Nota Paese Canada 2014

Nota Paese
Canada
CANADA: NOTA PAESE (marzo 2014)
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Quadro generale. Il Canada è una democrazia parlamentare, monarchia costituzionale
e unione federale facente parte del Commonwealth. Il capo dello stato è la Regina
d’Inghilterra, rappresentata da un Governatore nominato dalla corona su indicazione del
Primo Ministro canadese. Il Consiglio dei Ministri, presieduto dal Primo Ministro, esercita
il potere esecutivo. Il Parlamento, composto da Senato (nominato) e da Camera dei
Comuni (eletta a suffragio universale), detiene il potere legislativo. Il sistema elettorale è
multipartitico. Il capo del partito eletto con la maggioranza dei seggi riveste la carica di
Primo Ministro e capo del governo. Le elezioni si tengono generalmente ogni quattro
anni ed il mandato massimo è di cinque anni. Il Canada è un Paese vasto, multietnico e
multiculturale. Vanta, oltre ad una grande estensione geografica (9,9 milioni km2), una
bassa densità demografica (3 ab./km2 per un totale di 34 milioni abitanti concentrati su
una fascia di 200 km lungo il confine con gli Stati Uniti) ed enormi risorse naturali tra cui
metalli, carbone, petrolio, gas naturale, diamanti, argento e legname. Comprende 10
stati (province), dotate di autonomia legislativa ed esecutiva e 3 territori. Ufficialmente, il
Canada favorisce una politica multiculturale su scala nazionale e riconosce due lingue
ufficiali: l’inglese e il francese. I Canadesi di lingua madre francese risiedono soprattutto
nella provincia del Québec, dove la cultura francese è predominante. Il Governo
Federale difende gli interessi del Canada sul piano internazionale. Sul piano interno
controlla l’equilibrio sociale ed economico delle diverse province, le cui disparità da
questo punto di vista sono nette. In generale ogni provincia può essere considerata
come uno Stato autonomo dotato di un parlamento eletto democraticamente al massimo
ogni cinque anni e caratterizzato da un proprio sistema legislativo, fiscale, sanitario, ecc.
I programmi sociali portati avanti dal Governo Federale per l’insieme del paese, possono
essere modificati dalle province o addirittura sostituiti con diritto di compensazione da
propri programmi, in genere più generosi. Il Canada riconosce agli autoctoni
(Amerindiani ed Inuit) dei diritti ancestrali in virtù dei quali possono godere di uno statuto
speciale: autonomia territoriale nelle riserve e nei territori assegnati, esenzioni fiscali,
programmi particolari di aiuto allo sviluppo economico e sociale.
Congiuntura. Nel rapporto sulla politica monetaria pubblicato in gennaio 2014, la Banca
del Canada prevede che l’inflazione raggiungerà il target fissato del 2% non prima di due
anni. L’economia mondiale dovrebbe crescere del 3,4% nel 2014 e del 3,7% nel 2015
trainata dagli Stati Uniti dove già si può constatare una ripresa degli investimenti delle
imprese che assieme al deprezzamento del dollaro canadese, dovrebbe stimolare
fortemente le esportazioni canadesi. Il ministro canadese delle finanze Jim Flaherty ha
dichiarato in un’intervista che il dollaro canadese continuerà a perdere terreno nel 2014.
Il ministro ha spiegato che il governatore della Banca del Canada non ha escluso la
possibilità di una svalutazione della moneta canadese nel corso dell’anno. Secondo
Flaherty, un dollaro canadese a 90 centesimi US è certamente una buona notizia per
l’industria manifatturiera e l’economia canadese. Il dollaro canadese vale oggi poco più
di 89 cents US.
Nonostante i più recenti dati economici siano leggermente superiori alle attese, la Banca
centrale prevede che l’offerta eccedente la domanda (definita dal governatore come
“cattiva deflazione”) e una crescita della concorrenza nel commercio al dettaglio (la
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“buona deflazione”) manterranno probabilmente per quest’anno l’inflazione nettamente
al di sotto del target del 2% e i rischi di deflazione rimarranno reali. La Banca centrale ha
quindi deciso di mantenere il tasso di interesse a 1%, immutato dal 2010.
Va comunque detto che il costo per i beni di consumo, beni durevoli ed abitazioni è
mediamente superiore, in alcuni casi anche del 15%-20%, a quello degli USA.
Fonte : Bank of Canada, Weekly Financial Statistics, marzo 2014
In Canada la crescita economica è stata nel 4° trim estre del 2013 nettamente più
vigorosa di quanto anticipato dalla Banca centrale. Per il 2014 si prevede una crescita
intorno al 2,5%. Le esportazioni sono leggermente migliorate, ma rimangono tuttavia
deludenti. Anche gli investimenti delle imprese rimangono deboli. Le buone notizie
vengono invece dal mercato immobiliare, che come anticipato dalla Banca, sembra
assestarsi tranquillamente mentre si stabilizza il rapporto tra il debito e il reddito delle
famiglie. Riconoscendo che i tassi d’interesse attuali non siano sostenibili (il tasso
ipotecario è intorno al 3%) e prevedendo una leggera correzione al rialzo, la Toronto
Dominion Bank è del parere che la sovrastima del mercato immobiliare si avvicini al 10%
e che quindi non si possa parlare di una vera e propria bolla immobiliare. La banca
riconosce tuttavia che sussistono dei fattori di preoccupazione come l’alto tasso di
indebitamento delle famiglie canadesi. I mutui ipotecari sono responsabili in larga misura
dell’indebitamento del consumatore canadese e lo rendono estremamente vulnerabile
ad un aumento, anche lieve, dei tassi di interesse. In seguito alla svalutazione della
moneta sui mercati internazionali, e particolarmente con il dollaro americano, la Banca
centrale ha tenuto anche a precisare che nel quadro della politica monetaria ha fissato
un target per l’inflazione, compreso in una forchetta tra 1% e 3%, ma non per il tasso di
cambio del dollaro canadese. Il valore della moneta deve rimanere una risultante del
mercato e per il momento la Banca non cerca di promuovere un valore particolare o di
contrastare le sue variazioni.
Secondo le previsioni del Fondo monetario internazionale (FMI), l’economia canadese
crescerà nel 2014 sostenuta dalla ripresa americana che stimolerà le esportazioni.
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Tuttavia, avverte il Fondo, la crescita della produttività e l’accesso al mercato
internazionale delle risorse energetiche canadesi, sono dei fattori essenziali per
sostenere la crescita. In particolare, secondo il Fondo monetario, la realizzazione di
alcune importanti infrastrutture sarà un fattore chiave. L’Alberta, che racchiude la terza
riserva in importanza al mondo di petrolio, ha infatti dei problemi ad esportare il petrolio
prodotto a causa delle capacità limitate delle pipeline esistenti anche se non sono
sicuramente i progetti che mancano. La costruzione dell’oleodotto Keystone XL che
permetterebbe al petrolio canadese di raggiungere le raffinerie del golfo del Messico in
Texas, il progetto dell’oleodotto Energy East che dovrebbe portare il petrolio alle
raffinerie dell’Est canadese per poi essere esportato verso l’Europa, così come
l’oleodotto che dovrebbe portare il petrolio sulle coste del British Columbia per essere
esportato in Asia, sono dei progetti ritenuti essenziali per l’economia canadese ma che
faticano ad avanzare rallentati dalle preoccupazioni ambientali.
