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non di
solo
PANE
Sussidio di preghiera per la famiglia
Tempo di
Natale
Domenica 28 Dicembre 2014
anno XIV n. 690
E’ venuta la vera luce
Offerta della giornata
“Pregare,
forse il
discorso
più urgente”
Sussidio
di preghiera
per la famiglia
Sito di Non di Solo Pane:
www.latracciameditazioni.it
Dicembre 2014 - Gennaio 2015
Offerta quotidiana
Cuore divino di Gesù,
io ti offro per mezzo
del Cuore Immacolato di Maria,
Madre della Chiesa,
in unione al Sacrificio eucaristico,
le preghiere, le azioni,
le gioie e le sofferenze
di questo giorno,
in riparazione dei peccati,
per la salvezza di tutti gli uomini,
nella grazia dello Spirito Santo,
a gloria del divin Padre.
Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa,
prego specialmente per le intenzioni che il Santo
Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli
in questo mese
Intenzione del Santo Padre
• Perché gli appartenenti alle diverse tradizioni religiose e tutti gli uomini di buona volontà collaborino
nella promozione della pace.
Intenzione missionaria
Perché questo anno dedicato alla Vita consacrata i
religiosi e le religiose ritrovino la gioia della sequela di
Cristo e si adoperino con zelo al servizio dei poveri.
Intenzione dei vescovi
Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata. Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le azioni, le gioie e le sofferenze in unione
con il Cuore del tuo Figlio Gesù Cristo che continua ad offrirsi a te nell’Eucaristia per la salvezza del mondo. Lo Spirito Santo che ha guidato
Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi affinché io possa essere testimone del tuo amore.
• perché coloro che hanno ricevuto il Battesimo, ma
non ne vivono le esigenze le esigenze, scoprano la gioia della fede.
Intenzione del Vescovo di Brescia
Mons. Luciano Monari
Perché i credenti crescano nella fede, nella speranza e
nell'amore e siano veri testimoni di Cristo nel mondo.
Non di solo pane ­ Numero 691 ­ Tempo di Natale ­ pagina 2
Tempo di Natale
Il nuovo anno ci sta davanti come un libro non ancora
scritto. Cerchiamo di scrivere sulla pagina d’ogni giorno
cose che alla fine dell’anno rileggeremo con gioia e non
con rammarico.
Domenica
4
Gennaio
II Settimana
del Salterio
Il santo del Giorno: S. Elisabetta Anna Bayley
Originaria di New York,
figlia di un medico, Elisa­
betta Anna Bayley Seton, è
nota per aver fondato le
«Suore delle carità di san
Giuseppe», Congregazione
religiosa molto diffusa ne­
gli Stati Uniti. Nata il 28
agosto 1774, era di confes­
sione episcopaliana ma
dopo la morte del marito da
cui aveva avuto 5 figli si
convertì al cattolicesimo.
Le Sister of charity come
vengono chiamate negli
Stati Uniti, rappresentarono
la prima Congregazione
femminile americana. Furo­
no costituite il 1 giugno
1809 e la futura santa ne fu
Superiora generale per quasi
un decennio dedicandosi con
grande impegno al servizio
dei poveri e dei sofferenti.
Parallelamente s'impegnò
con grande dedizione alle
scuole parrocchiali. L'Ordi­
ne crebbe rapidamente e il
17 gennaio 19812 ottenne
l'autorizzazione a seguire,
come regola, quello delle
suore di san Vincenzo De'
Paoli. Elisabetta Anna Ba­
yley vedova Seton morì il 4
gennaio 1821 a 46 anni.
Beatificata nel 1963 da
Papa Giovanni XXIII, fu
canonizzata il 14 settembre
1975 da Paolo VI.
Brano Evangelico: Gv 1,1­18: E il Verbo si fece Carne
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli
era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui
nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli
uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Veniva
nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il
mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i
quali, non da sangue né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio
sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che
viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.
E’ venuta la luce vera
Il Vangelo di Giovanni è un inno sublime all'amore di Dio, e anche la
descrizione di una realtà storica, che è la presenza di Gesù-Dio tra
gli uomini. Anche se «Dio, nessuno lo ha mai visto», noi sappiamo
che al principio di tutte le cose c'è Dio, Creatore, Salvatore e Santificatore. «Tutto è stato fatto» per mezzo del Verbo di Dio e «la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo». Se la storia non è
ancora finita, «le te­nebre stanno diradandosi e già appare la luce
vera» (1Gv 2,8).
Non di solo pane ­ Numero 691 ­ pagina 3
meditazione
Per “spiegarsi” meglio...
Preghiamo la Parola
Meditazione di don Luciano Vitton Mea
Porre la tua tenda
La liturgia quest’oggi ci presenta una delle pagine più dense e
significative dell’intero Evangelo, il prologo di San Giovanni.
