir perdón, o la rapidez de su primer comunicado en cuanto saltó el caso a los medios,
muestran que algo está cambiando en la Iglesia en la gestión de este tipo de crisis que la sitúan
bajo los focos.
Yago de la Cierva es uno de los grandes expertos españoles en ese ámbito. Fue director
ejecutivo de la JMJ de Madrid 2011 y es profesor de Comunicación Preventiva y Gestión de
Crisis en la Pontificia Universidad de la Santa Cruz de Roma. Acaba de publicar La Iglesia,
casa de cristal. Propuestas y experiencias de comunicación durante crisis y
controversias mediáticas (BAC, Biblioteca de Autores Cristianos). La obra está llamada a
convertirse en texto de referencia en facultades de Periodismo o en gabinetes de comunicación
o de prensa (eclesiásticos o no, pues la teoría y los ejemplos que extrae no se circunscriben al
ámbito de la Iglesia). Sobre todo es lectura instructiva para todos los que ostentan una
representación del tipo que sea. Máxime si se trata de una institución, como la Iglesia, que
está obligada a una transparencia absoluta. A ser templo y refugio, sí, pero con el techo
y las paredes permitiendo a todos ver el interior sin cortapisas.
­¿Cómo ha gestionado la Iglesia la crisis de Granada?
­No conozco “por dentro” este triste episodio (que no está cerrado aún, y que sin duda todavía
traerá cola) y por tanto hay que suspender el juicio en cuanto a los hechos. Pero simplemente
de las informaciones ya contrastadas que todos conocen se pueden extraer muchas lecciones.
En primer lugar, que todas las instituciones religiosas, por bien que estén gobernadas (y más
aún si no lo están) pueden sufrir un problema de estas características.
Yago de la Cierva advierte de la importancia de
tener un plan de acción que prevenga las crisis
mediáticas.
­¿Quiere decir que no es tanto cuestión de "estructuras" como de "personas"?
­La Iglesia está formada por personas de carne y hueso, que pueden equivocarse y de hecho se
equivocan mucho y gravemente; y es imposible evitarlas por completo. Los hombres somos una
fuente inagotable de sorpresas. Pero los fieles católicos y los ciudadanos en general no toleran
que no se actúe inmediatamente para atajar el mal. Y es imposible actuar con la celeridad que
estos casos requiere si no se está preparado: si no hay un protocolo de acción en casos
semejantes, que incluye medidas de investigación, de gestión y de comunicación, que se pueda
aplicar rápidamente.
­¿Lo hay?
­Todas las diócesis deberían preguntarse si tienen estos protocolos (algo que la Santa Sede
pidió a las Conferencias episcopales que estuviera listo para 2012), y saben qué harían si les
ocurre algo semejante. Hay que escarmentar en cabeza ajena.
Una obra de valor académico, pero sobre todo
de valor práctico en todos los ámbitos de la Iglesia
donde es esencial la comunicación.
­¿Hay conciencia de esto último?
­Cada diócesis y cada institución eclesial son autónomas en su gobierno y en su comunicación,
pero no en la percepción de la gente (incluidos los católicos), y lo que afecta a una diócesis,
afecta a todas. No estamos asistiendo a un problema que sufre una diócesis, y ni siquiera de la
Conferencia episcopal, sino de toda la Iglesia en España. Todos lo leemos, todos nos quedamos
abochornados, todos vemos cómo en la otra punta de la península un cura cualquiera es
llamado “pedófilo” por la calle y no pasa nada… ­¿Qué puede hacerse a nivel nacional?
­La comunicación de la Iglesia en España debería ser coordinada, y superar la mentalidad
juridicista que lleva a considerar cada diócesis una isla. En este sentido, la misma operación de
organización y consistencia económica que se ha realizado en las diócesis españolas se debería
aplicar también a las oficinas de comunicación de las diócesis.
En la comunicación del Papa Francisco los gestos
son fundamentales. Y su empeño en la ejemplaridad
del clero y los obispos, también.
­¿Cuánto aporta la intervención directa del Papa en un caso como éste?
­Este lamentable episodio ha puesto de relieve el modo como gobierna el Papa Francisco y sus
prioridades. Vemos que su atención a los temas que considera importantes –y la ejemplaridad
del clero y del episcopado lo es– es personal, tenaz y hasta radical; y que más que palabras,
enseña con sus gestos. En ese sentido, sus llamadas telefónicas y su premura para que se
resuelva el asunto son toda una llamada de atención a la importancia que tienen que dar los
pastores a la atención de las víctimas de la actuación criminal de clérigos. ­Eso venía cambiando hace tiempo...
­San Juan Pablo II ya había dicho con contundencia: “No hay sitio en el ministerio para
quienes abusan de otros”; y Benedicto XVI ha hecho una limpieza notable, exigiendo la
renuncia a casi cien obispos. Ahora es como si Francisco pensara: voy a ejemplarizar cuál
debería ser la actitud del pastor al conocer hechos de esta naturaleza. Y todo el mundo sabe
que, en la Iglesia y en cualquier organización, no hay nada más importante que aquello que el
jefe va a revisar en persona.
­¿Cómo conjugar esa firme determinación con la necesaria prudencia?
­Es muy importante asumir la iniciativa. Este caso pone de manifiesto que no se puede esperar
a conocer todos los elementos de la historia para actuar con decisión y claridad, porque… ese
momento no llegará nunca. Las organizaciones no son las primeras en saber qué ha pasado en
su interior, les adelantan siempre los medios de comunicación. Además, nunca se puede
descartar que aparezcan casos nuevos, o datos nuevos en historias viejas… ­¿Entonces...?
­Hay que aceptar que uno no puede controlar la situación, sino que es un actor más en la
escena; y actuar de acuerdo con lo que se espera de él: que asuma la defensa de las víctimas,
conocidas y por conocer; que muestre una actitud conforme a la gravedad de los hechos, que
colabore con la policía, etc. No estoy diciendo que en el caso de Granada, esto no se haya hecho,
porque no lo sé; pero si se toma la iniciativa, se forma parte de la solución, no del problema. Y
pienso que la percepción de la gente es ésa.
­Sin embargo, en ocasiones se actúa correctamente y la opinión pública no se
entera...
­Muy probablemente, se han tomado decisiones de gran prudencia en cuanto se refiere a las
personas; pero si no se comunica, se rema contracorriente, porque en una crisis la presunción
es de culpabilidad, no de inocencia.
­¿Qué hay que hacer para comunicar bien?
­Es importante mantener informados a los medios de comunicación, y más en un tema de
interés general. Pero en las crisis se manifiesta más importante aún contar con canales de
comunicación propios activos y eficaces con todos los públicos prioritarios, de manera que
reciban información directamente de la institución, sin los filtros que supone pasar por los
medios.
­¿Cómo puede estructurarse en la práctica un canal semejante?
­En el caso de una diócesis, es imprescindible saber cómo se mantiene informados a todos los
sacerdotes y parroquias; a todas las instituciones católicas presentes en el territorio; a los
profesores de religión de los colegios públicos; a los demás obispos; a los medios de
comunicación católicos; etc., etc. Ahora la tecnología lo ha hecho más fácil… pero requiere
mucho tiempo y a personas preparadas. ­¿Vale la pena invertir en ello?
­Estos canales permiten llegar a la gente directamente, explicarles qué ha pasado, qué se va a
hacer para poner remedio, cómo nos vamos a ocupar de las víctimas, qué reformas internas
habrá que introducir, y qué puede hacer quien se sienta afectado y desee ayudar. Y por
supuesto, escuchar, escuchar, escuchar. Por ejemplo, las sugerencias de José Luis Restán sobre
cómo enfocar este problema con sensatez y sentido sobrenatural son de gran ayuda para los
cristianos de a pie (e incluso para los demás), y podrían tomarse de ejemplo de una
comunicación institucional eficaz.
­Poco antes del caso Granada, la Iglesia fue objeto de controversia con la crisis del
Sínodo...
­Yo no creo que el sínodo de la familia en Roma haya supuesto una crisis para la Iglesia. Quizá
lo que ha habido es, por un lado, algunos mensajes muy esperanzadores, de que la Iglesia debe
salir y acercarse a los problemas reales de las personas, sin rechazar a nadie; y quizá algo de
descontrol en la comunicación, porque cuando lo que se quiere decir y lo que se entiende no
coinciden, es que no se ha hecho bien…
La propuesta del cardenal Walter Kasper de permitir
la comunión a divorciados en convivencia posterior
marcó la primera parte del sínodo sobre la familia.
­¿Qué pudo fallar?
­Esto no pasa solo en la Iglesia, es un problema general: no es nada fácil comunicar en medio
de una especie de “negociación”, porque cuando se expresan voces distintas que tienen carácter
provisional, lo más normal es el ruido. La armonía es siempre fruto de la coordinación. De
todos modos, es palpable el esfuerzo del Papa por enfrentarse con los problemas y buscar
soluciones, e involucrar a personas de los cinco continentes. Eso en sí mismo es un mensaje
positivo, que la gente aprecia.
­Pederastia, comunión a divorciados, disensiones entre obispos... ¿qué principios
generales deben guiar la conducción de estas crisis?
­La verdad, los supuestos que Vd. menciona tienen poco que ver entre sí. Quizá lo único que
tienen en común es que en la solución de todos ellos está la comunicación, entendida como un
servicio al gobierno de las instituciones, tanto para las instituciones civiles como para las
eclesiásticas. Siempre es bueno preguntarse qué se ha entendido de lo que hemos dicho, y
plantearse cómo hacerlo mejor la siguiente vez.
­Antes repitió usted tres veces la palabra "escuchar"...
­Nunca se subrayará bastante la importancia de escuchar en el proceso de comunicación (y en
el liderazgo). Podríamos entonces pararnos a pensar si lo estamos haciendo lo bien que
deberíamos, y cómo podemos mejorar. Es una parte importante del servicio que se presta a la
gente.
­¿Por qué en La Iglesia, casa de cristal usted insiste tanto en la prevención, en
estar preparados?
