Polouniversitarioal“Degliinfermi”

12
LA STAMPA
VENERDÌ 27 FEBBRAIO 2015
Biella e provincia .45
.
In breve
ACCORDO TRA L’ATENEO DEL PIEMONTE ORIENTALE E LA REGIONE
Polo universitario al “Degli infermi”
Il nuovo ospedale ospiterà Scienze infermieristiche e attività di alta formazione
STEFANO ZAVAGLI
BIELLA
Nella grande partita a scacchi relativa alle opportunità
e ai possibili sviluppi del nuovo ospedale di Biella, l’Università del Piemonte Orientale, scuola di medicina, ha
deciso di compiere la prima
mossa. E lo ha fatto bussando
alla porta principale, quella
della Regione Piemonte. Nel
corso della riunione della IVa
commissione relativa alla sanità, il vercellese Giorgio Bellomo, neo presidente della
Scuola di medicina, in audizione ha annunciato la proposta di voler utilizzare
l’ospedale di Biella come sede
oltre che del corso di laurea
in Scienze infermieristiche
anche per attività di alta formazione. Una notizia che ha
generato immediate reazioni
a livello politico, a partire
dall’assessore alla sanità Antonio Saitta che ha parlato di
uno spirito «che va nella direzione di valorizzare al meglio
le potenzialità della nuova e
moderna struttura di Biella».
Il progetto
Sul tavolo ci sono idee avanzate. E a svelare i primi passaggi è direttamente Giorgio
Bellomo che proprio a Biella,
per la proclamazione dei
nuovi infermieri di fine no-
Risorsa
L’ospedale
di Biella
diventerà un
polo
universitario
di alta
formazione
nonché sede
del corso di
Scienze
infermieristiche
«La città di Biella
vanta strutture
meravigliose
Saremmo sciocchi
a non approfittarne»
Giorgio Bellomo
presidente
Scuola di medicina
vembre, ha effettuato la sua
prima uscita ufficiale da neo
presidente della facoltà: «In
quell’occasione annunciai le
prime intenzioni - rivela -, e in
Regione è stato fatto un passo
in avanti: a seguito di un’ampia
programmazione con il rettore
stiamo elaborando un progetto concentrando la nostra attenzione su Biella». La sfera
dell’ambito sanitario è ampia,
gli ambiti che l’Università intende sviluppare sono legati a
temi assistenziali, gestionali,
amministrativi e diagnostici.
«L’intenzione della scuola di
medicina è di ampliare i master e i corsi post-laurea - spiega Bellomo -, e proprio ieri con
alcuni colleghi abbiamo tenuto
una riunione per programmare il primo master di Biella.
Stiamo lavorando per presentare una proposta organica
prima dell’estate e partire dall’autunno».
Città Studi
L’iniziativa potrebbe rappresentare una svolta anche per
Città Studi che diventerebbe
una base logistica essenziale
in un progetto di crescita. Con
209 studenti l’attuale corso di
Infermieristica è un successo.
Ma Bellomo vede ampi margini di sviluppo: «La nostra intenzione è di aprire in futuro
altri corsi di laurea, ma le idee
potranno avere successo se si
creerà la giusta simbiosi tra
università e territorio». L’Upo
uscirà allo scoperto durante i
prossimi mesi, quando il progetto sarà elaborato: «Prima
dell’estate organizzeremo una
giornata e presenteremo un
CALA LA PRODUZIONE, BENE EXPORT E FATTURATI
Manifatturiero, bilancio in chiaroscuro
Produzione in lieve calo rispetto all’ultimo trimestre
2014 ed export e fatturato in
aumento. È questo il bilancio
dell’ultima indagine congiunturale mentre per i prossimi
mesi le previsioni degli imprenditori sono segnate dall’incertezza: pessimisti sulla
produzione industriale, più
ottimisti sull’occupazione.
«I dati sulla produzione
manifatturiera hanno risultati in chiaroscuro - spiega Andrea Fortolan, presidente della Camera di Commercio -. Se
complessivamente la produzione è calata di un piccolo
0,4%, dall’altro le vendite oltre
confine confermano l’eccel-
lenza delle produzioni tessili locali: gli ordinativi sono cresciute del 3,6% e il fatturato ottenuto dall’export registra un +2,1%.
Certo il clima politico internazionale colmo di incertezze, dalla crisi ucraina all’instabilità
del Medio Oriente e del bacino
del Mediterraneo, non aiuta e
questo è un ulteriore stimolo a
supportare le imprese nel processo di internazionalizzazione
per trovare nuovi sbocchi»
Emanuele Scribanti, vice
presidente dell’Unione industriale aggiunge: «Le previsioni
per i primi mesi del 2015 risentono del perdurare di incertezza rispetto allo scenario economico europeo e mondiale. Nel
breve periodo, dunque, le
aspettative degli imprenditori
peggiorano per quanto riguarda produzione e ordini esteri
mentre migliorano lievemente
sul fronte dell’occupazione. Va
precisato che la situazione varia molto da settore a settore:
l’industria meccanica lamenta
una grave sofferenza mentre il
tessile resiste. Ci sono elementi
che potranno avere effetti positivi nel lungo periodo quali il
cambio favorevole dell’euro rispetto al dollaro, la diminuzione del prezzo del petrolio e il
perdurare della politica monetaria espansiva europea: elementi che, se sostenuti da
un’adeguata politica industria-
La tenuta del tessile
crono-programma - informa
Bellomo -, in quell’occasione
incontreremo tutte le realtà
del territorio per presentare
delle offerte e speriamo di ricevere aiuti e sostegno». Un ruolo cruciale sarà giocato da istituzioni, fondazioni, ma anche
dalle associazioni di categoria.
«La città di Biella ha delle
strutture meravigliose - conclude Bellomo -, ha dimostrato
di avere un’accoglienza entusiastica per scienze infermieristiche, saremmo sciocchi a
non approfittarne».
le da parte del Governo, potranno dare ossigeno alle imprese».
L’Indagine congiunturale
L’industria manifatturiera mostra tra ottobre e dicembre difficoltà nei settori di Filatura
(-5%), Altre Industrie Tessili
(-1,2%) e Altre industrie manifatturiere (-2,4%). Risultati positivi per Tessitura (+6,8%), Finissaggio (+3%) e Industrie
Meccaniche (+2,3%). Gli ordinativi nazionali hanno registrato una flessione (-2,2%). Nel primo trimestre 2015 le previsioni
sulla produzione mostrano un
saldo ottimisti-pessimisti del
+5,3% (+12,8% il trimestre precedente); + 4,3%, gli ordini totali (8,3% trimestre scorso) e + 5,8
gli ordini esteri (19,2%). Migliora il saldo sull’occupazione passando da -1,8% a 1,1% per il manifatturiero ma peggiora dal
-4% al -9,5% per il terziario. [P. G.]
Incidente
Ciclista investito
da un furgone
1 Un
ciclista di 62 anni è
stato urtato ieri mattina in
via Ivrea dal furgone di una
ditta di trasporti. L'uomo ha
subito un trauma cranico, ma
le sue condizioni non sarebbero gravi. Sull’incidente indagano i vigili. I carabinieri
sono invece impegnati a ricostruire quanto accaduto l'altro pomeriggio in frazione
Riviera a Zubiena. Un altro
ciclista, 48 anni, di Valdengo,
è stato investito dalla Opel
condotta da un sessantenne
di Magnano, riportando alcune contusioni.
Furto
Sorpreso a rubare
al supermercato
1 Tentato furto aggravato:
è l'accusa di cui dovrà rispondere Marco G., 53 anni,
di Biella, scoperto a rubare
generi alimentari per un valore di 50 euro dagli scaffali
della Bennet di Vigliano.
Massazza
Ladri in casa
Svaligiato un alloggio
1 Ancora
furti in abitazione. L'altra sera i ladri hanno
svaligiato un'abitazione di
via Per Salussola a Massazza. A denunciare il fatto ai carabinieri l'ex moglie del proprietario. Al momento non è
stato possibile ricostruire
quanto sia stato portato via
perché il proprietario è assente per lavoro.
Allevatori
Vbccreailclub
dellalanadiqualità
1 Vitale Barberis Ca-
nonico consolida il suo
rapporto con gli allevatori e crea un vero è
proprio club, un’iniziativa volta a dimostrare
che esiste un mercato
attento alla qualità superiore. Il Vbc Wool
Excellence Club, in una
logica di cooperazione
virtuosa, si fonda su 4
pilastri fondamentali:
qualità, formazione,
fidelizzazione e sostenibilità.
PERGOLATI - TENDE DA ESTERNO
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34
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Presidio ad Alba
Evento
Ilcreditocooperativo
scendeinpiazza
CollisioniaMondovì
conRengaeSubsonica
Arriveranno da tutto il Nord Italia per protestare oggi, dalle 10
alle 13, davanti a Banca d’Alba.
