GIOVEDÌ 7 AGOSTO 2014 ANNO 139 - N. 186 www.corriere.it Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Piazza Venezia 5 - Tel. 06 688281 In Italia EURO 1,40 Servizio Clienti - Tel 02 63797510 mail: [email protected] Fondato nel 1876 La sonda Rosetta Montagne e crateri, fotografata una cometa Dopo 36 anni La nonna argentina che ritrova il nipote Su Sette Reporter di guerra Poche ma motivate di Giovanni Caprara a pagina 20 di Alessandra Coppola a pagina 15 Domani il magazine con il Corriere della Sera I timori di Bruxelles sui conti italiani. Padoan: nessuna manovra aggiuntiva. Le opposizioni attaccano: Paese in ginocchio È recessione, il Pil peggio del previsto Nel secondo trimestre frenata dello 0,2%. Segnali negativi anche dall’export Borsa giù, sale lo spread. La strategia in dieci punti del premier per reagire L’andamento dal 2007 BAGNO NELLA REALTÀ 1,7 di DARIO DI VICO -1,2 -2,4 -1,9 -5,5 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Fonte: Istat 2013 -0,3 rispetto al secondo trimestre del 2013 di MARCO GALLUZZO A PAGINA 2 2014 (6 mesi) La mappa delle 1.213 società inutili L’Istat annuncia il ritorno della recessione «tecnica»: il Pil nel secondo trimestre 2014 scende dello 0,2%, dopo il -0,1% del primo trimestre. La Borsa brucia 12,8 miliardi, lo spread sale a 170. Il ministro Padoan assicura che non ci sarà una manovra aggiuntiva, il premier Renzi scrive ai parlamentari di maggioranza e fissa le «10 scelte» per crescere. di SERGIO RIZZO A PAGINA 5 DA PAGINA 2 A PAGINA 5 Basso, Di Frischia, Querzé, Savelli, Sensini GRANDE GUERRA I PARALLELI STORICI CHE INGANNANO di NIALL FERGUSON È passato un secolo da quando il fragore assordante dei cannoni di agosto 1914 segnò la fine del dominio europeo. Potrebbe ripetersi ai giorni nostri una simile catastrofe? La successione di eventi occorsi da quando il jet malese MH17 è stato abbattuto nella regione orientale dell’Ucraina assomiglia in realtà a quanto accadde in seguito all’omicidio dell’Arciduca austriaco Francesco Ferdinando nel giugno del 1914. Oggi, come allora, la crisi inizia con un atto di terrorismo di Stato. Oggi, come allora, la Russia è al fianco dei guerrafondai. CONTINUA A PAGINA 33 Le due volontarie lombarde rapite sette giorni fa L’intesa regge, ma il governo va sotto al Senato Renzi e Berlusconi: così cambia l’Italicum L’imprenditore «Portai Matteo da Silvio: si capirono» di PAOLO ERMINI Greta e Vanessa, sequestrate in Siria di FIORENZA SARZANINI D ue cooperanti italiane — Greta Ramelli, 20 anni di Gavirate (Varese, a sinistra nella foto) e Vanessa Marzullo, 21 anni di Brembate (Bergamo) — sono state rapite in Siria nella notte tra il 31 luglio e il primo agosto. Sarebbero state portate via da una banda di criminali comuni che potrebbero poi cederle a un gruppo organizzato. A PAGINA 12 Baroni - A PAGINA 33 un commento di Beppe Severgnini S i chiama Enrico Marinelli. È un imprenditore fiorentino. Oggi rivela che fu lui a propiziare il celebre primo incontro Renzi-Berlusconi, il 6 dicembre 2010 a villa San Martino, Arcore. C i f u ro n o p o l e m i c h e . «Matteo era un sindaco che doveva discutere della sua città col premier — spiega Marinelli —, la sua filosofia era: dove mi invita, vado». ALLE PAGINE 8 E 9 Parla a un master sulla gestione del panico alla Sapienza. Lo sconcerto del ministro L’assurdo caso del professor Schettino di ALDO CAZZULLO Da Mosca agli Stati Uniti F rancesco Schettino in cattedra, a parlare di «gestione del panico» a un seminario di criminologia all’Università La Sapienza di Roma. E scoppia la polemica. Il ministro dell’Istruzione Giannini chiede rispetto per le famiglie delle vittime del naufragio e parla di «fatto sconcertante». Di «iniziativa autonoma e indegna di un docente» parla il rettore Frati, che deferisce il promotore del seminario. A PAGINA 16 De Leo Gli hacker e il furto dei record, più di un miliardo di password di MASSIMO GAGGI U n miliardo e 200 milioni di password e 420 mila indirizzi di posta elettronica: è l’incredibile «bottino» di una gang di hacker russi, reso noto da una società Usa. A PAGINA 19 IMAGE ZOO/CORBIS © RIPRODUZIONE RISERVATA E Delrio: non faremo patrimoniali trimestri trimestri +0,1 -0,1 -0,2 -0,2 -0,1 -0,6 0,4 0 In primo piano ANSA le stanze dei bottoni, tanto più in presenza di economie che si sono autonomizzate, globalizzate e che usciranno dalla recessione diverse rispetto a come sono entrate. Un’amministrazione responsabile però ha alcuni doveri. Primo: evitare la bulimia legislativa e curare meglio l’accompagnamento dei provvedimenti che sceglie o ha ereditato. Degli 80 euro finora non abbiamo usufruito in termini di crescita del mercato interno causa le tante tasse da pagare, dei provvedimenti di politica industriale spicciola varati anche dai governi Monti e Letta veniamo a sapere che per la maggior parte sono fermi causa la mancanza di decreti attuativi e il rimpallo di carte tra ministero dello Sviluppo e Tesoro. Potremmo continuare, la fenomenologia è ricca e persino gli addetti ai lavori fanno fatica a districarsi tra i tanti decreti/pacchetti annunciati e solo formalmente approvati. Nella confusione normativa e nella delusione da Pil calante c’è il rischio di buttare al macero gli ultimi mesi del 2014: siccome le previsioni ci dicono che incroceremo la ripresa solo nel 2015 potremmo cadere nella tentazione di un ritorno dalle ferie a bassa intensità. Si provi, invece, a imbastire accanto a quello europeo un semestre italiano. Chiamando alla mobilitazione e alla responsabilità tutte le componenti dell’economia. Anche tra loro serpeggia la disillusione, si accontentano di compilare periodicamente i quaderni delle lagnanze e non prendono invece veri impegni. L’hashtag per loro è #inclusione. 1,7 AFP 9 771120 498008 40 8 0 7> Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano È andata peggio del previsto. I dati Istat ci restituiscono l’immagine di un Paese in recessione. Lo 0,2 in meno di Pil rispetto al trimestre precedente è una botta e non ha senso tentare di minimizzare. Una botta che azzera i segnali di cauta speranza che pure venivano da settori industriali vivaci (macchine utensili, occhialeria), dai territori più dinamici (Padova, Vicenza e l’Emilia), dall’indice di fiducia delle imprese e persino dagli ultimi dati sull’occupazione. La verità è che in questi anni sono state le esportazioni a salvare il Paese e quando qualcuno dei mercati-chiave per i nostri prodotti batte in testa i riflessi negativi sull’Italia sono immediati. Poi, che la misurazione a mezzo Pil non sia uno strumento perfetto e che i meccanismi di previsione/valutazione siano invecchiati davanti agli sconvolgimenti della Grande Crisi è più che un’ipotesi, che vale anche per economie come l’inglese e la spagnola che comunque crescono. Sul breve però dobbiamo capire che cosa questo dato ci comunica e individuare un percorso per uscire dallo stallo. Cominciamo sgomberando il campo da un equivoco: la comunicazione governativa sta esagerando nel danno di immagine procurato ai gufi, che sono animali miti, saggi e considerati nel Medioevo come dei portafortuna. Non è colpa loro se l’effetto Renzi ha una provata efficacia nella raccolta del consenso (il Pd oggi è valutato attorno al 42%) ma non si trasmette all’economia. Del resto è dal tempo di Pietro Nenni che dovremmo sapere che non esistono Giannelli Pil Italia (variazioni %) 1914-2014 Tre ore di colloquio. Sul tavolo del nuovo incontro tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi c’era la futura legge elettorale, l’Italicum. Ma si è anche parlato della ricaduta in recessione dell’Italia e della situazione allarmante in Libia. Sul fronte legge elettorale l’asse tra il premier e l’ex Cavaliere regge bene. Nel faccia a faccia si sono ipotizzate possibili modifiche sulle soglie per accedere al premio di maggioranza ed entrare in Parlamento. Parti più distanti, ma sempre dialoganti, sulla reintroduzione delle preferenze. ALLE PAGINE 8 E 9 Labate, Mastrantonio Dopo le sanzioni La Russia blocca i cibi dall’Europa di FABRIZIO DRAGOSEI A PAGINA 15 2 Primo Piano Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera I conti L’Istat La frenata dell’Italia, il Pil scende dello 0,2% Padoan: segnali positivi dall’industria. Alfano: l’articolo 18 non valga per i nuovi assunti La recessione e le clausole più favorevoli di MARIO SENSINI Ne avrebbero fatto volentieri a meno, ma né Matteo Renzi né Pier Carlo Padoan, si strappano i capelli davanti al brutto dato del Pil. Buon viso a cattivo gioco? Può darsi, ma forse c’è anche un’altra spiegazione. Quel meno 0,2% è la conferma che l’Italia è ancora in recessione. E di quelle «circostanze eccezionali», contemplate dai Trattati Ue, che consentono un allentamento del piano di risanamento dei conti pubblici. Il governo Renzi le ha invocate già ad aprile, per giustificare il maggior debito dovuto al pagamento degli arretrati dello Stato, e per spostare il pareggio strutturale di bilancio dal 2015 al 2016. Sono le stesse «circostanze» che restano oggi, e che anzi si aggravano: la crescita, negativa, sempre molto al di sotto del prodotto potenziale, la scarsa liquidità delle imprese, la necessità di varare imponenti riforme strutturali. Se erano motivi validi ad aprile, a maggior ragione lo sono ora. Quella di un ulteriore rinvio del pareggio è una strada percorribile. Il presupposto c’è, ma in base ai nuovi accordi Ue, bisognerà rispettare alcune altre condizioni. La prima è quella di mantenersi sempre sotto il 3% del deficit. Poi bisogna rispettare la regola della spesa e quella del debito. Sulla prima non dovrebbero esserci problemi, a patto che i tagli previsti si facciano. Per stare a posto anche con il debito, invece, bisognerà fare alcune dismissioni. Niente di impossibile, comunque, tenuto conto che la stessa crisi dalla quale l’Italia non esce dopo una raffica mostruosa di manovre correttive (solo quelle fatte dal 2011 a oggi pesano sui conti 2014 per 67 miliardi) è di per sé una buona carta da giocare per avere dalla Ue più flessibilità. Resta, tuttavia, un’ultima condizione, la più importante: il gradimento dei mercati, che al di là dei Trattati, può vanificare ogni strategia. © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — Alla fine il dato del Pil è stato peggiore delle previsioni, in Italia la crescita non c’è e la recessione torna a fare paura. Il Prodotto interno lordo nel secondo trimestre 2014 scende ancora dello 0,2% rispetto al primo trimestre, quando aveva fatto registrare un altro dato negativo (meno 0,1%). Peggiore la diminuzione su base annua: meno 0,3%. Lo rivela la stima preliminare dell’Istat. Un rallentamento che arriva dopo i dati delle scorse settimane dalla Germania e che ha messo in agitazione la Borsa, che ha perso il 2,7%. Il termometro dello spread, dopo lunghe settimane nelle quali segnava stabile, è tornato a fibrillare: dai 158 punti di martedì a quota 171. Pesanti critiche all’esecutivo e al premier Renzi da parte delle opposizioni. Replica Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia, che ribadisce: «Dietro l’angolo non c’è nessuna manovra». E Angelino Alfano (Ndc), ministro dell’Interno, propone «riforme e misure choc», a cominciare da questa: «Nel decreto “sblocca Italia” l’articolo 18 non valga per i nuovi assunti». Come nel 2000 secondo trimestre 2000: alla luce dei numeri, gli esperti parlano di Italia «in recessione tecnica» che si manifesta dopo due trimestri negativi (la terza in cinque anni). Il Pil «conferma la necessità di fare le cose in maniera rapida, di fare riforme che siano orientate alla crescita, che io credo sia abbastanza vicina», ha sottolineato il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, intervistata dal Tg3. La reazione di Piazza Affari è in deciso calo, a 19.509 punti e 12,8 miliardi di capitalizzazione persa. PRIMO TRIMESTRE 2008 SECONDO TRIMESTRE 2011 È il momento più alto del Pil italiano, prima che la crisi dei mutui subprime Usa, scoppiata nel 2007, faccia sentire il suo peso anche nel nostro Paese Il Pil 108 La risalita del Pil si arresta a metà 2011, complici nuove tensioni finanziarie, questa volta sul debito pubblico di Paesi europei come l’Italia VARIAZIONE DEL PIL Recessione Un Paese entra in recessione quando registra due trimestri consecutivi di Pil in calo: così è successo all’Italia nei primi sei mesi del 2014, dopo un ultimo trimestre del 2013 positivo (+0,1%), preceduto a sua volta da nove trimestri in negativo Intanto il calo congiunturale, spiegano dall’Istat, è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti e tre i grandi comparti di attività economica: agricoltura, industria e servizi. Dal lato della domanda, il contributo alla variazione congiunturale del Pil della componente nazionale al lordo delle scorte risulta nullo, mentre quello della componente estera netta è negativo. L’Istituto spiega come si tratti di dati destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario. In valore assoluto si tratta del peggior risultato dal +0,1% -0,1% 104 Ultimo trimestre 2013 Le vendite si sono concentrate soprattutto sui titoli bancari. Da New York l’amministratore delegato di Fiat-Chrysler, la fusione finita nel mirino per le voci di un possibile rischio di rinvio, Sergio Marchionne, commenta: «Le informazioni che arrivano dall’Italia generano un sentimento negativo, con un impatto negativo sull’Italia stessa. E noi siamo trascinati dentro come parte di questa. Se avessimo potuto scegliere, avremmo scelto tempi migliori per annunciare la fusione». Sul fronte politico, in risposta al premier che nei giorni scorsi aveva parlato più volte di «gufi, rosiconi e professoroni» che commentavano l’andamento dell’economia, nel suo blog Beppe Grillo scrive: «Altro che crescita e ripresa. L’Italia è in piena recessione. Il vero gufo è Renzi». Pensieri condivisi da Renato Brunetta (Fi) che chiede in un tweet rivolgendosi al presidente del Consiglio: «Con i gufi come la mettiamo?». Più dura Giorgia Meloni (Fdi-An) che su Facebook non usa mezze misure:«Renzi la smetta di dire boiate: l’Italia è in ginocchio -0,2% Le previsioni la diminuzione nel secondo trimestre 2014 rispetto ai tre mesi precedenti Dati in % 1,5 +1,3 +1,3 Primo trimestre 2014 +1,2 +0,9 0,5 SECONDO TRIMESTRE 2009 96 2004 2005 2006 2007 2008 +0,3 +0,3 0 92 2003 +0,5 +0,2 +0,2 Dopo il crac di Lehman Brothers, nel settembre del 2008, l’economia italiana accelera la discesa, che si fermerà nella primavera del 2009 2009 2010 2011 2012 2013 2014 valori concatenati, dati destagionalizzati e corretti (indice 2005=100) Fonte: Istat Il sottosegretario +1,1 +0,8 +0,6 2002 +1,1 +1 1 100 2001 2015 Italia, il confronto TRIMESTRE 2000 Proiezioni 2014 nc Ba ’I ad ia tal nfi Co tr us nd ia e ion ss pea i o mm ur Co e no er v Go se rio cio er eta nale m n mo azio fcom n do tern n Co Fo in Oc «La nostra prudenza non era eccessiva, lo 0,8% di crescita a fine anno al momento sembra lontano ma i conti si fanno alla fine» Delrio: lavoro e investimenti esteri fra i dati ci sono anche delle luci «Crediti d’imposta e sblocca Italia, il secondo semestre sarà diverso» ROMA — Sottosegretario Graziano Delrio, l’Italia è di nuovo in recessione. Siete ancora ottimisti? «Noi siamo convinti che il secondo semestre del 2014 sarà diverso, risentirà degli effetti di alcune misure che abbiamo messo in campo. Fra i dati pubblicati dall’Istat ci sono anche delle luci. Sono settimane che l’occupazione continua a dare segnali positivi. Il decreto Poletti sta dando i suoi frutti, stanno tornando gli investitori esteri. Il nostro problema più grande è il basso numero di occupati, poco più di 20 milioni, mentre in Germania il tasso di inattività è la metà rispetto all’Italia». Luci e ombre, lei dice, ma il Paese non si muove. Anzi, va indietro. «Nessuno ha mai pensato che sarebbe stata una passeggiata, sappiamo che abbiamo tanti punti di debolezza e tante medicine da somministrare, in termini di riforme: è il programma dei mille giorni che abbiamo davanti e che attueremo con ancora più velocità». Ma di questo passo rischiamo di sforare il 3%, dopo l’estate dovrete rifare tutti i conti. «No, non sforeremo il 3 per cento.Intanto c’è da dire che tutta l’Europa sta dando segnali di crisi maggiore di quello che ci si attendeva. In Germania si è fermata la produzione industriale, il presidente della Bundesbank dice che si debbono aumentare i salari per stimolare la domanda interna: è il percorso che abbiamo intrapreso in Italia, del quale non ci pentiamo ed è una verità che riguarda tutta la Ue». Abbiamo sulle spalle un debito che si «mangia» buona fetta degli sforzi di finanza pubblica, dove troverete i soldi per mantenere gli impegni? «Fra le entrate abbiamo prudenzialmente sottostimato la lotta all’evasione, gli impegni di spending review sono tutti confermati, anzi alla fine credo che porteremo a casa cifre superiori a quelle previste. Risparmieremo alme- no 2 miliardi sugli interessi sul debito, quindi c’è un margine non indifferente. E poi ci sono tante cose che stanno già dando frutti: il bonus sulle ristrutturazioni è stato molto positivo, non solo per risollevare il settore e il gettito ma anche per le conseguenze sull’emersione, dobbiamo continuare su questa strada, con credito di imposta anche su altri settori. E poi guardi che i soldi non mancano...». In che senso? Al governo I conti Fra le entrate abbiamo sottostimato la lotta all’evasione, gli impegni di spending review sono confermati. Alla fine porteremo a casa cifre superiori a quelle previste «Nel senso che in tanti settori ci sono enormi somme già stanziate, in alcuni casi da anni, che sono bloccate perché le opere non partono o non procedono come dovrebbero. Alla fine del mese porteremo sul tavolo del Consiglio dei ministri il provvedimento che il presidente ha chiamato sblocca Italia, è ampiamente istruito, darà ulteriore forza all’economia». Sindacati e politica temono una stangata patrimoniale, prima o poi. Può promettere che non la farete? «Questo governo si è dato come metodo che non aumenterà le tasse, siamo nati per fare il contrario: restituiremo denaro tagliando la spesa improduttiva e recuperando su efficienze e attrazione di capitali privati. Tutto questo è un processo che richiede tempo, e le prime misure non si sono ancora trasferite all’economia reale, non si è ancora prodotta la necessaria fiducia nei consumi. Gli italiani continuano ad avere prudenza, ma stiamo formando una nuova credibilità, e di certo gli 80 euro sono stabili perché alimentati dalla spending review». A questo punto a cosa puntate in termini percentuali a fine anno, realisticamente? «E’ inutile fare previsioni, abbiamo già ridimensionato aspettative di crescita del Def precedente, e si è visto che la nostra prudenza non era eccessiva, lo 0,8 di crescita al momento sembra lontano, ma i conti si fanno alla fine». Nel Def stimate 17 mld di tagli nel 2015 e 32 nel 2016, avranno certamente anche un impatto negativo sul Pil. Potreste rallentare sui tagli? «Assolutamente no, io credo che abbiamo anzi sottovalutato alcune voci, possiamo ottenere risparmi ulteriori rispetto a quelli già stimati, ad esempio sulle Province. E comunque tutti i risparmi sono assolutamente alla nostra portata, se poi con i risparmi alimenti i consumi interni non c’è da essere preoccupati, si tratta di tagliare spesa inefficiente e trasformarla in spesa produttiva». Fassina dice che non sono credibili tagli di quell’entità senza intaccare il welfare su cui si regge il Paese. «Noi non tagliamo welfare. Tagliamo spesa pubblica assolutamente improduttiva, non tagliamo servizi. Se diciamo alla pubblica amministrazione di pagare a 60 giorni e dunque di contrattare degli sconti rispetto al passato si tratta di risparmi virtuosi e che fra l’altro vanno incontro alle leggi comunitarie. Ed è uno dei tanti esempi che si possono fare». Non si smette mai di parlare di interventi su pensioni e/o contributi di solidarietà: è possibile che previdenza e diritti acquisiti non abbiano mai pace? «Noi abbiamo messo mano sui risparmi dei ministeri, delle municipalizzate, lasciamo stare le pensioni, non stiamo lavorando su quello». Debito che cresce, recessione, sono passati tre anni dalla lettera dalla Bce ma le riforme necessarie sono ancora in parte inattuate. Non è che alla fine arriverà la Troika? «No, l’Italia ha tutti i mezzi per rispettare i parametri europei, per continuare a produrre un avanzo primario, abbiamo imboccato una strada virtuosa che non abbandoneremo, non vedo troike all’orizzonte, vedo la necessità di stabilità e di riforme che si approvano e si attuano. Fra tre anni intendiamo Primo Piano Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014 3 Il premier La lettera del presidente del Consiglio a deputati e senatori e milioni di italiani non riescono ad arrivare a fine mese». E i deputati M5S denunciano: «Renzi dovrebbe evitare di prendere esempio dai gamberi e dal loro passo». Opinione diversa quella del ministro del Tesoro che parlando al Tg2 precisa: «Nel secondo trimestre c’è un dato negativo, ma ci sono anche aspetti positivi: la produzione industriale sta andando molto meglio e i consumi continuano a crescere». I conti vanno male, secondo Padoan, per colpa «di una crisi internazionale, ma soprattutto europea che non è finita» e l’Italia sconta anche «il peso di impedimenti infrastrutturali e di un debito elevato che ci si porta appresso da tempo». Se sarà molto difficile arrivare al Pil stimato da Palazzo Chigi nel 2014 (più 0,8%), per uscire dalla recessione, secondo il ministro, biso- gna proseguire sulla strada tracciata dal governo, ovvero «riforme strutturali, semplificazioni e aumento della competitività». Il ministro dell’Economia sottolinea: «Per le famiglie soprattutto, ma anche per le imprese, abbiamo abbattuto le tasse. Renderemo permanente il bonus, quindi alle famiglie dico: dovete avere allo stesso tempo fiducia e spendere al meglio le risorse aggiuntive che vi vengono trasmesse». Il leader della Cgil, Susanna Camusso, invece, chiede di «cambiare ricette e mettere il lavoro come priorità». Se per la Confcommercio «la ripresa è ancora tutta da costruire», Raffaele Bonanni (Cisl) sottolinea: «Gli 80 euro non sono stati sufficienti a incrementare i consumi: serve un taglio vigoroso delle tasse». Francesco Di Frischia © RIPRODUZIONE RISERVATA Le Borse Le stime del Fondo monetario internazionale Milano Dati in % +4 4 3,5 +3,4 +3,2 3 +3 +2,7 -2,7% Madrid -1,04% 2,5 +1,9 +1,7 +1,6 +1,4 1,5 +1,2 2 1 +1,7 Londra 1,5 1,1 +0,7 -0,69% Francoforte 0,5 -0,65% 0 IA A TI IA RO IALE ITO AN NI GN ANC N U M EU A D U I R P R S O F EA AT ON GE GN ST AR IL M E R P consegnare agli italiani un Paese diverso, senza raccomandazioni che provengono dalla Ue». Rimpianti sul bonus, era meglio mettere tutto sul taglio dell’Irap? «Nessun rimpianto, in questo Paese c’è ancora troppa sofferenza sociale, aiutare le fasce più deboli e sostenere il potere di acquisto sono gli obiettivi primari, è stata la cosa più giusta e equa». Il governo è più debole? «No, per noi l’orizzonte non è un trimestre». Marco Galluzzo [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Parigi -0,61% CORRIERE DELLA SERA 20 milioni, gli occupati in Italia. Per Delrio l’occupazione continua a dare segnali positivi, ma rimane basso il numero di persone che hanno un lavoro Il rilancio di Renzi: serve più coraggio, dieci scelte per crescere «Adesso una strategia fino al 2017 La decisione di cosa tagliare è politica» ROMA — Scrive ai parlamentari, ma è come se scrivesse agli italiani. Chiede di avere pazienza, di credere nel governo, di condividere una missione che non è semplice nè passeggera: durerà tre anni, «così come il governo che presiedo», concetto da ribadire a chi lo va a trovare in queste ore. Ma mentre scrive a deputati e senatori della maggioranza, quella che in queste ore si sta dimostrando compatta, è come se i destinatari siano i cittadini: siamo di nuovo in recessione, la lettera è un programma, al quale si chiede adesione, collaborazione, collettiva e individuale, un progetto di riforma che non può essere solo di Palazzo Chigi. Renzi scrive per suggellare il rush finale della riforma della Costituzione, rush almeno della prima lettura, ma diffonde la lettera alle agenzie poche ore dopo i dati impietosi dell’Istat: il Paese è di nuovo in recessione tecnica, due trimestri con il segno meno, nessun segnale di ripresa, la domanda interna latita, sui consumi il bonus di 80 euro non ha ancora avuto effetti di sorta. E allora occorre almeno ridisegnare e chiarire un orizzonte: maggio 2017, Renzi ha intenzione di non muoversi da Palazzo Chigi da oggi ad allora, chiede fiducia per i prossimi mille giorni, «per disegnare un’Italia diversa, più efficiente e competitiva». È l’incipit della lettera, che indica 10 obiettivi, politici e amministrativi, del governo. Non ci sono novità eclatanti, lo scheletro del testo era già pronto da giorni, il confronto delle ultime ore con Padoan ha prodotto uno sforzo mediatico congiunto per comunicare che il governo non traballa, che non si fa condizionare dai dati di un trimestre. Mentre si chiede fiducia, si commentano i dati, si chiarisce anche che «non esistono conigli da tirare fuori dal cilindro», la strada è tracciata, rimarcano a Palazzo Chigi, e occorre continuare senza sbandamenti. Il presidente del Consiglio è convinto che si tratti di una doppia sfida, la chiama così, «da un lato richiamiamo la politica al proprio ruolo, dall’altro interveniamo sulle principali amministrazioni dello Stato con riforme strutturali». Ed è convinto che produrrà i suoi frutti, senza apparenti tentennamenti: «Alla fine di questo percorso l’Italia tornerà ad essere la guida, e non il problema dell’eurozona». Dieci programmi e dieci punti per trasformare il Paese. Sotto il profilo politico La lettera del Premier Gli obiettivi politici e quelli amministrativi 1 La riforma costituzionale La fine del bicameralismo perfetto, il riequilibrio del ruolo delle Regioni, l’abolizione degli enti non più utili 1 La riforma del lavoro Dopo l’approvazione del decreto Poletti si va avanti: alla ripresa va accelerato il disegno di legge delega 2 La riforma del sistema elettorale La garanzia di un vincitore e la stabilità per chi vince. Passata la prima lettura alla Camera, alla ripresa si approda in Senato 2 La pubblica amministrazione Il decreto Madia è in approvazione, il disegno di legge delega inizierà a breve il proprio iter. Per un nuovo rapporto cittadinomacchina pubblica 3 La politica, il fronte estero C’è bisogno di Italia, di più Italia. Mai come in questo momento i confini politici sono problematici: Ucraina, Siria, Gaza e Libia 3 La riforma del sistema fiscale Presto la dichiarazione precompilata. La riduzione delle tasse per i ceti medio bassi per 10 miliardi e la riduzione del 10% dell’Irap non bastano 4 La formazione tra scuola e cultura A fine mese parte una radicale riflessione sulla scuola, in particolare sulla scuola media, sul rapporto tra formazione e lavoro e sull’autonomia 4 La riforma della giustizia Alla fine dei «Mille Giorni» l’Italia avrà una giustizia civile più veloce: un anno anziché tre per il primo grado. I testi saranno nel Cdm del 29 agosto 5 La revisione della spesa La scelta di cosa tagliare e cosa non tagliare è una questione politica, che non si può rinviare. Gli obiettivi saranno mantenuti 5 Il provvedimento «sblocca Italia» Sarà in Cdm il 29 agosto con le misure su efficientamento energetico, reti digitali e semplificazioni burocratiche «riforma costituzionale, riforma elettorale, con la garanzia di un vincitore e la stabilità per chi vince, poi la politica estera («c’è bisogno di Italia, di più Italia, specie nel Mediterraneo»), la sfida educativa (Rai, scuola, cultura «attendono un disegno organico di riscrittura e riscoperta»). Poi la spending review, i risparmi che provengono dai tagli alla spesa, quelli da rivendicare in questo modo, ancora una volta, «ci hanno detto che la spending è una questione tecnica. Ma è una finzione. La scelta di cosa tagliare e cosa non tagliare è la suprema scelta politica. La spending è ontologicamente questione politica, che non possiamo rinviare. Ci siamo dati obiettivi che manterremo». Poi c’è il profilo amministrativo, la riforma del lavoro («abbiamo già approvato il decreto Poletti e siamo contenti dell’aumento di centomila posti di lavoro tra maggio e giugno. Ma alla ripresa va accelerato il disegno di legge delega»), la riforma della pubblica amministrazione («il decreto Madia è in approvazione, il disegno di legge delega inizierà a breve il proprio iter: l’obiettivo è uscire dalla cultura del certificato per reimpostare il rapporto cittadinomacchina pubblica»), la riforma del fisco, la riforma della giustizia. In queste ore stiamo procedendo con la consultazione pubblica, lo sblocca Italia («un provvedimento di legge impegnativo ma affascinante, finalizzato a rendere operativi gli interventi infrastrutturali troppo spesso fermi, conterrà anche le misure sull’efficientamento energetico, sulle reti digitali, sulle semplificazioni burocratiche. Anche questo sarà in Consiglio dei ministri il 29 agosto»). In sintesi: non date retta ai dati di un trimestre, il governo chiede fiducia e pazienza per «un lavoro puntuale e puntiglioso di ripartenza del sistema. Non una serie di annunci spot». In queste ore «i dati negativi sulla crescita non devono portarci alla solita difesa d’ufficio, ma dobbiamo avere il coraggio e la voglia di guardare la realtà: l’Italia ha tutto per farcela e per uscire dalla crisi. Ma deve cambiare. Se non cambia sarà sempre negativa. I Mille Giorni sono un arco di tempo che consente una strategia globale». M.Gal. © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 Primo Piano Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera La crescita L’Unione europea I timori di Bruxelles: impatto negativo sui conti Vertice tra Draghi e il neopresidente Juncker. Attesa per la riunione oggi della Bce DALLA NOSTRA INVIATA La Confcommercio Sangalli: il bonus? Mossa giusta, ma adesso ridurre le tasse A Renzi non è piaciuta la bocciatura del bonus di 80 euro da parte di Confcommercio. Dopo il botta e risposta a distanza di ieri con il premier, il presidente dell’associazione, Carlo Sangalli, non fa marcia indietro. E precisa: «Non abbiamo voluto bollare il bonus degli 80 euro come una misura sbagliata. Al contrario, siamo stati i primi a dire che era un passo nella giusta direzione. Anche se è stato escluso ingiustamente il popolo delle partite Iva. Il circolo virtuoso – annuncio delle riforme, crescita della fiducia, bonus, maggiori consumi – al momento però non è partito». Sangalli non ha nessuna intenzione di dare ragione a chi sostiene che sarebbe stato meglio usare le risorse del bonus per tagliare le tasse alle imprese e incentivare la produzione prima dei consumi. «I dati Istat di ieri dimostrano che con la domanda interna ko siamo ostaggio dell’export. E appena la domanda estera vacilla torniamo in recessione. Il problema strutturale della nostra economia è l’estrema debolezza della domanda interna. Che per consumi e investimenti vale l’80% del Pil». Secondo Sangalli la via per riprendere a crescere può essere una e una soltanto: «Diminuire le tasse su famiglie e imprese attraverso un percorso certo, graduale e compatibile». E le coperture? «Dopo sette commissari alla spending review tutto dovrebbe essere chiaro. Le risorse devono venire dai tagli alla spesa pubblica e dalla lotta all’evasione. Si tratta di un percorso obbligato. Ci sono circa 80-100 miliardi di spesa pubblica ritenuti Presidente aggredibili». Confcommercio chiede anche politiche per il lavoro. «Un prerequisito per la crescita Spesa dell’occupazione è «Dopo sette rappresentato da buone commissari regole nel mercato del alla spending lavoro che lo rendano più flessibile e meno review non Il grado di bisognerebbe costoso». allerta di più esitare Confcommercio è aumentato nell’ultimo sui tagli» mese per colpa del deludente risultato dei saldi. Dopo un inizio che faceva ben sperare, i primi consuntivi hanno un segno negativo. Federmodaitalia ha calcolato un calo del fatturato del 4,3% rispetto all’anno scorso. Per finire, un dubbio è legittimo: che nell’emergere di una differenza di vedute tra Renzi e il presidente di Confcommercio abbia pesato anche la scarsa considerazione del presidente del Consiglio per i corpi intermedi oltre alle tensioni su alcuni dossier aperti, come quello della riforma delle Camere di commercio? «Il registro delle imprese, considerato che funziona bene e che è un modello anche per altri Paesi, credo debba essere lasciato dov’è e cioè alle Camere. Questo non esclude che il sistema camerale possa e debba essere riformato», dice Sangalli. Sui corpi intermedi, la riflessione è diversa: «Nessuna nostalgia della vecchia concertazione ma riteniamo indispensabile il dialogo con le parti sociali. In una battuta: per comandare si può essere soli. Ma per governare no». Rita Querzé © RIPRODUZIONE RISERVATA BRUXELLES — Non se l’aspettava in base alle proprie previsioni, ma per l’evolversi dello scenario alla fine la Commissione europea se l’aspettava. Del resto la primavera, con lo slancio dei risultati elettorali, sembra davvero lontana per il governo di Roma e i dati del Pil del secondo trimestre sono un macigno sulla via dell’Europa. Per la Commissione Ue «sfortunatamente i dati indicano che la ripresa in Italia è nuovamente ritardata», ha dichiarato Simon O’Connor, portavoce del Commissario agli Affari economici Jyurki Katainen in vacanza in Finlandia: il Pil del nostro Paese nel secondo trimestre è più debole rispetto alle previsioni di primavera di Bruxelles, «ma in linea con le più recenti stime del Fondo monetario e della Banca d’Italia». Certo è che i dati «peggiori delle attese» avranno «un impatto negativo sulle finanze pubbliche» e a cascata sulle valutazioni dei conti che la Commissione europea dovrà fare in autunno. Bruxelles osserva che rispetto alle previsioni di primavera (+0,3%), il Pil ha registrato un ribasso di ben mezzo punto (Istat -0,2%). Ma è ancora «troppo presto» per soppesarne l’impatto sul deficit – spiega la Commissione –, si dovrà attendere le nuove stime economiche di novembre, che saranno la base per giudicare la Legge di Stabilità 2015. Se il deficit dovesse avvicinarsi troppo alla soglia del 3%, sarà impossibile procedere a nuove spese che non abbiano coperture e la Commissione sarà costretta a fare rapporto al Consiglio per lo scostamento dell’Italia. È evidente fin d’ora, invece, che sul fronte del debito la situazione si complica, perché in assenza di crescita sarà assai difficile ridurlo. La Commissione ha ribadito che «le raccomandazioni di giugno all’Italia sono ancora valide» e ha apprezzato le parole del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan sulla necessità di accelerare le riforme. Ma su di noi pesano altri due impegni: il L'andamento del Pil nell'area euro 0,9 0,7 2,2 1,7 Variazioni % annuali 3,2 2,9 2 0,4 1,6 0 -0,7 -4,4 Fonte: Eurostat -0,4 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Il cambio Quanti dollari comprano un euro 1,40 1,38 1,36 1,34 1,32 1,30 1,337 ieri 2013 2014 set nov gen mar mag lug Il deficit In percentuale sul Pil, stime 2014 Fonte: The Economist Germania +1,5 Area euro Italia -2,6 -3 Francia -4 Grecia Spagna -5,5 -5,7 CDS Il vertice Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea. Ex governatore della Banca d’Italia Jean-Claude Juncker, candidato in pectore alla presidenza della Commissione europea Jyrki Katainen, finlandese, è il commissario europeo per gli Affari economici e monetari raggiungimento del pareggio di bilancio che il governo ha spostato al 2016 e il rispetto della «regola del debito» che entra in vigore nel 2016 ma prevede un inizio di rientro già nel 2015. In uno scenario simile la battaglia del premier Matteo Renzi per una maggiore flessibilità fiscale appare quanto mai difficile. I Paesi sostenitori del rigore manterranno la loro posizione. Anche se bisogna aspettare di vedere i dati sul Pil dell’eurozona che Eurostat comunicherà il 14 agosto. Lo stesso giorno si saprà la «verità» anche su Francia e Germania (le previsioni della Bundesbank danno la locomotiva d’Europa in stagnazione). È vero che Gran Bretagna, Spagna e pure la Grecia hanno ripreso a crescere, ma lo scenario rimane complesso. A Parigi, che in più occasioni ha chiesto al governo tedesco di cambiare la propria politica economica per dare più sostegno alla crescita europea, Berlino ha risposto piccatamente: non ne vediamo la ragione. Del resto proprio ieri l’eurobarometro segnalava che il 58% dei tedeschi non ha fiducia nell’Unione europea. A destare preoccupazione nell’eurozona però non è solo il nuovo rallentamento del ciclo economico, ma anche l’inflazione troppo bassa e assai lontana dalla soglia del 2% indicata dalla Banca centrale europea. Ieri a Lussemburgo si sono incontrati il neo presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e il numero uno della Bce, Mario Draghi. Hanno avuto «un costruttivo scambio di vedute sullo stato attuale dell’economia europea», ha fatto sapere un portavoce dell’Eurotower. Un confronto alla vigilia della riunione di politica monetaria della Bce che si tiene oggi, cui seguirà la tanto attesa conferenza stampa di Draghi, da cui i mercati si attendono ancora tassi fermi al minimo storico in attesa di vedere gli effetti dei nuovi stimoli all’economia annunciati da Francoforte a giugno e che saranno attuati a partire da settembre. Francesca Basso © RIPRODUZIONE RISERVATA Intervista Claeys (Bruegel): le sanzioni con la Russia peseranno su Paesi come Germania, Italia, Francia e Polonia «Inflazione troppo bassa e disoccupazione Ecco i due mali che rallentano l’Europa» DALLA NOSTRA INVIATA BRUXELLES — «Con le percentuali della disoccupazione, soprattutto giovanile, era difficile pensare che la crescita del Pil di fine 2013 fosse una vera ripresa». Grégory Claeys, ricercatore del think tank europeo Bruegel, non è stupito dalle ultime statistiche dell’Istat che descrivono il nostro Paese in recessione tecnica. L’Italia torna a frenare, la Germania è in stagnazione e anche la Francia è in difficoltà. Qual è la fotografia attuale dell’Europa? «Nel primo trimestre 2014 e soprattutto alla fine del 2013 si vedeva una ripresa nell’Unione europea ma era molto debole e alcuni Paesi erano in stagnazione. Allora in molti furono positivi, si diceva che era il ritorno della crescita in Europa ma noi eravamo già pessimisti perché il tasso di disoccupazione nell’eurozona è ancora troppo alto, oltre l’11%, in Italia oltre il 12% e quella giovanile è al 50% in Spagna e Germania, al 40% in Italia. È difficile avere una ripresa economica quando la metà dei giovani non lavora. Tre situazioni sono preoccupanti in questo momento in Europa: la disoccupazione, l’inflazione molto bassa (anche in Germania che di solito è la prima della classe) e il crollo degli investimenti privati e pubblici. In Spagna, Grecia, Irlanda e Portogallo sono stati tagliati negli ultimi anni del 50%, in Italia di circa il 20%, perché là dove c’è un debito alto è più facile intervenire tagliando». Produzione Il clima di incertezza toglie fiducia e spinge le imprese a rinviare gli investimenti In Germania gli ordini all’industria in giugno sono calati inaspettatamente del -3,2% rispetto al mese precedente. Cominciano a sentirsi gli effetti della crisi ucraina? «È presto per dirlo, ma è vero che la Germania ha importanti scambi commerciali con la Russia. Non è però l’unica. Le sanzioni avranno certo un impatto sull’economia russa e dunque anche sui quei Paesi in relazione commerciale con Mosca, come l’Italia, la Francia o la Polonia. Questo è l’effetto diretto ma poi c’è n’è uno indiretto che è quello della Soluzioni La Banca europea degli investimenti potrebbe avere un maggior ruolo nei Paesi come l’Italia fiducia delle imprese: il clima di incertezza le spinge a rinviare gli investimenti». Il nuovo presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, ha promesso all’Europarlamento «un ambizioso pacchetto di interventi per l’occupazione, la crescita e gli investimenti». È la strada giusta dopo tanto rigore? «Il discorso di Juncker è molto interessante dal punto di vista politico, perché ha promesso qualcosa a tutti, ai diversi schieramenti politici e agli Stati. Ma mancano i dettagli. La nuova Commissione giocherà un ruolo importante e le aspettative sono alte, così come per la Banca europea degli investimenti, che ora è molto conservatrice e avversa al rischio ma potrebbe avere un ruolo più forte in quei Paesi che hanno bisogno di investimenti». La prima tappa dopo l’estate è l’Ecofin di settembre. «Bruegel presenterà su incarico della presidenza italiana un progetto, a cui sto lavorando anch’io, sull’assicurazione europea di disoccupazione: illustreremo le diverse possibilità e si aprirà il dibattito. I Paesi del Nord in genere sono i più scettici perché temono che gli Stati con un alto tasso di lavoro nero possano approfittarne. Ma è uno sforzo per uniformare il mercato europeo del lavoro. Quanto al Fiscal Compact, c’è la necessità di semplificarlo ma è già in programma a fine anno Grégory Claeys, ricercatore di Bruegel, il think tank europeo sulle politiche economiche, monetarie e commerciali con sede a Bruxelles una sua verifica». In settembre saranno messe in atto le nuove misure della Bce (Ltro) per stimolare l’economia. Basterà? «È necessario che le sue misure non convenzionali siano più veloci e forti, come il quantitative easing della Fed». F. Bas. © RIPRODUZIONE RISERVATA » Approfondimenti Economia e conti pubblici I numeri Per raggruppamento principale di industrie Per settore di attività economica Dati in % 0,8 Beni di consumo non durevoli Beni intermedi Energia Dati in % Industrie alimentari 0,1 Beni di consumo durevoli 0 Beni strumentali 5 Primo Piano Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014 4,0 3,9 Computer ed elettronica 2,2 2,1 1,2 Prodotti farmaceutici Industrie tessili -0,4 Mezzi di trasporto -0,1 Gomma e materie plastiche Dati giugno 2014 sull’anno precedente, (indici in base 2010=100) 0,7 Attività manifatturiere Energia elettrica e gas 0,5 0,5 0,5 0,4 Coke e prodotti petroliferi Altre industrie manifatturiere Metallurgia e prodotti in metallo Macchinari e attrezzature n.c.a. Industria del legno, carta e stampa TOT 0 -1,0 0,6 0,5 Prodotti chimici -7,9 -10,8 Apparecchiature elettriche Attività estrattiva -11,7 Fonte: Istat D’ARCO a cura di Fabio Savelli © RIPRODUZIONE RISERVATA ILLUSTRAZIONI DI GUIDO ROSA Recessione I l dubbio sulle ipotesi di ripartenza del nostro Paese è contenuto nella nota Istat: «Il calo congiunturale — scrive l’istituto di statistica — è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti e tre i comparti dell’attività economica: agricoltura, industria e servizi». A cui fa da corollario la piatta domanda domestica — al netto dei tentativi di ravvivarla (vedi il bonus 80 euro la cui misura incide solo per il mese di giugno) — mentre l’export peggiora rispetto ai primi tre mesi. L’agricoltura in Italia sta vivendo una seconda giovinezza, pur con le difficoltà di un settore alle prese con una delicata trasformazione verso l’alto di gamma e le produzioni biologiche meno intensive nei confronti dei terreni e per forza di cose capaci di generare minori volumi di prodotto. Si spiega così il dato del primo trimestre 2014 diffuso dall’Istat che contabilizzava un meno 0,8% di produzione aggregata rispetto allo stesso periodo precedente. Si pensava che il dato potesse essere il frutto di una lenta riconversione sui prodotti a maggiore valore aggiunto. L’istituto di statistica ci dice però che anche nel secondo trimestre dell’anno la variazione è negativa, confermando che siamo nel pieno della transizione. Il freno al terziario coinvolge le professioni SERVIZI Il dato forse più preoccupante della stima preliminare del Pil per il secondo trimestre dell’anno investe le esportazioni, finora capaci di attenuare lo smottamento della domanda domestica di consumi. L’Istat nella nota a corredo di ieri ammette — pur senza indicare il valore percentuale che verrà diffuso il 29 agosto — che «il contributo della componente estera alla variazione congiunturale del Pil è negativo». Tradotto significa che a differenza dei primi tre mesi dell’anno la nostra bilancia commerciale sarà negativa, cioè il volume delle importazioni sarà maggiore di quello delle esportazioni. L’opposto di quanto si è verificato nel primo trimestre dove l’export era salito dello 0,8% e l’import dello 0,3%, con un saldo dello 0,5% La discesa di marzo e la riconversione AGRICOLTURA A ben vedere le criticità riscontrate anche dall’Eni con l’ipotesi della chiusura dell’impianto siciliano di Gela testimonia le difficoltà croniche del settore. Confermate anche dal dato della produzione industriale relativo al secondo trimestre dell’anno diffuso ieri dall’Istat. È il comparto delle attività estrattive (miniere, raffinerie) a far registrare il peggior risultato tra i diversi settori di attività economica (secondo la classificazione Ateco 2007) rispetto all’anno precedente: -11,7% a giugno. Un dato che finisce per impattare anche sulle prospettive occupazionali. Resiste invece l’industria alimentare (+4% rispetto a giugno 2013). Bene anche l’industria farmaceutica, preoccupano gli elettrodomestici (-10,8%) Rallenta anche l’export E ora il saldo è negativo ESPORTAZIONI INDUSTRIA Crollo della raffinazione Resiste l’alimentare L’economia dei servizi subisce un altro stop sulla via della crescita. Anche nei mesi compresi da aprile a giugno 2014 il settore denota una variazione negativa dei volumi, secondo quanto certifica l’Istat a corredo del dato preliminare del Pil. Un risultato che fa il paio con quello del primo trimestre dell’anno che riscontrava un meno 0,2% rispetto all’analogo periodo del 2013. L’esito complessivo è che nel 2014 il terziario/postterziario sta correndo all’indietro come un gambero e il dato conferma come da noi il passaggio a una vera e propria economia della conoscenza capace di mitigare le sofferenze della nostra manifattura alle prese con la concorrenza asiatica sia lungi dal verificarsi coinvolgendo tutte le professioni Conti pubblici Il commissario alla spending review presenta il piano per i risparmi sulle municipalizzate L’ora dei tagli, 1.213 società sono soltanto scatole vuote Ai Comuni fanno capo oltre 33 mila aziende. Fabbriche di poltrone in perdita. La linea di Cottarelli: vanno accorpate per eliminare i consiglieri ROMA — Carlo Cottarelli ne è perfettamente cosciente: il problema più grosso non è scovare le migliaia di società pubbliche inutili, ma come liberarsene. Venderle? Impossibile trovare qualche pazzo suicida disponibile a farsene carico. Chiuderle, allora? Ne sa qualcosa chi ci ha provato. Valga per tutte l’esempio della Siace, ovvero la Società per l’industria agricola, cartaria editoriale, di proprietà della Regione siciliana. L’hanno messa in liquidazione nel 1985, quando il Verona di Osvaldo Bagnoli vinceva lo scudetto, un commando palestinese sequestrava l’Achille Lauro e Michail Gorbaciov diventava segretario del Pcus. E ancora non ne sono venuti a capo. In molti casi, allora, la soluzione non potrà che essere quella di accorpare, accorpare e accorpare ancora, prima di liquidare. Per tagliare intanto le poltrone nei consigli di amministrazione. Quindi i posti di lavoro inventati e clientelari. Ma non crediate che siano operazioni semplicissime. Nemmeno per quelle 2.761 società che, dice il rapporto Cottarelli sulle partecipate pubbliche, hanno più amministratori che dipendenti. Come Rete autostrade mediterranee: la quale, udite udite, non è di un ente locale sprecone, e neppure di una Regione spendacciona. Ma del Tesoro. Creata dieci anni fa dal governo di centrodestra per il progetto delle autostrade del mare, gestisce le istruttorie per i contributi dovuti ai tir che viaggiano sulle navi anziché intasare le strade. Ha cinque amministratori e quattro dipendenti, di cui tre a tempo determinato. Più alcuni contratti a progetto. Con una spesa per i compensi degli amministratori che nel 2012 superava di 55 mila euro quella per le retribuzioni del personale. Il solo amministratore delegato Tommaso Affinita, dirigente del Senato che era stato capo di gabinetto dei ministri Agostino Gambino e Pinuccio Tatarella nonché presidente dell’autorità portuale di Bari, percepiva secondo i dati pubblicati dal Tesoro un compenso di 246 mila euro. E non sarà una passeggiata, purtroppo, neppure mettere mano alle 1.213 società che sono soltanto scatole vuote. Hanno, sì, gli amministratori. Ma nemmeno una segretaria. Il fatto è che se lo Stato centrale controlla 50 gruppi, con 526 società di secondo livello, il resto della faccenda sta tutta in periferia, e ha dimensioni enormi. Ben prima del commissario alla spending review la Corte dei conti ha provato a tracciarne i contorni. Arrivando a un livello di approssimazione che fa venire i brividi, come ha raccontato il procuratore generale Salvatore Nottola in occasione dell’approvazione del rendiconto statale, il 26 giugno scorso. Perché alle 576 società che fanno capo