Quella che a tutti gli effetti ci sempre una vera e propria prefazio­
ne al Quarto Vangelo con molta probabilità è stata scritta da San
Giovanni come suggello al suo itinerario di fede, una sorta di
sintesi dove vuole raccontare alla sua comunità, e quindi anche a
noi, la sua esperienza prima e la sua riflessione dopo del cammi­
no fatto con Gesù. Questi diciotto versetti sono la chiave di lettu­
ra dell’intera teologia giovannea, un concentrato meraviglioso
dove ci viene rivelato il volto di Gesù, cosa effettivamente Lui ha
fatto per ciascuno di noi e per l’intera umanità; una chiave di
volta per capire veramente quello che è successo ma soprattutto
per lasciare nascere Cristo in noi, perché il suo mistero diventi
carne e ponga la sua tenda nel nostro cuore e in quello di ogni
uomo. Giovanni con un linguaggio di per se non facile ci raccon­
ta, al pari di Matteo e Luca, come è andata, quello che effettiva­
mente è successo. Quel bambinello che i pastori hanno contem­
plato adagiato in una mangiatoia, quel Dio che i magi hanno tan­
to cercato, quel Dio che tutti vorremmo vedere è Parola. Tutto
sembra tornare ai primordi, le lancette della storia ritornano
all’istante in cui la Parola di Dio tutto ha creato, ha diviso la luce
della tenebre, a riempito il nulla con l’esistenza. Nel caos Dio
vuole che le cose siano, nel caos della nostra storia e della nostra
esistenza Dio è l’unico che vuole che le cose siano. Giovanni, in
sostanza, ci dice che a un certo punto questa Parola si è fatta car­
ne, ha in Gesù un volto ben preciso, una voce chiara e definitiva;
e questo avviene perché Dio vuole “spiegarsi meglio”, vuole vin­
cere la nostra sordità, illuminare definitivamente le tenebre del
male e della cattiveria. La forza e la luce di questa Parola fatta
carne, continua San Giovanni, non è stata assorbita dalle tenebre,
l’oscurità nulla può contro la voce di Dio che separa il bene dal
male. E la storia, che è maestra, ce lo insegna: se ad Auschwitz
l’uomo rimane tale nonostante le tenebre, se un piccolo frate,
fragile ed indifeso, ha il coraggio di prendere il posto di un padre
di famiglia nella cella della morte, se un pastore evangelico, co­
me Bonhoeffer, scrive prima di essere impiccato “che non biso­
gna opporsi all’odio se vogliamo che esso si esaurisca in se stes­
so” significa che le tenebre non l’hanno vinta.
“E il Verbo si fece carne”. La Parola diventa uomo per “spiegarsi
meglio”, per farci capire che la sua luce sarà sempre lampada che
illumina i passi dell’uomo che vaga nella penombra della sera per
portare la fioca luce dell’amore; una luce debole e flebile ma che
è in grado di sconfiggere il male e la cattiveria.
Ti ringraziamo Signore Gesù.
Ti celebriamo e di lodiamo
per la tua presenza in noi,
nel profondo di noi,
Là dove
tu solo puoi “porre la tua tenda”,
abitare in noi così come siamo.
Signore, noi non saremo mai
degni di ciò, ma tu aiutaci
a liberare il nostro cuore
per “farti posto”
e accoglierti con tutto l’amore
Che ci è possibile.
Emmanuele, Dio con noi!
Agisci
Chiedo al Signore il do­
no della pace nel mio
cuore e in quello di chi
mi sta accanto. Oggi, di
fronte alle difficoltà e nelle incom­
prensioni con gli altri, scelgo di es­
sere una persona di pace nelle in­
tenzioni, nelle parole, nelle azioni.
Non di solo pane ­ Numero 691 ­ Tempo di Natale ­ pagina 4
M e d i ta z i o ni
Dai discorsi del Beato
Paolo VI
na t a li zi e
Una nuova vita, una nuova
natura, una nascita che conso­
la ogni mortale. L'infanzia
d'un secolo eterno s'inaugura
questa notte; e dovunque l'an­
nu nc io
perviene,
è
l'«evangelo» che arriva, e apre
a chi ha fede nel Dio vivo nel
taber­nacolo della carne del
fanciullo Gesù; a chi ha il so­
gno, povero pietoso sogno
d'un'alba di vita ignota e no­
vella; a tutti l'invito ad inter­
pretare la natura come un sa­
cramento, la vita come un se­
greto celeste, l'infanzia come
un'immagine divina. L'Incar­
L'Incarnazione di Dio
nazione di Dio è il mistero
latente in questa notte della
Nel tenue palpito della canzone,
tutta sembra viva e tranquil­
che non so se vicina, o lontana,
la. Respira, e l'alito è canzo­
mi par di sorprendere il linguag­
ne idilliaca. Ma come mai
gio delle cose fra loro; bisbiglio
tanta poesia e tanta pace è
sommesso, che, appena si conce­
entrata nel mondo? Donde
de all'aria notturna, diventa gen­
questo
tile cadenza; e cresce, senza
quest'Amore: donde la Pace
sforzo e sicuro, fino a pervadere
sovrana? Un brivido di gio­
il cielo, e poi ne ritorna, con e­
ia corre per le vene della
guale motivo, ma infinitamente
natura, e qualche cosa si de­
più dolce e profondo, come una
sta in lei. Qualcuno nasce in
risposta amica delle stelle. La
lei che le dà di rinascere. La
natura respira, questa notte, e
vita, si celebra questa notte.
Spirito,
donde
meraviglia. Il progresso con­
cettuale dei Vangeli delle tre
Messe di Natale mi porta que­
sta meditazione, a questa rive­
lazione.
O cuore mio, ecco la prima
tappa del tuo spirituale cam­
mino. Tu qua sei arrivato.
Dalla preghiera angosciata e
solitaria della prima domenica
d'Avvento, a questa confiden­
za, a questa intimità, a questa
compagnia sei arrivato.
Non di solo pane ­ Numero 691 ­ Tempo di Natale ­ pagina 5
Tempo di Natale
“Io so che Dio non mi dà nulla che non possa
gestire. Spero solo che non si fidi troppo di me.”
Lunedì
5
Gennaio
II Settimana
del Salterio
(Madre Teresa)
Il Santo del giorno: Sant’Amata
Palladio (morto prima
del 431) narra di aver
visto ad Antinoe in Egitto
dodici monasteri femminili e di avervi incontrato
parecchie religiose di
eccezionale virtù. Tra
esse ricorda Amata o Amma Talida, abbadessa di
uno di quei monasteri,
quando era ormai ottantenne, circondata dall'affetto e dalla venerazione
di sessanta monache,
che le ubbidivano con
animo veramente filiale. Di lei Palladio sottolinea in particolare
l'eccezionale castità
conservata illibatissima per così lunghi anni
e diventata in lei come
una seconda natura, al
punto da consentirle di
trattare con serena
familiarità
persone
d'altro sesso. Nei cataloghi del De Natalibus, del Canisio e del
Ferrari, come negli
Acta Sanctorum, è
ricordata col titolo di
santa al 5 gennaio; la
sua memoria manca
invece nel Martirologio romano.
