PERCORSI DI ETICA - Aracne editrice

PERCORSI DI ETICA
COLLOQUI

Direttore
Luigi A
Università degli Studi di Macerata
Comitato scientifico
Antonio D R
Università degli Studi di Padova
Francesco M
Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
Marie-Anne V
Université “Paul Verlaine” de Metz
Comitato redazionale
Carla C
Università degli Studi di Macerata
Donatella P
Università degli Studi di Macerata
Maria Teresa R
Università degli Studi Roma Tre
PERCORSI DI ETICA
COLLOQUI
La collana presenta percorsi di riflessione che attraversano le frontiere — antiche e nuove — dell’etica, analizzando questioni emergenti
all’incrocio tra filosofia e vita, e cercando di coniugare, in prospettiva interdisciplinare, il lessico della responsabilità, le forme della
reciprocità e le ragioni del bene.
La collana si articola in due sezioni: la prima (“Saggi”) ospita studi
monografici come risultato di ricerche personali; la seconda (“Colloqui”) raccoglie dialoghi a più voci, costruiti a partire da un progetto
organico, verificato e condiviso nell’ambito di seminari e gruppi di
discussione.
La ricerca di una coerenza di fondo fra i nuclei tematici presi in
esame e il metodo dialogico della loro elaborazione fa della collana
un prezioso strumento critico, in grado di alimentare il dibattito etico
contemporaneo alla luce di istanze fondamentali di cura e promozione
dell’umano.
La collana è peer reviewed.
Pubblicazione realizzata con il contributo del Dipartimento di Scienze della Formazione, dei Beni Culturali e del Turismo dell’Università di Macerata (fondi di
ricerca ex-%).
Vie della Fenomenologia nella Post–Modernità
Phenomenological Paths in Post–Modernity
Confronto con la fenomenologia della vita
di Anna-Teresa Tymieniecka
A Comparison with the Phenomenology of Life
of Anna-Teresa Tymieniecka
Atti del Convegno di Roma, – gennaio 
Tomo I
a cura di
Daniela Verducci
Contributi di
Aneta E. Adamczyk
Luisa Avitabile
Daniela Bandiera
Gianfranco Basti
Angela Ales Bello
Christine Berthold
Irene Angela Bianchi
Renato Boccali
Franco Bosio
Denisa Butnaru
Andrea Carroccio
Agostino Cera
Pio Colonnello
Alessandro Cordelli
Vincenzo Costa
Carmen Cozma
Antonio De Luca
Ubaldo Fadini
Ludovico Galleni
Nicoletta Ghigi
Alessandro Giostra
Attila Grandpierre
Maria Avelina Cecilia
Lafuente
Olga
Louchakova–Schwartz
Patrizia Manganaro
Giuliana Fabris
Mazzocato
Massimo Mezzanzanica
Piotr Mróz
Cezary Józef Olbromski
Anna Maria Pezzella
Silvana Procacci
Aurelio Rizzacasa
Konrad Rokstad
Thomas Ryba
Dario Sacchi
Mina Sehdev
Anisoara Sandovici
Mobeen Shahid
Mario Signore
Jan Szmyd
Francesco Totaro
Anna–Teresa
Tymieniecka
Luigi Vallebona
Daniela Verducci
Copyright © MMXIV
ARACNE editrice S.r.l.
www.aracneeditrice.it
[email protected]
via Raffaele Garofalo, /A–B
 Roma
() 
 ----
I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,
di riproduzione e di adattamento anche parziale,
con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.
Non sono assolutamente consentite le fotocopie
senza il permesso scritto dell’Editore.
I edizione: settembre 
Indice

Presentazione
Daniela Verducci

Lungo il nuovo sentiero della fenomenologia della vita.
Testimonianza di una fondatrice
Anna–Teresa Tymieniecka

La fenomenologia della vita di Anna–Teresa Tymieniecka.
Breve profilo tematico–evolutivo
Daniela Verducci
Introduzione

Genesi e percorsi della Fenomenologia nel Novecento
Angela Ales Bello

Vivere l’essere. La sfida post–moderna raccolta dalla
fenomenologia della vita
Daniela Verducci
Parte I
Nuovi orientamenti fenomenologici