Tra le misure introdotte con la finanziaria per sostenere l’economia, il governo federale
ha annunciato per il 2014/2015 una spesa di CAD 730 milioni e di CAD 1 miliardo nel
2015/2016. Oltre ad alcune somme riservate alla formazione della manodopera, il
governo ha annunciato uno stanziamento di CAD 497 milioni da spendere nei prossimi
due anni per il Windsor-Detroit Crossing (un nuovo ponte per collegare Canada e USA
che mira a ridurre la congestione dei valichi frontalieri fra i due paesi) e CAD 500 milioni
supplementari su due anni di contributo al fondo per l’innovazione (Automotive
Innovation Fund) al fine di promuovere la R&D nel settore automobilistico per preparare
e sostenere il settore ad affrontare le sfide che i trattati di libero scambio recentemente
firmati con la Corea del Sud e con l’Europa lanceranno all’industria automobilistica
locale. Grazie agli accordi i costruttori europei e coreani potranno usufruire di una
riduzione significativa dei dazi doganali del 6% sui veicoli importati dal Canada. Il settore
automobilistico, concentrato soprattutto nella provincia dell’Ontario, è uno dei principali
motori delle esportazioni del Canada. Il 10% del PIL del settore manifatturiero e del 14%
delle esportazioni totali canadesi sono generati dal settore automobilistico.
Altre misure contenute nella finanziaria riguardano l’abolizione dei dazi doganali sulle
attrezzature utilizzate per le perforazioni petrolifere offshore e un’estensione
supplementare di un anno del programma di credito d’imposta per l’esplorazione
mineraria indirizzato alle compagnie minerarie junior.
Confronto Canada – Italia
(Stime 2013)
CANADA
Superficie (migliaia km2)
Popolazione (milioni)
PIL reale (miliardi USD)
PIL pro capite (USD)
Inflazione
Tasso di disoccupazione
Debito pubblico (% PIL)
ITALIA
9.984,7
34,8
1.518
43.100
1%
7,1%
86,3%
301,3
61,7
1.805
29.600
1,2%
12,4%
133%
Fonte: Central Intelligence Agency
Principali indicatori economici
PIL nominale (CAD correnti, miliardi)
CANADA: NOTA PAESE (marzo 2014)
2010
1,662.8
2011
1,760.0
2012
1,820.0
2013
1,879.5
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PIL reale (CAD miliardi)
PIL reale (crescita)
PIL pro capite
Export beni e servizi (come % del PIL)
Import beni e servizi (come % del PIL)
Inflazione
Tasso di disoccupazione
1,593.4
3.4%
48,897
29.1%
31.0%
1.8%
8.0%
1,633.6
2.5%
51,248
30.7%
32.0%
2.9%
7.4%
1,661.6
1.7%
52,367
30.0%
32.0%
1.5%
7.2%
1,694.9
2.0%
53,458
30.1%
31.8%
0.9%
7.1%
Fonte: Ministry of Foreign Affairs, Trade and Development Canada (DFATD)
Cambio medio annuale
1 CAD = USD
1 Euro = CAD
2010
1.03
1.37
2011
1.06
1.35
2012
1.00
1.29
2013
0.97
1,37
2014*
0,88
1,53
2015*
0,92
1,47
Fonte: Bank of Canada; * previsioni Bank of Montreal
Composizione % del PIL 2013
Settore primario
Agricoltura, foreste, pesca, e caccia
Estrazione mineraria e estrazione di petrolio e gas
Settore secondario
Fabbricazione
Edilizia e utenze pubbliche
Settore terziario
Commercio all'ingrosso e al dettaglio
Finanza e assicurazioni, servizi immobiliari e di gestione
Amministrazione pubblica, educazione, salute
Altri servizi
Fonte: Ministry of Foreign Affairs, Trade and Development Canada (DFATD)
9,9
1,7
8,2
20,0
10,4
9,6
70,0
15,0
19,3
21,1
14,6
Indicatori 2013 e previsioni
PIL reale:
Consumi
Investimenti imprese (macchinari e attrezzature)
Produzione industriale
Inflazione :
Disoccupazione:
Housing starting (.000)
2013
2014
2015
2,0%
2,2%
0,2%
1,4%
0,9%
7,1%
187
2,3%
2,5%
2,8%
2,9%
1,5%
6,9%
180
2,5%
2,2%
5,5%
2,3%
1,9%
6,6%
180
Fonte: Bank of Montreal, marzo 2014
Gli investimenti nelle infrastrutture rappresentano un’importante fonte di stimolo per
l’economia canadese. Nonostante, in Canada, siano stati avviati progetti infrastrutturali
di grande rilievo economico e strategico la maggior parte di queste opere, nonché quelle
più importanti ed attualmente in corso di realizzazione, sono concentrate nel settore
energetico: centrali idroelettriche; centrali nucleari; oleodotti; elettrodotti; parchi eolici.
In aggiunta, la spesa pubblica (a livello federale, provinciale e delle varie giurisdizioni
locali) per infrastrutture in rapporto al PIL, è calata, nel periodo 1960 - 2000, di ben 3
punti percentuali passando dal 5% del 1960 al 2% del 2000.
Malgrado una timida e graduale inversione di tendenza, i ritardi nella crescita
infrastrutturale del paese si sono accumulati e sono particolarmente visibili nei settori
della viabilità e dei trasporti.
Nel 2013, il Governo federale ha esteso la durata e potenziato il “Building Canada Plan”,
originariamente introdotto nel programma economico “Canada’s Economic Action Plan”
del 2007. Per venire incontro ai bisogni infrastrutturali del paese, il “New Building
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Canada Plan 2013” prevede uno stanziamento di CAD 53 miliardi spalmati nel corso dei
prossimi 10 anni. A partire dal 2014-2015 il nuovo Building Plan sosterrà la costruzione
di strade, ponti, metropolitane, treni ed altre infrastrutture pubbliche in cooperazione con
le province e le municipalità. A questi nuovi stanziamenti si aggiunge una somma pari a
CAD 6 miliardi già messa a disposizione delle province e delle municipalità nei
precedenti budget, ma di fatto non ancora utilizzata dalle stesse. Il nuovo Building plan
2013 prevede inoltre che tutti i progetti di valore superiore ai CAD 100 milioni siano
sottoposti a PPP Canada (una corporazione federale creata ad hoc) che valuterà la
possibilità di realizzarli attraverso partnership con il settore privato.
Dei CAD 53 miliardi, Il governo federale si riserva però di investire CAD 10 miliardi nelle
infrastrutture di proprietà del demanio federale come porti, basi militari, mentre CAD 7
miliardi sono destinati alle infrastrutture nei territori gestiti dalle popolazioni autoctone
(First Nations).
Secondo un rapporto dello studio Torys LLP, nell’arco dei prossimi 7 anni il Canada
dovrebbe investire CAD 200 miliardi nelle infrastrutture pubbliche, per colmare il ritardo
infrastrutturale. È chiaro che i governi da soli non sono in grado di sostenere la spesa ed
hanno bisogno, per la realizzazione dei progetti, del coinvolgimento finanziario del
settore privato. Da qui la necessità dei 3Ps che nell’ultimo decennio hanno contribuito
alla realizzazione in Canada di 170 progetti del valore di oltre CAD 55 miliardi.
Per il finanziamento e lo sviluppo delle infrastrutture in partenariato pubblico privato (P3)
vi è un crescente interesse di operatori internazionali che partecipano ai progetti pubblici
in partenariato con i grandi operatori canadesi e gli investitori istituzionali.. Per le
aziende estere, la partecipazione ad un progetto di infrastrutture si può tradurre in
diverse forme e ricomprendere non solo la realizzazione dell’opera ma anche la gestione
e la manutenzione (operation & maintenance) o la concessione (concession). I modelli di
partenariati pubblico-privato utilizzati in Canada variano in base al grado di
coinvolgimento del settore pubblico e privato e il grado di ripartizione del rischio.
Uno dei primi e più rinomati esempi di 3Ps con partner internazionali è l’autostrada 407 a
nord di Toronto, costruita e gestita da un consorzio compartecipato da Cintras
Infraestructuras S.A., una filiale di Ferrovial S.A.