­La prevención es la clave de la gestión de crisis: la única crisis bien gestionada es la que se ha
evitado.
­¡No es tan fácil...!
­Un dato estadístico interesante es que la mayoría de las crisis anuncia su llegada. Es un factor
muy positivo, porque implica que si se está atento a las señales que dan con antelación, y no se
deja que los problemas se agranden sino que se resuelven cuando son aún pequeños, se logrará
evitar casi todas las crisis, y las que sean inevitables, nos pillarán sobre aviso.
­¿Se tiene esto en cuenta en la Iglesia?
­En la Iglesia de hoy veo cada vez más instituciones que se preparan, que forman a sus
portavoces, que elaboran planes de crisis, y que tienen programas de simulacros y de ensayos.
Pero ojo, la prevención no es solo “comunicación”, porque una crisis no es un problema de
comunicación, sino de gobierno.
­¿A qué se refiere?
­Es preciso también llevar bien las cuentas económicas y la gestión patrimonial, respetar los
procedimientos canónicos para los nombramientos eclesiásticos, seguir criterios de
contratación transparentes, dirigir a las personas desde el respeto y la confianza… En ese
sentido, soy muy optimista.
­¿Hemos aprendido de las situaciones?
­El modo en que se lideran las organizaciones ha cambiado mucho en los últimos años, porque
está cambiando nuestra sociedad. Las personas piensan, quieren y se relacionan hoy de modo
distinto a hace veinte años, y esto implica cambios notables en las instituciones. También la
Iglesia se adapta: una diócesis o una parroquia hoy no se gobiernan como en 1980. Si se quiere,
se podría aplicar a esto el viejo refrán de “Ecclesia semper reformanda”: para poder servir al
Evangelio, tenemos que adaptarnos a los tiempos.
­¿Qué es lo que hay que adaptar?
­El Evangelio no se adapta, es siempre actual y eficaz: pero nosotros sí que tenemos que ser
buenos canales. ­¿Cómo entender la gestión de crisis en el ámbito de la Nueva Evangelización? ­La nueva evangelización consiste en presentar de manera atractiva a Jesucristo al hombre y la
mujer de hoy, y mostrarles (más que enseñarles) que Dios quiere que seamos felices, y que solo
lo lograremos siguiendo sus pasos. Su camino es la ejemplaridad cristiana: predica más fuerte
un cristiano coherente en medio de los problemas acuciantes (rechazar una comisión ilegal,
reconocer públicamente que una idea innovadora no fue nuestra sino de un subordinado,
dedicar unas horas a la semana al voluntariado, visitar a menudo a los padres enfermos o en un
geriátrico, etc.) que un predicador o un profesor de moral.
­Pero eso no es comunicación...
­La comunicación se mueve en otro plano, que podríamos llamar “pre­evangelización”: mostrar
que las organizaciones católicas (diócesis, colegios, hospitales, ONGs, universidades) respetan
las leyes y las normas éticas, entre las cuales está la de informar con verdad de lo que hacen
bien y mal. Y no lo digo yo, está así en el Compendio de doctrina social de la Iglesia…
­¿Por qué utiliza el término "pre­evangelización"?
­Digo que es pre­evangelización porque son un motivo importante de credibilidad; y cuando no
es así (cuando por ejemplo en una institución católica no se paga el salario justo, o no se piden
los permisos necesarios para una obra), entonces la gente llegará a pensar que nuestra fe es de
boquilla. Es el modo “institucional” de ser ejemplares.
­Volvamos, para concluir, a la gestión de crisis. ¿La formación en este ámbito
debe ser generalizada o sólo propia de quienes, por así decirlo, deben "dar la
cara"?
­Nadie discute hoy que para liderar una institución hay que saber algo de derecho, de finanzas,
de dirección de personas, de gestión de proyectos, etc., además de conocer bien el espíritu que
mueve a esa institución. A la Iglesia le pasa lo mismo. De hecho, desde hace unos pocos años la
Santa Sede tiene un programa de formación de nuevos obispos: además de saber teología,
derecho canónico y pastoral, hacen falta otras cosas… Y esa tendencia va a más. En el mismo
saco está la comunicación. Ya existen programas de comunicación en muchos seminarios, y
algunos obispos también los solicitan. ­Es que, cuando hay fallos en esto, los daños son muchos...
­Creo que cada vez es más general la percepción de que la comunicación en la Iglesia es un
elemento fundamental, y que eso implica dedicar personas, tiempo y recursos para alcanzar la
profesionalidad.
FICHA TÉCNICA
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Título:
La Iglesia, casa de cristal
Ocio Hispano
Autor:
Yago de la Cierva
Editorial:
BAC (Biblioteca de
Autores Cristianos)
Páginas:
440 páginas
Precio
27,00 €
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Sobre el fin del mundo (II)
*Segue il testo in originale
- 27/30 -
01/11/2014
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01/11/2014
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Celebrar en las periferias: el espacio litúrgico eventual
*Segue il testo in originale
- 28/30 -
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Francisco - Benedicto: ¿continuidad o ruptura?
*Segue il testo in originale
- 29/30 -
01/11/2014
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http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/scienza-e-fede-in-Italia-stanno-insieme.aspx
Scienza e fede in Italia stanno insieme
*Segue il testo in originale
- 30/30 -
12/11/2014
10/11/2014
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Lo scorso 27 settembre è stato beatificato a Madrid mons. Àlvaro del Portillo (1914­1994), successore di san
Josemaría alla guida dell’Opus Dei. Per festeggiare l’evento Sc ha preparato un quaderno speciale: i colori e le
emozioni di quel giorno sono ricostruiti da Alessandro Rivali (p. 660), seguono i «documenti» dell’indimenticabile
cerimonia: la lettera di Papa Francesco (p. 668), l’omelia del ca rd. Angelo Amato (p. 669), che ha presieduto la
liturgia, e quella di mons. Javier Echevarría alla Messa di ringraziamento (p. 672). La seconda parte dello
«speciale» racconta la doppia presentazione dell’accuratissimo profilo che Javier Medina ha dedicato al nuovo
Beato (Àlvaro del Portillo, Ares, Milano 2014): alla Pontificia Università della Santa Croce di Roma sono intervenuti il
card. Francesco M onterisi (p. 675), l’agiografo Antonio Maria Sicari (p. 679), la senatrice Emma Fattorini (p. 683)
e Maria Vittoria Marini Clarelli (p. 685), soprintendente alla GNAM. La tavola rotonda milanese presso il Teatro
FAES stata animata dal card. Herranz (p.688), mons. Mario Delpini (p. 692), il prof. Agostino Giovagnoli (p. 693) e
lo stesso Javier Medina Bajo (p. 695).
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Esteri. Da mesi assistiamo alla sconcertante barbarie dell’ISIS (foto): a p.
698 Alberto Leoni fa il punto sul dramma siriano e iraqueno,
concentrandosi sulle misteriose origini dell’esercito del Califfo; in bilico
anche la situazione a Gaza: Nicola Scopelliti ha incontrato un testimone
d’eccezione come Abouna George Ayoub, cancelliere del Patriarca latino
di Gerusalemme (p. 702); il focus dell’Osserva torio d’Europa è per la
neosquadra UE del Presidente Jean­Claude Junker, tra le sfide
all’orizzonte non ci sarà però la Scozia indipendente (p. 704).
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il suo Cardellino ha scalato le classifiche e vinto il Premio Pulitzer: per la
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conferma la tradizione dei Nobel a sopresa, ma è una vittoria doverosa,
spiega Andrea Vannicelli a p. 714; a p. 718 Léon Bertoletti «riscopre»
Roberto Ridolfi (1899­1991), poliedrico cultore del Rinascimento.
Ci sono molti fantasmi dietro il dramma shakesperiano Sir Thomas More: li
rivela con dovizia di particolari Giorgio Faro a p. 720.
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Mercoledì 12 Novembre 2014
14:43 - UNIVERSITÁ: ATENEO SANTA CROCE, DIALOGO FILOSOFICO-GIURIDICO SUL MATRIMONIO
“Che cos’è il matrimonio - What is marriage?” è il titolo di un dialogo filosofico-giuridico in programma il prossimo 20 novembre, alle ore 15, alla
Pontificia università della Santa Croce di Roma (piazza S. Apollinare 49). Durante l’incontro, organizzato dalla Pontificia università della Santa Croce
e dall’università cattolica del Sacro Cuore, interverranno docenti universitari italiani e inglesi. Nell’ordine, sono in programma gli interventi di: Sherif
Girgis (Princetown university/Yale school), Robert P. George (professore di Giurisprudenza alla Princetown university), Francesco Botturi (ordinario di
Filosofia morale all’Università Cattolica del Sacro Cuore), Carlos José Erràuriz (ordinario di Filosofia del diritto alla Pontificia università della Santa
Croce) e Jane Adolphe (professore associato di Filosofia del diritto presso la Ave Maria school of law). Modera Robert A. Gahl jr., professore
associato di Etica fondamentale della Pontificia università della Santa Croce.
Copyright 2010 - Società per l'Informazione Religiosa - S.I.R. Spa - P.Iva 02048621003 - Via Aurelia, 468 - 00165 Roma - tel. 06/6604841 - fax 06/6640337
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Le pape inspire des entrepreneurs pour une économie « inclusive » | La-Croix.com
21/11/14 11.27
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Le pape inspire des entrepreneurs pour une économie « inclusive »
Plus de 80 dirigeants d’entreprises et d’ONG du monde entier ont été réunis deux jours au Vatican par le Forum
économique mondial.
19/11/14 - 16 H 10 - Mis à jour le 19/11/14 - 16 H 52
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À partir de l’exhortation Evangelii gaudium, ils ont débattu des moyens de combattre
l’exclusion dans le fonctionnement de l’économie.
Ils ont remis mercredi 19 novembre au pape une synthèse de leurs réflexions.
