Scaricare - File PDF

MARTEDÌ 1 APRILE 2014 ANNO 139 - N. 77
Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821
Roma, Piazza Venezia 5 - Tel. 06 688281
di A. Bocci, F. Fiocchini
e F. Monti alle pagine 40 e 41
Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano
Metamorfosi francese
L’anima smarrita
tra le vie di Parigi
Giovedì in edicola
La grande cucina
secondo Carlo Cracco
di Aldo Cazzullo
a pagina 11
Quinto volume a 9,90 euro
più il prezzo del quotidiano
NON C’È NESSUNA DERIVA AUTORITARIA
Il governo vara la riforma: non sarà più elettivo. Ma la tensione è alta nella maggioranza
IL COMPLESSO
DEL TIRANNO
Così può cambiare il Senato
di PIERLUIGI BATTISTA
Napolitano: bisogna superare il bicameralismo paritario
ifficile spiegare a
uno straniero dell’Occidente liberaldemocratico
che la fine del bicameralismo perfetto, fortunatamente sconosciuto nel suo
Paese, sia visto in Italia come l’anticamera di una mostruosa «deriva autoritaria».
O che un ragionevole rafforzamento dei poteri del capo
del governo sia il primo passo dello sprofondamento
negli abissi di un regime antidemocratico. O che l’abolizione delle Province sia l’avvio di una ipercentralizzazione tirannica dello Stato
che soffoca ogni autonomia
locale. Difficile spiegare i vibranti appelli contro la riforma radicale del Senato, la
psicosi di una cultura così
impaurita e paralizzata dallo
spettro del «regime autoritario», da vedere pericoli di
dispotismo in riforme istituzionali che altrove, all’interno di democrazie consolidate e sicure di sé, appaiono semplicemente normali.
Ovviamente, nel merito
del pacchetto di proposte di
riforme costituzionali che
Matteo Renzi ha voluto intestarsi si può e si deve discutere, ci mancherebbe. Ma
spingere, dopo decenni di
dibattiti inconcludenti, sul
tasto dell’«allarme democratico» e della «Costituzione violentata» rivela l’impantanamento in uno schema mentale squisitamente
conservatore che ha impedito sin qui di avviare le riforme istituzionali, di incardinarle in un progetto razionale, senza il terrore del
cambiamento e la difesa cieca di un assetto immutabile.
I nostri padri costituenti
avevano ragione ad avere
paura. Venivano da vent’anni di dittatura. Disegnarono
un sistema in cui nessuno
potesse vincere mortificando le minoranze, come era
accaduto con il fascismo.
Avevano il «complesso del
tiranno», come dicono i costituzionalisti, e crearono
un edificio istituzionale dominato dalla mediazione,
dal bilanciamento estremo,
dall’equilibrio perfetto, dalla lunghezza dei tempi di riflessione. Ma con il passare
del tempo, e mentre questo
sistema di equilibri perfetti
diventava l’alibi di ogni immobilismo, l’incancrenirsi
del «complesso del tiranno» ha impedito la modifica, anche la più lieve, in senso «decisionista». Da notare
che gli stessi costituenti avevano previsto, regolando
ogni modifica del testo costituzionale con apposite
procedure di garanzia, che
si potesse mutare la legge
fondamentale della nostra
Repubblica, almeno nella
sua seconda parte, «istituzionale», pur lasciando intatta la prima, quella dei
principi. Ma con il tempo si
è sedimentata una distorsione conservatrice con
connotati quasi religiosi di
omaggio e venerazione del
testo costituzionale («la Costituzione più bella del
mondo»), una mistica e una
sacralizzazione dello status
quo che hanno portato alla
scomunica tutti quegli
esponenti politici (da Fanfani a Craxi, da Cossiga a
D’Alema, da Berlusconi fino
allo stesso Matteo Renzi)
che si sono impegnati in un
modo o nell’altro nella proposta di riformare le nostre
istituzioni.
«Deriva autoritaria» è
stata la formula magica di
questa scomunica. Non la
discussione sui singoli punti delle riforme, ogni volta
opinabili e migliorabili, ma
l’idea stessa che si possa ritoccare in una direzione più
vicina al resto delle democrazie occidentali il nostro
assetto istituzionale. Modificare la Costituzione è diventato «stravolgere la Costituzione». Ogni riforma
«un attentato alla democrazia». Ogni semplificazione
un annuncio di pericoloso
«autoritarismo». Un pregiudizio difficile da superare. Gli accorati appelli di
questi giorni ne sono una
testimonianza.
Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alla riforma del Senato. Nonostante le polemiche e i dubbi di tenuta in Parlamento, il
governo va avanti. Renzi: «Su una cosa così ci
si gioca un’intera carriera politica». Napolitano: «Superare il bicameralismo paritario».
Giannelli
Le contromosse
dei resistenti pd:
basta ultimatum
DA PAGINA 2 A PAGINA 6
Berlusconi prigioniero
nella ragnatela del premier
di MONICA GUERZONI
A PAGINA 4
di FRANCESCO VERDERAMI
«Perché noi 5 Stelle
difendiamo
Palazzo Madama»
R
enzi cambia verso: alla legislatura. Da
ieri l’incognita del voto anticipato a medio termine viene di fatto cassata dalle variabili dello scenario politico perché, presentando la riforma del Senato e anteponendola al varo dell’Italicum, il premier allontana
le urne proiettandosi almeno fino al 2016.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
di LUIGI DI MAIO
la lettera A PAGINA 5
ichiesta di patteggiamento
per uscire dall’inchiesta prima possibile. Alcuni clienti delle
due studentesse-prostitute dei
Parioli hanno trovato un accordo per uscire dall’inchiesta: saranno liberi versando 40 mila
euro di pena pecuniaria. In alternativa, cinque mesi e dieci giorni o movimenti controllati senza
passaporto. Le ragazze, di 14 e 15
anni, si prostituivano per comperare borse e vestiti firmati.
A PAGINA 19
A
fondamento dell’ipotesi
di un «contributo di
solidarietà» sulle pensioni di
poco superiori a 2.000 euro
mensili lordi che, al netto
delle tasse, diventano poco
più della metà, insufficienti
persino a far fronte a
condizioni di vita assai
prossime alla povertà — e di
altre forme di tassazione
occulta e del tutto arbitraria,
c’è la convinzione, anche da
parte della sinistra renziana,
che il sistema pensionistico
abbia la stessa funzione
redistributiva della ricchezza
che gli assegnava
l’egualitarismo totalitario
comunista.
CONTINUA A PAGINA 34
I rischi dell’effetto serra nel rapporto delle Nazioni Unite
Sigarette e telefonate fanno scendere l’indice
L’inflazione viaggia
verso quota zero
Il record dal 2009
Terra malata, la cura che divide gli scienziati
di DANILO TAINO
I
l quinto rapporto Onu sul cambiamento climatico parla di oceani in crescita, ghiacciai che si sciolgono, barriere
coralline che muoiono. Ma la seconda parte è un po’ meno allarmista del passato. Quasi a tener conto delle
posizioni di alcuni scienziati non più disposti a considerare l’effetto serra come la prima emergenza del mondo. E
orientati a ritenere gli interventi antipovertà prioritari rispetto al taglio delle emissioni.
A PAGINA 23 G. Caprara, Offeddu
Clienti dei Parioli salvi con 40 mila euro
R
QUANTI FALSI
MORALISTI
SULLA PELLE
DEI PENSIONATI
CONTINUA ALLE PAGINE 2 E 3
Patteggiamento e ammenda dopo il sesso con le studentesse minorenni
di FIORENZA SARZANINI
Welfare e previdenza
di PIERO OSTELLINO
In primo piano
REUTERS/STRINGER
D
9 771120 498008
Servizio Clienti - Tel 02 63797510
mail: [email protected]
Fondato nel 1876
Vittoria sfumata
L’Inter perde la testa
e il Livorno rimonta 2 gol
40 4 0 1>
In Italia (con “Living”) EURO 1,40
www.corriere.it
italia: 51575551575557
Luoghi comuni
Le storie
Il genio sregolato?
Un’eccezione
Lavoro e metodo
la ricetta dei grandi
Rinchiusi
per tutta la vita
negli ospedali
giudiziari
di PAOLO DI STEFANO
di M. DE BAC e P. FOSCHINI
A PAGINA 25
A PAGINA 21
Cala il prezzo di telefonate e messaggi, in flessione la benzina e gli alimentari. Per le sigarette
aumenti ai minimi da dodici anni. Il risultato è che
l’inflazione è scesa a marzo allo 0,4%, secondo l’indice nazionale dei prezzi
al consumo. È il minimo
dall’ottobre 2009.
Bassa inflazione anche
a livello europeo: nell’area della moneta unica
la crescita è scesa dallo
0,7% allo 0,5. Sono numeri che preoccupano nel
momento in cui si riscontra una debole ripresa: in
cinque mesi in Italia la
crescita dei prezzi si è dimezzata e il tasso si sta
avvicinando alla soglia
«zero», oltre la quale c’è
la deflazione.
I soci a Torino
Fiat, 6 milioni
di auto nel 2018
per sfidare i big
di RAFFAELLA POLATO
P
A PAGINA 8
er l’ultimo bilancio Fiat
da approvare a Torino
sono arrivati 1.019
azionisti. Molti di loro
dall’anno prossimo
voleranno ad Amsterdam,
la nuova sede legale.
Marchionne annuncia 6
milioni di auto nel 2018
per sfidare i big mondiali.
Entro fine anno, inizio
2015 al più tardi, lo sbarco
a Wall Street per Fiat
Chrysler Automobiles.
Basso, Ferraino, Trovato
ALLE PAGINE 26 E 27 G. Ferrari
2
Primo Piano
Martedì 1 Aprile 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Il governo Le riforme
Nuovo Senato, Renzi va avanti:
chi dice di no è minoranza nel Paese
Il Quirinale: necessario superare il bicameralismo paritario
✒
Da Napolitano
un segnale
sul percorso
delle riforme
di MARZIO BREDA
S
i è riprodotto il solito schema
perverso per cui chi
fiancheggia il governo (e in
particolare il premier)
pretenderebbe che il capo dello
Stato sia il suo primo partigiano
e chi è minoranza (o, meglio,
fiancheggia una parte della
minoranza) vorrebbe che facesse
invece il leader dell’opposizione.
Non una novità, per il Quirinale.
Solo che stavolta c’è in gioco una
riforma pesante, sulla quale si è
arrivati a un passo dallo scontro
istituzionale tra il presidente del
Senato e l’inquilino di Palazzo
Chigi: per questo Giorgio
Napolitano non poteva
permettere d’essere chiamato in
causa in modo improprio. Così, a
quanti gli hanno attribuito
d’essere il «mandante» della
fragorosa esternazione di Pietro
Grasso o, al contrario, di aver
avallato a scatola chiusa il
progetto per un nuovo Senato
messo in cantiere da Matteo
Renzi, fa sapere che no, non si è
pronunciato in alcun modo, mai,
e chiunque lo recluti nell’uno o
nell’altro campo lo fa
abusivamente. Puntualizzazione
obbligata: oggi qualsiasi suo
intervento, di qualunque segno,
sarebbe infatti un’interferenza.
Ma una cosa il capo dello Stato
non la nega, nella nota del suo
ufficio stampa: quella riforma
per lui è importante, anzi
«improrogabile», dunque è
positivo che ci si lavori subito
per mettere fine al
bicameralismo paritario. L’ha
detto in infinite occasioni, per
dare una scossa contro «la
persistente inazione del
Parlamento». Spiegando che «la
stabilità non è un valore se non
si traduce in un’azione di
governo adeguata» (ciò che un
Senato con identici poteri della
Camera non consente) e
associando quella riforma e
quella del Titolo V della Carta
alla legge elettorale. A questo
proposito, basterebbe rileggersi
il rapporto stilato dalla J.P.
Morgan il 28 maggio 2013, là
dove indica nella «debolezza dei
governi rispetto al Parlamento»
e nelle «proteste contro ogni
cambiamento» alcuni vizi
congeniti del sistema italiano.
Ecco una sfida decisiva della
missione di Renzi. La velocità
impressa dal premier, quindi, a
Napolitano non dispiace, anche
perché sa bene come sia alto il
rischio che simili negoziati si
incartino nell’eterna rincorsa di
veti e ultimatum reciproci. Sui
dettagli, però, non fa alcun
passo avanti. Come dovrebbe
chiunque abbia ruoli
istituzionali.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ROMA — Via libera del Consiglio dei ministri al disegno di
legge costituzionale che riforma
il Senato, il Titolo V della Costituzione e abolisce il Cnel. Nonostante tutte le polemiche e i
dubbi di tenuta in Parlamento, il
governo va avanti e Matteo Renzi con una lunga conferenza
stampa, seduto tra il ministro
delle Riforme Maria Elena Boschi e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano
Delrio, difende senza incertezze
le sue riforme: «Su una cosa così
ci si gioca un’intera carriera politica». E pone un aut aut: «Non
sono sicuro del lieto fine ma
credo che ce la faremo. E spero
che non sfugga a quelli che vogliono frenare, che andranno a
casa anche loro, nel senso che
poi fanno fatica a uscire di casa
in un clima del Paese che chiede
il cambiamento. Chi vuole bloccare le riforme è minoranza sia
al Senato che nel Paese».
Sul tema si esprime anche il
presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano, con una
nota che ribadisce «la convinzione della necessità ormai improrogabile di una riforma costituzionale che innanzitutto
segni il superamento del bicameralismo paritario e garantisca un più lineare e spedito processo di formazione e approvazione delle leggi». Ma anche la
Così cambia la Camera alta
sua «neutralità» sul dibattito in
corso: «Il capo dello Stato ha ritenuto di dover astenersi — per
ragioni di carattere istituzionale
— dal pronunciarsi sulle soluzioni concrete».
Renzi in conferenza stampa
ribadisce che il ddl non nasce
dal nulla, ma «chiude un dibattito trentennale» e segue un primo testo pubblicato il 12 marzo
sul sito del governo e aperto a
contributi. Il disegno di legge è
stato approvato «all’unanimità»: sottolineatura che serve per
far capire come sia rientrato il
dissenso del ministro Stefania
Giannini (Scelta civica). Che ancora in mattinata diceva: «È inconsueto che il governo presenti una proposta di legge su questo tema, Renzi non abbia fretta».
Ma Renzi ne ha molta: «La
mia voglia di correre non è un
tratto somatico e caratteriale di
una persona disturbata ma
un’esigenza dei cittadini». E
spera che in prima lettura il testo venga approvato entro il 25
maggio: varo utile anche in vista delle Europee e «di fronte al
crescere del populismo». In
conferenza ricorda i 4 paletti,
che non potranno essere cambiati dal Parlamento: «No a un
Senato che dà il voto di fiducia,
no al voto di bilancio, no all’elezione diretta dei senatori e no
all’indennità». Per il resto il Parlamento potrà «migliorare» e
approvare modifiche. No anche
ai «benaltristi», che cercano di
opporsi alle riforme, ma presa
di posizione dura anche dopo le
critiche di Pietro Grasso: «Non
si è mai visto un presidente del
Senato intervenire su provvedimenti in itinere. Ha commesso
un errore, se sono arbitri non
possono giocare».
IL NUOVO ITER DELLE LEGGI
La Camera approva una legge e la trasmette al Senato
FIDUCIA
Entro 10 giorni,
su richiesta di 1/3
dei componenti,
il Senato può disporre
di esaminarla
Si chiamerà Senato
delle Autonomie
e non voterà la fiducia
al governo
Il Senato ha 30 giorni
per deliberare proposte
di modifica al testo
La Camera ha 20 giorni
per pronunciarsi in via
definitiva: spetta ai
deputati l’ultima parola
BILANCIO
La Camera alta non
voterà neanche
il bilancio dello Stato
4
i cardini
della riforma
ELEZIONI
Non è prevista
l’elezione diretta
per i membri
della Camera alta
COSTI
I membri del Senato
delle Autonomie non
percepiranno
compensi aggiuntivi
i punti che
potrebbero
trovare
l’opposizione
di un fronte
trasversale
(minoranza
Pd, Ncd
e centristi)
Il retroscena Il segretario rinsalda così il rapporto con i suoi gruppi parlamentari. E in Consiglio dei ministri Giannini precisa: io fraintesa
Una mossa che allontana il voto al 2016 (almeno)
Il patto del Nazareno è stato violato,
ma Berlusconi oggi non ha la forza
per opporsi al leader democratico
SEGUE DALLA PRIMA
È vero, Renzi non fa che formalizzare quanto già deciso il mese scorso,
quando l’Assemblea di Montecitorio
ha stabilito che il nuovo sistema di voto si sarebbe applicato solo alla Camera. Ma c’è un motivo se ha gestito il
passaggio in due fasi: voleva prima
neutralizzare Forza Italia, garantirsi
che non ci sarebbero stati contraccolpi
rispetto al suo disegno. E c’è riuscito.
Hanno ragione i capigruppo azzurri
Brunetta e Romani a denunciare che il
patto del Nazareno sia stato «violato»,
ce n’è traccia nel Mattinale che ha riportato fedelmente le parole pronunciate a gennaio da Renzi: «Vareremo
l’Italicum entro il 25 maggio». Ma Berlusconi oggi non ha la forza per imporsi, e infatti non chiede di invertire
l’iter delle riforme in Parlamento, come era stato stabilito, si limita ad auspicare che la legge elettorale venga
approvata «quanto prima».
La ragnatela del premier ha avviluppato il Cavaliere, che chiede un
nuovo incontro al segretario del Pd
per riaccreditare un asse ormai logoro, e spera che il suo interlocutore tenga fede all’intesa. Per tutta risposta,
Renzi si dice «certo che Berlusconi
terrà fede» agli impegni assunti, ma
non ha in agenda un nuovo appuntamento con l’ex premier. E poco importa se il leader di Forza Italia si lamenta, se rammenta che al Nazareno
«la discussione si incentrò tutta sulla
legge elettorale», che «si parlò quasi
esclusivamente del ballottaggio da inserire nella riforma dell’Italicum, e
non del Senato».
Gli equilibri sono cambiati da allora: il capo dei democrat si è fatto premier, e Berlusconi — che poteva essere la minaccia più insidiosa alla sua
A Milano
Trasferta milanese
per il presidente
del Senato Pietro
Grasso, in visita ieri
alla Fondazione
Exodus onlus, la
comunità di don
Antonio Mazzi
(insieme nella foto
Agf): «Devo
ringraziarvi per
avermi regalato
questa giornata
così ricca di
umanità», ha detto
dopo l’incontro.
Il presidente del
Senato ha deciso
di prolungare la
sua trasferta per
poter partecipare
ai funerali dell’ex
pm della Procura
di Milano Gerardo
D’Ambrosio
strategia — ora fatica persino a gestire
il suo partito. Un partito che secondo
Renzi «non ha un’exit strategy», non
ha cioè alternativa, a fronte di una riforma epocale — quella dell’abolizione del bicameralismo — che oggi è
sostenuta dal 76% dell’opinione pubblica. Come potrebbe opporsi Berlusconi? Di certo non può permettersi di
premere il grilletto per affossarla. Nel
movimento azzurro c’è un vasto fronte che — in opposizione al «renziano
Verdini» — fa affidamento sui malpancisti del Pd al Senato, per veder
saltare il banco. Ma è solo una speranza, nulla più.
