Radiocomunicazioni di Protezione Civile Veneto

Linee Guida di Protezione Civile
Radiocomunicazioni
di Protezione Civile Veneto
Radiocomunicazioni
Elementi di funzionamento
Versione 04/2010
Radiocomunicazioni di Protezione Civile Veneto - BASE
Carissimi,
i volontari sono il cuore e la base fondante del Sistema Regionale di Protezione Civile, un sistema che cresce ogni giorno e che, grazie alla dedizione,
alla costanza e alla bravura che contraddistingue chi ne fa parte, e quindi
Voi, è cresciuto tantissimo in questi anni. Ho quindi ritenuto necessario,
per migliorare in termini di organizzazione "pratica" e di comunicazione "interna",
mettere a sistema tutte le componenti, dalle risorse umane, ai mezzi, alle attrezzature.
Ecco, l'intento di questa sorta di manuali e opuscoli è proprio quello di agevolare e incentivare la formazione, la comunicazioni tra tutti, per questa grande famiglia, per questa bellissima Comunità.
Buon lavoro!
Daniele Stival
Assessore alle Politiche dell'Identità Veneta, Protezione civile, Caccia e Flussi Migratori.
Presidente Centro Regionale Veneto di Protezione Civile
Palazzo Balbi - Dorsoduro 3901 - 30123 VENEZIA
Tel. 041 2792917 - 2993 - Fax. 041 2792816
e-mail: [email protected]
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RADIOCOMUNICAZIONI
CORSO BASE
Sommario
Caratteristiche tecniche della trasmissione radio
Principi
La comunicazione radio
Apparati radio
Radio ricetrasmittenti in gamma VHF e UHF disponibili in commercio
Radio fisse
Radio Veicolari
Radio portatili
La maglia radio
Trasmissioni in diretta
Trasmissioni con ponte radio
Perché utilizzare le comunicazioni radio
Come usare correttamente una radio
Comunicazione in emergenza
Procedura di comunicazione
Creazione del canale di comunicazione
Comunicazione
Chiusura del canale di comunicazione
Chiarezza espositiva
Terminologia codificata
Uso di termini speciali
Lo spelling
ALFABETO FONETICO (SPELLING)
AUTORI
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Caratteristiche tecniche della trasmissione radio
Principi
La trasmissione radio è uno dei canali utilizzabili per realizzare una comunicazione tra soggetti diversi, ovvero permette la trasmissione di informazione tra un soggetto emittente e un soggetto ricevente.
La trasmissione di informazioni si basa sulla codifica di una sorgente in una forma adatta ad essere trasmessa mediante un mezzo trasmissivo.
La comunicazione radio
Il mezzo impiegato è un’onda elettromagnetica che si propaga nel vuoto a partire dalla sorgente di trasmissione con una velocità di circa 300.000 km al secondo. Un’onda elettromagnetica o radiazione elettromagnetica può essere rappresentata come una continua variazione nello spazio e nel tempo di un campo magnetico e un campo elettrico che si concatenano tra loro con un progressivo attenuamento delle onde stesse. Anche con scarsa potenza associata in fase trasmissiva (qualche watt) l’onda trasmessa può possedere
potenza sufficiente per essere ricevuta a distanza di centinaia o migliaia di chilometri.
Le onde elettromagnetiche si caratterizzano tra loro per la loro forma d’onda secondo il parametro della
frequenza, misurata in cicli/secondo o Hz (Hertz,), ovvero il numero di oscillazioni per secondo fatti per
un punto fisso.
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Le onde radio, o radioonde, sono le radiazioni elettromagnetiche di frequenza minore, compresa tra zero e
300 GHz, e la loro gamma è convenzionalmente suddivisa in varie bande:
Lunghezza
Banda
Frequenza
Principali impieghi
d’onda
Radiofari in ausilio alla
100,000 Km – 1 navigazione aereo-marittima;
(VARIE)
3–300 KHz
Km
comunicazioni sottomarine,
geosonde.
