SILPVENETOnews NOTIZIARIO DEL SILP CGIL VENETO Periodico a cura della Segreteria Regionale del Veneto • www.silpveneto.it Ottobre 2014 Le condizioni di vita e di lavoro degli operatori di Polizia tra spending-review e domanda di sicurezza DOSSIER VENETO Luci e ombre... SILPVENETOnews La popolazione cresce, i reati sono in aumento, ma le piante organiche delle forze di sicurezza del Veneto sono ancora quelle del 1989. Inoltre, soprattutto nelle province di Treviso, Vicenza, Rovigo e Belluno, il personale ha un’età piuttosto elevata, superiore anche alla media nazionale. Sono alcune delle criticità emerse da un report sui problemi della sicurezza in regione elaborato dal Silp Cgil (il sindacato di polizia) che affronta i temi dell’ organizzazione delle forze di polizia nel territorio, dei compiti a fronte dei nuovi scenari, delle condizioni di lavoro e della qualità (non sempre congrua) delle strutture e delle dotazioni. Il lavoro (una vera e propria mappatura, provincia per provincia, settore per settore) è stato presentato in una conferenza stampa venerdì 10 ottobre, nella sede della Cgil regionale a Mestre. Con l’occasione è stato anche illustrato lo sportello di “ascolto psicologico” attivato dal Silp del Veneto a fronte degli intensi carichi di lavoro cui è sottoposto il personale di polizia. Il Veneto, come ogni altra regione italiana, si confronta con una significativa diminuzione di donne e uomini, mezzi e risorse, impegnati dallo Stato nell’azione di tutela della sicurezza pubblica, di garanzia dell’ordine pubblico, di contrasto alla commissione di reati. Una riduzione ormai di sistema, in atto da circa dieci anni, che ha conosciuto una accelerazione assai significativa negli ultimi anni, in particolare dal 2006. SILP CGIL Veneto, CGIL Veneto e SILP CGIL nazionale, vogliono esporre con oggettività le condizioni operatiPopolazione regionale popolazione numero comuni Belluno Padova 209.430 936.233 67 104 Rovigo 244.062 50 Treviso Venezia 887.722 857.841 95 44 Verona Vicenza 921.717 869.813 98 121 totale 4.926.818 579 Variazione della popolazione regionale 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 ISTAT 1.1.2014 provincia Il Veneto registra una crescita costante della popolazione, generata sia da spostamenti interni che da altri stati. Crescita che non ha conosciuto ostacoli, solamente qualche rallentamento, nemmeno negli ultimi anni caratterizzati dalla grave crisi economica e dalla diminuita offerta di lavoro. Negli ultimi dieci anni la popolazione del Veneto è cresciuta di oltre 500.000. Oltre ai 7 capoluoghi di provincia, sono presenti altri 2 ve e di vita dei circa 5.300 appartenenti alla Polizia di Stato che lavorano nelle sette province. Ne esce, ne siamo certi, una immagine preoccupante sulla tenuta, attuale e futura, a modello invariato, dell’intero sistema, pur non scorgendosi ancora quelle situazioni di criticità estrema presenti in altre città italiane. Per contestualizzare le specifiche informazioni relative alla Polizia di Stato nel Veneto, vengono riportati alcuni dati di carattere generale relativi a popolazione, presenze turistiche, studenti universitari, immigrati, andamento dei reati. 18 comuni con una popolazione residente superiore a 25.000 abitanti. Oltre alle città capoluogo, dove hanno sede le questure, solamente in 5 degli altri comuni (Chioggia, Bassano del Grappa, Conegliano, Jesolo e Portogruaro), è presente un Commissariato della Polizia di Stato. In tutti i 25 comuni sono invece presenti uffici (Stazioni, Tenenze, Compagnie, Comandi provinciali) dell’Arma dei Carabinieri. 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2011 2014 SILPVENETOnews 264.534 Venezia 39.472 Schio VI 27.512 Spinea VE 259.966 Verona 38.873 Mira VE 27.090 Mirano VE 209.678 Padova 35.993 Belluno 26.644 Valdagno VI 113.655 Vicenza 34.997 Conegliano TV 25.996 Arzignano VI 83.145 Treviso 33.251 Castelfranco Veneto TV 25.625 Jesolo VE 52.099 Rovigo 33.202 Villafranca di V. VR 25.459 Legnago VR 49.890 Chioggia VE 31.336 Montebelluna TV 25.346 Portogruaro VE 43.347 Bassano del Grappa VI 28.542 Vittorio Veneto TV 41.706 San Donà di Piave VE 27.698 Mogliano Veneto TV ISTAT 1.1.2014 Flussi turistici Venezia e provincia, come noto, è il territorio che registra il dato maggiore, oltre il 50% del turismo regionale. Gli oltre 61 milioni di presenze registrate nel 2013 corrispondono, su base strettamente percentuale, a 168.000 ulteriori cittadini/giorno che possono essere potenziali fruitori del servizio reso dalle forze di polizia. Questi dati non sono mai stati valutati complessivamente per determinare gli organici di uffici situati in località turistiche. Basti pensare al Commissariato di Jesolo, pensato quasi come ufficio stagionale mentre la località è interessata praticamente tutti i mesi da intensi arrivi turistici. I rinforzi stagionali degli uffici delle località turistiche non rispondono minimamente alle reali necessità operative di quei contesti, trattandosi di forze aggiuntive dimensionate su esigenze vecchie di almeno un decennio, spesso costituite da personale dalle provenienze più varie, con esperienze professionali e capacità di intervento non sempre corrispondenti alle reali necessità del contesto. Vi sono mesi dell’anno (luglio e agosto su tutti), nei quali alcune province o singoli comuni registrano presenze turistiche a dir poco impressionanti: Venezia e il suo territorio ad agosto 2013 hanno registrato 8,6 milioni di presenze, mentre la provincia di Verona ha superato i 3 milioni. Presenze anno 2013 Verona Vicenza Belluno 14.094.314 1.853.805 3.987.658 Treviso Venezia Padova 1.581.430 33.938.624 4.596.931 Rovigo totale 1.480.519 61.533.281 Elaborazioni Regione Veneto - Sezione Sistema Statistico Regionale su dati Istat - Regione Veneto Gli studenti nelle città universitarie Venezia, Padova e Verona, città sedi di università, in aggiunta alla popolazione residente e ai pendolari che quotidianamente entrano nel territorio per esigenze di lavoro, includono un elevato numero di studenti, molti dei quali abitano in città o nei primi comuni della cintura urbana, determinando un ulteriore e non trascurabile incremento della popolazione che vive e usufruisce della città e dei suoi servizi, sicurezza compresa. Con 3 SILPVENETOnews poco più di 100.000 iscritti complessivi ai corsi, Padova da sola supera i 58.000 studenti - di fatto una città nella città - le tre città universitarie richiedono ogni giorno, come e più delle altre, forze di polizia efficienti e qualificate. Immigrati nel Veneto Italiani BELLUNO 197.562 PADOVA 837.770 ROVIGO 226.504 TREVISO 787.563 VENEZIA 779.305 VERONA 806.202 VICENZA 769.976 totale 4.399.882 Stranieri Totale 12.439 210.001 83.591 921.361 15.845 242.349 94.227 876.790 67.657 846.962 94.340 900.542 89.229 859.205 457.328 4.857.210 Inc. % stranieri 5,9% 9,1% 6,5% 10,7% 8,0% 10,5% 10,4% 9,4% Elaborazione Osservatorio Regionale Immigrazione su dati Istat (Censimento popolazione 2011) Si è detto di come il Veneto conosca un inarrestabile aumento della popolazione residente. Rispetto al dato del censimento 2011, al 31 dicembre dello stesso anno, su una popolazione di 4.862.531 abitanti (in crescita di 5.300 rispetto al dato del censimento), si contavano 458.930 stranieri (9,44%), anch’essi in costante crescita rispetto agli anni precedenti e allo stesso dato rilevato al censimento (+1.600). Una così rilevante presenza di cittadini di provenienza europea ed extraeuropea, alla quale va aggiunto un non trascurabile numero di immigrati con posizione irregolare e pertanto di difficile valutazione ma presente, comporta un impegno degli uffici della Polizia di Stato - questure prime tra tutti - in molti casi decuplicato rispetto a pochi anni addietro. Migliaia di cittadini stranieri che quotidianamente si portano negli uffici Immigrazione hanno reso necessario standardizzare e specializzare le attività burocratico/amministrative, impiegando sempre più risorse umane (con non trascurabili situazioni di lavoratori interinali, a progetto, ecc.), per tentare di fornire un servizio di qualità rispettando i tempi previsti da una normativa troppo spesso di natu- ra emergenziale quando non completamente astrusa e “folle” come è avvenuto negli anni più recenti con l’introduzione del reato di immigrazione clandestina, fino al suo recente sostanziale superamento. Ogni aumento di popolazione immigrata, così come avviene per quella italiana, comporta un aumento della quota di soggetti che si dedicano ad attività illecite e alla commissione di reati; il potenziamento degli uffici dedicati al contrasto dei fenomeni criminali stranieri, in molti casi anche con caratteristiche associativo/mafiose, non è avvenuto quanto necessario per mancanza di personale. Ciò è ancor più vero per le attività di monitoraggio, conoscenza e analisi dei fenomeni di estremismo e fondamentalismo. Risulta evidente a tutti, a tutti tranne a chi ha governato negli ultimi quindici anni, come siano necessari anni di applicazione, di studio, di risorse economiche e tecnologiche per riuscire a seguire le veloci trasformazioni delle diversificate e pulviscolari galassie dell’estremismo religioso e come sia necessario puntare su personale giovane, motivato, culturalmente attrezzato, da affiancare agli investigatori più esperti. I reati in regione province 2007 2009 2011 2013 BELLUNO 7.110 7.380 6.150 5.565 5.590 PADOVA 43.900 51.130 45.740 45.970 46.370 ROVIGO 9.260 11.055 8.900 9.250 8.525 TREVISO 28.630 30.440 27.570 25.950 25.990 VENEZIA 43.795 49.685 41.370 44.170 47.260 VERONA 44.190 49.540 40.185 38.450 40.800 VICENZA 30.345 32.980 29.695 31.980 31.790 207.230 232.210 199.610 201.335 206.325 tot. Regione 4 2005 Elaborazioni Regione Veneto su dati annuali Ministero Interno e dati Istat SILPVENETOnews 5 SILPVENETOnews Anche