Notiziario Web n 10 2014

NEWS n.10 del 14 agosto 2014
La Voce dell'apicoltore
Notiziario ARAL
Top news n. 10 2014
Miele: l'unica cosa che si produrrà
sempre
ARAL
Associazione regionale Apicoltori Lazio
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ARGOMENTI
2
1) Maqs®Top
20132ww
5) lavori mese di agosto
2) Miele, annata negativa 6) Un caso di avvelenamento
3) Il saccheggio
7) Esonero dal registro dei trattamenti
4) Il buon miele
MAQS®-, NUOVO FORMULATO A BASE DI ACIDO FORMICO
E'
nato il Maqs®- acronimo di Mite (acaro),Away (fuori),
Quick (veloce), Strips (strisce) - acido formico veicolato sotto
forma di un gel zuccherino inglobato in speciali pellicole che
permettono una evaporazione graduale. Importante è poi l’azione
delle api che, con la ventilazionee durante il trattamento,
veicolano il principio attivo in tutto l’alveare. L’aspetto più interessante di questo
formulato sembra essere la penetrazione dell’acaricida all’interno della cella
opercolata e quindi l’efficacia del prodotto anche in presenza di covata opercolata.
Ecco perché può essere considerato un prodotto contro la malattia della covata (a
differenza degli altri prodotti antivarroa che agiscono solo sulla varroa foretica). Già
nel 2012 la rivista Apimondia Italia numero 1-2 riportava i risultati dei primi test che
mostravano un’efficacia del 90-91% di acari abbattuti.
Il formulato non lascia residui nel miele e nella cera. Importanti sono le temperature
che il 1° giorno devono essere comprese fra i 10 e i 29 °C, il 2° e 3° giorno non
superiori ai 29 °C, al 4° giorno non devono superare i 33 °C e dal 5° giorno
potrebbero anche superare questo limite, ma è meglio se restano inferiori ai 33 °C.
Per manipolare le strisce occorre usare guanti di gomma (non di cuoio perché
verrebbero corrosi dall’acido).
Il costo varierà in funzione delle quantità richieste e.comunque da 5,50 a 6.00 Euro +
IVA per due strisce (un trattamento per un alveare). Per i primi sei mesi
(praticamente per questo primo intervento dell’anno in corso) servirà la “ricetta
bianca” individuale per ogni Apicoltore. Il decreto in questione stabilisce che
vengano commercializzate nel nostro Paese le confezioni da 4, 6, 10 e 20 strisce a
base di acido formico per il controllo della varrroatosi (ne servono due per alveare). Il
prodotto non presenta alcuna tossicità per il miele, tanto che il decreto ne fissa un
tempo di attesa a “zero giorni”. Il medicinale ha un periodo di validità di un anno e va
usato immediatamente dopo l’apertura della confezione.
(Fonte: estratto da un articolo di FAIAPICOLTURA, notiziario n. 3 - 2014
dell'Associazione veneta Apat)
MIELE: UN'ANNATA NEGATIVA
L'anno 2014 sarà ricordato a lungo per la scarsa produttività di miele.
Hanno contribuito sicuramente le condizioni atmosferiche, ma non sono mancati
effetti devastanti provocati dall'uso sconsiderato di pesticidi che hanno
provocato la scomparsa completa della popolazione di api in molti apiari. Che
cosa sta accadendo nelle campagne del territorio laziale. Gli agricoltori, anche se
produttori per autoconsumo, acquistano semi e piantine di ortaggi, semi di
granturco, di barbabietole e semi per la produzione di piccole quantità di foraggi o per la semina
della colza . Senza rendersene conto, non sanno che tutti questi semi sono stati
conciati con molecole di pesticidi che evitano lo sviluppo di parassiti nel frutto
che si produce. Pertanto, sia il polline che il nettare prodotti da queste piante
risultano inquinati.
Succede che le api o non vanno più a bottinare su queste piante o, a causa di tali
pesticidi, perdono l'orientamento e quindi la loro capacità di bottinamento. La
concia sulle sementi con polveri inquinanti è vietata, ma la vendita continua per
cui i nostri terreni e le relative piantaggioni continuano ad avvelenarsi.
Ritornando alla situazione climatica, le variazioni di temperatura verificatesi
nella prima metà di quest'anno, hanno a lungo influito sullo sviluppo della
covata e sulla fecondazione delle regine. Inoltre, improvvisi ritorni di bassa
temperatura hanno impedito la raccolta di polline e nettare. Quindi le famiglie
sono rimaste deboli, tali che il cibo raccolto è stato appena sufficiente per la loro
sopravvivenza. Fino alla fine di giugno i melari erano quasi vuoti. Nel mese di
luglio si è avuto però un buon raccolto di melata che ha parzialmente ri sollevato
il morale degli apicoltori.