Brano Evangelico: Gv 1,43­51
In quel tempo, Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!».
Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro.
Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto
Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli
disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e ve­
di». Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero
un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli
rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero
di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!».
Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi?
Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedre­
te il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».
Vedrai cose più grandi di queste
Alla fine del suo Vangelo, Giovanni afferma «che il mondo stesso non
basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere» (Gv 21,25) su tut­
to ciò che ha compiuto Gesù. E nella sua Prima Lettera lo stesso Evan­
gelista ci insegna che in qualche modo possiamo vedere Dio quando a­
miamo i nostri fratelli: «Siamo passati dalla morte alla vita, perché a­
miamo i fratelli». Anche se il nostro cuore è piccolo «Dio è più grande
del nostro cuore e conosce ogni cosa». L'Amore fa grandi cose!
Non di solo pane ­ Numero 690 ­ Tempo di Natale ­ pagina 6
meditazione
L’incontro col Messia
Preghiamo la Parola
A cura di don Fabio Marini
L'incontro col Messia è contagioso: l'evangelista
Padre, tu mi ami:
Giovanni parla della chiamata dei discepoli co-
tu sai ciò che fai,
me di un dialogo fra amici, fra conoscenti. Chi
fa esperienza di Cristo non può tacere, non può
più farne a meno, sente dentro di sé il desiderio impellente di raccontare, di dire, di dare.
Anche Natanaele/Bartolomeo viene coinvolto.
Conosce la Scrittura, Bartolomeo, lo troviamo
tu hai esperienza
e non sbagli i colpi...
Tu sei l'artista;
io sono la pietra da scolpire,
tocca a te fissarmi
nella tua forma.
Le prove sono un sacramento
seduto sotto un fico, l'albero alla cui ombra ri-
della tua volontà:
flettevano i rabbini, conosce bene la Parola:
fa' che io non renda inutili
Nazareth non viene mai citata nella migliaia di
questi tuoi gesti,
pagine che descrivono tutti gli angoli più remoti
con le mie impazienze.
della terra di Israele. È un conoscitore della
Amen
Bibbia ma la sua lingua è tagliente e il suo giudizio impietoso. Ma non è feroce come appare:
è amico di Filippo, il cui nome evoca un'origine
meticcia, non deve essere un esaltato tradizionalista come i farisei. Bartolomeo ha un cattivo
carattere, si sente. Ma appena Gesù, di quel
suo carattere irruento, sottolinea il positivo:
Agisci
che almeno si sa sempre cosa pensa... egli si
scioglie! È stupito, Bartolomeo: mai nessuno gli
Gesù, il tuo sguardo
aveva fatto un complimento del genere! E pro-
si posa su ognuno di
fessa, esagerando, la sua fede. Ricordiamoci
noi e ci cambia... Fa'
sempre che l'annuncio passa attraverso la rela-
che anche io possa
guardare i miei fratelli con a-
zione positiva fra le persone…
more, affinché anche attraverso i miei occhi possano incon-
di P.C.
trarti e trovare la gioia.
Non di solo pane ­ Numero 690 ­ Tempo di Natale ­ pagina 7
Martedì
6
Gennaio
Tempo di Natale
“Non tutti possiamo fare grandi cose, ma possiamo
fare piccole cose con grandeamore.”
II Settimana
del Salterio
(Madre Teresa)
Il Santo del giorno: Epifania del Signore
L'origine orientale di
questa solennità è nel
suo stesso nome:
"epifania", cioè rive­
lazione, manifesta­
zione; i latini usava­
no la denominazione
"festivitas declaratio­
nis" o "apparitio", col
prevalente significato
di rivelazione della
divinità di Cristo al
mondo pagano attra­
verso l'adorazione
dei magi, ai Giudei
col battesimo nelle
acque del Giordano e
ai discepoli col mira­
colo alle nozze di Ca­
na.
So lennit à
dell’Epifania del Si­
gnore, nella quale si
venera la triplice ma­
nifestazione del gran­
de Dio e Signore no­
stro Gesù Cristo: a
Bet le mme,
Gesù
bambino fu adorato
Brano Evangelico: Mt 2, 1­12
per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
dai magi; nel Giorda­
no, battezzato da Gio­
vanni, fu unto dallo
Spirito Santo e chia­
mato Figlio da Dio
Padre; a Cana di Gali­
lea, alla festa di noz­
ze, mutando l’acqua
in vino nuovo, mani­
festò la sua gloria.
[…] Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esat­
tezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo:
«Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato,
fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partiro­
no. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse
e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, pro­
varono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria
sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli of­
frirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Ero­
de, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
Vedrete il Bambino con Maria
«Quanto grande è la fede dei Magi! Quanto sono sicuri della luce che
lo Spirito del Signore ha acceso nei loro cuori! Con quanta tenacia la
seguono. Con quanta coerenza cercano il neonato Messia. E quando
finalmente hanno raggiunto la me­ta "provarono una grandissima gioia.
Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi
lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, in­
censo e mirra" (Mt 2,10-11)» (Giovanni Paolo II).
Non di solo pane ­ Numero 690 ­ Tempo di Natale ­ pagina 8
meditazione
Una dimensione straniera
Preghiamo la Parola
di don Luciano Vitton Mea
Oggi, sul muschio ancora fresco del nostro presepio, mettiamo tre nuovi personaggi: sono i
saggi Magi che dal lontano oriente sono venuti
fino a Betlemme per rendere omaggio al re dei
Giudei. I doni che portano, i vestiti sgargianti
che indossano sono molto diversi da quelli dei
pastori; ma c’è qualcosa che li accumuna, un
filo sottilissimo che lega i poveri guardiani di
pecore e i sapienti arrivati da lontano. Cosa?
Una porta aperta, un uscio socchiuso, la salvezza di Dio che da un lato raggiunge tutti i poveri
di Javè, gli esclusi, i malati, i peccatori e le pecore sperdute del popolo d’Israele; dall’altro
lato però questa salvezza va oltre i confini della
terra promessa, si irradia verso nuovi orizzonti,
raggiunge tutti i popoli, ogni singolo uomo.
