Amb Lav 2014 - Potrich Lombardia

AMBIENTE LAVORO
15° Salone della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
BOLOGNA - QUARTIERE FIERISTICO
22 - 24 ottobre 2014
LABORATORIO REGIONALE “COSTRUZIONI”
Gruppo di Lavoro “Lavori in quota”
La Linea Guida della Regione Lombardia
per l’uso delle piattaforme di lavoro
elevabili nei cantieri temporanei e mobili
Relatore:
Mauro Potrich, Presidente del Comitato Tecnico di Formazione IPAF
Contenuti
 Chi è IPAF e la sua attività nel campo della sicurezza
 Il contributo di IPAF al GdL “Lavori in quota” del
Laboratorio Regionale di approfondimento
“Costruzioni”
 I contenuti della Linea Guida "Uso delle piattaforme di
lavoro elevabili (cantieri temporanei e mobili)”
IPAF e i suoi obiettivi
 Chi è IPAF e la sua attività nel campo della
sicurezza
Chi è IPAF e cosa fa

La International Powered Access Federation
(IPAF) promuove l’uso efficace e sicuro dei mezzi
mobili di accesso aereo in tutto il mondo.

Costituita nel 1983, IPAF è un’organizzazione
senza scopo di lucro che associa produttori,
distributori, utilizzatori, noleggiatori e società di
formazione.

Promuove l’utilizzo in sicurezza delle piattaforme
di lavoro mobili elevabili (PLE) attraverso comitati
tecnici e gruppi di lavoro formati da esperti del
settore dei mezzi mobili di accesso aereo.

IPAF ha un ruolo chiave nel promuovere molte
procedure di progettazione, uso in sicurezza,
formazione e manutenzione che vengono
adottate dall’industria dei mezzi mobili di accesso
aereo.
Chi è IPAF e cosa fa
 Formazione
Il programma di formazione IPAF per operatori di piattaforme di lavoro
mobili elevabili è conforme alla ISO 18878, come certificato dal TÜV. Più
di 100.000 operatori vengono formati ogni anno attraverso una rete
mondiale di più di 600 centri di formazione.
 Comitati
L’attività dell’IPAF si svolge tramite comitati specializzati che si riuniscono
regolarmente durante l’anno.
• Comitato Tecnico Produttori
• Comitato Piattaforme di lavoro elevabili su Colonne
Comitato Sollevatori Telescopici
• Comitato Formazione
• Gruppo di lavoro formazione nazionale
• Comitato IPAF Rental+
• Comitato dell’accesso aereo (Powered Access Interest Group (PAIG)
Il sito IPAF http://www.ipaf.org/it/
 Un importante strumento di informazione, frutto di 30
anni di esperienza disponibile in 9 diverse lingue e a
disposizione di tutti.
 All’interno di esso possiamo trovare numerose sessioni
ricche di contenuti tecnici e non solo.
•
•
•
•
•
•
Legislazione e prassi
Linee Guida tecniche
Formazione e CdF Ipaf
Banca dati sugli incidenti
Avvertimenti su prodotti
Links a siti di associazioni, stampa
specializzata, istituzioni, enti
normativi, enti formativi
• Novità e informazioni dai media
• Eventi
Banca dati incidenti
 SEGNALAZIONE INCIDENTI

IPAF invita tutti i produttori, le
società di noleggio, le imprese di
costruzione e gli utilizzatori a
segnalare qualsiasi incidente
grave o mortale conosciuto che
coinvolge le piattaforme di lavoro
elevabili/aeree in tutto il mondo.

Le informazioni immesse nella
banca dati sono trattate in
maniera confidenziale e sono
utilizzate esclusivamente a
scopo di analisi e per
migliorare la sicurezza.
www.ipaf.org/it/risorse/banca-dati-sugli-incidenti
 Il piano regionale della Regione Lombardia per
la promozione della sicurezza e della salute nei
luoghi di lavoro
 Da una proposta regionale condivisa
ad una attuazione locale strategica
Il piano regionale della Regione Lombardia

Ispirandosi alle priorità strategiche inserite nel Programma Regionale di
Sviluppo della X Legislatura, il nuovo Piano Regionale 2014-2018 per la
tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è stato redatto
partendo dai principi di:

semplificazione, intesa quale superamento degli aggravi amministrativi
e burocratici a vantaggio, dell’applicazione efficace delle norme
esistenti; dell’uniformità degli interventi di controllo effettuati dagli organi
di vigilanza; dell’offerta di servizi telematici al cittadino/impresa; del
confronto costante tra Istituzioni e Parti Sociali per il superamento delle
criticità;
sostenibilità, mediante l’adozione volontaria da parte delle imprese di
politiche di Responsabilità Sociale d’Impresa, la promozione nelle
aziende delle buone prassi esistenti nonché la valorizzazione di percorsi
virtuosi di autocontrollo;
intersettorialità, intesa come collaborazione e coordinamento fra tutti i
soggetti coinvolti nonché come ricerca da parte della Direzione
Generale Salute di un approccio trasversale alla materia.


Obiettivi del piano
Gli obiettivi che indirizzeranno l’attività di Regione
Lombardia nei prossimi anni sono:
Riduzione
Infortuni e M.P.
