Sommario Rassegna Stampa

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La Repubblica - Cronaca di Roma
18/02/2014
MARINO: "IN OTTOBRE A ROMA FORUM EUROPEO DEI SINDACI"
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Avvenire
18/02/2014
REFERENDUM IMMIGRAZIONE I CROATI PRIME "VITTIME"
3
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Gazzetta di Parma
18/02/2014
LA CITTA' IN PRIMA LINEA A FAVORE DEI DIRITTI CIVILI (M.Manghi)
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Giornale di Sicilia
18/02/2014
IN BREVE - AD AUGUSTA GLI 816 PROFUGHI SOCCORSI IN MARE
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VI
il Gazzettino
18/02/2014
IUS SOLI, CHI NASCE A VENEZIA SARA' "CITTADINO
ONORARIO" (M.Fullin)
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Il Giornale d'Italia
18/02/2014
ORA CI SONO ANCHE I "TIR DELLA SPERANZA" (M.Markovic)
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il Manifesto
18/02/2014
EUROSCETTICI E POPULISTI: L'UKIP SFIDA CAMERON SULLA
XENOFOBIA (G.Caldiron)
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It.Paperblog.Com
18/02/2014
I CIE E LA SAGRA DEL LEGALITARISMO VIOLENTO
9
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La Nuova di Venezia e Mestre
18/02/2014
QUINDICI IMMIGRATI AFRICANI IMMERSI NELLA FARINA
14
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La Nuova di Venezia e Mestre
18/02/2014
LA CITTADINANZA AI FIGLI DEGLI STRANIERI
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La Stampa - Ed. Torino
18/02/2014
L'APPELLO DELLA SALA ROSSA "CHIUDIAMO IL CIE"
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La Voce di Rovigo
18/02/2014
TRATTA DI' DíSPERAD DAI BALCANI
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Marketpress.info
18/02/2014
REGIONE EMILIA ROMAGNA E COMUNICAZIONE INTERCULTURALE,
SIGLATO IL NUOVO PROTOCOLLO D´INTESA
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18/02/2014
LA POLIZIA SPAGNOLA: `INVASIONE AFRICANA' (A.Mitchell)
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Prima Pagina Modena
18/02/2014
"AD ALTRA VOCE", SIGLA DEL NUOVO PROTOCOLLO D'INTESA
REGIONALE SULLA COMUNICAZIONE INTERCULTURALE
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Superabile.it
18/02/2014
TOSCANA, BONUS A NUOVI NATI E FAMIGLIE CON DISABILI
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Trentino
18/02/2014
Int. a A.Komov: "GAY E IMMIGRATI SERVONO PER DISGREGARE LA
SOCIETA'" (S.Matuella)
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Il Monte Rosa
14/02/2014
NO ALL'IMMIGRAZIONE, COPIONE GIA' VISTO DETTATO DA PAURE
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18/02/2014
ITALIANO COME LINGUA UFFICIALE: ADESSO LA CRUSCA CI
RIPROVA (D.Fertilio)
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Rubrica
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Rubrica
Scenario politico
Corriere della Sera
Unione Europea
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L'Unita'
18/02/2014
STOP A ERASMUS E RICERCA LA UE GELA LA SVIZZERA (M.Mongiello)
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Il Fatto Quotidiano
18/02/2014
LA SVIZZERA TEME LA GHIGLIOTTINA EUROPEA (A.Altichieri)
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Giorno/Resto/Nazione
18/02/2014
Int. a N.Farage: LONDRA E IL VENTO DEGLI EUROSCETTICI
"VOGLIAMO UN TERREMOTO POLITICO (D.Bonetti)
30
18/02/2014
CIE, TENSIONE ALLE STELLE: TRE DIRETTORI VANNO VIA (G.De vito)
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Rubrica
V
Rubrica
Lavoro
la Gazzetta del Mezzogiorno
Esteri
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L'Unita'
18/02/2014
SVOLTA IN ARABIA UNA DONNA DIRIGE UN QUOTIDIANO (U.De
giovannangeli)
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Il Messaggero - Cronaca di Roma
18/02/2014
DUE IMMIGRATI CI PROVANO ANCORA EVASIONE SVENTATA A
PONTE GALERIA
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HOME › CULTURA
I CIE e la sagra del legalitarismo violento Vedi articolo originale
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Creato il 18 febbraio 2014 da Monsieurenrouge I PIU' LETTI DI CULTURA Del giorno
A proposito dell'autore