Struttura dell’economia. La vicinanza con gli Stati Uniti, accomuna le due realtà
economiche, che però mantengono identità distinte, come spesso dimostrano le
fluttuazioni delle rispettive valute. La famiglia canadese, come quella americana, è
abituata a disporre di un reddito medio-alto che le consente di accedere ad un’ampia
varietà di prodotti. Da un punto di vista macro-economico, questo si traduce in una
elevata domanda di beni e servizi che spinge l’occupazione, il livello salariale e R&D. La
continua crescita del settore terziario rappresenta la caratteristica più importante
dell’economia canadese, in quanto riflette l’evoluzione strutturale del Paese. Come nella
maggior parte delle economie occidentali, anche in quella canadese si assiste ad una
progressiva riduzione dell’incidenza sul PIL nazionale delle risorse provenienti dai settori
primario e secondario, a favore di quello terziario, che ormai impiega oltre i due terzi
della forza lavoro.
Evoluzione del PIL canadese
Milioni di dollari canadesi 2007
2009
CANADA: NOTA PAESE (marzo 2014)
2010
2011
2012
2013
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Settore primario
Quota
Settore secondario
Settore terziario
131,148
141,354
148,263
148,868
9.1%
9.5%
9.7%
9.6%
157,511
9.9%
285,203
301,558
311,157
319,117
318,836
19.8%
20.2%
20.3%
20.5%
20.1%
1,021,420
1,046,581
1,071,200
1,090,438
1,113,232
71.0%
70.3%
70.0%
70.0%
70.0%
Fonte: Statistics Canada
Quadro internazionale. Il Canada è membro del G8, del WTO e dell’OCSE. Dal punto
di vista regionale, è membro dell’Asia – Pacific Economic Cooperation (APEC). Ha
siglato il North American Free Trade Agreement (NAFTA) con Stati Uniti e Messico. Ha
accordi di libero scambio con numerose economie dell’America del Sud tra cui
Colombia, Costa Rica, Panama, Perù e Cile. In Medio Oriente ha un accordo di libero
scambio con Israele e la Giordania e in Europa ha sottoscritto un accordo di libero
scambio con i Paesi dell’European Free Trade Association (EFTA). Ha inoltre firmato
un’intesa che sarà ratificata nei prossimi anni con l’Honduras, la Corea del Sud e
l’Unione Europea (CETA). Altri importanti negoziati sono in corso con India, Singapore,
Giappone, Marocco, Ucraina, Repubblica domenicana, i paesi dell’America centrale e
dei Caraibi. I recenti sviluppi nelle relazioni commerciali del Canada, tendenti all’apertura
di nuovi mercati, sono il segno del tentativo del paese di affrancarsi dalla eccessiva
dipendenza commerciale con gli USA.
L’accordo di libero scambio (CETA) firmato a Bruxelles alla fine del 2013, dopo quattro anni di negoziati con l’UE, è
stato accolto favorevolmente in Canada dall’opposizione, dai governi provinciali, dai rappresentanti dell’industria e dai
rappresentanti sindacali nonostante il testo definitivo non sia stato ancora reso pubblico. L’accordo, che prevede
l’eliminazione delle barriere tariffarie sulla quasi totalità delle merci, potrebbe entrare in vigore verso la fine del 2015.
In virtù dell’accordo, il Canada permetterà alle imprese europee di partecipare agli appalti provinciali e municipali (se
superiori a CAD 8 milioni pari a circa € 5,7 milioni), estenderà la durata di protezione della proprietà intellettuale nel
settore farmaceutico e aumenterà i contingenti all’importazione di formaggio europeo. Da parte europea, è prevista
un’apertura significativa del mercato alla carne fresca canadese le cui esportazioni aumenteranno da 15.000 a 65.000
tonnellate l’anno . Gli allevatori dovranno tuttavia conformarsi alle norme europee che non prevedono l’utilizzo di
ormoni. Nel settore automotive, i costruttori canadesi saranno autorizzati ad aumentare le loro esportazioni verso
l’Europa da 13.000 a 100.000 autoveicoli. L’intesa, che porta anche sui servizi e la mobilità della manodopera, dovrà
essere approvata dal parlamento europeo, i 28 stati membri della UE e in Canada dai governi federale e provinciali.
Grazie all’accordo, secondo le previsioni di Ottawa, il commercio bilaterale tra i due paesi aumenterà del 22%, il PIL
canadese si arricchirà di CAD 12 miliardi (€ 8,5 miliardi) e saranno creati tra gli 80.000 e i 100.000 posti lavoro.
Industria e principali settori. L’agricoltura canadese è fortemente meccanizzata e
contribuisce per il 2% al PIL e in misura rilevante alle esportazioni. Consistente è la
produzione di grano, esportato per il 75% (il Canada è secondo esportatore al mondo).
Le foreste coprono oltre un terzo del territorio nazionale, e i prodotti forestali
rappresentano circa il 18% delle esportazioni. Il Paese è il primo esportatore mondiale di
legnami da costruzione, pasta di cellulosa e carta da giornale. Inoltre, con una quota pari
al 75% della produzione, il Canada è il principale esportatore mondiale di pesce. Le
risorse minerarie rappresentano circa un terzo del valore complessivo delle esportazioni:
il Canada è il primo produttore mondiale di nickel, asbesto e potassio, ed è al secondo
posto nella produzione di rame. Dal sottosuolo si estraggono anche petrolio (soprattutto
dalle sabbie bituminose in Alberta e offshore in Newfoundland) e gas naturale. Il Canada
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è 2° nel mondo per riserve di petrolio (180 miliard i di barili) e il 3° più grande produttore
di gas naturale al mondo, uranio, diamanti ed oro completano il quadro delle riserve
minerarie canadesi.
Una delle caratteristiche principali del Canada è quella di essere uno dei pochi paesi
industrializzati ad avere una bilancia dei pagamenti attiva nel settore energetico. Due
sono le fonti di energia principalmente disponibili: gli idrocarburi e l’energia idroelettrica,
quest’ultima prodotta prevalentemente in Québec. La quasi totalità dell’energia prodotta
viene comunque esportata verso gli Stati Uniti e l’accordo NAFTA impedisce al Canada
di imporre ai vicini americani un prezzo maggiore rispetto a quello nazionale.
Le principali industrie del settore manifatturiero sono legate allo sfruttamento delle
risorse naturali, anche se, negli ultimi decenni, la base industriale si è evoluta verso
settori ad alto contenuto tecnologico e ad alto valore aggiunto, grazie anche agli ingenti
investimenti locali e all’afflusso di capitali esteri. Il Canada è anche riconosciuto a livello
mondiale per la sua expertise nella R&D, in particolare nei settori aerospaziale,
biotecnologie, farmaceutica e ICT.
Commercio. Gli USA si confermano il principale partner commerciale del Canada
assorbendo circa 76% del suo export totale. Le importazioni del Canada dagli Usa
ammontano a circa 52% del totale. L’interscambio con gli Stati Uniti, seppur aumentato
negli ultimi due anni, in termini di valori assoluti, si è invece ridotto per quanto riguarda il
peso percentuale sull’interscambio totale canadese, passando dal 76,3% del 2001 al
64,9% del 2013. Al 2° posto, per volume di scambi, l’UE da dove il Canada ha importato
merci per un valore di CAD 53,1 miliardi e ha esportato per CAD 33,1 miliardi. Sulla
base dei dati diffusi dall’organo ufficiale di statistica Statistics Canada, il Canada ha
chiuso il 2013 con un secondo deficit consecutivo della bilancia commerciale: dal 1976
fino al 2008, la bilancia commerciale aveva sempre chiuso in positivo.