Lunedì sciopero nazionale del
credito cooperativo, con un altro presidio a Cuneo. E la chiusura di tutti gli sportelli Bcc in
Italia e nella Granda.
«Collisioni» si sdoppia e diventa «Mondovisioni», il 13 e 14
giugno a Mondovì - a un mese
dall’inizio dell’evento di Barolo - con una due giorni di grande musica, letteratura e giornalismo. Fra i super ospiti Francesco Renga e i Subsonica.
La sede di Banca d’Alba
Francesco Renga
Servizio A PAGINA 45
Alcuni fronti
riescono a
raggiungere la
regione alpina,
ma con effetti
marginali sul
Piemonte. Tra
un impulso
perturbato
e l’altro
s’inseriscono
giornate
soleggiate.
1˚ 8˚
Oggi
Parzialmente o
irregolarmente
nuvoloso con
passaggi
nuvolosi più
estesi al mattino.
Tendenza a
rasserenamenti
tra il tardo
pomeriggio e la
serata.
0˚ 13˚
Domani
Cielo sereno o
poco nuvoloso
con residua
nuvolosità tra la
notte e il primo
mattino e
velature in
transito in
serata.
Temperature
massime
primaverili.
Chiara Viglietti A PAGINA 47
CUNEO
Che
tempo
fa
Situazione
E PROVINCIA
VENERDÌ 27 FEBBRAIO 2015
VERDUNO, LA SPESA SECONDO LE ULTIME STIME
LA LEGA CONTRO RENZI
“L’ospedale unico Alba-Bra
costerà 170 milioni di euro”
Tre pullman
dalla Granda
alla protesta
di Roma
Oggi a Pollenzo incontro “per fare chiarezza sul progetto”
Tre pullman: due aperti a
tutti e uno ai «giovani padani
under 30». Partiranno domattina, alle 3,30, da Saluzzo
e da Fossano, per «raccogliere» tutti i partecipanti, che
dai principali centri della
provincia (anche Savigliano,
Bra, Alba, Cuneo, Borgo,
Mondovì e Ceva) andranno a
Roma. Obiettivo: prendere
parte alla manifestazione organizzata dalla Lega nord,
per protestare contro il governo Renzi.
«Lo staff del nostro movimento offre anche colazione
e merenda al sacco, compresi
nel biglietto di viaggio andata e ritorno - spiega il segretario provinciale del Carroccio, Giorgio Bergesio -. Sono
molti i prenotati per i bus organizzati dalla Lega Nord
provinciale: non fatichiamo a
raggiungere l’obiettivo delle
oltre 200 persone, che dal
Cuneese raggiungeranno Roma in pullman, treno e auto».
E aggiunge: «Abbiamo ricevuto molte adesioni spontanee, anche fuori dal nostro
movimento, perchè il Paese
reale sa da che parte stare. E
chi non ha più trovato posto
in pullman, viaggerà in auto o
in treno».
«Andiamo a Roma per dire basta all’euro - spiega Bergesio -, meno tasse, stop all’invasione dei clandestini.
Vogliamo un impegno serio
contro il terrorismo. In provincia di Cuneo, l’agricoltura
paga il prezzo delle sanzioni
alla Russia e delle quote latte,
le imprese sono abbandonate: bisogna reagire».
[P. S.]
ISOTTA CAROSSO
VERDUNO
«Il nuovo ospedale di Verduno
diventerà una realtà?». È il
tormentone di Langhe e Roero degli ultimi anni, interrogativo a cui oggi la Cgil Cuneo,
insieme a Funzione pubblica e
Sindacato pensionati, cercherà di dare risposte certe. Per
farlo ha invitato alle 17, all’Albergo dell’Agenzia di Pollenzo, i sindaci di Alba e Bra, la
direzione dell’Asl Cn2 e il direttore regionale della Sanità
piemontese, Fulvio Moirano.
«Da anni si spendono tante
parole, poche, però, supportate da informazioni certe e verificabili. La Cgil - dicono vuole offrire alla cittadinanza
la possibilità di confrontarsi
con le autorità locali e regionali per affrontare un tema di
estrema importanza».
MURATORE/MURIALDO
Il cantiere del nuovo ospedale sulla collina di Verduno
Bene i lavori
2˚ 12˚
Domenica
Abbastanza
soleggiato tra
velature e
passaggi
nuvolosi, con
addensamenti
più estesi sulle
zone montane.
Venti di föhn
anche forti nelle
vallate.
12
Le ultime notizie dal cantiere
sono positive: 11 milioni di euro
appena arrivati dalla Regione,
oltre 200 operai all’opera, cronoprogramma rispettato e la
previsione di finire «il grosso»
entro l’anno, lasciando per i
primi mesi del 2016 le parti sofisticate e il collaudo.
«Grillini» protestano
Il Movimento5Stelle, però, denunciaunnuovoaumentodicosti: «Due milioni di euro, comunicati dall’assessore alla Sanità,
Antonio Saitta, in risposta a
una nostra interrogazione, per
La prima pietra posata nel dicembre 2005
1 I lavori di realizzazione del nuovo ospedale sulla collina di Verduno
sono iniziati il 4 dicembre 2005 con la posa della prima pietra. Nei mesi
successivi l’impresa concessionaria, la Mgr Verduno 2005, ha installato
il cantiere sull’area, recintandola, disboscandola e realizzando la strada
asfaltata. Le operazioni di scavo per la fase di bonifica sono iniziate nella primavera del 2006. L’area misura circa 300 mila metri quadrati. Il
fabbricato occupa una superficie di circa 25 mila metri quadrati, mentre l’intera area di pertinenza, comprensiva di cortili, parcheggi e viabilità si estenderà per circa 100 mila metri quadrati. La restante area sarà
sistemata a verde. La prima platea di fondazione è del 2009. Nel corso
dell’anno è poi iniziata la fase di realizzazione delle strutture in elevazione vere e proprie.
[I. C.]
una nuova variante in corso
d’opera per interventi strutturali
antisismici. Probabilmente il costo supererà ampiamente i 200
milioni». «Si tratta di opere già
realizzate - spiega il responsabile
unico dell’Asl Cn2, Ferruccio
Bianco -: la questione risale al
2011, quando abbiamo fatto richiesta di un adeguamento normativo sotto quel profilo. Una
parte è stata saldata con l’accordo bonario, una seconda è stata
ratificataora».Aquantoammonta, dunque, il costo complessivo
dell’ospedale? «Nel 2004 (anno
del progetto esecutivo e del bandodigara,mentrel’appaltoel’inizio cantiere sono del 2005, ndr)
era prevista una spesa pubblica
di 130 milioni, a cui si sono aggiunti nel 2013 i 12 milioni dell’accordo bonario, arrivando a 142,
oggi 144 con i 2 legati alle opere
antisismiche». Contando la parte
privata compresa nel project financing, l’ultimo costo complessivo comunicato ammonta a circa 170 mila euro.
Mancano 25 milioni
Dalla Fondazione Nuovo Ospedale arriveranno 15 milioni di
euro per attrezzature e macchinari, la Provincia finanzierà
la strada di collegamento. Dei
144 milioni, circa 90 sono già
stati pagati. Di quelli che mancano, 25 dovranno arrivare dall’alienazione dei due ospedali
di Alba e Bra e probabilmente
saranno anticipati dalla Regione. Bisognerà però reperire
ancora 20-25 milioni di euro.
CUNEO, CATTEDRA A TEMPO PIENO PER IL CORSO ESABAC
Liceo non trova un prof di francese
LORENZO BORATTO
CUNEO
«Cercasi disperatamente
docente della lingua di Flaubert e Hugo». Da 10 giorni è
impossibile trovare un insegnante laureato in lingua e
letteratura francese, per le
classi del corso Esabac del liceo classico di Cuneo.
La scuola ha tentato in
tutti i modi: graduatorie degli anni scorsi, graduatorie
di «terza fascia» (cioè i professori non abilitati), i singoli
laureati che avevano chiesto
per le supplenze. Nulla, nes-
suno è disponibile. Niente in
tutta la provincia, da Cuneo
ad Alba, da Ceva a Saluzzo.
Nel Torinese
Nulla anche nelle scuole del
Torinese dove si insegna francese, come il liceo europeo Altiero Spinelli e l’Umberto I. In
compenso ci sono diversi laureati in russo, giapponese, cinese. Ma dalle scuole non li
cerca nessuno.
Germana Muscolo è la dirigente della scuola, il liceo Peano Pellico. Dice: «Esabac è un
corso bilingue francese, di ec-
cellenza. Ogni anno non c’è
mai stabilità di organico, ma
ora la situazione è disperata.
