Duo En Blanc et Noir

ErreMusica presenta
Stagione Concerti 2013-2014
Biblioteca Musicale A. Della Corte
Villa del Parco della Tesoriera
22 aprile 2014 - ore 17,00
Duo En Blanc et Noir
Cristina Laganà, Orietta Cassini pianoforte
D IREZIONE A RTISTICA : Carla Rebora
N OTE E P ROGRAMMA DI S ALA : Giulia Giancristofaro
I NTRODUZIONE AL C ONCERTO : Andrea Gherzi
programma
CLAUDE DEBUSSY
(Saint-Germain-en-Laye, 1862 – Parigi, 1918)
La boîte à joujoux
Suite per pianoforte a quaĴro mani
dal balleĴo per bambini di André Hellé per pianoforte, trascrizione di Léon Roques
ANDRÉ CAPLET
da Un
(Le Havre, 1878 – Neuilly-sur-Seine, 1925)
tas de petites choses per pianoforte a quaĴro mani
Une petite berceuse – Une petite barcarolle
ERIK SATIE
(Honfleur, 1866 – Parigi, 1925)
Parade
BalleĴo in un aĴo di Léonide Massine su poema di Jean Cocteau
dall’originale per orchestra, trascrizione dell’autore
Prelude du Rideau Rouge – Prestidigitateur Chinois – Petite Fille Americaine
Rag-Time du Paquebot – Acrobates – Suite au Prelude du Rideau Rouge
GEORGES BIZET
(Parigi, 1838 – Bougival, 1875)
da Jeux
d’enfants op. 22
Les chevaux de bois – La poupée – Le bal
DARIUS MILHAUD
(Marsiglia, 1892 – Ginevra, 1974)
Enfantines
Suite da 3 poèmes de Jean Cocteau, op.59a
Fumée – Fête de Bordeaux – Fête de Montmartre
GABRIEL FAURÉ
(Pamiers, 1845 – Parigi, 1924)
Dolly op. 56
Suite in sei movimenti per pianoforte a quaĴro mani
Berceuse – Messieu Aoul – Le jardin de Dolly – KeĴy-Valse – Tendresse – Le pas espagnol
Cristina Laganà, OrieĴa Cassini
pianoforte a quaĴro mani
La boîte à joujoux
«La scatola dei giochi, quella scatola che tutti noi abbiamo avuto e che tutti noi serbiamo ancora
nella memoria o, meglio ancora, come si dice in francese “par coeur”, un ricordo del cuore;
quella trottola colorata, quella bambola, quella spada ma anche quel sassolino bianco a forma
di cagnolino al quale avevamo dato anche un nome e con il quale abbiamo passato pomeriggi
memorabili… e quel libro illustrato di fiabe che ci aveva coinvolti in avventure mozzafiato… e
quell’orsetto di peluche con un bottone al posto dell’occhio destro… e quella rana secca trovata
vicino allo stagno e avvolta in uno straccino a quadretti…
Questa è una scatola che tutti noi serbiamo in cuore e che aspetta solo d’esser aperta per
riassaporare il gusto vitale e primordiale dell’arte del giocare e, siccome il verbo “giocare” in tutte
le lingue – tranne quelle latine! – coincide con il verbo suonare, utilizzeremo la musica per far
leva sul coperchio di questa scatola piena di magia per riscoprire il piacere dell’arte del giocare».