AVEC CET ARTICLE
Les leçons de leadership du
pape François
Il flottait comme un petit air de Davos autour du Vatican mardi 18 et mercredi 19 novembre. De hauts cadres et
jeunes dirigeants, badge blanc autour du cou, qui discutent en anglais de l’état du monde, des quatre coins duquel
ils proviennent. Des sessions de travail, en format restreint ou séance plénière, qui s’enchaînent avec la cadence d’une horloge suisse et l’humour de
modérateurs britanniques. Le Forum économique mondial, organisateur du sommet annuel de Davos, a transposé dans les locaux de l’Université
pontificale de la Sainte-Croix (de l’obédience de l’Opus Dei) le dynamisme de ses débats.
Sur la forme, le style tranchait avec l’académisme des colloques du Saint-Siège mais, sur le fond, la matière discutée était directement empruntée à la
doctrine sociale de l’Église et des textes du pape François critiquant les excès de l’économie mondiale et son lot de laissés-pour-compte. Lorsque, à
l’ouverture de la discussion, il fut demandé qui avait lu Evangelii gaudium, l’exhortation apostolique du pape parue il y a un an dans laquelle il
dénonce « l’économie qui tue », une large majorité des 85 participants leva la main.
« PRODUIRE, CONSOMMER, JETER EST SANS LENDEMAIN »
« Le pape François y résume la crise des inégalités avec grande clarté », estime Ben Phillips, directeur à l’ONG britannique, Oxfam. « Comme lors
de la campagne du jubilé en l’an 2000 pour la réduction de la dette du tiers-monde, des personnes à travers le monde sont à nouveau inspirées par
l’appel de l’Église catholique à remettre l’être humain au centre des économies », observe-t-il!: « À travers son enseignement, sa mobilisation de
millions de personnes, sa diplomatie internationale et à travers l’exemple personnel du pape François, le Saint-Siège joue un rôle unique pour faire
avancer cette cause. »
Qu’ils soient un musulman pakistanais, une hindoue de Bombay ou un catholique parisien, un entrepreneur social ghanéen, une universitaire à
Harvard, un acteur de microcrédit ou des Anglo-Saxons investis dans des multinationales telles AT Kearney ou Clifford Chance, les divers milieux
d’affaires venus à Rome partagent le même constat!: le fonctionnement actuel de l’économie de marché entraîne des niveaux d’inégalités et
d’exclusion intenables. « Produire, consommer, jeter est sans lendemain », résume Peter Lacy, directeur d’Accenture à Shanghaï, pour qui
l’économie d’avenir est celle à même de « donner assez, à tous, pour toujours ».
http://www.la-croix.com/Religion/Actualite/Le-pape-inspire-des-entrepreneurs-pour-une-economie-inclusive-2014-11-19-1266693
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argomento
Attività interne
http://www.acton.org/event/2014/2014-novak-award-calihan-lecture
2014 Novak Award and Calihan Lecture
*Segue il testo in originale
- 4/30 -
25/11/2014
Event: 2014 Novak Award and Calihan Lecture | Acton Institute
25/11/14 14.15
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2014 Novak Award and Calihan Lecture
Date
Register Now (https://secure.acton.org/reg/cnt/novak2014.php)
December 4, 2014 - 5:00pm - 7:00pm
Location
Pontifical University of the Holy Cross
Aula Alvaro del Portillo
Piazza di S. Apollinare, 49
00186 Rome, Italy
(MAP
(https://www.google.it/maps/place/Piazza+Santa+Apollinare,+49,+00100+Roma/@41.9007918,12.4732747,17z/data=!3m1!4b1!4m2!3m1!1s0x132f60506d
The Acton Institute invites you to
The Presentation of the 2014 Novak Award
to Dr. Oskari Juurikkala
who will deliver the Calihan Lecture
"A Free-Market Appreciation of Pope Francis”
________________________________________________________________________________________
Event is free and open to the public.
Simultaneous translation provided (English – Italian)
Reception to follow
http://www.acton.org/event/2014/2014-novak-award-calihan-lecture
Pagina 1 di 3
Event: 2014 Novak Award and Calihan Lecture | Acton Institute
25/11/14 14.15
PRESS RELEASE on 2014 Novak Award Winner (http://www.acton.org/press/release/2014/acton-institute-names-lawyer-economistoskari-juur)
Dr. Oskari Juurikkala is currently pursuing post-graduate studies in theology at the Pontifical University of the Holy
Cross in Rome. Educated in both law (London School of Economics) and economics (Helsinki School of Economics),
Dr. Juurikkala earned a joint Ph.D. in law and economics from the University of Eastern Finland in 2012. His doctoral
research concentrated on the impact of government regulation on financial markets. Prior to coming to Rome for
further studies, he advised the Finns Party on European Union economic policy, served as consultant to Providentia,
whose mission is dedicated to virtuous leadership training for business professionals, and as legal counsel to the
Finnish minerals exploration firm Magnus Minerals. (Read Full Bio (http://www.acton.org/about/people/oskarijuurikkala-0))
About the Novak Award: Named after distinguished American theologian Michael Novak, this $10,000 award rewards new outstanding
scholarly research concerning the relationship between religion, economic freedom, and the free and virtuous society. This award
recognizes those scholars early in their academic career who demonstrate outstanding intellectual merit in advancing the understanding of
theology’s connection to human dignity, the importance of the rule of law, limited government, religious liberty, and freedom in economic
life. Recipients of the Novak Award make a formal presentation on such questions at an annual public forum known as the Calihan
Lecture. (More info (http://www.acton.org/program/student_awards/novak-award))
Print Page (/print/6431)
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Lunedì 03 Novembre 2014
17:53 - DIOCESI: OPPIDO MAMERTINA-PALMI, CONVEGNO PASTORALE SULLA VERITÀ
Si terrà venerdì 7 e sabato 8 a Rizziconi (Auditorium diocesano “Famiglia di Nazareth”) l’annuale convegno pastorale della diocesi di Oppido
Mamertina-Palmi. “Fulgore della Verità” è il tema scelto dal vescovo, monsignor Francesco Milito, dal momento che la verità sarà il riferimento di
fondo dell’anno pastorale 2014-2015. “Nell’invocare dal Signore la grazia della docilità alla verità - scrive il vescovo nell’invito - saremo illuminati sui
motivi fondanti e profondi e sulle iniziative che ne accompagneranno assimilazione e traduzioni pratiche, poiché la verità, infatti, non meno della
carità, ha sorgente divina e influssi umani. Solo camminando in essa si cammina nella luce, si procede, cioè, sicuri per le vie della vita”. Il convegno si
suddivide in due sessioni: oltre al vescovo, che introdurrà i lavori spiegando il perché del passaggio dalla carità (tema del precedente anno pastorale)
alla verità, relazioneranno monsignor Ignazio Sanna (arcivescovo di Oristano e membro della Commissione episcopale per la dottrina della fede),
Bruno Mastroianni (docente di Media relations alla Pontificia Università Santa Croce, Roma), Vittorio Sozzi (direttore Ufficio Cei per l’educazione, la
scuola e l’università e responsabile del Progetto culturale).
Copyright 2010 - Società per l'Informazione Religiosa - S.I.R. Spa - P.Iva 02048621003 - Via Aurelia, 468 - 00165 Roma - tel. 06/6604841 - fax 06/6640337
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5/11/2014
Le icone e la poesia dell’Oriente cristiano - Vatican Insider
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4/11/2014 Le icone e la poesia dell’Oriente cristiano
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Giovedì 6 novembre, al Pontificio Collegio Greco, la
presentazione del libro di padre Manuel Nin, pubblicato dalla
LEV
REDAZIONE
ROMA
Si svolgerà giovedì 6 novembre alle ore 18.30 presso il Pontificio
Collegio Greco (via del Babuino 149, Roma) la presentazione del
volume La voce dell’icona – Immagine teologica e poesia nell’Oriente
cristiano, pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana a firma di padre
Manuel Nin, archimandrita e rettore del Pontificio Collegio Greco di
Roma, docente presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo, la Pontificia
Università della Santa Croce e il Pontificio Istituto Orientale.
LA COPERTINA DEL LIBRO
All’incontro, che sarà moderato da Giovanni Maria Vian, direttore de L’Osservatore Romano, interverranno Emidio
Vergani, docente presso il Pontificio Istituto Orientale e Antonis Fyrigos, docente presso la Pontificia Università
Gregoriana.
Il volume, che raccoglie una serie di articoli apparsi su L’Osservatore Romano negli anni 2010­2012, ripercorre la
tradizione ecclesiale così come si esplica nelle grandi feste siriache e bizantine, basandosi sulle icone e sulla poesia.
Le composizioni innografiche evidenziano la dimensione poetica della teologia in Oriente e il contenuto teologico
della poesia cristiana orientale; le icone forniscono invece un commento visivo dei testi liturgici, che a loro volta
commentano l’immagine. Scopo dell’autore è di “mettere in evidenza nelle liturgie cristiane il rapporto stretto che
troviamo tra la preghiera in quel che cantiamo e la preghiera in quel che vediamo, in quel che contempliamo coi
nostri occhi”.
Il volume prende avvio dall’inizio dell’anno liturgico, il 1° settembre, e si snoda attraverso le principali ricorrenze,
come la Natività della Madre di Dio (8 settembre), l’Esaltazione della Santa Croce (14 settembre), il Natale, l’Epifania,
la Quaresima, l’Annunciazione, la Domenica delle Palme, la Risurrezione, l’Ascensione, la Pentecoste, la
Trasfigurazione, la Dormizione della Madre di Dio, che vengono rivissute attraverso le composizioni degli innografi,
come Andrea di Creta, Efrem il Siro, Giovanni Damasceno, Romano il Melodo e Sofronio di Gerusalemme.
Riaffermando così la ricchezza teologica e poetica dei loro testi e, come nota Antonis Fyrigos nel prologo del volume,
“il soave e vigoroso amalgamarsi icona/logos, una costante nelle celebrazioni liturgiche delle Chiese cristiane
d’Oriente”. Ciascun articolo si apre con una raffigurazione artistica della tradizione orientale, che non è un elemento
decorativo ma detiene un valore meramente teologico.