Sostegno alle
imprese
Formazione
SSL
Infortuni:
Mantenimento
trend decremento
Adozione Buone
Prassi
Indirizzi di
perfezionamento
percorsi SSL
M.P.:
mantenimento
trend emersione
Aumento accesso
imprese
premialità INAIL
Istituti scolastici
che integrano la
SSL nei curricola
scolastici
Obiettivi del piano
Obiettivi principali del Piano sono la riduzione del tasso
infortunistico e delle malattie professionali e il sostegno alle
imprese mediante la semplificazione dell’azione delle istituzioni
con competenza in materia.
Per il raggiungimento degli obiettivi, la Regione ha messo in campo
una rete di operatori (“peer network” o “rete dei pari”) volta a
consolidare un metodo di condivisione - tra i diversi attori
(istituzioni, imprese, organizzazioni sindacali, ecc.) - delle strategie
e degli indirizzi comuni, stimolando partecipazione e consenso.
Infine particolare attenzione è posta sulla tutela della salute del
cittadino e del lavoratore in relazione all’evento EXPO 2015, sia
nell’accompagnamento alla realizzazione delle opere principali e
connesse, sia nella fase di gestione di tutta la manifestazione
Il Sistema Integrato della Prevenzione
Istituzioni (Regione Lombardia,
Direzione Regionale Lavoro, INAIL,
INPS, Ufficio Scolastico Regionale,
ANCI)
Associazioni
sindacali (CGIL,
CISL, UIL, UGL…)
Associazioni datoriali (ANCE,
CONFINDUSTRIA,
CONFCOMMERCIO,
CNA, CIA, COLDIRETTI, …)
Gli strumenti
Gli strumenti per il raggiungimento degli obiettivi sono:
Progettazione
informatica
Sistema informativo
della Prevenzione
Standardizzazione del
dato: l’uniformità di
approccio, di linguaggio
e di operatività alla
materia
Formazione
Modello
organizzativo
Mondo della scuola
Indirizzi di
perfezionamento
percorsi SSL
Mondo del lavoro
Istituti scolastici che
integrano la SSL nei
curricola scolastici
Modello organizzativo
Modello organizzativo del sistema integrato
Comitato di
Coordinamento
Cabina di regia
Tavoli di lavoro
Laboratori
Aula
Progettazione
Informatica
•
•
•
•
Tavolo
Formazione
•
•
•
Patologie da
sovraccarico
osteoarticolare
Ruolo SPP nel
comparto
sociosanitario
Stress lavoro
correlato
Tumori
professionali
Rischio chimico
Agricoltura
Costruzioni
Le risorse
Il Piano, attraverso sinergie con le istituzioni e le parti
sociali, si prefigge di valorizzare, quali risorse fruibili
dall’intero sistema regionale della prevenzione, le
iniziative ed i contributi delle Istituzioni e delle
Associazioni datoriali e sindacali, progettate e
realizzate autonomamente, in una ottica di sistema.
Il conseguimento degli obiettivi è correlato alle risorse
disponibili e la loro condivisione all’interno di un
sistema accresce le possibilità di successo.
Piano regionale 2014-2018
•
•
•
affida ai Laboratori di Approfondimento l'analisi dei rischi
specifici, ricercando criteri di valutazione di efficacia degli
interventi di prevenzione, assicurando il supporto
tecnicoscientifico per la tematica di competenza, anche
con la redazione di linee di indirizzo;
sostiene lo sviluppo delle conoscenze dei rischi e dei
danni nei comparti indagati, al fine di aumentare la
conoscenza dei bisogni di sicurezza e salute per giungere
ad una riduzione degli eventi infortunistici e delle malattie
professionali;
individua gli obiettivi specifici di livello regionale e le linee
direttrici cui ispirarsi per il raggiungimento degli stessi;
 Il Gruppo di Lavoro “Lavori in Quota”
Il Gruppo di Lavoro “Lavori in Quota”
 Il Gruppo di Lavoro "lavori in quota" è stato costituito
quale articolazione del Laboratorio Regionale di
approfondimento "Costruzioni" istituito con
Deliberazione del Direttore Generale dell'ASL di
Bergamo, Centro di Riferimento Regionale per l'Edilizia
 Nel tempo il Laboratorio ha elaborato alcuni temi di
approfondimento, tra questi la “Linea guida
sull’utilizzo di scale portatili nei cantieri temporanei
e mobili”
La Linea Guida della Regione Lombardia
 La redazione di linee guida è una degli
strumenti promossi dalla Direzione
Generale Sanità della Regione Lombardia
nell’ambito del piano regionale della
Regione Lombardia per la promozione della
sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro.
LINEA GUIDA
“Uso delle Piattaforme di Lavoro Elevabili”
(cantieri temporanei e mobili)
 La linea guida riguardante l’uso delle PLE rappresenta il
lavoro conclusivo del gruppo di lavoro “Lavori in quota” del
Laboratorio Regionale di approfondimento “Costruzioni”
composto dai diversi soggetti che si occupano di lavori in
quota e sicurezza nei cantieri coordinato dal Dottor G.
Achille dell’ASL di Lecco.