allo Stato ne bisogna sommare altre 5.258 di Regioni, Province e Comuni, più 2.214 «organismi di varia natura». Consorzi, enti, agenzie, che porterebbero il totale a 8.048. Con un dedalo inestricabile di partecipazioni: secondo la Corte dei conti le singole quote azionarie in mano ai soli Comuni sarebbero qualcosa come 33.065. Il condizionale è d’obbligo. Sentite che Il caso Il Tesoro possiede ancora il 90% di Eur spa, una immobiliare creata per organizzare l’Expo del 1942. Che poi non si è mai tenuta cosa scrive Cottarelli nel suo blog: «Si è parlato di ottomila società, consorzi, enti vari partecipati degli enti locali, comuni e regioni soprattutto. Ma sono certo di più», In questa «giungla molto variegata», come il commissario uscente la definisce, c’è davvero di tutto. Perfino, sottolinea, società che vendono «ciò che è già offerto dal mercato» privato. Già. Come l’Enoteca laziale, un ristorante di proprietà della Regione Lazio, dove però certo assessori mangiavano gratis con ospiti e amici: e infatti si è scoperto che aveva accumulato un milione e mezzo di debiti. Ma senza arrivare a questi estremi, sarebbe comunque da chiedersi perché il Tesoro debba controllare una società di consulenza (Studiare Sviluppo, si chiama), o possedere ancora il 90% di Eur spa, immobiliare che ha raccolto l’eredità dell’ente che doveva organizzare l’Esposizione universale del 1942 a Roma. Che ovviamente non si tenne mai, causa seconda guerra mondiale. Proprio qui sta il punto: le Regioni e gli enti locali hanno utilizzato le società partecipate spesso per aggirare le norme statali, come il blocco delle assunzioni, alimentare il consenso o pagare dazi politici. E per lo Stato centrale intervenire su certe situazioni può rivelarsi complicato. Soprattutto quando c’è di mezzo l’autonomia. Dice tutto la vicenda della Sicilia, che fra tutte le Regioni italiane ha il record delle partecipazioni. Le società regionali hanno 7.300 dipendenti e sono costate per il solo personale, nei quattro anni dal 2009 al 2012, un miliardo e 89 milioni. Più 87 milioni per retribuire, nello stesso periodo, una pletora di amministratori: con una spesa 576 le società che fanno capo ai 50 gruppi controllati dallo Stato media annua, per ogni società, di 768 mila euro. Per non parlare del miliardo e 91 milioni sborsato per farle funzionare, e dei 75 milioni di perdite nei conti economici. Perdite «costanti e rilevanti», affermano i giudici contabili, evidenziate «per tutte le società a capitale interamente pubblico» della Regione. E non succede soltanto in Sicilia se risulta in perdita, secondo Nottola, addirittura un terzo delle imprese controllate dagli Enti locali. Allucinante. Al punto da far sorgere un sospetto. Cioè che sia la loro missione: perdere soldi. Sergio Rizzo © RIPRODUZIONE RISERVATA 6 Primo Piano Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera # Riforme Il confronto Senato, il governo sotto con un altro voto segreto Torna il muro contro muro scongiurare una «torsione plebiscitaria» del sistema. I 5 Stelle, che hanno ripreso la guerriglia (e le urla) per rallentare i lavori, sono rientrati in Aula per votare l’emendamento Gotor sperando di mandare sotto il governo, ma il blitz è fallito: 156 no, 110 sì e 18 astenuti. «Abbiamo perso un’occasione», ha commentato Gotor. La corelatrice Finocchiaro resta convinta che la commissione abbia fatto la scelta giusta, ma al tempo stesso si augura che «alla Camera si possa svolgere un ulteriore approfondimento su un tema così rilevante». Il problema esiste e lo conferma l’apertura di Maria Elena Boschi a eventuali modifiche in seconda lettura. Per il ministro si è trovato «un punto di equilibrio» che non si può rimettere in discussione al Senato, Caos fino a notte. Zanda: Lega e M5S violenti ROMA — Sembrava tutto pronto per il brindisi, con un giorno di anticipo. Ma a mezzanotte, dopo una serata di puro caos, la corsa di Palazzo Madama verso la fine del bicameralismo perfetto si è arrestata. Lega e M5S hanno ripreso l’ostruzionismo e il presidente Pietro Grasso si è rassegnato a convocare la riunione dei capigruppo, come chiesto dal democratico Luigi Zanda. «Credo che nessuno dei presenti abbia mai partecipato a sedute in cui sia stata espressa una così costante violen- relativo alle minoranze linguistiche. I franchi tiratori sono tornati in azione. Sul Quirinale è stata battaglia. Gasparri (FI) ha rilanciato il tema dell’elezione diretta e Casini (Udc) ha insistito con la proposta di un ballottaggio popolare tra i due candidati più votati dal Parlamento in seduta comune. Il presidente Grasso, in linea con la commissione e con la «totale contrarietà» di Zanda, ha ritenuto di non procedere all’esame: la materia della riforma «è circoscritta» alla fine del bicameralismo, all’abolizione del Cnel e al Titolo V. i voti coi quali Minzolini (FI) ha il governo è trasformato le protestato messo ste in carte bollate, in minoranza: presentando un ri5 di scarto corso alla Corte Ue dei diritti dell’uomo: «La za nei confronti nostri e dell’istitu- decisione arbitraria di Grasso di zione del Senato», aveva accusato giudicare inammissibili gli emenle minoranze il presidente dei se- damenti sull’elezione diretta è la natori «dem». Toccherà alla capi- tipica goccia che fa traboccare il gruppo stamattina, alle 9.30, deci- vaso». Anche Gasparri si è lamendere come ripartire. tato di Grasso: «È un modo di opeLa tensione è esplosa per il con- rare che crea confusione in una sitingentamento dei tempi e sul me- tuazione delicata». rito della modifica del Titolo V che Tra gli scranni delle opposizioha spinto la Lega a tornare sulle ni, rientrate in Aula in blocco, ma barricate. Per il Carroccio aver riportato con l’emendamento della relatrice pd Anna Finocchiaro i Beni culturali e l’Ambiente sotto la I punti della riforma competenza dello Stato è «una dichiarazione di guerra» e i senatori La platea che elegge leghisti si riservano di decidere sul voto finale. Si era parlato della pre- il capo dello Stato senza in Aula di Matteo Renzi, per seguire da vicino la «giornata stoAboliti i delegati rica», ma adesso il premier sta regionali, a eleggere il pensando di disertare, anche percapo dello Stato sono i ché il voto finale potrebbe slittare 630 deputati e i 100 di un giorno. senatori. Cambia il Neanche la giornata era stata quorum: per i primi 4 indolore. Si è votato a oltranza, fiscrutini serve la no a ridosso della mezzanotte. Il maggioranza dei 2/3, governo è andato sotto di 5 voti, per i successivi 4 dei 3/5, con scrutinio segreto chiesto dalla poi basta quella assoluta Lega, su un emendamento di Sel 140 anche tra quelli di maggioranza, c’è stanchezza e tensione, un clima che amareggia il presidente. Grasso è convinto di aver guidato i lavori in modo imparziale, nel rispetto della Costituzione e dei regolamenti. Eppure durante la seduta in diversi lo hanno contestato per aver imposto il rispetto della tempistica, che ha visto esaurirsi i minuti a disposizione delle minoranze. Anche dai banchi del Pd si è alzato qualche mugugno, da parte di quei senatori ai quali è stato spento il microfono mentre illustravano il loro emendamento. I collaboratori del presidente spiegano che lui non ha fatto altro che rispettare le decisioni della capogruppo. E oggi potrebbe far notizia lo strappo della senatrice a vita Elena Cattaneo, che nella dichiarazione di voto contesterà molti punti chiave della riforma: «Potrei non votarla, ma non ho deciso. Ci sto ancora pensando». L’altro casus belli è stato l’emendamento sul quale il democratico Gotor aveva raccolto 90 firme, 60 delle quali del Pd, che proponeva di ampliare agli eurodeputati il collegio dei «grandi elettori» del Quirinale per Referendum, firme e quorum variabile In Aula Il presidente del Senato Pietro Grasso ieri durante i lavori sulla riforma. Sotto, nei banchi del governo, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti (Ansa) La lite sul Quirinale Forza Italia rilancia l’elezione diretta ma Grasso decide di non procedere all’esame I disegni di legge Solo la Camera di iniziativa popolare voterà la fiducia Con l’emendamento dei relatori le firme per i referendum resterebbero 500 mila, ma con 800 mila si abbassa il quorum: servirà la metà più uno dei votanti alle ultime politiche. Introdotti i referendum propositivi In base a un altro emendamento dei relatori le firme per una proposta di legge di iniziativa popolare diventerebbero 150 mila: più di quanto previsto oggi dalla Carta (50 mila), ma meno rispetto al ddl originario (250 mila) Il Senato non voterà più la fiducia al governo: sarà solo la Camera a farlo. E solo ai deputati sarà riservata la competenza di decidere sulle autorizzazioni a procedere nei confronti del presidente del Consiglio o dei ministri Aboliti il Cnel e le Province Abolite le Province: sono cancellate dall’articolo 114 della Costituzione sulle articolazioni territoriali della Repubblica. Soppresso anche il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel) ma la riforma «è ancora perfettibile» e alla Camera si vedrà. Il governo ha superato indenne un altro voto segreto e tra i dissidenti del Pd si è notata l’assenza di Mineo. Il leghista Tosato ha sventolato la bandiera della Repubblica di Venezia, costringendo Grasso a far intervenire i commessi. Una proposta della Finocchiaro ha salvato gli ex inquilini del Colle, garantendo loro il seggio «di diritto e a vita». La relatrice e il correlatore Calderoli, dopo lunga trattativa, hanno abbassato a 500 mila le firme necessarie per indire un referendum abrogativo, ma resta in campo l’opzione di un quorum più basso se ne vengono raccolte 800 mila. Una soluzione che non accontenta Sel. I relatori hanno firmato anche le modifiche per introdurre i referendum propositivi e portare a 150 mila le firme necessarie per le leggi di iniziativa popolare. Le Province spariscono e così il Cnel. Solo la Camera darà la fiducia al governo. Monica Guerzoni RIPRODUZIONE RISERVATA Italia mia Quella lezione di Benedetto Croce e il linguaggio dei giovani «costituenti» di CORRADO STAJANO P overo Palazzo Madama. La Camera Alta della Repubblica ridotta a un retrobottega di Montecitorio. Il senatore del Regno Benedetto Croce riuscì a parlare in quell’aula rossa persino ai tempi del fascismo, nel maggio 1929, contro il Concordato tra lo Stato e la Chiesa. «Un certo canagliume senatorio e un certo canagliume giornalistico — scrisse il filosofo nel 1947 — m’interrompevano con sconce invettive, e io li lasciavo sfogare, e poi ripetevo il mio detto finché la vinsi». Mussolini, irato, reagì con durezza e con villania: «Accanto agli imboscati della guerra vi possono essere gli imboscati della storia, i quali, non potendo per ragioni diverse e forse anche per la loro impotenza creatrice, produrre l’evento, cioè fare la storia prima di scriverla, si vendicano dopo, diminuendola spesso senza obbiettività e qualche volta senza pudore». Con le dovute diversità di tempo, politiche e sociali, è parso di sentire le stesse umilianti invettive interrompere chi ha osato manifestare ora al Senato il proprio dissenso: non si deve far perdere tempo — è la parola d’ordine — al governo fautore e presentatore della riforma della Costituzione. (Una prerogativa riservata, tra l’altro, al Parlamento). Le urla da stadio non sono accettabili e non servono le marce di protesta al colle più alto. Ma la discussione, anche la più aspra, è il sale della democrazia. L’ostruzionismo, come ha scritto la costituzionalista Lorenza Carlassare, «non è un insulto, ma uno degli strumenti classici di ogni democrazia che sia davvero tale». E Stefano Rodotà si è espresso così: «Non si può reagire con un “mascalzoni, state facendo l’ostruzionismo”. Serve una competenza tecnica. Che non c’è stata. La qualità dei costituenti, voglio essere generoso, è molto molto bassa». Se si pensa a chi furono i protagonisti della Costituzione del 1947, Luigi Einaudi, Moro, Terracini, Dossetti, Concetto Marchesi, La Pira, Togliatti, Lussu, Calamandrei, viene un po’ di malinconia. Il linguaggio usato dai giovani governanti contro chi dissente è corrivo e stizzo- so, tra l’oratorio parrocchiale e il festino goliardico: i professoroni, i gufi brontoloni, i gufi indovini, come dichiara il presidente del Consiglio. Insieme con gli insulti che spuntano puntuali contro chi cerca di usare il cervello e ricordano «il culturame» di Scelba, gli «intellettuali dei miei stivali» di Craxi. Il Senato diventa dunque una Camera delle corporazioni non più eletta dai cittadini: cessa il ping-pong tra Palazzo Madama e Montecitorio, come ha commentato festosa una ministra. Cento senatori anziché 315, di cui 5 nominati dal presidente della Repubblica, 21 sindaci, 74 consiglieri Perché discutere in modo così affannoso la Legge fondamentale, tra minacce e blandizie? regionali. Come faranno poi a funzionare gli enti locali da cui provengono non si sa: forse si tratta di una nomina premio per la buona prova data in non poche Regioni dove la corruzione ha trionfato, dal Piemonte alla Lombardia al Veneto al Lazio all’Abruzzo alla Campania alla Calabria alla Sicilia. Perché, ci si chiede, discutere della legge fondamentale della Repubblica in modo così affannoso e dilettantesco, col ritmo di una tappa a cronometro su pista, tra minacce e blandizie? Il contingentamento dei tempi, la cancellazione degli emendamenti, i troppi no al voto segreto, la sostituzione militaresca, all’interno di una commissione parlamentare, di un senatore dissenziente dalle decisioni del gruppo di appartenenza, violando l’articolo 67 della Costituzione e l’articolo 31 del regolamento del Senato, non sono stati segni di libertà in un dibattito che non dovrebbe avere alcun limite. Non sarebbe stato più serio che fosse un’Assemblea costituente a discutere e approvare le riforme utili? Il governo Renzi ha ottenuto la fiducia di un Parlamento eletto con una legge, il «Porcellum», dichiarata illegittima dalla Consulta. Il ministero è quindi di emergenza e dovrebbe operare a termine in attesa del ripristino della legalità costituzionale. Si impanca, invece, febbrilmente, proprio nella riforma della Costituzione. I maggiori costituzionalisti hanno dato, inascoltati, un giudizio severamente negativo al progetto: ora sono ridotti all’osso i giornali che ospitano le loro opinioni. «Basta col culto del “discussionismo”», ha detto Renzi. Il governo delle larghe intese non demorde. Il segreto patto d’acciaio del Nazareno tra Renzi e Berlusconi, un vincolo globale utile a entrambi, rende tutto più anomalo e fuori dalle regole di una democrazia. Siamo approdati davvero a una post democrazia senza controllo. La società, passiva, impotente, depressa, preoccupata, impoverita, segue quel che accade spesso allibita. L’economia è piatta, il Paese è in recessione, la stima dell’Istat è di un -0,2% del Pil, il viso del ministro Padoan sembra uno specchio abbrunato. Non pare proprio che sia questo il tempo fertile e adatto per certe riforme strutturali di uno Stato. La riforma del Senato si propone di dare all’Europa un segno che l’Italia si sta rinnovando, che è davvero sulla giusta via come la Spagna? All’Europa, sembra chiaro, interessano piuttosto la quantità del nostro debito pubblico, il Fisco, il lavoro, la corruzione e le mafie, la politica economica, la limpidezza del fare più che riforme istituzionali malfatte. I tedeschi, i francesi, gli olandesi, gli spagnoli colti non si appassionano alla fine del bicameralismo, alla caduta del Senato. Di Palazzo Madama sanno probabilmente che alla fine del Cinquecento vi abitava il Caravaggio, ospite del cardinal Del Monte, e che lì vicino, nelle chiese di San Luigi dei Francesi e di Sant’Agostino, il gran pittore dipinse proprio in quegli anni alcuni dei suoi capolavori. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014 7 8 Primo Piano Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera Riforme La legge elettorale A palazzo Grazioli Silvio Berlusconi rientra con Gianni Letta dopo l’incontro con il premier (Ansa) Il premier e Berlusconi saldano l’asse Tre ore di vertice e l’Italicum cambia La soglia per il premio sale al 40%, per i piccoli coalizzati scende al 4% Kermesse Leader in prima fila L’arrivo I primi gruppi scout ieri a San Rossore, Pisa (Ansa) Se nell’epoca di Renzi il raduno degli scout diventa l’agorà politica N ell’anno di Matteo Renzi al governo l’agenda politica estiva non passa più da Rimini, dall’annuale Meeting di Comunicazione e liberazione, ma da San Rossore, nel Pisano (terra di Enrico Letta), dove inizia oggi il raduno degli scout della Agesci, l’Associazione guide e scout cattolici: la «Route nazionale». Route significa «strada», e il raduno è il punto di arrivo e incontro di 30 mila ragazzi provenienti da tutta Italia. Una quattro giorni che si concluderà domenica, con la messa celebrata dal presidente della Cei, Angelo Bagnasco. La star è ovviamente Matteo Renzi, che con il mondo degli scout ha una sintonia naturale, a partire dal tema del raduno: il coraggio. Messo nero su bianco dalla «Carta del Coraggio» che raccoglie riflessioni e proposte sul futuro dell’Italia elaborate dal mondo scout e verrà presentata. Quel coraggio, soprattutto di guardare in faccia alla realtà, chiesto da Renzi ai suoi parlamentari nella nota inviata dopo i dati negativi del Pil. A San Rossore, interverranno anche i presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso. Boldrini che deve molto agli scout, come ha raccontato a Famiglia Cristiana: lì ha imparato «la vita nel gruppo, l’amore per la natura, il rispetto dei più deboli, lo spirito del servizio». Scoutista nell’anima anche il ministro della difesa Roberta Pinotti, che parteciperà al raduno, e ammette che questa esperienza comune, a Palazzo Chigi, crea un’intesa particolare. E non accetta paragoni con Cl: «Un’esperienza come quella scout ti segna in un modo profondo. Ma Cl — ha detto all’Espresso — è un’altra cosa: ha deciso di farsi movimento anche politico, fa meeting politici, sostiene suoi candidati. Gli scout no». Fatto sta che il no di Renzi al meeting è in controtendenza, rispetto ai premier degli ultimi anni. L’appuntamento agostano era diventato anche la vetrina ideale delle intese, più o meno larghe, dei governi tra la Seconda e la Terza Repubblica. Gli incontri politici, al di là delle attività di confronto e scambio di una comunità legata al centrodestra ma trasversale (quest’anno ci In Francia Matteo Renzi scout a Lourdes da ragazzo saranno Giuliano Pisapia e Letizia Moratti), hanno prodotto dichiarazioni programmatiche e titoli ad effetto da parte delle massime cariche politiche e istituzionali. Giorgio Napolitano nell’estate 2011, mentre sondava Mario Monti per Palazzo Chigi, al meeting criticò duramente il ventennio trascorso, negativo sul piano economico e politico, perché si erano sedimentati «chiusure, arroccamenti, faziosità, obbiettivi di parte, e anche personalismi dilaganti in seno ad ogni parte». Bisognava provare a cambiare. E nel 2012, toccò a Monti: a Rimini disse di aver visto una «luce in fondo al tunnel» della crisi. Idem Enrico Letta, che nel 2013 da premier sfidò Berlusconi sulla legge elettorale e parlò di una «uscita dalla crisi a portata di mano». Quell’anno, per il meeting, fu l’occasione per delle inedite autocritiche: sulla deriva politica economica del movimento di don Giussani; e inedita fu anche l’assenza di Roberto Formigoni, venuto a prendersi gli applausi e a polemizzare con chi l’aveva escluso dal programma. Anche quest’anno non è inserito in nessun panel. Ma l’assenza che colpisce di più è quella di Maurizio Lupi, legato a Cl e ministro delle Infrastrutture, un settore molto compatibile con gli interessi imprenditoriali rappresentati al meeting (che Lupi presenziava dal 2002). Infatti ci sarà, tra gli altri, il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi. Ma chi cerca tracce di renzismo doc, dovrà andare all’incontro con l’imprenditore Oscar Farinetti. Luca Mastrantonio © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — La formula, «incontro cordiale e positivo», è quella di rito. Ma la durata dell’incontro, quasi tre ore, è decisamente sopra la media. Segno che nel terzo summit tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi — ieri mattina presto a Palazzo Chigi, alla presenza di Lorenzo Guerini e Luca Lotti per il Pd, e di Gianni Letta e Denis Verdini per Forza Italia — nel menù non c’è stata solo la legge elettorale. Ma anche l’economia di un Paese che rischia l’autunno caldo, come dimostrano anche i dati Istat. E pure di questioni di politica internazionale, come la Libia. Ma è l’Italicum il punto centrale del summit. L’accordo, di fatto, c’è. La soglia per ottenere il premio di maggioranza viene innalzata dal 37,5 al 40%. Intatte, almeno per ora, le soglie per accedere in Parlamento delle coalizioni (12) e dei partiti non coalizzati (8). Viene abbassata al momento dal 4,5 al 4% la soglia per i partiti singoli coalizzati. Ma potrebbe essere ulteriormente rivista al ribasso in futuro, per andare eventualmente incontro ad Alfano e Vendola. «Si è stabilita la possibilità di modifiche che saranno oggetto di un ampio confronto», scandisce di fronte ai cronisti Guerini, l’uomo che i protagonisti del tavolo bipartisan hanno scelto di comune accordo come portavoce. Il metodo? «Continuiamo con l’impianto stabilito e su quello possono esserci cambiamenti nell’ambito di un confronto aperto a tutte le forze politiche». Distinguo a parte sul merito, è il segno che non solo l’asse tra Renzi e Berlusconi regge. Ma è anche la prova che la nuova versione riveduta e corretta del patto del Nazareno partirà per l’appunto solo col via libera dei con- La storia traenti originali. Il Pd renziano e la Forza Italia berlusconiana, appunto. «I punti del tavolo», sono le parole centellinate da Guerini poco dopo le 11, quando l’incontro è appena terminato, «sono innanzitutto il tema delle soglie per accedere al premio di maggioranza, e mi pare che ci siano le condizioni per arrivare a una convergenza così come per le soglie più basse». E poi ci sono le preferenze, storicamente mai digerite dall’ex Cavaliere, su cui il vicesegretario del Pd spende quella parola — «cautela» — che i protagonisti dell’incontro hanno selezionato con cura. «Sulle I lavori dell’Aula Montecitorio va in ferie per 4 settimane ROMA — Quattro settimane di ferie. I lavori nell’aula della Camera si concluderanno venerdì 8 agosto e riprenderanno giovedì 4 settembre. È quanto deciso ieri dalla conferenza dei capigruppo. L’attività ripartirà con l’esame del decreto legge di proroga delle missioni internazionali. Andrà nel calendario del mese prossimo anche la proposta di legge sul reato di depistaggio, che dovrebbe tornare in Aula martedì 9 settembre. Venerdì 8 agosto, ultima seduta prima della pausa, sono previste interpellanze e interrogazioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA preferenze andrei molto cauto. Ma c’è la disponibilità a confrontarci nelle prossime settimane». Gli altri soggetti del confronto, a cominciare da Ncd e M5S, guardano all’incontro Renzi-Berlusconi con un misto di circospezione (i primi) e di sospetto (i secondi). «Un patto a tre è già nei fatti. Non servono riunioni», dice in serata Angelino Alfano. «Con Renzi abbiamo parlato chiaro e sono certo che un accordo si troverà», aggiunge prima di precisare che «sulle preferenze comunque teniamo duro». Prima ancora Gaetano Quagliariello aveva nuovamente invitato il premier a «guardare prima alla sua maggioranza che ad altri». Critiche arrivano dall’ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani: «Sulla materia elettorale va bene parlare con tutti, ma l’ultima parola non può essere lasciata all’opposizione». Bordate arrivano dal M5S. Dove, in vista di un possibile intervento di Grillo, scende in campo Roberto Fico: «Ecco come si fanno le riforme e si governa un Paese secondo Renzi e Berlusconi. Si stringono patti di cui i cittadini non possono conoscere il contenuto. Si scrive una legge elettorale senza preferenze, con un premio di maggioranza abnorme». Ed è perfino poca cosa rispetto ai siluri diretti a Palazzo Chigi dai «neofalchi di FI». Da quelli che, dietro il summit tra Renzi e Berlusconi, vedevano (e vedono ancora) il rischio che il partito possa decidere, in autunno, di soccorrere l’esecutivo sui temi economici. Basta ascoltare Raffaele Fitto: «La via di Renzi è fatta di tasse. Ed è questa che impedisce al Paese di crescere». I punti dell’accordo 1 Le coalizioni e la soglia Nell’incontro di ieri sull’Italicum Renzi e Berlusconi avrebbero trovato un’intesa sulla soglia di sbarramento necessaria alla coalizione per poter ottenere il premio di maggioranza: dal 37 al 40% 2 I partiti non coalizzati Buona parte della discussione si sarebbe incentrata tra i due leader proprio sulle soglie: sembrerebbe vicino un accordo sull’8% di sbarramento per i partiti che partecipano al voto non coalizzati T . Lab. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’imprenditore: loro erano vestiti in modo informale, Renzi aveva un abito scuro. Parlarono poco di politica nazionale «Portai Matteo ad Arcore Tra Firenze, calcio e battute i due si capirono subito» Marinelli: con noi, i tre figli minori di Silvio di PAOLO ERMINI «P er molto tempo è sembrato quasi che la politica italiana fosse ormai divisa in due stagioni: l’Ante e il Post pranzo Berlusconi-Renzi ad Arcore. Come se intorno a quel tavolo si fosse disegnato il futuro dell’Italia. Ma non andò così». A parlare è Enrico Marinelli, imprenditore fiorentino e fondatore di «Guild of the Dome association» (onlus che si batte per i valori universali espressi dalla cattedrale di Santa Maria del Fiore, secondo lo spirito delle antiche Arti e Corporazioni, e che negli Stati Uniti è una fondazione). Fu lui il propiziatore dell’incontro avvenuto il 6 dicembre 2010 a villa San Martino, residenza storica del Cavaliere a poco meno di 30 chilometri da Milano. Tanto che poi ci partecipò dall’inizio alla fine, accanto ai due protagonisti: Silvio Berlusconi, che era premier, e Matteo Renzi, sindaco di Firenze. Il primo alle prese con il 2010 l’anno in cui avvenne, il 6 dicembre, il primo incontro tra Berlusconi e Renzi nella residenza dell’allora premier ad Arcore 45 i minuti previsti dalla segreteria di Berlusconi per l’incontro con l’allora sindaco di Firenze. In realtà il faccia a faccia durò tre ore governo del Paese, ma anche con i consueti guai giudiziari e con le rivelazioni sui famosi festini bunga bunga consumati proprio in quella villa; il secondo alla guida di Palazzo Vecchio da un anno e mezzo, ma già deciso a dire la sua sulla scena nazionale in nome della rottamazione. Quasi quattro anni dopo Enrico Marinelli rompe il silenzio su quell’incontro. E racconta. Perché si è deciso a farlo? «Forse è utile svelenire un po’ il clima. Si sono fatte tante illazioni su quell’incontro ad Arcore. Io stesso sono stato interpellato diverse volte. Domande che andavano dal pettegolezzo alle grandi questioni geopolitiche. Di tempo ne è passato. Meglio dissipare qualche sospetto». Da chi fra i due partì l’idea di incontrarsi? (sorride) «Francamente... da nessuno dei due». Vuol dire che l’iniziativa fu sua? «Io all’epoca vivevo a Milano e ve- Mediazione L’imprenditore Enrico Marinelli, 61 anni (Ansa) L’ex premier Gli faceva piacere avere lì un giovane brillante, più affine ai suoi ragazzi di altri politici Primo Piano Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014 9 Retroscena Bloccati solo i capilista. E si avvia anche il dialogo sull’economia L’apertura sulle preferenze E il leader pd assicura: non si vota, qui fino al 2018 3 I partiti coalizzati Sarebbe stata decisa un’altra modifica in merito alla partecipazione alle elezioni dei partiti coalizzati: la soglia del 4,5% dovrebbe scendere, nelle intenzioni di Renzi e Berlusconi, al 4% Chi è Imprenditore Enrico Marinelli è un imprenditore fiorentino, nato nel 1953, laureato in Giurisprudenza e poi formatosi alla Harvard business school. È stato amministratore delegato, due volte negli Anni 90, di Frette, nonché membro del board del gruppo. Ha lavorato in Arabia Saudita e negli Stati Uniti Impegno non profit Nel 2012 ha fondato a Firenze «Guild of the dome», associazione non profit, nata per sostenere le iniziative dell’Opera del Duomo, con la missione di «condividere valori artistici, spirituali, etici e universali attraverso l’arte di tutti i tempi». Operazione realizzata insieme a grandi imprenditori globali dalla Cina all’India a Israele. È presidente della Galleria Frilli di Firenze specializzata nella riproduzione di sculture famose di tutte le epoche 4 Capilista e preferenze Sembra possibile anche un’apertura da parte di Berlusconi all’ipotesi di modifica dell’Italicum con i soli capilista bloccati (ad elezione garantita) e le preferenze per gli altri candidati nivo invitato regolarmente dal dottore (Berlusconi, ndr) a cene che lui organizzava per l’imprenditoria italiana. Lo avevo conosciuto anni prima quando veniva al Grand Hotel di Firenze per vendere gli spazi delle sue reti televisive. Avevo con lui un buon legame insomma...». E dunque? «Per una festa della Polizia a Villa Madama, a Roma, Berlusconi mi aveva preso sotto braccio chiedendomi di Firenze. Io gli dissi che sarebbe stato giusto che il sindaco potesse parlare con il capo del governo delle questioni irrisolte della città. Lui mi rispose: è una persona che non conosco, lo incontro volentieri. Ma a Matteo l’idea un pochino gli piaceva e un pochino no. Ci fu un po’ di tira e molla». Poi il via libera. «Era settembre od ottobre: Matteo un giorno mi disse che a Firenze ormai c’erano un sacco di questioni aperte con Roma (dalle autostrade all’Alta velocità) e tanti soldi che il governo doveva sbloccare, insieme con la tassa di soggiorno che il sindaco chiedeva. E così io iniziai a organizzare l’incontro. Sul cellulare conservo un messaggio di Matteo in cui mi scriveva: Firenze è nelle tue mani». La sede dell’incontro era scontata? «Il sindaco non pose condizioni. Con un preavviso di cinque-sei giorni la segretaria di Berlusconi, Marinella Brambilla, ci avvisò che il giorno migliore per il premier sarebbe stato il successivo lunedì, ad Arcore. Renzi era un sindaco che doveva incontrare il capo del governo per discutere della ROMA — «Alla fine avremmo dovuto farlo per davvero un patto scritto. Anche perché sicuramente i signori del Cinquestelle avrebbero apprezzato». Uscendo da Palazzo Chigi dopo l’incontro con Matteo Renzi, Silvio Berlusconi si concede una battuta. Una voce dal sen fuggita che indica come, «al di là di quello che si dice e si scrive», anche l’esercito di Beppe Grillo potrebbe teoricamente apprezzare l’ultima versione dell’Italicum venuta fuori ieri nel bilaterale Pd-Forza Italia. Attorno alla scrivania del presidente del Consiglio, infatti, Renzi, Berlusconi, Guerini, Lotti, Verdini e Gianni Letta appongono idealmente le loro firme alle correzioni alla riforma elettorale che saranno apposte al Senato. A settembre. «L’Italicum parte seconda», licenziato ieri, prevede innanzitutto l’innalzamento — dal 37 al 40% — della soglia che serve alla prima coalizione per aggiudicarsi il premio di maggioranza. Era una richiesta dei berlusconiani, va teoricamente incontro ai desiderata del M5S e, soprattutto Renzi l’ha accettata. Ma che cos’è che Berlusconi ha dato in cambio? La risposta sta in quella parolina magica ripetuta nelle ultime ore, e a più riprese, sia dalla minoranza del Pd, sia dai grillini, sia da Angelino Alfano. La parolina è «preferenze». Quando si arriva a trattare il punto, che doveva essere il più spinoso, è l’ex Cavaliere a cavare d’impaccio il resto della compagnia. «Per quanto mi riguarda, signori, siamo d’accordo. Possiamo ragionare anche su questo sistema di liste bloccate e preferenze», scandisce l’ex premier. Le malelingue penseranno che si tratti di un puro calcolo, visto che con Forza Italia al 17,5% degli ultimi sondaggi — infatti — il sistema delle teste di lista (nominate) consentirebbe in ogni caso all’ex Cavaliere di sua città, quindi la sua filosofia era: dove m’invita, vado». Così venne il giorno fatidico. «Io ero a Milano. Matteo arrivò in treno con il fido Luca Lotti. Ci incontrammo alla stazione. Poi prendemmo un’auto a noleggio con autista ed arrivammo in grandissimo anticipo a Villa San Martino: l’appuntamento era per mezzogiorno e mezzo. Ci accolse Marinella, che ci disse: “Mi raccomando, il dottore ha 45 minuti al massimo”. Mentre stavamo aspettando in un salottino entrò Mariastella Gelmini, allora ministro dell’Istruzione, che poi se ne andò. Poco dopo arrivò Berlusconi: “Scusatemi per il ritardo. Ci sono anche i miei figli”. Erano i tre più giovani: Eleonora, Luigi e Barbara, nati dal matrimonio con Veronica Lario. Lui era in pullover, e anche i figli erano vestiti in modo informale, perché era un pranzo informale». E Renzi com’era vestito? «Noi tutti in giacca e cravatta. Renzi aveva un abito scuro. Blu, mi pare». Che cosa vedeste ad Arcore? «Prima di andare in sala da pranzo Berlusconi volle mostrarci un salotto con una balconata in alto. “Dicono Le domande I figli chiesero molte cose all’allora sindaco Barbara era interessata agli aspetti culturali riportare in Parlamento soprattutto eletti col «timbro» di Arcore. Secondo altri, invece, si tratta semplicemente dell’ennesimo assist a Palazzo Chigi di un Berlusconi intenzionato a far durare questa legislatura a lungo. Sia come sia, l’apertura berlusconiana al sistema misto che contempla anche le preferenze resta fuori dalle dichiarazioni ufficiali. Per un motivo che lo stesso Berlusconi spiegherà ai vertici del suo partito: «C’è ancora il voto finale del Senato sulle riforme. Meglio non La giornata L’uscita Denis Verdini mentre lascia palazzo Grazioli (Benvegnù Guaitoli) Portavoce Lorenzo Guerini, vicesegretario nonché portavoce del Pd, fuori da Palazzo Chigi dopo l’incontro di tre ore tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi (Benvegnù Guaitoli) L’entrata Giovanni Toti, consigliere del leader di Forza Italia arriva a palazzo Grazioli (Ansa) che qui — disse — io faccia cene strane. Per l’ultima festa c’erano tanti striscioni e tante signore ultrasessantenni scatenate”. Scatenate per il partito, aggiunse». Tema caldo le feste di Arcore. Battute? Imbarazzi? «Solo la battuta sulle fan di una certa età. Berlusconi chiese subito se potevano darsi del tu. Mise Renzi a suo agio e non servì la classica mezz’ora di riscaldamento. Mi colpì il loro modo di parlare diretto, sia nella scelta delle parole che nel tono. Uno stile inaugurato da Berlusconi e che è diventato anche il punto di forza di Renzi». E a tavola che cosa successe? «Berlusconi fece sedere il sindaco al suo fianco, io ero davanti al premier, i figli in mezzo, di qua e di là. Menu tricolore, con piatti bianchi, rossi e verdi: un risottino, un’insalata. Parlarono delle esigenze fiorentine, pochissimo di politica nazionale, così come della schermaglia noi e voi (centrosinistra e centrodestra)». Ma Berlusconi non gli propose di passare con il centrodestra? È famosa la sua sortita: lei così bravo e brillante che ci fa con i comunisti? «Per tutto il pranzo io pensai che uno degli intenti di Berlusconi fosse quello. Invece non ne fece parola. Molta parte della conversazione finì sul calcio: Fiorentina e Milan. Parlarono solo di calcio giocato, però. Della Valle non fu nominato. Piuttosto ci fu qualche battuta su Massimiliano Allegri “comunista” (all’epoca era l’allenatore del Milan, ndr). Eravamo entrati nella villa con un mandato di 45 minuti e ci rimanemmo tre ore». I figli che dicevano? creare ansie». Un’altra, di ansia, ci aveva pensato Renzi a toglierla dai radar. Quando poco dopo le 8 la delegazione azzurra entra nella sua stanza, il presidente del Consiglio mette un punto rispetto ai boatos che agitano il palazzo. «Su una cosa mi sento di rassicurare tutti voi. Non ci sarà alcun voto anticipato. Io ho intenzione di rimanere qui fino al «Fecero domande a Renzi su Firenze. Commentavano. Barbara si mostrò molto interessata agli aspetti culturali della città. Quanto a Berlusconi era evidente che gli faceva piacere fare bella figura con i figli. Era compiaciuto di avergli portato in casa Renzi, che era ancora un signor nessuno, ma un giovane brillante, più affine a loro degli altri politici». Quasi un assaggio di antipolitica. «Pochi giorni prima Berlusconi e Renzi si erano sentiti telefonicamente per l’emergenza rifiuti a Napoli e il premier aveva assai apprezzato la disponibilità del sindaco a farsene carico mandando a Napoli mezzi per ripulire la città. Poi però non se n’era fatto di nulla per problemi burocratici. Durante il pranzo ci fu una serie di battute sul “mandarino” di turno che non ce lo fa fare». Soluzioni trovate? «Berlusconi rassicurò Renzi innanzitutto sulla tassa di soggiorno a favore di Firenze, che in effetti poi rese possibile con un decreto. Parlarono anche di infrastrutture. In questo contesto Berlusconi sottolineò la grande fiducia che riponeva in Denis Verdini. Si capiva che Matteo invece Verdini Quando Berlusconi parlò di Verdini si capì che Renzi ancora non lo conosceva 2018. E questa mia parola di oggi vale anche per il futuro». Di cose che possono accadere ce ne sono molte. Ma l’asse tra Renzi e Berlusconi tiene. L’ex premier, alla fine della riunione, torna a palazzo Grazioli dove l’attende lo stato maggiore del suo partito. Molti di quelli che dividono con lui il pasto temono che nella mente dell’ex Cavaliere ci sia ancora «il soccorso azzurro» da dare al governo, in autunno, sull’economia. «Non ne abbiamo parlato. Renzi non mi ha chiesto, io non gli ho detto», è stata la formula con cui il leader di Forza Italia ha tentato di nascondere le carte. Ma, dall’analisi che ha fatto dopo, sembrava quasi il contrario. «Renzi sta facendo molto bene sulle riforme, soprattutto perché noi siamo con lui. Sull’economia, invece, sta succedendo quello che avevo ampiamente previsto. Chiunque sosteneva che Renzi avrebbe incrociato qualche segnale di ripresa è stato smentito. Serve uno choc. E quello choc, da soli, Pd e Ncd non sono in grado di darlo». Difficile capire in prospettiva quali possono essere i punti di caduta del nuovo patto che i leader della «maggioranza istituzionale» — come la chiamano sia Renzi che Berlusconi — hanno siglato ieri. Punti di caduta che potrebbero riguardare anche i «files coperti» del dialogo, quelli rimasti fuori anche dalle confidenze ai rispettivi amici e colleghi di partito. Dalla politica estera, dove i due hanno parlato a lungo sia di Libia che di Russia. Alla riforma della giustizia, dove un tavolo che comprenda anche Forza Italia potrebbe essere istituito a settembre. Fino, secondo alcune ricostruzioni, al «caso Tavecchio». Sulla corsa del criticatissimo candidato alla presidenza della Figc, il premier e l’ex Cavaliere sono teoricamente dalle parti opposte della barricata. Il primo è palesemente contrario. Il secondo, considerando che il Milan è schierato con Tavecchio (e il diretto concorrente di Mediaset, e cioè Sky, contro), dovrebbe avere una posizione opposta. Renzi, ovviamente, si terrà alla larga dal dossier. Ma possibile che uno dei due possa tentare di convincere l’altro a cambiare idea o a trovare soluzioni che possano superare l’impasse? Sì, è possibile. Forse. Tommaso Labate © RIPRODUZIONE RISERVATA ancora non lo conosceva. Quando ce ne andammo, Berlusconi ci accompagnò alla porta con i figli, molto affettuosamente. Ci dobbiamo rivedere, disse. Era chiaro che a lui Renzi era piaciuto. Ma anche Renzi era visibilmente soddisfatto». Il sindaco contava di tener nascosta la notizia dell’incontro. Invece la notizia uscì scatenando un putiferio. «Brambilla mi garantì che non era dipeso da loro, e che non era nel loro interesse. L’incontro doveva rimanere riservato per qualche giorno, invece restò riservato per qualche ora. Arcore è una corte, c’è un sacco di gente...». Crede che l’intesa Renzi-Berlusconi sulle riforme reggerà? «Per quello che ho visto quel giorno, penso proprio di sì. Renzi ha tutto l’interesse a cogliere un successo importante, Berlusconi è uno che vuole il bene del suo Paese perché va di pari passo con il bene delle sue aziende». Ma lei alle ultime elezioni ha votato per Berlusconi o per Renzi? «Per tutt’e due. Alle Europee ho votato per Forza Italia, perché non voglio che Berlusconi sparisca, e alle Comunali ho votato per Dario Nardella, renziano, sindaco». Un colpo al cerchio e uno alla botte... «Cerco solo di dare una mano, con pragmatismo, al mio Paese e alla mia città, in un’Italia in cui, come in tutte le democrazie occidentali, sinistra e destra ora non sono più ideologicamente in conflitto su tutto». [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 10 Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera Primo Piano 11 Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014 Giustizia Il confronto Riforma della giustizia Orlando accelera I dubbi di Forza Italia Il progetto I 5 Stelle e la sfida in Senato: «Battaglia civile, non farsa» Oggi il Guardasigilli vede il M5S ROMA — Il ministro Andrea Orlando va avanti con la riforma della giustizia e con la benedizione del premier Matteo Renzi che proprio questa riforma ha citato ieri in maniera prioritaria nel suo pacchetto dei mille giorni per l’Italia. Ieri il Guardasigilli ha avuto una serie di incontri tecnici (gli avvocati e i magistrati) e politici (con i capigruppo di maggioranza e di Forza Italia delle commissioni Giustizia di Camera e Senato). «Ci sono le condizioni per fare un buon lavoro», ha commentato soddisfatto in serata. Un sostanziale consenso è venuto dai rappresentanti della maggioranza sul pacchetto di riforma della giustizia civile e sull’introduzione dei reati di falso in bilancio e di autoriciclaggio, mentre con Forza Italia si sono registrate delle distanze che si soppeseranno meglio in Parlamento. Stamattina Orlando aprirà la giornata alle nove e mezza con un incontro con il Movimento 5 Stelle. Quattro parlamentari, tra loro il senatore Maurizio Buccarella (quello del peluche a forma di canguro esibito fra i banchi per protesta durante le votazioni per la riforma del Senato): la delegazione pentastellata avrebbe voluto lo streaming per l’incontro in via Arenula. «Non sappiamo ancora se ci sarà o meno, ma abbiamo deciso di andare lo stesso a incontrare il ministro Orlando», dice Andrea Colletti, capogruppo in commissione Giustizia alla Camera. E poi spiega: «Noi ci presenteremo con il nostro pacchetto anti corruzione e speriamo che il ministro possa darci risposte concrete. Per adesso i dodici punti della riforma della giustizia che ci sono stati mostrati sono i più generici possibili. Diciamo che fanno ridere i polli». Alcuni di questi dodici punti che costituiscono le linee guida della riforma della giustizia sono Dialogo con l’Anm Il ministro per mezz’ora faccia a faccia con Sabelli dopo le tensioni sulla responsabilità civile stati postati sul sito del ministero della Giustizia e sottoposti alle valutazioni on-line degli utenti. Linee guida che, intanto, hanno convinto i rappresentanti del Consiglio nazionale forense: «Condividiamo le linee guida sulla riforma della giustizia civile, anche se ci riserviamo di leggere gli articolati e di fornire un contributo di proposte più dettagliato». Insieme al Consiglio sono stati ricevuti anche l’Ordine degli avvocati, le Camere civili, l’Associazione dirigenti della giustizia e l’Associazione nazionale dei magistrati. Dopo l’incontro con le associazioni il ministro Orlando si è ritagliato una mezz’ora di faccia a faccia con il presidente della Anm Rodolfo Sabelli, probabilmente per affrontare in maniera diretta la questione della riforma della responsabilità civile dei magistrati, dopo le dichiarazioni a distanza che Orlando e Sabelli si erano scambiati martedì scorso. Hanno comunque stilato un’agenda di incontri in materia penale e ordinamentale. Al.Ar. © RIPRODUZIONE RISERVATA La lettera La responsabilità civile delle toghe 1 2 3 Lunedì il ministero mette online le linee guida sulla responsabilità civile: possibilità di ricorso ampliate, ma niente azione diretta contro le toghe Tempi di prescrizione più lunghi I progetti del governo riguardano anche la prescrizione: i tempi saranno calcolati in base alla gravità del reato; sospensione dopo le condanne Le altre questioni della riforma Tra gli altri nodi della riforma della giustizia, annunciata il 30 giugno: processo penale, regole per le intercettazioni, riorganizzazione del Csm Caro direttore, nell’editoriale di ieri si rimprovera al Movimento 5 Stelle di oltrepassare il confine tra «protesta e sceneggiata». La nostra non è sterile protesta, ma una battaglia di civiltà e democrazia. Ci siamo seduti al tavolo del confronto per migliorare una legge elettorale frutto dell’accordo tra Renzi e Berlusconi. Consapevoli dell’importanza di arrivare a un punto di mediazione, e nonostante avessimo una nostra proposta votata in Rete, abbiamo fatto non uno, ma dieci passi in avanti verso le richieste di Renzi su governabilità e stabilità. Verso di noi, nulla. E ad oggi ancora aspettiamo risposte. Caro Cazzullo, chi ha fatto davvero la sceneggiata? Sulla riforma della Costituzione, abbiamo presentato 200 emendamenti: parlamentari scelti dai cittadini anziché nominati dai partiti; nessun privilegio da Casta come immunità e stipendi d’oro; dimezzamento reale dei parlamentari così da tagliare davvero i costi della politica. Il governo, che finge di volere il dialogo e invece ha paura del vero cambiamento, ha estromesso il Movimento 5 Stelle bocciando tutti i suoi emendamenti. E lo ha fatto stravolgendo il Regolamento e piegandolo ai suoi interessi con la complicità del Presidente Grasso, che ha applicato ghigliottina, tagliola e canguro su una riforma costituzionale. Caro Cazzullo, chi ha impedito davvero il dialogo? Abbiamo deciso di uscire dall’Aula solo quando i giochi erano ormai chiusi, e il ruolo della nostra opposizione definitivamente svilito. E lo abbiamo fatto anche per richiamare l’attenzione sulla vera priorità del Paese, che non è lo sfascio della Costituzione, ma la crisi economica. I giornali, inebriati da Renzi, non ci hanno dato ascolto quando spiegavamo che il bluff degli 80 euro era solo merce di scambio per vincere le elezioni europee e che non avrebbero fatto ripartire i consumi. E i dati Istat di oggi purtroppo ci danno ragione. Adesso non ci ascoltano quando diciamo che la nostra democrazia viene ferita da una riforma che fa del Senato un carrozzone senza poteri ma con un apparato costoso come lo è oggi. Oscurando le nostre ragioni, la stampa censura quei milioni di cittadini che noi rappresentiamo. Le «pulsioni istintive e disperate» degli italiani non le abbiamo assecondate, ma trasformate in proposte concrete. Proposte che puntualmente sono andate a sbattere contro l’arroganza di questo governo. Caro Cazzullo, finché daremo voce agli italiani il nostro patrimonio non andrà disperso ma sarà una speranza per il futuro. Senatori del Movimento 5 Stelle Cari senatori, vi ringrazio per l’attenzione e per la cortesia dei toni, non sempre praticata (non solo da voi). Mi limito a far notare che il passaggio sulle «pulsioni istintive e disperate» si riferisce alla scelta del Comune di Livorno, amministrato dai 5 Stelle, a favore di Stamina. A. C. © RIPRODUZIONE RISERVATA 12 Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera Esteri Ostaggi della guerra Per oltrepassare le guerre abbiamo bisogno di accettare l’altro Paolo Dall’Oglio, padre gesuita nelle mani dei rapitori dal 29 luglio 2013 La guerra La notizia tenuta riservata dalla Farnesina. Gli analisti: al momento non sono in mano alle formazioni più radicali Siria, le ragazze italiane rapite 7 giorni fa Gli investigatori: sequestrate da criminali per essere vendute a gruppi più organizzati ROMA — Portate via da una banda di criminali comuni che potrebbero poi cederle a un gruppo più organizzato. È questo il timore forte di chi sta cercando di aprire canali per negoziare il rilascio di Vanessa Marzullo, 21 anni di Brembate, e Greta Ramelli, 20 anni di Gavirate, le due cooperanti rapite in Siria nella notte tra il 31 luglio e il primo agosto. Le due ragazze sono state caricate su un furgone da una decina di uomini armati che hanno fatto irruzione verso le 4 del mattino nell’appartamento situato vicino a Idlib, nella zona di Aleppo, dove erano arrivate con due guide appena tre giorni prima. Un sito Internet locale sostiene che «prima di essere portate via sono state viste nella casa del capo del Consiglio rivolu- zionario della zona». Nessuno sembra aver fornito sino ad ora indicazioni utili, non è arrivata alcuna richiesta nè rivendicazione. E questo aumenta il rischio che la trattativa sia lunga, soprattutto che sia difficile trovare gli intermediari giusti. Non a caso la notizia del rapimento, arrivata sabato scorso e rilanciata su Twitter due sere fa, era stata tenuta riservata per evitare di far alzare il prezzo del riscatto anche con rivendicazioni di tipo «politico». Ieri pomeriggio le indiscrezioni sono però rimbalzate in maniera sempre più frenetica e alla fine la Farnesina ha deciso di confermare «la