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Invecchiamento. Nel mondo più di 1 miliardo gli over-60. OMS: “Invecchiare bene pr... Page 1 of 2
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Giovedì 06 NOVEMBRE 2014
Invecchiamento. Nel mondo più di 1
miliardo gli over-60. OMS: “Invecchiare
bene priorità globale”. Ecco come
Una sfida sia a livello sanitario che a livello sociale, quella di individuare
strategie efficaci per migliorare la salute e la qualità di vita delle persone
con più di 60 anni. Una ‘Serie’ di studi su The Lancet e l’OMS affrontano
l’argomento. L’obiettivo è una popolazione più sana, più felice e più
produttiva
Oggi, oltre un miliardo di persone al mondo ha più di 60 anni ed entro il 2050 il numero aumenterà di
800 milioni, raggiungendo i 2 miliardi. Sono alcuni dei dati forniti nel primo1 di una ‘Serie’ di studi sul
tema dell'invecchiamento pubblicati da The Lancet e resi noti dall’Organizzazione Mondiale della
Sanità (OMS). L’OMS richiama l’attenzione sull’argomento, sottolineando che “invecchiare bene
deve essere una priorità globale”.
Inoltre, secondo le stime circa l’80% delle persone anziane vive in paesi a basso e medio reddito.
La longevità in numeri
L’aspettativa di vita è in continua crescita, soprattutto nei paesi ad alto reddito: si tratta di un trend
annunciato e senza precedenti. Secondo le stime dell’OMS, nel 2012 l’aspettativa di vita media, a
livello globale, a partire dall’età di 60 anni risulta pari a 21,5 anni per le donne e 18,5 anni per gli
uomini, arrivando nei paesi più ricchi fino a 26 anni per le donne e oltre 22 anni per gli uomini.
L’aumento della longevità è dovuto a vari fattori, tra cui il calo della mortalità legata a malattie
cardiovascolari, principalmente grazie a strategie ‘semplici’ e cost-effective quali la riduzione del
consumo di tabacco e dell’incidenza dell’alta pressione sanguigna, oltre che una migliorata e più
efficiente copertura degli interventi in ambito sanitario.
Sebbene le evidenze mostrino come la popolazione anziana sia più sana rispetto al passato, tuttavia,
la longevità aumentata non sempre corrisponde a una condizione di una migliore salute, spiega
l’OMS, a partire dal secondo studio2 della 'Serie' su The Lancet: quasi un quarto (23%) del carico
complessivo dovuto alla malattia e alla mortalità riguarda le persone con più di 60 anni. Le principali
cause di malattia e decesso sono le seguenti: malattie cardiovascolari (30,3% del carico globale di
tutte le malattie in età superiore ai 60 anni), cancro (15,1% del carico globale), malattie respiratorie
croniche (9,5% del carico globale), disordini muscolo-scheletrici (7,5% del carico globale) e malattie
neurologiche e mentali (6,6% del carico globale).
All’aumento della longevità, corrisponde una crescita dell’incidenza di patologie collegate all’età: ad
esempio, si stima che il numero di persone affette da demenza crescerà dai 44 milioni di oggi a
circa 135 milioni entro il 2050.
Per questo, l’OMS richiama l’attenzione sull’importanza di invecchiare in salute e sulle principali
patologie collegate all’età. La prevenzione primaria, secondaria e terziaria rivolta agli anziani
rappresenta la principale strategia per ridurre l’impatto di queste malattie, si legge nel secondo studio
su the Lancet.
“Saranno necessari profondi e radicali cambiamenti dell’assistenza socio-sanitaria”, ha dichiatato il
Dottor John Beard, Direttore del Department of Ageing and Life Course all’OMS e co-leader della
‘Serie’ di pubblicazioni su The Lancet, insieme ai Dottori Ties Boerma e Somnath Chatterji (sempre
http://www.quotidianosanita.it/stampa_articolo.php?articolo_id=24190
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Invecchiamento. Nel mondo più di 1 miliardo gli over-60. OMS: “Invecchiare bene pr... Page 2 of 2
OMS). “Ma dobbiamo prestare attenzione che questi cambiamenti non rinforzino le diseguaglianze
che sono alla base della maggior parte delle limitazioni funzionali e delle condizioni povere di salute
riscontrate nell’età avanzata”.
“Indagini trans-nazionali, come lo Study on Global Ageing and Adult Health (SAGE) dell’OMS, Gallup
World Poll, e altri studi longitudinali di coorte sull’invecchiamento in Brasile, Cina, India e Corea del
Sud, stanno cominciando a ristabilire l'equilibrio e a fornire evidenze per i sistemi politici, ma ancora
molto resta da fare”3,4, ha aggiunto Ties Boerma.