il Veneto, come tutta Italia, nell’ultimo decennio ha registrato un aumento complessivo del numero dei reati denunciati all’autorità giudiziaria. Le tabelle indicano chiaramente le dinamiche dei reati nel corso del tempo. Per tutte, il 2007 risulta l’anno a maggior incidenza di reati denunciati; il dato, già noto, conferma gli effetti negativi del provvedimento di indulto approvato dal parlamento il 29 luglio 2006. Non si è ritenuto di svolgere in questa sede particolari approfondimenti sui diversi reati e il loro effetto sulla popolazione, rite- nendo sufficiente la sola rappresentazione grafica per far comprendere come le condizioni generali della sicurezza del Veneto richiedano un impegno continuo di ogni tipo di investimento e non giustifichino in alcun modo l’azione di depotenziamento in atto. Al contrario, il SILP CGIL è convinto da anni della necessità ineluttabile di superare l’attuale modello organizzativo delle due forze di polizia a competenza generale, non più funzionale alle reali necessità del Paese e non più sostenibile dal punto di vista finanziario. La Polizia di Stato IL PERSONALE Dal 2006 al 2013 si è passati da 103.000 agenti in servizio a 95.000, con una contrazione dell’8% sul totale. La causa di questa forte diminuzione – oltre 12mila unità in meno negli ultimi dieci anni per la sola Polizia di Stato - va individuata nel blocco del turn-over che sta progressivamente riducendo gli organici di tutte le sedi territoriali tanto che si paventa un futuro nel quale le forze di Polizia saranno presenti solamente Il dato nazionale nei grandi centri urbani e in quelli a maggiore visibilità, con un progressivo abbandono delle periferie. Un processo già in atto e dagli effetti fortemente negativi, chiaramente riscontrabile nei quartieri periferici delle grandi città, Roma, Milano e Napoli. Nel Veneto non mancano situazioni di preoccupante decadimento della qualità della sicurezza urbana quali la zona della Stazione e via Piave a Mestre, le Vaschette di Marghera, Campo Marzio a Vicenza. Diminuisce il numero dei dipendenti e aumenta l’età media del personale, oggi di circa 45 anni. Ad innalzare l’età media, oltre al ridotto turn-over, contribuiscono le attuali modalità di assunzione. La legislazione vigente prevede l’ingresso in tutte le forze di polizia esclusivamente attraverso il passaggio obbligato dal servizio militare. Una modalità che ha due conseguenze principali: - l’aumento dell’età media di accesso. Provenendo dalla ferma obbligatoria, mediamente gli allievi agenti hanno un’età di 26 anni mentre per anni l’età di ingresso degli agenti era di 20 anni; - la progressiva discriminazione all’accesso delle don- ne che rappresentano appena il 7% del personale delle Forze armate e che in Polizia oggi toccano il 14,8%. Attraverso i concorsi ordinari, con neo assunti provenienti dalla vita civile, la media di accesso delle donne era almeno del 25%. A queste si aggiunge un’ulteriore importante considerazione legata al differente addestramento e alle diverse mansioni svolte per uno, quattro, talvolta fino a sette anni nelle forze armate, prima di entrare nei ruoli della Polizia di Stato. Esperienze professionali maturate in anni di servizio militare, spesso in missioni all’estero, che poco o nulla hanno in comune con il servizio di polizia. 6 SILPVENETOnews Il SILP CGIL, da sempre, ritiene imprescindibile se non un pieno ritorno all’assunzione per concorso, quantomeno un riequilibrio tra le differenti modalità, favorendo l’ingresso di uomini e donne più giovani, provenienti da tutto il territorio nazionale, invertendo il processo involutivo attualmente in corso. Queste errate scelte di indirizzo, portano alla attuale situazione che consegna al Paese una tra le polizie più “anziane” di tutta Europa: l’età media dei dirigenti superiori è di circa 62 anni, quella dei primi dirigenti di 59. I direttivi hanno 45 anni di media, gli ispettori circa 50, i sovrintendenti 48, mentre gli agenti e assistenti si collocano a circa 41 anni di media. Il dato regionale dersi, in ragione del numero e tipologia di uffici insediati nei diversi territori e della popolazione residente. La tabella affianca la popolazione di ciascuna provincia, la popolazione del capoluogo, il numero di comuni della provincia, il numero degli agenti in servizio nella questura, compresi quelli dei commissariati dipendenti, dove presenti. In regione lavorano circa 5.300 dipendenti della Polizia di Sato. Un numero generale che trova nei dati di ciascuna provincia gli elementi per un giudizio di congruità. Le sette province, infatti, presentando dati assolutamente dissimili tra loro, come è peraltro logico atten- provincia popolazione popolazione provincia capoluogo (2014) (2014) numero dipendenti comuni questura VENEZIA 857.841 264.534 44 VERONA 921.717 259.966 98 PADOVA 936.233 209.678 104 VICENZA 869.813 113.655 121 TREVISO 887.722 83.145 95 ROVIGO 244.062 52.099 50 BELLUNO 209.430 35.993 67 VENETO 4.926.818 579 commissariati di Polizia in altri comuni 3 850 (Chioggia, Jesolo, Portogruaro) 430 400 1 330 (Bassano del Grappa) 1 280 (Conegliano) 2 225 (Adria, Porto Tolle) 1 170 (Cortina d’Ampezzo) 2.685 7 SILPVENETOnews In ciascuna provincia sono presenti altri uffici della Polizia di Stato: mentre Polizia Postale e delle Comunicazioni, Polizia Ferroviaria e Polizia Stradale sono presenti in tutte le sette province, altri uffici hanno sede solamente in una o alcune di esse. In particolare, Padova con la sua posizione centrale rispetto all’intera regione, annovera storicamente il maggior numero di strutture logistiche e di supporto all’attività della Polizia di Stato. Hanno sede a Padova il Reparto Mobile (400), il Reparto Prevenzione Crimine (100), il Gabinetto Interregionale Polizia Scientifica (85), la Zona Telecomunicazioni, il Servizio Tecnico Logistico e Patrimoniale, la Dia. A Venezia ha sede il Reparto Volo (60), mentre la provincia di Verona è l’unica ad ospitare un istituto di istruzione in regione, con la Scuola Agenti di Peschiera del Garda (72). Venezia, con il porto e l’aeroporto (180), Verona (83) e Treviso (50) con i rispettivi aeroporti, sono sede anche di uffici di Polizia di Frontiera. Il dato complessivo restituisce una fotografia composita della Polizia di Stato nelle sette province della regione. Accanto ad uffici a vocazione prettamente burocratica (Servizio Tecnico Logistico e Patrimoniale), fondamentali e strumentali all’efficienza complessiva, ve ne sono altri, Reparto Mobile e Reparto Prevenzio- ne Crimine su tutti, che per vocazione sono destinati ad impieghi in molteplici località, sia in regione che fuori, con personale inviato in BELLUNO 265 missione. PADOVA 1.600 I dati complessivi del personale in servizio nelle varie articolaROVIGO 330 zioni della Polizia di Stato preTREVISO 480 senti in regione sono riassunti VENEZIA 1.360 in tabella. VERONA 810 Per tutti gli uffici vale un paraVICENZA 455 metro di riferimento, un totem totale 5.300 con il quale Amministrazione e sigle sindacali, prima o poi si trovano a dover fare i conti: le piante organiche stabilite dal Ministero dell’Interno nel 1989. Venticinque anni. Un tempo ormai infinito, durante il quale sono completamente mutate l’Europa e l’Italia ma che non sembra richiamare il Ministero dell’Interno alla necessità di rivedere in maniera complessiva gli organici degli uffici, adeguandoli ai cambiamenti. Eppure il Veneto negli ultimi venticinque anni ha conosciuto una trasformazione senza eguali, basti pensare ai cambiamenti determinati dalla caduta del muro di Berlino e ai flussi migratori, commerciali, turistici e non da ultimo criminali, che la riconquistata libertà dei Paesi dell’Est Europa ha comportato. L’età media significa dover ricomprendere nella definizione, per quanto riguarda gli organici di polizia, oltre a Belluno e Rovigo, anche Vicenza e Treviso. Queste quattro province, infatti, possono contare su personale di polizia con una età media superiore, talvolta di molto, dell’età media di polizia. Non mancano situazioni di interi uffici, commissariati compresi, nei quali non è Il blocco del turn-over e le attuali procedure di ingresso hanno comportato un innalzamento dell’età media degli operatori ormai prossima ad un punto di non sostenibilità. Se questo è vero in generale, assume connotati di vera e propria emergenza in uffici decentrati o nelle province più piccole, anche se questo 8 SILPVENETOnews presente nessun agente con meno di quindici anni di servizio. Ma è il crudo dato numerico che rende l’immagine della Polizia di Stato di oggi: Belluno registra un’età media di 46 anni e solamente al Commissariato di Cortina sono in servizio due agenti, ovvero personale con meno di dieci anni di servizio. Padova, Venezia e Verona vivono una situazione di maggior tranquillità, potendo contare su personale di età mediamente inferiore a quella nazionale; ciò è possibile in quanto le tre città ad ogni nuova assegnazione di personale ricevono anche agenti di nuova nomina, in particolare Padova con il Reparto Mobile. Il dato però non deve trarre in inganno in quanto, andando ad analizzare la composizione degli uffici delle diverse articolazioni, tanto più degli uffici in provincia, le cose tendono ad allinearsi al dato nazionale. Il personale in servizio a Rovigo e Treviso ha una una età media di circa 47 anni, mentre a Vicenza arriva a circa 48 anni e mezzo. Per affrontare in maniera complessiva e razionale l’inarrestabile aumento dell’età media, con l’ultimo accordo nazionale quadro, il contratto di lavoro del personale della Polizia di Stato, sono state introdotte misure volte ad assicurare tutele crescenti al personale più anziano, prevedendo l’esonero, su base volontaria, dai servizi esterni serali e notturni al personale con 30 anni di servizio o 50 di età. Questa