irreperibilità delle due connazionali». In quell’area è attivo il fronte Al Nusra, formato da cellule di rivoltosi armati che lottano contro il regime e sono affiliati ad Al Qaeda. Al momento gli analisti escludono che le due ragazze possano essere nelle loro mani, anche se attendono un segnale, anche la minima traccia per attivare il canale di contatto. E per questo hanno già mobilitato le organizzazioni non governative presenti nella zona, ma anche chi ha in passato trattato per altri ostaggi occidentali. Vanessa Marzullo e Greta Ramelli erano entrate in Siria attraverso la Turchia circa dieci giorni fa per portare avanti il progetto Horryaty, iniziativa di solidarietà con la popolazione siriana che hanno fondato con Roberto Andervill. L’obiettivo è distribuire kit di pronto soccorso e pacchi alimentari nell’area di confine, ma anche istruire i giovani a praticare interventi di pronto soccorso in caso di lievi ferite o comunque insegnare nozioni infermieristiche. L’ultima ad aver parlato con Progetto Erano entrate in Siria dieci giorni fa per portare avanti un progetto di solidarietà Estremisti Nell’area sarebbe attivo il gruppo islamico Al Nusra, affiliato ad Al Qaeda loro è Silvia Moroni, la presidente della onlus Rose di Damasco che partecipa all’intervento umanitario. «Dal 22 luglio le ho sentite tre volte, ma il 31 luglio, quando avevamo appuntamento su Skype non erano in linea», racconta la donna. La cattura è avvenuta qualche ora dopo, ma non si può escludere che già prima dell’arrivo dei miliziani le due giovani fossero state bloccate nell’appartamento. Il progetto delle due ragazze non ha alcun sostegno da parte dell’Italia, si tratta di un’iniziativa indipendente e anche questo sarà evidenziato nel momento in cui si comincerà a trattare per il rilascio. Ufficialmente il nostro Paese non ha alcuna presenza di intelligence nella zona e dunque sono già stati aperti canali di comunicazione con la Turchia — che già in passato aveva collaborato con l’Italia per ottenere il rilascio dei giornalisti della Rai — e con la Coalizione nazionale siriana. Ieri sera il rappresentante ad Aleppo Ahmad Ramadan, ha dichiarato all’agenzia AdnKronos: «Stiamo indagando, al momento non abbiamo altre informazioni oltre a quelle della loro scomparsa». A vuoto anche le richieste fatte da monsignor Mario Zenari, il nunzio apostolico in Siria, che proprio ieri ha rivolto un nuovo appello — dopo quello della settimana scorsa per padre Paolo Dall’Oglio — «per tutti i sequestrati siriani e stranieri». Fiorenza Sarzanini [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Un’amica di Greta Doveva stare via una settimana ma aveva prolungato perché si sentiva più utile sul campo La zona del rapimento Idlib Dirbesi Qamishli Aleppo Shadadi Latakia Hama SIRIA Mayadin IRAQ ISRA ELE LI BA NO Homs Damasco Deraa GI D OR AN IA Quella voglia di cambiare il mondo Greta Ramelli, 20 anni, di Gavirate, e Vanessa Marzullo, 21, di Brembate I ritratti La giovane varesina era già stata a Calcutta e nello Zambia. La collega bergamasca studia cooperazione internazionale Greta, Vanessa, due amiche e quel patto di curare i bambini Di ragazze così ce ne sono più di quanto si creda. Quelle che, fosse per loro, il mondo avrebbe bisogno subito di qualche ritocco. Anche perché a vent’anni fai più fatica a mandar giù le ingiustizie. Greta e Vanessa. Due ragazze lombarde. Tutte casa, scuola e volonta- riato. In Siria c’erano già state altre due volte. Sempre a portare medicinali. Niente politica, solo aiuti sul campo. Greta Ramelli, 20 anni, di Gavirate, nel Varesotto, nel sociale si era buttata subito. Alle scuole medie, frequentate a Comerio, il paese dove nacque l’Ignis di Borghi, l’avevano eletta presidente del consiglio comunale dei ragazzi. Poi alle superiori l’impegno internazionale. Prima in Africa e poi in India. Era il 2011 e Greta decide di andare nello Zambia. Ci resta quattro mesi. Un’esperienza che scrive e racconta sul sito della sua ex scuola, il Rosetum di Besozzo. Due anni dopo, è il 2013, annuncia che partirà per Calcutta «dove lavorerò con le suore di madre Teresa, per tre settimane». E intanto si diploma, si iscrive all’università, fa la volontaria per la Croce Rossa. Quando torna si prende a cuore le sofferenze di un altro Paese martoriato: la Siria. Con Vanessa incontra Roberto Andervill e insieme decidono di fondare la comunità di assistenza sanitaria Horryaty. Battono il territorio varesino per organizzare cene, creare eventi, tutto per raccogliere fondi. Vanessa Marzullo, 21 anni, è di Brembate, nel Bergamasco. Il padre ha un ristorante a Verdello e lei, quando torna, lo aiuta come cameriera. I suoi genitori sono separati e ha un fratello più piccolo. Ha studiato a Trezzo d’Adda e adesso frequenta la facoltà di Lingue e cooperazione internazionale alla Statale di Milano. Al paese la vedono sempre meno. Ormai il suo orizzonte è il mondo. Quasi inevitabile che incon- trasse una come Greta. «Dopo il suo primo viaggio in Siria Greta era rimasta molto colpita — ricorda il suo ex insegnante di religione al Rosetum, don Andrea Gariboldi — aveva deciso di ripartire per condividere le sofferenze del popolo siriano, in particolare dei bambini». Esperienze che aveva già riportato ai ragazzi del suo vecchio istituto. «È una ragazza forte, coraggiosa e determinata» la descrive don Andrea. L’amica Maria 22 anni, di Comerio, Le foto siriane su Facebook Speranza La musica di un pianista in una Siria martoriata: a sinistra il commento postato da Vanessa Guerra Le macerie di una città siriana: l’inaccettabile quotidianità del Paese avvolto dalla guerra racconta che «il 30 luglio Greta aveva mandato un messaggio su Facebook a una decina di amici. Doveva stare in Siria solo una settimana, ma ci ha comunicato che aveva deciso di fermarsi ancora perché si sentiva più utile sul campo. In questi mesi ha fatto un lavoro splendido. Ci chiedeva di comprare latte in polvere, materiale medico e altro. Prendeva l’aereo per la Turchia portando i soldi della raccolta fondi e poi entrava in Siria. Comprava tutto prima del confine, quindi entrava nelle città che considerava più sicure». Un’altra amica di Greta, Nicoletta, 21 anni di Travedona Monate, il 31 luglio riceve un messaggio su Facebook undici minuti dopo mezzanotte «ma dormivo — racconta — e non l’ho visto: mi chiedeva di poter entrare nella sua mail, perché aveva delle cose importanti da vedere. La mattina dopo le ho scritto su whatsapp, ma non mi ha più risposto. Nel messaggio mi aveva anche chiesto se la Pegasus, una compagnia area, rimborsava i biglietti del volo, perché da quello che sapevamo noi amici, lei doveva rientrare prima ma aveva deciso di rimanere più tempo in Siria. Il primo agosto però era ancora attivo il suo profilo». Carlo Baroni © RIPRODUZIONE RISERVATA Minoranza yazida In Iraq l’Isis cattura centinaia di donne Perseguitati perché non musulmani. Uomini assassinati in esecuzioni di massa, giovani donne rapite, abitazioni bruciate, denaro e gioielli rubati, auto sequestrate, sembra addirittura che migliaia di famiglie sulle colline a ovest di Mosul rischino di morire di sete e fame: sono da tragedia biblica le notizie che arrivano nelle ultime ore dalle regioni occupate dagli estremisti islamici dell’auto proclamato «Califfato» nel nordovest dell’Iraq e lungo le zone di confine con la Siria. Dopo l’aggressione sistematica contro la comunità cristiana, sono ora gli yazidi a essere nel mirino dei sunniti. Il ministero per gli Affari femminili iracheno da Bagdad denuncia che centinaia di donne sarebbero state rapite per «essere vendute come schiave». L’informazione va presa con cautela: la propaganda e la demonizzazione del nemico sono parte integrante della guerra civile che lacera l’Iraq e destabilizza il Medio Oriente. Eppure diverse fonti confermano la tragedia della comunità yazida. Due giorni fa Vian Dakhil, parlamentare irachena di origine yazida, aveva precisato che «500 uomini della nostra comunità sono stati massacrati e altrettante ragazze rapite e portate nella cittadina di Tal Afar». Non è la prima volta che i circa 500.000 seguaci di questa religione vengono aggrediti dai fondamentalisti. Li accusano di essere «eretici adoratori del diavolo». In realtà la loro fede è composta di un misto sincretico di religioni e credi antichi di oltre 4.000 anni. La maggioranza risiede nella regione di Mosul, caduta nelle mani dell’Isis il 10 giugno. Lo scorso fine settimana gli islamici sono riusciti a prendere alcuni villaggi del nordovest dove vivono gli yazidi. L’offensiva è coordinata con le loro forze in Siria, che da lunedì sono anche sconfinate in Libano occupando il villaggio di Arsal, dove al momento l’esercito libanese ha lanciato un’offensiva per riprenderlo. E lo stesso fanno i curdi, che stanno cercando di liberare Mosul, forti adesso del sostegno militare del governo di Bagdad. Ieri un raid dell’aviazione irachena avrebbe causato decine di morti nel carcere della città usato come base dai fondamentalisti. Lorenzo Cremonesi © RIPRODUZIONE RISERVATA Esteri 13 Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014 La tregua e le macerie Il reportage Ogni vittima civile è una tragedia, Hamas ne è responsabile Benjamin Netanyahu, premier israeliano Gli Usa e il terrore Trincee abbandonate, sabbia, rovine. Oltre ai bossoli, i militari hanno lasciato scatolette di tonno e olive della Galilea File segreti trafugati C’è un nuovo Snowden? DAL NOSTRO INVIATO Distruzione Un gruppo di palestinesi cammina fra le rovine di Shajaiya, uno dei quartieri più colpiti di Gaza City (foto Reuters / Finbarr O’Reilly) Via i soldati, Gaza prova a ripartire È già lotta tra Hamas e Abu Mazen Il premier israeliano Netanyahu: ricostruzione in cambio del disarmo IL BILANCIO 23 morti 8 luglio: inizio dell’operazione «Margine protettivo» 17 luglio: inizio dell’offensiva di terra H = ospedale Gaza City = i bombardamenti più gravi 3.356 razzi lanciati da Gaza Deir al-Balah H 16 morti Palestinesi sfollati 250.000 Israeliani morti 1.814 67 H 10 morti Dahanya km H Palestinesi uccisi Khan Yunis Rafah Beit Lahiya Beit Hanoun ISRAELE H STRISCIA DI GAZA H H H Shajaiya 32 tunnel di Hamas distrutti Valico di Erez Jabaliya = campi profughi = scuole colpite E G I T T O RAFAH — Ashouka, la Spina, è orti che provano a nascondere il deserto, baracche che non possono nascondere la povertà. Questo villaggio sta a un paio di chilometri dal confine con Israele. Case basse, poche sono costruite in muratura, qui Rafah ritorna nomade, perde le pretese di città. Il palazzotto di Ali AlShur è stato trasformato in trincea temporanea dalle truppe, per arrivare alla porta d’ingresso al primo piano non c’è bisogno di prendere le scale, basta salire la montagnola di sabbia innalzata dalle ruspe per proteggere i soldati israeliani dietro le finestre. Hanno lasciato indietro scatolette di tonno, fagioli, olive della Galilea e altro metallo svuotato: bossoli di mitragliatrice, proiettili da 402 mm. Una settimana fa Tsahal ha temuto che uno dei suoi fosse stato catturato tra i vicoli della Spina. Il sottotenente Hadar Goldin, 23 anni, è morto in una delle gallerie scavate sotto a questi campicelli ormai arati dai cingolati dei carrarmati. La ricostruzione dell’esercito racconta che i miliziani sono sbucati da una galleria, uno di loro si è fatto esplodere, ha ucciso due soldati, gli altri hanno cercato di trascinare nel buco Goldin o quel che ne restava. I comandanti hanno dato l’ordine di applicare la «dottrina Annibale», colpire con ogni mezzo il commando in fuga anche a rischio di uccidere l’ostaggio. La casa dell’agguato non è raggiungibile. Ali indica le macerie attraverso la voragine nella parete del soggiorno. «Non possiamo avvicinarci, due agenti dell’intelligence di Hamas mandano via chiunque provi a raggiungere quella galleria» spiega. E’ tornato a quel che resta della sua villetta solo ieri, temeva che la tregua non reggesse, troppe volte era stata annunciata per poi durare poche ore, durante i ventinove giorni di guerra si è rifugiato in una delle scuole delle Nazioni Unite. Con i figli recupera quel che non è stato distrutto dall’ultimo tiro di artiglieria: «Quando i soldati sono andati via l’hanno demolita». La bandiera gialla di Fatah e la foto di Abu Mazen assieme a Yasser Arafat stanno appese come una provocazione sulla tenda funebre di Abdel Al Baset Abu Helal. Non le esibiva da sette anni, da quando i fondamentalisti di Hamas gli hanno imposto di non indossare più la divisa delle forze palestinesi e lo hanno relegato a una vita da pensionato più o meno agli arresti domiciliari (anche se continua a ricevere lo stipendio da Ramallah). La morte del figlio toglie speranza, ridà coraggio. Lavorava come volontario nella scuola dell’Unrwa, l’organizzazione Onu per i rifugiati palestinesi, è stato ammazzato cinque giorni fa dall’esplosione di un missile israeliano sparato per eliminare tre miliziani della Jihad Islamica. «Speriamo che questa guerra almeno riporti Abu Mazen a Gaza: de- DAL NOSTRO INVIATO 6,5 72% dei quali civili Fonti Onu (Secondo Israele sarebbero circa 900 i miliziani uccisi) 64 soldati 3 civili Fonti dell’esercito israeliano ve ritornare a essere il presidente di tutti i palestinesi, non solo in Cisgiordania». Mukhaimer Abu Saada insegna Politologia all’università Al Azhar, fondata da Fatah. Ammette che Hamas abbia riconquistato popolarità con le operazioni attraverso i tunnel, gli attacchi dentro a Israele, i 64 caduti tra i soldati. «La gente però sta già chiedendo se ne sia valsa la pena. La distruzione, i quasi 1.900 morti... Per ottenere quale risultato?». Hani Basous è uno studioso dell’ateneo islamico, finanziato da Hamas. «Le sanzioni economiche e la chiusura dei valichi avevano messo in difficoltà il movimento, gli abitanti erano al limite della sopportazione. La scelta di rinunciare al governo, di tornare agli interventi sociali e infine lo scontro militare hanno ridato sostegno al movimento. D’ora in avanti Hamas resterà fuori da ogni coalizione politica, hanno preso la strada esclusiva della resistenza». La scuola dell’Unrwa sulla strada tra Khan Yunis e la città di Gaza ha accolto tremila palestinesi in fuga dalle aree dei combattimenti, dopo la tregua sono andati via quasi tutti, in 700 non hanno dove tornare. «I tre piani dove vivevamo tutti insieme sono stati distrutti» dice Abed Al Samad Masri». Fa da portavoce al clan, gli uomini lavoravano in Israele prima della chiusura dei valichi, sono disoccupati, abitano sul confi- © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. 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Al Cairo le delegazioni stanno negoziando un’intesa che permetta di riportare la calma. I mediatori egiziani sembravano aver ottenuto un’estensione della tregua fino a lunedì, ma Hamas non ha accettato. L’annuncio su un tweet di Moussa Abu Marzuk, il numero due del movimento. A Gerusalemme il premier In Egitto Al Cairo le due delegazioni non raggiungono l’intesa per estendere, fino a lunedì, il cessate il fuoco Benjamin Netanyahu convoca i giornalisti stranieri per quella che sembra una conferenza stampa di fine guerra. Ribadisce: «La comunità internazionale deve legare la ricostruzione al disarmo di Hamas, che sfrutta i morti tra la popolazione come strumento di pubbliche relazioni. Siamo dispiaciuti per ogni singola vittima civile e pronti ad accettare un ruolo di Abu Mazen a Gaza». Davide Frattini @dafrattini NEW YORK — C’è un nuovo Edward Snowden che sta trafugando documenti top secret dell’intelligence americana? Il sospetto negli Stati Uniti è forte dopo che il sito The Intercept fondato da Green Gleenwald — il giornalista che ha pubblicato le migliaia di file copiati dall’ex contractor della Nsa svelando il sistema di sorveglianza di massa antiterrorismo — ha reso noto che gli Stati Uniti hanno compilato una lista di 680 mila «potenziali terroristi», 20.800 dei quali cittadini americani o stranieri residenti nel Paese. Altre 320 mila sarebbero comprese in una più ampia lista di persone sospette, portando a circa 1 milione il numero dei potenziali terroristi. Gli elenchi verrebbero alimentati anche con informazioni acquisite dalla Cia attraverso un programma finora sconosciuto, «Hydra», che consente di accedere segretamente ai database di Paesi stranieri. A far pensare a un nuovo caso Snowden è la circostanza che i documenti del National Counterterrorism Center pubblicati da Greenwald sono aggiornati al novembre 2013, dunque a diversi mesi di distanza dalla fuga di Snowden in Russia. Dopo aver lasciato il Guardian, il 47enne giornalista americano, ex avvocato, che vive e lavora a Rio de Janeiro, ha lanciato a febbraio la testata online The Intercept insieme al fondatore di eBay, Pierre Omidyar. Ieri Greenwald non ha voluto confermare né smentire l’esistenza di una nuova fonte. I documenti sono classificati come «segreti» e «noforn», cioè da non condividere con i Paesi alleati. Il dato più allarmante, secondo The Intercept, è che circa il 40% dei sospetti terroristi del Terrorist Screening Database (Tsdb) non è ricondotto ad alcun gruppo terroristico. Tra le organizzazioni conosciute, Al Qaeda è la più numerosa con 73 mila sospetti affiliati in Iraq e altri 50 mila in altri Paesi. I talebani schedati sono 62 mila, gli appartenenti ad Hamas 21 mila e altrettanti quelli a Hezbollah. Ad altri gruppi terroristici non specificati appartengono quasi 93 mila soggetti. Da questi elenchi viene tratta la lista dei soggetti da porre nella «no fly list», oggi cresciuta fino a 47 mila nomi, o quelli da controllare con particolare attenzione agli imbarchi in aeroporto. Fabrizio Massaro © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma - Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • Seregni Padova s.r.l. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) - Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. 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Viaggio nel tempo” € 8,30; con “Tiziano Terzani” € 10,30; con “English Express” € 12,39; con “Biblioteca della Montagna” € 10,30 14 Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera e t n e m l a r u t a N a t r a c a l io Le foreste europee sono il 30% in più rispetto al 1950*. In pratica, ogni anno sono cresciute dell’equivalente di 1 milione e mezzo di campi da calcio. Inoltre la fibra di cellulosa può essere riciclata fino a 7 volte. E con 2.000 chili riciclati al secondo**, la carta è il materiale più riciclato in Europa. Lunga vita alla carta! * elaborazione Two Sides su dati FAO 2010; (Le foreste europee forniscono l’88% del legno usato per fare la carta in Europa) ** fonte ERPC 2010 Two Sides è un’iniziativa della comunicazione su carta e promuove la produzione e l’uso responsabile della carta e della stampa. Per saperne di più visita: www.twosides.info/it il lato verde della carta Esteri 15 Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014 Dopo le sanzioni Ue Bloccate o ridotte le merci straniere, a rischio vino e pasta dall’Italia. I pericoli di un ritorno all’autarchia sovietica Putin sfida l’Europa: stop alle importazioni di prodotti agricoli E Boris corre per il Parlamento (sognando Downing Street) Truppe russe alla frontiera ucraina MOSCA — Sale sempre di più la tensione tra la Russia e l’Occidente con il Cremlino che ammassa ventimila soldati alla frontiera ucraina e blocca o riduce le importazioni di prodotti agricoli europei e americani. Un ritorno all’autarchia di tipo sovietico che potrebbe anche rivelarsi un clamoroso autogol, visto che il Paese produce molto poco e compra all’estero gran parte dei beni di consumo. Tanto che qualcuno già ipotizza di vedere tra breve i negozi con gli scaffali vuoti, come 25 anni fa. Intanto nella città ribelle di Donetsk, quasi assediata dalle truppe governative ucraine, ci sono stati bombardamenti aerei e si annunciano violenti combattimenti, con centinaia di civili che ancora non hanno potuto allontanarsi. La Nato teme che Vladimir Putin voglia approfittare di una probabile crisi umanitaria per invadere l’Ucraina dell’Est con i suoi uomini che vestirebbero i panni delle truppe di pace. Ma alla frontiera, sempre secondo l’Alleanza Atlantica, ci sarebbero carri armati, artiglieria, sistemi di difesa aerea, forze speciali e aerei da combattimento. L’annuncio delle controsanzioni è arrivato ieri dopo che da giorni le autorità sanitarie russe avevano iniziato a colpire con varie scuse i prodotti europei: le mele polacche a causa di un presunto contenuto di nitrati; un bourbon americano accusato di provocare alterazioni del sistema nervoso, di quello endocrino, nonché malattie oncologiche e problemi di sterilità. Ma Putin voleva fare di più e ha dato mandato ai suoi tecnici di studiare misure più I settori colpiti Le mele polacche 1 Le mele e il sidro della Polonia sono stati i primi prodotti di cui è stato sospeso l’import. I polacchi l’hanno presa con ironia e hanno postato sui social network una valanga di selfie in cui si mostravano mentre addentavano un frutto I polli dagli Usa 2 Ieri l’Agenzia russa per il controllo veterinario e fitosanitario ha annunciato il bando all’importazione di polli dagli Stati Uniti. Nel 2013 il valore complessivo dell’import russo dagli Usa è stato di 43 miliardi di dollari Le produzioni baltiche 3 Nella lista dei prodotti banditi anche carne suina proveniente dai Paesi baltici, soia ucraina e frutta prodotta in Moldova. In tutti i casi le decisioni sono state motivate da ragioni sanitarie, a protezione del consumatore Il Made in Italy 4 Si temono effetti anche sull’export italiano. A essere penalizzati potrebbero essere innanzitutto vini, pasta e prodotti ortofrutticoli, le cui esportazioni hanno già subito pesanti cali dall’inizio della crisi ucraina incisive. Così si sta pensando al divieto di sorvolo della Siberia per le compagnie europee e americane. Ma la misura è ancora ferma perché costerebbe almeno 300 milioni di dollari all’Aeroflot che incassa i diritti. Per le importazioni c’è un vastissimo panorama, visto che da quando si è sciolta l’Unione Sovietica il Paese produce pochissimo. Il 55% dei beni strumentali, delle auto e dei prodotti ad alta tecnologia viene dall’estero. Poi ci sono la chimica (31%) e i prodotti farmaceutici. Sanzioni in questo campo sarebbero disastrose per il Paese e quindi gli esperti hanno consigliato di ripiegare sull’agroalimentare e sulle materie prime. Ma la cosa non sarà comunque indolore sia per i consumatori che per l’economia, con la possibilità di una forte ripresa dell’inflazione. Oltre ai prodotti di alta gamma che vengono tutti dall’estero, anche generi essenziali sono importati. La carne di manzo e quella di maiale; pollame, pesce, formaggi (il 50%), latte, frutta, zucchero. Nei prossimi giorni la Russia cercherà di sostituire l’import europeo e americano con prodotti, come la carne, provenienti dal Sud America, Brasile in particolare. Complessivamente si tratta di oltre 35 miliardi di euro, di cui un miliardo, secondo alcune fonti, verrebbe dall’Italia. Noi vendiamo soprattutto vino, pasta, ortaggi e frutta. Per prudenza, Putin ha ordinato al governo di stabilire quali saranno i prodotti da bloccare e quali solo da contingentare, in modo da non far aumentare troppo i prezzi di FABIO CAVALERA I e da non creare problemi ai consumatori. Compito assai arduo, vista la situazione. E’ così possibile che al di là dell’effetto annuncio, il boicottaggio sarà assai limitato. In ogni caso la nuova iniziativa, assieme all’esibizione di forza alla frontiera con l’Ucraina, ci dice che il presidente russo non ha alcuna intenzione di abbandonare gli indipendentisti. Anzi, tutto sembra indicare la volontà di alzare la posta di fronte alle nuove sanzioni occidentali. Fabrizio Dragosei Ieri e oggi Il presidente russo Vladimir Putin, 61 anni, a Mosca (Reuters) l biondo cinquantenne Boris Johnson, il sindaco di Londra che annuncia di lanciarsi nella campagna del 2015 per ritornare in Parlamento e per scalare la leadership tory, è il più naïf fra i conservatori. Ma, del resto, non può essere che così visto che in lui si incrociano ascendenze turche (il trisnonno Ali Kemal fu ministro nell’impero ottomano), tedesche, francesi e americane (Boris è nato a New York e fino al 2006 è rimasto cittadino statunitense). Un’interessante condivisione di culture che gli regala molte passioni intellettuali e virtù: adora la storia di Roma, declama in latino (che vorrebbe fosse insegnato sin dalle elementari), è lestissimo nelle battute (il «Borisismo»), va in ufficio in bicicletta (rischiò di essere travolto da un tir), è poco formale nonostante l’educazione severa di Eton e di Oxford dove ebbe una infatuazione per i socialdemocratici prima di sposare i tory. Boris Johnson però è anche un grande bugiardo. Il più simpatico fra tutti i grandi bugiardi. Ma se non lo fosse, di natura, non sarebbe neppure diventato un bravo giornalista (ex corrispondente da Bruxelles per il Daily Telegraph). Nel 2008, abbandonando i Comuni per conquistare Londra, aveva giurato che mai e poi mai avrebbe aspirato a cariche più alte. E replicò nel 2012, vincendo per la seconda volta. Poi, ancora, ogni anno il solito ritornello. Dicendo: non sgambetterò David Cameron. Adesso, in contropiede, Alexander Boris de Pfeffel Johnson (è il suo nome per intero) va alla carica e nel 2015 correrà per Westminster, passo iniziale per provare a prendersi la leadership tory. Cameron ha accolto l’annuncio con fairplay: «Magnifico, in campo voglio solo fuoriclasse». Già ma il fuoriclasse punta a diventare capitano a Downing Street. Durante la visita di Renzi a Londra, in primavera, Boris l’euroscettico aveva ammesso: «Se tu, sindaco di Firenze, sei diventato premier, pure io che sono sindaco della quarta città italiana, visto il numero dei residenti italiani a Londra, posso farci un pensierino». I colleghi inglesi non lo avevano sentito. E pensare che era stato, per una volta, sincero. @fcavalera © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Argentina Estela Carlotto ritrova il bambino strappato alla figlia Laura, desaparecida, durante la dittatura. «Lei dal cielo mi dice: la battaglia l’hai vinta tu» La nonna di Plaza de Mayo e il nipote. L’abbraccio atteso 36 anni «Kirchner ha chiamato, abbiamo pianto» E si «commuove» anche papa Francesco Alla fine, dopo tanto cercare, è stato lui a trovarla. Aveva una famiglia, un lavoro, una vita consolidata nella provincia argentina. Ma lo agitavano dubbi, alimentati dalle rivelazioni di un conoscente: «Non sei figlio dei tuoi genitori». A 36 anni appena compiuti, allora, ha mandato un’email, ha fatto un test del Dna, e ha scoperto di chiamarsi Guido Montoya Carlotto. Il bambino ritrovato numero 114 è il nipote della presidente delle Abuelas, le nonne di Plaza de Mayo, la più conosciuta delle donne in lotta per la verità sui desaparecidos, Estela Carlotto. «Per fortuna ho appena fatto un controllo al cuore — la prima dichiarazione della nonna, nel suo stile leggero — e va tutto bene. Ora voglio toccarlo, guardarlo in faccia. La sua sedia non sarà più vuota, i portaritratti avranno la sua foto». Quella di un giovane uomo che finora s’è chiamato Ignacio Hurban, cresciuto in campagna, a Olvarria, musicista. Ignaro per decenni, ma probabilmente già incuriosito dalla ricerca delle Abuelas: di lui si sa che ha partecipato a uno dei Concerti per l’Identità organizzati dagli attivisti. «Si è compiuta la nostra profezia — le parole di Estela — sarebbero stati loro a venirci incontro». Un cambio di strategia degli ultimi quindici anni. Se alla fine della dittatura si cercavano bambini e le tattiche di avvicinamento erano molto delicate, negli anni Duemi- la si sperava di incontrare adulti spontaneamente attirati dallo slogan: «Sai chi sei?». Ignacio, al termine del suo percorso cominciato a giugno, l’ha scoperto l’altro ieri, dalla voce della zia, Claudia Carlotto, responsabile della Commissione Nazionale per il diritto all’Identità: «Sei il nipote di Estela. E sei anche mio nipote». Poco dopo alla nonna è arrivata la telefonata della presidente della Repubblica, Cristina Kirchner, che la conosce bene da anni: è sotto il mandato del marito, il defunto Nestor, che Buenos Aires ha Leader Estela Carlotto, 84 anni, è la presidente delle Abuelas di Plaza de Mayo cambiato rotta riaprendo i conti con i golpisti. «Dimmi se è vero» ha chiesto Cristina a Estela, «e poi abbiamo pianto assieme». «Commosso» l’argentino Papa Bergoglio. Non è un lieto fine scontato, l’emozione è autentica. Estela, che ha 84 anni, ha visto molte compagne di lotta non farcela: «Non volevo morire anch’io senza riabbracciarlo». Negli elenchi delle Abuelas mancano oltre trecento bambini, oggi trentenni, partoriti negli anni della dittatura (1976-83) da giovani madri sequestrate in carceri illegali e poi fatte sparire, quindi dati in adozione a famiglie vicine al regime. E’ la vicenda di Laura, tra le tante, primogenita della maestra elementare Estela e del commerciante di vernici Guido, studentessa di Storia all’Università di La Plata, militante dei montoneros, i peronisti di sinistra che al colpo di Stato si danno alla clandestinità e diventano i primi bersagli della repressione. Laura scompare. In quei mesi di dittatura non è ancora chiara la fine che fanno i detenuti. Ma quel poco che emerge è inquietante. Dalla tranquillità della media borghesia di provincia Estela, come tante delle Madri, viene trascinata in un percorso La famiglia La figlia Laura Carlotto, figlia di Estela, è stata arrestata durante la dittatura e l’avrebbero vista partorire in cella nel giugno del 1978 Il nipote ritrovato Ignacio Hurban, 36 anni, tastierista e compositore: la madre lo aveva chiamato Guido come il nonno che non avrebbe mai immaginato. Gli incontri, le petizioni, il giro attorno all’obelisco della Plaza de Mayo, «e io tremavo come una foglia». Una donna le racconta di essere stata sequestrata con Laura: «E’ incinta, se è maschio lo chiamerà Guido». Impossibile avere risposte ufficiali, si procede così, raccogliendo le testimonianze dei pochi sopravvissuti: un uomo, poi una coppia, sostengono di aver visto Laura partorire, un maschio, nel giugno del 1978, Guido. La ragazza è morta, in uno scontro a fuoco, mentono i golpisti, eccezionalmente il corpo viene consegnato alla famiglia. Che dopo la dittatura, lo fa riesumare per avere la conferma: ha partorito. La ricerca di Estela si rafforza. L’aveva detto Laura: «Mia madre non dimenticherà quello che mi hanno fatto e li perseguiterà». Bambini ritrovati, decine di processi, una sentenza anche a Roma, grazie alle origini italiane dei Carlotto. «Io non perseguo altro che la giustizia, la verità e l’incontro con i nipoti — dice adesso la donna — E Laura dal cielo mi starà dicendo: la battaglia l’hai vinta tu». Alessandra Coppola @terrastraniera © RIPRODUZIONE RISERVATA 16 Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera Cronache La contestazione Invitato a un master di criminologia. L’ex comandante: «Solo un parere tecnico sulla scorta della mia professionalità» La vicenda Ex comandante Francesco Schettino sotto processo per il naufragio della Costa Concordia di ALDO CAZZULLO «Il mondo intero cammina sulla testa, dei ciechi conducono altri ciechi e li fan precipitare negli abissi, gli uccelli si lanciano prima di aver preso il volo, l’asino suona la lira, i buoi danzano, Maria non ama più la vita contemplativa e Marta non ama più la vita attiva, Lea è sterile, Rachele ha l’occhio carnale, Catone frequenta i lupanari»; e Schettino insegna all’università. Nel mondo — o almeno nell’Italia — alla rovescia, è dato anche questo: il simbolo del disastro più grave della nostra storia recente sale in cattedra in un seminario, nell’ambito di un master in scienze criminologiche organizzato da un docente della più grande università italiana, la Sapienza di Roma. È succes- L’assurdo caso di Schettino che sale in cattedra so il 5 luglio scorso, nel Circolo dell’Aeronautica, vicino alla sede dell’università, davanti a studenti imbarazzati. L’ha rivelato La Nazione. Dopo la farsa, ieri è andato in scena lo psicodramma delle reazioni: il rettore Frati incredulo, la ministra Giannini sconcertata, vari parlamentari indignati tra cui si segnalano per prontezza quattro senatori alfaniani, che firmano una nota vibrante subito seguiti da colleghi di ogni partito. Si diffonde la voce che Schettino avrebbe tenuto una lezione sulla «gestione del controllo del panico». Il dettaglio stimola la creatività dei social network, su cui si accende una gara di similitudini: «Grillo apre una scuola guida, Berlusconi un asilo per le fanciulle», «Cicciolina docente alle Clarisse» (questa è di Maurizio Gasparri), «Carlo Conti illustrerà i rischi delle lampade abbronzanti», «Renzi darà lezioni d’inglese», «Dracula terrà un corso sull’anemia» (questa è del capo della protezione civile Franco Gabrielli, che pure avrebbe altro da fare). Schettino sulle prime tace. Indimenticabile l’intervento di uno dei suoi legali, avvocato Domenico Pepe: «Il comandante Francesco Schettino è persona in gamba e capace, quindi in grado di gestire situazioni difficili e di panico, come ha am- La tragegia La notte di venerdì 13 gennaio 2012, intorno alle 21.45, la Costa Concordia, con a bordo 3.216 passeggeri di 63 nazionalità (tra cui 989 italiani)e un equipaggio di 1.013 persone, urta nelle acque dell’Isola del Giglio uno scoglio. L’impatto provoca l’apertura di una falla lunga 75 metri sul lato sinistro. La nave si arena su uno scalino roccioso , imbarca acqua e si piega. L’incidente provoca la morte di 32 persone, più un sommazzatore durante la fase di recupero Il processo Francesco Schettino, il Lezione sul panico. Interviene il ministro piamente dimostrato». Interviene a questo punto il criminologo che l’ha invitato al seminario, professor Vincenzo Mastronardi, e precisa che non si è trattato di una lectio magistralis ma di un breve intervento — meno di una decina di minuti —, per commentare un video in 3D che ricostruiva il naufragio della Concordia. Secondo il luminare, Schettino ha sostenuto di non essere «scivolato dalla nave» ma di essere «letteralmente preci- pitato su una lancia»; dopo la telefonata di De Falco avrebbe cercato di tornare a bordo, «ma anche la lancia aveva dei problemi, si stava sgonfiando»; e comunque «se avessi dato l’ordine di gettare le ancore sarebbero morti tutti», Gli altri casi L’ex br Curcio a Bologna Il dietrofront di Valerio Morucci Stefano Delle Chiaie Contrasti per l’arrivo contestato a Cosenza di Sofri a Macerata 1 2 3 Nel 2007 l’arrivo di Renato Curcio, uno dei fondatori delle Br, all’università di Bologna provoca malumori. Anche l’allora sindaco Cofferati è contrario L’ex brigatista, Valerio Morucci, coinvolto nel sequestro di Aldo Moro, viene invitato nel 2009 alla Sapienza di Roma. Ma dopo le polemiche arriva il dietrofront Stefano Delle Chiaie, fondatore di Avanguardia Nazionale, viene contestato nel 2012 a Cosenza durante la presentazione del suo libro 4 Polemiche precedono l’arrivo di Adriano Sofri, condannato per l’omicidio del commissario Calabresi, nel 2013 all’ateneo di Macerata comandante della nave, (nella foto, durante una festa a Ischia il mese scorso) finisce in carcere e in seguito ai domiciliari. Misura tramutata poi in obbligo di dimora e poi revocata. Attualmente è l’unico imputato nel processo in corso a Grosseto. A luglio è iniziato l’ascolto dei periti del tribunale e dei consulenti delle parti. A settembre sarà la volta dei consulenti medici. Presumibilmente, la sentenza arriverà nella prima metà del prossimo anno perché la nave sarebbe affondata in alto mare anziché adagiarsi vicino alla riva. Ma perché non fu dato subito l’allarme? Perché «a Civitavecchia erano salite seicento persone che non avevano ancora ricevuto la formazione per le emergenze», quindi era inutile allarmarle. In ogni caso, ricorda il professor Mastronardi, «Schettino è da ritenersi innocente fino al terzo grado di giudizio». Il rettore si dichiara insoddisfatto delle spiegazioni e deferisce il professor Mastronardi al Comitato Etico. La procura di Grosseto annuncia di voler acquisire l’audio «per verificare eventuali dichiarazioni di interesse per il processo in corso». A questo punto, nel pomeriggio, interviene Schettino in persona: «Ribadisco che il mio è stato un intervento tecnico sulla scorta delle mie conoscenze e della professionalità acquisita in tanti anni di servizio». Sipario. Resta un fatto che il comandante e i suoi volenterosi a v vo c a t i n o n potranno smentire: al di là delle responsabilità penali, che spetta alla magistratura accertare ed eventualmente sanzionare, Schettino — la sua figura, non la sua persona — è diventato in questi anni una maschera di alcuni vizi italici: la faciloneria, l’inadeguatezza, la corsa a evitare le responsabilità. E nella nave finita sugli scogli è stata inevitabilmente vista l’immagine di un Paese in crisi (non a caso, quando il relitto fu recuperato Mentana scrisse su Facebook: «Vediamo chi sarà il primo, politico o giornalista, a usare la Costa Concordia come metafora per frasi tipo “ora raddrizziamo la nave Italia”». La competizione fu vinta da Saviano). Il naufragio del Giglio ha già fatto sin troppo male alla nostra autostima e all’immagine del nostro Paese del mondo. Dell’intervento di Schettino al seminario della Sapienza si potrebbe anche tacere, forse persino sorridere. Se non fosse per i trentadue morti e per le loro famiglie, che chiedono giustizia e richiamano ognuno a responsabilità da cui non è possibile né pensabile fuggire. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’organizzatore Il docente: «I suoi legali hanno chiesto di esserci, speravo che lui non venisse. Giusto il deferimento fatto dal rettore, così chiarirò tutto» «Ho sbagliato, ma l’ho invitato per par condicio» Mastronardi: l’ho fatto parlare 5 minuti Ho avuto paura che tutto degenerasse «Lo scriva che non era una Lectio magistralis, che non è salito in cattedra: è stato un semplice intervento, persino breve. Non ho cronometrato, ma il comandante avrà parlato per 5-7 minuti». Il professor Vincenzo Maria Mastronardi, titolare della cattedra di Psicopatologia forense della Sapienza — noto criminologo del caso Cesaroni e autore delle perizie su Pietro Maso e Rudy Guede — si difende dalle accuse che gli sono piovute addosso per la presenza di Francesco Schettino al seminario da lui organizzato. Ha fatto infuriare il rettore Luigi Frati che l’ha mandata letteralmente «a quel paese» e l’ha deferita al Comitato etico. «Il deferimento è giusto, lo avrei fatto anche io al suo posto: servirà a chiarire la vicenda nei prossimi giorni». Cosa dirà al rettore? «La Sapienza non c’entra niente. Il seminario è un’iniziativa del Centro sperimentale cineteatrale di criminologia e si è svolto fuori dalle aule (il Circo- lo della casa dell’aviatore che si trova a poca distanza dalla città universitaria, ndr)». Perché allora nella locandina c’era il logo della Sapienza? «Ribadisco, era un ciclo di incontri collaterali. Ha ragione il rettore Frati a prendere le distanze». Professore, ammetterà di aver sbagliato a chiamare Schettino. «Ho commesso un errore, ma sono stato vittima degli eventi». In che senso? «Mi accusano di averlo invitato a parlare, ma in realtà non è stata una mia idea. È lui che, saputo dell’iniziativa, ci ha contattato attraverso i suoi legali chiedendo di poter intervenire per una sorta di par condicio». Cosa c’entra la par condicio? «Nella giornata conclusiva del seminario, il 5 luglio, si parlava dei grandi casi di cronaca, con una sessione sul Al seminario Vincenzo Mastronardi (a destra) con l’ingegnere Ivan Paduano Le ricerche dell’ultimo disperso Concordia, trovate ossa e un teschio Il relitto della Concordia restituisce i resti di una delle vittime. Ieri i sommozzatori dei vigili del fuoco al lavoro all’interno della nave, in sicurezza nel porto di Genova, hanno individuato sul ponte 3 parti di un teschio e alcuni resti ossei. La Procura di Genova ha acquisito quanto ritrovato per disporrre l’esame del Dna e procedere all’identificazione. Sono stati avvertiti i famigliari di Russel Rebello, il cuoco indiano il cui corpo non è ancora stato ritrovato, la trentaduesima vittima, e quelli di Maria Grazia Trecarichi. Il corpo dell’insegnante siciliana, morta nel naufragio della Concordia, venne straziato, perciò non si esclude che le parti del teschio possano appartenere a lei. Le ricerche di vigili del fuoco e guardia costiera continueranno nei prossimi giorni anche nel ponte 1 tutt’ora semisommerso (e. d.). © RIPRODUZIONE RISERVATA giornalismo investigativo e una serie di ricostruzione in 3D, dall’omicidio di Meredith Kercher al naufragio del Giglio, curate dall’ingegnere Ivan Paduano. Schettino temeva che da queste analisi potessero derivare danni alla sua linea difensiva. Fino all’ultimo, se lo vuole sapere, ero convinto che non venisse...». Il nome di Schettino, però, era scritto nero su bianco sul programma del seminario «Dalla scena del crimine al profiling»? «Credevo che sarebbero venuti solo gli avvocati e sono rimasto sorpreso quando me lo sono trovato davanti. Una volta lì cosa dovevo fare? Non le nego, però, l’imbarazzo da parte di tutti noi». Cosa ha detto l’ex comandante? «È stato un breve intervento tecnico, per ribadire la sua professionalità anche nella gestione del panico in quel momento di crisi» Ha detto davvero così? «Sì e ha aggiunto che se avesse dato ordine di buttare le ancore sarebbe state un’ecatombe: la nave sarebbe colata a picco troppo lontana dalla riva». La procura di Grosseto ora vuole verificare se Schettino abbia fatto dichiarazioni interessanti per il pro- cesso. «L’ex comandante e i suoi legali sono intervenuti con grande discrezione. Nessuno ha mai prevaricato, né anticipato il dibattimento» Ma ci sarà stato qualcuno che ha reagito? Ci sarà stata qualche obiezione? «I partecipanti al seminario, una sessantina in tutto, hanno chiesto perché si fosse avvicinato così tanto agli scogli del Giglio, perché avesse fatto quell’inchino. Ho avuto paura che la situazione Diploma Nessun diploma, gli abbiamo dato soltanto un attestato di partecipazione degenerasse e ho chiuso la discussione velocemente». C’è chi ha scritto che Schettino sia uscito dal seminario col diploma... «Ci mancherebbe altro: quello era solo un attestato di partecipazione». Carlotta De Leo carlottadeleo © RIPRODUZIONE RISERVATA Cronache 17 Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014 Fiumicino Continua lo sciopero bianco degli addetti ai bagagli La testimonianza Le valigie abbandonate spedite a Malpensa per restituirle ai turisti «Non ci hanno dato notizie» Nervosismo, pianti, panico incontrollato. Chi in questi giorni è transitato dall’aeroporto di Fiumicino si è reso conto di quante difficoltà ha creato lo sciopero dei «facchini». Decine di carrelli con centinaia e centinaia di bagagli, in media trenta per ogni carrello, rimasti ammucchiati nei padiglioni dello scalo. Aurelia Caramia (foto in basso) ne sa qualcosa. Lei vive a Milano con la sua famiglia e per quest’anno ha deciso di dividere a metà le vacanze estive: qualche giorno in Puglia assieme ai parenti, il resto ad Alghero, in Sardegna. «Ma martedì — racconta — è stata una giornata da dimenticare. Siamo partiti da Bari e abbiamo fatto scalo a Fiumicino prima di imbarcarci per Alghero. Non solo l’aereo è partito con tre ore di ritardo rispetto all’orario previsto ma all’arrivo in Sardegna abbiamo trovato la “sorpresa”: le nostre valigie non erano proprio state Il ministro Lupi: protesta intollerabile Le prime centinaia di valigie disperse sono partite con i corrieri verso gli aeroporti italiani. Altre migliaia potrebbero a breve prendere il volo a bordo di aerei cargo con destinazione Malpensa, dove poi saranno smistate. Sono solo alcune delle contromisure prese da Alitalia per limitare i 2.171 Gli esuberi previsti dal nuovo piano di salvataggio di Alitalia. Alcune centinaia riguardano gli addetti ai bagagli Emergenza Bagagli fermi al terminal 1 di Fiumicino 14.000 Le valigie ancora ferme a Fiumicino. Grazie all’intervento di una forza d’emergenza ieri ne sono state spedite a destinazione un migliaio danni del «caos-valige», che negli ultimi giorni ha messo in ginocchio l’aeroporto di Fiumicino. Ma ci vorrà ancora molto tempo per smaltire l’enorme montagna di bagagli (intorno ai 14 mila colli), che giacciono negli hangar dello scalo capitolino. Almeno dieci giorni, secondo le stime. E questo solo se la mobilitazione degli operai della compagnia italiana si fermerà. «Non stiamo protestando, quindi non si può parlare di precettazione, stiamo solo applicando le norme di sicurezza alla lettera, come dovrebbe essere sempre fatto», continuano a ripetere i facchini e gli addetti di pista dell’handler che confermano la rivolta silenziosa a oltranza, finché dai 2.171 esuberi previsti dall’accordo con Etihad non sarà cancellato il loro reparto. La protesta quindi continua, anche se i ritmi di lavoro sono aumentati. «Qui si parla del destino di centinaia di famiglie, le nostre, senza padri che portano gli stipendi a casa», spiegano. Più calma, almeno all’apparenza, la situazione a Fiumicino. Sono diminuite le attese per il ritiro bagagli(ol- tre l’ora negli ultimi giorni), mentre i ritardi si sono registrati ancora per i voli Alitalia. E intanto, in giro per il mondo, ci sono invece le migliaia di vacanzieri orfani di valigie, che forse rivedranno ormai al ritorno a casa. Ieri allo scalo è sbarcata, senza problemi, anche la squadra della Roma, in arrivo con volo Alitalia da Boston: Totti e compagni, sono usciti dal terminal 3 con bagagli a seguito, accerchiati dai fan. Meno fortunati i passeggeri di un volo proveniente da Venezia. Atterrati intorno alle 15, sono rimasti ad aspettare i bagagli per oltre due ore: alcuni hanno sporto denuncia, altri torneranno allo scalo in cerca di notizie. Sono terminati persino i carrelli portabagagli: la maggior parte «ospita» le valigie in stand by e Alitalia è stata costretta a chiederli in prestito alle altre compagnie. Insieme agli addetti del vettore tricolore, le task force di Adr, società di gestione degli aeroporti romani, martedì notte hanno smaltito circa 1.000 bagagli. Per ridurre i disagi nei terminal, Aeroporti di Roma, in coordinamento con l’Enac, ha messo in campo 200 addetti per assistere Alitalia nell’emergenza. Sulle criticità di Fiumicino è intervenuto anche Maurizio Lupi, Ministro dei Trasporti, che ha definito «intollerabile e incomprensibile» la protesta. «Intol- In arrivo Totti, De Rossi e gli altri calciatori della Roma al rientro a Fiumicino dopo la tournée negli Usa. Per i passeggeri in arrivo i problemi con il ritiro bagagli sono meno gravi lerabile perché si interrompe un servizio creando danni ai passeggeri italiani e stranieri, proprio nel periodo di maggior affluenza per il nostro primo scalo internazionale. — ha specificato Lupi facendo appello alla ragionevolezza degli operai — Incomprensi- L'analisi Alitalia ed Etihad a un passo dall’accordo ROMA — Manca poco. Alitalia e Etihad sono a un passo dall’accordo attraverso il quale gli emiratini acquisteranno il 49% dell’ex compagnia di bandiera. L’operazione è vitale per il salvataggio di Alitalia. Non a caso, la presenza a Roma di James Hogan, numero uno di Etihad, si è tradotta in un fitto calendario di incontri con i soci italiani. Risultato, Ethiad è pronta a mettere 50 milioni nel bilancio 2014 della compagnia italiana e Poste a versare a settembre 25 dei 75 milioni che investirà nell’operazione. Ieri sono stati affrontati gli ultimi nodi da sciogliere nel corso di un appuntamento tra Hogan e i vertici di Alitalia (Gabriele Del Torchio), Atlantia (Giovanni Castellucci) e Unicredit (Alessandro Decio). In ballo c’era, soprattutto, il tema della liquidità da versare nelle casse di Alitalia per garantirne la sopravvivenza fino al closing dell’operazione. Tanto che è già previsto un aumento di capitale da 300 milioni, che domani verrà sottoposto al via libera all’assemblea. Per chiudere serve anche un cosiddetto prestito ponte. Un dettaglio discusso ancora ieri, così come la clausola che impedisce ai soci italiani di vendere per alcuni anni (lock up). Si tratta ormai di limature a un accordo che nessuno intende fare saltare. Anche Francesco Caio di Poste Italiane (verserà 75 milioni nell’operazione) ieri ha visto Hogan per la partnership sulle strategie commerciali e le sinergie. Oggi il capo di Etihad incontrerà i rappresentati del governo. A riceverlo sarà Maurizio Lupi, ministro delle Infrastrutture. Se tutto filerà liscio domani pomeriggio alle 16 è prevista la conferenza stampa per l’accordo. Andrea Ducci © RIPRODUZIONE RISERVATA bile perché succede nei giorni in cui si sta facendo di tutto per salvare l’azienda». Una dura condanna, definita «sconcertante» dall’Usb, che invece ritiene legittima la ribellione degli operai «contro i licenziamenti ingiusti». «La loro reazione, che non è uno sciopero bianco ma consiste nell’attenersi legittimamente alle procedure operative, — difende i lavoratori il sindacato — si inquadra in una situazione dello scalo potenzialmente esplosiva, perché il personale che sarà collocato in mobilità