Cenni storici sulla finanza locale in Italia (a cura di Muzi)

19/11/2014
Alcuni cenni storici sulla finanza pubblica
italiana
Economia e gestione delle amministrazioni pubbliche
A.A. 2014/2015
Prof. Giuseppe Catalano
Claudia Muzi
Matricola 1621247
Indice
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Cenni storici sulla situazione della finanza pubblica in Italia dagli
anni '60 ad oggi.
Il Trattato di Maastricht, il Trattato di Amsterdam e il Patto di
stabilità e crescita.
L'andamento dell'indebitamento netto e del saldo primario
italiano.
Cenni sull'andamento del rapporto debito pubblico/PIL dal 1960
ad oggi.
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Le origini del debito dello Stato
italiano
Sono da ricercare nelle politiche economiche attuate tra la fine
degli anni sessanta ed i primi anni ottanta, in cui si ebbe
sostanzialmente il rallentamento della crescita economica al
termine del boom economico e periodi di recessione legati alle crisi
petrolifere degli anni settanta.
Il debito pubblico italiano, dopo aver toccato il livello minimo dal
dopoguerra (32,6% del PIL) nel 1963, è cominciato a crescere
ininterrottamente fino ai primi anni novanta.
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Gli anni '60
Verso la metà degli anni '60, è stato sviluppato anche in Italia un
sistema di Welfare state, cioè sono stati introdotti programmi di
spesa sociale, in particolare previdenza, sanità e assistenza, per
andare incontro allo sviluppo economico di quegli anni.
Tuttavia, non si è assistito ad un altrettanto rapido aumento della
pressione fiscale.
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Gli anni '70
Sono state introdotte riforme che hanno esteso il Welfare state con
l'aumento del numero di beneficiari, delle prestazioni e dell'importo
medio delle stesse:
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Riforma tributaria: per le imposte dirette (1973), per le imposte
indirette (1974).
Istituzione di un nuovo sistema sanitario nazionale a carattere
universale (1978).
Le spese per sanità e
dell'andamento demografico.
pensioni
hanno
inoltre
risentito
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Gli anni '70
A causa degli effetti prodotti da:
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riforma tributaria del 1973-74 (sistema impositivo fondato su un
numero minore di tributi: IRPEF, imposte dirette, e IVA, imposte
indirette)
inflazione
si sono formati disavanzi crescenti che hanno alimentato la crescita
dello stock del debito pubblico.
Infatti il nuovo sistema avrebbe richiesto un quadro macroeconomico
di crescita e di stabilità dei prezzi, mentre si verificò la situazione
opposta.
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Gli anni '80
Sono stati caratterizzati da una nuova impennata della spesa
pubblica, sotto la guida di governi di coalizione democristiana e
socialista.
Nel 1981, con il divorzio tra Ministero del Tesoro e Banca d'Italia,
quest'ultima non è stata più obbligata a pagare il debito attraverso
l'emissione di moneta.
Da quel momento in poi c'è stata un' esplosione del debito
pubblico a causa degli alti tassi d'interesse offerti dai mercati per il
finanziamento della spesa pubblica italiana.
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Gli anni '90
Nel 1992, poco dopo la sottoscrizione del Trattato di Maastricht, la
lira è stata colpita da una grave crisi valutaria a cui è seguita una
pesante svalutazione.
Dal 1992 la politica economica del Paese è stata concentrata in
particolar modo sulla riduzione del disavanzo del bilancio delle
amministrazioni pubbliche e sulla conseguente riduzione del debito
nazionale.
Nel 1994 è stato raggiunto un indebitamento pubblico pari a 121,8%
del PIL.
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Gli anni '90
I governi italiani che si sono succeduti negli anni novanta si sono
orientati sui tagli alla spesa e sull'adozione di nuove misure per
aumentare le entrate.
Il risanamento finanziario è stato cominciato dal governo Amato,
mediante la contrazione della spesa al netto degli interessi e
l'inasprimento della pressione fiscale.
Venne portato a termine dal governo Prodi nel 1997, anno in cui
vennero raggiunti i valori dei parametri fiscali compatibili con l'entrata
nell'UEM.