Ecco perché, nonostante Renzi appaia un’idrovora nei sondaggi, e lanci
il suo partito verso il 35%, con Forza
Italia in caduta libera sotto il 20, il Cavaliere è costretto a subire il gioco. E il
gioco del premier è di approfittare del
quadro politico, dove si mostra come
dominus incontrastato: spostando
più in là l’orizzonte delle urne ha saldato il rapporto con i suoi gruppi parlamentari, mettendo al riparo dagli
agguati se stesso e il suo governo. A
questo punto perché dovrebbe mettere in preventivo le elezioni, se oggi ha
in mano il Parlamento? Perché dovrebbe sfidare la sorte, andando al vo-
to con il Consultellum che non gli garantirebbe la maggioranza al Senato?
Così, chiunque tenti di sbarrargli la
strada viene piallato. L’ultimo è stato
Grasso, che da seconda carica dello
Stato si è reso protagonista di un’improvvida sortita sulla riforma di Palazzo Madama: «Si è pure permesso di
dire che non avremmo i numeri, quasi
fosse un capogruppo», ha commentato. Alla fine Grasso, interprete dei malumori di molti senatori, è rimasto solo. Sconfessato di fatto anche da Napolitano, pronto a coprire l’operato
del governo che ha approvato all’unanimità la riforma, nonostante il ministro Giannini — segretaria di Scelta
I sondaggi
La riforma del bicameralismo
oggi è sostenuta dal 76%
dell’opinione pubblica:
difficile per tutti affossarla
civica — fosse entrata in Consiglio
con propositi bellicosi. Raccontano
che Renzi non l’abbia nemmeno degnata di una citazione. E quando
Franceschini ha esortato i colleghi a
«esporre le eventuali obiezioni sui
provvedimenti nelle sedi dovute», la
Giannini si è scusata: «Sono stata
fraintesa...».
Sebbene il testo della riforma del
Senato presenti aspetti lacunosi e deficitari, sottolineati da alcuni ministri
durante il Consiglio, la nave va seguendo la rotta tracciata da Renzi: Palazzo Madama non voterà più la fiducia ai governi, non voterà le leggi di
bilancio, non sarà una Camera eletti-
Corriere della Sera Martedì 1 Aprile 2014
Primo Piano
italia: 51575551575557
3
I contenuti Escluso anche il potere di voto sul bilancio
Né indennità né fiducia
Entreranno in 148,
ecco i criteri di scelta
Renzi delega alla Boschi — e
alle sue «slide da secchiona, mica come le mie da televendita»
— il compito di spiegare i dettagli della riforma. Si dice sicuro
che Silvio Berlusconi rispetterà i
patti e a Paolo Romani che prefigura «un Vietnam» in Parlamento, replica che «ha visto
troppi film». Delrio, intanto, annuncia che la prossima settimana il governo presenterà i «tagli
alla presidenza del Consiglio». E
presto arriveranno anche le nomine negli enti pubblici, compreso l’Eni dell’ad Paolo Scaroni, appena condannato in primo
grado a tre anni nel processo di
Rovigo per disastro ambientale:
«Rispettiamo la sentenza della
magistratura — dice Renzi —. Il
governo si esprimerà indipendentemente da questa vicenda».
Nomine da Regioni e Comuni, 21 dal Colle
RIFORME
CAMERE RIUNITE
ROMA — Dopo 15 giorni di consultazioni, il governo cambia il nome ma non la sostanza. Nel progetto costituzionale di Matteo Renzi, Maria Elena
Boschi e Graziano Delrio, la Camera alta si chiama
Senato delle Autonomie e non più Assemblea delle
Autonomie ma è lo stesso un ramo minore del Parlamento, marginale rispetto alla Camera dei deputati che invece non viene toccata dallo tsunami riformatore. È questo il prezzo che si deve pagare per forza allo scardinamento del bicameralismo paritario,
ha detto il premier confermando che la sua cura dimagrante riguarda solo ed esclusivamente Palazzo
Madama (compreso il suo personale): «Non è solo
una questione di taglio dei costi ma anche di effi-
Il Senato
delle Autonomie
avrà pari poteri
rispetto alla Camera
sulle leggi
costituzionali
e di revisione
della Carta
Le Camere
si riuniscono in seduta
comune per le ragioni
previste dalla Carta
(elezione del capo
dello Stato, membri
del Csm e della Corte
costituzionale)
Paletti per i decreti legge
Inserita anche una corsia più veloce
per i disegni di legge ma sono stati
previsti limiti per il ricorso
alla decretazione d’urgenza
REGIONI
EUROPA
La nuova Camera alta
si occuperà anche
di Europa e di leggi
che ratificano trattati
dell’Unione:
anche su questi temi
servirà la maggioranza
assoluta dei deputati
per non recepire
le proposte
di modifica
Alessandro Trocino
© RIPRODUZIONE RISERVATA
In conferenza stampa Il premier Matteo Renzi ieri con il sottosegretario Graziano Delrio (Ansa)
COMPOSIZIONE
148
4
i membri
del nuovo
Senato
Presidenti delle giunte
regionali e delle Province
aautonome di Trento
e Bolzano
I sindaci
s
dei Comuni
ccapoluogo di Regione
e di Provincia autonoma
Per ciascuna regione
2 consiglieri regionali
nominati dal consiglio
a cui appartengono
2 sindaci eletti da un
collegio costituito dai primi
cittadini della regione
21 cittadini «che hanno
illustrato la Patria per
altissimi meriti» possono
essere nominati dal
presidente della Repubblica.
Durano in carica 7 anni
Gli ex presidenti della
Repubblica sono di diritto
senatori a vita
va, e non si chiamerà più nemmeno
Senato ma Assemblea delle Autonomie. «Il resto lo potrete anche modificare», ha concluso Renzi, mentre
Delrio faticava a spiegargli che «il resto» non sono dettagli, perché le incongruenze — se non fossero sanate
— potrebbero provocare un corto circuito di sistema: più o meno quanto
accadde ai tempi della riforma del Titolo V della Costituzione. Il nuovo modello che stabilisce i rapporti tra Stato
ed enti locali incontra invece un largo
consenso, anche da parte del Quirinale: pare sia stato ricopiato dal lavoro
dei saggi.
LE FUNZIONI
Il Senato si occuperà
di materie che
riguardano Regioni
ed enti locali:
su questi argomenti
la Camera deve
deliberare
a maggioranza
assoluta per
non seguire
il parere del Senato
CORRIERE DELLA SERA
È il testo del Senato che invece «dovrà essere migliorato», così ha detto a
Palazzo Chigi Alfano, che condivide
però «l’impianto della riforma». Ai
partiti e ai gruppi parlamentari toccherà trovare una convergenza, «e
vorrà dire che faremo ciò che abbiamo
Gli aspetti «lacunosi»
Il testo presenta alcuni
aspetti lacunosi. Renzi ai suoi:
ci sono quattro paletti,
il resto lo potete modificare
fatto con l’Italicum...», annuncia il coordinatore dell’Ncd Quagliariello, facendo capire che anche la legge elettorale sarà destinata a qualche ulteriore
«ritocco». Non è dato sapere oggi se
Palazzo Madama riuscirà ad approvare la riforma in prima lettura per il 25
maggio, e quanti scogli ci saranno sulla rotta. Ma non c’è dubbio che dai
tempi dell’incontro tra Renzi e Berlusconi lo schema sia cambiato. Il leader
del Pd che si è fatto premier ha cambiato verso: la legislatura è destinata a
durare.
Francesco Verderami
© RIPRODUZIONE RISERVATA
cienza del processo legislativo». Per cui, ha concluso
Renzi, «seppure rispettabili» sono da respingere al
mittente le tesi di chi vorrebbe far dimagrire contestualmente Camera e Senato per giungere allo stesso
risultato di riduzione del numero dei parlamentari.
Senatori regionali
Non eletti a suffragio universale, non retribuiti
(perché già pagati a livello locale), spogliati delle
immunità, ingaggiati sostanzialmente part time, i
nuovi inquilini di Palazzo Madama saranno 148 in
tutto, compresi i 5 attuali senatori a vita e avranno le
mostrine dei sindaci, dei consiglieri regionali, dei
governatori, dei presidenti delle Province autonome. In pratica, ogni regione manderà al Senato sei
senatori: una quota fissa (uguale per Valle d’Aosta e
Lombardia, ad esempio) che Anci e governatori
hanno inutilmente tentato di far cambiare al governo. Restano, poi, i 21 senatori speciali (comunque
senza indennità), nominati dal capo dello Stato per
altissimi meriti nel campo sociale, artistico, letterario e scientifico. Restano gli attuali senatori a vita
(senza indennità anche loro) ma in futuro non ne
verranno nominati altri mentre gli ex presidenti
della Repubblica faranno parte del Senato perché
«quella è l’assemblea meno politica», ha detto il ministro Boschi.
Le leggi le fa la Camera
Il Senato ridimensionato non è più il contraltare
della Camera. In futuro la Camera alta non potrà
esercitarsi nello sport del ping pong, alimentando la
cosiddetta «navetta» delle leggi tra i due rami del
Parlamento. Il Senato delle Autonomie rappresenterà i territori e non la nazione ma potrà occuparsi
ugualmente delle leggi di revisione costituzionale
(l’articolo 138 non viene toccato): e qui potrebbe
sorgere un problema con la Consulta perché non è
chiaro se i senatori eletti con meccanismo di secondo grado (sindaci eletti da un’assemblea di sindaci,
consiglieri regionali eletti dai consigli regionali) e
non direttamente dai cittadini possano poi concorrere a cambiare la Costituzione: «Il problema non
sussiste», taglia corto Renzi. Fermo restando che la
Camera rimane l’unica assemblea legislativa, il Senato potrà proporre modifiche ai testi di legge solo
in alcune materie: tra le altre, le norme generali sul
governo del territorio, Roma Capitale, sistema di
elezione per il Senato, competenze legislative divise
tra Stato e Regioni, ratifica trattati Ue. La Camera
con maggioranza assoluta dei suoi componenti può
anche ignorare le proposte di modifica avanzate dal
Senato.
I disegni di legge e i decreti
Il testo modifica l’articolo 72 della Costituzione
introducendo una corsia preferenziale per i disegni
di legge del governo che, passati 60 giorni dalla loro
presentazione, dovranno essere votati articolo per
articolo senza modifiche dalla Camera. Questa procedura d’urgenza — su consiglio dei numerosi e autorevoli costituzionalisti che hanno avuto contatti
con il ministro Boschi — è stata mitigata da una limitazione della decretazione d’urgenza. Nell’ultima
stesura del testo del governo, infatti, viene costituzionalizzato ciò che già è scritto nella legge ordinaria. E cioè che i decreti legge «recano misure di immediata applicazione e di contenuto specifico,
omogeno, corrispondente al titolo». Sarebbe quindi
finita l’era dei ddl di conversione omnibus in cui entrava di tutto e di più anche a causa delle frequenti
imboscate parlamentari.
Lo Stato e le Regioni
La legislazione esclusiva dello Stato aumenta a
Le competenze
Più competenze passano dalle
Regioni allo Stato. Nella nuova
versione del Senato nessuna
indennità neppure ai senatori a vita
dismisura a scapito delle Regioni, che hanno sempre meno margini di manovra. Tra le altre materie
esclusive dello Stato, il ddl ha inserito ora anche le
norme generali per la tutela della salute, la sicurezza
alimentare, la tutela e la sicurezza del lavoro, l’ambiente, l’ecosistema, i beni culturali e paesaggistici,
turismo, protezione civile, sport e, ovviamente, infrastrutture strategiche.
Le Province
Ora davvero spariscono dalla Costituzione.
Dino Martirano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
4
Primo Piano
Martedì 1 Aprile 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Il governo Le riforme
Battaglia su ogni comma
e progetti alternativi
La fronda pd si prepara
Grasso: io imparziale, non sto con la casta
La Nota
di Massimo Franco
Un’accelerazione
per mettere in mora
il partito del Senato
S
ullo sfondo rimane l’aut aut di sempre: o le riforme
plasmate da palazzo Chigi, o le elezioni anticipate.
La sostanza della conferenza stampa di ieri del premier Matteo Renzi non lascia margini. Il Senato deve diventare un’altra cosa, priva di qualunque peso
politico. E l’Italia dovrà cambiare, altrimenti lui, il presidente
del Consiglio, andrà a casa. «Ma andranno a casa anche quelli che frenano, perché non potranno uscire di casa», inseguiti a suo avviso dalla collera popolare. Lo schema non prevede
vie di mezzo o mediazioni: l’unico linguaggio è quello di una
sfida che non ammette distinguo né rallentamenti. Renzi assicura che non vuole nemmeno pensare al voto politico. E
giura di non minacciare nessuno. Eppure, lo scontro istituzionale è vistoso: in particolare con i vertici del Senato.
La durezza con la quale il premier attacca Piero Grasso, seconda carica dello Stato, reo di avere criticato apertamente la
riforma, è indicativa. Fa capire quanto sia forte la determinazione a seguire una tabella di marcia che inevitabilmente si
porta dietro una scia di riserve e malumori; e quanto qualunque richiesta di chiarimento, di dibattito, e di potenziale ritardo, venga subito additata come sabotaggio, e come difesa
dello status quo. Sostenere che Grasso ha sbagliato se parlava da presidente del Senato, perché avrebbe rinunciato al
ruolo di arbitro, è già un’affermazione impegnativa. Aggiungere che se invece si è espresso da esponente del Pd, è naturale che possa essere stato criticato dai fedeli di Renzi, come
la vicesegretaria Debora Serracchiani.
La discussione è aspra, e in entrambi i casi conferma che il
partito di maggioranza continua a produrre conflitti e a trasmettere un’immagine di confusione. Il capo del governo
ostenta sicurezza. Assicura di
non essere minimamente preoccupato dalla fronda del Pd al
Senato. Ha in mano l’iniziativa
Tensione alta
e l’impressione di essere seguima il Colle
to da un pezzo non piccolo di
difende Renzi
opinione pubblica. E sembra
convinto di godere tuttora di
rispetto
una sorta di monopolio della
a Grasso
novità: parola magica da sbattere in faccia agli avversari, bollati come frenatori e nemici di
un’Italia ansiosa di cambiamento.
Sono costrette a passare in secondo piano le perplessità
sugli squilibri del bicameralismo che potrebbe prendere
corpo, o quelle sulla riforma del sistema elettorale. La strategia renziana è in qualche modo obbligata. Deve raggiungere
risultati prima delle elezioni europee, perché altrimenti confermerebbe l’idea diffusa di una politica inconcludente; e
dunque porterebbe acqua al mulino di Beppe Grillo e dell’antieuropeismo che soffia in tutto il Vecchio Continente:
tanto più che Grillo attacca le riforme. E pazienza se Renzi lo
fa con un atteggiamento così sicuro da sfiorare l’arroganza.
Veste i panni del politico che per sfidare l’antipolitica deve
connotarsi come nemico dell’attuale classe parlamentare;
come il premier che taglia le spese. E annuncia di voler ridurre il personale del Senato e di rivedere gli stanziamenti
per la Difesa, ai quali pure gli Usa sono molto sensibili.
Rimane da vedere come il Senato accoglierà le sue indicazioni; e quanti, in un Pd diviso tra la maggioranza a favore
del premier e una pattuglia di oppositori, usciranno davvero
allo scoperto. Renzi si sente forte non tanto del sostegno del
partito, ma dell’opinione pubblica e del terrore dei parlamentari di essere «mandati a casa» dopo l’ennesimo fallimento. Eppure, l’iniziativa di un uomo prudente come Grasso fa pensare che il «partito del Parlamento» ostile al premier
sia più numeroso di quanto dicano i numeri ufficiali. La domanda è se abbia la forza per condurre una campagna che, a
torto o a ragione, sarebbe bollata come passatista. La nota diramata ieri sera dal Quirinale sul superamento «improrogabile» del bicameralismo e sul suo silenzio «per ragioni di carattere istituzionale», suona come una copertura della quale
Renzi aveva un enorme bisogno.
❜❜
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ROMA — Parrucconi? Gattopardi? Sfascisti? Conservatori incatenati allo scranno? I senatori
non ci stanno. Dal presidente sino all’ultimo peone, in tanti respingono il «prendere o lasciare»
e si preparano a emendare il testo
del governo, replicando agli ultimatum con un «facciamo le riforme, ma facciamole bene». Lo
stop di Pietro Grasso ha dato forza al fronte trasversale di chi teme danni irreparabili alle istituzioni. La seconda carica dello Stato si dice «rammaricato» per la
strigliata del premier, promette
che sarà imparziale, rivendica il
diritto di esprimere le proprie
idee e, su Facebook, si difende:
«Chi mi accusa di voler restare attaccato alla poltrona e di difendere la Casta dimentica che sono
stato l’unico a tagliare del 50% il
mio compenso...».
È scontro e Rosy Bindi difende
Grasso dall’attacco di Debora
Serracchiani: «Sono scandalizzata e molto preoccupata per l’incultura costituzionale della dirigenza del mio partito, la vicesegretaria si è permessa di richiamare la seconda carica dello Stato
non perché si è macchiato di
qualche colpa, ma perché ha fatto
una proposta». La presidente dell’Antimafia respinge la divisione
del campo di gioco tra frenatori e
innovatori: «Qui non c’è un’Italia
che vuole cambiare e una che resiste, ma per fare le riforme sul
serio bisogna approfondire e discutere». Lei vuole farle? «Il Senato delle autonomie è un’ipotesi
percorribile, ma chi governa deve
dar prova di pazienza e disponibilità al dialogo, oltre che di velocità. Se il Senato è questo, la legge
elettorale non può avere quelle
soglie e quelle liste bloccate, perché verrebbero meno rappresentatività e governabilità, elementi
fondamentali di una democrazia
parlamentare».
Clima variabile al peggio, terreno franoso. Mario Monti, Renato Balduzzi e Linda Lanzillotta
hanno scritto un testo alternativo
e molti altri ne stanno spuntando
nel perimetro della maggioranza.