previsione, certamente opportuna e necessaria, sta dimostrando tutti i limiti derivanti dall’ulteriore contrazione numerica del personale, con l’effetto perverso che proprio negli uffici ad età media più elevata è sempre più difficile veder riconosciuto il diritto al dipendente, svuotandolo completamente di significato. Organici al limite Nonostante questi eloquenti dati, i servizi garantiti alla cittadinanza e i risultati conseguiti hanno del miracoloso. E’ questo il problema sicuramente più grave e diffuso in tutta la regione. Nessuna provincia e nessun ufficio di Polizia possono essere ritenuti dimensionati rispetto alle reali necessità di territori cambiati profondamente, in molti casi con una popolazione enormemente cresciuta, con un tessuto produttivo e una ricchezza diffusa, ancora oggi in piena crisi, nettamente superiore a quella di gran parte delle altre regioni italiane. Pochi mesi fa, in occasione delle celebrazioni per il 2 giugno, è stato lo stesso prefetto di Belluno ad indicare in non meno di 35 il numero di agenti mancanti in provincia per continuare ad assicurare un servizio adeguato alle esigenze. Se agli attuali 265 agenti se ne dovrebbero aggiungere 35, il deficit evidenziato dal prefetto è pari al 12%. Rovigo, pur disponendo di un numero maggiore di donne e uomini, si trova nelle medesime se non peggiori condizioni di Belluno. A fronte di una previsione di 236 dipendenti, la questura e i due commissariati devono provvedere ai propri compiti con circa 20 unità in meno. Se si considera che per vigilare la sede e assicurare almeno una pattuglia h24 del servizio di controllo del territorio servono non meno di 15 persone, è evidente che definire commissariati uffici di 18 o 22 persone, attribuendo loro competenza amministrativa e giudiziaria su territori molto vasti, rischia di diventare un puro esercizio retorico. Tranne la Polizia Stradale, che conta personale sostanzialmente adeguato, le altre specialità presenti in provincia di Rovigo sono assolutamente carenti: la Polizia Ferroviaria dispone di 11 dipendenti mentre la Polizia Postale e delle Comunicazioni, ufficio cenerentola, conta solo 5 dipendenti. La questura di Vicenza (328) e il dipendente commissariato di Bassano del Grappa, oltre all’età media più elevata a livello regionale, tanto da avere in servizio solamente due dipendenti con meno di quindici anni di lavoro, conta un territorio molto vasto e articolato, e la Polizia di Stato è presente solo in un terzo comune, Schio, dove è presente un Distaccamento della Polizia Stradale. All’ufficio Armi, dove lavorano cinque dipendenti, entro i primi mesi del 2015 ben quattro andranno in pensione. Provvedere al ricambio sarà estremamente complicato perché, contemporaneamente, anche altri uffici perderanno personale per raggiunti limiti di età. Anche Treviso (questura 280, specialità 200) soffre di un organico sottodimensionato rispetto al territorio e alle accresciute esigenze che ricadono sugli uffici di polizia. Basti pensare, ma il dato è analogo a Vicenza, all’aumento straordinario della popolazione straniera intervenuto negli ultimi venticinque anni e alla necessità di avere uffici Immigrazione in grado di lavorare migliaia di pratiche di soggiorno all’anno. Eppure le piante organiche attuali non sono nemmeno somigliati a quelle scritte su carta dal Ministero in tempi nei quali il fenomeno migratorio era pressoché inesistente. La Divisione Anticrimine della questura di Treviso, ormai da un paio di anni, presenta un grave sottodimensionamento; oggi vi lavorano la metà dei dipendenti in servizio nel 2011. 9 SILPVENETOnews Venezia, per taluni uffici della questu- ra (commissariati di Jesolo e Portogruaro in particolare), registra sofferenze di personale tali da non garantire i servizi ordinari attesi dalla popolazione. In molte occasioni, come più volte verificato dal SILP CGIL, nei due commissariati del litorale nord il servizio assicurato dalla volante risulta effettivamente svolto, peraltro in maniera discontinua, per non più di 15 giorni al mese. Nel 2012 a Portogruaro abbiamo constatato come anche per intere settimane non sia stato possibile svolgere alcun servizio di controllo del territorio, pur essendo presenti in città il Commissariato, una Compagnia Carabinieri e una Tenenza della Guardia di Finanza. Padova e Verona, pur mo- strando anch’esse qualche problema di organico, vivono certamente situazioni meno emergenziali. Vi sono interi settori delle questure che, in ragione delle priorità riconosciute ad altri uffici, alle dinamiche del personale e alle oggettive difficoltà connaturate con lo specifico servizio, dispongono di un numero di dipendenti quasi irrisorio. Al di là della passione e dell’abnegazione personale, alla disponibilità a svolgere lavoro straordinario, sia programmato che emergente, pensare che uffici di primaria importanza come le Digos possano assicurare tutti i servizi delicati e di qualità che ci si attende con sette, nove o sedici dipendenti (questi i dati di Belluno, Rovigo e Treviso), testimonia la distrazione colpevole dell’Amministrazione. Aggiornamento e addestramento Con una simile deficitaria situazione, è quasi naturale attendersi che siano tralasciati i compiti ritenuti meno importanti o comunque rinviabili. E’ il caso dell’aggiornamento e dell’addestramento - operativo e al tiro - del personale. I dati, comunicati alle organizzazioni sindacali e oggetto di specifici incontri semestrali, mettono in luce, sul piano regionale, l’incapacità di molti dirigenti degli uffici, per una infinità di motivi, di assicurare un livello di formazione del personale superiore al 60% delle dodici giornate all’anno da dedicare all’aggiornamento normativo, all’addestramento operativo e alle esercitazioni di tiro. In alcune specifiche situazioni e per singoli semestri, nel corso degli ultimi anni sono stati rilevate percentuali di poco superiori al 20%. La mancata formazione o lo scarso mantenimento dell’addestramento interessa, pur con situazioni variabili, tutti gli ambiti provinciali. I tagli economici sono di tale portata che agli allievi agenti che frequentano gli istituti di istruzione, in regione è presente la Scuola Agenti di Peschiera del Garda, non vengono forniti tutti i testi, codice penale, procedura penale, leggi di p.s., ecc. che fino ad alcuni anni fa costituivano la dote con la quale i nuovo agenti si presentavano nelle loro prime sedi di servizio. LA LOGISTICA La logistica, ovvero lo stato di efficienza e conservazione degli immobili sedi degli uffici della Polizia di Stato nella regione, è oggettivamente complessa e articolata. Nessuno dei sette capoluoghi, e relativi territori, può ritenersi privo di problemi. Ma sono presenti forti diseguaglianze. Belluno. Da oltre dieci anni si parla di realizzare una nuova sede presso la caserma Fantuzzi, nel frattempo assegnata tutta alla Polizia di Stato ma in condizioni fatiscenti. Due progetti e molte parole non hanno ancora prodotto alcuna decisione, tantomeno alcun lavoro. Nel frattempo la questura resta smembrata in ben quattro differenti strutture, con evidenti problemi di vigilanza, funzionalità ed efficienza. Padova. La sede di Piazzetta Palatucci della questura risulta ormai inadeguata sia rispetto al numero accresciuto di uffici sia rispetto all’utenza, italiana e straniera, fortemente aumentata. Negli ultimi anni in città si è registrato un 10 vivace dibattito, in particolare tra le forze politiche del precedente Consiglio Comunale, sulla reale necessità di una nuova sede per la questura e sulla zona dove realizzarla. Il sito ipotizzato è stato pensato in diversi luoghi della città, prima in zona Stazione Ferroviaria, da ultimo a fianco dell’altro controverso progetto, in Corso Australia, per arrivare all’attuale niente di fatto che lascia irrisolti tutti i problemi. Con il contributo di provincia e comune sono stati ammodernati per quanto possibile i locali dell’ufficio Immigrazione, ospitati al pian terreno di palazzo Wollemborg, sottoposto a stretti vincoli da parte dei Beni Architettonici, in quanto palazzo d’epoca. Tuttavia, se ciò ha permesso di allestire una sala d’attesa al coperto provvista di climatizzazione, restano invariati i problemi legati all’ubicazione: è impossibile per chi non è autorizzato, raggiungere la questura in auto, in quanto in piena ztl, non vi sono comunque parcheggi a sufficienza né per il personale né per l’utenza, che quando è costretta (stranieri, passaporti, licenze), deve organizzarsi al meglio, quando invece può scegliere (ufficio denunce) si rivolge altrove, an- SILPVENETOnews dando al commissariato della Stanga, al posto fisso dell’Ospedale o dai Carabinieri. Anche il Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica è ospitato in due diversi stabili. Pur in presenza della possibilità di riunire in una unica struttura l’ufficio, trasferendolo in una ex caserma nelle vicinanze della questura, l’operazione non viene autorizzata. Rovigo presenta la questura ancora collocata all’interno dello stabile di via Donatoni, inadeguato, vecchio e non funzionale, nel quale ha sede anche la Sezione della Polizia Stradale, con quotidiani problemi di funzionalità. Rovigo è però attualmente l’unica città del Veneto ad avere in fase di realizzazione una nuova sede della questura, con lavori in avanzato stato di esecuzione, tali da far ritenere ormai prossimo il suo completamento e il conseguente trasferimento degli uffici. Piuttosto, le dimensioni dello stabile fanno ritenere sovradimensionata la struttura, forse concepita in un momento in cui si pensava se non ad un aumento del personale, almeno ad una sua tenuta. Così non è, e la possibilità di disporre di una struttura sovradimensionata già preoccupa quando si pensa alle risorse necessarie per il mantenimento, il riscaldamento, le