Interscambio Canada-Mondo
variazione %
Milioni di dollari canadesi
2011
2012
2013
Export
446,707
454,831
471,732
1.8
3.7
Import
446,666
462,048
475,669
3.4
2.9
893,373
916,879
947,401
2.6
3.3
41
-7,217
-3,938
---
-45.4
Totale interscambio
Saldo bilancia commerciale
12/11
13/12
Fonte: Statistics Canada. Elaborazioni: Italian Trade Commission, Montréal
Canada importazioni dal mondo
Quota %
Milioni di dollari canadesi
1
Var. %
2011
2012
2013
11
12
13
MONDO
446,666
462,048
475,669
100
100
100
2.9
Stati Uniti
221,424
233,900
247,876
49.6
50.6
52.1
6.0
Posizione
UE 28
13/12
52,095
50,568
53,149
11.7
10.9
11.2
5.1
2
Cina
48,188
50,720
52,733
10.8
11.0
11.1
4.0
3
Messico
24,572
25,523
26,725
5.5
5.5
5.6
4.7
4
Germania
12,809
14,297
15,398
2.9
3.1
3.2
7.7
5
Giappone
13,058
15,024
13,732
2.9
3.3
2.9
-8.6
CANADA: NOTA PAESE (marzo 2014)
Pagina 8
8
Italia
5,107
5,226
5,815
1.1
1.1
1.2
11.3
Fonte: Statistics Canada. Elaborazioni: Italian Trade Commission, Montréal
Canada esportazioni verso il mondo
Quota %
Milioni di dollari canadesi
1
Var. %
2011
2012
2013
11
12
13
MONDO
446,707
454,831
471,732
100
100
100
Stati Uniti
328,975
339,071
357,606
73.6
74.5
75.8
5.5
40,110
38,689
33,114
9.0
8.5
7.0
-14.4
Posizione
UE 28
13/12
3.7
2
Cina
16,810
19,366
20,516
3.8
4.3
4.3
5.9
3
Regno Unito
18,792
18,759
14,027
4.2
4.1
3.0
-25.2
4
Giappone
10,669
10,358
10,692
2.4
2.3
2.3
3.2
5
Messico
5,486
5,386
5,429
1.2
1.2
1.2
0.8
15
Italia
1,969
1,708
1,961
0.4
0.4
0.4
14.8
Fonte: Statistics Canada. Elaborazioni: Italian Trade Commission, Montréal
Andamento dell’interscambio commerciale con l’Italia. L’Italia sconta, in un mercato
particolarmente competitivo e dinamico come quello canadese, le peculiarità del proprio
sistema produttivo (PMI) nonché la vicinanza al Canada del colosso statunitense, che
finisce col polarizzare gli investimenti della maggior parte delle aziende italiane che
decidono di attraversare l’Atlantico Settentrionale. Le ragioni di fondo che impediscono
ancora al “Made in Italy” di occupare spazi coerenti al peso che l’Italia ha nell’economia
mondiale non sembrerebbero modificabili nel brevissimo periodo, da una parte forse per
la scarsa conoscenza che l’industria italiana ha del paese in generale, dall’altra
sicuramente per l’attrazione che esercita il mercato americano. L’immagine del Canada
è forse rimasta legata alle risorse naturali più che alla tecnologia e l’interesse del
mercato è forse condizionato dalla dimensione del mercato interno: la popolazione
canadese è un decimo di quella statunitense. Il Canada ha comunque sempre
rappresentato un importante mercato di sbocco per le merci italiane.
Nel 2013, l’Italia rappresenta il 15° mercato di de stinazione per i prodotti canadesi, con
una quota dello 0,4% del totale export ed un incremento del 14,8%. Per quanto
concerne le importazioni dall’Italia, 8° paese forn itore, nel 2013 si è registrato un
incremento del 11,3%. La bilancia commerciale tra i due paesi, su un interscambio di
CAD 7,8 miliardi, è nettamente favorevole all’Italia. Il Canada importa dall’Italia
soprattutto macchinari, bevande, prodotti farmaceutici ed esporta verso l’Italia cereali,
pasta di legno, macchinari e combustibili minerali.
Interscambio Canada-Italia
variazione %
Milioni di dollari canadesi
2011
2012
2013
Export
1,969
1,708
1,961
-13.3
14.8
Import
5,107
5,226
5,815
2.3
11.3
7,075
6,933
7,775
-2.0
12.1
-3,854
12.1
9.6
Totale interscambio
Saldo bilancia commerciale
-3,138
-3,518
Fonte: Statistics Canada. Elaborazioni: Italian Trade Commission, Montréal
CANADA: NOTA PAESE (marzo 2014)
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Principali settori dell’export italiano in Canada
Prodotti alimentari e bevande
Combustibili minerali
Mobili
Lavori di ferro o acciaio
Prodotti farmaceutici
Strumenti di ottica e medicali
Abbigliamento e calzature
Chimici organici
Veicoli terrestri
Macchine e apparecchi elettrici
Prodotti ceramici
Articoli in pelle
Principali settori dell’export canadese in Italia
Cereali
Combustibili minerali
Strumenti di ottica e medicali
Pasta di legno
Ferro e acciaio
Prodotti minerali
Macchinari
Giocattoli e attrezzature sportive
In Canada sono presenti oltre 200 imprese italiane (tra investimenti diretti ed indiretti,
almeno 400 se si considerano anche i distributori). I settori nei quali si concentra
maggiormente la presenza delle industrie italiane sono: macchinari, aviazione,
automotive, logistica, abbigliamento, calzature e accessori, agroindustria.
Il Made in Italy in Canada
• Settore Agro-Alimentare. La diffusione
Nonostante la firma dell’accordo di libero scambio con
sul mercato canadese di prodotti agrol’UE sia stata generalmente ben accolta in Canada, in
attesa di poterne conoscere i dettagli e meglio valutarne
alimentari
italiani
presenta
aspetti
le conseguenze, le province dell’Ontario e del Québec
particolari, direttamente riconducibili alla
hanno già indicato che Ottawa dovrà versare delle
compensazioni finanziarie alle industrie che saranno
consistente presenza di una comunità di
penalizzate in modo significativo dal trattato. Una delle
origine italiana in Canada. Gli italiani
più importanti è sicuramente l’industria lattiero casearia.
emigrati in Canada, specialmente nella
L’accordo prevede infatti che i contingenti in vigore per
l’importazione di formaggi europei passeranno da
seconda metà del XX secolo, hanno
13.000 a 30.000 tonnellate, rischiando quindi di alterare
contribuito ad introdurre in questo
l’attuale equilibrio del mercato e causare un forte danno
mercato una intera gamma di prodotti
all’industria locale. Secondo alcuni esperti, si potrebbe
assistere prossimamente ad un movimento di
dapprima
completamente
ignoti
ai
consolidazione dell’industria locale per meglio affrontare
residenti locali. Conseguentemente, sono
la concorrenza europea. Da sottolineare che i formaggi
importati dall’Italia rappresentano più di un terzo della
state avviate e sviluppate numerose
quota riservata all’Europa (4.500 tonnellate per un
produzioni ispirate alla tradizione agricola
valore di circa CAD 59 milioni).
italiana, le quali spaziano oggi dai
pomodori in scatola ad intere categorie di carni lavorate e formaggi. Le comunità italocanadesi nelle maggiori aree metropolitane del Paese, sia pure con grandezze diverse
(dagli oltre 500.000 di Toronto ai 250.00 di Montreal, fino ai circa 50.000 di Vancouver)
hanno fornito un’importante base per l'avvio e lo sviluppo di entrambi i processi,
sostenuti da una parallela diffusione della ristorazione italiana anche nei centri minori del
Paese. La presenza dell'agro-alimentare italiano in Canada, in ragione delle
considerazioni summenzionate, riveste una particolare importanza. Il settore con un
peso superiore al 17% sul totale delle esportazioni italiane in Canada, rimane senza
dubbio una costante affidabile delle nostre esportazioni. Il comparto dei vini si conferma,
con oltre CAD 415 milioni, il più importante dell’export italiano, dopo la meccanica.