Vannino Chiti, Pd, raccoglie firme per una Camera elettiva su
base proporzionale. Il ddl di Pippo Civati reca in calce il «sì» di 15
161 213
la maggioranza semplice
a Palazzo Madama. È richiesta,
in caso di modifiche alla Carta,
alla prima votazione del
Parlamento. Serve poi un altro
passaggio, nelle due Camere,
a distanza di almeno tre mesi
senatori che la pensano come lui:
«Roba da matti legare il destino
del premier alla riforma, una forzatura assurda. Basta minacce e
ultimatum». Il documento del
lettiano Francesco Russo ha
pronte 25 firme, da Caleo a Vaccari. «Fa bene Renzi a dire che è disposto a lasciare se le riforme non
si fanno — ribalta l’ultimatum
Russo — ma anche noi siamo
pronti ad andare a casa se si fanno male». Senatore, il premier ci
ha messo la faccia... «Non è in
gioco solo la credibilità di Renzi,
ma di tutto il Pd. Se facciamo un
pasticcio costituzionale perdiamo consensi. Insistere con il
prendere o lasciare vuol dire
complicarsi la vita, visti i numeri
la maggioranza qualificata
dei 2/3 dei senatori. È richiesta
alla seconda votazione di una
legge costituzionale: nel caso
il via libera del Parlamento sia a
maggioranza assoluta è previsto
un referendum confermativo
che abbiamo». Il pallottoliere è
un problema serio, come ha certificato il voto di fiducia sulle
Province e come ha affermato, sia
pure irritualmente, Grasso. La
battaglia si combatterà articolo
per articolo e, se Berlusconi si sfila, per il governo sono guai. Civati fa di conto: «Basta che ne manchino dieci del Pd ed ecco che la
Nel simbolo
Lega, la Padania fa posto a «basta euro»
«Basta euro» al posto della Padania. Il segretario della Lega Matteo Salvini
ha presentato il nuovo simbolo del movimento per le elezioni europee,
che il Carroccio intende trasformare in «referendum sull’Europa». E così,
appunto, al posto della tradizionale scritta «Padania» (o il nome di Bossi),
nel simbolo comparirà lo slogan contro la moneta unica. Il Carroccio
punta a fare la sua parte nella recente alleanza con il Front national
francese e il Pvv olandese: per fare gruppo unico, tuttavia serviranno
complessivamente 25 eurodeputati. Il leader leghista ieri ha anche parlato
dei risultati della raccolta di firme per i cinque referendum lanciati dal
partito, che avrebbero raggiunto la notevole quota di 101mila consensi.
riforma di Renzi non passa. Io
non voglio che lui si ritiri dalla
politica, voglio poter discutere».
Per Miguel Gotor «strappi e fratture sono controproducenti»
quando occorre una maggioranza qualificata: «Questa miscela di
antiparlamentarismo e decisionismo poco combacia con l’azione costituente. Perché gettare
benzina sul fuoco? La propaganda rischia di sabotare le riforme».
Come voterà la minoranza del
Pd? «Tutti i senatori della Repubblica emenderanno il testo e su
queste modifiche si formeranno
maggioranze e minoranze. Io,
che il Senato voglio cambiarlo,
mi impegnerò per rafforzare le
competenze sui diritti». Il Ncd di
Alfano non si metterà di traverso,
ma chiede modifiche. «Stiamo
toccando la Costituzione e bisogna farlo bene — ammonisce
Quagliariello — Cosa c’entrano i
21 nominati dal capo dello Stato?».
Monica Guerzoni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il caso La protesta nel paese del Cavaliere. Nel mirino Sergio Berlato, candidato alle Europee per Forza Italia
Manifesti contro l’eurodeputato cacciatore
Dagli animalisti un messaggio ad Arcore
ROMA — «Sergio Berlato cacciatore candidato alle Europee 2014». Più cinque foto di altrettanti animali uccisi, che ruotano attorno a
uno scatto che ritrae Silvio Berlusconi mentre
stringe la mano a Sergio Berlato, eurodeputato
pdl uscente e forse rientrante. Il simboletto di
Forza Italia che diventa un funereo «Fossa Italia».
E una scritta rosso sangue in mezzo. «Forza Italia
vergogna».
Arcore s’è risvegliata così, ieri mattina. Con
queste locandine disseminate ovunque. Un’azione con cui l’associazione Centopercentoanimalisti — che ha combattuto molte battaglie insieme
a Michela Vittoria Brambilla, a cui adesso chiede
un intervento netto — ha protestato con Berlusconi per la ricandidatura del vicentino Berlato,
indomito cacciatore da sempre vicino alle associazioni del mondo venatorio. Se il Cavaliere che
ha riscoperto la fede animalista «vuole i nostri
voti», allora — è il messaggio — «prenda impe-
Cartelloni
I manifesti comparsi
ad Arcore contro
Sergio Berlato, 54
anni, ex di An ora in
Forza Italia,
europarlamentare a
Strasburgo dal ‘99
gni precisi per vietare caccia e pesca». E,
ovviamente, eviti di candidare Berlato.
Già, Berlato. Ex An, da sempre vicino
a Gianni Alemanno, l’eurodeputato ha
fatto della caccia quasi una professione
di fede. Che fosse pronto a tirare di sciabola contro gli animalisti lo dimostrò
anni fa. Quando, per protestare contro
alcuni interventi anti-caccia dell’allora
ministro Brambilla, chiese a Berlusconi
«un intervento diretto (…) al fine di indurre il
ministro ad astenersi da esternazioni riguardanti
materie estranee al suo dicastero». Per farla stare
zitta, insomma.
A zittire i finiani dell’allora fondazione FareFuturo, che nel 2010 chiesero al Pdl di non «dipingersi come il partito delle doppiette» ed elogiarono l’operato di ministri come Brambilla o
Prestigiacomo, ci pensò lui stesso. «Siete quattro femminucce nominate al governo senza il
voto degli elettori». Molti più di quattro, però,
furono i cittadini che alla fine del 2011 scoprirono di essere iscritti a loro insaputa al Pdl di Vicenza. In compagnia, tra l’altro, di qualche defunto. Per quelle firme false in calce a tessere fasulle Berlato è finito sotto indagine con Maria
Cristina Carretta, presidente dell’associazione
cacciatori veneti. «Gli animalisti italiani assumono posizioni talmente integraliste da spaventare le persone normali. (…). Non possono
imporre agli altri il loro stile di vita», dice Berlato in un’intervista sul suo canale Youtube. Una
posizione «laica» che non sembra collimare
molto con la lettera che lui stesso ha spedito un
mese e mezzo fa ai vertici Rai. Chiedeva di impedire che «il sedicente artista» Rufus Wainwright, accusato di blasfemia, si esibisse sul palco
di Sanremo. Inascoltato.
Tommaso Labate
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Martedì 1 Aprile 2014
Primo Piano
italia: 51575551575557
5
Italiadecide
Turismo, convegno
a Montecitorio
Un caso le parole
Dietro le quinte Il partito vuole modifiche sull’elezione. Il leader: sull’Italicum abbiamo dimostrato serietà
di Boldrini sui Cie
«Non possiamo offrire servizi
di lusso ai turisti e poi trattare
in modo a volte inaccettabile i
migranti che arrivano dalle
parti meno fortunate del
mondo. Gli alberghi a 5 stelle e
i centri di prima accoglienza
non degni di un Paese come
l’Italia sono un’insopportabile
contraddizione». Le parole
della presidente della Camera
Laura Boldrini, dette ieri a
Montecitorio al convegno per
la presentazione del rapporto
2014 sul turismo di
Italiadecide, l’associazione per
la qualità delle politiche
pubbliche presieduta da
Luciano Violante, hanno
scatenato la reazione di Matteo
Salvini (Lega), «Boldrini è
vergogna per l’Italia», di
Giorgia Meloni (FdI), «parole
grottesche», e di Federico Gelli
(Pd), «incomprensibile attacco
al turismo». Al convegno erano
presenti anche il capo dello
Stato Giorgio Napolitano, il
ministro della Cultura Dario
Franceschini e la titolare delle
Riforme Maria Elena Boschi, a
sinistra con Filippo Patroni
Griffi e Giuliano Amato (foto
Benvegnù-Guaitoli).
108
i senatori nel gruppo del Pd,
quello con più seggi a Palazzo
Madama. Nel partito stanno
circolando proposte di
modifica al testo del governo
sulle riforme a cui potrebbero
aderire decine di parlamentari
Berlusconi assicura il rispetto dei patti
Ma vuole un altro vertice con Renzi
Per l’ex premier e il fratello prescrizione sui nastri Unipol
ROMA — Non hanno la forza per far
saltare il banco. E, giurano, da Silvio
Berlusconi in giù non lo vuole quasi
nessuno. Per questo, nonostante il coro
di voci discordanti — chi assicura che
le riforme saranno sostenute, ma chi
mette mille paletti — Forza Italia nel
processo riformatore ci sarà. Garantendo «affidabilità». E chiedendo in cambio solo chiarezza, voce in capitolo e, se
possibile, un nuovo incontro tra Berlusconi e Renzi.
È la linea che emerge dopo un weekend difficile, che aveva autorizzato a
dubitare sulla reale disponibilità degli
azzurri di togliere le castagne dal fuoco
a un premier in qualche difficoltà con il
suo partito e i suoi alleati. Ed è una linea
messa nero su bianco in una nota firmata da Silvio Berlusconi e lavorata da
Giovanni Toti e Mariastella Gelmini
nella quale si annuncia che «noi rispetteremo fino in fondo gli accordi che abbiamo sottoscritto, e siamo pronti a discutere tutto nel dettaglio, senza accettare testi preconfezionati, ma lavorando insieme per costruire le riforme
migliori per il Paese». Niente passi indietro insomma, nonostante il capogruppo Paolo Romani abbia paventato
solo due giorni fa un «Vietnam parlamentare» se tutti i patti sottoscritti non
verranno rispettati. A partire dalla tempistica, che prevedeva prima il varo della legge elettorale e poi la riforma di Se-
nato e Titolo V. Richiesta che in qualche
modo resta: «Abbiamo dimostrato la
nostra serietà approvando alla Camera
la legge elettorale, che ora vorremmo
vedere in aula al Senato quanto prima»,
scrive Berlusconi. Ma a mezza bocca da
San Lorenzo in Lucina ammettono che
se ne può parlare. Insomma, tutto vuole
Berlusconi tranne che gli sia attribuita
la responsabilità di aver messo i bastoni
tra le ruote a una riforma che sa essere
popolare fra l’elettorato, compreso il
suo. Per questo, semmai, la palla viene
ributtata nel campo avversario: noi ci
stiamo, è il messaggio, chiediamo modifiche perché non vogliamo solo controfirmare un testo del quale il solo
Renzi si prenderebbe il merito, ma sia
chiaro: «Speriamo che le divisioni
emerse nel Partito democratico non affossino il tentativo di modernizzare le
nostre istituzioni. La sinistra non scarichi ancora una volta sugli italiani i propri problemi».
Le modifiche richieste da Forza Italia
in fondo non sono ostacoli insuperabili: si chiede, spiega Gasparri, un meccanismo che preveda l’elezione dei membri del Senato, anche se chi ha partecipato al primo accordo con Renzi ammette che di elezione non si era parlato.
Ma la sostanza è che Berlusconi rivendica per sé il ruolo di leader che si è battuto per le riforme «fin dal 2006» e oggi
vuole tenere fede all’«accordo che ab-
biamo sottoscritto», un «patto fra due
leader interessati a rinnovare in profondità il Paese». Tanto più con l’imminente giudizio del tribunale di Sorveglianza di Milano che stabilirà quale
forma di pena dovrà scontare, che è il
Convegno alla Luiss
Giovanni Toti, 45 anni, consigliere politico
di Forza Italia, e Annagrazia Calabria, 31,
presidente dei Giovani del partito,
insieme ieri a Roma per il convegno
«Forza Italia 2.0» promosso da Luiss Lep
(Libertà e partecipazione) all’Università
Luiss Guido Carli di Roma (Foto Scavuzzo)
vero dramma umano che l’ex Cavaliere
sta per affrontare, non reso meno amaro dalla prescrizione che è stata ieri decisa per lui e il fratello Paolo nel processo Unipol.
Resta comunque malumore nelle file
di Forza Italia, resta
chi — come Minzolini, o lo stesso Brunetta — è pronto a
fare la pulci alla riforma in Aula. Ma
Berlusconi non può
permettersi di arrivare al difficile voto
per le Europee senza agibilità politica
e nel ruolo di frenatore del cammino
verso il cambiamento. Anzi, vuole
di più. Vuole, come
ha già chiesto Gelmini, come pretende Brunetta, un nuovo incontro tra lui e Renzi per «tarare
l’accordo che era stato solo abbozzato e
ora va ridefinito nelle sue parti principali», dicono i suoi. Un incontro che al
momento nessuno da Palazzo Chigi ha
promesso, mentre le trattative sotterranee per arrivare a un’intesa pressoché
blindata che regga alle trappole del Senato continuano senza sosta.
Paola Di Caro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
✒
La lettera
Perché noi 5 Stelle siamo per la parità tra le Camere
❜❜
Caro direttore, da quando sono stato eletto deputato ho potuto
comprendere che, troppo spesso, in Italia l’agenda delle riforme non è
dettata da razionali obiettivi riformatori, ma da luoghi comuni dei quali
l’opinione pubblica viene progressivamente convinta con il sapiente
ausilio di una «informazione» compiacente. Con superficialità viene da
anni dato per scontato che il problema dei problemi che affligge il nostro
sistema istituzionale è il bicameralismo perfetto, ovvero la assoluta
parità tra Camera e Senato nel procedimento legislativo, sancita
dall’articolo 72 della Costituzione. Questa argomentazione scarica
ingiustamente sul sistema istituzionale le inefficienze di una classe
politica frammentata. Il bicameralismo perfetto rappresenta invece un
virtuoso meccanismo tramite il quale il Parlamento è in grado di
ponderare adeguatamente le scelte complesse e delicate che si trova ogni
giorno ad affrontare. Sono piene le cronache politiche di proposte di legge
approvate da una Camera e per le quali la stessa maggioranza riconosce
la necessità di un perfezionamento in seconda lettura. Sta succedendo in
queste settimane con la legge elettorale. Sono piene le cronache di leggi
approvate da una Camera e fortunatamente corrette nell’altra. Tra
l’altro qualora dovesse giungere in porto la riforma si creerebbero
ulteriori problemi. Per esempio, l’automatica equivalenza tra una
frettolosa delibera della Camera dei deputati e l’entrata in vigore di una
legge comporterebbe la necessità di continui nuovi interventi correttivi
con un conseguente e ulteriore deterioramento della qualità della
legislazione. La vita parlamentare degli ultimi anni ci insegna poi come
una maggioranza parlamentare compatta sia in grado di approvare in
pochi giorni anche leggi importanti e contestate dall’opinione pubblica,
come nel caso del cosiddetto «lodo Alfano» approvato in soli 20 giorni nel
luglio 2008. La Costituzione e i Regolamenti parlamentari vigenti
contengono gli strumenti che consentono ad una maggioranza
parlamentare di legiferare in tempi rapidi: dai procedimenti decentrati
(sede legislativa e deliberante) fino ad arrivare alla deliberazione
d’urgenza sui progetti di legge e ai decreti legge per le situazioni di
straordinaria necessità e urgenza. Va tutto bene così? No, il testo
costituzionale necessita senz’altro di una manutenzione. Penso,
innanzitutto, alla riduzione del numero dei parlamentari: 945 sono
decisamente troppi. Occorre, altresì, limitare il ricorso alla decretazione
d’urgenza e inserire nuovi strumenti di partecipazione popolare, nonché
rivedere il nuovo riparto di competenze tra Stato e Regioni che dal 2001
ad oggi ha provocato tanti contenziosi. Fondamentale è quindi non
confondere i cosiddetti «costi della politica» con quelli della democrazia.
Trovo semplicistico trattare la questione delle riforme con la calcolatrice,
anche perché — in questo caso — i risparmi sarebbero davvero
trascurabili. Basti pensare che il Senato verrebbe trasformato e non
soppresso, per cui sarebbe sempre necessaria una Amministrazione
servente, il cui costo non sarebbe quindi eliminato. Al contempo, il
numero dei deputati rimarrebbe invariato. Sulla piattaforma online del
Movimento 5 Stelle ci apprestiamo ad avviare una grande fase di
consultazione dei cittadini in materia di riforme costituzionali e lavoro.
Credo si tratti, ancora una volta, di un coinvolgimento senza precedenti.
Spero che ci sarà un’ampia e approfondita riflessione sul valore e sul
ruolo della nostra Camera alta.
Luigi Di Maio
deputato del Movimento 5 Stelle e vicepresidente della Camera
© RIPRODUZIONE RISERVATA
6
Primo Piano
Martedì 1 Aprile 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
I partiti Le scelte
Trentenni, europeisti
e residenti all’estero
Gara tra candidati M5S
✒
I volti in Rete
Stefano
Diana
Nato a
Pordenone,
35 anni, dal
2010 è in
Svezia. Il suo
mantra è
«Trasparenza
e denuncia»
Sul blog le primarie per Bruxelles
MILANO — La nuova ondata, la seconda carica di candidati a Cinque Stelle ha varcato
i nastri di partenza. Su YouTube, da giorni — ancora prima
di ieri, giornata in cui si è svolta la scrematura iniziale (regionale) degli aspiranti eurodeputati — proliferano video
di presentazione. Lo stile è
sempre quello delle scorse
parlamentarie: discorsi liberi,
con durata variabile dalle poche decine di secondi a oltre
venti minuti.
A stupire, stavolta, però sono i candidati che vivono e lavorano all’estero. Trentenni,
quarantenni per lo più, che
hanno lasciato l’Italia ma che
sono in prima linea nella sfida
lanciata dal Movimento e vogliono portare le battaglie
pentastellate in Europa, convinti che ci siano molti punti
in comune tra l’Unione e il nostro Paese. Come Stefano Diana, 35 anni, da Pordenone a
Stoccolma, dove vive dal 2010,
che lancia il suo mantra «trasparenza e denuncia». O An-
La storia
Andrea
D’Ambra
30 anni, già
candidato
all’estero nel
2013. Sua la
petizione
contro i costi
di ricarica
telefonica
drea D’Ambra, campano, già
candidato alle Politiche nella
circoscrizione Estero, che propone la «penalizzazione economica degli europarlamentari assenteisti» (già finito nel
mirino di alcuni militanti per
alcuni banner pubblicitari).
