Pianista EVGENI BOZHANOV

Con il Patrocinio di
Sala Verdi del Conservatorio – Via Conservatorio, 12 – Milano
Lunedì, 24 novembre 2014 – ore 21.00
SERIE «A» 2014/2015
EVGENI BOZHANOV
Pianista
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FREDERIC CHOPIN (1810 – 1849)
Sonata in si minore op. 58
Allegro maestoso; Scherzo (molto vivace); Largo; Finale (presto ma non tanto)
MAURICE RAVEL (1875-1937)
La Valse
TŌRU TAKEMITSU (1930 – 1996)
Rain Tree Sketch
FREDERIC CHOPIN
Sonata in si bemolle minore op. 35
Grave; Agitato; Scherzo; Marcia funebre
FRANZ LISZT (1811-1886)
Mephisto-Valzer
EVGENI BOZHANOV
Nato a Russe in Bulgaria nel 1984, iniziò la sua formazione musicale all’età di sei anni. Il suo debutto
in pubblico avvenne all’età di dodici anni nella sua città natale, esibendosi con un Concerto di
Mozart. Tra il 1999 e il 2010, nel pieno sviluppo della sua carriera concertistica, si trasferì in
Germania. Ha conseguito premi in numerosi concorsi (Sviatoslav Richter a Mosca, Queen Elisabeth
a Bruxelles e Van Cliburn a Fort Worth, Texas). Sebbene fosse il favorito dal pubblico al Concorso
pianistico internazionale Chopin di Varsavia nell’ottobre 2010, non vinse il primo premio; ne seguì
un dibattito sulla stampa polacca con numerosi inviti per recital e concerti con orchestra. Nel 2011 si
è esibito a Bruxelles ed è stato in tournée in Giappone con il Terzo Concerto di Beethoven e Primo
Concerto di Chopin, ha partecipato alla terza stagione di Abu Dhabi Classics con l’Orchestra
Nazionale della RAI, ha inaugurato il Festival di Sofia, ha suonato al Festival de Piano di Lille, al
Festival La Roque d´Anthéron e al Bad Kissingen Summer Festival. In agosto a Varsavia, ha
inaugurato il Chopin Festival suonando il Concerto n.1 con la Filarmonica di Varsavia, oltre a un
recital che è diventato un CD. Nella stagione 2011/2012 ha debuttato inoltre alla Philharmonie di
Berlino, al Royal Festival Hall di Londra, al Suntory Hall di Tokyo e a Radio France a Parigi; con
l’Orchestra Nazionale della RAI, sotto la direzione di Juraj Valcuha, ha suonato al Musikverein di
Vienna, Bratislava e Friburgo, ha effettuato una tournée in Giappone con la Deutsche Sinfonie
Orchester Berlin e Yutaka Sado e ha tenuto recital in varie città europee (Monaco di Baviera,
Düsseldorf, Lahti, Stoccolma etc...). La sua terza tournée in Giappone è culminata in un recital al
Suntory Hall. Il suo CD “Frédéric Chopin” ha ricevuto il “Preis der Deutschen Schallplatten Kritik”.
Ha debuttato per Serate Musicali l’11 marzo 2013.
FREDERIC CHOPIN - Sonata in si minore op. 58
Non è difficile determinare l’anno di nascita della Sonata op. 58. «Non ho più scritto nulla, dalla
vostra partenza» scrive Chopin al cognato e alla sorella, nell’agosto '45. Ma una settimana prima
del Natale ‘44 la Sonata era già stata offerta sia a Schlesinger che a Breitkopf. Dunque il periodo
si riduce tra inizio settembre (data di partenza della sorella), e il 28 Novembre, (data del rientro
di Chopin a Parigi da Nohant, l’unico luogo ove gli riusciva di comporre con tranquillità).