MF
300–3000 KHz
1 Km – 100 m Radiodiffusione in AM
(Medium frequency)
HF
(High frequency)
3–30 MHz
VHF
(Very high frequency)
30–300 MHz
100 m – 10 m
(Onde corte)
10 m – 1 m
UHF
(Ultra high frequency);
SHF
(Super high frequency); 300 MHz - 300 GHz 1 m – 1 mm
EHF
(Extremely high
frequency)
Radioamatori, CB, militari,
trasmissioni intercontinentali,
Radiodiffusione in AM e
DRM (digitale), ionosonde.
Radio commerciali in FM,
Aviazione civile e militare,
Marina, Forze dell’ordine,
Protezione Civile, Telefonia
privata, Televisione,
Radioamatori
Televisione, Telefonia
cellulare, Radar, Satelliti
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Le bande di interesse nell’ambito della comunicazione nelle attività di protezione civile sono quelle HF e le
VHF.
La codifica impiegata è una variazione nel tempo della forma dell’onda principale, detta portante, secondo
una opportuna modulazione della forma.
In una trasmissione di tipo analogico la modulazione può essere del tipo:
3. AM - (Amplitude Modulation) modulazione di ampiezza;
4. FM - (Frequency Modulation) modulazione di frequenza;
5. PM - (Phase Modulation) modulazione di fase.
In una trasmissione di tipo digitale le informazioni contenute nel segnale elettromagnetico
vengono codificate in bit ovvero assumono l’aspetto di una sequenza di 1 (on) e 0 (off) che,
decodificati da appositi microprocessori riprodurranno la voce, le immagini o i caratteri di
testo trasmessi all’origine.
Con questo sistema di trasmissione si possono trasmettere molte più informazioni in un
unico canale ed utilizzando potenze inferiori. Tipicamente utilizzato per inviare
informazioni complesse quali immagini o files è comunque utilizzato per la gestione del
traffico cellulare (rete GSM, UMTS), per i canali televisivi satellitari e per la televisione
digitale terrestre. Il suo utilizzo nel campo delle radiocomunicazioni trova applicazione
della radiodiffusione ad onda corta (DRM) in grado di offrire altissime qualità audio
(stereofonia) e nelle reti TETRA in cui la radio assume le sembianze di un telefono cellulare
in grado di inviare immagini e dati oltre che le normali comunicazioni audio anche su base
selettiva.
Apparati radio
Le ricetrasmittenti radio si compongono di due dispositivi elettronici integrati che consentono la trasmissione (codifica del segnale) e la ricezione (decodifica) su di una data frequenza impiegata.
Nel campo delle emergenze vengono utilizzate due bande di frequenza:
VHF (30 – 300 MHz),
UHF (300 – 3 GHz)
Secondo quanto stabilito dal Ministero delle Comunicazioni in ambito territoriale Italiano le bande utilizzabili per l’uso radiomobile sono:
BANDA
SUDDIVISIONE
39 – 40 MHz
VHF
43,6 – 45 MHz
156 – 156,7625 MHz
156,8375 – 174 MHz
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440 – 443 MHz
UHF
445 – 446 MHz
448 – 450 MHz
465 – 470 MHz
I segnali emessi in V.H.F., sulle frequenze assegnate dal Ministero mediante una concessione, per la loro
caratteristica di propagazione sono limitati sia dagli ostacoli che dalla curvatura terrestre. La portata massima teorica del collegamento fra due stazioni situate in terreno pianeggiante, dipende dalla quota delle rispettive antenne in portata ottica. La portata teorica è un valore approssimato dato che l’intervento di vari
fenomeni connessi con la propagazione delle onde (riflessioni, diffrazioni, rifrazioni), consentono ai segnali di raggiungere a volte anche zone nascoste oltre l’orizzonte ottico.
Radio ricetrasmittenti in gamma VHF e UHF disponibili in commercio
Sono ricetrasmettitori che possono operare nella banda tra i 30 e 300 MHz (VHF) oppure da 300 a 470
MHz (UHF), si possono suddividere in base alla loro destinazione d’uso:
Radio fisse
Sono quelle posizionate nelle sedi destinate ad ospitare i C.O.M. ed in generale nelle sedi dei vari gruppi
d’intervento. Consentono di realizzare collegamenti diretti per distanze di 25-50 km senza l’ausilio di ponti
radio e sono destinate alle comunicazioni speciali con i gruppi di intervento.