Proposte per una “filosofia prima” della vita
Franco Bosio

Una “buona ragione” per filosofare. Tra Lebenswelt e
Lebenskunst
Mario Signore
VII
VIII
Vie della fenomenologia nella post-modernità

Edmund Husserl, Edith Stein, Tommaso d’Aquino.
Trascendentale moderno e trascendentale classico
Gianfranco Basti

La metafisica di trascendenza come saturazione
dell’orizzonte fenomenologico
Dario Sacchi

La ricettività trascendentale: soggettività e datità
Vincenzo Costa

Intenzionalità e spontaneità vitale della creatività
nella Fenomenologia
Nicoletta Ghigi

The call for creative philosophizing in a postmodern time
Carmen Cozma

Phenomenology, nature and culture. Receptivity and
creativity of the human being
Maria Avelina Cecilia Lafuente

A paradox of the New Enlightenment. The “endangered” self
in the path(o)s of individualizing life
Olga Louchakova–Schwartz

Creatività e artificio. A partire dall’antropologia filosofica del
’
Ubaldo Fadini
Parte II
Confronto con la fenomenologia della vita di A.–T. Tymieniecka

Role of Anna–Teresa Tymieniecka’s philosophy in the
Post–Modern World. Cognitive optimism, innovativeness
and creativity
Jan Szmyd
Indice

IX
Anna–Teresa Tymieniecka’s Logos of Phenomenology
Piotr Mróz

Crisi del logos e logos della vita. Autopoiesi e alterità tra
fenomenologia della vita e teoria dei sistemi
Massimo Mezzanzanica

Feeling and the Logos of Life. Tymieniecka, Whitehead and
Zubiri
Thomas Ryba

Thinking the unthought–of ? The phenomenological
philosophy of A.–T. Tymieniecka in–between Husserl and
Merleau–Ponty
Konrad Rokstad

Re–founded bodies. A project for a phenomenology of
disability through A.–T. Tymieniecka’s phenomenology
of life
Denisa Butnaru

Human formation through virtue in the “Phenomenology
of Life”
Ani¸soara Sandovici
Parte III
Antropologia, scienze umane e della natura

The second nature of man. A phenomenological analysis of
human being between nature and culture
Silvana Procacci, Aurelio Rizzacasa

The Category of the « Now » as the Intersubjective of the
Others: A Beyond–Ethical outlook
Cezary Józef Olbromski
X
Vie della fenomenologia nella post-modernità

Il corpo vivo. Analisi fenomenologica e competenza
performativa
Patrizia Manganaro

Dalla passione all’empatia. Dal corpo alla mente in Edith
Stein
Giuliana Fabris Mazzocato

Per una possibile fenomenologia della formazione
Anna Maria Pezzella

La responsabilità più grande. Amare tra sofferenza e ripresa
Antonio De Luca

Le creazioni della psiche in una prospettiva ontopoietica
Mina Sehdev

La questione del finalismo nell’approccio fenomenologico
alle scienze della vita. La scuola latina e quella tedesca
Alessandro Cordelli, Ludovico Galleni

La crisi delle scienze e la fenomenologia della vita in
prospettiva storico–teologica
Alessandro Giostra

A model–independent method to analyze the logic of world
models
Attila Grandpierre
Parte IV
Varia phaenomenologica

Teoria e prassi in Husserl. Una nuova relazione
Irene Angela Bianchi

L’esperienza del “come–se” nella fenomenologia husserliana
Daniela Bandiera
Indice

XI
La nozione di Umwelt come radice del concetto husserliano
di Lebenswelt
Andrea Carroccio

The problem of the Lebenswelt between Husserl and Gaos
Pio Colonnello

Per un ethos filosofico. Il caso Löwith
Agostino Cera

Merleau–Ponty e l’ontopoiesi della vita nell’intreccio
uomo–animale
Renato Boccali

Merleau–Ponty e la letteratura. Note per un approccio
fenomenologico a Claude Simon e a Juan José Saer
Luigi Vallebona

Approaching the far away. Stefan Zweig’s biography of
Magellan
Christine Berthold

Dalla fenomenologia alla filosofia del dramma. Le strade
della filosofia di Józef Tischner
Aneta E. Adamczyk