Il bimbo Gesù viene sempre rappresentato con
le braccia aperte, pronto a ricevere tutti coloro
che accorrono all’umiltà del presepe, che desiderano salvarsi, che hanno capito che il Dio lontano si è fatto “prossimo”, si è incarnato, è diventato il Dio bambino, una presenza che cammina al nostro fianco, che redime ogni Calvario
umano. Ma i tre magi ci ricordano anche che
c’è e permane in noi una dimensione
“straniera”, pagana; il Dio cristiano è si vicino
ma rimane comunque inafferrabile, richiede
una continua ricerca, uno stato di perenne conversione. La strada, la ricerca, lo scrutare il
cielo, l’uscio socchiuso di una stalla diventano
il presupposto dell’epifania di Dio che vuole incontrare il ramingo che giace nel cuore di ogni
uomo.
Stanco sulla lunga strada
e la sete mi opprime
sotto il solleone;
quando mi punge
la nostalgia di sera
e lo spettro della notte
copre la mia vita,
bramo la tua voce, o Dio,
sospiro la tua mano
sulle spalle.
Fatico a camminare
per il peso del cuore
carico dei doni che
non ti ho donati.
Mi rassicuri la tua
mano nella notte,
la voglio riempire
di carezze,
tenerla stretta:
i palpiti del tuo cuore
segnino i ritmi del mio
pellegrinaggio.
Amen
Agisci
Qual è il dono che oggi
posso lasciare davanti a
Gesù bambino? Potreb­be
essere un atto d'amore ma anche una
preoccupa­zione o il mio egoismo...
potrei donarli a lui perché li trasformi.
Rifletto su questo.
Non di solo pane ­ Numero 691 ­ pagina 9
M e d i ta z i o ni
L’Epifania
Dai discorsi del Beato
Paolo VI
Davanti a Cristo, i Gentili. Questi
Pagani Fedeli sono i primi a
rappresenta­re l'ampiezza del regno
di Dio.
«Riconosciamo nei magi adoratori
di Cristo le primi­zie della nostra
vocazione e della nostra fede, e con
anima esultante celebriamo il primo
aprirsi della beata speran­za. Da
allora abbiamo cominciato a entrare
nella eterna eredità; da allora si
svelarono davanti a noi quegli arca­
ni delle Scritture che parlavan di
Cristo, e la verità irraggiò il suo
lume su tutte le nazioni» (S. Leone
Magno)'. Davanti a Cristo, i Sa­
pienti.
Questi Savi, Astrologi delle Stelle e
Ricercatori di mi­steri sacri e uma­
ni, sono i primi a mostrare l'armo­
nia tra il sapere dell'intelligenza
nostra e dell'Intelligenza divi­
na, della scienza e della fede.
Cercano le stelle e vi scoprono
la vocazione a Cristo; guarda­
no il cielo e vedono i segni di
Dio; studiano la natura e pene­
trano nella Soprannatura.
Gli eletti del Popolo sacro non
si giovano delle Scrit­ture che
conoscono; i reietti del popolo
disperso ne sco­prono il signi­
ficato con l'umiltà della loro
ricerca.
«Stella di nuova chiarezza ap­
parve in Oriente ai Magi, che,
degli altri astri più luminosa e
più bella, subito a sé attraeva
animi e sguardo. I tre perso­
naggi seguono la gui­da del
superno lume, e accompagnan­
do con fisa contem­plazione la
na t a li zi e
traccia del raggio che li prece­
de, sono condotti alla conoscen­
za della verità mediante la luce
della grazia [...1 Già quindi la
parola profetica passava ad i­
struire le genti, e cuori di popoli
forestieri venivano a conoscere
l'annunciato da oracoli antichi:
Cristo; mentre l'infedeltà dei
Giudei nella parola professava
la verità, e nel cuore mentiva»'.
Davanti a Cristo, chi Lui cerca.
Davanti a Cristo, chi Egli cerca.
Mistero della fede: ricerca no­
stra e vocazione di Dio; dedi­
zione nostra e dono di Dio. Tut­
ta nostra la fede; tutta sua. No­
stra nell'accettazione e nell'e­
spressione, sua nell'ispirazione
e nella certezza. Nostra nell'os­
servazione empirica del suo
miracoloso linguaggio, sua nel
significa­to dei fatti prodigiosi
in cui si palesa. «Sorprende i
magi abitatori del lontano O­
riente una stella fra tutte più
splendida, ed essi, non ignari
nel mi­rar tali cose, comprendo­
no la grandezza del significato
della chiarezza della mirabile
luce; ed era indubbiamente l'i­
spirazione divina che produceva
questo nei loro cuoriaffinchè
non rimanesse celato il mistero
di sì grande visio­ne, e ciò che
era insolito agli occhi non rima­
nesse oscuro alle menti» (ibid.).
Non di solo pane ­ Numero 690 ­ Tempo di Natale ­ pagina 10
Tempo di Natale
“Non è tanto quello che facciamo, ma
quanto amore mettiamo nel farlo. Non è
tanto quello che diamo, ma
quando amore mettiamo nel dare.”
(Madre Teresa)
Mercoledì
7
Dicembre
II Settimana
del Salterio
Il Santo del giorno: San Luciano di Antiochia
Prete dotto e discusso, morì
martire a Nicomedia il 7
gennaio 312, durante la per­
secuzione di Massimino.
Esplicò in tutto l'Oriente,
con fulcro ad Antiochia, la
sua opera esegetica rivelan­
do in ciò una estrema e tor­
mentata esigenza di preci­
sione per i testi della tradi­
zione. La sua «Recensione
lucianica» dell'Antico e del
Nuovo Testamento era di­
ventata dalla fine del IV
secolo in avanti il testo usu­
ale di un gran numero di
Brano Evangelico: Mt 4,12
Chiese. Nel 330 l'impera­
tore Costantino fondò
Elenopoli. Qui vi si ono­
rava e continuò a onorar­
si nel tempo il corpo del
martire San Luciano.