pulizie degli ambienti. Treviso. La città dispone della questu- ra di più recente realizzazione, inaugurata a febbraio 2011. Uno stabile di sette piani sorto in un contesto direzionale, forse interessante sul piano urbanistico, certamente del tutto inadeguato e sbagliato sotto il profilo delle reali necessità dell’ufficio, dell’utenza e del personale chiamato ad operarvi. L’aver concepito una questura “verticale”, senza prevedere una adeguata superficie scoperta da dedicare alle reali esigenze operative, hanno consegnato alla città una questura del tutto inadatta alle finalità. Ogni mattina, all’esterno, lunghe file di stranieri in attesa di accedere all’ufficio Immigrazione, un cortile interno praticamente inesistente, insufficiente ad ospitare tutti i mezzi di servizio, pochissima attenzione alle autovetture del personale dipendente. Un fabbricato talmente “estraneo” alle necessità di una questura, da veder nel 2010 quasi tutte le sigle sindacali unite nel denunciare l’inadeguatezza del sito, fino ad inviare una segnalazione alla Corte dei Conti volta ad accendere un riflettore sulla complessa operazione immobiliare. L’edificio è talmente inadatto che la Guardia di Finanza, che ha sede in altro stabile del stesso polo direzionale, ha sostanzialmente già risolto il contratto, prevedendo di non rinnovare la locazione alla scadenza naturale. Proprio i più recenti e ripetuti arrivi di decine e decine di migranti trasferiti in regione dopo essere sbarcati sulle coste siciliane, hanno messo in luce i punti critici della struttura, sia per l’impossibilità di parcheggiare tutti i pullman e i veicoli di servizio, sia per l’assoluta mancanza di spazi dove ospitare temporaneamente le persone. L’ufficio denunce è stato spostato ad un piano superiore per ricavare un ambiente dove effettuare le operazioni di controllo e di fotosegnalamento delle persone. Venezia. Il capoluogo regionale pre- senta di gran lunga la situazione più grave e compromessa sotto il profilo della logistica, una situazione di assoluta emergenza. Nessuna delle sedi della questura e dei sei commissariati, tre cittadini (Mestre, Marghera e San Marco), e tre in provincia (Chioggia, Jesolo e Portogruaro), può ritenersi esente da anche gravi situazioni che riguardano le condizioni degli stabili, gli impianti, la loro manutenzione. Dal 2001 la sede principale della questura, di proprietà del Demanio, è ubicata a Piazzale Roma e, seppur modificata negli anni, mantiene l’impianto originario di monastero del 1200. Tra le numerose criticità una è emblematica della pessima gestione delle risorse. Verso la fine degli anni settanta, per assicurare l’addestramento all’uso delle armi degli agenti di tutta la provincia, fu realizzato un poligono di tiro, interrato. Immediatamente si evidenziarono problemi di infiltrazione d’acqua e di inefficace smaltimento dei gas tossici; nonostante ripetuti e costosi interventi, la situazione non trovò mai soluzione e il poligono venne definitivamente chiuso dopo poco più di dieci anni. Tutta la sede della questura presenta problemi di erosione causata dal moto ondoso e uno sgretolamento costante e continuo degli intonaci di tutta la parte al pianterreno. Sono presenti infiltrazioni di acqua piovana in talune parti delle coperture. La sede distaccata della Questura, situata a Marghera in via Nicolodi, anch’essa di proprietà del Demanio, ospita sette uffici, tra i quali l’Ufficio Immigrazione. Si tratta di una ex scuola edificata negli anni ’60, inizialmente di proprietà del Comune, successivamente ceduta al Demanio. Seppur siano state spese diverse centinaia di migliaia di euro per tentare di mantenere agibile la struttura o di dotarla di spazi coperti necessari e non presenti, procedendo alla realizzazione di due nuovi archivi, la struttura si trova in uno stato di assoluto degrado. Nel 2010 furono avviate le procedure per la realizzazione in project financing, di una nuova questura a Mestre, inglobando nella struttura anche il Commissariato. Dopo solenni impegni assunti dal ministro dell’Interno che avevano fatto ben sperare, la procedura si è definitivamente arrestata nel 2012 dopo che 11 SILPVENETOnews la Ragioneria Generale dello Stato diede parere contrario per mancanza di copertura finanziaria. Gli spazi interni sono sostanzialmente ancora quelli dell’originaria scuola, le sale d’attesa presenti inadeguate all’utenza, il tetto presenta in molti punti pesanti infiltrazioni d’acqua, gli impianti elettrici sono sottodimensionati rispetto alle esigenze degli uffici, le caldaie e le numerose pompe gemellari che garantiscono il riscaldamento sono soggette a frequenti perdite con conseguenti cali di pressione, tutti i servizi igienici andrebbero rifatti in quanto vecchi e privi da alcuni anni di un impianto idraulico in grado di fornire acqua potabile. Per non parlare dei pavimenti, in materiale plastico in molte parti sollevato o mancante, delle dipinture interne e degli intonaci esterni, scrostati e con evidenti segni di decadimento della struttura in cemento con punti in cui sono evidenti le armature metalliche. L’ufficio Immigrazione è stato ritinteggiato pochi mesi addietro dagli stessi dipendenti che in una mattinata superlavorativa hanno restituito a se stessi e alle centinaia di persone che ogni giorno affollano l’edificio, una decenza assicurata dall’Amministrazione. Venezia, anche in considerazione delle numerose aggregazioni di personale (a Carnevale, nei mesi estivi, per la Mostra del Cinema), avrebbe quanto mai bisogno di un adeguato numero di alloggi collettivi di servizio che permetterebbero un considerevole risparmio sulle spese alberghiere. Interessanti considerazioni si potrebbero trarre dall’esame dei costi sostenuti negli anni dalla Prefettura per il pagamento degli alberghi e sul perché, impegnando quelle stesse somme di denaro, non si è mai voluto proceder a lavori di mantenimento e restauro o di adeguamento alle mutate esigenze. 12 La città ha una struttura, una estensione territoriale e una popolazione residente che non giustifica il mantenimento di tre distinte sedi in terraferma. Le condizioni che determinarono la nascita del Commissariato di Marghera, strettamente dipendenti dal Petrolchimico che occupava decine di migliaia di lavoratori, sono del tutto venute meno. Accorpare in un unico edificio la sede distaccata della questura, il Commissariato di Marghera e il Commissariato di Mestre, porterebbe ad un abbattimento dei costi generali di gestione e manutenzione e ad un più razionale impiego del perso- SILPVENETOnews nale, riducendo il numero degli agenti impegnati nella vigilanza e nella duplicazione di uffici, a favore di un maggiore controllo del territorio e al potenziamento dei servizi investigativi. In questo modo Venezia avrebbe una sede centrale alle porte della città, una distaccata in terraferma, un commissariato in centro storico più grande in grado di dare continuità al posto fisso del Lido, oggi in quotidiano affanno. Anche i commissariati decentrati di Chioggia, Jesolo e Portogruaro presentano specifiche criticità. L’immobile del Commissariato di Chioggia è stato oggetto in passato di cartolarizzazione e tutto lo stabile necessita di importanti interventi di adeguamento alla normativa, sostanzialmente negati dalla proprietà. Negli anni, ciclicamente, riemerge la necessità di una nuova e più adeguata sede. L’immobile del Commissariato di Jesolo è stato ceduto da alcuni anni ad una società immobiliare in previsione della costruzione, da parte della provincia e del comune, di un nuovo stabile poco lontano dall’attuale. I lavori, avviati, si sono ben presto interrotti per problemi presentati dalla ditta esecutrice. Recentemente l’attività di costruzione sembra ripresa e la struttura potrebbe essere pronta entro un anno. Nel frattempo solo grazie a forti pressioni istituzionali, la società immobiliare proprietaria dell’immobile ha concesso un breve periodo di proroga, ormai prossimo a scadenza. Al momento non è noto l’esito della vicenda. Portogruaro ha finalmente una nuova sede realizzata su un immobile di recente ristrutturazione. Gli spazi non risultano per nulla funzionali, l’archivio in particolare è stato ricavato, incredibilmente, all’ultimo piano in un ambiente mansardato. Verona. La città scaligera dispone di una questura di non remota costruzione. Nella stessa struttura, situata in Lungadige Galtarossa, comoda alle vie di comunicazione e prossima al centro cittadino, ha sede anche la Sezione della Polizia Stradale, con non trascurabili economie per quanto riguarda i costi, umani, tecnologici ed economici, per assicurare la vigilanza, la manutenzione degli impianti, i consumi di riscaldamento, le spese per le pulizie. Sicuramente la logistica non rappresenta, nel contesto regionale, una delle priorità per la Polizia di Stato di Verona. Anche gli altri uffici, la Polizia Stradale con la Sottosezione di Verona Sud e i Distaccamenti di Bardolino e di Legnago, la Polizia Ferroviaria con le sedi di Verona Porta Nuova, Peschiera del Garda e Legnago e la Polizia Postale e delle Comunicazioni ospitata nel palazzo delle Poste, non evidenziano criticità particolari sotto il profilo logistico. Analoga situazione di sostanziale relativa normalità vale per la Polizia di Frontiera di Villafranca e la Scuola di Peschiera del Garda. La questura di Vicenza costruita nel 1987 in viale Mazzini, si trova in buone condizioni d’utilizzo e di manutenzione, pur presentando qualche carenza in termini di spazio a causa delle accresciute esigenze. E’ ancora nella disponibilità della Polizia di Stato la Caserma “Sasso”, fino al 2008 sede di un istituto di istruzione: vi hanno sede la Polizia Stradale e la Polizia Postale e delle Comunicazioni, e possono contare su ambienti e impianti adeguati alle esigenze e alla normativa. Il