(©Ansa)
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DAILY NEWS
Assessing the Synod’s Final Report
(2125)
NEWS ANALYSIS
BY EDWARD PENTIN 11/06/2014 Comments (18)
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VATICAN CITY — The English translation of the final
report of the Extraordinary Synod of Bishops on the
Family was published Oct. 30, nearly two weeks after the
synod’s conclusion.
Although many have expressed satisfaction with the
document, from which most of the controversial aspects
of the interim report have been removed, a couple of
contentious paragraphs reached a synodal consensus of a
two-thirds majority and remain in the text. As well, other
contentious paragraphs that failed to get the required
two-thirds consensus will remain in discussion as the
synodal process continues, according to the Vatican.
Questions were also raised as to why the report,
– CNA
published in Italian on Oct. 18, took so long to translate
when the controversial interim report was translated into several languages only 48 hours while
the synod was continuing, and published without most of the participants reading it beforehand.
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The synod with the theme “The Pastoral Challenges of the Family in the Context of
Evangelization,” took place at the Vatican from Oct. 5-19. The final report, called a relatio synodi,
is divided into three parts: listening to the context and challenges facing of the family; looking at
Christ, the Gospel of the family; and offering pastoral perspectives to the current situation.
Vatican Derangement Syndrome
The report begins by noting that the synod reflected on the family in “all its complexities,” with a
perspective “fixed on Christ” to reevaluate “with renewed freshness and enthusiasm” what
revelation teaches about the “beauty and dignity of the family.”
Pope Francis Named Time's Person of the
The family, it underlines, is “uniquely important to the Church in these times” and needs to be
“rediscovered” as the “essential agent” in evangelization.
Four Apps to Deepen Your Lent
Eight Reasons to See 'Gimme Shelter'
Year 2013
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Analytic Approach
The first part begins by recommending an “analytic and diversified approach” to the cultural and
anthropological changes affecting all aspects of life. It holds up positive developments such as
greater rights for women and children in some parts of the world, but criticizes the “growing
danger” of “troubling individualism” which “deforms family bonds.”
DAILY NEWS
Cardinal Burke Officially
Transferred From Apostolic
Signatura (16859)
DAILY NEWS
The “crisis of faith” often underlies the crisis in marriage and the family, it says, and pinpoints
symptoms of this: loneliness, powerlessness, poverty, financial hardship, the demographic crisis,
and families who feel abandoned by institutions.
Halloween, the Catholic Faith
and the Occult (10980)
The document further singles out polygamy, which is still practiced in some countries, arranged
marriages, the challenges of interreligious marriages, relativism and indifference. It notes the
increase in cohabitation, divorce and violence against women, as well as the “scandalous and
perverse reality” of sexual exploitation of children, the scourge of war, terrorism, organized crime,
the phenomenon of street children and challenges associated with migration.
Ghosts and the Catholic Church:
Pointing to the Permanence of
the Soul (9698)
In the face of these challenges, the report highlights how some cultures are coping with them, and
recalls the Church’s purpose of assisting couples. Nowadays, it says, a person’s moods and
DAILY NEWS
DAILY NEWS
The Joyful Pains of Purgatory
(7652)
DAILY NEWS
It’s Official! Pope Francis
http://www.ncregister.com/daily-news/assessing-the-synods-final-report
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Assessing the Synod’s Final Report | Daily News | NCRegister.com
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feelings are “very fragile, narcissistic, unstable” and do not always allow a person to mature.
Pornography, fostered by a “misuse of the Internet,” and forced prostitution are partly to blame, it
adds, and this context causes many to remain “in the early stages of their affective and sexual
life.” It further warns that this is weakening social bonds, leading to declining populations that
result in economic impoverishment.
The first part ends discussing “pastoral challenges” and the need for hope based on the
“convictions that the human person comes from God.” In these times of “individualism and
hedonism,” it says people “need to be accepted in the concrete circumstances of life.” They need
to be encouraged in their “hunger for God” and their wish to feel “fully part of the Church, also
including those who have experienced failure or find themselves in a variety of situations.”
The Christian message, it adds, “always contains in itself the reality and the dynamic of mercy and
truth which meet in Christ.”
Part Two
Part two of the final report is largely Christocentric. “Every time we return to the source of the
Christian experience, new paths and undreamed of possibilities open up,” it states, quoting Pope
Francis’s vigil discourse on Oct. 4. It underlines that all things were “made through Christ and for
him,” reaffirms Jesus’ teaching on the indissolubility of marriage, and stresses the true meaning of
mercy: “By looking at the sinner with love, Jesus leads the person to repentance and conversion
(“Go and sin no more”) which is the basis for forgiveness.”
It then explains how Moses granted to fallen man the possibility of divorce, but subsequently
Jesus restored marriage and the family “to their original form” by reconciling all things to himself.
“Christ bestows on marriage and the family the grace necessary” to witness to the love of God in a
life of communion, it states. The report then takes the reader through various documents of the
Second Vatican Council, St. John Paul II, Benedict XVI and Pope Francis on marriage and the
family.
Turning to the truth and beauty of the family, it holds up faithful marriages and highlights the
Holy Family as a “wondrous model.” It reiterates that any breach of sacramental marriage is
“against the will of God,” but says the Church “turns with love to those who participate in her life
in an incomplete manner,” recognizing that the grace of God works in their lives “by giving them
the courage to do good, to care for one another in love and to be of service to the community.”
The report says it looks with “concern” at young people’s distrust of marriage and the haste at
which others break the marital bond. They need pastoral attention that is “merciful and
encouraging, so they might adequately determine their situation,” it says.
The second part ends by comparing the Church to a lighthouse or a torch carried among people to
enlighten those who have “lost their way” or “in the midst of a storm.” It then goes on to say that
the “most merciful thing is to tell the truth in love” and that merciful love is a call to conversion.
The Lord, the synod fathers recall, doesn’t condemn the adulterous women, “but asks her to sin
no more.”
Pastoral Perspectives
The final part of the document looks at various pastoral perspectives and proclaiming the Gospel
of the family in various contexts. It doesn’t give examples, but argues that language is important
in conversion and that it should be “effectively meaningful.”
“This does not consist in merely presenting a set of rules but in espousing values, which respond
to the needs of those who find themselves today, even in the most secularized of countries,” it
says.
The synod fathers insist on a “more positive approach” to the richness of “various religious
experiences” without overlooking difficulties, and the report highlights two areas of particular
importance: a clear denunciation of “excessive importance given to market logic,” and better
formation before marriage.
The report notes in Paragraph 41 “sensitivity to the positive aspects” of civil marriages and, “with
obvious differences, cohabitation.” The Church, it says, “needs to indicate the constructive
elements in these situations” — a point of contention in the interim relatio.
This passed with the requisite two-thirds majority, as did the following paragraph that notes that
“simply to live together is often a choice based on a general attitude opposed to anything
institutional or definitive.”
Rather than mention the dangers of mortal sin in such situations, the synod fathers give reasons
for their existence such as poverty and say these relationships “require a constructive response”
in the hope they lead to marriage in conformity with the Gospel. “These couples need to be
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THE TABLET
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How Pakistani Muslims view the ‘moralising’ West
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LATEST ISSUE: 8 NOVEMBER
2014
Pakistan is often labelled a “fundamentalist” state – and criticism of it has returned after
the burning alive of a poor Christian couple who allegedly destroyed pages of a Qu'ran.
Norberto Gonzalez Gaitano, professor of communications at Holy Cross University in
Rome and consultor on the Pontifical Council for Social Communications, speaks about
“media framing”. “Media framing” is the use of certain words or phrases which
automatically define the shape of a problem, offer an interpretation of the cause of the
problem, give a moral opinion about the problem, and promise a solution to the problem.
Say or write the word and the word itself projects into the public attention the agenda
behind the framing: “weapons of mass destruction”, “devout Catholic”, “the religious
right”, “war on terror”, “paedophile priests”, “fundamentalist”, “burqa-clad woman”.
Although Pakistan has fundamentalist problems it is not a fundamentalist state.
Discrimination against minorities is frequent but persecution is not endemic; and behind
the clamour of Islamist voices remains an educated and concerned opinion to the
contrary.
Popular perceptions in Pakistan about Christianity in “the West” are subject to intense
“framing” which conditions and influences Muslim reactions to Christianity irrespective of
the lived reality. The “framing” about Christianity, carried out in schools, media, and
religious instruction, leads to an attitudinal Christianophobia by those Pakistani Muslims
who have no other terms of reference or sources of information.
Bina Shah, a Pakistani author, observed that two wars are being fought in Pakistan: the
military one, against the violence of religious extremists, and the psychological and
emotional one against the growth of intolerance and the decline in room for cultural,
religious, ethnic or social diversity. This shrinking of public space in Pakistan began in
the late 1970s under the military dictator Zia ul Haq. It provides the environment for the
negative framing of Christianity and leads to the presumed “therefores” of “decadence”,
“pornography” and “immorality” about Christianity “in the West”.
Mullahs, imams and others bemoan moral failings of “the West” while failing to
acknowledge those within their own society such as child abuse, drug addiction,
domestic abuse, honour killings and ill-treatment of non-Muslims.
There is growing concern among academics and human rights organisations in Pakistan
that the content of educational syllabi from primary to tertiary levels reinforces the
stereotyped framing about Christianity, Hinduism and other non-Islamic religions. A
disturbing level of misinformation and bigotry is found in media and television. Dialogue
and religious respect for other believers are not characteristic of the ongoing religious
instruction available to most Pakistani Muslims.
The ensuing stereotyped framing about Christianity is intensified by the framing
associated with “Western”. In spite of its being condemned from the outset by Pope St
John Paul II as immoral, Pakistani Muslims regard the military intervention in Iraq, which
has now spiralled into an uncontrollable chaos, as a Christian-inspired intervention
against Islam because it was carried out by “Western” countries. The “therefores”
multiply.