Sono alimentate da rete elettrica 220 VAC con apposito trasformatore e sviluppano fino ad un massimo di
25 W di potenza. Per la loro funzionalità necessitano di un collegamento con un’antenna posta esternamente ed in modo elevato collegata all’apparecchio per mezzo di un cavo coassiale (composto da un conduttore centrale avvolto da un isolante e rivestito da una calza metallica che ha funzione di schermo). Per il
collegamento del cavo all’antenna ed al ricetrasmettitore si utilizzando particolari connettori detti per
l’appunto “coassiali” che possono essere di tipo “ PL “ per le frequenze fino a 150 MHz o di tipo “ N “
per quelle superiori.
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Radio Veicolari
Sono analoghe alle radio di tipo fisso, hanno una minore copertura del segnale irradiato e prelevano direttamente l’alimentazione a 12 V DC dall’automezzo in cui sono installate. Consentono di realizzare collegamenti per distanze di poco superiori a 15 km senza utilizzare ponti radio.
Anche questi apparecchi necessitano di un’antenna esterna all’automezzo.
Radio portatili
Sono ricetrasmittenti compatte con dimensioni adatte ad essere messe in tasca o manipolate con l’uso di
una singola mano. Consentono di realizzare collegamenti per distanza di poco meno di 10 km senza utilizzare ponti radio.
Per garantirne l’autonomia e la trasportabilità sviluppano al massimo 5 W di potenza.
Sono apparecchi muniti di una propria antenna, solitamente rivestita in gomma e comunque flessibile per
consentire un uso agevole ed un ingombro ridotto.
L’alimentazione di questi apparati è fornita da una batteria ricaricabile simile a quella utilizzata nei telefoni
cellulari ma con una notevole capacità.
L’autonomia di utilizzo può arrivare a 8-10 ore di uso intenso ed estendersi ad oltre 24-36 ore per la sola
ricezione del traffico radio e trasmissioni occasionali.
L’operatore deve aver particolare cura della batteria ed evitare di esporla a fonti di calore o temperature
troppo rigide. Le baterie a Ioni di Litio devono inotlre essere protette da urti violenti (shock da caduta o
colpi accidentali) che potrebbero causarne un irreversibile malfunzionamento.
Per l’utilizzo in zone ove non sia possibile accedere al punto di ricarica l’operatore avrà sempre con se una
batteria di riserva.
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La maglia radio
Data la necessità di suddividere le comunicazioni in base al tipo di informazione spesso risulta funzionale
operare una distribuzione basata sul concetto di maglia radio.
Ogni maglia radio è formata in genere da una unica frequenza e la modalità comunicativa prevede un unico capomaglia a cui i rimanenti componenti comunicano direttamente. Non è consentita la comunicazione
tra i componenti della maglia se non utilizzando una diversa frequenza e comunque solo con
l’autorizzazione del capomaglia al fine di non lasciare “scoperta” la postazione. Il capo-maglia può disporre, per non saturare o disturbare la maglia, la creazione di sotto-maglie indipendenti per agevolare particolari situazioni in cui siano richieste comunicazioni rapide e frequenti ma ristrette a pochi operatori o aree
ristrette (per es. la radioguida di un mezzo munito di apparato radio che si sta avvicinando alla zona operativa e che necessiti di continue informazioni sul percorso e sulla viabilità)
Il vantaggio di una comunicazione su maglia risiede nella possibilità di accentrare le comunicazioni in
un’unica sede operativa (C.O.M., C.O.C., ecc...) all’interno della quale operano i diversi capo-maglia che in
questo modo possono venire coordinati dal responsabile dell’emergenza per lo scambio e la raccolta delle
informazioni.