Le strategie per migliorare la salute
Uno dei principali problemi per le persone di età superiore ai 60 anni riguarda la presenza di malattie
croniche: in tal senso, è necessario non soltanto aumentare e modificare gli interventi a livello
sanitario, ma anche le strategie per migliorare la qualità della vita delle persone a livello sociale. Il
benessere psico-fisico, legato anche alla misura della soddisfazione della propria vita e alla qualità
della stessa, è un parametro importante che deve essere migliorato.
Per questo miglioramento, l’OMS afferma che si potrebbero mettere in atto politiche che incoraggino
possibilmente le persone con più di 60 anni a lavorare più a lungo (rimuovendo ad esempio tasse che
disincentivino la permanenza nell’ambito lavorativo dopo l’età del pensionamento), insieme a strategie
per la diagnosi precoce e in particolare strumenti a basso costo per la prevenzione della malattia (tra
cui la riduzione della quantità di sale nell’alimentazione a livello generale e l’aumento della
diffusione delle vaccinazioni), oltre alla formazione degli operatori sanitari nella gestione di
patologie croniche multiple. Inoltre, le persone anziane hanno bisogno di essere tutelate sia dal punto
di vista della salute che dal punto di vista economico: in tal senso il sistema pensionistico deve essere
posto sotto attenzione e saranno necessari riassestamenti delle politiche legate a tale sistema, si
legge sul quinto studio5 della 'Serie' su The Lancet.
Secondo il dottor Chatterji, del Department of Health Statistics and Information Systems presso
l'OMS, "collettivamente, dobbiamo guardare oltre ai costi normalmente associati con l'invecchiamento
pensando invece ai benefici che una popolazione anziana più in salute, più felice, e più
produttiva può portare alla società nel suo complesso”.
http://www.quotidianosanita.it/stampa_articolo.php?articolo_id=24190
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FARMACI: IN 3 ANNI PIU' TRIALS CLINICI, MENO PAZIENTI ARRUOLATI
(AGI) - Roma, 6 nov. - Cresce la sperimentazione
clinica in Italia, nonostante la crisi, con un
numero di studi pass ato dai 67 0 del 2010 ai 697 de l 2012 (risalendo dal 16,4% al 17,7% suo
totale delle sperimentazioni euro pee). Una crescita a fronte della quale, tuttavia, sono diminuiti i
pazienti coinvolti nei tria ls clinici. Il dato e' emerso nel corso del convegno o "Sperimentazione
clinica in Italia: criticita'
e prospettive", promossa dalla
Fondazione Magna Carta, in
collaborazione con Msd Italia,
alla presenza del president e della Fondazione, Gaetano
Quagliariello; del presidente di F armindustria, Massimo Scaccabarozzi ; del direttore generale
dell'Aifa, Luca Pani e del presid ente della Societa' italiana di far macologia, Francesco Rossi.
Rispetto alle risorse complessivamente investite in ricerca e sviluppo, ha sottolineato l'ad di Msd,
Pierluigi Antonelli, nel corso dell'incontro, ben il 57% v iene impiegato in sperimentazioni cliniche,
il 21% in attivita' pre-clinica, il 10% in farmacovig ilanza e l'8% in attivita' regolatoria. Nonostante il
dato positivo, tuttavia, il settore e' caratterizzato da diverse criticita', prima fra tutte la progressiva
perdita di pazienti arruolati nelle sperimentazioni: cinquemila in meno dal 2010 al 2012 (un dato
che accomuna molti altri Paesi come Francia, Ungheria, Australia, Spagna, Argentina, Finlandia).