Fantasia vuole che per il
trasferimento delle reli­
quie di Luciano da Nico­
media a Elenopoli, la
provvidenza si sia servi­
ta, via mare, di un delfino
miracoloso. Quello che è
più certo è che Costanti­
no, poco prima di morire,
fu battezzato nel 337 dal
vescovo Eusebio nei pressi
della tomba di Luciano.
Questo Santo, testimone
sofferente nella ricerca di
Dio, attestò con la presenza
della
mem oria
la
«conversione» di un impe­
ro: soltanto a vicenda terre­
na pressoché conclusa,
l'imperatore Costantino
suggellò la nuova fede ve­
nerando la madre Elena e
assumendo per testimone
san Luciano.
il regno dei cieli è vicino
In quel tempo, quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò
nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare,
nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato det­
to per mezzo del profeta Isaìa: «Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via
del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle
tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di
morte una luce è sorta». Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire:
«Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Gesù percorreva tutta la Ga­
lilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e
guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si dif­
fuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie
malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi
folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme,
dalla Giudea e da oltre il Giordano.
Il regno dei cieli è vicino
Seguendo il Vangelo di Matteo, noi, fortunati in modo diver­so dai sapienti
Magi, sappiamo che Gesù non lo troviamo più a Betlemme, o nella sua casa
di Nàzaret, o in quella di Cafàrnao, oppure a Gerusalemme, ma lo troviamo
nella conversio­ne del nostro cuore, e questo «per mezzo della sua risurrezio
­ne, tra i suoi santi e fedeli, provenienti sia dai giudei, sia dalle genti, riuniti
in un solo corpo che è la sua Chiesa» (Ignazio di Antiochia).
Non di solo pane ­ Numero 691 ­ pagina 11
meditazione
Il piccolo “sì”
A cura
Preghiamo la Parola
di Don Carlo Moro
Le feste del Natale sono finite e noi riprendiamo
le nostre attività abituali. I grandi eventi che abbiamo appena festeggiato hanno avuto tutti origine dal «sì» di Maria, dalla sua risposta all'arcangelo Gabriele, con la quale ha sposato, senza porre condizioni, il progetto di Dio su di lei. Pensando alle richieste semplici che il Signore fa a noi
tutti i giorni e alle piccole risposte di fedeltà che
siamo chiamati a dare, ci rendiamo conto di vivere in un'altra dimensione spirituale rispetto a Maria. Noi possiamo soltanto ammirare la grandezza
del suo «sì» e chiederle che anche su di noi possa
posarsi un raggio della sua celeste disponibilità
ad accogliere la volontà del Signore nella nostra
vita.
Ci è più vicina la dimensione di quei discepoli
che, oggi, mettono a disposizione di tutti i loro
cinque pani e i due pesci. Persone che sono semplicemente di buona volontà, come credo siamo
anche noi. Tuttavia, anche in questo caso il Signore ha operato un grande miracolo partendo
dal loro piccolo «sì» di disponibilità totale: hanno
offerto tutto quello che avevano. Il Signore si serve sempre dei nostri «sì» per fare delle cose
grandi. Prendiamo allora, oggi, un impegno: ogni
volta che facciamo una scelta di vita, piccola o
grande che sia, chiediamoci se abbiamo lasciato
al Signore lo spazio per «esserci», per illuminar­
ci, per agire in noi e attraverso di noi. Se abbiamo l'impressione che lui non sia minimamente
presente per realizzare cose grandi nel nostro
piccolo quotidiano, forse abbiamo tenuto troppo
stretti i nostri pani e i nostri pesci.
Liberami, o Signore,
dalla pigrizia che ho
e dalla paura che mi prende,
dal comodo compromesso
e dal facile disimpegno.
Aiutami, o Signore,
ad essere come non sono
e come vorresti che io fossi.
Non importa ciò che muore in me,
m'interessa ciò che nasce
insieme a te.
Aiutami, o Signore,
a prendere sul serio il tempo,
a rispettare la vita,
a conservare l'amore;
ho bisogno di te
per vivere come tu vuoi.
Donami, o Signore,
la tua forza per agire,
la costanza dell'impegno,
la gioia di una fede che cresce,
la speranza e l'abbandono fiducioso
al tuo amore.
Amen
Agisci
Come Gesù ci ha
insegnato, non chiu­
derò il mio cuore a
chi mi chiede aiuto, ma farò
quanto è nelle mie possibilità.
Non di solo pane ­ Numero 690 ­ Tempo di Natale ­ pagina 12
Tempo di Natale
“Se vogliamo che un messaggio d'amore sia udito,
spetta a noi lanciarlo. Se vogliamo che
una lampada continui ad ardere, spetta a
noi alimentarla ad olio.”
(Madre Teresa)
Giovedì
8
Gennaio
II Settimana
del Salterio
Il Santo del giorno: San Lorenzo Giustiniano
Di nobilissima fami­
glia, si diede ad una
vita ascetica dopo una
visione della Sapienza
Eterna. Entrò nella
Congregazione dei Ca­
nonici Secolari dell'i­
sola di San Giorgio, di
cui fu Superiore, conti­
nuando a dedicarsi alla
preghiera e alla con­
templazione ma anche
alla questua per le stra­
de. Vescovo di Ca­
stello, riformò con
zelo apostolico la
sua diocesi e, nomi­
nato prima patriarca
di Venezia seppe,
grazie anche alla sua
umiltà e santità, sa­
nare la frattura tra la
Chiesa e il potere
civile. Nei suoi
scritti, opere varie e
sermoni c'è l'idea
madre dell'Eterna Sa­
pienza, elemento do­
minante della sua mi­
stica. Essa, negli
scritti del periodo mo­
nacale, guida l'uomo
al vertice della perfe­
zione interiore e, de­
gli scritti successivi,
al vertice della vita
episcopale.
Brano Evangelico: Mc 6, 34­44 «Voi stessi date loro da mangiare».