Paradoxically, Christians in Pakistan are not viewed as being immoral like “in the West”,
just “other”, the other side of a “them and us” divide.
‘Between the crosses, row on
row’
Ted Harrison
The meaning of the poppy has
been as divisive as it has been
comforting. Its origins as the
symbol of remembrance lie in a
poem by a military doctor whose
feelings about war were complex
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Muslims, as well as Christians, have to be aware of the negative influence of framing on
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their understanding of the religious belief of others and be able to identify the sources of
the framing. One way of gauging the intensity of the framing in Pakistan about
Christianity is to observe the reactions of newly arrived Pakistani priests, religious and
seminarians in Rome. They have been exposed in Pakistan through education, cinema,
media and society to years of negative framing about Christianity “in the West” and they
arrive not quite knowing what to expect.
Through pastoral work in Italian parishes, their studies, and participating with crowds of
pilgrims in liturgy and worship, they are delighted to see and meet normal Christians who
respect one another, who are happy in their families and work and who live good lives.
Experience collapses the ideological framing.
Fr Robert McCulloch is an Australian Columban priest who served in Pakistan from 1978
to 2011 and was honoured by the Pakistani Government for services to health and
education in 2012
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Comment by: Garden lady
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Posted: 08/11/2014 05:49:42
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The title of your post hints at the difficulty of the point you hope to make. You point to the
obvious human tendency to “label” and “stereotype” “the other” – Pakistani, Christian,
American, Muslim.
CATHOLIC JOBS
So? What about “the burning alive of a poor Christian couple who allegedly destroyed
pages of a Qu'ran”? How do people discuss the evil of this action?
You string together a list of labels: “weapons of mass destruction”, “devout Catholic”,
“the religious right”, “war on terror”, “paedophile priests”, “fundamentalist”, “burqa-clad
woman”.
The Catholic Church has worked hard to confront the evil of “paedophile priests”:
confronting the guilty, denouncing the crimes, compensating victims, begging
forgiveness and instituting safeguards.
Where is the similar (and loud) response of Muslim leaders coming against fellow
Muslims burning people alive…against cutting off the heads of people…against
crucifying people, including children…against raping young girls? Where is their
denunciation of evil… calling evil what it is…evil?
Using language, we must wrestle with how to effectively discuss these issues in their
totality. Regarding this “poor Christian couple,” the most important matter is to confront
the evil, of the people who did this…and of the culture that gives cover to such evil.
Imagine the reaction of English Christians if this atrocity had happened on their
streets...if the Bible were waved as the justification! Confront evil...and
labels/stereotypes will evaporate
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10/11/2014
SIR - Servizio Info
f rmazione Religiosa - Quotidiano
fo
Sabato 08 Novembre 2014
16:20 ­ GIORNALISMO: IL 20 NOVEMBRE CERIMONIA PER CONSEGNA PREMIO “GIUSEPPE DE CARLI”
Si svolgerà giovedì 20 novembre alle 16.30 a Roma la cerimonia di premiazione della seconda edizione del Premio “Giuseppe De Carli”, istituito per
ricordare il vaticanista della Rai e per premiare il giornalismo di qualità nell’ambito dell’info
fo
f rmazione religiosa.L’appuntamento è alla Pontificia Facoltà
Teologica “San Bonaventura” Seraphicum che, assieme alla Pontificia Università della Santa Croce, è partner accademico dell’Associazione culturale
“Giuseppe De Carli ­ Per l’info
fformazione religiosa”, istituita due anni fa per promuovere iniziative di fformazione e riflessione. In apertura, alle 16.30, i
saluti di fra Domenico Paoletti (preside della Pontificia Facoltà Teologica “San Bonaventura”), di padre Ciro Benedettini (vicedirettore della sala
stampa della Santa Sede) e di Enzo Iacopino (presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti).A seguire tavola rotonda con monsignor Rino Fisichella
(presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione), Paloma García Ovej
e ero (corrispondente Cope, Spagna) e Gian
ej
Guido Vecchi (vaticanista del “Corriere della Sera”), moderati da Vincenzo Morgante (direttore Tgr Rai).Alle 17.45 sarà presentato il libro “Dio è
comunicazione per eccellenza. Giuseppe De Carli, professionista al serv
r izio della verità”, a cura di Elisabetta Lo Iacono e Giovanni Tridente (ESC
rv
2014); a seguire proclamazione dei vincitori e consegna dei premi.
Copyright 2010 ­ Società per l'Informazione Religiosa ­ S.I.R. Spa ­ P.Iva 02048621003 ­ Via Aurelia, 468 ­ 00165 Roma ­ tel. 06/6604841 ­ fax 06/6640337
http://www.agensir.it/pls/sir/
r v4_s2doc_b.stampa_quotidiani_cons?id_oggetto=298555
r/
1/1
DOCUMENTAZIONE INFO
www.documentazione.info/
argomento
Citazioni Università
e/o professori
http://www.documentazione.info/print/1199
Scienza e fede. Per gli italiani non c'è conflitto
*Segue il testo in originale
- 11/30 -
13/11/2014
14/11/2014
Scienza e fede. Per gli italiani non c'è conflitto
Published on documentazione.info (http://www.documentazione.info)
Home > Scienza e fede. Per gli italiani non c'è conflitto
Scienza e fede. Per gli italiani non c'è conflitto
Area tematica: RELIGIONE [1]
Dossier: Scienza e Fede [2]
di Stefano Grossi Gondi, 13 novembre 2014
Un inedito sondaggio ha rivelato che in Italia - al contrario dei paesi anglosassoni - la
maggior parte delle persone non vede incompatibilità tra scienza e fede. Il sondaggio è
stato svolto dalla Scuola internazionale superiore per la ricerca interdisciplinare [3]
(Sisri). Le domande erano tre e riguardavano: l'origine e l'evoluzione dell'uomo, l'origine
dell'universo, la pratica religiosa. I primi due quesiti erano formulati per studiare la
percezione pubblica della conflittualità tra le cosiddette «verità scientifiche» e le «verità di
fede», mentre la terza è stata utile per campionare i soggetti tra non credenti, credenti
praticanti e credenti non praticanti.
La maggior parte degli intervistati (42%) ritiene che l'uomo sia apparso sulla terra grazie
all'intervento di Dio creatore sulla base di forme di vita inferiori e di un processo evolutivo;
il 30% ritiene che questo processo evolutivo sia avvenuto senza l'intervento di Dio; il
restante 28% pensa invece che Dio abbia creato dal nulla l'uomo nella sua forma attuale.
Risultati analoghi sono stati registrati nella risposta relativa alle origini dell'universo.
Quindi tra la posizione di apertura alla scienza e di chiusura alla trascendenza e il suo
opposto, in Italia risulta ampiamente prevalente la visione che concilia le convinzioni di un
credo religioso con i risultati della ricerca scientifica.
Dalle risposte pervenute emerge una società italiana in cui la maggioranza relativa, poco
meno della metà, accetta le verità scientifiche sull’origine dell’uomo e dell’universo e, al
tempo stesso, mostra apertura alla trascendenza, ritenendo che Dio abbia avuto un ruolo
nel processo evolutivo del genere umano e che sia il Creatore dell’universo. Per entrambi i
http://www.documentazione.info/print/1199
1/2
FERPI
www.ferpi.it
13/11/2014
argomento
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e/o professori
http://www.ferpi.it/ferpi/novita/agenda/agenda_3?category=agenda&category_id=12&news_id=47465&title=ripensarela-comunicazione-le-teorie-le-tecniche-le…
Ripensare la Comunicazione: le teorie, le tecniche, le didattiche
*Segue il testo in originale
- 12/30 -
17/11/2014
Ripensare la Comunicazione: le teorie, le tecniche, le didattiche - Ferpi
Sapienza Università di Roma) su sfide e prospettive attuali della comunicazione.
La partecipazione al convegno è gratuita, previa registrazione online e fino ad esaurimento posti.
Il programma completo, la scheda di registrazione e i documenti dei relatori sono disponibili sul
sito web della Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale – UPS.
Il convegno sarà trasmesso in live streaming.
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ORVIETO24
www.orvieto24.it
13/11/2014
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http://www.orvieto24.it/2014/11/un-viluppetto-di-taffetta-crimisino-presentazione-libro/
“Un viluppetto di Taffettà crimisino”. Presentazione libro
*Segue il testo in originale
----------------ANCHE IN:
- LA FOLLA: http://www.lafolla.it/lf143crimisino.php
- 13/30 -
“Un viluppetto di Taffettà crimisino”. Presentazione libro | Orvieto24 …orano, San Venanzo, Parrano, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Allerona
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Sabato 8 Novembre 2014. Emesso bollettino di CRITICITA’ ORDINARIA per rischio IDROGEOLOGICO
Link per inserire i dati ed essere contattati tramite Alert System
Home > Cultura > “Un viluppetto di Taffettà crimisino”. Presentazione libro
“Un viluppetto di Taffettà crimisino”.
Presentazione libro
Autore: redazione Orvieto 24 pubblicato il 11 novembre, 2014 - 7:34
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Verrà presentato venerdì 14 novembre alle ore 18 presso la Sala Consiliare del Comune l!ultimo
saggio di Lucio Riccetti dal titolo “Un viluppetto di taffettà cremisino. Storia di una festa dal
Corporale al Corpus Domini (Edizioni Intermedia). Ovvero, come il miracolo di Bolsena è stato
assimilato, come sono stati recepiti i passaggi e le costruzioni intellettuali che ne hanno definito e
indirizzato la memoria nei secoli e codificato la storia. Una operazione complessa, soprattutto
nell!intendimento di svincolare l!evento miracoloso dalla storia locale per elevarlo a elemento
fondante l!istituzione della festa eucaristica del
Corpus Domini.
La particolarità del tema trattato, è data
soprattutto dalla presenza di fonti indirette,
diverse nei contenuti, reliquie, sacre
rappresentazioni, opere figurative, atti notarili,
embricate tutte a dare vita a una visione
originale, alla definizione di una comunione fra
miracolo, reliquie, testi e immagini.