«Per poter ritornare in Italia
cosa devo fare?», si chiede Pa-
Sud». Daniele Parravicini, giramondo stabile da cinque anni in Francia — dove lavora a
«un progetto scientifico internazionale per trovare forme di
energia nuove con la fusione»
—, poliglotta, si dice pronto a
«portare le istanze dei cittadini all’interno del Parlamento
europeo». C’è anche chi, come
Aldo Curatella, vive
da qualche mese
Su YouTube
esperienze lavorative in Belgio e insiLe presentazioni con i video su
ste sulla necessità
YouTube: da pochi secondi fino a di creare una Europa «che agisca» per
venti minuti per raccontarsi e
comune.
convincere i militanti. Ieri la prima la gente
Ma non ci sono
selezione a livello regionale
solo volti sconosciuti nella corsa
verso Strasburgo.
olo Guizzo, 41 anni, di Trevi- Anzi. C’è anzitutto quella che
so, da più di 5 anni impiegato per mesi è stata la voce dei
a Maastricht, in Olanda, in un Cinque Stelle: Matteo Ponzacall center. E motiva così la sua no, il dj che solo a gennaio ha
scelta di correre con il Movi- lasciato la web tv pentastellata
mento «Ho pensato che devo La Cosa. «Non sono un poltropassare qualche anno a Bru- nista», commenta nella sua
xelles per cambiare l’Italia e gli presentazione. E punta l’indialtri Stati dell’Europa del ce sul pericolo che «possano
Aldo
Curatella
Lavora in una
azienda
biomedicale
con base a
Mirandola e
da un paio di
mesi è in
Belgio: ha
40 anni
Paolo Guizzo
Lavora in un
call center, 41
anni, nato a
Treviso,
da più di
5 anni vive
a Maastricht,
in Olanda: è
candidato nel
Nordest
salire sul carro del Movimento
tante persone che non sono
animate da onestà e coerenza». Particolare il discorso per
David Borrelli: la sua candidatura potrebbe rappresentare
un unicum nella storia dei
Cinque Stelle. Borrelli, infatti,
è stato il primo consigliere comunale nella storia del Movimento (a Treviso dal 2008 fino
all’anno scorso) e ora rischia
di diventare il primo eurodeputato. Imprenditore, al centro anche dei rapporti con
Confapri —, radicato nel Movimento sin dall’alba dei Cinque Stelle, l’ex consigliere comunale si propone come
(quasi) un attivista qualsiasi:
«Metto a disposizione la mia
esperienza politica e la possibilità che ho avuto di vivere all’estero e di imparare l’inglese
e lo spagnolo». Tra i molti volti c’è anche chi sogna di transitare da Roma a Strasburgo,
come il siciliano Salvatore
Cinà, ex collaboratore della senatrice Nunzia Catalfo, che
mira a «migliorare il collegamento tra il territorio della
mia Regione e del mio Paese e
le istituzioni europee». E per
finire c’è anche il blogger Niccolò Valentini, ingegnere delle
telecomunicazioni. Per tutti
loro, la corsa è appena cominciata. Ieri, intanto, sono stati
scelti — con qualche lamentela sul blog — i primi venti nomi per le liste, i più votati in
ogni Regione.
Emanuele Buzzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Viaggio in un luogo simbolo della burocrazia. I dipendenti in rivolta per difendere l’organo costituzionale (e il posto di lavoro)
Un albergo di lusso nella sede del Cnel
E il palazzo liberty diventa una trincea
Lo Stato deciso a vendere villa Lubin, che ospita l’ente rottamato
ROMA — L’unico rumore è il verso allegro di due pappagalli. Si inseguono tra
i pini di Villa Borghese, che poi sono
proprio quelli messi in musica da Ottorino Respighi. Niente puzza di smog su
questo poggio sopra Piazza del Popolo.
Solo il profumo dei glicini e qualche fortunato che a fine mattinata riesce a fare
un po’ di jogging. Villa Lubin, magnifica
sede di quel condannato a morte chiamato Cnel, è un pregevole saggio di come è ridotta Roma: una grande bellezza
per happy few, lontana dal grandissimo
casino che si beccano tutti gli altri. Ma
anche un’anticipazione della città che
Lo sfogo
Al bar un impiegato ammette:
«Questo posto va chiuso subito
I consiglieri si fanno i fatti loro»
ROMA
Villa Borghese
V
Sede Cnel
Viale Lubin 2
R OMA
La sede Villa Lubin a Roma ospita il Cnel
tracce che naturalmente portano ad un
paio di gruppi internazionali.
In attesa del Grand Hotel Cnel, qui intorno hanno scavato una trincea. Fabio
Mazza è il commesso di anticamera della
presidenza. La sua scrivania è in fondo al
corridoio con i ritratti degli ex numeri
uno, per questo affettuosamente ribattezzato angolo del Verano, dal nome del
cimitero di Roma: «La cosa brutta di
questa storia è che ne escono male i dipendenti. Un’ingiustizia perché noi non
abbiamo nessuna colpa». Ecco, il clima
d’assedio c’è. Ma sbaglia chi pensa che
qui siano tutti d’accordo, tutti uniti come un sol uomo in difesa di un organo
previsto dalla Costituzione e del loro posto di lavoro. Dentro la trincea, in realtà,
è cominciata la guerra civile. E qui bisogna vedere come funziona il Cnel. Se la
villa è un misto di stili diversi, anche il
Consiglio è un ibrido: da una parte ci sono i 91 dipendenti, entrati per concorso,
inia
Flam
L’articolo 99
Il Consiglio nazionale
dell’Economia e del
lavoro è un organo
previsto dall’articolo
99 della Costituzione,
istituito con la legge
33 del 1957. È un
organo consultivo del
governo, delle Camere
e delle Regioni, e ha
diritto all’iniziativa
legislativa nel solo
ambito dei temi
economici e sociali
La composizione
Il Cnel è composto da
64 membri più il
presidente (nominato
con decreto del Colle):
10 esperti, esponenti
della cultura
economica, sociale e
giuridica di nomina
istituzionale e politica;
48 rappresentanti
delle categorie
produttive di beni e
servizi nei settori
pubblico e privato;
6 esponenti delle
associazioni di
promozione sociale e
delle organizzazioni
del volontariato
i
Via
verrà: «Dottò, ma è vero che al posto nostro ci vogliono fare un albergo di lusso?», chiede l’usciere asserragliato nel
suo gabbiotto con la faccia di chi ce l’ha
con il resto del mondo. E in effetti è proprio così.
Il governo Renzi aggiunge alla lista di
rottamazione anche il Consiglio nazionale dell’Economia e del lavoro, che il
sempre sobrio Mario Borghezio ha parafrasato in «Cazzeggiare non è lavorare».
E il palazzo che per 50 anni ha ospitato
questo «organo di rilevanza costituzionale» si prepara al cambio di destinazione d’uso. Ci vorrà un po’. Ma questa villa
un po’ liberty e un po’ neobarocca, dove
a un tratto potrebbe sbucare benissimo
la giacca rossa di Jep Gambardella, prima o poi tornerà allo Stato. E lo Stato è
intenzionato a vendere, per fare cassa e
perché una sede così lussuosa si intona
davvero poco con l’aria che tira. Ci sarebbero già stati i primi sondaggi, con
Il Consiglio
uro
el M
le d
Via
to
Tor
Piazzale Flaminio
Piazza
del Popolo
anche se molti hanno ereditato il posto
da mamma o papà. Dall’altra, i 65 consiglieri scelti in larga parte da sindacati e
imprenditori, con molti vip in lista. La
guerra civile è tra questi due eserciti. E
per sentirne il rumore bisogna scendere
giù nel seminterrato, al bar, confessionale di ogni luogo di lavoro. Davanti ad
un caffè, 50 centesimi, un altro dipendente si lascia andare: «Questo posto va
chiuso subito. E va chiuso per colpa dei
consiglieri che l’hanno usato solo per
farsi i fatti loro». Cosa vuol dire i fatti loro? «Che fino a poco tempo fa avevano la
segretaria pagata dal Cnel ma la usavano
per i loro fatti privati. Oppure passavano
un’oretta da qui solo per beccarsi la trasferta e l’hotel pagato. Uno schifo». I
consiglieri prendono un’indennità lorda
di euro 25.633, 44 l’anno. La media dei
dipendenti è di poco più alta, anche se i
dirigenti superano quota 100 mila. Numeri non facili da sostenere.
«Sarà anche vero che prima eravamo
vecchi, polverosi e inutili — dice seduto
nel suo studio Franco Massi, segretario
generale dal 2011 — ma noi la spending
review l’abbiamo fatto prima degli altri,
prima di Cottarelli, prima anche di Bondi. E siamo diventati un modello». Tra
abolizione della carta, eliminazione delle trasferte, riduzione delle auto blu, il
Cnel ha quasi dimezzato le spese ed ha
spontaneamente restituto al ministero
del Tesoro il frutto dei suoi tagli, 20 milioni di euro. Un’austerity costata al segretario generale due richieste di sfiducia. D’accordo, ma i 970 atti prodotti dal
Cnel nella sua storia sono serviti a qual-
La difesa
Il segretario generale Massi:
«Abbiamo già dimezzato
le spese e risparmiato 20 milioni»
cosa? «Se finora il Cnel non ha fatto bene, non vuol dire che lo strumento è da
buttare. Forse basta cambiare gli interpreti ma il Cnel non può essere mica sostituito da Twitter». La carta della disperazione è la richiesta di lasciare in piedi
il Consiglio azzerando i compensi dei
consiglieri. I dipendenti, invece, lo stipendio lo prenderanno lo stesso, anche
se saranno trasferiti in altri uffici. Forse
c’è anche questa ciambella dietro la facilità con cui sono pronti ad accettare il
game over. «Vero fino ad un certo punto», se la ride nel giardino un addetto alle pulizie con l’aria di chi la sa lunga.
«Bisogna vedere se si porteranno dietro
lo stipendio di qua, che è un po’ più alto,
o se dovranno scendere. Per questo mi
raccomando: il nome di Renzi, là dentro,
non lo pronunciate nemmeno».
Lorenzo Salvia
@lorenzosalvia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Voto
di scambio
la mediazione
del decreto
di GIOVANNI BIANCONI
U
n decreto legge per recepire
il testo che la Camera voterà
nei prossimi giorni e farlo
entrare subito in vigore,
evitando il rischio delle sabbie
mobili al Senato. È la soluzione
escogitata dal governo sullo
«scambio elettorale politicomafioso», divenuta materia
scivolosa tra divisioni nella
maggioranza e la doppia
esigenza di approvare la
riforma prima delle elezioni di
maggio, modificando però un
passaggio considerato a rischio
dagli stessi magistrati che
dovranno applicare la nuova
norma. La mediazione è del
ministro della Giustizia Andrea
Orlando in persona, che in
questi giorni ha consultato sia i
partiti che i rappresentanti
istituzionali. Con l’obiettivo di
garantire entrambe le urgenze,
e al tempo stesso evitare la
forzature di un intervento
governativo a discussione
parlamentare in corso.
L’articolo 416 ter del codice
penale che attualmente punisce
il cosiddetto «voto di scambio»
solo in cambio di «erogazione di
denaro» aspetta da vent’anni di
essere modificato, vista la
scarsa applicabilità dovuta al
fatto che quasi mai la
contropartita del patto occulto
sono i soldi. Di qui una
riformulazione che punisce la
promessa di appoggio elettorale
anche «in cambio di qualunque
altra utilità». Poi al Senato s’è
deciso di perseguire non solo
l’accettazione della promessa di
voti, ma anche «la disponibilità
a soddisfare gli interessi o le
esigenze dell’associazione
mafiosa». Una sorta di
processo alle intenzioni —
hanno denunciato pubblici
ministeri antimafia, professori,
l’Associazione nazionale
magistrati e alcuni componenti
del Csm — foriero di inevitabili
nuovi contrasti tra politica e
giurisdizione che finirebbero
per mettere in pericolo financo
l’indipendenza stessa della
magistratura. Anche il minimo
ritocco di quella formulazione,
però, rispedirebbe la legge al
Senato. Offrendo la possibilità
di bloccare la riforma a chi,
come Forza Italia, non la vede
di buon occhio anche per altre
ragioni. Di qui il muro alzato
dal Pd, spalleggiato da
associazioni come «Libera» che
lancia un allarme ogni giorno
che passa senza il «sì»
definitivo alla nuova legge,
disposto a non cambiare
nemmeno una parola pur di
incassare il risultato prima
delle elezioni europee. Con i
«grillini» che considerano un
imbroglio non votare il testo di
Palazzo Madama, e paventano
trappole dietro ogni angolo.
L’alternativa del decreto,
invocata ancora ieri dalla
presidente dell’Antimafia
Bindi, poneva e pone problemi
di opportunità e
costituzionalità. Che la
soluzione immaginata dal
Guardasigilli potrebbe
superare, perché prevede il
pronunciamento della Camera.
Nella speranza, di Orlando e del
Pd, che la «blindatura»
dell’accordo nella maggioranza
tenga di fronte alle prevedibili
tensioni dei prossimi giorni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Martedì 1 Aprile 2014
7
italia: 51575551575557
Sport, arte, musica, moda, design, industria, cinema.
Non esiste disciplina nella quale l’Italia non sia stata grande.
Non esiste settore nel quale non abbiamo brillato.
Siamo stati sul tetto del mondo, ora è tornato il momento di attaccare in contropiede.
E allora
#GUARDIAMOAVANTI
Costruiamo, inventiamo, produciamo, scriviamo.
Facciamo qualcosa di cui essere di nuovo fieri.
Perché per essere grandi come il nostro passato non serve la nostalgia.
Serve l’energia.
insieme con
enel.com
8
Primo Piano
Martedì 1 Aprile 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Il governo La crescita
Telefonate e benzina, inflazione verso quota zero
A marzo l’indice è salito solo dello 0,4%, il livello più basso dal 2009
Per le sigarette aumenti ai minimi da 12 anni. L’attesa sui tassi d’interesse Bce
L’analisi
Il presidente della Bce, Mario Draghi
Risparmio e consumi
Come cambia la vita
con i prezzi congelati
MILANO — La caduta dei prezzi, in teoria, dovrebbe
essere una buona notizia per le famiglie, perché beni e servizi
costano meno. Ma quando la frenata diventa così forte da
avvicinarsi a zero e si prolunga nel tempo, nessuno si rallegra.
Al contrario, cresce il rischio di deflazione, che si verifica
quando i prezzi continuano a diminuire fino a diventare negativi, con risultati catastrofici per tutti.
«L’orco deve essere combattuto con fermezza», ha messo in
guarda qualche tempo fa, Christine Lagarde, direttore del
Fondo monetario internazionale, tra i pochi leader a indicare
nella deflazione uno dei pericoli più seri per la ripresa dei Paesi
avanzati durante l’ultimo World Economic Forum a Davos. E
qualche giorno fa perfino un falco come Jens Weidmann,
presidente della banca centrale tedesca, ha aperto alla possibilità che la Bce possa ricorrere a misure non convenzionali,
come l’acquisto di titoli del debito pubblico e di obbligazioni
private, per contrastare lo spettro della deflazione. La storia ci
ha insegnato quanto i tedeschi abbiano paura dell’inflazione,
ecco perché l’apertura della Bundesbank riflette un momento
assai critico per l’economia europea. Come confermano le
stime preliminari, che segnalano un’inflazione media in discesa allo 0,5% per l’eurozona a marzo, rispetto allo 0,7% di febbraio e allo 0,4% per l’Italia, dallo 0,5% dil mese precedente.
Come si vive quando l’inflazione è così bassa da avvicinarsi
quasi a zero? Partiamo dai titoli di Stato, l’investimento preferito dei risparmiatori
italiani. I rendimenti reali
Titoli di Stato
salgono, perché la remunerazione è calcolata
I rendimenti reali dei
titoli di Stato salgono, e sottraendo il valore dell’inflazione al rendimento
questo vale anche per nominale. E lo stesso
le altre obbligazioni
discorso vale anche per le
altre obbligazioni. La
bassa inflazione, però, fa
salire anche i costi di chi ha un debito, perché aumentano gli
oneri per gli interessi colpendo, ad esempio, le rate dei mutui.
Il ragionamento vale anche per gli Stati molto indebitati. I tassi
di inflazione vicini a zero o negativi fanno aumentare il rapporto tra debito e Pil, rompendo uno dei vincoli del «Fiscal
compact». Una situazione non augurabile per un Paese come
l’Italia, che ha già un debito pubblico pari al 132,6% del suo
prodotto interno lordo. E che dovrebbe imporre nuove manovre per ridimensionarlo.
Anche per i risparmiatori e le famiglie il vantaggio teorico
di fare la spesa a buon mercato e di ottenere, per effetto della
rivalutazione dei bond a tasso fisso, remunerazioni più alte
sugli investimenti però ha vita breve. Se i prezzi scendono
troppo, calano i ricavi delle imprese, e quindi le aziende potrebbero decidere di ridurre la produzione tagliando gli investimenti e l’occupazione, mentre le imprese più deboli potrebbe addirittura chiudere. La disoccupazione salirebbe e i consumi scenderebbero ulteriormente, con il rischio di innescare
una spirale negativa che si autoalimenta e finire in deflazione.
Uno scenario non molto attraente in un Paese come il nostro
che ha già un tasso di disoccupazione al 12,9% con oltre il 40%
di giovani senza lavoro. Se l’inflazione è bassa e i prezzi nominali tendono a non diminuire, inoltre, diventa più difficile il
riaggiustamento dei prezzi relativi, per guadagnare competitività e far ripartire l’economia.
La situazione, però, è sgradita anche alle banche centrali,
perché spunta le armi alla politica monetaria: quando una
banca centrale porta a zero i tassi di interesse nominali a breve
termine, il tasso reale è dato dalla differenza del tasso di inflazione, normalmente un numero negativo. Ma se l’inflazione è
zero, allora anche il tasso di interesse reale è zero e quindi la
banca centrale ha meno leve per stimolare l’economia.
Giuliana Ferraino
@16febbraio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
MILANO — Cala il prezzo di
telefonate e messaggi, in flessione la benzina e gli alimentari. Diminuzione anche del
prezzo delle sigarette, ai minimi da dodici anni. L’inflazione
è scesa ancora a marzo allo
0,4% (secondo l’indice nazionale dei prezzi al consumo),
toccando nuovi minimi dall’ottobre 2009. Bassa inflazione
anche a livello europeo, nell’area della moneta unica la
crescita è scesa allo 0,5% dallo
0,7%.
Numeri che destano preoccupazione proprio nel momento in cui si accenna una
debole ripresa. In cinque mesi
in Italia la crescita dei prezzi si
è dimezzata e il tasso si sta avvicinando alla soglia «zero»:
quando la si supera si cade in
deflazione (cioè la diminuzio-
L’Eurotower
Gli analisti prevedono
che l’Eurotower prenderà
ancora tempo lasciando
i tassi allo 0,25%
ne generale dei prezzi generata
dalla scarsa domanda e dal calo
dei consumi, sintomo di
un’economia in difficoltà). La
Spagna ha dato l’allarme, registrando a marzo un ribasso
dello 0,2%. Ma anche le cifre
della Germania destano qualche preoccupazione: +0,9% su
base annua. Si tratta di numeri
nel loro complesso lontani dal
target ufficiale della Banca centrale europea, che per l’inflazione indica un dato vicino ma
inferiore al 2%. È per questo
che i mercati guardano con attenzione alla riunione della Bce
di giovedì. Gli analisti danno
per certo che l’Eurotower
prenderà ancora tempo, lasciando invariati i tassi (fermi
al minimo storico dello 0,25%
dallo scorso novembre), pro-
mettendo piuttosto di fare tutto il necessario in caso di «deterioramento» delle prospettive di inflazione. La Bce di Mario Draghi ha anche incassato
l’apertura del presidente della
Bundesbank, Jens Weidmann.
È probabile che le decisioni arrivino verso maggio-giugno,
quando ci sarà un dato sull’in-
flazione più omogeneo.