Il 17 febbraio il consiglio comunale di Torino ha approvato a maggioranza (vedi) una mozione con cui, per la prima volta, il comune di una grande città italiana si impegna a chiedere alle istituzioni nazionali la chiusura di un Centro di Identificazione ed Espulsione (CIE) nel più breve tempo possibile. La mozione riguarda un impegno relativo in particolar modo al CIE di Corso Brunelleschi, ma invita ad una riflessione più generale sui sistemi di gestione dell’immigrazione nell’intero paese: contiene riferimenti alla «inqualificabile violazione dei diritti umani» e alla «restrizione delle libertà fondamentali» e chiede che sia messa in discussione la legislazione in materia di immigrazione e abrogata quella attuale, comunemente nota come Bossi­Fini. Del mese
Monsieurenrouge "ARTE ITALIANA DEL TERZO MILLENNIO: ALLA SCOPERTA DELLA SCENA ARTISTICA IN ITALIA DEI PRIMI ANNI 2000" di 6 voti Roberto Milani Felice chi è diverso di Af68 I suoi ultimi articoli
Contro il consumo di dissenso L’apparenza inganna. Papa Francesco non è progressista come lo dipingono. Espulsioni a 5 stelle Odio il capodanno I voti contrari alla mozione sono venuti da Forza Italia, Nuovo Centro Destra, Lega Nord, Movimento Cinque Stelle. Della settimana
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Sia chiaro che non c’è nulla di cui stupirsi per la presenza dell’ultimo, specie se l’argomento in questione è costituito dalle politiche migratorie. È nota a tutti la controversia nata in seno al M5S quando due deputati in Parlamento si schierarono per la depenalizzazione del reato di clandestinità, così come è noto il successivo sviluppo della vicenda, che portò ad un referendum tra una porzione degli iscritti per decidere che posizione prendere riguardo alla votazione in Senato. Come tutti i giornali non mancarono di far sapere, in quell’occasione il M5S adottò la posizione contraria a quella “caldamente suggerita” dal bivertice, votando a favore della depenalizzazione. Tuttavia, in pochi notarono che gli elementi a disposizione non lasciavano presagire nulla di buono: lo spirito generale di quella votazione, che traspariva dal comunicato ufficiale, vedeva la depenalizzazione del reato di clandestinità come non intesa ad Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
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intaccare l’impianto generale della Bossi­Fini in materia di espulsioni e inoltre non in un’ottica di rispetto dei diritti, ma di convenienza economica e logistica (q u i l’analisi) . A dimostrazione di ciò, al momento della discussione in Senato i deputati del M5S applaudirono in blocco il discorso del collega Enrico Cappelletti secondo cui il reato di clandestinità è un fallimento perché «dalla sua introduzione i flussi migratori sono aumentati costantemente» e perché «non dà la certezza di un allontanamento effettivo» (leggi). Meno nota al pubblico nazionale è la lunga serie di dichiarazioni dell’esponente più in vista del M5S torinese, Vittorio Bertola, che in passato gli hanno procurato più volte accuse di essere razzista, come quando diffondeva bufale propagandate in rete sui “privilegi” dei Rom e degli immigrati o quando sosteneva, nei giorni successivi al pogrom contro il campo nomadi di Torino, che la violenza è certo sbagliata ma c’è da dire che se la sono cercata (riassumendo all’osso). 2/5
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SUL FORUM CULTURA Red Ronnie contro la Feltrinelli difende ... commentato da Laura Frozen commentato da Ania La collina dei papaveri commentato da Ania Insomma, che sul tema degli immigrati il M5S sia controverso e che lo sia a Torino non è cosa nuova. Horror Street: Interview with Mary SanGiovanni commentato da Nickolaus Pacione Ora, per quale motivo il Movimento Cinque Stelle si trova a votare insieme a nazionalisti, razzisti e fascisti contro la chiusura dei CIE? Per rispondere a questa domanda, ci viene incontro lo stesso movimento, che in una pagina (questa) scritta da Bertola spiega dettagliatamente cosa non condivide della mozione approvata dal consiglio comunale di Torino. I GIOCHI SU PAPERBLOG Arcade
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Pacman Pac­Man é un video gioco creato nel 1979 da Toru...... Gioca Nostradamus Nostradamus è un gioco " shoot them up" con una...... Gioca Magical Cat Adventure Riscopri Magical Cat Adventure, un gioco d'arcade...... Gioca Snake Snake è un videogioco presente in molti...... Gioca Scopri lo spazio giochi di Paperblog 045688