Per concludere, è stata un'annata molto difficile per la produzione del miele, ma
non diamo le responsabilità solo alle condizioni meteorologiche. L'apicoltura
deve cambiare. La pericolosità dell'uso di molti pesticidi assume un ruolo molto
importante nella salute dell'alveare e anche negli uomini. La salvaguardia del
benessere delle api significa difendere della biodiversità e la salute dell'umanità.
ATTENZIONE AL SACCHEGGIO
Le api, nei momenti di scarsa produzione, sono indotte a saccheggiare gli alveari
deboli. Il saccheggio vero e proprio è un fenomeno tipicamente estivo che però
può verificarsi fino all'autunno inoltrato. Viene saccheggiato solo miele anche se
opercolato. Di solito il saccheggio è motivato da una inclinazione gentica delle
famiglie forti verso alveari più deboli. Sono api particolarmente aggressive
portate a saccheggiare le più deboli. Spesso la api aggredite, per difendersi,
incaggiano un combattimento contro le saccheggiatrici. Infatti, spesso ai piedi
della porticina di volo si possono riscontrare api morte. Inoltre, nel cassettino
antivarroa degli alveari saccheggiati si riscontrano abbonanti scagliette di cera
rosicchiata. Alcune razze si difendono molto bene. Infatti, è stato accertato che la
ligustica abbia una migliore capacità di azione difensiva. Il saccheggio, oltre ai
periodi di scarso raccolto, è spesso provocato anche dall'apicoltore. Vediamone
le cause.
- lasciare melari e materiale sporco in
prossimità dell'apiario; - prolungare
eccessivamente le visite agli alveari; lasciare completamente aperta la
porticina di volo; - usare sostanze per
combattere la varroa che abbassano i
feromoni della regina; - avere in apiario la
presenza di famiglie con poche api,
improduttive o malate. Infine, con i
saccheggi, si corre il rischio di patologie
che possono diffondersi nell'apiario. Per
evitare il saccheggio occorre ripulire dal
miele qualsiasi oggetto alla portata delle
api. Se si vuole dare il miele alle api per
alimentarle o riporre i melari per la ripulitura è opportuno farlo di sera. Con
l'oscurità le api smettono ogni attività fuori dall'arnia; restringere o chiudere
temporanemaente la porticina di volo; si può anche posizionare sul predellino
dell'arnia erba verde. Dopo poco tempo si secca e viene facilmente rimossa dalla
famiglia aggredita. Non sono poi solo le api a saccheggiare il miele, spesso sono
anche piccoli topolini di campagna capaci di ingurgitare il miele con tutti gli
opercoli di cera.
IL BUON MIELE INIZIA DAL POLLINE
Vi siete mai chiesti da dove viene il polline che è stato
utilizzato per fare il miele che mangiate?
In Italia è molto raro che qualcuno si preoccupi della sua provenienza o almeno
così era fino a poco tempo fa. Oggi infatti anche il nostro paese sta muovendo i
primi passi ed inizia ad avere una discreta produzione di polline controllato;
risaltando le specifiche e le qualità dei pollini monoflorali, si è creato uno spazio
su un mercato dominato quasi interamente da Spagna e Cina. Il cavallo di
battaglia del Made in Italy è l’alta qualità di un prodotto fondamentale per la
realizzazione di un buon miele.
Ma sapere da dove viene il polline non basta. Noi del Pungiglione cerchiamo di
realizzare un miele che raggiunga la migliore qualità possibile, quindi prestiamo
molta attenzione anche al processo di essicazione.
Perché è importante controllare questo processo? Perché con il più diffuso
metodo dell’essicazione al sole, durante il quale il polline viene riscaldato, molte
delle sue qualità più importanti vengono perse.
Come è possibile “seccare a freddo”? Semplicemente deumidificando,
utilizzando dei deumidificatori d’ambiente, gli stessi che vengono comunemente
utilizzati per il miele. Questo metodo garantisce un miele con qualità
organolettiche decisamente apprezzabili, nettamente distinto da quello cinospagnolo. Il principale problema derivante dalla deumidificazione è quello di
capire quando il polline ha raggiunto il livello ideale di disidratazione, anche
perché questa procedura viene condizionata dal livello di umidità dell’ambiente.
