Gruppo_5_Cogliati_Malnati_Riccardi

05
ARIANNA COGLIATI
PIETRO MALNATI
CHIARA RICCARDI
MILANO
HARAR
STOCCOLMA
HAMMARBY SJOSTAD
HARAR-DESSIÉ
inquadramento
01
Progettista:
Anno di realizzazione:
Superficie territoriale:
L. Figini, G. Pollini, G. Ponti
1951-1955
13 700 m2
I
Le case collettive hanno uno sviluppo orizzontale
con dimensioni decisamente rilevanti, ciò ha
consentito di raggruppare un notevole numero
di alloggi in uno spazio ristretto e di ottenere
quindi grandi superfici adibite a verde. Ciasciuno
dei grandi edifici è circondato da prati alberati
per il gioco e per lo svago.
Per questo tipo di edificazioni sono stati previsti
tre tipi diversi a seconda della loro esposizione;
i progettisti hanno cercato nella composizione
volumetrica di dotare questi grandi edifici del
massimo di aperture visuali.
l quartiere sorge nella zona di San Siro, a nordovest del centro cittadino tra le vie Novara,
Harar e Dessié. Progettato come nuovo quartiere
urbano, anziché come quartiere satellite, con
la sua presenza ha contribuito a dare una
struttura alla crescità della città in questo
settore. Secondo i progettisti la popolazione
del quartiere non sarebbe stata composta da
lavoratori di una specifica industria vicina o di
una zona industriale circoscritta, ma da persone
che si sarebbero recate al lavoro in varie parti
della città usufruendo del completamento
degli (allora) attuali servizi di comunicazione:
la popolazione avrà quindi un carattere
tipicamente cittadino.
L’impianto urbanistico triangolare dell’intero
quartiere prevede un disegno planimetrico “a
turbina”, organizzato dalla ripetizione di figure
geometriche elementari. L’area è racchiusa su
due lati da strade di grande traffico (via Novara,
Vie Harar e Dessié).
La particolare collocazione del quartiere ha
fatto sì che la circolazione automobilistica
venisse allontanata dalle ampie aree adibite
a parco poste al centro del quartiere e che
fosse considerata con particolare attenzione
la necessità di attrezzature e di servizi interni,
atti a rendere il quartiere stesso autosufficiente,
soprattutto riguardo alle esigenze dei giovani.
A tal fine trovano collocazione, nel grande
parco interno, l’asilo nido, la scuola elementare
e le attrezzature sportive. Lungo l’asse pedonale
e nei pressi dell’arrivo della stazione dei treni,
è situato un centro di vita del quartiere con
caffè-bar, negozi primari e secondari, cinema,
ambulatorio ecc. Essi sono previsti in una zona
meno baricentrica e direttamente accessibile
dalla strada principale del quartiere.
Gli spazi della residenza vengono progettati
utilizzando due tipi di edilizi fondamentali:
le case collettive alte cinque o sei piani,
organizzate secondo assi ortogonali intorno agli
spazi verdi centrali, e le case unifamiliari a due
piani, raccolte in insulae a loro volta delimitate
dagli edifici in linea.
Le Insulae, con case basse raccolte in serie ad un
piano, un piano e mezzo o a due piani, occupano
gli isolati circostanti, senza ostacolare le visuali
delle case più alte, data la loro limitata altezza;
anzi, esse contrastano volumetricamente con le
grandi masse orizzontali dominanti.
Queste abitazioni sono raggruppate in complessi
(da qui il nome insulae) aventi particolari
caratteristiche e basati sulla libertà compositiva
svincolata da schemi geometrici troppo rigidi, o
meccanicamente ripetuti degli elementi-tipo.
Il perimetro esterno delle Insulae è continuo,
risultato dato anche dal proseguire della parete
più alta del corpo di fabbrica con il muro di
recinzione dei cortili e degli orti più basso. Ogni
insula è dotata di uno spazio interno a verde di
uso collettivo.
01. Panoramica area 1:50000
02. Panoramica area 1:10000
03. Masterplan di progetto
04. Disegno rappresentativo del quartiere
02
03
04
HARAR-DESSIÉ
HARAR-DESSIÉ, MILANO
2
memoria
05
I
l quartiere Harar-Dessiè fa parte del piano
INA-Casa, il piano di intervento dello Stato per
realizzare edilizia residenziale pubblica su tutto
il territorio italiano nell’immediato secondo
dopoguerra. I fondi erano gestiti da un’apposita
organizzazione presso l’Istituto Nazionale per le
Assicurazioni (INA).
Il piano INA-Casa partì con la legge n. 43 del 28
febbraio del 1949: lo scopo era quello di favorire
oltre al rilancio dell’attività edilizia, anche
l’assorbimento di un considerevole numero di
disoccupati e la costruzione di alloggi per le
famiglie a basso reddito.
occasioni di concreta ricerca progettuale se non
nel quartiere autosufficiente.