comincia a essere individuato e identificato». «Comprendiamo le preoccupazioni degli operai ma ora è importante sostenere la ristrutturazione di Alitalia, — ha commentato Giovanni Galiotto, presidente dell’Anpac, associazione piloti — dobbiamo essere uniti per dare una bella immagine di una compagnia che può e deve risorgere». Valeria Costantini © RIPRODUZIONE RISERVATA imbarcate a Roma». E quando assieme al marito ha provato a chiedere lumi si è trovata di fronte un muro: «Il personale non ha voluto fornire la minima spiegazione sui disguidi. Dopo 24 ore siamo riusciti a recuperare soltanto 1 bagaglio su 5 spediti». Una situazione paradossale, insomma. Che ha trasformato quello che doveva essere un meritato periodo di relax in un incubo. È andata meglio a Mariacristina Ferraioli, 34enne salernitana che da tempo vive a Milano. Martedì si trovava all’aeroporto «Leonardo da Vinci» di ritorno da una vacanza alle Baleari. Per fortuna (sua) aveva con sé solo un bagaglio a mano. Chi ne ha imbarcato qualcuno è rimasto con le pive nel sacco. «C’erano ragazzi — spiega — disperati. Hanno passato lì la notte in attesa di riavere le loro valigie. Una roba mai vista, non degna di un Paese civile». Antonio Ricchio @AntonioRicchio © RIPRODUZIONE RISERVATA Bergamo Tre ore di interrogatorio davanti alla pm arrivata in motocicletta La morte di Pantani Manola si chiama fuori dalla denuncia presentata dalla madre Bossetti: «Con mia moglie liti per motivi economici» La sorella del Pirata «Non c’entro con l’esposto» BERGAMO — Tre ore di interrogatorio, buona parte concentrato sui rapporti con la moglie. Il pubblico ministero Letizia Ruggeri — arrivata alla guida della sua moto Honda blu — ha rivoltato come un guanto la vita familiare di Massimo Giuseppe Bossetti, il carpentiere di Mapello che da 53 giorni è in isolamento, in una cella del carcere di Bergamo, con l’accusa di aver ucciso Yara Gambirasio. Amore, litigi e riappacificazioni, gelosie, screzi. Il pm, insieme agli uomini del Ros e del Nucleo investigativo di Bergamo, ha chiesto conto a Bossetti di tutti gli aspetti dei rapporti coniugali, anche quelli sessuali. E lui ha risposto alle domande descrivendo il quadro di sempre fatto di routine e normalità: «Sento l’amore di mia moglie e ho fiducia in lei. Se ci sono stati degli scre- Al lavoro Il pubblico ministero Letizia Ruggeri arriva in moto al carcere di Bergamo per l’interrogatorio di Massimo Bossetti, l’uomo accusato di aver ucciso Yara Gambirasio zi, erano motivati più che altro da qualche problema economico». Perché, allora, gli aspetti personali interessano così tanto agli inquirenti? Sono lo sfondo di un’indagine che si regge sulla prova regina, il Dna del carpentiere trovato sugli slip e sui leggings della tredicenne. Ma non vengono sottovalutati. La procura è convinta che sia lui l’assassino e che l’omicidio sia a sfondo sessuale (anche se non risulta esserci stata violenza sulla vittima). Manca, però, il movente e Bossetti non lo dice di certo. Messo sotto torchio per la seconda volta dal pm (la terza se si conta l’interrogatorio di convalida del fermo), infatti, ha ribadito: «Non confesso qualcosa che non ho commesso». Allora si scandaglia negli angoli più nascosti della sua vita privatissima. Giuliana Ubbiali © RIPRODUZIONE RISERVATA DALLA NOSTRA INVIATA RIMINI - Il cane salta abbaiando verso il cancello. Periferia di Cesenatico, casa Pantani - Boschetti. Una bandana verde a mo’ di collare denuncia l’inclinazione giocosa del lupo. Manola Pantani ha la voce limpida e i modi decisi: «Non è una mia iniziativa. Non sono stata io a chiedere di riaprire le indagini. L’esposto e’ stato presentato dai miei genitori, questo credo che tutti lo sappiano». Non si entra nella vita di Manola come attraverso un cancello. Dall’altra parte del citofono, il tono è conclusivo: «Se mi avete cercato saprete anche che, da molti anni, ho smesso di parlare della mia famiglia. Le loro scelte non mi riguardano. In questo caso specifico si tratta di una loro de- nuncia e non della mia». Vite separate, scelte differenti. Tonina Pantani, ad esempio, ha un modo tutto suo di concedersi e poi negarsi. Martedì mattina, davanti al cimitero di Cesenatico, ha tirato un calcio al fotografo del Corriere e ieri mattina sul suo blog era comparso un post: «Giornalisti invadenti, erano anche davanti al cimitero. Sono entrata in chiesa per nascondermi, ma sono venuti pure lì e mi sono sentita braccata». La dichiarazione «Qualche dubbio sull’esito della prima inchiesta l’ho avuto ma non ho mai pensato di condividerlo» Da dieci anni la sorella minore del Pirata protegge i suoi affetti e la memoria del fratello senza necessariamente condividere le scelte di famiglia. Perplessità ne ha, ma tiene per sé: «Certo, qualche dubbio sulle risposte date dall’inchiesta nel suo insieme, l’ho avuto anche io. Ma sinceramente non mai pensato di condividerlo e non lo farò certo adesso». Sono quasi le tredici e lei, rapida, esce di scena: «Sono a pranzo mi spiace. E comunque questa è una conversazione che non posso fare. Capisco che la nuova indagine ha riacceso le curiosità ma non sarò io a darvi risposte su Marco». A poche centinaia di metri, suo figlio Denis si occupa dello «Spazio Pantani». Gigantografie, titoli dei quotidiani e diplomi ad honorem. Il Pirata in trionfo al Giro. Il Pirata che allarga le braccia tagliando il traguardo, che vince sudando. Aveva 14 anni, Denis, quando perse suo zio. Anche le gigantografie, a volte, aiutano. Ilaria Sacchettoni © RIPRODUZIONE RISERVATA 18 Cronache Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera L’epidemia Ebola, rimpatriato spagnolo: è il primo malato sul suolo europeo DALLA NOSTRA INVIATA PARIGI — Aveva accudito per giorni il direttore dell’ospedale di Monrovia in Liberia, stroncato sabato dal virus più mortale della storia che sta flagellando l’Africa occidentale e allarmando il mondo. E si è ammalato anche lui. Da venerdì il missionario spagnolo Miguel Pajares, 75 anni, era in isolamento. Sofferente, aveva chiesto di poter tornare a casa. È stato il suo ordine religioso a sollecitarne il rimpatrio. E ieri Madrid ha deciso di andarlo a prendere con un aereo militare. Primo malato di Ebola rimpatriato in Europa. Destinazione l’ospedale Carlos III, dove è stato predisposto uno speciale reparto «sigillato» e dedicato soltanto a lui. La responsabile della Sanità spagnola, Mercedes Vinuesa, tenta di fugare le paure: assicura che sono state prese tutte le misure per evitare il contagio: «La sicurezza è garantita». Ma la psicosi da ebola si sta diffondendo nel Paese iberico. E anche in Italia. Al punto che la responsabile della Salute, Beatrice Lorenzin, è intervenuta ieri per smentire le voci sulla presenza del virus a Lampedusa che circolavano su Internet. Rispondendo poi alla Camera a un’interrogazione di un deputato leghista, Lorenzin ha denunciato che sono in corso «tentativi di procurato 932 I morti causati dall’Ebola in Africa allarme», «nel nostro Paese non è stato riscontrato nessun caso» ha assicurato. Anche negli Stati Uniti, dove invece i ricoverati sono saliti a quattro, la situazione sarebbe sotto controllo: Anthony Fauci, direttore dell’Istituto Nazionale Usa per le malattie infettive, pioniere della lotta all’Aids, si è detto «fiducioso» che l’epidemia non si svilupperà negli States. L’esperto giudica invece «molto seria» la situazione in Africa, per le condizioni sanitarie e i costumi locali. Spesso la gente appena avverte i sintomi della malattia (febbre, vomito, diarrea fino alle emorragie finali) esce dal villaggio alla ricerca di un guaritore tradizionale. Così il virus si diffonde velocemente, attraverso i liquidi, come sudore e sangue. Non solo: la tradizione vuole che quando un contagiato muore debba essere lavato e sepolto dai familiari. Ma la malattia è più aggressiva dopo la morte e questo è un ulteriore motivo di diffusione. Il bilancio delle vittime continua a salire, l’ultima conta dell’Oms riporta 932 morti e 1.711 casi accertati nei Fecondazione assistita Pronta la bozza di decreto per il Consiglio dei ministri La banca dati e la sicurezza Istituisce una banca dati nazionale che assicuri la tracciabilità delle cellule riproduttive nel percorso dal donatore al nato e viceversa. Sarà presso l’Istituto superiore di Sanità — Centro nazionale trapianti. Le strutture sanitarie autorizzate al prelievo e al trattamento delle cellule riproduttive comunicano al Registro i dati anagrafici dei donatori, salvaguardandone comunque l’anonimato. Stabilisce che la donazione è volontaria e gratuita; importazione ed esportazione di gameti sono consentite, rispettivamente, solo da e verso istituti di tessuti accreditati ai sensi della normativa europea vigente e operanti senza scopo di lucro. Per i donatori è comunque previsto un rimborso spese. I limiti: dall’età alle nascite Fissa l’età in cui la donazione è consentita: 18-40 anni per gli uomini; 20-35 per le donne. È vietata la donazione di cellule riproduttive tra parenti fino al quarto grado. I gameti di un medesimo donatore non possono determinare più di dieci nascite. Tale limite può essere derogato esclusivamente nei casi in cui una coppia, che abbia già avuto un figlio tramite procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo, intenda sottoporsi nuovamente a tale pratica. Disegni di Emanuele Lamedica Il decreto sulle «Disposizioni urgenti in materia di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo» è pronto. Ecco i punti salienti: recepisce la sentenza della Consulta e annulla il divieto all’eterologa della legge 40. E recepisce le direttive Ue in materia, garantendo la sicurezza e la tutela della salute di tutti i soggetti coinvolti. I punti principali della nuova legge Si potrà risalire al genitore in caso di malattie L’anonimato La gratuità Sarà assicurata la tracciabilità delle cellule riproduttive ma le strutture autorizzate assicureranno l’anonimato per i donatori La donazione di cellule riproduttive da utilizzare per la fecondazione eterologa deve essere volontaria e gratuita Il registro Dieci figli al massimo Il nome dei donatori dovrà essere riportato su un registro. L’identità potrà essere svelata solo in caso di malattia In base alla legge il seme di un donatore potrà essere utilizzato per generare un massimo di dieci bambini I limiti di età Il colore della pelle La legge fissa l’età in cui la donazione è consentita: tra i 18 e i 40 per gli uomini, tra i 20 e i 35 per le donne Il ministro Lorenzin è contraria alla possibilità di scegliere il colore della pelle ma la legge al momento non ne fa cenno © RIPRODUZIONE RISERVATA «I donatori siano compatibili» La senatrice a vita Elena Cattaneo, scienziata italiana di prestigio internazionale, ha ascoltato la ministra Beatrice Lorenzin con molta attenzione nel suo intervento in commissione Sanità al Senato. Tema dell’audizione: la fecondazione eterologa in Italia. Che cosa ha detto? «Ha ribadito una posizione a mio avviso ineccepibile sul tema, sottolineando la sua determinazione nel voler spogliare la questione della fecondazione eterologa di qualsiasi aspetto bioetico per portarla esclusivamente in ambito sanitario. Ha inoltre ribadito che, pur immaginando le complesse riflessioni individuali di cui ciascuno si fa carico sull’argomento, la sua decisione è di voler stabilire un diritto e l’accesso a questo diritto in ambito La vicenda anche delle strutture sanitarie pubbliche, affinché sia un diritto per tutti. Io condivido pienamente questa posizione. Mentre interveniva mi sono chiesta se fosse un sogno, se per caso mi trovassi in Svezia e a parlare fosse un ministro svedese». Un plauso alla sua determinazione, quindi? «Sicuramente». Ha parlato anche della sua posizione riguardo la possibilità della coppia ricevente di scegliere La senatrice colore di occhi e pelle del Elena Cattaneo, professore futuro nascituro nei terordinario alla Statale di mini di compatibilità? Milano, è stata nominata «No. Non ne ha parlato senatrice a vita lo scorso ma ho letto la sua posizioanno dal capo dello Stato ne sui giornali». Il ministro La condivide? Beatrice Lorenzin ha «Non la comprendo. La chiarito che nel decreto ministra non ritiene che sull’eterologa non sarà debba essere garantita nel garantita la compatibilità decreto la compatibilità del colore della pelle del tra coppia ricevente e donascituro con quello degli natori del colore di occhi aspiranti genitori e pelle. Avrà fatto le sue valutazioni, ma credo sia una decisione sbagliata. Si tratta di uno pseudo problema. In tutto il mondo la riproduzione assistita consente questa scelta, che è nella natura delle cose. Studi in merito sottolineano che anche questo sia un bene da garantire. Si potrebbe eventualmente lasciare la libertà di non conoscere la compatibilità di colore di pelle e di occhi a coloro che non lo vogliono sapere. Diversamente, le coppie continueranno ad andare all’estero». Creando di nuovo quelle discriminazioni sottolineate dalla Consulta? «Esattamente». I costi La fecondazione eterologa sarà gratuita, con ticket, praticabile nelle strutture pubbliche. Prevista per l’anno 2014 la spesa di poco più di 10 milioni di euro da ripartire tra le Regioni e le province autonome di Trento e Bolzano. Circa 600 mila euro sono stanziati per la banca dati nazionale. Vi sono poi gli allegati che normano i criteri di sicurezza, i test a cui sottoporre i donatori, e cosi via. Le linee guida, nelle quali gli scienziati hanno proposto la compatibilità del colore di pelle e occhi, seguiranno. Il dibattito Ieri in commissione Sanità del Senato la ministra Beatrice Lorenzin ha illustrato la ratio del decreto, l’eterologa italiana sarà «democratica e no profit». La presidente della commissione, Emilia De Biasi, ha commentato: «Il contenuto del decreto come ce lo ha illustrato Lorenzin mi sembra buono. Occorre fare in fretta ad approvarlo. Argomenti come la compatibilità del colore di pelle e occhi deve essere di competenza solo medica e non politica». Un «brava Lorenzin» arriva da Umberto Veronesi, in prima linea contro i molteplici divieti della legge 40 smantellati da sentenze di vario grado. «Fa bene a portare avanti l’eterologa — dice —. Il colore della pelle? Falso problema, serve solo a rallentare il via libera all’applicazione dell’eterologa». Le associazioni dei pazienti, invece, «diffidano la ministra a procedere con atti normativi o amministrativi tesi a escludere la compatibilità di razza tra donatore e ricevente: in tutti i protocolli medici internazionali è prevista». Mario Pappagallo M.Pap. @Mariopaps © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Animali e tecnologie Sudoku Diabolico Rebus L’autoscatto del macaco (a sinistra) realizzato con la collaborazione del fotografo David Slater ha aperto un caso di diritto d’autore Le foto sono state pubblicate in un articolo online e quindi riprese da Wikimedia Commons, progetto della stessa fondazione che ha dato vita a Wikipedia. Slater ha chiesto la rimozione della foto ma fin qui non c’è stato niente da fare. «Il file è di dominio pubblico perché frutto del lavoro di una scimmia, non c’è un autore umano a cui si possa applicare il diritto d’autore». E Slater? Ci ha chiesto di rimuovere la foto perchè il copyright era suo, ha spiegato ancora Wikimedia, «ma non siamo stati d’accordo e abbiamo negato la richiesta» © RIPRODUZIONE RISERVATA 5 6 9 7 5 Puzzles by Pappocom Selfie del macaco, di chi è il diritto d’autore? È un selfie della scimmia. Non uno scatto del fotografo. Quindi niente copyright, niente diritto d’autore e nessun compenso per David Slater, il fotoreporter britannico che nel 2011 si era portato tutta la sua attrezzatura fino al parco nazionale nel Nord Sulawesi in Indonesia per ritrarre alcuni esemplari di cinopiteco (Macaca nigra). Una femmina, sicuramente socievole, si era messa a trafficare con camera e obiettivi facendosi decine di autoscatti. Per lo più impubblicabili. Ma anche qualche selfie bene a fuoco. Alessandra Muglia L’esperta La senatrice Cattaneo L’accesso alle informazioni Fermo restando l’anonimato, è consentito «l’accesso alle informazioni sanitarie e del patrimonio genetico del donatore esclusivamente nei casi in cui sussistono gravi e comprovati motivi attinenti alla salute dell’embrione formato o del nato», attestati da un medico responsabile di una struttura ospedaliera pubblica. Il nato sarà «informato delle modalità del suo concepimento e i genitori vi provvedono nei modi e termini che essi ritengono più opportuni». Gratuita e (quasi) anonima, così funzionerà l’eterologa Scontro sul colore della pelle quattro Paesi africani colpiti: Guinea, Liberia, Sierra Leone e Nigeria, dove ieri è morta una delle infermiere che curò la prima vittima del virus nel Paese. Ieri il presidente Obama ha assicurato pieno aiuto per rispondere all’emergenza. E il governo nigeriano ha chiesto a Washington il farmaco sperimentale somministrato ai volontari americani ammalatisi in Liberia e rimpatriati. L’Oms ha convocato una riunione d’emergenza per valutare se, in assenza di farmaci o vaccini registrati contro Ebola, si possa ricorrere a trattamenti terapeutici mai testati sull’uomo come quello usato negli Usa. 6 8 3 1 5 4 6 1 7 8 5 9 4 2 5 6 Altri giochi su www.corriere.it 7 9 Come si gioca Bisogna riempire la griglia in modo che ogni riga, colonna e riquadro contengano una sola volta i numeri da 1 a 9 LA SOLUZIONE DI IERI 8 3 7 4 5 3 9 1 7 4 8 6 2 2 7 6 3 9 8 4 1 5 4 8 1 5 6 2 9 7 3 3 6 5 2 8 7 1 4 9 9 2 7 4 1 3 5 8 6 8 1 4 9 5 6 3 2 7 6 5 8 7 4 9 2 3 1 7 9 3 8 2 1 6 5 4 1 4 2 6 3 5 7 9 8 Cronache 19 Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014 Sicurezza Una dozzina di hacker ha anche preso di mira 400 mila indirizzi di posta elettronica inondandoli di spam Il colpo grosso dei russi ladri di password La scoperta di una società americana: sottratte 1,2 miliardi di combinazioni DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK — Che una password non ci metta al sicuro da incursioni di estranei nel nostro computer, nella nostra posta elettronica e, magari, nella gestione del nostro conto in banca, lo sappiamo da tempo. I raid degli hacker sono sempre più frequenti e quasi sempre la stalla viene chiusa troppo tardi mentre individuare e colpire i criminali informatici che operano dai luoghi più remoti del Pianeta è impresa proibitiva anche per gli Usa, che, pure, dispongono di un imponente apparato di «cybersecurity». Ma se non maneggi grossi capitali o tecnologie sensibili sul web, speri sempre di cavartela: perché gli hacker dovrebbero sprecare il loro tempo a occuparsi di te? Anche quest’ultima illusione è svanita ieri quando Hold Security, una società del Milwaukee che opera nel campo della sicurezza informatica, ha reso noto di aver individuato una gang di hacker russi che ha rubato e accumulato un miliardo e 200 milioni di password e 420 mila indirizzi di posta elettronica. Non è la prima volta che viene scoperto un furto di questo tipo. La stessa Hold Security l’anno scorso ha scoperto il furto di decine di milioni di dati ai danni di Adobe Systems, mentre più di recente nel mirino degli hacker sono finiti i supermercati Target e la finanziaria Court Ventures. Ma non si era mai visto nulla di così enorme, indistinto, indi- scriminato. L’attacco scoperto dalla Hold Security è, al tempo stesso, meno grave e più allarmante di quelli che lo hanno preceduto: meno grave perché la gang non ha preso di mira grandi aziende o banche, né ha tentato di accedere al patrimonio dei soggetti colpiti. Fin qui i malfattori si sono limitati a seppellire le loro vittime sotto un mare di «spam» e pubblicità indesiderata, incas- sando per questo una commissione,erogata sempre attraverso i canali informatici. Al tempo stesso l’attacco è più allarmante perché gli hacker non sono andati a cercare bersagli particolarmente attraenti ma hanno agganciato letteralmente tutti i soggetti che sono capitati loro a tiro: piccole società come singoli individui. Alex Holden, fondatore della società che ha rivelato la mas- siccia incursione a Las Vegas durante Black Hat, la conferenza annuale degli operatori della sicurezza, non ha fornito indicazioni sull’identità delle vittime ma ha spiegato che gli hacker sono entrati nei computer di un certo numero di vittime e poi le hanno seguite copiando tutti i loro contatti con soggetti esterni. In questo modo sono arrivati a mettere insieme una banca dati sterminata. Ma fin qui non L’attacco Non si era mai visto un attacco così indistinto e indiscriminato Per liberare un passeggero in Australia La spinta al treno Nel tentativo di liberare un passeggero che era rimasto intrappolato fra le rotaie e una carrozza, decine di pendolari si sono messi a spingere un treno. È accaduto nella stazione di Stirling nella città australiana di Perth. Il rapporto Il dossier del Wwf e il confronto con le foto satellitari hanno tentato di commettere reati finanziari, né hanno provato a vendere i dati sul «mercato nero» delle informazioni digitali. In uno sviluppo alquanto curioso (ma solo fino a un certo punto, visto che le società della «security» informatica spesso vengono create da hacker pentiti) Hold Security è stata in grado di tracciare un identikit della gang con la quale è entrata in contatto di Internet: si tratta di una dozzina di ventenni maschi, quasi tutti amici tra loro, che vivono in una cittadina della Russia centrale, una regione confinante da un lato col Kazakistan e dall’altro con la Mongolia, come ha spiegato la società al New York Times. Nulla di paragonabile, in termini di gravità, al caso degli hacker cinesi penetrati nei file più segreti del Pentagono e delle industrie americane della difesa per carpire segreti militari in vista di una possibile «cyberwar»: i ragazzi russi non hanno preso di mira bersagli sensibili, né ci sono indizi di loro collegamenti col governo di Mosca. Che, comunque, non persegue questi criminali comuni informatici: quando, di recente, gli americani hanno catturato mentre era in vacanze alle Maldive, Roman Seleznev, un russo di 30 anni ricercato da anni per aver rubato centinaia di migliaia di numeri di carte di credito, Mosca ha protestato parlando di rapimento. Salute Mucca pazza Un nuovo test da Milano I ricercatori dell’Istituto neurologico Carlo Besta di Milano in collaborazione con la University of Texas Health Science Center di Houston hanno elaborato il primo test al mondo per diagnosticare in maniera certa e semplice il morbo della «mucca pazza», cioè la variante umana della malattia di CreutzfeldtJakob. Lo studio sarà pubblicato domani sul The New England Journal of Medicine. © RIPRODUZIONE RISERVATA Alla «Zanzara» Frasi omofobe Condannato Taormina Le affermazioni contro gli omosessuali pronunciate lo scorso 16 ottobre durante la trasmissione radiofonica La zanzara sono costate all’avvocato Carlo Taormina una condanna per discriminazione. La sentenza è stata emessa dal giudice del lavoro di Bergamo Monica Bertoncini che stabilito come risarcimento del danno» il pagamento di 10 mila euro a favore dell’associazione Avvocatura per i diritti LgbtRete Lenford. Massimo Gaggi © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA C’è qualcosa di grande che puoi lasciarle in eredità. I 312 giganti di cemento che hanno cambiato le coste Un mondo senza sclerosi multipla. Ventimiglia Il porto della città ligure nel 2003 e, a destra, come appariva l’anno scorso Con il patrocinio e la collaborazione del Consiglio Nazionale del Notariato Pomezia Il comune laziale nel 2002, a sinistra, e come è adesso con nuove costruzioni con piscina turistico sul Basento in Basilicata. E poi i tanti esempi nelle zone più colpite: Sicilia e Sardegna, con 95 e 91 casi rispettivamente di nuove aree invase dal cemento, e soprattutto la costa adriatica (dal Friuli Venezia Giulia alla Puglia) in cui meno del 30% della costa è libero dal cemento. L’Italia non è stata risparmiata neanche nelle aree protette (120 gli interventi edilizi) e dei circa ottomila chilometri di coste quasi il 10 % sono artificiali. La costa ha bisogno di cure e non solo in termini ambientali: l’Agenzia europea per l’ambiente stima nei prossimi anni 312 milioni di presenze. «In un quarto di secolo — af- ferma Donatella Bianchi, presidente del Wwf Italia — abbiamo cancellato e imprigionato, coprendole di cemento, le nostre dune sabbiose e compromesso irrimediabilmente la macchia mediterranea, i boschi costieri e le aree di riposo e ristoro per migratori. Non solo bellezza che scompare o natura cancellata, ma una ricchezza economica che sperperiamo e che solo una visione miope e scellerata può consentire». Per il Wwf i vincoli vanno estesi e andrebbe applicata una moratoria di tutte le costruzioni lungo la fascia costiera. N. C. © RIPRODUZIONE RISERVATA 72.000 casi in Italia. Una nuova diagnosi ogni 4 ore. La sclerosi multipla colpisce soprattutto i giovani. Non si può prevenire e non esiste una cura definitiva. Con un lascito testamentario ad AISM sostieni la ricerca e proteggi il futuro di chi ami. PER RICEVERE GRATUITAMENTE LA GUIDA “L’IMPORTANZA DI FARE TESTAMENTO: UNA SCELTA LIBERA E DI VALORE” POTETE COMPILARE IL COUPON E INVIARLO IN BUSTA CHIUSA A: AISM ONLUS - VIA OPERAI, 40 16149 GENOVA OPPURE CONTATTARCI AL NUMERO 010/2713412 O CON EMAIL [email protected] NOME COGNOME INDIRIZZO CAP TEL. N° CITTÀ PROV. DATA DI NASCITA EMAIL Le informazioni da Lei rilasciate potranno essere utilizzate, nel rispetto del D.Lgs. 196/2003, da FISM - Fondazione Italiana Sclerosi Multipla Onlus - Via Operai, 40 16149 Genova esclusivamente per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali. In qualsiasi momento potrà consultare, modificare, opporsi al trattamento dei suoi dati rivolgendosi a: FISM - Via Operai, 40 - 16149 Genova. Per un’ informativa completa visiti il sito: www.aism.it RCS 2014 Il Wwf non fa sconti alle scelte urbanistiche degli ultimi venticinque anni e lancia un appello per salvare la «Grande Bellezza» che confina con il mare. Nel rapporto «Cemento coast to coast», attraverso la comparazione di immagini da Google Earth, offre l’immagine di un territorio ferito. Sono 312 i macro interventi che hanno sottratto suolo naturale per far posto a villaggi, residence, centri commerciali, porti, autostrade. L’associazione ambientalista cita il mega villaggio turistico della Baia di Sistiana in Friuli, la darsena di Castellammare di Stabia in Campania, le costruzioni alla foce del Sangro in Abruzzo o il villaggio 20 Cronache Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera Spazio A novembre un modulo di sbarco scenderà sulla superficie per le trivellazioni Colline, dirupi e distese polverose Una cometa come non s’era mai vista Le prime immagini scattate dalla sonda Rosetta che è entrata in orbita Mai si era visto il cuore di una cometa con tanta precisione. E a guardarlo suscita emozione pensando che nei prossimi mesi lentamente il corpo celeste così quieto all’apparenza diventerà un ribollire infernale di gas e polveri generando nel cosmo una gigantesca coda, forse due, di colori diversi. È la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko fotografata da vicino, un centinaio di chilometri, dalla sonda Rosetta dell’agenzia spaziale europea Esa. È arrivata dopo un lungo viaggio di oltre sei miliardi di chilometri, durato dieci anni, essendo partita dalla Terra il 2 marzo 2004. Lungo il sentiero cosmico si era avvicinata anche ai due asteroidi Steins e Lutezia, trascorrendo poi il tempo in uno stato di ibernazione, con gli strumenti spenti. Nei mesi scorsi veniva risvegliata, riattivata, controllati gli strumenti giungendo, infine, ieri mattina a destinazione. I suoi occhi elettronici ci hanno mostrato la stranissima forma che subito era apparsa come un enigma con i due bulbi uniti assieme tanto da far ipotizzare a qualche astronomo che fosse il frutto di due nuclei cometari fusi assieme nel corso del tempo. Ma nei più è prevalsa l’idea che il suo inconsueto disegno sia il frutto dell’evaporazione perpetrato dalla radiazione solare ogni volta che si avvicina all’astro. L’ultima volta era accaduto il 13 marzo 2009 e la prossima l’anno prossimo il 13 agosto 2015. Così della Churyumov-Gerasimenko lunga circa quattro chilometri si sono potuti scrutare ampie vallate, lievi colline di una trentina di metri, dirupi scoscesi e distese quasi vellutate, tutti raccolti dall’obiettivo di Osiris, un sistema ottico di cui fa parte la camera a grande campo costruita in Italia e messa a punto dal gruppo di Cesare Barbieri dell’Università di Padova. Il ricordo delle prime immagini di un nucleo cometario riprese nel 1985 dalla sonda Giotto, sempre dell’Esa, offriva un impareggiabile confronto. Riguardavano la celebre cometa di Halley ed appariva come una gigantesca e indistinta arachide avvolta dalla nebbia. Ma era sta- L’incontro con la cometa 1 Marzo 2004 Lancio della sonda Rosetta dalla base di Kourou nella Guiana Francese 5 Fino a dicembre 2015 Marte La sonda studierà la cometa 4 Novembre 2014 4 Prima di Natale il lander Philae dovrebbe atterrare sul nucleo della cometa 1 TERRA 2 3 Orbita della co meta 2 Novembre 2007 e 2009 3 Gennaio-Ottobre 2014 I passaggi di Rosetta vicino alla terra Lander Philae La sonda è in orbita attorno al nucleo della cometa Churyumov-Gerasimenko Spazio Una foto ravvicinata della cometa 67P/Churyum ovGerasimenko scattata dall’obiettivo Osiris della sonda Rosetta. A sinistra si vede il capo della cometa, poi il restringimento e l’inizio della coda. In alto, al centro, Thomas Reiter dell’Esa applaude allo storico incontro to un grande passo nello studio degli oggetti più affascinanti del cielo. Adesso grazie a Rosetta sarà possibile compiere un gigantesco balzo perché i dieci strumenti di cui è dotata scandaglieranno in dettaglio la sua natura da distanza ravvicinata. Già hanno misurato una temperatura di 70 gradi sotto zero, più alta del previsto di 30 gradi. Churyumov-Gerasimenko era stata scoperta il 20 settembre 1969 dai russi Klim Ivanivic Churyomov analizzando una fotografia scattata da Svetlana Ivanovna Gerasimenko dall’Istituto di astrofisica di Alma Ata impegnata a indagare un’altra cometa, la Comas Solà. E inizialmente si pensò che la fotografia fosse proprio la sua. Invece approfondendo gli sguardi ci si rese conto che si trattava di un nuovo corpo celeste che prese il nome dai due protagonisti. L’Esa, però, arrivò a sceglierla per superare un problema. Inizialmente l’obiettivo doveva essere la cometa Wirtanen ma il ritardo di un anno nel lancio costringe al cambiamento. Nelle prossime settimane lo spettacolo offerto da Rosetta sarà ancora più entusiasmante perché la sonda progressivamente abbasserà la sua altezza prima a 50 chilometri e poi anche a 30 rivelando dettagli sempre più minuti e ricchi di scienza. Questo servirà a scegliere il passo successivo, cioè il luogo dove far sbarcare il piccolo ma preziosissimo modulo Philae che si aggrapperà alla superficie. Sarà la prima volta che accade nella storia spaziale e all’impresa contribuiscono in maniera importante scienziati e tecnologi italiani attraverso l’agenzia Asi. Oltre a due strumenti imbarcati su Rosetta più altre parti, su Philae una trivella studiata al Politecnico di Milano da Amalia Finzi e costruita da Selex Es, forerà il suolo e lo analizzerà rivelando la sua natura. E molti veli del mistero che avvolgono le comete dall’antichità suscitando spesso il terrore, allora cadranno. Giovanni Caprara © RIPRODUZIONE RISERVATA L’incontro di Google Il motore di ricerca ha riunito per quattro giorni in Italia i grandi della finanza, della moda e di Silicon Valley Aerei privati e velieri, con banchieri e guru in Sicilia Al vertice: Blankfein di Goldman Sachs, Musk di Tesla, Lapo Elkann e Kalanick di Uber DALLA NOSTRA INVIATA SCIACCA (Agrigento) — Scuotono la testa due pescatori, giù al porto di Sciacca. «Alla fine di questo incontro internazionale, a noi siciliani rimarrà poco», spiegano. Sud Ovest dell’Isola, non troppo distante dal tempio di Hera, al Verdura Golf resort, ci si rilassa su sei campi da tennis e tre da golf. Qui i fondatori di Google Sergey Brin e Larry Page hanno invitato il gotha di finanza, moda e tecnologia per una quattro giorni di incontri blindati. Nome scelto per la manifestazione, The Camp. Chi è arrivato in yacht, chi sui jet privati che hanno affollato la pista di Punta Raisi. Lloyd C. Blankfein di Goldman Sachs, Anshu Jain di Deut- sche Bank, e Ana Patricia Botín del Banco di Santander. Ma anche Elon Musk di Tesla Motors e SpaceX; Travis Kalanick di Uber e Evan Spiegel di Snapchat. C’è chi giura anche di aver visto Bill Gates. Arianna Huffington per l’emozione stava quasi per non farcela, causa passaporto dimenticato a casa. Poi anche lei si è unita alla compagnia con figlia al seguito, cinguettando versi di Dacia Maraini. Prima serata, tra le colonne doriche del tempio di Giunone, illuminato per l’occasione (costo 40 mila euro per l’allestimento e 7 mila per l’affitto del sito archeologico). «L’Italia è bella da impazzire! Se ci date i templi vi regaliamo il petrolio del Kuwait», scherza abbagliato un cugino dell’emiro. «Forse il turi- smo ci salverà, sempre se decidiamo di non far crollare i nostri monumenti», gli risponde qualcuno in paese. Già perché a rappresentare l’Italia in questa Davos estiva non ci sono né la politica né l’alta finanza tricolore. Passa Jovanotti con una granita in mano e si fa scattare una delle poche foto sfuggite alle grinfie della security. Poi Lapo Elkann si ferma in farmacia per un infortunio al ginocchio e schizza via in coupé rossa. L’eccellenza italiana è il menù a base di piatti locali. Un gusto che piace ai grandi della Silicon Valley. Lo sa bene anche il fondatore di Twitter Jack Dorsey, in vacanza in questi giorni in Toscana, che posta, orgoglioso, il certificato di nascita dei nonni, originari del Friuli. Ma scenario a parte, il nocciolo della questione è altrove, in meeting tenuti segreti a tutti. Da Google le bocche sono serrate. Solo il New York Times azzarda che in agenda ci sono temi globali e legati all’area mediterranea. Per il resto nulla. Così mentre si decidono i destini dell’umanità, agli occhi dei bagnanti viene svelato il tre alberi di Diane von Furstenberg. Big G governa il mondo: tecnologia, sicurezza, comunicazioni. Ma di farlo sapere a tutti non c’è bisogno. Meglio rispettare la privacy degli ospiti. Poi si va a cena tra le vigne. Eva Longoria e la stilista Tory Burch contemplano beate il sole che dora le colline. E nessuno bada a quei due giornalisti nascosti tra i grappoli d’uva che vengono fatti allontanare con discrezione. Marta Serafini Veliero Il 93 metri dell’americano Barry Diller, ospite di Google con la moglie stilista Diane von Furstenberg, ormeggiato di fronte il Verdura Resort di Sciacca martaserafini © RIPRODUZIONE RISERVATA In Rete Lavezzi e le foto hard assieme alla ragazza Come siano finite online è un mistero, visto che non sembra l’opera di un hacker e non è confermata la notizia secondo cui sarebbero stati gli interessati a postarle. Certo è che le foto hard che ritraggono Ezequiel Lavezzi, il calciatore del Paris Saint Germain ed ex del Napoli, impegnato in giochi erotici con la fidanzata, la modella Yanina Screpante, hanno fatto in breve tempo il giro della Rete partendo dai social network e approdando sui giornali argentini. Che, però, si sono trattenuti dal diffondere gli scatti più imbarazzanti. I «selfie» della coppia (nella foto una delle immagini finite su Internet) li immortalano nelle posizioni più stravaganti, lui con cappellino da poliziotto e tatuaggi in mostra e lei senza veli, e testimoniano tutta la passione (peraltro già dichiarata pubblicamente) e l’intimità di una coppia assolutamente disinibita. Con l’unico ma necessario distinguo che Lavezzi non pare del tutto consapevole della possibilità che quelle foto facciano il giro del mondo. Il «Pocho» e Yanina, che non commentano l’accaduto, non hanno denunciato nei giorni scorsi il furto dei loro portatili né fatto sapere di essere stati in altro modo raggirati. C’è chi ha azzardato il legame con un altro fatto: la sparizione dall’auto di un giornalista argentino di una valigetta con video e foto hot di personaggi famosi. Per ora, tolto il velo anche ai gossip, restano le indiscrezioni sul rientro in Italia del calciatore. Le proposte non mancano, ad apprezzare le prestazioni (calcistiche) del giocatore argentino sono in tanti e del suo eventuale ingaggio si è parlato per il futuro di Milan e Juventus. © RIPRODUZIONE RISERVATA Cronache 21 Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014 La querelle Non privatizzate la grande bellezza del centro storico di PAOLO CONTI Roma è l’unica capitale europea sfigurata da una illegalità e da un arbitrio che occupano e privatizzano, senza regole né sanzioni, interi pezzi di centro storico. Lo stesso ragionamento in base al quale a Roma è stato possibile che sedicenti artisti abbiano sequestrato dal lontano 14 luglio 2011 il settecentesco teatro Valle (lasciando il fastidioso compito di pagare le utenze al Campidoglio, forse ora se ne andranno davvero) «La nostra è una rivoluzione culturale. Il concetto di legalità rinvia a qualcosa di poliziesco. Preferisco parlare di rispetto delle regole. Di normalità amministrativa. Perché Roma deve tornare una città ’normale’» Il sindaco Ignazio Marino segue minuto per minuto l’evoluzione del caso piazza Navona, sa che sta facendo il giro dei social network nel mondo: bar e ristoranti che ritirano tavolini e sedie tallonati dai vigili urbani (anzi: dalla polizia di Roma Capitale) guidati dal comandante Raffaele Clemente. Il tutto dopo una giornata in cui gli esercenti hanno ricollocato l’infilata di tovaglie e sedie com’era fino a due giorni fa e, appunto, i vigili che sgombravano non appena i turisti finivano la consumazione. Difficile descrivere la loro reazione, tra stupore e assoluta incredulità. La storia è nota. Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso dei quindici titolari di gelaterie, ristoranti, pizzerie che si affacciano sulla piazza «firmata» da Borromini (chiesa di sant’Agnese) e Bernini (la Fontana dei quattro Fiumi). Avevano chiesto l’annullamento di due provvedimenti con cui il Comune imponeva la chiusura per cinque giorni e il ridimensionamento dei tavolini in base alla delibera 278 del 2012 (sindaco Gianni Alemanno). Ancora Marino: «Nessuno vuole abolire i tavolini, sia ben chiaro. Non ci sono imposizioni dittatoriali. Ma ripeto: ci sono le regole e vanno rispettate. A gennaio mandammo una lettera in cui ricordavamo la delibera, mai applicata da Alemanno, io penso per l’imminenza delle elezioni. Sollecitavamo un piano di occupazione del suolo in base a quei dettami. Su quindici esercenti solo uno lo ha presentato. Due hanno provveduto negli ultimi giorni. Gli altri hanno contato su una sospensiva del Tar per continuare ad occupare gli spazi illegalmente, così come è accaduto per anni e anni» Il fenomeno si chiama «tavolino selvaggio», divora e oscura Pubblicità Perché le tovaglie di caffè e ristoranti fanno discutere: le ragioni dei contrari e dei favorevoli che non correva alcun rischio di privatizzazione. O che consente a una potentissima (anche politicamente) famiglia di ambulanti di piazzare decine di camion bar sotto il Colosseo, accanto a Fontana di Trevi, ai Fori Imperiali, a piazza del Popolo praticando indecenti tariffe commerciali. Tutto questo offende Roma, la sfregia, le sottrae dignità, umiliandola a ricca terra di conquista economica e di monopolio per una manciata di titolari di rendite di posizione illecite e abusive. Roma può ritrovare la sua dignità solo se imboccherà la via delle regole condivise, uguali per tutti. Altrimenti, come ipotesi alternativa, c’è solo il modello Quarto Mondo. Dove le regole, appunto, non esistono. © RIPRODUZIONE RISERVATA Non cancellate uno dei piaceri della vita cittadina di PIERLUIGI BATTISTA Va bene, sbaraccate pure i tavolini selvaggi. Ma quelli non selvaggi, per favore, lasciateli. Non cancellate, per fanatismo regolistico, uno dei piaceri della vita romana. Sedersi a un tavolino a piazza Navona, che meraviglia. Il caffè a piazza del Popolo, le trattorie con le vecchie sedie di legno attorno a Campo de’ Fiori, la «piazzetta» a Monti, prima che ci prenda casa Francesca Pascale con il suo fidanzato. I tavolini am- massati sulle piazze sono bellissimi. E non credete ai soliti soloni del «solo in Italia bla bla». A Barcellona si mangia sulla Rambla e di fronte alla Cattedrale. Andate a Madrid, nei luoghi della movida. Nell’East Village e a Tribeca a Manhattan. A Lisbona, nel caffè in cui sosteneva Pereira. A Parigi, sulla rive gauche e nel cuore del Marais. Complici il clima, la bellezza, il cibo, l’amore, le piazze e le vie ingombre di tavolini sono uno spettacolo. Non date retta ai lugubri burocrati della Regola impersonale. Ai grigi contabili dei centimetri quadrati occupati da caffè e ristoranti. Andate verso la vita. Sedetevi a un tavolino. Ci sono Bernini e Borromini che vogliono essere guardati (e consumati). © RIPRODUZIONE RISERVATA Disputa Roma Nuovi interventi dei vigili dopo l’ordinanza del Tar I tavolini messi e tolti Una rivoluzione legale a piazza Navona Portoghesi: «Diritti collettivi lesi dai bar» piazze storiche (preferibilmente quelle pedonalizzate, e si va da piazza Navona a Campo de' Fiori o al caso di largo de’ Ricci) ridotte a plateatici per ristoranti, vicoli e vicoletti dove spesso non riesce a passare un’ambulanza. Bar e ristoranti di piazza Navona (l’altro giorno alcuni turisti americani hanno messo on line lo scontrino da 42 euro per tre Grande schermo La struttura architettonica della piazza è stata resa celebre e sfruttata da moltissimi film gelati e una bottiglietta d’acqua, ripreso da Fox News) hanno risposto esponendo sulle saracinesche l’elenco dei dipendenti e i versamenti all’Inps: «Grazie sindaco, adesso perdiamo il lavoro». Marino ribatte: «Non si possono contrapporre il decoro e la correttezza amministrativa ai diritti dei lavoratori. Speriamo che ora la ragionevolezza prenda il sopravvento. Cioè che gli esercenti prendano atto della delibera del 2012, compilino i formulari per precisare il loro ambito. Pensiamo a collocare delle borchie tra i sampietrini, per evitare contestazioni» Piazza Navona è straordinariamente amata dai romani (il Belli la cantò così: «Se pò ffregà Piazza Navona mia/ E dde San Pietro e dde Piazza de Spagna») e dai turisti per la straordinaria nobiltà urbanistica e architettonica, per quella sua nascita legata alla pianta dello Stadio di Domiziano, per una storia di mercati all’aperto e di allagamenti organizzati in agosto, soprattutto nel ’700, per regalare un po’ di fresco ai romani. La sua struttura è stata sfruttata in innumerevoli film, fino a La grande bellezza in una splendida, struggente sequenza notturna. Dice l’urbanista Paolo Portoghesi, grande studioso di Borromini: «Quando i privati si impossessano di intere parti di città, ledono sempre i Il Tribunale amministrativo Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso dei quindici titolari di gelaterie, ristoranti, pizzerie che si affacciano sulla piazza «firmata» da Borromini (chiesa di sant’Agnese) e Bernini (la Fontana dei quattro Fiumi). Avevano chiesto l’annullamento di due provvedimenti con cui il Comune imponeva la chiusura per cinque giorni e il ridimensionamento dei tavolini in base alla delibera 278 del 2012 (sindaco Gianni Alemanno). Il Comune Il sindaco Marino ribatte: «Speriamo che ora la ragionevolezza prenda il sopravvento. Cioè che gli esercenti prendano atto della delibera del 2012, compilino i formulari per precisare il loro ambito. Pensiamo a collocare delle borchie tra i sampietrini, per evitare contestazioni» Tavolini In piazza Navona gli esercenti ieri hanno deciso di riposizionarli davanti a bar e ristoranti: ma solo sul marciapiede diritti collettivi. Piazza Navona aveva, fino ad alcuni anni fa, taluni parterre per sedie e tavolini. Poi tutto si è trasformato in una fiera, nel senso più negativo del termine. Marino fa bene a occuparsene. Occorre un contenimento armonioso che tenga conto della giusta misura, dell’interesse pubblico, dell’estetica. Troppa Roma è fuori controllo. Suggerirei anzi al sindaco Marino di occuparsi presto di via Veneto, vittima di una fiera della vanità, di un’assurda gara di gazebo e di dehor che ha prodotto solo autentici, atroci orrori urbani». Anche perché piazza Navona così perde misure e parametri, come spiega Elisabetta Catalano, fotografa autrice di ritratti famosi nel mondo: «Ho abitato lì per quindici anni intorno al 1970, ho assistito alla nascita e alla crescita dell’abusivismo. Ombrelloni, tende, tavolini rompono inevitabilmente la proporzione di qualsiasi paesaggio urbano. Figuriamoci cosa può accadere con uno splendore come piazza Navona». P. Co. La Snai: da noi nessun appello a lady Renzi L’appello alla moglie di Renzi? Con un SOS che campeggia in rosso sopra il testo? La Snai prende le distanze dalle iniziative pubbliche di Maurizio Ughi, tra i maggiori gestori di agenzie di scommesse nella sua Toscana. Anche il gruppo presieduto da Giorgio Sandi, quotato in Borsa e controllato dai fondi Investindustrial e Vei, contrasta da anni la rete parallela che sottrae ricavi ai concessionari di scommesse sportive e ippiche, e quindi all’erario. Ma la presa di distanza da Ughi è netta sulla forma e i toni. Ecco l’antefatto. Due settimane fa l’imprenditore lucchese, fondatore della Snai che però ha venduto a inizio 2011, fa pubblicare su una mezza dozzina di quotidiani nazionali un appello al premier Matteo Renzi contro la raccolta illegale delle scommesse. L’altro ieri la replica, sempre firmata da Snai servizi, che gestisce agenzie ma non è concessionaria delle scommesse come la Snai quotata in Borsa. Questa volta, sempre con pagine a pagamento sui quotidiani, Ughi si rivolge alla signora Agnese Renzi pregandola di sottoporre il suo appello al marito l’indomani, assieme alla tazzina del caffè. A questo punto, per evitare equivoci e dissentire dalla forma, il gruppo leader delle scommesse e titolare delle concessioni vinte nelle gare indette dall’amministrazione dei Monopoli interviene con una nota per precisare che il firmatario dell’appello Snai servizi «è un soggetto terzo non riconducibile in alcun modo alla Snai o ad altre società del gruppo» e che la posizione espressa da Ughi «non coincide con quella della Snai», ossia «il concessionario autorizzato dallo Stato italiano alla raccolta di giochi e scommesse» con 3.500 sale e corner sul territorio nonché online. Il gruppo guidato da Sandi, che ha una quota di mercato del 57% nelle scommesse ippiche e del 29% in quelle sportive, chiarisce «che svolge da anni azioni di contrasto in collaborazione con le autorità e l’Adm (Agenzia delle dogane e dei monopoli) alla rete parallela» di accettazione delle puntate «sostenendo un rilevante impegno economico a tutela della legalità e dei consumatori». C.T. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Lettere e interventi AIUTI ALL’EXPORT ITALIANO Passi avanti della Costituzione per abrogare le competenze delle Regioni in materia di export; il taglio dei contributi alle Camere di commercio italiane e il riordino di quelli alle Camere all’estero. In questo quadro, l’Ice sta facendo la sua parte: l’obiettivo principale è supportare l’internazionalizzazione delle 70 mila aziende che possono esportare ma ancora non lo fanno. Abbiamo iniziato a cercarle andando nei loro territori: e stiamo rendendo l’agenzia più agile e a disposizione di ogni azienda che ha l’ambizione di vendere all’estero. Nel piano del prossimo anno è poi centrale la formazione di nuovi manager temporanei per l’export (un’occasione di lavoro per tanti giovani), e nuovi voucher per le imprese per provare l’utilità di nuovi servizi professionali: non aiuti a pioggia ma strumenti in più. Altre azioni riguarderanno la presenza di nuovi prodotti nelle grandi catene della distribuzione commerciale e il contrasto ai prodotti «fintamente italiani» che ci sottraggono importanti quote di mercato. Tutto ciò non sarebbe realizzabile se non ci fosse una costante cooperazione tra Mae e Mise. Molto resta da fare, ma se c’è una area di attività su cui l’Italia ha fatto enormi passi avanti negli ultimi anni è di certo il sistema di supporto all’internazionalizzazione. Riccardo Maria Monti Presidente Agenzia ICE Vice Presidente Simest Spa Il presidente dell’Ice scrive che il governo dedica al supporto all’export un’attenzione «che non ha avuto precedenti nei decenni passati». Aggiunge che l’Ice sta facendo ogni sforzo per trasformarsi in agile agenzia. Propositi lodevoli che testimoniano che c’è ancora da fare per porre rimedio a ritardi e inefficienze. Nell’attesa dell’indispensabile modifica del Titolo V e dell’effetto salvifico di Expo, creare da subito una catena di comando univoca sarebbe un Caro direttore, ho letto con interesse l’intervento di Antonio Armellini (Corriere, 5 agosto) sull’urgenza di un riordino del sistema di supporto all’export. L’attenzione posta a questo tema dall’attuale Governo non ha precedenti nei decenni passati, e negli scorsi mesi si è lavorato per modernizzare, semplificare e rendere più efficace il nostro sistema di supporto. Le attività si basano ora su analisi comparate — commissionate ai migliori centri studi indipendenti — del nostro potenziale, per identificare priorità e mercati strategici per poter aumentare le esportazioni. La cosiddetta «cabina di regia» non è stata un organismo pletorico, ma l’insieme di ministeri ed enti che hanno condiviso queste priorità: da questo dialogo è nato il piano straordinario per fare del 2015 l’anno del Made in Italy. L’obiettivo per le esportazioni è di 50 miliardi in più nei prossimi 3 anni. Questo piano si affianca ad altri provvedimenti: la proposta di riforma del titolo V passo avanti, così come arrivare a una sinergia vera sia all’interno del settore pubblico, sia fra questo e le imprese. Si tratta di superare diffidenze radicate: ma sarebbe un’innovazione rivoluzionaria. Abbiamo un obiettivo condiviso: in attesa dei risultati, gli faccio un augurio di buon lavoro. (A.A.) Le lettere vanno indirizzate al Corriere della Sera, via Solferino 28, 20121 Milano. Fax: 02.6282.7579 E-mail: [email protected], oppure al sito www.corriere.it. La rubrica di Sergio Romano riprenderà lunedì 1 settembre. 