A chiedere un intervento è
anche il Fondo monetario internazionale: «Non siamo tanto preoccupati per la deflazione di per sé — ha spiegato Reza
Moghdam, direttore del dipartimento europeo del Fmi —
quanto per quella che definiamo low-flation. C’è più spazio
La classifica dei ribassi
1
2
3
Anche i cellulari
costano meno
Tra i beni durevoli da segnalare
il ribasso dei prezzi dei cellulari
(-18,5% rispetto un anno fa,
meno 3,8% se il confronto è
con febbraio 2014). Più
contenuta la diminuzione dei
prezzi delle auto: -0,2%
rispetto al mese scorso, +3,2%
rispetto a marzo 2013.
Frutta e verdura
ora più convenienti
Le associazioni degli
agricoltori segnalano i ribassi
dei prezzi della verdura:
meno 6,5% rispetto a un
anno fa, meno 3,6% rispetto
a febbraio. Drastico
ridimensionamento anche
per i listini della frutta: meno
3,9% su base annua
Per le sigarette
primo calo dal 2002
I prezzi delle sigarette a marzo
calano dello 0,5% sia in
termini congiunturali che
tendenziali (quindi sia rispetto
a febbraio che rispetto a marzo
dell’anno scorso). L’Istat ha
precisato che si tratta del
primo calo da gennaio 2002
quindi da oltre 12 anni
per ulteriori allentamenti, non
solo perché l’inflazione è sotto
controllo». Sull’altro lato dell’Atlantico la presidente della
Federal Reserve, Janet Yellen,
dopo avere ridotto di 10 miliardi al mese gli stimoli all’economia attraverso l’acquisto di titoli, ieri ha detto ufficialmente
che «è ancora necessario un
impegno straordinario per un
certo periodo» perché il tasso
di occupazione in un contesto
di stabilità dei prezzi non ha
raggiunto i numeri prefissati e
la ripresa per molti americani
sembra ancora una recessione.
Tornando all’inflazione nel
nostro Paese, l’unico settore
realmente «in deflazione» —
osservano gli analisti — è
quello delle comunicazioni
(-0,7% anno su anno) per il
quale il calo dei prezzi sembra
I mercati
Lo spread Btp/Bund
è sceso vicino ai 170
punti, ai minimi dal
giugno 2011
guidato più da fattori tecnologici che non da fattori di domanda. Comunque il mese di
marzo potrebbe rappresentare
un punto minimo per l’inflazione, che tuttavia rimarrà inferiore all’1% probabilmente
fino alla fine dell’estate. Come
evidenzia il centro studi di
Confindustria, «la bassa dinamica inflazionistica che pur
costituisce l’unico e parziale
sostegno al reddito disponibile
delle famiglie, continua a dimostrarsi insufficiente a garantire una sia pur minima ripresa dei consumi». E il ritorno
della domanda è fondamentale
per il consolidamento della ripresa.
Francesca Basso
@BassoFbasso
Bankitalia
Visco: imprese,
credito ancora
difficile
ATENE — (s.ta.) Le difficoltà di
accesso al credito delle imprese
restano uno dei motivi della
fragilità della ripresa italiana
ed europea. Nel ribadirlo, il
governatore della Banca d’Italia,
Ignazio Visco, che ha partecipato
ieri alla conferenza sull’unione
monetaria organizzata ad Atene da
Eurofi, ha osservato che occorre
studiare e realizzare nuovi
strumenti per aiutare soprattutto
le piccole e medie aziende a
reperire capitali senza pesare sulle
banche. La crisi, infatti, ha
determinato un calo dei prestiti,
misurabili a fine dicembre, nel 2%
annuo e ha evidenziato, dall’altro
lato, una forte crescita delle
sofferenze, dei prestiti cioè non
rimborsati. Il problema è
all’attenzione delle banche centrali
ma anche dei governi, che ne
discuteranno anche nel corso della
riunione dell’Ecofin informale che
si apre oggi nella capitale greca.
Secondo Visco una delle strade
possibili da percorrere per
consentire alle imprese di tornare
a reperire risorse per sostenere gli
investimenti senza pesare sulle
banche — che peraltro hanno i
loro problemi di aggiustamento —
è il rilancio delle cartolarizzazioni.
Ovviamente, ha osservato il
governatore, occorre rielaborare
le regole, individuando prodotti
«standardizzati e trasparenti» per
trovare un equilibrio tra il
controllo del profilo di rischio
degli strumenti e l’obiettivo di
stimolare il mercato così da evitare
il ripetersi dei problemi generati
proprio dalle cartolarizzazioni
all’inizio della crisi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il caso Il consulente del lavoro: in caso di incertezza applicativa è impossibile rilasciare un programma informatico
«Bonus di 80 euro in busta paga
Subito il decreto, o è a rischio»
De Fusco: i tempi dipendono anche dai software aziendali
Il nemico più temuto è sempre lo stesso: la burocrazia. Qualsiasi riforma ipotizzata in questo paese per diventare realtà deve superare la prova del fuoco burocratica. A questa regola non sfugge neanche il bonus degli 80 euro in busta paga
promessi dal premier Renzi. Quali ostacoli dovrà superare il provvedimento
perché gli 80 euro si materializzino davvero nel cedolino di maggio? Lo abbiamo
chiesto a Enzo De Fusco, consulente del
lavoro e coordinatore scientifico della
Fondazione Studi Consulenti del Lavoro.
Partiamo dalla domanda base, come
funzionerà il bonus Irpef?
«Ovviamente in questo momento non
se ne sa nulla. Al di là delle anticipazioni
fatte dal governo, non c’è alcun provvedimento cogente da poter applicare e
quindi brancoliamo nel buio. In questo
momento ogni ipotesi tecnica è possibile».
Vi sarete fatti qualche idea, ci sono
delle ipotesi.
«Sono molte la variabili possibili; bisogna vedere se l’importo sarà fisso o decrescente, se verranno incentivati mag-
giormente i redditi più o più alti, se verrà
calcolato sul reddito 2013 ovvero valutato mese per mese. Per alcuni versi si potrebbe pensare a una detrazione d’imposta ma questa soluzione presenta diverse
criticità. Molto più probabilmente si
tratterà di una somma forfetaria. Ma fondamentalmente, oltre a non conoscere i
meccanismi operativi, non si riesce a
comprendere da quando partirà».
Ma questo non è certo un dettaglio
secondario. Quante probabilità ci sono
che si arrivi in tempo per ricomprenderlo nelle buste paga di maggio, così
come è stato promesso?
«Difficile dirlo, ma certo più tempo
passa e meno sarà possibile. Anche ipotizzando che il provvedimento venga varato nei prossimi giorni; innanzitutto,
dovrà essere un decreto legge immediatamente pubblicato in Gazzetta Ufficiale
Da quel momento in poi le software house potranno procedere all’aggiornamento dei programmi gestionali, che si utilizzano negli studi e nelle aziende per sviluppare le buste paghe. Si tratta di
un’operazione molto delicata che dovrà
Enzo De
Fusco, consulente del
lavoro e coordinatore
scientifico
della Fondazione
Studi Consulenti del
Lavoro
essere compiuta in presenza di una norma che non lasci spazio a dubbi e interpretazioni diverse. Infatti, in caso di incertezza applicativa è impossibile rilasciare una release di un programma applicativo; si corre il rischio di mettere in
condizioni i consulenti del lavoro e gli
uffici del personale di sbagliare i conteggi.
E quanto tempo occorre per questo
tipo di aggiornamenti? Possibile individuare una data limite?
«Abbiamo visto aggiornamenti fatti in
giorni e altri anche in un mese; dipenderà dal coefficiente di difficoltà applicati-
vo delle novità normative. Perché tutto
vada a buon fine è necessario che le release vengano consegnate entro il 20 del
mese di maggio. E da quel giorno si possono cominciare le elaborazioni. Ma se
solo ritarda ancora un po’ sarà impossibile riuscire a ricomprendere il bonus nei
cedolini di maggio; si dovrà spostare
l’operazione a giugno, sperando che le
disposizioni prevedano il recupero delle
somme non portate in detrazione nel
mese precedente.
Questo vuol dire che se una grande
azienda gestisce in proprio il programma, e quindi gli aggiornamenti, può
riuscire ad aggiornare più tempestivamente l’applicativo?
«Dipende certamente dalla struttura
informatica di cui si è dotati, cioè di quali
e quante risorse umane specializzate si
hanno a disposizione. Certamente potrebbe anche capitare, anche perché la
gestione interna evita disguidi e ritardi.
Quindi si potrebbe profilare una situazione limite in cui i dipendenti delle
Pmi non riceverebbero il bonus a maggio per il ritardo negli aggiornamenti
software, mentre quelli di grandi
aziende sì.
«In teoria si potrebbe realizzare, ma
speriamo che il decreto legge venga pubblicato quanto prima dandoci la possibilità di predisporre buste paghe del mese
di maggio più “pesanti” del solito».
Isidoro Trovato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Martedì 1 Aprile 2014
Primo Piano
italia: 51575551575557
9
#
Prezzi e mercati
LO SPREAD BTP/BUND
IERI
172
PUNTI
BASE
L’INFLAZIONE
A MARZO
SU BASE ANNUA
0,9%
in Germania
-0,2%
in Spagna
0,4%
300
250
200
INDICI DEI PREZZI AL CONSUMO
Variazioni percentuali rispetto allo stesso mese dell’anno precedente
INDICE GENERALE
✒
in Italia
BENI
Maggio
SERVIZI
Luglio
5,0
L’INFLAZIONE NELLA UE
4,0
3,5
3,0
3,0
2,0
2,5
1,0
2,0
Settembre
2013
3,1
1,5
-1,0
1,0
I tessili e
l’aumento
anti made
in Italy
Marzo
2014
2,6
di DARIO DI VICO
2,1
1,5
0,0
2014
Novembre
U
1,7
0,7
0,9
0,8
0,8
Dic.
Gen.
1,0
0,7
0,5
-2,0
Marzo
09
Settembre
09
Marzo
10
Settembre
10
Marzo
11
Settembre
11
Marzo
12
Sttembre
12
Marzo
13
Settembre
13
Marzo
14
2009
2010
2011
2012
2013
Mar.
Ott.
Nov.
Feb.
Mar.
CORRIERE DELLA SERA
Le misure Il Prodotto interno lordo per il 2014 stimato nel Documento di economia e finanza a quota 0,8%
I tagli, parte Palazzo Chigi
Addio ai 24 dipartimenti
Lite con l’Ue sui pagamenti
Tajani: infrazione. Renzi: sei in campagna elettorale
ROMA — Una settimana al
massimo e il governo approverà il
Def, il Documento di economia e
finanza che farà da cornice al taglio delle tasse per i lavoratori dipendenti, i famosi 80 euro in più
netti al mese per chi prende fino a
1.500 euro, che verrà deciso la settimana successiva con un decreto
legge. Lo ha confermato ieri il presidente del Consiglio, Matteo
Renzi, mentre il sottosegretario
Graziano Delrio, ha detto che
sempre nel giro di una settimana
il governo presenterà il piano di
tagli della presidenza del Consiglio.
La riforma, che nelle intenzioni
di Renzi vuole essere d’esempio
per tutta la pubblica amministrazione, ruoterà sull’accorpamento
dei dipartimenti (a Palazzo Chigi
ce ne sono ben 16 più 8 uffici a ca-
po di altrettante strutture, per un
totale di 24), la rotazione degli incarichi (il termine di legge per le
nomine dei capi dipartimento della presidenza scade l’8 aprile) con
la promozione degli interni e il taglio degli incarichi dall’esterno
che costano di più (tipo Consiglieri di Stato). La retribuzione (i capi
dipartimento prendono più di 200
mila euro lordi) verrà legata al
raggiungimento degli obiettivi.
Tutte le spese di Palazzo Chigi finiranno a regime on line, in modo
che tutti possano controllare. Saranno tagliati anche i consulenti
(una novantina circa). La riforma,
sintetizza Delrio, «sarà ispirata a
criteri di sobrietà». Verranno costituite le due «unità di missione»
già annunciate, una per la scuola e
l’altra per la difesa del territorio.
Infine verrà costituita una cabina
Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan
di regia per le politiche economiche che dovrebbe essere affidata
all’economista e deputato Pd Yoram Gutgeld. A Palazzo Chigi si è
anche in attesa dell’arrivo del
commissario per la spending review, Carlo Cottarelli, che finora
ha avuto il suo ufficio presso il ministero dell’Economia.
Tornando al Def e al bonus in
busta paga, ieri Renzi ha assicurato che il taglio delle tasse sarà, a
partire da maggio, di «80 euro per
i dipendenti che percepiscono fino a 1.500 euro al mese» e che i 6,6
miliardi necessari nel 2014 (10 su
base annua) per finanziare l’operazione «li abbiamo trovati» e saranno indicati nel Def. Il presidente del Consiglio ha in questo modo
smentito l’ipotesi di un intervento
più modesto per quest’anno. Ipotesi che aveva preso corpo dopo
che il ministro dell’Economia,
Pier Carlo Padoan, aveva detto che
le coperture dovranno arrivare
tutte da tagli di spesa strutturali,
escludendo così sia entrate una
tantum sia un eventuale ricorso
all’aumento del deficit. Poiché al
massimo si ritiene che dal taglio
della spesa possano venire non
più di 4-5 miliardi per il periodo
maggio-dicembre 2014, ci si chiede dove il Tesoro possa trovare il
resto.
Intanto, cominciano a prendere
forma le linee generali del Def.
L’aumento del prodotto interno
lordo per il 2014 dovrà essere corretto al ribasso rispetto alle stime
del governo Letta: non più l’1,1%
ma lo 0,8-0,9%. Un po’ di più quindi dello 0,6% previsto dalla commissione europea, proprio perché
il piano terrà conto degli effetti sulla crescita del taglio delle tasse per
lavoratori e imprese (l’Irap) e del
pagamento dei debiti alle aziende.
Tema quest’ultimo sul quale ieri
Renzi si è scontrato con il vicepresidente della commissione euro-
Gutgeld in cabina regia
Il governo affiderà il
coordinamento delle
politiche economiche
a Yoram Gutgeld
pea, Antonio Tajani, che ha annunciato l’avvicinarsi della procedura
d’infrazione per il ritardo nei pagamenti. «Dal 6 giugno — ha replicato Renzi — con la fatturazione elettronica il pagamento sarà immediato. Il commissario Tajani ha
un’emergenza che è quella di andare in campagna elettorale. In bocca
al lupo, anche se è di Forza Italia».
«La campagna elettorale non c’entra niente — ha ribattuto Tajani —
Intervenire è un mio preciso dovere, oltre che un obbligo giuridico».
Enrico Marro
I precari (socialmente utili?) stabili per legge
La premessa è che non vorremmo
mai vedere un solo lavoratore perdere
il posto. Ma apprendendo che lo Stato
assumerà per due anni migliaia di«bidelli», mentre il commissario alla
spending review Carlo Cottarelli stima
in almeno 85 mila gli esuberi nella
pubblica amministrazione, è legittimo chiedersi quale sia il confine fra
l’assistenzialismo e le necessità reali
del servizio pubblico. Questi «bidelli»
non sono in realtà bidelli e a quanto
pare non sono nemmeno 24 mila, cifra circolata domenica. Si tratta dei
precari storici, gli ex lavoratori socialmente utili impegnati da una quindicina d’anni nella pulizia delle scuole,
metà dei quali (dunque circa 12 mila)
da oggi sarebbero rimasti disoccupati
dopo i tagli conseguenti alle gare Consip, con cui la spesa è passata da 620 a
390 milioni.
Per non metterli in mezzo alla strada si è deciso di impiegarli, ha scritto
Libero, nel «ripristino del decoro»
delle scuole. Toccherà a loro fare le
piccole manutenzioni: naturalmente
dopo un adeguato percorso di formazione professionale. Costo, intorno ai
300 milioni per un paio d’anni. Cifra
che riporta la spesa vicina ai livelli
precedenti ai tagli. Ma tant’è.
Non poteva certo scoppiare proprio
ora la prima bomba sociale per il governo di Matteo Renzi, ereditata dall’esecutivo precedente di Enrico Letta,
ma innescata addirittura da una quindicina d’anni. Nel 1999 l’igiene scolastica è passata per legge allo Stato insieme ai dipendenti degli enti locali
che se ne occupavano. Il loro numero,
negli anni, si era poi gonfiato a dismisura con gli ex lsu ingaggiati dai Comuni e organizzati in consorzi. Assunzioni anche dettate dalla necessità
di mettere una toppa ai problemi occupazionali, ma spesso dal forte odore
clientelare. Con il risultato di avere alla
fine molte più braccia del necessario.
L’operazione era figlia di una stagione durante la quale la moltiplicazione di ruoli e funzioni nella scuola (e
dunque di costi), con il beneplacito
sindacale, era considerato normale.
Ubriacatura che produsse, per dirne
una, la figura delle scodellatrici. Che
cosa fanno, lo dice la parola stessa:
scodellano le pietanze nei piatti degli
alunni nei refettori scolastici. Non sia
mai che una bidella tocchi un mestolo.
Questa storia dei pulitori precari ne
ricorda molte altre simili. L’inizio di
tutto si può far risalire al 1987 per iniziativa del ministro del Lavoro Rino
Formica, e del segretario della Cisl
Franco Marini. L’idea era quella di alleviare le tensioni sociali impiegando i
più emarginati in attività di pubblica
utilità: tenere in ordine le aiuole, ripiantare gli alberi bruciati, pulire le
spiagge… La moneta unica era lontana
e la tipografia statale stampava Bot a
pieno ritmo. Anche se era facile prevederlo, nessuno si poneva il problema
che la cosa prima o poi sarebbe degenerata. Lo stesso Formica arrivò a proporre di assumere nella pubblica am-
ministrazione i contrabbandieri che si
fossero redenti. Mentre il bacino assistenziale diventava pian piano un mare sterminato. Soprattutto al Sud.
Nel 2001 l’Inps censì 125 mila lavoratori socialmente utili. In Calabria i
cosiddetti operai forestali raggiunsero
la cifra di 11 mila e in contemporanea
quella Regione conquistò il record assoluto degli incendi. In Sicilia la Corte
dei conti ha calcolato, oltre ai 20 mila
dipendenti della Regione, quasi 28
mila lavoratori precari. Ma erano arrivati a sfiorare i 60 mila, senza peraltro
mai alleviare un tasso di disoccupazione giovanile ormai ben superiore al
40 per cento. Le paghe sono da fame,
ma è chiaro che si tratta di sussidi puri. Sussidi come quelli, non altrettanto
12 85
mila precari storici impegnati da quindici anni nella
pulizia delle scuole, che da
oggi sarebbero rimasti disoccupati dopo i tagli.
mila dipendenti in esubero
nella pubblica amministrazione secondo le stime del
commissario per la revisione
della spesa Carlo Cottarelli.