Ontopoiesi, autopoiesi. Sistemi biologici e giustizia
Luisa Avitabile

La mistica islamica. Alla luce della fenomenologia
dell’esperienza religiosa di A. Ales Bello
Mobeen Shahid
Conclusioni

A.–T. Tymieniecka’s Phenomenology of Life. Recollection
and Prospects
Thomas Ryba
XI
Vie della fenomenologia nella post-modernità

Some remarks about ontopoiesis as new metaphysics
Francesco Totaro

Bilancio e Prospettive
Angela Ales Bello

Gli autori
Vie della fenomenologia nella post-modernità
ISBN 978-88-548-7578-4
DOI 10.4399/97888548757841
pag. 1–8 (settembre 2014)
Presentazione
D V
Da quando François Lyotard ha rilevato l’affermarsi post–moderno
dell’incredulità nei confronti delle meta–narrazioni di legittimazione
dei saperi moderni , sempre più pressante si è fatta l’esigenza di inventariare le risorse teoretico–metafisiche ancora disponibili nella nuova
situazione di pensiero, da J. Habermas denominata “post–metafisica” .
Di tale esigenza si sono fatti interpreti l’International Society for
Phenomenology and the Sciences of Life, affiliata al World Phenomenology
Institute e presieduta da Francesco Totaro dell’Università di Macerata,
il Centro Italiano di Ricerche Fenomenologiche (CIRF) di Roma, guidato da Angela Ales Bello dell’Università del Laterano e il Centro Studi
e Ricerche “Edith Stein” (CSES) di Roma, diretto da Anna Maria Pezzella dell’Università del Laterano, quando nel  hanno diramato il
call for papers per il Convegno Internazionale: “Sentieri fenomenologici nella Post–Modernità. Confronto con la fenomenologia della vita di
Anna–Teresa Tymieniecka”/Phenomenological Paths in Post–Modernity.
A comparison with the Phenomenology of Life of Anna–Teresa Tymieniecka,
che si sarebbe tenuto a Roma, presso l’Auditorium della Pontificia Università “Antonianum”, dal  al  gennaio . L’iniziativa ricevette il
patrocinio della Presidenza della Repubblica Italiana, dell’Ambasciata
della Repubblica Federale Tedesca in Italia, dell’Università di Macerata
e dell’Università di Bari. Il Dipartimento di Filosofia e Scienze umane
dell’Università di Macerata, oggi Sezione del Dipartimento di Studi
Umanistici, il World Phenomenology Institute, Banca Intesa e Banca delle
Marche apportarono il loro fondamentale sostegno e contributo.
. J.–F. L, La condizione post–moderna. Rapporto sul sapere, trad. it. di C. Formenti,
Feltrinelli, Milano , p. ; tit. orig.: La condition postmoderne. Rapport sur le savoir, Les
Editions des Minuit, Paris .
. J. H, Il pensiero post–metafisico, trad. it. di M. Calloni, Laterza, Roma–Bari
; tit. orig.: Nachmetaphysisches Denken. Philosophische Aufsätze, Suhrkamp, Frankfurt am
Main .