Commissariato di Bassano del Grappa, che occupa un piano di un complesso condominiale, presenta una situazione gravemente compromessa sotto il profilo del rispetto della normativa sulla sicurezza 81/08 e delle accresciute esigenze burocratiche e operative. Attualmente il Commissariato si trova sotto sfratto esecutivo; in questi mesi sembra essere stata individuata la nuova sede, prevedendo un ampliamento dell’immobile che già ospita il Distaccamento Polizia Stradale. Gli altri uffici di Polizia presenti in provincia, Ferroviaria di Vicenza e Distaccamento Stradale di Schio si trovano in soddisfacenti condizioni. I VEICOLI Auto, moto, ma anche imbarcazioni ed elicotteri, sono veicoli presenti in regione, fondamentali per una efficiente azione di prevenzione e tutela della sicurezza dei cittadini. Anche nel Veneto i drastici tagli governativi ai bilanci dei ministeri da cui ipendono le forze di polizia stanno determinando una crescente difficoltà gestionale, con momenti di vera e propria emergenze, spesso momentaneamente superati quando qualche sigla sindacale denuncia situazioni limite (mancanza di auto, di benzina, di fondi per le missioni, di carta per le fotocopie, ecc.), che i titolari degli uffici omettono di rappresentare ai cittadini, forse per un malinteso senso di dovere istituzionale. La conseguenza è che a denunciare le gravi carenze strutturali e di risorse che interessano gli uffici di tutte le forze di polizia, è diventato un onere quasi esclusivo dei sindacati della Polizia di Stato, impegnati in una funzione che non è e non può diventare il loro principale impegno. Dei dodici veicoli in uso alle volanti della questura di Belluno, solamente cinque sono funzionanti. Le altre sono ferme nelle officine per scadenza dei contratti di manutenzione e non ci sono le risorse per rinnovarli. Mancano alcuni mezzi, Suv o fuoristrada con colori di serie, da utilizzare lungo le difficili strade nei mesi invernali. Anche alla questura di Padova il numero di auto in esercizio per il servizio di volante risulta sottodimen- 13 SILPVENETOnews sionato rispetto alle necessità operative. Questo comporta un superutilizzo delle auto disponibili con la conseguente più rapida usura delle stesse. Le risorse economiche disponibili per le riparazioni non superano i 5.000 euro al semestre. A Rovigo i fondi assegnati per la manutenzione ordinaria e straordinaria annuale del parco auto non raggiungono nemmeno i 2.000 euro, la metà di quanto assegnato nel 2012. Quelli per il solo carburante per le imbarcazioni della Squadra Nautica di Porto Tolle non arrivano ai 1.000 euro per tutto il 2014. Eventuali riparazioni, oltre alla manutenzione ordinaria devono essere autorizzati preventivamente. Anche la Polizia Stradale dispone di un parco auto molto compromesso, con auto immatricolate mediamente otto/dieci addietro. Le auto più recenti sono del 2010 ed hanno una percorrenza a cavallo dei 100.000 chilometri. Solo la Sezione Autostradale, potendo contare su auto fornite dalle società autostradali, dispone di auto nuove. A Treviso, su un parco auto provinciale di circa 70 vetture, distribuite tra questura e specialità, ben 16 sono inutilizzabili e di prossima dichiarazione di fuori uso. La Polizia Stradale da tempo non dispone di alcuna moto da impiegare nel servizio stradale e riesce a garantire qualche servizio utilizzando alcuni motocicli temporaneamente ceduti in prestito dalla questura. Anche in provincia di Venezia il parco veicolare non gode di buona salute. E non potrebbe essere altrimenti tenuto conto dell’anzianità media degli automezzi e il chilometraggio percorso. Ciò nonostante, pur registrando periodicamente qualche momento di crisi, il parco auto presente è tale da consentire una gestione funzionale dei mezzi, magari ricorrendo a frequenti prestiti tra uffici ma senza creare perduranti situazioni emergenziali. Più problematica, in determinati periodi dell’anno, la situazione dei commissariati. Quel che ha del paradossale è invece la situazione nella quale si trovano ad operare i poco meno di trenta operatori della sezione di polizia giudiziaria in servizio al Tribunale. Delle dodici auto disponibili nell’ottobre 2011 (cinque vecchie di quattordici anni, altre sette di dieci, alcune delle quali ferme da mesi), a causa di guasti importanti o anche di riparazioni minori impraticabili per mancanza di copertura, 14 a gennaio 2012 i veicoli disponibili si riducevano ad una sola autovettura, una Alfa Romeo 156 con oltre 163.000 chilometri. La situazione, pur ben esposta dalla questura al ministero, non ha mai trovato soluzione in quanto, come riferito a maggio 2013, non risultavano ancora stanziati nel bilancio di previsione di spesa del Ministero dell’Interno specifici fondi con cui poter finanziare l’acquisto di nuove autovetture. Suggerivano di tentare l’acquisizione al patrimonio di qualche autovettura di piccola cilindrata proveniente da confisca. Anche questa via, pur praticata, non è risultata per nulla agevole:individuata un’auto con le caratteristiche indicate, è trascorso un anno intero, fino alla scorsa settimana, per poter “mettere su strada”, dopo una spesa di 800 euro, un’auto proveniente da un sequestro. Un’auto, sequestrata, per garantire l’autonoma funzionalità di una Sezione di polizia giudiziaria di quasi trenta persone della Procura della repubblica di Venezia, sede anche dell’ufficio Distrettuale Antimafia. A Verona si evidenza una scarsità di auto per il servizio di volante, oltre ad una generale situazione critica. In più occasioni i sindacati hanno denunciato le difficoltà nel garantire l’efficienza dei servizi e contemporaneamente la sicurezza degli occupanti del veicoli. Nel 2013 si sono evidenziate gravi criticità sulle auto di un determinato modello assegnato alla Polizia Stradale utilizzato per il servizio autostradale che, a causa dell’allestimento operativo, creava notevoli problemi di stabilità del mezzo. Nel mesi di luglio 2013 si è vissuto un vero e proprio momento di crisi in quanto per le difficoltà legate alla manutenzione dei mezzi e alla sostituzione di quelli incidentati, non era più disponibile alcuna autovettura. L’intervento delle segreterie sindacali nazionali sul Dipartimento consentiva di ottenere il prestito di alcuni veicoli da parte di uffici di altre province per assicurare il livello minimo di operatività. Quando finalmente si sono sbloccati fondi “straordinari ed eccezionali” la situazione è tornata ad un livello di quasi normalità. Gli uffici di polizia della provincia di Vicenza, più che per il numero o l’efficienza dei mezzi, ritenuti soddisfacenti e ancora funzionali agli impegni; periodicamente presentano qualche problema sul fronte del rifornimento di carburanti che comunque non sono mai mancati. SILPVENETOnews MATERIALI ED EQUIPAGGIAMENTI Ogni poliziotto dispone di una uniforme che lo accompagna negli anni di servizio, garantendo sempre la funzionalità e l’operatività. O almeno così dovrebbe essere! Da anni, gravi sono le inadempienze dell’Amministrazione nel fornire con le scadenze previste le uniformi (giacche, camice, pantaloni, giubbotti, berretti), le calzature e ogni altro elemento che costituisce l’ordinario equipaggiamento del dipendente in funzione della specialità nella quale opera. Ancora peggiore è la situazione dell’equipaggiamento cosiddetto “di reparto”, quello non assegnato al singolo dipendente ma custodito negli uffici e consegnato al personale solo in occasione di determinati servizi. Una minor cura del materiale e un utilizzo più frequente, unite a una sempre maggior difficoltà di sostituzione del materiale deteriorato o inutilizzabile, rende possibile le condizioni degradanti riportare nelle foto. Decine e decine di caschi u-bott, utilizzati nei servizi di ordine pubblico, pur nelle condizioni raffigurate, non vengono ritirati per assenza di ricambi pur non venendo meno gli impegni, pressoché quotidiani, di ordine pubblico. Le questure di Venezia e Verona registrano il più basso livello di efficienza dei caschi. A Venezia l’ultimo approvvigio- namento di caschi u-bott risale al giugno 2006 quando arrivarono 50 caschi provenienti da un istituto di istruzione chiuso, portando a 320 gli u-bott disponibili per tutto il personale. Dopo altri sei anni, ad aprile 2012 venivano dichiarati fuori uso ben 100 caschi. Una richiesta di caschi nuovi del settembre 2012 e un sollecito dell’agosto 2013 inviati al Dipartimento non hanno ancora prodotto alcun effetto, non esistendo alcuna riserva di materiale nei magazzini. Alla questura di Rovigo resistono una sessantina di caschi, molto vecchi e tutti in pessime condizioni. Le altre sedi, pur con problemi, di spongono di un numero maggiore di caschi in buono stato. In alcuni casi si è optato, pur contravvenendo alle previsioni ministeriali, ad una assegnazione di fatto a ciascun dipendente impiegabile nei servizi di ordine pubblico di un casco; questo, senza diventare personale, di fatto viene utilizzato da una sola persona, con minor utilizzo finale e una cura maggiore. Quel che è possibile in città con un impiego a bassa frequenza in servizi di ordine pubblico, non è possibile a Venezia, piazza molto ambita per ogni tipo di manifestazione che richiede l’intervento anche del personale territoriale, o a Verona, che ha due squadre di calcio militanti nel campionato di serie A. Altrettanto compromesse sono le condizioni degli apparati radio utilizzati in ogni servizio esterno, tanto che è ormai consolidato il ricorso al telefono cellulare anche con le sale operative per la gestione della gran parte delle comunicazioni di servizio. Ancor peggiore, per il rischio insito nella loro inefficienza, è lo stato in cui si trovano molti giubbotti antiproiettile in dotazione. In quasi tutti gli uffici della regione il 70% dei giubbetti