Le trasmissione radio si possono caratterizzare per la modalità con cui si realizzano i collegamenti tra le varie ricetrasmittenti:
Trasmissioni in diretta
Si realizza tra due apparati radio “a vista” in situazioni di comunicazione a corto raggio senza l’ausilio di un
ripetitore di segnale. Questo metodo di trasmissione è tipico della “maglia”.
La scelta di operare “in diretta” dovrà tener conto della posizione dell’operatore relativamente alle caratteristiche del terreno.
Nel caso di operatore radio su mezzo in movimento il capo-maglia valuterà la qualità del segnale con frequenti test di copertura ed assegnando preventivamente una frequenza alternativa servita da ponte radio.
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Trasmissioni con ponte radio
Per superare ostacoli presenti sul territorio si utilizzano delle stazioni ripetitrici del segnale posizionate in
rilievo al fine aumentare il raggio di copertura. Questo metodo di trasmissione richiede una certa esperienza nell’uso del ripetitore. Una stazione ripetitrice può essere utilizzata a livello di maglia ma solo in casi di
particolare difficoltà (vedi paragrafo precedente) e sotto la supervisione di un capo-maglia esperto. Il ripetitore potrebbe infatti servire un bacino di utenza piuttosto elevato pertanto le singole comunicazioni devono necessariamente essere ridotte alla minima durata per rendere accessibile il sistema al maggior numero di utenti possibile.
Un ripetitore è solitamente composto da un apparecchio ricevitore ed un trasmettitore distinti che operano
su frequenze diverse.
L’accesso radio al ripetitore (UP-LINK) avviene infatti su una frequenza diversa da quella in cui si ricevono le comunicazioni (DOWN-LINK). L’apparecchio radio in uso all’operatore provvede infatti in modo
automatico alla commutazione tra le due frequenze senza alcuna necessità di intervento.
Proprio per questo, in caso di guasto o malfunzionamento del ripetitore, non sarà possibile effettuare collegamenti radio in diretta sulla stessa frequenza.
La presenza ed il funzionamento di un ripetitore su un determinato canale/frequenza è rilevabile premendo brevemente il tasto PTT (trasmissione) ed ascoltando per 1-2 secondi il segnale (coda di trasmissione)
dell’impianto.
In particolari casi (Radioamatori o usi speciali) il segnale di coda del ripetitore è seguito da una voce o un
segnale di identificazione in codice morse.
Perché utilizzare le comunicazioni radio
Dal punto di vista tecnico sono uno strumento di comunicazione consolidato con una lunga storia, con
una buona affidabilità e soprattutto in grado di essere usato per comunicazioni di tipo mobile.
Caratteristiche della comunicazione radio in emergenza sono:
La possibilità da parte delle squadre d’intervento di informare i centri di coordinamento sulla reale
situazione presente
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Le squadre operative possono ricevere istruzioni ed ordini direttamente sul campo
Con la creazione di opportune maglie radio e l’uso di stazioni ripetitrici il raggio di copertura delle
comunicazioni può essere esteso facilmente
Negli ultimi anni l’evoluzione delle tecnologie e l’abbattimento dei costi degli apparati per la telefonia mobile ha in alcuni casi consentito di sostituire alcuni usi della radio. I telefoni cellulari necessitano di operare
in connessione con un ponte (stazione base) che in condizioni critiche può arrivare a saturazione e non
consentire di effettuare e ricevere chiamate. Tale situazione è tipica dell’inizio di una emergenza e pertanto
non si fa affidamento alla telefonia mobile nelle prime fasi di intervento e soccorso.
Vantaggi della trasmissione radio:
Costo relativamente basso della singola comunicazione, composto dai costi fissi per gli apparecchi
radio, dalle concessioni governative e dall’irrisorio costo dell’energia impiegata
Consente di mettere in comunicazione luoghi distinti con molta rapidità (il tempo di giungere sul
luogo di un’emergenza)
La radio è uno strumento di comunicazione utilizzato da tutte le componenti della Protezione
Civile
La comunicazione può avvenire tra un unica stazione emittente ed una o più stazioni riceventi, con
il pregio di consentire comunicazioni del tipo broadcast “uno a molti” in modo semplice.