Daniela Verducci
Gli studiosi partecipanti furono invitati a cogliere e ad individuare inediti sentieri–di–senso nella “liquida” compagine culturale del
nostro tempo, che trova le funzioni e le strutture di pensiero consolidate impotenti ad afferrarla e comprenderla . E poiché J. Habermas
aveva pure evidenziato quanto la flessione fenomenologica della teoresi mantenesse tuttora la vitalità per nuove germinazioni di senso,
al contrario della filosofia analitica, dello strutturalismo e del neo–
marxismo già da tempo giunti al loro “postismo” , nel call for papers
del convegno romano si richiese anche di privilegiare il confronto con
le prospettive fenomenologiche più recenti e innovative, tra le quali
spiccava la fenomenologia della vita di Anna–Teresa Tymieniecka.
A tutta prima, l’impresa sembrava non solo provocatoria ma addirittura disperata: come dalla dominante mentalità tardo–novecentesca,
neo–positivistica, decostruttivistica, nichilistica, sarebbe potuta scaturire qualche novità relativamente al rinvenimento di un logos unitario, capace di ritessere una rete di senso per il complesso della viva
esperienza umana e dell’essere tutto?
Invece proprio questo è accaduto e la Post–Modernità — fin qui
caratterizzata filosoficamente solo dalla caduta in disuso delle grandi
narrazioni di senso e quindi dalla perdita, da parte dei fenomeni, della
rete teoretica che fino a quel momento li “salvava” dalla dispersione,
dalla frammentazione e dalla incomunicabilità reciproca — si è rivelata
essere l’incubatrice di nuovi sentieri di senso [cfr. infra: G. Basti], certo
ancora privi di quella esplicita capacità di complessiva articolazione
dell’orizzonte ontologico, che solo una nuova sistematica metafisica
potrà fornire, ma già reale auspicio di un prossimo New Enlightenment
[cfr. infra: O. Louchakova–Schwartz].
La stessa qualità post–metafisica della teoresi post–moderna è così
cambiata di segno, nella misura in cui, sulle dinamiche correnti, applicate a polverizzare l’edificio ontologico–metafisico, divenuto ormai
heideggerianamente mero ricettacolo della semplice presenza dell’ente, e/o a gettarsi alle spalle la metafisica, quale stadio superato del
sapere, soppiantato da quello scientifico–positivo, si è rilevato, piuttosto, l’imporsi crescente dell’intenzione di ripensare la metafisica sia
. Z. B, Vita liquida, trad. it. di M. Cupellaro, Laterza, Roma–Bari ; tit.
orig.: Liquid Life, Polity Press, Cambridge .
. H, Il pensiero post–metafisico, cit., p. .
Presentazione

per rinnovarne l’impresa originaria di trovare un senso ai fenomeni
sia anche per approfondire la questione metafisica del senso e far
progredire la ricerca fenomenologica del senso del senso.
Diffusa è divenuta, ormai, del resto, la convinzione che la filosofia
dell’essere della tradizione — antica, cristiana, moderna illuministica
e romantica — sia giunta al termine della sua bimillenaria parabola e
non sia più in grado di veicolare la transizione a quell’ampliamento
dell’orizzonte di senso, che le inedite esperienze conoscitive, affettive e pratiche della Post–Modernità e le nuove entità e procedure
dell’essere–artificiale tecnologico sollecitano. Il rischio più grave da
scongiurare a questo punto è, anzi, che, mentre ci lamentiamo per la
fine della metafisica e ci sfiniamo per mantenere al suo simulacro una
parvenza di vitalità, la nuova germinazione di trascendenza che sta
emergendo ci sfugga né le prestiamo le cure, di cui necessita, per irrobustirsi e rivelare il nuovo essere comunicativo di senso che andiamo
cercando.
La rinascente istanza filosofica è, infatti, critica in senso eminentemente costruttivo perché non intende affatto propiziare il tramonto
della metafisica e dell’ontologia tradizionali; al contrario essa vuole
conseguire la riapertura della vigente sistematizzazione ontologica
oggettivante, per promuoverne l’integrazione con una metafisica degli atti o meta–antropologia, secondo l’espressione di M. Scheler ,
che sia portatrice di quei fattori di soggettivazione, per i quali non
ci si limita a contemplare l’essere–che–è, ma di esso si interpretano
e si portano ad essere anche le potenzialità inespresse, instaurando,
con l’apporto imprescindibile della condizione creativa/produttiva
d’essere della soggettività umana, una sinergia e un potenziamento
ontologici efficaci non solo intersoggettivamente ma per la totalità
cosmica.
Alla Fenomenologia fondata da Husserl agli inizi del Novecento
e poi sviluppatasi sulla base dell’approfondimento descrittivo e teoretico sempre più raffinato dei fenomeni–di–vissuto (Erlebnisse), con
la messa a fuoco della dimensione eidetica dell’esperienza vissuta,
delle dinamiche intenzionali di costituzione del mondo da parte della
. M. S, Weltanschauung filosofica, in R. R (a cura di), Lo spirito del
capitalismo e altri saggi, Guida, Napoli , p. ; tit. orig.: Philosophische Weltanschauung,
in Gesammelte Werke, hrsg. von M. Frings, Francke Verlag, Bern–München, IX, , pp.
–.