Abbiamo chiesto ai sindacati
di fare una ricerca in Piemonte, abbiamo informato l’Ufficio scolastico regionale. Prima abbiamo chiesto alle scuole vicine, abbiamo visionato le
domande libere dei neolaureati non inserite in graduatoria.
C’erano appena una decina di
nomi, anche da Catania a Frosinone: hanno rinunciato o
hanno già un posto, qualcuno
è non è rintracciabile. I giorni
passano».
Esabac sono percorsi di
studio bilingue per ottenere
un diploma con validità italofrancese: esame di stato italiano e diploma di Baccalauréat.
Il «Baccalauréat»
Nella Granda accade solo in
alcune classi dei licei di Cuneo, Alba, Mondovì e Saluzzo.
Si insegna in lingua francese
anche la Storia e nel classico
di Cuneo ci sono lettore madrelingua, il docente di storia,
ma non il prof di lingua e letteratura.
Come si è arrivati a questa
ALBERTO CUCCHIETTI
Studenti ieri mattina al liceo classico di Cuneo
situazione? Il professore ha
chiesto l’aspettativa ed era a
sua volta un supplente – racconta la Muscolo -. Ma si tratta di una cattedra «completa»:
diciotto ore settimanali nelle
classi, dalla quarta ginnasio
alla terza liceo. La preside: «Si
dice sempre: troppi laureati in
letteratura, pochi ingegneri e
scienziati. Evidentemente
non è così».
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46 .Cronaca di Torino
STAMPA
.LA
VENERDÌ 27 FEBBRAIO 2015
Di nuovo sotto accusa la gestione della Sanità
Orbassano
Cantieri lumaca all’ospedale Martini
Lavori in ritardo di oltre due anni
San Luigi
“La riforma
ci declassa”
diceva a ottobre il consigliere
Davide Gariglio. «E sarà difficile rispettare anche la nuova
scadenza – nota ora Valle, che
nei giorni scorsi ha ispezionato
la struttura con i tecnici dell’Asl To1 –. Vigileremo perché i
lavori non si fermino. L’ospedale ha estremo bisogno di essere
ammodernato, manca anche
l’aria condizionata».
FABRIZIO ASSANDRI
Continua la settimana nera
della sanità torinese, dopo lo
scandalo sugli appalti pilotati
alla Asl To1. La nuova tegola
arriva dall’ospedale Martini:
la fine dei lavori di ristrutturazione, prevista inizialmente
a marzo 2014, poi spostata nel
2015, nemmeno quest’anno
andrà in porto: la data è slittata a maggio 2016. E non è neppure quella definitiva, perché, quasi certamente, tra varianti, sospensioni, problemi
organizzativi, non si rispetterà neanche questa scadenza.
Interrogazione
È emerso ieri in Regione, dove l’assessore alla Sanità Antonio Saitta, rispondendo a
un’interrogazione del consigliere Pd Daniele Valle, ha
spiegato che dovrebbe essere
consegnato a giorni l’ultimo
piano dell’ospedale, il sesto,
l’unico in cui finora i lavori so-
Costi lievitati
L’ospedale Martini
REPORTERS
no partiti (insieme a un pezzetto del quinto). Probabilmente
ospiterà la pediatria. Sembrava già pronto da mesi, poi ci sono stati problemi di infiltrazioni e guasti ai gruppi elettrogeni. Ma è il meno. È l’intero cantiere che va a rilento. «Sembra
a tutti gli effetti abbandonato»,
Alberto Goffi
Intanto, i costi del cantiere sono saliti. Il bando era stato aggiudicato per circa 6milioni di
euro, con un ribasso di oltre la
metà sull’importo messo a gara, «anomalia» che aveva destato perplessità al consigliere
della Circoscrizione 3 Gavino
Olmeo, che aveva denunciato il
rischio di un aumento in corso
d’opera dei costi. In effetti, due
anni fa, una variante al progetto ha portato il costo a 7 milioni
e 200 mila euro. «Non entro nel
merito», è quanto si limita a dire Saitta.
MASSIMO MASSENZIO
Appalti pilotati
Asl,oggiiprimi
interrogatori
1 Si
svolgeranno
oggi gli interrogatori
dei sei arrestati nell’ambito dell’inchiesta
sugli appalti pilotati
all’Asl To1. Potrebbero
essere svelati dei
retroscena del «sistema» contestato dal
pm Gianfranco Colace
e dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria per far vincere le
imprese favorite dal
dirigente dell’ufficio
tecnico Silvano Nieddu nelle gare per le
forniture di materiale
audio e video. [C. LAU.]
Paolo Monferino
“Asl, bilanci poco chiari “Mai abolito i controlli,
Bisogna fare di più”
io volevo rafforzarli”
Lo scandalo all’Asl
Torino uno? Cose
già viste. Peccato
che finora in politica
abbia prevalso il partito del
nascondino». Così Alberto
Goffi, ex-consigliere Udc
nella passata legislatura e
presidente della Commissione d’inchiesta sugli appalti delle Asl.
Deluso?
«Rammaricato. Nonostante
gli impegni presi da Chiamparino e Saitta la Commissione non è stata reintrodotta».
In realtà è una prerogativa del
Consiglio.
«Vero. Però, a inizio legislatura, entrambi avevano appoggiato questa ipotesi. Quanto
al Consiglio, bisogna dare atto
a quello precedente, così vituperato, di aver varato la Commissione».
È lo stesso Consiglio che però,
una volta scaduta, non la riconfermò.
Alberto
Goffi
Nella passata
legislatura
regionale
ha indagato
sugli appalti
delle Asl
«Un errore: ci eravamo fatti
trasmettere i bilanci delle Asl
e avevamo cominciato a controllarli, parliamo di 4 mila
pagine».
Cosa era emerso?
«Cose poco chiare: cominciando dalle proroghe reiterate degli appalti in essere, da anni,
senza nuove gare».
Niente di nuovo sotto il sole?
«Temo che il peggio debba ancora arrivare».
Come se ne esce?
«Cambiare i direttori generali, cioè gli uomini, senza intervenire sul sistema non ha senso: servono meccanismi efficaci di controllo».
[ALE. MON.]
Paolo
Monferino
«Scusi? Può ripetere?». Paolo Monferino, l’assessoremanager che Cota volle alla guida della Sanità, resta in attesa all’altro capo
del telefono.
Mercoledì, in Consiglio, Saitta
ha detto che «ancora oggi paghiamo lo scotto delle decisioni scellerate dell’allora assessore Monferino».
«Scellerate? In che senso?»
È stato
assessore alla
Sanità nella
giunta
guidata da
Roberto Cota
ficio con questa funzione. E
quando me ne sono andato, era
ancora al suo posto».
Nel senso che proprio lei, sostiene l’assessore, «volle aboliregliufficidell’assessoratoche
si occupavano di controllare
bilanci e appalti delle Asl».
«Venivano controllati, formalmente, tutti gli atti delle Asl.
Io volevo creare qualcosa di
serio».
Ma ha abolito quegli uffici
o no?
«Un vero servizio di auditing
aziendale, con professionisti capaci di vagliare e non solo di leggere i documenti».
«Oggi Saitta dà la colpa a me,
domani qualcuno se la prenderà con lui: un classico».
«Non ho abolito un bel
niente».
Allora perchè sono spariti?
Saitta è stato perentorio.
«Senta: quando ero assessore
in corso Regina c’era solo un uf-
Di cosa si occupava?
Si spieghi meglio.
Com’è finita?
«Il problema non era trovare le
competenze, ma assumerle. Impossibile, essendo la Sanità in piano di rientro e quindi soggetta al
blocco del turn over». [ALE. MON.]