In quel tempo, sceso dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché
erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Essendosi
ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai
tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano com­
prarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero:
«Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli
disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due
pesci». E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento
e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione,
spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra
tutti. Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto
restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.
Tutti mangiarono a sazietà
«Dio è amore» (1Gv 4,8) e come un buon Padre distribuisce il nutri­
mento del corpo e soprattutto quello più duraturo, nello Spirito. Lo ha
promesso nel Salmo 21: «I poveri mangeranno e saranno saziati». E lo
ha realizzato con la presenza del suo Fi­glio e con il Dono del suo Spi­
rito in mezzo a noi. Lo canta Maria nel Magnificat: il Signore «ha ri­
colmato di beni gli affamati», cioè quelli che non confidano nelle ric­
chezze e nella potenza degli uomini, ma nella potenza e ricchezza di
Dio.
Non di solo pane ­ Numero 691 ­ pagina 13
meditazione
Il poco che hanno
Preghiamo la Parola
A cura di don Carlo Moro
La logica del Natale che abbiamo appena celebrato, logica dell'accoglienza del volto inatteso di
Dio, ci spinge a cambiare completamente il nostro modo di vedere la vita. Fatichiamo a convertire la nostra vita alla luce del vangelo e corriamo
il rischio di stravolgere anche la più evidente della verità di fede pur di non dover cambiare la nostra mentalità. Natale, dicevamo, è Dio che chiede accoglienza, che si fa bimbo, innocuo, inerme,
fragile. E noi tutti, invece, continuiamo a cercare
un Dio potente, muscoloso, efficiente, miracolistico... Così i dodici, nel vangelo di oggi, sperimentano un altro paradosso cristiano: davanti alla folla affamata Gesù chiede loro di mettere a
disposizione il poco che hanno, invece di aspettarsi una soluzione ai problemi. Dio vuole salvare
Dammi, mio Dio, te stesso,
restituiscimi te stesso:
io ti amo, e se è poco,
fà che ti ami di più.
Non posso misurare,
così da saperlo,
quanto mi manca
dell'amore necessario
a gettare la mia vita
tra le tue braccia
e a non toglierla di là
finché non si nasconda
«nel segreto del tuo volto».
So soltanto questo:
che, all'infuori di te,
tutto è male per me,
e non solo ciò che è fuori di me,
ma anche ciò che è dentro,
e che ogni mia ricchezza,
che non sia il mio Dio,
è povertà.
il mondo attraverso di noi, con le nostre fragili
Amen
mani, riempiendo i nostri fragili cuori della sua
consolazione, affinché possiamo consolare coloro
che ci stanno vicini con la consolazione che ci
Agisci
proviene da Dio, come direbbe san Paolo. Invece
di passare il tempo a lamentarci delle cose che
non funzionano, delle ingiustizie che quotidiana-
Metto il mio cuore nel
mente si consumano, delle solitudini che ci sfio-
sacro cuore di Gesù
rano, rimbocchiamoci le maniche, mettiamo a
disposizione del Signore quel poco che siamo!
perché mi insegni ad
amare veramente lui,
me stesso, ogni creatura... Cercherò
di tradurre questo amore in un gesto concreto verso
Non di solo pane ­ Numero 690 ­ Tempo di Natale ­ pagina 14
M e d i ta z i o ni
Meditazioni natalizie
Dalla lettera a Dionieto
Nella bontà e nella mitezza
Colui che è veramente Signore e
creatore di ogni cosa, l'invisibile
Dio, egli stesso mandò dai cieli
la verità e la parola santa e in­
comprensibile agli uomini e la
stabilì saldamente nei loro cuori;
e non mandò, come alcuni po­
trebbero immaginare, un servito­
re, un angelo, un arconte, uno di
coloro che reggono le realtà ter­
restri o di coloro ai quali è affi­
dato il governo delle realtà cele­
sti, ma lo stesso autore e creato­
re dell'universo, per mezzo del
quale creò i cieli e racchiuse il
mare entro i suoi confini ... è lui
che Dio ha inviato agli uomini.
Forse, come qualcuno po­
trebbe pensare, [fece questo]
per imporre tirannia, paura,
spavento? No di certo! Lo
ha inviato, invece, nella
bontà e nella mitezza, come
un re che invia suo figlio re;
lo ha inviato come Dio; lo
ha inviato come uomo agli
uomini; lo ha inviato per
salvare, per convincere e
non per costringere; la co­
strizione non si addice a Di­
o. Lo ha inviato per chiama­
re, non per accusare; lo ha
inviato per amare, non per
giudicare (cf. Gv 3,16-17) ...
na t a li zi e
Nessun uomo ha visto o ha
conosciuto [Dio] (cf. Gv r, r8; iGv
4,12), ma egli stesso si è ma­
nifestato. E si è manifestato
attraverso la fede, alla quale
soltanto è consentito vedere
Dio. Dio infatti, il padrone e il
creatore di tutte le cose, colui
che le ha fatte tutte e le ha di­
sposte secondo un ordine, non
solo si è mostrato pieno di
amore per gli uo­mini, ma an­
che longanime. Sempre fu, è e
sarà tale: benevolo, buono,
senza ira e veritiero, il solo
buono. Avendo concepito un
progetto grande e inesprimibi­
le, lo comunicò soltanto al
Figlio. Finché dunque conser­
vava e custodiva nel mistero il
suo sapiente proposito, sem­
brava non interessarsi di noi e
non preoccuparsene. Ma
quando lo ebbe rivelato attra­
verso il suo Figlio amato ed
ebbe manifestato ciò che fin
da principio era stato prepara­
to (cf. Rm 16,25-26; Ef 3,4-12), ci
offrì un tempo per ogni cosa:
l'essere partecipi dei suoi do­
ni, il vedere e il comprendere.
Chi mai di noi se lo sarebbe
aspettato?
Non di solo pane ­ Numero 690 ­ Tempo di Natale ­ pagina 15
A Diogneto 7-8
Tempo di Natale
“La fede che passa all’azione diventa amore,
e l’amore che si trasforma in azione
diventa servizio.”