antiproiettile flessibili da uso esterno o quelli sottocamicia indicano dicembre 2014 come data di scadenza. Il restante quantitativo scadrà nel corso del 2015. Le richieste avanzate dagli uffici al Dipartimento fin dai primi mesi dell’anno, non hanno ottenuto ancora alcuna concreta risposta. Analoghe considerazioni valgono per le riserve di munizioni per il mantenimento dell’efficienza al tiro. In alcune provincie le munizioni in magazzino non consentiranno di effettuare le esercitazioni di qui a fine anno. Anche la strumentazione informatica risente dei pe- santi tagli operati ai bilanci della Polizia di Stato. I computer vengono sostituiti con grande lentezza, è aumentata la cannibalizzazione che consente di assemblare un computer funzionante da più macchine guaste. Il software presenta seri problemi legati ai mancati aggiornamenti e molti computer con sistema windows xp a breve risulteranno del tutto inutilizzabili. In tutti gli uffici si registra scarsità di carta per stampanti e fotocopie; alla questura di Venezia è ormai diventata prassi utilizzare gli atti d’archivio da inviare al macero, riciclandoli per la stampa delle copie d’ufficio, risparmiando in tal modo un po’ di carta nuova. Anche gli ultimi arrivi di equipaggiamento portano con sé dei problemi. La nuova divisa per il personale delle volanti, che tanto spazio ha trovato anche nella stampa, rischia di tradursi in breve in un serio problema. Le uniformi assegnate sono in numero appena sufficiente a vestire tutti i dipendenti delle volanti dei capoluoghi, senza considerare gli equipaggi delle volanti dei com- 15 SILPVENETOnews missariati, quasi questi non svolgessero il medesimo lavoro, con le stesse esigenze. Inoltre, non sono state consegnate le riserve minime necessarie per garantire le normali sostituzioni per danneggiamento o fuori taglia, ragion per cui a breve è prevedibile vedere agenti, a bordo della stessa auto, vestiti in maniera differente. Vi sono inoltre le situazioni particolari, che per certi versi sembrano del tutto sconosciute al Dipartimento. Per il personale impiegato in servizi di ordine pubblico a Belluno e Cortina non è previsto alcun tipo di doposci, assegnato al contrario a Moena, in provincia di Trento. Cortina e Agordo hanno squadre di hockey sul ghiaccio, Cortina ospita le gare di Coppa del Mondo di sci con temperature che scendono di molto sotto lo zero. Non mancano molti altri impegni minori, diffusi su tutto il territorio provinciale, per i quali viene impiegato personale in uniforme. L’assenza di materiali adeguati alle esigenze climatiche costringe il personale ad acquistare personalmente maglie termiche, calzamaglie, calzature adatte. Venezia presenta altri problemi, legati alla necessità di fornire al personale delle volanti lagunari uniformi e capi di abbigliamento adatti ad un utilizzo in centro storico, su imbarcazioni, immersi in un ambiente umido. Negli anni non sono mancati miglioramenti ma oggi, a causa delle limitate risorse, iniziano a registrarsi problemi di approvvigionamento che non troveranno soluzione. Non è una boutade, ma un comportamento ormai attuato in tutti i centri di distribuzione dell’abbigliamento: nei magazzini si pratica il baratto, il riciclo e il riutilizzo dei capi di vestiario che i colleghi andati in pensione depositano al momento di lasciare il servizio. Ciò che è ancora in buone condizioni d’uso trova un nuovo destinatario. Le conseguenze: la rimodulazione dei presidi di polizia La desolante condizione nella quale si trovano ad operare i dipendenti della Polizia di Stato nel Veneto, è diretta conseguenza dei tagli, lineari e non solo, operati nel corso degli anni da parte dei governi che si sono succeduti. La constatazione dell’impossibilità di mantenere funzionali ed efficienti tutti gli uffici di Polizia presenti sul territorio, ha indotto il Ministero dell’Interno a produrre, a fine febbraio 2014, un progetto di rimodulazione territoriale dei presidi, con l’intento di dare razionalità e capacità di mantenimento alla Polizia di Stato in tutto il territorio nazionale. Il progetto è destinato a produrre pesanti tagli degli uffici di Polizia a cui farà seguito una non trascurabile mobilità di dipendenti. Una riduzione nazionale che prevede la chiusura di 261 uffici, ben 73 sezioni di Polizia Postale e delle Comunicazioni su 101, la chiusura di posti fissi Polfer e distaccamenti Stradale, oltre ad una decina di commissariati distaccati. La Polizia di Stato è presente in Veneto con circa 80 differenti uffici, l’Arma dei Carabinieri con ben 202 uffici, la Guardia di Finanza con 55 uffici territoriali: il totale fa non meno di 337. In tutte queste strutture lavorano circa 14.500 persone, 5.300 della Polizia di Stato e non meno di 6.000 carabinieri, le due forze di polizia a competenza generale. Secondo l’ultimo progetto ministeriale, in regione sono destinati alla chiusura 16 uffici con la derivante mobilità per circa 150 colleghi: BELLUNO 1-Posto Polizia Ferroviaria Calalzo (8 dipendenti) 2- Sezione Polizia Postale (11 dipendenti) 3- Squadra a cavallo (istituito ma mai operativo - 0 dipendenti) 16 PADOVA 1- Sezione Polizia Postale (13 dipendenti) ROVIGO 1- Commissariato Porto Tolle (18 dipendenti) 2- Sezione Polizia Postale (5 dipendenti) 3- Squadra Nautica Porto Tolle (5 dipendenti) TREVISO 1- Sezione Polizia Postale (11 dipendenti) nota: la Sottosezione Polizia Ferroviaria Treviso è declassata in Posto Polfer (mantiene gli attuali 14 dipendenti) VENEZIA 1- Distaccamento Polizia Stradale Portogruaro (11 dipendenti) 2- Posto Polizia Ferroviaria Portogruaro (12 dipendenti) 3- Squadra Nautica (12 dipendenti) nota: il Distaccamento Polizia Stradale San Donà di Piave (27 dipendenti) è elevato a Sottosezione Autostradale. La Squadra Sommozzatori è posta alle dirette dipendenze di impiego e di gestione della Questura VERONA 1- Sottosezione Polizia Ferroviaria Porta Vescovo (ufficio di fatto già non operativo) 2- Posto Polizia Ferroviaria Legnago (13 dipendenti) 3- Sezione Polizia Postale (15 dipendenti) 4- Squadra Nautica Lacuale Peschiera del Garda (8 dipendenti) nota: Ufficio di nuova istituzione: Sezione Polizia Ferroviaria Verona VICENZA 1- Sezione Polizia Postale (9 dipendenti) nota: la Sezione Polizia Ferroviaria Vicenza è declassata in Posto (39 dipendenti) SILPVENETOnews Il SILP CGIL non è contrario a ragionare di riorganizzazione territoriale degli uffici di Polizia, condividendo appieno gli esiti, rimasti lettera morta, dell’indagine parlamentare conoscitiva effettuata nel 2008 secondo la quale: “l’assetto organizzativo delle forze di polizia presenta, a livello territoriale, significativi margini di azione nella prospettiva - sempre meno procrastinabile - di una ripartizione delle risorse umane e strumentali improntata a criteri di efficienza, economicità ed efficacia”. Il fatto che siano trascorsi quasi altri sei anni senza alcun intervento, nemmeno utilizzando la ricorrenza del trentennale della legge 121 del 1981, la dice lunga sulla capacità di reazione della classe politica e degli stessi vertici delle forze di polizia. La necessità di una qualche forma di riorganizzazione sul territorio è del tutto evidente, da anni, anche nel Veneto. Quanto indicato nel progetto è però in gran parte inaccettabile perché realizzato senza una ricognizione territoriale, una fotografia del territorio e delle sue reali necessità, che parta dalle esigenze dei cittadini, in un quadro di coordinamento effettivo con le altre forze di polizia. Basti dire che solamente 5 uffici sui 261 che il progetto di rimodulazione indica per la chiusura è di livello dirigenziale. In altri termini, una riforma che non intacca ruoli, strutture e stipendi di vertice ma riduce, in alcuni casi drasticamente, il servizio reso al cittadino. Solamente attraverso un progetto rinnovato, che tenga presente i numeri di tutte le forze di polizia, ma in particolar modo di Polizia di Stato e Carabinieri, con il coinvolgimento degli enti territoriali e dei rappresentanti dei lavoratori è possibile ridisegnare la mappa e le competenze della sicurezza nel Paese. Un paese che si sta dando forse una nuova fisionomia territoriale e che deve necessariamente tenerne conto nel progettare il sistema della sicurezza del futuro. Attualmente le forze di polizia, Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri in particolare, sono distribuite sul territorio nazionale seguendo la struttura delle attuali 103 province. Occuparsi della Polizia di Stato significa contare su 103 questure, alle quali si aggiungono 360 commissariati dipendenti. A queste si sommano non meno di ulteriori 940 uffici suddivisi tra polizia stradale, ferroviaria, di frontiera, postale e delle comunicazioni, reparti mobili, reparti prevenzione crimine, reparti volo, istituti di istruzione, centri addestrativi, sanitari, logistici e tecnici, fino a raggiungere i 1.851 siti. L’Arma dei Carabinieri, a sua volta, è strutturata in 5 comandi interregionali, 19 comandi di legione (regionali), 102 comandi provinciali, 551 compagnie o gruppi, 53 tenenze, 17 reparti territoriali e 4.621 stazioni, per un totale complessivo di 6.140 siti. La differenza tra i 1.851 siti della Polizia di Stato e i 6.140 dei Carabinieri, ha una evidente ragione legata alla storia e ai compiti delle due forze. Una diffusione territoriale che non ha più alcun senso nel XXI secolo e costi complessivi che certamente il Paese non può più sostenere. Ma il diritto alla sicurezza dei cittadini, al pari del diritto alla salute e ad una istruzione di qualità, è un diritto fondamentale, troppo importante per essere trattato in maniera affrettata e quasi segreta, calato dall’alto senza possibilità di discussione, secondo un progetto che - ne abbiamo le evidenze - è già vecchio nel momento in cui viene comunicato. E’ una questione di democrazia. 