1.500
le piccole imprese di
TessiliVari, associazione che
aderisce a Confindustria. Le
aziende producono accessori
per abbigliamento all’interno
dei confini italiani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il caso Dai curatori del decoro nei palazzi scolastici ai camminatori agli allevatori di cirnechi
La possibile conferma per 24 mila
dipendenti costerebbe 300 milioni
na volta lo si sarebbe
definito un «falco». I tempi
però sono cambiati e Matteo
Cavelli, 43 anni, imprenditore
lombardo e presidente della
TessiliVari (una piccola
associazione che aderisce a
Confindustria) si può
catalogare tra coloro che
vogliono «disintermediare» il
rapporto datori di
lavoro/dipendenti. Tutto
comincia con il contratto
nazionale di lavoro del Sistema
Moda, cugini maggiori della
Tessilvari e una delle
associazioni confindustriali di
punta. Tradizionalmente il
documento firmato da loro
veniva di fatto replicato anche
dai presidenti di TessilVari,
stavolta no. L’aumento di 118
euro medi nei tre anni e la
concessione di un bonus di 250
euro annui per i lavoratori delle
aziende senza contratto
integrativo hanno mandato su
tutte le furie Cavelli. «La mia
associazione è fatta di 1.500
piccole imprese di accessori per
l’abbigliamento — racconta —,
producono tutti rigorosamente
in Italia ma non riuscirebbero
mai a far fronte a quegli
aumenti. Capisco la logica di
Sistema Moda, che in questo
modo ha regolamentato anche
l’attività degli addetti dei
negozi monomarca, ma non è la
nostra». I sindacati di
categoria aderenti a Cgil-CislUil ovviamente non la pensano
allo stesso modo e vista l’aria
sono scesi sul piede di guerra
miseri, che intascavano le 2.361 persone assunte con la scusa di fare la
raccolta differenziata in Campania durante l’emergenza rifiuti: 600 lsu, 470
ex detenuti, 930 disoccupati «di prima
classe», più 361 addetti ai consorzi di
bacino. Saltò fuori che in 34 lavoravano a un call center dove arrivava mediamente una telefonata alla settimana per ciascuno.
Per non parlare di quei 15 (quindici) reclutati dal comune di Zafferana
Etnea, in provincia di Catania, per allevare 8 (otto) cirnechi dell’Etna, cani
d’una razza antichissima e prodigiosa.
Oppure di quel lavoratore socialmente
utile assunto dal piccolo Comune di
Bompietro, nel palermitano, al quale il
medesimo municipio aveva affidato la
redazione di un progetto di arredo urbano per una cifra in lire corrispondente a 322 mila euro. Vette assolute
di creatività pseudoassistenziale. Ma
se possibile addirittura superate, sette
anni fa, dall’assunzione di 110 autisti
senza patente a Palermo. Dove il dipartimento trasporti della Regione siciliana, non più tardi di due anni fa,
aveva chiesto di avere a disposizione
30 «camminatori». Per fare cosa? Portare le carte da un ufficio all’altro.
Sergio Rizzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
rompendo le trattative e
esercitando pressione sulle
aziende di TessiliVari che
hanno bisogno di continuità
nella produzione. Molte delle
aziende che fanno capo a
Cavelli fanno cassa
integrazione e negli
stabilimenti del presidente, a
Busto Arsizio e Como, dove
prima lavoravano 130 addetti
adesso ne sono rimasti 60. Per
replicare al sindacato allora
Cavelli ha preso carta e penna e
scritto una «lettera aperta» ai
lavoratori.
«È inutile dare soldi in più se
poi si fanno chiudere le
fabbriche», sostiene il
presidente che chiede ai
dipendenti di rinviare gli
aumenti, maggiore flessibilità,
modifica dei periodi di ferie
senza ridurle e incremento dei
contratti a termine. In cambio è
disposto a dare premi alla
presenza e a redistribuire ai
lavoratori parte di quanto si
risparmierà a fronte di una
riduzione delle tasse sul lavoro.
«Se cambierò idea davanti agli
scioperi? Li proclamino pure,
penso che saranno in pochi a
farli».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
10
Martedì 1 Aprile 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Esteri
La svolta Dopo la disfatta elettorale alle Municipali e l’avanzata del Front National
Hollande: «Messaggio ricevuto»
E nomina Valls capo del governo
«Esecutivo da combattimento». Giù le tasse e i contributi
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI — François Hollande, gravemente indebolito dalla sconfitta alle Municipali, vara un «governo di combattimento». Con un messaggio accorato ai francesi, in diretta tv
alle 20, il presidente della Repubblica ha ringraziato JeanMarc Ayrault per «il coraggio e
l’abnegazione», e ha annunciato l’inizio di una nuova fase
dando l’incarico di formare un
altro governo a Manuel Valls, il
ministro dell’Interno che anche grazie alla linea dura su
immigrazione e sicurezza è da
mesi il politico francese più
popolare.
La situazione del presidente
è molto difficile, la carta Valls
— inviso all’ala sinistra del
Partito socialista — è l’ultima
speranza per raddrizzare il Paese e le sorti del quinquennio.
«Ho sentito il vostro messaggio, è molto chiaro — ha esordito Hollande — cambiamenti
insufficienti, troppa lentezza,
ancora troppa disoccupazione,
giustizia sociale insufficiente e
troppe tasse. Non ignoro le
sofferenze di molti di voi, la
difficoltà di arrivare alla fine
del mese, ad assicurare l’educazione dei vostri figli, a trovare un alloggio. So che molti
francesi si sentono dimenticati, abbandonati. Il vostro messaggio è indirizzato direttamente a me, e io devo darvi risposta».
Quindi, l’incarico a Valls,
che dovrà formare una squadra «ristretta, coerente e com-
patta». «Tre cose chiedo a Valls
— ha proseguito Hollande —
prima di tutto rilanciare l’economia, dando il via al patto di
responsabilità che ridarà competitività alle imprese francesi.
Poi, la giustizia sociale: serve
un patto di solidarietà fondato
su tre pilastri, l’educazione e la
formazione dei giovani, la sicurezza sociale con priorità al-
Inchiesta
«La ministra della Francofonia
ha mentito sul suo patrimonio»
PARIGI — La ministra della Francofonia, Yamina
Benguigui, è accusata di aver mentito sulla sua
dichiarazione patrimoniale. Secondo Le Monde l’Authority
sulla trasparenza nutre «seri dubbi» sulla veridicità di
quanto denunciato dalla Benguigui che avrebbe omesso
una parte della dichiarazione o fornito una valutazione
falsa. La violazione riguarda una somma di 430 mila euro e
l’Authority ricorrerà ora alla Procura di Parigi. La ministra
rischia fino a 3 anni di carcere, 45 mila euro di ammenda e
l’interdizione dai pubblici uffici per una durata massima di
10 anni. Secondo la legge del 2013 ministri e parlamentari
sono obbligati a pubblicare una dichiarazione del loro
patrimonio e dei loro interessi. Il controllo spetta
all’Authority creata dopo lo scandalo del ministro Cahuzac
scoperto con un conto segreto in Svizzera.
la Sanità, il potere d’acquisto
con una riduzione delle imposte dei francesi e una diminuzione dei contributi pagati dai
dipendenti». Infine, il terzo
più generico punto chiave del
nuovo corso richiesto a Valls,
la lotta alla «crisi civica e anche
morale che attraversa la Francia».
Meno tasse, meno disoccupazione, rilancio dell’economia. Se fosse così semplice,
probabilmente il presidente
della Repubblica francese non
avrebbe aspettato 22 mesi prima di cambiare rotta. Finora
Hollande aveva l’ambizione di
tenere lo sguardo alto, lontano
dai sondaggi, dalla politica
quotidiana e dalle occasionali
sconfitte politiche, per perseguire l’obiettivo a lungo termine del risanamento del Paese.
Il crollo alle elezioni municipali di domenica gli impedisce
di continuare, ed è per questo
che in 24 ore il presidente si è
presentato ai francesi rompendo il suo silenzio e annunciando la svolta. Il tentativo è di
spingere sulla via socialdemocratica, liberale in economia,
con il patto di responsabilità
annunciato a gennaio — sgra-
Patto
Il presidente
francese
François
Hollande
(primo a sinistra), 59 anni,
stringe la
mano a
Manuel Valls,
51 anni, ministro dell’Interno nominato ieri
premier; al
centro, l’ex
primo ministro JeanMarc Ayrault,
64 anni (Afp)
vi fiscali alle aziende che assumono finanziati con 50 miliardi di tagli alla spesa pubblica
— e che adesso deve essere
tradotto nella realtà. Nella speranza di non scontentare troppo la sinistra del partito Hollande ha parlato anche per la
prima volta di un «patto di solidarietà».
«Non è cambiando premier,
non è con il calciomercato che
si risolvono i problemi della
Francia», ha commentato Marine Le Pen, e anche JeanFrançois Copé, leader dell’Ump vincitore delle elezioni,
si è detto scettico: «Inutile
cambiare uomini se non si
cambia politica».
Nel discorso di Hollande c’è
poi un punto molto interessan-
te, una frase detta quasi en passant ma che potrebbe avere
conseguenze importanti a livello europeo. «Il governo dovrà anche convincere l’Europa
che questo contributo della
Francia alla competitività e alla
crescita deve essere tenuto di
conto nel rispetto dei suoi impegni. Perché rafforzare l’economia francese, è il miglior
Offerta valida per immatricolazioni fino al 30/04/2014 per Kuga Plus 2WD 1.6 EcoBoost 150CV. Solo per vetture in stock, grazie al contributo dei FordPartner. IPT e contributo per lo smaltimento pneumatici esclusi. Consumi da 5,3 a 6,2 litri/100km (ciclo misto);
emissioni CO2 da 139 a 162 g/km. La vettura in foto può contenere accessori a pagamento.
Salto all’indietro con avvitamento
e apertura finale senza mani.
FORD KUGA
Hands-free liftgate
Apri e chiudi il portellone automaticamente con il solo movimento del tuo piede.
Kuga 1.6 EcoBoost 150CV € 22.250
Con Clima automatico, SYNC®‚ Cerchi in lega 17’’, Sensori di parcheggio, Cruise control e Power start.
Corriere della Sera Martedì 1 Aprile 2014
Esteri 11
italia: 51575551575557
Il personaggio Chi è il nuovo primo ministro francese, naturalizzato a 15 anni
Il socialista catalano
che piace alla destra
(e somiglia a Sarkozy)
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
modo di riorientare l’Europa».
Tradotto, la Francia — che già
è trattata con grande indulgenza da Bruxelles — chiede ancora più tempo per rientrare sotto la famosa soglia del 3% (oggi
è sopra il 4%). Vedremo che ne
pensano Angela Merkel e gli altri alleati europei.
S. Mon.
2017
L’anno
delle prossime elezioni
presidenziali in Francia:
Hollande potrebbe
vedersela con Valls
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La storia
PARIGI — Nel 1981, quando François
Mitterrand inaugurava i 14 anni del suo regno repubblicano e un giovane François Hollande ne faceva il suo modello politico, il
18enne Manuel Carlo Valls Galfetti, nato a
Barcellona dal pittore catalano Xavier e dalla
musa svizzera italiana Luisa, faceva la coda
negli uffici di Parigi, tra i rifugiati cambogiani e vietnamiti, per chiedere la cittadinanza
francese. E mentre il Partito socialista si spartiva le posizioni di potere lui, che per Mitterrand neanche aveva potuto votare, si dibatteva ancora tra certificati e diffidenza. «Ha la
tubercolosi? I suoi genitori che tipi sono?», si
sentì chiedere al commissariato.
Naturalizzato, finalmente, nel 1982, ieri il
51enne Manuel Valls è diventato primo ministro di Francia. Il Paese dove ha studiato sin
dalle elementari, e al quale ha scelto di appartenere al contrario della molto amata sorella
Giovanna, nata a Parigi ma cittadina spagnola (vive a Barcellona, un passato di dipendenza dall’eroina, malata di Aids. Due strade diverse).
La devozione di Valls per la Francia ne farebbe un perfetto esempio per Nicolas
Sarkozy, che nelle sue tirate contro la mancata integrazione degli immigrati una volta disse la celebre frase «La Francia, o la ami o te ne
vai»: l’immigrato Valls lo adora, il suo Paese
d’adozione, e questo è solo il primo dei tanti
elementi che avvicinano i due ex «primi poliziotti di Francia», che hanno basato entrambi
la loro ascesa politica sull’esperienza di ministri dell’Interno di successo.
«Sarkozy di sinistra»: da tempo Manuel
Valls viene bollato senza sconti, soprattutto
nel suo campo, perché la sua sconfinata ambizione è evidente, come pure la popolarità
tra l’opinione pubblica: sei francesi su 10 apprezzano la sua azione, un record in tempi di
percentuali drammatiche per il presidente
Hollande. Con Valls, diventa primo ministro
socialista un uomo votato all’azione che tempo fa avrebbe anche voluto cambiare nome al
Ps, «perché il socialismo è stata una bella
utopia ma ormai è una parola vuota, dovremmo cambiare nome al Partito socialista
per essere finalmente di sinistra». Hollande
sceglie come suo premier l’avversario delle
primarie, che già tre anni fa predicava la svolta liberale alla quale solo ora il presidente si è
rassegnato. E se Hollande resta legato al mito
Mitterrand, appena diventato francese Valls
preferì la «seconda sinistra» di Michel Rocard, più moderna, responsabile e liberale.
Quanto il predecessore Jean-Marc Ayrault è
apparso vecchio, fedele uomo di apparato
privo di carisma, tanto Manuel Valls è capace
La sorella
Sua sorella non ha la cittadinanza
francese, vive a Barcellona, un
passato di dipendenza
dall’eroina, malata di Aids
di giocare con il suo ruolo, di assumersene la
responsabilità senza complessi. In visita nella banlieue di Marsiglia dopo l’ennesima
sparatoria, un anno fa, Valls vede un bambino che si ritrae impaurito per la presenza dei
poliziotti. Si piega sulle ginocchia per arrivare alla sua altezza, e lo rassicura: «Sai chi sono? Sono il capo della polizia. Hai presente
Superman, Spiderman?». Un po’ autoironico,
e un po’ no.
«Il populismo è ingannare il popolo. Combattere il populismo, è rispondere alle attese
del popolo», è il motto di Valls. Come Sarkozy
prima di lui, punta sui temi della sicurezza,
della laicità contro l’islamismo, e della lotta
all’illegalità. Valls è capace di espellere più
Rom di Sarkozy, ma destando meno scandalo. Dopo avere divorziato dalla madre dei
suoi quattro figli, nel 2010 si è risposato con
un suo amore di gioventù, la violinista Anne
Gravoin, amica e collaboratrice di Johnny
Hallyday (l’idolo di Sarkozy, ancora lui). Nel
suo ufficio di ministro dell’Interno, tiene il
grande ritratto che gli fece suo padre Xavier, e
una maglia del Barcellona, la sua squadra del
cuore. Lontano dalla palude del partito, Valls
è uomo di tante passioni e tante identità.
«Parlare francese, catalano, spagnolo o italiano ha rappresentato per me una ricchezza,
un’apertura verso gli altri. Sono, anche io, un
francese di sangue misto». Per salvarsi dal
terremoto politico delle Municipali, Hollande si affida a un neoprimo ministro che uscì
dall’anonimato all’indomani di un altro sisma, quello del 23 novembre 1980. Nell’anfiteatro della facoltà di Legge, «Irpinia! Irpinia!», gridava un allora sconosciuto Valls ai
compagni socialisti, esortandoli a raccogliere
fondi per i terremotati campani. Fu, quello, il
suo primo discorso politico in pubblico. Già
allora poca ideologia, molta azione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Nel Marais sopravviveva un angolo di Mitteleuropa, oggi al posto della gastronomia Jo Goldenberg c’è una jeanseria
Addio brasserie e botteghe storiche
Parigi diventa città in franchising
Invasa dai marchi globali, la capitale sta perdendo l’anima
di ALDO CAZZULLO
L
Stefano Montefiori
Stef_Montefiori
a sinistra non ha perso Parigi. Ma
Parigi rischia di perdere la propria
anima. E questo sì che sarebbe un
guaio.
A Parigi sta accadendo quel che accade ad altre città d’arte, come Venezia, e ad altre capitali europee, come
Londra: la gente normale non può più
permettersi di vivere in centro, ed
emigra in periferia, vendendo le case
magari a ricchi stranieri che vi passano un weekend all’anno; e le librerie, i
piccoli negozi, le botteghe storiche
chiudono per lasciare spazio ai marchi internazionali, uguali in riva alla
Senna come a Kuala Lumpur o ad Albuquerque. Ma non è tutto qui.
Parigi rischia di perdere l’anima
proprio perché, pezzo per pezzo, sta
perdendo la sua specificità, la sua
unicità, le sue bizzarrie all’apparenza
(e sempre più nella sostanza) antieconomiche: quel che la rende diversa
da tutte le altre città.
La lista dei simboli perduti è lunga.
In rue des Rosiers, nel Marais, c’era un
angolo di Mitteleuropa: Jo Goldenberg, gastronomia e brasserie, dove si
poteva comprare o assaggiare il pastrami come a Praga, l’oca come a Varsavia, il salmone come a Vilnius. Un
simbolo dell’identità ebraica al punto
da essere bersaglio di un attentato antisemita (9 agosto 1982: 6 morti e 22
feriti; e il presidente Mitterrand, eletto un anno prima, venne a rendere
omaggio a un luogo dell’anima). Oggi
è diventato una jeanseria, che ha pure
usurpato il nome a una canzone della
Comune, suonata in piazza della Bastiglia la notte in cui Mitterrand morì:
«Le temps des cerises», il tempo delle
ciliegie, che fin dal titolo piange la caducità delle cose. Lì accanto ha chiuso
Pitchi Poï, altro santuario degli odori
e dei sapori della memoria ebraica,
sostituito da uno dei mille ristoranti
«tartare-frites». Allard, uno degli ultimi angoli autentici del Quartiere Latino, una rôtisserie dove pareva di entrare nella bottega di Ragueneau,
l’amico cuoco di Cyrano, con spalle
d’agnello e pasticci pantagruelici, è
stata comprata da Alain Ducasse, che
ne ha fatto un ristorante asettico. Dilaga ovunque la moda degli «atelier»
dei grandi chef divenuti imprenditori
di se stessi, dove (come da Joël Robuchon) si mangia appollaiati sui tre-
spoli e si paga 39 euro un piatto di
spaghetti; mentre place de la Madeleine è diventata un atelier del precotto e del confezionato, in cui accanto a
Fauchon si moltiplicano le case del
caviale e del tartufo, a prezzi da sceicco.