Bertola è d’accordo con la chiusura del CIE di corso Brunelleschi, a cui fa riferimento la mozione. In un’ottica di rispetto dei diritti basilari e di costruzione di una società fondata sui valori dell’antirazzismo e della solidarietà, i motivi da lui addotti sono discutibili, anche se il risultato, cioè la contrarietà al CIE, è condivisibile (esattamente come per la depenalizzazione del reato di clandestinità). Bertola, in linea con il sopracitato senatore Cappelletti, sostiene che «i C I E sostanzialmente non funzionino rispetto allo scopo per cui sono stati istituiti»: e r a n o i d e a t i p e r l’espulsione, ma l’espulsione tarda ad arrivare e spesso non avviene, il tutto sulle spalle dei contribuenti. Tra l’altro, le persone rinchiuse «diventano per forza di cose più furiose e antisociali di prima». Questa affermazione implica un’intrinseco accostamento della figura dell’immigrato con la figura dell’antisociale e una sua conseguente stigmatizzazione. L’immigrato è ricondotto ad uno stereotipo veicolato da una propaganda neanche troppo velatamente razzista: l’immigrato furioso, l’immigrato animale, l’immigrato antisociale che mina le basi della sicurezza e della convivenza civile. Non è scritto esplicitamente ma è logica conseguenza di un tale accostamento, forse neanche fatto di proposito ma frutto del linguaggio tossico cui siamo tutti stati abituati da mezzi di informazione e altri strumenti dell’egemonia culturale. Inoltre, continua Bertola, il CIE di corso Brunelleschi e il meccanismo dei CIE in generale costituiscono un problema di Vedi tutti i messaggi
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decoro urbano: non solo sono inefficaci e costosi, ma anche provocano «disturbo anche a chi ci abita attorno». Ciò con cui Bertola non è d’accordo è invece la parte a suo dire ricca di contenuti ideologici (come se non fosse ideologica la convinzione razzista che l’immigrato sia intrinsecamente antisociale e furioso, o la concezione di decoro borghese che intende sottrarre alla vista le evidenze della violenza oppressiva di classe, di razza o di genere). Ovvero, la parte della mozione secondo cui: n
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«i CIE sono inoltre eticamente ingiusti perché comportano una restrizione della libertà personale senza reato sanzionando la mera irregolarità amministrativa, oltre ad essere degradanti della dignità umana»; «sono urgenti una modifica del sistema degli ingressi, delle procedure di identificazione, della disciplina del soggiorno e delle espulsioni, una corretta applicazione della normativa europea sull’accoglienza che innalzi gli standard attualmente praticati, una riforma della legge sulla cittadinanza, una legge per l’introduzione del diritto di voto amministrativo, una legge organica sul diritto di asilo»; «ogni competenza in materia deve spettare al solo giudice togato». Secondo Bertola, non si può definire «inqualificabile violazione dei diritti umani» un sistema che priva gli immigrati della libertà di movimento, perché «la detenzione degli immigrati clandestini fino a 18 mesi, su provvedimento anche amministrativo, è semplicemente quanto previsto dalla direttiva europea sui rimpatri». È evidente che una motivazione del genere sia nel classico stile giustizialista e legalitario del M5S, che vede la legalità come valore assoluto e non come prodotto sociale. Per mostrare come l’Italia non costituisca un’eccezione, Bertola riporta dunque una carta dei centri di detenzione per migranti, che a mia volta riporto di seguito. [clicca per ingrandire] Continua così la spiegazione: «in un Paese serio, che fa leggi non per dar fiato alla bocca e fare un titolo sul giornale ma per regolare la convivenza di tutti, una persona che non è autorizzata a stare lì deve venire espulsa; e poiché per forza di cose chi tenta di entrare non ha intenzione di farsi espellere, è quasi sempre necessario farlo con la forza. 045688
Si può benissimo discutere su quali sono le condizioni per espellere qualcuno [...]; si può, anzi si deve garantire un Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