Venerdì
9
Gennaio
II Settimana
del Salterio
(Madre Teresa)
Il Santo del giorno: San Basilio Magno
Beata Alessia Le Clerc
Nacque a Remiremont in
Francia il 2 febbraio
1576. A 20 anni decise di
consacrarsi a Dio con il
voto di castità. Incontrò
san Pietro Fourier (1565­
1640) allora parroco di
Mattaincourt e un anno
dopo, la notte di Natale
del 1597, insieme a quat­
tro compagne incominciò
il suo apostolato: l'inse­
gnamento alle fanciulle
povere. Nel 1598 aprì la
Brano Evangelico: Mc 6, 45­52
prima scuola a Poussay,
mentre il vescovo di Toul
approvava una prima ste­
sura della Regola del nuo­
vo Istituto: le Canoniches­
se regolari di Nostra Si­
gnora sotto la Regola di
sant'Agostino, composta
da Pietro Fourier. L'Istitu­
zione fu approvata nel
1603 dal cardinale legato
di Lorena e poi nel 1615 e
1616 da papa Paolo V; un
anno dopo, nel novembre
1617, fu eretto il primo
monastero ufficiale della
Congregazione con clau­
sura e Alessia Le Clerc,
con le compagne, poté
iniziare l'anno del novizia­
to, prendendo il nome di
suor Maria Teresa di Ge­
sù. Dopo aver emesso i
voti nell'anno successivo,
fu eletta superiora genera­
le, carica che tenne fino al
dicembre 1621. Morì il 9
gennaio 1622, nella Casa
di Nancy.
«Coraggio, sono io, non abbiate paura!».
Dopo che i cinquemila uomini furono saziati, Gesù subito costrinse i suoi disce­
poli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, a Betsàida, finché non aves­
se congedato la folla. Quando li ebbe congedati, andò sul monte a prega­
re. Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli, da solo, a terra. Veden­
doli però affaticati nel remare, perché avevano il vento contrario, sul finire della
notte egli andò verso di loro camminando sul mare, e voleva oltrepassarli. Essi,
vedendolo camminare sul mare, pensarono: «È un fantasma!», e si misero a gri­
dare, perché tutti lo avevano visto e ne erano rimasti sconvolti. Ma egli subito
parlò loro e disse: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». E salì sulla barca
con loro e il vento cessò. E dentro di sé erano fortemente meravigliati, perché
non avevano compreso il fatto dei pani: il loro cuore era indurito.
Non abbiate paura
Nel nostro cammino sono sempre presenti «la fatica», la «notte», il
«vento contrario». Gesù ci invita a non avere paura, e sale egli stesso
sulla nostra barca, per condurci sani e salvi alla meta. La barca è la
Chiesa, «la casa di Dio» (Eb 10,21); «la sua casa siamo noi, se conser­
viamo la libertà e la speranza di cui ci vantiamo» (Eb 3,6). «Noi abbia­
mo conosciuto e creduto l'amore che Dio ha in noi» (1Gv 4,16).
Non di solo pane ­ Numero 691 ­ pagina 16
Meditiamo la Parola
Una barca, un presepe ...
Preghiamo la Parola
Meditazione di don Luciano Vitton Mea
Sia questo il segno
Ho avuto la fortuna di trascorre i primi dieci anni
del mio ministero sacerdotale a Toscolano sul lago
di Garda. Un anno, in un grigio pomeriggi di Ottobre , vidi sulla piccola spiaggia antistante la canonica una vecchia barca. Era evidente che da anni
“non dondolava”, tra le onde del lago: troppo malandata, dimessa, non in grado di reggere ai “venti
contrari”. Mi venne un’idea: portarla nel Santuario
di Santa Maria del Benaco per allestirvi il presepe.
Ne parlai con i ragazzi: «Bella idea don, ma devi
convincere il proprietario a prestarcela». Già, convincerlo a prestarcela. Aspettai il momento propizio. Infatti in occasione delle feste dei Santi e dei
fedeli defunti venne a confessarsi. Dopo
l’assoluzione gli domandai: «Scusi è sua la barca
che si trova sulla “spiaggetta”?». «Certo che è mia!
Perché?». «Vorrei portarla in Santuario e allestirvi
al suo interno il Santo Presepe».
« Se trova “un matto” che viene a prenderla e la
porta in Santuario gliela presto». Poi soggiunse:
« Lei reverendo è un tipo stravagante: perché fare
un presepio nella barca?». « Vede», gli spiegai,
«l’umana esistenza è proprio come quella barca:
fragile, debole, inadeguata ad affrontare i pericoli
e i “venti contrari” della vita. Facciamo fatica a
portare “certi pesi” e finiamo per naufragare su
una delle tante spiagge che incontriamo. Ma se il
Signore è con noi tutto cambia, se Gesù nasce nel
nostro cuore anche i marosi si placano e i venti
gelidi diventano “brezza mattutina”».
«Trovi qualcuno che viene a prenderla! Lei è proprio originale». Il giorno dopo squillò il campanello
di casa:« Chi è?». « Sono il pescatore di ieri: gli ho
portato la barca. Se mi apre il Santuario gliela sistemo io».
Che bei tempi ….
Sia questo il segno
di questo Natale:
Tu, Emmanuele,
Dio con noi, ci sostieni
e ci solleciti a restare saldi
con la zattera della nostra vita,
a restare senza timore,
fedeli alla rotta
decisi a proseguire,
perché non siamo soli
e nulla potrà la bufera
del male su di noi.
Tu ci infondi coraggio,
Signore, i fratelli
ci accompagnano
e ci sostengono: minore sarà
la fatica è grande , più grande,
la gioia nel nostro andare.
Così sia, Signore Gesù!
Agisci
Il Signore può rigene­
rarci a nuova vita ogni
volta che ne abbiamo
bisogno. Oggi mi accosterò al sa­
cramento della Riconciliazione per
un incontro vivo con l'amore rige­
nerante del Padre.