Ovviamente il cibo è solo una metafora, per quanto non secondaria. I
parigini hanno l’impressione che la
loro stia diventando una città in franchising. Come una miniera data in
concessione ai marchi del mondo
globale, che vi estraggono la ricchezza. O come la Venezia del ’700, splendida vetrina di una potenza decaduta
(anche Parigi non è mai stata così bel-
Nel mito
Il caffè «Lex Deux Magots»,
storico ritrovo di intellettuali
a Saint-Germain-des-Prés
Libri antichi, romanticismo
e biciclette: un’immagine
simbolica della vecchia Parigi
la). Alcuni fenomeni sono noti. Da
vent’anni i «passages» della città
haussmaniana sono divenuti mercati
asiatici al coperto, con il parrucchiere
da pochi euro e il mercatino delle spezie; ma ora i cinesi hanno conquistato
anche il sottobosco del piccolo artigianato, che ancora resisteva nei cortili di case insospettabili. Non c’è da
rimpiangere lo squallore di certi locali
di Pigalle, dove il vero spettacolo
osceno non erano le ragazze ma i
clienti; però dispiace veder spuntare
ovunque gli Starbucks, trionfo dell’Italian sounding, dei prodotti che
suonano italiani ma non lo sono. Da
tempo Saint-Germain non ha più nulla del quartiere di intellettuali e artisti
che fu; ma impressiona vedere la
brasserie liberty Vagenende rinunciare all’impronta storica per inalberare
un’insegna che pare
sottratta alla business lounge di un aeroporto; o trovare accanto al leggendario
Deux Magots il nuovo locale dei fratelli
Costes, dove ad andare in bagno tra legni neri e marmi scuri pare di calarsi in
una tomba egizia. Lì
vicino però, in rue de
Rennes, sono apparsi
i compro-oro. Resiste solitaria la libreria
polacca, sia pure a
orario ridotto e con
libri quasi solo francesi, tranne la biografia del generale
Kosciuszko, antenato della candidata
di destra sconfitta al ballottaggio.
Il Comune ogni tanto lancia allarmi
per non perdere un pezzo di città. Ma
il sindaco di Parigi non conta molto
più di nulla. La città è una testa gracile
da due milioni di abitanti, su cui gravano i dieci milioni di borghesi impoveriti e di vecchi poveri delle banlieue.
E ci sono problemi più seri che non
salvare il negozietto di carillon sotto i
portici del Palais Royal, il laboratorio
di incisioni nell’avorio di rue Bonaparte, la bottega dei soldatini di
piombo di rue Guisarde. Parigi resta
la città dove trovi il tassista che nelle
pause legge romanzi cavallereschi del
’400, dove in una notte compare sul
muro di Saint-Sulpice il testo di una
poesia di Rimbaud. Ma è anche la capitale della grande malata d’Europa;
sia pure una malata in parte immagi-
Nel Quartiere Latino
Allard, una rôtisserie che
pareva la bottega dell’amico
cuoco di Cyrano, ora è un
ristorante asettico
naria. La Francia è il Paese con la maggior ricchezza accumulata pro capite,
più degli Stati Uniti e della Germania
(il secondo è l’Italia). La Francia è il
Paese con il miglior sistema sanitario
pubblico, in cui si fanno gratis operazioni sofisticatissime che in America
costerebbero 150 mila dollari. E’ un
Paese che l’energia se la fa in casa. E’ il
Paese con più turisti al mondo (l’Italia
era la prima, ora è solo quinta). E’ il
Paese con il più grande patrimonio
storico-culturale, dopo quello italiano. Ha uno Stato che costa troppo ma
(a differenza di quello italiano) funziona. Eppure perde aziende e contribuenti in fuga dalle tasse. Ed è afflitta
dal complesso di non contare più nulla. Sentirsi come il villaggio di Asterix
assediato dall’impero globale vellicava l’orgoglio. Ora il timore è che Asterix si vesta, mangi, beva e, alla lunga,
pensi come gli invasori.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La vicenda
Socialisti
La sconfitta
in oltre 150 città
(Parigi esclusa)
La disfatta socialista alle
elezioni amministrative ha
provocato un terremoto nel
governo: il secondo turno
svoltosi domenica ha visto i
socialisti perdere il controllo
in più di 150 città con oltre
novemila abitanti (comprese
roccaforti storiche come
Limoges, dove la sinistra
governava dal 1912). La
grande eccezione è
rappresentata da Parigi, dove
ha trionfato Anne Hidalgo
Front National
Marine Le Pen
ha conquistato
undici città
Dopo l’affermazione al primo
turno (7% dei consensi a
livello nazionale) il Fronte
Nazionale di Marine Le Pen
(che si presentava in 600
Comuni su 36 mila) ha
conquistato al ballottaggio 11
città, soprattutto al Sud, pur
mancando il bersaglio in
centri importanti come
Avignone (vittoria socialista)
e Perpignan (dove correva
per la poltrona di sindaco
il compagno di Le Pen).
Ump
Onda azzurra:
l’avanzata
del centrodestra
I gollisti dell’Ump, principale
formazione di centrodestra,
escono dal risultato delle
Amministrative come primo
partito di Francia. Sconfitto
largamente nella capitale
Parigi, l’Ump guidato da
Jean-François Copé ha
sottratto ai socialisti un buon
numero di città chiave,
comprese Toulouse,
Quimper, Limoges and SaintEtienne. Copé ha parlato di
«un’onda azzurra» che
porterà i suoi frutti anche alle
prossime elezioni europee.
Astensione
Niente voto
per 36 francesi
su cento
Il secondo turno delle
elezioni municipali francesi
ha confermato il tasso di
astensione record registrato
già la domenica precedente.
A votare è andato infatti il
63,7 per cento degli aventi
diritto, una percentuale
definita dal ministro
dell’Interno Manuel Valls
(nominato nuovo premier
dal presidente Hollande)
«storicamente bassa».
Al primo turno aveva votato
il 63,55% dell’elettorato
12
italia: 51575551575557
Martedì 1 Aprile 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Martedì 1 Aprile 2014
Esteri 13
italia: 51575551575557
Alta tensione
Sfida tra Nord e Sud Corea:
ottocento colpi d’artiglieria
lungo il confine marittimo
SEUL — Ottocento colpi di artiglieria «veri»
esplosi nel Mar Giallo, lungo il confine
marittimo tra le due Coree. Proiettili e minacce:
ieri mattina la Sud Corea e gli Usa hanno svolto
esercitazioni con proiettili a salve (foto). Il Nord
ha comunicato via fax alla Marina del Sud
l’istituzione di una «no-fly e no-sail zone».
Obiettivo: procedere a un ciclo di tiri di batterie
in 7 diverse postazioni della frontiera d’acqua
mai riconosciuta da Pyongyang. A mezzogiorno
è cominciato il bombardamento: 500 colpi, di
cui 100 caduti nelle acque sudcoreane. Un totale
di 4.000 persone, residenti in cinque isole, sono
state evacuate nei rifugi temporanei, prima che
Seul decidesse di rispondere al fuoco (300
colpi) con obici semoventi e caccia sul confine
marittimo. Le truppe sudcoreane e americane
hanno portato la vigilanza ai massimi livelli. La
tensione è scemata quando il Nord ha chiuso le
manovre consentendo agli evacuati di far
ritorno a casa nel primo pomeriggio (Ap)
La polemica Il caso irrompe nella campagna elettorale a poco più di una settimana dal voto. Rinviata l’udienza per l’affidamento alla Nia
I nazionalisti indù: «Marò in carcere»
Il probabile futuro premier Modi attacca Sonia Gandhi sui due fucilieri
Il personaggio
Narendra Modi, 63 anni, è il
governatore del Gujarat
e leader del partito
nazionalista indù, il Bharatya
Janata Party (Bjp), in testa
nei sondaggi; nella foto in
alto indossa un copricapo
tradizionale durante il
comizio nell’Arunachal
Pradesh. Modi ha chiesto il
carcere per i due marò,
Salvatore Girone e
Massimiliano Latorre
Il timore che la vicenda dei
marò irrompesse con violenza
sul palcoscenico della campagna
elettorale indiana si è rivelato
fondato. A poco più di una settimana dall’inizio della maratona
per il voto il clima si è surriscaldato e ieri per la prima volta il
leader dell’opposizione nazionalista Narendra Modi, candidato
premier dato per favorito, si è
scagliato apertamente contro Sonia Gandhi, davanti a un fiume
umano color zafferano, colore
del partito e simbolo dell’induismo: «Signora Sonia, visto che
lei ha sfidato il nostro patriottismo, vorremmo sapere in quale
carcere sono detenuti i due italiani», ha tuonato con sarcasmo
Modi riferendosi ai due fucilieri
di Marina accusati dell’uccisione
di due pescatori al largo del Kerala e in libertà provvisoria nell’ambasciata italiana a New
Delhi. Il candidato della destra ha
parlato da Pasighat, la più antica
città dell’Arunachal Pradesh,
Stato dell’estremo Nordest del
Paese, rivendicato dalla Cina. In
testa indossava un «dumuluk», il
copricapo tradizionale delle tribù locali, modello che Modi aveva già sfoggiato in un recente comizio nella città, quando il bersaglio era stato la Cina e le sue
«mire espansionistiche» («Nessun potere al mondo potrà portare via un solo centimetro all’India»). Le sue parole d’ordine: radicamento al territorio e difesa
dell’ex colonia britannica contro
i «nemici» stranieri e quanti li
sostengono anche dentro casa.
Come Sonia, l’italiana.
L’occasione per attaccare era
arrivata domenica, quando la
Gandhi aveva messo in guardia
contro la retorica patriottica degli avversari: «Alcuni suonano i
tamburi del patriottismo ma vogliono solo appropriarsi del potere ingannando il popolo».
«Non abbiamo bisogno di
certificati di patriottismo rilasciati da lei», ha reagito ieri Modi, incalzando il governo a chiarire perché l’anno scorso ha lasciato liberi di rientrare in Italia i
due militari italiani quando questi chiesero di poter votare in patria. Non che il destino dei due
marò gli importi granché: la vicenda per i nazionalisti del Bjp è
solo un pretesto per infierire sul
partito del Congresso, al potere
da dieci anni ma indebolito negli
ultimi tempi da scandali e dal
malcontento per il carovita, la
disoccupazione galoppante e la
mancanza di sicurezza, soprattutto per le donne. Un Paese frustrato anche nelle sue ambizioni
di «attore» internazionale, chiamato in causa per lo più per controbilanciare l’influenza cinese,
e pure in crisi con l’alleato americano dopo il fermo di una rap-
I giudici
Il tribunale di Delhi che
deve decidere se affidare
i marò alla Nia ha rinviato
la seduta al 31 luglio
✒
Quell’«italianità» che qualcuno vede ancora come una colpa
di DANILO TAINO
L’
italianità ce la si porta dietro per la
vita, si deve ammettere
considerando il caso di Sonia Gandhi. A
67 anni, la presidente del partito del
Congresso continua a fare ogni cosa
giusta per mettersi sulla lunghezza
d’onda di un’India che la considera la
persona più potente del Paese. Mai più
interviste a media italiani, mai una
frase in pubblico nella lingua madre,
discorsi e chiacchiere in inglese anche
negli incontri ufficiali con politici e
diplomatici in arrivo da Roma. Comizi
in hindi. Solo con la mamma Paola,
quando la vede, torna la lingua della
gioventù. Ciò nonostante, se nel
subcontinente si dice «italiana», si
parla di Sonia. Narendra Modi, che ieri
l’ha attaccata per la vicenda dei marò,
non ha dovuto portare «prove»: gli è
bastato coniugare «Italian marines» e
«Sonia» per chiarire il suo pensiero e
stabilire dove stanno le credenziali di
«indianità». Noi sappiamo che Sonia
non ha più nulla a che fare con l’Italia.
Che ha abbracciato senza remore
l’India e la sua famiglia più potente, i
Gandhi, quella del marito Rajiv, della
suocera Indira e del padre di
quest’ultima Jawaharlal Nehru. E che
ne ha sofferto ogni lutto. Ma quando
l’Italia emerge, in India il pensiero va
sempre a questa donna che da ragazza
si chiamava Sonia Maino e nel 1964
incontrò a Cambridge un giovane
indiano e lo sposò. Un destino, la
scarsa «purezza» nazionale. Che gli
avversari non esitano a sfruttare. E che
ora sta passando al figlio Rahul, 42
anni, candidato primo ministro alle
elezioni di maggio: la fidanzata si
chiama Veronique Cartelli. È spagnola
e, vista dall’India, è come se anche lei
fosse italiana.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
presentante indiana a Manhattan.
In questo acceso botta e risposta, il vero sfidante di Modi,
Rahul Gandhi, primogenito di
Sonia, resta nell’ombra. E quasi
ci si dimentica che è lui il candidato premier del partito del Congresso. «Modi non nomina mai
Rahul e se la prende sempre con
Sonia. Così diminuisce il peso
politico del suo avversario» racconta al Corriere da New Delhi la
giornalista Rini Khana, aggiungendo: «Lui parla alla pancia
della gente, sa bene che Sonia
non controlla i tribunali, la magistratura è indipendente anche
in India».
Nella capitale cresce l’insofferenza per gli attacchi personali e
l’esigenza di un dibattito aperto
sulle questioni chiave per il Paese. Modi da oltre 12 anni guida il
Gujarat, Stato che vanta tra i più
alti tassi di crescita nel Subcontinente. I suoi sostenitori dicono
che questi risultati dimostrano la
sua capacità di fare, i detrattori
lamentano che manca un progetto su come estendere i risultati a livello federale e non dimenticano la strage di musulmani del
2002. L’uscita provocatoria di
Modi è avvenuta nel giorno in
cui il tribunale di Delhi che doveva decidere se far rimanere i marò in ambasciata o affidarli alla
polizia antiterrorismo (Nia) ha
aggiornato la seduta al 31 luglio.
Rinvio prevedibile ma non così a
lungo termine, visto che la Corte
Suprema si esprimerà già a fine
mese sul ricorso presentato dai
marò e accettato venerdì contro
l’utilizzo della Nia.
Alessandra Muglia
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
italia: 51575551575557
Martedì 1 Aprile 2014 Corriere della Sera
" %" %&
"" " "
%" & " $)
%" " & %"
"
"& "
" " &( % "
% (
% "
% " &" & # &( %"
'''&("
$JHQ]LD GHO &RQWHPSRUDQHR
14
Corriere della Sera Martedì 1 Aprile 2014
Esteri 15
italia: 51575551575557
Risiko Mosca apre il caso della regione russofona moldava, indipendente di fatto dal 1992
Putin: «Ora tocca alla Transdnistria»
Ma ordina il ritiro dal confine ucraino
L’annuncio del parziale disimpegno in una telefonata alla Merkel
MOSCA — Si tratta, al massimo, di 1.200 uomini. Ma il ritiro di un battaglione di fanteria motorizzata russo dal confine ucraino è senz’altro «un piccolo segnale di distensione»,
come ha detto il ministro degli
Esteri tedesco Frank-Walter
Steinmeier. La diplomazia
sembra tornata a giocare un
ruolo, anche se sul terreno la
tensione rimane alta e Vladimir
Putin appare intenzionato a
giocare una partita a tutto campo, aprendo pure la questione
della Transdnistria, regione
russofona indipendente di fatto dal 1992 e non riconosciuta
da nessun Paese.
Il presidente russo ne ha
parlato al telefono con la Cancelliera Angela Merkel alla quale ha annunciato il parziale ritiro di truppe. Putin ha sottolineato, secondo un comunicato
del Cremlino, «la necessità di
prendere misure effettive per
rimuovere il blocco di fatto di
questa regione e per cercare
una soluzione globale e giusta
del problema». Dopo una breve
guerra, il piccolo enclave russofono tra Moldavia e Ucraina
si rese indipendente. Dal 1992
sul suo territorio stazionano
1.200 soldati russi che originariamente erano considerati peacekeeper accettati dalle parti
in causa, ma che avrebbero dovuto ritirarsi da tempo. La Mol-
L’intervista
Minoranze russe
Popolazione X.XXX
Russi
%
XX,X
Regioni autonomiste
contese
Kazakistan
15.340.533
ESTONIA
LETTONIA
30%
LITUANIA
RUSSIA
Bielorussia
9.685.768
Moldavia
4.324.450
31%
Lituania
3.565.205
%
Ex repubbliche sovietiche.
Nella Nato e nella Ue
nel 2004
UCRAINA
Transdnistria
Zona a rischio: Transdnistria
Abitanti per il 70% russi
MOLDAVIA
e ucraini. Dichiarazione
d’indipendenza e guerra civile
nel 1990. Situazione di stallo
con protezione russa
30%
Lettonia
2.245.423
9
11,4%
5,8%
Estonia
1.307.605
Crimea
Abkhazia
Sebastopoli
Mar Nero
Ucraina
45.994.287
Ossezia
del Sud
Kirghizistan
5.356.869
Mar
Caspio
22
%
In Crimea il 16 marzo 2014
si è tenuto il referendum
per l’annessione alla Russia:
i sì hanno superato il 96%
12,5%
Georgia
4.630.841
Armenia
2.968.586
Azerbaigian
8.177.717
Turkmenistan
5.179.571
Uzbekistan
28.268.440
1,5%
0,5%
1,8%
4%
5,5%
Tagikistan
7.211.884
1,1%
CORRIERE DELLA SERA
davia non ha mai riconosciuto
l’indipendenza di Tiraspol (la
capitale), ma non ha mai fatto
nulla per riportare la regione
sotto il suo controllo.
Continuano, dopo il faccia a
faccia di domenica, i colloqui
telefonici tra il segretario di
Stato John Kerry e il ministro
degli Esteri Sergei Lavrov: ap-
pare chiaro che si sta puntando
a un possibile accordo globale
che allenti la tensione. Mentre i
Paesi baltici annunciano nuove
manovre Nato sul loro territorio (vi partecipano anche gli
svedesi), i leader più coinvolti
tentano di riportare la questione sui binari della collaborazione con un Paese, la Russia,
del quale difficilmente l’Europa può fare a meno. «Non si
può dire di qua o di là», ha
spiegato la Merkel a proposito
del ruolo dell’Ucraina. La Cancelliera è pure apparsa infastidita dall’uscita del suo ministro
delle Finanze che ha tracciato
un parallelo tra la Crimea e
l’annessione del territorio dei
Segnali di disgelo
Fino a ieri il Cremlino
non accettava la
legittimità del governo
di Kiev. Ora sembra stia
cambiando posizione
Pakistan
Sudeti da parte di Hitler nel
1938.
Putin oramai considera l’ingresso della Crimea nella Federazione Russa non più reversibile, e sembra che su questo
punto gli Stati Uniti e i principali Paesi europei non abbiano
intenzione di insistere più di
tanto (continueranno a rifiutare questa soluzione, ma a parole). Si discute ora sulle elezioni
presidenziali ucraine previste
per il 25 maggio e sulle riforme
costituzionali. La Russia vuole
uno Stato federale, per dare più
autonomia alle regioni russofone dell’Est. Fino a ieri non accettava la legittimità del governo di Kiev e chiedeva di spostare all’autunno le elezioni. Ma
sembra stia cambiando idea.
Chiede di disarmare le milizie
di estrema destra, ma appare
disposta ad accettare il voto.