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trattamento migliore e più umano per le persone soggette alla procedura di espulsione, che non può essere trascinata per mesi e mesi. Ma non si può prescindere da un sistema di trattenimento e accompagnamento forzato alla frontiera di chi va espulso, e dunque non si può fare a meno di qualcosa che funzioni come un CIE». “Non si può fare a meno” è un’affermazione che ricorda il motto di Margaret Thatcher in nome del quale vennero imposte le misure di ristrutturazione economica più violente dal secondo dopoguerra, furono poste le basi per la globalizzazione neoliberista e la restaurazione del dominio di classe. Se non si può fare a meno delle espulsioni, perché si può fare a meno dell’austerità, delle privatizzazioni, dei tagli allo stato sociale? Perché, almeno a parole, è questo che dicono molti esponenti del M5S. Evidentemente nel discorso politico del M5S i diritti dei migranti non sono degni della stessa attenzione che si riserva ai diritti di tutti gli altri (e questo è esemplificato limpidamente dall’apertura del comunicato di Bertola: «Bene, direte voi, allora di cosa si parla? Lavoro? Casa? Inquinamento? Traffico? Beh, non proprio: questa settimana l’urgenza individuata da PD e SEL è la chiusura dei CIE»). Non mancano, ovviamente, accuse alla “sinistra” (che Bertola identifica con PD e SEL): esattamente come quando si rivendica l’antifascismo contestando il fascismo si ricevono a c c u s e d i e s s e r e f a s c i s t i ( i l c l a s s i c o “fascismo degli antifascisti”) , in questo caso la rivendicazione di pari diritti fondamentali a dispetto di nazionalità e provenienza, ovvero una rivendicazione antirazzista, viene tacciata di razzismo. Bertola spiega così il perché: «Se non si vogliono i CIE di fatto si sta dicendo che non si vuole espellere mai nessuno, e che si vuole una immigrazione incontrollata e senza limiti. Ma una immigrazione di questo tipo serve solo a qualcuno: a chi detiene il potere economico, a cui fanno comodo grandi masse di immigrati tenuti ai margini della società e disposti a lavorare a condizioni inaccettabili per gli italiani, creando una guerra tra poveri che permette di distruggere tutti i diritti sociali conquistati in cent’anni di lotte, e che offre facili capri espiatori della crisi economica alla gente comune, evitando che essa se la prenda con chi veramente la sfrutta». 045688
Per quanto Bertola non lo ammetterebbe mai, tale visione è ideologica. Innanzitutto considera l’immigrazione il frutto di una sorta di complotto internazionale ordito dai poteri forti, e non un fenomeno naturale parte da sempre della storia umana. Inoltre risponde ad una logica razzista, simile a quella che, forse inconsapevolmente, diffuse Il Fatto Quotidiano parlando dello sfruttamento dei migranti in agricoltura quasi come fosse un fenomeno naturale (vedi): se gli immigrati sono disposti a lavorare in condizioni di sfruttamento inaccettabili ciò non è certo dovuto ad una qualche caratteristica intrinseca del lavoratore straniero ma proprio alla loro ricattabilità e questa è dovuta al rischio di espulsione. Sostenere la necessità delle espulsioni dicendo che queste proteggerebbero i diritti degli Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
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immigrati è un controsenso. La guerra tra poveri la alimenta chi favorisce la marginalizzazione, specie lungo la linea del colore (vedi). Infine, la chiusa è interessante: «Spiace che a portare avanti questa trappola siano i partiti cosiddetti di sinistra, ma delle due l’una: o non hanno capito niente del mondo globalizzato, o sono venduti al potere». A quest’ultima frase forse è meglio non aggiungere ulteriori commenti. Ai posteri l’ardua sentenza su chi abbia capito di più del mondo globalizzato tra chi intende chiudere le frontiere e chi invece vuole garantire il rispetto dei diritti a prescindere da sesso, religione, razza, provenienza. «Come mostra questa mappa, tutti i Paesi europei hanno centri di detenzione per gli immigrati clandestini, sia nella fase di prima accoglienza e identificazione che nella fase di partenza per il rimpatrio; Germania, Danimarca, Svizzera e Irlanda li tengono direttamente in carcere. A questo punto, o il Parlamento Europeo e tutti gli altri Paesi europei sono degli inqualificabili violatori dei diritti umani, o c’è qualcosa che non va nel ragionamento della mozione». Caro Bertola, la prima che hai detto. Anche io ho una mappa da farti vedere. [clicca per ingrandire] Mi piace Iscriviti per vedere cosa piace ai tuoi amici.