Dedicata all’allieva contessa de Perthuis, moglie dell’aiutante di campo di Luigi Filippo, la
Sonata ebbe grandi riconoscimenti. Schumann la lodò e Kalkbrenner il terribile (che aveva
minacciato di prendere Chopin come allievo ... ma questi si era difeso con le unghie e coi denti)
gli chiese addirittura di insegnarla a suo figlio (!). Ma non basta. Le parrucche sapienti del
Conservatorio di Parigi ne proposero il I Movimento come pezzo imposto per la loro sezione
femminile. Ma ciò nel 1848. Poi la stessa Sonata fu bersaglio di altre parrucche e parrucconi e
ne seppe qualcosa il nostro Alfredo Casella che nel 1896 aveva 12 anni e voleva iscriversi al
Conservatorio di Parigi. Allo scopo aveva dunque preparata questa immensa e meravigliosa
ultima Sonata di Chopin, ma il saggio suo maestro Diémer (Louis), d’imperio gliela fece
sostituire, per qualcosa di «meno arido» (tra Mendelssohn, Bach e Sgambati). Per non dir degli
strali del teorico e terribilissimo V. D'Indy. Ma l’op. 58 ha tutt’altra classicità di forme
comparata alla precedente op. 35 (la «Funebre»). Si direbbe che Chopin avesse avuto fretta di
concludere l’op. 35. Tanto che il Finale ne risultò telegrafico: quel «borbottio tra 2 voci»
all’unisono (com’egli lo descrisse), della durata inferiore a un telegramma (70-80 secondi). I
Tempi dei virtuosi erano destinati ad accorciarsi (e a succedersi i primati di velocità in mancanza
di meglio). Ma già il Tempo eseguito «di Chopin» non poteva superare il minuto e mezzo. E il
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verso del Carducci, non è forse un involontario commento: «Come un corteo nero/che,
brontolando in fretta in fretta va»? Altra fatica, altro il lavoro prestato per fornire la sua III
Sonata di un vero Finale. Di fronte alla precedente Sonata «funebre» (fondata su 2 soli veri
Tempi), alla III non manca alcuno dei 4 Tempi. Ma qui lo stesso Liszt obietta che l’op. 58 è più
costruita che ispirata (e certo pensava alla «Funebre», che proprio nel suo instabile equilibrio,
nel suo intuirsi autobiografia dell’incompiuto, nei finali messaggi al vento e al silenzio, si rivela
più carica di fato). Delle tre Sonate (1828, 1839, 1844), a parte la prima opera giovanile, l’op. 4 e
in parte scolastica, le altre due, op. 35 e op. 58, appaiono come due monumenti graniticamente
contrapposti. Scritta poco avanti la rottura con la Sand, la Sonata op. 58, in si minore, non pare
in questo senso affatto biografia, anzi una reazione imprevista al destino e alla malattia
imminente e progressiva. Sembra un progetto affermativo, ne tradisce un «cupio dissolvi», in
alcuno dei suoi Tempi e neppure nel Finale, che non rifiuta nemmeno il virtuosismo ad hoc: joie
de jouer, joie de vivre. Il primo tempo, (Allegro maestoso, in 4/4), crogiolo, o miniera di Temi,
sovrasta tutti gli altri (come già il Primo Tempo dell’op. 35). L’incipit è orchestrale. Il II Tema è
del sublime italianista che sappiamo. La riesposizione del Tema di inizio è omessa, come già
nell’op. 35. Così l’interesse è spostato sul secondo tema, trasposto in si maggiore. Lo Scherzo
(Molto vivace, in 3/4) è in mi bemolle, non ha il carattere demoniaco dello Scherzo dell’op. 35.
Meravigliosamente fluido, anzi liquido, ha il Trio in si; modello di scrittura à la Chopin,
potrebbe fare da pezzo imposto, per un concorso di virtuosismo poetico. Il Finale (quasi Rondò),
dà alibi a molti d’esser considerato alla stregua di una pagina «politica», a glorificazione della
Patria. Andrebbe dunque ad allinearsi alle grandi Polacche «politiche» e in ispecie alla Coda della
Polacca op. 61. Uno degli elementi «di prova» sarebbero le otto fatali battute di apertura,
marziali, a mo’ d’Introduzione. «Presto, non tanto» è indicazione forse sibillina, se si considera la
velocità un fatto anti-matematico, come la Poesia, o la Verità, in ogni caso più vicina
all’illusionismo che alle cifre. Qui poi è in gioco la sacra Maestà della Polonia. Il II Tema ne è
uno dei fondamenti e il secondo, con la vertigine dei suoi arabeschi, ha molte e grandi libertà,
ma non quella di «smentire l’Eroe».