L’ultimo pregio è anche un limite alla tempestività delle comunicazioni, visto che si deve attendere la conclusione di una comunicazione instaurata in precedenza prima di iniziarne un’altra.
Svantaggi della trasmissione radio:
Comunicazione in genere non protetta e quindi intercettabile da ascoltatori esterni
L’uso degli apparati radio necessita di una formazione per gli operatori
La distanza di copertura delle comunicazioni è limitata da vari fattori (disturbi ed ostacoli)
Come usare correttamente una radio
L’uso degli apparecchi radio è disciplinato sul territorio italiano da varie leggi e prescrive comunque che vi
sia una licenza per impegnare le frequenze radio o per i cosiddetti radioamatori una licenza attestante la
loro specifica preparazione.
Elementi necessari al corretto uso delle radio sono la conoscenza dei dispositivi e delle modalità di
comunicazione.
In un generico apparato radio sono sempre presenti
Manopola del volume e di On/Off
Consente di regolare il volume dell’altoparlante presente e spesso integra la funzione di accensione
del dispositivo
Manopola di sintonia o di canale
Regola mediante un selettore o con visualizzazione su display il canale o la frequenza in uso.
Pulsante di trasmissione PTT ( Push To Talk , schiaccia per parlare)
La sua pressione converte il funzionamento dell’apparecchio da ricevente in trasmittente.
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Sintetizzando la procedura si può dire che l’apparecchiatura deve essere accesa con la regolazione del
volume sulla manopola On/Off; dopo la sintonizzazione sul canale convenzionale utilizzato per le
comunicazioni si rimane in ascolto affinché non siano presenti altre comunicazioni. Con il canale libero e
la pressione del tasto PTT è possibile trasmettere la propria voce.
A seguito della pressione del pulsante PTT è buona norma attendere 1 o 2 secondi per permettere ad
eventuali ripetitori radio di attivarsi e permettere di trasmettere per intero la comunicazione. Per lo stesso
motivo, una volta che la stazione corrispondente ha terminata la propria trasmissione è buona norma
attendere 1-2 secondi prima di iniziare a trasmettere. Questo comportamento rende possibile
l’inserimento/intervento di altri operatori che avessero bisogno di comunicare prima del loro turno.
Comunicazione in emergenza
Nell’ambito delle comunicazioni radio si preferisce utilizzare una codifica per identificare gli operatori , le
squadre coinvolte e i centri di coordinamento, sia per avere una maggiore precisione durante le
conversazioni radio e sia per evitare di diffondere via radio i nominativi dei volontari impiegati.
Procedura di comunicazione
La comunicazione radio prevede essenzialmente tre fasi:
Creazione del canale di comunicazione
Premessa indispensabile per questo punto è che il canale o la frequenza di lavoro prescelta non sia già
occupata e sia nella disponibilità operativa di tutti i soggetti coinvolti. (tutti i ricetrasmettitori devono poter
operare sulla stessa frequenza).
L’operazione di check deve essere effettuata dal capo-maglia che si accerterà preventivamente del buon
funzionamento degli apparecchi, inclusa la disponibilità energetica per le radio portatili.
Le modalità di comunicazione prevedono che come prima cosa siano chiaramente identificati il
destinatario della comunicazione e il mittente della stessa. Vale la regola del “DESTINATARIO” da
“MITTENTE” e in una ipotetica comunicazione fatta dalla squadra “Z” verso una stazione base il
messaggio iniziale deve essere “BASE DA SQUADRA Z”.
Convenzionalmente a causa dei possibili disturbi presenti nella trasmissione si è soliti ripetere almeno due
volte l’identificativo del DESTINATARIO al fine che questi possa chiaramente recepire di essere
interpellato. Pertanto la comunicazione precedente sarà: “BASE [pausa breve] BASE DA SQUADRA Z”.
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A seguito della richiesta fatta il destinatario risponde al mittente con un “AVANTI” seguito dal suo
identificativo e nell’esempio precedente la risposta sarà “AVANTI PER BASE”.
