Corriere della sera

VENERDÌ 7 NOVEMBRE 2014
Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821
21
Roma, Via Campania 59/C - Tel. 06 688281
88281
ALLEANZE
VARIABILI
ALLA PROVA
Tre anni dopo
Tempi
«Ho ucciso Bin Laden» liberi
L’attore
Il soldato Rob si svela
Paolini, l’«impegnato»
«Ma non chiamatemi
coscienza degli italiani»
di Guido Olimpio
a pagina 15
di Luca Mastrantonio
a pagina 29
L’elezione arriva a sorpresa.
Dopo 20 fumate nere. Ma la
sorpresa vera è l’intesa che ha
portato al risultato di Silvana
Sciarra, docente universitaria a
Firenze, nuova giudice costituzionale. Espressa dal Pd, è passata con il sostegno dei 5 Stelle.
La candidata alla Consulta di
Forza Italia, Stefania Bariatti,
non è invece stata eletta, vittima delle divisioni in FI.
D
Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano
Loreto (AN)
Consulta, funziona il patto Pd-Grillo
Forza Italia, divisa, finisce nell’angolo
● GIANNELLI
di Massimo Franco
PARLA DI MAIO, M5S
«Pronti all’accordo anche per il Colle»
di Emanuele Buzzi
di oggi è un risultato storico, abbiamo tolto di
«Q uello
mezzo gli impresentabili: segna la vittoria del metodo
della trasparenza contro gli inciuci e sblocca una impasse che
costa 100 mila euro a seduta». Luigi Di Maio, cinquestelle,
vicepresidente della Camera, è soddisfatto della doppia fumata
bianca per Consulta e Csm dopo l’intesa con i democratici. E
annuncia: «Il nuovo capo dello Stato eleggiamolo con lo stesso
metodo. Se il Pd usa il buon senso, noi ci saremo».
da pagina 2 a pagina 6
Galluzzo, Guerzoni
Labate, Trocino
a pagina 5
Europa Polemica sul presidente della Commissione per i vantaggi alle multinazionali in Lussemburgo
MAGISTRATI E STAMPA
Fisco, si apre il caso Juncker
Quei giudici
così refrattari
all’esercizio
Draghi: misure straordinarie anticrisi. La Ue avverte Renzi sulle regole della critica
Favoritismi fiscali concessi
dal governo del Lussemburgo a
centinaia di aziende mentre a
guidarlo era Jean-Claude Juncker: la rivelazione ha scatenato
polemiche sull’attuale capo
della Commissione europea.
Il presidente della Bce, Mario Draghi, ha aperto alla possibilità di nuove misure straordinarie per stimolare l’economia:
scelta, ha precisato, condivisa
da tutto il board.
Maltempo Disagi dal Nord al Sud
a pagina 10
continua a pagina 27
LE STRATEGIE
N
ubifragio a Roma. Pioggia, vento forte e grandine. Città nel caos, alberi spezzati, traffico
paralizzato. Allagato l’aeroporto di Fiumicino (nella foto, un dettaglio): cascate d’acqua
dentro il «Leonardo da Vinci», terminal a lungo inagibili, voli rallentati, danni al duty free e ai
negozi. E il maltempo, che sta colpendo l’Italia con forti disagi, non si ferma. Lo stato di allerta
continua anche oggi, dal Friuli alla Sicilia.
a pagina 16 Frignani
F
a situazione è sotto controllo. Non c’è frattura NordSud. Mario Draghi dà ai mercati il segnale dell’unità. E dell’ottimismo, perché la Bce, dall’alto della sua Eurotower, farà di
tutto per evitare la deflazione e
una nuova recessione.
da pagina 10 a pagina 13
Piove anche dentro l’aeroporto di Fiumicino
di Piero Ostellino
orse, è venuto il momento
di chiedersi realisticamente
attraverso quali canali passano,
nell’Italia d’oggi, repubblicana,
laica, democratica, antifascista, il rifiuto dello spirito critico — che è, poi, il tentativo,
neppure tanto indiretto, di imbavagliare il sistema informativo — e la negazione degli stessi
sviluppi della deriva totalitaria
in corso.
Non passano attraverso i canali del Parlamento e, in generale della politica; partiti e uomini politici — che pur in proposito non si fanno mancare
niente e tendono a nascondere
la mano dopo aver tirato il sasso — sono, evidentemente, anche troppo compromessi per
affrontare, per via giudiziaria,
eventuali critiche serie.
Passano, piuttosto, attraverso i canali di un sistema giudiziario che — al riparo della
propria indipendenza politica,
ma non ideologica — si ritiene
al di sopra, non solo di ogni sospetto, ma anche di giudizio,
cioè «in speciale missione, da
parte di Dio, per redimere gli
uomini». Una sorta di moralismo questa, che è, poi, l’anticamera di ogni totalitarismo...
Caizzi, Ferraino, Gerevini
Mazza, Sensini
Tamburello, Valentino
ANSA / TELENEWS
ietro il voto del
Parlamento sui
giudici
costituzionali si
intravede, in
filigrana, quello per
l’elezione del presidente
della Repubblica. L’ipotesi
che Giorgio Napolitano
possa ritenere conclusa la
sua missione di qui a
gennaio sta assumendo i
contorni di una previsione,
seppure da verificare. E
pone con forza e
preoccupazione il tema di
quanto potrà accadere di
fronte al vuoto che
lascerebbe. Il «sì» di ieri
al giudice costituzionale
designato dal Pd, Silvana
Sciarra, e a quello del
Movimento 5 Stelle, Alessio
Zaccaria, per il Csm, è un
primo elemento di
riflessione; e di tensione
nella maggioranza. Il «no»
a quello di Forza Italia è il
secondo, anche perché
rimanda a contrasti tutti
interni al centrodestra.
La somma dei due
episodi riconsegna un patto
del Nazareno asimmetrico.
Forse è azzardato sostenere
che il coinvolgimento del
movimento di Beppe Grillo
nelle votazioni per la
Consulta sia la prima pietra
di un «secondo forno» che
il premier può utilizzare per
raggiungere i suoi obiettivi.
Per quanto vada accolto
come un segnale positivo,
non cancella
l’imprevedibilità di una
formazione che segue le
dinamiche imperscrutabili
della Rete e del suo leader.
Certamente, si tratta di un
risultato che rafforza Renzi
nella trattativa con un Silvio
Berlusconi più subalterno
di lui alla logica
dell’accordo sulle riforme
istituzionali. Il «forno» di
Forza Italia appare
inutilizzabile innanzi tutto
per il suo proprietario.
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L
continua a pagina 27
Le multe non pagate del sindaco Marino
Otto ingressi senza permesso nel centro di Roma. E la vicenda finisce in Parlamento
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41 1 0 7>
I
l giallo delle multe non pagate. Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, torna nella bufera:
risulta infatti entrato con un
pass scaduto nella Ztl (zona a
traffico limitato). Infrazioni da
80 euro ciascuna, per un totale
di 640 euro. Due multe risultano pagate, otto no. Ma un sindaco, secondo il Testo unico
enti locali, non può avere una
«lite pendente» con il Comune
che guida, pena la decadenza.
Il caso è finito in Parlamento.
a pagina 17
● IDEE& INCHIESTE
IL DEMOCRATICO DI STEFANO
GARANZIA GIOVANI
IL DEPUTATO
E LE TANGENTI
UN’ASSUNZIONE
IMPOSSIBILE
di Fiorenza Sarzanini
di Gian Antonio Stella
V
ssumere un giovane disoccupato in Campania con
«Garanzia giovani»? Una via
crucis. Mike Taurasi ci prova da
aprile a prendere 2 ragazzi per
la sua fabbrichetta metalmeca pagina 23
canica.
aligette piene di soldi e documenti: l’inchiesta che
contesta al deputato Marco Di
Stefano, coordinatore di un tavolo alla Leopolda, di aver intascato tangenti per 1,8 milioni
a pagina 9
imbarazza il Pd.
A
T
di Ernesto Menicucci
Città di Asiago
Venerdì 7 Novembre 2014 Corriere della Sera
2
Primo piano Il caso
Passano i candidati di Pd e 5 Stelle
Forza Italia si divide sulla Consulta
Sciarra giudice, Zaccaria al Csm per il M5S. No a Bariatti: malumori e assenze tattiche tra gli azzurri
La vicenda
● Sono stati 20
i tentativi a
vuoto, prima
del voto di ieri,
per eleggere i
due giudici
della Consulta,
scaduti il 28
giugno. La
scelta spetta
alle Camere in
seduta comune
ROMA Dopo venti fumate nere,
due mesi di stallo e molto tempo sprecato, il Parlamento in
seduta comune riesce ad eleggere il primo dei due giudici
costituzionali mancanti. È Silvana Sciarra, docente universitaria di Firenze, indicata dal Pd,
che passa allo scrutinio congiunto grazie anche ai voti dei 5
Stelle (630, sessanta in più rispetto al quorum). I quali ottengono l’elezione del membro
laico del Csm Alessandro Zaccaria. Nulla di fatto per l’altra
candidata, invece: il M5S ha
detto no, ma lo stesso partito
che l’aveva candidata, Forza Italia, si è spaccato e ha fatto mancare i suoi voti.
Alla fine della giornata festeggiano Pd e 5 Stelle, che per
la prima volta convergono in
Parlamento. Una svolta importante in un momento politico
nel quale il patto del Nazareno
sembra traballare. Beppe Grillo
esulta dal blog: «Per la prima
volta nella storia, dalla rete alle
istituzioni: il M5S sblocca il
Parlamento». Parla addirittura
di «vittoria storica» Riccardo
Fraccaro. Mentre Luigi Di Maio
attribuisce al Movimento il merito di aver fatto fuori Luciano
Violante: «È il metodo 5 Stelle,
il miglior anticorpo contro corruzione e inciuci politici».
Non è piaciuta ai parlamentari di Grillo, invece, la seconda
candidata, Stefania Bariatti. Per
un motivo procedurale, innanzitutto: «Manca l’ufficialità e
anche se ci fosse è arrivata fuori tempo massimo», diceva poco prima del voto Danilo Toninelli. Ma anche per motivi più
pregnanti: troppi incarichi, lamentavano diversi parlamentari. I 5 Stelle hanno sottoposto
al parere dei loro militanti la
decisione di votare la Sciarra:
scelta vidimata dalla rete con
l’88 per cento dei sì (15.644 vo-
tanti). Ma la Bariatti è stata azzoppata anche da Forza Italia.
Erano 45 i parlamentari azzurri
che risultavano assenti durante
la votazione. Assenze strategiche, segnali di un malumore
che cova da tempo nel partito
di Silvio Berlusconi, diviso tra
le colombe filorenziane (Gianni Letta e Denis Verdini) e i falchi antigovernativi (Renato
Brunetta). Quest’ultimo, attraverso il Mattinale tuonava contro il «Nazarenzi», alludendo al
patto del Nazareno. E così la
Bariatti, tra veti incrociati e veleni, si è fermata a 493 voti (il
quorum era di 570).
L’esultanza
Il sì del M5S dopo il voto online.
Grillo: iI patto del Nazareno affonda
Boschi sull’Italicum: se FI si tira
indietro, andiamo comunque avanti
Il gioco degli schieramenti
ha favorito invece l’elezione di
Alessandro Zaccaria, indicato
dai 5 Stelle al Csm. Forza Italia,
per ripicca contro il no del M5S
alla Bariatti, ha dato indicazione di votare scheda bianca. Ma
il Pd ha rispettato i patti e Zaccaria è arrivato a Palazzo dei
Marescialli (con 537 voti, 88 in
più dei 449 richiesti), chiudendo il patto. E allarmando chi teme che Renzi voglia alimentare
un «secondo forno», sostituendo il partito di Berlusconi
con Grillo. Non solo, e non tanto, su queste nomine, quanto
nella decisiva partita della legge elettorale. Anche perché
Forza Italia, come dimostra il
caso di ieri, non sembra più dare garanzia di unità e la sola parola di Berlusconi potrebbe
non bastare a indicare una linea seguita anche dai parlamentari «azzurri».
Eloquente la soddisfazione
di Lorenzo Guerini, vicesegretario pd: «Un risultato raggiunto anche perché, finalmente, il
Movimento 5 Stelle, ha capito
che nelle elezioni che richiedono maggioranze qualificate, è
necessario il reciproco riconoscimento».
Il ministro Maria Elena Boschi, in mattinata, spiegava:
«Mi auguro che Forza Italia
mantenga gli impegni, ma noi
non possiamo tirarci indietro
sulla legge elettorale». Grillo
sul blog: «Il Patto del Nazareno
affonda». E Roberto Speranza:
«Abbiamo fatto uscire il M5S
dall’isolamento». Daniela Santanché, falco di Forza Italia, fa
due più due: «Come il gioco
dell’oca. Bersani è partito da
Grillo e oggi Renzi torna a Grillo. Con i risultati della Consulta
è nata la nuova maggioranza
Pd-M5S. Riflettiamo».
Alessandro Trocino
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Sorrisi
● Nelle scorse
votazioni il Pd
aveva proposto
Violante, che
non ha mai
raggiunto
il quorum.
Così come i
nomi del
centrodestra:
Catricalà,
Bruno e
Caramazza
Da sinistra il
senatore pd
Nicola Latorre,
la deputata del
Ncd Nunzia De
Girolamo, il
deputato,
portavoce e
vicesegretario
del Pd Lorenzo
Guerini, il
senatore di
Forza Italia
Denis Verdini e
il deputato e
sottosegretario
del Pd Luca
Lotti ieri alla
Camera
durante la
seduta comune
del Parlamento
per l'elezione di
due giudici
della Corte
Costituzionale
e un membro
del Csm
(Lapresse)
● Il Pd ha
aperto ai 5
Stelle:
disponibili a
votare Alessio
Zaccaria al
Csm, gradito ai
pentastellati, in
cambio del sì a
Silvana Sciarra,
che ha avuto il
sì dal blog di
Grillo. Sciarra e
Zaccaria (foto,
dall’alto) ieri
sono stati
eletti. Non ce
l’ha fatta
Bariatti,
candidata di FI
L’intervista
«Sarà stata colpa della bomba d’acqua»
La giurista bocciata e gli scranni vuoti in Aula: qualcuno mi spiegherà cosa è successo
Chi è
● Stefania
Bariatti,
professoressa
ordinaria di
Diritto
internazionale
a Milano, nome
su cui puntava
il centrodestra
per la Consulta,
si è fermata ieri
a 493 voti
ROMA «Cosa è successo?».
È successo che Silvana
Sciarra è giudice della Consulta, mentre lei non ce l’ha
fatta. Può spiegarci cosa è
andato storto?
«Sono passati solo dieci minuti...», ride poco dopo le cinque del pomeriggio la professoressa Stefania Bariatti, che
insegna Diritto internazionale
privato e processuale a Milano, facoltà di Giurisprudenza.
Per leggere il suo curriculum,
che racconta una carriera accademica e professionale di
tutto rispetto, bisogna avere
un po’ di tempo a disposizione: avvocato consulente presso lo studio legale internazionale Chiomenti, membro dei
consigli di amministrazione
di Astm e Sias (concessioni
autostradali), membro del governing council di Unidroit...
Eppure niente, per lei i voti
del Parlamento in seduta comune si sono fermati a 493,
lontano dal quorum di 570.
Perché?
«Saranno altri a spiegarmi
cosa è successo».
I vertici di Forza Italia le
avevano offerto rassicurazioni sulla sua elezione?
«Non mi sembra giusto
commentare. Tra l’altro immagino che ne sappiate di più
voi giornalisti, visto che io
non c’ero».
È dispiaciuta per le tante
assenze di parlamentari az-
zurri?
«So che a Roma ci sono forti temporali, sarà stata colpa
della bomba d’acqua... A parte
le battute, davvero non so chi
c’era e chi no al momento del
voto. Sono a Milano e sto facendo il mio lavoro».
Quale lavoro? Dal suo cur-
❞
La replica
Io impresentabile?
Non credo di dover
rispondere ai 5 Stelle
e al blog di Beppe Grillo
riculum sterminato risulta
che ne abbia più d’uno.
«Oggi sono tra l’università e
il mio studio di avvocato».
Riccardo Nuti, dei 5 Stelle,
sostiene che lei è una «impresentabile» e che le istituzioni meritano di meglio.
«Non è così. E non credo di
dover rispondere al blog di
Beppe Grillo».
Il Movimento 5 Stelle non
le sta facendo una gran pubblicità sulla Rete. Dicono che
non l’hanno votata perché
siede nei consigli di amministrazione di troppe aziende e
quindi ha a che fare con appalti e commesse...
«Ripeto, non è così. Sono
stupita che ci possano essere
❞
Sono
stupita che
ci possano
essere
critiche
sul mio
curriculum
e dubbi
sulla mia
libertà di
pensiero
critiche sul mio curriculum».
Imponente, davvero.
«Com’è possibile avere dubbi sulla mia indipendenza?».
Sta pensando di ritirarsi o
tirerà dritto?
«Non so cosa rispondere, è
davvero troppo presto. Anzi,
preferirei non dire niente».
Troppo tardi purtroppo,
qualcosa ha già detto...
«Non è il caso di parlare visto che la situazione non è
chiara. Le dispiace non menzionarmi affatto? Altrimenti
sarò costretta a staccare il cellulare poiché insegno all’università e gli studenti devono
potermi trovare».
Monica Guerzoni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Venerdì 7 Novembre 2014
PRIMO PIANO
3
Il capogruppo Ppe
Weber, pranzo
a Palazzo Grazioli
Poi da Parolin
ROMA «Presidente, alla Bariatti
sono mancati anche i voti di
qualcuno dei nostri. In alcuni
casi s’è trattato del maltempo,
come nel caso della Gelmini
che è dovuta correre a Milano.
In altri, probabilmente, il maltempo c’entra poco…». Alle 17
in punto, quando la bocciatura della candidata forzista alla
Consulta s’è consumata già da
quaranta minuti, il report telefonico trasmesso da Montecitorio a Palazzo Grazioli è votato alla massima prudenza.
Allarme sì, visto che un patto
tra Pd e Cinquestelle ha prodotto per la prima volta un risultato concreto. Allarme rosso ancora no, dato che – almeno ufficialmente – da Forza
Italia predicano cautela.
Eppure, il voto sui giudici
della Corte Costituzionale rischia di produrre degli effetti
collaterali anche sulla delicata
partita della legge elettorale.
Il confronto
Il segretario pd e l’ex
premier si sentiranno
domenica per
verificare la situazione
Effetti che riguardano proprio
la tenuta di Forza Italia. Sarà
un caso ma, a pochi minuti
dalla bocciatura della Bariatti,
Maurizio Gasparri prende il
telefonino e twitta 140 caratteri al vetriolo diretti a Renzi.
«Premio di lista non lo votiamo. Patto? Sul testo votato alla
Camera».
Al periodo mancano due articoli determinativi, perché il
vicepresidente del Senato risparmia lo spazio per un
hashtag – diretto all’inquilino
di Palazzo Chigi – che si ferma
a cinque caratteri dall’attacco
frontale. #BastaBizzeBimbom…». Ed è nulla se si considera che il capogruppo alla
Camera, Renato Brunetta, ha
passato la giornata a ripubblicare messaggi del suo Mattinale tipo «Diciamo no ai ricatti di Renzi» e «Scopriamo il
bluff di Renzi». Senza dimenticare che, sulla tenuta di For-
Serie di incontri in Italia per
il capogruppo del Ppe al
Parlamento Ue Manfred
Weber, che ha incontrato
anche il segretario di Stato
vaticano Pietro Parolin. Il
politico tedesco ha visto i
vari membri italiani del Ppe:
dall’ex commissario Ue
Tajani di FI al leader dell’Udc
Casini ai presidenti dei
Popolari per l’Italia Mauro e
di Ncd Quagliariello. Weber
ha pranzato a Palazzo
Grazioli con il presidente di
FI Silvio Berlusconi e alcuni
europarlamentari azzurri
(nella foto pubblicata su
Twitter dal consigliere
politico dell’ex premier
Giovanni Toti, si
riconoscono tra gli altri lo
stesso Toti a capotavola, alla
sua sinistra la responsabile
della comunicazione di FI
Deborah Bergamini e
l’eurodeputata Lara Comi.
Al centro Berlusconi e di
fronte a lui Weber)
Accuse di bluff e ricatti
Berlusconi placa i suoi:
non temo l’asse coi grillini
Partito nervoso sull’Italicum. Il leader: credo nel patto
za Italia, pesano come un macigno i 32 parlamentari (di cui
ben 17 senatori) ufficialmente
iscritti all’area che fa riferimento a Raffaele Fitto.
Di fronte a uno scenario dominato dai più oscuri presagi,
però, Berlusconi insiste nella
richiesta di tempi supplementari. «Credo ancora nel patto
del Nazareno», ha risposto
l’altra sera a cena. Fosse per
lui, la partita sul nuovo Italicum sarebbe forse già chiusa.
Ma c’è da fare i conti con un
partito che pare in rivolta. E,
soprattutto, con l’incubo che
subentri una corsia privilegiata tra Pd e i Cinquestelle.
Eppure quando gli comunicano dell’ultimatum della Boschi, il Cavaliere – di fronte ai
L’indicazione di voto
Polverini (FI) mostra l’indicazione di
voto per la Consulta: cancellato
il nome di Zaccaria per il Csm
suoi – si abbandona a un sorriso. «Non ho paura dell’accordo tra Renzi e i grillini».
D’altronde, è il ragionamento
berlusconiano, «il presidente
del Consiglio ricorderà benissimo la fine che ha fatto Bersani quando provò a fare un accordo con loro e non con
me…». E quando Verdini
avrebbe fatto notare al gotha
forzista che «il premier potrebbe cercare la maggioranza
sull’Italicum coi transfughi
del M5S al Senato», l’ex Cavaliere ha fatto spallucce. Come
a dire, «è un bluff».
È possibile che i due, Matteo Renzi e Silvio Berlusconi,
si sentano al telefono domenica per verificare se ci sono
passi in avanti. «Noi collaboriamo con il presidente del
Consiglio alle riforme più urgenti, quelle che ci chiede anche l’Europa. Ma sulla ricetta
economica del governo siamo
all’opposizione», ha spiegato
il Cavaliere a Manfred Weber,
capogruppo del Partito popolare europeo a Bruxelles, che
oltre ad aver pranzato con lui
per tre ore di fila, ha approfittato del suo soggiorno romano per vedere anche il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin.
Il tutto mentre nei confini
azzurri si moltiplicano i messaggi in codice rivolti a Palaz-
zo Chigi. «Sul patto con Renzi
non tutto è perduto», s’è lasciata scappare ieri Maria Rosaria Rossi alla Camera. Mentre Giovanni Toti, un altro della cerchia ristretta, sostiene
che «per nove volte abbiamo
accolto proposte di modifica
del partito democratico senza
avanzarne, sulla decima devono ascoltare anche noi».
Dietro le quinte non c’è solo
l’accordo da sottoscrivere con
L’incarico a Romani
Verso un cambio della
guardia tra negoziatori:
Romani si prepara
a sostituire Verdini
l’inquilino di Palazzo Chigi.
Ma anche un cambio della
guardia nella squadra dei «negoziatori». Paolo Romani, infatti, si prepara a sostituire
Denis Verdini nel ruolo di ambasciatore. Una scelta che sarebbe stata concordata anche
col senatore toscano, che con
il capogruppo al Senato ha da
sempre buonissimi rapporti.
Tommaso Labate
© RIPRODUZIONE RISERVATA
4
Venerdì 7 Novembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Venerdì 7 Novembre 2014
5
Primo piano Il Movimento
I 5 Stelle e lo scenario del dialogo: «Ma no al doppio forno»
Sulla responsabilità delle toghe un altro asse con i dem. Insorge Sacconi (Ncd), poi il caso rientra
MILANO Il voto sulla Consulta e l’asse Pd-M5S in
commissione Giustizia scuotono il mondo dei
Cinque Stelle e i rapporti della maggioranza. A
dare l’idea di quanto siano esili gli equilibri, sono le paventate dimissioni di Maurizio Sacconi,
capogruppo ncd al Senato, rientrate dopo aver
ricevuto rassicurazioni da Matteo Renzi: «Mi ha
telefonato per garantire il suo impegno a che
non si producano mai maggioranze diverse da
quella che sostiene il governo».
L’idea di un «doppio forno» del Pd tambureggia anche nel mondo pentastellato. Parlamentari e attivisti esultano per il risultato, i fedelissimi
rivendicano: «È la nostra linea di sempre». Qual-
L’intervista
di Emanuele Buzzi
cuno, però, spera che la «svolta occasionale»
possa diventare una «consuetudine più assidua», ma soprattutto «efficace». Il mantra è il
«bene dei cittadini» e a spazzare via gli equivoci
interviene anche qualche ortodosso. Nicola
Morra, sul filo dell’ironia, commenta: «Sacconi
stai sereno, è solo la democrazia» e «tranquilli, il
M5S non entrerà mai nel governo Renzi». Più inclini al dialogo i dissidenti. Tancredi Turco sbotta con un «era ora», anche qualche fuoriuscito,
come Ivan Catalano punge: «Chissà se il Movimento è in tempo per correggere il tiro oppure è
solo una manovra elettorale».
E proprio agli ex Cinque Stelle guarda la mag-
Le trattative
Quattro o cinque
fuoriusciti, in Senato,
sarebbero già pronti
a sostenere il governo
gioranza. Matteo Renzi starebbe pensando di
rimpolpare le fila al Senato Si tratterebbe di una
manciata di persone, quattro, massimo cinque.
Francesco Campanella assicura che «non ci saranno defezioni» nel gruppo Italia lavori in corso: «Siamo rimasti in tre». «Posso immaginare
un appoggio su singoli temi, le poltrone non ci
interessano», dice. E aggiunge: «Ma la mia è una
ipotesi del terzo tipo». Anche Paola De Pin si tira
fuori: «Mi stanno alla larga», scherza. «Altri colleghi in maggioranza? Se lo sapessi non glielo
direi», conclude.
E. Bu.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
15
i senatori che
hanno lasciato
il gruppo del
Movimento 5
Stelle, dalle
Politiche a oggi.
Alla Camera gli
addii sono stati
cinque
«Se nel Pd c’è buon senso
in futuro noi ci saremo
Anche per il Quirinale»
Di Maio: confronto sulla legge elettorale? Noi una l’abbiamo
MILANO «Quello di oggi è un ri-
sultato storico perché ci permette di conquistare tre obiettivi: abbiamo tolto di mezzo gli
impresentabili, segna la vittoria del metodo della trasparenza contro gli inciuci e
sblocca una impasse che costa
100 mila euro a seduta».
Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera in quota Movimento 5 Stelle, è soddisfatto
della doppia fumata bianca
per Consulta e Csm dopo l’intesa con i democratici.
È un asse che si può ripetere?
«Loro sono venuti da noi
perché Silvio Berlusconi non
gli ha permesso di eleggere
Luciano Violante. Noi Silvana
Sciarra e Alessio Zaccaria non
li conosciamo, ma questa è la
dimostrazione che chi vuol seguire questo metodo può fare
qualsiasi cosa. Se il Pd usa il
buon senso per argomenti che
interessano la collettività, noi
so. Noi una legge elettorale ce
l’abbiamo, il Consultellum,
che è il risultato di una votazione condivisa sulla Rete tra
migliaia di persone. Il Pd oggi
ne ha fatta una buona, magari
può farne un’altra...».
Ma lei è disponibile a sedersi di nuovo al tavolo con
loro?
«Attualmente il problema
del tavolo non si pone, non è
in discussione».
In prospettiva, però, oltre
alla riforma della legge elettorale, c’è anche la possibile
elezione del successore di
Giorgio Napolitano, nel caso
il capo dello Stato decidesse
di lasciare l’incarico anzitempo.
«Il mio invito è: il nuovo capo dello Stato eleggiamolo
con lo stesso metodo, facciamolo scegliere ai cittadini. Il
vero messaggio di oggi è la vittoria della democrazia diretta.
Leader
Luigi di Maio,
28 anni, è nato
ad Avellino. È
vicepresidente
della Camera,
milita nei
Cinquestelle
dal 2007
Se il Pd avesse condiviso Gino
Strada o Stefano Rodotà che
Italia ci sarebbe ora?».
E come vorreste fare? Ricalcando quanto successo in
questa settimana?
«L’auspicio è di spostare
l’asse verso i cittadini, coinvolgerli il più possibile. Che scelgano direttamente loro i nominativi: si possono utilizzare
piattaforme più sofisticate e
non legate al Movimento.
Ognuno voti dando gli estremi
della propria carta d’identità».
Nel Movimento avete in
mente qualche idea? Magari
un ex presidente della Corte
costituzionale come Gustavo
Zagrebelsky?
«Questo non lo deve chiedere a me, ma ai 500 mila utenti
certificati del blog».
Ieri bagarre al Senato con i
democratici e oggi intesa sul
voto: non c’è il rischio di rimanere disorientati?
«Magari sarà disorientato il
❞
❞
ci saremo».
Per il blog di Beppe Grillo
il patto del Nazareno affonda...
«Affonda perché il partito di
Berlusconi non è affidabile,
non ha tenuta. Esulterei davvero se crollasse, per due motivi:
aprirebbe la strada verso il voto e segnerebbe la fine degli
accordi segreti. Comunque
noi non sappiamo se crolli o
meno, perché non sappiamo
cosa contenga di preciso. In
ogni caso, siamo per indebolire i patti che ledono i diritti dei
cittadini».
Già si comincia a guardare
al futuro. Lei ha parlato di
Italicum e sulla riforma della
legge elettorale una deputata
del Movimento, Giulia Di Vita, ha già rilanciato, stuzzicando il Partito democratico...
«A luglio i democratici non
volevano ascoltarci, ora non
Pd: lo dovete chiedere a loro.
Noi no, siamo sempre fedeli
alla nostra linea. Al Senato è
stata una guerra (in giornata
Di Maio ha definito lo sblocca
Italia un «commissariamento
della democrazia», ndr), ma
allo stesso tempo sui singoli
temi siamo sempre disposti a
collaborare nell’interesse della
collettività».
Ci sono state reazioni piccate in Ncd e in Forza Italia in
queste ore per le convergenze in commissione Giustizia
e sulla Consulta.
«Hanno reagito così perché
sono abituati alla spartizione
in ogni campo. Nel centrodestra in questo momento c’è
una competizione al ribasso
per catturare l’elettorato, ma il
popolo del centrodestra non
esiste più. Siamo in un’altra fase storica, c’è solo il popolo
italiano».
La scelta
Il nome per il Colle si può
scegliere su una
piattaforma web
non legata al Movimento
Al centrodestra
FI e Ncd protestano, ma
il popolo del centrodestra
non esiste più: c’è solo il
popolo italiano
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Venerdì 7 Novembre 2014 Corriere della Sera
6
Primo piano Il premier
Il retroscena
di Marco Galluzzo
Meno voti, il segnale di Renzi al Cavaliere
«Il patto del Nazareno scricchiola, eccome»
Nell’urna della Consulta mancano circa venti dem. Ma ai suoi spiega: lui resta la prima opzione
ROMA Il voto è stato parlamentare, ma la regia è stata di Palazzo Chigi. E nessuno, nel governo, fa niente per nasconderlo. Non si può dire in modo
ufficiale, ma in modo ufficioso
nello staff di Renzi non hanno
voglia di nascondere la «manina»: se sono mancati dei voti
alla candidata di Forza Italia
per la Consulta, se lo schema
avallato da Renzi una settimana fa è andato a segno al netto
della giurista gradita al Cavaliere, è un chiaro segnale mandato all’ex premier.
Quanti deputati del Pd si siano sottratti al voto, una ventina, o forse di più, nessuno è in
grado di dirlo. Impossibile ricostruire con precisione. Con
maggiore certezza però si può
dire che il voto di ieri è la seconda puntata dell’incontro di
due giorni fa fra Renzi e il Cavaliere: il primo vuole una legge elettorale che arrivi in Aula
entro la fine dell’anno, il secondo non ha ancora deciso se
starci, nel frattempo i dubbi
sul patto del Nazareno si tramutano in incertezza parlamentare, che però vale solo per
il candidato sostenuto da Forza
Italia. In serata, da Milano, è lo
stesso premier a confermarlo
davanti all’assemblea dell’An-
ci: l’accordo con Berlusconi
sulle riforme? «Scricchiola e
come se scricchiola...».
Del resto il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, in
mattinata, aveva rinnovato il
pressing sul Cavaliere: «Se Forza Italia si dovesse tirare indietro certo noi non possiamo farlo di fronte all’urgenza di una
legge elettorale che garantisca
la governabilità». Nell’attesa di
una risposta è partito un ordine di servizio da Palazzo Chigi.
Dire però che si è arrivati al
prologo di una nuova maggioranza sarebbe un errore: «Non
si è aperto nessun nuovo scenario, la nostra prima opzione
è chiudere con Berlusconi», è
la linea di Renzi, diffusa per
tutta la giornata dai suoi ministri e da tutti coloro che tengono i contatti fra Palazzo Chigi e
il Parlamento. E nella linea del
presidente del Consiglio c’è
anche il ragionamento che due
giorni fa ha fatto al Cavaliere
sui parlamentari che porterebbe al voto se si tornasse alle urne con le norme attualmente
vigenti, quelle prodotte dalla
sentenza della Consulta. In sostanza Renzi avrebbe fatto i
conti in tasca all’ex premier e
gli avrebbe detto, numeri alla
mano, che è inutile vagheggia-
Mogherini a Varsavia
La missione polacca di Lady Pesc
Le elezioni nell’est dell’Ucraina sono «illegali e illegittime»
e la Ue potrebbe imporre nuove sanzioni alla Russia al fine
di preservare la sovranità territoriale di Kiev. È quanto ha
ribadito Federica Mogherini a Varsavia, nel corso del suo
primo viaggio all’estero da quando ha assunto l’incarico di
Lady Pesc. (nella foto Epa con il ministro degli Esteri
polacco Grzegorz Schetyna nel parco Lazienki)
re un ritorno al voto con il cosiddetto Consultellum, «non
credo che riusciresti ad eleggere più parlamentari di quelli
che invece ti può assicurare la
nuova legge elettorale», sarebbe stato il ragionamento.
Ovviamente esiste una sorta
di piano alternativo: Renzi è
consapevole che il punto debole della sua maggioranza è a
Palazzo Madama, che se saltasse il Patto del Nazareno dovrebbe procedere in modo diverso, accettando sulle riforme
contributi di altre forze politiche e un referendum finale.
Ma è convinto che in un modo
o nell’altro riuscirà nell’impresa, con o senza Berlusconi.
Di sicuro al momento, osservano ancora a Palazzo Chigi,
«Forza Italia è spaccata» e anche il voto di ieri, sui giudici
della Corte costituzionale, «lo
dimostra». Non sono mancati
soltanto i voti del partito democratico insomma, quelli, a
quanto pare, sono serviti solo
per rimarcare che senza il Pd il
gruppo azzurro perde centralità e capacità di portare a casa
dei risultati. Prova che ieri
sembra perfettamente riuscita,
in attesa di una decisione definitiva di Berlusconi.
Nel libro di Vespa
Il premier
e la frase su Letta:
Enrico stai sereno?
Io ci credevo, lui no
«La batteria del governo Letta
era scarica, il motore si era
spento. Abbiamo cercato di
riavviarlo, ma non era
possibile». Così il premier
Matteo Renzi nell’ultimo libro
di Bruno Vespa rievoca i
momenti della caduta
dell’esecutivo guidato da
Enrico Letta sostituito poi dal
suo governo. «L’hashtag
#enricostaisereno — sostiene
— è nato perché io ero
convinto di poterlo sostenere.
Io ci credevo. Lui no». Nel
libro Vespa ricorda che Letta
sostiene invece di essere stato
bloccato proprio da Renzi:
«Non è così — risponde il
presidente del Consiglio. So in
coscienza che la
rappresentazione del
complotto o dell’agguato non è
vera».
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La lettera a Palazzo Chigi
Le minoranze pd:
prima la legge di Stabilità
poi l’esame del Jobs act
L’appello
● Le firme
per candidare
Cofferati
Parlamentari,
esponenti della
sinistra dem
e della società
civile hanno
firmato un
appello per la
candidatura di
Sergio Cofferati
alle primarie
per le Regionali
liguri del 21
dicembre. Ex
segretario Cgil,
eurodeputato,
Cofferati, 66
anni, genovese
d’adozione,
scioglierà a
breve la riserva
ROMA «È necessario approvare la legge di Stabilità prima di iniziare il voto alla Camera sul Jobs
Act». Il documento che la minoranza del Pd ha
inviato a Renzi non è una banale richiesta di invertire il calendario dei lavori parlamentari.
Il tono è garbato, ma il contenuto è piuttosto
bellicoso. Basta leggere i nomi in calce per capire il senso politico della lettera-appello: Boccia,
Civati, Cuperlo, D’Attorre, Fassina, Miotto. L’ordine è rigorosamente alfabetico e l’ultima firma
è quella di Rosy Bindi, un nome che rivela il tentativo di saldare, in una sorta di coordinamento, i deputati più agguerriti nei confronti della
politica economica del leader. Solo approvando
la manovra prima della delega sarà possibile, è
la tesi degli oppositori di Renzi, «aumentare le
risorse destinate al lavoro e consentire maggiore impulso all’attuazione della delega, che è a
saldo zero». Il limite delle norme del ministro
Poletti è che i soldi sono pochi, scrivono i firmatari dell’appello. E poiché le risorse stanziate
dalla legge di Stabilità sono pari a due miliardi,
«non sarà possibile raggiungere gli obiettivi
che lo stesso presidente Renzi si propone di
centrare». Insomma, o il governo aumenta gli
stanziamenti di un miliardo e mezzo o «le riforme senza soldi rischiano di rimanere solo buone intenzioni».
La lettera della minoranza rischia di innescare nuove tensioni, ma Boccia sdrammatizza:
«Non capisco dove sia il problema... Non si fanno riforme senza soldi». E intanto Sergio Cofferati si scalda per le primarie del 21 dicembre,
per la presidenza della Liguria. La sinistra si è
messa in moto per preparare la discesa in campo dell’eurodeputato pd e la prima mossa è l’appello di una trentina di personalità della cultura e del mondo professionale. Hanno firmato
anche i parlamentari Donatella Albano e Mara
Carocci, l’ex sindaco di La Spezia Giorgio Pagano, alcuni civatiani e Giordano Bruschi, partigiano e antifascista, uno dei simboli della sinistra genovese.
M.Gu.
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Corriere della Sera Venerdì 7 Novembre 2014
7
Il sostegno di Intesa Sanpaolo ai progetti degli Italiani.
NEL 2014 CONCESSI 20 MILIARDI A IMPRESE E FAMIGLIE.
Anche in questi anni Intesa Sanpaolo non ha mai smesso di offrire credito. Perché non ha mai smesso di
credere nel Paese e sostenerne la ripresa. Solo nei primi nove mesi del 2014, ad esempio, ha destinato
20 miliardi a imprese e famiglie.
IN ARRIVO ALTRI 12,5 MILIARDI CON IL CONTRIBUTO DELLA BCE.
Intesa Sanpaolo partecipa a TLTRO (Targeted Longer-Term Refinancing Operations). L’operazione della Banca
Centrale Europea che fornisce liquidità al sistema bancario per favorire la concessione del credito.
Questo ci consente di mettere a disposizione del Paese altri 12,5 miliardi a un tasso vantaggioso.
140 MILIARDI DI NUOVO CREDITO IN 4 ANNI.
Complessivamente, tra il 2014 e il 2017, il credito stanziato da Intesa Sanpaolo per famiglie e imprese sarà
di oltre 140 miliardi. Una cifra importante, il nostro modo di sostenere la ripresa economica del Paese.
Messaggio Pubblicitario. Fogli Informativi in Filiale e sul sito della Banca.
www.intesasanpaolo.com
Venerdì 7 Novembre 2014 Corriere della Sera
8
#
Primo piano La visita
Uova e contestazioni al premier
«Non faccio il coniglio che scappa»
In una fabbrica in Brianza, poi a Milano. «La Ue esca dal recinto dorato della burocrazia»
«Quando c’è una crisi
industriale il presidente del
Consiglio deve fare il sindaco,
non fare il coniglio, quello che
scappa, ma quello che ascolta e
affronta i problemi. E se mi tirano le uova... sono bravo a fare
le crêpe». Davanti ai sindaci
riuniti in Fiera nell’assemblea
dell’Anci, è lo stesso Matteo
Renzi a raccontare l’accoglienza ricevuta poche ore prima dai
lavoratori in presidio ai cancelli
dell’Alcatel-Lucent di Vimercate, in provincia di Monza.
La giornata milanese del
premier, infatti, comincia con
la visita al nuovo parco tecnologico brianzolo, dove lo attende
la protesta sindacale contro gli
esuberi dichiarati proprio dall’azienda che sta per visitare.
Sotto la pioggia volano parole
forti e anche un paio di uova
MILANO
Le tappe
● Intorno alle
15.45 di ieri il
presidente del
Consiglio
Matteo Renzi è
arrivato a
Vimercate
(Monza e
Brianza) per
visitare la sede,
inaugurata da
poco, di
Alcatel-Lucent
● Alle 17.30 il
premier era al
congresso
dell’Anci,
l’associazione
dei Comuni, a
Milano, dove è
intervenuto
davanti a
sindaci e
amministratori
● Quattro ore
dopo, alle
21.30 circa,
Renzi è giunto
al The Mall, in
piazza Gae
Aulenti, sempre
a Milano, per
la cena di
finanziamento
del Partito
democratico
con gli
imprenditori
che si infrangono sulle auto del
corteo presidenziale. E al termine del suo intervento, Renzi
ruberà il tempo al successivo
appuntamento con i sindaci
per incontrare una delegazione
di lavoratori.
All’interno dell’azienda, parla di sviluppo, di «futuro», ma
anche di Europa e «catene».
«Non ho mai detto che la Commissione europea sia un covo
di burocrati — dice sarcastico
— ma ora che l’hanno detto loro la cosa mi fa pensare. Non
abbiamo voglia di fare polemica con i vertici europei, ma se
vogliono uscire dal recinto dorato della burocrazia dicano
che tutti gli investimenti che
servono per creare tecnologia,
ricerca e innovazione vengano
tolti dalle catene del Patto di
stabilità», conclude tra gli ap-
plausi. Quindi si rivolge agli
studenti presenti nella sala e li
invita alla curiosità, allo studio,
anche ad andare all’estero, «ma
è fondamentale che poi chi
vuole tornare possa farlo». E rilancia l’invito all’ottimismo, a
«smettere di piangersi addosso», a «investire sul futuro».
Con una nuova metafora zoologica: «Sento sempre gente che
dice che non ce la fa. E adesso
direte che tiro fuori la storia del
gufo: invece cambio, tiro fuori
la storia del calabrone che nonostante il suo peso vola e
qualche volta punge».
Quando si trasferisce all’assemblea dell’Anci, dove in
apertura è stato letto il saluto
inviato dal presidente Napolitano, Renzi ribadisce: «L’atteggiamento rassegnato, triste, è
la cosa peggiore che possa ca-
La protesta
Lancio di uova mentre il premier arrivava ieri alla sede
di Alcatel-Lucent: ne sono state tirate alcune decine,
poche hanno raggiunto le auto della scorta e dello
staff di Renzi. Questa la protesta del sindacato di base
Usb al presidio di Fiom, Fim e Uilm
(Ansa)
pitare. Ricordatevi — aggiunge
— che non abbiamo una responsabilità solo verso il bilancio dello Stato e se facciamo la
nostra parte l’Italia tornerà a
correre e a essere un faro di civiltà».
Ai sindaci, il presidente del
Consiglio concede qualche impegno: la definizione della «local tax», cioè la tassa unica comunale, «può essere pronta
per il prossimo anno e dal 2016
deve diventare precompilata»;
poi «mutui gratis ai Comuni
che vogliono fare nuovi investimenti a debito, fino a 3 miliardi», quindi la proposta di autonomia organizzativa: «Noi vi
diciamo di contribuire con un
tot, voi decidete come, ed è evidente che ne risponderete davanti ai cittadini». Trova il modo per fare i complimenti al
commissario alla spending review Carlo Cottarelli e per fare
ironia sui rapporti con Silvio
Berlusconi: «Un’apertura a Forza Italia fammela fare, già c’è il
patto del Nazareno che scricchiola», dice a un sindaco. E
chiosa: «Altro che scricchiola...».
Giampiero Rossi
Rossella Verga
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● Il caso
E intanto in periferia
uno storico circolo pd
si ritrova sotto sfratto
di Massimo Rebotti
C’
Gli scatti Matteo Renzi, 39 anni, posa per un selfie di
gruppo nella sede Alcatel-Lucent a Vimercate (Mb).
Sotto, l’arrivo di Alessandra Moretti in piazza Gae
Aulenti, a Milano
(Ansa)
di Maurizio Giannattasio
Matteo in ritardo alla cena vip
Nel parcheggio suv e Jaguar
«Mille euro? Scarica l’azienda»
MILANO Sotto il Diamantone,
grattacielo simbolo della Milano rinata, gli ospiti arrivano alla
spicciolata. Usano il più bieco
dei trucchi per sviare le domande dei cronisti. Orecchio attaccato al cellulare, voce stentorea
e passo spedito. Eppure mille
euro per partecipare alla cena
con il premier Matteo Renzi e finanziare il Pd varrebbero bene
una risposta alla più semplice
delle domande: chi è? di che si
occupa? perché è qui? L’ex arbitro Gianluca Paparesta, uno tra i
800 ospiti paganti del The Mall,
avrebbe quanto meno fischiato
un fallo di ostruzionismo. Sarà
il riserbo tradizionale del mondo imprenditoriale lombardo,
sarà che nessuno vuole scoprire
le sue carte. Come ai tempi di
Silvio Berlusconi re.
Matteo Renzi arriva alle 21 e
26, con oltre un’ora e mezzo di
ritardo e subito pronuncia parole magiche per l’uditorio:
«Faremo lavorare meno i commercialisti», «Il Fisco non è più
nemico dei cittadini». Dentro
tavoli da 12, con tovaglie bianche e una zucca a fare da centrotavola. Fuori sfilano Porsche
Cayenne, suv e un paio di Jaguar. Gli «happy few» che possono accedere direttamente dal
garage. Gli altri arrivano dalla
strada.
Sfilano i ministri Maurizio
Martina e Maria Elena Boschi,
poi Alessandra Moretti, Stefano
Boeri, Patrizia Toia, Emanuele
Fiano, Piero Fassino,il capo di
gabinetto di Pisapia, Maurizio
Baruffi. Qualcuno si eccita a vedere Fabio Minoli, già Forza Italia della prima ora. È la pistola
fumante. Quella che proverebbe
la grande passione dei berlusconiani per il leader pd. L’entusiasmo crolla quando si scopre
che Minoli, da tempo, è il nuovo
capo della comunicazione di
Confindustria. Arriva Guido Ro-
Il racconto
berto Vitale, ex presidente Rcs.
«È giusto che la politica la paghino i cittadini e non lo Stato».
C’è il presidente di Telecom,
Giuseppe Recchi, l’ad di Borsa
italiana, Raffaele Jerusalmi, Daniele Schwarz, ad di Multimedica, Michele De Carolis, ad di
Swg, figlio di Massimo, leader
della maggioranza silenziosa.
L’attrice Stefania Rocca.
Colpisce la diversità delle risposte. I politici — tutti paganti
— difendono la scelta della cena milionaria: «Noi ci rivolgiamo a tutti — dice Toia —. Non
saremo mai un partito berlusconiano». «L’importante è che
queste iniziative vengano fatte
in modo trasparente — dice la
Moretti — gli ospiti sono qui
per finanziare il Pd, un’idea, un
progetto di cui Renzi è espressione. Perché hanno fiducia in
una politica che cerca di cambiare il Paese».
Gli imprenditori oscillano su
un paio di temi. Il più gettonato:
«Siamo qui per ascoltare». «Mi
aspetto un contributo per la vittoria dell’Italia». I più scanzonati: «Ho pagato i mille euro, ma
scarica l’azienda». «Paga direttamente l’azienda». «La Milano
da bere finanzia il Pd». Fino all’appello accorato di un impre-
L’impegno
La promessa che
conquista la platea:
«Il Fisco non sarà più
nemico dei cittadini»
Gli ospiti
Tra i presenti l’ex
arbitro Paparesta e il
capo comunicazione di
Confindustria, già in FI
sario di pompe funebri di Modena: «Sono qui perché Matteo
Renzi è l’unica speranza. Siamo
in una crisi profonda, anche nel
nostro settore, dove si risparmia persino sulle bare».
Il premier è in forma smagliante. Liscia il pelo alla platea
su tasse e Fisco. Ma tocca tutti i
temi nelle sue corde. L’incipit è
uno scatto d’orgoglio: «Ho detto no al voto anticipato, mi gioco tutto». Ricorda che per le riforme è necessario cercare il
consenso delle opposizioni. Ma
fino a un certo punto: «Perché
se qualcuno vuole bloccarle noi
andiamo avanti da soli». Coinvolge il pubblico: «Secondo voi i
dipendenti pubblici in Italia sono troppi?». Sììì risponde la platea alzando la mano. «Secondo
l’Europa sono pochi ma vanno
impiegati meglio, in questo
senso va la riforma della Pubblica amministrazione». Arriva al
lavoro: menu interessante per la
platea di imprenditori e giovani
start up: «Questa riforma del lavoro è quella più di sinistra possibile». E infine: «Abbiamo recuperato 18 milioni di risorse,
grazie a questo nessun dipendente del Pd andrà in cassa integrazione». Sono le 23. Tutti sono arrivati al secondo. Renzi
non ha ancora toccato cibo.
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è un circolo del Pd
milanese che,
proprio nel giorno
in cui il segretario Matteo
Renzi cenava con 600
invitati per raccogliere
fondi, ha ricevuto la visita
dell’ufficiale giudiziario per
lo sfratto. La sede, intitolata
all’artefice dello Statuto dei
lavoratori Gino Giugni, 130
iscritti nel quartiere di
Affori (periferia nord della
città) rischia di chiudere
entro l’anno. Si trova in una
palazzina di fine ‘700 —
«con un pergolato
meraviglioso dove ogni
tanto facciamo cene di
autofinanziamento con
polenta e salsicce» — che
il Comune di Milano ha
venduto nel 2010 al fondo
immobiliare Bnp Paribas
in un’operazione di
cartolarizzazione. Il circolo
Giugni, che con i Ds si
chiamava Nilde Jotti e con
il Pci era intitolato a due
partigiani, è nello stesso
posto dal dopoguerra: «Era
una sezione operaia, vicino
c’erano le fabbriche —
racconta il portavoce
Lorenzo Lodigiani — ora
siamo un presidio sul
territorio, aperti anche ad
agosto quando attorno è
tutto chiuso». La sede pd
ha anche presentato una
propria offerta per
comprarsi l’immobile,
«certo, avremmo fatto un
mutuo», ma Bnp Paribas
l’ha giudicata troppo bassa.
E si arriva a ieri mattina.
Quando l’ufficiale
giudiziario si è presentato
per riprendersi i locali ha
trovato lì davanti un
centinaio di simpatizzanti
del circolo: «Ma non siamo
un centro sociale, tutto è
stato pacifico: vogliamo
solo riaprire la trattativa per
comprare la nostra sede».
Lo sfratto è stato rinviato.
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Corriere della Sera Venerdì 7 Novembre 2014
9
Politica e giustizia L’indagine
Il caso
di Fiorenza Sarzanini
Valigette piene di soldi
e affitti gonfiati
La rete del deputato pd
Accuse a Di Stefano, coordinava un tavolo alla Leopolda
ROMA Quelle valigette piene di
«documenti e valuta» occultate nel bagagliaio dell’auto che
viaggiava dalla Francia all’Italia
sembrano essere il simbolo
dell’inchiesta che sta imbarazzando il Partito democratico.
Perché l’accusa di corruzione
contestata dai magistrati romani al deputato Marco Di Stefano
potrebbe essere soltanto il primo passo di un’indagine che
coinvolge ben altri nomi della
politica romana.
Parlamentari della sinistra e
della destra accomunati dall’amicizia e soprattutto dagli affari conclusi da Antonio e Daniele Pulcini, imprenditori immobiliari dai mille interessi finiti agli arresti domiciliari per
aver pagato il direttore del Demanio del Lazio per «pilotare»
un’assegnazione. Costruttori
capaci di tessere una rete che
partiva da Di Stefano quando
era assessore al Demanio della
Giunta regionale guidata da
Piero Marrazzo, passava per
Antonio Lucarelli capo della
segreteria del sindaco Gianni
Alemanno, arrivava a Fabio De
Lillo, ora alla Regione Lazio per
il Nuovo centrodestra, ma anche al senatore udc Mario Baccini, ai parlamentari eletti con
il Pdl Basilio Giordano e Antonino Foti. Nel gennaio 2013,
Pulcini racconta al telefono a
un amico di essere «appena
uscito dal Campidoglio, ho
concordato un posto nella lista
civica». Poi fa il conto delle migliaia di voti che può spostare.
A Firenze Marco Di Stefano alla Leopolda (da Facebook)
mo dei non eletti, al telefono
minacciava «la guerra nucleare, comincia da Zingaretti e li
tiro tutti dentro», li accusava di
essere «maiali, non è che puoi
l’ultimo giorno, l’ultima notte
buttar dentro la gente, dopo
che dici che stai dentro» e candidamente affermava: «Ho fatto le primarie con gli imbrogli». È approdato alla Camera
quando il sindaco di Roma
Ignazio Marino ha nominato
assessore Marta Leonori, che
ha così liberato il posto e forse
tacitato le minacce. Alla Leo-
polda era coordinatore del tavolo sui pagamenti elettronici.
Fondi esteri e mazzette
Chiedeva soldi Di Stefano,
ma forse non era l’unico. L’indagine coordinata dal procuratore aggiunto Nello Rossi mira
a verificare il ruolo di un faccendiere che avrebbe trasferito
soldi in Lussemburgo, probabilmente provviste da destinare al pagamento di tangenti.