MAURICE RAVEL - La Valse
La Valse, «Poema coreografico», già commissione di Diaghilev, fu scritta a Lapras, tra dicembre
‘19 e aprile ‘20. Alla I versione, per pianoforte, seguì a breve quella per due pianoforti. Da
quella poi, la versione orchestrale che l’ha fatta conoscere al mondo. La coreografia non vide la
luce se non nel maggio ‘29, per le scene di A. Benois e i Balletti di Ida Rubinstein. La versione a
due pianoforti, invece, fu «creata, al Kleiner Konzerthaussaal di Vienna, con l’autore e il suo
amico Alfredo Casella (23 ottobre 1920). «L’apoteosi del Valzer viennese», è assai lontana da le
«Valses nobles et sentimentales», dello stesso Ravel. Apoteosi tragica, cupio dissolvi, l’invisibile
Impero che sprofonda, qui non si gioca: né col nobile, né col sentimentale. L’intellettualismo, se
c'è, è nella tecnica. L’affresco è storico. Sorta di Coda infinita (quasi ad libitum) di una Valse che
non fu mai scritta e che è la sola che ci ritornerà, dopo l’Apocalisse. Potrebbe essere un quadro
di Turner o il suo equivalente, il distinguo tra malinconia e tragedia, la finitezza d'un Valzer che
fu realmente scritto.
TŌRU TAKEMITSU- Rain Tree Sketch
Ci sono tre composizioni di Takemitsu sul tema di Rain Tree: Rain Tree Sketch del 1982 e Rain
Tree Sketch II (1992, in memoria di Olivier Messiaen). Sono fra le composizioni per pianoforte
più eseguite dal compositore, le cui tracce risalgono al Trio con percussioni del 1981. Rain Tree
(Albero della pioggia) è usato come metafora dell’acqua circolante nel cosmo seguendo le
modalità compositive di Messiaen per costruire un insieme di immagini evocative. Il suo intento
artistico era di espandere le possibilità della musica e di esprimersi mediante la creazione di un
linguaggio universale. Il titolo deriva dal romanzo Atama no ii, Ame no Ki di Kenzaburo Oe: «è
stato chiamato albero della pioggia perché il suo abbondante fogliame continua a gocciolare
dalla notte al mezzogiorno successivo, dal momento che possiede centinaia di minuscole foglie,
delle dimensioni di un dito, che conservano l’umidità, a differenza di altri alberi che seccano
molto prima. Non si tratta forse di un albero ingegnoso?».
Da un’intervista del 1993 a Tōru Takemitsu: «La mia musica è come un giardino e io sono il
giardiniere. Ascoltare la mia musica è come camminare in un giardino e osservare i cambiamenti di luce,
atmosfera, struttura … La mia musica è stata criticata talvolta per essere fuori moda; forse sono vecchio, ma
io guardo al passato con nostalgia. I compositori alcune volte sono spaventati dall’idea di usare la tonalità, ma
noi possiamo usare qualsiasi sistema dalla tonalità all’atonalità, questo è il nostro tesoro. Lo posso dire perché
sono giapponese».
FREDERIC CHOPIN - Sonata in si bemolle minore op. 35
Rivoluzionaria dall’A alla Z è l’opera 35, dalla dolorosa, disperata cadenza iniziale
dell’inafferrabile e tempestosa volata dell’ultimo movimento. Nella sonata tradizionale l’accento
principale è posto, di solito, sul primo movimento, quello, abitualmente, scritto in forma di
sonata, appunto. Chopin questo baricentro lo sposta sul terzo movimento, la famosa Marcia
funebre, che così, con i suoi toni ora declamatori, ora intimamente sofferti, ora
straordinariamente onirici, diviene il nucleo e motivo del lavoro. E non solo: Chopin assorbe
virtualmente in questa Marcia funebre anche il quarto movimento, della durata di una manciata
di secondi, dove il ritmo cadenzato della marcia va a sperdersi nel nulla, nel nulla disperato di
questa enigmatica pagina di musica, dove virtuosismo digitale e virtuosismo mentale,
virtuosismo emotivo, se così si può dire, si sposano alla perfezione. Vogliamo tentare un
confronto con l’ultima Sonata beethoveniana? Nell’op. 111, Beethoven dopo aver scardinato
completamente lo schema, termina nel silenzio, dove si polverizza il tema dell’Arietta: un’oasi di
pace. Chopin, dopo aver fatto più o meno altrettanto, termina in modo opposto, scagliando,
dopo un indescrivibile turbinio, un accordo perentorio, indescrivibilmente inquieto. Per
Schumann il Finale non era musica. Nato nella cella della certosa di Valldenosa, tale acustica
anomala potrebbe aver influito o creato un’allucinazione. O C. dubitava di potersi superare,
fornendo un Tempo angolare, dopo il primo? Il brontolio indistinto del corteo che si scioglie
80-90 secondi), fu intenzione di C., che escludeva leggende di sorta. Divenne «venti sulle
tombe» (A. Rubinstein), poi alibi per velocità pura (con la m.s. costretta al terribile unisono con
la destra). I secondi scendono a 70, poco più. Qualcuno impiega una vita a tentare il primato.