Quasi un affrancamento dell!immagine dalla
soggezione al testo, come sembra emergere
proprio nella definizione di una "storia! del miracolo di Bolsena, con immagini considerate alla
stregua di autentiche fonti documentarie.
Testi e immagini hanno natura e cronologia diversi con il reale rischio di interpretare la storia
teleologicamente, cioè interpretare il passato, o ciò che è considerato tale, a partire dal presente,
proiettando le conoscenze attuali su epoche precedenti.
Ciò che ne emerge è un fitto reticolo di storie che attinge sia alle tradizioni popolari, sia agli
elaborati eruditi, sia a forme devozionali. Tutti, e nello stesso tempo, intrecciati al lungo dibattito
sulla “presenza reale” che, dal Quattrocento, e poi a seguito della Riforma e della Controriforma, ha
contribuito a definire la cultura e le stesse radici europee.
Alla presentazione del libro interverranno, oltre all!autore, Mons. Benedetto Tuzia, Vescovo di
Orvieto-Todi, Francesco Scoppola (Direzione Regionale Mibac), Norberto Gonzales Gaitano
(Pontificia Università della Santa Croce). Coordina l!incontro il giornalista Roberto Conticelli.
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Sabato 8 Novembre 2014. Emesso Bollettino Di
CRITICITA’ ORDINARIA Per Rischio IDROGEOLOGICO
http://www.orvieto24.it/2014/11/un-viluppetto-di-taffetta-crimisino-presentazione-libro/
Pagina 1 di 6
Il mondo visto da Roma
http://www.zenit.org/it/articles/scienza-e-fede-per-gli-italiani-c-e-piena-sintonia
Scienza e fede? Per gli italiani c'é piena sintonia
Lo rivelano i risultati del sondaggio realizzato dalla Scuola
Internazionale Superiore per la Ricerca Interdisciplinare (SISRI)
attraverso l'esplorazione di temi come l'origine dell'uomo e
dell'universo
Roma, 14 Novembre 2014 (Zenit.org) | 308 hits
Il presunto conflitto tra scienza e fede non è condiviso dalla maggioranza degli italiani. Lo rivelano i
sorprendenti risultati di un sondaggio, il primo nel suo genere nel nostro Paese, che pone a confronto
cultura scientifica e fede religiosa degli abitanti del nostro Paese attraverso l’esplorazione di due temi
paradigmatici come l’origine dell’uomo e quella dell’universo. L’italiano medio ritiene compatibili i
risultati scientifici con la fede e il credo religioso: accetta le verità scientifiche sull’origine dell’umanità e
dell’universo e, allo stesso tempo, ritiene che Dio abbia avuto un ruolo nella comparsa della vita.
Il sondaggio è stato commissionato a Format Research, specializzata in ricerche di mercato, dalla Scuola
Internazionale Superiore per la Ricerca Interdisciplinare (SISRI) ed effettuato su un campione
rappresentativo di italiani, stratificato per area geografica, genere, età, titolo di studio, stato civile e
professione. I risultati di questa inchiesta, firmata da Matteo Bonato, Paolo Risso e Michele Crudele sulla
rivista «Paradoxa», sono messi a confronto con un analogo sondaggio svolto dall’agenzia Gallup negli
Stati Uniti.
Agli intervistati sono state poste tre domande: la prima sull’origine e l’evoluzione dell’uomo, la seconda
sull’origine dell’Universo e la terza sulla propria partecipazione alle funzioni religiose.
Dalle risposte pervenute emerge una società in cui la maggioranza relativa, il 42%, accetta le verità
scientifiche sull’origine dell’uomo e dell’universo e, al tempo stesso, mostra apertura alla trascendenza,
ritenendo che Dio abbia avuto un ruolo nel processo evolutivo del genere umano e che sia il Creatore
dell’universo. Il 30% invece sostiene che Dio non è intervenuto nell’evoluzione, mentre il 28% rifiuta una
spiegazione scientifica della comparsa dell’uomo e dell’universo e pensa che Dio abbia creato dal nulla
l’umanità nella sua forma attuale circa 10.000 anni fa.
L’interesse del sondaggio si accresce per il confronto con quanto registrato periodicamente da Gallup
negli USA. La popolazione americana risulta meno aperta ad accogliere una spiegazione
scientifica dell’origine dell’uomo: il 46% è «creazionista» affermando che Dio ha creato gli uomini nella
forma attuale, mentre solo il 32% è aperto sia alla scienza che alla trascendenza ritenendo che gli uomini
si sono evoluti sotto la guida di Dio.
La società italiana mostra invece di accogliere contributi provenienti da discipline diverse (biologia e
teologia nel primo quesito, cosmologia e teologia nel secondo) per stabilire un dialogo. Fanno eccezione i
più giovani (18-24 anni) che risultano meno disponibili ad accettare un intervento di Dio e i maggiori di
UNIVERSITÀ PONTIFICIA
SALESIANA
www.unisal.it
15/11/2014
argomento
Citazioni Università
e/o professori
https://www.unisal.it/index.php/notizie/vita-allups/1042-padre-federico-lombardi-dottore-honoris-causa-in-scienzedella-comunicazione-sociale
Padre Federico Lombardi dottore honoris causa in Scienze della Comunicazione sociale
*Segue il testo in originale
- 15/30 -
17/11/2014
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Università Pontificia Salesiana - Roma - Padre Federico Lombardi dottore honoris causa in Scienze della Comunicazione sociale
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Scienze della Comunicazione sociale
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Padre Federico Lombardi dottore honoris causa in Scienze
della Comunicazione sociale
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(Roma, 15 novembre 2014) ‐ All’interno
del
Convegno
“Ripensare
la
Comunicazione: le teorie, le tecniche, le
didattiche”, si è svolta, venerdì 14
novembre, la cerimonia di conferimento
del dottorato honoris causa in Scienze della
Comunicazione sociale a padre Federico
Lombardi, Direttore della Sala Stampa
Vaticana.
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Classiche
Le motivazioni del conferimento sono state
via via illustrate dagli interventi del prof. Mauro Mantovani, decano FSC, di mons.
Domenico Pompili, Direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Conferenza
Episcopale Italiana, da un apposito testo inviato da padre Antonio Spadaro, Direttore
di La Civiltà Cattolica, e dal prof. Cosimo Alvati, Docente FSC. Numerose le “lettere
testimoniali” raccolte dalla Facoltà a sostegno della candidatura di padre Lombardi
per la proposta di questo conferimento – tra esse anche quella del Presidente del
Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali, mons. Claudio Maria Celli, del
Direttore del Centro Televisivo Vaticano, mons. Dario Viganò, e del Direttore della
Libreria Editrice Vaticana, prof. Giuseppe Costa. Altrettanto significative le
testimonianze offerte durante la cerimonia del conferimento da parte del dott. Marco
Ansaldo, inviato speciale e vaticanista de La Repubblica, del prof. Mario Morcellini,
Direttore del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca sociale dell’Università di Roma
La Sapienza, della prof.ssa Cristiana Freni, Docente della Facoltà di Filosofia
dell’UPS, del Decano della Facoltà di Comunicazione Istituzione della Pontificia
Università della Santa Croce, prof. José Maria La Porte, e del prof. Adriano
Zanacchi, già Docente FSC.
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La religione – aldilà
di manoscritti originali del
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stato p...
dell’«immaginario popolare» che
venerabile don...
Estremamente profonda e coinvolgente, ricca di aspetti esperienziali e di
Biblioteca D. Bosco
la pensa come un q...
sapienzialità vissuta, la lectio coram offerta dal neo‐dottore, organizzata secondo 10
Archivio storico
messaggi sulla autentica comunicazione. Appena dichiarato Dottore honoris causa
CIR ‐ Ricerca
padre Lombardi ha rilasciato una breve intervista per le troupes del TG1 e di TV2000
presenti all’evento così come gli inviati di varie testate giornalistiche.
Pastorale Universitaria
La cerimonia si è chiusa con il saluto e il ringraziamento del Rettore Magnifico
Fondazione UPS
dell’UPS, prof. Carlo Nanni, e ha avuto una simpatica appendice con una serata di
Associazione Don Bosco
festa in onore di padre Lombardi che si è svolta nella sede della FSC con le ulteriori
Onlus Pro Universitate
testimonianze di alcuni collaboratori di padre Lombardi presso la Radio Vaticana e di
Centro Servizi Informatici
mons. Massimo Palombella, Maestro Direttore del Coro della Cappella Musicale
e Telematici (CeSIT)
Sistina. Per l’occasione il Centro Televisivo Vaticano ha voluto omaggiare padre
Lombardi di un apposito montaggio video relativo agli anni fin qui svolti a servizio
Editrice LAS
della Santa Sede.
Centro Stampa
Libreria Leoniana
Ufficio Stampa
Residenze per ospitalità
Come il primo volume, anche
questo secondo volume di “Storia
della pedagogia” in...