Come è espresso in modo efficace in questa presentazione del Duo pianistico En Blanc et Noir,
il filo conduttore del concerto è il tema del gioco, del mondo dei bambini e di come la musica lo
abbia di volta in volta interpretato, nel modo particolarissimo che le è proprio. Così il soggetto
de La boîte à joujoux, balletto per bambini di Claude Debussy, è la storia a lieto fine di tre
marionette: Pulcinella, la Bambola e il Soldatino. André Hellé, autore del libretto e illustratore
dello spartito, così scrive sotto i suoi acquerelli nelle pagine introduttive dell’edizione Durand del
1913: «Questa storia è ambientata in una scatola di giocattoli. Le scatole di giocattoli assomigliano,
in qualche modo, a delle città, nelle quali i giochi vivono come persone. O meglio, sono le città ad
assomigliare a delle scatole di giochi, nelle quali le persone vivono come giocattoli. Le bambole
ballano, un Soldatino si innamora di una di loro, ma la Bambola ha già donato il suo cuore a un
Pulcinella pigro, frivolo e litigioso. Allora i soldatini e i pulcinella combattono una grande battaglia
nella quale il povero Soldatino è gravemente ferito. La Bambola, che è stata abbandonata dal
crudele Pulcinella, prende con sé il Soldatino, lo cura e se ne innamora: si sposano, vivono felici e
hanno molti bambini». La partitura, d’una scrittura pulita e scarna, come ‘disegnata’, spesso a una
o due voci, contiene molte allusioni a canzoni per bambini, suoni di tromba, imitazioni di carillon.
Ci sono inoltre tre leitmotiv molto wagneriani che“aderiscono”ai personaggi principali così come
illustrati da Hellé: un movimento «dolce e grazioso» di valzer per la Bambola, un tema «animato»
in 2/4 dal contorno aggressivo per il Pulcinella irritabile, un motivo di fanfara «delicatamente
militare» per il Soldato. Il programma prosegue con Un tas de petites choses: inizialmente
scritta per la formazione di pianoforte, violino, violoncello, clarinetto e contrabbasso, è un’opera
composta da un caro amico di Debussy, André Caplet, nel 1923. È costituita da cinque brevi
danze: Une petite berceuse, Une petite danse slovaque, Une petite barcarole, Une petite marche bien
française, Un petit truc embêtant.
Straordinaria fusione di pittura, danza, drammaturgia e musica – poiché nasce dalla collaborazione
tra Erik Satie, Jean Cocteau (soggetto), Pablo Picasso (scene e costumi), Léonide Massine
(coreografia) – Parade è un’opera-manifesto provocatoria nel suo marcato ‘realismo’ e nella
rappresentazione di un mondo ‘straniato’,“affollato”di suoni, rumori e personaggi senza un ruolo
definito: il balletto non ha, infatti, una trama precisa, ma mette in scena la ‘parata’ di un gruppo di
artisti circensi, intenzionati ad attrarre un folto pubblico a una loro imminente rappresentazione;
così, una domenica pomeriggio, vanno nelle strade della periferia di Parigi e si esibiscono per
i passanti, dando prova delle loro specialità. Le varie sezioni che costituiscono questo “balletto
realista” sono collegate tra loro senza interruzione, in un insieme di sonorità insolite rese
efficacemente attraverso rumori della vita vera, “concreti” (sirena, macchina da scrivere, ruota di
una lotteria, ecc.), che si sovrappongono ai suoni degli strumenti tradizionali.
Proprio per il realismo della partitura, la prima rappresentazione di Parade (Parigi, 18 maggio
1917) provocò un grande sconcerto nella maggior parte degli ascoltatori. Nel testo del
programma di questa prima esecuzione Guillaume Apollinaire impiegò per la prima volta il
termine sur-realismo, che solo pochi anni più tardi, nel 1924, venne definito in questo modo
nel primo Manifesto surrealista: «Automatismo psichico puro, attraverso il quale ci si propone
di esprimere, con le parole o la scrittura o in altro modo, il reale funzionamento del pensiero.
Comando del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni
preoccupazione estetica e morale». In tale ottica, il surrealismo è quindi una sorta di processo nel
quale il nostro inconscio – quella parte di noi che emerge durante i sogni – affiora anche quando
siamo svegli e ci permette di associare parole, pensieri e immagini senza freni inibitori, in modo
assolutamente libero. I bambini riescono in questo processo in maniera straordinaria, senza che
qualcuno glielo insegni, in modo naturale, con il loro istinto infantile e attraverso il gioco.