In questo quadro il quartiere INA-Casa HarrarDessiè occupa un posto di spicco. Figini, Pollini
e Ponti, che hanno avuto l’incarico nel 1951,
si pongono in polemica contro la decisione di
esiliarlo rispetto alla città consolidata. “Non è
da considerarsi un satellite ma come un nuovo
quartiere urbano a contatto del quale si verranno
saturando le altre aree adiacenti” è scritto nella
relazione illustrativa.
Il Piano seguiva precise direttive, che si
ricollegavano e facevano propria, in primo luogo,
la tendenza architettonica prevalente in quel
periodo in Italia del Neorealismo architettonico,
cioè di un legame stretto con la tradizione,
che portava ad una reinterpretazione dei temi
razionalisti basata sulla coerenza compositiva
dei materiali, delle scelte tecnologiche, dei
particolari architettonici, delle interpretazioni
sociologiche e psicologiche dell’ambiente
costruito e dello spazio architettonico esistente
e storico.
In secondo luogo, proprio per garantire il ritorno
occupazionale, era previsto l’utilizzo nelle varie
fasi realizzative di imprese locali e di piccoli
imprenditori.
06
HARAR-DESSIÉ
HARAR-DESSIÉ, MILANO
Il quartiere Harar-Dessié, realizzato durante il
primo settennio INA, rappresenta una chiara
presa di posizione da parte della cultura
architettonica razionalista nei confronti delle
trasformazioni insediative del dopoguerra.
A Milano l’iniziativa dell’INA-casa costituisce i
capisaldi per una crescita urbana incomparabile
con le precedenti. Incomparabile non tanto
per l’estensione e la quantità di abitanti
insediati, quanto per l’ampiezza e la complessa
relazione tra le parti che andranno a costituire
l’odierna metropoli. Non vi è in quel periodo
un quadro normativo adeguato per affrontare
la nuova scala dei problemi urbani. Il PRG ed
altri strumenti normativi (salvo far appello ad
un generale decentramento funzionale) non
risultano incisivi.
Gli architetti di matrice razionalista non trovano
05. Vista aerea dell’area (archivio Ponti)
06. Vista aerea e stadio di S. Siro (archivio Ponti)
07. - 08. Vista grattcielo orizzontale (archivio Ponti)
7
8
5
6
07
08
3
accessibilità
49 BUS Urbano
72 BUS Urbano
78 BUS Urbano
80 BUS Urbano
423 BUS Interurbano
Fermata Axum M5 Lilla
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10
11
HARAR-DESSIÉ, MILANO
I
A8
l quartiere di Figini e Pollini si inserisce nella
periferia ovest della città di Milano ed è
delimitato a nord dalle vie Harar e Dessié, a
sud-ovest dalla via Novara e ad est dalla via San
Giusto; le vie che lo delimitano sono tutte grandi
vie di scorrimento, cosi per il traffico interno si
è tenuta una rigorosa distinzione fra le strade
automobilistiche e quelle pedonali.
Le prime, nel numero minimo possibile,
penetrano dal perimetro verso l’interno
dell’area e sono prevalentemente a fondo
cieco. Le seconde, formando una rete del tutto
indipendente, si diramano come nervature tutte
collegate tra loro e costituiscono l’asse vitale del
quartiere.
HARAR-DESSIÉ
FS
A4
Per quel che riguarda il collegamento dell’area
con il centro di Milano e l’esterno possiamo
far leva, appunto, sulle vie di scorrimento
automobilistiche e sulla rete dei trasporti
pubblici.
La via Novara è un diretto collegamento con
la Tangenziale Ovest di Milano che collega per
prime le autostrade verso Torino e Genova; verso
il centro città, i proseguimenti della via Harar e
della via Novara conducono alla circonvallazione
esterna.
A50
Milano
Per quel che riguarda gli spostamenti con i
mezzi pubblici possiamo notare le fermate degli
autobus sparse sui confini del quartiere sulle tre
vie Novara, Harar e Dessiè.
Gli autobus 49, 72, 78 e 80 offrono collegamenti
con l’area milanese, l’autobus 423 invece fa
parte della rete interurbana.
Nei pressi dello stadio di S. Siro si trova la
fermata Axum della nuova linea Lilla M5 ancora
in fase di completamento.
09. Mappa dei collegamenti locali
10. Esempio di strada interna
11. Vista di via San Giusto
12. Mappa dei collegamenti del quartiere con
l’esterno
11
A7
10
12
4
accessibilità
1
2
HARAR-DESSIÉ
HARAR-DESSIÉ, MILANO - Sezioni stradali
5
accessibilità
3
HARAR-DESSIÉ
HARAR-DESSIÉ, MILANO - Sezioni stradali
6
accessibilità
4
HARAR-DESSIÉ
HARAR-DESSIÉ, MILANO - Sezioni stradali
7
accessibilità
6
5
HARAR-DESSIÉ
HARAR-DESSIÉ, MILANO - Sezioni stradali
8
spazio pubblico
Edifici destinati ai servizi pubblici
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14
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HARAR-DESSIÉ, MILANO
L
a particolare collocazione del quartiere,
compreso fra strade di grande traffico, ha
fatto considerare con particolare attenzione la
necessità di attrezzature e servizi interni atti a
rendere il quartiere autosufficiente, soprattutto
per quanto riguarda i più giovani, al fine evitare
pericolosi attraversamenti.
