e la restaurazione meiji - Università degli studi di Bergamo

IL BAKUMATSU (FINE
DEL BAKUFU) E LA
RESTAURAZIONE
MEIJI
CRISI INTERNA
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Fine periodo Tokugawa: crisi del sistema feudale legata
alle sue contraddizioni socio-politiche
Aree rurali: insurrezioni contadine
Aree urbane: insurrezioni di mercanti per gli eccessivi
controlli e di samurai in cattive condizioni economiche
Malcontento di molti daimyō anche vicini ai Tokugawa per
le eccessive imposizioni
Non insurrezione “totale”, tale da sovvertire l’ordine
esistente, ma forte difficoltà per i Tokugawa
Ci furono alcuni efficaci tentativi di riforma a livello
locale (Satsuma e Chōshū), ma il potere non era
abbastanza solido per una riforma nazionale efficiente
CRISI INTERNAZIONALE
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Seconda metà del XVIII secolo: mutamento dell’assetto
internazionale, con la creazione del “sistema mondo”
(Braudel)
Crescente presenza occidentale in Asia: crisi del sistema
sinocentrico e mutato equilibrio scientifico, economico e
militare
1792: primo profilarsi del “pericolo russo” e
colonizzazione di Ezo (Hokkaidō)
1804: nuovo tentativo russo di stabilire rapporti
commerciali con il Giappone
Tentativi britannici di approdo in Giappone nei primi
decenni del diciannovesimo secolo e rafforzamento della
politica del sakoku (1825)
Invito olandese all’apertura al mondo esterno per evitare la
reazione militare occidentale
REAZIONE INTELLETTUALE ALLA CRISI
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Due diversi tipi di risposta:
Fautori dell’adozione della scienza occidentale
in particolare fra gli yōgakusha
Kokugakusha:
sviluppo
del
discorso
nazionalista, spesso con un rifiuto dell’apporto
occidentale e virate nella xenofobia
LA PRIMA GUERRA DELL’OPPIO
Nuovo punto di svolta nell’affermarsi di un nuovo ordine
diplomatico in Asia: sconfitta della Cina da parte della
Gran Bretagna nella Guerra dell’Oppio (1839-1842),
scoppiata a seguito della massiccia introduzione illegale di
oppio in Cina da parte della Gran Bretagna (e della
conseguente reazione cinese)
Con la firma del trattato di pace, e di una successiva serie
di trattati con altre potenze occidentali, imposizione alla
Cina di pesanti forme di controllo economico e
territoriale (limitazione dazi doganali, extraterritorialità)
Per il Giappone si fece concreto il rischio di una
aggressione britannica, se avesse continuato a opporsi
all’avvio di un libero commercio
Acuirsi del dibattito e del senso di crisi nazionale
LE “NAVI NERE” E LA STIPULA DEL
TRATTATO DI KANAGAWA
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Stati Uniti: dopo l’acquisizione della California e l’apertura del
commercio con la Cina, interesse per i rapporti con il Giappone
1853: il commodoro Matthew C. Perry giunse in Giappone con
un messaggio del presidente Fillmore, che chiedeva
Relazioni pacifiche
Basi di rifornimento e soccorso per le navi Usa
(Possibilmente) un accordo commerciale
L’atteggiamento perentorio di Perry (contrario alle direttive di
Fillmore) pose sotto pressione il bakufu, che data la debolezza del
potere centrale sottopose la questione ai daimyō
Divergenze di posizioni e decisione finale di compromesso: sì a
tutte le richieste tranne a quelle riguardanti il commercio
Visualizing Cultures:
http://ocw.mit.edu/ans7870/21f/21f.027/home/vis_menu.html
IL TRATTATO DI KANAGAWA (31 MARZO
1854)
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Prevedeva:
Apertura dei porti di Shimoda e Hakodate al rifornimento e
all’assistenze delle navi americane
L’invio di un console statunitense a Shimoda
Clausola della nazione più favorita
Momento storico di svolta per il Giappone, che segnò:
Sfaldamento della politica del sakoku e avvio del kaikoku
(riapertura)
Definitiva crisi del sistema bakuhan ed entrata nel periodo
noto come bakumatsu (fine del bakufu)
Premessa sia alla stipula dei trattati ineguali che alla
finale Restaurazione Meiji
CONSEGUENZE INTERNE ALLA STIPULA
DEL TRATTATO
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Fra il 1854 e il 1857: stipula di simili trattati con Gran
Bretagna, Russia e Olanda
Crisi interna: opposizione al governo centrale da parte di:
Fautori del kaikoku, che speravano in apertura anche ai
commerci e modernizzazione
Movimenti xenofobi, in particolare la corrente jōi
(“espulsione dei barbari”), tra cui alcuni samurai degli han
“esterni” (Satsuma, Chōshū, Tosa, Hizen), contrari a
qualsiasi concessione
Abe Masahiro, il capo del consiglio degli anziani che aveva
condotto le trattative con Perry, cedette alla pressione delle
divisioni interne e lasciò la carica a Hotta Masayoshi
I TRATTATI
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INEGUALI
1856: scoppio della seconda guerra dell’Oppio (persa dalla
Cina contro Gran Bretagna e Francia)
Forte di ciò, il console statunitense Townsend Harris che
si stabilì a Shimoda iniziò a trattare con Hotta per
l’apertura di rapporti commerciali
Hotta e maggioranza dei daimyō: favorevoli
Però, freno alla stipula per
Opposizione della corte e dei daimyō a essa vicini
Contesa per la successione al ruolo di shōgun
Ii Naosuke, nuovo Gran Consigliere dopo la salita al potere
dello shōgun Tokugawa Iemochi (1858), concluse le
trattative con Harris senza considerare i suoi oppositori
Trattato di amicizia e commercio con gli Stati Uniti
(29 luglio 1858)
IL TRATTATO DI AMICIZIA E COMMERCIO
STABILIVA
L’apertura di altri quattro porti (Kanagawa,
Nagasaki, Niigata, Hyōgo)
Il diritto di stabilire rappresentanti diplomatici e
in generale cittadini americani a Edo e nei porti
aperti
La limitazione dei dazi doganali
Extra-territorialità
Conferma dello status di nazione più favorita
Fu seguito nello stesso anno da simili accordi con
Olanda, Russia, Gran Bretagna e Francia
CONSEGUENZE DELLA STIPULA DEI
TRATTATI INEGUALI
Effetti economici negativi per le clausole ineguali
Necessità del Giappone di diventare un soggetto attivo
nell’economia mondiale, per evitare di essere colonizzato
Necessità di abolire trattati ineguali: nuovo obiettivo
primario della politica estera
Acuirsi dei sentimenti xenofobi e aumento del
malcontento verso il governo shogunale: gesti di terrorismo
politico e attentati contro gli stranieri, soprattutto da
samurai di basso rango ultranazionalisti
Accellerarsi dei processi politici che sarebbero culminati
nella Restaurazione imperiale
MEIJI ISHIN 明治維新
Le dispute riguardo la politica estera si intrecciarono con
una lotta interna fra sostenitori e oppositori dei
Tokugawa (la maggior parte dei quali si radunarono
attorno alla corte con lo slogan sonnō jōi, “onore
all’imperatore, fuori i barbari”)
Oppositori del bakufu si concentrarono soprattutto a
Chōshū, Satsuma e Tosa, che finirono per cercare il
supporto della Gran Bretagna, mentre lo shōgun si
appoggiava alla Francia
Satsuma e Chōshū, spalleggiati dalla Gran Bretagna,
minacciarono lo shogunato
Grazie anche alla mediazione di Tosa, lo shōgun Yoshinobu
accettò, nel novembre 1687, di rinunciare alla carica di
shōgun e restituire i poteri civili all’imperatore Mutsuhito
(salito al potere quell’anno)
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3 gennaio 1868: Restaurazione del potere imperiale:
Meiji ishin 明治維新
N.B.: “restaurazione”, più che “rivoluzione”, anche se non
ritorno al passato
“Rivoluzione dall’alto”: il cambiamento fu indotto da una
cooperazione di forze, molte delle quali tradizionali
(compresa la classe samuraica).