Daniela Verducci
coscienza, del radicamento di quest’ultima nell’intersoggettività e
nel pre–categoriale del mondo–della–vita, va il merito di aver tenuto
viva l’esigenza teoretica in tempi di “deflazionamento dell’extraquotidiano”, per usare un’espressione habermasiana . Ma il rilancio della
teoresi nell’infinito dello spazio e del tempo cosmici è certo dovuto
allo scavo ulteriore, che Anna–Teresa Tymieniecka ha condotto nel
sottosuolo della concezione d’essere della tradizione, anche fenomenologica, fino a conseguire la scoperta del logos ontopoietico della
vita [cfr. infra: A. Ales Bello]: esso non solo forma, ma addirittura
sostanzia l’intera mathesis del divenire dell’essere [cfr. infra: F. Totaro],
come si può verificare, seguendo il diramarsi dell’Imaginatio Creatrix
negli atti degli individui umani i quali, semplicemente vivendo ovvero
interpretando e mettendo–in–atto la loro esistenza in modo spontaneamente creativo, producono la loro auto–individualizzazione d’essere.
Per questo gli atti creativi dell’uomo si rivelano molto più intrinseci
alla condizione umana vivente nell’unità–di–tutto–ciò–che–è–vivo di
quanto non siano mai stati gli atti della conoscenza intuitiva e razionale. In essi, inoltre, confluisce l’intero costruttivismo della natura, quale
spontaneità subliminale dell’elemento cieco della natura che possiede
però virtualità per un’individualizzazione non solo vitale ma anche
specificamente umana . Il logos ontopoietico della vita si attesta così al
livello di quella trascendenza immanente che l’essere umano vivente
sa esprimere e praticare, anche se F. Nietzsche la vagheggiò invano
[cfr. infra: D. Verducci].
I contributi che compongono questi due volumi rappresentano,
dunque, altrettanti tentativi di inventariare e gettare luce di senso su
quegli aspetti dell’esperienza umana che la moderna metafisica del
soggetto o anche la tradizionale filosofia dell’essere non hanno voluto
o potuto investire di attenzione e interesse. Non a caso, gli interventi
della Parte I sono volti alla ricognizione dei Nuovi orientamenti fenomenologici e invitano a comporre una “filosofia prima” della vita [cfr.
infra: F. Bosio], a ritrovare una “buona ragione” per filosofare [cfr.
infra: M. Signore], a innestare il trascendentale moderno su quello
. H, Il pensiero post–metafisico, cit., p. .
. A.–T. T, Creative experience and the critique of reason, « Logos and Life » –
Book , « Analecta Husserliana », XXIV (), Kluwer Academic Publishers, Dordrecht–
Boston–London–Tokyo, p. .
Presentazione