HARAR-DESSIÉ
Nel grande parco vi si trovano l’asilo nido, la
scuola elementare e le attrezzature sportive, ma
anche strutture per lo svago, quali parchi giochi
per bambini piccoli, un campo da pallacanestro
e calcetto.
Altri due edifici bassi per negozi primari,
associabili alle insulae per forme e dimensioni,
sono pure dislocati in altri punti opportuni di
facile e immediato accesso alle vicine abitazioni;
oggi questi edifici contengono la biblioteca,
il dipartimento dipendenze e il consultorio di
zona.
14. Vista del centro dipendenze e consultorio
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9
spazio pubblico
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HARAR-DESSIÉ
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18. Vista della scuola media
21. Vista del parco giochi e della scuola elementare
19.-22.-24. Viste e sezioni della scuola elementare
21.-23.-25. Vista e sezione della scuola materna
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10
verde
Spazi verdi privati
Spazi verdi pubblici
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HARAR-DESSIÉ, MILANO
A
Nella figura n° 36 possiamo vedere la spartizione
degli spazi adibiti a verde. Una buona parte dello
spazio è dedicato ad aree private: le insulae
possiedono spazi verdi che ammontano a 20500
mq e sono adibiti a giardini o ad orti; i grattacieli
orizzontali sono contornati da aree verdi comuni
recintate ad uso di tutto il condominio con
campi di gioco.
La restante parte dello spazio tra le piccole
nervature pedonali, che si estendono tra gli
edificati, è adibita ad uso pubblico.
Lo spazio ammonta a circa 32000 mq e,
oltre a piccoli giardinetti su cui sono dislocate
alcune panchine, vede posta un’area giochi per
bambini e un campo da calcetto nell’area posta
nel cuore del quartiere dove risiedono anche gli
edifici dedicati all’educazione.
HARAR-DESSIÉ
ll’interno dell’area triangolare che delimita il
quartiere sono presenti varie aree verdi per
permettere lo svago degli abitanti.
26. Mappa delle aree verdi
27. Vista di un’area verde privata condominiale
30. Vista dell’area giochi per ragazzi
28 27
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29
29
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11
abitare
Edifici monofamiliari “Insulae”
Edifici plurifamiliari “Grattacieli Orizzontali”
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HARAR-DESSIÉ, MILANO
igini, Pollini e Ponti trasformano i vincoli
imposti dall’INA-Casa, fra cui la localizzazione
piuttosto periferica, in un’occasione per
configurare un sistema insediativo caratterizzato
da un disegno urbano chiaro e riconoscibile. Il
quartiere è caratterizzato da una dialettica
tipologica tra edifici in linea pluripiano e case
unifamiliari a bassa densità, noti rispettivamente
come “grattacieli orizzontali” e “insulae”. I
due differenti modelli insediativi innescano un
rapporto antitetico, con una duplice opposizione
tra il carattere monolitico delle grandi “lame” e
la molteplicità delle piccole abitazioni, tra spazio
“esploso” delle prime - esperibile attraverso
vedute incanalate e fondali prospettici - e spazio
intercluso delle seconde - proprio della tessitura
a tappeto.
Rispetto alla disposizione a pettine, consueta
in molti quartieri razionalisti, i progettisti
studiano un’organizzazione dello spazio tesa
ad una maggiore dinamicità: i tipi in linea, ad
eccezione degli edifici di Bottoni, Morini e Villa,
sono disposti parallelamente e ortogonalmente
a via Dessiè, assunta come matrice geometrica
di riferimento, in modo da ottenere una figura a
“turbina” imperniata su un asse vitale costituito
da un percorso pedonale parallelo alla stessa via
Dessié; questo tracciato è destinato a collegare
la fermata della linea tramviaria con il centro
di aggregazione del quartiere in cui si trovano
negozi e servizi pubblici. Il modello insediativo
ha dei precedenti nelle esperienze dei razionalisti
olandesi, in particolare nel piano per Pendrecht,
presentato nel 1951 da Bakema al CIAM di
Hoddesdon. Il quartiere fu dimensionato per
accogliere 5.500 abitanti distribuiti in 942
alloggi. La superficie occupata è pari a 137.000
mq.