«Siamo pronti a lottare per il
nostro lavoro e la nostra crescita». Organizzazioni sindacali, medici, operatori e studenti del San Luigi non hanno
intenzione di subire passivamente una riforma che, a loro
dire, «declassa una realtà
d’eccellenza». La conferma è
arrivata ieri dall’assemblea
aperta, in una sala convegni
gremita. Almeno 350 fra pazienti e lavoratori dell’ospedale di Orbassano hanno ribadito la contrarietà alla delibera di riorganizzazione della
rete ospedaliera, mentre i
consiglieri regionali del Pd,
Nino Boeti e Andrea Appiano,
hanno espresso ottimismo:
«Il piano di rientro è stato severo, ma l’ospedale non perderà le sue eccellenze». Il Comitato di difesa e valorizzazione del San Luigi punta invece il dito sugli sprechi: «Sono stati spesi 10 milioni di euro per un pronto soccorso declassato ancora prima di essere inaugurato. Gli enormi
investimenti e gli oggettivi
vantaggi logistici obbligano la
Regione a rivedere il ruolo del
nostro ospedale all’interno
delle rete dell’emergenza considerandolo il centro di riferimento per l’emergenza dell’area Torino ovest». Sul palco
anche Elena Mbachu, rappresentanti degli studenti universitari: «Questo è un polo di
eccellenza e veniamo qui perché c’è un facile accesso a tante discipline». Molto più duro
e ironico l’intervento di Gabriele Gallone, medico e rappresentante dell’esecutivo
Anaao: «Anch’io sono ottimista perché la situazione non è
peggiorata: eravamo in mano
a una banda di incompetenti e
lo siamo ancora». L’ipotesi
che il San Luigi possa diventare un centro di riferimento
per la cura delle Fragilità,
avanzata nei giorni scorsi dall’assessore regionale Saitta,
ha riscosso una generale bocciatura: «La cura delle malattie in età avanzata si fa in centri specifici. Qui dobbiamo
combattere con l’acqua che
cola dal soffitto e il personale
che manca – continua Gallone
–. Mi sembra che stia succedendo quello che si è verificato già per il Valdese».
Ladoppiabeffa
dellaburocrazia
LUIGI
LA SPINA
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
a decenni, ogni
volta che si scoprono giri di mazzette intorno a lavori
pubblici, concorsi truccati, tangenti ai politici,
il rimedio sembra essere
la moltiplicazione burocratica delle autorizzazioni, dei permessi, dei
certificati. Come se la
macchina della trasparenza debba essere alimentata da una montagna di carte, di disposizioni, di norme, di regolamenti interpretativi, di
valutazioni, di verifiche.
Peccato che al crescere di questi controlli che
dovrebbero assicurare
l’onestà pubblica, cresca
anche l’impressione, e
non solo l’impressione,
che i corrotti navighino
nel mare di queste carte
con l’agilità di un’anguilla e la voracità di un pescecane.
Il fenomeno della superfetazione, se vogliamo chiamarla così, della
burocrazia contro le tentazioni corruttive ha naturalmente un altro effetto negativo, quello di ingolfare l’amministrazione pubblica di dirigenti,
funzionari, impiegati addetti a questo settore a
scapito della produttività
del servizio. I cittadini,
così, subiscono un doppio
danno: alla evidente inefficienza contro la malversazione si aggiunge
l’esasperante lentezza
delle procedure.
È solo l’assunzione di
responsabilità precise e
individuabili all’interno
della nostra burocrazia,
con il corollario di immediate e drastiche punizioni nei confronti di chi
cede alla corruzione, che
consentirà di limitare i
danni dei dilaganti scandali. La semplificazione
aiuta la trasparenza e
non la danneggia, proprio perché non consente ai corrotti di nascondersi dietro la montagna
di inutili carte. Ma che fine hanno fatto le promesse dei governi Monti,
Letta e Renzi a proposito della parola «semplificazione»?
D
Domani all’uscita del Reload Music festival
Taxi con lo sconto e autisti di Uber
Difficile test di convivenza al PalaAlpitour
il caso
LETIZIA TORTELLO
fatto sapere agli autisti di Uber
di non andare a scaricare i ragazzi proprio vicino a corso
Galileo Ferraris 251, luogo in
cui verrà attivato il servizio taxi promozionale, ma in altri posti segreti e fuori dalla calca.
Guerra fredda
ue zone lontane, ai poli
opposti della «discoteca». La sfida taxi-Uber,
domani sera, al Pala Alpitour
ci sarà. Anche se sotto traccia.
Gli organizzatori del Reload
Music Festival sperano che la
convivenza avvenga senza problemi di ordine pubblico. E a
questo proposito, qualcuno ha
D
La festa da 12 ore di musica
elettronica no stop vedrà
schierarsi i taxi da un lato del
Pala Alpitour. Loro, «irriducibili» della tariffa intera, per il
Reload scendono a compromessi, con corse a 5 euro a persona («minimo 3 passeggeri
per vettura») per riportare i
ragazzi a casa, prezzo fisso in
tutta Torino. Dall’altro, ci sa-
ranno gli autisti gestiti dalla
app, che perdono la partnership con la manifestazione, ma
non hanno intenzione di mollare. «Ci sarà una platea di 10 mila giovani – spiega Virginia
Sanchesi, di Libra Concerti –.
Noi non appoggiamo nessuno.
I tassisti nemmeno ci hanno
chiamati per l’accordo. Saranno i ragazzi a decidere. Il mercato, a questo punto, è aperto».
Concetto ribadito da Benedetta Arese Lucini, general
manager di Uber: «Una sana
concorrenza fa bene a tutti, in
particolare al consumatore.
Se Uber ha innescato questo
processo, non possiamo che
esserne felici».
REPORTERS
«Non belligeranti»
I taxi si dichiarano «non belligeranti», smentiscono ronde o
azioni di contrasto a Uber. Ma
chiedono al Comune «più controlli». Delusi dall’assessorato
al Commercio di Domenico
Mangone, che non ha emesso
un’ordinanza per accogliere
ufficialmente la loro proposta
«Vadano
lontano»
I tassisti
avrebbero
consigliato
a Uber di
non aspettare
davanti
all’ingresso
delle tariffe scontate. «Sono
argomenti di competenza della
Provincia»,dicono dagli uffici
di Mangone. Le auto bianche
ribattono, con il portavoce Federico Rolando: «L’assessore
ci ricorda regole e codicilli?
Perché la stessa pignoleria
non la usa per combattere gli
abusivi?».
12 45 67 18
46 .Cronaca di Torino
STAMPA
.LA
VENERDÌ 27 FEBBRAIO 2015
Di nuovo sotto accusa la gestione della Sanità
Orbassano
Cantieri lumaca all’ospedale Martini
Lavori in ritardo di oltre due anni
San Luigi
“La riforma
ci declassa”
diceva a ottobre il consigliere
Davide Gariglio. «E sarà difficile rispettare anche la nuova
scadenza – nota ora Valle, che
nei giorni scorsi ha ispezionato
la struttura con i tecnici dell’Asl To1 –. Vigileremo perché i
lavori non si fermino. L’ospedale ha estremo bisogno di essere
ammodernato, manca anche
l’aria condizionata».
FABRIZIO ASSANDRI
Continua la settimana nera
della sanità torinese, dopo lo
scandalo sugli appalti pilotati
alla Asl To1. La nuova tegola
arriva dall’ospedale Martini:
la fine dei lavori di ristrutturazione, prevista inizialmente
a marzo 2014, poi spostata nel
2015, nemmeno quest’anno
andrà in porto: la data è slittata a maggio 2016. E non è neppure quella definitiva, perché, quasi certamente, tra varianti, sospensioni, problemi
organizzativi, non si rispetterà neanche questa scadenza.
Interrogazione
È emerso ieri in Regione, dove l’assessore alla Sanità Antonio Saitta, rispondendo a
un’interrogazione del consigliere Pd Daniele Valle, ha
spiegato che dovrebbe essere
consegnato a giorni l’ultimo
piano dell’ospedale, il sesto,
l’unico in cui finora i lavori so-
Costi lievitati
L’ospedale Martini
REPORTERS
no partiti (insieme a un pezzetto del quinto). Probabilmente
ospiterà la pediatria. Sembrava già pronto da mesi, poi ci sono stati problemi di infiltrazioni e guasti ai gruppi elettrogeni. Ma è il meno. È l’intero cantiere che va a rilento. «Sembra
a tutti gli effetti abbandonato»,
Alberto Goffi
Intanto, i costi del cantiere sono saliti. Il bando era stato aggiudicato per circa 6milioni di
euro, con un ribasso di oltre la
metà sull’importo messo a gara, «anomalia» che aveva destato perplessità al consigliere
della Circoscrizione 3 Gavino
Olmeo, che aveva denunciato il
rischio di un aumento in corso
d’opera dei costi. In effetti, due
anni fa, una variante al progetto ha portato il costo a 7 milioni
e 200 mila euro. «Non entro nel
merito», è quanto si limita a dire Saitta.
MASSIMO MASSENZIO
Appalti pilotati
Asl,oggiiprimi
interrogatori
1 Si
svolgeranno
oggi gli interrogatori
dei sei arrestati nell’ambito dell’inchiesta
sugli appalti pilotati
all’Asl To1. Potrebbero
essere svelati dei
retroscena del «sistema» contestato dal
pm Gianfranco Colace
e dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria per far vincere le
imprese favorite dal
dirigente dell’ufficio
tecnico Silvano Nieddu nelle gare per le
forniture di materiale
audio e video. [C. LAU.]