Ma anche a chi fosse destinato
il denaro fatto rientrare dall’estero nel febbraio 2013 da Da-
Il documento
Il nome del
parlamentare pd
Marco
Di Stefano
e delle altre
persone
coinvolte,
nel decreto
di autorizzazione
delle
intercettazioni
disposte
dal tribunale
di Roma
niele Pulcini. L’imprenditore
ne parla al telefono con un’amica, fornisce dettagli su un viaggio in Francia che insospettisce
i pm. Scrive il giudice nel provvedimento che autorizza le intercettazioni: «Pulcini, inizialmente intenzionato a recarsi a
Nizza a mezzo aereo, ha poi optato per la soluzione stradale
incaricando due soggetti. Appaiono emblematici i termini
della tentata prenotazione aerea verosimilmente finalizzati a
evitare, nella fase di rientro,
possibili controlli aeroportuali,
talvolta innescati sui bagagli.
Non ultimo il fatto di voler evitare la collocazione in stiva di
qualcosa di valore, comunque
non trasportabile a mano. Potrebbe così spiegarsi la volontà
di ricorrere al mezzo stradale
nella fase di passaggio di confine tra Francia e Italia, verosimilmente attraversato con materiale e documenti di sicura
importanza per Pulcini, probabilmente valuta».
Case, permessi e regali
In occasione delle elezioni la
famiglia Pulcini metteva a disposizione dei politici amici i
locali da usare come uffici. Secondo i controlli degli investigatori «uno degli utilizzatori
potrebbe essere Fabio De Lillo». Agli atti è allegata la trascrizione di una conversazione
con uno dei dirigenti del gruppo imprenditoriale.
De Lillo: «Mi diceva il geometra che erano pronti
I costruttori e i politici
I Pulcini e i rapporti con
De Lillo (Ncd), Giordano
e Foti (Pdl) e il capo
segreteria di Alemanno
Primarie e imbrogli
Al telefono: «Ho fatto
le primarie con gli
imbrogli, ma ora
li tiro dentro tutti»
Gli affari e le minacce
quel...».
Catitti: «Sì, ho tutto. Ho i
due contrattini fatti uno per il
primo mese e uno per il secondo in modo tale che non li andiamo a registrare e la letterina
per l’Acea».
De Lillo: «Perfetto, sto mandando un collaboratore da voi
alla reception, ritira lui il plico,
me lo porta indietro, io lo firmo e da qui a lunedì vi rimando indietro i comodati d’uso».
Catitti: «Allora lo lascio in
busta chiusa, a che nome?».
De Lillo: «De Lillo, sta arrivando, sarà lì in 10 minuti».
Nel provvedimento del giudice vengono annotati anche
«svariati contatti di Daniele
Pulcini con l’onorevole Mario
Baccini dai quali emerge un
rapporto piuttosto confidenziale. Le conversazioni oltre ad
appuntamenti e incontri riguardano la richiesta a Baccini
di interventi finalizzati a caldeggiare certe pratiche burocratiche riguardanti la posizione di una donna, evidentemente amica di Antonio Pulcini,
nonché adempimenti aeroportuali nel territorio del Marocco
ove lo stesso Pulcini progettava
di recarsi in compagnia femminile».
[email protected]
La tangente da un milione e
880 mila euro (oltre a 300 mila
euro per il suo collaboratore)
che Di Stefano avrebbe preso
per far affittare alla «Lazio Service» (società controllata dalla
Regione) due palazzi dei Pulcini al prezzo stellare di 3 milioni
e 725 mila euro ciascuno, appare già sufficiente per comprendere quale fosse il modus
operandi degli imprenditori.
Anche perché quel contratto
consentì poi la vendita degli
immobili all’Enpam con una
plusvalenza che superava il 50%
dell’effettivo valore.
Le carte processuali messe a
disposizione della difesa mostrano con quale disinvoltura
Di Stefano svolgesse il proprio
incarico, modificando atti pubblici e rendendo così indispensabile — pur consapevole che
invece non c’era alcuna necessità — la locazione degli stabili. Ma rendono chiari anche i
suoi movimenti all’interno del
partito per ottenere il posto in
Parlamento.
Intercettazioni e verifiche
compiute dagli specialisti del
Nucleo valutario della Guardia
di finanza danno conto di
quanto accadde dopo le primarie del Pd per la Camera dei deputati quando Di Stefano, pri-
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Venerdì 7 Novembre 2014 Corriere della Sera
10
Primo piano Francoforte
«Tutto il possibile per spingere la crescita»
Il presidente della Bce, Draghi: «Una decisione unanime sugli interventi non convenzionali»
«Economia in peggioramento». Bilancio più ampio per l’istituto di Francoforte, altri mille miliardi
Munizioni
● Per favorire
la crescita Bce
ha abbassato
i tassi
di interesse
ai minimi
storici (0,05%)
● Tltro è il
primo
programma di
prestiti a 3 anni
(mille miliardi)
a tassi bassi
alle banche Ue
● A settembre
è partita la
prima asta
di Tltro, il
nuovo piano di
finanziamenti
targettizzati
ROMA Lo ha ripetuto tre volte, rileggendo la frase del comunicato che confermava
l’unanimità del Consiglio direttivo nella scelta di espandere il
bilancio dell’Eurotower fino ai
livelli di inizio 2012, cioè di
1.000 miliardi. Mario Draghi,
presidente della Bce, ha così
dissolto i timori per una spaccatura all’interno dell’Eurotower sulle strategie da seguire
per affrontare il peggioramento del quadro congiunturale.
«È piuttosto normale avere
opinioni differenti» ha aggiunto, negando che tale diversità
di punti di vista potesse identificare due schieramenti opposti dei Paesi del Nord e del Sud.
«Semmai è trasversale», ha aggiunto prima di annunciare
che l’unanimità c’è stata anche
nella decisione di dare «mandato allo staff della Bce e ai rilevanti comitati dell’Eurosistema
di preparare tempestivamente
nuove misure, se necessario».
Non è ancora l’apertura al
Quantitative easing, cioè all’acquisto massiccio di titoli
privati e soprattutto pubblici
per stimolare l’economia, sul
modello di quanto fatto dalla
Federal Reserve Usa e dalla
Banca del Giappone, ma è un
passo avanti, una «frase nuova» del comunicato, come ha
detto Draghi nel corso della
conferenza stampa, al termine
della riunione del Consiglio direttivo, che si è svolta per l’ultima volta all’Eurotower, la sede
storica della Bce che a dicembre si sposterà nella Grossmarkthalle, area dei vecchi
Retroscena
● A ottobre
la Bce ha
comprato 4,8
miliardi di
covered bond
e si prepara a
acquistare Abs
● Secondo
alcuni operatori
la Bce presto
potrebbe
cominciare a
comprare
corporate bond
● Draghi non
esclude un
vero e proprio
Quantitative
Easing (QE) con
l’acquisto di
titoli di Stato
di Danilo Taino
Eurotower
Mario Draghi,
presidente della
Bce e
il suo vice
Vitor Constancio
ieri al termine
del direttivo
mercati generali di Francoforte.
Ed è una «frase nuova», che
ha dato una spinta ai mercati,
da una parte facendo salire i listini e dall’altra riducendo gli
spread. Ieri il differenziale tra i
Btp decennali e Bund tedeschi
di uguale durata si è ristretto a
155 punti da 161 con il tasso dei
titoli italiani al 2,37%. Le Borse
europee, dopo il primo rialzo
alle parole di Draghi, hanno
frenato riducendo in chiusura i
guadagni, con Piazza Affari che
invece ha virato perdendo lo
0,73%. E ciò anche perché ieri
Draghi ha sì schiarito l’orizzonte della Bce, dissipando i timori
di un contrasto con alcuni governatori — Jen Weidmann, capo della Bundesbank in testa
— ma ha anche disegnato un
quadro più severo delle prospettive dell’economia dell’eurozona. «Si è assistito a un in-
La forbice con il Bund
Ieri il differenziale tra
Btp decennali e Bund
tedeschi si è ristretto
a 155 punti da 161
con il tasso dei titoli
italiani al 2,37%
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il segnale dell’unità ai mercati
«Non c’è frattura Nord-Sud»
L’Eurotower si prepara all’acquisto di titoli pubblici nazionali
Ieri, Mario Draghi ha voluto
dare a mercati, governi e opinioni pubbliche un messaggio
inequivocabile: la Bce ha la situazione pienamente sotto
controllo. Farà tutto quello che
deve: innanzitutto per evitare
una caduta dell’eurozona nella
deflazione (discesa dei prezzi),
poi per aiutare le economie a
evitare una nuova recessione.
Nei giorni scorsi, erano circolate notizie di divisioni significative all’interno del Consiglio della Banca centrale europea, riguardo sia allo stile di
governo del presidente Draghi,
ritenuto dai critici poco collegiale, sia ai contenuti di una
possibile azione di stimolo
monetario se ce ne dovesse essere bisogno. Quasi che ci fosse
una massiccia fronda. Draghi è
riuscito a dare l’impressione di
essere invece del tutto in controllo degli eventi.
Durante la riunione mensile
del Consiglio, il presidente ha
ottenuto che fossero «sottoscritti» all’unanimità due passaggi essenziali del comunicato conclusivo. Nel primo si dice
che l’acquisto di titoli (già in
corso) da parte della Bce ha
l’obiettivo di espandere il bilancio della banca — in sostanza la liquidità nuova da immettere sui mercati — fino ad arrivare al livello a cui era nel mar-
debolimento della crescita e ci
sono segnali che indicano una
revisione al ribasso delle previsioni mentre l’inflazione, ora
stabile, tornerà a crescere nel
2015 e 2016», ha detto aggiungendo che sulla crescita pesano «l’alta disoccupazione e anche rischi geopolitici» che frenano la fiducia. «Sappiamo che
vi sono rischi di un peggioramento dell’economia e che
dobbiamo essere pronti» ha
detto ancora il banchiere centrale italiano sollecitando una
volta di più i governi a realizzare le riforme e a non vanificare
gli sforzi fatti sul riequilibrio
dei bilanci.
Ed ecco le misure della Bce,
che hanno rappresentato il terreno della discussione, e che
porteranno il bilancio della Bce
allo stesso livello del «marzo
2012», cioè lo faranno aumentare di circa 1.000 miliardi di
euro. Una liquidità che verrà
immessa nel sistema per riattivare l’economia. Non c’è però
nulla di nuovo sulle misure se
non i numeri. Draghi ha ribadito la prosecuzione dei programmi di Tltro, cioè di prestiti
alle banche finalizzati ai finanziamenti a famiglie e imprese
(la seconda asta ci sarà l’11 dicembre), nonché di quelli di
acquisto di covered bond, cioè
di obbligazioni bancarie garantite, già iniziato e di acquisto di
Abs (titoli cartolarizzati) che
inizieranno a breve, dureranno
due anni e avranno un «rischio
minimo».
Stefania Tamburello
zo 2012, tremila miliardi di
euro. Si tratta di circa mille miliardi in più del livello attuale. Il
fatto che tutti i membri del
Consiglio abbiano sottoscritto
e reso pubblico un target esplicito minimizza una delle critiche a Draghi emerse nei giorni
scorsi, quella appunto di avere
quantificato l’obiettivo senza
avere informato i colleghi. Soprattutto, l’ufficialità dell’obiettivo dei tremila miliardi
rafforza il messaggio ai mercati: la Bce nei prossimi mesi immetterà grandi quantità di denaro nell’economia. Una delle
caratteristiche più rilevanti del
momento — ha notato Draghi
— è che la Bce espanderà la
portata dello stimolo nel momento in cui altre banche centrali, in particolare l’americana
Fed, lo riducono.
Nel marzo 2012, il bilancio
della Bce era vicino ai suoi
massimi grazie a prestiti triennali erogati alle banche per oltre mille miliardi. Da allora, però, gli istituti di credito dell’eurozona hanno teso a restituire
quei capitali e le attività in essere della Bce si sono contratte,
hanno cioè di fatto svolto una
funzione restrittiva invece che
espansiva, fino al livello odierno. Ora dovremmo essere a un
cambio di direzione.
Il secondo passaggio del comunicato sottoscritto all’unanimità — dunque anche dal
presidente della tedesca Bundesbank Jens Weidmann — è
forse ancora più rilevante. Stabilito che la Bce crede di potere
raggiungere i suoi obiettivi con
le misure già in atto — denaro
alle banche, tassi d’interesse a
zero e programma di acquisto
di obbligazioni private sui mercati — Draghi ha detto che se
2
mila miliardi
di euro il
bilancio attuale
della Banca
centrale
europea.
Mille miliardi
in meno
di marzo 2012
Il rapporto del World Economic Forum
«Un mondo (multipolare) e senza leader»
L’aumento delle disuguaglianze e una crescita che non
crea occupazione sono le tendenze dominanti del 2015.
Ma quest’anno maggiori preoccupazioni politiche e
ambientali accompagnano le tradizionali sfide
economiche. È quanto emerge dall’Outlook on Global
Agenda, il Rapporto realizzato dal World Economic
Forum con un sondaggio tra i quasi 1.800 esperti sui
pericoli che intravvedono nei prossimi 12-18 mesi, che
viene presentato oggi. Al terzo posto tra i 10 maggiori
trend figura la mancanza di leadership (era al 7° posto
nel 2014), seguita dalla crescente concorrenza
geostrategica, dall’indebolimento della democrazia
rappresentativa e dall’aumento dell’inquinamento nel
mondo in via di sviluppo. Poi vengono l’aumento di
eventi climatici severi (7°), l’intensificarsi del
nazionalismo (8°) e le crisi legate alla mancanza di
acqua (9°). Chiude la classifica la crescente importanza
della salute nell’economia.
Se scomponiamo il Rapporto per aree geografiche,
vediamo che le maggiori sfide che l’Europa si trova ad
affrontare sono la necessità di promuovere l’economia e
l’innovazione, la disoccupazione giovanile, e le relazioni
tra Russia e Unione Europea. Ad assillare l’America è
invece la disuguaglianza in aumento, i mutamenti
geopolitici e l’adattamento ai cambiamenti climatici.
Giuliana Ferraino
@16febbraio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
queste non dovessero bastare,
per insufficienza degli strumenti attivati o per un calo ulteriore dei prezzi, saranno
«messe in atto altre misure se
necessario». Si suppone — ma
Draghi non l’ha esplicitato —
che queste «altre misure» siano un pieno QE, cioè l’acquisto
di titoli pubblici nazionali (in
proporzione al Pil di ogni Paese). Il presidente della Bce ha
anche comunicato che lo staff
della banca è già stato istruito
per prepararsi tecnicamente all’eventualità. Sarà in quel momento, se verrà, che naturalmente occorrerà verificare se
l’unanimità ci sarà ancora, cioè
se la Bundesbank e altre banche centrali si convinceranno
che la situazione pretende misure estreme (al momento non
ne sono convinte, anzi).
La Bce, dunque, ieri ha presentato un muro di unità: si vedrà quanto solido. Nel suo ottimismo — non c’è una «frattura
Nord-Sud», ha assicurato —
Draghi non nasconde però le
incertezze che la politica monetaria ha di fronte. Ieri ha per
esempio sottolineato che non
tutti i QE sono uguali: soprattutto hanno effetti diversi a seconda delle loro dimensioni,
dei bilanci pubblici di ogni Paese e delle caratteristiche dei
mercati dei capitali delle diverse economie. Caratteristiche
che influiscono — ha chiarito
— sui canali di trasmissione
degli stimoli monetari all’economia reale. Niente è facile,
niente è scontato nel difficile
mondo dell’eurozona.
@danilotaino
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Corriere della Sera Venerdì 7 Novembre 2014
11
Primo piano L’Europa
Gli acquisti delle banche centrali
In migliaia di miliardi
Banca centrale
europea
Federal
Reserve
Banca
del Giappone
Il cambio tra euro e dollaro
1,23
La chiusura
di ieri
1,50
4,5
4,0
1,40
3,5
3,0
1,30
2,5
2,0
1,20
1,5
apr lug
1,0
2009
2010
2011
2012
2013
2014
ott
apr lug
2010
ott
apr lug
2011
ott
2012
apr lug
2013
ott
apr lug
ott
2014
Corriere della Sera
L’Eurogruppo avverte l’Italia
«Le regole vanno rispettate»
Moscovici: investimenti fuori dai vincoli del Patto? Troppo creativo
La vicenda
● L’Eurogruppo ha discusso
delle deboli
prospettive per
l’economia
europea. Il
ministro
dell’Economia,
Pier Carlo
Padoan ha
detto che il
confronto con
Bruxelles sulla
legge di
Stabilità
prosegue «in
modo positivo»
DAL NOSTRO INVIATO
BRUXELLES L’Eurogruppo dei 18
m i n i s t r i f i n a n z i a r i f re n a
l’aspettativa del premier Matteo Renzi di scorporare gli investimenti per la crescita dai
vincoli di spesa pubblica previsti nel patto Ue di Stabilità. Ma
a Bruxelles non sono emersi
segnali incoraggianti anche sui
finanziamenti pubblici per stimolare la ripresa e il rilancio
dell’occupazione perché la
Germania e altri Paesi del Nord
appaiono ancora contrari a
sborsare fondi aggiuntivi.
«Non possiamo cambiare le
regole durante la partita», ha
risposto il presidente dell’Eurogruppo, il ministro delle Finanze olandese Jeroen Dijsselbloem, in relazione alla proposta di Renzi di maggiore flessibilità nei conti pubblici. Anche
il neocommissario per gli Affa-
Non
possiamo
far nuovo
deficit,
senza
produrre
crescita
Non sono
favorevole
ad una
politica
economica
comune
nell’Unione
Esami a fine mese
Dijsselbloem: slitta a
fine novembre l’esame
europeo della legge
di Stabilità
criteri imposti dalle regole Ue.
Il presidente dell’Eurogruppo è apparso prudente sugli investimenti per la crescita. Ha
ridimensionato le aspettative
sulla parte di capitali pubblici
nel piano da 300 miliardi di
nuovi fondi promesso («prima
di Natale») dalla Commissione
del lussemburghese Jean-Claude Juncker, che si è insediata l’1
novembre scorso.
Mentre il commissario francese ha lanciato un allarme sull’urgenza di interventi comunitari perché vede un rischio di
«situazione sociale drammatica, che non possiamo accettare», se si restasse nella attuale
«bassa crescita» e «alta disoccupazione».
L’andamento dell’economia
è definito «non soddisfacente»
in base alle ultime previsioni
economiche della Commissione, che risultano preoccupanti
0,05
per cento
il tasso
principale della
Banca centrale
europea
-0,4
per cento
la stima
della crescita
del Pil italiano
nel 2014
per grandi Paesi come Italia
(per il debito) e Francia (per il
deficit). Anche l’Ocse ha confermato il rischio di una eurozona in stagnazione perché «la
debolezza di Germania, Francia e Italia ha annullato i miglioramenti dei Paesi periferici». La crescita italiana 2015 è
stimata allo 0,2% (1% nel 2016).
«Per aumentare gli investimenti ci servono più risorse»,
ha dichiarato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan,
che si è detto «tranquillo» sulla
legge di Stabilità e ha confermato l’importanza delle riforme «che il governo italiano sta
facendo». La difficoltà di rimettere in moto in tempi brevi
adeguati flussi di credito all’economia reale, per Padoan,
consiglia di «diversificare gli
strumenti di finanziamento
degli investimenti». Anche
perché i piani anticrisi comunitari non hanno raggiunto
l’economia reale. «Le risorse
spese per riparare il sistema finanziario non si sono tradotte
in crescita», ha affermato Padoan esortando che «anche il
sistema finanziario sia reso più
orientato alla crescita».
Ivo Caizzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
di Paolo Valentino
Il presidente finlandese:
«Aspettiamo dal 2007
che Roma faccia le riforme»
ROMA «Abbiamo bisogno di
più crescita ma anche di più
austerità. Se guardiamo indietro al 2007, poco prima della
crisi finanziaria, quando l’eurozona era in crescita sin dall’inizio del millennio, ma la
maggior parte dei Paesi cresceva facendo debiti, era una
situazione dopata, creata dalle
speculazioni finanziarie, non
dall’economia reale. Da allora,
una volta entrati nel cono
d’ombra della crisi, abbiamo
sempre immaginato di tornare
a quei livelli. Ma non era una
situazione normale e quel ritmo di crescita non è raggiungibile in modo automatico: voglio dire che oggi non è semplicemente possibile dare stimoli all’economia, senza
prima fare gli aggiustamenti
strutturali necessari».
Il presidente della Finlandia, Sauli Vainamo Niinistö,
era ieri a Roma, per una visita
di lavoro, durante la quale ha
incontrato il presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano e quello del Senato, Pietro
Grasso. Esponente dei popolari di Coalizione nazionale, dal
1996 al 2003 è stato anche ministro delle Finanze.
Proprio pensando a quella
esperienza, Niinistö dice di
dover ammettere «un errore»
fatto all’epoca: «Nel 2002 fui
molto critico verso il governo
tedesco di Gerhard Schröder,
che aveva violato il patto di
Stabilità. Lo fece. Ma servì per
importanti riforme di struttura di cui la Germania ha beneficiato molto».
E perché, signor Presidente, non viene oggi permesso
all’Italia di fare altrettanto, a
patto di varare le riforme necessarie?
«Dal 2007 aspettiamo che
l’Italia faccia le riforme».
Ma è solo da pochi anni
che abbiamo governi decisi a
riformare il Paese. Non bisognerebbe dare più tempo per
aggiustarsi con i criteri di
Maastricht ai Paesi che riformano il mercato del lavoro,
le pensioni e quant’altro?
«Sono un po’ scettico, ma
non solo con l’Italia. Lo sono
anche con il mio Paese, la Finlandia. Anche noi siamo in
rosso e nel mirino della Commissione europea. In sette anni non abbiamo messo in pratica le correzioni necessarie. E
ho la sensazione che l’Italia
abbia lo stesso problema, cioè
quello di implementare le misure di riforma. Non possiamo far nuovo deficit, senza
che le strutture siano forti abbastanza da produrre crescita.
L’intervista
❞
ri economici, il socialista francese Pierre Moscovici, ha confermato all’Italia che «bisogna
rispettare le regole, non possiamo esagerare con la creatività». Dijsselbloem e Moscovici
hanno specificato che sarà attuata «la flessibilità già prevista» nell’attuale testo del Patto.
L’Eurogruppo ha preso tempo, rinviando a fine mese, per
le valutazioni delle leggi di bilancio nazionali, che non sono
state rigettate nella prima valutazione della Commissione europea. E che potrebbero contenere parti «non in linea» con i
● Il commento
Il consolidamento bisogna
farlo ora, subito. Ripeto, non
solo l’Italia, che io non vedo
come caso a parte o speciale: è
un problema di mentalità diffusa in molti Paesi dell’eurozona».
Assistiamo oggi in Europa
a un grande conflitto distributivo tra Nord e Sud, ricchi
e poveri. Non pensa che ciò
che manca oggi sia proprio
un po’ più di solidarietà?
«Io credo invece che abbiamo già mostrato molta solidarietà e responsabilità comune.
Se non ci fosse stato il patto di
Stabilità, forse l’euro non sarebbe neppure nato. A tal proposito voglio ricordare il ruolo
Il presidente
della Finlandia
Sauli Vainamo
Niinistö, 65
anni. Esponente
del partito di
Coalizione
nazionale
è anche
presidente
onorario
del Partito
popolare
europeo
positivo esercitato dalla Banca
centrale europea. Draghi ha
saputo calmare i mercati con
grande bravura e accortezza.
Dal punto di vista della responsabilità comune e dell’integrazione siamo oggi più
avanti degli Stati Uniti. Se poi
lei intende una vera e propria
politica economica e finanziaria comune, io non sono favorevole a questo sviluppo».
Eppure era considerato un
corollario, sia pure da realizzare più avanti, della creazione dell’euro.
«Fu lasciato aperto, non fu
definito. Ma potrei anche parlare di altre cose lasciate aperte, come lo sviluppo di politica
comune di difesa e sicurezza.
Ho l’impressione che abbiamo
dato per scontate molte cose,
come se il successo dei primi
anni dell’euro potesse giustificare tutto».
Ma non è il mondo globalizzato a imporci la necessità
di una maggiore integrazione economica e politica, per
contare nei nuovi equilibri
strategici?
«Abbiamo tutta la cooperazione di cui abbiamo bisogno.
Per me è più una questione di
individui e società che di istituzioni».
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La «bomba atomica»
di Gutgeld
che vale lo 0,1% del Pil
di Mario Sensini
«Una bomba atomica»
per innescare la ripresa.
Così Yoram Gutgeld,
consigliere economico del
premier, spiega al
Financial Times la doppia
operazione del governo, tra
bonus e Tfr in busta paga,
sui salari dei contribuenti
con i redditi medio bassi.
Un lavoratore che dichiara
20 mila euro lordi l’anno,
spiega Gutgeld, «la mente
economica di più alto
profilo» dietro Matteo
Renzi, come lo definisce il
quotidiano britannico, vede
il suo stipendio netto
mensile salire da 1.200 a
1.350 euro, mentre il costo
per il datore di lavoro
scenderebbe da 2.200 a
1.650 euro. Un taglio che,
secondo Gutgeld, non ha
precedenti in Europa, e sul
quale il governo scommette
per favorire la ripresa.
Grazie al bonus di 80
euro che è stato
stabilizzato, e al Tfr
maturando in busta paga i
consumi delle famiglie,
secondo le stime del
governo, dovrebbero salire
nel 2015 di 7-8 miliardi di
euro. Da queste due misure,
nel prossimo anno,
deriverebbe un impulso
aggiuntivo sul Pil di 0,1
punti. L’effetto potrebbe
essere molto maggiore se il
governo, come sollecita
parte della maggioranza,
rinunciasse alla tassazione
ordinaria del Tfr in busta
paga. L’assoggettamento
all’aliquota marginale
comporta un maggior
gettito, stimato dalla
relazione tecnica della
legge di Stabilità, in oltre
2,2 miliardi di euro l‘anno.
Il governo si dice aperto a
possibili modifiche anche
sull’aumento delle tasse sui
fondi pensione, come
chiede espressamente la
commissione Finanze della
Camera, ma a condizione
che si rispettino i saldi della
manovra, il che rende tutto
molto più difficile. Le
maggior imposte sulle
rendite dei fondi pensione
e la rivalutazione del Tfr
valgono quasi 500 milioni
di euro. La commissione
Bilancio, intanto, ha chiesto
di bandire gli sgravi Irap
alle imprese che hanno
licenziato. Sulla legge sono
piovuti mille proposte di
modifica, ma il termine
scade solo oggi. La Bilancio
dovrebbe concludere
l’esame il 20 novembre, poi
la legge di Stabilità sarà dal
24 nell’aula di
Montecitorio.
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12
Venerdì 7 Novembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Venerdì 7 Novembre 2014
13
Primo piano Lo scandalo
Lussemburgo e tasse, bufera su Juncker
Il capo della Commissione europea sotto accusa per le agevolazioni fiscali a centinaia di aziende
Tax ruling
Giornalismo investigativo
● Il sistema
fiscale del
Lussemburgo
fa perno sul
cosiddetto «tax
ruling», una
norma legale
che permette a
un’azienda di
chiedere in
anticipo come
sarà trattata
dal Fisco del
Granducato e
ottenere
alcune
garanzie
giuridiche.
Autori dello scoop
ottanta reporter
di ventisei Paesi
collegati fra loro
● Tale pratica
influenza il
modo in cui le
multinazionali
ripartiscono i
loro utili
imponibili tra le
filiali situate nei
vari Paesi, per
trarre
vantaggio dalle
aliquote più
convenienti in
nome della
cosiddetta
«ottimizzazione fiscale» con
risparmi
considerevoli
sulle tasse.
● Il premier
lussemburghese Xavier Bettel
ha dichiarato
che il «tax
ruling»
applicato nel
Paese «è
conforme alle
leggi
internazionali»
ed è «praticato
da altri Stati
Ue». Secondo il
ministro delle
Finanze Pierre
Gramegna tale
sistema «dà
una certezza
alle imprese su
come saranno
trattate
fiscalmente» e
questo è
«compatibile
con gli
standard Ue e
dell’Ocse».
● Sulla «lista
grigia» del G20
dal 2009 per le
sue leggi sul
segreto
bancario e le
norme fiscali, il
Lussemburgo
ha poi adottato
gli standard
Ocse. Ma
ancora nel
2013 il Paese
era considerato
il «più sicuro
paradiso fiscale
del mondo»
dopo la
Svizzera
DAL NOSTRO INVIATO
BRUXELLES Lo scandalo provocato dall’inchiesta giornalistica
Luxleaks, che ha rivelato favoritismi fiscali concessi dal Lussemburgo a centinaia di società straniere per ridurre al massimo le tasse da pagare in altri
Paesi, ha aperto un delicato caso politico in Europa. Al centro
c’è il neo-presidente della
Commissione europea, il lussemburghese Jean-Claude Juncker, che nei circa 20 anni da
premier e ministro delle Finanze del Granducato, è stato il
principale promotore del regime locale da paradiso fiscale
con rigido segreto bancario. E
che ora, da uomo-simbolo dell’Ue, dovrebbe guidare l’azione
contro gli stessi privilegi fiscali
concessi da capo del governo.
Nell’Europarlamento il leader dei liberali, l’ex premier
belga Guy Verhofstadt, ha chiesto che la Commissione europea si presenti «immediatamente» all’Assemblea Ue per
spiegare se i favoritismi fiscali
denunciati dal Consorzio internazionale di giornalisti investigativi di Washington «rispetta-
Retroscena
di Mario Gerevini
Raccontano i vecchi frequentatori delle banche e delle
fiduciarie lussemburghesi che
una volta per strada c’erano le
macchinette tritacarte. Tedeschi, francesi, belgi e molti italiani erano clienti abituali degli
studi professionali e delle finanziarie del Granducato. Poi
la tecnologia si è evoluta e con
essa la finanza.
Ma il Lussemburgo è sempre
rimasto lì in mezzo: crocevia di
grandi capitali, non sempre
tracciabili né puliti, un paradiso fiscale in giacca e cravatta,
ben più sofisticato ed efficiente
delle «rozze» Cayman o di Panama o delle Isole Vergini Britanniche. E ben più aderente
alle norme internazionali. Un
sistema fiscale societario concorrenziale e una notoria riservatezza attirano «clienti» da
tutto il mondo. Tant’è che il Paese di Jean-Claude Junker ha
più holding che abitanti. Sono
migliaia le società targate
no la legge europea» e se «il sistema scelto dal Lussemburgo
è legale o meno». Il presidente
degli eurodeputati socialisti
Gianni Pittella ha sollevato un
problema di «credibilità di
Juncker» perché «deve mostrare da che parte sta: dalla parte
dei cittadini o degli evasori fiscali delle aziende?». Il ministro delle Finanze francese Michel Sapin ha tuonato che
«non è più accettabile» alcun
sistema di «ottimizzazione fiscale». Anche da Belgio, Germania e Olanda sono arrivate
proteste contro il Granducato.
Juncker, quando era presidente dell’Eurogruppo dei ministri finanziari, ha sostenuto
le misure di austerità volute
dalla cancelleria tedesca Angela Merkel, che hanno provocato
aumenti delle tasse ai cittadini
di Paesi membri in difficoltà.
Al tempo stesso da premier
concedeva «lettere di conforto» a un’infinità di società straniere per garantire pagamenti
ridotti al Fisco (in alcuni casi,
secondo Luxleaks, anche solo
l’1%). Gli eurodeputati del M5S,
parlando di «scandalo vergognoso», hanno sottolineato
questa «ennesima contraddizione dell’Europa, che sceglie
di farsi guidare da un personaggio che ha avuto come scopo politico quello di far guadagnare il suo Paese sulle spalle
degli altri partner europei».
Juncker è stato difeso dal leader del suo partito Ppe, Manfred Weber, che gli ha espresso
«pieno sostegno» e ha escluso
che le rivelazioni di Luxleaks
possano riguardare personalmente «il presidente della
Commissione», considerato
motivato a «combattere l’evasione delle tasse e la frode fiscale». L’ex premier lussemburghese è invece rimasto in
silenzio, cancellando la partecipazione a una conferenza. Il
suo portavoce ha ricordato che
la Commissione «sta già agendo» contro Irlanda, Olanda e
Lussemburgo per aiuti di Stato
I nomi
L’inchiesta ha fatto
emergere grossi nomi
di multinazionali come
Pepsi Cola o Ikea
illegali relativi a favoritismi fiscali. Nel mirino ci sono le sedi
nel Granducato di Fiat Finance
e Amazon. Luxleaks ha fatto
emergere altri grossi nomi di
multinazionali come Pepsi Cola o Ikea. Ma le inchieste della
Commissione Ue, ereditate dal
neo commissario per la Concorrenza, la danese Margrethe
Vestager, appaiono destinate a
moltiplicarsi perché le stime
parlano di decine di migliaia di
società straniere domiciliate in
Lussemburgo (tra cui moltissime italiane).
Il premier lussemburghese
Xavier Bettel si è difeso sostenendo che la normativa fiscale
del Granducato è simile a quella di altri Paesi Ue con regimi
privilegiati per le imprese ed è
in regola con le leggi internazionali. Ma il caso politico resta
aperto e dagli sviluppi imprevedibili nell’europarlamento e
nel Consiglio dei governi Ue. I
28 ministri finanziari dell’Ecofin sono stati sollecitati da più
parti ad occuparsi dello scandalo Luxleaks già nella loro riunione di oggi a Bruxelles.
Ivo Caizzi
Sotto accusa
Jean-Claude
Juncker, 59
anni, dal 1°
novembre
presidente
della
Commissione
europea, si
trova ad
affrontare a
pochi giorni dal
suo
insediamento
una serie di
rivelazioni che
aprono un
delicato caso
politico
(Afp)
L’organizzazione
«A fare il lavoro sono
stati i reporter delle
varie testate. Noi siamo
il collante tra di loro»
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Un paradiso fiscale in abito blu
che attira clienti da tutto il mondo
«Lux» che controllano interi
gruppi industriali di altri Paesi
o le loro attività in Europa, da
cui poi incassano i dividendi
con vantaggi fiscali enormi:
Amazon, Apple, Starbucks solo
per fare tre nomi al centro delle
indagini per possibili trattamenti fiscali di favore e non
conformi alle regole Ue.
Per stare in Italia, la Luxottica, la multinazionale fondata
da Leonardo Del Vecchio, è
controllata dalla lussemburghese Delfin che cinque anni fa
ha chiuso un contenzioso con
il Fisco versando oltre 200 milioni. Qualcuno, poi, ricorderà
che la famosa scalata alla Telecom di Roberto Colaninno ed
Emilio Gnutti venne lanciata
radunando la cordata intorno
alla società Bell, sede nel Granducato. E quando vendettero
Telecom alla Pirelli di Marco
Tronchetti Provera fecero
un’enorme plusvalenza lussemburghese. Anche in quel
caso il Fisco italiano chiese il
conto. Russi e cinesi oggi sono
di casa negli uffici dei consulenti lussemburghesi. Il China
Investment Corporation, fondo
sovrano al servizio del Pcc, ha
«impiantato» in totale riservatezza il suo hub societario eu-
1
20
la percentuale che pagavano al
Fisco molte società straniere
grazie alle «lettere di conforto»
concesse dal Granducato
L’inchiesta «Luxemburg
Leaks» è il risultato del lavoro
di 80 cronisti di 26 Paesi, che
fanno parte dell’International
Consortium of Investigative
Journalists (Icij), una rete di
reporter che collaborano su
progetti di giornalismo
investigativo. Per sei mesi
hanno spulciato 28.000 pagine
di documenti riservati che
provano le agevolazioni sulle
tasse garantite dal
Lussemburgo a oltre trecento
aziende. L’Icij, che conta uno
staff di appena 10 persone, ha
fornito i documenti ai
giornalisti delle testate e tv
(che includono Guardian, Le
Monde, Süddeutsche Zeitung
e L’Espresso) trasferendoli in
forma elettronica e rendendoli
facilmente consultabili; ha
inoltre condiviso i contatti con
esperti fiscali in grado di
analizzarli. Nel 2012 una parte
dei documenti era stata usata
dal giornalista francese
Edouard Perrin di France 2 e
dalla Bbc, ma la maggior parte
non era mai stata esaminata
prima. «A fare il lavoro sono
stati i reporter delle varie
testate — spiega al telefono
dal quartier generale a
Washington il direttore di Icij,
Gerard Ryle, ex giornalista
investigativo del Sydney
Morning Herald —. Noi siamo
una specie di collante tra di
loro». I cronisti hanno, a loro
volta, condiviso e messo in
gli anni di governo alla guida del
Lussemburgo di Jean-Claude
Juncker, durante i quali sono state
introdotte agevolazioni fiscali
Il Paese
● L’economia
del
Lussemburgo è
largamente
basata sul
sistema
bancario
● Il reddito pro
capite è pari a
106.406
dollari, il primo
in assoluto.
Mentre per il
potere
d’acquisto
sono superati
solo dal Qatar
ropeo nel Paese di Henri Albert
Gabriel Felix Marie Guillaume,
cioè il Granduca Enrico. I bilanci della holding Land Breeze
controllata da Pechino sono
impressionanti: 7,3 miliardi di
dollari di patrimonio, con partecipazioni anche in Indonesia,
finiti in Lussemburgo.
La burocrazia è efficiente e
non eccessiva, i servizi bancari
sono tra i migliori al mondo, la
normativa garantisce certezza
nel tempo, il Fisco è gentile e le
sue leggi — secondo gli esperti
— sono flessibili quel tanto
che basta per essere interpretate dai funzionari del Granducato. Questo è il punto: un’interpretazione forse troppo elastica e allo stesso tempo mirata,
fuori dai binari comunitari,
utilizzata come leva per attirare
più «clienti» possibile e favorire le grandi multinazionali che
portano soldi.
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comune le informazioni
raccolte, ed è per questo che
tra i partner non ci sono
testate in competizione: «Per
evitare l’esigenza di fare lo
scoop alle spese degli altri».
L’inchiesta doveva uscire tre
settimane fa ma la
pubblicazione è stata
rimandata perché non era
completa. Icij è stato fondato
nel 1997 e fa parte
dell’organizzazione no-profit
Center for Public Integrity.
All’inizio lo staff lavorava
direttamente alle storie, ma
negli ultimi tre anni il modello
scelto è stato quello di fornire
gli strumenti a giornalisti
esterni (160 in totale, in oltre
60 Paesi). Le storie — una o
due l’anno — sono «globali»:
spesso indagini su corruzione
e crimini transnazionali «su
cui i media da soli non sono in
grado di lavorare». Negli
ultimi due anni, Icij ha
condotto altre due inchieste
sui paradisi fiscali (e ce n’è
un’altra in «lavorazione»). Si è
occupato anche di inchieste su
temi diversi, come il traffico
illegale di tessuti umani usati
nell’industria sanitaria e
cosmetica.
Viviana Mazza
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Venerdì 7 Novembre 2014 Corriere della Sera
14
Esteri
Lettera segreta di Obama a Khamenei
«Accordo contro l’Isis e sul nucleare»
Diplomazie
di Massimo Gaggi
Battuto in casa
Barack gioca
la carta estera
Alleati non avvertiti a causa dell’opposizione di Israele e delle monarchie del Golfo
Aperture
B
arack Obama voleva
lasciare in eredità ai
posteri un’America
profondamente rinnovata
nelle sue istituzioni
politiche ed economiche,
cambiando tasse, welfare e
politiche per
l’immigrazione. E’ riuscito a
farsi approvare solo una
mezza riforma sanitaria che
i repubblicani, appena
conquistata la maggioranza
nei due rami del Congresso,
hanno detto di voler
cancellare. Anche se nel
vertice di oggi cercherà di
ricucire un minimo di
dialogo coi suoi avversari
politici, è chiaro che il
presidente non può darsi
grandi traguardi per i suoi
due ultimi anni alla Casa
Bianca, almeno all’interno.
Come previsto dagli
analisti, non gli rimane,
quindi, che puntare sulla
scena internazionale
doveva, dall’Isis all’Ucraina,
alla diffusione di Ebola in
Africa, non mancano certo i
problemi che richiedono
un intervento degli Stati
Uniti. Riuscirà Obama ad
esercitare la sua leadership
in modo più efficace? Il test
iraniano, con l’ormai
prossima scadenza del
negoziato con Teheran sul
nucleare (24 novembre)
arriva al momento giusto e
il presidente sembra molto
determinato a cogliere
questa opportunità, come
dimostra la lettera da lui
inviata alla guida suprema
dell’Iran, l’ayatollah Ali
Khamenei, ben prima delle
elezioni Usa. Gli astri
sembrano allineati come
non sono mai stati in
passato: c’è un presidente,
Rouhani, sicuramente
favorevole a un accordo che
presenta ai suoi stessi
concittadini come
inevitabile. Le sanzioni,
applicate con fermezza dal
Tesoro Usa, stanno
funzionando e la forte
caduta del prezzo del
greggio mette in ginocchio
l’economia iraniana e rende
insostenibile il debito
pubblico del Paese. Ma,
soprattutto, Usa e Iran
hanno ormai un nemico
comune da combattere:
l’Isis. Con tutto questo,
Obama, ormai in partenza
per un lungo viaggio in Asia
e per il G20 australiano, ha
margini ristrettissimi:
trattare con una teocrazia
rivoluzionaria è sempre
compito proibitivo, Israele
e i Paesi arabi sunniti sono
ostili a questo dialogo e,
soprattutto, i repubblicani
sono pronti ad accusare il
presidente di aver fatto
concessioni eccessive.
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● Dopo 34
anni di gelo, le
relazioni UsaIran hanno
visto una svolta
un anno fa:
anche se il
presidente
Rouhani aveva
respinto l’invito
di Obama per
un incontro
durante il
vertice Onu a
New York, i due
leader si erano
parlati al
telefono
● Sempre nel
2013 i
negoziati sul
nucleare tra
Iran e comunità
internazionale,
Usa in testa,
hanno visto per
la prima volta
un progresso.
Alcune sanzioni
americane
contro Teheran
sono state
parzialmente
alleviate
WASHINGTON Gli alleati regionali
e i repubblicani non saranno
contenti dell’ultima mossa di
Obama. Perché conferma i loro
sospetti di un possibile patto
con il Diavolo. Il presidente
americano ha scritto una nuova
lettera, segreta, al leader iraniano Ali Khamenei. Un messaggio, rivelato dal Wall Street
Journal, con il quale la Casa
Bianca rilancia la collaborazione contro l’Isis. Un fronte comune con l’Iran subordinato
però ad un’intesa sul programma nucleare.
Chiariamo. L’idea del baratto
non è per nulla nuova. L’hanno
proposta gli Usa, l’hanno in
qualche modo sostenuta i mullah trovandosi, causa Isis, sulla
stessa barricata. E il progetto
non è stato mai sepolto, ma solo messo sotto il tappeto in attesa del momento propizio. A
ottobre, mentre in Iraq e in Siria infuriavano i combattimenti, Obama ha deciso di rivolgersi direttamente a Khamenei
con una missiva per rilanciare
il dialogo in parallelo ai negoziati sul piano atomico di Teheran. Una mossa per andare oltre il presidente Rouhani. Alla
Casa Bianca sanno bene che alla fine l’ultima parola spetta alla Guida suprema, l’unica che
può imporre un’intesa e tenere
a bada quelle forze apertamente ostili nei confronti dell’America.
Il problema è che Obama ha
già scritto in passato a Khamenei, però i risultati non sono
stati confortanti. E anche di recente il leader iraniano ha trovato modo di attaccare a fondo
do dell’ombrello aereo statunitense. E dunque, sul terreno, si
è prodotta un’alleanza di fatto.
L’apertura della Casa Bianca,
che è stata preceduta da contatti nell’arco di questi ultimi
due anni anche attraverso intermediari, deve però superare
non pochi ostacoli. Primo. La
linea del «no» presente in parte della nomenklatura iraniana. Secondo. L’opposizione
delle monarchie del Golfo e di
Israele, contrari a qualsiasi
concessione agli ayatollah.
Non è un caso che gli Stati Uniti
non abbiano avvertito gli alleati sull’iniziativa del presidente.
Precedenti
In passato il presidente
Usa ha già scritto al
Leader Supremo, con
risultati sconfortanti
gli Usa rilanciando teorie cospirative ben note. A suo giudizio Al Qaeda e poi l’Isis non sono altro che manovre statunitensi per indebolire il mondo
musulmano. Inoltre quando
sono iniziati i raid contro i se-
guaci del Califfo, Teheran ha alzato il volume della propaganda criticando l’intervento. Anche se poi i suoi «consiglieri»
militari, guidati dall’onnipresente generale Qasem Soleimani, hanno agito in Iraq goden-
Leader
Supremo
Ali Khamenei,
75 anni. È la
Guida Suprema
dell’Iran dal
1989 (Ansa)
Terzo. Evitare che il dialogo
con l’Iran comprometta la
schieramento anti Isis nel quale devono per forza esserci anche quei Paesi sunniti, come
l’Arabia Saudita, profondamente ostili verso Teheran.
Quarto. Il muro del Congresso,
oggi dominato dai repubblicani e pronto a frenare l’eventuale
riavvicinamento.
Non ci sarebbe nulla di peggiore per Obama che finire vittima della troppa fiducia in un
possibile partner apparso fino
ad oggi titubante. Ora la risposta tocca a Khamenei.
G. O.
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Dopo il voto
Le destre
Così il partito repubblicano
ha riassorbito al suo interno 235
gli estremisti del Tea Party
deputati
repubblicani su
435 alla
Camera dei
Rappresentanti
● Mitch
McConnell, 72
anni, leader
repubblicano al
Senato
● Matt Bevin,
47 anni, è il
leader dei Tea
Party nel
Kentucky
● Chris
McDaniel, 42
anni, ha perso
le primarie in
Mississippi
DAL NOSTRO INVIATO
I repubblicani le elezioni (soprattutto il controllo
del Senato) non le hanno vinte
il 4 novembre, ma a maggio,
quando è fallito il tentativo dei
Tea Party di battere alle primarie molti politici della vecchia
guardia moderata, sostituendoli coi loro candidati radicali.
Ammaestrato dall’esperienza
del 2010 — quando i conservatori persero il seggio senatoriale del Delaware per il rifiuto degli elettori di votare Christine
O’Donnell, pasionaria dei Tea
Party tanto ruspante quanto
impreparata che aveva soffiato
la candidatura all’ex governatore Michael Castle — questa volta l’establishment del partito si
è mosso per tempo, sbarrando
la strada agli «integralisti».
A differenza dell’Europa,
l’America per ora sembra aver
imbrigliato i movimenti più
estremi e i gruppi xenofobi, ma
questo dipende anche dalla peculiarità di un sistema bipartitico nel quale le primarie sono
sacre e il finanziamento della
politica segue percorsi tortuoNEW YORK
si. L’allarme, a destra, scattò un
anno fa quando i Tea Party presero di mira addirittura Mitch
McConnell, il leader del nuovo
Senato repubblicano che stamattina avvierà il negoziato
con Obama nel primo confronto bipartisan post elettorale. In
Kentucky i Tea Party lo etichettarono come il loro «nemico
numero uno» per la sua disponibilità a negoziare e gli opposero Matt Bevin, un uomo d’affari. Appoggiato finanziariamente da miliardari radicali
come i fratelli Koch, Bevin diventò subito popolare presentando McConnell come un politicante debole e inconcludente, ormai trasferito in pianta
stabile a Washington.
Una raffica di sondaggi negativi per McConnell e altri
candidati finiti sotto attacco,
Primarie
Questo dipende anche
dalla peculiarità di un
sistema nel quale le
primarie sono sacre
fece capire al Partito repubblicano che rischiava grosso. Il senatore tornò nel suo Stato e iniziò una campagna capillare
mobilitando tutti i possibili
centri di potere. Contemporaneamente il partito oppose alla
campagna mediatica sostenuta
in Kentucky e in altri Stati dai
finanziatori dei Tea Party una
controcampagna televisiva ancor più massiccia costruita con
furbizia e spregiudicatezza da
Karl Rove, lo stratega delle vittorie elettorali di George Bush,
e da altri esponenti dell’apparato repubblicano. Il tutto finanziato coi soldi dei SuperPAC, i comitati d’azione politica
alimentati in modo assai poco
trasparente da ricchi supporter
dei due partiti: organismi che,
in teoria, dovrebbero condurre
solo battaglia politiche di principio, senza entrare direttamente nelle contese elettorali.
In realtà i candidati dei Tea
Party sono stati demoliti proprio ricorrendo agli «spot negativi» finanziati anche da questi SuperPAC. Il 22 maggio,
quando si è votato in Kentucky
per le primarie, Bevin è stato
52
senatori
repubblicani su
100.
Potrebbero
salire a 54
36
I posti di
governatore in
palio martedì. I
repubblicani
vincono o
guidano in 26
spazzato via da McConnell, che
ha vinto con ampio margine
(60 a 36). La stessa situazione si
è ripetuta in altri Stati: respinti
gli attacchi a Lindsay Graham
in South Carolina, a Lamar
Alexander in Tennessee e a Pat
Roberts in Kansas. David Perdue in Georgia ha resistito a
tutti gli assalti dei radicali e l’altro ieri è riuscito a imporsi sulla democratica Michelle Nunn
che, pure, era la favorita. Particolarmente importanti le vittorie dell’establishment sull’ala
estrema in West Virginia e North Carolina. Se non avessero
schierato due moderati come
Shelley Capito e Thom Tillis, i
repubblicani non sarebbero
riusciti a conquistare gli indipendenti e a strappare questi
due seggi controllati fino a ieri
dai democratici. L’unico agguato davvero riuscito ai radicali è stato quello contro Eric
Cantor, ex numero 2 dei repubblicani alla Camera.
L’ultima battaglia i moderati
l’hanno vinta in Mississippi,
dove è stato sconfitto Chris
McDaniel. La questione non
erano tanto i voti (i democratici
qui non avrebbero mai vinto)
quanto l’esclusione di un personaggio «radioattivo» come
McDaniel che, con le sue sortite razziste e sessiste, avrebbe
esposto tutto il fronte conservatore agli attacchi democratici.
M. Ga.
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Corriere della Sera Venerdì 7 Novembre 2014
ESTERI
15
In un raid
Eliminato in Siria
l’ex agente francese
passato dalla parte
dei terroristi
Il blitz
Ecco il volto del soldato Usa
che uccise Osama bin Laden
Rob O’Neill adesso ha paura: «Ho una borsa sempre pronta»
WASHINGTON Quella notte a salire l’ultima rampa di scale nella
palazzina di Abbottabad, Pakistan, erano in cinque. Cinque
membri del Team Six dei Navy
Seal. Il primo ha aperto il fuoco
su Bin Laden e forse ha mancato il bersaglio. Allora è toccato
al secondo centrare il fondatore di Al Qaeda. Quindi lo hanno
finito. Solo allora hanno lanciato il messaggio radio criptata: «Per Dio e per il Paese, Geronimo, Geronimo, Geromino,
Geronimo. E.K.I.A». Nemico
ucciso in azione.
Da quel momento, durato
appena 15 secondi, è iniziata la
saga, con molte versioni sull’identità del soldato che ha tirato il colpo. Guerrieri che si
sono coperti di gloria e ora ne
cercano altra facendo arrabbiare i loro compagni, custodi del
segreto e fedeli alle regole del
silenzio.
A rompere di nuovo il codice, Rob O’Neill, con un’intervista al Washington Post e tra po-
La storia
chi giorni sugli schermi di Fox
News. «Osama è apparso sull’ingresso della camera da letto
al terzo piano. Il mio compagno ha aperto il fuoco ma ha
sbagliato. L’ho superato ed ho
visto il bersaglio davanti a me.
Eravamo al buio ma avevo i visori. In una frazione di secondo
ho sparato due volte, colpendolo alla testa. È morto all’istante».
O’Neill non è un soldato
qualsiasi. Dodici missioni in
Afghanistan e Iraq, centinaia di
missioni di combattimento, 52
tra medaglie e onorificenze, tre
film ispirati alle sue azioni. Zero Dark Thirty, Captain Phillips e Lone Survivor. Ha combat-
I dubbi
La rivelazione al
«Washington Post».
Ma c’è chi mette in
dubbio la sua versione
tuto terroristi, pirati somali e
talebani insieme agli uomini
che sono gli speciali degli speciali, quelli del DevGru: con
quel ruolino ci può stare che
sia stato lui lo sparatore. Anche
se altri non ne sono convinti.
Un dubbio che ha coinvolto il
suo collega, Matt Bissonette,
autore di un libro «No easy
day» e in uscita con un secondo, che per primo ha sostenuto
di aver partecipato all’operazione. Un particolare sul quale è
intervenuto Rob: «Vero, c’era
anche lui ed ha sparato insieme a un terzo soldato».
Torniamo a O’Neill. Trentotto anni, nato a Butte, nello
splendido Montana, è entrato
nei Commandos a 19 anni e c’è
rimasto per altri 16 . Mi sono arruolato, ha spiegato lui, dopo
una love story fallita. No, lo ha
fatto dopo che siamo andati a
caccia con un Navy Seal, lo ha
corretto il padre. Dettagli, conta il seguito sui tanti fronti di
guerra. Fino all’incursione del
Cecchino
Trentotto anni
e per sedici
anni con la
divisa dei Corpi
speciali delle
Forze armate
americane: è il
ritratto di Rob
O’Neill (nella
foto tratta da
Facebook), il
militare che in
un’intervista ha
rivelato di aver
ucciso Bin
Laden. Oggi
O’Neill fa il
conferenziere
di successo
● Dieci anni
per catturarlo.
Nella notte del
primo maggio
2011 un
commando di
Navy Seals,
corpo dell’élite
della Marina
Usa, irrompe
nel covo
pachistano
dove si
nasconde il
capo di Al
Qaeda
Red Squadron a Abbottabad. I
soldati con il distintivo che raffigura la testa di indiano e due
tomahawk. Sono loro a consumare la vendetta che l’America
chiedeva.