L’edificazione viene concentrata in pochi edifici
multi-piano al fine di liberare suolo, vengono
realizzati percorsi pedonali e le vie di grande
traffico allontanate dagli spazi di vita. Attorno
a questi edifici vengono realizzate delle insulare
di case unifamiliari a schiera; grande importanza
viene attribuita al soleggiamento e all’aerazione
degli alloggi. Si tratta di complessi “basati
sulla libertà compositiva svincolata da schemi
geometrici troppo rigidi, o meccanicamente
ripetuti, degli elementi-tipo”. Al centro verde e
servizi ed un percorso pedonale un “asse vitale
del quartiere”, che collega la fermata del tram
con il centro di vita dell’insediamento (caffèbar, negozi, cinema, ambulatorio). Il quartiere
è caratterizzato da una dialettica tipologica
tra edifici in linea pluripiano e case unifamiliari
a bassa densità, noti rispettivamente come
“grattacieli orizzontali” e “insulae” . Questi
edifici alti cinque o sei piani sono disposti
ortogonalmente a coppie di due delimitando
così una serie di “insulae” di case unifamiliari
a schiera attorno ad un’area centrale. I due
differenti modelli insediativi innescano un
rapporto antitetico, con una duplice opposizione
tra il carattere monolitico delle grandi “lame” e
la molteplicità delle piccole abitazioni, tra spazio
“esploso” delle prime - esperibile attraverso
vedute incanalate e fondali prospettici - e spazio
intercluso delle seconde - proprio della tessitura
a tappeto.
HARAR-DESSIÉ
F
All’interno del piano predisposto da Figini,
Pollini e Ponti, i singoli edifici vengono realizzati
da esponenti di spicco del razionalismo milanese
quali Bottoni, Chessa, Tevarotto, Tedeschi,
Reggio, Rosselli e Varisco.
La struttura a turbina degli insediamenti è
riferibile ad alcuni schemi di Le Corbusier.
Il quartiere grazie alla negazione dell’idea di
città satellite ha contribuito con la sua presenza
alla strutturazione della crescita della città nel
quartiere S. Siro.
32. Scorcio delle insule e di un grattacielo
(foto Malnati)
33. Vista delle insule dal parco (foto Malnati)
34. Dettaglio grattacielo orizzontale (foto Morelli)
33
32
31
34
12
abitare
35
Grattacielo orizzontale
(Gianluigi Reggio)
rosso
via
Questo palazzo è uno dei due palazzi progettati
direttamente da Gio Ponti e come gli altri
presenti nel quartiere presentano gli elementi
di accesso agli appartamenti attraverso ballatoi
a vista sul fronte (con finestre a nastro che
nn permettono la visione dell’interno delle
abitazioni al passaggio sul ballatoio) e balconi
ampi sul retro. Interessante notare i caratteristici
elementi dell’architettura di Ponti quale la
facciata terminale a dimante, che ritroviamo
anche sul retro riproposto nelle logge e il tetto
piano con il terminale che si slancia verso l’alto
dando leggerezza all’intero edificio lungo quasi
140 metri. Anche in questo caso gli ascensori
sono stati aggiunti negli anni novanta. arch. F.E.
Baratti.
Le case progettate da Giò Ponti per il Quartiere
Harar-Dessiè sono caratterizzate da particolari
soluzioni compositive, coerenti con la poetica
dell’autore. Innanzitutto l’uso intenso del
colore considerato dall’architetto come un
aspetto essenziale della determinazione della
forma. Il colore, oltre ad assumere un valore
segnaletico teso a orientare i movimenti
dell’uomo nello spazio, entra in sinergia con
la morfologia dell’edificio. L’involucro tende a
perdere le qualità materiche per assumerne altre
determinate dall’andamento delle linee, dei piani
e dei volumi, attraverso cui diventa un’entità
geometrica astratta. Questo edificio noto come
casa “bianca e gialla”, è stato progettato in
collaborazione con Gigi Ghò. La facciata nord è
caratterizzata da un sistema di logge articolato
in tre inserti architettonici costituiti da superfici
murarie incise orizzontalmente e rastremate
ai lati in modo da rendere l’immagine di una
superficie muraria che si espande verso l’esterno.
Come in altre architetture di Ponti, fra cui ad
esempio la villa Planchart a Caracas (1955), le
superfici sono isolate e deformate rispetto agli
allineamenti ortogonali, divenendo così dei fatti
geometrici autonomi in cui è legittimo trovare
delle anticipazioni di esperimenti sulla rottura
della scatola muraria, sviluppati molto più tardi.
La superficie della facciata, arricchita in spessore
e plasticità, si rastrema verso le estremità della
costruzione in virtù della nota teoria di Ponti
sulla necessità di “concludere” gli edifici.
Il blocco edilizio progettato da Gianluigi Reggio
e Mario Tevarotto, che si attesta all’estremità
orientale
del
quartiere
assecondando
l’orientamento est-ovest di via Harar, riprende
i temi principali del vicino edificio di Figini e
Pollini.
Tipologicamente l’edificio si presenta come un
corpo in linea con la distribuzione degli accessi a
ballatoio collocati sul fronte nord; l’impaginato
del prospetto verso il quartiere riprende il
tema razionalista del telaio strutturale portato
all’esterno ma, a differenza dell’edificio di Figini
e Pollini, viene abbandonata la scelta della
doppia altezza degli alloggi.
Ne consegue uno sviluppo verticale più
tradizionale, con 5 piani su pilotis coronati da
una elegante altana, contro i tre piani doppi del
modello.
Il trattamento cromatico delle superfici
evidenzia le trame della struttura travi-pilastri
con un elegante bianco razionalista, mentre
i tamponamenti utilizzano un vivace rosso
porpora, che sembra guardare all’edificio di
Ponti-Fornaroli, originariamente di analoga
colorazione.