COMPOSIZIONE del GRUPPO di LAVORO
ENTE
ACAL - Associazione Costruttori
Attrezzature da Lavoro
AIAS
AIOLaF
ASL Bergamo
ASL Cremona
ASL Lecco
ASL Lecco - Regione Lombardia
ASL Mantova
ASL Milano
ASL Sondrio
ASL Valle Camonica
ASL Varese
Associazione Italiana Imprese Rocciatori
Azienda Ospedaliera di Lecco
CAMP SpA
NOMINATIVO
ENTE
NOMINATIVO
Lorenzo Valsecchi
Alessandro Di Cioccio
Sabatino Mandolese
Eros Agosta
Carlo Pozzi
Giovanni Matteazzi
Ennio Cagnazzo
Michele Rovida
Leonardo Perronace
Luigi Trippa
Giuseppe Ravasio
Lucia Niccacci
Andrea Nolli
Roberto Aondio
Giovanni Achille
Dario Dall'Acqua
Saverio Potente
Enrica Sgaramella
Nora Vitelli
Sergio Pezzoli
Duilio Tagliaferri
Franco Martello
Marina Gallazzi
Luca delle Donne
Luca Caronni
Isabella Pallavicini
Giovanni De Vito
Nicola Andreani
Stefano Cesari
Daniele Fiorelli
COE - Linea Vita
Vitali Giancarlo
Collegio Ingegneri e Architetti di
Milano
Carlo Borgazzi Barbò
Collegio Regionale Guide Alpine
Lombardia
Daniele Fiorelli
Moles Gian Antonio
Confcooperative
Damiano Romeo
Consulta Regionale Geometri
Lombarda
Crippa Fabiano Cesare
Consulta Regionale Ordine Ingegneri
Lombardia
Adriano Alderighi
Coordinamento dei Comitati Paritetici
Territoriali
Pierangelo Reguzzoni
Riccardo Bottazzoli
Diego Pirovano
CPT Milano-Lodi-Monza Brianza
Gabriele Zappa
Federcoordinatori Lombardia
Nicolini Nicola
Gianluca Trogi
INAIL Milano
Salvatore Furno'
IPAF - International Powered Access
Federation
Mauro Potrich
MERLO SpA
Davide Giordano
Scuola Agraria di Monza
Renato Comin
Società Noleggio PLE
Angelo Bignotti
UNI
Ettore Togni
Università Bicocca
G. Miserocchi
Francesca Lanfranconi
La linea guida
Perché una Linea Guida Regionale ?
Norme di legge prevalentemente “di risultato”
Norme tecniche NON destinate agli utilizzatori, e
quindi con approccio monodisciplinare e non
ergonomico
quindi……
Per l’utilizzatore scarse indicazioni puntuali sulle
modalità di utilizzo
 Il contributo di IPAF al GdL “Lavori in quota”
del Laboratorio Regionale di approfondimento
“Costruzioni”
Importanza partecipazione ai gruppi di lavoro
 I migliori risultati nell’ambito della
sicurezza e del suo miglioramento la
sicurezza si ottengano coinvolgendo
tutti i soggetti (costruttori, utilizzatori,
noleggiatori, enti di formazione,
istituzioni e organi di controllo)
 IPAF ha accolto con molto piacere l’invito a partecipare al
Gruppo “Lavori in quota” del Laboratorio Regionale di
approfondimento “Costruzioni” composto da diversi soggetti
che si occupano di lavori in quota e sicurezza nei cantieri e
che si è concretizzato con la redazione della “Linea Guida
per l’uso delle piattaforme di lavoro elevabili nei cantieri
temporanei e mobili”.
La sicurezza nell’uso delle PLE
La sicurezza nell’uso delle PLE
dipende da diversi fattori:
 Sicurezza intrinseca della macchina
(fabbricante)
 Mantenimento delle condizioni di
sicurezza della macchina
(noleggiatore, datore di lavoro,
operatore)
 Valutazione dei rischi adeguata (sito
di lavoro e lavorazioni)
 Modalità di utilizzo in sicurezza
(operatore)
Risultati del Gruppo di lavoro
 Interscambio di conoscenze ed esperienze
 Discussione degli argomenti da diversi punti di vista
 Il risultato ottenuto dalla
collaborazione di tutti i soggetti è la
LINEA GUIDA "Uso delle piattaforme
di lavoro elevabili (cantieri
temporanei e mobili)” sicuramente un
ottimo supporto ai datori di lavoro e
utilizzatori di piattaforme di lavoro
elevabile da utilizzare ad integrazione
del Manuale di Uso e Manutenzione
fornito con la macchina
LINEA GUIDA
“Uso delle Piattaforme di Lavoro Elevabili”
(cantieri temporanei e mobili)
 I contenuti della Linea Guida "Uso delle
piattaforme di lavoro elevabili (cantieri
temporanei e mobili)”
Contenuti della Linea Guida
1)
2)
3)
4)
5)
6)
7)
8)
9)
10)
11)
12)
13)
Premessa
Misure generali di sicurezza
Procedura di emergenza
Elenco dei possibili utilizzi
Schede per utilizzi specifici
Sbarco in quota
Check- List - Utilizzo PLE
Dispositivi di protezione individuale
Prassi amministrativa e documentazione a corredo delle PLE
Macchine a noleggio
Definizioni generali
Definizioni specifiche
Definizioni e componenti strutturali (EN 280)
LINEA GUIDA
“Uso delle Piattaforme di Lavoro Elevabili”
(cantieri temporanei e mobili)
1. Premessa
Il documento è finalizzato a fornire indirizzi comuni ai
Servizi Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro
(PSAL) ed alle imprese in ordine all’utilizzo corretto e
sicuro delle piattaforme di lavoro elevabili.