Chiuso quel capitolo, O’Neill
ne ha aperto un altro. Congedatosi, si è trasformato in conferenziere di successo, insegnando coraggio, motivazione,
capacità di controllo con lo slogan «non mi arrendo mai». Un
nuovo lavoro con l’attenzione
di guardarsi sempre alle spalle.
In un’intervista, anonima, rilasciata a Esquire, ha ammesso:
«Ho detto a mia moglie e ai
miei figli di tenere una borsa
sempre pronta, nel caso dovessimo scappare all’improvviso».
Più spavaldo il padre. A chi gli
chiede se non teme i jihadisti
ha replicato: «Dipingerò un
grande bersaglio sulla porta
della mia casa e dirò: venite pure».
I problemi, però, potrebbe
venire dalla sua ex «famiglia». I
Seal. Bissonette è finito sotto
inchiesta per aver rivelato informazioni top secret e quelli
del suo reparto hanno tagliato
qualsiasi contatto. Altri fremono dalla rabbia. I comandanti
hanno scritto una doppia lettera ricordando quali siano le regole da osservare. A O’Neill non
basterà l’onore, gli servirà un
buon avvocato.
Guido Olimpio
● Il blitz dura
pochi secondi.
Bin Laden è
ucciso subito. Il
presidente
Obama che
aveva seguito
l’operazione
annuncia in
diretta tv la
morte
dell’uomo più
ricercato del
pianeta
● Il
nascondiglio
dello «sceicco
del terrore» ad
Abbottabad,
nel Nord del
Pakistan, era
vicino a
un’accademia
militare
assoluta non c’è, solo buone
indicazioni. Da confermare.
Un drone americano sarebbe
riuscito ad uccidere David
Drugeon, un temuto
artificiere del cosidetto
gruppo Khorasan, nucleo
qaedista legato ai ribelli
siriani di Al Nusra. Questo
movimento è stato preso di
mira insieme agli islamisti di
Arhar al Sham. Francese,
forse ex collaboratore dei
servizi di Parigi, Drugeon ha
combattuto in Afghanistan,
quindi è passato nelle file
della ribellione siriana.
Secondo alcune informazioni
aveva messo a punto ordigni
che potevano sfuggire ai
controlli negli aeroporti. Gli
Usa hanno tentato di
ucciderlo con una salva di
missili cruise, ma Drugeon e
il suo capo, il kuwaitiano
Mohsen al Fadli, erano
riusciti a sfuggire all’attacco.
Ora c’è il rischio che anche al
Nusra, che pure è avversaria
dell’Isis, possa assumere una
linea più oltranzista. Una
della tante complicazioni di
un conflitto dove nulla è
schematico.
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Russia
Morto l’attore
oppositore di Putin
Ferite sospette
su tutto il corpo
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Kosovo, le mazzette della missione Ue
Quella civile e quella militare a guida italiana. Mogherini apre un’inchiesta
L’ultima volta che l’Europa
s’è accorta del Kosovo fu nel bel
mezzo della partita Serbia-Albania. Volarono droni e cazzotti. Ma quella era robetta: da
qualche mese la rissa è sull’Ue e
sulla più grande e costosa delle
missioni europee di pace, Eulex. Quasi un miliardo di euro,
staff da 3 mila funzionari: doveva rimanere solo due anni ed
è lì da sette; doveva costruire il
Kosovo indipendente e s’è impantanata.
C’è del marcio a Pristina. I
dossier volano come droni. E la
corruzione ormai è diventata
«una priorità», nelle parole di
Federica Mogherini: alla sua
prima conferenza stampa, madame Pesc ha annunciato la
nomina d’un «esperto legale
indipendente» su Eulex. Un superpoliziotto? «Non ci sostituiremo alle inchieste giudiziarie», spiega la «ministra». Ma
serve mettere le mani nel pantano del Kosovo, chiosa chi le è
vicino: «Se non è già tardi».
Lo è. Ed è un affaire nel quale l’Italia rischia di rimetterci la
faccia. Sono due italiani a gui-
WASHINGTON (g.o.) La certezza
L’inchiesta La
procuratrice
inglese Maria
Bamieh che ha
indagato sui
giudici Florit e
Salustro ed è
stata rimossa
ad agosto per
«fuga di
notizie»
dare le più importanti missioni
internazionali, i civili di Eulex e
i militari di Kfor. Ma tra funzionari cechi e canadesi, nella bufera è soprattutto un italiano, il
giudice Francesco Florit: accusato di bustarelle da 300 mila
euro e d’aver chiuso un occhio
su un chiacchierato ex ministro e sull’attentato a un ristorante.
«Una montatura», s’è dovuto
difendere Florit alla tv kosovara. Forse una vendetta politica,
sussurrano: Florit era candidato al tribunale sui crimini di
guerra dell’Uck, il partito al potere. Contro il giudice ci sono
intercettazioni finite sui giornali e strani contatti da spiega-
re. E c’è una battagliera procuratrice inglese, Maria Bamieh,
che ha indagato su Florit e su
un altro magistrato italiano,
Maurizio Salustro, fino a essere
rimossa in agosto per violazione del segreto istruttorio.
«Ma quale fuga di notizie —
dice la Bamieh — sono finita
sulla lista nera appena ho sollevato il coperchio della corruzione Eulex. Ho imparato a
guardarmi dai miei capi che
vanno a cena coi politici locali e
poi fanno uscire le cose. Non
mi fido d’inchieste interne: fa
bene la Mogherini a nominare
un esterno». All’Europarlamento fioccano interrogazioni,
si citano minacce a giornalisti
locali che hanno pubblicato i
dossier Eulex: perché, domanda il Guardian, c’è voluto un
Nella bufera
Nella bufera c’è il
giudice italiano Florit:
accusato di bustarelle
da 300 mila euro
anno per sapere che si stava indagando?
Tutti a premere su madame
Pesc. La sua operazione di pulizia non è aiutata dallo scandalo
dei visti facili che mesi fa ha
travolto proprio la nostra ambasciata portando in carcere
Uke Rugova, figlio del Mandela
kosovaro: tre jihadisti, con quei
passaporti sono entrati in Italia, destinazione Iraq. Mogherini regnante, la Farnesina in
quel caso è intervenuta dura e a
pagare è stato un nome «storico»: Michael Giffoni, primo
ambasciatore italiano a Pristina, radiato dal corpo diplomatico.
Eulex corrotta = Kosovo infetto: nell’equazione, qualche
feluca Ue non del tutto disinteressata spinge sulla variabile
Italia. Come se gli altri Paesi
avessero prodotto solo virtuose
gestioni: «Con tutti gli aiuti internazionali in 15 anni — dice
un diplomatico — ogni kosovaro oggi avrebbe il reddito
doppio d’un tedesco».
Francesco Battistini
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Eulex
● La missione
Eulex ha il
compito di
aiutare il
Kosovo a
costituire uno
Stato di diritto
● Eulex è stata
voluta
dall’Unione
Europea e
approvata nel
febbraio 2008
Mistero sulla morte di Aleksej
Devocenko (foto), attore russo
noto per la sua posizione
critica nei confronti di
Vladimir Putin. La polizia
sostiene di aver trovato il
corpo senza vita dell’attore nel
suo appartamento alla
periferia nord di Mosca, ma
secondo un’altra versione
citata da un giornale il
cadavere sarebbe stato
scoperto la sera di mercoledì
da un amico, fuori dalla casa.
Gli investigatori sostengono di
non aver riscontrato «nessun
segno di violenza» e che a
uccidere l’attore anti Putin sia
stato un attacco cardiaco. A far
sorgere qualche dubbio è il
fatto che il cadavere è stato
trovato in un lago di sangue e
c’è chi sostiene che Devocenko
sia morto a causa delle ferite
che aveva alla testa, al corpo e
alle ginocchia. Stando agli
investigatori, il 49enne si
sarebbe tagliato frantumando
una vetrina in casa perché
ubriaco: nell’appartamento
c’erano molte bottiglie di
alcolici rotte mentre le
telecamere di sicurezza in
strada avrebbero ripreso
l’attore mentre usciva due volte
per comprare alcolici.
Venerdì 7 Novembre 2014 Corriere della Sera
16
Cronache
Si allaga anche l’aeroporto di Roma
Città nel caos per il traffico, metro ferma. Oggi allerta dal Friuli alla Sicilia. Il richiamo del Colle ai sindaci
Il primo impatto è stato
di mattina presto su Fiumicino.
Pioggia, poi vento forte e grandine. Sulla cittadina e sull’aeroporto. Alberi e cartelloni pubblicitari spazzati via in pochi
minuti, terminal allagati, voli
rallentati. Viaggiatori colti di
sorpresa hanno ripreso tutto
con i telefonini. Cascate d’acqua dentro il «Leonardo da
Vinci», danni al duty free e ai
negozi, come quello di Bulgari.
Ma era solo l’anticipo. La perturbazione si è poi spostata su
Roma. E, a fasi alterne, ci è rimasta tutto il giorno.
Dalla mattinata — con decine di strade chiuse per allagamenti, quattro stazioni della
metropolitana inagibili, danni
alla metro C in parte ancora da
inaugurare, macchie d’umidità
in aula Giulio Cesare in Campidoglio e nella sala stampa
ROMA
Gli allarmi
● Criticità
rossa per oggi
sul bacino
veneto
del Livenza,
buona parte
del Friuli
Venezia Giulia,
Umbria, bacino
toscano
dell’Albegna,
Lazio del sud,
Molise, Puglia,
Calabria,
Basilicata
e gran parte
della Sicilia
Sott’acqua
Il negozio
di «Bulgari»
all’aeroporto
di Fiumicino
sommerso
dall’acqua (Jpeg)
«Oriana Fallaci» — al primo
pomeriggio (disagi soprattutto
fuori città, allagato l’osservatorio astronomico papale nella
residenza di Castel Gandolfo,
chiusa la stazione di Ciampino), e poi di nuovo in serata.
Migliaia di chiamate di soccorso, oltre 250 interventi della
Protezione civile, altrettanti dei
pompieri protagonisti di molti
salvataggi nei sottopassi allagati, come quello di un disabile
prigioniero della sua auto sul-
l’Appia. Una ragazza ha partorito una bimba, Giuliana, vicino
Tivoli su un’ambulanza bloccata dall’acqua e all’Infernetto un
dipendente del servizio giardini del Comune ha avuto un infarto. È in rianimazione.
Una giornata da allarme rosso — anzi viola, come a un certo punto è incautamente salito
—, prevista dalla Prefettura che
aveva ordinato la chiusura delle
scuole. Il prefetto Giuseppe Pecoraro rivendica la sua decisione: «Era indispensabile». Soddisfatto anche il sindaco Ignazio Marino, che ha seguito
l’emergenza da Milano per la
riunione dell’Anci. Ma la sua
assenza ha innescato polemiche da parte del centrodestra. E
come sempre l’ondata di maltempo sulla Capitale ha scatenato la fantasia dei romani,
pronti a twittare battute: «Scogli Albani», «Come può un tornello arginare il mare», «Rafting sulla Tiburtina», e via così.
Ma se a Roma è cessato, nel
resto d’Italia l’allarme è confermato anche per oggi. Dal Nord
Est alla Sicilia. Solo poco oltre
confine, a Bombinasco, nel
Canton Ticino, una donna di 31
anni e la figlia di 3 sono state
uccise da una frana che ha travolto la loro casa. «Non va trascurato che il ripetersi di eventi
catastrofici, con pesanti e talvolta drammatiche conseguenze per le popolazioni colpite,
per le infrastrutture e le ricchezze naturali, richiama tutti,
e in prima persona gli amministratori locali, a una comune e
solerte responsabilità», avverte
il capo dello Stato Giorgio Napolitano in un messaggio ai
sindaci. Quello di Palermo, Leoluca Orlando, ha deciso per
oggi la chiusura delle scuole.
Lo stesso hanno fatto i colleghi
di Catania, Frosinone, Gallipoli, Messina (colpita dalle mareggiate), Gela e molte altre città. A Carrara, stravolta dall’alluvione dei giorni scorsi (450
sfollati e 5 mila case allagate), è
caccia a chi non ha vigilato sull’argine del torrente Carrione. È
crollato ma si sapeva che fosse
poco resistente.
Il presidente della Regione
Toscana Enrico Rossi ha annunciato una commissione
d’inchiesta. Il muro «non era
imbrigliato come avrebbe dovuto e non è stato costruito secondo il progetto conforme».
La procura indaga per disastro
colposo e su un altro episodio
simile del 2012. Nel centro abitato la situazione sta tornando
alla normalità, grazie anche ai
tifosi dello Spezia, da sempre
rivali dei carraresi, arrivati in
aiuto per spalare il fango.
Al Nord preoccupa il livello
dell’Adige — a Trento e Verona
ronde di volontari e pompieri
In Toscana
Solidarietà tra ultrà
a Carrara per spalare
il fango: 5 mila famiglie
colpite, 450 gli sfollati
—, mentre è sotto controllo
quello del Po. In Friuli l’osservato speciale è il Tagliamento.
In Alto Adige sono caduti 230
millimetri di pioggia nelle ultime ore. Frane e smottamenti
quasi non si contano, anche intorno a Merano. Al confine con
l’Austria nevica forte. Il presidente dei geologi Gian Vito
Graziano non ha dubbi: «Il Paese sta male: se abbiamo paura
di un temporale vuol dire che il
territorio non è più in grado di
assorbire le precipitazioni. Il sistema sta collassando».
Rinaldo Frignani
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Brindisi
Getta la figlia
dalla finestra
per portarla via
dal centro minori
È stata individuata in Germania, con il compagno, la donna di 23
anni che, il 20 ottobre a Ostuni, aveva sottratto in modo
rocambolesco la figlia di 2 anni da un centro per minori. La
mamma aveva gettato la bimba da una finestra tra le braccia
dell’uomo che era sul cofano di un’auto (un volo di 6 metri che lei
ha replicato). La bimba verrà rimpatriata. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Pubblica sicurezza
Il bacio sul casco
è «provocatorio»
Le nuove regole
per i cortei
C’è anche il «bacio» tra gli atti provocatori nella bozza presentata
ai sindacati sulle regole di ingaggio nei cortei predisposte dal
Dipartimento di Pubblica sicurezza. Il riferimento ricorda
l’episodio in cui una manifestante No Tav baciò un agente in
divisa (foto sopra). Tra gli altri atti provocatori figurano anche
© RIPRODUZIONE RISERVATA
«i fischi, le sfide verbali e gesti scurrili».
Corriere della Sera Venerdì 7 Novembre 2014
CRONACHE
In sosta
Il flash mob
organizzato a
fine ottobre dal
Nuovo
centrodestra
per chiedere la
rimozione
dell’auto di
Marino (la
Panda rossa
nella foto) dal
parcheggio
gratuito del
Senato, fino ad
allora occupato
dal sindaco per
motivi di
sicurezza
(Omniroma)
Prosecco Zonin
Insieme a chi ami.
Le 8 multe non pagate da Marino
per l’ingresso nel centro storico
Nuovo caso sulla Panda del sindaco. Sanzioni bloccate da ricorsi fantasma
ROMA Ignazio Marino è un sindaco «ciclista», che ama girare
con la sua adorata bici. Anche
perché, vivendo in centro, se lo
può permettere: da casa sua
dietro al Pantheon all’ufficio di
palazzo Senatorio sono pochi
metri, tutti pianeggianti.
Marino, però, possiede anche una macchina, una Panda
rossa, che finora gli ha creato
parecchi grattacapi. Prima la
storia del parcheggio davanti a
palazzo Madama, nei posti riservati ai senatori, ottenuto facendo leva su alcuni atti vandalici e su alcune minacce che lui
e i suoi familiari avrebbero subito. A distanza di un anno e
mezzo dalla sua elezione a sindaco, però, l’auto era ancora lì
ed è stata spostata solo dopo la
raccolta di firme di trenta senatori di tutti i partiti (escluso il
Pd).
Ora salta fuori il «giallo» delle multe non pagate, per essere
entrato nella Ztl (la zona a traffico limitato che «chiude» il
centro) con un pass scaduto.
Vicenda che è oggetto di un’interrogazione parlamentare firmata da Andrea Augello, sena-
Medico
Ignazio Marino,
59 anni, sindaco
di Roma dal
giugno 2013
(Omniroma)
lativo numero di atto e sigla di
accertamento. Ma, su queste, è
inserito il codice che si usa se
un cittadino fa ricorso al prefetto o al Giudice di pace. Ma
qui scatta il primo «giallo». Un
sindaco, secondo il Tuel (Testo
unico enti locali), non può avere una «lite pendente» col Comune che guida, pena la sua
decadenza.
Cosa è successo? Augello,
nell’interrogazione, ipotizza:
«Evidentemente le contravvenzioni sono state bloccate d’uffi-
640
Euro L’importo
delle multe per
essere entrato
in una zona a
traffico limitato
Arte violata I writers
cio dall’amministrazione comunale, sanando i due mesi di
mancato rinnovo del permesso
come se si trattasse di un errore del Comune e non di una ritardata richiesta del titolo del
beneficiario». Ad un qualsiasi
romano, in un caso del genere,
non restano che due strade: pagare o fare ricorso. Marino, che
con la sua giunta ha quintuplicato il prezzo dei pass per il
centro (costavano 550 euro, sono schizzati a oltre 2 mila), non
fa né una cosa né l’altra. Ma si
fa fare una lettera da un dirigente del Dipartimento, secondo la quale la macchina del sindaco era — dal 25 giugno 2014
— in una sorta di «lista bianca», che scatterebbe «in automatico, per qualsiasi cittadino», subito dopo il mancato
rinnovo. Le multe, secondo il
Campidoglio, non sarebbero
«mai state notificate» e la dicitura del ricorso «è solo l’attivazione del meccanismo di autotutela da parte dell’amministrazione».
Ricostruzione complessa,
che «sbatte» con la realtà: nella
«lista bianca» si entra solo alla
Il nodo delle «liti»
Per la legge sugli enti
locali un sindaco non
può avere liti pendenti
con il suo Comune
Il permesso scaduto
Se Marino saldasse le
multe certificherebbe
che la sua auto sostava
con permesso scaduto
tore Ncd. Risulta, infatti, che il
sindaco, con la sua Panda, abbia preso otto multe ai varchi
elettronici della Ztl perché, per
due mesi, il suo permesso non
era valido. Il periodo temporale
va dal 23 giugno al 21 agosto
2014, quello che passa tra la
scadenza del vecchio contrassegno e l’inizio di validità del
nuovo. Infrazioni, codice alla
mano, da 80 euro ciascuna, per
un totale di 640 euro complessivi, più notifiche e interessi. Le
contravvenzioni, dai tabulati
del Dipartimento «Risorse economiche» dove sono registrate
tutte le infrazioni commesse
da Ignazio Roberto Maria Marino, nato a Genova il 10 marzo
‘55, risultano non pagate.
La «legenda» è chiara: due
multe (3 maggio ‘13 e il 24 gennaio ‘14) sono pagate, otto —
del 26 e 28 giugno, il 3, 4, 11, 21
e due il 25 luglio — no. Queste
otto sono accompagnate da re-
richiesta del nuovo pass, a quel
punto la targa viene «riconosciuta» dal varco elettronico e
nei tabulati la multa non figura
proprio. Se Marino è in «lista»
dal 25 giugno, le sanzioni al
varco non dovrebbero esserci.
Ancora: se ci fosse l’autotutela,
le multe sarebbero cancellate.
A meno che non siano stati i vigili urbani a toglierle. Terzo: se
le multe non sono mai state notificate, come può scattare la
tutela?
Domande alle quali se ne aggiunge un’altra. Risulta che,
prima di diventare sindaco,
Marino abbia fatto una trentina
di ricorsi per altre contravvenzioni. E, quando è diventato
sindaco, ha firmato la dichiarazioni di «non avere liti pendenti» con il Comune.
Quei ricorsi erano tutti risolti?
Ernesto Menicucci
Lo sfregio dei vandali con la vernice
al portale del Duomo di Milano
Parole incomprensibili, vernice bianco/argento. Sul portale
centrale del Duomo. E poi altri segni con la vernice spray
(cinque in tutto): li hanno scoperti ieri mattina i responsabili
della sicurezza della cattedrale di Milano. Gli imbrattamenti
sono stati ripuliti in poche ore. Ci vorrà invece più tempo per
esaminare decine di ore di filmati ripresi dalle telecamere
della piazza. È in quelle immagini che l’Unità tutela decoro
urbano della Polizia locale spera di individuare le figure (una
o più) che si sono avvicinate con le bombolette spray al
monumento simbolo della città. L’ipotesi è che non si tratti
di un writer esperto e che probabilmente il responsabile non
sia italiano. La vigilanza del Duomo sarà rafforzata.
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Venerdì 7 Novembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Venerdì 7 Novembre 2014
L’intervista
di Andrea Pasqualetto
CRONACHE
19
Unabomber, caso chiuso
«Così un poliziotto
mi trasformò in mostro»
Zornitta dopo la condanna definitiva dell’agente
Unabomber era lui, l’ineffabile ingegnere Elvo Zornitta.
Classe 1957, origini venete, segni particolari: imperturbabile,
ordinatissimo, preparatissimo.
«Diabolico» tradussero gli inquirenti ricordando il contrasto fra il suo aspetto così normale, giacchettina maglioncino cravattina, una vita borghese da buon padre di famiglia, e
la sua straordinaria capacità
criminale.
Un dottor Jekyll e mister
Hyde, un uomo in grado di
gabbare tutti riuscendo a piazzare quattro bombe mentre era
indagato, intercettato e pedinato, di mutilare bambini
avendo una figlia piccola, di
profanare chiese nonostante la
profonda fede religiosa. Era lui
il mostro. Così, almeno, fino al
2009, quando la procura di Trieste decise di archiviare tutto
perché tutto era diventato dubbio e forse non era più Zornitta
l’imprendibile bombarolo del
Nord Est, 30 ordigni in dieci
anni, dal 1994 al 2004, 6 feriti.
Qualche sospetto sull’ingegnere rimase. Mercoledì scorso
la Cassazione ha però confermato la condanna del suo
«persecutore», il poliziotto
Ezio Zernar, che secondo la
giustizia avrebbe truccato la
prova regina (il lamierino di un
Gli ordigni
● Nel periodo
1994-1996 e
poi tra il 2000
e il 2006
una trentina
di attentati
dinamitardi
apparentemente senza
movente
colpiscono
l’area
di Pordenone,
Portogruaro
e Udine
● Per gli
ordigni, che
ferirono sei
persone
ma non erano
destinati a
uccidere, sono
state indagate
varie persone.
Ma non è
mai stato
individuato
un colpevole
ordigno) per incastrarlo, sancendo così la fine del caso Unabomber. Zornitta la vive come
una liberazione: «Da oggi sono
molto più sereno».
Cose le rimane di questa vicenda?
«Un ricordo penoso. Ero diventato il mostro e la mia famiglia viveva con il mostro.
Un’esperienza che mi ha toccato mentalmente, socialmente,
❞
La figlia
Mia figlia aveva otto
anni, oggi ne ha diciotto
È stata lei la mia grande
sofferenza
economicamente: ho perso anche il lavoro da dirigente. Oggi
faccio praticamente l’impiegato e guadagno molto meno».
Perché puntarono su di lei?
«Forse perché avevano bisogno di un colpevole: c’era troppa pressione mediatica, un pool di quaranta persone che indagavano e gli attentati sempre
più frequenti. Dovevano dare
una risposta rapida».
Riconoscerà comunque
che il suo profilo era sospetto: ingegnere, appassionato
di bricolage, un piccolo laboratorio, la casa al centro della
«zona Unabomber», la frequentazione di alcuni luoghi
degli ordigni... Cosa avrebbe
fatto lei al posto degli inquirenti?
«Avrei forse deciso anch’io
una perquisizione perché era
evidente che il folle andava cercato fra gli appassionati di bricolage. E avrei anche messo
una pattuglia a seguirmi, come
quella che avevo alle calcagna.
Ma poi mi sarei fermato perché
avrei capito che Zornitta non
poteva costruire quelle trappole da meccanico imbranato».
Al di là del lamierino, a casa le furono trovati 48 involucri di ovetti kinder e la fialetta
della Paneangeli, come quelli
delle bombe, e poi i petardi ...
«I petardi erano quelli di Capodanno, gli ovetti li raccoglieva mia figlia, la fialetta era come quelle che usavo per fare le
lampadine dei miei presepi. Mi
dissero: non è possibile. Ecco
la tesi precostituita».
C’è anche il fatto che da
quando è «scoppiato» il suo
caso Unabomber non ha più
colpito. Una sfortuna pazzesca, non crede?
«Lo credo sì».
Ingegnere
Elvo Zornitta,
oggi 57 anni,
all’epoca
del processo.
Vive ad Azzano
Decimo
(Pordenone), è
sposato e padre
di una figlia
oggi diciottenne,
Zornitta
finì sotto
inchiesta nel
2004. Tra gli
elementi a suo
carico, le forbici
trovate nella sua
casa compatibili
con il lamierino
di un ordigno.
Mercoledì la
Cassazione ha
condannato il
poliziotto
Ezio Zernar, per
aver truccato
quella prova,
considerata
regina
(foto Ansa)
Il momento più brutto?
«Il giorno in cui mi è stato
detto da un giornalista che avevano trovato la prova regina
contro di me. Ho pensato che
avessero già deciso una sentenza e mi è venuta paura. La grande sofferenza è stata invece mia
figlia. Aveva otto anni, oggi ne
ha diciotto. È cresciuta con l’indagine su Unabomber, una pena. Penso sia maturata prima
delle sue coetanee, più forte e
grintosa e ha le idee chiare:
non farà mai l’avvocato, il magistrato o il poliziotto. Dedi-
cherà la sua vita ad aiutare gli
altri nel mondo della sanità».
Chiederà un risarcimento?
«A chi? Zernar risulta nullatenente. Il mio avvocato, Maurizio Paniz, che ringrazio, farà
causa allo Stato per responsabilità organica del funzionario.
Ma la vedo molto complicata».
Qualcuno dirà che lei è stato così diabolico da far condannare anche chi la stava
per incastrare
«Già, e correrò per il Nobel
del crimine».
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Venerdì 7 Novembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Venerdì 7 Novembre 2014
CRONACHE
Prestiti e casa gratis
Azione disciplinare
contro il pm Esposito
La Procura di Milano
Bruti si difende:
«Nessuna inchiesta
insabbiata
né ritardata»
MILANO «Nella mia Procura non
È figlio del giudice che condannò Berlusconi
La vicenda
● La Procura
generale della
Cassazione
ha aperto un
procedimento
disciplinare
contro il pm
milanese
Ferdinando
Esposito, figlio
del giudice
che condannò
Berlusconi
● Esposito
è «accusato»
di aver avuto
un attico gratis
a Milano,
pagato anche
dalla società di
un indagato, e
di aver ricevuto
prestiti da
consulenti che
poi presentò in
Procura
MILANO La Procura generale
presso la Corte di cassazione ha
promosso un procedimento
disciplinare a carico del sostituto procuratore milanese Ferdinando Esposito, nipote dell’ex procuratore generale della
Cassazione (Vitaliano) e figlio
del magistrato (Antonio) che in
Cassazione nell’estate 2013 presiedette il collegio di 5 giudici
che condannarono Silvio Berlusconi per frode fiscale sui diritti tv Mediaset.
L’ufficio del procuratore generale Gianfranco Ciani ha notificato a Esposito un capo di
«incolpazione» in tre punti dal
quale il pm di Milano — che
come difensore disciplinare ha
scelto il magistrato ed ex consigliere Csm Roberto Carrelli Palombi — potrà ora discolparsi
con memorie e interrogatorio:
poi la Procura generale di Cassazione, indipendentemente
dall’indagine penale in corso a
Brescia su Esposito, chiederà o
il non luogo a procedere o il
rinvio giudizio davanti alla sezione disciplinare del Csm, che
potrà assolverlo o condannarlo
a ammonimento, censura, perdita d’anzianità o sospensione.
Uno dei tre punti dell’«incolpazione» ha come cornice il
fatto che tra marzo 2009 e dicembre 2013 il pm abbia avuto
la disponibilità di un attico ammobiliato di 100 mq nel centro
di Milano, intestato non a sé
ma a società e per il quale non
ha mai pagato il canone di
32.000 euro l’anno: a saldare
l’affitto, per complessivi circa
150.000 euro, è stato il manager
di una società interessata alle
public relations del pm e, prima, un ex manager di banca
Italease, Claudio Calza, in un
periodo nel quale costui era
anche un indagato proprio della Procura di Milano in un’inchiesta finanziaria del pm Roberto Pellicano. Scaduti questi
primi due pagatori, l’avvocato
La procedura
La Procura generale
della Cassazione
notifica in tre punti
l’avvio della procedura
Michele Morenghi (ex grande
amico di Esposito che l’ha ora
controdenunciato per calunnia) asserisce d’aver subito le
pressioni del pm perché subentrasse nell’affitto: ma le sue
parole sono apparse viziate da
«profili di non esemplare attendibilità» e «evidenti motivi
di risentimento e livore» ai giu-
21
dici bresciani che in estate non
hanno interdetto Esposito dal
servizio per due mesi.
Il secondo profilo in valutazione disciplinare concerne i
soldi prestati a Esposito (e restituiti dopo l’emergere del caso) da Morenghi (7.000 euro),
da un imprenditore (5.000), e
da un commercialista (10.000)
che poi a Natale 2012 Esposito
accompagnò da un pm del pool reati finanziari (Maurizio
Ascione) per chiedere di «affidargli qualche consulenza contabile». E qui si aggancia il terzo punto: proprio quando Brescia comincia a interessarsi al
prestito del commercialista, il
10 marzo 2014 Esposito fa avere
al collega pm Ascione (che subito lo porta a Bruti) il bigliettino «inventiamoci qualcosa…
potresti concordare una versione con Gennarino e poi dirmela per quando sarò interrogato.
È una cazzata ma è importante
che le versioni coincidano».
L’incolpazione disciplinare
non ha invece a che fare con le
due visite di Esposito ad Arcore
da Silvio Berlusconi nel 2012 e
2013, motivate dal pm con
l’esplorazione di una possibile
entrata in politica o con il desiderio di trasferirsi a Roma al
ministero della Giustizia.
Luigi Ferrarella
[email protected]
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Magistrato
Il pm milanese
Ferdinando
Esposito (a
sinistra) rischia
di comparire
davanti alla
commissione
disciplinare del
Csm. Il pm è
figlio del
giudice di
Cassazione che
condannò
Berlusconi
(Newpress)
ci sono mai state inchieste
insabbiate, ritardate o con
veti» rivendica il procuratore
di Milano Edmondo Bruti
Liberati ai pm venuti (50 su 70)
all’assemblea da lui convocata
per «voltare pagina» e «ridare
orgoglio». Tutti parlano
esclusivamente di problemi
pratici (risorse, assegnazioni,
ruolo dei giovani). Mai
nominato, Robledo in una
dura lettera spedita a tutti i pm
motiva la propria assenza con
il fatto che il presupposto della
riunione, cioè il
provvedimento di Bruti che
«mi ha sbattuto all’Ufficio
esecuzione revocandomi la
delega» al pool antitangenti, è
stato «demolito dal Consiglio
giudiziario il 28 ottobre».
Nell’accusare Bruti di «abuso
di poteri», Robledo dirama ai
colleghi tutte le carte del
contenzioso «perché non è
tacendo che si tutela la storia
della Procura» e nemmeno
«barattando i principi» con
«logiche di obbedienza
correntizia». E contro la «del
tutto impropria iniziativa» di
Bruti di additare al Csm la
potenziale incompatibilità
della moglie di Robledo, che
lavora come avvocato
amministrativista nell’ufficio
legale di Expo, non esclude di
denunciarlo: «Valuterò i modi
di tutela della mia funzione».
L. Fer.
[email protected]
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22
Venerdì 7 Novembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Venerdì 7 Novembre 2014
CRONACHE
Il confronto
LEGENDA
2013
40,0
Totale Italia
I° sem. 2014
23
43,9
Tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni). Valori in percentuale
56,8
60
40
39,9
44,5
30,8 30,6
20
27,8
25,3 28,5 24,2
16,7 22,1
42,1 47,5
33,3
35,8
33,4
38,4 36,5 39,7 36,1 39,8 45,9 40,8 37,7
48,9 50,0 51,7
58,7
49,7
59,7 55,1
48,9
56,1
62,0
53,3
64,7
54,2 50,0
Fonte: Elaborazioni Ufficio Studi CGIA su dati Istat
Il caso
di Gian Antonio Stella
Sa
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eg
na
Si
cil
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d’Arco
La fabbrica che in Campania
non può assumere disoccupati
Ad aprile gli spot sugli incentivi di «Garanzia giovani». Qui si aspetta ancora
Provateci voi, ad assumere
un giovane disoccupato in
Campania usando il progetto
«Garanzia Giovani». Mike Taurasi sta tentando da aprile, a
prendere due ragazzi per la sua
fabbrichetta metalmeccanica.
Una via crucis. Nonostante la
disoccupazione giovanile in
regione sia quasi al 59%. Quindici punti più della media nazionale, che già mette spavento.
È una storia piccola piccola,
quella di Mike. Ma spiega la
difficoltà del progetto che
avrebbe dovuto segnare una
svolta per i nostri giovani, in
particolare nel Mezzogiorno,
più di tante pensose analisi socio-economiche. Ricordate il
primo spot televisivo? Ragazzi
e ragazze riccioluti, belli, allegri, sognanti con una voce fuori campo che spiegava: «Ogni
grande impresa è un viaggio
verso il futuro. Ogni viaggio ha
bisogno di una garanzia e di un
solido progetto. L’Italia, con
l’Europa, propone il progetto
“Garanzia Giovani” per aiutarti
a intraprendere la strada giusta. Capiremo insieme chi sei,
chi vuoi diventare, le tue attitudini, i tuoi sogni. Stato, Regioni, soggetti pubblici e privati,
insieme per offrire ai giovani
dai 15 ai 29 anni una opportunità...».
Era aprile. E dopo una lunga
incubazione (il primo intervento della Ue per «incalzare i
governi» ad adottare il piano
risaliva addirittura al maggio
2013) pareva proprio che il piano miracoloso fosse lì lì per
partire. In uno degli spot c’erano due ragazze in una stazione
vuota. L’annuncio diceva: «In
partenza dai primi binari sono
solo stages non retribuiti. Questo non è un paese per giovani». Dopo di che una spiegava
all’altra le meraviglie in arrivo
con la nuova piattaforma e la
voce fuori campo stavolta annunciava «l’Europa riparte dai
giovani!».
Fu allora che Mike e suo fratello, che nel 2010 hanno messo su a Manocalzati, vicino ad
Avellino, la «Taurasi Engineering», una fabbrica specializzata in lavorazioni meccaniche
di precisione, progettazione e
realizzazione di impianti di automazione e robotica, cominciarono a informarsi: «Ci fu risposto che non era ancora il
momento. Sia il sito web nazionale sia quello regionale,
per settimane e settimane,
hanno raccolto solo i dati dei
ragazzi che si offrivano».
A luglio, «appena ho potuto
iscrivermi come azienda, mi
son registrato a “ClickLavoroCampania” e ho inserito i profili delle prime figure professionali che cercavo, un ingegnere meccanico e un operaio.
Da assumere con un contratto
a tempo indeterminato». Mica
precari: a tempo indeterminato. «Ho avuto un po’ di riscontri e abbiamo fatto un primo
incontro con alcuni giovani. I
quali subito dopo si son presentati ai Centri per l’impiego
locali (Avellino e Battipaglia)
per il primo colloquio d’inserimento. A quel punto abbiamo
cominciato ad aspettare,
aspettare, aspettare...».
Macché, attesa inutile. Finché, visto che il centro per
l’impiego non aveva informazioni su come procedere,
«preso dallo sconforto e dalla
rabbia, ho contattato l’Arlas,
l’agenzia per il lavoro regionale: l’iscrizione a “ClickLavoroCampania” non bastava, dovevo iscrivermi pure a www.
bandidg11.regione.campania.it, il sito dei bandi regiona-
li, per accreditarmi “all’attivazione dei tirocini”». Fatto anche questo. Compresa la procedura con firma digitale.
Niente da fare. I fratelli Taurasi, che per ogni assunzione a
tempo indeterminato dovrebbero ricevere dai quattro ai cinquemila euro, sono ancora lì,
in attesa. E un eventuale tiroci-
nio iniziale? «Sono ancora lì a
farci l’esame del sangue. Tutto
paralizzato. A un certo punto
non potevamo più aspettare. E
ci siamo rassegnati a fare la
prima assunzione senza aspettare gli incentivi. E finirà così,
probabilmente, anche con la
seconda». Tanto più che del
miliardo e 513 milioni di euro
stanziati per l’ambizioso progetto, la quasi totalità è gestita
dalle Regioni. E ognuna si è regolata a capriccio. C’è chi come
la Lombardia ha puntato quasi
un terzo delle risorse (52 milioni su 178) sui bonus agli imprenditori disposti ad assumere ragazzi, chi come il Piemonte («Fior di studi ci dicono che
se un’azienda vuole assumere
non rinuncia se poi non ha
quel piccolo incentivo», spiega
Sergio Chiamparino) sulla formazione. «Quella seria, ovviamente: su misura delle richieste del mercato», precisa l’assessore al lavoro Giovanna
Pentenero. Cioè non quella che
forma «barman acrobatici» o
«esperti di abbronzatura artificiale». Fatto sta che a Torino e
dintorni, per capirci, i tirocini
nelle imprese private sono partiti da mesi.
La Campania, che aveva in
dote più soldi di tutti (191 milioni), ha deciso di metterne
una montagna (45 e mezzo)
sull’«accoglienza», distribuendo cioè una pioggia di prebende a una folla di società anche
dei sindacati che fanno a pagamento lo stesso lavoro (in pratica: il primo colloquio) fatto
«gratis» dai centri per l’impiego pubblici, dove i funzionari
si lamentano: «Giriamo a vuoto, colloqui su colloqui senza
prospettive perché è tutto
bloccato».
Seguono 24 milioni sui corsi
di formazione (che videro la
Regione anni fa lanciare perfino un corso per veline tivù!),
39 sull’«accompagnamento»
(cioè secondo colloquio anche
questo in concorrenza coi Centri per l’impiego), 30 sui tirocini (tutti negli uffici pubblici,
che come è noto poi non assumeranno per il blocco del
turn-over), 30 sul servizio civile e zero (zero: almeno per ora)
sui bonus nei quali speravano i
fratelli Taurasi e altri giovani
imprenditori.
Giusto? Sbagliato? Lasciamo
rispondere a un titolone del
Mattino: «Lavoro, fallito il piano giovani. Pochi iscritti, flop
di posti offerti». Stefano Caldoro, il governatore, contesta:
«Siamo partiti in ritardo, ma
nessuno ha accelerato quanto
noi». Il governo, per bocca di
Graziano Delrio, pare pensarla
diversamente. E lancia messaggi ultimativi: o le Regioni si
danno una mossa o Roma potrebbe riprendersi soldi e deleghe scavalcandole...
Vada come vada, resta il tema: con l’angoscia della disoccupazione che attanaglia 44 ragazzi su cento in Italia, 59 in
Campania, 60 in Puglia, 62 in
Calabria e 64 in Sicilia, è mai
possibile che dei giovani imprenditori debbano aspettare
mesi e mesi e mesi per usare
una legge che avrebbe dovuto
spalancare le porte all’assunzione di decine di migliaia di
ragazzi?
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Venerdì 7 Novembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Venerdì 7 Novembre 2014
CRONACHE
25
La migrazione in Scozia
● Il caso
Pompei chiusa per assemblea sindacale, chi lo spiega ai 3 mila turisti rimasti fuori?
di Goffredo Buccini
Q
uante divisioni ha l’Unesco? Ci si
perdoni la parafrasi paradossale
(Stalin se lo domandava a
proposito del Papa): ma l’unica via
per salvare Pompei sembrerebbe
— se solo fosse possibile — strapparla
di mano a un Paese autolesionista
come il nostro. L’unico modo per
tutelare quegli scavi (dal 1997 patrimonio
dell’umanità) parrebbe liberarli dalla
rissosa parodia delle rivendicazioni
sindacali. Tra ieri e l’altro ieri, tremila
turisti sono rimasti fuori dai cancelli —
chiusi — del sito archeologico. Dentro,
D
iceva Marguerite
Yourcenar che le risposte sincere non sono mai nette né rapide. E se la frase è da tenere bene a mente, questa verità, scolpita nella pietra nel 1939 dalla
scrittrice francese, oggi potrebbe non valere più. E la colpa sarebbe di una piccola «v» blu.
Ieri se n’è parlato ovunque.
Al bar, alla macchinetta del caffè, in mensa. Oggetto: la spunta, opzione introdotta su WhatsApp per assicurare al mittente
di conoscere il momento esatto
di lettura del messaggio da
parte del destinatario. Tradotto
per chi non è avvezzo: chi ha inviato un testo non saprà solo se
questo è stata consegnato. Bensì conoscerà il minuto esatto in
cui questo è stato letto.
Una rivoluzione, l’ha definita
qualcuno. Un attentato a migliaia di matrimoni e relazioni,
ha gridato qualcun altro. Se la
chat acquistata da Zuckerberg
per 22 miliardi di dollari è usata da 500 milioni di utenti, questo significa che quel sottile
confine tra spunta grigia (messaggio recapitato) e spunta blu
(messaggio letto) sta cambiando il concetto di sincerità. «Siamo tenuti alla verità nostro
malgrado. Per colpa (o per merito) del progresso mentire è
sempre più difficile», sintetizza lo psichiatra Claudio Mencacci.
Addio alle risposte meditate
della Yourcenar, dunque? «Hai
ricevuto il mio messaggio e allora perché non mi rispondi?»,
potrebbe diventare un’accusa
sempre più frequente ai tempi
del tutto e subito. Niente più
sfumature e «ti rispondo con
calma perché non sei al centro
dei miei pensieri». Quella
Franceschini che minaccia la
precettazione. Non c’è ministro che su
Pompei non rischi la carriera (il povero
Bondi ne sa qualcosa). Sessantamila
cittadini scrivono in una petizione che
«il sito si sbriciola nel silenzio» e
chiedono che il Parlamento ascolti il
grido di dolore di Giovanni Nistri, il
generale dei carabinieri che dirige il
progetto Grande Pompei. Dovesse
succedere, immaginiamo scranni vuoti e
buvette piena: il bene comune, si sa, è
una noia mortale.
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Essere sinceri
per forza
La «spunta» di WhatsApp e le foto localizzate
Seguiti dai telefoni, mentire diventa impossibile
ILLUSTRAZIONE DI GUIDO ROSA
La novità
Il segnale che
appare quando
il messaggio
è stato letto
per due mattine, i sindacati hanno fatto
assemblea, lamentando turni di lavoro
«sfiancanti» (la Cgil, in un sussulto
di buonsenso, si è sfilata). Il ministro
Franceschini ha bollato l’agitazione,
«danno incalcolabile per l’immagine
dell’Italia», spiegando di avere
già assunto personale di supporto.
Purtroppo, solo a scorrere i titoli
più recenti, cadono le braccia.
Quando non ci si mettono i sindacati,
incuria e dissesto incombono: a marzo
crolli al Tempio di Venere; a giugno,
cinque giorni di assemblee e
Il segretario della Cei
Galantino: la Rete
mette a rischio
la nostra privacy
«Dov’è la privacy? Guardate
Rete e giornali: non sembra
esserci nessuno a garantirla».
Lo ha detto Nunzio Galantino,
segretario generale della Cei,
commentando i dati dell’Aiart
secondo cui il 15% dei ragazzi è
a rischio dipendenza dal web.
Sono «sconcertato» ha
replicato il Garante della
privacy Antonello Soro.
spunta costringe a essere trasparenti e limpidi come pozze
d’acqua. E si va ad aggiungere a
funzioni già nemiche della privacy come la geolocalizzazione, i tag nelle foto e le chat che
si aprono su più apparecchi
contemporaneamente. Il segreto, insomma, è stato bandito da cellulari e social network.
«E se questo sia un bene o un
male, lo vedremo», continua
Mencacci. Di diversa opinione
è l’autrice di «Per tutti gli sbagli» (Rizzoli), Irene Cao, che
spiega: «La suspence nelle relazioni è fondamentale. I non
detti e le sfumature sono ciò
che tengono vivi i rapporti».
D’altro canto c’è chi parla di
decadimento morale. «What-
sApp è responsabile del 40 per
cento dei divorzi», tuona l’Associazione degli Avvocati matrimonialisti italiani, che usa
espressioni come «app pericolosa» e «infedeltà tecnologicamente assistita». Non si illudano però i traditori seriali: «Non
è la tecnologia a fare l’uomo ladro, ma le occasioni della vita
reale», sottolinea ancora Cao.
Spazzati via gli allarmismi
non rimane che un punto,
quello che riguarda paranoici,
maniaci del controllo, ansiosi e
stalker. È facile infatti che la
doppia spunta, per chi non riceve una risposta, suoni come
un rifiuto. E che inneschi meccanismi di rabbia. Spiega uno
studio del Pew Research Center: se l’oggetto del desiderio
non risponde spesso i toni si
fanno aggressivi. Ma per il resto non c’è da preoccuparsi.
Primo perché su Change.org
sono partite le petizioni per
rendere facoltativa la nuova opzione di WhatsApp. Secondo
perché esistono trucchi per aggirare l’ostacolo, come leggere
i messaggi in modalità aerea.
Per tutto il resto, c’è sempre la
sincerità. Quella autentica.
Marta Serafini
@martaserafini
Le spettacolari figure degli storni
Le sorprendenti figure composte in cielo da decine di
migliaia di storni a Gretna Green, un paese della Scozia
meridionale al confine con l’Inghilterra. Questi uccelli
visitano l’area due volte l’anno, a novembre e a febbraio, in
corrispondenza delle loro migrazioni. E quando si muovono
tutti insieme sembra che disegnino forme riconoscibili:
dischi volanti o vulcani, atolli o enormi squali. Non è ancora
nota la ragione di questa perfetta fusione di tanti esemplari
durante il volo: secondo alcuni esperti si tratterebbe di un
modo per allontanare i predatori, che incoraggerebbe gli
uccelli rimasti soli a unirsi alla migrazione ( foto Ap/PA, Owen
Humphreys).
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26
Venerdì 7 Novembre 2014 Corriere della Sera
●
Libertà religiosa Le nostre democrazie hanno sinora
evitato di mettere all’ordine del giorno, nonostante
i richiami del Papa, il tema delle persecuzioni nelle società
non ancora secolarizzate. Un ritardo che può costare caro
ANALISI
& COMMENTI
di Luigi Ripamonti
L’altissimo prezzo
della medicina antiepatite
Le case farmaceutiche
non pensino solo al profitto
L’
epatite C sta diventando un caso
politico. In Italia 1,5 milioni di
portatori stimati del virus che la
provoca (Hcv), chiede di potersi
curare con il Sofosbuvir, nuovo farmaco che
ha ottenuto tassi di guarigione altissimi.
Il problema, come noto, è che questo
medicinale di altissimo ha anche il costo.
Così elevato da poter drenare gran parte dei
fondi del Sistema sanitario. Il ministro della
Salute ha rassicurato sulla volontà del
governo di garantire la cura a tutti. Ma i
malati chiedono tempi certi e garanzie sulle
risorse necessarie. Il paradosso è che il
farmaco in questione, ragionando in termini
meramente economici, non è molto più caro
di altri perché se, in cambio di alcune decine
di migliaia di euro, guarisce un malato di
epatite C, solleva la società da costi non
indifferenti, come, per esempio, quelli legati
ai trapianti di fegato, ad altre cure eccetera.
Il problema del prezzo, però, rimane. La
coperta è quella che è: se si tira troppo da
una parte qualcosa d’altro rimane scoperto.
Con l’arrivo di altre medicine efficaci e
carissime per altre patologie il dilemma si
porrà di nuovo, e presto, con il rischio di
scatenare guerre fra poveri (malati).
Il Servizio sanitario dovrà per forza usare
criteri sempre più severi nella selezione delle
terapie da rimborsare. Molti nuovi farmaci
dovranno rimanere fuori dai cancelli del
Sistema sanitario e altri, già dentro,
dovranno essere espulsi. In questo scenario,
anche le case farmaceutiche, che invocano il
giogo degli alti costi della ricerca, sono
chiamate a fare la loro parte, rinunciando a
pretendere premi esosi per molecole che non
comportano vera innovazione. L’industria
del farmaco, a livello internazionale, è
chiamata a una decisa ripresa di coscienza
del proprio ruolo di partner della società, che
la rende diversa dalle altre industrie e che le
garantisce una considerazione e un credito
peculiari. Credito che non potrà però reggere
al mero allinearsi alle logiche commerciali
che governano altri prodotti e servizi.
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due giovani sposi bruciati vivi
in Pakistan e la condanna a
morte per blasfemia di Asia Bibi, la contadina madre di cinque figli, sono storie così
drammatiche da essere riuscite
a ottenere spazio sui principali
media internazionali. Ma la
persecuzione dei cristiani nel
mondo è un fenomeno che,
pur avendo raggiunto dimensioni impressionanti, non riesce a scaldare il cuore dell’opinione pubblica occidentale.
A richiamarci alla realtà che
si nasconde dietro i casi di cronaca sono due autorevoli pubblicazioni in uscita proprio in
questi giorni. Si tratta della edizione italiana de Il libro nero
della condizione dei cristiani
nel mondo, curato da Jean-Michel di Falco, Timothy Radcliffe e Andrea Riccardi e Il rapporto sulla libertà religiosa nel
mondo di Aiuto alla Chiesa che
soffre (Acs), una fondazione di
diritto pontificio. Entrambi
concordano sulla vastità del fenomeno: almeno 100 milioni di
cristiani sono perseguitati nel
mondo, mentre per le uccisioni la stima più prudente (del ricercatore tedesco Thomas
Schirrmacher) parla di 7 mila
persone all’anno. Cifra che altre fonti, usando dati e criteri
diversi, ritengono che andrebbe moltiplicata per dieci. La situazione sta diventando così
grave che lo stesso papa Francesco è tornato sulla questione
definendola «peggiore di quella dei primi secoli». E per
quanto forme di intolleranza
religiosa si possano trovare in
tutto il mondo, è fuori discussione che i cristiani rappresentino oggi la confessione più
perseguitata del pianeta.
Le ragioni che spiegano la
recrudescenza di questo fenomeno sono molteplici. Intanto
si tratta di casi in cui i cristiani
DORIANO SOLINAS
I
● Il corsivo del giorno
MARTIRIO DEI CRISTIANI
L’OCCIDENTE È CIECO
di Mauro Magatti
sono una minoranza nelle mani di una maggioranza inquieta. In un momento storico di
grande instabilità, soprattutto
nei Paesi che sono agitati da
grandi questioni irrisolte (economiche, sociali, politiche,
culturali), basta un piccolo episodio per accendere la miccia
della violenza contro chi mette
in discussione, semplicemente
con la propria presenza, l’integrità del gruppo. Come la storia europea ci insegna — da
noi furono gli ebrei a trovarsi in
questa scomoda posizione —
la minoranza diventa il capro
espiatorio contro cui si scatena
la violenza di un ordine sociale
che, in realtà, è messo in discussione dal processo di modernizzazione.
Le persecuzioni contro i cristiani non a caso si concentrano in Africa, in Medio Oriente e
in Asia. Regioni che stanno attraversando una profonda trasformazione e dove la religione
rimane impastata con la politica. Così che la violenza contro i
fedeli di un’altra fede — a dispetto del comandamento biblico che ricorda di non piegare ai propri fini il nome di Dio
— viene strumentalizzata per
gli scopi più diversi. Al fondo
c’è la mancanza di quel lungo e
problematico processo di secolarizzazione che abbiamo conosciuto in Occidente e che nel
corso dei secoli ha separato
sfera politica e sfera religiosa. E
proprio qui sta il punto che dovrebbe interessarci. Nel mare
delle notizie quotidiane, le persecuzioni religiose non hanno
la forza per raggiungere e mobilitare l’opinione pubblica. I
fatti sono troppo lontani e il tema, tutt’al più, si pensa debba
interessare chi è credente.
La freddezza dell’opinione
pubblica si traduce nella ignavia della politica. Non risulta
alcuna iniziativa significativa
sul piano internazionale che
metta a tema una questione
che ha dimensioni enormi. Ma
possono le democrazie avanzate disinteressarsi del proble-
ma? La risposta è no. Prima di
tutto per ragioni umanitarie. I
morti per la libertà religiosa
non valgono meno di chi perde
la vita per la negazione di altri
tipi di diritti. Ma soprattutto
per ragioni legate al loro futuro. Negli anni scorsi sono state
combattute, inutilmente, delle
guerre per esportare la democrazia. Ma la democrazia, per
definizione, non si può esportare. Essa cresce solo dove ci
sono le condizioni adatte. Una
delle quali è la libertà religiosa,
che comporta lo scollamento
della politica dalla religione.
Per questo l’Occidente sbaglia a non porre all’ordine del
giorno delle istituzioni internazionali la questione della libertà religiosa. E a maggior ragione può l’Europa — che proprio nel nome del pluralismo
fa lo sforzo di aprirsi a tutte le
religioni, a partire dall’Islam —
sottrarsi dallo svolgere un ruolo di tutela e di stimolo sul piano internazionale?
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Corriere della Sera Venerdì 7 Novembre 2014
MORALISMI
L’ALLERGIA ALLE CRITICHE
DEL SISTEMA GIUDIZIARIO
NESSUNO È INFALLIBILE
●C
SE LE DISPUTE OSCURANO
UN BRILLANTE CURRICULUM
COMMENTI
DAL MONDO
di Piero Ostellino
Principi Che l’uomo magistrato sia perfetto è
solo una presunzione.