Nota alle foto a cura arch. F.E. Baratti: Particolare
delle scale interne con le ringhiere, i corrimano
e la pavimentazione originale. I ballatoi con il
colore originale rosso porpora, grigio e bianco
delle pareti e delle porte di ingresso agli
appartamenti sviluppati in 4 tipologie da 55, 65,
85 e 95 mq.
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39
40
41
Dessiè
HARAR-DESSIÉ
Grattacielo orizzontale bianco-giallo via Harar
(Giò Ponti)
36
35. Grattacielo orizzontale (foto Malnati)
36. Grattacielo orizzontale di Giò Ponti (foto Malnati)
37. Grattacielo orizzontale di Reggio (foto Malnati)
38.-40.- Grattacielo orizzontale di Giò Ponti
39. Grattacielo orizzontale di Reggio
41. Dettaglio grattacielo orizzontale di Giò Ponti
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13
abitare
Grattacielo orizzontale duplex via Harar
(Luigi Figini, Gino Pollini)
Grattacielo orizzontale
(Bottoni, Morini, Villa)
L’edificio è orientato nella direzione nord-sud
e si organizza in tre serie di alloggi duplex. Nel
progetto dell’alloggio gli autori, Figini e Pollini,
dimostrano la possibilità di poter configurare
case dignitose e ricche di qualità spaziali anche
in condizioni di scarsità finanziarie; il soggiorno
è a doppia altezza e permette di evitare aperture
sul percorso di distribuzione e di ampliare la
spazialità interna dell’alloggio.
L’intero edificio conta 150 metri e si articola
in tre parti, divise da dei giunti di dilatazione,
ognuna delle quali prevede un corpo scala per
l’accesso ai ballatoi.
Le due case INA di Piero Bottoni, Mario Morini
e Carlo Villa assumono un orientamento
perpendicolare a via Novara, rinunciando alla
prima versione del progetto che prevedeva
un solo grande edificio, lungo 200 metri,
orientato secondo l’asse elio termico. Questa
soluzione, sostenuta da Bottoni, Morini e Villa,
fu abbandonata in seguito a un intervento di
Gio Ponti che riteneva ingiustificato “lo sbieco”
verso la via Novarese.
Il fronte sud si caratterizza dalla messa in
scena degli elementi portanti. Allontanandosi
dall’involucro di alcune decine di centimetri
viene a definirsi un reticolo geometrico a
maglie lineari in cui prevalgono gerarchie dei
marcapiani orizzontali. Tale reticolo, a sua
volta, è organizzato in un ordine maggiore,
rappresentato da pilastri e solai, e in un ordine
minore dato invece dai frangisole. Questo
rapporto risalta nelle ombre che il reticolo
proietta sulle pareti, conferendo alla facciata
una certa profondità e una metafisica plasticità:
il telaio strutturale da elemento misuratore della
costruzione diventa un filtro per modulare e
controllare la luce.
Il fronte nord è contraddistinto invece da una
particolare introversione: la superficie muraria
è continua, gli involucri inglobano i sostegni
mentre i caratteri figurativi sono affidati a fasce
orizzontali sovrapposte, scandite dai ballatoi e
inquadrate da una cornice corrispondente ai
margini dell’edificio.
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45
HARAR-DESSIÉ
41
Dal piano terra partono due ordini di scale:
quelle più piccole consentono l’accesso agli
alloggi posti al piano rialzato e i due corpi scala
maggiori conducono ai ballatoi che, a loro volta,
distribuiscono gli alloggi in duplex. Ogni alloggio
è dotato di doppio affaccio.
Nell’edificio allineato su via San Giusto alla
particolare soluzione distributiva corrisponde
una notevole plasticità del fronte nord-ovest:
il ritmo orizzontale e variabile del vuoto dei
ballatoi e del pieno degli alloggi si sovrappone
a quello verticale dei sostegni e delle bucature.
La prima soluzione di progetto prevedeva una
copertura piana con un terrazzo praticabile con
pensiline, solarium e pista podistica in legno
in modo da dotare le abitazioni, in continuità
con l’Unitè d’Habitation di Le Corbusier, di
uno spazio per la vita collettiva dove esperire
un abitare all’aria aperta e allo stesso tempo a
contatto con la dimensione della grande città.
Questa soluzione progettuale non fu realizzata
per contenere i costi.