Nello specifico:
• per i servizi PSAL il documento costituisce un
riferimento comune per l’attività di vigilanza e controllo
di queste attrezzature di lavoro
• per le aziende rappresenta una guida ai fini della
valutazione del rischio.
2. Misure generali di sicurezza
PRIMA DELL'USO
A cura del datore di lavoro o persona delegata
 Valutazione dei rischi connessi all'uso della PLE in
relazione alle caratteristiche del cantiere.
 Personale addetto all'uso della macchina idoneo alla
mansione, adeguatamente formato e addestrato
 Manuale d'uso e manutenzione disponibile
 Verificare che sia stata effettuata la manutenzione, i
controlli e le verifiche periodiche
 Verificare, attraverso il manuale d'uso e
manutenzione, i valori di emissione del rumore e di
vibrazione della macchina e adottare adeguate
misure di sicurezza
2. Misure generali di sicurezza
PRIMA DELL'USO
A cura del lavoratore
 Controlli visivi pre-operativi
 Controllo funzionale dei comandi e dei dispositivi di
sicurezza
Posizionamento della macchina
 Delimitazione dell’area delle operazioni
Condizioni ambientali
 Condizioni atmosferiche, vento
Rischio elettrico
Stabilizzatori e terreno
 Condizioni del terreno e delle superfici di appoggio
Ambienti di lavoro
2. Misure generali di sicurezza
DURANTE L'USO









Portata massima e numero di persone
Divieto di modifiche e uso di accessori
Trazione e spinte laterali della piattaforma
Divieto di sollevamento carichi (uso come gru)
Divieto di trasferimento persone da un piano
all’altro (uso come ascensore)
Divieto uso scale e ponteggi all’interno della
piattaforma
Controlli dell’area di lavoro
Controlli durante la movimentazione del braccio
Interferenze con mezzi in movimento e ostacoli
fissi
2. Misure generali di sicurezza
DURANTE L'USO
Trasferimento
Controlli e verifiche prima del trasferimento su strada di macchine
omologate alla circolazione
 Controllo efficienza veicolo e livelli
 Controllo condizioni di riposo delle PLE
 Attenzioni durante il trasferimento (ingombri)
Caricamento della macchina su veicolo da trasporto
DOPO L'USO
 Pulizia
 Manutenzione
3. Procedura di emergenza
L’utilizzo di una PLE deve prevedere anche la redazione
del piano di emergenza che individua le procedure specifiche
per il recupero degli operatori presenti in piattaforma in caso
di necessità.
La gestione delle emergenze è in capo al datore di lavoro
e prevede precisi obblighi.
3. Procedura di emergenza
1) programmazione degli interventi
2) istruzioni ai lavoratori sulle modalità di
intervento in caso di pericolo grave e
immediato che non possa essere evitato
3) formazione in materia di primo soccorso
4) informazione per l'attivazione dei servizi
di emergenza.
In cantiere deve essere
sempre presente chi è
addestrato ad effettuare le
manovre di emergenza
4. Elenco dei possibili utilizzi
 Uno degli elementi importanti quello di identificare
la macchina più idonea per le diverse applicazioni.
 Le schede contenute nella linea guida contengono
delle utili indicazioni sulla scelta della tipologia di
PLE per l’utilizzo specifico
4. Elenco dei possibili utilizzi
Occasioni di utilizzo
Montaggio strutture prefabbricate
Descrizione del contesto operativo
Il montaggio di strutture prefabbricate prevede il posizionamento
ed il fissaggio di vari elementi in cemento armato, metallo o legno.
Il posizionamento viene effettuato con l’ausilio di uno o più
attrezzature di sollevamento. La piattaforma di lavoro viene, in
genere utilizzata, per la fase di fissaggio degli elementi.
L’operatore dispone delle attrezzature di fissaggio a bordo
piattaforma. In molti casi a bordo piattaforma è disponibile la linea
elettrica o linea ad aria compressa.
La movimentazione della piattaforma avviene in alcuni casi in
spazi molto ridotti.
4. Elenco dei possibili utilizzi
(Montaggio strutture prefabbricate)
Osservazioni
Queste attività prevedono in molti casi la contemporanea
presenza di altre attrezzature di sollevamento persone e materiali
con rischi interferenziali che possono essere generati o da
interferenze dei bracci o degli elementi prefabbricati movimentati
che possono causare il ribaltamento della macchina.
Atri rischi presenti durante la lavorazione il rischio di urto e
schiacciamento dell’operatore presente a bordo della piattaforma.