Jeux d’enfants (Giochi di bambini) è un gruppo di dodici brani scritti da Georges Bizet nel
1871 per pianoforte a quattro mani. Ogni pezzo rappresenta e descrive un gioco, così come
suggeriscono i titoli: L’escarpolette (L’altalena), La toupie (La trottola), La poupée (La bambola),
Les chevaux de bois (Il cavallo di legno), Le volant (Il volano), Trompette et tambour (Tromba e
tamburo), Les bulles de savon (Le bolle di sapone), Les quatre coins (Micio all’angolo), Colinmaillard (Mosca cieca), Saute-mouton (Cavallina), Petit mari, petite femme (Piccolo marito, piccola
moglie), Le bal (La palla). Dei tre brani in programma, Les chevaux de bois (Allegro vivo in 6/8)
si caratterizza per particolari suggestioni ritmiche rese sia con l’uso di terzine ascendenti e
discendenti sia di legature a cavallo di battuta e pause sui tempi deboli, che danno all’ascoltatore
la percezione di lievi oscillazioni, come una sorta di galoppo; La poupée (Berceuse, andatino in
6/8) ha l’accompagnamento della voce grave – costituito da terzine di crome – che sostiene «più
piano possibile» il tema semplice e nitido della voce superiore, puntellato qua e là da accordi. Le
bal (Presto in 2/4) è un gioioso divertimento, il cui celebre tema è sostenuto da accordi sincopati.
La conclusione è “sfrenata” e di grande effetto. Enfantines, opera costituita da tre brevi pezzi
per pianoforte a quattro mani, è stata composta nel 1920 ed è dedicata a Erik Satie. I tre pezzi si
ispirano a tre poesie di Jean Cocteau e sono pieni di ottimismo e buon umore, tipici delle opere
giovanili di Darius Milhaud: Fumée si suona “vivamente” in un movimento di giga; alla Fête de
Bordeaux dolcemente animata, succede una Fête de Montmartre ben ritmata. La parte superiore
del pianoforte, molto semplice, da suonare all’unisono, è destinata all’allievo. La parte inferiore
dell’accompagnamento è di più difficile esecuzione.
Il periodo di composizione di Dolly op. 56 risale agli anni 1893-1896. Nel 1892 Gabriel Fauré
aveva avuto un legame sentimentale con Emma Moyse; a Dolly, la «Petite poupée», il soprannome
della figlia di Emma, Fauré volle dedicare la serie dei sei brani dell’op. 56. Il primo pezzo è la dolce
Berceuse, in tempo Allegretto moderato, composta in occasione del primo compleanno di Dolly,
il 20 giugno 1893. Il brano che segue è un Allegro vivo, intitolato Messieu Aoul, dai tentativi di
Dolly di pronunciare il nome del fratello maggiore Raoul Bardac. Le jardin de Dolly, una pagina
di fantasia e raffinata tenerezza, è considerato da alcuni critici forse il “gioiello” della suite, con la
sua atmosfera di sogno delicato, resa dalla bella melodia, dall’armonia e dal sottile contrappunto
in movimento. Ketty-Valse, un breve e brillante valzer, evoca una sorta di “ritratto vorticoso” del
cagnolino che dà il titolo al pezzo e che ne è il protagonista. Segue Tendresse, un Andante grazioso
e lirico, in cui Fauré utilizza molti cromatismi. Dolly si conclude con l’Allegro finale intitolato Pas
espagnol, danza spagnola dalla scrittura virtuosistica in entrambe le parti che si caratterizza per
temi gioiosi che connotano il brano con una decisa impronta di matrice popolare.
Giulia Giancristofaro
Cristina Laganà
Novarese di nascita e torinese di formazione, inizia lo studio del pianoforte all’età di sette anni con la professoressa Lucia Immirzi Pennarola, con la quale prosegue gli studi al Conservatorio “G. Verdi” di Torino,
diplomandosi nel 1997 con il massimo dei voti.
Si perfeziona in seguito con prestigiosi pianisti quali M. Mika, A. Lucchesini, V. Suchanov e R. Pröll.