Paolo Monferino
“Asl, bilanci poco chiari “Mai abolito i controlli,
Bisogna fare di più”
io volevo rafforzarli”
Lo scandalo all’Asl
Torino uno? Cose
già viste. Peccato
che finora in politica
abbia prevalso il partito del
nascondino». Così Alberto
Goffi, ex-consigliere Udc
nella passata legislatura e
presidente della Commissione d’inchiesta sugli appalti delle Asl.
Deluso?
«Rammaricato. Nonostante
gli impegni presi da Chiamparino e Saitta la Commissione non è stata reintrodotta».
In realtà è una prerogativa del
Consiglio.
«Vero. Però, a inizio legislatura, entrambi avevano appoggiato questa ipotesi. Quanto
al Consiglio, bisogna dare atto
a quello precedente, così vituperato, di aver varato la Commissione».
È lo stesso Consiglio che però,
una volta scaduta, non la riconfermò.
Alberto
Goffi
Nella passata
legislatura
regionale
ha indagato
sugli appalti
delle Asl
«Un errore: ci eravamo fatti
trasmettere i bilanci delle Asl
e avevamo cominciato a controllarli, parliamo di 4 mila
pagine».
Cosa era emerso?
«Cose poco chiare: cominciando dalle proroghe reiterate degli appalti in essere, da anni,
senza nuove gare».
Niente di nuovo sotto il sole?
«Temo che il peggio debba ancora arrivare».
Come se ne esce?
«Cambiare i direttori generali, cioè gli uomini, senza intervenire sul sistema non ha senso: servono meccanismi efficaci di controllo».
[ALE. MON.]
Paolo
Monferino
«Scusi? Può ripetere?». Paolo Monferino, l’assessoremanager che Cota volle alla guida della Sanità, resta in attesa all’altro capo
del telefono.
Mercoledì, in Consiglio, Saitta
ha detto che «ancora oggi paghiamo lo scotto delle decisioni scellerate dell’allora assessore Monferino».
«Scellerate? In che senso?»
È stato
assessore alla
Sanità nella
giunta
guidata da
Roberto Cota
ficio con questa funzione. E
quando me ne sono andato, era
ancora al suo posto».
Nel senso che proprio lei, sostiene l’assessore, «volle aboliregliufficidell’assessoratoche
si occupavano di controllare
bilanci e appalti delle Asl».
«Venivano controllati, formalmente, tutti gli atti delle Asl.
Io volevo creare qualcosa di
serio».
Ma ha abolito quegli uffici
o no?
«Un vero servizio di auditing
aziendale, con professionisti capaci di vagliare e non solo di leggere i documenti».
«Oggi Saitta dà la colpa a me,
domani qualcuno se la prenderà con lui: un classico».
«Non ho abolito un bel
niente».
Allora perchè sono spariti?
Saitta è stato perentorio.
«Senta: quando ero assessore
in corso Regina c’era solo un uf-
Di cosa si occupava?
Si spieghi meglio.
Com’è finita?
«Il problema non era trovare le
competenze, ma assumerle. Impossibile, essendo la Sanità in piano di rientro e quindi soggetta al
blocco del turn over». [ALE. MON.]
«Siamo pronti a lottare per il
nostro lavoro e la nostra crescita». Organizzazioni sindacali, medici, operatori e studenti del San Luigi non hanno
intenzione di subire passivamente una riforma che, a loro
dire, «declassa una realtà
d’eccellenza». La conferma è
arrivata ieri dall’assemblea
aperta, in una sala convegni
gremita. Almeno 350 fra pazienti e lavoratori dell’ospedale di Orbassano hanno ribadito la contrarietà alla delibera di riorganizzazione della
rete ospedaliera, mentre i
consiglieri regionali del Pd,
Nino Boeti e Andrea Appiano,
hanno espresso ottimismo:
«Il piano di rientro è stato severo, ma l’ospedale non perderà le sue eccellenze». Il Comitato di difesa e valorizzazione del San Luigi punta invece il dito sugli sprechi: «Sono stati spesi 10 milioni di euro per un pronto soccorso declassato ancora prima di essere inaugurato. Gli enormi
investimenti e gli oggettivi
vantaggi logistici obbligano la
Regione a rivedere il ruolo del
nostro ospedale all’interno
delle rete dell’emergenza considerandolo il centro di riferimento per l’emergenza dell’area Torino ovest». Sul palco
anche Elena Mbachu, rappresentanti degli studenti universitari: «Questo è un polo di
eccellenza e veniamo qui perché c’è un facile accesso a tante discipline». Molto più duro
e ironico l’intervento di Gabriele Gallone, medico e rappresentante dell’esecutivo
Anaao: «Anch’io sono ottimista perché la situazione non è
peggiorata: eravamo in mano
a una banda di incompetenti e
lo siamo ancora». L’ipotesi
che il San Luigi possa diventare un centro di riferimento
per la cura delle Fragilità,
avanzata nei giorni scorsi dall’assessore regionale Saitta,
ha riscosso una generale bocciatura: «La cura delle malattie in età avanzata si fa in centri specifici. Qui dobbiamo
combattere con l’acqua che
cola dal soffitto e il personale
che manca – continua Gallone
–. Mi sembra che stia succedendo quello che si è verificato già per il Valdese».
Ladoppiabeffa
dellaburocrazia
LUIGI
LA SPINA
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
a decenni, ogni
volta che si scoprono giri di mazzette intorno a lavori
pubblici, concorsi truccati, tangenti ai politici,
il rimedio sembra essere
la moltiplicazione burocratica delle autorizzazioni, dei permessi, dei
certificati. Come se la
macchina della trasparenza debba essere alimentata da una montagna di carte, di disposizioni, di norme, di regolamenti interpretativi, di
valutazioni, di verifiche.
Peccato che al crescere di questi controlli che
dovrebbero assicurare
l’onestà pubblica, cresca
anche l’impressione, e
non solo l’impressione,
che i corrotti navighino
nel mare di queste carte
con l’agilità di un’anguilla e la voracità di un pescecane.
Il fenomeno della superfetazione, se vogliamo chiamarla così, della
burocrazia contro le tentazioni corruttive ha naturalmente un altro effetto negativo, quello di ingolfare l’amministrazione pubblica di dirigenti,
funzionari, impiegati addetti a questo settore a
scapito della produttività
del servizio. I cittadini,
così, subiscono un doppio
danno: alla evidente inefficienza contro la malversazione si aggiunge
l’esasperante lentezza
delle procedure.
È solo l’assunzione di
responsabilità precise e
individuabili all’interno
della nostra burocrazia,
con il corollario di immediate e drastiche punizioni nei confronti di chi
cede alla corruzione, che
consentirà di limitare i
danni dei dilaganti scandali. La semplificazione
aiuta la trasparenza e
non la danneggia, proprio perché non consente ai corrotti di nascondersi dietro la montagna
di inutili carte. Ma che fine hanno fatto le promesse dei governi Monti,
Letta e Renzi a proposito della parola «semplificazione»?
D
Domani all’uscita del Reload Music festival
Taxi con lo sconto e autisti di Uber
Difficile test di convivenza al PalaAlpitour
il caso
LETIZIA TORTELLO
fatto sapere agli autisti di Uber
di non andare a scaricare i ragazzi proprio vicino a corso
Galileo Ferraris 251, luogo in
cui verrà attivato il servizio taxi promozionale, ma in altri posti segreti e fuori dalla calca.
Guerra fredda
ue zone lontane, ai poli
opposti della «discoteca». La sfida taxi-Uber,
domani sera, al Pala Alpitour
ci sarà. Anche se sotto traccia.
Gli organizzatori del Reload
Music Festival sperano che la
convivenza avvenga senza problemi di ordine pubblico. E a
questo proposito, qualcuno ha
D
La festa da 12 ore di musica
elettronica no stop vedrà
schierarsi i taxi da un lato del
Pala Alpitour. Loro, «irriducibili» della tariffa intera, per il
Reload scendono a compromessi, con corse a 5 euro a persona («minimo 3 passeggeri
per vettura») per riportare i
ragazzi a casa, prezzo fisso in
tutta Torino. Dall’altro, ci sa-
ranno gli autisti gestiti dalla
app, che perdono la partnership con la manifestazione, ma
non hanno intenzione di mollare. «Ci sarà una platea di 10 mila giovani – spiega Virginia
Sanchesi, di Libra Concerti –.
Noi non appoggiamo nessuno.
I tassisti nemmeno ci hanno
chiamati per l’accordo. Saranno i ragazzi a decidere. Il mercato, a questo punto, è aperto».
Concetto ribadito da Benedetta Arese Lucini, general
manager di Uber: «Una sana
concorrenza fa bene a tutti, in
particolare al consumatore.
Se Uber ha innescato questo
processo, non possiamo che
esserne felici».