22 Cronache Sussidiario di LUCA MASTRANTONIO Il sogno edipico di laureati e giovani Holden Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera L’ acronimo «milf» è un ultra-corpo linguistico. Si diffonde con American pie, film demenziale del 1999, dove la mamma di Stifler, il protagonista, è la «Mother» che ognuno dei suoi amici vorrebbe («I’d Like») concupire («to Fuck»). Poi il termine esplode con siti e canali web pornografici, dove indica una particolare categoria di sexy (sedicenti) mamme. Il fenomeno è globale, benché in alcuni Paesi asiatici «milf» indichi il Fronte islamico di liberazione moro, nelle Filippine; in Italia, patria dei mammoni, «milf» è molto cercato su Google in Molise, Abruzzo, Veneto, Lombardia, Piemonte e Friuli: Mel piase la milf fu una locale hit del 2013. I benpensanti linguistici e le veterofemministe parlano di sessismo, di donna oggetto — come «toy boy», ragazzo giocattolo, ma più triviale: la somma dei due tipi dà Lolito, romanzo di Ben Brooks (Isbn). I neo-edipici invece, maschi più o meno adulti e adulti più o meno maschi, si godono il complesso di Freud rispar- miando sull’analista. Ma poi: alcune donne rivendicano il diritto di poter essere sessualmente desiderabili oltre che madri; in America e in Italia fioccano «confessioni di una milf» e manuali di «self help» (da Berkley Book è uscito Got Milf: The Modern Mom’s Guide to Feeling Fabulous, Looking Great, and Rock a Minivan). Così le più arrabbiate, alla fine, sono le più giovani, che vedono minacciato da questa concorrenza imprevista il parco-ragazzi. Davvero il fenomeno è così nuovo? Il lau- reato è del 1967, con Benjamin (Dustin Hoffman) diviso tra mrs Robinson (foto) e figlia. E una «milf» ante-litteram c’è anche nel Giovane Holden di Salinger del 1951. Holden in treno incontra la madre di Ernest Morrow, odiato compagno di scuola: la trova così sexy e attraente che le dice un sacco di bugie sulla bravura del figlio, pur di compiacerla, provare quasi a sedurla. [email protected] criticalmastra.corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA Il benefattore seriale Il mio eroe segreto S iamo nella cucina di un appartamento di una casa popolare. Sono passate le dieci di sera. Marito e moglie sono seduti al tavolo da pranzo. Davanti a loro, alcune pile di banconote di piccolo taglio e mucchietti di spiccioli. Hanno facce sconvolte dalla stanchezza, ma continuano a contare i soldi con l’illusoria speranza che cambi il risultato. Quel denaro non basta. Lui fa l’operaio, lei la casalinga. Sono giovani invecchiati, combattenti che non possono arrendersi: genitori. Di là, nella sua cameretta, dorme un bambino di tre anni che ha urgente bisogno di un’operazione al cuore. La fanno solo in America, ma costa un sacco. E fra parenti, amici, risparmi e collette in parrocchia, loro non hanno neanche metà della somma. E il tempo passa. Qualcuno suona al campanello. I due si guardano: chi può essere a quell’ora? Aprendo si ritrovano davanti una specie di gigante. Ha l’aria trasandata e sembra pure piuttosto incazzato. Non l’hanno mai visto prima, ma lui chiede lo stesso di entrare. Si accomoda in cucina e tira fuori una busta con cento milioni di lire. I due coniugi si guardano, increduli. Il gigante assicura che sono soldi «puliti» e che non c’è nessun inganno sotto. Quindi si appresta a togliere il disturbo. Quando la donna prova a gettargli le braccia al collo, riconoscente, lui la ferma e non vuole vedere neanche il bambino. Perché, da sempre, dete- Chi è Donato Carrisi è nato a Martina Franca nel 1973 È scrittore, giornalista e sceneggiatore. Il suo primo romanzo è uscito nel 2009 sta i bambini e le donne che frignano. «Ora, per capire bene questa storia, devi immaginarti la faccia di quei due a questo punto» mi dice l’avvocato Di Santo, settant’anni, sigaro fra i denti, vestito completamente di bianco come un coltivatore di cotone della Louisiana. Da anni assiste quelli che vincono grosse somme al lotto, giochi vari e lotterie. «Se ci nasci è un conto, altrimenti mica è facile fare i ricchi» mi mette in guardia. Poi mi racconta una serie di aneddoti. Ci sono quelli che mettono a posto i conti col passato. Quelli che sperperano tutto in poco tempo e poi sono più poveri di prima. Quelli che nel periodo fra la vincita e l’incasso — di solito qualche mese — si ammalano e muoiono. Famiglie felicissime che implodono. E il destino che come toglie, prende: «Un tipo era allergico al caviale e non lo sapeva, se fosse rimasto povero sarebbe ancora vivo». È lui a mettermi in contatto col misterioso benefattore seriale. Un vincitore diverso da tutti gli altri. Il gigante si chiama M.L., lo incontro in un bar di periferia. Ha l’aria burbera di chi non sopporta il genere umano. Fra un caffè corretto e l’altro — ne beve una decina — mi racconta la sua vita. Lo fa senza ricamarci sopra, senza sconti, né per gli altri né per se stesso. Ex bagnino, ex gigolò, ex dj. Giocatore di poker incallito, imprenditore capace di far fallire l’azienda e scappare coi soldi dei soci, rapinatore di banca condannato a sei anni di carcere. Due matrimoni alle spalle, figli sparsi un po’ ovunque. Alla fine degli anni ’90 i monopoli lanciano un nuovo gioco, si chiama SuperEnalotto e promette di far guadagnare parecchio. M.L. compila una schedina con sei numeri, e vince. Miliardi di lire. Una parte di lui già progetta di abbandonare per sempre questo Paese, ma poi s’imbatte in una notizia sul giornale. Un imprenditore, che non conosce IL BUONO PER FORZA CHE REGALA MILIONI ILLUSTRAZIONE DI ALBERTO RUGGIERI di DONATO CARRISI un’estate italiana L’uomo che dopo aver vinto al SuperEnalotto aiuta gli altri suo malgrado «Se non sei arrabbiato non puoi fare del bene. A provare pietà ci riescono tutti» e non ha mai visto in vita sua, si è incatenato davanti al Comune chiedendo aiuto per la sua azienda che sta per chiudere. M.L., senza sapere il perché, va da lui e gli consegna una manciata di milioni. Però, dopo, non è fiero per aver fatto una buona azione. È incazzato. E la cosa si ripete. Invece di sperperare i soldi per sé, si ritrova a dare una mano a chiunque ne abbia bisogno. E, ogni volta, è una sofferenza. «Sono una specie di supereroe» dice di se stesso, ma senza compiacimento o vanagloria. «Proprio come i supereroi dei fumetti. Loro non vorrebbero sempre salvare le persone, ma devono farlo per forza. È nella loro natura. Rischiano la pelle e quasi sempre nessuno li ringrazia, perché nessuno sa chi sono veramente. Chi glielo fa fare, scusi?». Il ragionamento non fa una grinza: il supereroe del SuperEnalotto. Il gigante ha una sua teoria: «Se non sei incazzato, non puoi fare del bene. A provare pietà ci riescono tutti. Ma pochi riescono a immedesimarsi con la rabbia di chi subisce un’ingiustizia dalla vita. La pietà è una scusa per sentirci migliori degli altri». La cucina dei romanzi Nei fumetti Per natura I supereroi salvano gli altri perché devono farlo Mi sarei aspettato qualche racconto commovente, la cronaca delle sue gesta benefiche. Invece mi ritrovo a pensare che quest’uomo forse ha ragione. Il vero eroe non cerca il martirio o la santificazione. E non fa del bene perché è buono. Il vero eroe deve essere incazzato. «Io sono un bastardo» dice M.L. «E questa cosa nessuno la potrà cambiare». A questo punto, ne ha abbastanza. Si alza e se ne va dal bar, lasciandomi solo con questa storia e il conto da pagare. A passo leggero © RIPRODUZIONE RISERVATA di CRISTINA GABETTI di PAOLO DI STEFANO La fiera dell’aragosta Soffre se cotta viva? A lla Fiera dell’Aragosta del Maine, una delle maggiori sagre gastronomiche del mondo: 11 mila chili di crostacei appena pescati e da mettere in pentola per centomila visitatori. Tra questi c’è David Foster Wallace, inviato per la rivista «Gourmet». Intorno, si vedono magliette con l’aragosta e statuine a forma di aragosta, aragoste gonfiabili per i bimbi in piscina, cappelli a forma di aragosta con grosse chele scarlatte penzolanti. Bambini e adulti, uomini e donne mangiano panini all’aragosta, involtini all’aragosta, sauté all’aragosta, insalata all’aragosta, vellutata all’aragosta, ravioli all’aragosta, fagottini fritti all’aragosta, aragosta gratinata o allo zafferano. E poi: cotta al forno, alla fiamma, al vapore, alla griglia, rosolata, saltata in padella. Bollita. Celebrazione totale del crostaceo. Una domanda dell’autore: proverà dolore quando viene gettata viva nel pentolone ribollente? David Foster Wallace, Considera l’aragosta, Einaudi © RIPRODUZIONE RISERVATA La lezione dell’acqua per vivere in armonia M i domando se l’aggressività dell’acqua che si rovescia sulle nostre teste e sulla terra, causando inondazioni, esondazioni e ondate violente, non sia uno specchio di come ci stiamo comportando. Tanto le sue molecole sono capaci di aggregarsi e trasformarsi, tanto noi siamo ostili alla collaborazione e al cambiamento. Mentre l’acqua sa relazionarsi con gli altri elementi, noi cerchiamo sempre di prevaricare. Abbiamo costruito le nostre città attorno a corsi e bacini d’acqua per poi dirottarla e costringerla ad adeguarsi ai nostri bisogni. Viene da pensare che abbiamo perso di vista le sue leggi e che la sua ribellione sia un campanello d’allarme. La caratteristica dell’acqua, elemento vitale e sacro, è l’adattabilità. Agile, supera gli ostacoli, ma quando diventano troppi, li devasta e travolge tutto ciò che intralcia il suo cammino. Osservare come scorre dentro e fuori di noi può aiutarci a rispettarla, a riconoscerne il valore. Se accettiamo la sua superiorità e la ringraziamo per la vita e i piaceri che ci regala, potremo evolvere, ricordando da dove veniamo e scegliendo di dare alla nostra esistenza un corso degno, in armonia con un sistema complesso e sofisticato di cui siamo solo una piccola parte. © RIPRODUZIONE RISERVATA Cronache 23 Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014 Un’estate fa di MARIA LUISA AGNESE L’esordio di Fiorello «Io animatore » «M i chiamo Fiorello, vengo da una famiglia povera, e ho scelto questo come lavoro. Lavoro? Ma che lavoro, è una vacanza! Ma che vacanza, è un lavoro, non si è capito che cos’è. Sulla carta c’è scritto che io faccio questo lavoro, per me non è un lavoro, però quando la gente me lo chiede io dico che faccio questo lavoro, altrimenti cosa devo dire? Che non faccio niente? Io faccio l’animatore». Nell’estate del 1987 il Tg1 fa Sul palco Fiorello al lavoro come animatore in una foto pubblicata nel 2009 un’inchiesta sui nuovi mestieri dei ragazzi italiani e Tiziana Ferrario intervista quel siciliano moro moro e lungo lungo che a 27 anni appare per la prima volta in tv e racconta di un mestiere molto libero e divertente che qualche anno dopo lo porterà alla ribalta con il karaoke: tutta l’Italia si scatena dietro a lui a improvvisare note, e quel lavoro/non lavoro gli regalerà la gloria e lo consacrerà come showman del futuro. Uno capace di far saltare tutti i codici precedenti e di impostare una presenza tv più flessibile che, pur partendo da un’apparente improvvisazione, riesce a raggiungere punte di eccellenza e di comunicativa. E ogni ragazzo che ancora oggi, ai tempi della crisi, fa l’animatore sulle spiagge italiane, un po’ per arrotondare un po’ per farsi un curriculum spera, in fondo al cuore, di diventare come lui. © RIPRODUZIONE RISERVATA Le relazioni pericolose Preferirei di no di MARIA LAURA RODOTÀ Se Berlino attrae turisti col letto-risciò (e Roma no) Piaf e l’atleta dagli occhi azzurri: per lui cantava «La vie en rose» di PAOLO DI STEFANO ILLUSTRAZIONE DI STEFANIA CAVATORTA «T u non puoi sapere quanto ho voglia di toccarti di guardarti di mangiarti con gli occhi senza perdere niente di te». Edith Piaf non lesina lodi, invocazioni, inni al suo «bell’angelo biondo e azzurro». È una dedizione assoluta, persino imbarazzante. Tanto più che Louis Gérardin, detto Totò, sembra non reagire: e non solo perché rimangono soltanto le lettere di lei, ma perché l’abnegazione della cantante francese, la più grande del momento e forse di sempre, la voce magnetica che incanterà anche l’America, è un monologo con un interlocutore che non sa assecondare slanci e romanticismi eccessivi. Lei è uscita piena di cicatrici dal rapporto travolgente con il boxeur Marcel Cerdan, morto in uno schianto aereo, sull’arcipelago delle Azzorre, una notte dell’ottobre 1949. Era stata Edith a chiedergli: «Prendi l’aereo, il mio corpo ti aspetta». Ora, dopo quasi due anni, ha trovato sulla sua strada un altro campione, un ciclista, lo sprinter più acclamato di Parigi, il dandy bellissimo, elegante, mondano, biondo e con gli occhi azzurri, ai cui piedi vorrebbero cadere molte donne di Parigi. L’ha conosciuto al Vélodrome d’Hiver, grazie a un amico comune e sarà un amore travolgente. Qualche anno fa Christie’s mise all’asta, nella meraviglia generale, una cinquantina di lettere (uscite in Italia per Archinto) che la Piaf inviò tra il novembre 1951 e il settembre dell’anno dopo al suo «grande tesoro», «uomo adorato», «tu!», «tenero amore», «piccolo angelo», «Re tanto amato»... Un flusso emotivo straripante e quasi privo di punteggiatura, segnato da numerosi errori di ortografia, da sottolineature, da punti esclamativi. Louis è stato per tredici volte campione della velocità su pista, ha quasi quarant’anni e una moglie, Bichette, con cui è sposato da un decennio. Edith è più giovane, 37 anni, ma il suo corpo minuto (un metro e 45) è consumato dall’alcol e dalla morfina. È la môme Piaf, un passato di abbandoni, malattie, povertà, prostituzione, finché con il successo arrivano cascate di denaro e una sequela infinita di amori per lo più disastrosi: quando incrocia lo sguar- Le cinquanta lettere senza pudore di Edith al ciclista Gérardin do azzurro del pistard più famoso di Francia si è già esibita al Carnegie Hall di New York e ha già nel suo repertorio «La vie en rose» e «Milord». Sono canzoni che canta in giro per la Francia dedicandole segretamente al suo Totò. A mezzanotte e mezza del 15 febbraio, gli confessa che ha cantato il suo inno: «Plus bleu que tes yeux». Perché ogni notte, appena finisce il concerto, a Lione o a Marsiglia, la piccola Edith torna in albergo, strappa un foglio, due, tre, quattro fogli da un quaderno e comincia a rovesciare sulla carta la sua passione bruciante, senza pudore: «Sai, con il pensiero ti faccio una quantità di cose, non sono per niente timida», «Schiacciami contro di te!»; «Vorrei metterti tutto nudo sul letto, prima sulla schiena e baciarti dappertutto (...) ti avverto onestamente che nessun punto sarà risparmiato». Lo rimprovera con delicatezza dopo un incontro clandestino macchiato da un litigio: «Sei stato duro ieri, non ti avevo mai visto così con me, mi hai parlato con durezza perché avevo lasciato della cipria sulla tua cravatta...». Gli scrive anche due o tre volte al giorno. Gli promette di essere docile, gli racconta che ha acceso un cero a suor Teresa perché protegga il loro amore, gli comunica di aver giurato in Chiesa che non toccherà mai più un bicchiere di alcol, gli assicura miracoli che neanche Giovanna d’Arco, gli garantisce che avrà tutti i diritti su di lei e che smetterà di cantare se lui glielo chiederà; potrebbero anche avviare un’attività insieme, ma lo supplica di «fare qualcosa di definitivo», di divorziare, di entrare in pianta stabile nella sua vita, compreranno una casa, lei acquisterà un terreno a Boulogne, condivideranno la sua fortuna, magari faranno un figlio... Lui si dà da fare per cercare una casa, in primavera lascia provvisoriamente sua moglie, raccomanda al «Passerotto» di tenere i piedi Senza futuro Dall’incontro al Vélodrome d’Hiver alla rottura per paura dello scandalo minacciato dalla moglie del pistard: «Resta con lei, io mi accontenterò» per terra, ma lei è pazza, continua a fare progetti. E se Totò non le risponde, lei, che si firma «la donnina», invia telegrammi ansiosi ai suoi genitori. Finché a un certo punto la Piaf gli scrive impaurita: «Non lasciare Bichette, ferma la pratica di divorzio e la querela». La signora Gérardin li ha fatti pedinare da un detective, ha scoperto il tradimento e minaccia lo scandalo, prendendosela soprattutto con il «piccolo mostro». E allora Edith ribadisce: «Non fare nulla per il momento, smetti di tormentarti, resta con Bichette e io mi accontenterò...». Il 19 giugno sa di malinconia: «Anche se parto per l’America senza rivederti (...) so e sono certa che ti amerò con la stessa violenza». Tre mesi dopo, da New York l’ultima lettera: «Totò, quando riceverai questa lettera sarò sposata, e devo essere onesta nei confronti di Jacques e tuoi, lo faccio con tutto il cuore e sono felice di farlo, ti ho avvertito mille volte che mi avresti perduta ma tu non hai reagito». Jacques è il cantante Jacques Pills. Il matrimonio era stato celebrato il 29 luglio, testimone Marlene Dietrich. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il giallo Il male non dimentica NELLA PIAZZA DELLA CITTÀ DEI MORTI E DEI VIVI SENZA SCARPE di ROBERTO COSTANTINI Italia Balistreri vola giù da una scogliera a Tripoli il 31 Agosto 1969. Quella notte Gheddafi prende il potere. Nel 2011, mentre Gheddafi crolla, il commissario Balistreri indaga su una serie di delitti che lo riporteranno dove non voleva mai più tornare (Il Cairo, giugno 1967) È scoppiata la guerra e Karim non ha voluto sentire ragioni. Allah mi chiama, io vado. Io, Ahmed e Nico lo abbiamo seguito al Cairo per andare a combattere la guerra santa contro Israele. Una follia, per onorare il patto di sangue che ci rende indivisibili. Arriviamo al Cairo dopo tre giorni in uno scassatissimo camion e la guerra è già finita. Man mano che ci addentriamo in città ci sono migliaia di profughi senza meta né speranza, fuggiti dal Sinai sotto le bombe dell’aviazione israeliana. Le radio dai bar e dai balconi continuano a trasmettere poco credibili inni di gloria mentre gli abitanti affollano finestre e balconi, guardando timorosi l’orizzonte, temendo di vedervi i carri con la stella di Davide. Per strada c’è spazzatura maleodorante dovunque, frutta e ortaggi in decomposizione raccolti da mendicanti e attaccati da grossi ratti, bambini scalzi in mezzo allo sterco dei cavalli e degli asini. È quasi buio quando arriviamo nella piazza dietro la moschea Al Azhar, una bolgia di profughi e di soldati egiziani, molti senza le scarpe, lasciate nel deserto del Sinai durante la fuga per correre più veloci sulla sabbia. Mentre Ahmed e Karim vanno a chiedere ospitalità agli zii e Nico gironzola per le strade, tre soldati egiziani mi circondano. Uno di loro, con una vecchia pistola russa, mi punta la canna tra le costole. Hanno una ventina d’anni, due o tre più di me. Solo quello con la pistola ha le scarpe. Uno porta delle infradito da spiaggia e l’altro due pantofole di colore diverso. Mi spingono in fondo al vicolo che finisce con un muro alto due metri. Mi ruberanno i soldi e poi mi ammazzeranno. Nessuno cercherà il mio assassino in questo inferno. Dalla piazza arriva Ahmed con l’aria di uno che si è smarrito. Uno dei soldati si avvia verso di lui e gli intima di andarsene. Ahmed ha un sorriso idiota e l’aria innocua. Avanza e mi avvisa, in italiano: Quello con la pistola. Non abbiamo bisogno di dirci altro. Lui scaglia il tae al mento del soldato che gli si è avvicinato mentre io ne sferro uno al petto di quello armato. Rumore di denti, mandibole, costole che si rompono. Urla di dolore. Il terzo soldato, terrorizzato, fugge verso la piazza. Ma Nico è lì e lo scaraventa tra i rifiuti con un kwon alla tempia. Karim Edicola e web Su Corriere.it Ogni puntata di questo giallo si può trovare su Corriere.it L’iniziativa Dal 12 con Corriere e Gazzetta in vendita il primo libro della trilogia di Roberto Costantini osserva allibito. Lui che è venuto ad aiutare i soldati egiziani, ora li vede massacrare dagli altri membri del patto di sangue. Ahmed si avvicina al soldato a terra, tira fuori dalla tasca il suo nuovo coltello seghettato e afferra il soldato per i capelli. «No, fratello» esclama Karim. «Stai zitto» gli ordina Ahmed. Poi guarda me negli occhi. Della mia autorizzazione ha bisogno. «Se li lasciamo andare ci denunciano, Mike. E qui come niente ci fucilano». Provo a dire no, ma quel no resta sulle mie labbra mentre Ahmed gli squarcia la gola. Con calma, Ahmed raggiunge i due soldati feriti. Questa volta non mi guarda neanche. Come se stesse tagliando una pesca, taglia loro la gola. Prima all’uno, poi all’altro. Senza la minima esitazione. Ora so dove ci sta portando il nostro patto di sabbia e di sangue. Forse era sempre stato inciso nel nostro destino, nei nostri geni, nei nostri interminabili pomeriggi solitari a infilzare gli scorpioni, a sparare alle tortore, a fiocinare le cernie e a imparare le arti marziali. Ha ragione Laura, diventeremo gangster, come Ahmed. E so anche che prima o poi Karim romperà il patto. (5 — continua) © RIPRODUZIONE RISERVATA E ra preferibile di no, in teoria. Non era un’attività appropriata per una signora timida. Che solo pochi giorni fa, alla profezia «tu girerai per Berlino su un letto a quattro ruote guidato da un ciclista», avrebbe chiamato la neuro per il profeta. Invece si è fatto, all’ora del tramonto, tra giochi di luce dei palazzi sulla Sprea e bande di turisti che ridevano e fotografavano (si verrà taggati da chissà chi, sicuro; pazienza). Si è vissuto quel che ci si ripete come un disperato mantra da tempi difficili: servono idee, anche idee strane, anche surreali, per restituire leggerezza e gioia di vivere; ma anche per cambiare l’atmosfera delle città, e attrarre visitatori, e aumentare le entrate. L’idea del letto — si chiama Berlin Horizontal, ha un sito e una pagina Facebook — è di Richard Eckes, cameraman freelance. Eckes rivendica il suo ruolo di terapeuta urbano della felicità. Quando passa, la gente ride. Fotografa, fa battute, saluta, applaude, si informa. «Qualcuno mi insulta, ma solo pochi». Dopo averlo visto (è andata così; si è visto il letto in giro per il Mitte, lo si è inseguito in bici per prenotarlo) sono quasi tutti più allegri. Se ci si sale, all’inizio ci si vergogna. Poi si scopre il trucco, ci si libera dalla coperta e dall’imbarazzo, ci si tira su e si osserva la città come bambini in una favola (a Berlino, poi, la strega non ti mangia; casomai si dedica a pratiche sadomaso al KitKat Club). Ps. Il letto-risciò è praticabile in città come Berlino, con strade larghe. Ma anche con traffico fluido, doppia fila inesistente, ciclabili ovunque. E la possibilità di inventarsi un’attrazione turistica senza venire inglobato/taglieggiato da un racket. Può esistere in una città europea. Roma, per dire, non lo è più, pensandola dal letto che caracolla lungo la Sprea, accidenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’axforisma di J-Ax Le ragazze che incontri la sera al mare sono come la Guardia di Finanza, vogliono sapere come hai guadagnato tutto quello che hai e quando scoprono che non hai canne con te perdono subito interesse 24 Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera COMUNE DI CALTAGIRONE - AREA I IL RUP Ai sensi e per gli effetti dell’art. 224 comma 1 lettera c) D.Lgs. n. 163/2006 e successive modifiche ed integrazioni RENDE NOTO Che con Det. Dir. n. 208 del 30/05/2014 sono stati annullati gli atti relativi al Bando di gara, a procedura aperta ai sensi dell’artt. n. 3 e 55 del succitato Decreto, relativi a PO-FESR 2007-2013 Misura 3.3.3.3 “Progetto per migliorare la fruizione e la sostenibilità turistica del Centro Storico di Caltagirone. Fornitura e posa in opera di sistemi informativi e segnaletica turistica”. Si comunica, altresì, che con D.D. n. 279 del 17/07/2014 sono stati approvati i nuovi atti che per cinquantadue giorni consecutivi, a decorrere dal 1° di Agosto, data di pubblicazione del presente Avviso sulla GURS, si trovano pubblicati sul sito istituzionale dell’Ente www.comune.caltagirone.ct.it. Caltagirone, 5 agosto 2014 Il RUP - Dott.ssa Giovanna Terranova Sede legale in Milano, Via Grosio n. 10/4, sede secondaria in Torino, C.so Mortara n. 22 Capitale sociale Euro 450.265.793,58 i. v. iscritta nel Registro delle Imprese di Milano al n. 03970540963, C. F. 03970540963 Si rende noto che, ai sensi delle vigenti disposizioni, è stata depositata presso la sede legale in Milano, Via Grosio n. 10/4, la sede secondaria in Torino, Corso Mortara n. 22, nonché sul sito internet di Borsa Italiana S.p.A. all’indirizzo www.borsaitaliana.it, nonché sul meccanismo di stoccaggio centralizzato, denominato “1Info”, consultabile all’indirizzo www.computershare.it, gestito da Computershare S.p.A. autorizzato da CONSOB con delibera n. 18852 del 9 aprile 2014, - a disposizione del pubblico - la Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2014. Si precisa inoltre che la predetta Relazione sarà altresì disponibile sul sito internet www.seat.it e potrà essere richiesta tramite l’indirizzo e-mail [email protected]. Torino, 7 agosto 2014 SAVE S.P.A. RELAZIONE SEMESTRALE La relazione semestrale al 30 giugno 2014, approvata dal Consiglio di Amministrazione, è stata depositata presso la sede legale e la Consob ed è consultabile sul sito Internet www.tasgroup.it. TAS - Tecnologia Avanzata dei Sistemi S.p.A. Soggetta a direzione e coordinamento di TASNCH Holding S.p.A. Sede legale in Via Benedetto Croce, 6 - 00142 Roma - Capitale sociale Euro 21.919.574,97 i.v. - C.F. e n. iscr. Reg. Impr. di Roma n. 05345750581- P.IVA 03984951008 www.tasgroup.it Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Tel. 02 2584 6665/6256 - Fax 02 2588 6114 Via Campania, 59 - 00187 Roma Tel. 06 6882 8650 - Fax 06 6882 8682 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 - Fax 081 49 777 12 Via Villari, 50 - 70122 Bari Tel. 080 5760 111 - Fax 080 5760 126 RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Università degli Studi di Udine AVVISO DI GARA L’Università degli Studi di Udine bandisce una procedura aperta per l’affidamento dei servizi assicurativi dell’Università. Durata contrattuale: 4 anni. Importo stimato per il quadriennio € 1.040.000,00. Valore massimo dell’appalto, comprensivo delle ipotesi di proroga o rinnovo € 2.470.000,00. Termine per la presentazione delle offerte: ore 11.30 del 12/09/2014. Il bando è stato inviato alla GUUE il 16/07/2014. Il bando integrale e la documentazione di gara sono reperibili sul sito http://www.uniud.it/ateneo/organizzazione/appalti/appalti_servizio (tel. 0432/556814 - fax 0432/556822). IL DIRETTORE GENERALE Dott. Massimo Di Silverio ESTRATTO AVVISO DI GARA PER PROCEDURA NEGOZIATA (D. Lgs. n. 163 del 12.04.2006) Ente aggiudicatore: SAVE S.p.A., Viale Galileo Galilei 30/1, 30173 Venezia Tessera, Italia, tel. 0039-041-2606277-6261, telefax 0039-0412606689. Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa. Oggetto: Appalto di lavori per la realizzazione dell’ampliamento terminal passeggeri Lotto n. 1 dell’Aeroporto Marco Polo di Tessera Venezia - CIG 5863094A38. COD. C.d.P. 1.01. Tempi di esecuzione dell’appalto: 735 giorni naturali e consecutivi dalla consegna dei lavori. Importo complessivo dell’appalto: € 57.603.131,22 dei quali € 756.305,40 a copertura degli oneri per l’attuazione dei piani di sicurezza non soggetti a ribasso. Termine ultimo di ricezione delle domande di partecipazione: 22.08.2014 ore 12.00. La procedura viene gestita interamente per via telematica sul portale https://save-procurement.bravosolution.com. L’Amministratore Delegato Paolo Simioni SAVE S.P.A. AVVISO PER AFFIDAMENTO DI SUBCONCESSIONE Subconcedente: SAVE S.p.A., Viale Galileo Galilei, 30/1, Tessera Venezia, telefono 041/2606286/6608, e-mail [email protected], fax 041/2606609, www.veniceairport.it. Oggetto: Affidamento in subconcessione di uno spazio (Box n. 2193) di mq 10,50 ad uso negozio, ubicato al piano terra dell’aerostazione dell’Aeroporto Marco Polo di Tessera Venezia, per la durata di anni tre per lo svolgimento, non in esclusiva, di attività strumentali e/o accessorie a quelle di agenzie di viaggio. Importo a base di gara: € 15.000,00/anno (euro quindicimila/00). Non sono ammesse offerte al ribasso. Criteri di aggiudicazione: la subconcessione sarà affidata al concorrente che avrà offerto il corrispettivo annuo più elevato. Termine per il ricevimento delle offerte: 29 agosto 2014 ore 12.00. Bando di gara integrale pubblicato sul sito della SAVE sezione Area Aziende/Bandi. ANAS S.p.A. DIREZIONE GENERALE SISTEMA TANGENZIALE DI LUCCA VIABILITÀ EST DI LUCCA COMPRENDENTE I COLLEGAMENTI TRA PONTE A MORIANO E I CASELLI DELL’A11 FRIZZONE E LUCCA EST Procedimento di compatibilità ambientale Ai sensi e per gli effetti della seguente normativa: • Artt. 7 e seg. L. 241/1990 e s.m.i. • Artt. 165 e seg. D. Lgs. 163/2006 e s.m.i. • Art. 52 L.R. 10/2010 e s.m.i. La Direzione Centrale Progettazione di ANAS S.p.A. - Via Monzambano, 10 - 00185 ROMA premesso che: - ha predisposto il progetto preliminare e lo studio di impatto ambientale relativo all’intervento “Sistema Tangenziale di Lucca. Viabilità Est di Lucca comprendente i collegamenti tra Ponte a Moriano e i caselli dell’A11 Frizzone e Lucca Est”; - mediante avviso pubblicato su “Il Giorno - Resto del Carlino - La Nazione” il 9 dicembre 2013 ha comunicato di aver richiesto alla Regione Toscana in data 25 febbraio 2013 ed alla Provincia di Lucca in data 25 giugno 2013 l’avvio del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale, depositando la documentazione prescritta presso tutte le amministrazioni interessate; considerato che: - la Provincia di Lucca, con nota prot.n. 0051102/2014 del 06/03/2014, ha richiesto integrazioni documentali; - con nota prot. n. CDG0080031 del 13/06/2014 Anas ha trasmesso alla Provincia ed a tutte le Amministrazioni interessate i documenti integrativi richiesti. • Le integrazioni attengono alla valutazione di impatto ambientale e riguardano: - le componenti: ambiente idrico, emissioni atmosfera e clima acustico, vegetazione, flora, fauna ed ecosistemi, suolo e sottosuolo, paesaggio e patrimonio culturale, aspetto infrastrutturale nonché assetto socio economico; • le analisi delle alternative e la relativa cantierizzazione. - con successiva nota prot. 139145 del 03/07/2014 la Provincia di Lucca ha comunicato che le integrazioni prodotte contenendo elementi e informazioni sostanziali e rilevanti per il pubblico necessitavano di una nuova pubblicazione a cura del proponente. Tutto ciò premesso si da comunicazione del deposito della documentazione integrativa citata. Il Responsabile del Procedimento è l’Ing. Nicola Dinnella in sevizio presso la Direzione Centrale Progettazione di Anas S.p.A. Entro sessanta giorni dalla presente pubblicazione chiunque abbia interesse può presentare proprie osservazioni, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi, in relazione alle sole integrazioni ai sensi dell’art. 55, comma 3, L.R. 10/2010 e s.m.i. Copia della documentazione integrativa è, dalla data odierna, a disposizione del pubblico per la consultazione presso: • Provincia di Lucca - Ufficio Relazioni con il Pubblico - Palazzo Ducale - Piazza Napoleone ingresso Cortile Carrara - 55100 Lucca - nei seguenti orari: lunedì - venerdì 9.00-13.00, martedì e giovedì: 15.00-16.00. Contatti: numero verde: 800-747175 - telefoni: 0583 417216, 0583 417780, 0583 417938 - fax: 0583 417326 - E mail: [email protected] Posta certificata: [email protected]; • Comune di Altopascio - Piazza Vittorio Emanuele, 24 - 55011 Altopascio (LU) • Comune di Capannori - Piazza Aldo Moro - 55012 Capannori (LU) • Comune di Lucca - Palazzo Santini - Via C. Battisti, 14 - 55100 Lucca • Comune di Porcari - Piazza F. Orsi, 1 - 55016 Porcari (LU) La documentazione depositata è consultabile sul sito web della Provincia di Lucca all’indirizzo http://www.provincia.lucca.it/ambiente/aaa_valutazione.php IL DIRETTORE CENTRALE PROGETTAZIONE Ing. Ugo Dibennardo VIA MONZAMBANO, 10 - 00185 ROMA Tel. 06/44461 - Fax 06/4454956 - 06/4456224 • sito internet www.stradeanas.it ANAS S.p.A. Compartimento della viabilità per la Sardegna CITTA’ DI SIRACUSA AVVISO DI GARA ESPERITA GARA N° CALAV074-14_19A2014 - CIG 5807493ED1 - CUP: F67H13001600001 - Lavori di ripristino delle condizioni di sicurezza mediante sostituzione, adeguamento ed integrazione delle barriere di protezione laterali e centrali in tratti saltuari lungo le SS. SS. del Centro Manutentorio di Buddusò - Categoria prevalente: OS12-A, Classifica II, per l’importo di €_591.320,65 - Altre categorie: NESSUNA. Importo complessivo €_591.320,65=. Offerte pervenute n. 112, offerte ammesse 112, impresa migliore offerente OLIMPIA SEGNALETICA SRL - ROMA; ribasso offerto -33,789%. Esiti pubblicati sulla G.U.R.I., albo Stazione Appaltante, albo comuni capoluogo Regione Sardegna, sito internet www.stradeanas.it. e sito informatico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Maggiori informazioni e/o chiarimenti rivolgersi a: ANAS Spa (società con socio unico) - sede Compartimentale della Sardegna - Ufficio Gare Via Biasi, 27 - 09131 CAGLIARI - Tel. 070 52971 - Fax 070 5297268. Il Dirigente Amministrativo: Dott.ssa Silvia Assunta Anna Mereu VIA BIASI, 27 - 09131 CAGLIARI Tel. 070/52971 - 070/5297268 • sito internet www.stradeanas.it AMMINISTRAZIONE CENTRALE SERVIZIO APPALTI AVVISO dI AggIudICAZIONE dI APPALTO Si rende noto che sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 23/07/2014 è stato pubblicato l’avviso relativo all’esito delle procedure negoziate ai sensi dell’art. 57, comma 2, lett. a), del D.Lgs. n. 163/2006 indette per l'affidamento delle polizze: a) Responsabilità civile verso terzi e verso prestatori di lavoro e Infortuni della Banca d'Italia (CIG: 5384349959); b) Responsabilità civile derivante dalla circolazione di veicoli a motore e auto rischi diversi della Banca d'Italia (CIG: 542775986A). L’avviso è altresì pubblicato integralmente sul sito internet della Banca d’Italia (www.bancaditalia.it) ed è in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana PER DELEGA DEL DIREttoRE GEnERALE Manlio Ricotti Azienda Provinciale FONDAZIONE IRCCS “Ca’ Granda - Ospedale Maggiore Policlinico” Via F. Sforza, 28 - 20122 Milano tel. 02/5503.8265 - fax 02/5830.6067 Responsabile del procedimento: Dirigente U.O.C. Approvvigionamenti E’ indetta procedura aperta, da esperirsi ai sensi dell’art. 55 del d.l.vo n. 163/2006, con aggiudicazione a favore dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi degli artt. 83 e 81, comma 3), e degli artt. 86, 87 e 88 del medesimo d.l.vo, per l’aggiudicazione della fornitura di un sistema diagnostico multifunzionale automatico per l’esecuzione di 85.000/anno determinazioni immunoistochimiche di preparati cito-istologici, per 60 mesi (Determina a contrattare n. 1705 del 31/7/2014). La presente procedura sarà espletata tramite la piattaforma SINTEL, secondo quanto stabilito dall’art. 1, comma 6 bis, della legge regionale Lombardia 28 dicembre 2007 n. 33, come modificato dall’articolo 10, comma 4 della legge regionale 3 agosto 2011 n. 11. Importo complessivo, per sessanta mesi, posto a base d’asta € 2.553.000,00.= esclusa I.V.A.. Le modalità ed i requisiti di partecipazione alla gara sono indicati nel bando di gara, inviato alla GUCE in data 31/7/2014. La documentazione di gara (bando integrale, capitolato speciale e disciplinare di gara) potrà essere scaricata dal sito internet www.policlinico.mi.it (gare e concorsi/bandi di gara) oppure dal sito per le gare telematiche www.centraleacquisti.regione.lombardia.it - area SINTEL. IL DIRETTORE AMMINISTRATIVO - Dott. Osvaldo Basilico IL DIRETTORE GENERALE - Dr. Luigi Macchi per i Servizi Sanitari Provincia Autonoma di Trento - Via Degasperi n. 79 - 38123 Trento ESTRATTO BANDO DI GARA Questa Azienda sanitaria ha indetto una Procedura aperta, suddivisa in 7 lotti distinti, per l’afÚ fidamento della FORNITURA di dispositivi medici per prestazioni di assistenza protesica e del SER VIZIO DI MANUTENZIONE degli stessi, occorrenti all’Azienda provinciale per i servizi sanitaÚ ri di Trento. L’importo di gara relativo alla durata contrattuale di 3 (tre) anni ammonta ad € 4.252.998,00, IVA e oneri per prevenire i rischi da interferenze, questi ultimi relativi al solo Lotto n. 7, esclusi, con possibilità per l’APSS di concordare una eventuale proroga di ulteriori 3 (tre) anni L’aggiudicazione avverrà ai sensi dell’art. 83 del DLgs n. 163/2006. Bando, Norme di Partecipazione e Capitolati Speciale e Tecnico sono reperibili sul sito internet dell’APSS: www.apss.tn.it, sezione “Bandi di gara”. Le offerte, corredate della necessaria documentazioÚ ne e indirizzate all’Ufficio protocollo dell’Azienda Provinciale dei Servizi Sanitari Via Degasperi, 79, Trento, dovranno pervenire entro le ore 12:00 del 08/09/2014, termine perentorio. Per informazioni sulla procedura di gara: tel. 0461904005. Bando trasmesso per la pubblicazione nella GUUE il giorno 16/07/2014. IL DIRETTORE DEL SERVIZIO PROCEDURE DI GARA E CONTRATTI dott. Luciano Bocchi Si rende noto che il giorno 23/09/2014 alle ore 10.00 sarà esperita procedura aperta per l’affidamento dei servizi di supporto all’amministrazione Comunale di Siracusa (custodia, front-office, supporto agli uffici comunali, manutenzione, affissione e defissione manifesti, rimozione graffiti, tag e imbrattamenti, cimetriali, facchinaggio, trasloco, allestimento palchi, autista per trasporto pubblico locale). CIG 5839062265. Pubblico incanto ai sensi del D.L.vo n. 163/2006 e s.m.i.. Modalità di aggiudicazione: a favore dell’offerta economicamente più vantaggiosa ai sensi dell’art. 83 del D.L.vo n. 163/2006 e smi. Scadenza presentazione offerta: entro ore 12.00 del giorno 22/09/2014. Importo a base d’asta: € 10.143.600,00 oltre iva. Durata del servizio: anni quattro. Finanziamento: fondi determina del Direttore Generale n. 4/d del 30.6.2014. Gli atti sono visionabili presso la divisione gare piazza Adda n. 9 96100 Siracusa nei giorni: lunedì, martedì, giovedì e venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.30. Dalla sede municipale, li’ 04/08/2014 Il Capo Settore - Dott.ssa Loredana Caligiore CITTA’ DI SIRACUSA Si rende noto che il giorno 19/09/2014 alle ore 10.00 sarà esperita procedura aperta per l’affidamento dei servizi di manutenzione impianti elettrici e telefonici, segnaletica orizzontale, verticale e luminosa, reperibilità per pronto intervento stradale, riqualificazione sedi stradali, manutenzione e pulizia di caditoie e chiusini del Comune di Siracusa. CIG 5838925157. Pubblico incanto ai sensi del D.L.vo n. 163/2006 e s.m.i.. Modalità di aggiudicazione: a favore dell’offerta economicamente più vantaggiosa ai sensi dell’art. 83 del D.L.vo n. 163/2006 e smi. Scadenza presentazione offerta: entro ore 12.00 del giorno 18/09/2014. Importo a base d’asta: € 2.862.000,00 oltre iva. Durata del servizio: anni quattro. Finanziamento: fondi determina del Direttore Generale n. 3/d del 30.6.2014. Gli atti sono visionabili presso la divisione gare piazza Adda n. 9 96100 Siracusa nei giorni: lunedì, martedì, giovedì e venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.30. Dalla sede municipale, li’ 04/08/2014 Il Capo Settore - Dott.ssa Loredana Caligiore AMG ENERGIA SPA PALERMO Estratto Bando di gara Questa Società indice per le ore 09,00 del giorno 11/9/14 Procedura Aperta per Accordo Quadro con un solo operatore per appalto fornitura di corpi illuminanti per la Direzione pubblica illuminazione. Importo presunto massimo fornitura, IVA esclusa: € 350.000,00. Il bando di gara, redatto su formulario CEE, è stato inviato alla GUCE il 26/06/14. Estratto bando di gara su GURS n. 27, parte II, del 04/07/14. Ulteriori informazioni telefonando orari uffici allo 091-7435263. IL DIRETTORE GENERALE Dario Allegra REGIONE TOSCANA ESTAV Nord-Ovest Sede Legale: via Cocchi, 7/9 loc. Ospedaletto - 56121 PISA ESITO DI GARA PER ESTRATTO Si rende noto che l’ESTAV Nordovest con delibera n. 250 del 16/07/2014 ha aggiudicato la seguente procedura di gara: “Accordo quadro, suddiviso in 5 lotti con più operatori economici, per la fornitura di “Sistemi per l’Elettrocardiografia, Prove da Sforzo e Holter” per le Aziende Sanitarie della Regione Toscana. Valore totale della convenzione: €.3.020.000,00 iva esclusa. Vigenza contrattuale: 24 mesi. Il Direttore Dipartimento UOC Attrezzature Sanitarie, Diagnostica, Arredi, Informatica e strumentario - Dr.ssa Pia Paciello REGIONE EMILIA-ROMAGNA AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA DI FERRARA Avviso di aggiudicazione Amministrazione aggiudicatrice: Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara – Via Aldo Moro, 8 Cona - 44124 Ferrara Tel. 0532/236111 – Telefax 0532/236588. Procedura di aggiudicazione: procedura aperta. Oggetto dell’appalto: aggiudicazione procedura aperta per la fornitura quadriennale di sistemi per infusione a siringa per Aosp di Ferrara (capofila) e Ausl di Ferrara in unione d’acquisto. Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa. Numero di soggetti partecipanti: Lotto unico: nr. 3. Data di aggiudicazione: Determina n° 338 del 27.06.2014. Impresa aggiudicataria: B.Braun – Milano. Ulteriori informazioni potranno essere richieste al Responsabile del Procedimento Dott.ssa Teresa Cavallari ( Tel. 0532/236209 ). Il Responsabile del Dipartimento Interaziendale Acquisti e Logistica Economale (Dott.ssa Monica Pertili) 25 Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014 Economia Indici delle Borse FTSE MIB Dati di New York aggiornati alle ore 20.00 UBI Banca Cambi La settimana 19.509,84 -2,70% Londra 6.636,16 -0,69% 1 euro FTSE It.All Share 20.705,95 -2,62% Francoforte 9.130,04 -0,65% 1 euro 136,5800 yen FTSE It.Star 16.923,76 -2,19% Parigi (Cac40) 4.207,14 -0,61% 1 euro 0,7928 sterline -0,13% Dow Jones 16.455,83 0,16% Hong Kong 24.584,13 -0,26% 1 euro 1,2152 fr. sv. Nasdaq 4.365,39 0,29% Tokio (Nikkei) 15.159,79 -1,05% 1 euro 9,2454 cor.sve. 0,42% S&P 500 1.921,87 0,09% FTSE MIB La lente IL CONFRONTO E IL RITORNO DI PIAZZA AFFARI ALLA NORMALITÀ I l crollo del listino italiano ai livelli di 19.500 punti dell’indice Ftse Mib 40, avvenuto ieri sulla scia dei negativi dati di crescita del Pil nel secondo trimestre del 2014, cancella in un colpo solo le buone performance che avevano distinto il mercato italiano, riportandolo ad una sorta di normalità dopo i rialzi raggiunti nella prima parte dell’anno quando il nuovo governo di Matteo Renzi e del suo ambizioso programma di riforme aveva messo le ali al listino milanese toccando un massimo il 10 giugno a 22.502 punti con un + 18% da inizio anno. Mentre il mercato azionario italiano scontava una sorta di premio tecnico sui dati macroeconomici che ancora non si vedevano, oggi dopo questo crollo, la situazione non si può considerare ritornata negativa, ma solo ridimensionata. Se si osservano gli andamenti degli altri listini si può notare come il mercato italiano nonostante questa fase difficile mantenga un segno positivo del 2% rispetto a inizio anno, contro il – 4% del Dax tedesco e il – 1.6% del Ftse di Londra. Questa fase di consolidamento era abbastanza nell’aria a causa di uno scenario internazionale che registrava un ritorno delle tensioni sia sul fronte della crisi in Ucraina che su quello più drammatico di Israele, ma il dato sul Pil negativo comunicato ieri dall’Istat ha accelerato il crollo delle ultime ore in modo eccessivo. E’ indubbio che le nuove difficoltà di crescita che coinvolgono l’intera area europea si stanno riproponendo anche in Portogallo (-11%) a causa del salvataggio del Banco di Santo Spirito, e Grecia (5%), ma non sono immuni dalle vendite nemmeno Paesi virtuosi come l’Austria, che registra difficoltà a causa della storica relazione economica con i paesi dell’Europa dell’Est frenati dalla crisi russa. In questo scenario la recente debolezza del listino italiano è da inquadrare come un ritorno ai fondamentali dell’economia che ancora mostra ampi segni di instabilità, ma non raggiunge i picchi 2009 e 2011. Marco Zulberti © RIPRODUZIONE RISERVATA Madrid 10.246,20 -1,04% 19509,84 (-2,7%) G V L M M 1,3345 dollari 1 euro La settimana Titoli di Stato Titolo Ced. Quot. Rend. eff. 06-08 netto % Titolo Ced. Quot. Rend. eff. 06-08 netto % -0,27% Btp 04-01/02/15 4,250% 101,92 - Btp 96-01/11/26 7,250% 142,59 2,33 -0,64% Btp 10-15/04/15 3,000% 101,86 - Btp 11-15/09/26 3,100% 113,45 1,81 Btp 11-15/04/16 3,750% 105,48 0,01 Btp 03-01/08/34 5,000% 119,84 3,06 Btp 06-15/09/17 2,100% 104,88 - Btp 13-15/09/18 1,700% 104,51 Btp 09-01/03/20 4,250% 114,47 0,65 1,04 Btp 05-01/02/37 4,000% 105,92 Btp 07-01/08/39 5,000% 119,43 Cct 07-01/12/14 0,420% 100,19 3,15 3,26 0,07 Btp 11-01/09/21 4,750% 117,91 Btp 11-01/03/22 5,000% 119,44 Btp 13-01/03/24 4,500% 115,37 1,48 1,62 2,16 Cct 08-01/09/15 0,380% 100,27 Cct 09-01/07/16 0,300% 100,24 Cct 11-15/04/18 0,726% 101,27 0,16 0,27 0,79 -0,18% 1,4643 dol.can. -0,08% 5,72 G V L M M Agenzia delle Entrate La strategia nella circolare della neodirettrice: redditometro solo con scostamenti significativi «Fisco, ora nel mirino i grandi evasori» Orlandi: faro sulle frodi più rilevanti, meno controlli su importi minori ROMA — Occhi puntati sui grandi evasori e le frodi fiscali più insidiose, quelle che oltre al gettito mettono a rischio anche la normale concorrenza sul mercato, meno contestazioni puramente formali, e addio ai controlli meno rilevanti, quelli che riguardano piccoli contribuenti o piccole somme. È quanto prevede il nuovo atto di indirizzo operativo trasmesso ieri dal nuovo Direttore, Rossella Orlandi, ai funzionari e agli ispettori dell’Agenzia delle Entrate. Delineando i nuovi obiettivi della caccia all’evasione, ma soprattutto sottolineando due nuovi criteri che gli agenti delle tasse dovranno seguire, la «proporzionalità» e la «proficuità» della loro azione. Inutile inseguire disoccupati o pensionati, o tentare di recuperare somme trascurabili o minime. Fanno perdere tempo e denaro, quindi meglio concentrarsi sui pesci grossi. «Particolare impegno deve essere riservato all’approfondimento dei comportamenti evasivi più gravi, segnatamente individuati tra quelli che, oltre ad avere un impatto rilevante sul gettito erariale, provocano distorsioni alla libera concorrenza», scrive la Orlandi, sottolineando come questi fenomeni ruotino spesso intorno al- D’ARCO L’evasione in Italia 418,2 REDDITI NASCOSTI AL FISCO miliardi (in miliardi) 180,2 39 40 36,8 miliardi 30 Valore del sommerso 200 miliardi di euro Tasse perse 21,4 22,0 22,2 2008 2009 2010 26 20 10 i soldi nascosti dagli italiani nei paradisi fiscali all’estero 0 l’evasione dell’Iva. I controlli dovranno partire da una «selezione delle forme più insidiose di frodi ed evasione», «abbandonando rilievi di carattere meramente formale», e concentrarsi sui casi «da cui Rossella Orlandi è il nuovo direttore dell’Agenzia delle Entrate. Classe ‘56, toscana di Empoli, è stata nominata lo scorso giugno 2011 2012 2013 possano scaturire maggiori imposte accertabili, tralasciando quelli di scarsa rilevanza in termini di recupero di imposte o di scarsa sostenibilità». Sono proprio questi, scrive la Orlandi, «che generano nei contribuenti l’idea di un’Agenzia che presta attenzione a situazioni poco significative o, ancor peggio, di natura solo formale». La «proficuità» della macchina fiscale, secondo il nuovo Direttore, significa anche concentrarsi sulla nuova evasione, più che inseguire quella passata con l’ossessione della prescrizione. Tanto che l’atto di indirizzo specifica come i controlli debbano concentrarsi sulle dichiarazioni 2013 e 2014, a meno che ovviamente non ci siano ragioni specifiche che impongano controlli su anni precedenti. Massima prudenza anche sui controlli a carico degli autonomi, delle piccole imprese, delle persone fisiche. Tutti gli strumenti di ricostruzione presuntiva del reddito «devono essere usati con la massima attenzione, evitando di contestare redditi non connessi con la realtà riferibile al contribuente o alla sua capacità contributiva». Così come gli studi di settore per gli auto n o m i d e b b o n o ess e re Concorrenza Particolare attenzione alle forme di evasione, come quella dell’Iva, che minano la concorrenza «sempre maggiormente impiegati come strumento di selezione per un ulteriore attività di controllo, piuttosto che quale mero strumento accertativo». Per i controlli sulle grandi e medie imprese la circolare operativa non introduce grandi novità, così come per le verifiche sui grandi contribuenti. Mario Sensini © RIPRODUZIONE RISERVATA Farmacie I due fondatori saranno vicepresidenti. Con gli altri azionisti incasseranno 9 miliardi Maxi fusione Alliance-Walgreens Pessina primo socio con il 18% Barra: la priorità era fare in fretta, leader nel mondo E’ un’operazione che in tutto vale 15,3 miliardi dollari, destinata a spiazzare le classifiche mondiali della distribuzione farmaceutica tra Europa e Stati Uniti. Protagonisti, Stefano Pessina, l’ingegnere nucleare riconvertito all’healthcare e alla sua Alliance Boots, e la compagna di sempre, l’imprenditrice Ornella Barra (foto). Lo fanno con una mossa a sorpresa che accorcia le distanze con la nascita di Walgreens Boots Alliance, quotata a Wall Street, primo gruppo mondiale di farmacie e distribuzione all’ingrosso di prodotti terapeutici e di bellezza con circa 110 miliardi di fatturato, 12 mila farmacie e 356 mila dipendenti. «Accorciare i tempi dell’operazione — ha spiegato Ornella Barra — significa creare più rapidamente valore, trovare sinergie per almeno un miliardo entro due anni». D’altronde le aggregazioni si moltiplicano nel settore. L’ultima, pochi giorni fa quando l’americana McKesson ha comprato la tedesca Celesio. Il percorso è stato impostato due anni fa e ieri è stato chiuso a sorpresa, con largo anticipo, rispetto alle sca- denze previste tra gennaio e agosto 2015. In dettaglio, la Walgreens di Chicago, numero uno dei drugstore, ha deciso di esercitare l’opzione d’acquisto 55% che ancora non possiede dell’inglese Alliance Boots di Pessina e Barra. Valore dell’operazione, 7,3 miliardi. Il gruppo Usa verserà ai soci di Alliance Boots 5,3 milioni per cassa e salderà il resto con azioni, valorizzando l’operazione 15,3 miliardi. E con un incasso totale di 9 miliardi per i soci. In pratica si tratta della replica della 130 100 miliardi di dollari di ricavi previsti a fine 2016. Con la fusione tra Walgreens e Alliance Boots nascerà il numero uno mondiale della distribuzione farmaceutica. L’Italia vale 1,2 miliardi di fatturato miliardi di dollari è la capitalizzazione attesa a Wall Street. Stefano Pessina e Ornella Barra avranno tra il 16 e il 18% del capitale a fianco del fondo Kkr che resterà con una quota sotto il 2% transazione di due anni fa quando Walgreen acquistò il primo 45% delle farmacie Alliance Boots, in parte cash e in parte con azioni, da Pessina, Barra e dal fondo Kkr che otto anni fa sostenne l’imprenditore italiano nella sua conquista della Alliance. La fusione delle due realtà è stata approvata dal cda di ieri e il passaggio finale è atteso ad aprile del prossimo anno quando l’assemblea taglierà il nastro del progetto. Post fusione, Pessina e Ornella Barra saliranno dall’attuale 7% (custodito nel trust Alliance santé part.) al 16-18%, confermandosi primi azionisti a fianco di Kkr (avrà il 2%) nell’ambito di un sindacato che darà loro il controllo. La nuova società resterà quotata a Wall Street e avrà una capitalizzazione record stimata di 100 miliardi di dollari. La guida operativa sarà affidata a Greg Wasson (ex Walgreens), Barra sarà presidente della divisione global wholesale e retail internazionale e Pessina guiderà le attività di m&a come vicepresidente esecutivo. Avrà quindi un ruolo chiave, quello di moltiplicare ancora la presenza su scala planetaria. «Siamo pronti ad afferrare le opportunità di acquisizione, abbiamo relazioni con tutti i protagonisti del settore — spiega Barra — il monitoraggio è continuo. C’è una squadra sempre in allerta». Daniela Polizzi © RIPRODUZIONE RISERVATA Wall Street Journal Multa record negli Usa, BofA pagherà 16-17 miliardi Bank of America sta trattando con il Dipartimento della giustizia americano per chiudere con una mega transazione da circa 16-17 miliardi di dollari, la più alta mai siglata, un’inchiesta relativa a violazioni di legge nella vicenda dei mutui subprime, che tra il 2007 e il 2008 portarono allo scoppio della crisi. Lo ha rivelato ieri sera il Wall Street Journal online. Le trattative sarebbero molto vicine a un accordo. La banca guidata da Brian Moynihan (foto) — che nel weekend del fallimento di Lehman Brothers aveva assorbito l’altra grande malata, Merrill Lynch — pagherebbe 9 miliardi in contanti al Dipartimento della giustizia, ad alcuni Stati e enti locali, mentre il resto verrebbe pagato attraverso benefici economici concessi ai clienti della banca stessa. Di recente Citigroup ha raggiunto una transazione da 7 miliardi di dollari sempre sui mutui, fino ad oggi la transazione più alta raggiunta, mentre la banca francese Bnp Paribas è stata multata per 9 miliardi di dollari per alcune violazioni dell’embargo Usa verso l’Iran. Fabrizio Massaro © RIPRODUZIONE RISERVATA COMUNE DI NAPOLI ESTRATTO ESITO DI GARA Si avvisa che con Determina Dirigenziale n. 22 del 24/06/14 è stata aggiudicata la gara: “Realizzazione e manutenzione di un sistema informativo di gestione dei servizi demografici, tributari e finanziari del Comune di Napoli” a favore di RTI Halley Informatica srl (mandataria)/Halley Campania srl-Advanced Systems srl (mandanti). Valore iniziale: € 1.500.000,00 oltre IVA, valore finale: € 1.397.777,07 oltre IVA. Testo integrale su www.comune.napoli.it. Invio GUUE: 31/07/2014. Il Dirigente del SACUAG Area Gare Forniture e Servizi avv. Rossana Lizzi 26 Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera Economia 27 Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014 Piazza Affari Titolo giù del 5,55%. A fine mese i dati sulle richieste di rimborso Marchionne: su Fiat pesano Pil e voci Il recesso? Esagerazioni «Non sono turbato, avanti con la fusione» MILANO — Dice: «Non sono turbato». Però: «La stampa ha ingigantito il diritto di recesso». si è dipinto «uno scenario esagerato», in Borsa «stiamo pagando un prezzo per questa reazione eccessiva e per la mancanza di comprensione di ciò che comporta». Mostra tranquillità ma va giù pesante, Sergio Marchionne. Con il titolo a —5,55% siamo al secondo dei quindici giorni di passione, rumors, incertezza che attendono Fiat Chrysler. E il copione è lo stesso del primo, martedì, quando per i soci contrari alla fusione si è aperta la finestra di due settimane che consente di recedere dall’azionariato. L’altro ieri, sui timori che alla fine le richieste di rimborso si rivelino tali da bucare il tetto fissato a 500 milioni e facciano così slittare il merger, la nascita di Fca, lo sbarco a Wall Street, le quotazioni erano arrivate a perdere oltre il 7% (rosso dimezzato al 3,11% della chiusura solo dopo le secche smentite di Torino). Ieri, clima persino peggiore. In primo piano c’erano i dati sul Pil, la confermata recessione tecnica al posto della sperata ripresa, e tutta Piazza Ieri in Borsa La chiusura -5,55% a 6,46 euro 0,727 0,629 0,53 0,431 0,332 0,234 10:00 11:00 14:00 Affari ha navigato dall’inizio in piena bufera. In conference call da Detroit, con gli analisti convocati per l’ultima trimestrale Chrysler 15:00 16:00 17:00 D’ARCO (619 milioni di dollari di utile netto, +22%, ma «sono ancora esageratamente insoddisfatto» di un margine inferiore a quelli di Ford e Gm), Marchionne ha Kunze-Concewitz dunque ragione a sottolineare che «i numeri in arrivo dall’Italia generano sui mercati un sentimento e un impatto negativo sull’Italia stessa, e noi veniamo trascinati dentro come parte del Paese». Però nel caso Fiat tutto ciò non fa che amplificare l’effetto-recesso e la relativa speculazione. È questo che continua a tener banco in Piazza Affari. È questo che, dopo aver affossato il titolo oltre l’8,5%, costa in chiusura quell’altro pesante passivo: —5,55% significa quota 6,465 euro. Un solco ancora più ampio rispetto ai 7,727 euro del recesso. È un rebus, peraltro, il tutto. Il diritto a recedere vale soltanto per le azioni possedute prima dell’assemblea straordinaria che, venerdì scorso, ha approvato la fusione (anche se, per qualcuno, aggiungerci altri titoli ora puntando al valore di rimborso potrebbe servire ad abbassare il prezzo medio di carico). Sul fronte di chi possiede questi requisiti ci sono senz’altro fondi e investitori istituzionali. Tutt’altro che compatti, nella valutazione dell’operazione, e lo spartiacque è il ruolo blindato di Exor. Assicurazioni Nel semestre sale la raccolta di Cattolica (+30%), piano a settembre (f.ch.) Prima metà dell’anno positiva per Cattolica Assicurazioni, con l’utile e la raccolta che crescono entrambi del 30 per cento. Il risultato netto consolidato ammonta a 56 milioni (+30,2% su anno) e l’utile netto di competenza è di 48 milioni (+60%). I premi complessivi raggiungono 2,95 miliardi (+30,6%). In miglioramento al 91,5% il combined ratio dal 93,5% dello scorso anno. Il margine di solvibilità si attesta a 1,45 volte il minimo regolamentare. «Gli ottimi risultati della semestrale sono una premessa incoraggiante per il piano triennale che vareremo in settembre e che avrà obiettivi ambiziosi di crescita qualitativa e di dimensioni del gruppo», ha commentato il presidente Paolo Bedoni (nella foto). Dopo la fusione, grazie al meccanismo del voto multiplo, il 30% della holding guidata da John Elkann potrebbe in realtà arrivare a pesare fino al 46%. La bassissima contendibilità che ne deriva è quello che divide i fondi. Ha votato sì alla fusione — per avere i nomi occorrerà attendere il verbali d’assemblea — chi considera comunque superiori i vantaggi legati alla quotazione a Wall Street. Pollice verso da chi si è concentrato sulla contendibilità. E che ora, se è vero che sono sufficienti meno di 65 mila azioni a superare il tetto dei 500 milioni, ha L’analisi Barclays Rispetto al mercato «vediamo un piccolo rischio che la fusione non vada in porto» in mano l’arma (il recesso) che può far naufragare l’intera operazione. È plausibile, lo scenario? A rafforzare le tesi di Marchionne — rumors « infondati» ed «esagerati dalla stampa» — è arrivata ieri sera un’analisi di Barclays. Sintesi: «Vediamo solo un piccolo rischio che la fusione non vada in porto» (e la stessa Exor avrebbe gli spazi «per proteggere il merger»). Dopodiché, se «fino a ieri (martedì, ndr) non c’è stata alcuna notifica di recesso, i dati li vedremo a fine agosto e io non sono turbato», non è che l’amministratore delegato possa escludere tout court l’ipotesi. La liquida però con le solite tre parole: «Ripeteremmo tutto più avanti». Raffaella Polato © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA «Campari, crescita in Italia e più utili» «Abbiamo visto un miglioramento in Italia, la gente ha comunque voglia di vivere: la fiducia dei consumatori c’è». A parlare, il giorno dopo la presentazione della semestrale, è Bob Kunze-Concewitz (foto), amministratore delegato di Campari. Dopo un primo trimestre debole, soprattutto grazie al business degli aperitivi, il gruppo ha proseguito l’anno con un recupero delle vendite: +3,8% a livello organico, con i sei mesi che raggiungono quota 686,1 milioni di euro (di cui il 28,3% proviene dal mercato domestico). L’utile di gruppo è quasi stabile a 57,3 milioni (-0,5%). «Abbiamo avuto un’ottima crescita di Aperol, che era un marchio regionale del Triveneto ed è diventato nazionale con lo spritz, oggi protagonista dell’aperitivo lungo non solo a Milano». Positivi gli andamenti degli aperitivi cosiddetti monodose, Crodino e Campari soda. Il gruppo si aspetta una crescita positiva in Italia anche per il resto dell’anno e una performance migliore negli Usa. «Abbiamo avuto problemi di produzione e di logistica che abbiamo superato — dice KunzeConcewitz —. Gli americani hanno riscoperto il Negroni e stanno apprezzando gli amari. Dopo il Cynar nei cocktail, ci aspettiamo un successo anche dell’Averna». F.Ch. Bilanci semestrali Profitti per 23 milioni in Di.vi. finanziaria, la holding di Della Valle. Cairo, risultato a quota 14,5 milioni Il lusso resiste alla crisi, ricavi Prada a 1,75 miliardi Utili Unipol in crescita del 4,5% a 357 miliardi. Italmobiliare, margini su del 10,3% Il gruppo cinese Cdp Reti, i paletti per State Grid I due amministratori di Terna e Snam che saranno nominati dal gruppo State Grid of China, prossimo socio di minoranza di Cdp Reti, holding controllata da Cdp che avrà in pancia sia il 30% di Snam che il 29,85% di Terna, non potranno partecipare ai rispettivi cda delle due società delle reti dell’energia italiane quando si discuteranno temi sui quali i cinesi sono in conflitto di interesse. È uno dei passaggi chiariti nel testo del patto parasociale siglato da Cdp e da State Grid Europe, la società di diritto inglese che acquisirà la partecipazione in Cdp Reti (35%) per conto del colosso cinese dell’energia. Inoltre se gli amministratori di Terna e Snam indicati dai cinesi non avranno la qualifica di indipendenti, ai sensi del Testo Unico della Finanza, è previsto che «si astengano, nella misura massima consentita dalla legge, dal ricevere informazioni o documentazione da Terna e Snam in relazione a questioni sulle quali abbiano un conflitto di interesse». Questo si verificherà «in relazione ad opportunità commerciali» in cui sia Snam e/o Terna da un lato e sia l’investitore cinese o una sua affiliata dall’altro «abbiano un interesse e possa sussistere concorrenza». MILANO — I conti di Prada confermano la frenata della pelletteria di lusso. Il gruppo quotato a Hong Kong nei primi sei mesi dell’anno ha registrato vendite in crescita solo dell’1%, a 1,75 miliardi di euro, rispetto al +13% messo a segno nel primo semestre del 2013 (rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) e al +36% raggiunto nei primi 5 mesi del 2012. Un risultato deludente, che potrebbe spingere la casa di moda a rivedere le previsioni di crescita per l’intero anno. Ma il calo dei consumi nella regione del Sudest asiatico, finora mecca del lusso, e l’andamento sfavorevole dei cambi fa soffrire l’intero settore di borse e accessori di pelle, che negli anni scorsi hanno fatto volare i conti dei grandi marchi del lusso. Come Gucci, che proprio la settimana scorsa ha comunicato vendite in calo del 4,5% nel pri- mo semestre. O Lvmh, che ha avuto una flessione del 4% del fatturato semestrale. Di segno opposto invece i risultati Moncler, che però non vende pelle, con ricavi e utili in salita nel primo semestre. I ricavi sono cresciuti del 19% a 218,3 milioni, mentre l’utile netto si è attestato a 18,1 milioni dagli 8,3 milioni dello stesso periodo 2013, dato che però includeva il risultato netto negativo da attività operative cessate pari a 3 milioni. E’ il lusso in ogni caso a salvare i conti della Di.vi. Finanziaria, la holding di Diego Della Valle che custodisce la partecipazione in Tod’s, ha chiuso il 2013 con un utile di 23,2 milioni di euro, in calo rispetto ai 34,9 milioni del 2012. I profitti, emerge dal bilancio, sono stati conseguiti grazie a 44,4 milioni di dividendi incassati dal gruppo calzaturiero che hanno più Miuccia Prada, alla guida dello stile della casa di moda che porta il suo nome e quotata a Hong Kong che compensato la svalutazione per 20,9 milioni della quota del 2,69% in Rcs (il restante 4,63% è custodito nella Diego Della Valle & C srl). In campo editoriale, Cairo Communication ha chiuso il primo semestre con ricavi a 142,2 milioni, in leggero calo rispetto ai 143, 4 milioni dello stesso periodo 2013 e con un utile sceso a 14,5 milioni, in calo rispetto ai 63,6 milioni di un anno fa, quando il gruppo aveva però beneficiato di 55,1 milioni di proventi non ricorrenti associati all’acquisto di La7. Tra le assicurazioni, Unipol ha chiuso il primo semestre dell’anno con un utile di 357 milioni, in crescita del 4,5% sullo stesso periodo del 2013, e con una raccolta premi di 8,9 miliardi (+8,9%), superando i target del piano industriale. E una mano ai risultati 2014 contribuirà anche l’incasso della cessione, imposta dall’Antitrust, di 1,1 miliardi di premi ad Allianz, che verrà contabilizzata nel secondo semestre. Infine il gruppo Italmobiliare ritorna all’utile ante imposte, pari a 14,1 milioni contro una perdita lorda di 23,2 milioni, mentre il risultato netto totale segna una perdita di 70 milioni rispetto a quella di 88,7 milioni a fine giugno 2013. I ricavi consolidati sono calati del 3,9% a 2,2 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2013, e il margine operativo lordo è cresciuto del 10,3% a 325,9 milioni. Giu. Fer. @16febbraio Patuano: il Brasile? Non faremo offerte pazze una delle possibilità nell’interesse del nostro portafoglio. Il fatto che sia iniziata un’attività di M&A non cambia i nostri piani». Per rispondere al blitz di Telefonica, la Findim di Marco Fossati ha chiesto la fusione Gvt/Tim Brasil subito e un’alleanza industriale Telecom Italia/Vivendi». Ieri il M5S ha chiesto la ricapitalizzazione di Telecom, «asset imprescindibile per il nostro Paese e che non può essere trattata come una cenerentola». In Argentina, invece, si va verso la finalizzazione entro la data termine del 12 agosto della vendita a Fintech. «Stiamo solo attendendo l’approvazione» delle Autorità locali, ma siamo«fiduciosi che i requisiti saranno soddisfatti», ha detto Patuano. La giornata ha offerto anche un botta-risposta con 3 Italia. «Sul I conti Nel semestre la società è tornata in utile, con profitti per 543 milioni di euro Statistiche Ads di giugno Carta e digitale, «Corriere» primo per diffusione MILANO — Il «Corriere della Sera» si conferma ancora una volta il quotidiano più diffuso in Italia, con una media di 411 mila copie giornaliere a giugno. Sono i dati Ads, basati sulle statistiche degli editori: la somma delle copie cartacee e digitali. Al secondo posto c’è la «Repubblica» a quota 378 mila copie, quindi il «Sole 24 Ore» con 368 mila copie. Seguono la «Gazzetta dello Sport» (242 mila copie il lunedì, 269 mila copie gli altri giorni), la «Stampa» (227 mila copie), il «Messaggero» (147 mila copie), il «Corriere dello Sport-Stadio» (124 Le copie Il quotidiano di via Solferino arriva a una media di 411 mila copie giornaliere nella somma tra carta e digitale © RIPRODUZIONE RISERVATA Telecom Italia L’amministratore delegato: fiduciosi sull’Argentina. Botta e risposta con 3 Italia sulle tariffe Torna in utile Telecom Italia, che nel semestre ha registrato profitti per 543 milioni dal rosso di 1,4 miliardi del 2013 causato dalla svalutazione dell’avviamento. I ricavi calano dell’11,2% a 10,551 miliardi e il mercato domestico continua a soffrire (ricavi in calo dell’8,2%). Ma quel che è stato oggetto di attenzione ieri è la «grana» Brasile. «Teniamo aperte tutte le opzioni — ha detto il ceo Marco Patuano — ma «non siamo interessati a nulla che possa essere irrazionale. Non farò alcuna offerta pazza, anche se fosse © RIPRODUZIONE RISERVATA fronte della pressione sulle tariffe vedo solo H3G verso un atteggiamento irrazionale, poiché propone uno sconto eccessivo», ha detto Patuano. «Non c’è nulla di irrazionale nelle politiche tariffarie, bensì un rapporto chiaro con i clienti che ne ha permesso l’incremento costante e la crescita dei risultati quando la concorrenza — incumbent compreso — ha perso clienti e margini», ha replicato l’Ad di 3 Italia Vincenzo Novari. Fausta Chiesa © RIPRODUZIONE RISERVATA mila copie il lunedì, 122 mila gli altri giorni) e «Qn-Il Resto del Carlino» (121 mila copie). I numeri valgono come diffusione totale, includendo per esempio la distribuzione in edicola, gli abbonamenti, le vendite dirette e le copie digitali, con dati per singolo canale diversi a seconda della testata. Per quanto riguarda le vendite di copie digitali, in testa c’è il «Sole 24 Ore» (183 mila), quindi seguono il «Corriere» (88 mila) e la «Repubblica» (67 mila). Al quarto posto «La Stampa» con 20 mila copie, quindi «Italia Oggi» (19 mila) e la «Gazzetta dello Sport», che il lunedì arriva a 17 mila copie e gli altri giorni della settimana a 16 mila copie. La classifica prosegue con il «Fatto Quotidiano» (12 mila copie), il «Messaggero» (9 mila copie) e l’«Unione Sarda» (8 mila copie). G.Str. © RIPRODUZIONE RISERVATA 28 Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera Milano Via Solferino, 36 tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). 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Formula Target 2014 AZ F. Formula Target 2015 ACC AZ F. Formula Target 2015 DIS AZ F. Formula 1 Conserv. AZ F. Global Curr&Rates ACC AZ F. Global Curr&Rates DIS AZ F. Global Sukuk ACC AZ F. Global Sukuk DIS AZ F. Hybrid Bonds ACC AZ F. Hybrid Bonds DIS AZ F. Income ACC AZ F. Income DIS AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS AZ F. Institutional Target ACC AZ F. Institutional Target DIS AZ F. Italian Trend ACC AZ F. Italian Trend DIS AZ F. Lira Plus ACC AZ F. Lira Plus DIS AZ F. Macro Dynamic AZ F. Opportunities AZ F. Pacific Trend AZ F. Patriot ACC AZ F. Patriot DIS AZ F. Qbond AZ F. Qinternational AZ F. QProtection AZ F. Qtrend AZ F. Renminbi Opport AZ F. Reserve Short Term AZ F. Short Term Gl High Yield ACC AZ F. Short Term Gl High Yield DIS AZ F. Solidity ACC AZ F. Solidity DIS AZ F. Strategic Trend AZ F. Top Rating ACC AZ F. Top Rating DIS AZ F. Trend AZ F. US Income 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 31/07 31/07 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 31/07 31/07 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR Quota/od. 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Quota/pre. Nome EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 1316,790 1240,976 1198,696 117,639 117,340 77,389 80,559 103,865 1081,565 1152,187 1024,824 1319,574 1240,203 1197,984 118,147 117,845 77,871 81,060 104,397 1083,322 1162,089 1027,948 Agriculture Euro R1C A Comm Euro R1C A Currency Returns Plus R1C 04/08 EUR 05/08 EUR 05/08 EUR 58,820 106,650 935,080 58,350 107,200 936,110 Croci Euro R1C B Croci Japan R1C B Croci US R1C B Paulson Global R1C E Sovereign Plus R1C A Systematic Alpha R1C A 05/08 05/08 05/08 31/07 05/08 31/07 117,400 8705,170 169,020 5924,430 106,830 10271,980 116,740 8759,740 170,430 6035,850 107,080 10406,780 Euro Corp. Bond A Euro Corp. Bond A-Dis M Euro Short Term Bond A European Bond A-Dis Glob. Bond A-Dis Glob. Equity Income A Glob. Equity Income A-Dis Glob. Inv. Grade.Corp. Bd A-Dis M Glob. Structured Equity A-Dis Glob. Targeted Ret. A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis Greater China Eq. A India Equity E Japanese Eq. Advantage A Pan European Eq. A Pan European Eq. A-Dis Pan European Eq. Inc. A-Dis Pan European High Inc A Pan European High Inc A-Dis Pan European Struct. Eq. A Pan European Struct. Eq. A-Dis Renminbi Fix. Inc. A Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis US Equity A EH US High Yield Bond A US High Yield Bond A-Dis M US Value Equity A US Value Equity A-Dis Active European Equity B Active Liquid Bond A Active Liquid Bond B Multiman. Bal. A Multiman. Bal. M Multiman. Eq. Afr. & Mid. East A Multiman. Eq. Afr. & Mid. East M Multiman.Target Alpha A SB Bond B SB Equity B SB Flexible B DB Platinum DB Platinum IV Fondi Unit Linked 04/08 04/08 04/08 01/08 01/08 31/07 31/07 31/07 01/08 01/08 01/08 Flex Equity 100 Global Equity Maximum Progress Quality 30/07 30/07 30/07 30/07 30/07 ABS- I ABSOLUTE RETURN EUROPA BOND-A BOND-B EQUITY- I PRINCIPAL FINANCE 1 30/06 01/08 30/06 30/06 30/06 31/03 EUR JPY USD EUR EUR EUR 10,952 5,718 5,303 6,567 7,220 EUR EUR EUR EUR EUR Kairos Multi-Str. A Kairos Multi-Str. 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UCITS A USD KIS - Multi-Str. UCITS D KIS - Multi-Str. UCITS P KIS - Multi-Str. UCITS X KIS - Selection D KIS - Selection P KIS - Selection X KIS - Sm. Cap D KIS - Sm. Cap P KIS - Target 2014 X 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 04/08 05/08 05/08 05/08 05/08 05/08 04/08 USD EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 276,310 194,340 195,710 173,200 123,760 128,080 126,690 131,630 133,850 175,010 121,840 124,170 131,400 129,540 118,870 121,170 121,820 103,420 103,850 107,440 131,960 131,450 137,420 140,350 153,310 112,580 115,520 116,480 122,620 124,750 124,750 96,770 101,550 100,310 875792,556 572375,300 590472,785 537936,773 6,818 10,256 275,280 193,610 194,970 173,130 123,710 128,030 126,660 131,600 133,810 175,050 121,870 124,200 130,790 128,950 118,750 121,040 121,680 103,530 103,860 107,440 131,750 131,280 137,580 140,500 152,880 112,280 115,200 116,150 122,960 125,100 125,030 97,230 102,030 100,300 La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia è disponibile sul sito www.invesco.it Invesco Funds Num tel: 178 311 01 00 www.compamfund.com - [email protected] 04/08 USD 1518,735 1518,904 Active Dollar Bond A 04/08 EUR 1655,586 1657,700 Active Emerging Credit A 04/08 EUR 1592,230 1594,315 Active Emerging Credit B 04/08 EUR 1452,119 1453,199 Active European Credit A 04/08 EUR 1389,535 1390,619 Active European Credit B 04/08 EUR 1392,483 1395,366 Active European Equity A Asia Balanced A Asia Balanced A-Dis Asia Consumer Demand A Asia Consumer Demand A-Dis Asia Infrastructure A Asian Bond A-Dis M Balanced-Risk Allocation A Em. Loc. Cur. Debt A Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M Em. Mkt Corp Bd A 05/08 05/08 05/08 05/08 05/08 05/08 05/08 05/08 05/08 05/08 USD USD USD USD USD USD EUR USD USD USD 25,800 16,830 15,000 14,620 14,790 10,369 15,230 15,147 9,530 12,597 25,790 16,820 14,990 14,610 14,760 10,361 15,250 15,124 9,516 12,610 ASIAN OPP CAP RET EUR ADWISE L/S CAP RET EUR FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR HIGH GROWTH CAP RET EUR ITALY CAP RET A EUR SELECTED BOND DIS RET EUR SELECTED BOND CAP RET EUR VALUE OPP CAP RET EUR TARIFFE PER PAROLA IVA ESCLUSA Rubriche in abbinata obbligatoria: Corriere della Sera - Gazzetta dello Sport: n. 0: € 4,00; n. 1: € 2,08; n. 2, 3, 14: € 7,92; n. 5, 6, 7, 8, 9, 12, 20: € 4,67; n. 10: € 2,92; n. 1: € 3,25; n. 13: € 9,17; n. 15: € 4,17; n. 17: € 4,58; n. 18, 19: € 3,33; n. 21: € 5,00; n. 24: € 5,42. Rubriche in abbinata facoltativa: n. 4: Corriere della Sera € 4,42; Gazzetta dello Sport € 1,67; abbinata € 5,00. n. 16: Corriere della Sera € 1,67; Gazzetta dello Sport € 0,83; abbinata € 2,08. n. 22: Corriere della Sera € 4,08; Gazzetta dello Sport € 2,92; abbinata € 4,67. n. 23: Corriere della Sera € 4,08; Gazzetta dello Sport € 2,92; abbinata € 5,00. RICHIESTE SPECIALI Data Fissa: +50% Data successiva fissa: +20% Per tutte le rubriche tranne la 21, 22 e 24: Neretto: +20% Capolettera: +20% Neretto riquadrato: +40% Neretto riquadrato negativo: +40% Colore evidenziato giallo: +75% In evidenza: +75% Prima fila: +100% Tablet: + € 100 Rubrica 4 “Avvisi Legali”: 1 modulo: € 400 2 moduli: € 800 Rubriche Compravendite immobiliari Nel testo dell’inserzione è obbligatorio indicare la classe energetica di appartenenza dell’immobile e il relativo indice di prestazione energetica espresso in kWh/mqa o kWh/mca a seconda della destinazione d’uso dell’edificio. Nel caso di immobili esenti dall’indicazione, riportare la dicitura “Immobile non soggetto all’obbligo di certificazione energetica”. [email protected] Nome Il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport con le edizioni stampa e digital offrono quotidianamente agli inserzionisti una audience di oltre 8 milioni di lettori, con una penetrazione sul territorio che nessun altro media è in grado di ottenere. La nostra Agenzia di Milano è a disposizione per proporvi offerte dedicate a soddisfare le vostre esigenze e rendere efficace la vostra comunicazione. 05/08 05/08 05/08 05/08 05/08 05/08 05/08 05/08 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR 12,729 109,984 113,517 112,398 24,554 5,755 120,480 9212,732 12,819 110,342 113,174 113,851 24,700 5,762 120,620 9213,577 Nome Data Valuta Quota/od. Quota/pre. www.multistarssicav.com [email protected] T. +41 (0)91 640 37 80 05/08 EUR 101,650 101,650 05/08 EUR 103,400 103,610 05/08 EUR 149,540 149,980 05/08 EUR 1526,230 1530,660 Orazio Conservative A Sparta Agressive A WM Biotech A WM Biotech I www.newmillenniumsicav.com Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475 05/08 EUR 191,610 191,740 NM Augustum Corp Bd A 05/08 EUR 146,830 146,800 NM Augustum High Qual Bd A 05/08 EUR 136,010 136,070 NM Balanced World Cons A 05/08 EUR 139,070 139,130 NM Euro Bonds Short Term A 05/08 EUR 46,700 46,740 NM Euro Equities A 05/08 EUR 72,600 73,120 NM Global Equities EUR hdg A 105,830 106,110 NM Inflation Linked Bond Europe A 05/08 EUR 05/08 EUR 112,180 112,280 NM Italian Diversified Bond A 05/08 EUR 114,750 114,850 NM Italian Diversified Bond I 05/08 EUR 136,710 136,750 NM Large Europe Corp A 05/08 EUR 105,190 105,170 NM Market Timing A 05/08 EUR 106,210 106,190 NM Market Timing I 05/08 EUR 62,480 62,690 NM Q7 Active Eq. Int. A 01/08 EUR 105,650 105,790 NM Q7 Globalflex A 01/08 EUR 121,260 121,880 NM Total Return Flexible A 05/08 EUR 101,210 100,830 NM VolActive A 05/08 EUR 101,830 101,470 NM VolActive I AUGUSTUM EQUITY EUROPE I AUGUSTUM G.A.M.E.S. A AUGUSTUM G.A.M.E.S. I 05/08 EUR 05/08 EUR 05/08 EUR 106,920 112,780 150,080 106,970 113,430 150,950 Numero verde 800 124811 [email protected] 05/08 EUR 6,998 Nextam Bilanciato 05/08 EUR 7,546 Nextam Obblig. Misto 05/08 EUR 6,221 BInver International A 05/08 EUR 5,548 Cap. Int. Abs. Inc. Grower D 05/08 EUR 5,763 CITIC Securities China Fd A 05/08 EUR 5,395 Fidela A 05/08 EUR 5,768 Income A 05/08 EUR 7,198 International Equity A 05/08 EUR 6,512 Italian Selection A 05/08 EUR 5,341 Liquidity A 05/08 EUR 4,943 Multimanager American Eq.A 05/08 EUR 4,767 Multimanager Asia Pacific Eq.A 05/08 EUR 4,499 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A 05/08 EUR 4,467 Multimanager European Eq.A 05/08 EUR 5,310 Strategic A 05/08 EUR 6,027 Usa Value Fund A 05/08 EUR 5,546 Ver Capital Credit Fd A Tel: 0041916403780 www.pharusfunds.com [email protected] 05/08 EUR 113,580 PS - Absolute Return A 05/08 EUR 119,900 PS - Absolute Return B 05/08 EUR 108,540 PS - Algo Flex A 05/08 EUR 103,760 PS - Algo Flex B 05/08 EUR 86,140 PS - BeFlexible A 05/08 USD 84,720 PS - BeFlexible C 05/08 EUR 102,150 PS - Best Global Managers A 05/08 EUR 106,120 PS - Best Global Managers B 05/08 EUR 109,290 PS - Best Gl Managers Flex Eq A 05/08 EUR 163,660 PS - Bond Opportunities A 05/08 EUR 122,130 PS - Bond Opportunities B 05/08 USD 102,070 PS - Bond Opportunities C 05/08 EUR 122,550 PS - EOS A 7,008 7,558 6,224 5,552 5,725 5,400 5,772 7,206 6,567 5,341 4,927 4,758 4,483 4,466 5,319 6,042 5,551 113,480 119,800 108,590 103,800 86,250 84,830 102,800 106,780 109,560 163,610 122,090 102,040 125,550 Nome Data Valuta PS - Equilibrium A PS - Fixed Inc Absolute Return A PS - Global Dynamic Opp A PS - Global Dynamic Opp B PS - Inter. Equity Quant A PS - Inter. Equity Quant B PS - Liquidity A PS - Liquidity B PS - Opportunistic Growth A PS - Opportunistic Growth B PS - Prestige A PS - Quintessenza A PS - Quintessenza B PS - Target A PS - Target B PS - Target C PS - Titan Aggressive A PS - Total Return A PS - Total Return B PS - Valeur Income A PS - Value A PS - Value B PS - Value C 05/08 05/08 05/08 05/08 05/08 05/08 05/08 05/08 05/08 05/08 05/08 05/08 03/06 05/08 05/08 05/08 05/08 05/08 05/08 05/08 05/08 05/08 05/08 EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD EUR EUR EUR EUR EUR EUR USD Quota/od. Quota/pre. 99,860 99,280 99,970 100,440 112,560 114,990 125,040 100,370 97,660 103,280 98,860 103,710 107,170 108,240 108,350 104,430 107,210 102,210 95,990 111,530 104,560 106,830 102,370 100,270 99,350 99,650 100,120 112,290 114,710 125,030 100,380 97,610 103,230 98,560 104,580 106,870 108,970 109,070 105,130 108,250 102,420 96,190 111,470 105,430 107,720 103,200 www.pegasocapitalsicav.com 05/08 05/08 05/08 05/08 05/08 05/08 Strategic Bond Inst. C Strategic Bond Inst. C hdg Strategic Bond Retail C Strategic Bond Retail C hdg Strategic Trend Inst. C Strategic Trend Retail C EUR USD EUR USD EUR EUR 106,960 107,110 105,440 105,550 102,040 99,830 106,980 107,140 105,460 105,580 102,220 100,000 www.sorgentegroup.com Fondo Donatello-Michelangelo Due Fondo Donatello-Tulipano Fondo Donatello-Margherita Fondo Donatello-David Fondo Tiziano Comparto Venere Caravaggio di Sorgente SGR 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 31/12 EUR 51470,165 52927,939 EUR 46691,916 47475,755 EUR 27926,454 27116,197 EUR 58259,864 57863,932 EUR 468728,464 477314,036 2451,889 2506,583 EUR www.vitruviussicav.com 05/08 EUR Asian Equity B 05/08 USD Asian Equity B 05/08 USD Emerg Mkts Equity 05/08 EUR Emerg Mkts Equity Hdg 05/08 EUR European Equity 05/08 USD European Equity B 05/08 EUR Greater China Equity B 05/08 USD Greater China Equity B 05/08 USD Growth Opportunities 05/08 EUR Growth Opportunities Hdg 05/08 JPY Japanese Equity 05/08 USD Japanese Equity B 05/08 EUR Japanese Equity Hdg 05/08 CHF Swiss Equity 05/08 EUR Swiss Equity Hdg 05/08 USD US Equity 05/08 EUR US Equity Hdg 8a+ Eiger 8a+ Gran Paradiso 8a+ Latemar 8a+ Matterhorn 97,990 137,510 458,210 447,750 272,850 336,980 113,600 161,680 74,920 82,070 133,180 132,130 173,230 131,070 99,580 172,190 189,660 99,230 139,260 460,110 449,640 272,980 337,190 114,540 163,010 75,600 82,830 134,630 133,570 175,110 130,740 99,320 173,840 191,470 Tel 0332 251411 www.ottoapiu.it 05/08 EUR 5,930 5,928 05/08 EUR 5,217 5,220 05/08 EUR 5,793 5,814 25/07 EUR 810715,769 816790,368 Legenda: Quota/pre. = Quota precedente; Quota/od. = Quota odierna 133536B Economia/Mercati Finanziari 29 Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014 Sussurri & Grida Piazza Affari VENDITE SU GTECH EFFETTO CONTI, PIRELLI SALE di GIACOMO FERRARI In un quadro europeo già difficile per le ritorsioni della Russia alle sanzioni dell’Ue (dazi all’import su prodotti agroalimentari e materie prime), Piazza Affari ha accelerato al ribasso dopo il dato sul Pil del secondo trimestre. Il Ftse-Mib è così terminato in calo del 2,70%, la variazione peggiore nel Vecchio Continente dopo quella (-4,07%) del portoghese Psi 20. Per il secondo giorno consecutivo sono stati i titoli bancari a frenare l’indice principale, complice anche il peggioramento dello spread BundBtp (a 170 punti base in chiusura di seduta). La Popolare Milano ha ceduto addirittura l’8,29%, seguita nel comparto dalla Popolare dell’Emilia Romagna (-6,60%) e dal Monte Paschi (-5,94%). Un forte flusso di vendite, inoltre, ha colpito Gtech (-6,55%) e ancora una volta Fiat (-5,55%). Pochi, fra le blue-chips, i valori in rialzo. La migliore performance è stata quella di Pirelli (+1,36%) che ha presentato risultati trimestrali superiori alle attese. In recupero, inoltre, World Duty Free (+1,20%) e, in misura minore, Salvatore Ferragamo (+0,92%). Nel segmento Star, infine, balzo di Interpump (+4,80%) grazie ai conti del trimestre, con ricavi e utili in forte progresso. © RIPRODUZIONE RISERVATA Borsa Italiana Nome Titolo Tel. A A.S. Roma .....................(ASR) ItaliaOnline, operazione Borsa. Con stock option (c.tur.) Ad Assago, quartier generale di ItaliaOnline alle porte di Milano, il presidente Khaled Bishara e gli altri uomini di Naguib Sawiris sono convinti di poter raggiungere nel collocamento in Borsa un valore equity vicino a 400 milioni. E questo «pre money», ossia prima dell’aumento di capitale che costituirà la parte prevalente dell’Opvs destinata a creare un flottante attorno al 35% per sbarcare al mercato Mta di Piazza Affari. Il magnate egiziano, che controlla la società dei portali internet Virgilio e Libero attraverso la sua Orascom Tmt, ha già arruolato la squadra delle banche che curerà il listing: si tratta di Barclays e Banca Imi, quest’ultima anche sponsor e responsabile dell’offerta al pubblico. Tra i passi propedeutici alla domanda di amissione, attesa a settembre per avviare l’Opvs entro l’anno, c’è anche un generoso piano di stock option fino al 4% del capitale da riservare al ceo Antonio Converti e a una dozzina di manager di prima linea, che scatterà per una prima tranche in sede di ipo e per il resto 24 mesi dopo se verrà raggiunto l’85% dell’ebitda messo a piano nel periodo 2014-2016. I ricavi dei portali Libero e Virgilio, più la raccolta di pubblicità online e le directory via telefono (il numero 1254) hanno raggiunto lo scorso anno 97,7 milioni con un margine ante ammortamenti di 23 milioni. Quanto al patrimonio, tocca 150 milioni ma pesa il valore di 53 assegnato al marchio Virgi- lio. Con questa base ci vorrebbero multipli da new economy per arrivare a 400 milioni equity . Ma l’Internet company di Sawiris ha consegnato alle banche un piano ricco di sfide. Con un ebitda vicino a 40 milioni entro due anni. azioni. Il risultato è che la duplice ora costringe Deutsche Telekom a rivedere la sua decisione di uscire dal mercato statunitense vendendo T-Mobile Usa, un tentativo già fallito 3 anni fa quando il gruppo tedesco non era riuscito a cedere la sua partecipazione di maggioranza in Sprint a At&T proprio per problemi di concorrenza. Il nuovo stop ai progetti di Deutsche Telekom non piace al mercato: ieri le azioni dell’operatore hanno segnato un ribasso del 5% a Francoforte, per poi chiudere in discesa del 2,78% a 11,5 euro. Peggio è andata a Wall Street per Sprint, che a metà seduta crollava del 18,6% a 5,9 dollari, e di T-Mobile, in calo del 7% a 31,5 dollari. © RIPRODUZIONE RISERVATA T-Mobile, Sprint si ritira (giu.fer.) Dopo la ritirata di Fox 21 Century su Time Warner, in America salta un’altra mega fusione. Sprint rinuncia ad acquistare T-Mobile Usa, e cambia amministratore delegato: da lunedì il miliardario e imprenditore di origini sudamericane Marcelo Claure, attualmente ceo del distributore di cellulari Brightstar, sostituirà Dan Hesse alla guida del terzo operatore di telefonia mobile americano. Hesse, ceo di Sprint dal 2007, ha cercato strenuamente un’alleanza con T-Mobile, quarto gruppo nel settore della telefonia mobile negli Stati Uniti, ma la strategia è naufragata davanti alle resistenze dei regolatori. Come ha detto apertamente Masayoshi Son, il miliardario giapponese presidente di Sprint e ceo del gruppo nipponico Softbank (che l’anno scorso ha comprato il 70% di Sprint), incolpando l’autorità Antitrust americana di aver fatto fallire il matrimonio tra i due operatori. T-Mobile, a sua volta, ha respinto le avance dell’operatore francese Iliad, giudicando troppo bassa la sua offerta da 33 dollari per © RIPRODUZIONE RISERVATA Azimut entra in Futurimpresa (f.ch.) Ha l’intento di rafforzare i prodotti alternativi con la creazione di una piattaforma dedicata al settore del private equity l’ingresso di Azimut nel capitale sociale di Futurimpresa, Sgr delle Camere di Commercio di Milano, Bergamo, Brescia e Como. L’acquisizione, che è soggetta al nulla osta da parte di Banca d’Italia, sarà fatta tramite un aumento di capitale riservato in cui è previsto un esborso totale di circa 2,5 milioni di euro Al termine della sottoscrizione Azimut avrà una del 55% in Futurimpresa. © RIPRODUZIONE RISERVATA Quotazioni in diretta sul telefonino: invia QUOTA <sigla titolo>, ad esempio: QUOTA ACE al numero 482242. Costo 0,5 Euro per SMS ricevuto. Info su www.corriere.it/economia Prezzo Var. Var. Min Max Capitaliz Rif. Rif. 02-01-2014 Anno Anno (in milioni (euro) (in %) (in %) (euro) (euro) di euro) Nome Titolo Tel. Prezzo Var. Var. Min Max Capitaliz Rif. Rif. 02-01-2014 Anno Anno (in milioni (euro) (in %) (in %) (euro) (euro) di euro) Nome Titolo Tel. Prezzo Var. Var. Min Max Capitaliz Rif. Rif. 02-01-2014 Anno Anno (in milioni (euro) (in %) (in %) (euro) (euro) di euro) Nome Titolo Tel. Prezzo Var. Var. Min Max Capitaliz Rif. Rif. 02-01-2014 Anno Anno (in milioni (euro) (in %) (in %) (euro) (euro) di euro) 0,795 +7,43 +16,77 0,469 0,795 103,6 CNH Industrial......................(CNHI) 6,460 -2,12 -21,12 6,460 8,800 8733,5 I Grandi Viaggi .................(IGV) 0,650 +0,46 +70,92 0,380 0,860 28,1 Piaggio ...................................(PIA) 2,110 -3,83 -12,30 2,110 2,978 776,4 A2A .......................................(A2A) 0,781 -2,56 0,780 1,029 2475,1 Cobra * .................................(COB) 1,486 —+163,71 0,560 1,487 144,3 IGD *......................................(IGD) 0,987 +0,97 +14,71 0,860 1,455 348,7 Pierrel ...................................(PRL) 0,706 -2,96 +36,56 0,504 0,813 33,4 Acea......................................(ACE) 9,900 -3,88 +19,42 7,995 11,200 2106,4 Cofide ...................................(COF) 0,490 -2,99 -11,49 0,462 0,571 350,1 Il Sole 24 Ore ........................(S24) 0,709 0,603 1,340 30,8 Pierrel 12w.....................(WPRL12) — — — — — — Acotel Group * ......................(ACO) 14,650 -2,79 -26,64 14,650 23,160 61,9 Cogeme Set ..........................(COG) — — — — — -7,02 26,150 39,220 952,7 Pininfarina ............................(PINF) 3,198 -2,74 -1,11 3,090 5,330 95,9 Acque Potabili .......................(ACP) 1,185 -0,42 +56,75 0,749 1,439 43,0 Conafi Prestito' .....................(CNP) 0,319 -0,50 -47,67 Piquadro .................................(PQ) 1,776 -2,95 -1,33 1,763 2,358 89,1 Acsm-Agam ..........................(ACS) 1,070 — +1,90 1,050 1,375 81,1 Cred. Artigiano ......................(CRA) — Pirelli & C. ...............................(PC) 11,150 +1,36 -10,59 10,920 12,930 5281,6 AdF-Aerop.Firenze ..................(AFI) — Aedes * ...................................(AE) 0,028 Aedes 14w *.....................(WAE14) — Aeffe *...................................(AEF) 1,325 — -6,64 — — 0,319 0,648 15,3 — — — — I -0,84 +16,32 Ima * .....................................(IMA) 26,500 +1,34 Immsi ....................................(IMS) 0,595 -1,49 +28,45 0,463 0,790 196,9 Indesit....................................(IND) 10,850 -0,09 +9,21 9,390 11,260 1239,0 — — — — Cred. Emiliano .........................(CE) 6,000 -4,76 +3,72 5,660 7,780 2025,6 Industria e Inn. ........................(IIN) 0,485 -6,64 -27,07 0,485 1,020 11,4 -8,33 -31,25 0,028 0,057 30,9 Cred. Valtellinese .................(CVAL) 0,788 -7,62 -15,21 0,781 1,209 883,4 Intek Group ............................(IKG) 0,391 -5,33 +21,38 0,315 0,485 136,2 Poligr. S.Faustino *.................(PSF) 6,530 +0,62 +7,49 5,900 8,375 — — — — Crespi ...................................(CRE) — — — — — Intek Group rnc ....................(IKGR) 0,625 -3,92 +51,66 0,408 0,664 31,1 Poligrafici Editoriale...............(POL) 0,287 -1,38 -2,78 0,287 0,453 37,0 -3,92 +65,62 0,701 1,480 141,6 Csp .......................................(CSP) 1,571 +0,71 +19,92 1,310 2,048 50,1 Interpump * ..............................(IP) 9,600 +4,80 +9,46 8,720 11,230 1023,0 Prelios...................................(PRS) 0,400 -2,82 -30,19 0,400 0,764 199,1 — — Pirelli & C. rnc .......................(PCP) 10,260 -0,39 +7,43 8,800 10,930 124,2 55,2 Aiòn Renewables....................(AIN) — — — — — — D D'Amico * .......................(DIS) 0,452 -2,94 -29,60 0,452 0,734 191,3 Intesa Sanpaolo......................(ISP) 2,164 -3,22 +21,37 1,783 2,612 33646,6 Premuda .................................(PR) 0,310 -0,83 +7,98 0,284 0,407 56,8 Alerion ..................................(ARN) 3,088 -1,97 -7,54 3,082 3,958 135,9 D'Amico 16 warr *...........(WDIS16) 0,079 -4,15 -24,06 0,080 0,128 — Intesa Sanpaolo rnc..............(ISPR) 1,932 -2,87 +32,60 1,457 2,236 1799,2 Prima Industrie * ....................(PRI) 10,740 -6,85 +14,80 9,250 15,690 113,1 -0,92 -18,59 15,150 19,540 3240,4 Ambienthesis.........................(ATH) 0,470 -4,51 -5,24 0,470 0,685 44,3 Dada * ....................................(DA) 3,214 -1,35 -6,57 3,160 4,200 53,1 Invest e Sviluppo ....................(IES) 0,530 -3,55 -21,13 0,530 0,830 3,4 Prysmian ...............................(PRY) 15,150 Amplifon...............................(AMP) 4,370 -1,49 +7,37 3,996 4,890 969,6 Damiani *.............................(DMN) 1,277 -6,10 +3,07 1,230 1,800 104,8 Irce *......................................(IRC) 1,930 -1,28 +14,88 1,675 2,340 53,8 R R. De Medici * ..................(RM) 0,283 -2,92 +5,21 0,264 0,365 Anima Holding .............................() 4,326 +0,60 — 3,700 4,598 1275,0 Danieli ..................................(DAN) 20,200 -4,13 -18,78 20,200 26,830 828,4 Iren ........................................(IRE) 1,003 -1,18 -8,65 1,003 1,340 1172,1 Ratti ......................................(RAT) 2,332 — +6,29 2,194 2,608 62,7 Ansaldo Sts *.........................(STS) 7,160 -2,85 +2,59 6,525 7,668 1429,8 Danieli rnc ..........................(DANR) 14,900 -3,25 -7,34 14,900 18,070 605,6 Isagro * ..................................(ISG) 1,694 -1,45 -1,42 1,690 2,400 41,7 RCS Mediagroup ...................(RCS) 1,096 -2,66 -15,04 1,096 1,806 575,7 Arena ....................................(ARE) — — — — — — Datalogic * ............................(DAL) -4,35 -3,19 7,700 10,000 472,4 Isagro Azioni Sviluppo * ...............() 1,328 — — 1,256 1,860 18,6 Recordati *............................(REC) 11,700 -1,27 +13,26 10,330 13,330 2450,8 Ascopiave *...........................(ASC) 1,780 -4,51 -0,06 1,780 2,326 424,1 De'Longhi .............................(DLG) 15,110 -4,25 +26,87 11,860 17,000 2287,3 IT WAY * ................................(ITW) 1,690 -0,59 +13,50 1,489 2,110 13,4 Reply * ..................................(REY) 56,600 -0,70 -3,41 49,440 66,150 Astaldi * ................................(AST) 6,560 -3,81 -14,42 6,560 8,380 648,3 Dea Capital *.........................(DEA) 1,350 -0,30 +8,43 1,207 1,529 409,9 Italcementi................................(IT) 5,210 -3,52 5,210 8,514 1830,5 Retelit.....................................(LIT) 0,517 -2,82 -6,59 0,517 0,775 84,8 -3,30 +8,35 16,310 21,310 14681,5 Delclima................................(DLC) 1,325 -2,21 +4,33 1,180 1,590 195,3 Italmobiliare...........................(ITM) 27,190 -2,89 +8,33 24,550 34,980 611,1 Risanamento...........................(RN) 0,160 -2,73 -24,43 0,160 0,238 281,5 1606,0 Italmobiliare rnc...................(ITMR) 16,540 -3,61 +12,67 14,460 22,900 271,1 Rosss....................................(ROS) 1,375 -4,51 +3,46 1,278 1,659 15,9 346,7 S Sabaf S.p.a. *..................(SAB) 11,600 -2,77 -9,59 11,600 15,500 133,8 Atlantia ..................................(ATL) 17,900 Autogrill ................................(AGL) 5,935 -3,34 -3,02 7,675 1512,6 Diasorin *...............................(DIA) 28,740 -0,73 -17,91 28,680 35,690 Autostrada To-Mi .....................(AT) 10,680 -3,35 -7,13 10,680 12,950 949,4 Digital Bros *..........................(DIB) 2,516 -0,87 +13,85 2,180 3,802 Autostrade Mer. ................(AUTME) 14,950 -1,32 -5,38 14,950 17,330 65,7 Dmail Group * ......................(DMA) 2,572 -6,74 -35,05 2,572 Azimut..................................(AZM) 17,280 -4,00 -10,04 17,280 25,848 2498,2 B B&C Speakers *.............(BEC) 5,870 -2,41 -9,55 5,935 8,035 5,870 DMT *.....................................(EIT) 39,170 8,640 64,6 E Edison r........................(EDNR) 0,899 EEMS..................................(EEMS) 0,210 Banca Generali .....................(BGN) 19,870 -2,12 -12,70 19,200 25,110 2304,3 Banca Ifis *...............................(IF) 13,700 -1,79 +7,37 11,570 16,350 729,7 Banca Pop. Emilia R. .............(BPE) 5,870 -6,60 -5,74 5,870 8,762 Banca Pop. Sondrio.............(BPSO) 3,240 -2,11 -5,61 3,240 Banco Popolare .......................(BP) 10,350 -5,27 106,0 523,4 35,5 IVS Group ...............................(IVS) 4,690 4,0 IVS Group 16 warr ...............(WIVS) — — — — — Saes *.....................................(SG) 7,090 -1,46 +1,29 6,880 8,850 -2,20 +14,90 33,450 44,000 1098,6 0,225 -1,05 +0,40 0,215 0,254 226,6 Saes rnc *.............................(SGR) 6,090 -0,57 6,070 7,805 44,9 98,2 J Juventus FC..................(JUVE) K K.R.Energy......................(KRE) 1,249 -2,27 -34,02 1,070 1,910 41,0 Safilo Group...........................(SFL) 15,000 -2,09 -15,64 14,190 19,030 936,4 Saipem.................................(SPM) 16,830 -2,04 +9,00 15,430 20,850 7440,1 -0,17 -7,94 0,892 1,053 -4,15 -31,51 0,160 8,900 +0,06 +22,76 — 7,230 9,360 0,534 9,1 Kinexia..................................(KNX) 1,735 -2,25 -19,75 1,735 2,528 37,2 El.En. * ..................................(ELN) 20,320 -3,24 +27,56 15,710 25,150 98,1 L La Doria * .........................(LD) 5,155 -1,81 +31,37 3,896 6,790 160,7 Saipem risp........................(SPMR) — 2888,3 Elica * ...................................(ELC) 1,680 -0,59 -0,53 1,622 2,040 105,3 Landi Renzo *..........................(LR) 1,100 -1,61 -12,84 1,100 1,574 123,5 Salini Impregilo .....................(SAL) 2,980 4,465 1473,9 Emak * ...................................(EM) 0,717 -4,40 -12,88 0,717 1,054 118,6 Lazio .....................................(SSL) 0,549 -0,18 +12,68 0,487 0,640 37,1 8,972 15,780 — -9,51 103,6 — — — — -7,28 -38,17 2,980 4,980 1491,5 Salini Impregilo rnc .............(SALR) 10,670 -1,66 -15,59 10,490 13,140 17,1 -6,72 +2,46 -4,87 -0,15 3826,7 Enel.....................................(ENEL) 3,920 -3,59 +25,08 3,134 4,460 37203,2 Luxottica ...............................(LUX) 39,710 -1,63 +1,77 37,410 43,200 19135,6 Saras ....................................