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Dati Editore | Chi Siamo | Redazione | Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO Cerca Notiziario Marketpress di Martedì 18 Febbraio 2014 REGIONE EMILIA ROMAGNA E COMUNICAZIONE INTERCULTURALE, SIGLATO IL NUOVO PROTOCOLLO D´INTESA Bologna, 18 febbraio 2014 ­ Contribuire a migliorare la qualità dell’informazione prodotta dai media locali sui temi dell’immigrazione e dell’asilo. Promuovere il “protagonismo” diretto dei CERCHI UNA CASA? UN UFFICIO? UNA CASA VACANZA? LAVORO? AUTO? O ALTRO? VUOI PUBBLICIZZARE UN AVVENIMENTO? CLICCA SUBITO QUI E INSERISCI GRATIS I TUOI ANNUNCI SU MARKETPRESS migranti e dei rifugiati su giornali, radio, tv, web. Stimolare la comprensione, soprattutto tra i giovani, delle dinamiche interculturali nella società dell’informazione. Sono, in estrema sintesi, alcuni degli obiettivi del nuovo protocollo d’intesa regionale (il primo è del 2008) sulla comunicazione interculturale “Ad altra voce”, siglato. “L’emilia­romagna – ha sottolineato l’assessore alle Politiche sociali Teresa Marzocchi – si configura sempre più come una realtà interculturale, collocandosi tra le regioni che registrano una maggiore presenza di residenti stranieri. In questo contesto la comunicazione svolge un ruolo fondamentale nell’accompagnarci verso la creazione di un modello sociale e culturale rinnovato, aperto e attento al rafforzamento della coesione. Anche i principali documenti d’indirizzo dell’Unione Europea per le politiche di integrazione dei cittadini stranieri – ha aggiunto l’assessore – ribadiscono l’importanza delle iniziative di comunicazione interculturale e della collaborazione con i mass media per migliorare la comprensione del fenomeno migratorio e facilitare il dialogo”. Sulla base di queste sollecitazioni, il protocollo d’intesa regionale sulla comunicazione interculturale firmato oggi “vuole essere l’ambito politico­istituzionale – ha proseguito Marzocchi – dove costruire e mantenere legami di rete tra soggetti istituzionali, di categoria, del mondo dei media e della società civile, in modo da sviluppare programmi che mantengano viva la riflessione e l’attenzione sul ruolo della comunicazione interculturale nei processi di MARKETPRESS
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sarà l’attuazione (nel corso del 2014) di una serie di “azioni” (ricerca e formazione, media education in ambito scolastico ed extrascolastico, creazione di contatti tra mondo dell’immigrazione e media locali) per lo sviluppo della comunicazione interculturale in Emilia­
romagna. Verranno realizzate dalla Regione (che stanzia 30mila euro), da Cospe onlus (capofila del progetto), in collaborazione con l’Università di Bologna, la Rete Mier e il Centro permanente per l’educazione ai media Zaffiria. Saranno coinvolte inoltre le altre organizzazioni firmatarie del protocollo attive nell’ambito dei media e della comunicazione interculturale. La Rete Mier ­ E’ l’insieme di testate registrate, siti internet, iniziative radiofoniche e televisive create da cittadini di origine straniera o redazioni “miste” in Emilia­romagna. Per la Rete hanno sottoscritto il protocollo “Città Meticcia” (Ravenna), “Segni e Sogni” (Forlì­cesena), “Il tamburo” (Bologna), Albanianews (sito internet, la sede della redazione è a Modena), Radio Icaro (Rimini). integrazione sociale”. Quest’anno, inoltre, “tra i firmatari c’è anche la scuola – ha ricordato l’assessore – : per noi è un atto significativo e importante”. Chi aderisce al protocollo ­ Sono una trentina in tutto le istituzioni e le organizzazioni che hanno aderito al protocollo: insieme alla Regione, hanno firmato oggi Corecom Emilia­romagna, Associazione della Stampa Emilia­
romagna (Aser), Associazione italiana della Comunicazione Pubblica e Istituzionale, Consulta regionale per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri immigrati, Università di Bologna ­ Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali e Master in Giornalismo, rappresentanze regionali di Anci e Upi, Legautonomie Emilia­romagna e Uncem Emilia­romagna, Ufficio scolastico regionale, alcuni Centri interculturali regionali, le agenzie di stampa “Redattore Sociale” e “Dire”, Rete Mier ­ Media Interculturali Emilia­romagna, il Centro per l’educazione ai media Zaffiria, l’onlus Cospe, e altri soggetti pubblici e privati. Le “azioni” in programma. Dalla Regione 30mila euro ­ Il protocollo ha durata triennale ed è aperto a successive adesioni. Il primo passo concreto P . I . 1 2 5 7 3 7 3 0 1 5 2 Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