REPORTERS
«Non belligeranti»
I taxi si dichiarano «non belligeranti», smentiscono ronde o
azioni di contrasto a Uber. Ma
chiedono al Comune «più controlli». Delusi dall’assessorato
al Commercio di Domenico
Mangone, che non ha emesso
un’ordinanza per accogliere
ufficialmente la loro proposta
«Vadano
lontano»
I tassisti
avrebbero
consigliato
a Uber di
non aspettare
davanti
all’ingresso
delle tariffe scontate. «Sono
argomenti di competenza della
Provincia»,dicono dagli uffici
di Mangone. Le auto bianche
ribattono, con il portavoce Federico Rolando: «L’assessore
ci ricorda regole e codicilli?
Perché la stessa pignoleria
non la usa per combattere gli
abusivi?».
12 45 67 18
46 .Cronaca di Torino
STAMPA
.LA
VENERDÌ 27 FEBBRAIO 2015
Di nuovo sotto accusa la gestione della Sanità
Orbassano
Cantieri lumaca all’ospedale Martini
Lavori in ritardo di oltre due anni
San Luigi
“La riforma
ci declassa”
diceva a ottobre il consigliere
Davide Gariglio. «E sarà difficile rispettare anche la nuova
scadenza – nota ora Valle, che
nei giorni scorsi ha ispezionato
la struttura con i tecnici dell’Asl To1 –. Vigileremo perché i
lavori non si fermino. L’ospedale ha estremo bisogno di essere
ammodernato, manca anche
l’aria condizionata».
FABRIZIO ASSANDRI
Continua la settimana nera
della sanità torinese, dopo lo
scandalo sugli appalti pilotati
alla Asl To1. La nuova tegola
arriva dall’ospedale Martini:
la fine dei lavori di ristrutturazione, prevista inizialmente
a marzo 2014, poi spostata nel
2015, nemmeno quest’anno
andrà in porto: la data è slittata a maggio 2016. E non è neppure quella definitiva, perché, quasi certamente, tra varianti, sospensioni, problemi
organizzativi, non si rispetterà neanche questa scadenza.
Interrogazione
È emerso ieri in Regione, dove l’assessore alla Sanità Antonio Saitta, rispondendo a
un’interrogazione del consigliere Pd Daniele Valle, ha
spiegato che dovrebbe essere
consegnato a giorni l’ultimo
piano dell’ospedale, il sesto,
l’unico in cui finora i lavori so-
Costi lievitati
L’ospedale Martini
REPORTERS
no partiti (insieme a un pezzetto del quinto). Probabilmente
ospiterà la pediatria. Sembrava già pronto da mesi, poi ci sono stati problemi di infiltrazioni e guasti ai gruppi elettrogeni. Ma è il meno. È l’intero cantiere che va a rilento. «Sembra
a tutti gli effetti abbandonato»,
Alberto Goffi
Intanto, i costi del cantiere sono saliti. Il bando era stato aggiudicato per circa 6milioni di
euro, con un ribasso di oltre la
metà sull’importo messo a gara, «anomalia» che aveva destato perplessità al consigliere
della Circoscrizione 3 Gavino
Olmeo, che aveva denunciato il
rischio di un aumento in corso
d’opera dei costi. In effetti, due
anni fa, una variante al progetto ha portato il costo a 7 milioni
e 200 mila euro. «Non entro nel
merito», è quanto si limita a dire Saitta.
MASSIMO MASSENZIO
Appalti pilotati
Asl,oggiiprimi
interrogatori
1 Si
svolgeranno
oggi gli interrogatori
dei sei arrestati nell’ambito dell’inchiesta
sugli appalti pilotati
all’Asl To1. Potrebbero
essere svelati dei
retroscena del «sistema» contestato dal
pm Gianfranco Colace
e dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria per far vincere le
imprese favorite dal
dirigente dell’ufficio
tecnico Silvano Nieddu nelle gare per le
forniture di materiale
audio e video. [C. LAU.]
Paolo Monferino
“Asl, bilanci poco chiari “Mai abolito i controlli,
Bisogna fare di più”
io volevo rafforzarli”
Lo scandalo all’Asl
Torino uno? Cose
già viste. Peccato
che finora in politica
abbia prevalso il partito del
nascondino». Così Alberto
Goffi, ex-consigliere Udc
nella passata legislatura e
presidente della Commissione d’inchiesta sugli appalti delle Asl.
Deluso?
«Rammaricato. Nonostante
gli impegni presi da Chiamparino e Saitta la Commissione non è stata reintrodotta».
In realtà è una prerogativa del
Consiglio.
«Vero. Però, a inizio legislatura, entrambi avevano appoggiato questa ipotesi. Quanto
al Consiglio, bisogna dare atto
a quello precedente, così vituperato, di aver varato la Commissione».
È lo stesso Consiglio che però,
una volta scaduta, non la riconfermò.
Alberto
Goffi
Nella passata
legislatura
regionale
ha indagato
sugli appalti
delle Asl
«Un errore: ci eravamo fatti
trasmettere i bilanci delle Asl
e avevamo cominciato a controllarli, parliamo di 4 mila
pagine».
Cosa era emerso?
«Cose poco chiare: cominciando dalle proroghe reiterate degli appalti in essere, da anni,
senza nuove gare».
Niente di nuovo sotto il sole?
«Temo che il peggio debba ancora arrivare».
Come se ne esce?
«Cambiare i direttori generali, cioè gli uomini, senza intervenire sul sistema non ha senso: servono meccanismi efficaci di controllo».
[ALE. MON.]
Paolo
Monferino
«Scusi? Può ripetere?». Paolo Monferino, l’assessoremanager che Cota volle alla guida della Sanità, resta in attesa all’altro capo
del telefono.
Mercoledì, in Consiglio, Saitta
ha detto che «ancora oggi paghiamo lo scotto delle decisioni scellerate dell’allora assessore Monferino».
«Scellerate? In che senso?»
È stato
assessore alla
Sanità nella
giunta
guidata da
Roberto Cota
ficio con questa funzione. E
quando me ne sono andato, era
ancora al suo posto».
Nel senso che proprio lei, sostiene l’assessore, «volle aboliregliufficidell’assessoratoche
si occupavano di controllare
bilanci e appalti delle Asl».
«Venivano controllati, formalmente, tutti gli atti delle Asl.
Io volevo creare qualcosa di
serio».
Ma ha abolito quegli uffici
o no?
«Un vero servizio di auditing
aziendale, con professionisti capaci di vagliare e non solo di leggere i documenti».
«Oggi Saitta dà la colpa a me,
domani qualcuno se la prenderà con lui: un classico».
«Non ho abolito un bel
niente».
Allora perchè sono spariti?
Saitta è stato perentorio.
«Senta: quando ero assessore
in corso Regina c’era solo un uf-
Di cosa si occupava?
Si spieghi meglio.
Com’è finita?
«Il problema non era trovare le
competenze, ma assumerle. Impossibile, essendo la Sanità in piano di rientro e quindi soggetta al
blocco del turn over». [ALE. MON.]
«Siamo pronti a lottare per il
nostro lavoro e la nostra crescita». Organizzazioni sindacali, medici, operatori e studenti del San Luigi non hanno
intenzione di subire passivamente una riforma che, a loro
dire, «declassa una realtà
d’eccellenza». La conferma è
arrivata ieri dall’assemblea
aperta, in una sala convegni
gremita. Almeno 350 fra pazienti e lavoratori dell’ospedale di Orbassano hanno ribadito la contrarietà alla delibera di riorganizzazione della
rete ospedaliera, mentre i
consiglieri regionali del Pd,
Nino Boeti e Andrea Appiano,
hanno espresso ottimismo:
«Il piano di rientro è stato severo, ma l’ospedale non perderà le sue eccellenze». Il Comitato di difesa e valorizzazione del San Luigi punta invece il dito sugli sprechi: «Sono stati spesi 10 milioni di euro per un pronto soccorso declassato ancora prima di essere inaugurato. Gli enormi
investimenti e gli oggettivi
vantaggi logistici obbligano la
Regione a rivedere il ruolo del
nostro ospedale all’interno
delle rete dell’emergenza considerandolo il centro di riferimento per l’emergenza dell’area Torino ovest». Sul palco
anche Elena Mbachu, rappresentanti degli studenti universitari: «Questo è un polo di
eccellenza e veniamo qui perché c’è un facile accesso a tante discipline». Molto più duro
e ironico l’intervento di Gabriele Gallone, medico e rappresentante dell’esecutivo
Anaao: «Anch’io sono ottimista perché la situazione non è
peggiorata: eravamo in mano
a una banda di incompetenti e
lo siamo ancora». L’ipotesi
che il San Luigi possa diventare un centro di riferimento
per la cura delle Fragilità,
avanzata nei giorni scorsi dall’assessore regionale Saitta,
ha riscosso una generale bocciatura: «La cura delle malattie in età avanzata si fa in centri specifici. Qui dobbiamo
combattere con l’acqua che
cola dal soffitto e il personale
che manca – continua Gallone
–. Mi sembra che stia succedendo quello che si è verificato già per il Valdese».