Presso il celebre“Mozarteum”di Salisburgo frequenta i corsi estivi tenuti da straordinari musicisti del calibro
di D. Bashkirov e B. Bloch. Partecipa anche alle lezioni tenute da Elisso Virsaladze presso il Campus Internazionale di Musica di Sermoneta.
Proseguendo nei suoi studi, intraprende il corso Biennale di Diploma Accademico di II livello in discipline
artistiche, indirizzo interpretativo compositivo di pianoforte, presso il Conservatorio “G. Verdi” di Torino,
nella classe della professoressa Vera Drenkova, diplomandosi con il massimo dei voti. Ha quindi l’onore di
partecipare alla rassegna dei migliori diplomati tenutasi presso il Teatro Piccolo Regio di Torino nel 2007.
Parallelamente al perfezionamento pianistico, la sua grande passione per il repertorio liederistico la porta ad
approfondire ed esplorare questo universo: frequenta con grande interesse il corso quadriennale di Musica
Vocale da Camera con il M° Erik Battaglia presso il Conservatorio “G. Verdi” di Torino, diplomandosi con il
massimo dei voti nel 2005.
Svolge intensa attività concertistica sia come solista, sia in formazioni cameristiche ed in duo con cantanti,
collaborando tra gli altri con il tenore Andrea Carè.
Si esibisce in numerosi recital a Torino (“S. Filippo”, Piccolo Teatro Perempruner, Conservatorio G. Verdi,
Circolo dei Lettori, Orpheus, Santa Pelagia, Piccolo Regio, Teatro Baretti, ecc.) e partecipa a prestigiose rassegne in molte città italiane tra cui Roma, Novara, Casale Monferrato, Alassio, Gallarate, Orta S. Giulio ecc.
e all’estero, riscuotendo sempre grande successo di pubblico e di critica.
Il suo desiderio di conoscere e comprendere il repertorio musicale in ogni suo aspetto, nella ferma convinzione che ciò sia necessario anche e soprattutto per uno studio approfondito e completo del pianoforte,
la spinge ad intraprendere lo studio della composizione con il M° Giulio Castagnoli, sotto la cui guida
consegue brillantemente nel 2009, presso il Conservatorio “G. Verdi” di Torino, il Diploma di Composizione.
Affianca all’attività concertistica anche un’intensa attività didattica presso le scuole medie ad indirizzo musicale, avendo conseguito nel 2011, presso il Conservatorio G. Cantelli di Novara, l’abilitazione all’insegnamento del pianoforte. Da molti anni collabora inoltre con le associazioni musicali torinesi Erremusica
e Doremifacile.
Orietta Cassini
Si diploma in pianoforte, si perfeziona all’Accademia Musicale “Brera” di Novara, si diploma in Musica da
Camera Vocale al Conservatorio “G. Verdi” di Torino con il massimo dei voti e la lode. Presso lo stesso Conservatorio, ottiene la Laurea di secondo livello in Discipline Musicali, sezione “Pianoforte solistico”, con il
massimo dei voti, discutendo la tesi di ricerca “La spettacolarità come vera radice della musica”.
In contemporanea a questi studi ha sempre avuto un’intensa attività concertistica come solista e in varie
formazioni con uno sguardo volto soprattutto a un repertorio “alternativo”. Sul cammino di questo percorso pianistico nel mondo della musica, si lascia incuriosire dalla scienza dei pensieri lavorando così per un
decennio al Progetto “Disturbi psicosomatici ed espressività musicale”.
Incontra, poi, sul suo cammino, il ‘fiato caldo e passionale del bandoneon’ che fa scoccare una caliente
passione per il Tango Argentino: studia quindi Musica Argentina al Centro Konex di Buenos Aires, filosofia
e coreografia del Tango, studia Bandoneon con il M° Vargas e crea la coppia di tangueros “Las Guindillas”
con la quale tiene conferenze-spettacolo. Ma l’incontro “fatale” è con il Teatro: si diploma in Arte Scenica
con il massimo dei voti e la lode e, successivamente, ottiene la Laurea di secondo livello in Regia Lirica e
dello Spettacolo con il massimo dei voti discutendo la tesi “Ho occhi al posto delle orecchie” e curando la
regia molto originale – e per questo molto criticata negli ambienti accademici – della Tragedia lirica La voix
humaine di Poulenc su testo di Cocteau (quarta esecuzione in Italia) al Conservatorio “G. Verdi” di Torino
e, successivamente, al Teatro Baretti di Torino e, nella versione sperimentale “spinta”, in Villa Mossi a Frassineto Po.