Bisogna invece prendere
atto che questo mestiere è
perfettibile, come ogni
altra manifestazione
umana, e quindi in
quanto tale, può essere
oggetto di osservazioni
SEGUE DALLA PRIMA
È
infatti sufficiente esprimere un qualche giudizio critico su una sentenza e
rivelarne — ancorché entro gli ambiti
concettuali di un’opinione politicamente argomentata — l’oggettiva natura di supplenza politica, perché scatti, da parte di qualche procura o di singoli giudici, la denuncia, spesso assiomatica e poco argomentata, di «diffamazione per mezzo stampa», con
relativa richiesta di spropositati indennizzi finanziari. Dopo che un’altra sentenza ha contraddetto e annullato quella in questione, la denuncia, se reiterata, finisce, inoltre, con assumere una ambigua, arbitraria, doppia funzione.
Prima: di sanzionarlo e, allo stesso tempo, di
mandare un messaggio intimidatorio al giornalista, colpevole solo di aver fatto il proprio mestiere e di aver rilevato, entro limiti politicamente argomentati, l’oggettiva natura di «sup-
❞
Il rischio corporativo
In un Paese civile agli (eventuali)
errori dei magistrati può ovviare
lo stesso sistema, sia attraverso i suoi
vari gradi di giudizio sia attraverso
il Csm. Ma l’organo di autogoverno
tende a ridursi a rappresentare un’altra
istanza corporativa fra, e contro,
le tante in cui è frazionato il Paese
La gaffe
dell’allenatore
del Bordeaux
gaffe con sapore
●
❞ La
razzista di Willy Sagnol,
plenza politica» assunta dalla sentenza stessa.
Seconda: di sanzionare e, allo stesso tempo,
di mandare un altro «avvertimento», questa
volta agli editori del giornale oggetto di denuncia: badate che, se non mettete a tacere quel
giornalista, e chiunque altro lo voglia imitare,
le richieste di indennizzo saranno, d’ora in poi,
più pesanti.
La dura realtà è che quel «legno storto», che
è l’uomo per sua stessa natura, non diventa automaticamente dritto solo perché ha vinto un
concorso e le sue sentenze non hanno una natura politica solo perché formulate «in nome
della legge».
Che l’uomo-magistrato non sia «il legno
storto dell’umanità» ma sia, per definizione,
dritto, è, diciamola tutta, solo una presunzione,
ben coltivata e propagandata, dal marketing razionalistico settecentesco e dagli interessi corporativi novecenteschi degli stessi interessati.
Tutto sta, allora, nel prendere atto che, per dirla
con Montesquieu, quel terribile mestiere che
consiste nel giudicare il prossimo non è esente
da imperfezioni, ma è perfettibile come ogni altra manifestazione umana e, in quanto tale,
inevitabilmente esposto a giudizio critico. È
sufficiente sapere, allora, che, in un Paese civile
e in un ben organizzato sistema giudiziario, agli
(eventuali) errori può ovviare lo stesso sistema,
sia attraverso i suoi vari gradi di giudizio, come
già accade, anche se da noi con colpevoli tempi
biblici, sia, in caso di malizia accertata, attraverso l’organo di autogoverno degli stessi magistrati, il Consiglio superiore (Csm). Sempre che
esso non si riduca, come tende a fare, a rappresentare un’altra istanza corporativa fra, e contro, le tante in cui è frazionato il Paese...
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allenatore del Bordeaux,
squadra di calcio francese,
ricorda quella di Carlo
Tavecchio e perciò ha
meritato la prima pagina di
Libération e la reprimenda di
Laurent Joffrin.
Non si possono
contrapporre i giocatori
muscolari (africani) ai
calciatori intelligenti
(europei). Il football, come
tutti gli sport di massa, è
scuola di vita, modello per i
giovani e ampie fasce della
popolazione. Le
affermazioni razziste, dice
Joffrin, sono doppiamente
dannose.
Seimila bambini
danneggiati
da madri alcoliste
anno in Gran
●
❞ Ogni
Bretagna nascono
almeno seimila bambini
affetti da gravi problemi
causati dall’alcolismo delle
madri. Un problema sociale
drammatico che non è
pienamente rappresentato
dai 252 ricoveri l’anno
scorso di bambini affetti da
Fas (Foetal Alcohol
Spectrum Disorder).
Tuttavia, sostiene in un
editoriale the Guardian, la
via per uscire da questo
problema non è giudiziaria:
non serve a nulla, come sta
avvenendo, chiamare in
giudizio le madri. Occorre
invece prevenzione, senza
criminalizzare donne con
un grave problema.
a cura di Dino Messina
osa succederà la prossima settimana ancora non si sa. Se Forza
Italia deciderà di ripresentare il nome di
Stefania Bariatti per la Corte costituzionale; e se lei accetterà o
meno una nuova candidatura.
Certo è che, nel poco tempo
trascorso tra presentazione del
nome e votazioni, è mancata
forse l’occasione di valutare nel
merito il curriculum di questa
docente e avvocato milanese
dal profilo squisitamente tecnico che la accomuna a Silvana
Sciarra, la professoressa fiorentina passata al primo voto, e
che anche il Pd le riconosce.
Bariatti, infatti, è una grande
esperta di diritto internazionale, materia che insegna da anni
nelle università italiane, dal
2002 in Statale a Milano dove è
ordinario di Diritto internazionale privato e processuale. Si è
occupata, in particolare, di diritto comunitario e di antitrust,
oltre che di aiuti di Stato, diritto privato ed europeo della famiglia, proprietà intellettuale e
cittadinanza. Da anni consulente della Commissione europea, vede tra gli incarichi internazionali la partecipazione al
gruppo di esperti Ue (costituito
con bando pubblico) che deve
aggiornare le norme sulle procedure di insolvenza, un regolamento che ha riguardato, in
Italia, Parmalat e Alitalia.
Come si legge sul curriculum, Bariatti parla 5 lingue e
agli inizi degli anni Duemila ha
affiancato, a quella universitaria, la professione di avvocato,
diventando partner di Chiomenti, uno dei maggiori studi
italiani per il quale è responsabile del dipartimento di Diritto
della concorrenza, diritto europeo e internazionale e managing partner dell’ufficio di Bruxelles. Lo scorso anno, però, la
professionista ha lasciato lo
status di partner per restare
consulente, quando è stata
chiamata nei consigli di amministrazione di società quotate:
è nel Cda di Astm e presidente
di Sias, società di concessioni
autostradali. E proprio questi
incarichi sono stati contestati
dai Cinquestelle perché in conflitto di interessi. Anche se è
evidente che se fosse eletta giudice della Consulta Bariatti li
lascerebbe senza problemi.
Maria Silvia Sacchi
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ALLEANZE ALLA PROVA
È LA FINE DI UN MURO?
SEGUE DALLA PRIMA
L’
esito disastroso della votazione per Stefania Bariatti alla
Consulta conferma
infatti che l’ex premier non è più in grado di garantire l’appoggio di tutti i suoi
parlamentari. La falcidia dei
candidati del centrodestra riflette e dilata la crisi della leadership berlusconiana. Al contrario, il Pd attraversa le barriere della maggioranza di governo e di quella istituzionale con
una disinvoltura e una facilità
da perno del sistema. Può rivendicare di avere fatto uscire
il Movimento 5 Stelle dall’isolamento. E prefigura anche per
il Quirinale un gioco a tutto
campo che potrebbe superare
lo schema di un capo dello Stato concordato tra Renzi e Berlusconi: quello che, almeno finora, appariva il più accreditato.
Quanto è accaduto ieri rimescola gli equilibri parlamentari; o comunque minaccia di
sparigliarli se il centrodestra
rifiutasse le mediazioni offerte
o pretese da Palazzo Chigi. Una
sinistra in ascesa e in via di
mutazione può scegliere. Può
perfino cercare di eleggere il
presidente della Repubblica
dopo un eventuale voto anticipato e un pieno dei consensi:
sebbene sia difficile che la manovra riesca finché c’è Napolitano. Berlusconi, invece, vede i
margini di manovra assottigliarsi di giorno in giorno. Si
rende conto che in questo Parlamento ha ancora percentuali
rispettabili e peso politico. Ma
dopo le elezioni può ritrovarsi
condannato alla marginalità.
Per questo è disposto ad accedere alle richieste di Renzi, e
intanto cerca di limarle, arginando la pressione incalzante
del premier. Teme che le urne
lo puniscano e lo umilino al
punto da consegnarlo mani e
piedi alla strategia di Palazzo
Chigi. La riforma elettorale è
una delle poche polizze di assicurazione per la sua sopravvivenza politica. Si capirà presto
se i fatti delle ultime ore siano
tatticismi per ricontrattare il
patto tra Pd e Fi su basi renziane o se marchino l’inizio di una
fase nuova.
Usare più forni in contemporanea richiede grande abilità, e Renzi ne ha. Ma a volte implica il rischio di ritrovarsi con
un pugno di cenere.
Massimo Franco
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Venerdì 7 Novembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Venerdì 7 Novembre 2014
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Viaggi
Benessere
Food
Moda
Già dai primi mesi le forme cambiano. La felicità di tutti e gli
entusiasmi per festeggiare la gravidanza. Qualche volta pure
troppe. Perché sul “pancione” si fanno
Commenti sul peso
60%
43%
Carezze non richieste
30%
Foto
33%
Meno foto (si sente meno attraente)
Più foto
11%
Fonte The Atlantic
Tempiliberi
Giù le mani dalla pancia
Design
Tecnologia
Famiglia
Attore e regista, ha portato in scena il teatro «impegnato». Gli piace vestirsi nello stesso
modo e sa tutto sui ferrovieri. Sulla sua tomba vuole che sia scritto «Prima de parlar, tasi»
Chi è
Marco Paolini è
nato a Belluno
nel 1956. Con il
suo lavoro «Il
racconto del
Vajont» ha
vinto una serie
di premi, tra cui
anche l’Oscar
della tv
pensionati oggi si vestono come teenager.
Non li sopporto, in fila a comprare scarpe da ginnastica che non useranno mai per correre. Né
sopporto gli uomini che coordinano i colori di
calzini e colletti di magliette». In questa orazione spicciola, Marco Paolini non risparmia se
stesso: «Non mi chiamo fuori, penso anch’io a
cosa metto e non ho la sindrome Giorgio Bocca...». Quale? «Pensare che i miei tempi fossero
migliori. Però...». Cosa? «Ricordo che da bambini venivamo vestiti dalla mamma che sceglieva
le cose, ma loro, gli adulti, si mettevano delle cose che gli piacevano sì, ma senza troppo pensarci. Adesso è come se tutti, piccoli e adulti, pensassimo a quello che la mammina pubblicità
vuole farci mettere». Lo shopping, per Paolini, è
un esercizio spirituale di minimalismo: «Entro
in un negozio quando devo, prendo quattro paia
di pantaloni, stesso modello, li uso due anni, come i vestiti di Paperino, con variazioni minime
blu, marrone... a volte oso, con il rosso». Pantaloni? «No! Un maglione». Poi, quasi interdetto:
«Ma perché dico queste cose? Se affermo che
non comprerò mai le scarpe rosse, il giorno che
dovessi farlo passerei per un...». E tronca il discorso con una frase che tiene in caldo lo stupore: «A Milano gli uomini vanno in giro in fusò!
Neanche le tute, i fusò!».
Una famiglia di puffi-ferrovieri
Opere
● Autore,
attore e regista,
Marco Paolini
ha iniziato negli
anni Settanta a
lavorare ai
primi capitoli
della biografia
collettiva
teatrale italiana
raccolti poi
negli Album
(editi da
Einaudi)
● La tv LaEffe
gli ha dedicato
degli speciali: il
prossimo è il
12 novembre,
«I miserabili»
(canale 50 ddt
e tivusat, 139
Sky, ore 21.10)
Paolini ci accoglie nel suo studio a Padova, vicino alla stazione, sede della JoleFilm, società di
produzione fondata nel 2002 con la moglie Michela Signori. Il logo è una donna semi-nuda, il
nome Jole è di un’ex-prostituta che gestisce un
bar, personaggio ricorrente nei testi degli Album. Si respira un clima familiare, come i biscotti fatti in casa dall’assistente; in una stanza
dai vetri trasparenti, due ragazzi montano un video. Tra i libri che Paolini ha con sé, ce ne è uno
che spiega bene il rapporto con la tecnologia e i
giovani: in Quello che vuole la tecnologia (Codice, 2011), «Kevin Kelly, l’autore, cita gli Amish,
che sembrano chiusi, ma in realtà affidano ai più
giovani il compito di provare le novità tecnologiche del mondo di fuori, per capire se possono
essere utili alla comunità. Le vecchie generazioni non devono imporre il conservatorismo e i
giovani devono porsi un obiettivo, critico». E Paolini, da giovane, cosa immaginava avrebbe fatto
da grande? «Uno di quelli che sanno aggiustare i
motori. Mio padre era ferroviere, mia madre casalinga, ho studiato agraria, il teatro è stato un
incontro casuale, l’invenzione di un destino. Vivevo nella grande famiglia dei ferrovieri: si rompeva un rubinetto? Veniva il ferroviere-idraulico.
Saltava la luce? Ecco il ferroviere-elettricista. Una
comunità auto-sufficiente, come i Puffi».
Gli uomini sbagliati di Verdi
Il racconto del Vajont trasmesso in diretta da
Raidue il 9 ottobre ‘97 è stato un sorprendente
incrocio di teatro e televisione, che ha incoronato Paolini cantore di un rinnovato teatro civile:
«Ma non chiamatemi “la coscienza degli italiani”! — sbotta con garbo — Gli amici mi prendono in giro, è un nomignolo! E poi oggi c’è troppa
sete di profeti ed eroi. Penso all’ufficiale De Falco, del quale non posso che pensare bene, ma
che lo si associ a una candidatura politica non
mi piace». Paolini preferisce, piuttosto, venire
FOTO DI ALESSIA PARADISI - ANSA
«I
Marco Paolini
«Basta con questa storia che io sono
la coscienza civile del Paese»
di Luca Mastrantonio
travisato attraverso il suo modello di riferimento, Giuseppe Verdi: «Sono affezionato all’idea
della tragedia dell’arte. Come Verdi, che ha creato un repertorio di sfigati, gobbi, puttane, lenoni
protagonisti di storie sbagliate, in cui qualsiasi
italiano poteva ritrovare qualcuno più sfigato di
lui; un repertorio che con l’Unità d’Italia ci teneva assieme. Anche se noi siamo una patria di fratricidi, come ricorda Saba che sui Fratelli d’Italia ci dice occhio, ci ammazziamo tra noi! Ecco,
nel mio piccolo, con Vajont sono andato in quella direzione di Verdi: con la commedia dell’arte,
passi la nuttata, con la tragedia impari una lezione. A me interessano le storie di errori umani,
fatti anche in buona fede, che poi diventano paradigmatiche. Certo Verdi faceva anche ridere,
ma oggi c’è la dittatura del comico. Senza che ci
sia auto-ironia. L’overdose comica rende sordi».
Twitter no, ma l’epitaffio sì
Nella società dell’iper-connessione per Paolini
manca l’ascolto, che è tipico del comico: insegna
a incassare il colpo, come in Stanlio e Ollio.
«Prendi la torta in faccia, elabori e poi la tiri a tua
volta; si va avanti così. Ma devi essere disposto a
farti colpire, essere vulnerabile. Ed è molto seduttivo, bello: io godo delle conversazioni vere
con i miei amici, odio quei rivoli di conversazioni
online o in certi incontri pubblici». Non ama i
cinguettii digitali: «Sui social network ci sono
tante battute, ma pochi pensieri, brandelli di di-
❞
Il caso
Mio padre era
ferroviere, mia madre
casalinga, ho studiato
agraria, quello con il
teatro è stato un
incontro casuale
Il comico
Incassi la torta in faccia,
elabori, la tiri a tua volta;
si va avanti così. Ma
devi essere disposto a
farti colpire, a essere
vulnerabile
scorsi...». E recita una frase che comunque starebbe comoda in 140 caratteri: «Sulla mia tomba
voglio scritto: “Prima de parlar, tasi”». Oggi manca la «disponibilità a farsi colpire da quello che
dicono gli altri. A livello politico e mediatico,
sembrano super-eroi, intoccabili: si parlano addosso o contro». Grillo e Renzi? «Parliamo di tv,
andiamo indietro. Il modello è Vittorio Sgarbi:
negli anni 90 aveva la missione kamikaze di screditare Mani Pulite per bilanciare l’appoggio dell’opinione pubblica. Preferisco la tv di Giuliano
Ferrara: puoi non condividere, ma c’è sostanza».
Checco Zalone e gli animalisti
A Paolini piacciono i film di Checco Zalone. Il
cameo per Sole a catinelle è stato una «terapia»
auto-ironica: «É stato divertente fare lo stronzo
industrialotto. Ma qualcuno ha confuso il personaggio con l’attore. Altre volte si confonde narrazione e visione». Fino al paradosso: «Quale spettacolo mi ha creato più problemi? Non quello su
Ustica o l’Ilva, ma Ballata di uomini e cani. Ho ricevuto lettere minatorie di animalisti che mi accusavano di voler maltrattare gli animali. Ma il
testo era di London, Bastardo: un uomo e un cane si avviluppano in un odio shakesperiano dove
uno cerca di ammazzare l’altro. E London — qui
a Paolini si accendono gli occhi azzurri da husky
— è un maestro nel raccontare la storia dal punto di vista del cane, dare voce al suo sguardo».
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Venerdì 7 Novembre 2014 Corriere della Sera
TEMPI LIBERI
Viaggi
Salento
Le destinazioni
A novembre è tempo di vino novello: da oggi fino a domenica
nel piccolo borgo di Leverano (Le) la rassegna «Novello in
Festa», giunta al 17° anno, accompagna i calici di vino a
tradizioni folcloristiche centenarie e sonorità balcaniche. Il
centro storico si anima di mostre artistiche (foto) e
menestrelli da strada a ritmo di pizzica. Le case del borgo
vecchio aprono le loro porte a chi vuole assaporare le
«S
enza poesia non c’è città» si legge sul muro ai
lati della piazza principale di Puerto Plata a nord
dell’isola. La ragazzina che cammina spedita con
eleganza innata e impalla la foto si trasforma
nell’immagine del nuovo corso della Repubblica
Dominicana. Le donne sono le prime a voler
proporre un volto nuovo del loro paese. «La gente del posto si è attivata per lavorare ai progetti
eco-turistici che offrono un viaggio inedito tra
cultura e avventura nella nostra natura straordinaria, foreste tropicali, fiumi e lagune», dice Lina Matos, direttore dell’associazione che riunisce gli hotel della capitale Santo Domingo, ricordando che negli ultimi 2-3 anni in città c’è stato
uno sviluppo imponente dei grandi alberghi lusso, soprattutto per quanto riguarda il settore del
Il Negramaro nuovo a ritmo di pizzica. Con un’ottima pizza
eccellenze gastronomiche: il centro storico è ricco di b&b
come Corte Lecciso (www.cortelecciso.it), Domus Salentina
(www.domussalentina.it), Marald (www.bbmarald.it) , tutti a
buon prezzo ma di qualità. Per i ghiotti della pizza, l’occasione
è imperdibile per una tappa alla «Pizzeria da Franco», da 40
anni tappa di chi vuole mangiare la miglior pizza del Salento.
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Per avventurosi
Santo Domingo,
come un’isola
cambia pelle
I pacchetti
«all inclusive» sono
il passato.C’è un nuovo
modo di scoprirla,
fra piccole strutture
e località create per
gli amanti del no limits
business travel. «Le rotte dei voli internazionali
su La Romana e Santo Domingo hanno favorito il
modello turistico all inclusive sulle coste caraibiche del Sud Est — racconta —, paradisi con
acque cristalline, come Bayahibe e Punta Cana.
Ma questo genere di turismo tende ad escludere
ogni rapporto con il territorio, la parte più emozionante del viaggio nella Repubblica Dominicana».
La nuova politica d’integrazione non riguarda
più solo le regioni dell’interno dove è rimasta intatta una foresta ricca di fiumi, laghi e dove la
temperatura resta stabile a 17 gradi, i dominicani
hanno capito di dover intervenire anche sulle loro coste, promuovendo viaggi tra mare e cultura.
E in effetti il viaggio alla scoperta dell’isola divisa
Da sapere
● Le
compagnie
aeree che
collegano
l’Italia con
Santo Domingo
sono Air France
(scalo a Parigi)
ed Air Europa e
Iberia con scalo
a Madrid.
Charter: Blu
Panorama,
Neos,
Livingston
● In dicembre
di quest’anno è
prevista la
chiusura
dell’ambasciata italiana
(Lorenzo
Sancassani,
direttore
provinciale del
turismo, ha
fatto un
appello a Renzi
perché trovi
una soluzione
alternativa alla
chiusura)
● Santo
Domingo ha
il 4 per cento
di crescita
costante
del Pil.
Su una
popolazione di
9 milioni di
abitanti, gli
italiani
residenti sono
20 mila e 100
mila i turisti che
ogni anno
raggiungono
l’isola dal
nostro Paese
Quattro milioni
i turisti
complessivi
tra il mare dei Caraibi a sud e dall’Atlantico a
nord si trasforma in un’avventura tanto più straordinaria quanto più si è disposti a lasciarsi
coinvolgere dallo spirito gioioso degli abitanti,
fieri del loro corazon, parola che risuona al ritmo di merengue e bachata sui bus e nelle spiagge, facendo da costante sottofondo alle giornate
stabili sui 25 gradi anche in novembre.
«Dieci i giorni consigliati per una vacanza che
unisce relax (da scegliere tra le spiagge dorate
della costa settentrionale dell’Atlantico o la sabbia bianca caraibica nel Sud Est, la più battuta
dai turisti italiani) e la scoperta del contrasto
storico-moderno di Santo Domingo, la più antica città fondata dagli europei nel nuovo mondo
ora in gran fermento», racconta Ruth Palermo di
Colonial tour, arrivata 7 anni fa.
La spiaggia dei dominicani è Boca Chica a 30
minuti di macchina e Juan Dolio a 45 minuti.
L’incrocio super trafficato tra le due arterie principali della citta, Kennedy e Lincoln, è il punto
che meglio descrive le contraddizioni dello sviluppo: da un lato l’Ikea, dall’altro lato l’Agorà,
centro commerciale preso d’assalto dai giovani
che volevano entrare nel primo store Forever 21,
marchio di fast fashion americano. Al centro
Contrasti
Un viaggio di 10 giorni unisce il relax
delle spiagge alla scoperta
della più antica città fondata dagli
europei nel nuovo mondo
dell’incrocio c’è la seconda linea della metropolitana di Santo Domingo, l’unica città tra i Paesi
latinoamericani a contemplarla, ma i bordi della
strada con palazzoni in costruzione sullo sfondo
c’è ancora il triciclo con i cocchi e le banane. Naco e Piantini sono i due quartieri in costruzione
per la crescente classe media alimentati da un
mercato immobiliare aggressivo. Dal Boulevard
Kennedy s’imboccano le due nuove autostrade
che conducono alla Costa Est (La Romana e Punta Cana) e alla Costa Nord est (Samana). Intanto
«il Paese cresce velocemente, ma i dominicani
non hanno perso il desiderio di godersi la vita»,
assicura Prudencio Ferdinand, guida del ministero del turismo sul bus che dalla capitale conduce alla costa Nord, fiancheggiando le tre cordigliere (orientale, settentrionale e centrale),
dove 12 mesi all’anno anche sul punto più alto
(Picco Duarte, 1.300 metri) il termometro non
scende mai sotto lo zero. Passando per Santiago
de Lo Caballeros, seconda città della parte Est
dell’isola Hispaniola, si raggiunge Puerto Plata,
cittadina sulla costa dell’Atlantico nota per la sua
variegata offerta turistica con resort di lusso come il Blue Jack Tar: spiagge bianche con letti a
baldacchino e campi da golf ordinatissimi. Per
palati esigenti c’è il ristorante Lucia della Casa
Colonial di Roberto Casoni, small luxury hotel
dove è transitata anche Donatella Versace.
A ricoprire il ruolo di direttrice dell’associazione di Hotellerie dell’area Nord c’è Ambra Attus, 33 anni, arrivata da Sanremo una decina di
anni fa, sposata con ingegnere dominicano (conosciuto ballando), padre di suo figlio. Il fratello
Andrea l’ha raggiunta tre anni fa e ora lavora alla
funivia che conduce sulla montagna di Isabel de
Torres, un giardino botanico trasformato in bosco tropicale dominato dalla statua del Cristo redentore gemellato a quello di Rio de Janeiro.
Corriere della Sera Venerdì 7 Novembre 2014
L’anniversario
St. Moritz: meta
invernale
da 150 anni
TEMPI LIBERI
Un weekend «in carrozza» per i 150 anni della
leggenda dell’industria svizzera del turismo. Una
storia, in realtà, che inizia alla fine dell’estate 1864,
quando Johannes Badrutt, proprietario
dell’albergo Engadiner Kulm St. Moritz , lanciò una
scommessa agli ospiti inglesi in partenza: in palio
un soggiorno gratuito da dicembre alla primavera
se, tornando in inverno, non avessero goduto di
una vacanza altrettanto soleggiata e piacevole.
Quegli ospiti, tornati di anno in anno, diventarono i
Per gli amanti delle sfide no limits la meta nei
dintorni di Puerto Plata ci sono le 27 Charcos de
Damajagua, gara di salti di difficoltà progressiva
nelle 27 cascate (sulla strada tra Santiago e Puerto Plata), spettacolo del Caribe per la sua bellezza dichiarato zona protetta (saltosdamajagua.com e runnersadaventure.com) .
Il paradiso delle immersioni e degli sport acquatici è la baia di Sosua, un villaggio di capanne
piene di oggetti di artigianato che la gente del
posto offre ai turisti. Per i golosi c’è il sentiero
del cacao di Guananico dove ti fanno anche il
fango al viso. Per le famiglie, imperdibile l’Ocean World Adventure Park, Marina e Casino di
Puerto Plata: si nuota con i delfini (oceanworld.net). Per un bagno indimenticabile si va verso
nord ovest e si arriva a Cayo Arena (vicino a Montecristi, altra cittadella da visitare), conosciuta
come Paradise Island, (cayoparaisord.com), dichiarata dalla Cnn travel una delle migliori 50
spiagge del mondo.
Addentrandosi nel cuore dell’isola, per gli
amanti della natura a tratti ancora selvaggia, la
meta è Jarabacoa («terra dove scorre l’acqua»)
sulla Cordigliera Central, tra i fiumi Baiaguate,
Jagua, Bao, dove grazie al microclima la tempe-
ratura media è di 22 gradi. Qui, si può soggiornare in eco lodge. Tra i più suggestivi Tubagua
(tubagua.com) premiato con il Domininican treasure: piccole baite in legno nella montagna tra
le cascate e le piantagioni di caffè (il bagno - comune - è riparato da tre assi con vista sulla foresta). Per gli sportivi Cabarete sulla costa Nord,
dove c’è il primo malecon con le piste ciclabili (si
affittano al Bishop!) è invece la capitale degli
amanti delle onde , con le capanne di Marcus
Bohm ([email protected]) www.masteroftheocean.com, arrivato 20 anni fa dalla Germania, che sotto le palme tiene lezioni di winsurf, kitesurfing, puddle e ogni 27 febbraio organizza the Master of the Ocean (a proposito si sta
cercando la squadra italiana).
Per alloggiare in zona c’è Natura Cabana, si
dorme in capanne e si fanno lezioni di yoga, a sinistra il mare, a destra la laguna. Ma Cabarete è
anche la capitale della movida: puoi cenare in 46
ristoranti e continuare a ballare tutta la notte
nelle discoteche sulla spiaggia. E’ arrivato qui 30
anni fa anche Lorenzo Sancassani, oggi direttore
provinciale del turismo nominato dal ministero
([email protected]). Tre anni dopo
l’ha raggiunto anche il fratello Paolo che gestisce
la Pizzeria Pomodoro sul lungo mare.
Maria Teresa Veneziani
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Gli hotel
● Per dormire,
nella parte
vecchia della
città di Santo
Domingo c’è il
Suite Colonial,
hotel B&B
gestito
dall’italiana
Raffaella
Centonza con
il marito Miguel
(una decina di
stanze, 60
dollari a notte)
info all’email
suite_cololonial
@codetel.
net.do
● Tra le mura
coloniali ci
sono anche il 5
stelle Nicolas
de Ovando con
i letti
baldacchino e il
boutique hotel
Frances
(entrambi della
catena Accor)
● Nella parte
nuova, sulla
Avenida
Churchill, i
nuovi hotel
cinque stelle
lusso, il
J.W.Marriot,
ultima
apertura, e due
della catena
Hilton
● Per scoprire
la capitale c’è il
Vintage car
tour su auto
d’epoca
colonialtours.
com.do
primi promoter di St. Moritz come destinazione
invernale. Dall’inaugurazione della prossima
stagione invernale, il 5 dicembre, si festeggia
quell’anniversario a partire dal Kulm Hotel, primo
hotel del villaggio di St. Moritz. Luogo simbolo
anche perché lì fu accesa la prima luce elettrica in
Svizzera (1879); da lì partirono la prima spedizione
sui ghiacciai dell’Engadina e il primo percorso delle
Alpi per il golf; in quell’area fu creata la pista
privata di Bob e Curling... Programma speciale per
gli ospiti che soggiorneranno al Kulm almeno 3
notti (weekend esclusi) dal 5 al 18 dicembre 2014,
dal 13 gennaio al 5 febbraio 2015 e dal 1° marzo
al 5 aprile 2015: soggiorno in quella che fu la
stanza di Badrutt, mezza pensione con cene
gourmet, passeggiata in carrozza d’epoca,
massaggio alpino, libero utilizzo della spa. Costi a
partire da 1.176 € a persona in camera doppia.
Caterina Ruggi d’Aragona
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Venerdì 7 Novembre 2014 Corriere della Sera
TEMPI LIBERI
Viaggi
Riccione
Le destinazioni
La vacanza come «brand-experience»: con questo obiettivo
è stato aperto a Riccione «L’Hotel», il primo albergo dove il
soggiorno è «su misura» in base ai gusti dell’ospite e grazie
alla collaborazione di alcuni sponsor (da 199 euro, www.lhotel.it). Bartorelli, DS, La Perla, Mastro Raphaël, Pascucci,
societàdellapietra, Technogym, Transvital, hanno realizzato
otto stanze , trasferendo nel progetto alberghiero la filosofia
Il borgo
● Castello di
Ama è un
borgo a 500 m
nel comune di
Gaiole in
Chianti, a
Siena. Abitato
da pochissime
persone, è
composto da
ville del tardo
‘700 e ha una
produzione di
Grandi Vini di
Terroir
H
a scelto personalmente il punto giusto dove «incastonare» i suoi due coni destinati a non toccarsi mai. In quei pochi millimetri di aria che separano le due parti c’è l’essenza di «Confession
of Zero», l’opera che Hiroshi Sugimoto ha realizzato per celebrare il concetto dello «zero», il numero che contiene il tutto. La scultura dallo
scorso 18 ottobre è al Castello di Ama, il borgo di
Gaiole in Chianti, in Toscana, installata proprio
nella cappella settecentesca scelta dall’artista
giapponese.
In questo borgo abitato da pochissime persone, celebre per il vino prodotto («L’Apparita Castello di Ama» è uno dei merlot in purezza migliori al mondo), nel 1999 è iniziato un percorso
d’arte unico nel suo genere in collaborazione
con Galleria Continua: una collezione di opere
«site specific» commissionate dall’enologo
Il primo hotel con le stanze «firmate». E le lenzuola si scelgono nel catalogo
aziendale. Le camere (alcune di 50 metri quadrati) hanno
bagno turco, materassi king size Dorelan, vestaglie La Perla,
macchine del caffè Pascucci, prodotti di cosmesi Transvital e
parquet a spina di pesce francese in legno di palissandro. Tra i
capricci pensati per i clienti, c’è anche il «book» delle lenzuola,
da scegliere in raso di cotone, lino o seta.
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Quell’albergo
è un museo
Artisti di tutto il mondo «arruolati» per trasformare il concetto
di vacanza. Ecco quello che si può vedere dal castello di Ama al
Capri Palace di Anacapri. E vicino a Roma c’è un tesoro segreto
Marco Pallanti e da sua moglie Lorenza Sebasti
per celebrare quello che loro definiscono il «genius loci». L’opera inaugurale del progetto, 15
anni fa, è stata «L’albero di Ama. Divisione e
moltiplicazione dello specchio» di Michelangelo Pistoletto: un tronco d’albero sezionato e rivestito di specchio, una presenza totemica dentro
le cantine.
Nel 2001 è arrivato Daniel Buren, che ha installato un muro specchiante di 23 metri bucato da
cinque finestre spalancate sugli uliveti. Uno dopo l’altro si sono succeduti Giulio Paolini (con
«Paradigma»), Kendell Geers («Revolution/Love»), Anish Kapoor («Aima), Chen Zen («La lumière intérieur du corps humain»)e nel 2006
Carlos Garaicoa, che ha riprodotto in mezzo a un
pacifico uliveto tutti i muri «cattivi» del mondo,
da quello di Berlino a quello di Tijuana, barriera
Londra / 1
Al 45Park Lane è
possibile vedere la
collezione di
«Butterfly» di Hirst
Londra / 2
Negli spazi esterni
dell’hotel sono state
installate le opere di
Robert Indiana
tra Messico e Stati Uniti. Con il passare degli anni alla chiamata di Marco e Lorenza hanno risposto anche Nedko Solakov e Cristina Iglesias.
«Non sempre l’incontro sfocia in un progetto:
deve esserci una sintonia completa tra noi e l’artista», spiega Marco Pallanti.
Oggi Castello di Ama è un museo a cielo aperto e incredibilmente aperto a tutti. Qui non si
può dormire (gli agriturismi intorno sono tanti),
ma si assaggiano i vini della cantina e ci si mette
a tavola nel ristoro di Ama, una trattoria che serve un’eccellente pappa al pomodoro e chianine
arrostite su un camino enorme, come quelli della tradizione contadina. Recentemente il Castello di Ama è stato inserito nel programma Art Unveiled dell’hotel St. Regis di Firenze: esperti d’arte accompagnano i visitatori tra le opere, svelandone ogni segreto, dai poetici «doodles», i
Corriere della Sera Venerdì 7 Novembre 2014
Nuove mete
Sulle tracce
di True Detective
I posti delle serie tv
TEMPI LIBERI
Prime indiscrezioni raccontano
che la trama della seconda serie
di True Detective porterà i
protagonisti in zone poco
conosciute di Los Angeles e di
Monterey, da dove parte la
Highway 1, una delle strade più
belle. La stagione delle serie tv è
cominciata e porta con sé una
schiera di fan avidi di scoprire
tutto sui loro eroi. Sulla scia della
tendenza Montalbano, che ha
portato nella sicula Puntasecca
centinaia di turisti, Volagratis
organizza viaggi ispirati alle
serie di culto.
California - La popolarità della
prima stagione di True Detective
ha trasformato la Louisiana in
una meta di viaggio. Adesso che
la serie tv si sposta in California,
vale la pena giocare d’anticipo e
battere ogni angolo della West
Coast (volo e hotel una
settimana, 2 persone, 1189
euro)
Città del Capo - La quarta parte
di Homeland si sposta a Città del
Capo, in Sudafrica. Qui vale la
pena salire sull’iconico Monte
1
Table e fare una visita alla
Robben Island, Patrimonio
Unesco, prigione di Mandela per
27 anni (volo e hotel per due una
settimana 994 euro)
Dorset - Broadchurch ha
lasciato con il fiato sospeso per
suspence, paesaggi e scogliere.
Altri luoghi chiave della serie si
trovano nella contea di
2
33
Somerset, come l’inquietante
parcheggio di roulotte. La
passeggiata del porto, dove si
vedono interagire i personaggi, è
realmente quella di West Bay (3
giorni hotel e volo per due
persone 448 euro,
www.volagratis.com).
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●Il luogo
Maremma,
riaprono
le terme
di Saturnia
metà ottobre le
piscine erano
ricoperte di fango e
tutta la struttura,
colpita dal nubifragio che
aveva messo a dura prova la
Maremma, in condizioni
critiche, camere e spazi
comuni compresi. Da pochi
giorni, dopo i lavori eseguiti
a tempo di record, le Terme
di Saturnia hanno riaperto i
battenti con un centinaio di
prenotazioni per segnare il
ritorno alla normalità.
«Dobbiamo ringraziare le
aziende locali, muratori,
falegnami e i tanti volontari:
senza di loro non ce
l’avremmo mai fatta», dice il
direttore Licino Garavaglia,
quasi incredulo a sole tre
settimane di distanza dal 15
ottobre dell'alluvione. La
struttura, affiliata a The
Leading Hotels of the World
(anche per prenotazioni
www.LHW.com), torna ad
accogliere i primi ospiti. E
per ogni notte prenotata le
Terme hanno deciso di
donare un euro da destinare
a una raccolta fondi a favore
del territorio. Il Comune di
Manciano ha attivato un
conto ad hoc su cui
devolvere i contributi
(www.comune.manciano.gr
.it). Sul fronte dell'
accoglienza
(www.termedisaturnia.it)
sono aperte la Spa e tutte le
strutture termali e a breve
tornerà completamente
agibile anche il campo da
golf (per il momento
funzionano nove buche su
diciotto). Un ulteriore
incoraggiamento viene
anche dalla riconferma della
stella Michelin per uno dei
due ristoranti delle Terme
(«All'Acquacotta») accolta
con soddisfazione dello chef
(maremmano) Alessandro
Bocci che propone riletture
di stagione dei piatti del
territorio.
F.Gug.
A
piccoli scarabocchi di Solakov, alla drammaticità dell’opera del cinese Chen Zen.
Sempre dal mecenatismo di un imprenditore,
il caprese Tonino Cacace, è nata la collezione di
opere esposta nel Capri Palace di Anacapri che
oggi compone il «White Museum»: un percorso
che inizia dall’ingresso, con l’installazione «Le
rive dei mari», un muro di quaranta metri, imponente e tridimensionale che Arnaldo Pomodoro ha creato per la parete dell’ingresso. La lobby dell’hotel è stata trasformata in un percorso
espositivo con opere come il monitor di Fabrizio
Plessi incastonato in un vecchio gozzo usato per
portare i turisti nella Grotta Azzurra, l’«UomoCorno» di Lello Esposito, un imponente amuleto di bronzo lucido, i mosaici di polaroid di Maurizio Galimberti, le opere di Schifano, Paladino,
Pignatelli e Haring (www.LHW.com/capri). Non
c’è la mano di nessun collezionista, ma un ritrovamento archeologico dietro al tesoro dell’hotel
La Posta Vecchia, a pochi chilometri da Roma: la
villa, costruita nel 1640 su commissione dei
Principi Orsini, sui resti della città romana di Alsium, per accogliere amici e viaggiatori, era stata
acquistata nel 1960 da Jean Paul Getty. Durante i
lavori di ristrutturazione è stata riportata alla luce una villa romana del II secolo a.C.: oggi è il nucleo principale del piccolo museo archeologico
nel piano interrato, visitabile anche dagli esterni
e prenotabile per cene private a due (www.lapostavecchia.com). L’hotel di appena 19 camere,
con il ristorante stellato di Michelino Gioia, per
Capodanno propone un pacchetto (338 euro a
testa) che comprende anche la visita alla villa.
Più contemporaneo è lo spirito artistico che,
fin dall’apertura, anima il 45Park Lane di Lon-
Altre gallerie
1 A sinistra il
maestro Hiroshi
Sugimoto, tra i
più grandi artisti
e fotografi
viventi, di
difronte alla sua
nuova
installazione al
Castello di Ama,
nel Chianti:
l’opera
Confession of
Zero è un lavoro
«site specific»
installata nella
cripta della
chiesa del borgo
(foto di
Alessandro
Moggi) 2 Le
opere e le
sculture di
Robert Indiana,
artista
americano
associato alla
pop-art, sono in
mostra al
45ParkLane di
Londra. L’hotel
ospita già
all’interno una
collezione di
«Butterfly» di
Damien Hirst 3
Quasi un museo
archeologico
l’hotel La Posta
Vecchia di Palo
Laziale, a pochi
chilometri da
Roma, con i resti
di una villa
romana del II
secolo a.C.
3
dra, l’hotel affacciato su Park Lane (www.dorchestercollection.com). La collezione di «Butterfly» di Damien Hirst appese al ristorante «Cut»
di Wolfgang Puck è aperta anche agli esterni che
frequentano il Bar 45 all’ora dell’aperitivo al quale si accede attraverso una scala di Thierry Despont o per la cena in stile «american steak». Al
percorso artistico, ora si è aggiunta un’altra
esposizione che ha trasportato un angolo di
New York a Londra: nella lobby e negli spazi
esterni dell’hotel sono state installate le opere di
Robert Indiana, il creativo della pop art che ha
fatto delle sue lettere gigantesche una mostra itinerante dalla Sixt Avenue di New York al Paseo
del Prado di Madrid, fino a quest’ultima tappa a
Mayfair.
Michela Proietti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Venerdì 7 Novembre 2014 Corriere della Sera
TEMPI LIBERI
Viaggi
Movember
Le destinazioni
Per supportare la campagna, i baristi si sono lasciati crescere
i baffi e si sono rasati, per l’ultima volta, il 31 ottobre scorso.
Al Conservatorium Hotel di Amsterdam ( in foto il ristorante,
www.LHW.com/Conservatorium), nel quartiere dei musei proprio difronte ci sono il Rijksmuseum, il Van Gogh Museum
e lo Stedelijk - il mese di novembre è «Movember». Il simbolo
dell’associazione nata 15 anni fa in Australia, per raccogliere
Roma
Sacra
e mondana
Sorpresa
via Giulia
Per i romani è già un luogo
del cuore, per i turisti ora è
una tranquilla deviazione
dalla più affollata Campo
de’Fiori: le nuove insegne
hanno trasformato via Giulia
in un chilometro di
sampietrini molto battuto. Lo
scorso Natale, in un palazzo
del 1600 che ospitava un
monastero maschile, si è
inaugurato l’hotel D.O.M.
(acronimo di Deo Optimo
Maximo): 24 stanze e suite
con un mix insolito di
sacralità e mondanità , tra
soffitti a cassettone, antiche
lapidi di marmo del 1500 e
serigrafie originali di Andy
Warhol(www.domhotelroma.
com). Già frequentato da
personaggi della moda e
dell’arte, ora si presenta a
tutti con il «Deer Club» (nella
foto), il primo club
internazionale di Roma
aperto dall’aperitivo al
dopocena, dove bere,
ascoltare musica e
assaggiare i «kitchen bites»,
piccoli piatti. Per cene più
intime e rituali c’è il ristorante
privé solo su prenotazione,
ma vale la pena salire fino al
terzo piano per il drink finale
sulla terrazza. Pochi passi più
avanti, al numero 62, l’Hotel
Indigo St. George è stato
recentemente ristrutturato:
ognuna delle 64 camere è
personalizzata con un tocco
di «romanità», come la
gigantografia di una vecchia
Fiat Cinquecento targata
Roma dietro la spalliera del
letto
(www.hotelindigo.com/romes
tgeorge). Per gli amanti dei
tipici «coppi», c’è anche la
suite con terrazzino sui tetti,
mentre per rigenerarsi dopo
una giornata tra le botteghe
d’arte e i tanti monumenti di
via Giulia c’è la spa con
piscina. Nei dintorni ci sono la
Chiesa di Santa Lucia del
Gonfalone, Piazza Navona,
Piazza Farnese, Trastevere, il
Ghetto e San Pietro. Quasi
davanti alla Fontana del
Mascherone, uno dei simboli
di via Giulia, c’è Maison Giulia,
boutique hotel che si è
ispirato proprio alla fontana
per il logo (stanze da 54
euro). L’antica via papalina fa
tendenza anche a tavola: il
nuovo punto di riferimento
mondano è Assunta Madre, il
ristorante con pesce crudo di
Terracina che eccelle per gli
antipastini interminabili e che
ora ha raddoppiato nel
quartiere londinese di
Mayfair. Vale la pena
prenotare in anticipo il tavolo:
evitate con cura quelli vicini
alle uscite. Per i più
tradizionali, in fondo alla via,
nella romantica piazza De
Ricci, resiste (con gloria) il
pesce di Pierluigi, mentre gli
etnici prenotano da Thien
Kim, vietnamita a gestione
familiare.
Michela Proietti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Gentlemen ad Amsterdam. A novembre il «dress code» è barba e baffi
fondi contro i tumori alla prostata, è proprio un bel paio di
baffi. Così nella Spa gli uomini potranno concedersi scrub e
massaggio di 30 minuti a 45 euro, di cui 20 verranno donati.
Non solo: al Tunes Bar, i baristi barbuti serviranno cocktail
salutisti come il Salvador Dalí, con bacche goji e l’Hulk Hogan,
gin tonic con tocco di pera e cannella.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Che cosa piace
davvero ai guru
del turismo?
Wheeler, fondatore di Lonely Planet, ama la Cina,
Serra (Touring) consiglia il Sannio Beneventano e il
Salento fuori stagione. Secondo Gloaguen
(Routard) Cambogia e Laos sono imperdibili,
Ellingham (Rough guide) non ha dubbi: Derbyshire
D
ov’è oggi Tony Wheeler il fondatore della «Lonely Planet»? Nella Provincia di Guizhou (Cina
sudoccidentale) fra i vicoli di Dali, un villaggio
abitato dalla minoranza Dong e ancora fuori dalle rotte turistiche. Seguendo Wheeler e altri guru che hanno profuso la loro passione in marchi
di successo (Routard, Rough Guide e Touring),
si disegna una mappa del mondo che ha come
priorità le loro passioni e non le logiche commerciali. Personaggi come l’australiano o il francese Philippe Gloaguen erano intraprendenti
ventenni nei primi anni ‘70, e la loro intuizione
di creare guide «di sopravvivenza» era la declinazione turistica del movimento hippie contro i
borghesi dell’ingessata guida Baedeker. Non bastavano più le descrizioni di monumenti e itinerari: all'urgenza di partire servivano pagine pragmatiche per raggiungere moltissimi luoghi con
pochissimi soldi. Un esempio per tutti? Il viaggio
intercontinentale in bus dall’Europa all’Asia.
Tony Wheeler, la sua amata Cina
«Dali è un gioiello sconosciuto, un villaggio
tradizionale che ha bisogno di essere tutelato
dall’aggressività delle iniziative governative e
dopo Cristo». Comprata dalla BBC Worldwide
nel 2013 per 77 milioni di dollari, la «Lonely» fu
creata da Tony e sua moglie Maureen quando
scrissero la prima guida in cucina: 96 pagine
«Across Asia on a Cheap» che raccontava il viaggio da Londra all’Australia via terra ( tonywheeler.com.au). L’origine del nome è da romanzo: il
fondatore capì male il testo della canzone di Joe
Cocker «Space Captain» che recitava «lovely planet» ma a distanza di 40 anni dall’errore ha venduto 120 milioni di copie.
Guizhou (Cina)
I villaggi
delle etnie
Miao Longhorn,
Buoyei e Dong
Tony Wheeler
Laos
Xieng Khuan,
parco di Buddha
Pha That Luang
(Vientiane)
Inghilterra
segreta
Il Touring punta sull’Italia
120 anni domani. Il Touring, «libera associazione senza fini di lucro», fu fondata l'8 novembre 1894 a Milano da 57 velocipedisti (guidati da
Luigi Vittorio Bertarelli e Federico Johnson) e festeggia l'anniversario (www.touringclub.it/chisiamo/i-nostri-120-anni) come storica organizzazione turistica. «Non è solo per la crisi che
stiamo puntando sul nostro Paese ma perché
siamo convinti che l'Italia minore sia l'Italia migliore». Silvestro Serra, direttore delle testate del
Touring sta rinnovando l'approccio al viaggio
Passioni
L’uomo cha ha scritto la Lonely
Planet (in cucina, con sua moglie
Maureen) consiglia anche My Son,
ultimo sito della dinastia Champa
utilizzando lo strumento della «cultura diffusa»
per visitare un territorio. «Una "scoperta" recente per i nostri lettori è il Sannio Beneventano ricco di presidi gastronomici e il Salento fuori stagione esplorando le zone di produzione del Negramaro. E ancora: la valle di Zoldo e il Tirolo
Orientale fino alla valle del Gail». Il Touring ha al
suo attivo 320 mila soci, un «patrimonio» che
vuole fidelizzare sempre più: «I lettori sono attenti al budget ma non solo: il viaggio deve essere un'esperienza di arricchimento, si vuole tornare con più conoscenze e consapevolezze».
Ricordi
Il «padre» di Routard: il viaggio è
anche fatto di occasioni mancate. Io
a 16 anni rifiutai un passaggio dal
produttore dei Beatles
Il francese che inventò Routard
dall’egemonia dell’etnia Han» dice Wheeler nei
suoi post, prediligendo ancora una volta angoli
sconosciuti dell’Estremo Oriente. Il suo itinerario ideale segue i siti protetti dal «Global Heritage Fund» (globalheritagefund.org), la fondazione che tutela e restaura siti archeologici in
Oriente, Sudamerica e in Turchia, come nel caso
del restauro del sito di Aspendos, a una cinquantina di chilometri da Antalya, sulla costa turca.
Una segnalazione di Wheeler va anche al sito di
My Son, ultima testimonianza esistente del Reame della dinastia Champa (nel Vietnam centrale) che abbiamo visitato durante i restauri (seguiti anche da due missioni archeologiche italiane) e che Wheeler consiglia caldamente:
«Bombardato dai B52 americani, oggi restano
venti edifici di un regno che si estinse nel 1500
«Andate! Molto meglio un viaggio sbagliato
che un rimorso» è la frase guida di Philippe Gloaguen che nel 1973 (mentre Wheeler stava scrivendo la «Lonely» in cucina) si aggira negli uffici degli editori parigini con il manoscritto della
neonata «Routard». Gloaguen totalizza 19 rifiuti
ma non si arrende e nel 1975 la edita Hachette,
un successo da 100 mila copie in pochi anni. Ancora oggi Hachette è l’editore della serie con 120
destinazioni e 2 milioni di copie vendute ogni
anno. Cambogia e Laos sono i paesi preferiti da
Philippe che ancora oggi scrive le «Routard»
(www.routard.com) dedicate a questi paesi. A
Phnom Pen ha creato una scuola alberghiera per
ragazzi di strada e fra le sue mete preferite segnala il lago di Tonle Sap e le spiagge di Kep. I
ricordi e gli aneddoti sono tanti ma Gloaguen ne
predilige uno: «Avevo sedici anni ed ero con un
amico; un signore ci dà un passaggio e ci dice
East Riding
of Yorkshire
Devonshire
Arms
Dolomiti
Salento (Puglia)
La Val di Zoldo
e il Tirolo Orientale,
i villaggi degli alpinisti
Itinerario
Negroamaro
che sta rientrando a Londra. E' un produttore
musicale e ci invita per la sera in studio di registrazione. E noi: grazie ma dobbiamo proseguire
verso la Scozia. Ci lasciò il suo biglietto da visita:
solo in seguito realizzai che era Brian Epstein e
che quella notte avrebbero inciso le session di
"Revolver" dei Beatles. Il viaggio è anche questo:
bellissimi incontri ma anche occasioni mancate
che insegnano sempre qualocosa».
Rough Guide, fuga all’inglese
«Sfruttate al meglio il vostro tempo sulla terra». E' il motto delle Rough Guide, anno di nascita 1982. L’anno prima Mark Ellingham parte per
la Grecia e una volta in viaggio si rende conto che
nessuna guida inglese soddisfa le esigenze di un
viaggiatore con lo zaino. Nelle Cicladi fa amiciza
Corriere della Sera Venerdì 7 Novembre 2014
Alto Adige
Monte Cavallo,
dove la neve
è più «facile»
TEMPI LIBERI
L’Alto Adige punta sull’Alta valle Isarco
come novità per la stagione sciistica
2014-15, con una serie di servizi che
rendono la neve «facile». In particolare
nelle località di Monte Cavallo e Ladurns,
nei comprensori di Vipiteno e Colle Isarco.
Le due località si raggiungono con un
percorso tutto autostradale o in treno
(stazioni di Brennero, Vipiteno e
Fortezza). La telecabina a sei posti si trova
a pochi minuti dal centro pedonale di
Vipiteno e porta rapidamente a quota
1.860 metri. Qui si metto gli sci ai piedi
potendo scegliere fra sedici chilometri di
piste con il valore aggiunto di un tracciato
naturale per slittino lungo 10 chilometri e
illuminata anche di notte. Con lo stesso
skipass, da Monte Cavallo si possono
utilizzare le piste di Ladurns, il
comprensorio sciistico verso il passo del
Brennero. La Val di Fleres, con
esposizione a nord, offre neve fresca e si
candida quindi a essere scelta dai sciatori
più esperti; non a caso la seggiovia che
parte dalla valle serve una «rossa» molto
tecnica con una variante nel bosco. In
quota, una seconda seggiovia serve un
vasto plateau con piste di ogni livello. Lo
skipass giornaliero valido a Ladurns e
Monte Cavallo costa 33 euro in bassa
35
stagione e 39 euro in alta (23 euro in
bassa stagione e 25 in alta per i nati fino
al 1999 compreso). Chi invece preferisce
camminare ha a disposizione il sentiero
per passeggiate invernali di malga Ariss
(5 km) a Ladurns, o l’escursione invernale
al jogo di Flanes (5 km) a Monte Cavallo.