classico [cfr. infra: G. Basti], a evidenziare il passaggio fenomenologico
verso una metafisica di trascendenza [cfr. infra: D. Sacchi]. Il veicolo essenziale per avanzare nel nuovo orizzonte di senso, che così si
delinea, è riconosciuto nella soggettività creativa [cfr. infra: N. Ghigi,
C. Cozma], individuata anche come ossimorica ricettività trascendentale [cfr. infra: V. Costa], tra ricettività, creatività e artificio [cfr. infra:
M.A. Cecilia Lafuente, U. Fadini], che gli atti umani esibiscono, e
non senza affrontare la tipica malattia post–moderna, che vede « The
“endangered” self in the path[o]s of individualizing life » [cfr. infra: O.
Louchakova–Schwartz].
Sullo sfondo di tale riconquistata, generale e ampia prospettiva di
novità, nella Parte III, Antropologia, scienze umane e della natura e nella
Parte IV, Varia phaenomenologica si propone una sorta di rassegna di
numerosi fenomeni emergenti nella Post–Modernità, fin dall’Età della
Crisi. Primo fra tutti è il fenomeno umano a porsi nella sua rinnovata
eppure inedita enigmaticità, tra natura e cultura [cfr. infra: S. Procacci,
A. Rizzacasa], passione e empatia [cfr. infra: G. Fabris Mazzocato], corpo vivo e performatività [cfr. infra: P. Manganaro], amore e dolore [cfr.
infra: A. De Luca], creatività psichica e libertà [cfr. infra: M. Sehdev]. E
ancora: nell’“ora” quale punto sorgivo della relazione intersoggettiva
[cfr. infra: C. Olbromski] o nell’intreccio uomo–animale [cfr. infra: R.
Boccali]. In stretto collegamento con la problematicità antropologica
si sviluppa poi il tema etico, scandagliato in Husserl [cfr. infra: I.A.
Bianchi], in K. Löwith [cfr. infra: A. Cera], nella filosofia del dramma
di J. Tischner [cfr. infra: A. Adamczyk], e si pone la questione giuridica
del rapporto tra autopoiesi e ontopoiesi ovvero tra sistemi biologici e
giustizia [cfr. infra: L. Avitabile]. Le nozioni di Lebenswelt tra Husserl
e José Gaos [cfr. infra: P. Colonnello], di Umwelt [cfr. infra: A. Carroccio] e del “come se” in Husserl [cfr. infra: D. Bandiera] trovano il
loro spazio d’indagine accanto alla documentazione delle risultanze
provenienti dalla fenomenologia della formazione [cfr. infra: A.M.
Pezzella] e dalle comparazioni con la mistica islamica [cfr. infra: M.
Shahid]; ricognizioni vengono effettuate sulla crisi delle scienze [cfr.
infra: A. Giostra] e sulla questione del finalismo nelle scienze della
vita [cfr. infra: L. Galleni e A. Cordelli], fino all’elaborazione di « a
model–independent method to analyze the logic of world models »
[cfr. infra: A. Grandpierre]. Anche la letteratura respira un’attesa di novità, « approaching the far away » nella figura di Magellano [cfr. infra: C.

Daniela Verducci
Berthold] e praticando un originale accostamento a là Merleau–Ponty
a Claude Simon e Juan José Saer [cfr. infra: L. Vallebona].
I sette saggi della Parte II, dedicata al Confronto con la fenomenologia
della vita di A.–T. Tymieniecka, evidenziano il ruolo cruciale che la filosofia di A.–T. Tymieniecka può svolgere nel mondo post–moderno, in
cui è in grado di porre in atto atteggiamenti anticiclici quali: « cognitive
optimismus, innovativennes and creativity » [cfr. infra: J. Szmyd], nella
misura in cui ha saputo inaugurare una nuova critica della ragione e
fenomenologia del logos, fino alla scoperta dell’autentico logos fenomenologico nel “Logos of Life” [cfr. infra: P. Mróz]. Al logos tradizionale
in crisi, la Tymieniecka porge il supporto del logos della vita, che non
è affatto imperscrutabile e indeterminato, come riteneva G. Minsch,
ma, al contrario, trova nella vivente creatività umana il “punto archimedeo” per riformulare una visione metafisica della relazione tra
l’uomo e il cosmo tutto [cfr. infra: M. Mezzanzanica]. Il logos della
vita, infatti, non è appena razionale; esso, negli scritti più recenti della
Tymieniecka, risulta anche “sentience”, “feeling”, sebbene resti ancora relativamente oscura la « mechanics of feeling with respect to
the Logos of Life », che perciò si tenta di lumeggiare nel confronto
con il pensiero di A. Whitehead e X. Zubiri [cfr. infra: Th. Ryba]. E
tuttavia nell’orizzonte di senso che scaturisce dal logos of life, assunto
come principio del divenire ontologico, tutto si trova per così dire
nuovamente “imparentato” e lo stesso rapporto tra filosofi, per esempio tra Husserl, Merleau–Ponty e A.–T. Tymieniecka, si caratterizza
« more like a family–relationship than a relationship of pure theoretical
learning » [cfr. infra: K. Rokstad]. Anche la dimensione etica, rivisitata dal punto di vista del logos of life, ritrova il suo posto nella rete
delle interconnessioni con l’interezza esistenziale e riacquista fiducia
nella « human life as an individualisation within its own potentiation–
updating of self–projection and self–fulfilment in the given world »,
ovvero nell’azione di quel dinamismo proprio della vita umana, creativo di virtù e di bene, che sembrava perduto per sempre nel nostro
tempo scandito solo da regolamenti disattesi [cfr. infra: A. Sandovici].
La stessa fenomenologia del corpo, ereditata da Merleau–Ponty, può
essere rivisitata nei termini della logica della vita, elaborata da A.–T.
Tymieniecka, e applicata, così ermeneuticamente arricchita, alla fenomenologia della corporeità relativamente a soggetti sia motoriamente
disabili che impossibilitati a muoversi [cfr. infra: D. Butnaru].
Presentazione