41.-43. Grattacielo orizzontale di Bottoni, Morini e
Villa (foto Malnati)
42. Grattacielo orizzontale di Figini e Pollini
(foto Malnati)
44. Grattacielo orizzontale di Figini e Pollini
45. Grattacielo orizzontale di Bottoni, Morini e Villa
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abitare
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HARAR-DESSIÉ
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45.-46.-48.-52.-53. Vista Insule (foto Malnati)
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48
15
HARAR-DESSIÉ, MILANO
125957 mq
parametri anni 50:
parametri odierni:
3529
1647
62028,5 mq
82355,5 mq
Vmax edificato/SF (mc/mq) =
3,98
SLPtot/ ST (mq/mq) =
0,65
49 BUS Urbano
72 BUS Urbano
78 BUS Urbano
Vmax/ST (mc/mq) =
80 BUS Urbano
1,96
Spazi verdi privati
423 BUS Interurbano
Spazi verdi pubblici
Fermata Axum M5 Lilla
SLPmax/SF (mq/mq) =
1,33
31
36
HARAR-DESSIÉ
247066,5 mc
30
25
Verde privato:
33480 - 26%
Verde pubblico:
27705 - 22%
Residenze:
25539 - 20%
Edifici Pubblici:
4338 - 4%
Strade:
34895 - 28%
20
15
10
5
0
verde
verde residenze edifici
privato pubblico
pubblici
strade
Edifici monofamiliari “Insulae”
Edifici destinati ai servizi pubblici
Edifici plurifamiliari “Grattacieli Orizzontali”
41
31
16
riferimenti
BIBLIOGRAFIA
SITOGRAFIA
AA.VV. (1922)
Milano: Cooperativa grafica per gli operai.
Figini L., Pollini G. coordinatori (1951-1955)
A cura di Lucchini M. Milano.
Disponibile su:
http://www.ordinearchitetti.mi.it/it/mappe/
itinerari/edificio/635/20-la-casa-popolare
Bottoni P. (1945)
Milano: Görlich.
.
Gregotti V., Marzari G. (2002)
Mondadori Electa.
(1950) Milano. Disponibile su: http://sites.
google.com/site/quartiereharardessiemi/lineeguida-di-progettazione-1950
Ponti G. (1950)
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Milano: Hoepli.
Savi V. (1990)
Electa.
Schiavi A. (1911)
Bologna: Zanichelli.
Milano.
Disponibile su:
http://www.gioponti.org/it/archivio/scheda-dellopera/dd_161_6007/piano-urbanistico-perlunita-quartiere-ina-casa-harar-dessie
HARAR-DESSIÉ
Di Biagi P. (2001)
Donzelli Editore.
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HAMMARBY SJÖSTAD
inquadramento
01
Progettista:
Anno di realizzazione:
Superficie territoriale:
Tengbom Arkitekter
1993-2013
204 100 m2 di cui 32
H
natura e il luogo come risorse.
ammarby Sjostad è situato nella parte
meridionale della città di Stoccolma, 5km a
sud del centro storico della città, e si affaccia su
una sponda del lago Hammarby Sjo (“Sjöstad”
che in svedese significa “città d’acqua”) per il
quale è anche definito “Hammarby Lake City”.
Il quartiere fa parte di una strategia di sviluppo
urbano che ha come obiettivo principale il
riuso e la riqualificazione delle aree industriali
dismesse.
Il fatto che alcune aree erano state gravemente
contaminate non ha costituito un ostacolo,
ma anzi ha dato uno stimolo maggiore alla
realizzazione di un progetto eco-sostenibile
come questo.
Il fattore rilevante per lo sviluppo dell’area è
l’acqua che, oltre a rappresentare un elemento
di valore estetico, è anche un elemento di
pianificazione dell’intervento di sviluppo
urbano, che si pone come obiettivo quello
di massimizzare lo sfruttamento delle risorse
climatiche minimizzando gli impatti ambientali.
Gli obiettivi della realizzazione del progetto
sono:
- la riduzione del 50% dell’impatto ambientale
dei nuovi edifici rispetto alle costruzioni attuali;
- la riduzione al minimo del consumo totale di
energia e al consumo di acqua pulita, per mezzo
di sistemi fotovoltaici, pannelli solari, tetti verdi,
impianti di riciclaggio dell’acqua;
- l’utilizzo di materiali edilizi rinnovabili e
riciclabili, contenenti una quantità minima di
sostanze nocive sia alla salute ambientale che
pubblica;
- la bonifica del suolo di tutta l’area e il
risanamento del lago;
- la riduzione dei trasporti.
La maggior parte degli edifici realizzati si
affacciano sull’acqua al fine di garantire loro
un’elevata qualità urbana, architettonica e
abitativa. Essi, inoltre, offrono molti spazi
comuni in modo che le persone che ne
usufruiscono abbiano la possibilità di sfruttare la
m2 di acqua
ll piano generale di Hammarby Sjostad viene
attuato per comparti (Kvarteret).
Questi rappresentano una sorta di “unità
minime d’intervento” finite ed autosufficienti,
mediamente dimensionate per circa 2000
abitanti. Per ciascuno dei dodici comparti in cui
il quartiere è articolato, tra Amministrazione e
costruttori viene concordato un Quality Program
in cui vengono sottoscritti ed accettati i caratteri
urbani e architettonici dei comparti e degli
edifici.
Particolare attenzione viene dedicata alla
conformazione urbana, ai fronti edificati su
aree pubbliche e private, alla progettazione
degli spazi ad uso pubblico, delle strade e dei
giardini. Il grado di dettaglio si spinge fino alla
definizione degli elementi architettonici degli
edifici, del colore delle facciate, dell’arredo
urbano, dell’illuminazione pubblica e delle
installazioni artistiche.