La Restaurazione non comportò una drastica rottura con il
passato in termini di personalità al potere:
dopo il 1868, le riforme furono condotte soprattutto da
membri dell’élite dei quattro han, senza una totale rottura
rispetto alla classe dirigente del passato, e un ruolo più
indiretto che diretto delle classi borghesi (protocapitalismo)
LE RIFORME
(KAIRYŌ 改良)
改良
DEL PRIMO VENTENNIO
MEIJI
1868
Edo venne occupata e, ribattezzata Tōkyō, divenne la sede
del nuovo governo
Venne firmato il gokajō no seimon, “giuramento in cinque
articoli”, primo atto del processo di riforma, che prometteva
la redazione di una Costituzione e in generale la creazione
di uno Stato moderno
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Avvio della KINDAIKA 近代化,
近代化 “modernizzazione”, che
nel caso del Giappone, dato il nuovo assetto internazionale
(e la necessità di ottenere la liberazione dai trattati
ineguali e non soccombere all’aggressività delle potenze
occidentali), coincideva con la occidentalizzazione
Centralizzazione del potere/creazione di uno stato unitario
in senso nazionale
Trasformazione capitalistica delle istituzioni economicosociali
SLOGAN: fukoku kyōhei (“paese ricco, esercito forte”)
CENTRALIZZAZIONE POLITICA
1869: rinuncia spontanea da parte di Satsuma,
Chōshū, Tosa e Hizen al potere locale sui loro
han (esempio seguito da un numero di altri
daimyō)
Agosto 1871: haihan chiken: confisca del potere
locale dei daimyō, sostituiti da governatori
nominati centralmente, con l’abolizione dei feudi
e la creazione di un sistema di province (ken) e
distretti urbani (fu)
1873: istituzione del Ministero degli Interni
RIFORME IN AMBITO SOCIALE
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Eliminazione del sistema mibun e dell’obbligo
occupazionale vincolato alla classe
Aristocrazia civile e militare: kazoku
Contadini, artigiani, mercanti, samurai di basso rango,
heta, hinin: heimin, liberi di
Adottare un cognome
Sposarsi con individui di rango diverso
Comprare e vendere la terra, che divenne un bene
commerciabile
N.B.: con l’introduzione della coscrizione obbligatoria
(1873), i samurai persero il loro monopolio sul potere
militare
RIFORME IN AMBITO ECONOMICO
1873: nuovo sistema di tassazione sulla terra per garantire
entrate regolari allo stato
Tasse basate sul valore dei terreni e pagate in denaro
Versate dai singoli proprietari e non dai villaggi
Che conseguenze per i contadini?
Data la possibilità di compravendita delle terre, chi non si
poteva permettere di mantenere la propria la vendeva a
grossi contadini, che iniziarono a monopolizzarla
Molti contadini spodestati divennero affittuari dato che
l’industria non era ancora abbastanza sviluppata da
assorbirli
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Che conseguenze per il governo centrale?