Per informazioni: Ufficio Turistico Vipiteno
(piazza Città, tel. 0472.76.53.25 e in Rete:
www.rosskopf-ladurns.it)
Bristol, dove è nato il country
La cittadina americana si riprende lo scettro «rubato» da Nashville
Mỹ Sơn (Vietnam)
L
Sito archeologico
Cambogia
Spiagge di Kep
Lago Tonle Sap
Philippe Gloaguen
Derbyshire
Benevento
(Campania)
Carberry Tower
(Musselburgh)
Silvestro Serra
con Martin Dunford, e insieme decidono di scrivere una guida seguendo «uno schema da studente, pratico e soprattutto economico». Nel
1982 esce la prima Rough, dedicata ovviamente
alla Grecia. «In realtà», ricorda oggi Dunford ridendo, «il vero scopo dell'operazione era evitare
in ogni modo di finire a lavorare in ufficio». Ellingham ha lasciato la «Rough» (www.roughguides.com) nel 2007 e Dunford ha preso il suo posto. Da alcuni anni si dedica al sito www.coolplaces.co.uk dedicato alla Gran Bretagna «segreta».
I suoi luoghi del cuore? Il Derbyshire e le villehotel di campagna «Devonshire Arms» (scottsexclusiveretreats.com a nordovest di Leeds) e
«Cerberry Tower», vicino a Edimburgo.
Fabrizio Guglielmini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pparra
Nei territorio
dei sanniti
fra Abruzzo,
Molise,
Campania,
Lucania
e Puglia
a cittadina statunitense
di Bristol, al confine tra il
Tennessee e la Virginia,
vuole riprendersi lo scettro di
patria della musica country che
negli Stati Uniti continua a
mietere successo. A Bristol, tra
il 25 luglio e il 5 agosto 1927 ci
fu il «he Big Bang Of Country
Music» e arrivarono miti musicali come Jimmie Rodgers, Uncle Charlie Osborne e la Carter
Family per incidere i primi dischi commerciali del genere.
E sempre a Bristol nacque
un’altra star della musica e dello spettacolo come Tennessee
Ernie Ford. Poi il centro del
country si spostò a Nashville,
immortalata come capitale di
questo tipo di musica anche
dai film di Robert Altman e Bob
Dylan e Bristol venne dimenticata dai più.
Adesso la città torna alla carica e dopo essere stata insignita dal Congresso americano di
«Birthplace of Country Music»
quest’estate ha inaugurato il
Birthplace of Country Music
Museum (www.birthplaceofcountrymusic.org), letteralmente il museo del luogo in cui
è nata la country music, costato
11 milioni di euro e non solo
ricco di cimeli come strumenti
Il Birthplace of Country Music
Museum di Bristol
e abiti degli artisti, le registrazioni e i filmati dell’epoca, ma
anche con numerose installazioni interattive che permettono ai visitatori di immergersi
completamente nell’atmosfera
del country, a partire dagli studi di registrazione dove si può
cantare sulle basi dell’epoca o
in duetto con le voci degli artisti e quindi incidere la propria
traccia.
Il museo si trova al 416 State
St, Bristol TN, visitabile dal
martedì alla domenica, al costo
di 14 dollari.
Antonio Calitri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
36
Venerdì 7 Novembre 2014 Corriere della Sera
TEMPI LIBERI
Sapori
Il libro
& amori
La cucina italiana raccontata dagli chef di Eataly di stanza a
New York. I consigli per fare bene la spesa, un excursus sulla
varietà dei nostri prodotti alimentari, i trucchi per cucinare al
meglio gli alimenti. Questo è «I love Eataly» (edizioni Rizzoli),
il primo volume di cucina firmato dalla catena di 26 negozi
d’alta qualità che il piemontese Oscar Farinetti ha aperto nel
mondo (10 in Italia, 13 in Giappone, due negli Stati Uniti). Un
«I love Eataly», come amare l’Italia a New York
manuale sull’alimentazione italiana con una prefazione dello
stesso Farinetti e i contributi di chef come Lidia e Joe
Bastianich, Mario Batali, Adam e Alex Saper, che per
l’occasione si sono trasformati in «tutor». Il volume contiene
100 ricette di piatti classici con curiosità e informazioni.
A.D.M
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Antipasto con i funghi di Cary (Grant), poi il minestrone di Clint
(Eastwood), le costolette di Kevin (Spacey) e il caffè di Totò: il
copione di un pasto perfetto rubato alle pellicole
Scaffale
● Cinema &
cucina in
libreria: Laura
Delli Colli ha
firmato Il gusto
nel cinema
italiano e Il
gusto nel
cinema
internazionale
(Cooper): in
oltre 100
ricette, la
scienza in
cucina e l’arte
di mangiar
bene per
cinefili. Un
saporito
dizionario di
piatti in
celluloide è
Ciak si mangia!
di Salvatore
Gelsi (Tre Lune)
Ciak, si mangia
Un menù da film
S
tagione di abbuffate per i cinefili, l’autunno. In
sala arrivano le novità più attese dell’anno, magari cucinate a un fast food di Hollywood o assaggiate in anteprima al banchetto del Lido. Ma
anche le serate in casa possono riservare soddisfazioni. L’estate è appena finita, e la prossima è
ancora lontana; nessuna urgenza di mettersi a
dieta, o di perdere tempo facendo sport. Insomma è il momento ideale per dedicarsi alle attività
che nobilitano l’uomo: il cinema e la cucina. Ecco qualche proposta per un menu d’autunno in
celluloide.
Antipasto
Un classico, polenta ai ferri con funghi e gorgonzola. Massima attenzione alle materie prime,
però, come insegnano gli chef (e i film) stellati. I
funghi perfetti per la ricetta sono quelli che coltiva Cary Grant, il nobile decaduto nell’Erba del
vicino è sempre più verde di Stanley Donen. L’erborinato deve essere certificato dall’Illustre accademia del gorgonzola, dove è ambientata la scena più divertente (e politicamente scorretta) di
Benvenuti al Sud di Luca Miniero. In alternativa,
si consiglia di provare il Maroille, formaggio a
pasta molle tipico dell’Avesnes-sur-Helpes e
protagonista della commedia originale francese,
Giù al Nord di Dany Boon, film decisamente più
saporito del remake lombardo-napoletano.
Primo
Un piatto scontato e straordinario insieme, il
minestrone all’italiana dei Ponti di Madison
County di Clint Eastwood, il più autunnale dei
film romantici. Una ricetta su pellicola spiegata
in modo straordinario già nelle pagine del romanzo di Robert James Waller. Perché è un racconto che sembra già la scena di un film. E perché mostra nel modo più semplice cosa può diventare, a volte, la cucina: un atto di amore.
«“Sono bravo ad affettare la verdura”, si offrì
lui. “Benissimo, il coltello lo trova nel cassetto.
Voglio preparare il minestrone, quindi la può tagliare a cubetti”. In piedi a pochi passi da lei, a
testa china, lui cominciò ad affettare le carote e
le rape, le pastinache e le cipolle. Francesca pelava le patate nel lavello, acutamente conscia della
vicinanza di uno sconosciuto. Non avrebbe mai
pensato di poter sbucciare patate in uno stato
d’animo così insolito. Quella stanza era avvolta
da una sensazione di tranquilla intimità, stimolata in qualche modo da quelle semplici operazioni di cucina. Al posto dell’estraneità, subentrava l’intimità».
Secondo
Gli spettatori due punto zero, che con un po’
di leggerezza tradiscono il vecchio rito della coda al botteghino per una serie tv à la page, saranno ormai assuefatti alle costolette di maiale addentate da Frank Underwood in House of Cards,
Formaggio d’autore
Se vi piace l’erborinato
accertatevi che abbia
il sigillo dell’accademia
del gorgonzola
Marilyn
In «A qualcuno piace
caldo» Marilyn va a
comprare all’amato
salsicce e patate
tra un complotto alla Casa Bianca e un delittaccio nel parcheggio sotterraneo. Ricetta saporita,
senza dubbio, ma il regista forse ha messo una
manciata di sale di troppo. Vale la pena, piuttosto, riscoprire le costolette di agnello di cui va
pazzo Chazz Palminteri in Pallottole su Broadway: ben più credibile lui come killer mafioso
innamorato del teatro, rispetto a Kevin Spacey
come assassino impenitente e aspirante presidente degli Stati Uniti.
Se cercate un’alternativa ancora più gustosa —
anche se più calorica — potete sempre seguire
l’inarrivabile ricetta notturna di Marilyn in A
qualcuno piace caldo: «Ero così pazza di lui che
alle 2 del mattino mi mandò a comprare salsicce
e patate lesse. Le patate erano finite così comprai
dei cavoli... Me li tirò in faccia!».
Dessert
«Vegolosi»
Non resta che assaggiare una fetta della torta
che dà il titolo a My blueberry nights, il debutto
americano del regista cinese Wong Kar-Wai. Magari pensando a quando la protagonista Norah
Jones, così bella e così triste, dice: «Chissà che ricordo ti lega a me... La ragazza della torta ai mirtilli o la ragazza del cuore a pezzi?». Per fortuna il
lieto fine è dietro l’angolo.
E per finire davvero, ci vuole un caffè abbondante, anzi multiplo, come consigliava Totò nei
Tartassati: «Io ne prendo tre alla volta, per risparmiare due mance!». Servirà a restare svegli
ancora un po’, giusto il tempo per guardare un
altro film. Accanto alla tazzina, si può servire un
marron glacé, squisitezza diffusa già ai tempi di
Mozart. Almeno ad ascoltare la voce del compositore rivale Antonio Salieri, vero protagonista di
Amadeus di Milos Forman. Unica differenza,
nella Vienna di fine Settecento venivano chiamati «capezzoli di Venere»: «Me li mandano dall’Italia: castagne toscane, rhum e zucchero glassato. Li provi, sono sconvolgenti!».
Paolo Beltramin
cucina.corriere.it/letture/conserve-pellicola
Senza carne
ma con gusto
I piatti vegani sono
anche buoni. Parola di
«Vegolosi», magazine
online appena arrivato
in libreria con
l’omonimo volume
edito da Gribaudo. Un
vero e proprio manuale
alla scoperta della
migliore cucina priva di
carne. Quaranta le
ricette inedite dello
chef Cristiano Bonolo:
polpettine senza carne
(foto Stockfood), burger
di farro, fagottini con
tofu e erbe e tanto altro.
(I. Fan.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Racconti di cucina di Angela Frenda
IL POLLO
AL LIMONE
E BURRO
DI JULIA
U
na delle scene che noi appassionati di lei ricorderemo sempre, è probabilmente quella in cui spiega come farcire
un pollo/tacchino etc. Un’immagine divenuta talmente familiare
da essere imitata negli show satirici americani. Ma lei, Julia Child,
con la sua calma invidiabile, sembrava non farci caso.
Ed è il suo pollo al limone che
oggi, nella nuova videoricetta di
Racconti di Cucina, vorrei fare
con voi. Un pollo per il pranzo
della domenica o per una cena in
famiglia. Croccante, saporito,
perfetto se accompagnato da patatine novelle o ratte. Ecco, dunque, la versione del pollo di Julia
(e mia).
Ingredienti: sale grosso e fino
qb, pepe, 3 limoni, patate ratte
qb, 1 rametto di rosmarino, 1 spicchio d’aglio, 2 foglie di alloro, 40 g
Al forno
Le fasi della
preparazione
del
famosissimo
pollo cucinato
secondo la
ricetta creata
da Julia Child
(Foto Claudia
Ferri)
di burro, 1 pollo da 1,5 kg, 1 mazzetto di timo
Preparazione: fare l’emulsione
di olio, limone (anche le bucce),
pepe e sale grosso. Tagliare la parte finale del pollo, il sedere, in modo da togliere il grasso in eccesso.
A questo punto lo immergo in una
ciotola dove ho versato l’emulsione e lo massaggio. Julia Child diceva spesso di lavorarlo con le mani
proprio come quando si accarezza
un bambino. Preparo quindi un
mazzetto di erbe aromatiche con
salvia, rosmarino e un po’ di timo.
Lo chiudo con qualche foglia di
salvia e poi lo fermo con dello spago da cucina. Lo inserisco all’interno del pollo assieme a uno spicchio d’aglio in camicia schiacciato,
un po’ di sale e del pepe macinato
fresco. E’ venuto il momento di
chiudere il pollo. Metto dentro
qualche buccia di limone in modo
da aromatizzarlo meglio. Lo lego
partendo dalle cosce e senza mai
stringerlo troppo. Poi, per decorazione, aggiungo sopra tre fettine
di limone. Lo sistemo in una teglia
da forno, aggiungo una parte dell’emulsione e ne conservo un altro
po’ per la cottura in forno. Infine,
come faceva Julia Child, una generosa spennellata di burro finale e
un cucchiaino o due di miele per
caramellizzarlo. Un pizzico di sale
grosso e poi, intorno al pollo, sistemo delle patate ratte che si cucineranno man mano con il condimento. Infornare a 140 gradi per
50 minuti. Dopo con funzione grill
a 250 per 15 minuti. Servire caldo.
@angelafrenda
Racconti di cucina
La rubrica di videoricette
del venerdì su
raccontidicucina.corriere.it
Corriere della Sera Venerdì 7 Novembre 2014
We for Expo
Mandateci
le vostre
ricette del cuore
TEMPI LIBERI
«Questo dolce mi fa venire in mente tanti
pomeriggi uggiosi, ma anche gustosi e profumati»,
scrive il lettore che ci ha spedito la ricetta della
torta soffice. Poi è arrivato il «risotto speciale
speck e teroldego», piatto tipico delle cene in
famiglia. L’iniziativa «Una ricetta per la vita»,
pensata da Women for Expo in collaborazione con
la Cucina del Corriere per mobilitare i lettori sui
temi dell’esposizione universale, prosegue:
continuiamo a raccogliere i vostri piatti del cuore,
Online
Tutte le
informazioni
sull’iniziativa
si trovano
sul canale
cucina.corriere.it
quelli legati alle tradizioni familiari e locali. Oppure
le vostre riflessioni sul cibo, sulla sua sostenibilità e
sul suo valore.
L’invito è a tutti i lettori che vogliano raccontare un
esempio di buona pratica alimentare per
combattere gli sprechi o mandare un pensiero
rivolto ai temi di Expo. Inviateci, dunque, le vostre
ricette: c’è tempo fino al 30 giugno 2015. Le tre
migliori selezionate riceveranno un premio Staub
(una cocotte ovale nera, due petit wok rosso
37
ciliegia o una cocotte rotonda con cestello per la
cottura al vapore).
Per partecipare è necessario registrarsi su
Corriere.it. Ecco come si prepara quel risotto allo
speck e teroldego tanto speciale: far bollire 1,5 litri
d’acqua con cipolla, sedano e carote. Soffriggere
cipolla e speck e aggiungere il riso. Cuocerlo per 20
minuti e mantecarlo con il formaggio e il burro.
La ricetta
Alessandra Dal Monte
© RIPRODUZIONE RISERVATA
●Barfly
Crostata
di mirtilli
di Marco Cremonesi
Ecco perché
il cognac
piace tanto
ai rapper
INGREDIENTI
(per 4-5 persone)
180 g confettura di mirtilli
150 g farina
70 g zucchero semolato
80 g burro freddo
a pezzetti
1 uovo
1 tuorlo
1-2 gocce essenza
di vaniglia
qb sale
PREPARAZIONE
Setacciate la farina in una ciotola,
unite sale, zucchero e burro.
Incorporate burro e farina fino
a ottenere un composto di briciole.
Formate al centro la fontana,
unite l’uovo, l’essenza di vaniglia
e 2 cucchiaini di acqua fredda.
Con l’impasto omogeneo formate
l sogno forse è stato
cullato per qualche anno.
Fatto sta che l’altro giorno
si è avverato: il super rapper
Jay-z, il compagno della
fascinosa Beyoncé, ha
comprato lo champagne di
lusso Armand de Brignac,
assai noto anche da noi con
il nome di «Asso di picche»
per il simbolo che domina
la bottiglia. Jay-z è uno
degli uomini d’oro della
musica nera, ma di sicuro
non è l’unico a tentare di
accrescere ulteriormente lo
status (e il portafoglio)
grazie all’acquisizione di
spiriti di prestigio, meglio
se di origine francese, che
fa chic. Un caso nel caso è il
cognac. Le vendite sono in
calo in tutto il mondo con
un’eccezione: gli Stati Uniti.
E chi è che beve cognac
negli Usa? Sorpresa: i
giovani afroamericani. Che
imitano i loro rapper diletti
anche in questo. Ludacriss,
tanto per citare un altro re
di denari, ha un proprio
cognac, il Conjure. Mentre
Sean Combs, alias P. Diddy
lo scorso gennaio ha
comprato il prestigioso
marchio di tequila DeLeón
insieme con Diageo: pare
che le nuove bottiglie
saranno lanciate sul
mercato alla modica cifra di
1000 (mille) euro l’una.
Sempre con Diageo, Pharrel
Williams, la star di
«Happy», produce Qream,
un liquore a base di vodka.
Insomma, non solo Fred
Buscaglione aveva il whisky
facile.
I
una sfera, avvolgetela nella pellicola
e riponetela in frigo per 20 min.
Stendete la pasta a 3 mm
di spessore e foderate uno stampo
a bordi bassi di 22-24 cm
di diametro; stendete la pasta
in eccesso e ritagliatela in 8 larghe
strisce. Distribuite la confettura
di mirtilli e disponete sopra le strisce
di pasta a gabbia; pennellate
la pasta con il tuorlo sbattuto
con qualche goccia di acqua
e spolverizzate con zucchero.
Fate cuocere la crostata in forno
a 180°C per 45 minuti. Sfornate,
lasciate raffreddare e servite
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Sul blog
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online su barfly.corriere.it
FOTO: Norah Jones nel film «My Blueberry Nights» di Wong Kar Wai (2007)
«Scrivo di tutto ma mangerei solo la pasta»
Piumini, autore di racconti e romanzi: la mia generazione? Finivamo tutto quello che c’era nel piatto
A
leggere i suoi libri, Roberto Piumini si direbbe
un onnivoro, quel tipo di
scrittore che digerisce tutto,
letteratura e realtà, per ricrearlo in altre forme, spesso visionarie, fiabesche, tragicomiche.
Una produzione mostruosa di
racconti, romanzi, rifacimenti
di miti e riscritture di classici,
non solo per bambini e ragazzi,
ma anche per adulti. Invece, a
tavola è un altro Piumini. Una
mistica preferenza per i primi.
Ma non tutti. Non parlategli di
pesci, molluschi e crostacei.
Roberto Piumini è un uomo di
terra, di campagna, di montagna. Ma con qualche tabù an-
che entro questi confini. Sin da
bambino, da quando cioè sua
madre, contadina di Edolo, un
paesotto del Bresciano a 720
metri sul livello di mare, tirava
il collo ai polli, anzi peggio: «Li
metteva con le zampe chiuse in
un cassetto a testa in giù e per
circa tre quarti d’ora io li stavo a
guardare finché non finivano
di sbattere le ali». Ovvio che
con queste premesse il pollo
arrosto non poteva andargli
giù, al piccolo Roberto, né per
dritto né per rovescio. I suoi
tentarono di fargli cambiare
idea a suon di ceffoni, ma non
ottennero nulla.
Siamo a pranzo in zona Mc-
Scrittori A sinistra Roberto Piumini, autore di libri per bambini, con Paolo
Di Stefano, del «Corriere della Sera» (Foto Claudia Ferri)
Mahon, a Milano, oggi meno
periferia che negli anni 50.
L’insegna verde della trattoria
preferita da Piumini, a pochi
metri da casa sua, porta una
metafora culinaria del parlato
popolare lombardo: La rava e
la fava. Roba semplice: pasta
aglio, olio e peperoncino, un
bicchiere di Barbera e poco altro. Se poi, alla fine, Luca e Clarissa, che guardano soprattutto
alla gastronomia piemontese,
ti portano una millefoglie con
crema di castagne e qualche
torcetto biellese con il caffè,
meglio. Appartenendo, come
lui dice, alla generazione finisci-quello-che-hai-nel-piatto,
Piumini manda giù con soddisfazione anche l’ultimo filo di
spaghetto. Il massimo, per chi
si definisce un «pastivoro». E
un «risottivoro». Gli spezzatini
continua a a mangiarli, anche
se da bambino da una fessura
stava a guardare le vacche terrorizzate del macello di Edolo,
che aspettavano la rivoltellata.
Ma la pastasciutta... Ricorda
ancora come una madeleine la
pasta alla norma che anni fa gli
fu offerta a Enna, per non dire
dei tre piatti di garganelli divorati una sera di nebbia e di solitudine a Massa Lombarda.
Paolo Di Stefano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
38
Venerdì 7 Novembre 2014 Corriere della Sera
TEMPI LIBERI
Eventi
Sapori
Showcooking
sul radicchio
e sulla carne
& amori
Continuano anche in questo fine settimana gli
eventi dedicati al cibo e all’arte culinaria per la
celebrazione dei quarant’anni di attività della
catena di supermercati Iper.
Questa domenica, 9 novembre, l’appuntamento è
al centro commerciale di piazza Portello a Milano
con lo showcooking «Tartare: come ti valorizzo la
carne». Ospite sarà Bruno Bassetto, il macellaio
scrittore più volte entrato nel Guinness dei Primati.
Bassetto svelerà alcune curiosità sulla carne,
raccontando le potenzialità dei tagli meno
pregiati ed esibendosi in dimostrazioni
di taglio. Sabato 15 e domenica 16, invece, è la
volta di «Il fiore d’inverno: il radicchio tardivo»,
evento dedicato al radicchio rosso di
Treviso che sarà cucinato da Ilenia Bazzacco,
terza classificata alla prima edizione di Master
Chef.
Isabella Fantigrossi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Nel regno di rane, lumache e pesciolini
Viaggio nelle Langhe, attraverso la storia di uno chef che voleva le stelle. E che adesso ne ha due
Gli indirizzi
di Roberto Perrone
arlare con Gian Piero Vivalda riscalda come la sua
cucina. Siamo, come si
legge nella presentazione dell’Antica Corona Reale di Cervere, «nel cuore della piana cuneese sospesa tra Langhe e Monviso». Per me si tratta della porta più vera e gustosa sulla
strada delle Langhe. I sapori e i
profumi sono quelli. Il passato
e il presente qui si intrecciano
in una sintesi perfetta che racconta una storia cominciata,
secondo gli archivi comunali,
nel 1855 ma che può arretrare
anche fino al 1815. Là dove
c’erano stallaggi e scuderie di
una stazione di posta, ora ci sono le eleganti e insieme accoglienti sale del ristorante.
La Corona Reale deriva dal
fatto che il bisnonno Lorenzo
cacciava con Vittorio Emanuele
III nella tenuta della vicina Reggia di Pollenzo. E poi il Re veni-
ILLUSTRAZIONE DI MICHELE TRANQUILLINI
P
va a qui a soddisfare la passione per rane, lumache, pesciolini di fiume. È il nonno Eugenio
che tira su il piccolo Gian Piero,
mentre papà Renzo manda
avanti l’Osteria, nome che viene aggiunto negli anni ’60/70.
Non è un problema di termini,
ma di prospettiva. «Anni bui»
li definisce Gian Piero, che
pensa a un altro percorso per il
ristorante di famiglia. Un giorno, trova su una bancarella di
un mercatino romano una Guida del Touring del 1914, dove
l’Antica Corona Reale viene no-
minata. Ecco, scatta allora il desiderio di rivederla nelle guide,
di sentirla conosciuta non solo
per quei banchetti da gita fuori
porta interminabili e pesanti.
Gian Piero frequenta la scuola
alberghiera a Mondovì, poi va
in Francia a fare esperienza. «È
● 1) Antica Corona Reale (nella
foto lo chef Gian Piero Vivalda)
Via Fossano, 13 Cervere (Cn)
Tel. 0172-474132
● 2) Casa del Parmigiano
P.zza XX settembre, 6 Saluzzo (Cn)
Tel. 0175-248262
● 3) Bar Aurora Viale Regina
Elena, 36 Fossano (Cn)
Tel. 0172-695252
● 4) Enoteca Confetteria Carosso
Via Vittorio Emanuele, 23 Alba
(Cn) Tel. 0173-440600
● 5) Caffè Pasticceria Converso
Via Vittorio Emanuele, 199 Bra
(Cn) Tel. 0172-413626
● 6) Enoteca La Botte Gaia Piazza
Garibaldi 8, Saluzzo (Cn)
Tel. 0175-41879
● 7) Macelleria Bosio Giacomo Via
Beato Bartolomeo, 8 Cervere (Cn)
Tel. 329-4227214
● 8) Binello l’Ortofrutticola Corso
Piera Cillario-Ferrario, Alba (Cn)
Tel. 0173-440704
● 9) Pescheria del Molo Corso
Langhe, 47 Alba (Cn)
Tel. 0173-361174
● 10) Dimora storica Palazzo
Righini Via G. Negri, 20 Fossano
Cn) Tel. 0172-666666
stata l’estate da Georges Blanc a
cambiarmi la vita. I miei coetanei erano in vacanza, io lì a lavorare. Ero motivato a conquistare la stella». Ora ne ha due,
una clientela che lo ha seguito
nei cambiamenti, importanti
collaboratori che hanno creduto del progetto. Il suo motto è:
andare avanti, ma guardare indietro. Perché sono qua? Perché questa è la stagione del tartufo e Gian Piero Vivalda lo
tratta con il rispetto che merita.
«Ho venti trifolao che vanno a
cercarlo di notte e ognuno me
ne porta un pezzo o due per
volta. Il commerciante raccoglie non si sa dove. È come
prendere una mela dal cesto o
dalla pianta. Quella dalla pianta la scegli». È una buona stagione per il tubero d’oro che
Gian Piero esalta nell’uovo in
cocotte. «Credo nelle materie
prime, cerco cappone, coni-
Un’altra vita
Gian Piero Vivalda: è
stata l’estate da
Georges Blanc a
cambiarmi la vita
glio, peperone e acciuga migliori, inseguo la freschezza in
cucina in piatti alleggeriti ma
mai snaturati». La domenica
mattina guardava sua nonna ai
fornelli. Sapori che gli sono rimasti nel cuore e che ripropone nel menu: trippa con i porri
di Cervere, ravioli gobbi, gallina in carpione e la finanziera,
must di suo padre. «Del passato non mi interessa la nostalgia
ma i profumi». Qualche esempio: millefoglie di peperone
quadrato di Carmagnola, acciughe di del Mar Cantabrico e
melanzane assortite, ravioli ripieni di Bettelmat e tuorlo liquido, burro nocciola e tartufo
bianco d’Alba. Però il cotechino che i Vivalda preparano da
cent’anni vale il viaggio da solo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La ricetta
Rane e parmigiano
Riso, rane
e gamberi
INGREDIENTI PER 4: 400 g riso Carnaroli; un
chilo e mezzo di rane; 2 bicchieri di Arneis;
porri di Cervere; 4 pomodori; 100 g di burro, 80
g di Parmigiano Reggiano; un litro e mezzo di
brodo di cui un terzo vegetale, un terzo di carne
ed il restante di rane; olio extravergine di oliva,
otto gamberi freschi di fiume.
PREPARAZIONE: pulite ed eviscerate le rane e
bollitele per circa 20 minuti; quindi toglietele
dall’acqua di cottura, spolpate le cosce e le parti
più tenere tenetele da parte. Cuocete il brodo
per un’altra mezz’ora insieme a un mazzetto di
aromi , in modo da farlo restringere, quindi
filtratelo. In una casseruola soffriggete i porri
tagliati finemente, fino a imbiondirli.
Aggiungete il riso, fatelo tostare a fuoco vivace,
mescolate bene e versate il vino, fatelo
evaporare, poi aggiungete, poco alla volta, il
brodo di carne, verdure e rane. A cottura
ultimata, unite la polpa delle rane ed i gamberi,
che prima avrete separatamente fatto saltare in
padella con alcuni cucchiai di olio ed i
pomodori tagliati a dadini. Infine mantecate il
tutto con burro ed parmigiano.
di Gian Piero Vivalda
•Antica Corona Reale
Corriere della Sera Venerdì 7 Novembre 2014
Sapori
& amori
TEMPI LIBERI
In mare
E l’Istria celebra
i giorni
della sogliola
L’autunno è il periodo migliore per la pesca delle
sogliole di prima qualità poiché in questo
momento sono più grasse e senza uova. Centinaia
di pescatori in Istria escono in mare aperto per
pescare questo pesce particolare con le sfogliare,
reti da traino fissate a due slitte che ne
permettono lo scivolamento sul fondo. E l’Istria
festeggia con «Le giornate della sogliola» fino al
30 novembre, questa sua antica tradizione. Sono
le località della costa, non lontana da quella
39
italiana, Umago, Cittanova, Verteneglio e Buie,
quelle in cui si pescano le varietà più pregiate della
sogliola bianca. Per tutto il periodo numerosi
ristoranti offrono menù con portate a base di
sogliola, sofisticate creazioni culinarie che
permettono di assaporare questo pesce dall’alto
valore nutrizionale. www.coloursofistria.com.
Massimo Spampani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
●Musica in cucina
di Andrea Laffranchi
di Luciano Ferraro
La guida
C
asimiro Maule ha 64
anni e da più di 40 si
dedica in Valtellina al
Nebbiolo di montagna
che qui si chiama Chiavennasca. Trentino, sesto di otto fratelli, sguardo placido, s’inerpica nella terra «circumdata d’alti
terribili monti che fa vini potentissimi e assai», come appuntò Leonardo nel Codice Atlantico. Dal 1971 è l’anima (e
l’enologo) della Nino Negri,
cantina ottocentesca a Chiuro
(Sondrio) del Gruppo Italiano
Vini. Si batte per far conoscere
questo Nebbiolo nervoso che
incorpora eleganza dopo un
adeguato riposo. È la prova vivente di quanto affermò Antoine de Saint-Exupéry (quello del
«Piccolo principe»): «La terra
ci fornisce, sul nostro conto,
più insegnamenti di tutti i libri.
Perché ci oppone resistenza.
Misurandosi con l’ostacolo,
l’uomo scopre se stesso».
È stata di Maule l’intuizione
dello Sfursat Cinque Stelle, lo
Sforzato, il rosso che nasce dall’appassimento delle uve per almeno 100 giorni con l’aria che
arriva dal lago di Como. Negli
La svolta verde
Maule della «Nino
Negri»: basta con gli
enologi-farmacisti,
il vino sia buono e sano
anni ‘80 fece «superare il passato, fatto di vino sfuso venduto al 70% in Svizzera, con botti
vecchie e scarsa qualità», dice
Maule. Lo Sfursat è stato una
esibizione di potenza, per farsi
largo nel mercato che chiedeva
rossi sfarzosi fino a farli assomigliare dalla California all’Europa. Ora è il momento di replicare la diversità dei territori,
l’ora del «giusto e pulito». E
Maule lancia la seconda svolta:
«Un vino buono da bere e da
pensare». Svolta verde, con gli
studenti del Politecnico di Milano e della Scuola del Design,
che si materializza in un Nebbiolo dal nome Sciur (signore
in lombardo). Messi al bando
diserbanti e concimi chimici,
ridotti i solfiti, snellite le bottiglie per inquinare meno.
Tutto su montagne modellate da enormi gradini. Sono le
terrazze che consentono di far
crescere le piante. Una viticoltura alpina definita «eroica»,
perché pretende gesti manuali,
scalate e discese con buone
gambe. Un mondo impossibile
senza i muretti a secco, ciclopica opera di 2.500 chilometri.
Sasso dopo sasso, dal ’400, nei
poco meno di 700 ettari di viti
doc e docg. Dove mancano i
muretti la montagna è esposta
ai danni di clima e incuria.
Sciur servirà a conservare
questa anima di pietra della
Valtellina. Una parte delle vendite delle 15 mila bottiglie sarà
destinata a progetti per salvare
i muretti a secco. Gli studenti
del Professionale della Valtellina impareranno a costruirli nel
vigneto Fracia, 4 ettari, dove
nasce il Sciur. E il vino? «Ci
pensavo dal 1996, quando ab-
Il vino di montagna
che cresce sui muretti
Dopo lo Sfursat
dalla Valtellina arriva
lo Sciur. Senza diserbanti
e concimi chimici
biamo piantato le viti di Francia. Un tempo un enologo era
quasi un farmacista. Tutto è
cambiato. Puntiamo su un prodotto sano: il vino lo bevo anch’io, mica voglio avvelenarmi!
Sciur rispetta l’ambiente, è leggero, semplice, bevibile. Da di-
cembre sarà sul mercato l’annata 2012. Credo nel sostegno
sociale che questo vino può dare, con il recupero dei muretti a
secco». I 2.500 chilometri della
Valtellina che un tempo faceva
«vini potentissimi e assai».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Casimiro Maule,
64 anni, ex
presidente del
Consorzio Vini di
Valtellina, è
l’enologo e
l’anima della
«Nino Negri» di
Chiuro, in
provincia di
Sondrio. Il nuovo
vino Sciur è stato
presentato la
scorsa settimana
al Politecnico di
Milano. Maule
è uno dei 200
protagonisti
della guida
«Vignaioli e Vini
d’Italia 2015», in
edicola con il
«Corriere della
Sera» a 12,90
euro (nella
versione ebook a
7,99 euro nei
principali store
online).
Dammi tre ricette
Valeria Rossi,
dal tormentone pop
ai piatti per bambini
e gli chef sono le
nuove popstar, Valeria
Rossi è pronta a fare il
salto di categoria.
Estate 2001: il tormentone fu
«Tre parole». Quella del
«sole, cuore, amore».
Valeria Rossi, nata a Tripoli e
cresciuta a Roma, si ritrovò
all’improvviso in ogni radio
e in ogni trasmissione tv.
Quel successo arrivò persino
in Spagna, ma dopo un
secondo disco la carriera si
fermò. Ora Valeria di anni ne
ha 45, è una mamma, non
ha mollato il suo amore per
la musica, ma ha cambiato
strada. È uscito in questi
giorni «Bimbincucina», un
cd-libro con 20 canzoniricetta. «Sono brani con un
doppio scopo: divertire i
bambini educandoli a una
sana alimentazione tramite
la musica», racconta. Niente
caccia al tormentone. «È
un’evoluzione del mio
percorso artistico — dice —.
Sono uscita da tempo da
quel mondo
autoreferenziale e fatto di
stereotipi che è la musica
pop. Ora mi sento realizzata
perché ho fatto qualcosa
spinta da una motivazione
forte. Come mamma ci
tengo che il mio bambino
mangi bene ed in maniera
sana». Il menu è completo.
Da un primo come la «Pasta
alla lemuresca», al secondo
come l’«Uovo al pascolo»,
un’occhio di bue su un letto
di cavolfiori verdi, al
contorno che ci racconta «Il
segreto di Braccio di Ferro»
per far mangiare ai bimbi gli
spinaci, alle coccole dolci
della «Fristella», un pancake
di ricotta e alloro. Ricette
vegetariane. «Lo sono stata
per sei anni. Oggi sono più
elastica, ma scelgo
comunque una cucina
basata su verdure, meglio se
bio». La cucina è una
passione che Valeria ha da
sempre. E questa non è la
prima volta che finisce in
musica. «”Luna di lana”, che
era nel mio secondo album,
era un’astrazione sul cibo.
La mia ricerca culinaria è
stata una reazione a un
abbandono alimentare: mia
mamma cucinava solo nei
giorni festivi e mi sono
dovuta fare una cultura in
fretta».Dammi tre ricette,
anzi una sola, la preferita:
«Le “Coccole Rock”,
polpette di miglio e
lenticchie rosse: un pasto
completo».
S
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Venerdì 7 Novembre 2014 Corriere della Sera
40
N. 1679/2001 R.A.C.C.
ANAS S.p.A.
REPUBBLICA ITALIANA
TRIBUNALE DI UDINE
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
Compartimento della viabilità
per la Puglia
AVVISO DI GARA
Sulla Gazzetta Ufficiale n. 128 del 07/11/2014 V^ Serie Speciale “Contratti pubblici” è stato
pubblicato il bando di gara relativo alla sottoindicata procedura aperta:
Oggetto: TORNATA DI GARE RELATIVA A STRADE STATALI TUTTE DI COMPETENZA DEL
COMPARTIMENTO ANAS PUGLIA - APPALTO TRIENNALE 2015-2016-2017 - SERVIZI DI
PRONTO INTERVENTO E LAVORI DI MANUTENZIONE NON PROGRAMMABILI:
BALAV033-14 - CODICE CIG 5970185085 - CUP F26G14000490001 - IMPORTO
COMPLESSIVO DELL’APPALTO € 1.350.000,00 (ivi compresi € 77.615,46 per oneri di
sicurezza non soggetti a ribasso)
BALAV034-14 - CODICE CIG 5970362295 - CUP F26G14000500001 - IMPORTO
COMPLESSIVO DELL’APPALTO € 1.350.000,00 (ivi compresi € 77.615,46 per oneri di
sicurezza non soggetti a ribasso)
BALAV035-14 - CODICE CIG 5970374C79 - CUP F76G14000700001 - IMPORTO
COMPLESSIVO DELL’APPALTO € 914.100,00 (ivi compresi € 55.760,10 per oneri di
sicurezza non soggetti a ribasso)
BALAV036-14 - CODICE CIG 597038558F - CUP F76G14000690001 - IMPORTO
COMPLESSIVO DELL’APPALTO € 747.900,00 (ivi compresi € 45.621,10 per oneri di
sicurezza non soggetti a ribasso)
BALAV037-14 - CODICE CIG 5970391A81 - CUP F66G14000490001 - IMPORTO
COMPLESSIVO DELL’APPALTO € 850.000,00 (ivi compresi € 61.824,50 per oneri di
sicurezza non soggetti a ribasso)
BALAV038-14 - CODICE CIG 5970396EA0 - CUP F16G14000730001 - IMPORTO
COMPLESSIVO DELL’APPALTO € 850.000,00 (ivi compresi € 61.824,50 per oneri di
sicurezza non soggetti a ribasso)
Categoria di servizi 1 - attività principale ex art. 14, comma 3, del D.L.vo 163/2006 “Servizi di manutenzione e riparazioni” - Categorie accessorie dei lavori: OG 3 - OS12A.
Il bando integrale e gli elaborati progettuali sono scaricabili gratuitamente consultando il
profilo di committente: www.stradeanas.it; il bando integrale è altresì pubblicato sui siti
www.serviziocontrattipubblici.it e www.portaletrasparenza.avcp.it.
Termine perentorio per l’invio delle offerte: ore 12,00 del giorno 15/12/2014.
Le offerte dovranno pervenire all’U.O. Gare e Contratti del Compartimento ANAS per la
Viabilità della Puglia - Viale L. Einaudi n. 15 - 70125 Bari.
IL DIRIGENTE AMMINISTRATIVO
Dott. Saverio CALABRESE
VIA L. EINAUDI, 15 - 70125 BARI
Tel. 080/5091111 - Fax 080/5091437 • sito internet www.stradeanas.it
MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Provveditorato Interregionale per le OO.PP. - Veneto Trentino Alto Adige Friuli Venezia Giulia
Sede Coordinata di Trieste
Sede legale: Via del Teatro Romano, 17 - 34121 TRIESTE
Tel.: 0406720292 - PEC: [email protected]
Esito di gara esperita
Procedura aperta per l’appalto dei lavori di sistemazione del Valico confinario di Mernico (GO) Realizzazione del tronco di strada tra la S.P. 21 da Mernico al valico Italo-Sloveno in Comune di
Dolegna del Collio (GO) - CIG: 5819804E2D - CUP: D51B11000250001 - Importo complessivo
€ 971.965,00 di cui € 942.844,61 per lavori a base d’appalto ed € 29.120,39 per oneri della
sicurezza non soggetti a ribasso
Ai sensi dell’articolo 75, comma 9 del D.Lgs 12 aprile 2006 n. 163 e s.m. e i, si comunica che la procedura in oggetto si è tenuta in data 31 luglio e 4 agosto 2014 con il criterio di cui all’articolo 82
comma 2 lettera b) del Dlgs 163/2006 e s. m. ed i. Alla stessa hanno presentato offerta entro i termini
stabiliti nel bando n. 96 Imprese con i ribassi indicati nell’esito integrale consultabile sul sito internet
di questa Stazione Appaltante (www.infrastrutturetrieste.it). Si è proceduto all’individuazione delle offerte anomale rispetto alla media, così come disposto dagli artt. 87 ed 88 del D.lgs 16372006 e s.m.
e i., individuata secondo le modalità dell’art. 86 comma 1 del medesimo Dlgs. La media delle offerte
è risultata pari al 23,1174 % che, aumentata dello scarto medio dei ribassi superiori alla media
(1,1918), ha portato la soglia di anomalia al 24,3092%; di conseguenza tutte le offerte delle Imprese
che hanno presentato un ribasso pari o superiore a tale percentuale sono state dichiarate anomale, e
sono state quindi escluse dalla gara. E’ stata dichiarata provvisoriamente aggiudicataria dell’appalto
di che trattasi È stata dichiarata provvisoriamente aggiudicataria dell’appalto di che trattasi l’Impresa:
MADONNA Costruzioni srl con sede a 84020 Roscigno (SA), Via Vittorio Veneto n. 9 CF e P.IVA
04876840655 per l’importo complessivo di € 743.787,18 di cui € 714.666,79 (per lavori al netto del
ribasso del 24,201% ed € 29.120,39 per l’attuazione degli oneri della sicurezza non soggetti a ribasso.
Sono state effettuate, con esito positivo, le verifiche di cui all’articolo 12 del D.Lgs 163/2006 della
documentazione attestante il possesso dei requisiti di capacità generale di cui all’articolo 38 del medesimo D.lgs. nonchè la verifica della congruità dell’offerta riguardo al costo del personale, ai sensi
dell’articolo 82 comma 3 bis del D,Lvo 163/2006 e sm e i. All’atto dell’offerta l’Impresa aggiudicataria
ha dichiarato di voler subappaltare o concedere a cottimo, per ogni categoria, le seguenti lavorazioni:
Lavori OG3 ed OS 21 al 30%. Il termine di esecuzione delle opere è fissato in 150 (centocinquanta)
giorni naturali e consecutivi dalla data di consegna dei lavori. Il Direttore dei Lavori è il geom. Vincenzo
Sannino. Data aggiudicazione definitiva: 27 ottobre 2014.
Trieste, 28 ottobre 2014
IL DIRIGENTE - Dott. Ing. Giorgio LILLINI
SOGESID S.P.A.
AVVISO DI AGGIUDICAZIONE
PROCEDURA APERTA per l’Affidamento delle attività di rimozione parziale, trasporto e smaltimento dei rifiuti stoccati in località S. Veneranda - Comune di Marcianise. CIG: 52716986CE
- CUP: I22I08000150006. STAZIONE APPALTANTE: SOGESID S.P.A.. Importo complessivo
a base di gara: € 1.205.893,69 per servizi a corpo e misura, e € 8.149,64 per oneri della sicurezza non soggetti a ribasso. Questa Stazione Appaltante rende noto che si è conclusa
la suddetta procedura di gara per l’affidamento delle attività sopra indicate. Criterio di
aggiudicazione: prezzo più basso. Data di aggiudicazione definitiva: 3.10.2014. Aggiudicataria: Fratelli Gentile S.r.l., IV Trav. Pietro Nenni,10. Zona Industriale. Casoria (NA). Ribasso
formulato: 29,11%. Valore dell’offerta a cui è stato aggiudicato l’appalto: € 863,007,68
(Euro ottocentosessantremilaesette/68) IVA esclusa, di cui € 8.149,64 (ottomilacentoquarantanove/64) per oneri della sicurezza non soggetti a ribasso. Per maggiori informazioni:
http://www.sogesid.it. Punti di contatto: Responsabile del Procedimento Ing. Silvia Carecchio - posta elettronica: [email protected] - tel. +39 06.420821; fax: +39 06.483574.
Il Presidente ed Amministratore Delegato - Ing. Marco Staderini
FONDAZIONE ARENA DI VERONA
Per la pubblicità
legale e finanziaria
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Via Rizzoli, 8
20132 Milano
Tel. 02 2584 6665
Fax 02 2588 6114
Via Campania, 59 C
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Fax 06 6882 8682
Vico II San Nicola
alla Dogana, 9
80133 Napoli
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Fax 081 49 777 12
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Emanuele II, 60
70122 Bari
Tel. 080 5760 111
Fax 080 5760 126
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Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano
Via Roma 7/d-37121 VERONA
telefono 045 8051811 - fax 045 8011566
C.F. 00231130238
AVVISO DI PROCEDURA APERTA
PER L’AGGIUDICAZIONE DEL SERVIZIO
INTEGRATIVO DI CUSTODIA
E PORTIERATO E SERVIZI AGGIUNTIVI
DI SORVEGLIANZA
E’ indetta gara secondo le modalità della
Procedura Aperta, stabilito dal D. Lgs.
N. 163/2006 e dalla Direttiva CEE 92/50,
per il servizio in oggetto presso le varie
sedi della Fondazione Arena di Verona.
L’importo indicativo annuo per il servizio
sopracitato è di € 270.000,00 (duecentosettantamila/00) + IVA; il periodo dell’appalto è previsto dal 01/01/2015 al
31/12/2017. La somma dei punteggi relativi alla qualità del servizio e al costo
dello stesso determinerà la graduatoria finale. La busta sigillata sulla quale dovrà
essere riportata la dicitura “NON APRIRE
PROCEDURA APERTA PER L’AGGIUDICAZIONE DEL SERVIZIO INTEGRATIVO DI
CUSTODIA E PORTIERATO E SERVIZI
AGGIUNTIVI DI SORVEGLIANZA DELLA
FONDAZIONE ARENA”, dovrà pervenire
all’UFFICIO PROTOCOLLO della FONDAZIONE, sito in Verona, Via Roma 7/d, tassativamente entro le ore 10.00 del
19.12.2014, corredata, a pena di esclusione, della documentazione indicata nel
bando di gara. Il Bando, i Capitolati, il Modulo offerta, i Requisiti necessari per gli
istituti ed i dipendenti, i DUVRI (Documento Unico di Valutazione dei rischi e interferenze), la tabella costi della sicurezza
e la clausola 231 sono visibili sul sito internet della Fondazione Arena di Verona:
http://www.arena.it/it-IT/offertelavoro.html. Informazioni potranno essere
richieste al Settore Acquisti e Logistica (tel
045 8051924 - fax 045 8051898 - e mail
[email protected]).
IL SOVRINTENDENTE
Francesco Girondini
Il Tribunale di Udine, Sezione Civile, riunitito in Camera di Consiglio nelle persone dei magistrati:
dott.ssa Alessandra Bottan
Presidente
dottor Francesco Venier
Giudice
dott.ssa Annamaria Antonini
Giudice rel.
ha pronunciato la seguente
SENTENZA PARZIALE
Nella causa civile iscritta al n. 1679/2001 R.A.C.C.,
promossa con atto di citazione notificato in data
9.8.2001, cronologico n. 11218 dell’Ufficiale Giudiziario di Udine
DA
FRATELLI CRESSONI S.P.A., con i proc. avv. Nino
Di Bella, Giovanni Casucci, Vanessa Franchini e
Fabrizio Pettoello, per mandato a margine dell’atto
di citazione e con domicilio eletto presso lo studio
dell’avv. Fabrizio Pettoello.
- ATTRICE CONTRO
DOMINONI di DOMINONI MASSIMO S.N.C., con
il proc. avv. Manuel Ruffier, per mandato a margine della comparsa di costituzione in giudizio di
nuovo difensore dd. 4.10.2008 e con domicilio
eletto presso lo studio dell’avv. Roberto Michelutti
- CONVENUTA CONTRO
TONIUTTI ADOLFO, con il proc. e dom. avv. Roberto Zilio, per mandato in calce al ricorso per sequestro conservativo.
- CONVENUTO CON L’INTERVENTO
del Pubblico Ministero, in persona del Procuratore
della Repubblica di Udine.
Oggetto: dichiarazione di violazione di brevetto e
domanda di risarcimento danni, con riconvenzionale di accertamento e dichiarazione di nullità del
brevetto.
(Omissis)
P.Q.M.
Il Tribunale di Udine, parzialmente pronunciando
1) Accerta e dichiara che Dominoni s.n.c. ha violato il brevetto per inventiva 1288.295 di titolarità della F.lli Cressoni s.p.a.
2) Inibisce a Dominoni s.n.c. la prosecuzione
nella produzione e commercializzazione di macchinari in violazione del brevetto Cressoni.
3) Dispone il ritiro dal mercato, con eventuale distruzione e/o assegnazione all’attrice, di tutte
le macchine agricole prodotte da Dominoni
s.n.c. che utilizzano il brevetto Cressoni.
4) Ordina la pubblicazione del dispositivo della
presente sentenza sul quotidiano “II Corriere
della Sera” e “Il Sole 24 Ore”, per due numeri
consecutivi, a caratteri doppi del normale, a
cura dell’attrice ed a spese della convenuta.
5) Fissa in euro 2.500,00 la somma dovuta da
Dominoni s.n.c. per ogni violazione o inosservanza constatata successivamente alla presente sentenza e per ogni ritardo nell’esecuzione dei provvedimenti in essa contenuti.
5) Dispone per la prosecuzione del giudizio al fine
della quantificazione del danno subito da F.lli
Cressoni s.p.a. come da separata ordinanza di
pari data.
6) Rinvia per le spese alla sentenza definitiva.
Cosi deciso in Udine, nella Camera di Consiglio
dd. 19.5.2011
Il Presidente
(dott.ssa Alessandra Bottan)
Il Giudice estensore
(dott.ssa Annamaria Antonini)
TRIBUNALE DI ROMA
ESTRATTO BANDO DI GARA
Oggetto: Procedura aperta per l’affidamento delle
attività di Direzione lavori, misura e contabilità,
assistenza al collaudo e coordinamento per la sicurezza in fase di esecuzione dei lavori ai sensi
del D. Lgs. 81/08 e smi, per intervento “Realizzazione del nuovo blocco operatorio diagnostica
e farmacia del dipartimento ad alta specialità
DEAS, dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi di Firenze”. L’appalto si svolge interamente in modalità telematica. Procedura e
criterio di aggiudicazione: Aperta, offerta economicamente più vantaggiosa. Importo stimato:
589.099,20= Durata o termine di esecuzione:
La durata dell’incarico è correlata alla Realizzazione del nuovo blocco operatorio diagnostica e
farmacia del dipartimento ad alta specialità
DEAS, dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi di Firenze. Termine per la presentazione
delle offerte o delle domande di partecipazione: 09/12/2014 entro le ore 13:00:00. Il
bando in edizione integrale è stato trasmesso
alla GUUE in data 28/10/2014 e la documentazione di gara è disponibile ai seguenti indirizzi:
www.aou-careggi.toscana.it sotto il link
“gare on-line” e http://www.e.toscana.it/start Sezione Sanità Portale delle ASL Toscane per appalti di lavori pubblici. Informazioni: Ufficio gare
Dipartimento Tecnico AOUC - Tel. 055 794.9734
- 055 794. 7980 - dal lunedì al venerdì con
orario 9-13.
Il Responsabile del Procedimento
Arch. Filippo Terzaghi
CITTA’ di TORINO
PROCEDURA APERTA N. 51/2014 del
24/09/2014 per “Manutenzione Straordinaria interventi urgenti in edifici scolastici. Anno 2013”. Comunicazione a
norma dell’art. 65 del D.Lgs. n. 163/06.
Sistema di aggiudicazione: artt. 82 e
86, commi 1,3, 3bis, 3 ter e 4 D.Lgs.
n. 163/06 e art. 87 D. Lgs. n. 163/06.
Hanno presentato offerta n. 105 (centocinque) ditte. E’ risultata aggiudicataria la ditta CESAG srl, con sede in
Genova, Piazza Terralba, 5 con il ribasso del 28,037%.
Torino, 31/10/2014
IL DIRIGENTE
AREA APPALTI ED ECONOMATO
Dott.ssa Monica SCIAJNO
Sezione Fallimentare
ANCONA
Molo S. Maria - Porto
60121 Ancona
Tel. 071 207891 - Fax 071 2078940
e-mail: [email protected]
ESTRATTO BANDO DI GARA
Sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica
Italiana n. 128 del 07/11/2014 - Serie
Speciale “Contratti pubblici” - è pubblicato il
bando di gara per pubblico incanto relativo
all’affidamento dell’appalto dei servizi connessi al traffico passeggeri ed automezzi in
transito nel porto di Ancona per la durata
di anni cinque CIG 5952693DA6. Importo
annuo posto a base di gara, euro
730.000,00, ivi compresi gli oneri per la
sicurezza non soggetti a ribasso di gara, pari
ad euro 22.500,00. Termine per il ricevimento offerte: 16/12/2014. Responsabile del
Procedimento: Dott. Ing. Roberto Renzi
Dirigente Tecnico dell’Autorità Portuale di
Ancona. Tutte le informazioni concernenti la
gara di cui al presente avviso possono essere richieste all’indirizzo dell’Autorità Portuale
di Ancona - Direzione AA.GG. - Gare, AppaIti,
Contratti - Personale - sopra indicato. Il
Bando di gara è, altresì, pubblicato sul sito
internet http://autoritaportuale.ancona.it.
Il Responsabile Unico del Procedimento
Dott. Ing. Roberto Renzi
Ministero dei beni
e delle attività culturali e del turismo
Direzione Generale per gli Archivi
Archivio di Stato di Foggia
INDAGINE DI MERCATO IMMOBILIARE
L’Archivio di Stato sito in piazza XX Settembre
n. 3, 71121, Foggia tel. 0881.721696 Fax
0881.777879 - e-mail [email protected]
RENDE NOTO
che è interessato ad individuare un immobile
da condurre in locazione, già disponibile o da
adeguare a sede dell’Archivio di Stato di Foggia
per uffici, sala studio e deposito archivistico nel
comune di Foggia. L’avviso di indagine è consultabile sul sito http://www.archiviodistatofoggia.beniculturali.it. Le offerte dovranno
pervenire entro le ore 12 del giorno 25 novembre 2014 a Archivio di Stato sito in Piazza
XX Settembre n. 3, 71121 Foggia.
Foggia, lì 5 novembre 2014
II Direttore - Dott. Viviano Iazzetti
Liquidazione Concordataria dei Beni di “Agricap s.r.l. in liquidazione”
Concordato Preventivo n. 982/1993
Avviso di vendita del credito della procedura
Notaio delegato: Dott. Filippo Cammarano Guerritore di Ravello
Vendita con Incanto del credito residuo della procedura pari al 68,54673% al seguente prezzo base d’asta:
1) Credito residuo pari al 68,54673% verso Federconsorzi euro 790.362,31.