02
HAMMARBY SJÖSTAD
HAMMARBY SJÖSTAD, STOCCOLMA
Al fine di verificare l’attuazione dei programmi
la Municipalità istituisce un proprio servizio
tecnico che affianca i costruttori con attività
di informazione e verifica durante le fasi di
realizzazione.
01. Panoramica area 1:50000
02. Panoramica area 1:10000
03. Masterplan di progetto
04. Disegno rappresentativo del quartiere
03
04
2
memoria
05
06
07
L
’area ora occupata dal progetto Inizialmente
era una regione agricola, l’industrializzazione
e la diffusione di urbanizzazione associata alla
zona nel tardo diciannovesimo secolo grazie
alla sua vicinanza alla città centrale. Nel 1836
è stato istituito l’ufficio addetto all’urbanistica
per contribuire
a controllare la vasta
industrializzazione nel paesaggio svedese.
dalla candidatura olimpica di Stoccolma 2004:
in quest’area viene proposta la realizzazione del
Villaggio Olimpico. Sarebbe stato un grande
quartiere residenziale, correlato all’importante
riduzione del carico ambientale immesso sul
territorio. Questa scelta contribuisce a superare
l’opposizione delle associazioni ambientaliste e
determina il rapido avvio del progetto.
Dopo il passaggio da livello nazionale a
pianificazione comunale nel 1904 , Stoccolma
ha avviato un programma di acquisto di terreni
per riorganizzare la zona.
Si svilupparono alcune industrie manifatturiere
di grandi dimensioni e più tardi un tessuto
diffuso di attività artigianali presso capannoni di
lamiera.
Un canale è stato poi costruito nel 20esimo
secolo per collegare il lago al Mar Baltico,
facilitando lo sviluppo industriale della zona.
Negli anni 1995-96 l’ufficio Urban Planning
di Stoccolma, coordinato dall’arch. Ian Hinge
Hogstrom, padre dell’iniziativa, elabora un
preliminare d’assetto generale dell’area.
Si prevede, a seguito di accordi con gli
imprenditori, di demolire le costruzioni in
lamiera e trasferire altrove le attività artigianali;
gli edifici industriali storici si sarebbero invece
mantenuti, continuando in alcuni l’attività
produttiva, ristrutturando altri per ospitare
servizi di quartiere.
Tre studi di progettazione di fama nazionale
vengono coinvolti dalla municipalità per
completare il piano preliminare in tre differenti
aree. Dai progetti, discussi con l’ufficio
dell’Urban Planning, si consegue in tre mesi il
masterplan definitivo.
Linee ferroviarie sono state costruite per lo
sviluppo dell’industria pesante come la fabbrica
automobilistica General Motors e la fabbrica
lampadina Luma.
HAMMARBY SJÖSTAD
HAMMARBY SJÖSTAD, STOCCOLMA
Nei primi anni del 1990 ci fu una forte richiesta
di abitazioni in Stoccolma , in concomitanza con
il boom economico che ha portato alla decisione
di riqualificare Hammarby Sjöstad.
Anche se era una zona industriale ben
funzionante, a causa della sua vicinanza con il
centro della città di Stoccolma è stato considerato
come attraente per scopi residenziali, cosi l’area
viene definita dal Piano Regolatore zona di
recupero ed espansione residenziale per far
fronte al sostanziale incremento demografico
della capitale.
Degno di nota è che contrariamente alla
situazione in altre aree dismesse europei
pochissimi siti Hammarby erano stati
abbandonati, il risultato è stato che i terreni di
proprietà privata sono stati acquistati dalla città
a prezzi superiori edel valore di mercato per
accelerare il processo di acquisto.
Attraverso la disponibilità da parte della città
di acquistare i restanti terreni, la pianificazione
urbanistica ha potuto prendere il via.
05. Vista fattoria (foto storica)
Un forte incentivo all’ideazione del quartiere
ecologico di Hammarby Sjöstad deriva anche
08. Mappa dell’area prima del progetto
08
08
3
accessibilità
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10
11
HAMMARBY SJÖSTAD, STOCCOLMA
er ciò che riguarda la viabilità, la maggiore
arteria di circolazione è lunga 3,5 km e larga
37,5 m e attraversa tutto il quartiere includendo
corsie per mezzi di trasporto privato e pubblico.
residenti e dei lavoratori giornalieri si sposti con i
trasporti pubblici, a piedi o in bicicletta.
Per il trasporto pubblico sono state realizzate
una linea tranviaria (Tvarbanan tram service) che
si ricollega con la rete della città di Stoccolma,
un battello che attraversa il Canale Hammarby
e una rete di bus per garantire la riduzione del
traffico.
HAMMARBY SJÖSTAD
P
E4
Stoccolma
E’ stato anche progettato un parcheggio per
automobili che in seguito dovranno essere
alimentate con impianti a biogas.
Il quartiere è stato progettato prevedendo una
grande quantità di percorsi pedonali e ciclabili,
lungo le sponde di Hammarby Kanal, finalizzati
a diminuire l’uso privato dell’auto e quindi la
quantità di emissioni di gas inquinanti nell’aria.