(SRS) Banco Popolare w10.........(WBP10) — — — — — — Enel Green Pw....................(EGPW) 1,947 -3,90 +5,53 1,831 2,176 Lventure Group ....................(LVEN) -2,15 +39,07 Sat ........................................(SAT) 12,430 Basicnet................................(BAN) 2,168 -3,99 -6,47 2,120 2,546 132,8 Bastogi......................................(B) 2,120 -4,93+157,59 0,823 3,870 37,1 Screen Service......................(SSB) 0,039 -9,51 -35,54 0,039 0,178 5,4 -2,07 +10,65 109,100 147,400 — Seat PG...................................(PG) 0,001 — -22,22 0,001 0,002 22,3 BB Biotech *............................(BB) 127,800 9795,4 0,569 0,403 1,472 6,0 0,853 0,831 1,300 826,3 -0,64 +14,99 10,800 14,220 121,1 Save....................................(SAVE) 12,500 +1,87 +1,21 11,870 13,750 691,7 Bca Carige ............................(CRG) 0,122 -6,15 -33,67 0,122 0,274 1241,1 Seat PG r ..............................(PGR) — Bca Carige r........................(CRGR) 1,222 -3,02 +24,06 0,901 1,994 3,2 Servizi Italia * .........................(SRI) 4,200 0,353 Bca Finnat * ..........................(BFE) 0,422 -4,00 +5,50 0,317 0,599 154,4 Servizi Italia 15 warr *.....(WSRI15) Bca Intermobiliare .................(BIM) 3,206 -2,20 +3,02 3,098 3,690 510,1 Sesa......................................(SES) 12,550 — — — — -5,36 +2,94 — 3,982 5,650 117,2 -6,64 +44,08 0,235 0,528 — -3,31 +5,55 11,380 14,150 181,7 Bca Pop.Etruria e Lazio * .......(PEL) 0,659 -3,30 +29,22 0,510 1,040 141,8 SIAS .......................................(SIS) 8,290 -1,78 +14,34 7,215 9,770 Bca Pop.Milano......................(PMI) 0,575 -8,29 +44,36 0,384 0,727 2590,2 Sintesi .....................................(SII) 0,095 -2,56 -12,04 0,095 0,131 3,9 Bca Pop.Spoleto ....................(SPO) — — — — Snai ......................................(SNA) 1,648 -1,90 +21,27 1,359 2,272 191,3 4,516 14458,1 — — 1881,7 Bca Profilo ............................(PRO) 0,315 -3,32 +56,46 0,199 0,476 209,7 Snam Gas .............................(SRG) 4,240 -1,90 +4,85 3,974 Bco Desio-Brianza ................(BDB) 2,706 -3,01 +23,00 2,194 3,398 320,6 Sogefi *...................................(SO) 2,700 -5,40 -36,89 2,700 4,980 318,1 Bco Desio-Brianza rnc ........(BDBR) 2,250 -4,34 +10,40 2,038 3,154 29,9 Sol ........................................(SOL) 6,360 -3,05 +10,90 5,630 7,180 579,5 Bco Santander ....................(SANT) 7,265 -0,62 +12,64 6,245 7,870 — Sorin.....................................(SRN) 1,990 -1,00 -7,01 1,990 2,306 951,8 Bco Sardegna rnc ...............(BSRP) 10,660 -2,29 +8,00 9,530 11,780 70,2 Space....................................(SPA) — — — — — — 0,420 -11,02 +60,61 0,259 0,642 57,1 Space warr.........................(WSPA) — — — — — — -6,13 -12,36 Bee Team *............................(BET) Beghelli ...................................(BE) 0,413 -5,71 -3,01 0,403 0,654 83,8 Stefanel * ............................(STEF) 0,320 Beni Stabili ...........................(BNS) 0,590 -0,42 +18,78 0,490 0,693 1129,2 Stefanel risp * ...................(STEFR) — Best Union Co......................(BEST) 2,074 -0,77 +39,29 1,489 2,236 18,6 STMicroelectr. ......................(STM) 5,835 Bialetti Industrie *...................(BIA) 0,670 +3,08+198,84 0,224 0,930 50,1 T Tamburi ...........................(TIP) 0,320 0,462 26,9 — — — — -1,44 +1,92 5,470 7,360 — 2,174 2,810 309,9 — 2,192 +0,64 -2,66 Biancamano *.......................(BCM) 0,505 -0,69 +1,41 0,495 0,845 17,4 Tamburi 13w ...................(WTIP15) 0,470 +6,09 +16,05 0,322 0,815 — Biesse * ................................(BSS) 8,070 -7,72 +49,03 5,130 9,595 225,7 TAS .......................................(TAS) 0,499 -3,57 +1,86 0,473 0,650 21,5 Bioera.....................................(BIE) 0,320 -3,03 -15,46 0,320 0,450 11,4 Telecom IT ..............................(TIT) 0,804 -2,61 +13,41 0,709 1,003 10878,1 — +15,00 20,000 23,000 99,8 Telecom IT Media .................(TME) 1,160 -1,94 -32,25 1,160 2,057 Boero Bart.............................(BOE) 23,000 Bolzoni *................................(BLZ) 3,284 Bon.Ferraresi...........................(BF) 30,410 Borgosesia..............................(BO) 0,795 Borgosesia rnc......................(BOR) — -0,42 +11,32 4,130 84,3 -0,62 -14,00 28,000 38,980 171,2 0,763 0,934 29,0 — — — Brembo * ..............................(BRE) 26,590 -1,52 +31,11 18,880 29,660 Brioschi..................................(BRI) -3,94 +21,92 0,095 — -11,57 2,870 — — 0,076 63,4 M Maire Tecnimont ...............(MT) 1,750 -2,78 +5,42 1,485 2,870 530,8 Telecom IT Media rnc .........(TMER) 0,560 -6,67+194,89 0,171 0,921 3,1 Engineering * ........................(ENG) 38,050 -4,88 -13,33 38,050 54,050 481,8 Management e C. .................(MEC) 0,120 +1,69 -24,29 0,118 0,169 56,3 Telecom IT rnc......................(TITR) 0,655 -2,46 +16,13 0,564 0,789 3942,1 Eni .........................................(ENI) 18,470 -0,81 +6,64 16,250 20,410 67155,8 816,0 3,530 -3,29 +9,70 3,140 0,188 19,7 Mediaset ................................(MS) 2,800 -3,05 -19,17 2,800 4,332 3318,2 TerniEnergia *........................(TER) 1,943 -1,12 -11,28 1,925 2,364 71,5 — — Mediobanca............................(MB) 5,980 -4,85 5,980 8,410 5207,9 Tesmec * ...............................(TES) 0,610 -1,61 -22,74 0,600 0,920 65,7 -5,87 +17,22 0,042 0,080 93,1 0,000 0,001 — — -30,07 81,050 120,100 2571,7 Ergy Capital...........................(ECA) 0,117 0,117 75,4 Ergy Capital 16w ............(WECA16) — — — 1,075 -5,23 1,075 2,300 20,1 3,750 Brunello Cucinelli *..................(BC) 16,450 -0,12 -37,33 15,820 26,250 1108,1 Esprinet * ..............................(PRT) 6,925 -7,48 +31,53 5,265 8,765 366,9 Mediolanum .........................(MED) 5,470 -4,20 -13,24 5,470 7,145 4082,1 Tiscali.....................................(TIS) 0,050 Buzzi Unicem ........................(BZU) 10,920 -3,62 -16,70 10,920 15,150 1816,1 Eukedos ................................(EUK) 1,022 +0,10 +61,58 0,619 1,150 18,1 Meridie ...................................(ME) 0,133 -5,07 +68,23 0,077 0,188 6,8 Tiscali 14w ......................(WTIS14) 0,000 Buzzi Unicem rnc ................(BZUR) 6,900 -3,50 283,0 Eurotech * .............................(ETH) 1,744 -2,02 -5,42 1,744 2,642 60,7 Mid Industry Cap ...................(MIC) — — — — — — Tod's.....................................(TOD) 83,500 4,100 -0,24 -12,02 -9,74 27,260 33,090 -1,34 C Cad It * ..........................(CAD) Cairo Comm. *........................(CAI) 5,515 +0,55 Caleffi....................................(CLF) 1,429 -1,65 -3,36 6,690 8,050 — -2,27 -35,24 1764,2 — -0,86 +2,16 14,800 17,650 -1,83 +3,71 -2,47 +1,07 11,620 14,380 Mediacontech ......................(MCH) 9,319 12,020 -5,28 -33,05 Tenaris ..................................(TEN) 16,070 Terna ....................................(TRN) MARR * ..............................(MARR) 12,240 1628,2 Erg........................................(ERG) 10,990 +1,95 +15,62 0,147 119,8 5,940 Enervit ..................................(ENV) — — 3,560 4,114 4,100 5,300 36,5 Exor ......................................(EXO) 27,260 -2,29 6725,5 Mittel.....................................(MIT) 1,547 -8,35 1,510 1,821 133,2 Trevi Fin.Ind. ...........................(TFI) 5,380 -3,32 -13,92 5,380 -6,53 5,320 7,720 425,6 Exprivia *...............................(XPR) 0,718 -0,76 -14,28 0,718 0,995 36,9 Moleskine * ..........................(MSK) 1,170 — -25,53 1,148 1,738 250,0 TXT e-solution *.....................(TXT) 7,950 -2,21 -12,59 7,805 11,910 — 1,404 1,670 17,3 F Falck Renewables * .........(FKR) 1,173 -2,82 -12,20 1,173 1,490 340,2 MolMed ...............................(MLM) 0,505 -2,51 -31,95 0,505 0,849 119,6 U UBI Banca .......................(UBI) 5,720 -5,38 +18,18 4,840 7,520 8,480 7594,8 375,3 94,5 5241,7 Caltagirone ..........................(CALT) 2,358 -2,88 +16,04 1,995 3,000 279,3 Ferragamo...........................(SFER) 19,810 +0,92 -28,28 19,540 27,680 3309,2 Moncler .............................(MONC) 11,350 -0,35 -29,59 11,150 16,350 2828,4 Unicredit ...............................(UCG) 5,640 -3,75 +4,74 5,360 6,870 33372,1 Caltagirone Ed.......................(CED) 1,044 -3,15 -0,57 1,044 1,348 129,9 Fiat............................................(F) 6,465 -5,55 -6,58 5,945 9,070 8103,2 Mondadori..............................(MN) 0,855 -0,23 -38,49 0,855 1,539 222,0 Unicredit risp ......................(UCGR) 7,965 +0,06 +1,40 7,800 9,500 19,5 Campari ................................(CPR) 5,700 -1,38 -6,02 5,700 6,420 3319,3 Fidia * ...................................(FDA) 2,810 -0,35 +16,12 2,360 3,570 14,4 Mondo Tv * ...........................(MTV) 1,763 -5,97+248,76 0,502 2,254 47,5 Unipol ....................................(UNI) 3,932 3,932 5,740 1729,2 -2,82 -9,61 Cape Live ................................(CL) 2,150 -3,50 +19,98 1,760 2,797 21,6 Fiera Milano * .........................(FM) 5,430 -4,15 -25,10 5,430 8,560 231,9 Monrif..................................(MON) 0,295 -4,78 -33,11 0,295 0,616 45,0 Unipol prv ............................(UNIP) 3,480 -4,66 -5,13 3,480 5,070 961,4 Carraro ...............................(CARR) 2,182 -3,02 -30,06 2,182 3,332 100,9 Fincantieri ...................................() 0,682 -3,20 — 0,682 0,780 1160,9 Monte Paschi Si. ................(BMPS) 1,187 -5,94 +8,24 1,034 2,562 6150,8 UnipolSai.................................(US) 2,140 -4,29 -6,76 2,061 2,697 4916,5 Cattolica As.........................(CASS) 14,770 -2,06 -24,10 14,770 19,680 791,8 FinecoBank .................................() 3,900 -1,61 — 3,884 4,170 2382,0 Montefibre ..............................(MF) — — — — — — UnipolSai risp......................(USRA) 216,800 -0,87 +19,19 173,097 280,233 272,5 Cell Therap...........................(CTIC) -0,28 +21,56 — Finmeccanica........................(FNC) 6,460 -2,42 +18,64 5,445 7,355 3765,8 Montefibre rnc....................(MFNC) — — — — — — UnipolSai risp B ..................(USRB) -2,38 +7,22 2,641 796,2 V Valsoia ...........................(VLS) 13,690 +0,29 +27,94 10,060 15,790 139,5 1,787 1,337 3,110 2,132 1,907 Cembre * .............................(CMB) 9,950 -0,70 +10,74 8,600 12,240 168,2 FNM .....................................(FNM) 0,580 +1,84 +18,71 0,482 0,688 246,0 Moviemax............................(MMG) 0,038 -6,17 -39,68 0,038 0,100 2,9 Cementir *............................(CEM) 4,718 -8,92 +11,01 4,162 7,440 768,4 Fullsix....................................(FUL) 1,750 -5,35 -33,31 1,750 3,198 19,7 Mutuionline *........................(MOL) 4,422 -4,08 +7,54 4,050 5,315 174,0 Vianini Industria......................(VIN) 1,279 -0,08 +6,58 1,192 1,524 38,0 Cent. Latte Torino * ................(CLT) 2,874 -3,10 +65,93 1,726 5,935 28,9 G Gabetti Pro.S..................(GAB) 1,050 -8,38 -40,18 1,050 2,175 45,8 N Nice *............................(NICE) 2,808 -2,84 +1,96 2,726 3,566 323,6 Vianini Lavori.........................(VLA) 5,040 -1,18 4,990 6,470 216,6 -0,64 +38,99 3,464 6,060 38,0 Vittoria Ass. *.........................(VAS) 9,890 -2,08 +13,42 8,580 10,750 663,0 — — — Ceram. Ricchetti.....................(RIC) 0,275 -5,02 +47,90 0,184 0,381 22,3 Gas Plus................................(GSP) 4,250 -0,70 -9,27 4,250 5,025 191,6 Noemalife .............................(NOE) 4,998 Cerved..................................(CDC) 4,480 -3,66 4,480 5,000 880,0 Gefran * ..................................(GE) 3,372 -4,10 +20,43 2,762 4,336 49,7 Noemalife 15 warr .........(WNOE15) — Novare ....................................(NR) — — — — — — O Olidata ............................(OLI) 0,390 -0,97 -1,04 0,378 0,532 13,2 1,245 -1,89 — CHL.......................................(CHL) 0,038 -2,57 -13,86 0,038 0,061 9,3 CIA .........................................(CIA) 0,241 -5,11 -5,30 0,241 0,310 22,2 Ciccolella ................................(CC) 0,282 -3,29 -6,47 0,282 0,415 50,3 Cir..........................................(CIR) 0,975 -1,32 -14,62 0,943 1,220 770,2 Class Editori ..........................(CLE) 0,197 -5,56 +9,41 0,177 0,362 21,0 Generali ....................................(G) 15,290 -1,80 -9,63 15,020 17,430 23869,0 Geox .....................................(GEO) 2,628 -4,78 -3,17 2,628 3,486 Gruppo Edit. L'Espresso...........(ES) 1,113 -1,24 -17,74 1,113 Gtech ....................................(GTK) 15,990 H Hera...............................(HER) 1,921 683,8 — — W World Duty Free .............(WDF) 7,995 +1,20 -14,03 7,900 10,830 2011,4 Y Yoox *...........................(YOOX) 17,300 -4,16 -48,63 17,300 34,750 1033,2 Z Zignago Vetro * .................(ZV) 4,950 -2,37 -1,59 4,940 6,315 438,2 1,952 449,5 -4,96 1,245 1,600 55,4 Zucchi...................................(ZUC) 0,069 -4,70 0,069 0,145 -6,55 -28,17 15,990 23,980 2877,3 Parmalat ................................(PLT) 2,502 +0,16 +1,05 2,460 2,554 4571,3 Zucchi 14 warr...............(WZUC14) 0,001 — -60,61 0,001 0,008 — -2,49 +17,85 2902,3 Parmalat 15w ................(WPLT15) 1,492 +0,07 +1,50 1,416 1,502 — Zucchi rnc...........................(ZUCR) 0,225 -1,75 +21,62 0,185 0,308 0,8 1,630 2,172 P Panariagroup * ...............(PAN) B.O.T. Valuta al 08-08-14 14.08.14 12.09.14 14.10.14 14.11.14 12.12.14 14.01.15 6 35 67 98 126 159 99,999 99,994 99,990 99,986 99,961 99,939 Rend. 0,02 0,05 Scadenza Giorni Pr.Netto 13.02.15 13.03.15 14.04.15 14.05.15 12.06.15 14.07.15 189 217 249 279 308 340 99,898 99,873 99,846 99,813 99,793 99,752 -1,57 26,7 * Titolo appartenente al segmento Star. Dati a cura dell’agenzia giornalistica Radiocor. Monete Auree: ConFinvest F.L. Milano Scadenza Giorni Pr.Netto -2,42 Rend. 0,11 0,14 0,15 0,16 0,18 0,22 Euribor Periodo 1 sett. 1 mese 2 mesi 3 mesi 4 mesi 5 mesi 6 mesi Monete auree Oro T. 360 T. 365 Periodo T.360 T.365 06 ago 06 ago 0,044 0,096 0,154 0,206 0,306 0,045 0,097 0,156 0,209 0,310 7 mesi 8 mesi 9 mesi 10 mesi 11 mesi 12 mesi 0,398 0,487 0,404 0,494 Sterlina (v.c) Sterlina (n.c) Sterlina (post.74) Krugerrand Marengo Italiano Marengo Svizzero Marengo Francese Denaro Lettera 220,36 238,08 221,58 240,67 221,58 240,67 929,59 1.011,12 173,69 197,81 173,01 196,42 171,92 196,02 Tassi Mattino Sera Oro Milano (Euro/gr.) — Oro Londra (usd/oncia) 1.288,50 1.306,50 Argento Milano (Euro/kg.) — Platino Milano (Euro/gr.) — Palladio Milano (Euro/gr.) — Italia Euro17 Canada Danimarca Finlandia Francia Sconto Interv 0,15 0,15 0,999 0 0,15 0,15 0,15 0,15 1 0 0,5 0,15 Germania Giappone G.B. USA Svezia Sconto Interv 0,15 0,15 0,1 0,5 0,25 0,25 0,3 --0,25 0,25 Borse Estere A New York valori espressi in dollari, a Londra in pence, a Zurigo in franchi svizzeri. Dati di New York e Toronto aggiornati alle ore 20.00 indici MERCATI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 06-08 Amsterdam (Aex) . . . . . . . . . . . . . 397,21 Brent Index . . . . . . . . . . . . . . . . . 103,42 Bruxelles-Bel 20 . . . . . . . . . . . . 3057,37 DJ Stoxx Euro . . . . . . . . . . . . . . . 306,64 DJ Stoxx Euro50 . . . . . . . . . . . . 3050,37 DJ Stoxx UE . . . . . . . . . . . . . . . . 329,19 DJ Stoxx UE50. . . . . . . . . . . . . . 2934,00 FTSE Eurotr.100. . . . . . . . . . . . . 2688,97 Hong Kong HS . . . . . . . . . . . . . 24584,13 Johannesburg . . . . . . . . . . . . . 46062,62 Londra (FTSE100) . . . . . . . . . . . 6636,16 Madrid Ibex35 . . . . . . . . . . . . . 10246,20 Oslo Top 25. . . . . . . . . . . . . . . . . 549,93 Singapore ST. . . . . . . . . . . . . . . 3320,23 Sydney (All Ords) . . . . . . . . . . . . 5504,02 Toronto (300Comp) . . . . . . . . . 15194,03 Vienna (Atx). . . . . . . . . . . . . . . . 2242,30 Zurigo (SMI) . . . . . . . . . . . . . . . 8290,16 var.% -0,29 -0,40 -0,33 -0,91 -0,71 -0,88 -0,62 -0,72 -0,26 -1,19 -0,69 -1,04 -1,05 -0,22 -0,14 +0,04 -0,58 -0,62 selezione FRANCOFORTE. . . . . . . . . . . . . . . 06-08 Adidas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 58,09 Allianz . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 121,75 Bayer Ag. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 96,57 Beiersdorf . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67,18 Bmw . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 88,04 Commerzbank Ag . . . . . . . . . . . . . 10,41 Deutsche Bank n . . . . . . . . . . . . . . 24,59 Deutsche Post . . . . . . . . . . . . . . . . 23,65 Deutsche Telekom n . . . . . . . . . . . 11,54 Dt Lufthansa Ag. . . . . . . . . . . . . . . 12,65 Hugo Boss Ag . . . . . . . . . . . . . . . 103,10 Metro Ag. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25,10 Siemens n . . . . . . . . . . . . . . . . . . 90,23 Volkswagen Ag . . . . . . . . . . . . . . 168,40 var.% -0,39 -0,57 -0,22 +0,30 -0,52 -0,67 -0,73 -0,42 -2,78 -1,40 -2,00 -1,67 +0,12 -0,94 PARIGI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 06-08 Air Liquide . . . . . . . . . . . . . . . . . . 94,59 Alstom . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26,32 Axa SA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17,61 Bnp . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48,93 Cap Gemini . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52,21 Carrefour . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26,18 Casino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 88,28 Crédit Agricole. . . . . . . . . . . . . . . . 10,58 Danone. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54,16 Havas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5,70 L'Oréal . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 126,45 Michelin . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 80,06 Peugeot S.A. . . . . . . . . . . . . . . . . . 10,31 Renault. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59,28 Saint-Gobain . . . . . . . . . . . . . . . . . 36,04 Sanofi-Synthelab . . . . . . . . . . . . . . 78,48 Société Générale . . . . . . . . . . . . . . 35,78 Sodexho Alliance . . . . . . . . . . . . . . 73,18 Total . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48,70 var.% +0,13 -1,59 -1,46 -1,10 -2,14 -0,21 -1,59 +0,67 -0,20 -1,40 -0,51 -0,56 -2,41 -3,01 -0,06 -1,28 -1,85 +0,69 +0,28 NEW YORK. . . . . . . . . . . . . . . . . . 06-08 Amazon Com. . . . . . . . . . . . . . . . 314,19 American Express . . . . . . . . . . . . . 86,31 Apple Comp Inc. . . . . . . . . . . . . . . 95,05 At&T. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34,54 Bank of America . . . . . . . . . . . . . . 15,23 Boeing . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 118,21 Carnival . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36,39 Caterpillar Inc . . . . . . . . . . . . . . . 101,66 Cisco Systems. . . . . . . . . . . . . . . . 25,04 Citigroup Inc . . . . . . . . . . . . . . . . . 48,20 Coca-Cola Co . . . . . . . . . . . . . . . . 39,86 Colgate Palmolive . . . . . . . . . . . . . 64,81 Dow Chemical. . . . . . . . . . . . . . . . 51,25 DuPont . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64,75 Exxon Mobil . . . . . . . . . . . . . . . . . 98,95 Ford Motor . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17,01 General Electric . . . . . . . . . . . . . . . 25,53 General Motors . . . . . . . . . . . . . . . 33,57 Goldman Sachs . . . . . . . . . . . . . . 170,18 Hewlett-Packard . . . . . . . . . . . . . . 35,09 Honeywell . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 90,60 Ibm . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 186,59 Industrie Natuzzi Sp. . . . . . . . . . . . . 2,40 Intel Corp . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33,02 Johnson & Johnson . . . . . . . . . . . 100,42 JP Morgan . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56,25 Lockheed Martin . . . . . . . . . . . . . 163,55 Luxottica Grp Spa . . . . . . . . . . . . . 53,07 McDonald's. . . . . . . . . . . . . . . . . . 93,49 Merck & Co. . . . . . . . . . . . . . . . . . 55,93 Microsoft . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42,96 Monsanto Co. . . . . . . . . . . . . . . . 116,08 Morgan Stanley . . . . . . . . . . . . . . . 31,63 Nike Inc. Cl. B . . . . . . . . . . . . . . . . 77,05 Occidental Pet. . . . . . . . . . . . . . . . 99,69 Pfizer . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28,28 Philip Morris . . . . . . . . . . . . . . . . . 83,35 Procter & Gamble . . . . . . . . . . . . . 80,89 Unilever NV . . . . . . . . . . . . . . . . . 40,63 Walt Disney. . . . . . . . . . . . . . . . . . 87,28 Whirlpool . . . . . . . . . . . . . . . . . . 145,61 Xerox . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12,99 Yahoo Inc . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35,79 var.% +0,60 -0,06 -0,07 -1,63 +1,53 -1,93 +1,11 +0,16 +0,28 +0,65 +1,74 +1,63 +0,29 +1,12 +0,76 +0,83 +2,04 +0,63 +0,45 +0,06 -0,70 +0,32 +1,27 +0,61 +0,60 +0,34 -2,02 -1,10 +0,06 -0,18 -0,28 +0,94 +0,70 +0,17 +0,59 -0,46 +2,16 +1,86 +0,63 +0,61 +1,20 -0,69 +0,25 LONDRA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 06-08 3i Group . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 373,00 Anglo American . . . . . . . . . . . . . 1548,00 AstraZeneca . . . . . . . . . . . . . . . 4295,00 B Sky B . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 865,87 Barclays Plc . . . . . . . . . . . . . . . . 219,00 BP . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 473,32 British Telecom . . . . . . . . . . . . . . 377,00 Burberry Group . . . . . . . . . . . . . 1415,00 Glaxosmithkline . . . . . . . . . . . . . 1416,00 Marks & Spencer. . . . . . . . . . . . . 422,90 Pearson Plc . . . . . . . . . . . . . . . . 1125,00 Prudential . . . . . . . . . . . . . . . . . 1334,00 Rolls Royce . . . . . . . . . . . . . . . . 1040,00 Royal & Sun All . . . . . . . . . . . . . . 448,00 Royal Bk of Scot . . . . . . . . . . . . . 346,10 Schroders Plc . . . . . . . . . . . . . . 2308,00 Unilever Plc . . . . . . . . . . . . . . . . 2550,00 Vodafone Group. . . . . . . . . . . . . . 199,34 var.% -0,75 -0,25 -3,58 -1,10 -1,96 -1,78 +0,08 +0,07 -2,04 -0,40 -0,18 -0,64 +0,29 -1,18 -0,35 -0,99 -0,47 +1,10 ZURIGO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 06-08 Nestlé. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67,10 Novartis . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 78,25 Ubs . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15,44 var.% +0,15 -0,95 +0,13 30 Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera L’ACCADEMIA DELLA CRUSCA Veri «squadroni di parole straniere», accolti «con gioia dai paladini di una certa modernità». Il linguista Claudio Marazzini, presidente dell’Accademia della Crusca, mette all’indice l’uso (a suo dire eccessivo), nella lingua di Dante (a fianco), di anglismi e di parole tratte da altri idiomi. «Certi prestiti possono essere necessari, altri sono lussi inutili, usati per esibizionismo», afferma in un’intervista a «Famiglia Cristiana», citando i termini Server sì, spending review no «Troppi termini stranieri usati per esibizionismo» server e spending review come esempi per i due estremi. Per Marazzini alcuni accorgimenti lessicali sono mutuati dalla scrittura veloce di sms e social network. Per dire: ke al posto di che. Il linguista fa notare che «il primo documento in italiano comincia con la frase sao ko kelle terre. I giovani hanno trovato da soli una soluzione già usata dagli scrivani del Medioevo, poi l’italiano non l’ha accettata». Per Marazzini, questa espressione può Cultura essere accettabile in un sms, ma l’importante è sapere che esistono altri livelli di scrittura. La lingua parlata, conclude lo specialista, si evolve rapidamente: scompare «un attimino», ma va di moda rispondere «assolutamente» a una domanda come alternativa a «sì» o «no», cosa che genera confusione. Per non dire del «piuttosto che» al posto di «o». (r. sco.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Addio a Lauretta, studioso di Pirandello È morto ieri a 90 anni, nella sua casa di Agrigento, lo scrittore e saggista Enzo Lauretta. Oggi i funerali. Oltre ad aver ricoperto vari incarichi pubblici, Lauretta è stato un noto studioso di Pirandello e, nel 1967, ha fondato il Centro nazionale di studi pirandelliani. Tra i suoi libri, la biografia Luigi Pirandello, storia di un personaggio fuori chiave, pubblicata da Mursia. Personaggi A 60 anni dalla morte del leader, un incontro ricorda il dramma che visse dal 1914 al 1918, quando era deputato austriaco De Gasperi al bivio tra Vienna e Roma Il calvario del Trentino nella Grande guerra sgretolò la sua fedeltà agli Asburgo Governo I Inizio 10 dicembre 1945 13 luglio 1946 Fine II III 13 luglio 1946 2 febbraio 1947 2 febbraio 1947 31 maggio 1947 IV 31 maggio 1947 12 maggio 1948 V 12 maggio 1948 27 gennaio 1950 VI 27 gennaio 1950 26 luglio 1951 VII 26 luglio 1951 16 luglio 1953 VIII 16 luglio 1953 17 agosto 1953 Molto usata PAROLA N° di volte utilizzata Poco usata POPOLO SINISTRA PACE CENTRO LIBERTÀ DIFESA TRATTATO POPOLO EUROPA GUERRA TRIESTE LIBERTÀ PACE GUERRA TRIESTE TRATTATO DIFESA SINISTRA CENTRO EUROPA Uno statista in dieci parole Dati forniti da FBK ~ Digital Humanities Group ed elaborati con Voyant Tools A veva difeso l’identità italiana del Trentino contro il pangermanesimo, tanto da essere arrestato a Innsbruck nel 1904 in seguito a tafferugli studenteschi. Ma rivendicava la sua lealtà verso gli Asburgo, dissentiva dagli irredentisti che, come Cesare Battisti, volevano congiungersi all’Italia. Per Alcide De Gasperi la Prima guerra mondiale fu una prova dolorosa e per la sua gente L’evento fu un trauma brutale, con costi umani tra i più alti in Europa. A sessant’anni dalla scomparsa dello statista e nel centenario della Grande guerra, la Fondazione Trentina Alcide De Gasperi, diret] «Silenzio ta da Beppe Tognon, ricorda indelle patrie e sieme le due date. La conferenza fedeltà trentina. che si tiene regolarmente a Pieve De Gasperi nella Tesino, paese natale di De GaspePrima guerra ri, nella ricorrenza della sua mormondiale» è il te (19 agosto 1954) è stata affidata titolo della a due studiosi, Maurizio Cau e conferenza che Marco Mondini, che il prossimo Maurizio Cau e 18 agosto rievocheranno il fatale Marco Mondini 1914 e le vicende successive. terranno il 18 «De Gasperi, eletto al Parlaagosto (ore 18) mento di Vienna nel 1911, non a Pieve Tesino metteva in discussione l’apparte(Trento), a 60 nenza della sua terra all’Austriaanni dalla morte Ungheria, ma si era battuto, senza dello statista successo, perché il Trentino aves]L’incontro è se un ordinamento autonomo e promosso dalla non dipendesse più dal Tirolo auFondazione striaco: capì subito che la guerra Trentina Alcide esponeva quella regione a rischi De Gasperi, enormi», ricorda Cau, che è stato dall’Istituto tra i curatori degli scritti politici Sturzo e dalla degasperiani. Prima dell’interrete Trentino vento italiano contro l’Impero Grande Guerra asburgico, aggiunge, De Gasperi fu molto attivo: «Si recò più volte a Roma, incontrò l’ambasciatore austriaco, il ministro degli Esteri Sidney Sonnino, il Papa Benedetto XV. In quei mesi si ipotizzava che Vienna cedesse il Trentino ai Savoia in cambio della neutralità e De Gasperi cercò d’inserirsi nella trattativa per tutelare gli interessi della regione. Ma l’entrata in guerra dell’Italia pose fine ai suoi sforzi». Nel frattempo il conflitto aveva già investito la sua terra in modo pesantissimo, osserva Mondini, autore del libro La guerra italiana (Il Mulino): «Nel 1914 i trentini si presentarono in massa ai centri di reclutamento: renitenti e disertori furono poche centinaia su 55-60 mila uomini chiamati alle armi durante la guerra, una cifra enorme per una regione che contava 350 mila abitanti. Spaventose le perdite in Galizia (oggi in Ucraina), dove quei reparti furono mandati al macello per tamponare la prima offensiva russa: al termine del conflitto i caduti trentini furono oltre 11 mila, il 20 per cento dei mobilitati, mentre nel resto d’Europa furono tra il 10 e il 15 per cento e nel Regno d’Italia meno del 13». Il peggio però venne dopo il maggio 1915, sottolinea Mondini, quando ogni trentino diventò sospetto agli occhi delle autorità austriache. «Cominciarono vessazioni sistematiche, con la militarizzazione del territorio, l’internamento in prigionia dell’intera classe dirigente (circa 2.500 persone, compreso il vescovo di Trento Celestino Endrici), lo sfollamento e la deportazione di oltre 75 mila civili verso località austriache e ceche. La fedeltà all’imperatore, solida all’inizio del conflitto, prese ben presto a sgretolarsi nel cuore di molti, tra cui De Gasperi». Il deputato cattolico, racconta Cau, subì la chiusura del giornale «Il Trentino», di cui ALCIDE DE GASPERI (1881-1954) FU CAPO DEL GOVERNO ITALIANO TRA IL 1945 E IL 1953 di ANTONIO CARIOTI La svolta del 1915 Dopo l’entrata in guerra dell’Italia molti civili trentini furono deportati per ordine delle autorità imperiali Una lezione importante Il leader cattolico vide la minaccia rappresentata dai nazionalismi e accentuò l’impegno autonomista La visualizzazione Su Corriere.it il grafico interattivo Il progetto Alcide De Gasperi e le parole del consenso è da oggi visibile sul sito del «Corriere della Sera», nella versione dinamica e interattiva che permette al lettore di apprezzare le strategie politiche messe in atto da Alcide De Gasperi, da quelle partitiche a quelle linguistiche: in particolare, nella visualizzazione che anticipiamo in questa pagina, si mostrano l’aumento e la diminuzione della frequenza di dieci parole chiave di De Gasperi nei suoi discorsi. Il progetto è stato realizzato dal laboratorio di sintesi finale del Corso di Laurea in Design della Comunicazione — Scuola del Design, del Politecnico di Milano — coordinato dal laboratorio di ricerca DensityDesign, diretto dal professor Paolo Ciuccarelli. Struttura che ha collaborato a molte delle visualizzazioni di dati pubblicate su«la Lettura». Gli studenti che hanno progettato e sviluppato il grafico web interattivo sono Tommaso Elli, Natalia Laptes, Gianluca Malimpensa, Mattia Parietti e Matteo Pozzi con Giorgio Uboldi. In collaborazione con il Digital Humanities Group di FBK (Fondazione Bruno Kessler). era divenuto direttore a soli 23 anni nel 1904, ma evitò l’internamento: «Si trasferì a Vienna nel 1915 per dimostrare la sua lealtà alla corona. E ciò gli consentì di prestare assistenza ai deportati. False sono le accuse, che gli vennero poi rivolte dai fascisti, di aver appoggiato lo sforzo bellico austriaco. Gli anni di guerra furono per De Gasperi “l’ora di Dio”, un periodo tragico in cui preferì sospendere il giudizio e rimettersi alla divina provvidenza, impiegando ogni energia per alleviare le sofferenze dei suoi conterranei. Uscì allo scoperto solo alla fine del conflitto: con gli ultimi due discorsi al Parlamento di Vienna, nell’ottobre 1918, non solo denunciò con forza la repressione contro le popolazioni trentine, ma prese di fatto congedo da un Impero in dissoluzione. Ormai si trattava di difendere la stessa causa autonomista in un altro contesto, sotto il tricolore italiano». In Trentino, nota Mondini, il ritorno alla normalità fu lungo e difficile: «Migliaia di soldati arruolati nell’esercito asburgico erano caduti nelle mani dei russi e furono coinvolti nel caos della rivoluzione bolscevica. Con l’aiuto di missioni militari italiane, alcuni trentini tornarono in Europa dalla Siberia imbarcandosi in Cina; altri passarono attraverso gli Stati Uniti; altri ancora parteciparono ai conflitti interni russi e cinesi. Gli ultimi rientri furono alla metà degli anni Venti». E De Gasperi? «S’inserì presto nella vita politica italiana, quale mediatore in una fase di transizione che i governi liberali gestirono in modo morbido e tollerante. In Trentino e nello stesso Alto Adige di lingua tedesca non vi fu un’epurazione dei dipendenti statali che avevano lavorato per il regime asburgico, al contrario di quanto avvenne in Francia nelle regioni recuperate di Alsazia e Lorena. Gli stessi sudtirolesi all’inizio non erano così scontenti di essere passati sotto l’Italia, poiché ciò li sottraeva all’obbligo di pagare le pesanti riparazioni di guerra imposte all’Austria. Tutto mutò poi con il fascismo, che attuò una politica di italianizzazione forzata. Credo che quella esperienza dei guasti cui possono portare i nazionalismi esasperati nelle zone di confine abbia convinto De Gasperi che fosse necessario disinnescare i contrasti etnici valorizzando le autonomie regionali, come fece poi, da capo del governo, dopo il secondo conflitto mondiale». @A_Carioti © RIPRODUZIONE RISERVATA Terza Pagina 31 Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014 Classici La Normale ristampa «Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio». Parla il curatore Michele Ciliberto Elzeviro Scienza e armonia nel libro di Dalla Chiara IL CUORE QUANTISTICO DEL MONDO DEI SUONI di EDOARDO BONCINELLI M i è capitato di recente in mano un libretto illustrato da graziose figurine sulla copertina e nel testo, da parere un libro per ragazzi. Ma l’apparenza non poteva essere più ingannatrice. Il libretto tratta nientemeno che di meccanica quantistica, anzi della logica della meccanica quantistica, applicata però alla realtà di tutti i giorni, e in particolare alla musica. Il libretto di Maria Luisa Dalla Chiara, con altri tre collaboratori, s’intitola Dall’informazione quantistica alla musica (Aracne, pagine 164, e 13) e offre esattamente quel che promette. Dopo una breve descrizione dei principi fondamentali e comprensibili della meccanica quantistica, il libro cerca di dare una possibile interpretazione nuova e illuminante dell’esperienza musicale. È noto che la meccanica quantistica è stata una delle grandissime novità della fi- Anche Einstein affermò che la teoria appare «profondamente musicale» sica dell’inizio del XX secolo e ci è servita a comprendere meglio il mondo degli atomi e delle particelle subatomiche. Sappiamo però che il grande Einstein una volta affermò che questa teoria ha in sé qualcosa di «profondamente musicale». Einstein stesso contribuì a fondarla ma poi fu sempre più scontento della piega che avevano preso le cose. C’era qualcosa che non lo persuadeva ma, siccome era un genio, gli articoli da lui scritti per criticarla di fatto arricchirono la teoria stessa. Più criticava e più contributi portava alla sua ricchezza e applicabilità. Come l’idea del famoso entanglement. Quando due particelle si separano dopo essere state insieme per un po’ e vanno da parti opposte, allontanandosi sempre più, portano con sé qualcosa che le accomuna: c’era un filo che le legava e questo filo non si spezza, se non dopo una manovra violenta. L’altro aspetto che i nostri autori prendono in considerazione è il fatto Machiavelli da esportazione «Edizioni, dibattiti: nel ’500 l’Inghilterra amava la nostra cultura» di ARMANDO TORNO che un oggetto quantistico può stare in una sovrapposizione di stati: è questo, ma è anche quello e quell’altro. Secondo i nostri autori tutto ciò apre la porta a una certa forma di olismo e di contestualità semantica, due caratteristiche del mondo della vita e dell’arte. «Può essere ragionevole e interessante applicare queste idee generali, che vengono dal lontano mondo dei quanti, per trattare con strumenti formali astratti alcuni aspetti della musica, dove l’olismo e la contestualità semantica hanno un ruolo essenziale?» si chiedono gli autori. E rispondono: «In questo libro cercheremo di dare qualche risposta a questa domanda». Le risposte sono molte e servono a introdurre concetti come l’indeterminazione e l’ambiguità, che «sono caratteristiche essenziali non solo dei fenomeni quantistici ma anche delle situazioni umane. Sembra allora ragionevole avanzare la congettura seguente: il formalismo matematico della teoria quantistica ha una sorta di universalità, e può ammettere applicazioni interessanti a campi anche molto lontani dalla micro fisica». Ed eccoci alla musica: «Il mondo dei suoni è un mondo tipicamente relazionale, il cui comportamento è molto diverso da quello dei colori. In generale, non è possibile associare un significato preciso a una singola nota o a un singolo suono. È ragionevole ipotizzare che le monadi musicali siano rappresentate dagli intervalli?». Gli intervalli sono ovviamente le distanze tonali da una nota alla successiva. Ogni intervallo ha «una connotazione semantica che, in generale, dipende in modo essenziale dal contesto (musicale ed extramusicale) in cui l’intervallo compare». Da qui il problema della contestualità dei significati musicali, ampiamente illustrato da numerosi esempi tratti da opere, da sinfonie, da quartetti e da Lieder. Non credo di svelare niente di segreto riferendo che la chiave è trovata nell’ambiguità, la capacità di giocare su molti registri contemporaneamente, sovrapposti e tra loro risuonanti. Che è in fondo la maniera con la quale funziona il nostro cervello, con i suoi cammini paralleli e irriducibilmente ambigui. © RIPRODUZIONE RISERVATA I dati di Artprice L’arte da collezione: più 17 % nel primo semestre 2014 Un mercato in crescita, quello dell’arte, trainato (nell’ordine) dai collezionisti americani, cinesi e britannici: + 17% nel primo semestre 2014 e 7,15 miliardi di euro di vendite. Le cifre appena rese note da Artprice, società francese leader mondiale delle banche dati sulle quotazioni e gli indici dell’arte (con più di 30 milioni tra indici e risultati d’asta di più di 500.000 artisti), descrivono dunque un mercato in grande evoluzione: «un mercato più maturo e consapevole, sempre più affamato di nuove opere e di nuovi artisti» per riempire fondazioni, collezioni, musei (in crescita soprattutto in Asia, America Latina e Medio Oriente). Un mercato passato dai 500 mila collezionisti del dopoguerra ai 70 milioni di «conoscitori d’arte» di oggi. Francesco Guicciardini (1483-1540) I n Inghilterra circolavano alla fine del Cinquecento numerosi testi in italiano. Le Edizioni della Normale di Pisa hanno pubblicato l’anastatica di uno di essi: I discorsi di Nicolo Machiavelli sopra la prima deca di Tito Livio, con la falsa indicazione Palermo «appresso gli heredi d’Antoniello degli Antonielli», 1584 (la ristampa è con una nota di Michele Ciliberto, pp. 448, e 20). In realtà l’opera uscì a Londra, impressa da John Wolfe, uno dei maggiori torcolieri-editori del periodo, che diffonderà nel mondo inglese anche altre opere del segretario fiorentino. Del quale Bompiani pubblicherà a fine anno, a cura dello stesso Ciliberto, Giordano Bruno (1548-1600) Giovan Francesco Pico (1469-1533) Girolamo Savonarola (1452-1498) Gerolamo Cardano Pietro Pietro (1501-1576) Pomponazzi Aretino (1462-1525) (1492-1556) Niccolò Machiavelli (1469-1527) Leon Battista Alberti (1404-1472) Michele Ciliberto (Napoli, 1945), docente alla Normale di Pisa, è un esperto di Niccolò Machiavelli tutte le opere in un volume (nella collana «Il Pensiero Occidentale»), mentre la Treccani uscirà in autunno con un’enciclopedia a lui dedicata in tre volumi (diretta da Gennaro Sasso). Ma, per tornare a Londra, Machiavelli è la punta di un iceberg, giacché nel tardo Cinquecento la cultura italiana è di casa nella capitale inglese. Ne abbiamo parlato proprio con Ciliberto, professore di Storia della filosofia moderna e contemporanea alla Normale di Pisa e presidente dell’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento. Dove è conservato il raro esemplare dei Discorsi. Chi erano gli autori italiani letti dagli inglesi del tempo? «Direi Machiavelli, Giordano Bruno e Pietro Aretino. La nostra cultura era straordinariamente diffusa. La regina Elisabetta conosceva bene la lingua di Dante e lesse lo Spaccio de la bestia trionfante di Bruno dando un giudizio assai severo: “Uomo senza fede”. L’Italia era protagonista, tanto che L’Ebreo di Malta di Marlowe si apre mettendo in scena direttamente Machiavelli». E Shakespeare? «Uno dei motivi che il grande drammaturgo sviluppa, quello dell’uomo giocattolo nelle mani degli dei, di origine platonica, era stato elaborato nella cultura italiana da Leon Battista Alberti, Pietro Pomponazzi, in genere dai nostri moralisti che incentrarono la loro visione della realtà sul principio del rovesciamento degli ordini del mondo. Questo, d’altra parte, è un motivo dei Ricordi di Francesco Guicciardini». Ma Aretino da noi aveva forse qualche problema di censura... «Certo, ma veniva letto in Europa e con attenzione particolare in Inghilterra. Del resto, le opere là pubblicate nella nostra lingua erano destinate a un doppio mer- Marsilio Ficino (1433-1499) cato: quello locale, soprattutto londinese, ma anche al giro clandestino italiano». Machiavelli aveva nemici anche sulle rive del Tamigi? «Moltissimi. Gli attacchi al segretario fiorentino cominciano già nella prima metà del Cinquecento e continuano in Rinascimento Bruno ma anche Savonarola e l’Aretino: da Londra le opere pubblicate partivano per l’Europa Poesia Il «Lerici Pea» compie 60 anni e premia il milanese ibrido di Loi di CRISTINA TAGLIETTI È nato a Genova il grande poeta di Milano, Franco Loi (nella foto). Non a caso il premio Lerici Pea, prestigioso riconoscimento che quest’anno compie sessant’anni (è tra i più antichi d’Italia) gli rende omaggio con il premio intitolato a Paolo Bertolani per la sezione Poesia in dialetto (Valerio Magrelli ha vinto la sezione Edito). Quella di Loi è una voce ricca, fortemente espressiva, impastata di altre lingue, di lessici contigui, di arcaismi e di forme colte che, tra invettiva e rimpianto, parla alle periferie e alla classe operaia, senza temere un certo intimismo lirico. Ottantaquattro anni, ex militante del Pci, libero da servitù ideologiche, testimone, quattordicenne, del massacro di piazzale Loreto, Loi è autore di una trentina di raccolte e poemi, fra cui Strolegh, Teater, Niül. Ma sopratutto L’Angel, un romanzo in versi che i luoghi del poeta (Genova, Milano, ma anche Colorno, la cittadina parmense da cui veniva la madre) li incrocia tutti, calandosi nella vita di un italiano medio che attraversa i momenti cruciali della storia d’Italia. A quest’opera Giovanni Martinelli si è ispirato per il suo bel lungometraggio, Il viaggio del poeta. Loi riceverà il premio Lerici Pea il 20 settembre alla Spezia, quando verrà consegnato anche il premio per la Poesia Inedita a Roberto Maggiani. Le celebrazioni si chiudono il 21 con altre iniziative, tra cui il convegno Poesia del Mediterraneo. © RIPRODUZIONE RISERVATA ambiente puritano, nella seconda parte del secolo, in maniera violenta. Tuttavia sono inglesi alcuni dei più grandi interpreti di Machiavelli di tutti i tempi: Francis Bacon e soprattutto James Harrington, l’autore di Oceana, che è forse il più acuto. Riprende temi del Principe e, in particolare, dei Discorsi». La fortuna della nostra cultura... «...non è limitata soltanto a Machiavelli e a qualche letterato. Si prenda Girolamo Savonarola: era molto diffuso; lo stesso Giovan Francesco Pico della Mirandola, il nipote del grande Giovanni, è letto in modo particolare in ambiente puritano». E Gerolamo Cardano, che nel 1552 si recò a Edimburgo? «Lui, tranne qualche eccezione, era detestato, come Pomponazzi. Anche Marsilio Ficino era molto letto ma altresì fortemente criticato, specialmente da un grande esponente come John Rainolds». Giordano Bruno? «Quando si recò a Oxford nel 1583 venne frontalmente attaccato e poi cacciato, con l’accusa di aver plagiato Ficino. Nonostante questi incidenti, la cultura italiana rinascimentale era stimata, discussa e studiata. Posso aggiungere che le Istorie fiorentine di Machiavelli circolano tradotte prima manoscritte e poi, negli anni 90, sono pubblicate». Questa ristampa anastatica dei «Discorsi»? «Si inserisce all’interno delle Edizioni della Normale sulla cultura del Rinascimento. Esce accanto a una nuova traduzione del De incantationibus di Pomponazzi e all’edizione critica del testo dell’opera Methodus di Jean Bodin, a un saggio su Giacomo Aconcio e ad altro che si desidera riproporre al lettore: sono i grandi libri della rinascenza». © RIPRODUZIONE RISERVATA Thriller Il romanzo d’esordio dello svedese Fredrik T. Olsson (Sperling & Kupfer) guarda a Crichton. Sarà un film Chiuso nel castello a creare il codice dell’angoscia di ARIEL PENSA H a cercato di farla finita e lo hanno salvato per un pelo. Riapre gli occhi in ospedale e sta ancora chiedendosi perché, quando lo rapiscono e si ritrova su un aereo. Chi sono e cosa vogliono da lui? Impiegherà un paio di giorni a dare una risposta alla seconda domanda: pretendono che salvi il mondo. Quanto al primo quesito è una faccenda un po’ più complicata. The Code è il primo romanzo di Fredrik T. Olsson, attore e sceneggiatore di Göteborg; un thriller, ma niente a che vedere con Stieg Larsson, Henning Mankell e gli altri celebrati autori scandinavi dell’ultimo decennio. Siamo più dalle parti di Michael Crichton, tant’è vero che la Warner Bros ne farà un film (stesso titolo di quello del 2009 con Morgan Freeman?) sulla scia della pubblicazione del libro in 26 Paesi. Il filone — se esiste — è quello dell’angoscia. Una storia pazzesca che sembra sempre essere sul punto di deragliare e che invece regge fino all’ultima pagina. William Sandberg ha passato i 55 anni e non è per niente in forma; fino a qualche anno fa aveva sempre lavorato per l’esercito co- L’autore Fredrik T. Olsson (1969) è uno sceneggiatore e scrittore nato a Göteborg in Svezia. Il suo libro d’esordio, «The Code», è edito da Sperling & Kupfer (traduzione di Carmen Giorgetti Cima, pagine 520, e 17,90) me esperto matematico specializzato nella decifrazione dei codici; maniaco dell’ordine, programmatore di computer sperimentali, pensava di aver sempre tutto sotto controllo fino a quando la sua vita privata era improvvisamente andata a rotoli. Adesso, reduce dal mancato suicidio, si risveglia prigioniero di lusso in un castello — che solo i lettori sanno essere nel Liechtenstein — dove l’organizzazione che lo ha sequestrato gli mette a disposizione le tecnologie più avveniristiche perché lui cerchi di partorire un codice, il Code del titolo, per disinnescarne un altro, complicatissimo, che un gruppo di scienziati internazionali ha scovato lavorando sulla catena del Dna umano. Perché? Non glielo vogliono dire. Per conto di chi? Top secret. E se non ci riesce, che succede? Meglio che nessuno lo sappia. Sandberg intuisce solo che molti altri prima di lui hanno fallito. E si ritrova come unica alleata Janine, una giovane dottoranda americana di archeologia, rapita ad Amsterdam dove stava perfezionando i suoi studi sulla scrittura cuneiforme. Civiltà sumerica. Lui è come ipnotizzato dalla sfida intellettuale che gli viene imposta. Lei è soprattutto ossessionata dall’impulso di fuggire. Due frustrazioni opposte e ugualmente impossibili. Poi arriva il virus a imporre una tragica accelerazione ai loro tentativi, alla trama e a quello che succede nel mondo, fuori da quel castello di cui nessuno sembra conoscere l’esistenza. Un virus ignoto, letale e contagiosissimo. Prima in Olanda, dove come uno tsunami si abbattono catastrofi inimmaginabili; poi a Berlino... Ed è solo l’inizio. Là fuori, in un’Europa improvvisamente impazzita senza alcuna logica scientifica, c’è qualcuno che cerca le tracce di William e Janine: l’ex moglie di lui, il fidanzato di lei. In due Paesi diversi e senza sapere da che parte cominciare. Infine ci sono i guardiani, i soli a sapere, registi impotenti di uno scenario apocalittico che non riescono a governare. La narrazione di Olsson è secca, senza sbavature, irrobustita dalla lunga militanza come sceneggiatore. Chi temesse che il film — pardon, il libro — stia per contagiarsi di una muffa paranormale o esoterica, non si preoccupi. La svolta finale porta in un’altra direzione, dignitosamente letteraria. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 32 Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera 33 Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014 Idee&opinioni Corriere della Sera SMS Le news più importanti in anteprima sul tuo cellulare. Invia un sms con la parola CORRIERE al 4898984 Servizio in abbonamento (4 euro a settimana). Per disattivarlo invia RCSMOBILE OFF al 4898984 Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile SOMIGLIANZE PERICOLOSE E DIFFERENZE DECISIVE Per chi vive il mondo delle imprese il dato negativo del Prodotto interno lordo (Pil) nel secondo trimestre del 2014 non è una sorpresa: lo si vedeva già negli andamenti di questi mesi delle aziende legate al mercato interno. In Italia, purtroppo, la domanda rimane molto debole. Il brutto dato comunicato ieri dall’Istat rende più complicato il percorso che dobbiamo fare e più lontano l’obiettivo — necessario e prioritario — di tornare al più presto alla crescita economica. L’Italia non è in grado di reggere ancora a lungo una crisi che dura da sette anni, di cui gli ultimi tre drammatici, soprattutto per l’occupazione. Nessuno ha la bacchetta magica, specie in un Paese con il debito pari al 130 per cento del Pil — ed è prevedibile che verso il governo si alzino critiche strumentali. È indubbio, però, che l’esecutivo abbia bisogno di chiarire quale visione ha in campo economico e poi agire in modo concreto e conseguente. La mancanza di chiarezza in questi mesi, specie in campo fiscale e del mercato del lavoro, ha sicuramente disorientato consumatori e imprese. Non è coerente, ad esempio, voler far ripartire la domanda interna e alzare — in modo non selettivo — la tassazione sulle rendite finanziarie. Quest’ultima, per il piccolo imprenditore, in Italia è già altissima: bisogna abbassarla, non aumentarla. Cosi come non è accettabile per famiglie e imprese il balletto su Imu e Tasi. Anche il cosiddetto «bonus Renzi» da 80 euro, pur apprezzabile nello spirito, è tecnicamente infelice perché non copre i non protetti, mentre viene garantito anche a chi ha redditi familiari ingenti. Il governo Renzi sta giocando la sua partita, specie in questi ultimi mesi, sulla necessità di modificare i meccanismi decisionali per poter cambiare poi — finalmente — la politica e le policy che questa elabora. Speriamo. Ma per tornare alla crescita economica non esistono scorciatoie: bisogna dare fiducia alle famiglie e alle imprese. Senza una visione e una agenda — in campo fiscale ed economico — chiara, concreta e coerente, questo è però impossibile. Attenzione, si rischia l’avvitamento. Andrea Tavecchio @actavecchio © RIPRODUZIONE RISERVATA IL PREZZO SHOCK DEI MEDICINALI ANTI-EPATITE L’INDUSTRIA DEI FARMACI SIA PIÙ RESPONSABILE «Non possiamo più ignorare l’elefante in salotto». E ancora: «Quand’è che il troppo è troppo? Di questo passo saltiamo in aria tutti». Con chi ce l’hanno le compagnie di assicurazione degli Stati Uniti? Con l’industria dei farmaci, e in particolare con Gilead Science, produttrice del farmaco Sofosbuvir - Sovaldi per l’epatite C. Il medicinale funziona in nove casi su dieci: insomma, si guarisce. Ma costa troppo: 84 mila dollari (63 mila euro) per un ciclo di trattamento. Non sono solo gli assicuratori a lamentarsi; per la prima volta nella storia degli Usa — un mercato senza regole, per i farmaci — la commissione Finanze del Senato ha scritto a John Martin, il capo di Gilead, per esprimere «preoccupazione e sconcerto». Tanto più che una pillola di Sovaldi che in America costa mille dollari in Egitto ne costa solo 11. «Se lo si può vendere a un prezzo così, perché gli americani devono pagare mille volte di più?» scrive Andrew Ward sul Financial Times. Il punto di vista dell’industria è che si dovrebbe mettere in conto anche il valore del guarire: «Anche questo ha un prez- zo». Giusto, ma chi lo stabilisce? In 12 settimane di mercato, Gilead ha già venduto per circa sei miliardi di dollari. Non è un po’ troppo? In Italia il prezzo dei farmaci si negozia, per fortuna. L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), prima di farlo con Gilead per Sovaldi, ha già incontrato pazienti e medici per mettere a punto un programma che contribuisca a risolvere il problema dell’epatite C. E le altre agenzie regolatorie dell’Europa vorrebbero muoversi nella stessa direzione: chissà che non si riesca ad arrivare a un atteggiamento comune. E gli ammalati, intanto? Quelli più gravi possono avere il farmaco per uso compassionevole; per gli altri se ne parla dopo che Aifa avrà negoziato il prezzo con Gilead. Forse è venuto il momento che l’industria dei farmaci, che ha comunque grandissimi meriti, sia messa di fronte alle sue responsabilità senza mezzi termini. «Quello dei farmaci nuovi», scrive ancora il Financial Times, è un mercato competitivo o un cartello?» Giuseppe Remuzzi © RIPRODUZIONE RISERVATA Grande Guerra, i paralleli storici ingannano Ecco perché non capiterà di nuovo di NIALL FERGUSON SEGUE DALLA PRIMA Persino la richiesta olandese di poter accedere al sito dove sono morti i suoi cittadini ricorda l’ultimatum dell’Austria alla Serbia. Oggi, come allora, è conteso il possesso di una regione apparentemente senza importanza: nel 1914 era la Bosnia-Erzegovina, oggi sono la Crimea e la «Repubblica popolare» di Donetsk e Luhansk. E oggi come allora la crisi si sta aggravando. Gli Usa avevano inasprito le sanzioni contro la Russia già prima dell’abbattimento del MH17; pochi giorni fa, con l’Unione Europea, hanno colpito interi settori dell’economia russa. Più forte è la stretta economica e più all’angolo è Vladimir Putin. Di fatto, l’Occidente lo sta mettendo di fronte alla scelta tra resa — ritirare l’ appoggio ai separatisti — ed escalation — assicurandosi che questi ultimi non siano schiacciati da Kiev. Per uno come Putin, la prima opzione non è un’alternativa. La crisi del luglio 2014 appare quindi essere di cattivo auspicio. Nella migliore delle ipotesi, è naufragata la speranza che la Russia postsovietica potesse pacificamente integrarsi nell’ordine mondiale basato su democrazia e libero mercato; nella peggiore, quello iniziato come un problema locale in Ucraina potrebbe degenerare in un conflitto molto più ampio. Come spiegare dunque l’apparente calma dei mercati finanziari? Colpa degli storici. Per i sostenitori della tesi che identifica le cause della Prima guerra mondiale nelle patologie dell’Europa del XX secolo (imperialismo, militarismo, nazionalismo e diplomazia segreta), non c’è da preoccuparsi per l’attuale crisi: gli europei hanno rinunciato all’imperialismo, sono quasi disarmati, si vergognano del nazionalismo e conducono le loro azioni diplomatiche più via Twitter che con telegrammi segreti. Ancor più fiducioso è chi insiste nel dare la colpa del 1914 alla Germania. I tedeschi di oggi preferiscono vincere Coppe del mondo che perdere guerre mondiali. Angela Merkel sembra l’antitesi perfetta dell’imperatore Guglielmo II: donna, eletta democraticamente, molto accorta e quasi comica nel suo tergiversare quando le si chiede cosa la faccia sentire orgogliosa di essere tedesca. («Le nostre finestre ben sigillate», disse una volta al giornale Bild). Eppure, la maggior parte delle spiegazioni accademiche della Prima guerra mondiale ha un difetto: le «cause» del conflitto sembrano essere sfuggite ai contemporanei, per i quali — con rare eccezioni — la guerra fu una sorpresa totale. Tra i più informati nel 1914 vi erano i banchieri della City londinese, che rischiavano di perdere molto denaro nell’eventualità di una guerra mondiale. Eppure la corrispondenza dei Rothschild, all’epoca la dinastia finanziaria più potente al mondo, rivela un fallimento quasi totale del tentativo di prevenire lo sviluppo del conflitto. Il 23 luglio 1914, Nathaniel, primo Lord Rothschild, riferì che l’«idea generale», era «che le varie controversie sarebbero state risolte senza ricorrere alle armi». Solo il 31 luglio, giorno di apertura delle ostilità, il mondo finanziario vide «il significato della guerra, in un flash». È noto che i mercati finanziari non badano alle brutte notizie provenienti da Medio oriente ed Est Europa: ma ciò non significa che esse non siano infauste. Nessuno aveva messo in conto neppure i cannoni dell’agosto 1914. Questo dovrebbe far riflettere non solo gli storici. Se i grandi eventi possono avere cause troppo poco evidenti per essere notate dai contemporanei, perché non potrebbe essere in atto oggi una crisi analoga? Per il fatto che ora abbiamo l’Onu? Difficile: con la Russia nel Consiglio di sicurezza, quell’istituzione è CONC POCA CHIAREZZA SU FISCO E LAVORO CONSUMATORI E IMPRESE DISORIENTATI impantanata nella crisi. Per l’Ue? Certo, ciò elimina il rischio che uno stato dell’Europa occidentale possa prendere apertamente le parti della Russia, come fecero Francia e Gran Bretagna nel 1914: ma non ha impedito agli Stati Ue che importavano molta energia dalla Russia di lottare contro l’inasprimento delle sanzioni. Per la globalizzazione? Lo stesso argomento poteva essere addotto 100 anni fa: altissimi livelli di interdipendenza economica non sempre vaccinano i Paesi da aggressioni reciproche. Sento dire che sono le armi nucleari ad aver ridotto la probabilità di una guerra mondiale. Ma nel fare i loro calcoli sulle sanzioni i leader europei non hanno pensato alla superiorità della Russia a livello di testate atomiche. Una risposta migliore risiede nell’equilibrio delle forze convenzionali — e in quello della volontà di usarle. Dalla fine della Guerra fredda, gli europei hanno proceduto a un significativo disarmo, e ora non sono in condizioni di combattere senza l’assistenza Usa. Cosa ancora più significativa, hanno perso la voglia di combattere. Un secolo fa, la stragrande VANESSA E GRETA, FIGLIE DELL’ITALIA BUONA NON CHIAMATELE TURISTE DEL RISCHIO IL FUTURO DELLA COMPAGNIA E IL TYCOON FRANCESE di FABIO TAMBURINI «A Cesenatico non le rapivano!», scrive Riccardo su Twitter. Ed è un gentiluomo, perché aggiunge: «La loro motivazione è comunque nobilissima». Un gentiluomo isolato. Le reazioni alla scomparsa di Vanessa e Greta ad Aleppo, in Siria, sono state, in media, più crudeli. È sembrato di tornare, di colpo, ai giorni di Rossella Urru, sequestrata in Algeria nel 2011; o ai tempi delle due Simone, rapite in Iraq, dieci anni fa. Stessi giudizi frettolosi. Ai pavidi non piacciono quelli che hanno coraggio. «Evviva l’incoscienza due ventenni senza nessun tipo di preparazione!!! Bene che vada ci toccherà pagare profumatamente e riportarle con l’aereo di Stato!», scrive un lettore tra i commenti di Corriere.it. «Due ragazze ventenni se ne vanno in Siria senza arte né parte», commenta un altro. «Va bè, non diciamo che se la sono cercata: ma possiamo pensarlo?». E arriverà di peggio, state certi. Due belle ragazze con i sorrisi aperti e i capelli lunghi, una bionda e una mora. Basta e avanza, perché si scateni l’immaginario televisivo dei superficiali. Secondo l’Unicef la mattanza siriana ha già ucciso 11.400 bambini. Un terzo aveva meno di 10 anni. Le persone coinvolte dal conflitto sono ormai 11 milioni, quasi 5 milioni di minori. Aggiungete quasi 3 milioni di profughi fuggiti nei Paesi dell’area (Turchia, Giordania, Libano, Iraq): tra loro, un milione e mezzo di bambini. Metteteli in fila indiana: arrivano da Milano e Roma. Pensiamo poco, e non facciamo nulla, davanti a questo scandalo. Giudichiamo subito, e con sufficienza, due ragazze che davanti all’orrore hanno provato, con i loro mezzi, ad aiutare, prima in Italia poi in Siria. Inesperte? Ovvio. Impulsive? Probabilmente: chi a vent’anni non cerca di dividere il bene dal male? Incoscienti? D’accordo. Ma ammirevoli. Il confine tra incoscienza e coraggio è spesso nascosto dalla passione. Le due ragazze ne hanno in abbondanza. Greta e Vanessa, 20 anni e 21 anni, Brembate (Bergamo) e Besozzo (Varese): la Lombardia che ogni mattina sale sul pullman per andare a scuola, e poi scopre, di colpo, la ferocia del mondo. «Lo prendo come un fatto personale», diceva Vanessa di quanto accadeva in Siria, un Paese dove aveva contatti ed era già stata. Non sono turiste del rischio, Vanessa e Greta. Sono le figlie di una buona Italia, che ora deve riportarle a casa. Senza gridare, senza accusare e, almeno stavolta, senza litigare. Beppe Severgnini © RIPRODUZIONE RISERVATA maggioranza dei britannici sposò la tesi del governo, secondo cui la violazione tedesca della neutralità belga costituiva un casus belli legittimo. E oggi? Persino dopo l’abbattimento dell’MH17, solo un britannico su 10 è a favore dello schieramento di truppe per difendere l’Ucraina dalla Russia. L’asimmetria fondamentale nella crisi è che il Cremlino può e vuole usare la forza militare; europei — e americani, in questo caso — non vogliono andare oltre le sanzioni. Ma c’è un modo ancora migliore per spiegare la differenza fra il 1914 e il 2014: riconoscere che anche gli avvenimenti di 100 anni fa furono una sciagura molto improbabile, dovuta a una serie di valutazioni diplomatiche e militari errate. Un modo (non ortodosso per gli standard storici) per dimostrare questa tesi è quello di emulare la crisi del 1914 attraverso simulazioni a computer, oggi possibili grazie al sofisticato gioco di strategie Making History: The Great War, che fa capire che chi compie decisioni non è prigioniero di immense forze impersonali, ma ha alternative significative. È possibile riprodurre svariate volte la crisi del luglio 1914 senza arrivare ad una guerra mondiale. La vera lezione della storia è che una crisi di poco conto per un fazzoletto di terra dell’Europa orientale può scatenare un conflitto globale solo se chi compie decisioni fa una serie di errori macroscopici. Penso che sia un clamoroso abbaglio utilizzare le sanzioni per mettere con le spalle al muro il Presidente Putin con l’aut aut di arrendersi o combattere, come succede oggi. Ma — ammesso che non si verifichino altri casi MH17 — il costo di quell’errore sarà pagato mensilmente dal popolo ucraino. Gli svarioni di un secolo fa hanno causato la morte di più di 10 milioni di persone, soprattutto giovani, in ogni parte del globo. Mentre commemoriamo lo scoppio della Prima guerra mondiale, non beviamoci la vecchia ma resistente menzogna che descrive il loro «sacrificio» come nobile e necessario. Al contrario, la guerra deve essere intesa come il più grave errore della storia moderna. Lo scorso giugno, il Presidente Obama stupì i giornalisti a bordo dell’Air Force One dichiarando la sua nuova dottrina politica: «non fare idiozie» . La lezione della storia, per parafrasare Donald Rumsfeld, è che le idiozie accadono. (Traduzione di Ettore Claudio Iannelli) © RIPRODUZIONE RISERVATA Il ruolo di Bolloré nel riassetto Telecom I l contropiede estivo di César Alierta smarca Telefonica dallo stallo in Italia, ma rappresenta più il fischio d’inizio del secondo tempo che quello triplo di chiusura della partita. Finora il bilancio, per quanto riguarda il gruppo spagnolo, è a doppia lettura. Negativo perché l’operazione Telecom ha significato perdite pesanti. Tuttavia ha avuto l’effetto di paralizzare la società italiana, di cui Telefonica è tuttora l’azionista di maggior peso. Il risultato è che negli ultimi 15 anni il rapporto tra le due compagnie si è invertito a favore degli spagnoli, in forte crescita mentre la società italiana ha perso posizioni importanti. La prima reazione al blitz di Alierta dell’amministratore delegato di Telecom, Marco Patuano, è stata, e ancora è, rispondere colpo su colpo in Brasile, rilanciando su Gvt, una operazione allo studio da mesi. Ma per farlo occorrono soldi, tanti soldi, perché l’offerta degli spagnoli è generosa. E Telecom non li ha. Anzi, ha tanti debiti (come peraltro gli spagnoli). La differenza, che rende complesso il rilancio, è l’assetto azionario, con i principali azionisti di Telecom in uscita, da Intesa Sanpaolo a Generali e Mediobanca. La possibilità all’ordine del giorno è la proposta, alternativa all’offerta di Telefonica, della fusione tra Gvt (Vi- Il finanziere bretone, presidente di Vivendi, potrebbe diventare partner della società italiana Le conseguenze della possibile uscita di Telefonica dal gruppo guidato da Patuano vendi) e Tim Brasil (Telecom) nel quadro di un accordo organico con il colosso francese. Lo scenario, condiviso dall’azionista di minoranza della Telecom, Marco Fossati, prevede di cogliere l’attimo per dare impulso alla nascita di una Telecom partner di Vivendi sia in Italia sia in Brasile. E il cardine intorno a cui può ruotare l’operazione è il finanziere bretone Vincent Bolloré, al tempo stesso presidente di Vivendi e azionista importante di Mediobanca. Telecom sarebbe protagonista di una grande alleanza con un produttore di contenuti come Vivendi, nel quadro delle convergenze che si stanno delineando tra le società del settore e le aziende di telecomunicazioni. Ma Bolloré entrerebbe in scena anche se Vivendi darà via libera all’offerta di Telefonica in Brasile che, secondo quanto previsto dalla seconda parte dell’operazione proposta da Alierta, porterà in dote ai francesi l’8% di Telecom. Non solo. L’alleanza tra Telecom e Vivendi potrà coinvolgere un terzo gruppo, Mediaset, che separerebbe le strade da Telefonica. Un giro di volta possibile anche grazie alla mediazione di una vecchia conoscenza di Bolloré: Tarak Ben Ammar, consigliere di Mediobanca. © RIPRODUZIONE RISERVATA 34 Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera Spettacoli In autunno Johnny Depp chitarrista in un album con testi di Dylan Johnny Depp suona la chitarra in un disco che mette in musica una serie di vecchi testi mai usati da Bob Dylan. L’album si chiama «Lost On The River: The New Basement Tapes» e il progetto coinvolge Elvis Costello, Marcus Mumford dei Mumford & Sons, il produttore T Bone Burnett e altri artisti. Il personaggio La regina del country pop nel cast di «The Giver» Sette Grammy Taylor Swift, 24 anni, è nata a Wyomissing, in Pennsylvania. Ha scritto il suo primo pezzo a 11 anni. Nel 2006, il suo primo album è rimasto in classifica per 273 settimane. La sua «Love Story» è il pezzo country più venduto della storia. Ha vinto sette Grammy Awards e, secondo Billboard, nel 2013, è stata l’artista ad aver guadagnato di più Con Jeff Taylor Swift in versione bruna con Jeff Bridges L’inquietante Meryl Anche Streep (65 anni) tra i protago(64 anni) in «The Giver», in uscita a settembre nisti del film tratto dall’omonimo romanzo di Lois Lowry Taylor Swift tra i divi: vinco le mie insicurezze avere molte insicurezze, ma tutti mi hanno aiutato. Il successo, le tonnellate di vestiti che ti mandano, il complesso rapporto con la tua immagine, non sempre ti aiutano a trovare un equilibrio. Quanto ai miei modelli di attrice e donna ho sempre ammirato Grace Kelly, Audrey Hepburn e non mi stanco di essere una fan di Françoise Hardy». Ha le idee chiare su cosa vorrebbe che la sua partecipazione al film desse al pubblico: «La capacità di andare per una strada diritta, cosa che anche la comunità del film a un certo punto perde». Spiega l’autrice Lois Lowry: Debutto sul set con Meryl Streep e Bridges «Conflitti familiari in un futuro da incubo» LOS ANGELES — Taylor Swift, cantautrice amatissima da tutti in Usa, con il suo aspetto da brava ragazza (miliardaria, classe 1989, al settimo posto nelle classifiche di Forbes fra le celebrità più di tendenza nel mondo) non si accontenta più di vendere i suoi album pop, ma ormai cerca strade nuove anche nel cinema. «Sono davvero onorata di far parte del cast di The Giver diretto da Phillip Noyce, al fianco di attori che amo, da Meryl Streep a Jeff Bridges, ai giovani che con me fanno parte del cast come Brenton Thwaites e Odeya Rush», dichiara sminuendo il suo ruolo da neoattrice e con il suo aspetto da teenager firmata di tutto punto nel vestire elegante, che l’ha fatta diventare un modello per tutte le sue coetanee. In una estate di film con apocalissi di ogni tipo, la pellicola ha un passo diverso: anche se è ambientata in un futuro da incubo dove le persone non hanno memoria del loro passato è centrata sulla famiglia e sulle sue crepe, sui rapporti che aiutano i giovani a crescere. The Giver è tratto dall’omonimo libro di Lois Lowry, che affronta nei suoi scritti temi sociali (ha all’attivo 45 romanzi) con un occhio per lo più su storie di giovani. Definito dalla critica «un punto di riferimento per la generazione Y», è stato pubblicato anche in Italia da Giunti Editore (Il donatore) e — in libreria da più di 18 anni — era un progetto di cinema sempre rimandato e ambito da molti registi. Racconta Taylor Swift, mettendo da parte con umiltà i suoi trionfi da multi premiata Grammy: «Jeff Bridges è un mentore per il giovane protagonista e, lo ammetto, sul set non Parigi Paura per Delon operato d’urgenza alla schiena Alain Delon di nuovo in ospedale. Dopo il problema al cuore, l’attore francese è stato ricoverato d’urgenza lo scorso weekend lamentando «terribili dolori alla schiena che gli impedivano di muoversi». Delon, 78 anni, è stato soccorso nella sua casa di Parigi e trasportato al reparto di neurochirurgia dell’ospedale Lariboisière. L’attore, dicono, era allo stremo delle forze con i tratti del viso molto tirati ed è stato operato lo scorso lunedì. Alain Delon aveva già sofferto di un problema alla schiena. smettevo mai di guardarlo, di ascoltarlo. Nel libro il protagonista e i suoi amici avevano poco più di 12 anni, nel film sono adolescenti e più — dai 16 ai 20 anni — e vivono all’interno di una comunità dove Bridges per i ragazzi è un pozzo inesauribile di memorie. Abbiamo girato anche in Sud Africa, per me è stata una esperienza eccezionale come lo studiare la comunità al centro del film nella quale non esistono più guerre, conflitti, discriminazioni sociali e tutti seguono le ferree regole, specie le famiglie che, come prescrive il controllo governativo e il Consiglio degli Anziani, devono essere formate da una coppia e da due figli, un maschio e una femmina». Continua: «Ho un ruolo secondario, ma mi sono dedicata al film davvero con passione. In passato per il cinema ho lavorato solo come autrice di canzoni e colonne sonore, compreso Hunger Games, e, divertendomi, ho dato la voce ai personaggi di svariati film d’animazione e ho partecipato a serie tv come autrice. Sono nata in Pennsylvania, a Hollywood vado solo per lavorare e quando mi chiedono di definirmi non dico certamente che sono un’attrice, ma una cantante country, che forse ha segretamente un sogno: interpretare un musical a Broadway. The Giver ha un cast importante e io prima avevo fatto al ci- Miti I miei modelli sono Grace Kelly e Audrey Hepburn. Ora sogno un musical a Broadway nema e in tv solo brevi apparizioni». Riservata, malgrado il legame con Harry Styles degli One Direction, i flirt con Taylor Lautner e Jake Gyllenhaal, il primo amore Joe Jonas, gli intrecci con John Mayer e Connor Kennedy, la ragazza è spiritosa quando dice: «Gli amori servo- no anche come ispirazioni per le canzoni. Sono autrice dei miei testi, della mia vita e avevo davvero amato il romanzo di Lois Lowry, sono stata una dei suoi milioni di fan. Gli autori della sceneggiatura hanno scritto pensando a me il personaggio di Rosemary, una pianista». Sincera, afferma: «Confesso di IL NUOVO LIBRO DI sette di noi In lIBReRIa e In eBook Giovanna Grassi © RIPRODUZIONE RISERVATA “Margherita d’Amico è una passionaria. Quel che sorprende in questi racconti è non solo l’abilità della fattura e dei dialoghi, ma la partecipazione al dolore del mondo. Questo è un libro in cui Margherita d’Amico mostra una maturità di scrittura ormai acquisita.” MaRgheRIta D’aMIcO Romanzo BomPIanI «Quando un autore cede i diritti di un proprio romanzo al cinema deve accettare il fatto che gli sceneggiatori faranno sul suo libro un lavoro diverso. Ho dato un solo consiglio al regista: “Non tramutare il libro in un romanzo amoroso e di conflitti tra adolescenti”». Chiarisce la sua filosofia: «È verissimo che io prediligo scrivere per i giovani, perché ancora sognano di poter cambiare l’universo che ci circonda, fatto di violenza e brutture ma anche di grandi scoperte e conquiste della scienza. La comunità di The Giver era e resta nelle mie intenzioni un microcosmo che può suggerire molte cose: anche la ribellione». RaffaeLe La capRIa Corriere della Sera @libribompiani LibriBompiani www.bompiani.eu Spettacoli 35 Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014 Festival di Locarno Apertura con «Lucy», storia di una spietata eroina Il film Droga, intrighi, strani poteri Scarlett estrema per Besson Il regista: cerco la spiritualità anche attraverso la violenza LOCARNO — La nuova micidiale eroina di Luc Besson Lucy, c h e i e r i s e r a h a a p e r to i l 67esimo Festival di Locarno, è un’ambiziosa postilla alla filosofia del dovunque sei mi ascolterai accanto a te mi troverai, come sospirava Il nostro concerto di Bindi. Come Her e Trascendent si ipotizza che con la scusa del web l’immanenza dello spirito diventi realtà. Besson non si nega l’immagine delle dita che si sfiorano, vedi Michelangelo: «La tecnologia di oggi è ai limiti del possibile e l’immaginazione è di nuovo al potere forse dobbiamo ridare lo scettro al Creatore». Good news: «Il finale del film parla di religione e di Dio, come facciamo da duemila anni, se si è padroni del Tempo si è ovunque». Refrattaria al sorriso degli esseri umani, Scarlett Johansson dopo essere stata aliena serial killer in Under the skin, è qui una ragazza trafficante di droga, «una ragazza media mediocre, americana, fragile, con la gonna che non può menar le mani e deve industriarsi: come una pecorella bianca in un bran- La creazione di Eva «Con la Johansson abbiamo inventato un linguaggio. Quasi una Eva cinematografica» co di coccodrilli. E con Scarlett, grande professionista, ci siamo inventati un linguaggio». E quando il pacchettino regalo di una potente sostanza color le grand bleu le scoppia nello stomaco con l’effetto di un super Maalox, ecco che la biondina amata 15enne da Redford diventa spietata e capace di teleci- nesi, strani poteri, indenne alla forza di gravità. «È quasi una nuova Eva» dice il regista, che nega di aver creato solo donne violente. Lo scienziato Morgan Freeman cui spetta il compito di assistere e non capire, dice che Lucy usa il suo cervello alla massima potenza, utilizzando i mille segnali al secondo dei suoi L’autore Luc Besson (foto sopra), 55 anni, è nato a Parigi; il suo primo lungometraggio è del 1983 e si intitola «Le Dernier Combat». Tra i suoi film: «Nikita» (1990), «Léon» (1994) e «Giovanna d’Arco» (1999) La trama Nella foto grande Scarlett Johansson, 29, protagonista di «Lucy» in cui interpreta una ragazza sbandata che all’improvviso si ritrova capace di sfruttare al meglio le capacità del suo cervello: si vendicherà così di malvagi criminali Il concerto miliardi di cellule: non vuol dire che mandi a memoria Dante o Il Cardellino ma solo che se la prenda, dalla poetica del luna park, con il malaffare del mondo, il perfido che l’ha messa nei guai (lo spietato Choi Min Sik, campione di sadomaso coreano). «Mi interessava il tema del cervello, questo chilo e quattro di cui parlo da anni con gli scienziati e che usiamo al 20% delle sue potenzialità: volevo capire e spiegare, in un film divertente, quel mistero che mi aveva iniziato al cinema quando vidi 2001 a 11 anni, ed è un tale capolavoro che ogni riferimento non è casuale». Vent’anni anni dopo Nikita Besson torna sullo splatter in gonnella, eliminando d’un colpo i dieci comandamenti e col senno della vita oggi più che mai virtuale, per cui il suo incubo fantasy è sospeso in una zona di cattiva coscienza collettiva che si fa aiutare da effetti speciali trash poco di bon ton, fuoco vomito e fiamme, senza negarsi l’inseguimento d’auto contro mano sotto i portici in rue de Rivoli, un bel sfracello di carrozzerie e stuntmen. «Il cinema è viaggiare nel mondo, gustare i sapori e i colori e tentare di restituirli». Un compito che il Festival nella sua prima serata ha tentato di soddisfare con Jean Pierre Lèaud, premiato settantenne ad insaputa di Truffaut che, l’anno di nascita di Besson, girava I 400 colpi. E plausi per Melanie Griffith, la figlia di Tippi Hedren Marnie, con un corto di 10 minuti a Locarno, dove la retrospettiva cronaca familiare Titanus entra ora nel vivo con Guido Lombardo e la diva testimone dei musicarelli, la tosta Rita Pavone la zanzara. Maurizio Porro © RIPRODUZIONE RISERVATA Successo per Benini a Montecarlo Sì è esibito anche Maurizio Benini — direttore italiano molto richiesto all’estero — nella serie di concerti all’aperto che tra luglio e agosto vengono ospitati al Palais Princier del Principato di Monaco, nella Cour d’Honneur del palazzo. Il 3 agosto Benini ha guidato l’Orchestre Philharmonique de Montecarlo (tra gli altri orchestrali, i primi violini David Lefèvre e Claude Costa; all’arpa Sophia Steckeler), su celebri temi tratti da film, tra cui La strada, Amarcord e Il Gattopardo di Nino Rota e Lawrence d’Arabia, Passaggio in India e Il Dottor Zivago di Maurice Jarre. È stato tra i più apprezzati del ciclo di concerti che si chiuderà stasera con quello in cui si esibirà il Coro del Carlo Felice. «Non aprite quella porta» Morta Marilyn Burns Fu un’icona horror È stato uno dei volti più famosi della storia del cinema horror. E’ morta Marilyn Burns (foto), attrice divenuta celebre nel 1974 grazie al film Non aprite quella porta. Aveva 65 anni. Il corpo della donna, sopravvissuta a Leatherface, il cannibale che nella saga uccideva le sue vittime con una motosega, è stato trovato due giorni fa nel suo appartamento di Houston, in Texas. Sono ancora ignote le cause del decesso. Dopo l’exploit nel film di Tobe Hooper, divenuto celebre per il suo urlo, la carriera della Burns si è divisa tra televisione e teatro. 36 Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera Sport Torino in campo per l’Europa Rihanna compra una squadra Questa sera alle 20.30 (tv Premium Calcio), il Torino gioca all’Olimpico la gara di ritorno del turno preliminare di Europa League contro gli svedesi del Brommapojkarna, battuti 3-0 nella gara d’andata. Nonostante la qualificazione blindata, sono già stati venduti oltre 22 mila biglietti: «È una partita — ha detto Ventura — che per noi rappresenta qualcosa di speciale». Rihanna, la cantante protagonista, come tifosa, ai Mondiali di Brasile 2014, avrebbe deciso di acquistare un club nel Regno Unito. La 26enne popstar si è detta «molto interessata» a creare un’accademia nella sua Barbados e a diventare proprietaria di una squadra di calcio in Inghilterra, tanto da aver chiesto consiglio a un amico, il giocatore del Chelsea, Didier Drogba. 50 milioni 25 milioni 15 milioni 45 milioni 12 milioni I nodi del mercato La serie A aspetta 200 milioni. A tanto ammonta il valore di alcune delle (poche) stelle rimaste nel nostro campionato che potrebbero lasciare l’Italia. Il campionato sarebbe ulteriormente impoverito dal punto di vista tecnico, ma i club otterrebbero un po’ di ossigeno sotto forma di risorse fresche per aggiustare i conti e fare mercato. Qui da noi non esistono mecenati come Klaus-Michael Kuhne, il magnate tedesco che pochi giorni fa ha donato 17 milioni per ripianare le perdite del «suo» Amburgo. Inoltre, da un po’ di anni a questa parte, le nostre big non possono più permettersi gli acquisti milionari che tante volte hanno fatto sognare i tifosi sotto l’ombrellone. E che ora sono appannaggio esclusivo di Real Madrid, Barcellona, Bayern Monaco, Paris Saint Germain, Manchester United, Manchester City e Chelsea. Prova ne è la formula attualmente più in voga nei trasferimenti nostrani: il prestito con diritto di riscatto. Ecco allora che, da qui all’1 settembre, giorno di chiusura delle trattative, il mercato potrebbe riservare alcuni fuochi d’artificio. Diversi infatti sono i giocatori appetiti all’estero, considerati incedibili dai nostri club ma alla fine «sacrificabili» nel caso arrivasse una megaofferta. È il caso di Juan Cuadrado, il nome più caldo in queste ore perché a breve, forse già oggi, incontrerà il patron viola, Andrea Della Valle, per chiarire il suo futuro. Il colombiano è appena tornato ad allenarsi con i compagni, ma la sua permanenza non è certa. Il Manchester United infatti insiste, il Barcellona resta spettatore defilato ma interessato, la Fiorentina fa muro e chiede 45 milio- Incedibili in teoria, da vendere se c’è l’offerta giusta Per quadrare il bilancio e per fare nuovi acquisti ni. Ieri Alessandro Lucci, agente del giocatore, si è incontrato con il direttore tecnico viola, Eduardo Macia, per un primo confronto. In attesa della verità, si guarda al dopo: per il centrocampo piacciono Fernando e Miguel Veloso; per la fascia il nome buono sarebbe Bonaventura. La Juventus è alle prese con il nodo Vidal. E anche qui la ten- tazione si chiama Manchester United anche se c’è chi sostiene che l’incertezza sulle condizioni del ginocchio destro operato prima del Mondiale, potrebbe far cambiare obiettivo ai Red Devils. Che quindi punterebbero tutto proprio su Cuadrado. Fatto sta che la Juve continua a considerare incedibile Vidal, valutato 50 milioni, non avendo al momento ricevuto offerte. La giornata dei portieri 200 milioni di euro il tesoretto da reinvestire da parte dei club più importanti nel caso partissero tutti i giocatori in vendita. Una cifra importante da reinvestire nel mercato in entrata per club come Juventus, Roma, Inter, Milan e Fiorentina Diego Lopez chiede un triennale, il Milan tratta col procuratore Reina saluta e va al Bayern Monaco MILANO — La tournée americana del Milan ha evidenziato una lacuna nel settore dei portieri. Abbiati, ritenuto il più affidabile, soffre di problemi alla schiena; Agazzi tradisce immaturità per il ruolo; Gabriel è considerato troppo acerbo. Ecco perché il Milan sta stringendo i tempi per Diego Lopez del Real Madrid, titolare nell’ultimo anno e mezzo ma ora chiuso dalla super-concorrenza del neo arrivo Navas e del canterano Casillas. Fra domani e dopodomani il suo agente sarà a Forte dei Marmi per trattare l’ingaggio con Adriano Galliani. Il giocatore (seguito anche da Liverpool e Monaco) si oppone infatti alla formula del prestito: 32enne, chiede un contratto triennale (che altrove gli verrebbe garantito). A Madrid guadagna 2,5 milioni di euro, l’ad rossonero punta a un robusto sconto. Poi potrà partire uno fra Agazzi (che interessa al Sassuolo anche se non ha ancora formalizzato un’offerta) e Gabriel (verso il Brasile). Pepe Reina, seguito anche dal Milan, nel frattempo ha salutato il Napoli di Benitez e si è accasato al Bayern Monaco. L’altro ingresso rossonero è quello di Pablo Armero, attualmente in Colombia ma che la prossima settimana si potrebbe già aggregare alla squadra di Inzaghi (prestito con diritto di riscatto). Prima sarà necessaria l’uscita di Constant, oggi in Turchia per le visite mediche e la firma con il Trabzonspor. Robinho è arrivato ieri in Brasile: ha postato una foto con la maglia del Santos (che lo preleva con la formula del prestito per un anno, impegnandosi però a pagare dei bonus in caso di conquista della La palla quindi passa proprio al giocatore che attualmente è in tournée in Asia con la squadra e che ieri non ha giocato l’amichevole a Giacarta perché sta svolgendo un lavoro specifico per recuperare dall’operazione al ginocchio. Che cosa fare senza il Guerriero? Per Allegri tornerebbe di moda Guarin, già a un passo dai bianconeri a gennaio. Ma l’incasso sarebbe reinvestito anche sugli altri due obiettivi identificati dall’ad Marotta. Un difensore (Manolas e Nastasic i preferiti) e un attaccante: piacciono Lavezzi, Pastore, Jovetic e Gabbiadini. Anche la Roma ha il suo «sacrificabile»: è Mehdi Benatia, Libertadores o del campionato). Dall’Inghilterra arriva un’indiscrezione: il Manchester United avrebbe incontrato i manager di De Jong. Ma al Milan non è al momento arrivata alcuna offerta dai Red Devils. L’Inter, che ieri ha ufficializzato l’arrivo in prestito con diritto di riscatto (fissato a 7 milioni) di Osvaldo, ora pensa a sfoltire la rosa. Ceduto Taider con la stessa formula al Southampton (riscatto fissato a 9 milioni), oggi Ausilio incontrerà l’agente di Mbaye: se non si troverà l’accordo sul rinnovo, andrà in prestito al Genoa. Il presidente Preziosi (che ha prelevato il cileno Pinilla dal Cagliari) punta anche a Campagnaro, su cui c’è pure l’interesse della Samp. La nostalgia per l’Italia di Ibrahimovic rivelata dall’amico-tecnico Hansson («Zlatan rivuole la Juve...») non trova riscontri a Torino. «Fantacalcio» è il commento che proviene dalla sede bianconera. Nell’organico di Allegri manca un difensore centrale: allo stadio le opzioni Nastasic, Zapata e Manolas (che costa però 15 milioni). Il greco dell’Olympiacos è stato proposto anche alla Roma (che lo considererà solo in caso di futura cessione di Benatia). Monica Colombo Conteso Pepe Reina, 31 anni, del Liverpool (Fotopress) © RIPRODUZIONE RISERVATA Sport 37 Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014 Webb lascia, allenerà gli arbitri Tennis, Fognini e Seppi out Golf, McIlroy punta al tris Dopo 25 anni di carriera e oltre 500 gare dirette ha annunciato il ritiro l’inglese Howard Webb, arbitro internazionale tra i più apprezzati. Webb diventerà direttore tecnico dell’organismo che supervisiona l’operato degli arbitri inglesi, l’equivalente dell’Aia italiana. Ex poliziotto, 43 anni, Webb vanta una finale Mondiale (Sudafrica 2010) e una di Champions. Inizia oggi a Valhalla, nel Kentucky, il Pga Championship (tv dalle 19, Sky Sport 3), quarto e ultimo Major della stagione. Favorito il nordirlandese Rory McIlroy, che punta al quarto Major in carriera e al terzo successo consecutivo (dopo British Open e Bridgestone). In campo anche gli italiani Edoardo e Francesco Molinari e Matteo Manassero. In vendita 40 milioni Date e bilanci Stop il 1° settembre Il mercato estivo, avviato il 1° luglio, si concluderà in Italia lunedì 1° settembre alle ore 23. Dopo questa data possibili i trasferimenti solo per i giocatori svincolati. Le trattative riprenderanno, per la sessione invernale, dal 5 gennaio al 23 febbraio 2015 Basta comproprietà Novità di questo calciomercato è che non si possono più acquistare calciatori con la formula della comproprietà. Sarà possibile rinnovare di un solo anno le comproprietà esistenti Bilanci a oggi Le 20 squadre della serie A hanno finora incassato complessivamente 117,1 milioni di euro, spendendone 171,1 con un bilancio di -54 milioni. Ecco il dettaglio: Atalanta incassati 3 milioni spesi 2 milioni Cagliari +2 -6 Cesena +2 -1,9 Chievo +3,2 -5,8 Empoli +0 -0 Fiorentina +1,1 -3,6 Genoa +8,5 -5,5 Inter +2 -4,6 Juventus +14,8 -36,8 Lazio +0 -18,4 Milan +2,6 -0,5 Napoli +4,3 -5 Palermo +4,5 -4,2 Parma +5,5 -5 Roma +2,6 -39,5 Sampdoria +8,6 -5,4 Sassuolo +0,5 -3,5 Torino +10 -12,7 Udinese +8,5 -8,2 Verona +33,4 -2,5 Sei giocatori (e le rispettive valutazioni) che potrebbero essere ceduti nei prossimi giorni. Giocatori importanti che, in caso di cessione, permetterebbero ai loro club di tornare sul mercato per acquistare. Da sinistra, Arturo Vidal, 27 anni, centrocampista della Juve; Mario Balotelli, 23 anni, attaccante del Milan; Fredy Guarin, 28 anni, centrocampista dell’Inter; Juan Cuadrado, 26 anni, centrocampista della Fiorentina; Ricky Alvarez, 26 anni, centrocampista dell’Inter; Mehdi Benatia, 27 anni, difensore della Roma (Ansa, Liverani, Reuters, Canoniero, Action Images) colonna della retroguardia di Rudi Garcia. Un primo assalto del Manchester City è stato respinto ma la società giallorossa è comunque ancora disposta ad ascoltare eventuali offerte. Non inferiori, però, a 40 milioni. Ecco perché il ds Sabatini pensa all’eventuale post-Benatia: ha incontrato l’entourage del greco Manolas (sul quale c’è anche la Juve) e monitora il montenegrino Basa del Lille. Ma in entrata potrebbe esserci anche un esterno: occhio a Konoplyanka del Dnipro. E poi c’è Balotelli. Sì, anche SuperMario è tra i possibili partenti. Il Milan ha lasciato intendere che potrebbe rinunciare al suo campione, la cui valutazione è attorno ai 25 milioni dopo la delusione del Mondiale. Forse anche per questo, l’interesse dell’Arsenal è scemato; per il Liverpool, al momento Balo sembra essere soltanto un’idea e niente più. Tutto è quindi fermo in attesa di novità. Che potrebbero aprire la porta di Milanello ad Alessio Cerci, l’esterno che chiede Inzaghi. Il Torino lo valuta 20 milioni, il presidente Cairo non vuole privarsene ma, oltre ai rossoneri, c’è da registrare il ritorno forte nelle ultime ore dell’Atletico Madrid. Proprio ieri il tecnico granata Ventura ha confermato l’incertezza: «Cerci sta lavorando per fare una grande stagione. Con il Torino? Non lo sappiamo...». Fronte Inter: qui il tesoretto potrebbe sfiorare i 30 milioni ed essere destinato a un attaccante (Hernandez?) e un esterno (piace Biabiany) e un difensore (Rolando o Balanta). Mazzarri potrebbe infatti dover salutare Guarin, seguito dal Monaco e possibile alternativa a Vidal per la Juve. Costo: 15 milioni. Ma anche Ricky Alvarez, appena tornato in gruppo dopo il Mondiale, ha estimatori all’estero, soprattutto in Bundesliga. La sua valutazione è di 12 milioni. Filippo Bonsignore © RIPRODUZIONE RISERVATA Secondo turno amaro per gli italiani al Masters 1.000 di Toronto, in Canada. Escono Andreas Seppi, battuto da Ivan Dodig 6-4, 3-6, 7-6, e Fabio Fognini: il ligure, 16a testa di serie, è stato eliminato dal sudafricano Kevin Anderson, n.21 del ranking, già killer dell’azzurro al terzo turno di Wimbledon: 7-5, 6-2 in un’ora e 7’ per il gigante di Johannesburg. Verso le elezioni La risposta a Lotito: «De Rossi ha diritto di parola. E di voto» Tommasi: «Altro che ignoranti Calciatori pronti a comandare» Pensate a giocare, ignoranti. Un po’ brutalmente, ma è questo il concetto espresso dal presidente della Lazio Claudio Lotito («Ora parla pure De Rossi: i dipendenti dovrebbero fare i dipendenti») e dal numero 1 del Coni Giovanni Malagò («Negli altri sport gli atleti studiano, nel calcio no»). Parole che rimbombano fragorose alla vigilia delle elezioni federali. Non ci sta Damiano Tommasi, scudetto con la Roma nel 2001 e 25 presenze in nazionale, a 40 anni ancora in campo — in 3ª divisione nel facendo, attraverso iniziative e corsi sul dopo carriera, management, istituzioni, rapporti con il mondo esterno. E ora siamo arrivati a candidare un ex giocatore a presidente federale». Che parte da sfavorito però... «Fino a due settimane fa Tavecchio era dato vincente al 100 per cento, ora la partita va giocata. E l’esito non è così scontato, anzi». Che cosa deciderà? I soldi, le riforme, le simpatie, che cosa? «Il coraggio. Ci vuole molto coraggio nel segreto dell’urna. Con Albertini abbiamo dato un’alternativa». Sta invitando a votare Demetrio? «Sarebbe un salto di qualità, un segnale forte per il nostro calcio, anche all’estero». Si creerebbe però uno scenario difficile da gestire. «Diciamo pure ingarbugliato, ma sarebbe un punto da cui ripartire, se davvero L’invito La sorpresa Il presidente dell’Aic spinge Albertini: «Un’occasione» Ci vuole coraggio nel segreto dell’urna Possiamo dare una svolta al calcio Sant’Anna di Alfaedo («Hanno ridotto le dimensioni del campo per venirmi incontro», scherza) — e dal 2011 presidente dell’Associazione calciatori. «Mi va di ricordare che il fondatore ed ex presidente dell’Aic, Sergio Campana, è laureato in giurisprudenza». Anche lei ha studiato. «Sono ragioniere, come Tavecchio, ma per la laurea c’è ancora tempo. Anche se con cinque figli...». Dunque, i giocatori possono parlare. «Lotito può dire quello che vuole, ma gli ricordo che dal 2000 i calciatori hanno diritto di voto, per delega. E magari potessero votare tutti...». È vero che il calcio italiano è così ignorante? «Macché, a livello sindacale europeo siamo tra i più autorevoli e competenti. Certo c’è molto da fare e lo stiamo Alleanza Demetrio Albertini, 42 anni, candidato alla guida Figc e Damiano Tommasi, 40 anni, presidente Aic (Ipp) La corsa alla Figc Oggi la serie B decide per chi votare Un documento unisce i no-Tav di A Oggi la serie B dirà con chi sta: se confermare l’appoggio a Carlo Tavecchio nonostante le gaffe oppure virare, a sorpresa, su Demetrio Albertini. In ballo un 5% di voti che potrebbe spostare gli equilibri nell’assemblea elettiva Figc di lunedì a Fiumicino. Per ora i numeri dicono Tavecchio, il presidente della Lega di B Andrea Abodi ha più volte ribadito il proprio sostegno al presidente dei Dilettanti e i club, a grande maggioranza, non si sono discostati dalla sua linea («Il Bari gli conferma il sostegno», ha detto ieri il nuovo patron dei pugliesi Gianluca Paparesta). A parte due dissidenti, Brescia e Ternana, e una società ancora incerta, il Latina. Di sicuro quello di oggi a Lerici (dove sarà presentato il calendario di B 2014/15) è un passaggio cruciale, forse l’ultimo ostacolo che potrebbe lanciare Tavecchio verso la presidenza della Figc. Ma «ci vuole un veggente per capire come andrà a finire», ha detto ieri il presidente del Coni, Giovanni Malagò. Niente è così scontato, insomma. E, infatti, le 9 società di A che hanno ritirato il sostegno a Tavecchio (in principio Juventus e Roma, le altre dopo la frase su «Optì Pobà») stanno preparando un documento per formalizzare la loro posizione e, così, sottoporla al summit di Lega che andrà in scena nell’Hilton di Fiumicino a poche ore dall’assemblea elettiva con l’obiettivo di allargare il fronte dei no-Tav. Intanto ieri Sky ha precisato la nota diffusa martedì: «Nessun documento segreto né contrarietà o appoggio ai candidati, ma solo proposte concrete che Sky vuole mettere a disposizione dello sport più amato dagli italiani». © RIPRODUZIONE RISERVATA Fino a due settimane fa Tavecchio era dato sicuro, ora la partita è aperta vogliamo cambiare qualcosa. Attenzione, Albertini non sarebbe un presidente di parte, ma il presidente di tutti. Perché il senso è che ognuno di noi deve togliersi idealmente la propria maglietta e indossare la casacca della nazionale». E l’azzurro dona più ad Albertini che a Tavecchio... «Chiunque venga eletto dovrà fare il presidente di tutti. Ci si dovrà accomodare a un tavolo, condividere, progettare, rinnovare». Dopo Perrotta, De Sanctis è pronto a sedersi nel consiglio federale e Albertini rischia di diventare presidente di tutto. È la riscossa dei calciatori, altro che ignoranti. «Non parliamo di riscossa, ma di un modo moderno di gestire il calcio. Se ci teniamo». Federico Pistone © RIPRODUZIONE RISERVATA A Ginevra A Giacarta Napoli, una prodezza di Dzemaili Juve, 8 gol alle stelle indonesiane piega il Barcellona senza fenomeni Tripletta di Llorente, bene Pogba Una staffilata a effetto di Dzemaili a 10 minuti dalla fine regala al Napoli una vittoria di prestigio contro il Barcellona di Luis Enrique nell’amichevole di ieri a Ginevra. Sul tiro c’è stata la chiara complicità di Claudio Bravo, il portiere cileno appena arrivato in blaugrana, che è intervenuto goffamente sul pallone che è terminato in rete. Il Barça si è presentato senza Messi e Neymar e ha creato pochi pericoli alla porta di Rafael, anzi è stato il Napoli a rendersi subito pericoloso con una punizione di Hamsik, su cui Insigne è in ritardo di un soffio, e con un colpo di testa dello stesso Hamsik neutralizzato da Bravo. Nel Barcellona si è distinto Munir che costringe Rafael a una grande parata alla mezz’ora. Nella ripresa la squadra di Luis Enrique ci Positivo Marek Hamsik, 27 anni (Reuters) prova due volte con Pedro e, dopo la girandola di sostituzioni, il Napoli passa a sorpresa. Nel finale, Rafael salva il successo con una parata sul destro di Deulofeu. Comincia bene la stagione di Rafa Benitez. © RIPRODUZIONE RISERVATA (f.bon.) Goleada Juve a Giacarta. I bianconeri colgono il primo successo dell’era-Allegri vincendo 8-1 (tripletta di Llorente e gol di Pirlo su rigore, Giovinco, Coman, Tevez e Pepe) l’amichevole con la selezione All Stars Indonesia, davanti a 88 mila spettatori. Il test è stato poco più che un allenamento e non può essere considerato significativo dal punto di vista tecnico vista l’enorme differenza di caratura tra le due squadre. Così la gara si è rivelata utile per far crescere la condizione fisica e favorire l’inserimento dei nuovi. Allegri si è affidato al marchio di fabbrica contiano del 3-5-2, con Buffon e Pogba all’esordio stagionale. Il francese è apparso tra i più in palla nei 45’ giocati. Nella ripresa, debutto per Evra, qualche taglio interessante in profondità da In forma Paul Pogba, 21 anni (Reuters) parte di Pereyra e la conferma del talento di Coman, il giovane ex Psg che ha mostrato rapidità e senso del gol. Domenica seconda amichevole contro le A-League All Stars del grande ex Alessandro Del Piero. © RIPRODUZIONE RISERVATA 38 Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera Sport 39 Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014 Basket I figli di Nando protagonisti nella squadra di Pianigiani che affronta le qualificazioni europee Fratelli d’Italia, rivoluzione Gentile Tragedia Fratelli d’Italia: Alessandro, impeto e passione, Stefano, tenacia e riflessione. I fratelli Gentile, rimpallandosi colpo su colpo, sono stati protagonisti del break decisivo nella vittoria contro la Serbia di Sasha Djordjevic, ultima gara, la più dura e probante, del vittorioso torneo di Trieste. Nel nome del padre. E l’abbraccio di Alessandro con Nando dopo lo scudetto a Milano: «Era quello il sogno che mi portavo dentro, l’immagine che cullavo fin da bambino — confessa l’ala della EA7 — vincere lo scudetto con la stessa maglia e lo stesso numero sopra, nella stessa città, da capitano, come mio padre, 18 anni dopo di lui». Pochi giorni di vacanza in Sardegna, e subito l’estate sul campo, con la nazionale: «Un gruppo fantastico, «Se è per questo, penso che Alessandro faccia ombra a tutti — sorride Stefano, che gioca con Cantù, i più acerrimi nemici di Milano —. Se lo scudetto non lo devo vincere io è meglio che lo vinca lui, e da Mvp delle finali. Ale è più estroverso di me, e se ogni tanto gli scappa un’escursione sopra le righe io gli raccomando di concentrarsi solo sul campo e mantenersi sereno. Averlo raggiunto in nazionale per me è bellissimo: era troppo tempo che non stavamo insieme giorno e notte». Fratelli modello? «Da ragazzini litigavamo sempre e per qualsiasi cosa, non dico basket o calcio, ma anche biliardino o ping-pong, in ogni occasione che ci mettesse l’uno contro l’altro». Poi? «Un giorno Ale da ragazzino
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