Tipologia di macchine
Piattaforme semoventi a braccio telescopico (+Jib)
Piattaforme semoventi a braccio articolato
Piattaforme semoventi verticali
5. Schede per utilizzi specifici
1. Utilizzo delle PLE per lavori di potatura e manutenzioni del verde
2. Utilizzo delle PLE per il montaggio di strutture prefabbricate
3. Utilizzo delle PLE per le opere di finitura e/o completamento di
edifici
4. Utilizzo delle PLE per il montaggio di scaffalature metalliche e
magazzini industriali
5. Utilizzo delle PLE per le manutenzioni edili/impianti
6. Utilizzo delle PLE per i lavori di demolizione e smontaggi
7. Utilizzo delle PLE per le attività di bonifica manufatti in
cemento/amianto outdoor
5. Schede per utilizzi specifici
1. Descrizione del contesto operativo
2. Condizioni organizzative e operative delle PLE
3. Descrizione del piano di appoggio
4. Quota e area di lavoro
5. Descrizione della funzione svolta dalla PLE
6. Descrizione del contesto organizzativo di utilizzo della PLE
7. Scelta della tipologia della PLE
8. Prescrizioni e divieti riferiti alla specifica circostanza di utilizzo
della PLE
A.DPI
B.Fase preparatoria e di posizionamento
C.Fasi operative
D.Termine delle operazioni e messa a riposo
5.1 Utilizzo delle PLE per lavori di potatura e
manutenzioni del verde
L’uso delle PLE in arboricoltura riguardano:
• interventi di potatura;
• abbattimento controllato di alberi ad alto fusto;
• Arboricoltura e manutenzione del verde e rampicanti su
pareti verticali, mura ed edifici.
La potatura e l'abbattimento di un albero
non sono interventi banali. I pesi e le forze
in gioco sono tutt'altro che trascurabili.
Le modalità di lavorazione possono
prevedere la presenza di più piattaforme di
lavoro elevabili e di altre attrezzature di
sollevamento e trasporto.
Le fasi operative devono essere pianificate
in modo da gestire correttamente i rischi
interferenziali dal contemporaneo utilizzo
nella stessa area di movimentazione di più
attrezzature.
5.2 Utilizzo delle PLE per il montaggio di
strutture prefabbricate
Il montaggio di strutture prefabbricate
prevede il posizionamento ed il
fissaggio di vari elementi in cemento
armato, metallo o legno. Il
posizionamento viene effettuato con
l'ausilio di uno o più attrezzature di
sollevamento.
La movimentazione della
piattaforma avviene in alcuni casi
in spazi molto ridotti con rischi di
urto, schiacciamento e
intrappolamento.
Queste attività presenta rischi interferenziali che possono
essere generati o da interferenze dei bracci o degli
elementi prefabbricati movimentati che possono causare il
ribaltamento della macchina.
5.3 Utilizzo delle PLE per le opere di finitura
e/o completamento di edifici
Gli interventi per l'esecuzione di lavori di finitura
comprendono varie attività che possono essere effettuate
sia all'aperto con ampi spazi per il movimento che in
ambiente chiuso in ambienti angusti quali, ad esempio:
• realizzazione di intonaci
• montaggio degli infissi e serramenti esterni
• opere di lattoneria
• interventi di impermeabilizzazione
• tinteggiatura pareti interne ed esterne
• montaggio di elementi metallici
• esecuzione controsoffitti e/o opere in
cartongesso
• montaggio di manufatti e strutture
L'utilizzo della piattaforma consente
un veloce spostamento lungo la
parete e la disponibilità a bordo
della piattaforma di materiale e
attrezzatura.
5.4 Utilizzo delle PLE per il montaggio di
scaffalature metalliche e magazzini industriali
Il montaggio di strutture di magazzini industriali
a sviluppo verticale ed automatizzati prevede il
montaggio ed il fissaggio di elementi verticali
ed orizzontali che formano anche la struttura
portante. Dopo il montaggio della struttura si
procede al rivestimento esterno.
Queste attività prevedono in molti casi la presenza di
altre attrezzature di sollevamento persone e materiali
con rischi interferenziali.
La movimentazione della piattaforma viene effettuata in
spazi molto ridotti
Altri rischi presenti durante la lavorazione il rischio di
urto e schiacciamento dell'operatore presente a bordo
della piattaforma
5.5 Utilizzo delle PLE per le manutenzioni
edili/impianti
Gli interventi per l'esecuzione di lavori di manutenzioni
edili comprendono modeste demolizioni, ripristino di
intonaci, cappotti e rivestimenti, ripristino di elementi
decorativi di facciate, ripristino di tinteggiature e
facciate.
Sono compresi anche lavori di installazione e
manutenzione di impianti (elettrici, idraulici,
trattamento aria ecc.).
Queste attività possono essere effettuate
in esterno o ambienti chiusi, sia in luoghi
con ampi spazi per il movimento che in
ambienti angusti.
Alcuni interventi sono di breve durata ma
richiedono comunque un’attenta
valutazione dei rischi e dell’ambiente nel
quale si va ad operare.
5.6 Utilizzo delle PLE per i lavori di
demolizione e smontaggi
L'uso delle piattaforme elevatrici è comune
nei seguenti lavori:
• piccole decostruzioni di elementi di facciata,
d'intonaci, ecc.
