Stipendi non pagati: il Savona rischia punti di

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48 .Savona
STAMPA
.LA
MERCOLEDÌ 18 FEBBRAIO 2015
IL PATRON DELLEPIANE PERO’ RASSICURA: «I DEBITI VERRANNO SALDATI»
PER UN PRESTITO DI 20 EURO NON RESTITUITO
Stipendi non pagati: il Savona
rischia punti di penalizzazione
Tenta estorsione
su un minorenne
È denunciato
«Sai che c’è? C’è che ora mi
devi 150 euro...E farai bene a
darmeli...se no...». «Se no cosa?» ha ribattuto l’altro. È finita a spintoni, uno dei due
ragazzi, il minorenne, medicato in ospedale. E l’altro,
l’autore delle minacce, un diciottenne, denunciato alla
Procura con l’accusa di tentata estorsione.
Al centro della vicenda
un prestito: venti euro che il
minorenne aveva chiesto al
diciottenne, per farci cosa
non si sa. Magari un pizza,
una serata in discoteca, un
film. La polizia non lo ha
chiarito. Una somma modesta, comunque un tesoro
per due ragazzi di quell’età,
che dipendono molto probabilmente dalla paghetta settimanale dei genitori. Il minorenne, però, stando a
quanto ricostruito dalla
squadra mobile, non ha più
restituito i venti euro, provocando la reazione del diciottenne che ha deciso di
passare alle vie più pesanti,
pretendendo con modi bruschi e prepotenti non solo
che il debito venisse saldato,
ma addirittura con gli interessi. Interessi da usura. È
così ecco che il prestito lievita, ecco che i venti euro diventano centocinquanta.
I giocatori rivendicano i compensi di novembre e dicembre
M.DE FAZIO - R.FABRI
SAVONA
Ingiunzioni di pagamento,
stipendi non ancora saldati,
punti di penalità in arrivo.
Ma soprattutto la sensazione che qualcosa, tra la società e la città, si sia rotto, guastato per la situazione difficile in cui versa «la proprietà, specchio della generale
crisi che affligge il mondo
imprenditoriale ed economico savonese.
Il Savona Calcio somiglia
a una polveriera pronta ad
esplodere, facendo aleggiare
sul «Bacigalupo”» lo spettro
di problemi societari già vissuti in passato e ancora vivi
nel ricordo dei tifosi savonesi. Le difficoltà della proprietà e di patron Dellepiane non
sono certo un unicum nel panorama imprenditoriale provinciale e nel contesto italiano delle società di calcio professionistiche: basti guardare a cosa sta avvenendo in
una piazza blasonata e fino a
poco tempo fa anche ricca,
come quella di Parma. Ma a
Savona, almeno dall’addio
del mister-manager Ninni
Corda, lo sbandamento sem-
Il presidente del Savona
Aldo Dellepiane rassicura:
«I debiti verranno saldati»
bra evidente. Anche (ma non
solo) dal punto di vista dei conti. Gli stipendi di novembre e
dicembre non risultano ancora pagati. Si tratta di una somma che si aggira intorno ai
200mila euro. Fino a ieri i bonifici non erano ancora partiti
e lunedì era fissata la scadenza
per non incappare nella scure
del deferimento alla Procura
federale: la penalizzazione dovrebbe scattare automaticamente e, considerate le acque
in cui navigano gli Striscioni in
classifica, andrà ad aggravare
una situazione sportiva già delicata. Raggiunto al telefono,
Aldo Dellepiane ha dato questa spiegazione: «Abbiamo comunicato ai nostri dipendenti,
l’impossibilità di pagare contributi e stipendi entro la scadenza di lunedì scorso. Aspettavamo 160 mila euro di contributi, ne sono arrivati, per le
note beghe in Lega, soltanto
39 mila e per giunta venerdì
scorso. Allora abbiamo cercato di sbloccare i 180 mila euro
di crediti derivanti dalle valorizzazioni dei nostri giovani
calciatori con un’operazione di
factoring bancario, ma per
problemi di burocrazia ci è
stato impossibile averli subito
a disposizione. A questo punto
non era per me possibile
smuovere quasi 200 mila euro,
in un lasso di tempo così ristretto. Posso assicurare i tifosi e quanti vogliono bene al Savona che nei prossimi giorni il
debito verrà saldato».
Ma in questi giorni dovreb-
be arrivare anche un’ingiunzione di pagamento per la vicenda del ritiro estivo, che i
biancoblù hanno svolto a
Chiusa Pesio, all’interno della
struttura «Cannon d’Oro». Il
proprietario, Tommaso Vigna, aspetta ancora il pagamento per il periodo in cui ha
ospitato il Savona: pensione
completa e altri servizi come il
lavaggio delle divise, per 40
euro al giorno a persona. Era
stata prevista una rateizzazione ma, dopo cinque mesi di attesa, Vigna si è stancato di
aspettare e ha affidato la questione al suo avvocato, facendo preparare un’ingiunzione
di pagamento. «La mia azienda esiste dal 1880 e mi sento
preso in giro – spiega Vigna -.