• Settore Beni Industriali. Il settore dei beni strumentali riveste una particolare
importanza, anche alla luce del “peso” che tale settore ha acquisito negli ultimi anni nella
composizione delle nostre esportazioni verso il Canada. Il settore ha registrato nel 2009
CANADA: NOTA PAESE (marzo 2014)
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una flessione dovuta alla crisi economica ed alla riduzione degli investimenti delle
società ma ha mostrato segni di ripresa negli ultimi anni. Per le aziende canadesi che
hanno intenzione di rinnovare il parco macchine, il prezzo resta uno dei fattori chiave per
la decisione finale, ma non il solo. La qualità del macchinario e soprattutto il servizio post
vendita sono anch’essi molto importanti. Su quest’ultimo punto, molte industrie canadesi
possono nutrire qualche perplessità nei confronti dei produttori italiani, avendo nel
passato riscontrato seri problemi per l’assistenza e l’approvvigionamento di pezzi e parti
di ricambio. L’industria canadese preferisce fare affari, se può, con fornitori che abbiano
una presenza stabile sul territorio, non potendo sempre fare affidamento sull’agente
distributore. Molte aziende italiane hanno per questo aperto in Canada delle filiali con
sale mostra e servizio di assistenza, altre coprono il mercato attraverso filiali negli Usa.
Per la maggior parte dei settori, è auspicabile una presenza in Ontario e nel Québec
(province dove sono localizzate la maggior parte delle industrie canadesi). Nel settore
delle macchine legno è fondamentale una presenza anche nel British Columbia.
Non vi sono restrizioni particolari per l’esportazione di macchinari italiani in Canada,
molti dei quali sono importati in esenzione di dazi doganali. Tuttavia, si deve tenere
presente che è richiesta la conformità alle norme canadesi del CSA (Canadian
Standards Association), particolarmente per parti e componenti elettrici. Anche il
macchinario nel suo insieme deve essere certificato. Gli stabilimenti che fanno uso di
macchinari non conformi alle norme di sicurezza possono essere chiusi dal Ministero del
lavoro. Gli accordi CETA prevedono di facilitare le certificazioni riducendo i costi legati ai
test di conformità e i tempi di commercializzazione dei prodotti sui rispettivi mercati.
Prodotti più importanti del settore esportati in Canada
macchine edili e movimento terra
macchine per la plastica e stampi
macchine imballaggio
macchine utensili lavorazione metallo
macchine alimentari
valvolame e rubinetteria.
macchine lavorazione legno
macchine agricole
• Settore beni di consumo. I beni di consumo italiani godono in Canada di una più che
positiva immagine presso i residenti locali, specialmente nelle grandi aree urbane di
Toronto, Montréal e Vancouver, mentre i centri minori rimangono un bacino di
opportunità commerciali ancora da sfruttare nel pieno delle sue potenzialità. I dati relativi
agli ultimi anni mostrano una ripresa delle esportazioni italiane in questo settore che ha
ormai un peso del 28% sul totale esportato dall’Italia in Canada. Tutti i comparti
tradizionali del Made in Italy hanno registrato degli incrementi nel 2013 in particolare le
calzature (+20%), i mobili (+13%) e l’abbigliamento (+10%).
• Servizi. Nel 2013 il Canada ha esportato servizi nell’UE per un totale pari a $14,4
miliardi CAD (+1,5% sul 2012) e ha importati servizi dall’UE per un totale pari a $17,6
miliardi CAD (+1,6% sul 2012).
Economie regionali. L’Ontario è la provincia più abitata (13,5 milioni di abitanti ovvero
il 40% del popolazione totale) e industrializzata del Canada (più della metà della
produzione canadese si concentra in questa zona). L’economia della Provincia è basata
principalmente sui servizi e sul settore manifatturiero. Toronto, capitale della Provincia, è
la città più grande e popolata del Canada ed è il centro finanziario del Paese. La città è
sede della principale Borsa canadese (TMX). Le più importanti industrie manifatturiere
della Provincia sono quella dei trasporti (tutto il settore automotive canadese è
CANADA: NOTA PAESE (marzo 2014)
Pagina 11
concentrato nel sud dell’Ontario), della lavorazione dei metalli, agro-industriale, elettrica
ed elettronica. In forte sviluppo anche l’industria aerospaziale, robotica, biotecnologica e
ICT. Gran parte dell’energia elettrica prodotta dalla provincia proviene da centrali
nucleari e termiche. Quest’ultime, secondo un ambizioso programma del governo
provinciale, saranno quanto prima dimesse e sostituite con energie rinnovabili, in
particolare la provincia punta sullo sviluppo dell’energia solare.
Il Québec (8 milioni di abitanti) è la seconda provincia canadese per sviluppo economico
ed è estremamente avanzata nell’alta tecnologia. I settori di punta sono
l’aerospaziale/aeronautica (Montréal città gode di fama internazionale per la propria
expertise nell’assemblaggio degli aerei, produzione di motori, manutenzione, revisioni e
riparazioni, avionica e carrelli di atterraggio ed è l’unico posto al mondo dove sono
presenti nel raggio di 200 km tutti i fornitori utili per la costruzione di un aeroplano), il
biomedicale, il multimediale, l’agro-alimentare, la fornitura di servizi logistici ed
informatici. Il Québec presenta un’alta concentrazione di aziende e multinazionali
farmaceutiche, presenti con laboratori di ricerca, anche grazie alla presenza a Montréal
del NRC Biotechnology Reasearch Institute. L’energia idroelettrica prodotta a
bassissimo costo grazie ad immense centrali costruite nel nord della provincia, è stata
uno dei motori di sviluppo dell’economia ed ha permesso tra l’altro la presenza dei
maggiori produttori di alluminio, grandi consumatori di elettricità.
Il British Columbia (4,5 milioni di abitanti) offre un ambiente economico molto
competitivo. Settori trainanti l’economia sono l’estrazione e la trasformazione di materie
prime, l’alta tecnologia (soprattutto legata all’ambiente), l’ingegneria marina e
sottomarina e il biomedicale. La Provincia rappresenta anche un importante distretto
biotecnologico. Importante è anche l’industria cinematografica e televisiva, l’ecoturismo
e la produzione di energie rinnovabili (la Provincia è leader mondiale nella produzione di
tecnologia per combustibili ad idrogeno).
L’Alberta (3,5 milioni di abitanti) è senza dubbio la Provincia più ricca del Canada grazie
alle risorse naturali ed in particolare al petrolio estratto dalle sabbie bituminose. Il tasso
di disoccupazione è il più basso del Canada e il livello dei salari tra i più alti di tutto il
Nord America. Consapevole che la ricchezza attuale riposa sul valore del barile di
petrolio, la Provincia sta sviluppando un’economia dinamica e diversificata
comprendente comparti di recente sviluppo come l’aerospaziale, la farmaceutica, l’ICT e
le energie rinnovabili (biomassa e eolico).
Il Manitoba (1,2 milioni di abitanti) è forse la provincia con il più alto grado di
diversificazione economica, potendo contare su un’efficiente industria manifatturiera
(agroalimentare, meccanica, tessile), su settori particolarmente sviluppati l’aerospaziale,
la biotecnologia, i trasporti e il commercio. Importante è anche l’estrazione e la
lavorazione di materie prime come i metalli (nickel, rame e zinco), minerali industriali e
petrolio. Molto importante la coltivazione del grano e dei cereali (orzo, lino, girasole).
Settori di eccellenza
• Aerospaziale. L’industria aerospaziale canadese conta oltre 400 aziende distribuite su
tutto il territorio del paese. Al settore aerospaziale canadese spetta il primato nazionale
per le esportazioni di tecnologia avanzata: il Canada esporta infatti oltre l’80% della
produzione aerospaziale. I tre principali poli aerospaziali in Canada sono: Montréal, vero
CANADA: NOTA PAESE (marzo 2014)
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e proprio hub del settore aerospaziale più ampio del Canada. La città gode di fama
internazionale per la propria expertise nell’assemblaggio degli aerei, produzione di
motori, manutenzione, revisioni e riparazioni, avionica e carrelli di atterraggio. Oltre
42.400 dipendenti lavorano nel settore aerospaziale del Québec presso aziende quali
Bombardier Aerospace, Bell Helicopter Textron Canada, Pratt & Whitney Canada, RollsRoyce Canada e CAE. Montréal è inoltre sede di più di dieci centri di ricerca
aerospaziale, tra cui la Canadian Space Agency e l’Aerospace Manufacturing
Technology. Toronto è il fulcro del secondo polo aerospaziale più ampio del Canada.