• decostruzione di singoli elementi costitutivi
degli edifici
• smontaggi d'impianti esistenti
• ispezioni e indagini preliminari a lavori di
demolizione
• operazioni di supporto
alle demolizioni
(irrorazione del materiale
al fine di evitare la
produzione di polveri,
affiancamento alle
macchine demolitrici)
5.7 Utilizzo delle PLE per le attività di bonifica
manufatti in cemento/amianto outdoor
Le lavorazioni possono essere effettuate:
• su manufatti in amianto a matrice compatta
• interventi di bonifica per incapsulamento
dei manufatti (intervento non definitivo)
• interventi di bonifica per rimozione dei
manufatti (intervento definitivo)
• manutenzione manufatti
L'utilizzo della PLE per il trasporto a
terra delle lastre di cemento amianto
deve essere valutata tenendo conto
delle dimensioni (effetto vela) e del
peso, e limitato al materiale rimosso
in condizioni integre. Il trasporto a
terra di lastre ingombranti va
effettuato con attrezzature di
sollevamento e movimentazione
materiali.
6. Sbarco in quota
La piattaforma di lavoro elevabile è una macchina
generalmente progettata per il solo sollevamento di
persone a quote diverse, allo scopo di effettuare
lavori di manutenzione, costruzione o altro dall’interno
della piattaforma stessa; pertanto,
essa non è destinata al trasferimento di lavoratori
tra livelli diversi o per lo sbarco sbarco uscendo
dalla piattaforma di lavoro in quota
6. Sbarco in quota
 La possibilità di sbarcare in quota da una piattaforma di
lavoro elevabile non rientra tra le modalità di utilizzo, per le
quali la norma armonizzata UNI EN 280 conferisce
presunzione di conformità ai requisiti essenziali di
sicurezza delle "Direttive Macchine" (DPR 459/96 e D.lgs.
17/2010), in quanto detta norma non contempla i rischi
derivanti da "accessi o uscite dalla piattaforma di lavoro da
livelli diversi".
 La stessa norma prevede che per l'utilizzo della PLE con
metodi o condizioni di lavoro particolari, che non rientrino in
quelli specificati dal fabbricante, l'utilizzatore deve ottenere
l'approvazione del fabbricante stesso con delle linee guida
specifiche.
6. Sbarco in quota
Alcuni fabbricanti di piattaforme di
lavoro elevabili prevedono
tra le modalità di utilizzo
la possibilità di effettuare lo sbarco
in quota dalla piattaforma;
A tale scopo forniscono una procedura
puntuale con gli elementi minimali per
garantire il rispetto delle norme in vigore
in materia di lavoro in quota.
7. Check-List - Utilizzo PLE
 La scheda si propone quale
strumento sia per l'Organo di
vigilanza, per la conduzione dei
controlli, sia per le aziende, per
l'''autoanalisi''. L'uso del medesimo
strumento da parte dei soggetti
istituzionali ed aziendali consente
un confronto trasparente,
arricchisce il dialogo tra le parti,
affina la conoscenza, accresce il
senso di appartenenza ad un unico
Sistema, quello della Prevenzione.
In caso di risposte negative si invita a consultare il capitolo di riferimento evidenziato.
8. Dispositivi di Protezione Individuale
Il datore di lavoro, valutati i rischi presenti durante le lavorazioni, fornisce ai
lavoratori idonei dispositivi di protezione individuale.
Durante l'utilizzo della macchina sono obbligatori i seguenti OPI.
Elmetto di protezione per lavori in
quota con sottogola EN 397
Indumenti alta visibilità
EN471
Guanti di protezione EN 388
Dispositivo di protezione
contro la caduta
Calzature per uso professionale
EN 346
8. Dispositivi di Protezione Individuale
La valutazione del rischio associato all’uso delle PLE
mette in evidenza che, escludendo i rischi generati
dalle condizioni ambientali, dallo stato e dal
posizionamento della macchina, il maggior pericolo
è la proiezione, con successiva caduta, dal “BASSO
VERSO L’ALTO” dovuta all’effetto “CATAPULTA” o “CANNA
DA PESCA”.
Gli elementi al momento disponibili non consentono
una completa valutazione di tale rischio per l’assenza
di dati certi in ordine all’energia sviluppata.
Per questo si consiglia, per le PLE a braccio articolato, l’integrazione
nel sistema anticaduta per la trattenuta del corpo di un elemento di
dissipazione di energia, al fine di mitigare gli effetti lesivi sulla
persona, sia per quanto attiene le strutture osteoarticolari che per
quanto attiene gli organi “molli” contenuti in strutture rigide, quali il
tessuto celebrale e gli organi retrosternali.
8. Dispositivi di Protezione Individuale
INAIL - Quaderni di ricerca
Luigi Cortis, Francesca Maria Fabiani, Carlo Ratti,
Luca Rossi, Davide Geoffrey Svampa, Calogero Vitale
numero 2 - dicembre, 2013
Analisi e valutazione del comportamento dell’assorbitore di energia
nei sistemi di arresto caduta con differenti masse di prova.
Gli assorbitori di energia impiegati nei sistemi individuali di arresto caduta ed
oggetto della norma europea UNI EN 355: 2003
pongono un importante problema di sicurezza.