17 SILPVENETOnews Ascolto psicologico Negli ultimi anni sono aumentati anche in regione tragici eventi con protagonisti poliziotti o altri appartenenti alle forze di polizia. Ai primi momenti di forte sbigottimento, commozione e incredulità, seguono ben pochi fatti concreti. Nel migliore dei casi alcuni colloqui di qualche esperto con i colleghi d’ufficio. Qualche volta si scoprono targhe, altre volte nemmeno quelle, operando anche in questi casi crudeli diseguaglianze. Tutto questo ha un indiscutibile legame, certamente non l’unico, forse nemmeno il principale, con le caratteristiche tipiche del lavoro in polizia. E’ altrettanto inconfutabile che la carenza di personale e gli intensi carichi di lavoro non possono che accentuare e aggravare situazioni già complesse. I problemi e le difficoltà che accompagnano la grave crisi economica colpiscono doppiamente i lavoratori di polizia. La prima come cittadini: anche loro, come tutti, hanno visto ridursi in maniera sensibile il reddito disponibile e faticano come non mai a far fronte agli impegni economici. La seconda come lavoratori di Polizia: ogni protesta, crisi occupazionale, emergenza sociale, crisi internazionale, fino agli eventi culturali e mondani, determinano un ulteriore carico di lavoro nei confronti di sempre meno donne e uomini in divisa, sempre più vecchi. Per non restare immobili spettatori, pur senza alcuna pretesa di sostituzione o di completezza d’intervento, lo scorso 10 gennaio 2014 il SILP CGIL Ve- 18 neto ha attivato lo sportello Ascolto Psicologico, grazie alla preparazione di un collega laureato in psicologia e abilitato alla professione, iscritto da anni all’Albo degli psicologi, in grado di offrire un servizio di assistenza, ascolto e aiuto nei confronti di colleghi che, per motivi professionali o altro, avvertono la necessità di una consulenza, nel pieno rispetto della segretezza professionale, con esclusione di referto o rapporto conclusivo. Non si tratta di un servizio di gestione dello stress ma di consulenza psicologica su problematiche personali e lavorative, con particolare approfondimento della tematiche del burnout individuale. Il servizio si concretizza nell’ascolto e nel consulting, senza formulazione di alcun giudizio diagnostico. il servizio è ovviamente gratuito e tale rimane nei suoi eventuali sviluppi. Lo psicologo può essere contattato al numero telefonico 3426319869, dedicato ed esclusivo. Gli incontri, concordati tra le parti, avvengono preferibilmente nel luogo ritenuto idoneo dallo psicologo. Oggi possiamo testimoniare che il servizio è risultato utile a qualcuno. In questi mesi sono avvenuti diversi contatti, lo psicologo si è occupato di alcune situazioni soggettive e di un caso collettivo, manifestatosi in una provincia, approfondendo un caso di possibile mobbing, sfociato, d’intesa con gli interessati, in una segnalazione della segreteria nazionale SILP CGIL al Dipartimento della pubblica sicurezza. Dossier realizzato da Stefano Ballarin, Stefano Caicchiolo, Christian Ferretti, Giovanna Gagliardi, Fabio Malaspina, Stefano Marinconz, Andrea Penolazzi, Giordano Sartori, Cristian Truzzi SILPVENETOnews VENETICA Rivista degli Istituti per la storia della Resistenza di Belluno, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza L’abbonamento per i due numeri annuali della rivista è di euro 28,00. È possibile versare l’importo sul ccp. n. 11080371 intestato a Cierre edizioni, via Ciro Ferrari 5, Caselle di Sommacampagna (VR) con causale: Abbonamento “Venetica”, oppure tramite bonifico bancario (IBAN IT22T0200859861000003775589, Unicredit Banca, Agenzia di Caselle, Verona). 19 SILPVENETOnews “Legalità: una svolta per tutte” La nuova campagna della CGIL incrociano un altro inquietante fenomeno, la corruzione”. Zone ‘nere’ e ‘grigie’ che nella crisi “tendono ad aumentare perché i modelli e i settori di produzione “Legalità: una svolta per tutte”. È il messaggio scelto sono più esposti al rischio di contaminazione da parte dalla Cgil per la sua nuova campagna sulla legalità, delle economie criminali e del malcostume”. Per questi presentata oggi in corso d’Italia dal segretario genemotivi nel 2011 la confederazione guidata da Susanna rale Susanna Camusso e dal segretario confederale Camusso lanciò la ‘Campagna per la legalità economiGianna Fracassi, che partirà il 27 ottobre da Milano. ca’, fondata sull’avvio di una stagione di contrattazione A distanza di due anni dalla passata campagna sui temi in cui la legalità veniva assunta come dimensione quadella legalità economica, la Cgil rilancia il suo impegno litativa del lavoro e dello sviluppo. su questo fronte, mettendo in campo due ordini di iniOggi le ragioni alla base di quella scelta continuano ziative. Da un lato una a essere “una priorità da serie di appuntamenti affrontare” perché nascono di carattere nazionale “dalla consapevolezza di incentrati sulle macrovivere in un Paese schiacaree di intervento su cui ciato dal peso dei fenomeni si focalizzano le propodi illegalità che non solo lo ste della confederaziorendono economicamenne: lotta alla criminalità te debole, ma ne riducono organizzata, contrasto anche e soprattutto i mardell’evasione e regolagini di contrattazione e di mentazione del sistema mediazione sociale”. Ecco degli appalti. Dall’altro perché la Cgil promuove lato l’avvio di un vero e questa nuova campagna proprio ‘Viaggio della le- “Legalità: una svolta per galità’, che partirà a notutte” - e che si caratterizvembre per attraversare zerà nei prossimi mesi con l’intera penisola. alcune iniziative tematiche La Cgil promuove questa e con il ‘Viaggio della legacampagna perché, come lità’. Un camper attraversi legge nelle immagini serà, infatti, l’intero Paese, che la caratterizzano, toccando diversi e signifi“la legalità è un’urgencativi luoghi. Si partirà da za, un valore capace di Milano il 27 ottobre per risollevare le sorti di un poi percorrere la penisola Paese compromesso, la fino a Palermo e arrivare soluzione nella lotta al a dicembre a Roma per la malcostume. La legalità tappa conclusiva. Un viagLa legalità è un’urgenza, un valore capace di risollevare le sorti di un Paese compromesso, la soluzione nella lotta al malcostume. La legalità è una garanzia che è una garanzia che non gio “per raccogliere racconnon vuole promesse disattese, l’unica certezza capace di cambiare davvero le cose. vuole promesse disatteti, ricordi e storie, fatti ed se, l’unica certezza caesperienze di vita concrete pace di cambiare davveper testimoniare il rapporto ro le cose”. Un’urgenza che si sostanzia nei ‘numeri’: i vitale e indissolubile tra legalità e lavoro”. fenomeni illegali, infatti, diffusi e trasversali in tutto il “La legalità è la precondizione per il cambiamento del Paese, “costituiscono - spiega il sindacato - una zavorPaese” ha dichiarato il Segretario Generale della CGIL, ra per la nostra economia e il nostro futuro. La corruSusanna Camusso intervenendo nel corso della conzione costa 60 miliardi di euro l’anno, l’evasione 135 e ferenza stampa, lamentando una “scarsa strumentail fatturato complessivo delle mafie è vicino ai 200 mizione”, mentre “le attività illegali crescono”. “E’ lungo liardi”. Una ‘torta’ di circa 400 miliardi che immessi nel tempo - ha proseguito Camusso - che l’Italia si interrocircuito ‘legale’ “rappresenterebbero il volano di cui il ga su questo, ma manca l’attuazione di promesse fatPaese ha bisogno per affrontare e risolvere il binomio te”. La campagna per la legalità, come spiegato dalla crisi e sviluppo”. leader sindacale, si intreccia con quella per il lavoro Per la Cgil “attività imprenditoriali e prostituzione, properché “ad ogni proposta sull’occupazione ci si chiede venti finanziari ed ecomafie, gioco d’azzardo e appalti, dove sono le risorse, se si agisse sul terreno dell’evasono alcune delle voci che compongono il fatturato e sione fiscale e della corruzione ci sarebbero le risorse gli utili della criminalità organizzata, nonché i temi che per gli investimenti e il lavoro” ha concluso Camusso. legalità: una svolta per tutte. 20 SILPVENETOnews Papà, ma qualcosa di corrotto si può aggiustare? LegaLità: UNa SVOLta PeR tUtte. La corruzione, l’evasione fiscale, gli affari delle mafie gravano sull’economia del Paese e compromettono il futuro dei nostri figli. Recuperiamo la legalità, diamo ascolto a chi ha fatto di questo valore un punto fermo. 