La procedura di vendita con incanto si espleterà mediante asta, che si terrà
avanti al notaio Filippo Cammarano Guerritore di Ravello, con studio in Roma,
viale Mazzini, 88 - tel. 06 37514857; fax 06 32628624, il giorno 28 novembre 2014,
ore 10,00.
Le offerte in busta chiusa, corredate di A.C. di importo pari al 10% del prezzo
base d’asta, dovranno pervenire presso lo studio del notaio Filippo Cammarano
Guerritore di Ravello entro le ore 12,00 del giorno 27 novembre 2014.
In caso di più offerte di pari importo si procederà al rilancio pari ad Euro
50.000,00.= ogni tre minuti.
Maggiori informazioni presso lo studio del Delegato e del liquidatore Giudiziale
Dott. Giuseppe Bizzarri (tel. 0670450606 e-mail: [email protected]).
Perizie, modalità di partecipazione sul sito www.astegiudiziarie.it.
Roma, 29 ottobre 2014
TRIBUNALE DI MONZA
Per maggiori dettagli
www.tribunale.monza.giustizia.it e www.astalegale.net
AVVISO DI SELEZIONE PUBBLICA, PER TITOLI ED
ESAMI, DIRETTA ALLA COSTITUZIONE DI RAPPORTI
DI LAVORO A TEMPO DETERMINATO
In data 03.11.2014, l’Università degli Studi di
Milano ha pubblicato sul sito Internet dell’Ateneo
http://www.unimi.it/ateneo/concorsi/1476.htm n. 1
bando di selezione pubblica per assunzione di personale con rapporto di lavoro a tempo determinato.
IL CAPO DIVISIONE PERSONALE
Adunanza Creditori
C.P. 16/14 - Tribunale di Monza con decreto del
30/10/2014, ammesso al C.P. Monza Car spa,
sede in Monza, Via Ugo Foscolo 59/A, C.F.
02769460961. Adunanza creditori 20/01/2015
12,30, G.D. dott. A. Crivelli, commissari Affatato tel. 0362245574 Gentili tel. 0392302368.
Corriere della Sera Venerdì 7 Novembre 2014
TEMPI LIBERI
Strategie
Tecnologie
Office gratuito
su iPhone, iPad
e Android
Provate
di Federico Cella
Spotify batte iTunes
Così la musica
non è più
un prodotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Un film però su Internet
(aspettando Netflix)
La vicenda
U
modo gratuito. I tre software di
punta del pacchetto di Redmond
— Word, Excel e Power Point —
si possono scaricare
gratuitamente come singole app.
La novità, dal prossimo anno,
sarà poi estesa anche agli
smartphone tablet della
piattaforma di Google.
La connessione veloce sta cambiando tutto e dal prossimo anno
la sfrutteremo sempre di più proprio attraverso lo schermo in salotto
Aumenta l’offerta di titoli e arretra, a sorpresa, il costo medio delle tariffe
in promozione: 21 per cento in meno rispetto al 2012
●Vita Digitale
na rondine non fa
primavera. Ma
senz’altro è un
segnale che la
primavera sta arrivando.
Così l’annuncio di Kobalt,
etichetta indipendente che
distribuisce per le vie del
digitale migliaia di artisti ed
editori (tra cui Paul
McCartney, nella foto) non
implica che il mondo della
musica è cambiato. Significa
però che sta per farlo, e in
modo radicale. I fatti sono
questi: Willard Ahdritz, ad
del publisher nato nel 2000,
ha annunciato ieri che in
Europa i suoi artisti hanno
guadagnato più da Spotify
che da iTunes. Per la
precisione, nel primo
trimestre dell’anno le royalty
provenienti dallo streaming
sono state del 13% più alte di
quelle provenienti dalle
vendite digitali. La
rivoluzione sta tutta qui ed è
la più grande delle molte
che negli ultimi anni hanno
stravolto l’industria
musicale. Che si trattasse di
dischi in vinile,
musicassette, cd o mp3, per
decenni abbiamo posseduto
musica. Ora, con il crollo dei
profitti, per la prima volta è
proprio il paradigma del
rapporto con gli artisti che
cambia. Attraverso una
sottoscrizione mensile,
oppure accettando le
pubblicità tra un brano e
l’altro, ascoltiamo
semplicemente le canzoni.
Senza comprarle. E per i
musicisti significa non
vendere più dei prodotti, ma
far girare il «marchio», e poi
raccogliere quanto questa
circolazione fa fruttare.
La rondine appunto è una
sola, ma la migrazione è in
atto. Lo dicono i numeri: nel
trimestre precedente,
l’ultimo del 2013, in Europa,
il divario tra Spotify e iTunes
era dell’8% ma a vantaggio
della piattaforma di Apple.
Un anno prima la forbice era
addirittura al 32%. Passando
al mercato di riferimento
per antonomasia, quello
degli Stati Uniti d’America, il
sorpasso ancora non c’è
stato. Ma la primavera è
dietro l’angolo: gli incassi
per gli artisti musicali, nella
prima metà del 2014, sono
scesi del 12% per quanto
riguarda i download digitali,
mentre sono saliti del 28%
per lo streaming.
@VitaDigitale
I tempi cambiano e le
piattaforme digitali che ci
accompagnano nel quotidiano
anche. Dai pc con Windows agli
smartphone e tablet con iOS e
Android il passo è (stato) breve. E
così Microsoft cambia strategia e
decide di farlo anche con una
mossa a sorpresa: Office da ieri è
disponibile per iPhone e iPad in
41
● Secondo
i dati dell’
osservatorio
SosTariffe
per il Corriere
della Sera,
dal 2012 al
2014 il costo
medio mensile
senza
promozioni di
un pacchetto
Adsl a 20
Mbit/s più
traffico voce
è sceso del
3,45%: dai
49,02 euro
di due anni fa,
passando ai
49,15 euro
del 2013 fino
ai 47,33 euro
del 2014
● Il costo
medio delle
offerte in
promozione
è sceso
addirittura
del 21,7
per cento:
dai 35,95%
del 2012,
passando
per i 34,83
euro del 2013
fino ai 28,15
euro spesi
ogni 30 giorni
nel 2014
È
un po’ un cane che si
morde la coda: la fame
vien mangiando, ma la
tavola deve essere imbandita. In questo caso non si
parla né di animali né di cibo,
ma di banda larga. La connessione veloce a Internet che ci
permette sia di aggiornare Facebook e mandare email sia di
vedere film in alta definizione
senza interruzioni. Come se si
trattasse della televisione tradizionale. E, a partire dal prossimo anno, la sfrutteremo
sempre di più proprio attraverso lo schermo da salotto.
Ecco quindi come destreggiarsi fra offerte e opzioni
sempre più variegate. A livello
economico, secondo i dati di
SosTariffe per il Corriere della
Sera, nel 2014 rispetto al 2012
il costo medio delle tariffe
mensili in promozione è già
sceso del 21,7%. A cambiare
sarà il nostro modo di vedere
pellicole e serie tv, come già
accaduto negli Stati Uniti e nel
resto d’Europa. Il successo di
Netflix, che consente l’accesso
via Internet a un nutrito cata-
La copertura
Il problema della banda
ultralarga è la
copertura: del 20%
in Italia contro il 62 Ue
logo di film e telefilm con un
abbonamento mensile inferiore ai dieci euro, dimostra
come con un prezzo accessibile, un’offerta appetibile e attuale e una connessione stabile l’interesse per la visione in
streaming sia destinata, se
non a rimpiazzare, ad affiancare la tv. Non a caso, in Italia
Mediaset e Sky hanno lanciato
online su abbonamento i servizi Infinity e Sky Online. Anche Telecom Italia si è mossa
con TimVision, mentre Vodafone impreziosisce la sua offerta con Infinity gratis per 6
mesi.
Una volta che ci si è abbonati e dotati di una connessione,
servono un computer (vanno
bene anche tablet e smartphone) o una televisione collegata
alla Rete, che consente di apprezzare la definizione su
grande schermo. In Italia ce
ne sono ancora solo 6 milioni,
però. Qual è il muro da abbattere perché il mercato decolli?
Per le emittenti quello dei diritti di trasmissione dei contenuti nei diversi Paesi.
L’Italia deve far fronte alla
scarsa penetrazione della banda ultralarga. Spiega Andrea
Rangone, responsabile degli
Osservatori del Politecnico di
Internet e voce
ADSL
FIBRA
FASTWEB JET
JET
35 euro al mese (20 per i primi 12 mesi).
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e 10 Mbit/s in upload. 100 Mbit/s in download.
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nazionali. (Scatto alla risposta: 18 cent)
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tutti i numeri fissi e mobili nazionali
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tutti i numeri nazionali.
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nazionali.(Scatto alla risposta:16 cent)
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12 mesi). (Senza scatto alla risposta)
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Mbit/s in download e 10 Mbit/s in upload.
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alla risposta: 20 cent) e 500 minuti verso
i cellulari nazionali e internazionali
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illimitate verso i fissi nazionali (senza scatto alla
risposta) e 60 minuti verso quelli internazionali
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30 euro al mese (29 per i primi 6 mesi).
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Navigazione illimitata a 20 Mbit/s in download
e 1 Mbts/s in upload. Chiamate illimitate (senza
scatto alla risposta verso tutti i numeri nazionali).
60 minuti al mese verso tutti i cellulari (senza
scatto alla risposta). Pacchetto Intrattenimento
di Sky (aggiungerne altri costa 14 euro al mese
l'uno) e SkyGo
HOME PACK FULL
54 euro al mese (25 fino al 6 gennaio 2016).
Navigazione illimitata a 20 Mbit/s in download
e 19 Mbit/s in upload. 100 Mbit/sin download
con 5 euro in più al mese, gratis fino al 2016.
Chiamate illimitate (senza scatto alla risposta
verso tutti i numeri nazionali). 60 minuti al mese
verso tutti i cellulari (senza scatto alla risposta).
Pacchetto Intrattenimento di Sky
(aggiungerne altri costa 14 euro al mese l'uno)
e SkyGo
TELECOM
ITALIA E SKY
In arrivo nel 2015
TELECOM 5 euro al mese da aggiungere ai principali
ITALIA pacchetti Adsl
E TIMVISION
5 euro al mese da aggiungere ai principali
pacchetti Fibra
VODAFONE 6 mesi di Infinity gratuito (poi 6,99 euro
E MEDIASET al mese) per tutti i pacchetti Adsl
6 mesi di Infinity gratuito (poi 6,99 euro
al mese) per tutti i pacchetti Fibra
Corriere della Sera
Milano: «Perché tutti possano
guardare contenuti video ad
alta definizione senza rallentamenti quando domanda e
offerta esploderanno sarà necessaria una velocità a 30
Mbp/s. In Italia non solo la
copertura di questo tipo è ancora bassa, 21% rispetto al 62%
della media europea, ma la
penetrazione è addirittura inferiore all’1%».
Anche se l’ultra banda è
presente gli utenti, evidentemente ancora poco stimolati,
non ne approfittano. Per questo Netflix non è ancora sbarcato nei nostri confini; il 2015
potrebbe essere l’anno buono.
Anche Amazon potrebbe decidere di darci l’accesso al suo
Instant Video. E qualcosa si
sta muovendo a livello di infrastrutture con lo sblocco dei
fondi in accordo con l’Unione
europea e l’obiettivo di raggiungere con i 30 Mbit/s tutta
la popolazione e il 50% con i
100 entro il 2020. Gli operatori
stanno portando la fibra in un
numero sempre crescente di
città e iniziano volare, per ora
I costi
In 2 anni il costo della
banda a 20 Mbit/s è
sceso del 3,45% anche
senza promozioni
solo a Milano a parte Fastweb,
a 100 Mbit/s con picchi (di Vodafone) a 300 Mbit/s. Lato
cliente, come detto, si apprezza il calo dei prezzi: dal 2012 il
costo della banda a 20 Mbit/s
è sceso del 3,45% anche senza
promozioni.
Non solo, cominciano a vedersi i pacchetti dedicati in
modo specifico a Internet e televisione, dalla conveniente
offerta congiunta di Sky e Fastweb a Telecom Italia, che oltre a spingere TimVision farà
la parte del leone il prossimo
anno in virtù di un accordo
con Sky per portare la programmazione sull’ultra banda. La fibra, per cui bisogna
verificare la copertura nella
zona in cui si abita (da verificare anche costi di attivazione
e scadenze delle promozioni
citate nel grafico), è poi proposta con prezzi simili se non
uguali a quelli dell’Adsl.
Uno scenario confortante,
anche in considerazione del
fatto che, sempre stando alle
rilevazioni di SosTariffe, l’aumento del canone Telecom
dal 1° novembre viene assorbito dalla sottoscrizione delle
offerte Internet e voce.
Martina Pennisi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Venerdì 7 Novembre 2014 Corriere della Sera
42
Economia
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Alitalia chiama Montezemolo
L’ex numero uno della Ferrari designato presidente dai soci, Hogan (Etihad) sarà vice
Atteso per il 17 novembre il verdetto dell’Antitrust europeo sul progetto di integrazione
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I vertici della vecchia Alitalia puntano per il futuro su
Luca Cordero di Montezemolo
come presidente e su James
Hogan, che guida Etihad, per la
poltrona di vice presidente.
L’individuazione dell’ex numero uno di Ferrari, avvenuta in
un consiglio di amministrazione presieduto mercoledì da Roberto Colaninno, è una mossa
destinata a mandare un segnale forte all’Europa per sottolineare, spiegano gli insider, il
peso rilevante che continueranno a recitare i soci italiani
nella futura governance. E proprio da Bruxelles l’Antitrust dovrebbe pronunciarsi sul matrimonio con l’azienda degli Emirati Arabi Uniti: il verdetto è atteso per il 17 novembre. Sarà
comunque il cda della new
company, che verrà a sua volta
nominato entro fine anno a
scegliere, in modo ufficiale, chi
sarà al timone della futura Alitalia.
È comunque innegabile che
dalle ceneri di Cai stia lentamente delineandosi l’ossatura
della nuova compagnia: due
mesi fa, infatti, era stato indicato Silvano Cassano come amministratore delegato designato. Ora è la volta della presidenza, anche se fonti vicine a Montezemolo fanno capire che, pur
lusingato dal consenso che si è
coagulato attorno al suo nome,
non ha ancora preso una decisione definitiva. Comunque
sono molti i commenti positivi. Questa scelta «conferma come l’alleanza Alitalia-Etihad sia
forte» e con «un forte controllo
italiano, rispettando le norme
Ue», fa notare il ministro dei
Trasporti, Maurizio Lupi, ribadendo di essere «certo che Bruxelles darà il via libera». Mon-
ROMA
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La Lente
di Massimo Sideri
I Tango bond
e lo spiraglio
per 75 mila
creditori italiani
P
er lo più
inconsapevolmente 75
mila italiani stanno
diventando l’ago della
bilancia nello scontro tra
l’Argentina e i fondi Usa. In
realtà non sono mai stati
citati, direttamente. Eppure
sono così importanti che i
due fronti stanno tentando
di ottenerne l’appoggio di
fronte all’opinione pubblica
mondiale nella gara
diplomatica da cui
potrebbe dipendere
l’ennesimo crac del Paese
sudamericano. Veniamo ai
fatti. Il giudice Usa Thomas
Griesa — lo stesso che ha
bloccato i pagamenti delle
cedole argentine
imponendo prima che sia
trovato un accordo con i
distressed fund — ha
nominato un mediatore tra
le parti. Due giorni fa ha
però aggiunto che questo
mediatore deve trattare
anche a nome di tutti gli ex
creditori dell’Argentina che
non avevano aderito ai
concambi, del 2005 e del
2010. Ed è qui che spuntano
gli italiani. In un rapporto
del Congressional research
service 2013 che faceva il
punto sui creditori che
ancora non avevano trovato
un’intesa venivano citati gli
hedge fund Usa, il Club di
Parigi e i risparmiatori
italiani ancora in possesso
di Tango bond «originali»
per circa un miliardo di
dollari. Il consensus
generale è che si tratti di
circa 75 mila persone. Non
è un caso che Cristina
Kirchner, presidente
argentino, avesse parlato
poche settimane fa della
possibile riapertura del
concambio. La speranza è
che da ago della bilancia
non diventino merce di
scambio.
@massimosideri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La vicenda
● La nuova
Alitalia targata
Etihad
dovrebbe
decollare
all’inizio del
prossimo anno.
La compagnia
ha completato
la squadra di
vertice con la
designazione
alla presidenza
di Luca
Cordero di
Montezemolo
● Etihad
entrerà nella
nuova AlitaliaCai con una
quota del 49%
ma mancano
ancora dei
passaggi
tecnicoformali: il primo
sarà quello
dell’assemblea
della vecchia
Cai, convocata
per il 20
novembre
e per il 26
novembre.
I soci
procederanno
a deliberare
i passaggi
ulteriori per la
creazione della
newco, cioè
la nuova
Alitalia-Cai
Chi è
Luca Cordero
di
Montezemolo,
67 anni,
bolognese, ex
presidente di
Confindustria.
È stato
presidente
della Fiat
e di Ferrari
per 23 anni.
Il consiglio
Alitalia lo
ha nominato
presidente
della
compagnia
tezemolo è un’«ottima scelta»
anche per il segretario della Uil
Luigi Angeletti, mentre la leader della Cgil Susanna Camusso ironizza: «Mi sembra un
esempio di posto fisso. non
aveva il problema dell’anticipo
del Tfr». E il presidente dell’Enac, Vito Riggio, augura a
Montezemolo di «realizzare
l’ambizioso piano di rilancio
che cerchiamo da anni».
Il consiglio di amministrazione di Cai ha anche richiesto
il versamento del prestito ponte da 80 milioni, ad anticipo
dell’aumento di capitale da 300
milioni varato ad agosto. A
sborsare i soldi necessari a dare ossigeno alla compagnia, in
attesa del closing, saranno i
maggiori soci: Intesa, Unicredit, Poste, Immsi, Atlantia, Pirelli e Gavio. La prossima assemblea di Alitalia (il 20 novembre in prima convocazione
e il 26 in seconda) ratificherà
gli accordi con Etihad. Ora si
apre una fase fitta di operazioni per fare in modo che la nuova Alitalia possa decollare il 1°
gennaio 2015: dopo il via libera
dell’Antitrust Ue, avverrà il conferimento delle attività di Alitalia Cai nella new company. Nel
frattempo verrà fatto un aumento di capitale riservato al
socio di Abu Dhabi che acquisterà il 49% della nuova Alitalia.
Intanto 40 ex piloti Alitalia
stanno per iniziare la loro avventura in Etihad che li ha reclutati nell’ambito di una campagna internazionale avviata
da mesi per assumere in 5 anni
500-600 capitani e primi ufficiali «per tenere il passo con la
rapida espansione della nostra
flotta e del nostro network di
rotte globali», ricorda Hogan. I
nuovi assunti entreranno in
servizio tra fine anno e inizio
2015 con un contratto triennale. I primi due ad essere accolti
in Etihad questa settimana, il
capitano Francesco De Liddo e
il primo ufficiale Paolo Sala,
parteciperanno a un corso di
formazione di tre mesi per trasformare la loro licenza di volo
con Airbus A330 e A320 con
quella idonea per i Boeing 777.
Francesco Di Frischia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La compagnia aerea
NEW-CO
49%
Etihad
I SOCI CAI
Finanziaria di Part. e inv.
1,18%
Altri azionisti
5,27%
Intesa Sanpaolo
20,59%
51%
Mid-Co
Poste
Alitalia-Cai
Poste Spa
19,48%
Unicredit
12,99%
Immsi
10,19%
Atlantia
7,44%
G & C. Holding
1,24%
Pirelli & Co Spa
2,67%
Macca Srl
3,69%
Odissea Srl
3,90%
Fire Spa
4,28%
Af/Klm
7,08%
● Il caso
Eni, accordo su Gela:
niente esuberi
Sì al polo rinnovabili
tra Edison e F2i
Proseguono i movimenti
nell’energia, protagoniste
Eni, Edison ed Enel. Il Cane
a sei zampe ha raggiunto
l’accordo con i sindacati per
la riconversione verde della
raffineria di Gela, che ora
«può ripartire con un
nuovo piano di sviluppo
economicamente
sostenibile», ha spiegato il
Ceo Claudio Descalzi.
L’intesa, firmata al Mise,
prevede il mantenimento di
tutti i posti di lavoro,
inclusi quelli dell’indotto,
l’impegno all’uso del sito
per l’insediamento di una
bioraffineria e come base
logistica per l’on e l’offshore
e la nascita di un nuovo
centro di alto livello per la
sicurezza nel settore dei
biocarburanti. Ieri siglato
anche il closing tra Edison,
Edf Energies Nouvelles e
F2i, che porta alla nascita
del terzo polo delle
rinnovabili in Italia (circa
600 MW di capacità
installata soprattutto
eolica). Ieri Enel ha reso
noto il valore dell’offerta
fino al 21,92% del capitale di
Endesa, pari a 3.135 milioni
di euro (15,535 euro per
azione).
Francesca Basso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
d’Arco
I piani salva-acciaio: si sblocca Terni, chance a Piombino
Spunta una cordata di imprenditori pronta a nuove produzioni per la fabbrica toscana
Gli industriali siderurgici
italiani sono disposti a investire su Piombino. E intanto si
apre uno spiraglio nella vertenza Ast Terni. Due buone notizie
in un sol giorno. Con una riunione straordinaria del direttivo della Federacciai, presieduto da Antonio Gozzi, è stata decisa la creazione di una cordata
per realizzare a un nuovo impianto di preridotto nella zona
portuale di Piombino. Il valore
dell’investimento è stimato
nell’ordine dei 450 milioni di
euro e dovrebbe dar lavoro a
150 addetti. Si tratta del primo
esperimento italiano per utilizzare una nuova tecnologia che
permette di impiegare nei forni il minerale preridotto mescolato con il rottame tradizionale. La complementarietà del
nuovo investimento con i discorsi che si vanno facendo per
la ex Lucchini è quasi perfetta
perché la produzione di preridotto rappresenterebbe un
supporto all’installazione di
uno o più forni elettrici come
proposto dai due pretendenti
La trattativa
Al tavolo del
Mise ieri i
rappresentanti
del Governo,
dell’Ast Terni e
la segreteria
nazionale Fiom
all’acquisto, l’algerino Cevital e
l’indiano Jindal. «Il progetto –
ha dichiarato Gozzi – si inserisce nella strategia avviata dalla
Federacciai per rafforzare e
consolidare il settore attraverso attività mirate sui principali
fattori di costo, come energia e
rottame, che limitano la nostra
competitività».
La cordata per Piombino sarà a trazione bresciana, con il
coinvolgimento dei principali
produttori siderurgici della
provincia (Pasini, Stabiumi,
Stefana, Ori) ma ne farà parte
anche la Duferco di Gozzi e
probabilmente Jindal, ovviamente solo in caso di vittoria
degli indiani nella gara per assicurarsi la ex Lucchini. La notizia data dalla Federacciai pe-
serà anche sull’esito della gara
perché in qualche modo va a
riequilibrare il piatto della bilancia. Finora infatti il sindacato e il territorio di Piombino
guardavano con maggior favore alla proposta di Cevital per-
Privacy
Certificato Isee
partenza a rischio
Rischia un altro rinvio l’Isee,
che misura la ricchezza delle
famiglie. Ok ai moduli dal
Garante della privacy, manca
il disciplinare Inps per la
sicurezza delle banche dati.
ché gli algerini hanno sempre
parlato di due forni elettrici e
di un assorbimento pressochè
totale degli addetti della Lucchini. Jindal, invece, è orientato a dotare lo stabilimento di
un solo forno elettrico e non
darebbe lavoro a tutti. Da qui la
congiunzione con il progetto
bresciano che permetterebbe
di assumere 150 operai e avrebbe come snodo la partecipazione della società indiana alla
«cordata del preridotto».
L’insieme di queste considerazioni e di questi impegni
porta a dire che la strada per la
soluzione dei problemi industriali e occupazionali di Piombino sembra essere in discesa,
si tratta di arrivare nell’arco di
due settimane – come chiesto
dal commissario straordinario
Piero Nardi – a una scelta finale
tra i due candidati, magari dando loro la possibilità di aggiornare le offerte. La partita è seguita passo passo sia dal ministero dello Sviluppo economico che da Palazzo Chigi perché
il governo spera di uscire dal-
l’incertezza che coinvolge simultaneamente i tre siti siderurgici di Piombino, Terni e Taranto. E la seconda buona notiz i a d e l l a g i o r n a t a a r r i va
proprio dall’Umbria. La vertenza Ast sembra sul punto di
sbloccarsi e lunedì 10 novembre riprenderà la trattativa al
ministero. «Si sta aprendo positivamente uno spiraglio» ha
detto il premier Matteo Renzi,
che ha anche ricordato come
«se siamo arrivati a questo
punto è perché un paio di anni
fa la Ue ha bloccato la procedura di vendita dell’azienda». La
Thyssen ora pare disposta a
modificare il piano, a far funzionare i due forni dell’impianto umbro e, come gesto di distensione, pagherà gli stipendi
entro lo stesso lunedì. I sindacati rimangono però sul piede
di guerra tanto da confermare
lo sciopero ad oltranza.«Vogliamo verificare le novità dentro un negoziato vero» ha detto
Marco Bentivogli di Fim-Cisl.
Dario Di Vico
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Venerdì 7 Novembre 2014
Il report di Intesa
Meno 0,2% . L’industria manifatturiera chiuderà il 2014 con un
fatturato (a prezzi costanti) in diminuzione dello 0,2% secondo
l’analisi sui settori industriali condotto da Intesa Sanpaolo in
collaborazione con Prometeia. Nonostante un primo semestre che
conferma l’Italia una delle best practice a livello mondiale in termini
di export - tanto che il surplus commerciale schizza a 107 miliardi di
euro (erano 30 nel 2010) - il manifatturiero italiano risente ancora
della crisi. La cartina di tornasole è la diminuzione degli investimenti
per gli acquisti di macchinari attesi in contrazione per l’anno in corso.
A ben vedere può leggersi come l’ennesima testimonianza di
Manifatturiero,
export a 107 miliardi
ma investimenti in calo
Intervista
di Nicola Saldutti
ECONOMIA
45
miliardi di euro
la diminuzione
di fatturato nel
manifatturiero
rispetto
al 2011
un’economia a strappi che non permette di guardare al di là del
proprio naso (leggi la dinamica breve delle commesse) e impedisce
alle imprese di casa nostra di fare il passo più lungo della gamba.
Il dato potrebbe essere influenzato dal mancato rifinanziamento
della Sabatini bis e comunque teorizza la mancata relazione tra
export e investimenti finora un assunto incontrovertibile. L’ipotesi è
che ormai gli investimenti avvengano oltre-confine per effetto della
maggiore localizzazione estera degli impianti produttivi.
Fabio Savelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
«Aumento Mps sul mercato,
lo Stato non diventerà socio»
I conti
Pirelli, profitti
in crescita del 16%
Ricavi «premium»
a 1, 9 miliardi
Profumo: un’operazione per chi crede nella ripresa del Paese
MILANO Due volte sul mercato a
distanza di pochi mesi, sembra
non esserci pace per il Monte
dei Paschi. La Borsa reagisce a
suo modo, prima vendite, poi
acquisti. Alla fine il titolo perde
più del 3%. «Il mercato ha sempre ragione, naturalmente. Ma
una cosa sento di dirla: la situazione era complicata, con molti attori coinvolti, e siamo stati
reattivi e veloci». Alessandro
Profumo ci tiene a ribadirlo:
«Sono venuto qui per spirito di
servizio, per fare questo lavoro
senza compenso da presidente. Ricordo che a febbraio 2013
abbiamo avuto una crisi reputazionale incredibile. E abbiamo risalito la china. L’esame
della Bce e gli stress test sono
arrivati mentre eravamo in
convalescenza. Però vorrei dire
questo: nonostante tutto, ci
siamo ancora e i risultati industriali si vedono, anche nei numeri del bilancio, con riduzione dei costi e più commissioni.
La banca, con i suoi 27 mila dipendenti, ha saputo reagire.
Anche questa volta».
Sì, ma per tanti giorni c’è
chi ha invocato l’ingresso dello Stato...
«Come vede i soci privati
hanno deciso di supportare la
banca che , lo ricordo, è il terzo
istituto del Paese. L’ipotesi Stato, per quanto ci riguarda, non
è mai stata presa in considerazione. Dopo aver rimborsato 3
Chi è
● Alessandro
Profumo, 57
anni, è
presidente di
Mps da aprile
2012. Esordi al
Banco Lariano,
poi McKinsey,
quindi al Credit,
poi Unicredit, di
cui è stato
amministratore
delegato fino al
2010
miliardi dei Monti-bond, rimborseremo l’ultimo miliardo
che resta».
Quindi Stato completamente fuori…
«Sì. E bisognerebbe ricordare che molte banche, inglesi,
tedesche, spagnole non possono dire lo stesso. Lo Stato da loro è ben presente nel capitale».
Ma perché un socio, dopo
l’aumento da 5 miliardi della
primavera scorsa dovrebbe
dire sì anche questa volta al
piano da 2,1 miliardi?
«Abbiamo adottato una soluzione lineare, con l’aumento
potremo continuare il lavoro di
rilancio che sta dando i suoi
frutti. Abbiamo un piano industriale credibile che ci ha già
dato dei risultati. Credo che alla fine si tratterà di un investi-
mento apprezzabile da chi crede nella ripresa dell’economia
del Paese».
Avrà pensato per un momento che la Bce è stata più
severa con le banche italiane ?
«No. Gli scenari degli stress
test (le previsioni sull’andamento del Pil, ndr) erano stati
concordati con tutti i Paesi.
Quello italiano è particolarmente avverso perché la situazione del Paese è più complicata. Non solo per Mps. Anche se
molti dimenticano che a seguito della valutazione degli asset
(asset quality review, ndr) abbiamo un CET1 del 9,5%, una
dato positivo, ben al di sopra
della soglia minima dell’8%. Il
Paese peraltro si sta dando da
fare, come lo abbiamo fatto noi
con la decisione di mercoledì.
❞
Una
soluzione
lineare. Con
il pieno
supporto
degli
azionisti
L’inaugurazione
Cerutti, la visita
della Regina
Inaugurazione alla presenza
della Regina Elisabetta II
(foto) del nuovo stabilimento
dell’inglese International
Security Printers. C’è anche
un pezzo di Italia nella
fabbrica dedicata alla stampa
dei francobolli: la rotativa è
del gruppo Cerutti
Un passaggio importante».
A questo punto la Fondazione si diluirà ancora
«L’ente è sceso in modo impensabile rispetto solo a qualche anno fa. A circa il 2,5% del
capitale. Hanno individuato un
advisor e faranno le loro valutazioni. Mi pare comunque che
fin qui il loro percorso sia stato
molto importante».
Da dove vengono le fragilità maggiori?
«Siamo penalizzati soprattutto dal portafoglio crediti che
riflette le difficoltà delle piccole e medie imprese»Quali saranno i tempi dell’aumento di capitale?
«Nel 2015, a valle dell’approvazione del bilancio 2014 e prima dei nove mesi –da adesso previsti dalla Bce».
E poi la fusione…
«Il primo passo è il piano,
quindi rafforzare il patrimonio
e poi riflettere su tutte le soluzioni possibili per aumentare il
valore della banca e generare
capitale internamente».
E le cessioni..
«Con la Ue avevamo concordato già un piano, ora prevediamo vendere altri attivi Cessioni per circa 220 milioni»
I soci Btg e Fintech sono
dalla vostra parte?
«I soci sono di supporto a
questo piano. A noi il compito
di realizzarlo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Più utili per Generali, Trieste alzerà il dividendo
Nei nove mesi risultati a 1,6 miliardi. Il patrimonio investito a oltre 460 miliardi
Le Generali sono pronte a
distribuire dividendi più alti.
Lo ha detto ieri agli analisti in
conference call il responsabile
della finanza del gruppo triestino, Alberto Minali. «La remunerazione dei soci sarà stabilmente migliore. Abbiamo
ristabilito la posizione di capitale e siamo sicuri su qualità e
forza della generazione di utili,
quindi possiamo rimuovere il
vincolo del 40% di pay-out e ci
attendiamo di poter pagare cedole maggiori ai soci».
L’attesa si basa sui risultati
economici e sul rafforzamento
della solvibilità. Il Leone ha
chiuso i primi nove mesi 2014
con utili pari a 1,6 miliardi. Sulla cifra hanno influito operazioni straordinarie come la
vendita di Bsi a Btg pactual,
conclusa con un impatto negativo di 113 milioni. L’utile post
imposte riferito alle attività
correnti, viene sottolineato,
mostra un incremento del
7,5%. Per quanto riguarda la
solidità patrimoniale, l’indice
di Solvency 1 è salito da fine
2013 al 160%. Considerando la
cessione Bsi l’indice sale al
169%.
Per quanto riguarda le altre
cifre, il risultato operativo cresce del 12,8% a 3,7 miliardi e i
premi totali aumentano del
L’offerta
● Generali
promuove
un’offerta
di riacquisto su
titoli ibridi per
3,3 miliardi che
terminerà il 13
novembre
6,4% a 51,3 miliardi. Il ramo vita cresce del 9,6% grazie in particolare allo sviluppo del 39%
dei prodotti linked. Il mercato
Italia ha registrato un aumento
della raccolta del 31%. Minali
ha precisato che il gruppo si
aspetta una riduzione del debito entro il 2015 di un miliardo a
quota 11,7 miliardi. Gli asset
gestiti registrano un incre-
mento del 10,5% a 465 miliardi,
dei quali 357,6 rappresentano
investimenti propri del gruppo. L’esposizione in titoli di
Stato italiani era pari a 59,67
miliardi al 30 settembre, in live
aumento da fine giugno. Rispetto al dossier Telco, Minali
ha detto che Trieste si aspetta
«intorno a febbraio del prossimo anno» il via libera per pro-
3,7
miliardi, l’utile
operativo nei 9
mesi, in
crescita del
12,8%
cedere con il previsto progetto
di scissione. «Siamo in attesa
delle autorizzazioni» in Brasile
e Argentina. Agli analisti il
group ceo Mario Greco ha annunciato che Valter Trevisani è
stato nominato «responsabile
attività assicurative e riassicurative» di Generali.
Sergio Bocconi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
● Il commento
Lo stipendio in cauzione dei manager Unindustria
di Dario Di Vico
Sei alti dirigenti di Unindustria
Treviso hanno preso nei giorni scorsi
un’iniziativa senza precedenti che
possiamo catalogare all’insegna della
responsabilità civile. I sei manager, tra
cui il direttore generale Giuseppe Milan,
si sono recati dal notaio Bianconi di
Treviso e hanno consegnato ciascuno
un libretto di risparmio con un deposito
pari a due mensilità del loro stipendio.
L’importo è stato versato a garanzia
economica personale della corretta
gestione delle risorse associative
affidate loro. In sostanza i dirigenti
confindustriali hanno mandato agli
associati alla Confindustria locale un
messaggio di questo tipo: gestiamo
denaro vostro e siamo pronti a far fronte
di persona a eventuali errori e
scorrettezze che gli organi statutari di
Unindustria dovessero rintracciare nella
nostra azione e nelle spese che abbiamo
deliberato.
Per capir meglio la portata del gesto
va sottolineato come non ci sia nessun
retroscena ovvero non esistono né
contestazioni del loro operato né
tantomeno inchieste giudiziarie ma
Milan e i suoi colleghi hanno ritenuto
comunque che un’iniziativa di
trasparenza fosse utile per rinsaldare il
rapporto fiduciario che lega dirigenti e
associati. In una fase, si può aggiungere,
in cui la rappresentanza è chiamata a un
43
processo di trasformazione. «E’ un gesto
libero e spontaneo – commenta la neopresidente di Unindustria Treviso, Maria
Cristina Piovesana – che mi ha
profondamente colpita perché nasce
dalla serenità e dalla sicurezza di una
gestione trasparente e dalla dichiarata
volontà di assumere, per questo, diretta
responsabilità sulla correttezza della
gestione».
L’iniziativa di Milan non guarda però
solo alla rappresentanza ma chiama
anche in causa la pubblica
amministrazione che spesso agisce –
nei confronti delle imprese – senza
preoccuparsi minimamente delle
ricadute delle proprie decisioni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pirelli chiude i primi nove
mesi del 2014 con un utile di
300 milioni, in aumento del
+16%, grazie alla spinta del
segmento «premium» che ha
registrato un aumento dei
volumi del 20,1% e ricavi pari a
1,9 miliardi (+15,1%) su 4,5
miliardi consolidati. Il
risultato operativo è stato pari
a 629 milioni, in crescita
dell’8,9% con una margine del
14,3%. Sale il debito, che
supera i 2 miliardi. Il gruppo
della Bicocca ha confermato i
target per il 2014 su Ebit,
posizione finanziaria netta,
negativa per 1,2 miliardi,
generazione di cassa. Quanto
ai ricavi la stima di 6,2 miliardi
è stata rivista in lieve ribasso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Assicurazioni
Cattolica approva
i termini
dell’intervento
sul capitale
Il consiglio Cattolica ha
approvato le condizioni finali
dell’aumento di capitale da
500 milioni che partirà il 10
novembre. Saranno emesse
117,5 milioni azioni da
offrire in opzione agli azionisti
al prezzo di 4,25 euro (di cui
1,25 euro a titolo di
sovrapprezzo). I titoli saranno
offerti nel rapporto di 21 nuove
azioni ordinarie ogni 10 azioni
possedute. Il prezzo di
emissione delle nuove azioni è
stato determinato tenendo
conto, tra l’altro, delle
condizioni di mercato al
momento del lancio effettivo
dell’operazione e applicando
uno sconto sul valore di
chiusura di ieri.
Scommesse
Sale il fatturato
della Snai
con videolottery
e virtuale
Ricavi in crescita dell’11,8% a
393,9 milioni per Snai grazie
«all’effetto combinato»
dell’aumento dei ricavi delle
videolottery e delle
scommesse su eventi virtuali
lanciate a dicembre 2013, a
fronte di un calo nelle
scommesse ippiche. Stabili i
ricavi delle scommesse
sportive (77,2%). Il risultato
netto ante-imposte per i nove
mesi è stato negativo per 9,9
milioni, in miglioramento
rispetto ai -14,4 di un anno fa.
Al 30 settembre
l’indebitamento finanziario è
pari a 424 milioni (da 443,4 di
fine 2013), in calo grazie
all’attività ordinaria e alla
dilazione dell’imposta unica.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Venerdì 7 Novembre 2014 Corriere della Sera
44
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37,470
3358,000
17,370
15,560
11,670
19,070
13,700
14,710
13,970
10,895
10,597
14,400
11,778
10,402
32,590
30,880
Data
Valuta
Quota/od.
KIS - Europa D
KIS - Europa P
KIS - Europa X
KIS - Global Bond P
KIS - Italia P
KIS - Italia X
KIS - Key
KIS - Key X
KIS - Liquidity D
KIS - Liquidity P
KIS - Multi-Str. UCITS A USD
KIS - Multi-Str. UCITS D
KIS - Multi-Str. UCITS P
KIS - Multi-Str. UCITS X
KIS - Selection D
KIS - Selection P
KIS - Selection X
KIS - Sm. Cap D
KIS - Sm. Cap P
KIS - Target 2014 X
04/11
04/11
04/11
04/11
04/11
04/11
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04/11
04/11
04/11
04/11
04/11
05/11
05/11
05/11
04/11
04/11
04/11
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
USD
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
119,420
122,090
122,490
103,180
132,140
131,760
134,860
140,020
103,500
107,130
153,380
112,540
115,620
116,730
120,340
122,670
123,230
93,080
97,900
97,930
120,960
123,670
124,130
103,270
133,210
132,600
135,480
140,660
103,490
107,130
153,630
112,730
115,810
116,920
120,020
122,340
122,960
93,700
98,550
97,930
ASIAN OPP CAP RET EUR
ADWISE L/S CAP RET EUR
FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR
HIGH GROWTH CAP RET EUR
ITALY CAP RET A EUR
SELECTED BOND DIS RET EUR
SELECTED BOND CAP RET EUR
VALUE OPP CAP RET EUR
05/11
05/11
05/11
05/11
05/11
05/11
05/11
05/11
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
13,152
109,045
114,836
111,193
24,515
5,746
120,299
91,829
13,123
107,926
114,928
109,849
24,440
5,742
120,195
91,834
30/09
30/09
30/09
30/09
05/11
05/11
04/11
04/11
04/11
04/11
04/11
04/11
04/11
04/11
04/11
04/11
04/11
04/11
04/11
04/11
TARIFFE PER PAROLA IVA ESCLUSA
Rubriche in abbinata: Corriere
della Sera - Gazzetta dello Sport:
n. 1 Offerte di collaborazione: € 2,08;
n. 2 Ricerche di collaboratori: € 7,92;
n. 3 Dirigenti: € 7,92; n. 4 Avvisi legali: € 5,00; n. 5 Immobili residenziali
compravendita: € 4,67; n. 6 Immobili
residenziali affitto: € 4,67; n. 7 Immobili turistici: € 4,67; n. 8 Immobili
commerciali e industriali: € 4,67; n. 9
Terreni: € 4,67; n. 10 Vacanze e turismo: € 2,92; n. 11 Artigianato trasporti: € 3,25; n. 12 Aziende cessioni
e rilievi: € 4,67; n. 13 Prestiti e investimenti: € 9,17; n. 14 Casa di cura e
specialisti: € 7,92; n. 15 Scuole corsi
lezioni: € 4,17; n. 16 Avvenimenti e
Ricorrenze: € 2,08; n. 17 Messaggi
personali: € 4,58; n. 18 Vendite acquisti e scambi: € 3,33; n. 19 Autoveicoli: € 3,33; n. 20 Informazioni e
investigazioni: € 4,67; n. 21 Palestre
saune massaggi: € 5,00; n. 22 Chiromanzia: € 4,67; n. 23 Matrimoniali:
€ 5,00; n. 24 Club e associazioni:
€ 5,42.
RICHIESTE SPECIALI
Data Fissa: +50%
Data successiva fissa: +20%
Per tutte le rubriche tranne la 21,
22 e 24:
Neretto: +20%
Capolettera: +20%
Neretto riquadrato: +40%
Neretto riquadrato negativo: +40%
Colore evidenziato giallo: +75%
In evidenza: +75%
Prima fila: +100%
Tablet: + € 100
Tariffa a modulo: € 110
Quota/pre. Nome
Data
Valuta
Quota/od.
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05/11
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EUR
05/11
121,760
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EUR
05/11
111,340
PS - Algo Flex A
EUR
05/11
106,640
PS - Algo Flex B
EUR
05/11
86,570
PS - BeFlexible A
EUR
05/11
85,050
PS - BeFlexible C
USD
04/11
102,300
PS - Best Global Managers A
EUR
04/11
106,500
PS - Best Global Managers B
EUR
05/11
110,210
PS - Best Gl Managers Flex Eq A
EUR
05/11
164,680
PS - Bond Opportunities A
EUR
05/11
122,970
PS - Bond Opportunities B
EUR
05/11
102,650
PS - Bond Opportunities C
USD
04/11
120,440
PS - EOS A
EUR
05/11
88,820
PS - Equilibrium A
EUR
05/11
98,630
PS - Fixed Inc Absolute Return A
EUR
05/11
99,890
PS - Global Dynamic Opp A
EUR
05/11
100,620
PS - Global Dynamic Opp B
EUR
05/11
115,700
PS - Inter. Equity Quant A
EUR
05/11
118,360
PS - Inter. Equity Quant B
EUR
05/11
125,280
PS - Liquidity A
EUR
05/11
100,500
PS - Liquidity B
USD
05/11
97,120
PS - Opportunistic Growth A
EUR
05/11
103,000
PS - Opportunistic Growth B
EUR
04/11
97,210
PS - Prestige A
EUR
04/11
102,610
PS - Quintessenza A
EUR
04/11
107,920
PS - Target A
EUR
04/11
108,110
PS - Target B
EUR
04/11
104,160
PS - Target C
USD
04/11
107,560
PS - Titan Aggressive A
EUR
05/11
102,050
PS - Total Return A
EUR
05/11
96,070
PS - Total Return B
EUR
05/11
112,810
PS - Valeur Income A
EUR
04/11
108,170
PS - Value A
EUR
04/11
110,590
PS - Value B
EUR
04/11
106,030
PS - Value C
USD
115,290
121,820
111,620
106,900
86,640
85,120
101,670
105,830
110,330
164,580
122,900
102,590
117,910
87,860
98,590
100,030
100,770
116,920
119,600
125,280
100,500
97,210
103,100
96,240
102,570
107,740
107,920
103,970
105,310
102,140
96,160
112,840
106,300
108,680
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05/11
102,770
102,510
Orazio Conservative A
EUR
05/11
102,010
101,600
Agressive A
EUR
24,940 Sparta
05/11
168,600
170,680
Biotech A
EUR
16,110 WM
05/11
1723,420
1744,650
EUR
14,190 WM Biotech I
13,880
14,330
10,369
14,990
9,800
14,440
8,959
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05/11
193,350
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EUR
5,684
05/11
146,630
146,560
EUR
58,450 NM Augustum High Qual Bd A
05/11
138,410
138,050
EUR
14,600 NM Balanced World Cons A
05/11
139,150
139,140
EUR
11,573 NM Euro Bonds Short Term A
05/11
46,980
46,330
EUR
43,050 NM Euro Equities A
05/11
74,840
74,450
EUR
10,590 NM Global Equities EUR hdg A
05/11
106,040
106,080
EUR
13,147 NM Inflation Linked Bond Europe A
05/11
112,140
112,070
EUR
11,927 NM Italian Diversified Bond A
46,970 NM Italian Diversified Bond I
05/11
114,840
114,770
EUR
10,247 NM Large Europe Corp A
05/11
137,910
137,890
EUR
37,610 NM Market Timing A
05/11
105,060
105,000
EUR
3388,000 NM Market Timing I
05/11
106,350
106,290
EUR
17,240 NM Q7 Active Eq. Int. A
05/11
54,930
55,010
EUR
15,620 NM Q7 Globalflex A
31/10
104,070
104,660
EUR
11,680 NM Total Return Flexible A
31/10
122,220
121,830
EUR
19,040 NM VolActive A
05/11
104,130
103,930
EUR
13,710
05/11
105,240
105,030
EUR
14,690 NM VolActive I
13,980
10,891
10,559
14,400
11,806
10,426
32,300
31,100
05/11
107,570
106,230
AUGUSTUM EQUITY EUROPE I
EUR
05/11
113,760
113,210
AUGUSTUM G.A.M.E.S. A
EUR
05/11
151,830
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KIS - Bond A-USD
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efficace la vostra comunicazione.
Nel testo dell’inserzione è obbligatorio
indicare la classe energetica di appartenenza dell’immobile e il relativo indice di prestazione energetica espresso
in kWh/mqa o kWh/mca a seconda
della destinazione d’uso dell’edificio.
Nel caso di immobili esenti dall’indicazione, riportare la dicitura “Immobile
non soggetto all’obbligo di certificazione energetica”.
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Il Corriere della Sera e La Gazzetta
dello Sport con le edizioni stampa e digital offrono quotidianamente agli inserzionisti una audience di oltre 8
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Azimut Dinamico
EUR
04/11
Azimut Formula 1 Absolute
EUR
04/11
Azimut Formula 1 Conserv
EUR
04/11
Azimut Formula Target 2013
EUR
04/11
Azimut Formula Target 2014
EUR
04/11
Azimut Garanzia
EUR
31/10
Azimut Prev. Com. Crescita
EUR
31/10
Azimut Prev. Com. Crescita Cl. C
EUR
31/10
Azimut Prev. Com. Equilibrato
EUR
31/10
Azimut Prev. Com. Equilibrato Cl. C
EUR
31/10
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EUR
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EUR
31/10
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EUR
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EUR
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EUR
04/11
Azimut Reddito Euro
EUR
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Azimut Reddito Usa
EUR
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Azimut Scudo
EUR
04/11
Azimut Solidity
EUR
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Azimut Trend
EUR
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AZ F. Active Selection ACC
EUR
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AZ F. Active Selection DIS
EUR
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AZ F. Active Strategy
EUR
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AZ F. Alpha Man. Credit
EUR
04/11
AZ F. Alpha Man. Equity
EUR
04/11
AZ F. Alpha Man. Them.
EUR
04/11
AZ F. American Trend
EUR
04/11
AZ F. Asia Absolute
EUR
04/11
AZ F. Asset Plus
EUR
04/11
AZ F. Asset Power
EUR
04/11
AZ F. Asset Timing
EUR
04/11
AZ F. Best Bond
EUR
04/11
AZ F. Best Cedola ACC
EUR
04/11
AZ F. Best Cedola DIS
EUR
04/11
AZ F. Best Equity
EUR
04/11
AZ F. Bond Target 2015 ACC
EUR
04/11
AZ F. Bond Target 2015 DIS
EUR
04/11
AZ F. Bond Target 2016 ACC
EUR
04/11
AZ F. Bond Target 2016 DIS
EUR
04/11
AZ F. Bond Target 2017 Eq Op ACC
EUR
04/11
AZ F. Bond Target 2017 Eq Op DIS
EUR
04/11
AZ F. Bond Target 2018 Eq Op ACC
EUR
AZ F. Bond Target 2018 Eq Op CLD DIS 04/11
EUR
04/11
AZ F. Bond Target 2018 Eq Op DIS
EUR
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AZ F. Bond Target Giugno 2016 ACC
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AZ F. Bond Target Giugno 2016 DIS
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AZ F. Bond TargetSettem.2016 ACC
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AZ F. Bond TargetSettem.2016 DIS
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AZ F. Cash 12 Mesi
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AZ F. Carry Strategy ACC
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6,808
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05/11
7,680
EUR
10,412
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EUR
05/11
5,865
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05/11
5,911
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EUR
283,880
285,150 CITIC Securities China Fd A
USD
05/11
6,034
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200,220 Fidela A
EUR
05/11
5,390
EUR
200,980
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EUR
05/11
5,714
EUR
174,310
174,260 International Equity A
USD
05/11
7,687
EUR
124,440
124,410 Italian Selection A
EUR
05/11
6,153
EUR
128,990
128,960
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05/11
5,330
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EUR
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05/11
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05/11
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05/11
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EUR
05/11
5,163
EUR
125,220
125,180 Strategic A
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126,810
127,370 Usa Value Fund A
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124,710
125,260 Ver Capital Credit Fd A
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EUR
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www.pegasocapitalsicav.com
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Strategic Bond Inst. C
Strategic Bond Inst. C hdg
Strategic Bond Retail C
Strategic Bond Retail C hdg
Strategic Trend Inst. C
Strategic Trend Retail C
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USD
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USD
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107,230
107,410
105,580
105,800
99,760
97,460
107,410
107,590
105,770
105,990
99,970
97,670
www.sorgentegroup.com
Fondo Donatello-Michelangelo Due
Fondo Donatello-Tulipano
Fondo Donatello-Margherita
Fondo Donatello-David
Fondo Tiziano Comparto Venere
Caravaggio di Sorgente SGR
31/12
31/12
31/12
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31/12
EUR 51470,165 52927,939
EUR 46691,916 47475,755
EUR 27926,454 27116,197
EUR 58259,864 57863,932
EUR 468728,464 477314,036
2451,889
2506,583
EUR
www.vitruviussicav.com
Asian Equity B
Asian Equity B
Emerg Mkts Equity
Emerg Mkts Equity Hdg
European Equity
European Equity B
Greater China Equity B
Greater China Equity B
Growth Opportunities
Growth Opportunities Hdg
Japanese Equity
Japanese Equity B
Japanese Equity Hdg
Swiss Equity
Swiss Equity Hdg
US Equity
US Equity Hdg
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136,220
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Tel 0332 251411
6,086
www.ottoapiu.it
5,331
5,322 8a+ Eiger
05/11
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EUR
4,869 8a+ Gran Paradiso
05/11
5,173
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EUR
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EUR
4,504 8a+ Latemar
31/10
EUR 713738,981 730085,977
4,410 8a+ Matterhorn
5,132
6,264
Legenda: Quota/pre. = Quota precedente; Quota/od. = Quota odierna 1335432B www.kneip.com
5,511
Corriere della Sera Venerdì 7 Novembre 2014
● Piazza Affari
ECONOMIA/MERCATI FINANZIARI
45
Sussurri & Grida
Piaggio studia il trasloco del quartier generale a New York
di Giacomo Ferrari
Balzo di Prysmian e Finmeccanica
Bpm e Montepaschi in frenata
L’
annuncio che la Bce sta studiando
l’attuazione del quantitative easing (il
piano di acquisto di titoli pubblici) ha
prodotto una breve fiammata del Ftse-Mib,
tornato però subito negativo, unico fra i
principali indici europei, chiudendo a
-0,73%. A condizionare il listino italiano
sono state le trimestrali di alcune blue-chips.
Il balzo di Finmeccanica (+6,25%) è arrivato
per esempio dopo i conti e la contestuale
revisione al rialzo delle stime per l’anno in
corso. Bene anche Prysmian (+3,59%), che
ha diffusi i dati a mercati chiusi. Pesanti,
invece, i bancari, con Bpm giù del 4,57% e
Monte Paschi del 3,62%, anche se la maglia
nera è toccata a Yoox (-4,71%) colpita dal
taglio del target price da parte di JP Morgan.