Essi infatti vengono testati con una massa di prova di 100 kg, nonostante il
peso reale dei lavoratori sia diverso.
Ciò influenza le caratteristiche costruttive degli stessi e, di conseguenza, le
sollecitazioni sul corpo dell’operatore durante la caduta.
Utilizzando i normali assorbitori disponibili sul mercato, un lavoratore di peso
compreso tra 60 e 80 kg, in caso di caduta, subisce delle sollecitazioni
superiori a quelle normalmente accettate, fino a 5 g (nelle sperimentazioni
condotte, sono stati misurati oltre 6 g) ed è sottoposto a ridotte cadute
frenate, sempre con forza frenante inferiore a 3 KN.
Sistema anticaduta (a trattenuta del corpo)
per PLE a sviluppo verticale
1) Dispositivo di tenuta del corpo
Comunemente detto "imbracatura" ha la funzione di
contenere il corpo dell'utilizzatore.
E' necessario che abbia la certificazione EN 361.
2) Cordino anticaduta regolabile
Per il collegamento tra l’imbracatura e l'ancoraggio.
Cordino con regolazione di lunghezza (certificato EN 354)
3) Connettori di collegamento
N°2 connettori da collegare agli estremi del cordino
anticaduta regolabile (certificati EN 362)
4) Ancoraggi
E' un punto ben preciso della struttura che ospita
l'utilizzatore.
L'ancoraggio è indicato dal costruttore della piattaforma ed
è identificato sia sull'attrezzatura in piattaforma che nel
libretto di uso e manutenzione della macchina.
Sistema anticaduta (a trattenuta del corpo)
per PLE a braccio articolato
Per Il sistema antlcaduta (a trattenuta del corpo) per PLE a braccio articolato, il
solo cordino anticaduta regolabile indicato al precedente punto 2), deve essere
sostituto da uno dei sistemi di seguito riportati:
2a) Dispositivo anticaduta retrattile a nastro con dissipatore (certificato EN 360)
Sistema di collegamento tra l'imbracatura e l'ancoraggio.
2b) Cordino anticaduta regolablle con dissipatore
Sistema di collegamento tra l'imbracatura e l'ancoraggio costituito da più elementi:
a) cordino con regolazione per la lunghezza (certificato EN 354);
b) dissipatore di energia (certificato EN 355).
2c) Dispositivo antlcaduta di tipo guidato su fune di ancoraggio flessibile
Sistema di collegamento tra l'imbracatura e l'ancoraggio. Il sistema è normalmente
preassemblato e costituito da :
a) fune (EN 1891) con capi asolati, lunghezza consigliata 120 cm.;
b) dispositivo anticaduta guidato (EN353/2);
c) dissipatore di energia (EN 355).
8. Dispositivi di Protezione Individuale
DPI :





Elmetto di protezione per lavori in quota con sottogola
Guanti di protezione
Calzature per uso professionale
Indumenti alta visibilità
Dispositivo di protezione contro le cadute
DPI per il "Lavoro in quota" su PLE:


Sistema anticaduta (a trattenuta del corpo) per PLE a
sviluppo verticale
Sistema anticaduta (a trattenuta del corpo) per PLE a
braccio articolato
Nota importante: Il punto di ancoraggio delle PLE è finalizzato esclusivamente
alla trattenuta del corpo all'interno della piattaforma e non come punto di
ancoraggio per l'arresto della caduta.
9. Prassi amministrativa e documentazione a
corredo delle PLE
Sono obblighi in capo al datore di lavoro o , in caso di noleggio, al
proprietario dell'attrezzatura:
 denuncia di messa in servizio dell'apparecchio da parte dell'utente
in qualità di datore di lavoro presso il dipartimento INAIL
competente (l’INAIL assegna alla PLE un numero di matricola)
 richiesta ad INAIL della 1° verifica, secondo le modalità di cui al DL
11.04.2011;
 verifica periodica annuale (a regime successivamente a 1° verifica
periodica effettuata con esito positivo) da parte dell'ASL
competente per luogo di installazione o di utilizzo oppure da parte
di soggetti abilitati autorizzati dal MLPS.
Le PLE attualmente in uso possono essere:
A - costruite prima del 21/09/1996 e prive di marcatura CE
B - provviste di marcatura CE.
9. Prassi amministrativa e documentazione a
corredo delle PLE
A - PLE costruite prima del 21/9/1996, messe in servizio prima del
31/12/1996 e prive della marcatura CE
• libretto matricolare ENPI o libretto matricolare/certificato di
omologazione ISPESL;
• copia del verbale di verifica periodica annuale con esito positivo, con
data non anteriore ad un anno.
B - PLE costruite e messe in servizio dopo il 21/9/1996 e provviste
della marcatura CE
• dichiarazione CE di conformità
• targa con marcatura CE e i dati della macchina
• manuale di uso e manutenzione
• copia del verbale di verifica periodica annuale con esito positivo, con
data non anteriore ad un anno.