Un dato c he pone l'Italia al 23esimo posto, nella c lassifica del numero di pazienti arruolati in
sperimentazioni cliniche, mentre gli Stati Uniti hanno visto cr escere questo numero di 30mil a
unita'; il Giappone tra 20 e 30mila; Germania, Polo nia, Russia, Cina e Ucraina tra 10 e 20 mila
unita' in piu'; Canada, Regno Unit o, India e Romania tra 5 e 10m ila in piu'. Il nostro Paese,
inoltre, e' ancora al di sotto della media europea in te rmini di investimenti in ricerca e sviluppo. Il
potenziale nazionale, nel settore della sperimentaz ione clinica farmaceutica, va dunque sfruttato,
prima di tutto rivedendo il sistema in termini, e' stato osservato, di maggior velocita' decisionale
(anche con la creazione di un
Comitato etico nazionale c on possibile sede in Aifa),
omogeneizzazione dei processi e definizione chiara delle competenze, di gitalizzazione. Sarebbe
dunque necessario, inoltre, introdu rre incentivi fiscali sugli inv estimenti aziendali in ricerca e
sviluppo, individuare f ondi da allocare per personale dedicato alla sperimentazione clinica
all'interno dei centri di sperim entazione, dare il giusto riconoscim ento al valore dell' innovazione
nel momento in cui i nuov i farmaci vengono immessi nel mercato. "Ci sono sfide oggi c
he,
insieme, determinano la cresc ita economica di un Paese e la possibilit a' di dare risposte a
problemi inediti, dove fattori oggettivi impediscono che le persone possano ricevere dallo Stato le
stesse sicurezze e garanzie de l passato - ha osservato il pr esidente della F ondazione Magna
Carta, Gaetano Quagliariello - per vincere queste sfide, non bas ta fare e impegnarsi in tale
direzione, ma e' necessaria una strategia all'al tezza della complessita' dei problemi che abbiam o
di fronte". (AGI)
http://scm.agi.it/index.phtml 07/11/2014
Un piano contro corruzione in Sanita',arrivano
linee guida
Divora 5,6% budget. Lorenzin, aiuto da centrali acquisto Difendere la sanità dalle mani della criminalità organizzata e dalla corruzione che divora, secondo alcune
stime, il 5,6% del budget. Si scrivono nuove regole con l'obiettivo di rendere più trasparente il sistema e
blindare le procedure, ma anche alleggerire il sistema dal peso di una politica che ha usato Asl e ospedali
come terreni per la spartizione del potere. Gli annunci su interventi in questo senso si susseguono da anni
ma in tempi di crisi e di spending il tema è diventato una priorità assoluta e il piano anti corruzione sta per
essere sancito con una serie di nuovi percorsi precisi per chi lavora nella Sanità.
Individuare specifiche linee guida che affrontino i temi della governance amministrativa, della corruzione e
del conflitto di interessi in sanità è l'obiettivo del Protocollo d'intesa firmato dal presidente dell'Autorità
nazionale anticorruzione (Anac), Raffaele Cantone e dal direttore generale dell'Agenzia nazionale per i
servizi sanitari regionali (Agenas), Francesco Bevere. Scopo dell'intesa è quello di "supportare i sistemi
sanitari nell'adozione di misure idonee a realizzare processi aziendali corretti, efficaci ed efficienti, anche
con specifico riferimento al raggiungimento degli obiettivi di trasparenza e legalità e attraverso il recupero
dei valori di integrità e di etica professionale ed aziendale".
Saranno anche individuati e sperimentati modelli integrati di controllo interno per la gestione dei rischi
collegati al governo delle aziende sanitarie.
"Le centrali uniche di acquisto sono la misura prima per risparmiare, avere efficienza e combattere la
corruzione", ha detto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. "All'interno del ministero - ha aggiunto
Lorenzin - sono state già attuate tutte norme anti-corruzione da tempo, come quella della rotazione dei
direttori, ma e' il Patto della Salute che porta grandi azioni concrete come appunto le centrali di acquisto e
il sistema della trasparenza sui dati".
Fra le linee di azione già individuate c'è la necessità di assicurare la trasparenza sulle liste d'attesa, sulla
qualità del servizio offerto con dati chiari per i cittadini, e un intervento sui prezzi, come l'individuazione
dei costi standard e la centralizzazione degli acquisti. ''Il tema - ha precisato Bevere - è quello di irrobustire
la trasparenza dell'efficienza, la cultura della legalità e dell'etica pubblica con percorsi formativi specifici,
eliminare l'improvvisazione amministrativa e prevenire, oltre che reprimere, il fenomeno della corruzione.
Quello che e' mancato al sistema sanitario negli ultimi 20 anni e' stato il non accompagnare
l'aziendalizzazione con una adeguata formazione del personale, il management non ha subito una
evoluzione culturale per gestire alcuni livelli di complessità. Riteniamo che le centrali di acquisti possano
essere pericolose se non gestite da personale altamente qualificato. Un'altra cosa molto importante il
discorso della prevenzione dei fenomeni corruttivi: avvengono anche perché la trasparenza del percorso
non è sempre assicurata. Le procedure debbono essere validate dalle Regioni ma anche dal Ministero e
dall'Agenas che avrà il compito di fare anche un lavoro di verifica. Infine - ha concluso Bevere - c'è il tema
delle incompatibilità fra le attività svolte dal personale e i rapporti con alcune aziende come quelle
farmaceutiche".(ANSA).