Oltre 20.000 figure professionali specializzate lavorano per più di 200 società. A Toronto
hanno sede aziende aerospaziali di livello mondiale come Honeywell Canada, L-3
Electronic Systems, Magellan e Northstar Aerospace, la cui eccellenza in termini di
produzione di componenti di aerei, sviluppo di sistemi per aerei e manutenzione e
revisione è riconosciuta in tutto il mondo. Situata nel polo aerospaziale più vasto del
Canada occidentale, Winnipeg figura tra i centri principali del Nord America per la
produzione di componenti per aerei in materiali compositi e per la manutenzione,
riparazione e revisione dei velivoli. Il polo offre impiego diretto a 5.300 lavoratori.
Protagoniste del settore sono quattro aziende di fama mondiale, Boeing Technology
Canada, Standard Aero, Magellan Aerospace Limited e Aveos, insieme a 23 aziende
regionali e nazionali. Winnipeg rappresenta inoltre uno dei dieci siti principali a livello
globale di Boeing per i velivoli commerciali; l’unica di soli tre sedi al di fuori degli Stati
Uniti, la struttura di produzione di materiali compositi di Boeing, situata a Winnipeg,
rappresenta la struttura più vasta del suo genere in Nord America.
Fonte: Invest in Canada
• Biofarmaceutica. Dalla scoperta e sviluppo dei prodotti biofarmaceutici fino alla
progettazione di dispositivi medici, i settori canadesi delle scienze della vita offrono agli
investitori esteri infrastrutture di R&S di livello mondiale, esperti specialisti dell’healthcare
e un contesto normativo che premia l’innovazione. In Canada, l’economia basata sul bio
produce un fatturato di CAD 80 miliardi e domina la classifica dei G7 nella crescita dei
brevetti di ricerca sanitaria. Questo settore conta aziende produttrici di prodotti
biofarmaceutici e dispositivi medici che commercializzano prodotti innovativi con il
supporto di una comunità di ricerca di altissimo livello formata da oltre 100 istituti, 670
società biotech e oltre 28.000 lavoratori. Il settore farmaceutico canadese è un mercato
del valore di $20 miliardi, il nono su scala mondiale. Tra le nazioni del G7, il settore
canadese dei prodotti biofarmaceutici registra la crescita più rapida e beneficia dei costi
di manodopera del biotech più bassi. Il settore interessa soprattutto i poli di Montréal,
Toronto e Vancouver. Tali straordinari livelli di innovazione giustificano la spesa annua in
termini di R&S sui prodotti biofarmaceutici ($1,3 miliardi) e di test clinici in tutto il paese
($600 milioni). Attualmente, le società canadesi del biotech e dei farmaceutici hanno
oltre 300 prodotti in fase di sviluppo o presenti sul mercato.
Fonte: Invest in Canada
• ITC. Per decenni il Canada ha attirato le più grandi aziende nel settore dei digital
media. Oggi è diventato il terzo paese al mondo per lo sviluppo dei videogiochi ed
accoglie la sede principale di sviluppo di 8 dei 10 più importanti studios al mondo, tra cui
Ubisoft e Warner Bros. Le 3.000 imprese con 52.000 addetti che operano in Canada
nell’industria dei media digitali producono un fatturato di CAD 3,8 miliardi. I più importanti
CANADA: NOTA PAESE (marzo 2014)
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poli canadesi nel settore multimediale si trovano a Montréal, Toronto e Vancouver. Nelle
comunicazioni senza fili, sono più di 300 aziende canadesi che per la tecnologia
sviluppata hanno un ruolo mondiale di primo piano. Gli operatori canadesi nel wireless
investono al ritmo di CAD 1 miliardo l’anno nelle infrastrutture per le comunicazioni
mobili. Le aziende canadesi nel settore delle comunicazioni con o senza filo dominano il
settore dell’ITC con degli investimenti in R&D valutati a CAD 6,2 l’anno. Aziende come la
Research in Motion – RIM (Blackberry) e la Sierra Wireless (Aircard) grazie alle loro
piattaforme mobili e i loro prodotti innovativi sono certamente tra le più conosciute su
scala mondiale.
• Energie rinnovabili. Tra le economie sviluppate, il Canada rappresenta per
dimensioni il secondo generatore di elettricità da fonti rinnovabili e rifiuti, e il secondo
produttore a livello mondiale di idroelettricità con tutte le carte in regola per diventare il
maggior produttore a livello mondiale di energia eolica e oceanica. Il 73% dell’elettricità
canadese proviene già da fonti pulite (comprese idriche, nucleari, eoliche, solari,
conversione da rifiuti e biocarburanti) e il governo canadese ha prefissato l’obiettivo di
raggiungere il 90% dell’elettricità da fonti pulite entro il 2020.
L’energia eolica rappresenta la fonte di energia rinnovabile a espansione più rapida in
Canada, con un tasso di crescita annuo medio pari al 40% dal 2000 con oltre 3.000 MW
di capacità di energia eolica installata. Tale livello potrebbe raggiungere i 10.000 MW
entro il 2012; l’industria eolica canadese consta di circa 210 società. Ogni provincia del
Canada produce energia eolica, con una capacità totale installata su tutto il territorio pari
a 3.319 MW nel 2009. L’impianto eolico più vasto del Canada è il progetto Le Nordais,
che produce 100 MW di elettricità a Cap Chat e Matane, nella regione Gaspé del
Québec mentre la moderna turbina eolica più grande del Nord America (una turbina da
1.800 kW) è dislocata nei pressi dell’impianto nucleare Pickering nell’Ontario.
Nel 2008, il Canada disponeva di una capacità fotovoltaica installata pari a 26 MW. La
capacità termica solare era invece pari a circa 544 Km². Nell’arco degli ultimi 10 anni, il
Canada ha registrato una crescita interna sostenuta pari ad una media del 20% annuo
sia per il fotovoltaico che per il solare termico.
L’energia da biomasse rappresenta circa il 6% del consumo energetico primario del
Canada e il paese è contraddistinto da un'expertise esclusiva in vari prodotti e servizi
della bioenergia Il Canada ha sviluppato tecnologie specifiche per soluzioni chiavi in
mano di digestori anaerobici e sistemi di generazione di energia per gli allevamenti,
tecnologie di conversione di liquami da acque reflue in calore ed elettricità, applicazioni
di incenerimento legno e sistemi commerciali automatizzati, tecnologie scalabili di pirolisi
per la conversione del legno e altri residui di biomassa.
Il Canada detiene il primato mondiale nel settore delle celle a combustibile e idrogeno (i
poli principali si trovano nella British Columbia e nell’Ontario – il polo delle celle a
combustibile è il più vasto al mondo in termini sia di occupazione che di numero di
società, ed ha sede a Vancouver). Tra il 2003 e il 2008, il settore ha investito oltre $1
miliardo nel settore R&S e diffusione. Le società canadesi attualmente esportano
prodotti di idrogeno e celle a combustibile verso gli Stati Uniti, l’Europa, l’Asia e
l’Oceania.
Con circa il 12% della produzione globale totale (70.000 MW), il Canada rappresenta il
secondo produttore a livello mondiale di idroelettricità (dopo la Cina). Oltre il 60% del
fabbisogno di elettricità canadese viene soddisfatto dalle fonti idroelettriche. Circa il 65%
CANADA: NOTA PAESE (marzo 2014)
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delle esportazioni totali di elettricità del paese dipendono dall’acqua. Le aziende
canadesi sono riconosciute a livello mondiale per il know-how nella progettazione,
produzione, collaudo e installazione di diversi componenti dell’energia idrica, tra cui
generatori, turbine, valvole, interruttori elettrici e trasformatori.