Il governo centrale acquisì una solida base
monetaria e poté di dare vita a un moderno
sistema finanziario basato sul bilancio
preventivo
Accumulo del capitale necessario per finanziare il
processo di industrializzazione, che fu
Modellata sulle potenze occidentali ma
Basata su investimenti statali, usati per la
creazione di infrastrutture, industrie di base,
armamenti: industrializzazione “dall’alto” (con,
al contempo, stimolo all’iniziativa privata)
LA FORMAZIONE DEGLI ZAIBATSU
(MONOPOLI CAPITALISTICI)
1881-1885: il ministro delle finanze Matsutaka
Masayoshi avviò il processo di cessione ai
privati (a prezzi favorevoli) delle imprese statali
non strategiche (non militari)
Agevolazione dei “mercanti protetti”, che unirono
al capitale commerciale e finanziario che già
possedevano un capitale industriale
Passaggio diretto da economia feudale a
economia monopolista
IL MODELLO EUROPEO E STATUNITENSE
Impiego di esperti
Acquisizione
di
tecnologia
straniera
Invio di missioni in
Europa e negli
Stati Uniti,
In particolare la
Missione
Iwakura (guidata
da
Iwakura
Tomomi,
18711873)
AMBIVALENZA NELL’ATTEGGIAMENTO VERSO IL
MODELLO EUROPEO E STATUNITENSE
DIVERSI APPROCCI ALLA POLITICA DI
RIFORMA
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Bunmei kaika (“civiltà e progresso”):
Invocato in particolare da movimenti e partiti politici
ispirati alle idee di libertà, sovranità nazionale e
rappresentanza popolare (es: il Jiyū minken undō)
alla base della riforma del sistema educativo (Gakusei) del
1872
Wakon yōsai (“spirito giapponese, sapere occidentale”):
reazione tradizionalista, che si tradusse in una serie di
provvedimenti che, dagli anni ’80, limitarono sempre di più
la libertà di azione dei partiti e lo spirito libertario delle
riforme, in particolare quelle riguardanti l’istruzione
PROMULGAZIONE DELLA COSTITUZIONE
1885: istituzione di un sistema di governo di
gabinetto: ruolo di primo ministro assegnato a
Itō Hirobumi, che aveva studiato in Europa i
vari sistemi costituzionali esistenti
1888: Itō entrò a far parte del Sūmitsuin
(Consiglio Privato, per l’approvazione della
Costituzione) e prese a dirigere il gruppo per la
stesura della Costituzione
11 febbraio 1889: Promulgazione della
Dainihon teikoku kenpō, ispirata al modello
tedesco.
LA QUESTIONE DELL’IDENTITÀ NAZIONALE
Costituzione: “ufficializzazione” del modello del
wakon yōsai
Popolo giapponese: composto da sudditi (shinmin)
di un sovrano divino (patrimonio shintoista
recuperato dai kokugakusha))
Mito dell’unicità della razza
giapponese
e
divinizzazione
dell’Imperatore
e dell’etnia
del
ruolo
1890-1912:
NAZIONALISMO,
COLONIALISMO E
IMPERIALISMO
CON LA PROMULGAZIONE DELLA
COSTITUZIONE (1889) E LE PRIME
ELEZIONI POLITICHE (1890):
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Il Giappone aveva definitivamente assunto l’aspetto di uno
Stato moderno:
Superamento del feudalesimo e assunzione di istituzioni
moderne
Consolidamento del sistema capitalistico
Si era completata la consolidazione di un blocco di potere
costituito da:
Oligarchia “rivoluzionaria” e nuova nobiltà
Corte imperiale
Alti gradi di Esercito e Marina
Zaibatsu
L’IDEOLOGIA ESPANSIONISTA
Yamagata Aritomo nella prima sessione
parlamentare (1890) parla di “sfera della
sovranità nazionale” VS “sfera dell’interesse
nazionale”
N.B.: l’attuazione della politica espansionista si
accompagnò a una politica sempre più repressiva,
culminata nel 1900 con la promulgazione della
Chian keisatsuhō (Legge di polizia per l’ordine
pubblico)
INIZIO DELL’ESPANSIONE GIAPPONESE
1894-1895: guerra sino-giapponese (conclusa con il
Trattato di Shimonoseki ispirato ai trattati ineguali)
1900: partecipazione giapponese alla repressione della
rivolta dei Boxer
1902: Trattato di alleanza con la Gran Bretagna in
funzione antirussa ed eliminazione dei trattati ineguali a
sfavore giapponese
1904-1905: guerra russo-giapponese e pace di
Portsmouth, che portò al riconoscimento degli interessi
giapponesi in Corea (poi annessa nel 1910)
Sorgere di una politica economica imperialista:
esportazione forzata e investimenti nelle aree conquistate
(es.: Minami Manshū tetsudō kabishiki kaisha o Mantetsu,
1906)