http://www.ansa.it/saluteebenessere/notizie/rubriche/salute/2014/11/06/un‐piano‐contro‐corruzione‐in‐
sanitaarrivano‐linee‐guida_26951c67‐0660‐4045‐ba30‐1cdcd8f615d6.html NUM ERO 1 68
AN N O 8
Pharma
kronos
Q UO TI DI AN O D’IN FO R M AZ I ON E F AR M AC EU T IC A
Un esempio è il Lab.Net, un network che unisce 54 laboratori di biologia molecolare
Ematologia italiana prima in Ue e seconda nel mondo grazie a 'reti'
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Ricerca: passi avanti per mano artificiale che riconosce ciò che tocca | SassariNotizie 24 ore - 29... Page 1 of 2
Ricerca: passi avanti per mano artificiale
che riconosce ciò che tocca
Roma, 6 nov. (AdnKronos Salute) - E' europea la mano bionica più avanzata del
mondo, perché consente di riconoscere ciò che si tocca: si tratta di una protesi
che garantisce una sensibilità tale da poter maneggiare un uovo. E' stata
completata e viene ora utilizzata dal progetto Nebias dopo 10 anni di ricerca
finanziata dall'Unione europea. La mano bionica, impiantata nel 2013 al
Policlinico Gemelli di Roma, era stata testata con l'aiuto di Dennis Aabo
Sørensen, un paziente amputato che grazie all'avanzatissimo dispositivo è
riuscito ad afferrare intuitivamente degli oggetti e addirittura a identificare cosa stava toccando
avendo gli occhi bendati. I ricercatori hanno infatti creato una nuova interfaccia neurale per trasferire
informazioni sensoriali dalla mano artificiale al cervello. Questa interfaccia è in grado di collegare il
sistema nervoso del paziente ai sensori artificiali incorporati nella protesi, permettendo all'utente di
controllare complessi movimenti della mano e delle dita. Sørensen, che ha subìto l'amputazione 10
anni fa, ha raccontato: "Mi hanno dato in mano una palla da baseball e per la prima volta dopo 10
anni ho avuto la sensazione di tenere un oggetto tondo nella mia mano protesica". Per fare in modo
che il paziente percepisse la forma dell'oggetto che teneva in mano, i ricercatori hanno dovuto prima
sviluppare una neuro-interfaccia selettiva e impiantabile. "Selettiva significa che, per esempio,
quando parlo con te in mezzo alla folla, non parlo alla persona seduta vicino a te. In altre parole, gli
elettrodi sono interfacciati con alcune aree dei nervi e non con quelle vicine", spiega il coordinatore
del progetto, Silvestro Micera della Scuola superiore di Sant'Anna di Pisa. Con il suo team ha
migliorato la mano artificiale inserendo sensori che rilevano informazioni sul tatto, le quali sono
inviate in tempo reale al paziente, permettendo il controllo naturale della mano.Il prototipo, ricordano
dalla Ue, ha superato le prime prove a pieni voti e ora il prossimo passo consiste nell'identificare 2 o
3 persone per testare le protesi per un paio di anni. Se funzionerà, tra 5 o 6 anni potrà essere avviata
la fase finale, che consisterà in una sperimentazione clinica su larga scala per stabilire se le protesi
possono essere usate diffusamente. Micera è convinto che le protesi saranno disponibili tra 10
anni.La ricerca multidisciplinare ha riunito ricercatori di scienze dei materiali, informatica,
neuroscienze, microtecnologia biomedica e ingegneria elettronica. Nell'ambito di questi progetti
finanziati dall'Ue, scienziati appartenenti a 29 istituti e 7 Paesi dell'Ue - compresa l'Italia che ha avuto
un ruolo di primo piano nell'impianto della mano con l'università di Pisa, il Campus BioMedico e il
policlinico Gemelli di Roma - e una partecipazione degli Usa, hanno collaborato per raggiungere un
unico obiettivo: creare una mano protesica in grado di sentire e muoversi in modo naturale.Nebias fa
http://www.sassarinotizie.com/24ore-articolo-290164-ricerca_passi_avanti_per_mano_artificiale... 07/11/2014
Ricerca: passi avanti per mano artificiale che riconosce ciò che tocca | SassariNotizie 24 ore - 29... Page 2 of 2
parte di un'intensa ricerca multidisciplinare in questo campo, iniziata molti anni fa con Cyberhand, un
progetto delle Tecnologie future ed emergenti (Fet) del 5º Pq (2002-2005). Cyberhand era riuscito a
mettere a punto una mano meccanica, interfacciarla direttamente con il sistema nervoso in modo da
permettere un controllo naturale si era rivelato un compito al di fuori della portata del progetto. Si è
quindi tentato di collegare artefatti robotici al sistema nervoso nell'ambito del 6° Pq e del 7° Pq,
testando con successo un prototipo di elettrodo senza feedback sensoriale e studiando come
impiantare elettrodi nei nervi del paziente. Il problema del feedback sensoriale è stato superato solo
recentemente e Nebias - anch'esso un progetto finanziato nell'ambito delle Fet - sta adesso
sfruttando pienamente le protesi e sviluppando ulteriormente la tecnologia delle braccia bioniche.
Nebias è stato lanciato all'inizio di novembre 2013, avrà una durata di 4 anni e riceve 3,4 milioni di
euro dal Settimo programma quadro della Commissione europea.
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