21 SILPVENETOnews Dalla 71 Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia alcune segnalazioni di film da vedere al cinema La 71 edizione della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, conclusasi il 6 settembre scorso, ha presentato molte pellicole interessanti, ma nessun capolavoro. Vi segnaliamo quindi le pellicole che, a nostro modesto parere, sono le più degne di considerazione. Non suggerirei la pellicola vincitrice del Leone d’Oro di quest’anno. “A Pigeon Sat on a Branch Reflecting on Existence” (Un piccione seduto su un ramo che riflette sulla propria esistenza) del regista 71enne svedese Roy Andersson è un’opera che, sebbene abbia una fotografia molto suggestiva, non offre particolari spunti d’interesse a parte uno sconcertante non-sense di episodi di vita. Le tre pellicole italiane in concorso non hanno deluso: “Anime nere” di Francesco Munzi, storia di una famiglia e di tre fratelli dell’Aspromonte coinvolti nella ‘ndrangheta di un paese, tratto dall’omonimo romanzo di Gioacchino Criaco (Ed. Rubbettino, 2008) scrittore calabrese di Africo è un film cupo, duro alla “Gomorra”, che si avvale di un ottimo cast. “Hungry Hearts” di Saverio Costanzo, con protagonisti Alba Rohrwacher, Adam Driver, Roberta Maxwell., ispirato al romanzo “Il bambino indaco” (Ed. Einaudi) del padovano Marco Franzoso, è un film che fa riflettere. Racconta la storia di Mina e Jude, giovane coppia nella Grande Mela che si incontra per caso, si innamora e poi si sposa. I due avranno un bambino, e qui sorgeranno i problemi: lei è una fondamentalista vegana. Mentre il piccolo cresce con carenze nutrizionali la coppia scoppia per divergenze sull’alimentazione; fino al dramma. Interessante per l’argomento, molto attuale. Per la straordinaria interpretazione di Elio Germano nei panni di Giacomo Leopardi, consigliamo agli appassionati di storia della letteratura italiana anche “Il giovane favoloso” di Mario Martone. Non è un film leggero (è anche un po’ lungo, 137’) ma risalta davvero la camaleontica immedesimazione di Germano nei panni del poeta di Recanati, che viene mostrato in una luce tutta diversa da quella che viene raccontata nei libri di scuola. Seguiamo il poeta malato dalla sua città fino al viaggio a Napoli con il giovane amico Antonio Ranieri (Michele Riondino) alla scoperta del mondo. Un film utile, importante, sebbene di non facile digeribilità. Molto bella invece è stata la pellicola d’apertura “Birdman o (Le imprevedibili virtù dell’ignoranza)” di Alejandro G. Iñàrritu, una commedia nera che racconta di un attore (noto per aver interpretato un famoso supereroe) che sacrificherà anima e corpo per mettere in scena un’opera a Broadway. Nei giorni precedenti la prima, lotterà contro le proprie frustrazioni e il proprio ego per cercare di recuperare la sua famiglia, la sua carriera e se stesso. Nel cast, bravissimi, Michael Keaton, Zach Galifianakis, Edward Norton, Emma Stone, Naomi Watts. Altre pellicole statunitensi da vedere sono “99 Homes” di Ramin 22 CINEMA Bahrami e “Good Kill” di Andrew Niccol. La prima vede interpreti uno straordinario Michael Shannon nel ruolo di uno spietato agente immobiliare e il giovane Andrew (Spider Man) Garfield come un giovane che farà di tutto per recuperare la casa dei suoi genitori andata all’asta per debiti. Un film forte, ad alto impatto emotivo; come la pellicola di Niccol, che ha per protagonista un pilota militare di droni (Ethan Hawke) che dal deserto del Nevada manda i suoi micidiali velivoli a fare raid in Afghanistan. Frustrato per il suo lavoro, in crisi con la famiglia, il pilota andrà sempre più alla deriva. Invece per chi ama i documentari d’inchiesta, c’è “The Look of Silence” del regista americano Joshua Oppenheimer, che ha ricevuto il Gran Premio della Giuria, il quale dopo il suo precedente “The Act of Killing” ha continuato ad indagare tra vittime e carnefici del genocidio dei comunisti indonesiani a metà degli anni ’60, e sul muro del silenzio eretto da quest’ultimi nei confronti dei superstiti. Il documentario, fortemente drammatico, come un pugno allo stomaco, è stato considerato come un importante lavoro di ricostruzione storica e documentaristica. Passando a qualcosa di più delicato ed europeo, raccomandiamo il film “La rançon de la gloire” (Il prezzo della gloria) di Xavier Beauvois (già autore di “Uomini di Dio”), sulla ricostruzione del vero furto dal cimitero di Ginevra, avvenuto nel 1978, della bara di Charlie Chaplin da parte di due balordi, interpretati dai brillanti Roschidy Zem e Benoït Poelvoorde. Quest’ultimo è anche interprete della pellicola romantica “3 coeurs” di Benoìt Jacquot. Una storia d’amore francese di provincia, dove l’attore è al centro di un triangolo amoroso che vede protagoniste Charlotte Gainsbourg e Chiara Mastroianni. Ma non possiamo dimenticare altre nostre pellicole italiane da vedere: “La trattativa” di Sabina Guzzanti, docu-fiction a metà tra inchiesta e teatro, alla maniera della regista satirica, dove si mettono in luce - con fatti acclarati - le tesi secondo cui Stato e mafia hanno cercato una sorta di “pax” di non belligeranza. E ancora, “I nostri ragazzi”, di Ivano De Matteo, con Alessandro Gassman, Giovanna Mezzogiorno, Luigi Lo Cascio e Barbara Bobulaova. Una storia di famiglie con figli difficili, ispirato dal romanzo “La cena” di Herman Koch (Neri Pozza). “Senza nessuna pietà” di Michele Alhaique con un bravo Pierfrancesco Favino nel ruolo di Mimmo, un corpulento uomo di malavita, che tenta di riscattarsi proteggendo una giovane ragazza (Greta Scarano). E infine segnaliamo il divertente “Arance e martello” di Diego Bianchi, meglio conosciuto come il blogger “Zoro”, conduttore del programma “Gazebo”. La pellicola è ambientata nel 2010 nel mercato rionale di San Giovanni a Roma. Quando la giunta comunale decide di chiudere i banchetti avviene la mobilitazione dei proprietari che cercano l’appoggio della sede locale del Partito Democratico. Ne scaturirà una “guera” all’ultima sanguinella per difendere il mercato. Un ritratto ironico di attivisti politici e borgatari. Andrea Curcione LIBRI Jo Nesbø IL PIPISTRELLO E’ uscito finalmente in libreria il primo volume scritto dal romanziere norvegese Jo Nesbø (Oslo, 1960) “Il pipistrello”, che apre la serie dedicata all’ispettore di polizia Harry Hole. Una parte dei suoi libri, tutti di successo, in Italia dal 2006 sono stati pubblicati originariamente da Piemme (“Il Pettirosso”, “Nemesi”, “La stella del diavolo”, “La ragazza senza volto”, “L’uomo di neve”). Da quando il personaggio di Harry Hole ha riscontrato il parere favorevole del pubblico dei lettori di narrativa poliziesca, l’Einaudi dal 2011 ha pensato bene di pubblicare gli altri titoli (“Il leopardo”, “Lo spettro”, “Polizia”) e per ultimo ha tradotto il libro inziale: “Il pipistrello”. L’ispettore Hole tratteggiato da Nesbø come biondo, alto 1,93: E’ un uomo controverso, che si sente sempre a disagio con gli altri e soprattutto con se stesso; per questo è dedito all’alcool, il suo peggior amico/nemico: il whiskey Jim Bean. Hole è un solitario, amante del suo lavoro, presso la squadra Anticrimine di Oslo – ha una mente brillante – una vita sregolata e un affetto per la sua famiglia (dopo la morte del padre, gli resta la sorella affetta da sindrome di down) e per Rakel Fauke, madre single per la quale nutre un amore forte, ma talvolta scostante, e per suo figlio Oleg. Nel lavoro i suoi metodi sono poco ortodossi. Ha seguito un corso speciale all’FBI dove ha imparato alcuni trucchi del mestiere: come ricaricare velocemente un’arma o mettere le manette a un arrestato. Spesso nelle sue avventure si è trovato in pericolo. Ha dovuto affrontare molte situazioni difficili e si è dovuto confrontare nel suo lavoro con superiori e colleghi arroganti, carrieristi, doppiogiochisti e malavitosi. Ma ha potuto contare anche su persone in gamba, agenti e detective che hanno speso SILPVENETOnews le loro energie e, talvolta hanno sacrificato le loro vite per aiutarlo. Le sue avventure sono sempre venate di ambientazioni fredde, atmosfere cupe, spesso dolenti, ma anche per l’abile capacità di Nesbø nel descrivere certe situazioni, ed elementi psicologici, tutto diventa più avvincente ed affascinante. Per imparare a conoscere meglio questo personaggio consigliamo di leggere le sue avventure a cominciare quindi dal suo primo episodio: “Il pipistrello”. Una ragazza norvegese di poco più di vent’anni è stata trovata morta, uccisa a Sidney. Harry Hole viene mandato in Australia per collaborare con la polizia locale. Qui conoscerà Andrew Kensington, un investigatore di origini aborigene tanto acuto quanto misterioso. L’inchiesta si rivelerà complessa: si scoprirà che l’omicidio è l’ultimo anello di una lunga catena, realizzata da un astuto serial-killer. Un quadro a tinte forti dove Harry dovrà confrontarsi con un paese, l’Australia, a lui sconosciuto, ricco di misteri e mitologie aborigene. Come quella di Narahdam, il pipistrello che reca la morte nel mondo. Jo Nesbø oltre a essere uno scrittore di successo mondiale, con milioni di copie tradotte e vendute, spaziando dalla letteratura noir a quella per l’infanzia, è anche un musicista: si esibisce tutt’oggi regolarmente con la band norvegese dei “Di Derre”. Da un suo romanzo thriller, “Il cacciatore di teste” del 2008 (Einaudi) è stato tratto anche un film “Hodejegerne” diretto da Morten Tyldum nel 2011. La storia di Roger Brown, uno stimato e ricercato cacciatore di teste pagato dalle grandi aziende per trovare e mettere la persona giusta al posto giusto. Questi ha un hobby segreto: i furti d’arte, per soddisfare l’altissimo stile di vita della propria moglie. E per realizzare un colpo importante, finirà in pericolo. Per chi ama il thriller, i romanzi di Nesbø sono davvero consigliati. Andrea Curcione 23 SILPVENETOnews Giugno 2014 Segreterie Provinciali Belluno c/o Questura via Volontari della Libertà 13 tel.3346342257 [email protected] Padova c/o Questura piazzetta Palatucci 5 tel.3313775951 tel-fax 049833271 [email protected] Rovigo c/o Questura via Donatoni 9 tel.3489339488 [email protected] Treviso c/o Questura piazza delle Istituzioni 1 tel.3313753167-3346686950 [email protected] Venezia c/o Questura Santa Croce 500 tel.3313712821 [email protected] Veneto Segreteria Regionale via Peschiera 5 30174 Venezia Mestre tel.3313737023 tel-fax 0415497851 [email protected] SILPVENETOnews Periodico di informazione sindacale a cura della Segreteria Regionale Veneto del SILP CGIL, Venezia Mestre, via Peschiera 5. Ottobre 2014 Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Stefano Ballarin, Stefano Caicchiolo, Andrea Curcione, Christian Ferretti, Giovanna Gagliardi, Fabio Malaspina, Stefano Mariconz, Andrea Penolazzi, Giordano Sartori, Cristian Truzzi. Chiunque voglia contribuire o lasciare commenti e suggerimenti, ci scriva a: [email protected] Inoltre, è on line il nostro sito: www.silpveneto.it > Verona c/o Scuola Allievi Agenti Parco Catullo 2 Peschiera del Garda (VR) tel.3313715252 [email protected] Vicenza c/o Questura, viale Mazzini 213 tel.3428011549-3382154949 fax.0444567682 [email protected]
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