Nelle parole del Gran Cancelliere dell’UPS, don Ángel Fernández Artime, al
momento della consegna a padre Lombardi del Decreto e della Pergamena di Dottore
honoris causa in Scienze della Comunicazione sociale, si trova una eccellente sintesi
delle motivazioni e della personalità del neo‐dottore. Riportiamo il testo
integralmente:
“Cari amici, in molti modi sono già state indicate le motivazioni per le quali la nostra Università
è lieta di conferire oggi il Dottorato honoris causa in Scienze della comunicazione sociale a padre
Federico Lombardi. In latino Honoris Causa significa “a titolo d’onore”, per i grandi meriti
https://www.unisal.it/index.php/notizie/vita-allups/1042-padre-federico-lombardi-dottore-honoris-causa-in-scienze-della-comunicazione-sociale
1/2
24/11/2014
Testo notizia
Torna ai Titoli
ANSA (POL) - 20/11/2014 - 18.48.00
Giornalisti: premio De Carli a Bellocchio, Valli, Tornielli
ZCZC8832/SXA XCI20723 R POL S0A QBXB Giornalisti: premio De Carli a Bellocchio, Valli,
Tornielli (ANSA) - ROMA, 20 NOV - Daniele Bellocchio de L'Espresso, Aldo Maria Valli del Tg1
Rai e Andrea Tornielli de La Stampa sono i vincitori della seconda edizione del Premio giornalistico
"Giuseppe De Carli". A Luigi Accattoli, storico vaticanista del Corriere della Sera, è invece stato
assegnato il Premio alla carriera. La cerimonia di premiazione si è svolta questo pomeriggio presso la
Pontificia Facoltà Teologica "San Bonaventura"-Seraphicum che, assieme alla Pontificia Università
della Santa Croce, è partner accademico dell'Associazione "Giuseppe De Carli", promotrice del
Premio istituito alla memoria del compianto vaticanista fondatore di Rai Vaticano. Tra i secondi
classificati, la polacca Anna Artymiak, per la categoria testi, con una intervista pubblicata su Stacja 7,
Alessandro Chiappetta, per la categoria filmati, con il documentario su Don Peppe Diana andato in
onda su Rai Storia, e Salvatore Cernuzio, dell'Agenzia Zenit, per la categoria giovani. Menzioni
speciali anche per Paola Bergamini (rivista Tracce), Francesco Muratori (La1 Radio Televisione
Svizzera) e Giulio Serri (settimanale A Sua Immagine). I lavori pervenuti in questa edizione sono stati
valutati da una giuria composta da Lucio Brunelli, Domenico Delle Foglie, Marina Ricci, Stefania
Falasca, Domenico Paoletti, Donatella Negri, Santino Franchina e Carla Rossi Espagnet. (ANSA). GR
20-NOV-14 18:57 NNN
http://k4305081957.regioni.it/newpalm/headr_text.asp?5443
1/1
LA GAZZETTA DI VIAREGGIO
www.lagazzettadiviareggio.it
24/11/2014
argomento
Citazioni Università
e/o professori
http://www.lagazzettadiviareggio.it/pietrasanta/2014/11/omaggio-a-romano-cosci-da-sabato-una-retrospettiva-sultema-del-sacro/
Omaggio a Romano Cosci: da sabato una retrospettiva sul tema del sacro
*Segue il testo in originale
---------------ANCHE IN:
- LUCCA IN DIRETTA: http://www.luccaindiretta.it/versilia/item/36699-pietrasanta-mostra-a-palazzo-moroni-perricordare-romano-cosci.html
- VERSILIA TODAY: http://www.versiliatoday.it/evento/2014/11/25/pietrasanta-omaggia-romano-cosci/
- 18/30 -
ANNO 3°
GIOVEDÌ, 27 NOVEMBRE 2014 - RECTE AGERE NIHIL TIMERE
Giornale Politico - Artistico - Amministrativo - Letterario e Teatrale
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PIETRASANTA
Omaggio a Romano Cosci: da sabato una
retrospettiva sul tema del sacro
lunedì, 24 novembre 2014, 16:43
Una mostra per ricordare Romano Cosci,
l'artista pietrasantese scomparso all'inizio
dell'estate. Per iniziativa del Circolo Fratelli
Rosselli e dell'assessorato alla cultura, si aprirà
sabato, alle ore 17.30, una retrospettiva
dedicata al tema del sacro, nell'inedita cornice
di Palazzo Moroni. L'occasione è data dai
festeggiamenti alla Madonna del Sole. Alle ore
15.30, infatti, si terrà la presentazione della
ristampa del volume “Centenario
dell’incoronazione della Madonna del Sole”
di Danilo Orlandi, nel chiostro di Sant'Agostino,
curata dal Circolo Rosselli; interverrà anche
l'arcivescovo di Pisa Giovanni Paolo Benotto. A
seguire, alle ore 17.30, l'inaugurazione della
mostra di Romano Cosci e alle ore 18 è prevista
la Santa Messa in Duomo con lo scoprimento
dell’immagine della Madonna del Sole; infine, alle ore 21, si svolgerà un concerto per
organo e soprano, sempre in Duomo.
Il tema del sacro è fortemente ricorrente nel percorso creativo di Romano Cosci, una
sorta di pellegrinaggio, una ricerca interiore, l'esigenza di guardare in alto, oltre il visibile,
pur essendo un uomo con i piedi ben saldi a terra. In mostra saranno esposti disegni,
pitture e sculture interamente dedicate al sacro: una selezione delle opere che
composero la mostra “In cammino con Cristo”, l'esposizione realizzata nel 2012 presso
la Pontificia Università della Santa Croce a Roma, nel prestigioso Palazzo dell'Apollinare.
“La sua scomparsa ai primi di giugno ha lasciato un profondo vuoto nella nostra
comunità artistica – afferma il sindaco Domenico Lombardi - Cosci era un artista
completo, talentuoso, modesto come solo i grandi lo sono, diretto e sagace come i veri
toscani, attento osservatore. Ecco perché il suo dialogo con il sacro ha toccato le corde
più profonde dello spirito e dell'emozione; un'emozione che ha saputo trasmettere in tutti
coloro che hanno avuto la possibilità di ammirarne le opere”.
“Questa mostra di arte sacra da realizzare a Pietrasanta era uno dei suoi desideri –
spiega Alessandro Tosi, presidente del Circolo Fratelli Rosselli – e per noi che lo abbiamo
conosciuto e stimato è un dovere portarlo a compimento. Avremmo voluto fare tante
altre cose insieme a Romano, sicuramente il suo contributo ci mancherà ma il “suo cuore
d'artista” sarà per sempre con noi”.
Romano Cosci, classe 1939, si è formato negli anni Cinquanta nel clima stimolante dei
laboratori di scultura e delle fonderie d'arte versiliesi sotto la guida di figure prestigiose
come Leonida Parma e Ferruccio Vezzoni e ha avuto come maestro e amico Pietro
Annigoni.
Ha insegnato fino al 1986 discipline pittoriche nei licei artistici di Carrara e Grosseto. Si è
avvalso di un ventaglio straordinario di registri espressivi passando dall'affresco, al
marmo, al bronzo, alla terracotta, al mosaico e a ogni altro genere di pittura.
La mostra sarà visitabile sino al 14 dicembre.
ALTRI ARTICOLI IN PIETRASANTA
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mercoledì, 26 novembre 2014, 15:59
Frana in via Pozzone: l'Unione
dei comuni chiede l'intervento
della regione
A seguito degli eventi di pioggia
intensi del gennaio 2014 si è
verificato un dissesto nella zona
boscata in loc. Buongiorno nella
frazione di Vallecchia. La situazione
del versante si è poi aggravata nel
mese di luglio
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GENTE VENETA
www.genteveneta.it
25/11/2014
argomento
Citazioni Università
e/o professori
http://www.genteveneta.it/public/appuntamento.php?id=3875
A Venezia la presentazione del libro "Genesi e big bang. Parallele convergenti"
*Segue il testo in originale
- 19/30 -
Appuntamento : A Venezia la presentazione del libro "Genesi e big bang. Parallele convergenti"
27/11/14 15.37
GENTE VENETA | APPUNTAMENTO
Martedi, 25 Novembre 2014
A Venezia la presentazione del libro "Genesi e big bang.
Parallele convergenti"
sezione "Scienza e fede" dello Studium cattolico veneziano organizza la presentazione del libro di Piero
L aBenvenuti
(Università di Padova) e Filippo Serafini (Pontificia Università della Santa Croce di Roma)
"Genesi e big bang. Parallele convergenti" che affianca, nello stesso testo e con un linguaggio accessibile e
coinvolgente, due narrazioni dell'origine dell'universo: quella biblica e quella che proviene dalla scienza
moderna. L'appuntamento è fissato per martedì 25 novembre, alle ore 17.30, presso la Sala Sant'Apollonia a
Venezia: insieme ai due autori interverranno Simone Morandini (Facoltà Teologica del Triveneto), Daniele
Spero e Francesco Berengo (Studium cattolico veneziano).
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Riccardo
Lunedi, 27 Ottobre 2014 | 20:50
Dite bene, un numero esagerato ed esasperante di referendum sempre sulla stassa questione. Si mette …
LuciaVeccia
Lunedi, 20 Ottobre 2014 | 09:21
Complimenti per l'idea e la tenacia! …
marta maria.B
Mercoledi, 15 Ottobre 2014 | 21:17
ho letto solo ora 14.10.2014...: grazie suore, voi siete una grande testimonianza di generosità e donazione. …
renato sfriso
Lunedi, 29 Settembre 2014 | 19:45
E' commovente oltre che interessante questa testimonianza. La Madonna continui a vegliare su questa …
Tutti i commenti »
Articolo pubblicato su Gente Veneta
Copyright 2014 © CID SRL P.Iva 02341300271
http://www.genteveneta.it/public/appuntamento.php?id=3875
http://www.genteveneta.it/public/appuntamento.php?id=3875
Pagina 1 di 2
ETV
www.etv.err.ee
argomento
Interviste
http://etv.err.ee/l/kultuurisaated/ajalik_ja_ajatu
Ajalik ja ajatu: Peetruse linn ja Maarja maa
*Segue il testo in originale
- 21/30 -
01/11/2014
(/)
F
Ajalik ja ajatu: Peetruse linn ja Maarja maa, 9
1.11.2014 12:00
Saatesari: Ajalik ja ajatu (http://etv.err.ee/l/kultuurisaated/ajalik_ja_ajatu)
1540. aastal rajas Ignatius Loyola Jesuiitide ordu ehk Jeesuse Seltsi.
Mungaordu eesmärgiks oli katoliku usu uuendamine, ulatuslik misjon ja
hariduse edendamine. Tänapäeval on Roomas seitse Paavstlikku ülikooli, kaks
Atheneumi ja 11 Paavstlikku instituuti.
Need töötavad dialoogis teaduse ja teadlastega, usklike ning mitteusklikega. Saates
Rooma Püha Risti Ülikooli professor teadusfilosoof Juan José Sanguineti, preester
Edmundo Javier de la Vega, katoliiklane Marge-Marie Paas ja teoloog Arne Hiob.