Comunicazione
A questo punto il mittente comincia la sua comunicazione intervallando le interruzioni con il destinatario
chiudendo le sue frasi con un “PASSO” (o un “CAMBIO”) e consegnando in questo modo al destinatario
la possibilità di trasmettere.
Una buona prassi è quella di scambiare brevi messaggi ed accertarsi che il ricevente abbia compreso
quanto trasmesso con frasi codificate del tipo “RICEVUTO- INTERROGATIVO- PASSO”. Solo dopo
aver ricevuto conferma del messaggio trasmesso possiamo procedere con le successive comunicazioni.
Chiusura del canale di comunicazione
Al fine di evitare che uno dei due soggetti interessati alla comunicazione o un terzo rimanga in in ascolto
inutilmente le comunicazioni devono essere chiuse con il messaggio “CHIUDO” o dal “PASSO e
CHIUDO”. Per segnalare che non ci saranno altre comunicazioni a completamento delle informazioni
appena trasmesse può essere utilizzata la parola “FINE” una volta terminata la trasmissione del messaggio.
Chiarezza espositiva
Una regola che gli operatori di protezione civile devono osservare nelle fasi concitate immediatamente
successive ad una emergenza è quella di comunicare chiaramente quanto possono rilevare direttamente sul
campo al fine di agevolare le operazioni di soccorso.
Un possibile criterio da seguire è quello di utilizzare uno schema mentale di riepilogo per fornire il maggior
numero di informazioni essenziali in risposta a delle semplici domande schematizzate, come il metodo
delle “5 W “ (dalle iniziali delle parole inglesi usate) :
DOMANDA
In emergenza:
Where ?
DOVE?
Il luogo geografico di intervento
When ?
QUANDO?
Con che tempistica un evento è avvenuto o deve avvenire
What ?
COSA?
La situazione oggetto della comunicazione
Who ?
CHI?
Quali (e quanti) sono i soggetti coinvolti
Why ?
PERCHE?’COME?
A causa di cosa si è originato l’evento.
In che modalità si deve agire
Terminologia codificata
Uso di termini speciali
Le comunicazioni radio non sempre garantiscono una buona qualità del segnale vocale
trasmesso e per garantire un comprensione chiara per il ricevente si utilizzano alcune
convenzioni sulla terminologia utilizzata.
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Per esempio data la scarsa probabilità di trasmettere correttamente il tono di voce
ascensionale caratteristico di una domanda si ricorre ad inserire al termine delle frasi il
termine “INTERROGATIVO” a modo di punto esclamativo.
Lo spelling
Nella necessità di dover comunicare correttamente una parola, quale ad esempio un nome proprio, si ricorre allo SPELLING, ovvero alla lettura di ogni singola lettera della parola con l’uso di un termine che
inizia con la lettera in oggetto.
L’uso dello spelling può essere anche inteso come una vera e propria trasmissione di informazioni in modo codificato, ovvero fatta in modo tale che un potenziale ascoltatore estraneo ai fatti non possa percepire
in modo a lui chiaro il messaggio.
Questo comportamento può risultare particolarmente utile per la trasmissione di dati sensibili come per es.
cognomi di rappresentanti istituzionali o di persone ferite o decedute.
Seguono due tabelle riepilogative delle principali convenzioni sui termini e sull’alfabeto
ICAO-NATO, standard ufficiale per lo spelling nelle comunicazioni radio.