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(c. tur.) Una Piaggio con la testa a New York? Per
ora è soltanto un progetto, a cui però il presidente Roberto Colaninno (nella foto) sta pensando
seriamente. Sarà l’effetto Marchionne, ormai di
casa negli States. O la voglia di dare più visibilità
nella Grande Mela al gruppo della Vespa, che nel
mercato Usa degli scooter vanta una quota del
21%. L’idea comunque c’è e la volontà di concretizzarla anche, visto che l’imprenditore mantovano ne ha già fatto cenno ai membri del consiglio e ai collaboratori più stretti. Il ragionamento
di Colaninno si può riassumere così: Piaggio è
un gruppo globale, con stabilimenti in Italia, India, Vietnam, Cina e un centro stile già a stelle e
strisce (a Pasadena, in California). Anche le vendite coprono tutte le aree: Europa, America
(Nord e Sud), India, Asia Pacifico. Pontedera resterebbe il cuore produttivo ma il quartier generale si potrebbe spostare a New York. Con gli uffici della stesso Colaninno e della prima linea dei
manager di finanza, personale, legale, coordinamento produzione. Il semaforo verde non è ancora arrivato, ma una decisione potrebbe essere
presa entro poche settimane.
(a. pu.) A forza di invocare l’intervento della Cassa depositi e
prestiti, va a finire che l’ente di
via Goito nell’acciaio entra davvero, ma per separata via. La Cdp non può partecipare, come noto,
al capitale di aziende in perdita come l’Ilva, perché lo statuto del suo Fondo strategico — il braccio di Stato per le acquisizioni in aziende mediograndi — vieta investimenti a rischio. Nulla impedisce, però, che inietti capitale in acciaierie
sane, che a loro volta possono acquisire quote
dell’Ilva. Secondo fonti industriali e finanziarie,
è perciò allo studio il possibile ingresso della
Cdp in una delle due società per azioni interessate all’acciaieria di Taranto: Marcegaglia in cordata con Arcelor Mittal (nella foto Emma Marcegaglia) e Arvedi. In via Goito sul tema c’è riserbo,
certo l’acciaio è ritenuto strategico e perciò rientra nelle linee d’intervento di Fsi. Che potrebbe,
fra l’altro, annunciare a breve altre novità.
( f. sav.) Migliori economie di scala. Maggiore
potere negoziale nei confronti dei fornitori. Il
modello aggregativo delle reti d’impresa (che
dopo un primo slancio sembra aver perso ora un
po’ della sua forza propulsiva) approda anche
nel settore della sicurezza. L’associazione delle
aziende aderenti a Confindustria (Anie) ha dato
vita a «Keep Control Team», un network di cinque realtà geograficamente lontane tra di loro
che si propongono come partner unico a livello
nazionale.
Si tratta della toscana A4 Sicurezza (fornitrice di
sistemi elettronici), la bolognese Sistemi Integrati, la sassarese Videotecnica sistemi elettronici integrati, la Deletron di Arcore (Monza-Brianza) e la veneta Integra Sei Safety. Si sono messe
insieme come fornitori integrati di impianti di
allarme e videosorveglianza, manutenzione e
pronto intervento.
fabiosavelli
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Marcegaglia o Arve- La prima rete d’impresa nella sidi, via Cdp per l’Ilva curezza
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!kb‰N@˜X@±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ Ê`ppz
!kb‰@˜×“ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ z`Ðzz
!k‰b‰k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!¯ æ`¤ææ
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!‰ÎÎk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!1¯ ¤`ÕÐÉ
!kŏ‰˜k K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!/¯ ¤`æÉæ
!!kb ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!!¯ æ`|zÉ
!˜Xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!$"
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!˜b@bÂ‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!"¯ æ`ÊÕæ
!˜b 1Ý K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!18¯ ¤`z|Ê
!˜Â‰x ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!$"¯ æ`ՙ¤
!˜Îk ,@ÅX†‰ /‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!,/¯ æ`ÊÊÊ
!Ý‰k“@ß±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!!¯ æ`æÐÊ
!×Î׉˜‰˜k K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®!$¯ |`Êzæ
" "‰Xk K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®"
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$ $‰b@Î@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®$¯ æ`Ð|æ
, ,@˜@‰@~׬ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,"¯ ¤`¤pÊ
,@“@@Î ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,1¯ Õ`|Õæ
,@“@@Î ¤zÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9,1¤z¯ ¤`|¤|
,‰@~~‰ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ Õ`Õææ
,‰kÂÂk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ æ`ʙÐ
,‰kÂÂk ¤ÕÞ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9,.¤Õ¯
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,‰¶×@b±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,-¯ ¤`zÊæ
,‰Âk‰ G ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,
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,‰~Â@x‰X‰ b‰ÎÂ‰@k±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,$¯ æ`ÕÐ|
,Âk‰Å±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,./¯ æ`ÕÊÐ
,Âk“×b@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ æ`ÕÐÊ
,‰“@ ˜b×ÅΉk K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ ¤Ð`ÕÉæ
,Âàœ‰@˜±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.;¯ ¤|`¤Ðæ
. .± k !kb‰X‰ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.!¯ æ`ÕÉ|
.@ÎΉ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.1¯ Õ`|zæ
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/ !kb‰@~׬ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.
/¯ æ`pÊæ
.kXÂb@Ή K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.
¯ ¤Ð`Éææ
.k¬à K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.;¯ zÉ`æææ
.kÎk‰Î±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®1¯ æ`zzæ
.‰Å@˜@“k˜Î±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®."¯ æ`æ™Ð
.ÅÅÅ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®.$/¯ ¤`Ðՙ
/ /@N@x /±¬±@± K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ ¤Õ`™ææ
/@kÅ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ z`™|æ
/@kŠ˜X K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ z`¤Ðz
/@x‰ ׬±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ ¤¤`æææ
/@‰¬k“±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,!¯ ¤Õ`¤Õæ
/@‰¬k“ ‰Ŭ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,!.¯
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/@‰˜‰ “¬Âk~‰ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ Õ`ÕÉÕ
/@‰˜‰ “¬Âk~‰ ˜X ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ ¤æ`ÕÉæ
/@Â@Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/./¯ æ`ÉpÐ
/@α±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ ¤Õ`Éææ
/@Ýk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/8¯ ¤Õ`pææ
/XÂkk˜ /kÂ݉Xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯
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/k@Î ,±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,¯ æ`ææ¤
/k@Î , ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®,.¯ æ`™¤æ
/kÂÝ‰ä‰ Î@‰@ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ Ð`pÊæ
/kÂÝ‰ä‰ Î@‰@ ¤z Þ@ K ±±±±±±±±±±±®9/.¤z¯ æ`Õp™
/kÅ@ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ ¤Õ`z|æ
//±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®//¯ É`™pæ
/‰˜Îkʼn ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/¯ æ`æÉ|
/˜@‰±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/"¯ ¤`¤zÉ
/˜@“ @Å ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/.¯ Ð`™pÊ
/~kx‰ K±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/$¯ Õ`æÊÕ
/ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/$¯ Ê`¤pæ
/Â‰˜ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/."¯ ¤`ə¤
/¬@Xk ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/,¯ ™`Ézæ
/¬@Xk Þ@ÂÂ ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®9/,¯
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/Îkx@˜k K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1¯ æ`Õpz
/Îkx@˜k ‰Ŭ K ±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1.¯
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/1!‰XkkXα±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±±®/1!¯ z`zÉæ
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Venerdì 7 Novembre 2014 Corriere della Sera
46
Cultura
& Spettacoli
Scrittura
Bottega Finzioni
lavora al film di Volo
Il nuovo film di Fabio Volo
nascerà nella Bottega Finzioni
(www.bottegafinzioni.it), la
realtà culturale fondata a
Bologna da Carlo Lucarelli. Gli
allievi collaboreranno con
l’attore, conduttore e scrittore di
bestseller Volo nella scrittura di
un soggetto cinematografico
originale. «Sono contento. Sarà
stimolante — ha commentato
Volo — avere a che fare con
ragazzi alle prime armi, ma pieni
di nuove idee». Nel quinto anno
didattico che parte a gennaio, i
nuovi docenti — gli scrittori
Paolo Nori e Simona Vinci, gli
sceneggiatori Massimo
Gaudioso e Edoardo Gabbriellini
— si affiancano agli insegnanti
«storici», tra cui Marcello Fois,
Ermanno Cavazzoni, i Manetti
Bros e lo stesso Lucarelli. (S.Col.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Romanzo
David Nicholls in «Noi» (Neri Pozza) racconta la trama e la tenuta
dei legami tra un nerd in cerca di riscatto, la moglie e il figlio
L’ultimo viaggio
prima della fine
di una coppia perfetta
Fughe, rimorsi e inseguimenti in un romanzo rocambolesco
di Paolo Giordano
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orse i legami d’amore più saldi sono quelli che si fondano su una compensazione.
L’ordine dell’uno con il caos dell’altro, la
freddezza con la passionalità, l’ansia con
la flemma, il giudizio con la follia distruttrice. Il
bambino che ama giocare silenziosamente con i
Lego sarà fortunato a innamorarsi della bambina scalmanata che sfregia le proprie bambole:
lui salverà lei dalla confusione, e lei salverà lui
dal congelamento dello spirito. Il troppo caldo
dell’una e il troppo freddo dell’altro daranno origine a un amore tiepido, termostatico e duraturo, una relazione non basata sulle affinità, come
propongono le agenzie per cuori solitari, bensì
sulla salvaguardia reciproca. È questo che pensa
Douglas Petersen, il protagonista e narratore del
nuovo romanzo di David Nicholls, Noi. Lui e sua
moglie Connie Moore sono invincibili, perché
lei ha portato luce dentro la sua misera vita di
biochimico, e lui ha strappato lei all’impeto pericoloso delle sue passioni. Insieme ne hanno passate tante, poi: viaggi sorprendenti, ottimo sesso, malattie, trasferimenti, una figlia persa appena dopo la nascita che ha mostrato a entrambi
quali abissi avesse in serbo per loro la sofferenza, e un secondo bambino, Albie, ormai diciassettenne, venuto come un miracolo a risanare
quella ferita.
Douglas e Connie bussano già alle porte della
senilità — «avevo pensato che invecchiare fosse
una cosa lenta e graduale, lo slittamento di un
ghiacciaio, ma ho scoperto che succede di colpo,
come la neve che cade dal tetto» —, ma a lui la
prospettiva non dispiace affatto: cosa si può
chiedere di meglio che appassire accanto alla
donna che ami? Almeno fino alla notte in cui lei
lo sveglia, forse perché ha sentito dei rumori, i
ladri?, ma no, non ci sono ladri, deve soltanto
dirgli una cosa: «Il nostro matrimonio è arrivato
al capolinea, Douglas. Penso che ti lascerò».
Dopo lo shock della premessa, il libro si sdoppia, scandito da un andirivieni continuo fra presente e passato. Da una parte, Nicholls ripercorre le tappe della relazione di Douglas e Connie
dal principio, dalla sera in cui si conobbero a casa della sorella di lui. Dall’altra — il presente —,
segue la coppia mentre prende la decisione scellerata di non rinunciare, nonostante la separazione imminente, al «Gran Tour» pianificato da
tempo: un percorso forzato attraverso l’Europa,
che prevede Parigi, Amsterdam, Venezia, Firenze
e Pompei, nell’intento di regalare al figlio una
spolverata di cultura artistica prima ch’egli sconfini nella maggiore età. Credo che in molti abbiamo esperienza della frustrazione che può derivare dalla visita coatta delle grandi capitali, la
conosciamo da figli o da genitori secondo angolazioni altrettanto sinistre. Ma farlo con la consapevolezza di lasciarsi, con il groppo in gola del
condannato a morte che consuma l’ultimo pasto, è quasi insopportabile.
Ciò permette a Nicholls di punteggiare le peregrinazioni europee della famiglia Petersen di
situazioni tragicomiche: file di biciclette rovesciate lungo i canali olandesi, ustioni semifacciali al Jardin du Luxembourg, accecamenti da
peperoncino e notti trascorse in cella, incidenti
tutti dovuti alla smania di Douglas di dimostrare
alla famiglia quanto lui tenga ancora a loro. Sono quasi delle gag, che rendono la lettura del libro svelta, piacevole, e con leggerezza contrastano la ricostruzione assai più introspettiva del
passato e la voce sempre sul filo del dolore di
Douglas stesso.
Limiti da non superare
C’è un punto in cui l’esercizio della
verità dovrebbe essere arrestato
Lo sanno bene gli scrittori e lo sanno
gli scienziati di buon senso
Van Breest
Smallenburg,
On the road
(2010),
installazione
multimediale
realizzata
dall’artista
olandese
con valige
recuperate
«da viaggi in
luoghi ignoti»
poi collocate
all’interno
di una torre
moderna
Già, perché al di là della struttura brillante, dei
fondali a olio offerti da Amsterdam e Venezia, e
della storia romantica posta al centro — elementi che comparivano in forma differente già
in Un giorno —, ciò che qui davvero conquista è
lo sguardo di Douglas Peterson, la sua visuale
leggermente fuori asse rispetto a quella dominante nel resto del mondo. Douglas è un nerd.
Sarebbe capace di tirare avanti per delle ore sulle
qualità eccezionali della drosophila melanogaster, il moscerino della frutta tanto caro alla biochimica, ma non contempla altro approccio all’esperienza che non sia quello del secchione.
S’impegna nello studiare a fondo le guide turistiche ed è meticoloso nella raccolta differenziata, ma non comprende davvero il tormento esistenziale degli altri (il «culmine» della sua adolescenza è stato un suicidio tentato per overdose di
aspirine solubili), né il motivo per cui tutti a eccezione di lui risultino dei «fighi» (questa dell’essere «fighi» è quasi un’ossessione nel romanzo); e non apprezza sul serio l’arte, se non quella
classica, figurativa, ovvia (a proposito della danza
contemporanea confessa, inerme: «Mi pareva
del tutto priva di significato. A chi poteva piacere
un gruppo di persone che si gettavano correndo
contro una parete?»). Prima di incontrare Connie, prima che lei gli aprisse uno spiraglio sull’universo dei «vivi», Douglas se ne stava isolato
nel suo mondo di raziocinio, vittima di un perverso e amaro compiacimento: «Temevo le feste
in generale e in particolare le cene, perché mi
erano sempre sembrate combattimenti fra gladiatori, con ghirlande d’alloro offerte agli ospiti
più spiritosi e attraenti, mentre le spoglie insanguinate degli sconfitti giacevano sul pavimento».
Le occasioni che richiedevano adattabilità, socievolezza e quel minimo di piglio per sedurre lo atterrivano, ed egli trovava puntualmente il modo
di uscirne non solo come quello strano, ma lasciandosi alle spalle una scia di gelo e antipatia.
Una sera Douglas si trova a fronteggiare Jake, un
acrobata smargiasso che gli contende l’attenzione di Connie. Risponde dapprima con aplomb
Resistere in una villa patrizia alla furia dei tedeschi e di Salò
In «Tu non nascesti audace» Stefano Jacini racconta con molta ironia una storia di amore e di guerra
di Isabella Bossi Fedrigotti
S
iamo nella campagna
lombarda, negli ultimi
mesi di guerra, la seconda,
e al centro del racconto sta una
grande villa patrizia, una delle
molte che ancora oggi s’incontrano intorno a Milano, antiche
villeggiature di fortunati cittadini. Vestiggia si chiama la magione di fantasia che l’autore —
Stefano Jacini — ha scelto per
ambientarvi l’azione del suo
più recente romanzo, intitolato
Tu non nascesti audace (Bompiani, pagine 209, 13,00) ed è
piena di mobili e soprammobili che vi si trovano da genera-
❞
In Federico,
gentiluomo,
è possibile
riconoscere
l’autore:
musicologo,
editore
e scrittore
di illustre
casata
zioni, compreso un lampadario originario della Foresta Nera, fatto di corna di cervo intrecciate, dal quale si affaccia
un nano ghignante che, talvolta, per le sole orecchie del padrone di casa, malignamente
commenta la vita elargendo
consigli, per la verità niente affatto balordi.
È, questo padrone, il protagonista del libro: un gentiluomo per bene lievemente stanco, lievemente distratto, senza
più molte illusioni, non particolarmente coraggioso, tuttavia capace di mantenere una linea ferma pur nei mesi tormentati che precedono la fine della
guerra e la ritirata dei tedeschi,
a un passo dalla Repubblica di
Salò che conta pericolosi fan
anche intorno a palazzo Vestiggia. È lui cui si rivolgono tutti,
gli sfollati che ospita in casa,
spesso assai litigiosi, i maldestri congiurati dell’ultima ora, il
prete sovversivo, i domestici di
pessimo carattere più due belle
ragazze, delle quali una, molto
incostante, sembra avviarsi a
diventare sua ex fidanzata, passando il testimone all’altra, ben
più amabile, che si presuppone
ne prenderà il posto.
Non è escluso che l’autore,
musicologo, editore e scrittore
di illustre casata milanese, abbia vagamente ritagliato Federico a sua immagine, e che le
pagine del romanzo riecheggino non solo di geografie ma anche di vicende che gli sono in
qualche modo note. L’accuratezza con cui descrive ambienti,
atmosfere d avvenimenti, a
questo fa pensare. Niente di autobiografico, perché le date
non possono coincidere, però,
molto di domestico, di familiare, sì.
Ma pur narrando in qualche
modo del «suo», Stefano Jacini
allarga lo sguardo e trova il modo — grazie alle annotazioni di
un antico diario uscito dalla biblioteca di Vestiggia — di includere nel racconto di quei mesi
difficili mezzo secolo di storia
europea. Con qualche occhiata
L’autore
● Stefano
Jacini è nato e
vive Milano.
Tra i romanzi
Le Svetlana
(2005) e Il
collezionista di
suoni (2009)
anche in avanti, visto che non
manca, tra le comparse del romanzo, un attempato riccone
appassionato di cene eleganti.
L’ironia regna saldamente
nelle pagine, dalla prima all’ultima, anche quando Federico e
la sua stravagante corte corrono
seri rischi: per lui — più che
per tutti gli altri — vige, infatti,
la regola che nulla, nemmeno
la morte, va preso davvero sul
serio. Fortunatamente, però,
un elegantissimo colpo di scena la scongiurerà all’ultimo e la
colonna tedesca che requisirà
villa Vestiggia non troverà quel
che di altamente scottante vi è
nascosto nella ghiacciaia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Venerdì 7 Novembre 2014
Book Festival
Autori dal Nord
e tanti bambini:
tre giorni a Pisa
CULTURA
Si inaugura oggi la XXII edizione
del Pisa Book Festival, che vede
protagoniste le letterature del
nord Europa. L’apertura è alle 11
al Palazzo dei Congressi, nella
sala Pacinotti, dove sarà lo
scrittore svedese Björn Larsson,
autore della Vera storia del pirata
Long John Silver (Iperborea), a
tenere il discorso inaugurale.
Presenti, tra gli altri, il presidente
del Centro per il libro e la lettura,
Romano Montroni e la direttrice
del Festival, Lucia Della Porta.
Madrina della manifestazione,
che si concluderà domenica, è
Dacia Maraini,. Alle 18, parlerà
della sua vita per la letteratura
con Joseph Farrell, professore
emerito dell’Università di
Glasgow. Mentre altri due
appuntamenti sono previsti per
Larsson: la presentazione del
suo Diario di bordo di uno
scrittore (Iperborea) oltre a
quella di Ivan e Svala: fratelli
vichinghi (Laterza) ossia
l’epopea del popolo del mare
narrata dallo storico Franco
Cardini e Larsson con le
immagini di Lucio Villani. Tra gli
altri autori presenti nella prima
giornata c’è Paola Zannoner,che
parteciperà a un incontro in
programma alle 16, Piccoli
maestri cercansi, durante il quale
Elena Stancanelli presenterà
un’iniziativa di promozione della
letteratura nelle scuole. È
prevista anche un’anteprima
47
cinematografica:Iqbal Masih. Il
bambino pakistano simbolo della
lotta contro la schiavitù, dopo la
visione sarà presentato il
progetto «Bambini senza paura.
Dal sogno all’azione». Anche
sabato e domenica i bambini
potranno ritirare il passaporto
«Bambini senza paura».
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In mostra dal 17 novembre al 14 gennaio 2015
alle sue invettive contro gli intrugli creati nei laboratori di chimica. Al termine, però, augura al
rivale di sfracellarsi cadendo dal trapezio e di
non provare i benefici di «intrugli» orribili quali
gli analgesici: «Ho paura che dovrei amputarti le
gambe», aggiunge, «e senza anestesia!».
Ecco il problema principale di Douglas: non si
ferma mai quando dovrebbe. Esiste un punto,
apparentemente, in cui l’esercizio della verità dovrebbe essere arrestato: lo sanno bene gli scrittori e lo sanno gli scienziati di buon senso. Oltrepassato quel limite, insistere sulla bontà dei propri ragionamenti equivale a una violazione della
sensibilità comune, a una mancanza di tatto, a
un’aggressione. È permesso tentare di ricondurre l’ottuso Jake alla ragione per esempio, mostrargli come le sue idee sulla farmacologia siano
deboli, assurde, mutuate dalla chiacchiera sciocca, ma dargli la cruda immagine di sé in un letto
di ospedale con le gambe amputate senza anestesia è troppo, è un abuso dell’intelletto. Gli
scienziati — e di nuovo gli scrittori: l’associazione mi è apparsa sempre implicita nel romanzo di
Nicholls — sono dotati di lenti che permettono
loro una risoluzione ottica eccessiva sulla realtà.
Se non si ricordano, al di fuori del proprio lavoro,
di ungere un po’ quelle lenti, di rinunciare a difendere il vero a tutti i costi, verranno
messi ai margini, catalogati come
bizzarri o sociopatici. L’esilarante
Sheldon Cooper di The Big Bang Theory è la quintessenza caricaturale di
tale difficoltà connaturata a ogni uomo di genio. Douglas Peterson ne è
una sua versione assai più realistica,
e pertanto dolorosa.
Purtroppo, gli anni di assiduità
con la mondana Connie Moore non
l’hanno davvero cambiato. La compensazione di carattere nella quale
Douglas ha riposto tanta speranza per la propria
relazione non sembra sufficiente a modificare
l’una o l’altra persona alla radice: si rimane, dopotutto, ciò che si era all’inizio. E così, anche durante il fatidico Gran Tour, Douglas perde numerose occasioni per arrestare la propria pedanteria. Durante una lite con due commercianti di armi, una lite puerile scatenata dal figlio Albie e
dall’improbabile fisarmonicista Kat che ha adescato il ragazzo chissà dove, non prende le parti
del figlio, ma al contrario si scusa «al suo posto»
con gli sconosciuti. Douglas fa la cosa giusta in
termini obiettivi, ma ancora una volta si dimentica che le relazioni affettive abitano in uno substrato diverso, alieno alla razionalità. Il suo gesto
sancisce la rovina della vacanza già scalcinata.
Albie scappa con la fisarmonicista, Connie si dispera e dà la colpa al marito, torna in Inghilterra
da sola. Sembra davvero la fine di tutto. Se non
fosse che, almeno dentro un romanzo, un personaggio ha diritto fino all’ultima pagina al proprio riscatto. Douglas si mette all’inseguimento
del figlio, che gli sfugge da un angolo all’altro del
continente. Noi si trasforma in un viaggio rocambolesco, nella caccia all’uomo di un padre
che, davanti alla prospettiva del fallimento, esige almeno un’ultima possibilità, il tempo di dire
al figlio una parola difficile ed essenziale: «Scusami». Scusami, per tutto ciò che di diverso non
sono mai riuscito a diventare.
Incontro
● Il romanzo
Noi (Neri Pozza,
traduzione di
Massimo
Ortelio, pp.
431, 18),
viene
presentato a
BookCity, il 14
novembre alle
19 al Museo
nazionale di
scienza e
tecnologia di
Milano, per
l’incontro
«Matrimonio e
altre
catastrofi»:
l’autore
dialogherà con
Massimo
Gramellini.
● David
Nicholls (nella
foto) è nato nel
1966 a
Eastleigh, nel
Regno Unito.
L’autore ha
realizzato per
la Bbc vari
adattamenti
shakespeariani
e serie di
successo. Tra i
suoi romanzi Le
domande di
Brian (Beat
2011) e Un
giorno (Neri
Pozza 2010),
da cui è stato
tratto il film di
Lone Scherfig,
con Anne
Hathaway e
Jim Sturgess.
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Le parole di Francesco d’Assisi
alla conquista di New York
di Edoardo Sassi
O
pere rare o addirittura uniche, di norma inaccessibili al
pubblico e in gran
parte provenienti dal
Fondo Antico della Biblioteca
del Sacro Convento di Assisi:
documenti, immagini (le icone
che raffigurano il Santo sugli
antichi testi del XIII e XIV secolo) e ovviamente parole. A partire da quel Manoscritto 388
che oltre a contenere il testo
della Regola Prima dell’Ordine
dei Francescani (1223), raccoglie anche la copia più antica
del Cantico delle Creature, originale stesura dettata dal Santo
a un confratello e opera princeps della letteratura italiana in
volgare.
Diciannove in tutto le meraviglie che dal 17 novembre al 14
gennaio approderanno per la
prima volta nella sede dell’Onu
a New York nell’ambito della
mostra Frate Francesco (titolo
in inglese Friar Francis: traces,
words, images), presentata ieri
a Roma nella sede dell’Associazione stampa estera in attesa di
un’ulteriore preview, il 13 novembre, presso il Consolato italiano della Grande Mela.
A illustrare l’iniziativa, tra gli
altri, l’ambasciatore Usa presso
la Santa Sede, Ken Hackett, padre Enzo Fortunato, direttore
della sala stampa del Convento
di Assisi, e il medievista Franco
Cardini. «Ogni anno — è stato
spiegato — la basilica di San
Francesco viene visitata da sei
milioni di turisti, di cui il 40 per
cento americani, e questo fa capire l’enorme attenzione verso
la spiritualità francescana, divenuta oltretutto nuovo punto
di riferimento, e modello, grazie a papa Francesco che attualizza il messaggio del Santo di
Assisi».
Tre le sezioni in cui sarà suddivisa la mostra, ospitata, oltre
che nel Palazzo di Vetro sull’East River (fino al 28 novembre), nella Brooklyn Borough
La fotografia ritorna a Parigi
Hall (dal 2 dicembre a fine
esposizione). Tre sezioni che
corrispondono ai tre temi del
sottotitolo: tracce, parole, immagini. Nella prima, oltre alla
miscellanea contenuta nel Manoscritto 338, vero cuore della
mostra, sono esposte alcune
bolle papali tra cui una del 1220
che testimonia per la prima volta il nome di Francesco in un
documento ufficiale. Nella seconda sezione sono invece
esposte le più antiche biografie
del poverello, tra cui rarissimi
codici: un frammento della Vi-
In alto, da sinistra: «Antifonario Responsorio» e il «Cantico delle Creature». Sopra:
uno dei manoscritti che saranno esposti a New York (foto Benvegnù / Guaitoli / Ansa)
ta beati Francisci di Tommaso
da Celano (l’opera più antica
dedicata a Francesco), il Memoriale in desiderio animae o Vita
Seconda del 1247 e i Fioretti di
San Francesco, raccolta agiografica in volgare il cui ruolo fu
quello di rendere accessibili i
precetti del francescanesimo.
Di grande impatto, anche visivo, le immagini delle splendide miniature che ornano bibbie
e messali del Due e Trecento,
raccolte nella terza sezione.
L’Antiphonarium o Cantorino
2, il Breviarum francescano e la
Bibbia di Giovanni da Parma
tramandano le effigi di Francesco così come raccontate dagli
affreschi della Basilica Inferiore
di Assisi o dalle attestazioni degli agiografi. Evento legato alla
mostra (curata da Associazione
Antique, Sacro Convento di Assisi e Italian Academy Fondation) il convegno del 17 novembre presso Casa Italiana ZerilliMarimò, sede del Dipartimento
di italianistica della New York
University.
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Covacich apre la corsa allo Strega
Dal 13 al 16 novembre l’edizione 2014 di «Paris Photo» «La sposa» (Bompiani) presentato da Veronesi e Maraini
di Stefano Bucci
S
Heidi Specker,
Piazza di
Spagna 31
(2010), esposta
a «Paris Photo»
nello stand
della Galleria
Grimaldi Gavin
di Parigi
aranno 169, tra gallerie e mercanti
d’arti, i partecipanti dell’edizione
2014 di Paris Photo, in programma
dal 13 al 16 novembre al Grand Palais di
Parigi (www.parisphoto.com). Tra le
varie sezioni della manifestazione (nata
nel 1997 e che si è arricchita dallo scorso
anno di una sezione «collaterale» a Los
Angeles tenutasi ad aprile) da ricordare:
Collection privée «in cui viene messo in
risalto il ruolo dei collezionisti privati»
(quest’anno tocca alla Alzkazi Foundation for the Arts di Nuova Delhi); Recent
acquisitions che presenta invece «le
nuove collezioni di fotografie di istituzioni internazionali e che stavolta ospita la storica collezione del Museum of
Modern Art di New York, una collezione
di fotografie creata già negli Anni Trenta); Livre Ouvert «attraverso la quale
viene sottolineata l’importanza del libro
nella storia del mezzo fotografico» (76
le partecipazioni previste). Tra le altre
mostre-evento che accompagnano questa edizione di Paris Photo da ricordare
anche Camera as release promossa da
JPMorgan «che vuole presentare il fotografo come un performer», e Silenzio!,
esposizione incentrata interamente sulle opere di François Fontaine promossa
da Leica. Tra le altre novità il primo premio per foto-book che verrà assegnato a
tre categorie: primo foto-book; fotobook dell’anno e una nuova categoria,
appena introdotta, per il catalogo fotografico dell’anno.
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di Ida Bozzi
S
Mauro Covacich
è nato a Trieste
nel 1965.
Tra i suoi libri:
«A perdifiato»,
«Prima di
sparire»,
«Fiona»,
(Einaudi)
i apre la corsa al Premio Strega 2015
con la prima candidatura, quella di
Mauro Covacich per Bompiani, una
scelta che sembra ricollegarsi alla tradizione del Premio stesso, che attraversò
varie stagioni di riconoscimenti ai racconti fino a fine anni 90: La sposa di Covacich è infatti una raccolta di novelle.
«Innanzitutto — dichiara lo scrittore
triestino — sono lusingato dai miei presentatori, due autori che stimo in modo
assoluto, Sandro Veronesi e Dacia Maraini: il fatto che credano nel mio libro è
fondamentale. E poi per la prima volta
mi sono sentito sostenuto appieno da
un editore, soprattutto per l’impegno
personale di Elisabetta Sgarbi».
Quanto al fatto di partecipare con i
racconti, Covacich ricorda: «Ci sono dei
precedenti illustri: la mia stella polare,
il punto luce da cui ho lavorato è il Sillabario di Goffredo Parise, sia come fibra
morale sia per la sua semplicità zen, insieme ai Microcosmi di Magris e a Buio
della Maraini. Tre grandi raccolte». Che
ottennero lo Strega nel 1982 (Sillabario
n. 2, Mondadori), nel 1997 (Microcosmi,
Garzanti) e nel 1999 (Buio, Rizzoli).
«E poi questo lavoro si ricollega alla
tradizione della novellistica italiana, anche se preferisco definire il libro come
l’ha chiamato un recensore, un concept
album», conclude, e commenta l’anticipo della candidatura: «Non ho paura
della distanza: conto sulle mie doti di
resistenza da maratoneta».
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Venerdì 7 Novembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Venerdì 7 Novembre 2014
SPETTACOLI
In Nuova Zelanda
Il batterista degli AC/DC, Phil Rudd (60 anni, nella
foto), è accusato di omicidio per aver tentato di
reclutare un killer che avrebbe dovuto uccidere due
persone. L’accusa è stata formulata dalla Procura
di Tauranga, in Nuova Zelanda. La polizia della
cittadina nell’Isola del Nord ha perquisito la casa di
Rudd e ha trovato cannabis e metanfetamine.
Portato in tribunale, dove gli è stata contestata
l’accusa di concorso in tentato omicidio e possesso
di droga, il musicista è stato rilasciato su cauzione
Il batterista degli AC/DC
avrebbe pagato un killer
per uccidere due persone
49
e dovrà tornare in aula il 27 novembre. Per i fan
della band è un altro duro colpo, dopo l’annuncio
che il co-fondatore, Malcolm Young, ha dovuto
lasciare la musica per l’aggravarsi della demenza
senile che lo ha colpito. Sciatto e sconvolto, il
batterista si è presentato in tribunale indossando
una tuta grigia sformata e non ha rilasciato alcuna
dichiarazione. Rudd, nato in Australia, si è
trasferito in Nuova Zelanda nel 1983 e possiede un
ristorante a Tauranga.
Il caso
Il suo nuovo
album, «Amo»,
trasformato
in un manifesto
elettorale
DAL NOSTRO INVIATO
BARCELLONA «Sparano al cieco
giusto in mezzo agli occhi/ e
rubano la sedia al malato e allo
zoppo/ Mentono tutti i giorni/ non rispettano neppure
una promessa». Chi sono i responsabili di tante iperboliche
malefatte? I politici, ovviamente. E a dirlo non è lo Spirito dei Tempi, ma Miguel Bosé,
in parole e musica. La canzone
spicca nel suo nuovo album
(«Amo») appena presentato in
Spagna e si intitola «Si se puede», slogan di Podemos, il
partito erede del movimento
degli Indignati. La presentazione del disco si è trasformata in un comizio con l’ex sex
symbol Anni 80 riconvertito in
maître à penser alla maniera
di Adriano Celentano.
«Non mi piace la Spagna
nella quale stiamo vivendo, è
roba da fantascienza. Non me
la sarei mai immaginata così
ridotta, una tragedia». I giornalisti si preparavano a sentire
elogi per gli arrangiatori o
l’elenco delle tappe dei concerti, invece, hanno preso nota
della «rabbia» di Bosé per «un
Paese che ha perso la sua allegria». «Di solito uso l’ironia o
il sarcasmo, ma questa volta
non bastava per sfogarmi.
Avrei potuto nascondere il
brano nel mucchio degli altri,
invece... Sono troppo furioso». «I partiti tradizionali devono cedere il passo. Bisogna
cambiare. Cambiare radicalmente. Chi dovrà governare si
ritroverà un’eredità tremenda,
però bisogna crederci, appoggiare il passaggio. Ci vogliono
idee e facce nuove».
Da destra, i commenti sono
stati spietati. Il tono era sostanzialmente: che cosa vuole
questo figlio di papà (e mamma)? Uno che ha avuto come
padrino di battesimo Luchino
Visconti, amici di famiglia co-
Sul palco Miguel Bosé (58 anni) durante un concerto. Nel brano «Si se puede», che ricalca lo slogan del partito Podemos erede del movimento degli Indignati, attacca i politici spagnoli
Miguel l’indignato
Bosé nel disco canta l’antipolitica del partito Podemos
«La Spagna va cambiata». E riceve critiche bipartisan
❞
Di solito
uso l’ironia
ma questa
volta non
bastava per
sfogarmi
Bisogna
cambiare,
chi dovrà
governare
si ritroverà
un’eredità
tremenda
Bisogna
crederci,
appoggiare
il passaggio,
ci vogliono
idee e facce
nuove
me Picasso e Hemingway, che
cosa può capire del dramma
d’essere sfrattato di casa? Gli
hanno dedicato colonne taglienti Abc, El Mundo, La Razon. Ma anche a sinistra, sui
Figlio d’arte
Miguel Bosé
bambino, nel
’57 assieme a
mamma Lucia e
papà Dominguin
siti e sui blog, soprattutto nei
commenti degli articoli, la
maggioranza ha accolto la
conversione di Bosé con disagio snob. C’è chi persino l’ha
considerato una manovra occulta per screditare Podemos.
A quasi 60 anni Miguel Bosé è uno showman dal seguito
transcontinentale. Nato nel
privilegio del network familiare del papà torero e della
mamma attrice, si è costruito
una carriera da 25 milioni di
dischi (in crescita) sopravvissuta ad ere musicali e politiche diversissime. Il primo
successo («Linda» dei Pooh)
ne fece un melodico romantico accettabile anche dal tardo
franchismo.
Con la movida e l’ubriacatura libertaria dei primi anni
di democrazia spagnola, il ragazzino cominciò ad ancheggiare ammiccante. Quando
però le adolescenti hanno cominciato a non cercarlo più
ha aumentato la carica tra-
sgressiva, arrivando ad arrampicarsi sui tacchi a spillo
di musa transex. Lo fece per
Almodovar, cantò «Un anno
d’amore» di Mina e tornò primo nelle classifiche di vendita. Il tutto, prima di approdare
La classifica
Mannoia scalza
gli U2 dalla vetta
«Fiorella», il doppio cd con 18
duetti di Fiorella Mannoia,
entra al numero 1 delle
classifiche di vendita. Secondo
Fimi/Gfk è il disco più
venduto della settimana.
Scendono al secondo posto gli
U2 con «Songs of Innocence»
e al terzo c’è Fedez con
«Pop-Hoolista». Il singolo più
venduto è «Bailando» di
Enrique Iglesias.
a «X Factor» o ad «Amici», vestendo i panni del presentatore di Sanremo (1988) e del primo canale tv della Spagna del
conservatore Aznar (1999).
Pochi possono sfoggiare in
carriera una copertina disegnata da Andy Warhol o un
mercato che va da Città del
Messico a Caltanissetta. Piaccia o non piaccia, Miguel Luchino Bosé è un professionista con un fiuto straordinario
per il cambiamento dei gusti.
Da prototipo macho di super
superman, Miguel è diventato
icona trisessuale con quattro
figli fatti con uteri in affitto.
«Si, se puede», titolo della
canzone che fa discutere la
Spagna, è anche la versione
castigliana del motto del primo Barack Obama Yes, we
can, diventato poi lo slogan di
Podemos. Un globe trotter come Bosé poteva lasciarsi sfuggire un’occasione del genere?
Nonostante l’ultima débâcle,
il mercato dei latinos in Usa
resta democratico. In Spagna,
invece, il partito Podemos è in
grande crescita. Bosé si è
schierato al suo fianco due
giorni prima che un sondaggio lo indicasse come prima
forza per intenzione di voto
alle prossime elezioni. Quando si dice fiuto.
Andrea Nicastro
@andrea_nicastro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Venerdì 7 Novembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Venerdì 7 Novembre 2014
SPETTACOLI
A Mosca
Oliver Stone (foto) è andato a Mosca per completare la
sceneggiatura del film su Edward Snowden a cui sta lavorando da
quasi un anno. Nella capitale russa il regista americano ieri ha
incontrato l’ex analista della Cia per discutere con lui dei dettagli
dello script che ha messo a punto insieme ad Anatoly Kucherena,
l’avvocato del dissidente americano a cui la Russia ha assicurato
asilo nel 2013. «Stiamo ancora lavorando alla sceneggiatura e
speriamo di dare il via alla produzione del film all’inizio del 2015», ha
reso noto Stone. Il regista di «Platoon» ha anticipato che il ruolo del
protagonista è stato assegnato all’attore Joseph Gordon-Levitt.
Stone-Snowden:
incontro per il film
sull’ex analista Cia
La vicenda
Domani su «Io Donna»
Ambra: la mia storia con Renga è inspiegabile
Su Io Donna (nella foto la copertina), in edicola
domani con il Corriere, Ambra Angiolini si racconta.
«Tutti i miei inizi sono fallimenti. Sono sempre
stata per provare tutto, l’esplorazione e
l’incoerenza servono a crescere», ha detto lei che a
37 anni, ne vanta già 22 di carriera. Nel privato, va
avanti da 12 anni la storia con Renga: «All’esterno
il nostro rapporto appare inspiegabile», racconta.
Contrordine a Roma:
l’Opera verso il ritiro
di tutti i licenziamenti
I sindacati rinunciano a scioperi e indennità
● A inizio
ottobre il Cda
dell’Opera di
Roma (nella
foto il
sovrintendente
Carlo Fuortes),
dopo mesi di
dissidi, scioperi
e l’uscita di
scena del
maestro Muti,
ha annunciato
il licenziamento
di 180 tra
orchestrali
e coristi
● Oggi ci sarà il
quinto incontro
tra le parti
per definire
il possibile
accordo che
porti al ritiro del
provvedimento
ROMA Non è ancora ufficiale,
ma all’Opera di Roma ci sarà il
lieto fine: sta per andare in scena il dietrofront sui 180 licenziamenti di orchestra e coro.
«Siamo pronti a recepire, su
mandato del Cda, eventuali
modifiche alle misure decise
precedentemente», dice il sovrintendente Carlo Fuortes, al
termine dell’incontro di tre ore
con i sindacati del teatro, quelli
morbidi e quelli radicali.
I dipendenti si sono impegnati a «un’ipotesi di accordo»
che in realtà ha subito ieri
un’improvvisa accelerazione.
Sono disposti a congelare il
premio di produzione e a rinunciare a varie indennità, da
quella per l’attività sinfonica, a
quella di Caracalla, secondo la
quale si sono sempre pagati
tutti i dipendenti, anche coloro
che non avevano lavorato (in
futuro si corrisponderà una
❞
Disponibili
all’accordo
per rivedere
la decisione
su coro
e orchestra
Fuortes
Vogliamo
disegnare
un nuovo
modello
produttivo
per il teatro
Cgil
somma soltanto a chi sarà presente alle produzioni). L’obiettivo è quello di reperire i 3 milioni e 400 mila euro causati
dalle azioni di protesta, dal
blocco delle attività del teatro,
dall’addio dei pochi sponsor,
per raggiungere il pareggio di
bilancio.
In altre parole, i dipendenti
si tagliano lo stipendio, chiedendo un nuovo modello produttivo in grado di recuperare
quello che ora perderanno in
busta paga. Dunque, si lavora
di più, mettendo un freno all’alternanza e al ricorso agli
«aggiunti» in orchestra. È esattamente quello che aveva proposto il sovrintendente. Si elaborerà un nuovo piano di risanamento (indispensabile per
avere i 25 milioni del fondo
speciale per i teatri indebitati),
rafforzato dalle concessioni dei
sindacati, salvaguardando i
Trio Piero Pretti in «Rigoletto» di Verdi, andato in scena all’Opera di Roma
due principi cardine: revisione
della pianta organica e sostituzione del contratto integrativo.
Di più: i sindacati si impegneranno, per un periodo che
dovrebbe comprendere tutto il
2016, a una moratoria degli
scioperi: è la pax sindacale, che
In Consiglio
La decisione formale si
avrà il 23 novembre
quando il Cda valuterà
il pacchetto di proposte
in passato il teatro otteneva a
caro prezzo. Sarebbe stato possibile, tutto questo, senza la
drammatica ma inevitabile (visto il buco di 30 milioni e la
chiusura a ogni accordo) decisione del licenziamento collettivo? Manca ancora una proposta organica, fa notare Fuortes.
Ma sembra aver vinto la linea
dura, che era stata osteggiata
da altri sovrintendenti (con
l’eccezione di Francesco Bianchi a Firenze) e da alcuni musicisti, che però non hanno mai
messo piede nel teatro romano, sperimentando sulla loro
pelle la difficoltà di lavorare tra
uno sciopero e l’altro.
I sindacati elaboreranno la
loro proposta, alternativa ai licenziamenti, l’11 e il 12, e la formalizzeranno entro il 21, giorno in cui termina la prima fase
della procedura di fine lavoro.
La data importante è il 23 novembre, quando Fuortes porterà al Cda il pacchetto del sindacato: a quel punto lo «stop» ai
licenziamenti sarà scontato. E
si ricomincerà a far parlare la
musica.
Quattro giorni dopo, il 27,
con la Rusalka di Dvorak si
inaugura la stagione: è una fiaba crudele, mentre il teatro sta
per conseguire all’ultimo tratto
l’insperato lieto fine.
Valerio Cappelli
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NON CI FERMIAMO MAI:
IL FUTURO VOGLIAMO SCRIVERLO,
NON LEGGERLO.
Non fermarsi mai, anche quando sembra che non ci sia
più niente da raggiungere. È questo il DNA di Citizen:
avere una visione e realizzare il futuro attraverso una volontà
ed una evoluzione tecnologica che non hanno uguali.
Chi possiede un orologio Citizen lo sa.
Guardare oltre, cercare sempre, fermarsi mai.
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L’orologio riceve, con trasmissione via onde
radio, il segnale generato da un orologio
atomico: la sua precisione ha una tolleranza
di 1 sec. ogni 10 milioni di anni.
Basta una minima esposizione alla luce
naturale o artificiale per accumulare
una grande quantità di energia e garantire
il funzionamento dell’orologio, senza pila.
Protegge l’orologio grazie alla particolare
compattezza della sua composizione chimica
e ne esalta l’estetica con una trasparenza
assoluta.
51
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Venerdì 7 Novembre 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Venerdì 7 Novembre 2014
53
●
Risponde Sergio Romano
PERCHÉ ESSERE EUROPEISTI
RISPOSTA A UN EUROSCETTICO
Caro Romano, a proposito
della risposta del maresciallo
Diaz e del generale Pecori
Giraldi alla domanda del re se
le forze armate avrebbero
obbedito qualora fosse stato
chiesto loro di sparare sui
fascisti («l’esercito è fedele,
ma è meglio non metterlo alla
prova»), credo che abbia
influito anche il precedente
dell’impresa fiumana di 3 anni
prima. In quell’occasione
alcuni reparti avevano
trasgredito agli ordini per
seguire D’Annunzio. Sotto
questo profilo, la marcia sul
Carnaro costituì una concausa
del successo della marcia su
Roma. Secondo lo storico
militare Massimo Mazzetti, si
trattava però di una
valutazione sbagliata: i quadri
militari del 1919 erano
composti in prevalenza da
capitano in giù, da ufficiali di
complemento non ancora
smobilitati. Nell’esercito del
1922 prevalevano gli ufficiali
di carriera, più sensibili al
vincolo dinastico.
Enrico Nistri
[email protected]
Il 13 settembre 1919, nei pressi della linea d’armistizio, Gabriele D’Annunzio prese il comando di 2.500 uomini: una
«legione», come venne chiamata, che si componeva di
molti volontari, ma anche di un
battaglione di granatieri e di
uomini provenienti da altri
corpi militari dislocati nella regione e giunti all’appuntamento con le loro armi.
Nel corso di una conversazione divenuta
libricino (La vita oltre l’euro, ed. Rubbettino)
l’imprenditore Ernesto Preatoni si dice
sconcertato al sapere che autorevoli
commentatori (e cita lei per tutti) «sono
fideisticamente pro euro e pro Europa sulla
base dell’argomentazione secondo cui la Ue
sarebbe politicamente più forte della somma
dei singoli Paesi del vecchio continente».
Prende ad esempio la vecchia Unione Sovietica
che, pur essendo stata reputata una
superpotenza (economica?) avrebbe fatto patire
la fame alla sua gente, con ciò lasciando
intendere che è meglio la frantumazione
susseguitane. Non so se a suffragio della tesi il
paragone calzi, ma in chi ha desiderio di
approfondire la tematica di specie (io sono fra
quelli) c’è di che interrogarsi. Solo che a mio
avviso è bene che le risposte ai dubbi non si
facciano attendere troppo giacché sono molti
quelli che vedono l’Unione Europea come una
pallina dell’albero di Natale: fragile.
Alessandro Prandi
[email protected]
Le lettere firmate con
nome, cognome e
città, vanno inviate a
«Lettere al Corriere»
Corriere della Sera
via Solferino, 28
20121 Milano
Fax: 02-62827579
@
[email protected]
www.corriere.it
[email protected]
La tua
opinione su
sonar.corriere.it
Il ministro
dell’Ambiente,
Gian Luca
Galletti: chi
inquina non
deve pagare la
pulizia, ma
deve andare in
galera. Siete
d’accordo?
Sulla riabilitazione dei
disertori della Grande guerra,
ho qualche perplessità. Nel
1916 due miei zii morirono di
gas sul San Michele. E io ho
sempre parlato con orgoglio
del loro sacrificio. Non mi
sembra opportuno che, oggi,
accanto ai loro nomi siano
Caro Prandi,
ono europeista anche per altre ragioni.
Credo che il mercato unico sia la migliore
delle risposte possibili alla globalizzazione e all’ingresso sulla scena mondiale delle economie asiatiche. Credo che il mercato unico e la moneta unica siano fattori complementari di uno stesso percorso. E per quanto concerne l’euroscetticismo italiano, in particolare,
credo che i partigiani del ritorno alla lira rimpiangano gli anni in cui i governi si servivano
S
SUL WEB
Risposte
alle 19 di ieri
Sì
incisi i nomi di chi fuggì. I
disertori fucilati andrebbero
ricordati solo per cristiana
pietà.
Calogero Chinnici
[email protected]
80%
20%
No
GRANDE GUERRA
Ricordo dei disertori
di Massimo Gaggi
Cellulari liberi a scuola
la scelta di New York
LETTERE
AL CORRIERE
MARCIA SU ROMA
Il precedente di Fiume
● Visti da lontano
La domanda
di oggi
Matteo Renzi in
visita all’Alcatel
di Vimercate è
stato accolto
dalla
contestazione
dei sindacati.
Condividete?
SPRECHI
Politici e consenso
Da bambina mi avevano
insegnato a non sprecare cibo,
luce e acqua. Come fare capire
oggi a politici e uomini di
governo di non sprecare il
consenso popolare, la nostra
fiducia,i nostri soldi pagati
attraverso le tasse? Tanta
indifferenza, egoismo e
corruzione come possono
aiutare il Paese a risollevarsi?
Biancamaria Mauri
[email protected]
della svalutazione per aumentare le esportazioni e continuare a spendere in modo dissennato.
Chi sogna il passato dimentica che quella politica economica è alle origini della cinica imprevidenza con cui la classe politica ha finanziato se
stessa, i suoi partiti, le sue clientele elettorali, e
ha accumulato, in ultima analisi, uno dei maggiori debiti pubblici del mondo. Non è tutto. Se
qualcuno ancora crede che il ritorno alla lira ci
permetterebbe di conquistare nuovi mercati internazionali, non tiene conto di almeno due fattori. In primo luogo potremo svalutare, ma i nostri debiti, fra cui le obbligazioni emesse dall’avvento della moneta unica, saranno pur sempre
in euro. E, in secondo luogo, nulla impedirà ai
partner commerciali dell’Italia di proteggersi
dalle sue svalutazioni competitive con l’aumento dei dazi.
Quanto al confronto con l’Unione Sovietica,
caro Prandi, non mi sembra calzante. La debolezza dell’Urss non fu dovuta all’intrinseca debolezza delle grandi costellazioni statali. Fu dovuta a una ideologia che non permetteva di fare
buon uso delle straordinarie ricchezze del Paese
e condannava i suoi cittadini a mediocri livelli di
vita. L’Unione Sovietica sopravvisse al fallimento del comunismo grazie a due guerre: quella
vinta contro la Germania nazista e quella fredda
fra le democrazie occidentali e il blocco comunista. La prima creò un orgoglioso sentimento
patriottico che garantì al regime per molti anni,
ancora più del comunismo, una sorta di disciplinata coesione nazionale. La seconda congelò
gli equilibri emersi dal precedente conflitto e
assicurò all’Europa cinquant’anni di pace.
I
Il debito pubblico italiano ha
superato l’astronomica cifra di
2.150 miliardi di euro. Chi mai
lo ripagherà?
mpedire ai ragazzi di usare lo
smartphone a oltranza, si sa, è impresa
ardua. Ma, mentre nelle scuole italiane è
vietato l’uso del cellulare in aula ma non
tenerne uno con sé, negli Usa è stato fin qui
applicato un ferreo divieto che ha fatto
nascere perfino un nuovo tipo di impresa:
furgoncini come quelli della società Pure
Loyalty ai quali i ragazzi che entrano a scuola
affidano per qualche ora il telefonino,
pagando un dollaro per il servizio.
Un’industria che, almeno a New York, è
destinata a fallire, visto che il sindaco Bill de
Blasio ha promesso di eliminare il divieto,
nonostante le proteste dei professori. Perché
un primo cittadino di sinistra, molto
sensibile alle ragioni dei sindacati, si mette
in rotta di collisione con la categoria — gli
insegnanti — più sindacalizzata della città?
Perché, mentre altrove quello dell’uso dei
cellulari è un problema didattico (studenti
distratti a lezione) o di privacy (goffaggini
dei docenti che spiegano o interrogano
riprese e, magari, messe su Facebook), a
New York il sequestro dei telefonini ha preso
il sapore della lotta di classe. De Blasio
definisce l’attuale sistema discriminatorio
perché il divieto di portare il cellulare in
classe, teoricamente draconiano per tutti,
viene applicato con severità solo nelle scuole
pubbliche, soprattutto gli 88 istituti che
hanno il metal detector all’ingresso: serve a
impedire che qualcuno vada a scuola con
coltelli o pistole, ma la macchina è
implacabile anche nello scoprire i cellulari.
Che a quel punto vengono sequestrati.
Altra storia negli istituti privati dove un
uso discreto del cellulare è spesso tollerato.
Il divieto di portarsi dietro lo smartphone c’è
anche in queste scuole, ma non viene
applicato con severità. De Blasio ha
promesso a cuor leggero, trasformando il
«cellulare libero» in un tema della sua
campagna elettorale di un anno fa. Poi si è
fermato, spaventato dalla reazione dei
docenti. Ma coi genitori che premono per
essere sempre in grado di raggiungere i loro
figli, il sindaco sta per cancellare la messa al
bando. Segue l’esempio di Chicago, Miami e
Los Angeles che già si sono messe su questa
strada. La città californiana ha addirittura
distribuito 640 mila iPad spingendo gli
studenti a seguire le attività didattiche
online. Salvo scoprire (stupiti?) che i tablet
vengono usati soprattutto per giocare e
andare su Facebook. «Imparare a usare il
proprio tempo con saggezza fa parte del
processo che trasforma gli allievi in adulti»
commentano serafici i prof della West coast.
Pietro Volpi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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GIOVANI
Apprendistato
LAVORI A CARRARA
Controlli effettuati?
Mia nipote, diplomata,
venticinquenne e disoccupata,
stanca di portare curricula e
quant’altro inerenti agli studi
e ai corsi fatti, aveva trovato
finalmente un lavoretto come
apprendista presso un
artigiano. Purtroppo dopo tre
giorni di lavoro con una pressa
è stata liquidata con 1 euro
all’ora perché non è veloce.