Režissöör Aile Ellmann, operaator Felix Grossmann, helirežissöör Enn Laidre,
toimetaja Katrin Seppel.
Soovita
Jaga Ole oma sõpradest esimene, kes seda
soovitab.
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Defunti: don Maspero, nella morte incontriamo la vita
Nel pomeriggio alle 18.00 il Papa presiede alle Grotte Vaticane un momento di preghiera per i Sommi
Pontefici defunti. E, nel giorno in cui si commemorano tutti i defunti, sono tanti, credenti e non
credenti, a recarsi nei cimiteri per sostare sulle tombe dei propri cari. Ma oggi la morte, forse tante
volte anche in ambito ecclesiale, nelle omelie, viene sottaciuta, omessa, quasi ad esorcizzarla.
Federico Piana ne ha parlato con don Giulio Maspero, docente di Teologia alla Pontificia Università
della Santa Croce:
0:00
R. - E’ proprio vero questo ed è anche - in un certo senso - naturale: perché fa paura, perché viviamo
nell’illusione che la morte non ci sia. Però, poi la morte c’è! E’ bello vedere - secondo me - come in
alcuni libri per bambini si parla di morte, perché i bambini che sono così vicini alla sorgente della
vita, sono in qualche modo più capaci di reggere il tema. Penso che sia importante imparare da loro:
non avere paura di guardare quello che in fondo è una nascita. Sappiamo che nasciamo alla vita, anche
nel caso dei martiri o dei santi il momento della morte si chiama Dies Natalis, il giorno della nascita al
cielo, quando saremo cioè in quella vita che è per sempre.
D. - Don Giulio, che rapporto dobbiamo avere con i nostri defunti?
R. - Per me la morte ha cambiato faccia - potremmo dire - quando è morto mio padre: in un certo
senso il bene che ci siamo voluti e proprio anche il sentirlo vicino è così intenso che, da quando è
successo, la morte è come se fosse abitata da qualcuno. Io sono sicuro che al di là della morte mi
aspetta mio padre e quindi mi fa meno paura. Penso che questo sia ciò che ha fatto Cristo con noi: Dio
stesso si mette nella morte per renderci la morte - in un certo senso - un’occasione per incontrare la
vita. Dobbiamo pregare e parlare con i defunti. Io penso che sia molto importante questo piccolo
consiglio: parlare con i defunti, rivolgersi a loro, pregare quando andiamo al cimitero e pregare anche
tutti i giorni… Basta un “Eterno riposo”. Sapere che i defunti che sono in cielo pregano per noi e per
quelli che sono in Purgatorio noi preghiamo per loro, ma anche loro ci aiutano, intercedono per noi.
Quindi è un continuare ad aiutarci a volerci bene.
Vatican Radio ­ All the contents on this site are copyrighted ©.
13/11/2014
Dio è comunicazione per eccellenza | ZENIT - Il mondo visto da Roma
Il mondo visto da Roma
http://www.zenit.org/it/articles/dio-e-comunicazione-per-eccellenza
Dio è comunicazione per eccellenza
Intervista a Elisabetta Lo Iacono e Giovanni Tridente, autori del libro
dedicato a Giuseppe De Carli che verrà presentato il 20 novembre al
Seraphicum, durante la cerimonia del "Premio De Carli"
Roma, 13 Novembre 2014 (Zenit.org) Nicola Rosetti | 86 hits
Giovedì 20 novembre alle 16.30 presso la Pontificia Facoltà Teologica San Bonaventura – Seraphicum
avverrà la cerimonia di premiazione del “Premio De Carli”, promosso dall’Associazione Culturale
Giuseppe De Carli per l’informazione religiosa. Nell’ambito della manifestazione, verrà presentato il
volume “Dio è comunicazione per eccellenza. Giuseppe De Carli professionista a servizio della verità”,
edito dalle Edizioni Santa Croce.
Per conoscere meglio l’associazione, il premio e il libro, abbiamo intervistato Elisabetta Lo Iacono,
presidente dell’associazione e docente di "Mass media" presso la Pontificia Facoltà Teologica San
Bonaventura Seraphicum, e Giovanni Tridente, professore incaricato di “Etica Informativa” ed “Analisi e
Pratica dell’informazione” presso la Facoltà di Comunicazione Istituzionale della Pontificia Università
della Santa Croce, che hanno curato il volume presentato.
***
Dott.ssa Lo Iacono, come é nata l’Associazione Culturale Giuseppe De Carli e il premio ad essa
collegato?
L’associazione è nata nel gennaio del 2012 con lo scopo di ricordare la grande figura umana e
professionale di Giuseppe De Carli, ma anche con la volontà di fare tesoro dei suoi insegnamenti e, in
particolare, di tenere viva questa eredità soprattutto a favore dei più giovani verso i quali indirizzava
sempre la sua attenzione e fiducia, atteggiamento non così comune nell’ambiente giornalistico.
Valutando le iniziative da promuovere per il perseguimento di questi obiettivi, abbiamo pensato
all’opportunità di creare un Premio che mettesse in luce quei lavori, nell’ambito dell’informazione
religiosa, realizzati secondo quella professionalità e sensibilità che caratterizzavano l’operato di De Carli.
Quest’anno, peraltro, abbiamo ampliato il numero dei premiati, un modo per portare alla ribalta un
maggior numero di lavori: i primi tre delle categorie testi scritti, filmati e giovani.
La cerimonia di premiazione, inoltre, rappresenta anche un’occasione di dibattito e riflessione su questo
particolare ambito dell’informazione, attraverso il coinvolgimento di personalità del mondo ecclesiastico
e del giornalismo, per creare un terreno di confronto utile a un crescente dialogo e collaborazione ai fini
di un’adeguata comprensione e trasmissione degli eventi ecclesiali che, come ci ricorda papa Francesco,
necessitano di una particolare ermeneutica.
Può presentare ai nostri lettori il volume “Dio è comunicazione per eccellenza”?
http://www.zenit.org/it/articles/dio-e-comunicazione-per-eccellenza
1/2
FAMILLE CHRÈTIENNE
www.famillechretienne.fr
18/11/2014
argomento
Interviste
http://www.famillechretienne.fr/croire/pape-et-vatican/tout-ce-qu-il-faut-savoir-sur-le-synode-de-la-famille-151944
«La vérité ne se réduit pas à des formules, mais elle est contenue dans les formules»
*Segue il testo in originale
- 25/30 -
Si nous voulons changer la culture des médias, nous devons d’abord changer la culture
Les médias s’intéressent surtout à ce qui est écrit dans les textes du Magistère. N’ont­ils pas une part de
responsabilité dans le rejet du vocabulaire utilisé par l’Église ?
Les médias reflètent la culture dominante, c’est­à­dire une culture hypersexualisée. Si nous voulons changer la
culture des médias, nous devons d’abord changer les familles, changer les personnes, changer la culture. Pour
présenter la vérité de l’Évangile, il faut la présenter de façon à ce que les personnes se sentent attirées, car tout le
monde cherche la beauté et la vérité. Prenons exemple sur saint Jean­Paul II. Devant le problème de
compréhension créée par l’encyclique Humanae vitae, il a développé ses catéchèses sur la théologie du corps et
fondé l’Institut de la famille Jean­Paul II à travers le monde. Il n’a pas dissimulé le message de Paul VI, il l’a
magnifié.
Est­il possible de modifier le langage de l’Eglise sur la famille sans diminuer la portée/la force de son
enseignement ? Ne risque­t­on pas de tomber dans un certain relativisme ?
C’est un risque, parce qu’aujourd’hui les paroles ne signifient pas la réalité pour beaucoup de personnes. Or, les
paroles ont des conséquences. Si les paroles ne signifient rien, elles n’ont pas de conséquences. Par exemple,
quand je dis « je promets », je ne dis pas seulement une chose, mais je fais une chose. Quand les paroles se
réfèrent à une action humaine, elles permettent de régler les relations humaines.
L’Eglise doit­elle adapter ses méthodes de communication aux nouvelles technologies et aux mass
medias ?
Elle doit les utiliser mais avec intelligence et professionnalisme, et spécialement dans les domaines de la
littérature, du cinéma, de la culture… L’Église doit rallumer l’espérance chez les personnes ! Pour cela, il faut
former les pasteurs et les fidèles qui s’occupent de la pastorale familiale.
Antoine Pasquier
Yago de la Cierva, experto en gestión de crisis
La Iglesia, bajo el foco: «Los fieles no toleran
que no se actúe inmediatamente para atajar
el mal»
Actualizado 29 noviembre 2014 ­ 9:27
Carmelo López­Arias / ReL
El Papa, sobre los presuntos abusos en
Granada: «No debemos esconder la verdad»
El arzobispo de Granada pide perdón por «los
escándalos» postrándose ante el altar de la
catedral
El cardenal Sebastián, al volver del Sínodo:
«En ningún momento ha habido blandura
doctrinal»
«Levantar al caído y animarlo a retomar el
camino»: propuesta del Papa en su discurso
del Sínodo
La archidiócesis de Granada se ha visto en las últimas fechas en el ojo del huracán a raíz
del caso de los supuestos abusos sexuales por los que han sido detenidos tres sacerdotes y un
laico. Gestos como el del arzobispo Javier Martínez postrándose ante el altar de la catedral
para pedir perdón, o la rapidez de su primer comunicado en cuanto saltó el caso a los medios,
muestran que algo está cambiando en la Iglesia en la gestión de este tipo de crisis que la sitúan
bajo los focos.
Yago de la Cierva es uno de los grandes expertos españoles en ese ámbito. Fue director
ejecutivo de la JMJ de Madrid 2011 y es profesor de Comunicación Preventiva y Gestión de
Crisis en la Pontificia Universidad de la Santa Cruz de Roma. Acaba de publicar La Iglesia,
casa de cristal. Propuestas y experiencias de comunicación durante crisis y