Concepisce una nuova forma di concerto, il “Concerto in forma scenica” il cui primo esempio è Dream, del
quale è ideatrice, regista e pianista.
Nel 2000, forma il duo espandibile “Teste dure” (Tvrdé palice) in collaborazione con il Soprano Barbara
Somogyiova, con il quale si esibisce in originali concerti spettacolo in Italia e all’estero, ideati per investigare, giocando, il lato teatrale della musica: il goloso “SacherMozarTorte” per il compleanno di Mozart, il
conturbante “I love you”, “Omaggio alla mia terra” commissionato dal comitato olimpico slovacco per le
Olimpiadi invernali a Torino, “Schegge di destino”, l’originale “UnItalia” per la celebrazione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia (invitato speciale al Festival Dolce vitaj a Bratislava nel 2011), “Non ci resta che
sKappare”in collaborazione con il MMI,“Duello di duetti”in collaborazione con la cantante Denisa Krume.
Con il duo, inoltre, sta lavorando al Progetto di Ricerca“La scura cultura slava”, per il quale inciderà due CD
contenenti alcuni inediti “Canti popolari slovacchi””
Nel 2005, fonda l’Associazione “L’Officina delle nuvole” con la quale sostiene l’attività, la ricerca e la riqualificazione delle Arti dello Spettacolo e con la quale costruisce“nuvole”di tutti e per tutti i gusti ed esigenze.
Nel 2006 forma la Compagnia musical teatrale “Il Coro dei Muti” che con i suoi concerti spettacolo vuol far
rinascere la vera passione per l’arte dello spettacolo profondamente sepolta in ognuno di noi.
stagione
2013-2014
22 Maggio 2014
Concerto allievi di ErreMusica
I concerti si terranno presso la Biblioteca Musicale A. Della Corte
Villa del Parco della Tesoriera, corso Francia 186 - Torino
per raggiungerci: M ETRO M ONTEG RAPPA - AUTOBUS 71 - 2 - 65
CHI SIAMO
Erremusica è nata nel quartiere della circoscrizione 3 e
lavora con assiduità dal 1996
con bambini e ragazzi delle
scuole primarie e secondarie di Torino, molti dei quali
hanno raggiunto ottimi livelli
e si sono diplomati presso il
Conservatorio. I nostri docenti sono tutti diplomati al
Conservatorio e specializzati in didattica della musica. I
nostri corsi sono organizzati
con cadenza scolastica e si
svolgono in orari pomeridiani. La scelta dell’orario è
libera e compatibile con gli
altri impegni scolastici. La
sede principale di Erremusica è in Via Bagetti 27, all’interno di uno stabile d’epoca.
Tutte le aule sono dotate di
almeno un pianoforte.
COSA OFFRIAMO
Si tengono corsi di: pianoforte, violino, violoncello, flauto
traverso e dolce, chitarra,
clarinetto, tromba, canto e
coro.
Per aumentare la nostra
offerta di impegni pomeridiani, all’interno della stessa
associazione offriamo anche corsi di pittura e scacchi. I costi sono contenuti e
per corsi di gruppi esistono
quote scontate, soprattutto
per chi comincia in età prescolare.
Infine Erremusica organizza corsi paralleli di arte per
adulti e ragazzi (Pittura, Acquerello, Disegno dal vivo,
Modellaggio).
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L’associazione ERREMUSICA
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A livello culturale Erremusica organizza visite a mostre
permanenti ed itineranti in
tutta Italia. Infine, grazie ad
una collaborazione con il
Teatro Regio di Torino, può
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ed i concerti in programmazione, tutti ovviamente
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