Certamente ci sono i «super»
che dopo 3 secondi sanno fare
tutto; ma allora a che serve
l’apprendistato sottopagato e
senza tutela infortunistica, se
non come sfruttamento dei
tanti giovani sempre più
avviliti e delusi?
Adele Dal Negro, Treviso
Dopo l’alluvione del 2012 a
Carrara buona parte degli
argini del torrente sono stati
ricostruiti, ma le piogge li
hanno travolti. Come è
possibile? E chi doveva
controllare i capitolati dei
lavori ha eseguito il compito?
Annibale Antonelli
Formia (Lt)
DEBITO PUBBLICO
Dubbi sul pagamento
[email protected]
INTERVENTI E REPLICHE
L’Università del Salento: quel concorso
Mi riferisco all’articolo di Gian Antonio Stella
che faceva riferimento ai recenti bandi di
concorso dell’Università del Salento per il
reclutamento di 16 professori di Seconda fascia
(Corriere, 27 ottobre). La nostra università figura
al 263° posto nella classifica del «The» (Times
Higher Education) ,richiamata da Stella, e ha
scalato 70 posizioni rispetto al 2013,
classificandosi, insieme a Trento, al 5° posto tra
gli atenei italiani e al primo tra quelli centromeridionali. Per l’indicatore sulla qualità della
didattica, l’Università del Salento è la prima, tra le
università italiane riportate nella classifica The, e
seconda solo alla Scuola Normale di Pisa.
L’Ateneo è stato tra i pochi che hanno riservato
un punteggio specifico, aggiuntivo e premiante,
alle esperienze didattiche all’estero. Infatti,
generalmente è previsto un unico criterio di
valutazione fortemente orientato su parametri
nazionali. Il peso attribuito nel bando all’attività
di ricerca rende evidente che uno studioso di
grande rilievo internazionale, quale quello
indicato nell’articolo, che avesse conseguito
l’abilitazione alla seconda fascia e presentato
domanda, avrebbe vinto la procedura selettiva.
Circa l’attività didattica svolta in Italia concordo
con Stella: i nostri docenti, pur tra tante difficoltà,
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FONDATO NEL 1876
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DIRETTORE RESPONSABILE
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VICE PRESIDENTE Roland Berger
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Luciano Fontana
VICEDIRETTORI
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Daniele Manca
Giangiacomo Schiavi
Barbara Stefanelli
CONSIGLIERI
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Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti,
Laura Mengoni
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Alessandro Bompieri
Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano
Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962
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preparano in maniera più che soddisfacente i
laureati dell’Università del Salento che
conseguono brillanti risultati anche all’estero.
Un’ultima breve considerazione: il reclutamento
universitario è estremamente complesso e
richiederebbe un approfondimento accurato e
non certo una semplificazione. Questo pur nella
consapevolezza che negli anni siano
stati fatti tanti errori all’interno del sistema
universitario derivanti, da un lato, da una innata
tendenza all’autoreferenzialità e, dall’altro, da un
quadro normativo irrazionale, contraddittorio e
instabile.
Vincenzo Zara, Rettore Università del Salento
Ringraziamo il rettore che, non smentisce
neppure una virgola di quanto ho scritto. Quanto
alla sua «interpretazione» dei fatti, consentirà che
la nostra possa essere opposta. Divertente, in
particolare, l’assicurazione (evviva!) che uno dei
più grandi archeologi viventi citato ad esempio
nell’articolo potrebbe insegnare perfino a Lecce,
se solo fosse abilitato per la seconda fascia e se
solo avesse fatto la domanda. L’idea di implorare
degli estranei di talento perché vengano in
Salento, evidentemente, non passa neppure per la
sua testa: si contenta sobriamente di quel che c’è
sul piatto...
Gian Antonio Stella
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IoDonna € 0,50). A Como e prov., non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + Cor.
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La tiratura di giovedì 6 novembre è stata di 429.073 copie
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ISSN 1120-4982 - Certificato ADS n. 7682 del 18-12-2013
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Venerdì 7 Novembre 2014 Corriere della Sera
54
Sport
Europa League
Gruppo B
Hjk Helsinki-TORINO
2-1
Copenaghen-Bruges
0-4
Classifica
Bruges 8; TORINO 7;
Copenaghen 4; Hjk Helsinki 3
Prossimo turno (27/11)
TORINO-Bruges
Hjk Helsinki-Copenaghen
Gruppo F
Qarabag-Dnipro
St. Etienne-INTER
Classifica
INTER 8; St. Etienne,
Dnipro e Qarabag 4
Prossimo turno (27/11)
INTER-Dnipro
St. Etienne-Qarabag
1-2
1-1
Gruppo I
Sp. Praga-Sl. Bratislava 4-0
NAPOLI-Young Boys
3-0
Classifica
Sparta Praga e NAPOLI 9;
Young Boys 6; Sl. Bratislava 0
Prossimo turno (27/11)
Sl. Bratislava-Young Boys
Sparta Praga-NAPOLI
Gruppo K
Guingamp-Din. Minsk 2-0
FIORENTINA-Paok
1-1
Classifica
FIORENTINA 10; Guingamp 7;
Paok 4; Dinamo Minsk 1
Prossimo turno (27/11)
Dinamo Minsk-Paok
Guingamp-FIORENTINA
Fair play finanziario
Thohir & co.
a rapporto
dalla Uefa
oggi a Nyon
ST. ETIENNE Oggi l’Inter gioca
un’altra partita delicata a Nyon,
sede Uefa. Lo staff, guidato dal
presidente Thohir, è stato
convocato per fornire
chiarimenti sul bilancio, alla
luce della normativa legata al
fair play finanziario. Ha
spiegato il d.g. Marco Fassone:
«È un primo incontro, in cui
spiegheremo quanto è
avvenuto nell’ultimo triennio e
quanto abbiamo intenzione di
fare per rientrare nelle regole.
Incontriamo la commissione
inquirente e non quella
giudicante, iniziando un
processo di confronto che
durerà alcuni mesi, con
conclusioni a primavera».
f. mo.
❞
Mazzarri
Abbiamo
fatto
un grande
primo
tempo, sono
orgoglioso
della
squadra
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Circondato Mateo Kovacic, 20 anni, palla al piede tra i difensori del St. Etienne: l’Inter ha disputato una buona partita ipotecando la qualificazione ai sedicesimi di Europa League (Action Images)
L’Europa sveglia l’Inter
DAL NOSTRO INVIATO
ST. ETIENNE L’aria d’Europa fa be-
❞
Dodò
Volevamo
la vittoria
ma il punto
preso è
comunque
importante
Ora il
campionato
Tre reti
● Jonathan
De Guzman
ha realizzato
la tripletta
che spinge
il Napoli
verso la
qualificazione
ai sedicesimi di
finale di Europa
League
ne ai nerazzurri. Un punto con
il Dnipro a San Siro, il 27 novembre, e l’Inter giocherà i sedicesimi di finale di Europa League a febbraio. E con tre punti
arriverà anche la certezza del
primo posto. Questa è la situazione di classifica dopo il pareggio di St. Etienne (1-1), con i
gol di Dodò (in fuorigioco di
centimetri) e il pareggio di Bayal Sall a inizio ripresa, davanti
ai 36.411 spettatori dello stadio
Geoffroy-Guichard, dove si è
vista una squadra vera, lontanissima dal gruppo di fantasmi
che era sceso in campo a Parma
sabato scorso. È stata una partita nella quale i nerazzurri hanno messo in campo tutto: idee,
corsa, gioco, voglia di riscatto,
determinazione, il tutto unito
da errori e imperfezioni, inevitabili per chi vive in perenne
emergenza, come si è capito
anche ieri, con Nagatomo in recupero e bloccato dalla febbre
Gol di Dodò, poi il pareggio del St.Etienne
Nerazzurri in crescita dopo il flop di Parma
e Guarin non ancora pronto.
Il merito maggiore dell’Inter
è stato quello di partire subito
forte, aiutata in questo dalle
energie dei ragazzi, da Mbaye a
Bonazzoli, all’esordio da titolare, lui che è del 1997, fino a Dodò, 22 anni, ma ormai una certezza, nonostante l’allergia alla
fase difensiva. Nella prima
mezz’ora i nerazzurri hanno
costruito 5 nitide occasioni, ma
la palla sembrava non volesse
entrare: stregata la porta per
Palacio, che molto ha corso per
gli altri, con una punizione a
due in area (retropassaggio al
portiere Ruffier di Bayal Sall)
murata da Tabanou. Le occasioni sono state accompagnate
da azioni finalmente ben costruite, come è successo sul
1
il punto
che manca
all’Inter in due
gare per essere
qualificata
5
i pareggi
dell’Inter in 14
gare in Francia,
5 le vittorie e 4
le sconfitte
gol, con Kuzmanovic che ha
dato a Mbaye, cross per Palacio,
testa, respinta di Ruffier e conclusione vincente di Dodò.
Il St. Etienne si è riorganizzato dopo il gol, ma senza spaventare l’Inter, quello che invece è successo nella ripresa,
quando si è capito quanto conti
il «fuoco verde», per dire dell’effetto trascinamento dei tifosi. Si è messa subito male per
l’Inter, raggiunta al 5’, sulla
conclusione del senegalese Bayal Sall, 29 anni, che ha sfruttato l’incertezza di Vidic. I francesi, che non segnavano in coppa
da 427 minuti, hanno continuato a spingere, ma l’Inter
non ha mai perso la testa, anche se Carrizo ha dovuto compiere soltanto una grande para-
St. Etienne
Inter
1
1
Marcatori: Dodò 33’ p.t.; Bayal Sall 5’ s.t.
ST. ETIENNE (3-4-3): Ruffier 6; Perrin 6,
Bayal Sall 7, Pogba 6; ThéophileCatherine 7, Lamoine 6, Clément 5,5,
Tabanou 6; Hamouma 6,5 (Van
Wolfswinkel 6 23’ s.t.), Erding 5
(Diomande 6 11’ s.t.), Gradel 6,5. All.:
Galtier 6
INTER (3-5-2): Carrizo 7; Andreolli 6,
Vidic 5, Juan Jesus 6; Mbaye 6,
Kuzmanovic 6,5 (Palazzi s.v. 37’ s.t.),
Medel 6, Kovacic 6 (Osvaldo s.v. 29’ s.t.),
Dodò 6,5; Bonazzoli 6 (Obi 5,5 21’ s.t.),
Palacio 6. All.: Mazzarri 6,5
Arbitro: Vincic (Slovenia) 6,5
Ammonito: Tabanou
Recuperi: 0’ più 3’
ta al 40’, sul tiro di Van Wolfswinkel. Non è stato un secondo tempo esaltante, quello
dell’Inter, ma si è vista una
squadra che sa soffrire, una
qualità indispensabile quando
si gioca in Europa e soprattutto
contro squadre che vivono
queste gare con grandissima
passione. Come ha spiegato
l’Équipe, era dal 1980 (Amburgo) che il St. Etienne non incontrava una squadra di così
grande prestigio.
Mazzarri è apparso rasserenato: «Dopo Parma, avevo chiesto alla squadra due o tre cose e
le ho viste. Per questo sono
soddisfatto. Questi ragazzi meritano di essere aiutati dai tifosi
domenica contro il Verona. La
squadra non deve giocare per
me, ma deve farlo per la maglia
e per l’Inter». Però la situazione
legata agli infortuni rimane di
piena emergenza: domenica
non ci saranno né Campagnaro, né Hernanes.
Fabio Monti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il Napoli vola col vento
Torino k.o. a Helsinki
Tripletta di De Guzman, Young Boys battuto
Sostituito l’arbitro, infortunato dopo 39’
NAPOLI La figuraccia dell’andata è cancellata. Il
Napoli batte 3-0 lo Young Boys, si riprende la vetta della classifica del gruppo I e, già che c’è, sistema anche il bilancio con gli svizzeri che a Berna
avevano vinto 2-0. Un successo meritato, agevolato da un primo gol molto fortunoso di De Guzman che, nel recupero del primo tempo, ha visto
un suo innocuo cross dalla trequarti spinto in
porta dal vento forte che si era scatenato sul San
Paolo. Se il Napoli aveva controllato il gioco nella
prima frazione, nella seconda la partita è stato
un autentico monologo azzurro, con altre due
reti ancora di De Guzman, scatenato: la prima, al
20’, su assist perfetto di Zapata, la seconda a 7’
dalla fine, quando l’olandese ha trasformato con
freddezza da due passi una palla rinviata malissimo da Rochat. E nel finale gloria anche per il
portiere Rafael che salva su Nikci. Il buon momento dei Rafa Boys continua.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Napoli
Young Boys
3
0
Marcatore
Marcatori: De Guzman 47’ p.t., 20’ e 38’
s.t.
NAPOLI (4-2-3-1): Rafael 6,5; Mesto 6 ,
Henrique 6, Koulibaly 6,5, Britos 6
(Ghoulam 6 38’ p.t.); Gargano 6,5, Inler
6,5; Mertens 6,5, De Guzman 8, Insigne 7
(Callejon s.v. 28’ s.t.); Zapata 6 (Higuain
s.v. 34’ s.t.). All.: Benitez 7
YOUNG BOYS (4-1-4-1): Mvogo 6;
Hadergjonaj 5, Von Bergen 5,5, Vilotic
5,5, Rochat 5; Sanogo 5; Steffen 6, Gajic
5 (Kubo 5,5, 15’ s.t.), Bertone 5,5,
Nuzzolo 5 (Nikci 6, 15’ s.t.); Hoarau 5
(Afum 5,5, 23’ s.t.). All.: Forte 5,5
Arbitro: Kenn 6
Recuperi: 3’ più 3’
● Quagliarella
ha segnato
al 45’ s.t.
Purtroppo
il suo gol è
arrivato troppo
tardi per
evitare al Toro
la prima
sconfitta
in Europa
Si interrompe l’imbattibilità europea del Torino. Nel gelo di Helsinki, su un campo sintetico
reso viscido da nevischio e ghiaccio (ne ha fatto
le spese l’arbitro Hunter, infortunato e sostituito
al 39’ dall’addizionale Crangle), i granata perdono 2-1 con l’Hjk e vengono scavalcati dal Bruges
al primo posto del gruppo B. Le possibilità di
qualificazione per il Toro restano intatte ma è un
brutto stop per la squadra di Ventura perché avvenuto contro un avversario decisamente modesto. Dopo il palo di Sanchez Miño nel primo
tempo, il Toro si è sciolto: con poche idee e poca
qualità, i granata hanno subito il ritmo e l’aggressività dei finlandesi e due gol su altrettanti
calci piazzati. Vantaggio di Baah, raddoppio di
Moren. In mezzo un tentativo di Larrondo di testa; troppo poco fino al forcing nel recupero dopo che Quagliarella aveva accorciato le distanze.
f. bon.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Hjk Helsinki
Torino
2
1
Marcatori: Baah 15’, Moren 36’,
Quagliarella 45’ s.t.
HJK HELSINKI (4-2-3-1): Doblas 6;
Sorsa 6, Moren 6,5, Baah 6,5, Lampi 6;
Annan 6,5, Lod 6; Savage 6,5, Vayrynen
5,5 (Perovuo s.v. 30’ s.t.), Zeneli 6,5
(Alho s.v. 41’ s.t.); Kandji 6,5 (Heikkila s.v.
45’ s.t.). All.: Lehkosuo 6,5
TORINO (3-5-2): Padelli 5,5; Glik 6,
Jansson 5,5, Gaston Silva 5; Darmian 6,
Benassi 5 (El Kaddouri 5 19’ s.t.), Gazzi 5,5,
Sanchez Miño 5,5, S. Masiello 5 (Molinaro
5,5 26’ s.t.); Quagliarella 6, Martinez 5
(Larrondo 6 10’ s.t.). All.: Ventura 5
Arbitro: Hunter 6, Crangle 5,5 39’ p.t.
(Nir). Ammoniti: El Kaddouri, Annan
Corriere della Sera Venerdì 7 Novembre 2014
SPORT
55
Serie B
Contro il Crotone lo Spezia insegue la vetta
Europei Under 21
Un girone di ferro per gli azzurrini
Federcalcio soddisfatta
Impianti sportivi, i Comuni possono investire
13ª giornata di serie B: oggi, ore 20.30: Spezia-Crotone; domani, ore
15: Bologna-Carpi, Brescia-Pescara, Catania-Varese, CittadellaLatina, Frosinone-Trapani, Lanciano-Livorno, Modena-Avellino,
Perugia-Entella, Vicenza-Pro Vercelli; lunedì, ore 20.30: BariTernana. Classifica: Carpi 24; Frosinone 22; Livorno, Bologna e
Trapani 21; Spezia e Avellino 20; Lanciano 19; Pro Vercelli e Perugia
17; Bari 16; Modena, Varese (-1) ed Entella 15; Brescia 14; Catania
12; Cittadella e Ternana 11; Pescara, Crotone e Vicenza 10; Latina 9.
Difficile pescare di peggio. Il sorteggio della fase finale dell’Europeo
Under 21 (in Repubblica Ceca) ha riservato agli azzurrini Svezia (18
giugno), Portogallo (21) e Inghilterra (24). Le partite si giocheranno a
Olomouc e Uherske Hradiste. Nell’altro girone Repubblica Ceca,
Germania, Danimarca e Serbia. Le prime quattro vanno all’Olimpiade
di Rio 2016. Se una dovesse essere l’Inghilterra (che non partecipa ai
Giochi) ci sarà uno spareggio tra le terze dei due gironi. Lunedì 17
novembre amichevole a Matera (ore 17) contro la Danimarca.
L’impiantistica sportiva resta fuori dal patto di Stabilità e i comuni
possono tornare a investire sullo stadio, un’ottima notizia per il calcio
secondo il presidente Figc: «Voglio ringraziare il governo perché si
sblocca una situazione di stallo che penalizzava oltre modo i Comuni
virtuosi intenzionati a investire», così Carlo Tavecchio dopo
l’approvazione dello sblocca Italia. E il d.g. Michele Uva: «Questa
decisione aiuterà pubblico e privato a trovare una nuova joint
venture per aprire una nuova stagione nel settore dell’impiantistica».
Pari col Paok
70
ANNI GIGI RIVA
Fiorentina
promossa
in rimonta
DAL NOSTRO INVIATO
Qualificata all’ultimo
respiro, grazie ad una punizione magistrale del capitano Pasqual. La Fiorentina entra nei
sedicesimi di Europa League
con due turni di anticipo, ma
senza sorrisi. La squadra di
Montella fa la partita dall’inizio
alla fine, attacca, spreca, ma ad
un minuto dal 90’ è sotto per la
rete segnata da Martens al 36’
della ripresa. L’orgoglio e la
rabbia la salvano da uno scivolone che avrebbe aumentano la
pressione prima della sfida
cruciale con il Napoli.
Il pari vale oro, ma conferma
le difficoltà che attraversano
l’anima viola e penalizzano il
suo gioco. La Fiorentina è bravina, generosa, ma come al solito troppo morbida e imprecisa, apparentemente senza fame e senza cattiveria. E pure distratta in difesa. I greci, che
dovevano vincere e invece badano solo a non prenderle, segnano l’unico gol della serata a
9 minuti dalla fine e sognano
l’impresa. Ci pensa Pasqual a
raddrizzare la traballante barca
viola. Gomez, titolare per la
prima volta dopo l’infortunio,
di strada ne deve fare tantissima. Nel primo tempo la squadra, più che provare a vincere,
cerca di far rompere il ghiaccio
al suo bomber. Una specie di
missione umanitaria. Fallita.
La Fiorentina sceglie il 4-3-3,
nella notte senza bagliori. Gonzalo dirige la difesa, Pizarro
guida il gioco alternando il giro
palla al lancio lungo, Cuadrado
e Vargas attaccano la profondità sugli esterni. La banda Montella costruisce sette occasioni
sino all’intervallo, tre nitide,
ma non sblocca il risultato. Gomez ne sbaglia due, una di testa e una di piede (nella ripresa
ne sprecherà una terza), abbastanza facili. È sempre al posto
giusto, ma deve migliorare la
mira. Clamoroso anche un errore di Cuadrado.
Nella ripresa la Fiorentina
mantiene il controllo dell’iniziativa, ma il ritmo si abbassa e
gli errori si moltiplicano. Per
cercare più velocità e intensità
negli ultimi sedici metri inserisce Marin per Lazzari. La scossa. Ma il gol lo segna Martens e
sino alla punizione all’incrocio
dei pali di Pasqual Firenze teme la beffa.
Alessandro Bocci
FIRENZE
Chi è
● Luigi Riva,
detto Gigi,
è nato
a Leggiuno
(Varese)
il 7 novembre
1944
● Dopo una
stagione nel
Legnano in C
(1962-63)
è passato
al Cagliari,
giocando in
rossoblù fino
al 1976, con
374 presenze
e 207 gol
● Con il
Cagliari
ha vinto
lo scudetto nel
1970 ed è stato
3 volte capo
cannoniere
della serie A
● In Nazionale
ha disputato
42 partite,
segnando
35 gol
(record tuttora
imbattuto): ha
vinto l’Europeo
nel ‘68, 2°
al Mondiale ‘70
Visto che pure il rombo di un
tuono perde la sua forza disperdendosi nei cieli, oggi Gigi
Riva, il Rombo di Tuono nato
da una geniale intuizione di
Gianni Brera, compie 70 anni.
A pensarci bene sembra impossibile che quel ragazzo
amante dei silenzi, il sinistro
come un fucile a raggi infrarossi per impallinare i portieri, si
sia fatto dribblare dalla vecchiaia. Gigi era l’essenza stessa
della gioventù, di un’Italia riemersa dalla guerra e baciata dal
boom degli anni Sessanta. I
suoi gol avevano il fascino e la
forza delle gesta di certi eroi
dei nostri studi classici e il fatto
che la sua bandiera fosse quella
del Cagliari, squadra appartenente alla periferia dell’impero
calcistico, contribuiva a trasformare egli stesso in un eroe.
Gigi è un uomo di lago che la
Sardegna ha trasformato in
qualcosa di molto simile a un
lupo di mare. Nato a Leggiuno,
provincia di Varese, il 7 novembre del ’44, quando il profondo
Nord stava consumando gli ultimi drammi di Mussolini e
della Repubblica Sociale Italiana, da ragazzino ha sfogato su
un pallone dolori e frustrazioni
per la perdita prematura di entrambi i genitori: «Quando
penso al mio lago, il lago Maggiore, mi si stringe sempre il
cuore. Il lago è l’infanzia, è papà e mamma, le mie sorelline.
La Sardegna però mi ha rapito».
Primi calci nel Laveno Mombello, dilettanti, poi a Legnano
in serie C prima del trasferimento a Cagliari, non ancora
diciannovenne, nell’estate del
’63: «Che anni, quegli anni. Irripetibili. Chi verrà dopo di noi
non sarà così fortunato». Da
Cagliari Gigi non si è più mosso: corteggiato da tutti i più
grandi club dell’epoca (Juventus in testa), corteggiato dalle
donne.
Mancino Gigi Riva esplode il suo sinistro. Ha vinto tre volte la classifica cannonieri e nel '70 ha guidato il Cagliari all’unico, storico scudetto
I gol e le gambe rotte
per l’Italia e Cagliari
«Mi hanno fregato
un Pallone d’oro»
❞
Quando
vinse
Rivera
mi dissero:
tra un anno
tocca a te.
Invece...
Oggi Gigi Riva compie 70
anni e 70 è uno dei numeri
chiave della sua mitologica esistenza. Nel ’70 le sue reti pilotano infatti il Cagliari e l’intera
Sardegna verso uno scudetto
che sarebbe rimasto unico, il
vecchio stadio Amsicora come
laboratorio e un allenatore filosofo come Manlio Scopigno.
Nel ’70, il 18 gennaio, realizza
uno dei suoi gol più belli: la rovesciata di Vicenza. Nel ’70,
con 21 reti, vince per la terza
volta la classifica dei cannonieri (le precedenti nel ’67 e nel
’69). Nel ’70, in azzurro, diventa
vicecampione del mondo firmando (il 17 giugno) la rete del
3-2 in Italia-Germania 4-3, se-
mifinale allo stadio Azteca di
Città del Messico, la partita del
secolo: e nel ’68 si era già laureato campione d’Europa. Nel ’70
si piazza terzo al Pallone d’oro,
alle spalle di Gerd Muller e
Bobby Moore, ma «quello è
stato un furto perché quando
l’anno precedente arrivai secondo dietro a Rivera gli organizzatori mi garantirono: l’anno prossimo lo diamo a te».
Gigi Riva in Nazionale ha
giocato 42 gare segnando 35
gol (la metà di 70, quando si
dice la coincidenza), record
che a tutt’oggi nessuno ha avvicinato, e alla patria ha donato
entrambe le gambe: nel ’67,
amichevole all’Olimpico con-
tro il Portogallo, si frattura il
perone, e nell’ottobre ’70 (sempre il 70 che ritorna nel suo destino) rimane vittima del killer
austriaco Hof che a Vienna gli
spezza tibia e perone, con il volo di ritorno in Italia che diventa in una via crucis: «L’ingessatura era così stretta che tutta la
gamba si gonfiò diventando
blu: ancora oggi ne patisco le
conseguenze».
Gigi ora comunque ci scherza sopra: «Quando incontrai
Hof più di un anno dopo in occasione della partita di ritorno
gli dissi: non fare il cretino,
non spaccarmi anche l’altra caviglia».
Oggi Gigi, storico team manager azzurro dal ’90 allo scorso anno, fa 70 e festeggerà da
Giacomo, l’amico del ristorante alla Marina che è ormai il
suo rifugio, con i due figli e le
quattro nipotine. Rombo di
Tuono è diventato nonno. Per
l’occasione il primo tavolo sulla sinistra vicino all’entrata,
quello che Gigi ha trasformato
nel suo piccolo trono e a cui
chi scrive ha avuto il privilegio
di accedere, rimarrà vuoto.
Tanti auguri Gigi, eroe di una
generazione che credeva nel
futuro!
Alberto Costa
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Milan
La difesa
perde i pezzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Fiorentina
Paok Salonicco
Difesa Milan in emergenza in
vista della sfida con la
Sampdoria di domani sera.
Pippo Inzaghi, per la gara che
vale l’aggancio al terzo posto,
dovrà fare a meno di Alex e
Abate e molto probabilmente
di Zapata. Mexes sarà il
sostituto, con Bonera sulla
fascia sinistra. A rischio pure
Honda, che ha la febbre.
Se il giapponese riuscirà a
recuperare, giocherà nel
tridente offensivo con Menez,
al centro, e El Shaarawy.
L’alternativa più probabile, in
assenza di Honda, dovrebbe
essere Bonaventura.
m.col.
1
1
Marcatori: Martens 36’, Pasqual 44’ s.t.
FIORENTINA (4-3-3): Tatarusanu 6;
Tomovic 6 (Babacar s.v. 41’ s.t.), Gonzalo
Rodriguez 5,5, Basanta 5, Pasqual 7;
Kurtic 5, Pizarro 6, Lazzari 6 (Marin 6,5
12’ s.t.); Cuadrado 5,5, Gomez 5, Vargas
6,5 (Borja Valero s.v. 25’ s.t.). All.:
Montella 6
PAOK (4-4-1-1): Glykos 6,5; Kitsiou 5,
Miguel Vitor 5, Katsikas 5, Spyropoulos
5,5 (Tzavellas s.v. 45’ s.t.); Salpingidis 5
(Martens 6 25’ s.t.), Tziolis 5,5, Tzandaris
5,5, Golasa 6; Pereyra 5 (Maduro 6 1’
s.t.); Athanasiadis 6. All.: Anastasiadis 5
Arbitro: Delferiere (Belgio) 5
Ammonito: Kitsiou. Recuperi: 1’ più 3’
Agenzia delle Dogane
e dei Monopoli
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Venerdì 7 Novembre 2014 Corriere della Sera
56
È improvvisamente mancato il Nobile
Don Teobaldo Durini
Conte di Monza Patrizio Milanese.- Lo abbracciano
la moglie Eugenia Mottola di Amato, i figli Alessandro e Narges con Ercole, Cristiana e Davide con
Alfonso Angelica e Eugenia, Giulio e Henrique.- Si
ringraziano l’Avvocato Paolo Marzano, il Dottore
Luciano Bordin e i membri della Fondazione Alessandro Durini per il sostegno di tanti anni e Pasquale, Adriana, Giovanni e Leonora per l’affettuosa assistenza. - Milano, 5 novembre 2014.
Partecipano al lutto:
– Salvatore e Luisa Carrubba.
La Fondazione Alessandro Durini è vicina alla famiglia di
Don Teobaldo Durini
Conte di Monza e lo ricorda con affetto come grande benefattore milanese per avere donato una importante collezione d’arte al Comune di Milano.
- Milano, 5 novembre 2014.
Un grande uomo, un grande amico, un grande
nonno.- Ciao
nonno
sarai sempre nei nostri cuori.- Alfonso, Angelica,
Eugenia. - Milano, 6 novembre 2014.
Giorgio e Anita con Roberta e Nicolò, Stefania,
Davide, Evelina e Andrea si stringono con molto
affetto ad Eugenia, Alex Narges Ercole, Cristiana
Davide Alfonso Angelica ed Eugenia, Giulio ed Henrique per la scomparsa del caro zio
Baldo
- Milano, 6 novembre 2014.
Cocca partecipa al dolore di Eugenia e dei familiari per la perdita del loro amato
Baldo
- Lesmo, 6 novembre 2014.
"Nessuno muore sulla terra finché vive
nel cuore di chi resta".
(Sant’Agostino)
Giovanni, Fabrizia, Lodovica, Costanza, Federico
ricordano
Teobaldo Durini
Conte di Monza. - Milano, 6 novembre 2014.
Per la scomparsa del carissimo indimenticabile
amico
Baldo
Francesca Fioruzzi con i suoi famigliari addoloratissima si stringe a Eugenia, Alex, Cristiana, Giulio
con affetto. - Milano, 6 novembre 2014.
Ale e Bea si uniscono al dolore di Eugenia, Alessandro, Cristiana e Giulio e con tanta nostalgia
avranno sempre nel cuore il ricordo di
Baldo
- Milano, 6 novembre 2014.
Alberto e Dida del Bono con Lupo e Maria, Corinna e Lorenzo, Pietro e Gioia e tutti i nipoti piangono la scomparsa del carissimo amico
Baldo
e abbracciano con grande affetto tutti i Durini in
ricordo del lungo periodo trascorso assieme negli
Stati Uniti. - Milano, 5 novembre 2014.
Domitilla, Nicoletta e Linda abbracciano con affetto Cristiana e sono vicine a tutta la famiglia per
la perdita del padre
Teobaldo Durini
- Milano, 6 novembre 2014.
Maria Luisa con Carlo, Camilla e Alessandra partecipa al dolore di Cristiana e di tutta la famiglia
per la perdita del papà
Teobaldo Durini
con l’affetto di una profonda amicizia.
- Milano, 6 novembre 2014.
Thierry Gabriella Cecilia e Federico sono vicini
con affetto a Cristiana e ai ragazzi per la perdita
del loro carissimo papà e nonno
Teobaldo Durini
- Milano, 6 novembre 2014.
Presidenza, direzione e soci tutti del Circolo
dell’Unione di Milano ricordano con profondo rimpianto il consocio
don Teobaldo Durini
conte di Monza, patrizio milanese; socio cinquantenario. - Milano, 6 novembre 2014.
Lisa Ciminaghi Meloni insieme a Vittorio, zia Pinuccia, e ai nipoti Elena, Francesca e Marco annuncia l’improvvisa dolorosa scomparsa di
Alberto Ciminaghi
La camera ardente è allestita presso la Casa Funeraria San Siro di Milano, via Amantea, dalle ore 8
alle ore 19.- I funerali saranno celebrati nella chiesa di San Giovanni Battista in Trenno (piazza Rosa
Scolari), per il giorno e l’ora contattare il n.
02.32867. - Milano, 6 novembre 2014.
Matteo Fabiani, Gabriella Gemo e Fabrizio Paschina, insieme a tutti i colleghi della Direzione Relazioni Esterne di Intesa Sanpaolo, si stringono con
affetto a Vittorio Meloni e alla sorella Lisa e partecipano al dolore per la perdita di
Alberto Ciminaghi
- Milano, 6 novembre 2014.
Si è spenta serenamente lasciando la vita terrena nella certezza di vivere per sempre nel cuore
dei suoi cari
Carla Ferrari
Ne danno il triste annuncio il fratello Gianfranco
con la moglie Dina, la nipote Dory con il marito
Giorgio e i pronipoti Valentina e Filippo.- I funerali
avranno luogo venerdì 7 novembre alle ore 11
presso la chiesa Santa Maria degli Angeli, piazzale
Diego Velasquez 1, Milano.- La famiglia ringrazia
sentitamente Giuliana e Patrizia per le affettuose
cure dedicate. - Milano, 5 novembre 2014.
I cugini Alfieri e loro famiglie sono vicini con affetto a Franco e Dory per la perdita di
Carla
- Milano, 6 novembre 2014.
"Avrei voluto restare con voi più a lungo...".
Con queste parole ci ha lasciato la nostra amatissima moglie, mami, omi, sorella e cognata
Johanna Baur
La salutiamo un’ultima volta lunedì 10 novembre
alle ore 15 nella sala del comiato del cimitero di
Bolzano.- Nei nostri cuori e nei nostri pensieri sarà
sempre con noi!- Con infinito affetto, il marito Ernesto, la figlia Linda con Johannes e Lotte, il fratello Siegfried, le sorelle Anni, Irmi ed Ilse con famiglie, i cognati Carlo, Mariano, Claudio e Loretta
con famiglie.- Vorremmo ringraziare di cuore la
Dottoressa Ketta Lorusso dell’Istituto dei Tumori di
Milano per la sua professionalità e la sua passione.
- Bolzano, 5 novembre 2014.
Roberto Colaninno, Presidente del gruppo Immsi
e Presidente e Amministratore Delegato del gruppo Piaggio; Matteo Colaninno, Vice Presidente del
gruppo Piaggio; Michele Colaninno, Amministratore Delegato e Direttore Generale del gruppo
Immsi; i componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale delle due società;
tutti i dirigenti e i dipendenti di Immsi e di Piaggio
sono affettuosamente vicini in questo triste momento alla famiglia dell’
Ing. Federico Martini
Dirigente Piaggio, di cui ricordano l’importante
contributo dato alla gestione e allo sviluppo del
gruppo. - Pontedera, 6 novembre 2014.
Stefano e Samantha Paoletti commossi per l’improvvisa scomparsa ricordano con grande affetto
la cara amica
Cristina
- Milano, 6 novembre 2014.
Aldo Subert e famiglia sono vicini ad Ermete in
questo doloroso momento per la perdita di
Cristina Belenchia
- Milano, 6 novembre 2014.
La famiglia annuncia la morte di
Benedetto Calcagno
accompagnato serenamente dall’affetto dei suoi
cari e dei suoi amici.
- Milano, 6 novembre 2014.
Il giorno 6 novembre 2014 è mancata all’affetto
dei suoi cari
Carmen Brigalli
Con profondo dolore ne danno l’annuncio i figli
Maria Concetta e Giovanni, il genero Ambrogio, le
nuore Anna e Valeria e i nipoti Marina, Costanza,
Paolo e Andrea.- I funerali si terranno lunedì 10
novembre 2014 alle ore 9 presso la parrocchia degli Angeli Custodi in via Pietro Colletta 21, Milano.
- Milano, 6 novembre 2014.
Dopo lunghe sofferenze è mancata
Regina Mercanti Anghileri
La piangono il compagno della sua vita Aronne Anghileri, la figlia Marialuisa Zecchini con Massimo e
Giulia, le sorelle Amalia e Maria, i cognati Ida, Guido con Olimpia, Rodolfo con Francesca, Wilma, Pinuccia e Giovanna.- Per informazioni sul funerale:
342.1954300.
- Cologno Monzese, 6 novembre 2014.
Il giorno 6 novembre 2014 si è spento serenamente
Franco Pirro
Ne danno la triste notizia la moglie Anna Maria
Mancini, i figli Emanuele con Marlene e Raimondo
e i nipoti Cristoforo, Goffredo e Ginevra.- I funerali
avranno luogo sabato 8 novembre alle 12 nella
chiesa di Santa Chiara a piazza Giuochi Delfici.
- Roma, 6 novembre 2014.
Il Presidente Francesco Morelli e tutti i colleghi
di IED, Istituto Europeo di Design, partecipano al
lutto per la scomparsa di
Riccardo Zarino
collaboratore fedele, collega e amico sapiente riservato e leale, con te nel cuore continueremo la
lunga avventura che ti ha visto protagonista per
tanti anni. - Milano, 6 novembre 2014.
È salita in cielo
Costanza Pierina Fresia
ved. Bianco
7 novembre 2013 - 7 novembre 2014
Giuseppe Casale
Giunti al primo anniversario della scomparsa di
Giuseppe il ricordo resta vivo e forte.- Noi tutti lo
pensiamo con affetto, e l’abbiamo sempre vicino
col nostro pensiero.- Per suggellare la nostra vicinanza abbiamo voluto una messa che si officerà,
sabato 8 novembre alle ore 18, presso la parrocchia Santa Maria Stella dell’Evangelizzazione, in
via Amsterdam, 5.- Per l’occasione noi, Angela e i
figli, saremo lieti di condividere con chi lo desidererà il ricordo di Giuseppe.
- Roma, 7 novembre 2014.
7 novembre 2003 - 7 novembre 2014
Walter Catallozzi
vive sempre nel cuore dei suoi cari.- Una messa
nella parrocchia del Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo alle ore 19.
- Roma, 7 novembre 2014.
7 novembre 2006 - 7 novembre 2014
Con immensa nostalgia della tua presenza Etta
e Alessandra ricordano l’
Avv. Giulio De Padova
marito e padre. - Lodi, 7 novembre 2014.
2006 - 2014
Carla Fontanini Tornari
Cara mamma, vivi nel mio ricordo, sempre dinamica, elegante, sorridente.- Maria Pia con Giancarlo. - Milano, 7 novembre 2014.
7 novembre 2010 - 7 novembre 2014
Con immutato affetto e tanta nostalgia Andrea
ricorda
Elena Pacchetti Ridolfi
- Milano, 7 novembre 2014.
Ne danno annuncio i figli Anna, Piero, Alberto con
zia Maddalena, gli adorati nipoti, pronipoti ed i parenti tutti. - Pavia, 6 novembre 2014.
La figlia Camilla e il marito Umberto annunciano
con grande dolore la scomparsa dell’amata
Milena Comini
stroncata da un male inesorabile.- Per informazioni sull’ora e luogo del funerale si prega telefonare
al n. 3358328690. - Milano, 6 novembre 2014.
Roberto con Mattia partecipa al grave lutto di Gigi, Emanuela e Alessandro per la scomparsa di
Maria Luisa Stagno
che se n’è andata lasciando un grande esempio di
vita. - Milano, 6 novembre 2014.
L’Accademia Nazionale dei Lincei annuncia con
profondo dolore la scomparsa del socio della classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche
Prof. Vincenzo La Rosa
- Roma, 7 novembre 2014.
Giorgio con Costanza, Giorgio e Minna, Paolo e
Grazia partecipa al dolore di Pinuccia e dei nipoti
per la scomparsa del caro fratello
Sergio Saporiti
RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano
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L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO
DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’
TARIFFE BASE IVA ESCLUSA:
PER PAROLA:
A MODULO:
- Gallarate, 6 novembre 2014.
Corriere della Sera
Necrologie: € 5,00
Adesioni al lutto: € 10,00
Solo anniversari,
trigesimi e ringraziamenti:
€ 300,00
Gazzetta dello Sport
Vittorio Busso
lo ricordano sempre i suoi cari con infinito affetto.
- Milano, 7 novembre 2014.
PER PAROLA:
Necrologie: € 1,90
Adesioni al lutto: € 3,70
Soledad, Alessandro, Caio e Maia Twombly
Franchetti ringraziano tutti per i messaggi di cordoglio arrivati per la scomparsa di
A MODULO:
Solo anniversari,
trigesimi e ringraziamenti:
€ 258,00
Don Enrique José Olivera
Padilla
ex sindaco della città di Buenos Aires.
- Roma, 7 novembre 2014.
2005 - 2014
Professoressa
Cesarina Tibiletti Marchionna
I figli e i suoi cari la ricordano con tanto affetto.
- Milano, 7 novembre 2014.
Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67
pagamento differito € 5,00
L’accettazione delle adesioni è subordinata
al pagamento con carta di credito
Servizio fatturazione necrologie:
tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30
fax 02 25886632
e-mail: [email protected]
Corriere della Sera Venerdì 7 Novembre 2014
SPORT
57
MotoGp
Rossi: «Nel 2015 punto al decimo titolo»
Basket
Rugby
Eurolega, l’EA7 Milano sfida il Panathinaikos Il maori Haimona guida l’Italia contro Samoa
Prime prove libere oggi a Valencia, ultima tappa del Motomondiale .
Già assegnati i titoli MotoGp (Marc Marquez) e Moto 2 (Tito Rabat),
resta aperta la lotta in Moto3 fra Jack Miller e Alex Marquez, fratello
di Marc, che insegue a 11 punti. In MotoGp sfida tutta in casa
Yamaha per il secondo posto tra Rossi e Lorenzo, indietro 12 punti.
Rossi, commosso in conferenza per gli elogi dei suoi rivali («Sono
imbarazzato...»), è in gran forma e pensa già al futuro: «L’anno
prossimo non sarà impossibile lottare per il decimo titolo mondiale».
Dopo essersi sbloccata con il successo di Monaco sul Bayern, l’EA7
Milano cerca stasera (ore 20.45, Fox Sports 2) due punti importanti
sul difficile campo di Atene contro il Panathinaikos nella 4ª giornata
dell’Eurolega di basket. I biancorossi, con una vittoria e due sconfitte,
sono costretti a inseguire in un girone caratterizzato da grande
equilibrio: anche il Turow, la formazione polacca presunta materasso,
ha conquistato i suoi primi 2 punti battendo il Bayern (89-78),
mentre il Barcellona ha vinto solo in volata sul Fenerbahçe (80-78).
Kelly Haimona, 28 anni, maori nato a Rotorua, giocherà mediano
d’apertura domani ad Ascoli nell’Italia che affronta Samoa (ore 15,
diretta tv su Dmax) nel primo dei tre test che gli azzurri giocheranno
a novembre (Argentina e Sudafrica le altre avversarie). Da segnalare
il rientro di Morisi al quale un anno fa, dopo un placaggio durissimo,
venne asportata la milza. La formazione: Masi; McLean,
Campagnaro, Morisi, Sarto; Haimona, Gori; Parisse, Favaro, Zanni;
Furno, Geldenhuys; Chistolini, Ghiraldini, Aguero.
Alonso: «Questa
è stata la mia
miglior stagione»
Ironia sulla Ferrari: «Campionato difficile»
DAL NOSTRO INVIATO
Gp Brasile
Oggi
ore 13: libere 1
ore 17: libere 2
Tv: SkySportF1
Domani
ore 14: libere 3
ore 17:
qualifiche
Tv: SkySportF1,
differita ore
23.20 Raidue
Domenica
ore 17:
Gp del Brasile
Tv: SkySportF1,
differita ore
21.45 Raidue
Mondiale
1. Hamilton
(Gbr)
316
2. Rosberg
(Ger)
292
3. Ricciardo
(Aus)
214
SAN PAOLO Aspettando Godot, o
più probabilmente la McLaren,
Fernando Alonso non ha ancora annunci da fare. Quelli oggi
li lascia alla Sauber, che ha ufficializzato l’ingaggio del brasiliano Felipe Nasr, test driver
della Williams. Allo storico team, la scuderia elvetica ha pure
soffiato la sponsorizzazione di
una banca brasiliana. La notizia
forse è un segnale: non è escluso lo zampino di Bernie Ecclestone, deciso a salvare i team in
difficoltà (ma prima di tutto il
suo giochino) nel momento in
cui queste scuderie tentano di
imbastire una proposta condivisa sui budget per replicare alla bacchettata delle squadre
maggiori: più fatti e meno lamentele.
D’altra parte se perfino la
Sauber dirotta su due piloti pa-
149
i punti
conquistati
da Fernando
Alonso,
6° in classifica
a 167 punti
dal leader
del Mondiale
Lewis Hamilton
196
i punti
conquistati
dalla Ferrari
(47 raccolti
da Raikkonen),
412 in meno
della Mercedes
campione
del mondo
Mayweather il più ricco
ma salgono i calciatori
Ronaldo (2°) e Messi (4°) nella top ten
Boxe Floyd
Mayweather,
84,7 milioni
Calcio Cristiano
Ronaldo,
64,5 milioni
Basket LeBron
James,
58,3 milioni
Calcio Leo
Messi, 52,1
milioni
Il pugile Floyd Joy Mayweather, 37 anni da
Grand Rapids, detto anche Pretty Boy Floyd e
Money Mayweather è, secondo Forbes, lo sportivo più pagato dell’anno. Negli ultimi 12 mesi,
grazie a un solo incontro, nel settembre 2013
contro Canelo Gonzalez, il campione del mondo
dei superwelter ha messo in banca 84,7 milioni
di euro. Ma la vera novità è che, per la prima volta, tra i 10 sportivi più ricchi ci sono due calciatori: Cristiano Ronaldo e Leo Messi (e chi sennò?).
In passato, la top ten era riserva di caccia di
pugili, golfisti, tennisti, giocatori di basket e di
football e se David Beckham riusciva ogni tanto
ad avvicinarsi all’upper class era più per le qualità di testimonial-modello-icona che per quelle
prestipedatorie.
Ma le cose cambiano e il calcio, che sta vivendo un momento di grande benessere (non in Italia, ovvio), dopo aver preso oro, argento e bronzo
nella classifica dei club di maggior valore (nell’ordine: Real Madrid, Barcellona e Manchester
United) tradizionalmente dominata dalle franchigie delle leghe professionistiche americane,
ha piazzato Ronaldo al 2° posto (64,5 milioni) e
Messi al 4° (52,1).
Tra i due migliori calciatori del mondo (in
coppia 141 gol solo in Champions, 71 l’argentino,
70 il portoghese), LeBron James, indiscusso numero 1 del basket che ha appena lasciato gli Heat
di Miami per tornare ai Cavaliers di Cleveland.
LeBron ha chiuso l’ultimo anno di lavoro con un
«utile» di 58,3 milioni. Quinto è un altro cestista, Kobe Bryant, Los Angeles Lakers, a quota
49,6 e 6°, in clamoroso calo con 49,3 milioni, Tiger Woods. Il crollo del fatturato della Tigre, primo (e unico) sportivo ad aver superato in carriera il miliardo di dollari, ha una ragione semplicissima: non vince un Major dal 2008.
Al 7° posto il primo tennista, Roger Federer —
naturalmente —, con 45,3 milioni; all’8° un altro
golfista, Phil Mickelson (42,9); al 9° Rafa Nadal
(35,9) e al 10° Matt Ryan, rappresentante superstite dei quarterback del football americano, che
gioca nei Falcons di Atlanta e porta a casa in 12
mesi 35,3 milioni di euro.
Domenico Calcagno
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ganti (il secondo sarà Ericsson), rischiando la grana legale
con Sutil sotto contratto anche
per il 2015, la crisi della F1 è di
un’evidenza innegabile. Ma
torniamo ad Alonso. Qualcosa
da dire, sorvolando sul suo futuro, in ogni caso ce l’ha. Ad
esempio, precisa di non aver
incassato aut-aut da Eric Boullier, d.s. della probabile nuova/
vecchia scuderia, la McLaren
appunto: «Non ho ricevuto alcuna deadline rispetto a eventuali accordi». Boullier, che era
stato intervistato dalla «Bild»,
dal canto suo ha sostenuto la
solita tesi dei giornalisti «lost
in translation».
Vabbé, tanto il teatrino dell’assurdo è all’epilogo: questioni di giorni, poi sul segreto
peggio conservato della F1 sarà
fatta luce e si potranno finalmente accantonare fantasie e
ipocrisie. Ne circolano a volon-
In uscita Fernando Alonso, 33 anni, agli ultimi Gp in rosso (Epa)
tà e lo spagnolo lo sa: «Hanno
detto che compero la Marussia
per un dollaro, oppure che sto
trattando con Gerard Lopez
della Lotus. Quest’ultima cosa è
vera, ma non c’entra la F1; c’entra il ciclismo».
Ah, ecco: a tutti era venuto
un colpo. D’altra parte Fernando, oltre a essere bravo nel surplace delle ammissioni, è uno
che non delude mai una conferenza stampa. Crudo nei concetti («La pioggia? Non basta
qualche goccia d’acqua a cambiare lo scenario, se fin qui hai
strappato appena due podi»),
diretto («Come si gestisce un
anno e più senza successi? Pensando che c’è chi è messo peggio»), oppure spiritoso («È stato un campionato difficile —
sottinteso: per la Ferrari —. Volevamo interrompere l’egemonia della Red Bull e in fondo ci
siamo riusciti; ma altri hanno
dominato e quindi non è cambiato nulla»), Alonso gioca la
carta ad effetto: «Questa è stata
la mia miglior stagione».
È una stoccata alla Rossa,
che non gli ha fornito una monoposto adeguata? Be’, fate
voi… Ma per levarsi i sassi dalle
scarpe ci saranno tempo e modo (civile, speriamo). Nell’attesa, Fernando trova spazio per
un bilancio del 2014 — il momento migliore è il podio dell’Ungheria; il peggiore è a
Suzuka, con il ritiro dopo tre
giri ma soprattutto con il terribile incidente di Jules Bianchi
— e per ammorbidire il commiato in arrivo. Posto che sceglierà il meglio per se stesso e
per la Ferrari, può essere l’addio al Cavallino la soluzione
ideale? «Se avvertirò che la
squadra avrà bisogno di nuove
motivazioni e di lavorare con
meno pressione, lo comprenderò». Interpretiamo: se sono
io il problema, mi faccio da
parte.
Flavio Vanetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Venerdì 7 Novembre 2014 Corriere della Sera
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di Maria Volpe
Carlo Conti
proclama
il vincitore
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untata finale (in vista
della finalissima del 28)
del varietà condotto da
Carlo Conti (foto) dove
personaggi noti si sfidano a
colpi di imitazioni. Tra loro
Rita Forte è Mina; Pino
Insegno è Buscaglione;
Veronica Maya è Madonna,
Barbareschi è Springsteen.
Il giudizio ai giurati Loretta
Goggi, Christian De Sica e
Claudio Lippi.
Tale e Quale Show
Rai1, ore 21.15
Bruce Willis
salva la Terra
Da oggi al 16 novembre Sky
Cinema Hits (canale 304)
diventa «Apocalypse»: una
programmazione dedicata,
24 ore su 24, ai disastermovie, oltre 40 film
catastrofici che raccontano
i pericoli che minacciano la
fine del mondo: asteroidi in
rotta verso la Terra,
invasioni aliene e ogni tipo
di catastrofe. Si parte con
Armageddon - Giudizio
finale con Bruce Willis.
Armageddon
Sky Cinema Apocalypse, ore 21
Speciale sulle sigle
di Augusto Martelli
Uno speciale per rendere
omaggio a Augusto
Martelli, autore delle più
famose sigle tv, scomparso
il 3 novembre. Un’occasione
per riascoltare le sigle che
hanno segnato un’epoca: da
Bim Bum Bam, a Ok il
prezzo è giusto, Il pranzo è
servito e Casa Vianello…
Che musica Maestro!
Mediaset Extra, ore 22.30
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Corriere della Sera Venerdì 7 Novembre 2014
59
Sul web
Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso
Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv
A FIL DI RETE di Aldo Grasso
Nostalgia di Antonicelli, il «commesso di libreria» della tv
Vincitori e vinti
I
n questi giorni, a Torino e a Sordevolo, due
giornate di convegno rendono omaggio a un
grande intellettuale e politico scomparso quarant’anni fa, Franco Antonicelli. Forse pochi
sanno che a condurre la prima trasmissione
dedicata ai libri, Il commesso di libreria, la Rai chiamò proprio Antonicelli. Di quella trasmissione, in
parte sperimentale, non c’è più traccia, ma dagli
scritti qualcosa si ricostruisce.
Amico di Croce, membro del Comitato di liberazione nazionale piemontese, Antonicelli ne ricopre
la carica di presidente nei giorni dell’insurrezione
di Torino. Nel dopoguerra, dopo un breve periodo
alla direzione del Partito repubblicano italiano,
BALLARO’
Massimo Giannini
Superata la politica:
dibattito in studio più Renzi
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noscenza del mercato e familiarità con il pubblico,
così difficile e svagato e, perché no?, gusto e voglia
di leggere, che non guastan davvero. È un informatore che sa di suo e dell’altrui, sfoglia i giornali di
annunzi editoriali, un poco anche le riviste letterarie, ritaglia persino qualche elzeviro».
Sulla base di questo stralcio, ci sarebbe da chiedersi perché la nostra tv non è mai riuscita a produrre un buon programma sui libri. Incompatibilità di linguaggi? Idiosincrasie? Trombonismo? Chissà, ma ci sarebbe anche da chiederci come mai oggi
il libro è diventato una merce come un’altra e come
tale in tv viene promossa.
aderisce nel 1953 all’Alleanza democratica nazionale partecipando attivamente alla battaglia contro la
«legge truffa».
Precettore privato di Gianni Agnelli, infaticabile
organizzatore di cultura, fonda e dirige l’Unione
culturale di Torino. La Rai allora era a Torino, e Torino era la città di Augusto Monti, Leone Ginzburg,
Cesare Pavese, Norberto Bobbio, Massimo Mila, Ludovico Geymonat.
«Chi è — si chiede Antonicelli — un buon commesso di libreria? È uno che sa di non essere lì a
vendere una merce come un’altra, ma qualcosa di
particolare qualità, da averci mani delicate, mente
svelta, buona memoria, senso di opportunità, co-
MADE IN SUD
Gigi e Ross
Vince il cabaret
«meridionalista» di Rai2:
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© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Venerdì 7 Novembre 2014 Corriere della Sera