TERMINE
SIGNIFICATO CONVENZIONALE
Affermativo-Confermo
Assicurazione affermativa - SI
Annullo
Annullo quanto detto prima
Apparato
Impianto radio R/T
Attendo
Aspetto ulteriori notizie o istruzioni
Base
Sede, domicilio, casa, ufficio
Cambio
Cedere la trasmissione
Fine - Chiudo
Chiudo la trasmissione-spengo
Contatto
Conversazione radio
Copiare
Ascoltare, ricevere
Copiato
Ascoltato, ricevuto
Eseguo
Eseguo quanto ricevuto
Identificativo
Codice della Stazione
Interrogativo
Per interrogare, domandare
Mobile
Autovettura dotata di apparato radio
Negativo
Per negare-NO
Operativo
Stato di lavoro, di impiego
OK , Kappa
Và bene
Passo
Cedere la trasmissione
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Ponte
Ponte radio ripetitore
Portatile
Apparato radio portatile
Positivo
Assicurazione affermativa-SI
Posizione
Luogo da dove si trasmette
Primi
Termine usato al posto di “minuti”
PTT (PI-TI-TI)
Pulsante per trasmettere
Ricevuto o Roger
Confermo avvenuta ricezione
Rilancio
Ripeto messaggio originato da altri
Rettifico
Correggo il messaggio di prima
Selettiva
Chiamata in codice numerico
Stimato
Orario previsto per…
Via filo
Telefonicamente
ALFABETO FONETICO (SPELLING)
LETTERA
ICAO – NATO
Pronuncia
uso civile
in Italia
uso civile
estero
A
ALPHA
alfa
ANCONA
AMERICA
B
BRAVO
bravo
BOLOGNA
BRASIL
C
CHARLIE
ciarli
COMO
CANADA
D
DELTA
delta
DOMODOSSOLA
E
ECO
eco
EMPOLI
EUROPE
F
FOXTROT
focstrot
FIRENZE
FRANCE
G
GOLF
golf
GENOVA
GERMANY
H
HÔTEL
hotel
HOTEL
HONULULU
I
INDIA
india
IMOLA
INDIA
J
JULIET
giùliet
JUVENTUS
JAPAN
K
KILO
chilo
KILOMETRO
L
LIMA
lima
LIVORNO
LONDON
M
MIKE
maik
MILANO
MIKE
N
NOVEMBER
november
NAPOLI
O
OSCAR
osscar
OTRANTO
OCEAN
P
PAPA
papa
PALERMO
PAPA
DANEMARK
KENTUCKY
NICARAGUA
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Q
QUEBEC
chebèk
QUADERNO
QUEBEC
R
ROMEO
ròmio
ROMA
RADIO
S
SIERRA
sierra
SAVONA
SUGAR
T
TANGO
tango
TORINO
TANGO
U
UNIFORM
iuniform
UDINE
UNITED
V
VICTOR
victor
VENEZIA
W
WHISKY
uisschi
WASHINGTON
X
X-RAY
icsrei
XILOFONO
Y
YANKEE
ienchi
YORK
YOKOHAMA
Z
ZULU
zulù
ZARA
ZANZIBAR
VICTORY
WASHINGTON
X-RAY
In particolare per quest’ultima tabella occorre precisare che l’utilizzo dell’afabeto fonetico ICAO-NATO è
molto diffuso in campo militare e tra le forze dell’ordine.
Le sue caratteristiche anglofone e l’uso pressochè internazionale dei termini (si pensi solo all’utilizzo aeronautico) ne consigliano la conoscenza in particolare per eventuali operazioni in emergenza che si dovessero compiere al di fuori dell’Italia.
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AUTORI
Testi, revisione e supervisione Editoriale
dott. Silvio Bartolomei – Direttore Centro Regionale Veneto Protezione Civile - Longarone (BL)
testi e contributi di:
Diego Cavalli
Gianluca Gavagnin
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Centro Regionale Veneto
di Protezione Civile.
Centro Regionale di Studio e Formazione
per la Previsione e la Prevenzione
in Materia di Protezione Civile.
Sede legale
via Roma, 60 - 32013 Longarone (BL)
tel. +39 0437 770559 - fax +39 0437 771469
[email protected] - www.centroprociv.it
Centro logistico regionale
via Grigoletto e Pasqualato
31021 Bonisiolo - Mogliano Veneto (TV)
tel. +39 041 59729803 - fax +39 041 59729801
Unità operativa
c/o Protezione Civile Regione del Veneto
via Paolucci, 34 - 30175 Marghera (VE)
tel. +39 041 2794782 - fax +39 041 2794714
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