Ladoppiabeffa
dellaburocrazia
LUIGI
LA SPINA
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
a decenni, ogni
volta che si scoprono giri di mazzette intorno a lavori
pubblici, concorsi truccati, tangenti ai politici,
il rimedio sembra essere
la moltiplicazione burocratica delle autorizzazioni, dei permessi, dei
certificati. Come se la
macchina della trasparenza debba essere alimentata da una montagna di carte, di disposizioni, di norme, di regolamenti interpretativi, di
valutazioni, di verifiche.
Peccato che al crescere di questi controlli che
dovrebbero assicurare
l’onestà pubblica, cresca
anche l’impressione, e
non solo l’impressione,
che i corrotti navighino
nel mare di queste carte
con l’agilità di un’anguilla e la voracità di un pescecane.
Il fenomeno della superfetazione, se vogliamo chiamarla così, della
burocrazia contro le tentazioni corruttive ha naturalmente un altro effetto negativo, quello di ingolfare l’amministrazione pubblica di dirigenti,
funzionari, impiegati addetti a questo settore a
scapito della produttività
del servizio. I cittadini,
così, subiscono un doppio
danno: alla evidente inefficienza contro la malversazione si aggiunge
l’esasperante lentezza
delle procedure.
È solo l’assunzione di
responsabilità precise e
individuabili all’interno
della nostra burocrazia,
con il corollario di immediate e drastiche punizioni nei confronti di chi
cede alla corruzione, che
consentirà di limitare i
danni dei dilaganti scandali. La semplificazione
aiuta la trasparenza e
non la danneggia, proprio perché non consente ai corrotti di nascondersi dietro la montagna
di inutili carte. Ma che fine hanno fatto le promesse dei governi Monti,
Letta e Renzi a proposito della parola «semplificazione»?
D
Domani all’uscita del Reload Music festival
Taxi con lo sconto e autisti di Uber
Difficile test di convivenza al PalaAlpitour
il caso
LETIZIA TORTELLO
fatto sapere agli autisti di Uber
di non andare a scaricare i ragazzi proprio vicino a corso
Galileo Ferraris 251, luogo in
cui verrà attivato il servizio taxi promozionale, ma in altri posti segreti e fuori dalla calca.
Guerra fredda
ue zone lontane, ai poli
opposti della «discoteca». La sfida taxi-Uber,
domani sera, al Pala Alpitour
ci sarà. Anche se sotto traccia.
Gli organizzatori del Reload
Music Festival sperano che la
convivenza avvenga senza problemi di ordine pubblico. E a
questo proposito, qualcuno ha
D
La festa da 12 ore di musica
elettronica no stop vedrà
schierarsi i taxi da un lato del
Pala Alpitour. Loro, «irriducibili» della tariffa intera, per il
Reload scendono a compromessi, con corse a 5 euro a persona («minimo 3 passeggeri
per vettura») per riportare i
ragazzi a casa, prezzo fisso in
tutta Torino. Dall’altro, ci sa-
ranno gli autisti gestiti dalla
app, che perdono la partnership con la manifestazione, ma
non hanno intenzione di mollare. «Ci sarà una platea di 10 mila giovani – spiega Virginia
Sanchesi, di Libra Concerti –.
Noi non appoggiamo nessuno.
I tassisti nemmeno ci hanno
chiamati per l’accordo. Saranno i ragazzi a decidere. Il mercato, a questo punto, è aperto».
Concetto ribadito da Benedetta Arese Lucini, general
manager di Uber: «Una sana
concorrenza fa bene a tutti, in
particolare al consumatore.
Se Uber ha innescato questo
processo, non possiamo che
esserne felici».
REPORTERS
«Non belligeranti»
I taxi si dichiarano «non belligeranti», smentiscono ronde o
azioni di contrasto a Uber. Ma
chiedono al Comune «più controlli». Delusi dall’assessorato
al Commercio di Domenico
Mangone, che non ha emesso
un’ordinanza per accogliere
ufficialmente la loro proposta
«Vadano
lontano»
I tassisti
avrebbero
consigliato
a Uber di
non aspettare
davanti
all’ingresso
delle tariffe scontate. «Sono
argomenti di competenza della
Provincia»,dicono dagli uffici
di Mangone. Le auto bianche
ribattono, con il portavoce Federico Rolando: «L’assessore
ci ricorda regole e codicilli?
Perché la stessa pignoleria
non la usa per combattere gli
abusivi?».
12 45 67 18
46 .Cronaca di Torino
STAMPA
.LA
VENERDÌ 27 FEBBRAIO 2015
Di nuovo sotto accusa la gestione della Sanità
Orbassano
Cantieri lumaca all’ospedale Martini
Lavori in ritardo di oltre due anni
San Luigi
“La riforma
ci declassa”
diceva a ottobre il consigliere
Davide Gariglio. «E sarà difficile rispettare anche la nuova
scadenza – nota ora Valle, che
nei giorni scorsi ha ispezionato
la struttura con i tecnici dell’Asl To1 –. Vigileremo perché i
lavori non si fermino. L’ospedale ha estremo bisogno di essere
ammodernato, manca anche
l’aria condizionata».
FABRIZIO ASSANDRI
Continua la settimana nera
della sanità torinese, dopo lo
scandalo sugli appalti pilotati
alla Asl To1. La nuova tegola
arriva dall’ospedale Martini:
la fine dei lavori di ristrutturazione, prevista inizialmente
a marzo 2014, poi spostata nel
2015, nemmeno quest’anno
andrà in porto: la data è slittata a maggio 2016. E non è neppure quella definitiva, perché, quasi certamente, tra varianti, sospensioni, problemi
organizzativi, non si rispetterà neanche questa scadenza.
Interrogazione
È emerso ieri in Regione, dove l’assessore alla Sanità Antonio Saitta, rispondendo a
un’interrogazione del consigliere Pd Daniele Valle, ha
spiegato che dovrebbe essere
consegnato a giorni l’ultimo
piano dell’ospedale, il sesto,
l’unico in cui finora i lavori so-
Costi lievitati
L’ospedale Martini
REPORTERS
no partiti (insieme a un pezzetto del quinto). Probabilmente
ospiterà la pediatria. Sembrava già pronto da mesi, poi ci sono stati problemi di infiltrazioni e guasti ai gruppi elettrogeni. Ma è il meno. È l’intero cantiere che va a rilento. «Sembra
a tutti gli effetti abbandonato»,
Alberto Goffi
Intanto, i costi del cantiere sono saliti. Il bando era stato aggiudicato per circa 6milioni di
euro, con un ribasso di oltre la
metà sull’importo messo a gara, «anomalia» che aveva destato perplessità al consigliere
della Circoscrizione 3 Gavino
Olmeo, che aveva denunciato il
rischio di un aumento in corso
d’opera dei costi. In effetti, due
anni fa, una variante al progetto ha portato il costo a 7 milioni
e 200 mila euro. «Non entro nel
merito», è quanto si limita a dire Saitta.
MASSIMO MASSENZIO
Appalti pilotati
Asl,oggiiprimi
interrogatori
1 Si
svolgeranno
oggi gli interrogatori
dei sei arrestati nell’ambito dell’inchiesta
sugli appalti pilotati
all’Asl To1. Potrebbero
essere svelati dei
retroscena del «sistema» contestato dal
pm Gianfranco Colace
e dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria per far vincere le
imprese favorite dal
dirigente dell’ufficio
tecnico Silvano Nieddu nelle gare per le
forniture di materiale
audio e video. [C. LAU.]
Paolo Monferino
“Asl, bilanci poco chiari “Mai abolito i controlli,
Bisogna fare di più”
io volevo rafforzarli”
Lo scandalo all’Asl
Torino uno? Cose
già viste. Peccato
che finora in politica
abbia prevalso il partito del
nascondino». Così Alberto
Goffi, ex-consigliere Udc
nella passata legislatura e
presidente della Commissione d’inchiesta sugli appalti delle Asl.
Deluso?
«Rammaricato. Nonostante
gli impegni presi da Chiamparino e Saitta la Commissione non è stata reintrodotta».
In realtà è una prerogativa del
Consiglio.
«Vero. Però, a inizio legislatura, entrambi avevano appoggiato questa ipotesi. Quanto
al Consiglio, bisogna dare atto
a quello precedente, così vituperato, di aver varato la Commissione».