Fonte: Invest in Canada
Barriere tariffarie
• Regime doganale. L'importazione in Canada è generalmente libera, anche se alcuni
beni, provenienti da determinati Paesi, sono di vietata importazione o soggetti a licenza.
La lista dei prodotti proibiti (Memorandum D9-1) contiene, tra l'altro: alcune specie di
animali, materassi usati, pubblicazioni oscene o soggette al Criminal Code, alcune armi
da guerra, fiammiferi di fosforo bianco, aeromobili e autoveicoli usati o d’occasione. Il
valore delle merci, ai fini dell’aliquota doganale, corrisponde al prezzo di vendita
(Transaction Value), cioè al prezzo ex-fabrica con l’aggiunta dei costi eventuali di
imballaggio, trasporto, nolo, assicurazione, ecc. Nel caso in cui il criterio del prezzo di
vendita non possa essere applicato, è utilizzato il criterio del “fair market value”. Un
trattamento preferenziale è accordato alle nazioni in via di sviluppo (Generalized
Preferential Tariff - GPT e Least Developed Countries Tariff - LDC). L'Italia, assieme alla
maggior parte dei Paesi industrializzati, è elencata fra le nazioni favorite (Most Favoured
Nations - MFN).
La normativa canadese in materia di misure anti-dumping è regolata dalla “Special
Import Measures Act - SIMA”. Questa legge prevede i metodi da utilizzare al fine di
calcolare il prezzo delle merci nel Paese di produzione ed il prezzo di esportazione. Nel
caso in cui, in base alla valutazione dei prezzi, risulti una situazione di dumping con
pregiudizio per i produttori canadesi, il prodotto è passibile di un diritto doganale
supplementare (anti-dumping duty) pari alla differenza tra i due prezzi. In generale,
un’inchiesta di dumping viene istruita su segnalazione di imprese canadesi.
Oltre ai dazi, i prodotti importati (come d’altra parte quelli nazionali) sono soggetti anche
alla tassa sui beni e sui servizi GST (5%), computata sul valore della merce a dazio
pagato. La tassa è di tipo analogo all’IVA. Le imposte provinciali sulla vendita sono
normalmente applicate al momento della vendita al dettaglio. Le aliquote variano da
provincia a provincia (da 0% al 10%). Alcune province applicano un’unica tassa
armonizzata Harmonized Sales Tax (HST) con un’unica aliquota (dal 12% al 15% a
secoda della provincia) in sostituzione della GST e della PST. Sia l’imposta di vendita
provinciale PST che quella federale GST (o dove applicabile la HST), non sono
comprese nel prezzo dichiarato e sono calcolate al momento della transazione. Alcuni
prodotti e servizi possono essere esenti da entrambe le tasse o usufruire di aliquote
ridotte.
Tra le misure per stimolare la crescita economica contenute nella Finanziaria 2010 figura
l’eliminazione completa dei dazi doganali applicabili alle importazioni manifatturiere delle
imprese. Il Canada diventa così il primo paese del G20 a sgravare l’industria
manifatturiera da costi aggiuntivi su macchinari, attrezzature e materiali utilizzati per la
produzione di beni. Delle 1.541 tariffe doganali coperte dal provvedimento, che si
situano tra il 2% e il 15,5%, 1.160 sono state abolite con effetto immediato (dal 5 marzo
2010) mentre le restanti lo saranno gradualmente fino alla completa soppressione entro
il 2015. Ciò nonostante, permangono delle barriere tariffarie significative in alcuni
CANADA: NOTA PAESE (marzo 2014)
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specifici settori come l’alimentare (presenza di quota all’importazione per i prodotti
caseari) e l’abbigliamento e calzature (con dazi tra il 16% e il 20%).
• Normative. Il Foreign Affairs, Trade and Development Canada (DFATD) richiede delle
licenze di importazione per armi, certe specie di piante e animali, prodotti agricoli,
prodotti dell’acciaio, alcuni prodotti alimentari come i prodotti lattiero- caseari, le uova e il
pollame. Dal canto suo Agriculture and Agri-Food Canada ispeziona e accorda licenze di
importazione per le carni lavorate, mentre Health Canada per droghe e medicinali. In
genere, sono richiesti dei certificati sanitari per i prodotti agroalimentari e dei certificati
fitosanitari per il legname. Certificazioni di omologazione alle norme vigenti sono
richieste per l’importazione di pneumatici e autoveicoli nuovi e usati. Certificazioni
particolari sono richieste per l’importazione di diamanti grezzi (Kimberley Process
Certificates). Altre certificazioni sono invece richieste solo al momento della vendita sul
mercato canadese dei prodotti, come per esempio: la conformità alle norme della
Canadian Standards Association (CSA) particolarmente per apparecchi e componenti
elettrici o le attestazioni di idoneità al consumo per i medicinali. L’importazione di carne
suina da diversi paesi, tra cui l’Italia, è permessa da settembre 2009 per i prodotti con
stagionatura superiore ai 30 giorni. Gli stabilimenti produttori devono tuttavia conformarsi
alle esigenze dell’agenzia federale Food Inspection Canada.
Barriere non tariffarie
• Requisiti sanitari e tecnici. L’ingresso di nuovi prodotti alimentari in Canada è
soggetto ad apposita autorizzazione da parte dell’Ente canadese di sanità pubblica
alimentare, la Canadian Food Inspection Agency (CFIA). In particolare, per quanto
concerne l’esportazioni dei prodotti di salumeria, gli stabilimenti italiani interessati a
questo mercato dovranno sottoporre istanza al Ministero della Salute italiano che una
volta accertata la conformità alle esigenze della CFIA, invierà all’agenzia canadese la
richiesta di inserimento dello stabilimento tra quelli autorizzati ad esportare in Canada.
• Vini e Alcolici. Tutte le Province del Canada hanno un ente di monopolio (Liquor
Board) che controlla, in tutto o in parte, come dettato dalla legge federale Importation of
Intoxicating Liquors Act, l’importazione e la commercializzazione delle bevande
alcoliche. Nonostante la rigidità del sistema, il mercato canadese figura spesso tra i primi
mercati di sbocco per molte case vinicole italiane. L’accordo CETA non impedirà il
mantenimento delle società di stato o dei monopoli.
Nel 2010, l’agenzia delle dogane canadesi (CBSA) ha reso noti alcuni cambiamenti in
relazione a diritti doganali e contenuto alcolico di spumanti e vini importati. Il
cambiamento più importante riguarda gli spumanti che da gennaio 2010 vengono
importati in Canada in esenzione di dazio.
• Appalti Pubblici. Per quanto riguarda l’accordo WTO-AGP Agreement on
Government Procurement, il Canada ha limitato la portata dell’accordo al livello federale,
escludendo pertanto gli appalti pubblici di Province, Territori e di altre entità come le
Crown Corporations con alcune esenzioni notevoli: apparecchiature per la
comunicazione; equipaggiamenti per il settore dei trasporti; costruzioni e riparazioni
navali. Le Province hanno poteri giurisdizionali in particolari aree che spesso portano
alla creazione di barriere inter-provinciali che, a turno, creano barriere indirette
CANADA: NOTA PAESE (marzo 2014)
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all’interscambio internazionale, specie per questioni di standard e government
procurement.
L’accordo CETA offrirà tuttavia un maggiore accesso agli appalti pubblici federali,
provinciali e municipali rispettando in generale le condizioni stipulate nell’accordo sui
mercati pubblici del WTO. Per i grandi lavori la soglia prevista dal CETA è di CAD 7,8
milioni.
• Tutela della proprietà intellettuale.