Voglio andare fino in fondo per
veder riconosciuto quanto mi
spetta». Così come resta delicata la querelle che contrappone la società all’ex tecnico
Corda: i contratti di scouting
firmati con l’allenatore sardo
non sono stati ancora onorati e
Corda ha chiesto il pignoramento dei contributi federali
per ottenere quanto gli spetta.
Una somma che si aggira intorno ai 40mila euro.
LA TRAGEDIA A PIETRA LIGURE
IL RAID AD ALBENGA
GLI EPISODI A BORGHETTO
Morì soffocato
due a giudizio
Rubòcomputer
a cinquemedici
Condannato
Picchiava la compagna
tre anni di reclusione
Aveva ingoiato un tappo diplastica ed era morto soffocato. Vittima del tragico incidente, nel marzo del 2012, era
stato l’ospite di una struttura
riabilitativa di Pietra. Ieri si è
aperto il processo (per omicidio colposo) a M.P., un’educatrice, e L. B., un assistente socio sanitario, che quella sera
si erano occupati di lui. La
Procura gli contesta di non
aver impedito a R.Z., 30 anni,
affetto da «pantofagia» (patologia che porta chi ne soffre
ad ingerire qualsiasi oggetto),
di prendere il tappo e e ingo-
iarlo. L’incidente si era verificato dopo che R.Z. era stato accompagnato nella sala dedicata
all’igiene personale per essere
cambiato prima di andare a
dormire. Terminata l’operazione era tornato in stanza e sembrava essersi addormentato.
Poi la tragedia. Una delle ipotesi era che avesse preso il tappo
nella sala igiene, ma la perquisizione effettuata la sera stessa
dell’incidente lo aveva escluso.
Secondo la difesa (avvocato Paolo Foti) M.P. e L. B. hanno applicato alla lettera il protocollo
e le procedure.
[O.STE.]
Era accusato di aver rubato cinque computer portatili, portandoli via dagli
studi medici del poliambulatorio di San Michele Salute ad Albenga. Ieri mattina per quel furto che risaliva al 9 settembre di due anni fa, Soccorso Pasceri, 48
anni, residente a Ceriale, è
stato processato a palazzo
di giustizia. L’uomo è stato
condannato dal giudice
monocratico a un anno di
reclusione e a una multa di
quattrocento euro. [O.STE.]
Nel settembre del 2014 era
stato arrestato in esecuzione
di un ordine di custodia cautelare con l’accusa di maltrattamenti verso la compagna. Ieri
mattina, davanti al giudice
Marco Canepa, Manuel Garofalo, 36 anni, è stato condannato a tre anni di reclusione (il
pm aveva chiesto invece una
pena di tre anni e sei mesi).
Secondo la Procura, l’uomo in
più occasioni sarebbe arrivato anche a picchiare la compagna. Accuse dalle quali l’imputato, assistito dall’avvocato
Silvio Carrara Sutour, si era
sempre difeso ammettendo solo che ci fossero state delle litigate con la convivente. Garofalo aveva parlato di rapporti non
sempre idilliaci con la compagna, ma aveva respinto le contestazioni assicurando di non
aver mai alzato le mani o usato
violenza verso di lei. Il trentaseienne doveva rispondere di diversi episodi di maltrattamento
(collocati tra il gennaio 2013 e il
settembre 2014) avvenuti a
Borghetto nei quali, secondo
l’accusa, avrebbe colpito la donna minacciandola anche di
morte. Per uno dei casi conte-
L’indagine della polizia
Il minorenne ovviamente
non ne ha voluto sapere di
soddisfare le richieste del diciottenne. Non ha accettato
neppure la proposta alternativa: il bel telefonino di ultima
generazione e sarebbe stata
chiusa la questione. «E allora
sarà peggio per te» ha minacciato il diciottenne. L’incontro fra i due è così finito a
spintoni, mani addosso e il minorenne che ha dovuto poi ricorrere alle cure dei medici
(gli hanno riscontrano leggere contusioni per una prognosi di due giorni) e ha denunciato tutto alla polizia. La breve indagine della squadra mobile si è conclusa nei giorni
scorsi: ora il diciottenne se la
[C.V.]
vedrà con la Procura.
stati, a supporto della denuncia
contro di lui, c’era anche un referto medico per una lesione
giudicata guaribile in 5 giorni.
Garofalo su quell’episodio però
aveva fornito una spiegazione
ben precisa: «Si è fatta male da
sola. Stavamo litigando in mezzo alla strada e lei per sfogarsi
ha colpito la vetrina della sede
della Croce Rossa» aveva detto
al gip. Nel maggio del 2013, l’uomo era già finito nei guai per
quella relazione burrascosa:
era finito in manette con la grave accusa, poi caduta, di tentato omicidio verso la compagna.
La donna era volata giù dal balcone della sua casa di via Prigliani, a Loano, dopo una lite
domestica. Una caduta che, in
un primo momento, non sembrava essere accidentale, ma la
giovane aveva poi scagionato il
convivente spiegando di essere
scivolata da sola.
[O.STE.]