09. Mappa dei collegamenti all’interno del quartiere
10. Esempio di strada
A partire dal 2010 l’obiettivo è che l’80% dei
12. Porto turistico
13. Mappa dei collegamenti con l’esterno
FS
E20
12
13
4
accessibilità
2
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HAMMARBY SJÖSTAD
1
13. Vista di una strada
14. Scorcio di un attraversamento tramite ponte
5
spazio pubblico
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20
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12
23
Il quartiere è fornito di sette complessi scolastici
che si dispongono nel quartiere in maniera
uniforme per poter servire tutte le residenze ed
una biblioteca.
Il centro di raccolta rifiuti permette di smistare
accuratamente i materiali di scarto degli
abitanti, convertendoli in energia (biogas),
che, grazie anche all’aiuto del campo eolico,
fa si che il quartiere sia per una buona parte
autosufficiente a livello energetico.
Per quanto riguarda il settore terziario
possiamo individuare una serie di negozi che
trovano collocazione al piano terra degli edifici
residenziali, al contrario la parte del terziario
che si riferisce agli uffici si colloca o in edifici
appositi oppure prende parte all’interno di
edifici residenziali.
HAMMARBY SJÖSTAD
HAMMARBY SJÖSTAD, STOCCOLMA
18. Bar
20. Biblioteca del quartiere
23. Centro ricerche
6
verde
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25
26
HAMMARBY SJÖSTAD, STOCCOLMA
G
HAMMARBY SJÖSTAD
li edifici resdenziali, per la loro forma
prevalentemente a corte, racchiudono al
loro interno delle aree di verde privato, allo
stesso modo il progetto ha previsto delle aree
di verde pubblico comuni dove poter sostare e
rilassarsi all’aria aperta, il lungo lago è delimitato
per una buona parte da una “promenade” in
legno che in alcuni punti si allungano sul lago
e sono accompagnate da una vegetazione che
riprende il tema lacustre.
Da notare il fatto che la differenza tra pubblico e
privato è difficilmente individuabile in quanto, gli
spazi privati non sono recintati, ma rimangono
aperti diventando un prolungamento visivo e
non di quelli pubblici.
immersi nel verde
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7
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HAMMARBY SJÖSTAD
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8
verde
verde
HAMMARBY SJÖSTAD
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29.-32.-33. Vista del lago
30.-31. Verde pubblico
34.-35. Vista della passeggiata lungo il lago
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9
abitare
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37
38
HAMMARBY SJÖSTAD, STOCCOLMA
L
HAMMARBY SJÖSTAD
a zona residenziale comprende circa 11500
appartamenti con una densità di 270 abitanti
per ettaro
Gli edifici ad uso abitativo sono stati costruiti
tenendo conto dell’insieme e del contesto fino
ai minimi dettagli. Il modello che prevale è
quello dell’edificio a corte che permette di avere
uno spazio di verde privato.
La costruzione dell’intero progetto è avvenuta in
più fasi , alcune parti sono ancora in costruzione
tutt’oggi.
Tra il 1993 e il 1999 è stata edificato il comparto
di Norra Hammarbyhamnen situato a nord ovest
dell’intera area di progetto, caratterizzato da
1250 appartamenti e da un nuovo complesso
scolastico. Successivamente ha visto la
realizzazione Sickla Udde, piccola penisola
bagnata a nord e ad ovest dal lago Hammarby e
a sud dal Sickla Kanal e caratterizzata ad est dalla
forte presenza del nuovo raccordo autostradale,
separato dagli edifici da un vasto parco naturale.
La terza fase ha previsto la realizzazione di Sickla
Kaj bagnato a nord dal Sickla Kanal e
caratterizzato da edifici che si affacciano
sull’acqua, che seguono una tipologia a corte di
tipo residenziale, all’interno della quale è stato
progettato un verde privato che si connette
tramite percorsi pedonali ad aree pubbliche
attrezzate.
Da sottolineare in questo comparto è la presenza
del GlashusEtt, il centro informativo ambientale
di Hammarby.
In seguito, sono state edificate le zone di Sickla
Canal e Luma. Quest’ultima si estende sul lago
ed è caratterizzata oltre che da numerosi edifici
anche da vaste aree verdi pubbliche. Il comparto
di Luma fa da cerniera tra le aree ad est, già
quasi interamente portate a termine, e quelle a
sud ovest.
Un’altra area degna di nota, a nord di Sickla
Udde; in questa zona, in passato si erano
sviluppate attività di piccola scala alcune delle
quali semi-legali e illegali, che avevano inquinato
sia il terreno che l’acqua con sostanze tossiche.
37.-38. Vista del lungolago
nelle pagine seguenti:
42.-45. Scorcio di una strada pedonale tra le case
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10
HAMMARBY SJÖSTAD
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43
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abitare
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abitare
riferimenti
SITOGRAFIA
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Disponibile su: http://www.cittasostenibili.it/
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Sjoestans-stoersta-cykeltaevling-LUMA-GP2013-avgjordes-idag
HAMMARBY SJÖSTAD
BIBLIOGRAFIA
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