10) Macchine a noleggio
Obbligo per chiunque noleggi o conceda in uso o in locazione
finanziaria apparecchi già immessi sul mercato usati e privi di
marcatura CE, è quello di attestare, sotto la propria responsabilità,
che gli stessi siano conformi, al momento della consegna, alla
legislazione previgente nonché il buono stato di conservazione,
manutenzione ed efficienza ai fini della sicurezza.
Inoltre chiunque noleggi o conceda in uso l'apparecchio deve farsi
rilasciare una dichiarazione del datore di lavoro che riporti
l'indicazione del lavoratore o lavoratori incaricati del loro uso, i quali
devono risultare formati conformemente del loro uso e in possesso
di specifica abilitazione.
Si distinguono due tipologie di noleggio:
• noleggio a caldo (con operatore);
• noleggio a freddo (senza operatore).
10. Macchine a noleggio
• Noleggio a freddo (senza operatore)
• Noleggio a caldo (con operatore)
Con il primo viene locato il solo macchinario;
con il secondo oltre al macchinario, il locatore mette a disposizione
dell'imprenditore anche un proprio dipendente con una specifica
competenza nel suo utilizzo.
Anche in tale caso, comunque, il lavoro si presenta con carattere di
accessorietà rispetto alla prestazione principale costituita dalla messa
a disposizione del bene.
11. Definizioni generali
Vengono riportate alcune "definizioni generali" integralmente
estratte dal D.Lgs. 81/08 per evitare "rimandi" alla norma e fornire
una Linea Guida autonoma nella consultazione da parte dei
destinatari:
Lavoratore:
Datore di lavoro:
Azienda:
Dirigente:
Preposto:
Valutazione dei rischi:
Norma tecnica:
Buone prassi:
………..
…………
12. Definizioni specifiche Decreto 11 aprile 2011
allegato II
a) Verifica periodica
Le verifiche periodiche sono finalizzate ad accertare la conformità alle
modalità di installazione previste dal fabbricante nelle istruzioni d'uso, lo stato
di manutenzione e conservazione, il mantenimento delle condizioni di
sicurezza previste in origine dal fabbricante specifiche dell'attrezzatura di
lavoro e l'efficienza dei dispositivi di sicurezza e di controllo.
b) Prima verifica periodica
La prima verifica periodica é la prima delle verifiche periodiche di cui al
precedente punto a) e prevede anche la compilazione della scheda tecnica di
identificazione dell'attrezzatura di lavoro.
c) Indagine supplementare
Attività finalizzata ad individuare eventuali vizi, difetti o anomalie, prodottisi
nell'utilizzo dell'attrezzatura di lavoro messe in esercizio da oltre 20 anni
nonché a stabilire la vita residua in cui la macchina potrà ancora operare in
condizioni di sicurezza con le eventuali relative nuove portate nominali.
Definizioni e componenti strutturali
(definizioni principali tratte dalla EN 280)
Piattaforma di lavoro mobile elevabile:
Piattaforma di lavoro:
Struttura estensibile:
Struttura estensibile:
Telaio:
Stabilizzatori:
Piattaforma di lavoro mobile elevabile montata su veicolo:
Piattaforma di lavoro mobile elevabile con comandi a terra:
Piattaforma di lavoro mobile elevabile semovente:
Carico nominale:
Area di lavoro:
Piattaforma di lavoro mobile elevabile ad azionamento
totalmente manuale:
Sistema di rilevamento del carico:
………………………..
Pubblicazione
• validato dalla Cabina di regia nella
seduta del 21 maggio c.a.
LINEA GUIDA
“Uso delle Piattaforme di Lavoro
Elevabili”
(cantieri temporanei e mobili)
 Approvato con DECRETO N° 6551
Dell’ 8.07. 2014
 Pubblicato sul sito web della
Direzione Generale Salute della
Regione Lombardia
Riflessioni finali
• Riflessioni finali
sul cosiddetto “rischio intrinseco”
Lombardia incidenza/1000 addetti
Lombardia - Incidenza / 1000 addetti
75
70
65
60
60,1
58,7
58,6
57,3
55
54,5
52,7
50
48,2
45
42,3
40
42,1
41,1
39,3
39,3
37,8
37,9
37,7
36,5
35
35,6
34,0
32,4
30
25
25,9
26,8
25,9
26,3
25,2
24,8
24,4
24,3
28,9
29,4
23,9
24,1
28,1
28,3
25,4
23,0
21,7
20
2001
2002
2003
2004
2005
2006
Manifatt
2007
Edilizia
2008
Commer
2009
2010
2011
2012
Italia incidenza/1000 addetti
Italia - Incidenza / 1000 addetti
75
71
70
67
66
65
65
61
60
58
55
53
53
51
50
48
47
47
45
45
45
43
42
40
40
40
36
35
35
35
34
35
34
33
31
30
31
34
34
30
30
31
32
28
28
25
25
20
2.001
2.002
2.003
2.004
2.005
2.006
Manifatt
2.007
Commer
2.008
Edilizia
2.009
2.010
2.011
2.012
AMBIENTE LAVORO
15° Salone della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
BOLOGNA - QUARTIERE FIERISTICO
22 - 24 ottobre 2014
Grazie per
l’attenzione.
Relatore
Mauro Potrich, Presidente del Comitato Tecnico di Formazione IPAF