Entra qui in gioco un apposito apparecchio, ideato sui monti della Valle Varaita,
in grado di portare il polline ad un livello di disidratazione ottimale, utilizzando
il principio fisico del frigorifero: raffreddando e successivamente riscaldando
l’aria se ne sottrae l’umidità, pertanto il polline asciuga senza venire riscaldato e
mantiene completamente intatte tutte le sue qualità, garantendo la produzione
di un miele eccellente.
(Fonte: il Pungiglione)
I LAVORI NEI MESI DI AGOSTO E SETTEMBRE
L'apicoltore, dopo la smielatura deve provvedere a mettere ordine negli apiari..
E' certamente antipatico parlare sempre di varroa, ma questo è il periodo di
maggior infestazione. Occorre quindi intervenire con presidi sanitari autorizzati
( Api Life Var Thymovar,- Apiguard, Api-Bioxal ecc.) per contenere il livello
dell’acaro ad una soglia accettabile. I trattamenti antivarroa devono essere
effettuati contemporaneamente su tutto il territorio al fine di evitare la
reinfestazione. Molte cose si devono fare in apiario prima dei trattamenti. Dopo
aver tolti i melari, è opportuno fare una visita approfondita con particolare
attenzione alla covata. Verificare se si può prevenire l’insorgere di malattie, se la
covata è compatta, indice di una regina ancora giovane, verificare cellette di
covata isolate nel favo e solo foracchiate, indice di peste americana o peste
europea, facendo la
prova
dello
stecchino. In questi periodi si
possono
sostituire le regine che
manifestano
di essere portatrici di virosi o
hanno
manifestato problemi di sciamatura eccessiva, utilizzando quelle fatte "in casa" o
provenienti da ceppi selezionati. Riunire infine le famiglie più deboli. Si possono
produrre sciami artificiali per procurarsi una scorta di regine che, superato
l'inverno, possono essere utili per gli alveari che rimangono orfani. Tanto non
supererebbero l'inverno.
Negli alveari si deve riscontrate una buona scorta di polline. Questo alimento
determina lo svilupparsi della nuova covata; le api che nasceranno a settembre
e anche dopo, finché la temperatura ambiente consente alla regina la
deposizione, saranno quelle che costituiranno la famiglia per tutto il periodo
invernale. Considerato che in questi periodi le scorte sono limitate, è bene
alimentare le famiglie con sciroppo zuccherino. Questro anche durante i
trattamenti antivarroa.
La somministrazione deve avvenire sempre di sera per almeno dieci/quindici
giorni. Al fine di disinfettare l'organismo delle api , che aiuta a prevenire lo
sviluppo delle spore di nosema ceranae, aggiungere un cucchiaio di aceto di vino
bianco ad ogni litro di sciroppo.
I melari devono essere conservati privi di ogni goccia di miele, onde prevenire lo
sviluppo della tarma della cera. I melari, impilati cinque a cinque sopra un
piedistallo, protetti con una fitta rete sia sotto che sopra e ricoperti con un
coperchio, possono essere conservati anche all'aperto. Si raccomanda infine, per
evitare il saccheggio, di non lasciare in prossimità degli apiari materiale di
risulta o sporco di miele.
Se si verifica qualche sciame autunnale, spesso è dovuto a motivi sanitari. Perciò,
prima di portarlo in apiario, disinfettarlo con una spruzzata di API-BIOXAL,
seguendo attentamente le istruzioni riportate nella confezione.
UN CASO DI AVVELENAMENTO
Nella seconda metà di agosto 2011 ho potuto
costatare direttamente gli effetti degli
avvelenamenti. Sotto una tettoia avevo
sistemato quattro alveari senza arnia che
erano stati recuperati tagliando i rami di
alberi dove le api avevano costruito i favi. La
prima anomalia l'ho notata nella famiglia A:
grande agitazione delle api tipica delle
famiglie che perdono la regina. Quest'alveare
si è
rapidamente spopolato. A metà
settembre la famiglia era morta; dai favi ho prelevato il polline e le analisi
eseguite dall' IZSLT hanno rilevato la presenza di Imidacloprid: 0,0068 mg/kg
=0,0068 ng/mg (Lim. Rilev. 0,0002 mg/kg). Matematica: 0,0068 ng/mg x 65 mg
(consumo di polline in 10 giorni) = 0,442 ng/ape che è la quantità di
" Massimo Cittadini (socio ARAL)"
imidacloprid assunta dalle api nutrici in 10 giorni. Il 27 agosto, quando anche le
altre famiglie erano meno popolate, ho dedicato tempo per osservare con più
attenzione. La famiglia B , fino a 10 giorni prima, era stato un grosso alveare
molto popolato simile alla famiglia A. L' osservazione è iniziata verso le ore 17 ;
le api arrivano si poggiano sui favi e cadono a terra dove iniziano una danza
come quella che serve a comunicare la posizione del luogo dove hanno raccolto.