È lo stesso Consiglio che però,
una volta scaduta, non la riconfermò.
Alberto
Goffi
Nella passata
legislatura
regionale
ha indagato
sugli appalti
delle Asl
«Un errore: ci eravamo fatti
trasmettere i bilanci delle Asl
e avevamo cominciato a controllarli, parliamo di 4 mila
pagine».
Cosa era emerso?
«Cose poco chiare: cominciando dalle proroghe reiterate degli appalti in essere, da anni,
senza nuove gare».
Niente di nuovo sotto il sole?
«Temo che il peggio debba ancora arrivare».
Come se ne esce?
«Cambiare i direttori generali, cioè gli uomini, senza intervenire sul sistema non ha senso: servono meccanismi efficaci di controllo».
[ALE. MON.]
Paolo
Monferino
«Scusi? Può ripetere?». Paolo Monferino, l’assessoremanager che Cota volle alla guida della Sanità, resta in attesa all’altro capo
del telefono.
Mercoledì, in Consiglio, Saitta
ha detto che «ancora oggi paghiamo lo scotto delle decisioni scellerate dell’allora assessore Monferino».
«Scellerate? In che senso?»
È stato
assessore alla
Sanità nella
giunta
guidata da
Roberto Cota
ficio con questa funzione. E
quando me ne sono andato, era
ancora al suo posto».
Nel senso che proprio lei, sostiene l’assessore, «volle aboliregliufficidell’assessoratoche
si occupavano di controllare
bilanci e appalti delle Asl».
«Venivano controllati, formalmente, tutti gli atti delle Asl.
Io volevo creare qualcosa di
serio».
Ma ha abolito quegli uffici
o no?
«Un vero servizio di auditing
aziendale, con professionisti capaci di vagliare e non solo di leggere i documenti».
«Oggi Saitta dà la colpa a me,
domani qualcuno se la prenderà con lui: un classico».
«Non ho abolito un bel
niente».
Allora perchè sono spariti?
Saitta è stato perentorio.
«Senta: quando ero assessore
in corso Regina c’era solo un uf-
Di cosa si occupava?
Si spieghi meglio.
Com’è finita?
«Il problema non era trovare le
competenze, ma assumerle. Impossibile, essendo la Sanità in piano di rientro e quindi soggetta al
blocco del turn over». [ALE. MON.]
«Siamo pronti a lottare per il
nostro lavoro e la nostra crescita». Organizzazioni sindacali, medici, operatori e studenti del San Luigi non hanno
intenzione di subire passivamente una riforma che, a loro
dire, «declassa una realtà
d’eccellenza». La conferma è
arrivata ieri dall’assemblea
aperta, in una sala convegni
gremita. Almeno 350 fra pazienti e lavoratori dell’ospedale di Orbassano hanno ribadito la contrarietà alla delibera di riorganizzazione della
rete ospedaliera, mentre i
consiglieri regionali del Pd,
Nino Boeti e Andrea Appiano,
hanno espresso ottimismo:
«Il piano di rientro è stato severo, ma l’ospedale non perderà le sue eccellenze». Il Comitato di difesa e valorizzazione del San Luigi punta invece il dito sugli sprechi: «Sono stati spesi 10 milioni di euro per un pronto soccorso declassato ancora prima di essere inaugurato. Gli enormi
investimenti e gli oggettivi
vantaggi logistici obbligano la
Regione a rivedere il ruolo del
nostro ospedale all’interno
delle rete dell’emergenza considerandolo il centro di riferimento per l’emergenza dell’area Torino ovest». Sul palco
anche Elena Mbachu, rappresentanti degli studenti universitari: «Questo è un polo di
eccellenza e veniamo qui perché c’è un facile accesso a tante discipline». Molto più duro
e ironico l’intervento di Gabriele Gallone, medico e rappresentante dell’esecutivo
Anaao: «Anch’io sono ottimista perché la situazione non è
peggiorata: eravamo in mano
a una banda di incompetenti e
lo siamo ancora». L’ipotesi
che il San Luigi possa diventare un centro di riferimento
per la cura delle Fragilità,
avanzata nei giorni scorsi dall’assessore regionale Saitta,
ha riscosso una generale bocciatura: «La cura delle malattie in età avanzata si fa in centri specifici. Qui dobbiamo
combattere con l’acqua che
cola dal soffitto e il personale
che manca – continua Gallone
–. Mi sembra che stia succedendo quello che si è verificato già per il Valdese».
Ladoppiabeffa
dellaburocrazia
LUIGI
LA SPINA
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
a decenni, ogni
volta che si scoprono giri di mazzette intorno a lavori
pubblici, concorsi truccati, tangenti ai politici,
il rimedio sembra essere
la moltiplicazione burocratica delle autorizzazioni, dei permessi, dei
certificati. Come se la
macchina della trasparenza debba essere alimentata da una montagna di carte, di disposizioni, di norme, di regolamenti interpretativi, di
valutazioni, di verifiche.
Peccato che al crescere di questi controlli che
dovrebbero assicurare
l’onestà pubblica, cresca
anche l’impressione, e
non solo l’impressione,
che i corrotti navighino
nel mare di queste carte
con l’agilità di un’anguilla e la voracità di un pescecane.
Il fenomeno della superfetazione, se vogliamo chiamarla così, della
burocrazia contro le tentazioni corruttive ha naturalmente un altro effetto negativo, quello di ingolfare l’amministrazione pubblica di dirigenti,
funzionari, impiegati addetti a questo settore a
scapito della produttività
del servizio. I cittadini,
così, subiscono un doppio
danno: alla evidente inefficienza contro la malversazione si aggiunge
l’esasperante lentezza
delle procedure.
È solo l’assunzione di
responsabilità precise e
individuabili all’interno
della nostra burocrazia,
con il corollario di immediate e drastiche punizioni nei confronti di chi
cede alla corruzione, che
consentirà di limitare i
danni dei dilaganti scandali. La semplificazione
aiuta la trasparenza e
non la danneggia, proprio perché non consente ai corrotti di nascondersi dietro la montagna
di inutili carte. Ma che fine hanno fatto le promesse dei governi Monti,
Letta e Renzi a proposito della parola «semplificazione»?
D
Domani all’uscita del Reload Music festival
Taxi con lo sconto e autisti di Uber
Difficile test di convivenza al PalaAlpitour
il caso
LETIZIA TORTELLO
fatto sapere agli autisti di Uber
di non andare a scaricare i ragazzi proprio vicino a corso
Galileo Ferraris 251, luogo in
cui verrà attivato il servizio taxi promozionale, ma in altri posti segreti e fuori dalla calca.
Guerra fredda
ue zone lontane, ai poli
opposti della «discoteca». La sfida taxi-Uber,
domani sera, al Pala Alpitour
ci sarà. Anche se sotto traccia.
Gli organizzatori del Reload
Music Festival sperano che la
convivenza avvenga senza problemi di ordine pubblico. E a
questo proposito, qualcuno ha
D
La festa da 12 ore di musica
elettronica no stop vedrà
schierarsi i taxi da un lato del
Pala Alpitour. Loro, «irriducibili» della tariffa intera, per il
Reload scendono a compromessi, con corse a 5 euro a persona («minimo 3 passeggeri
per vettura») per riportare i
ragazzi a casa, prezzo fisso in
tutta Torino. Dall’altro, ci sa-
ranno gli autisti gestiti dalla
app, che perdono la partnership con la manifestazione, ma
non hanno intenzione di mollare. «Ci sarà una platea di 10 mila giovani – spiega Virginia
Sanchesi, di Libra Concerti –.
Noi non appoggiamo nessuno.
I tassisti nemmeno ci hanno
chiamati per l’accordo. Saranno i ragazzi a decidere. Il mercato, a questo punto, è aperto».
Concetto ribadito da Benedetta Arese Lucini, general
manager di Uber: «Una sana
concorrenza fa bene a tutti, in
particolare al consumatore.
Se Uber ha innescato questo
processo, non possiamo che
esserne felici».
REPORTERS
«Non belligeranti»
I taxi si dichiarano «non belligeranti», smentiscono ronde o
azioni di contrasto a Uber. Ma
chiedono al Comune «più controlli». Delusi dall’assessorato
al Commercio di Domenico
Mangone, che non ha emesso
un’ordinanza per accogliere
ufficialmente la loro proposta
«Vadano
lontano»
I tassisti
avrebbero
consigliato
a Uber di
non aspettare
davanti
all’ingresso
delle tariffe scontate. «Sono
argomenti di competenza della
Provincia»,dicono dagli uffici
di Mangone. Le auto bianche
ribattono, con il portavoce Federico Rolando: «L’assessore
ci ricorda regole e codicilli?
Perché la stessa pignoleria
non la usa per combattere gli
abusivi?».