Non di solo pane ­ Numero 691 ­ Tempo di Natale ­ pagina 17
Sabato
10
Gennaio
Tempo di Natale
A volte sappiamo quello che dobbiamo fare,
ma non ne abbiamo il coraggio. Impariamo da Maria
la capacità di decidere, affidandoci a Dio.
(Papa Francesco)
Il Santo del giorno: S. Paolo
Incomincia e finisce da solo.
Non fa neppure un discepolo.
Nemmeno ci pensa. Sarà
considerato il primo degli
eremiti cristiani, forse, ma
non gli importa che ce ne sia
un secondo. Avvolto nel
mistero e affascinante, questo
Paolo: non ha lasciato scritti
o parole memorabili, moren­
do all’insaputa di tutti in un
posto sconosciuto a moltissi­
mi. Però è da vedere se que­
sto Paolo corra dalla città al
deserto già con quell’idea di
II Settimana
del Salterio
eremita Egitto III-IV secolo
vivere in solitudine e pre­
ghiera fino alla morte. Sap­
piamo che è di famiglia egi­
ziana nobile, già cristiano. E
che fugge verso il deserto
inizialmente per salvare
insieme la fede e la vita.
Presto la persecuzione di
Decio termina perché
l’imperatore muore in una
cruenta battaglia.
sentire realizzato e mai più
bisognoso di tornare indietro
verso la città, la famiglia, i
beni. Un luogo montagnoso
con nascondigli propizi; una
fontana, e quindi degli albe­
ri, dei frutti: questo diventa
per lui il migliore dei mondi.
Ci resterà per sessant’anni,
morendo vecchissimo. noti­
zie certe.
Ma Paolo non ritorna. Non
lo si vede più: il deserto e la
solitudine lo hanno conqui­
stato. Lo appagano, lo fanno
Etimologia: Paolo = piccolo
di statura, dal latino
Brano Evangelico: Lc 4,14 ­ 22a
Emblema: Corvo
Lo Spirito del Signore è sopra di me
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si
diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella
sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e
trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo
mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annun­
cio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in
libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo,
lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi
su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi
avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole
di grazia che uscivano dalla sua bocca.
Chi ama Dio, ami anche il fratello
«Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annun­cio, a pro­
clamare ai prigionieri la liberazione» (Canto al Van­gelo). Questo lieto
annuncio è l'amore di Dio che si è manife­stato in Gesù e che ci rende
capaci, a nostra volta, di amare i fratelli. È un lieto annuncio perché
non siamo chiamati a fare miracoli o cose straordinarie, ma ad amare,
a servire e ad ac­cogliere quanti vivono accanto a noi. In questo modo
saremo veri figli di Dio.
Non di solo pane ­ Numero 691 ­ Tempo di Natale ­ pagina 18
Meditiamo la Parola
Preghiamo la Parola
La nostra Nazareth
Meditazione di don Luciano Vitton Mea
La Sinagoga del
nostro cuore
chiusi, non trovano il loro
Signore Gesù,
noi ti rendiamo grazie,
perché non disdegni
di entrare «nella sinagoga
del nostro cuore».
Tu ci aiuti a decifrare
il mistero della nostra esistenza
compimento. Una voce, non
guidandoci nei primi passi
certo quella di Dio, ci invita
di una lettura sapiente
Le profezie, la stessa parola
di Dio, si realizzano solo nella Nazareth del nostro cuore.
Lontano dagli aridi deserti
del nostro nulla i rotoli della
Sacra Scrittura rimangono
costantemente a fuggire da noi stessi, si scandalizza
della nostra vita,
di noi, mette a nudo i nostri limiti, insinua che le
una sapienza d'amore
profezie dobbiamo cercarle altrove. Le parole di Lu-
che può venire solo
ca invece sono chiare: “Si recò a Nazareth, dove era
e soltanto da te.
stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato
Emmanuele, Dio con noi!
nella sinagoga e si alzò a leggere”. Dobbiamo entrare
in noi stessi, tra le incongruenza di sempre, dove sia-
Amen
mo cresciuti, tra le quattro mura di casa nostra. Lì
dobbiamo srotolare i rotoli divini. Non lasciamoci distrarre da chimere lontane, dal fascino di una terra che
non ci appartiene, dai profumi dei giardini vicini. Accettiamo di rimanere in noi stessi, nella Nazareth dove siamo stati allevati.
“Ascolta ciò che ti dico. Se già qualche scintilla del divino amore è stata accesa in te, non cacciarla via, non
esporla al vento. Tieni chiuso il focolare del tuo cuore,
Agisci
perché non si raffreddi e non perda calore. Fuggi cioè
le distrazioni per quanto puoi. Rimani raccolto con
Dio, evita le chicchere inutili”.
(San Carlo Borromeo)
Solo
così troveremo noi stessi, la profezia che Dio ha fatto
su di noi. Solo così la Parola di Dio porterà frutto abbondante.
Infatti “la perfezione consiste nell’essere ciò che Egli
vuole che siamo ….” (S. Teresa di Lisieux)
Gesù è venuto ad annunciarci il Vangelo per
la nostra gioia. Oggi (e
sempre), anche nelle
piccole scelte della giornata, mi
chiedo cosa sarebbe coerente coi
Vangelo e agisco di conseguenza.
Non di solo pane ­ Numero 691 ­ Tempo di Natale ­ pagina 19
Sussidio di preghiera per la famiglia
Coordinatrice
Fiorella Elmetti
Anno XIV- n. 690
Domenica 28 Dicembre 2014
Redazione
don Luciano Vitton Mea,
don Carlo Moro, don Fabio Marini,
don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti
Chiuso il 23 Dicembre 2014
Numero copie 1300
333/3390059
don Luciano
Grafica e stampa
don Luciano Vitton Mea
Ideato da
don Luciano Vitton Mea
Per la tua vita spirituale visita il
Vi troverai:
Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità
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Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare)
I Santi del Giorno
Tutte le opere di San Agostino
I racconti di un pellegrino russo
L’Imitazione di Cristo
Ti aspetto ogni giorno su:
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