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6 V A I Toscana, bonus a nuovi nati e famiglie con disabili SUPERABILEX
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TOSCANA, BONUS A NUOVI NATI E FAMIGLIE CON DISABILI Il nuovo piano sanitario e sociale prevede interventi in favore delle fasce più deboli. Previsto anche uno specifico Piano di indirizzo integrato per le politiche sull'immigrazione LAVORO
FIRENZE ­ Casa, immigrazione, famiglia, omofobia, disabilità, diseguaglianze, povertà. C'è tutto questo nel nuovo piano sanitario sociale della regione Toscana. SCUOLA E FORMAZIONE
Povertà ­ Il nuovo piano sanitario sociale della regione Toscana proseguirà il progetto di prestito sociale, già avviato nel 2013, a sostegno di persone e famiglie in situazioni di particolare difficoltà o fragilità socio­economica. Confermato anche il pacchetto di aiuti alle famiglie: bonus nuovi nati, famiglie numerose, famiglie con figli disabili. Verrà inoltre attuato l'accordo tra regione e Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il riparto di risorse per azioni in favore degli anziani e della famiglia. SPORT
ASSOCIAZIONI
SALUTE E RICERCA
QUI EUROPA
Casa ­ Sarà inoltre mantenuto il Fondo regionale per il sostegno alla locazione, con risorse regionali che andranno a sostituire il Fondo statale. Confermato anche l'aiuto agli inquilini che, a causa della crisi o di eventi straordinari, si sono trovati a subire uno sfratto perché impossibilitati a pagare l'affitto. Sarà attivato il sistema di accreditamento di agenzie sociali per la casa che svolgeranno direttamente nei territori un ruolo di stimolo nei confronti dell'offerta di alloggi in locazione, e di organizzazione della domanda da parte di soggetti in difficoltà nell'accesso al mercato privato dell'affitto. Per incrementare l'offerta di edilizia sociale sono previsti attivazione e gestione di specifici programmi operativi che prevedono la realizzazione di nuovi alloggi Erp, attraverso interventi di recupero o nuova costruzione. Inoltre è previsto l'avvio di un percorso per individuare iniziative di Social Housing, ricorso ai fondi immobiliari e alle risorse del sistema integrato dei fondi. Sul versante del cohousing e dell'edilizia sostenibile, infine, saranno sperimentati modelli abitativi non convenzionali, attraverso forme innovative di intervento (sperimentazioni già in atto ed interventi di auto costruzione e auto recupero), e si procederà alla riqualificazione del patrimonio abitativo, l'utilizzo di tecniche costruttive innovative di edilizia sostenibile in grado di realizzare edifici ad alta efficienza energetica e a basso impatto ambientale anche adottando filiere corte, con particolare riferimento alle tecnologie del legno. SUPERABILE MULTIMEDIA RASSEGNA STAMPA
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L'ESPERTO RISPONDE
Immigrazione ­ Ad integrazione del Piano sanitario sociale è previsto uno specifico 'Piano di indirizzo integrato per le politiche sull'immigrazione', piano pluriennale approvato nel 2012 e valido fino al 2015. Tre i macro­obiettivi: rappresentanza e partecipazione alla vita pubblica dei cittadini stranieri; qualificazione di una rete di servizi informativi rivolti ai cittadini stranieri collegata a una rete di servizi di tutela, contrasto e rimozione degli episodi di discriminazione; promozione di opportunità di apprendimento della lingua italiana nella prospettiva della promozione di una "cittadinanza attiva" intesa come appartenenza piena e consapevole alla vita della comunità. Omofobia ­ Il piano sanitario sociale parla anche di omofobia e disuguaglianze di genere. Saranno sviluppate la seconda fase del progetto 'Omofobia, transfobia e bullismo', rivolto ai ragazzi della scuola primaria e secondaria, e patrocinato dall'Ufficio Scolastico Regionale, e azioni di sensibilizzazione nelle scuole per favorire il superamento delle disuguaglianze di genere e la subordinazione delle donne nella società. LETTERE ALLA REDAZIONE
(17 febbraio 2014) SONDAGGI
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