La danza somiglia a quella circolare, 8 - 15 fino a 20 giri da una parte e poi nell'
altro senso. All' inizio i movimenti sono abbastanza coordinati poi, dopo un
minuto circa, smette di fare la danza, comincia a camminare, si rovescia sul
dorso, ricomincia a fare la danza sempre più scoordinata. L' ape è ancora forte e
mostra chiari segni di danni al sistema nervoso. Un ape ha iniziato a girare
velocissima su se stessa come una girandola. L' alveare è a 1,5 metri sopra, ma
nessuna tenta di risalire sui favi. Dopo un po' i movimenti rallentano, le api
continuano a rovesciarsi spesso sul dorso, infine restano quasi immobili come
moribonde. Ho raccolto 200 di queste api che ho subito congelate. Le analisi dell'
IZSLT hanno rilevato la presenza di Imidacloprid : 0,2 mg/kg = 0,2 mcg/g (Lim.
Rilev. 0,005 mg/kg). Matematica: 0,2 mcg/g x 0,1 g (peso di un ape) = 0,02
mcg/ape che corrisponde alla quantità di imidacloprid trovata sopra o dentro le
api. Questa famiglia B è sopravvissuta fino a marzo 2012.
Note:
- Il Limite di Rilevabilità (L.R.) ed il Limite di Quantificazione (L.Q.) sono
un’importante caratteristica del metodo analitico che identifica il limite inferiore
di concentrazione sotto il quale il campione non può essere rilevato (L.R.) o
quantificato (L.Q.) con sufficiente probabilità statistica.
-Sistemici sono gli insetticidi i cui principi attivi (p.a.) possono essere assorbiti
dalle radici e/o dalle foglie ed essere traslocati nel resto degli organi della
pìanta.
- CCD, Colony Collapse Disorder, (in italiano SSA Sindrome dello Spopolamento
degli Alveari), è il fenomeno che nel 2006 ha portato a gravi perdite in America.
- La guttazione consiste nell'eliminazione di acqua allo stato liquido dalle foglie
che si verifica quando, per l'eccessiva umidità atmosferica, la traspirazione non
può avvenire regolarmente o quando la quantità d'acqua assorbita dalle radici è
superiore a quella traspirata dalle foglie.
L' ape come bioindicatore del grado di inquinamento ambientale.
"Essa esplora il territorio, raccoglie nettare e polline, si posa sulle foglie, si
abbevera all' acqua dei fossi, si espone, cioè, a tutti i possibili rischi di
intossicazione, e la sua morte è sempre un segnale di allarme, da
considerare con grande attenzione" (Giorgio Celli).
Le informazioni che ho riportato sono prese dalle riviste e dai siti web di
apicoltura; con google è possibile fare ricerche nella vasta letteratura che
riguarda i temi della salute e dell' ambiente, confrontando i dati e i risultati degli
studi di enti, ricercatori indipendenti o dei produttori di agrofarmaci. Prendendo
esempio dalle api, potremmo adottare la trofallassi, come modo di
comunicazione efficace; quanto scritto è il risultato delle goccioline di
informazioni che ho raccolto e confrontato con le osservazioni personali e di
altri apicoltori, che a mia volta consegno alla riflessione di quanti sentono la
propria coscienza preoccupata, che vogliono essere consapevoli e responsabili
nel mondo e nel tempo in cui viviamo.
Novembre 2012 [email protected]
ESONERO DAL REGISTRO DEI TRATTAMENTI
Il Ministero della Salute, con nota del 4 marzo 2013, al paragrafo 3.3, ha
specificato che " Le aziende in cui vengono allevati animali produttori per
alimenti per autoconsumo, in considerazione del fine non commerciale, sono
esonerati dagli obblighi di registrazione di cui agli articoli 4, 5 e 15 del D. legs
158/2006.
Rimane comunque l'obbligo della conservazione per almeno tre anni delle
relative prescrizioni medico-veterinarie da esibire a richiesta delle ASL per i
controlli del caso.