Il Trattato Economico e Commerciale CETA siglato con l’UE
La tutela della proprietà intellettuale in
prevede il riconoscimento di 150 indicazioni geografiche
Canada rientra nella competenza del
europee, di cui circa un quarto sono italiane, che saranno
protette adeguatamente in Canada dopo la ratificazione
Canadian Intellectual Property Office
dell’accordo. Ad oggi solo le denominazioni di origine dei vini
(CIPO), Agenzia Federale che opera
europei sono protette in Canada grazie ad un accordo, che
però non includeva i prodotti agroalimentari, siglato con l’UE
sotto l’egida del Ministero dell'Industria
dieci anni fa.
(Industry Canada). La normativa di
L’accordo CETA, pur riconoscendo le Igp, non avrà valenza
riferimento è il Trade-Mark Act il quale
retroattiva ma accetterà il mantenimento da parte canadese
dei marchi commerciali registrati fino ad oggi. Il trattato
disciplina la procedura di registrazione
prevede quindi la coesistenza dei marchi registrati (con
dei marchi e la successiva tutela degli
l’obbligo dell’indicazione in etichetta dell’origine) con le IGP
stessi. Il Canada è firmatario delle
dei più importanti prodotti agricoli europei. A trarne vantaggio
saranno, primi fra tutti, i prosciutti dop (Parma, San Daniele,
convenzioni di Parigi (1883-1934) e di
Toscano) e i formaggi (asiago, fontina, gorgonzola) che
Berna (1886), ed è membro della
potranno finalmente essere commercializzati con il proprio
marchio senza incorrere in sanzioni legali.
World
International
Property
La registrazione di nuovi marchi corrispondenti a una Igp
Organization (1967), dell’International
europea sarà vietata e i nuovi prodotti canadesi non potranno
Patent Cooperation Treaty (1970) e
usare simboli o immagini ingannevoli. Inoltre, i riferimenti in
etichetta a prodotti tipici saranno possibili solo se preceduti
della Universal Copyright Convention.
da diciture come “tipo” (style) che li differenzierà dal prodotto
In Canada non esiste ad oggi una
originale.
copertura soddisfacente nella tutela
delle Indicazioni Geografiche, settore
che riveste una particolare importanza per le imprese italiane del comparto
agroalimentare. Se da un lato il Canada riconosce le disposizioni dell'accordo TRIPS
(Trade Related Aspects of Intellectual Property Rights) del WTO in materia di tutela delle
Indicazioni Geografiche, la normativa canadese enumera numerose eccezioni al
principio di tale tutela.
Per quanto concerne la protezione dei brevetti farmaceutici, il Canada ha consentito nel
quadro dell’accordo CETA di offrire una protezione supplementare che non potrà tuttavia
eccedere il tetto massimo di due anni.
• Investimenti esteri nel Paese. Gli investimenti diretti esteri svolgono un ruolo
fondamentale nella crescita economica del Canada e l’attrazione di investimenti
costituisce uno dei cardini della politica commerciale canadese. La disciplina giuridica
che regola gli investimenti esteri in Canada è in gran parte contenuta nell’Investment
Canada Act. Ai sensi della normativa in vigore, tutti i nuovi investimenti esteri nel Paese
sono soggetti ad un obbligo generale di notifica. Gli investimenti superiori a determinate
soglie stabilite annualmente (CAD 354 milioni per l’anno 2014 dai paesi membri del
WTO, mentre con l’accordo CETA la soglia sarà innalzata a CAD 1,5 miliardi per gli
investitori dell’Ue) sono soggetti a revisione e devono essere previamente approvati
dall’Investment Review Group. Lo scopo della legge è di assicurarsi che gli investimenti
effettuati apportino un “vantaggio netto” per il Canada. In virtù del National Security
Review of Investments Regulations, centrato sulla sicurezza nazionale, tutti gli
investimenti esteri, a prescindere dalla loro dimensione economica, possono comunque
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essere sottoposti ad un controllo del governo se quest’ultimo ritiene che presentino dei
pericoli per la sicurezza del Paese.
L'UE è attualmente il secondo più grande investitore diretto estero in Canada, con un
ammontare stimato a $180,9 miliardi CAD alla fine del 2012, pari al 28,5% degli
investimenti diretti esteri complessivi in Canada. La principale fonte degli IDE canadesi,
in entrata, restano gli USA, con circa $326,5 miliardi CAD, nel 2012 (51,5% del totale).
Nel 2012, lo stock di investimenti diretti del Canada ha raggiunto un totale di $711,6
miliardi CAD, di cui oltre il 40% verso gli USA.
Lo stock di IDE canadesi diretti vero la UE è stato pari a $183,3 miliardi CAD. Nel 2012,
il Canada è stato il quarto maggiore investitore diretto estero in Europa dopo Stati Uniti,
Svizzera e Giappone.
Gli investimenti diretti Canadesi in Italia sono crollati nell’arco di dieci anni: dagli oltre $4
miliardi CAD del 2002 ai $292 milioni CAD del 2012 (+0,3% sul 2011). Lo stock totale di
investimenti esteri verso il Canada è stato pari a $633,915 miliardi CAD nel 2012. Gli
investimenti diretti italiani verso il Canada sono stati pari a $1,213 miliardi CAD nel 2012
(+7% sul 2011). L’Italia è quindi il 22º maggiore investitore estero in Canada, e lo stock
IDE italiano in Canada è aumentato dai $321 milioni CAD del 1990 al picco dei $1,4
miliardi CAD del 2003, attestandosi ai $1,2 miliardi del 2012. Gli investimenti diretti
italiani in Canada sono aumentati del 7% tra il 2011 e il 2012, e nel 2012, la quota
italiana dello stock totale IDE in Canada è stata pari allo 0,19 %.
Indicazioni commerciali
Organizzazione commerciale. Il Canada ha un’organizzazione commerciale tipica di un
paese ad economia libera. I principali tramiti d’intermediazione commerciale operanti sul
mercato canadese sono: il produttore-distributore, l’importatore, il distributore-grossistaagente fino allo sbocco al consumatore finale: dettagliante, catena di negozi, Grandi
Magazzini. La grande estensione geografica del Paese rende auspicabile avvalersi di
agenti o distributori, almeno nelle tre principali province: Québec, Ontario e British
Columbia, dalle quali è anche possibile coprire tutto il territorio canadese o comunque
appoggiarsi ad un agente/distributore che abbia una rete di vendita capillare.
Considerata la specificità linguistica e culturale della provincia del Québec (la cui
mentalità è molto simile a quella “latina” rispetto al resto del Canada più
“americanizzato”), si è constatato che il mercato quebecchese è più ricettivo quando
l’intermediario locale agisce direttamente in tale provincia, e possibilmente in lingua
francese.
Contrattualistica. Non esiste una legislazione federale in materia di contratti le cui
modalità e clausole sono libere. È da notare che le eventuali clausole contra legem
incluse in un contratto sono nulle e non aventi valore. Si suggerisce che come foro
competente sia indicato sui contratti un foro locale. Infatti, per rendere esecutiva una
sentenza di un tribunale estero, bisogna rivolgersi ad un giudice locale che dovrà istruire
una nuova pratica. Si ricorda che se il codice penale è di giurisdizione federale, il diritto
civile (di ispirazione anglosassone) è di competenza provinciale e basato sulla common
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law. Il Québec è la sola provincia che si è dotata di un codice civile di ispirazione
napoleonica.
Pagamenti. L'assegno bancario (cheque), pur essendo molto utilizzato, non offre
garanzie (ad eccezione dell'assegno bancario a copertura garantita o certified cheque)
poiché l'emissione di un assegno a vuoto non è perseguibile penalmente. L’assegno
postdatato è comunemente accettato poiché la legge canadese non ne proibisce
l'emissione. Gli assegni non sono circolari. La lettera di credito comunque rimane la
forma di pagamento più diffusa e sicura.
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