Rachmaninov ne dà la perfetta versione teatrale, Arturo Benedetti Michelangeli l’anti-teatrale.
Ignorati Friedman (possibile primatista) e Cherkassky, che ci spiegò perché rinunciava al
cronometro. Quanto alla Marcia funebre, «grandiosa senza precedenti» per qualcuno, Busoni
suonò il Trio, con suono di «cornetta» e Bülow lo trovò ripugnante. Lenz disse: «È la pietra di
paragone. Confine tra pianisti e poeti». Nessun «pp» è qui sufficiente. Il vero primato sta qui.
Torna l’incubo di C. da reincarnare: ma come si fa, se aveva le dita di Elfo?
FRANZ LISZT - Mephisto-Valzer
Intorno al 1859, Franz Liszt scrisse due brani orchestrali ispirati al poema epico Faust del poeta
austro-ungherese Nikolaus Lenau. Il secondo di questi brani, intitolato inizialmente “Danza
nell’osteria del villaggio”, divenne poi, in versione pianistica, il celebre Mephisto-Valzer. Il brano è,
senza alcun dubbio, una delle interpretazioni musicali più suggestive del mito faustiano; in esso
l’iniziale spunto di danza si fa pretesto per una musica ricca di ambivalenze e di ambiguità, ma
anche traboccante, nell’episodio centrale, “espressivo amoroso”, di una inaspettata, seducente
dolcezza. In conclusione, il ritmo turbinoso e un po’ meccanico del Valzer riprende il
sopravvento, conducendo a un finale travolgente. Il diavolo usa l’attrazione sessuale per irretire
Faust, ma la scena, più che passionale, è triste e dolce. Il riso schernitore del diavolo sta nella
scrittura virtuosistica. Forse vi è un elemento autobiografico addirittura, dal momento che Liszt
sentiva quasi che la sua stregoneria pianistica fosse una sorta di patto con il diavolo, che lo
aveva sviato dalla sua vocazione religiosa primaria.
PROSSIMI CONCERTI
Lunedì 1 dicembre 2014 – ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio)
(Valido per A+F; A; COMBINATA1; A1; ORFEO 2)
ORCHESTRA ANTONIO VIVALDI – Dir. LORENZO PASSERINI –
Pf. LEONORA ARMELLINI
L. V. BEETHOVEN Concerto n. 1 in do maggiore op. 15 ; Sinfonia n. 7 in la maggiore op. 92
Biglietti: Intero € 30,00 – Ridotto € 25,00
Lunedì 15 dicembre 2014 – ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio)
(Valido per A+F; A; COMBINATA2; A2; ORFEO 2)
CROATIAN RADIOTELEVISION SYMPHONY ORCHESTRA – Dir. NICOLA
GIULIANI - Pianista MARTINA FILJAK
B. BERSA Idyll “My wedding day” op. 25b - J. BRAHMS Concerto n. 2 in si bem. magg. op. 83 - E.
GRIEG Peer Gynt “Suite” da op. 46 e op. 55 - P. I. CIAIKOVSKI Lo Schiaccianoci, Suite op.71a
Biglietti: Intero € 30,00 – Ridotto € 25,00
Lunedì 22 dicembre 2014 – ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio)
(Valido per A+F; A; COMBINATA1; A1; ORFEO1)
ORCHESTRA FILARMONICA “A. TOSCANINI” – Dir. e Solista ANDREA BACCHETTI
J. S. BACH Sei Concerti per tastiera e orchestra d’archi: BWV 1052; BWV 1053; BWV 1054; BWV1055;
BWV 1056; BWV 1058
Biglietti: Intero € 30,00 – Ridotto € 25,00
GLI AMICI PROPONGONO
* Lunedì 15 dicembre 2014, ore 18.00 - Sala del Grechetto - Biblioteca Sormani
(Via F. Sforza,7)
Presentazione a cura di Vincenza Patrizia Iannone del libro «Al pianoforte con Claude Debussy» di
Marguerite Long. Traduzione di V. P. Iannone (Ed. Wip, Bari 2014)
Interventi musicali a cura degli allievi della scuola di pianoforte del Conservatorio di Milano
* Martedì 16 dicembre 2014, ore 18.00 - GAM - Galleria d’Arte Moderna (Via Palestro)
Storia dell’Operetta in tre appuntamenti a cura di Luca Scarlini: III Appuntamento
Un genere a lungo snobbato e ora “riscoperto” presentato da Luca Scarlini, saggista, drammaturgo,
storyteller in scena, spesso insieme a cantanti e attori. Insegna all’Accademia di Brera, collabora con
numerosi teatri e festival in Italia e all’estero e ha già tenuto sull’operetta una serie di trasmissioni per
Radio3.