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Il Trattato di Maastricht
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È stato firmato a Maastricht il 7 febbraio 1992 dagli allora 12
Paesi membri ed è entrato in vigore il 1º novembre 1993.
(In Italia il Ministro degli Esteri era Gianni De Michelis del VII governo
Andreotti.)
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Ha istituito una cittadinanza europea, rafforzato i poteri del
Parlamento europeo e varato l'unione economica e monetaria
(UEM).
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Il Trattato di Maastricht
Tra i vincoli da rispettare per l'entrata e la permanenza nell'UEM ci
sono:
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un disavanzo definito come Indebitamento netto delle AP non
superiore al 3% del PIL.
un rapporto debito pubblico/PIL non superiore al 60%.
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Il Trattato di Amsterdam e il Patto di
stabilità e di crescita
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E' stato firmato ad Amsterdam il 2 ottobre 1997 dagli allora 15
paesi dell'Unione Europea ed è entrato in vigore il 1º marzo
1999.
(In Italia il Ministro degli Esteri era Lamberto Dini del governo Prodi).
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Integra i contenuti del Trattato di Maastricht per gli aspetti
relativi alle Procedure per i disavanzi eccessivi (PDE).
I Paesi si impegnano “a rispettare l'obiettivo di una situazione di
bilancio a medio termine comportante un saldo vicino al
pareggio o positivo”, pena l'applicazione di sanzioni.
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Il Patto di stabilità e di crescita
Una serie di problemi e alcuni elementi di debolezza hanno portato
all’introduzione di prime modifiche sostanziali al PSC nel Consiglio
europeo tenutosi a Bruxelles il 22-23 marzo 2005.
Ulteriori modifiche sono state apportate nel dicembre 2011 per il
rafforzamento della disciplina di bilancio e il coordinamento delle
politiche fiscali.
Nel 2012 è stato approvato il Fiscal Compact, che ha introdotto la
regola del “pareggio di bilancio” ovvero del saldo strutturale delle AP.
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Dagli anni '90 ad oggi
Dal 1992 sono stati realizzati avanzi primari.
In particolare nel 1997, anno di ingresso nell'UEM, venne
realizzato un avanzo record pari al 6,6% del PIL e la più
consistente riduzione dell'indebitamento netto, che passa da 7 a
2,7% del PIL in un solo anno.
La crisi del 2008 ha portato a un azzeramento dell'avanzo primario
negli anni successivi e un indebitamento netto fortemente
eccedente la soglia del 3%.
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Fig. 1. Indebitamento netto e saldo primario delle AP in % del PIL.
Fonte: P.Bosi, Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2012 (cap.2, p.90).
L'indebitamento netto nel 1970 è pari a circa il 3% del PIL, raggiunge il 12.1% nel 1985,
anno di maggiore squilibrio (I Governo Craxi 4 agosto 1983 – 27 giugno 1986).
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Fig. 2. Andamento del debito pubblico italiano in rapporto al PIL dopo il 1960.
Fonte: Dati FMI.
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Tab. 1. Aumento del deboito pubblico nell'Eurozona.
Fonte: Il Sole 24 Ore, 3 dicembre 2013.
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Cenni sul debito pubblico italiano
L'ammontare del debito pubblico è di oltre duemila miliardi di euro
e impatta ogni anno nelle casse dello Stato, in termini di interessi,
per circa 85-90 miliardi di euro.
Gli interessi cumulati sono tra le principali cause della crescita del
montante finale del debito.
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Cenni sul debito pubblico italiano
Dal secondo trimestre del 2007 l'Italia è il Paese che ha visto
crescere meno di tutti, nell'area euro, il debito pubblico nominale
(quello che comprende anche il tasso di inflazione).
Dal 2007 al 2013 (stime) il PIL a prezzi costanti (al netto
dell'inflazione) è crollato in Italia dell'8,65%.
Per questo motivo il debito/PIL è tornato a salire in Italia.
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Bibliografia e sitografia
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P. Bosi, Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2012.
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www.esteri.it
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europa.eu
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Vito Lops, Il debito pubblico è il «peccato originale» dell'Italia? Ma i dati
dicono che cresce meno di tutti i Paesi euro. Mentre il Pil... , 03 dicembre
2013, www.ilsole24ore.com
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