In tutto ciò si concretizza quella che ora, dopo la conclusione
della vicenda terrena di Anna–Teresa Tymieniecka, accogliamo come
la sua eredità di pensiero. Anna–Teresa Tymieniecka ci ha lasciato
sabato  giugno , ma della sua scomparsa nessuno potrà ripetere
quello che Martin Heidegger ebbe a dire in mortem di Max Scheler:
« una via della filosofia si è chiusa! ». Tutta l’opera filosofica di A.–T.
Tymieniecka è stata volta, infatti, ad aprire nuovi sentieri filosofici e a
costruire una comunità di cultori di fenomenologia che quei sentieri
volessero percorrere e diramare nell’immanenza alla interalità infinita
dell’essere.
Sta in questa vitalità, creativa e comunicativa insieme, il segreto
del successo che ha coronato la sua istancabile attività di ricerca fenomenologica, concretizzatasi nella fondazione di The World Institute for
Phenomenological Research and Learning (WPI) e delle Società internazionali affiliate: The International Husserl and Phenomenological Research
Society, The Sociedad Ibero–Americana de Fenomenologia, The International Society of Phenomenology and Literature, The American Society for
Phenomenology, Fine Arts and Aeshtetics, presieduta da Patricia Trutty–
Coohill del Siena College di Loudonville NY e The International Society
for Phenomenology and the Sciences of Life con Presidente Francesco
Totaro dell’Università di Macerata.
Quasi  volumi della nota serie editoriale « Analecta Husserliana »,
oltre che le pubblicazioni della serie « Islamic Philosophy and Occidental Phenomenology in Dialogue », entrambe attualmente editate
da Springer, e i  numeri dell’annuario « Phenomenological Inquiry » documentano l’operosità della comunità fenomenologica raccolta
intorno ad Anna–Teresa Tymieniecka e la fecondità scientifica della
sua fenomenologia del logos ontopoietico della vita, sviluppata nei 
volumi della serie Logos and Life e nei  recentissimi volumi della serie
The Fullness of the Logos in the Key of Life.
Nei presenti Atti si può leggere il discorso che A.–T. Tymieniecka
ha pronunciato a conclusione del Convegno, il  gennaio , giorno
in cui ella ha ricevuto la medaglia del Presidente della Repubblica Italiana ed è stata anche diramata la notizia dell’avvenuta beatificazione
di Giovanni Paolo II, oggi santo. In tale discorso di ringraziamento
. M. H, Andenken an Max Scheler, in P. G (hrsg. von), Max Scheler im
Gegenwartsgeschehen der Philosophie, Francke, Bern , pp. –.

Daniela Verducci
in lingua italiana, l’ultimo pronunciato in pubblico, la Tymieniecka
ha enunciato il suo testamento filosofico, auspicando che la ricerca
di fenomenologia della vita, che finora aveva riguardato il livello terreno delle passioni umane, potesse finalmente indirizzarsi al cielo e
« adempiere al compito immane di mostrare come la costituzione oggettiva dipenda da quello che io chiamo, il dinamismo architettonico
geocosmico del tutto, il quale dal cielo si estende su tutta la terra, ed
anche su tutto l’umano » [cfr. infra: A.–T. Tymieniecka].
Questa stimolante eredità di ricerca teoretica resta ora affidata a
tutti gli amici di A.–T. Tymieniecka, che mai dimenticheranno la sua
grande anima, nel proseguire la preziosa opera intellettuale ed umana
di ricostruzione di un orizzonte d’essere adeguato alle sfide dei nostri
giorni, che ella ha perseguito con instancabile assiduità e indubbio
successo.
Daniela Verducci
University of Macerata, Italy
[email protected]