ASSOCIAZIONE «AMICI DELLE SERATE 2013/2014
MUSICALI» 2022001122013/2014ICALI»
Presidente Onorario Isabella Bossi Fedrigotti
Soci
Eva Malchiodi
Luigi Crosti
Denise Banaudi
Giuseppina Maternini
***
Roberto Fedi
Umberto e Giovanna
Filippo Monti
Soci Fondatori
Ugo Friedmann
Bertelè
Lucia ed Enrico Morbelli
Carla Biancardi
Jacopo Gardella
Elisabetta Biancardi
Luisa Consuelo Motolese
Franco Cesa Bianchi
Camilla Guarneri
Mimma Bianchi
Anna Chiara Nalli
Giuseppe Ferreri
Vincenzo Jorio
Maria Brambilla Marmont Lilli Nardella
Emilia Lodigiani
Miriam Lanzani
Giancarlo Cason
Mirella Pallotti
Enrico Lodigiani
Lucia Lodigiani
Egle Da Prat
Stefano Pessina
Luisa Longhi
Mario Lodigiani
Piero De Martini
Francesca Peterlongo
Stefania Montani
Paolo Lodigiani
Maya Eisner
Giuseppe Pezzoli
Gianfelice Rocca
Maria Candida Morosini Donatella Fava
Gian Pietro Pini
Luca Valtolina
Rainera e Mario Morpurgo Carlo e Anna Ferrari
Raffaella Quadri
Amici Benemeriti
GianBattista Origoni Della Maria Teresa Fontana
Giorgio Rocco
Alvise Braga Illa
Croce
Bianca e Roberto Gabei
Noris Sanchini
Fondazione Rocca
Adriana Ragazzi Ferrari Matilde Garelli
Giustiniana Schweinberger
Ulla Gass
Giovanna e Antonio Riva Felicia Giagnotti
Antonietta Scroce
Thierry le Tourneur d’Ison Elisabetta Riva
Giuseppe Gislon
Maria Luisa Sotgiu
Società del Giardino
Giovanni Rossi
Maria Clotilde Gislon
Giuseppe Tedone
Amici
Paola e Angelo Sganzerla Ferruccio e M.Teresa Hurle Adelia Torti
Giovanni Astrua Testori Alessandro Silva
Giuliana e Vittorio Leoni Vivere l’Arte
Maria Enrica Bonatti
Maria Luisa Sotgiu
Maurizia Leto di Priolo Graziella Villa
Valeria Bonfante
Marco Valtolina
Giuseppe Lipari
Giuseppe Volonterio
Luigi Bordoni Beatrice Wehrlin
Maria Giovanna Lodigiani
Centromarca
Gabriella Magistretti
Hans Fazzari
«SERATE MUSICALI» AMICI STORICI
Fedele Confalonieri
Mediaset
Giuseppe Barbiano di
Belgiojoso
Ugo Carnevali
Roberto De Silva
Roberto Formigoni
Gaetano Galeone
Società del Giardino
Gianni Letta
Mario Lodigiani
Roberto Mazzotta
Francesco Micheli
Arnoldo Mosca Mondadori
Silvio Garattini
Robert Parienti
Paolo Pillitteri
Fulvio Pravadelli
Quirino Principe
Gianfelice Rocca
Fondazione Rocca
Carlo Sangalli
Fondazione Cariplo
Luigi Venegoni
Giuseppe Ferreri
Banca Popolare di Milano
Camera di Commercio di
Milano
Publitalia
*****
Diana Bracco
Martha Argerich
Marina Berlusconi
Cecilia Falck
Vera e Fernanda Giulini
Emilia Lodigiani
Maria Grazia Mazzocchi
Conservatorio G. Verdi Milano
Francesca Colombo
Stefania Montani
Cristina Muti
Simonetta Puccini
Rosanna Sangalli
Elisso Virsaladze
Juana Zayas
Flavia De Zigno
Bianca Hoepli
*****
Carlo Maria Badini
Alberto Falck
Oscar Luigi Scalfaro
Giovanni Spadolini
Leonardo Mondadori
Giuseppe Lodigiani
Giancarlo Dal Verme
Tino Buazzelli
Peter Ustinov
Franco Ferrara
Franco Mannino
Carlo Zecchi
Shura Cherkassky