Questo anche perché la situazione interna a Kiev è talmente
confusa che il vecchio partito
russofono delle Regioni potrebbe anche riuscire a far eleggere un suo candidato. Il fronte
dei filo occidentali è diviso come sempre. La piazza sembra
approvare la candidatura dell’oligarca Petro Poroshenko (re
del cioccolato, è stato ministro
sia con il governo filoeuropeo
che con quello filorusso). Ma in
corsa ci sono anche Yulia Tymoshenko, Olga Bogamolets,
medico della rivolta di piazza, e
altri 25 pretendenti. Il partito
delle Regioni schiera Tigipko,
ex candidato indipendente
molto forte, il governatore della regione di Kharkov, Mikhail
Dobkin, e Yurij Boiko, ex vice
premier con Yanukovich. Uno
dei tre potrebbe spuntarla.
Fabrizio Dragosei
@Drag6
«Bici, Google, Gay Pride: Tel Aviv come Berlino»
DAL NOSTRO INVIATO
TEL AVIV — Le pietre scure ricordano
il primo ministro Yitzhak Rabin nell’angolo a nord-est della piazza dov’è stato
assassinato e che oggi porta il suo nome. Come un monumento è conservato
anche il pezzo di muro su cui vent’anni
fa i ragazzi delle candele hanno rappresentato il dolore con i graffiti. Sono cresciuti, invecchiati, hanno magari lasciato la metropoli per sistemarsi con i figli
in case meno costose, non hanno smesso di tornare in questo quadrilatero
«perché — dice il sindaco Ron Huldai
dall’ufficio al dodicesimo piano che
guarda sulla piazza e molto più in là — è
il centro del Paese, tutto comincia qui».
Le proteste e le mode, l’agitazione
creativa delle start-up e la collera collettiva contro i super-ricchi, i nuovi modelli per l’edilizia popolare e gli asili come rifugio per gli immigrati clandestini. Tel Aviv è più vecchia dello Stato
d’Israele ma resta la bambina ribelle che
fa dell’indisciplina la sua forza e il suo
fascino.
Così poche settimane fa il consiglio
comunale ha votato una norma che permette l’apertura dei negozi di alimentari
al sabato. «Lo shabbat è il nostro giorno
di riposo, dal lavoro e dal commercio.
Devo però pensare alla maggioranza dei
miei cittadini, vivono in piccoli appartamenti con mini cucine. È giusto che
possano scendere e comprarsi da mangiare a qualsiasi ora. Anche se ai rabbini
non piace la decisione». Così a gennaio
è stato inaugurato il primo memoriale
in Israele dedicato alle vittime omosessuali dell’Olocausto, un triangolo rosa
sotto gli eucalipti del parco Meir. «Questa città ha la capacità di aprire porte
che prima restavano chiuse, quello che
viene provato qui pian piano viene assimilato nel resto del Paese».
Ron Huldai è stato rieletto cinque
mesi fa. Per la quarta volta: nel 1998 la
prima, a fine mandato avrà accumulato
vent’anni alla guida di quella che vuole
trasformare in una Berlino o Brooklyn
sul Mediterraneo. Anche se «guida»
non è la parola che sceglie: «Il mio compito è identificare un fenomeno e facilitarne lo sviluppo. Yossi Vardi, uno degli
investitori più noti del Paese, mi ha
chiesto quali progetti avessi per alimentare l’espansione hi-tech della città. Gli
ho risposto: creerò un ecosistema in cui
questi imprenditori ventenni possano
prosperare. Sono giovani, sono single,
vogliono divertirsi la notte e hanno bisogno di uno spazio dove incontrarsi e
scambiare le idee. Abbiamo allestito un
centro con scrivanie, wi-fi gratuito,
vanno lì e lavorano insieme».
Nato nel 1944, pilota dell’aviazione,
ha combattuto nella guerra dei Sei Giorni del 1967 e in quella di Yom Kippur sei
anni dopo. E’ cresciuto nel kibbutz fondato dai genitori assieme ad altri pionieri polacchi e considera Tel Aviv il
compimento della visione di Theodor
Herzl, la realizzazione del sogno sionista di suo padre e sua madre. «Preciso e
ricordo a chi lo sta dimenticando: Herzl
progettava uno Stato degli ebrei, non
uno Stato ebraico, significa una nazione
dove gli ebrei sono maggioranza e non
dove il 10 per cento della popolazione
controlla il 90». Huldai critica Netanyahu e la pretesa che i palestinesi riconoscano Israele come Stato ebraico, sul-
In bicicletta Il sindaco di Tel
Aviv Ron Huldai, 69 anni. La
città ha 120 km di piste ciclabili
ISLAMABAD — Un tribunale
speciale in Pakistan ha
incriminato ieri per «alto
tradimento» l’ex presidente
Pervez Musharraf, 70 anni,
che si è dichiarato «non
colpevole». Un’iniziativa
senza precedenti nei
confronti di un ex generale, in
un Paese che ha vissuto sotto
numerosi regimi militari. Le
accuse riguardano, fra l’altro,
le decisioni di decretare nel
2007 lo stato di emergenza e
di «arrogarsi poteri» per
modificare la Costituzione. Se
giudicato colpevole, rischia,
in teoria, la pena di morte. I
giudici hanno respinto («per
incompetenza» sulla
questione) la sua richiesta di
recarsi negli Emirati, al
capezzale della madre 95enne.
L’ex premier
Israele, Olmert
colpevole
di corruzione
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il primo cittadino Ron Huldai, in carica dal 1998 (rieletto 4 volte), è cresciuto in un kibbutz e critica il premier Netanyahu
Il progetto (ventennale) del sindaco
«Una città liberale, pluralista, laica»
«Tradimento»
Incriminato
Musharraf
la questione dei negoziati non risparmia la sua sinistra. «Quelli che esigono
la pace totale sono contro qualsiasi accordo. Dobbiamo separarci, lasciare i
territori: la pace non è l’aspetto fondamentale».
Da laburista, educato in un Paese socialista e austero, soffre gli attacchi dei
giovani progressisti che nell’ultima
campagna elettorale lo hanno rappresentato come il sindaco delle oligarchie
che non si preoccupa di chi è stato lasciato indietro. «Le disparità sociali crescenti sono il risultato delle scelte del
GERUSALEMME — L’ex
premier israeliano Ehud
Olmert, 68 anni, è stato
riconosciuto colpevole di
corruzione avvenuta con un
versamento di 500 mila
shekel (100 mila euro) al
fratello Yossi per facilitare il
controverso progetto edilizio
di Holyland a Gerusalemme.
La condanna riguarda un
periodo precedente il suo
mandato da premier (dal 2006
al 2009), quando fu sindaco di
Gerusalemme e ministro di
Industria e Commercio. La
pena massima che potrebbe
essere applicata, e che sarà
resa nota il 28 aprile,
comporta 10 anni di carcere. Il
portavoce di Olmert ha fatto
sapere che l’ex premier
ricorrerà contro la sentenza.
Kenya
La visione di Theodor Herzl
«Progettava uno Stato degli
ebrei, non uno Stato ebraico,
non un Paese dove il 10% della
popolazione controlla il 90»
Sul Mediterraneo La spiaggia di Tel Aviv durante il Gay Pride (Ap)
Memoriale Inaugurato a
gennaio, dedicato alle vittime
omosessuali dell’Olocausto
Hi-tech Tel Aviv conta più
di 700 start-up e vi hanno
uffici società come Google
governo, la legge non mi permette di intervenire sui prezzi degli appartamenti.
In questi anni ho cercato di sviluppare
una città liberale, pluralista, laica e il più
possibile egualitaria. Il comune spende
il 6,4 per cento del budget per arte e cultura, il governo solo lo 0,3. Tel Aviv è
stata eletta tre anni fa la città più ospitale per gli omosessuali. Abbiamo rinnovato l’area di Jaffa perché credo nell’uguaglianza per gli arabi nella nostra
società. Siamo stati i primi a decidere
che un solo rabbino capo bastava, senza
bisogno di un rappresentate per gli
ashkenaziti e uno per i sefarditi. Abbiamo creato un meccanismo per cercare
di integrare i migranti africani che lo
Stato vuol tenere fuori: non ci possono
essere persone invisibili».
L’orgoglio per la sua città non lo frena
quando gli suggeriscono che questa dovrebbe essere la capitale. «Lo ripeto a
ogni nuovo ambasciatore che viene a
presentarsi perché le sedi diplomatiche
sono qui e non a Gerusalemme. E’ offensivo che un Paese straniero possa
voler decidere qual è la mia capitale».
Davide Frattini
@dafrattini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Esplosioni
a Nairobi:
cinque morti
NAIROBI — Una serie di
esplosioni ieri
a Nairobi hanno fatto cinque
morti e numerosi feriti. Gli
attacchi si sono registrati nel
quartiere di Eastleigh,
ribattezzato «Piccola
Mogadiscio» perché abitato
prevalentemente da migranti
somali. Non è chiaro cosa
abbia provocato le
deflagrazioni a circa 200 metri
l’una dall’altra. A fare crollare
il primo piano di un ristorante
un’esplosione causata da un
ordigno più potente di una
granata. Nell’ultimo anno la
zona è stata teatro di diversi
attentati così come altre
località del Paese: secondo le
autorità i responsabili
sarebbero simpatizzanti degli
estremisti islamici somali.
16
Martedì 1 Aprile 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Rovigo La sentenza su Porto Tolle: interdetti dai pubblici uffici
«Disastro ambientale
per la centrale Enel»
Agli ex manager 3 anni
D’ARCO
Cronache
L’impianto fermo dal 2009
CIMINIERA
È alta 250 metri
e composta
da 4 condotti
per disperdere
le particelle
inquinanti
POTENZA
La centrale è divisa
in 4 gruppi da 660 Mw
l’uno, per una potenza
totale di 2.640 Mw.
Poteva generare circa l’8%
del fabbisogno italiano
Brescia Piazza della Loggia
Il libro neofascista
e la presentazione
dove ci fu la strage
Scaroni e Tatò: assurdo, faremo ricorso
Ombre e fantasmi aleggiavano da quasi un decennio attorno alla centrale termoelettrica Enel di Porto Tolle (Rovigo), una delle più grandi d’Europa, costruita tra il 1980 e il
1984 nel cuore del Delta del
Po, da sempre nel mirino di
ambientalisti e comitati civici
per la quantità e la qualità delle emissioni, denunciate come
nocive sia per l’ambiente che
per la salute delle popolazioni
che vivono nella zona. Ieri, a
fissare un primo punto in una
vicenda che farà discutere e
che presumibilmente attraverserà tutti i gradi dell’iter
giudiziario, è arrivata la sentenza di primo grado del tribunale di Rovigo che ha condannato per disastro ambientale doloso («Per aver messo
in atto condotte che mettono
in pericolo la comunità») due
pezzi da novanta: Paolo Scaroni, 67 anni, attuale amministratore delegato dell’Eni, ex
ad Enel dal 2002 al 2005, e
Franco Tatò, 81 anni, che ricoprì lo stesso incarico dal 1996
al 2002. Ad entrambi è stata
inflitta una pena di 3 anni e
l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni (il pm Manuela
Fasolato aveva chiesto 5 anni e
3 mesi per il primo e 7 anni
per il secondo). Assolto invece
l’attuale ad di Enel, Fulvio
Conti, 66 anni, per mancanza
di elemento soggettivo.
I fatti si riferiscono al periodo tra il 1998 e il 2005 quando
la centrale, che nei piani iniziali avrebbe dovuto coprire
l’8% del fabbisogno nazionale
di energia elettrica, funzionava ad olio combustibile (è
inattiva dal 2009). La tesi di
fondo dell’accusa è che vi sia
un nesso tra l’attività della
centrale (nocività delle emissioni e omessa installazione di
apparecchiature di controllo)
e i danni provocati all’ambiente e alla pubblica salute,
in particolare un aumento
delle patologie respiratorie tra
i bambini fino a 14 anni. Secondo uno studio epidemiologico effettuato dall’Asl nel
raggio di 25 chilometri, tra i
residenti sarebbe stato accertato «un incremento in maniera massiccia di affezioni
bronchiali». Con un incremento dei ricoveri, secondo
una ricerca dei consulenti Paolo Crosignani e Teresa Magnani, «pari al 10-15%, dato
tutt’altro che trascurabile».
Tra le sostanze nocive citate
dall’accusa compaiono «So2,
Nox, polveri, particolato e metalli tra cui il vanadio, tutti
emessi in ingenti quantità
dalla centrale tra il 1998 e il 31
dicembre 2004».
Una tesi respinta energica-
Cento uomini in più per
vigilare nella Terra dei
Fuochi. Cinquanta
militari nella provincia di
Napoli, altrettanti in
quella di Caserta, a
disposizione dei rispettivi
prefetti. Saranno sempre
le forze dell’ordine a fare
le indagini. Lo ha
annunciato il ministro
dell’Interno, Angelino
Alfano (nella foto), nel
corso della conferenza
stampa a conclusione dei
lavori del Comitato per
l’ordine e la sicurezza
pubblica che si è tenuto
ieri nel capoluogo
campano.
mente dal collegio dei difensori che ha accolto ieri «con
soddisfazione» l’assoluzione
dell’attuale amministratore
Conti e di altri sei dirigenti,
sostenendo che «le accuse più
rilevanti sono cadute» e che
«nessun danno sanitario o
ambientale è stato riconosciuto dal tribunale, facendo così
venir meno il nucleo fondamentale della tesi accusatoria
e della consulenza epidemiologica su cui aveva puntato il
pm».
Resta il nodo, delicatissimo, delle posizioni di Scaroni
e Tatò. I loro legali sono convinti che «entrambi abbiano
sempre operato nel pieno rispetto delle leggi» e sono altrettanto convinti di riuscire
ad ottenere «piena giustizia in
appello attraverso la serena rilettura delle prove agli atti».
Per il momento, però, i due
manager non l’hanno presa
affatto bene. Scaroni si è detto
«stupefatto da questa decisione dei giudici», riaffermando
la sua «totale estraneità dalla
vicenda» e ribadendo che «la
centrale di Porto Tolle ha sempre rispettato gli standard in
vigore all’epoca». Altrettanto
perentoria la reazione di Franco Tatò: «Considero assurda
questa sentenza, che scuote la
mia teutonica fiducia nella
giustizia: sono certo che chi
gestiva la centrale 15 anni fa
ha sempre rispettato le norme, vedremo in appello».
I due ex amministratori delegati sono stati inoltre condannati al pagamento di una
provvisionale complessiva di
430 mila euro destinata alle
parti civili. Un fronte, quest’ultimo, decisamente affollato: dal ministero dell’Ambiente e della Salute (che ha
stimato in 3,6 miliardi di euro
i danni provocati dalla centrale Enel), alla Provincia di Rovigo affiancata da alcuni Comuni del Polesine, fino ad arrivare a Italia Nostra, Legambiente, Wwf e Greenpeace.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Francesco Alberti
Alfano
«In cento
nella Terra
dei fuochi»
Quarant’anni fa La strage di piazza della Loggia
ROVIGO
Adria
Porto Tolle
Goro
COSTRUZIONE
La centrale Enel
di Porto Tolle è stata
realizzata tra il 1980 e il 1984
DOVE Sorge sul Delta del Po,
in provincia di Rovigo
FUNZIONAMENTO
Il vapore era prodotto da un generatore
a pressione ed era convertito in energia
meccanica da una serie di turbine
raffreddate ad acqua
ALIMENTAZIONE
La centrale veniva alimentata
ad olio combustibile
Emissioni complessive
Impianto con 4 gruppi ad olio
17,7
Kton/anno
Progetto iniziale, 3 gruppi a carbone
Integrazioni SIA, 3 gruppi a carbone
8,8
3,9
2,1
Ossidi di zolfo
3,9 3,45
2,2
Ossidi di azoto
0,59 0,26
Polveri
Le tappe della mancata riconversione
2005
Bocciata l’alimentazione a olio combustile, viene presentato
il progetto per la costruzione di una centrale a carbone.
Un investimento da 2,7 miliardi di euro
2009
2011
2012
2013
Oggi
Il ministero dell’Ambiente dice sì alla compatibilità
ambientale del progetto
Il Consiglio di Stato dichiara illegittimo il decreto del ministero
Il Consiglio di Stato sblocca l’iter. Il ministero deve riavviare
la valutazione di impatto ambientale
Il ministero dà parere negativo al progetto.
L’Enel rinuncia al finanziamento Ue
L’impianto è inutilizzato a causa degli alti costi del combustibile.
Due unità sono in grado di ripartire in caso di emergenza energetica
BRESCIA — Il 28 maggio sarà il quarantesimo anniversario della strage di piazza Loggia. E
per dopodomani, a un centinaio di metri dal
porticato dove esplose la bomba che uccise
otto persone e ne ferì altre 102, Gabriele Adinolfi, ex esponente di spicco di Terza Posizione,
ha fissato la presentazione del suo libro «Quella strage fascista. Così è se vi pare». Adinolfi
promette di svelare tutta la verità sull’attentato
avanzando una sua chiave di lettura: «E se la
strage fosse rossa?». L’annuncio dell’incontro,
all’hotel Vittoria di Brescia, è stato postato il 28
marzo sul profilo di Adinolfi su Facebook.
Tempo poche ore e si è scatenato il finimondo.
«Perché il titolo dell’incontro — spiega Manlio
Milani, che dal giorno in cui in piazza perse la
moglie ha tenuto viva l’attenzione sull’attentato con la Casa della memoria — non lascia spazio al dialogo. Quel titolo parte dalla negazione
di quanto stabilito dai giudici della corte d’Appello: la strage di Brescia è una strage fascista, a
mettere la bomba in piazza Loggia sono stati
gli ordinovisti veneti. Questa è ormai una verità giudiziaria, le sentenze vanno accettate».
Contro la presentazione anche il Prc: in una
riunione convocata d’urgenza diversi esponenti della sinistra si sono mobilitati per scendere
in piazza in segno di protesta insieme all’Anpi e
alla rete antifascista. L’hotel Vittoria ha subito
preso le distanze, nessuna sala era stata prenotata a nome di Adinolfi e visto l’argomento
dell’incontro pubblicizzato in rete, è stato chiesto l’intervento degli investigatori della Digos,
coordinati da Giovanni De Stavola. Davanti
all’albergo verrà affisso un manifesto per spiegare che non è in programma alcuna presentazione e i titolari sono ricorsi a un legale per
presentare denuncia contro l’ex esponente di
Terza Posizione per danno d’immagine. Nonostante la denuncia imminente e la reazione
negativa dei bresciani, Adinolfi insiste: sempre
in rete assicura che l’incontro si farà, non sarà
al Vittoria, ma in un luogo che verrà comunicato all’ultimo momento. Impossibile che si tratti
di uno spazio all’aperto perché la questura non
è disposta a concedere alcuna autorizzazione.
Adinolfi rilancia e accusa: «A Brescia — scrive
sul suo profilo Facebook — i rossi a guardia
della calunnia cercano di impedire che si racconti la verità». Lo scrittore non accetta la
sconfitta, ma il suo libro giovedì non sarà presentato a pochi passi dalla piazza della strage.
Wilma Petenzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Salvatore Silvano
Nigro
L’orologio
di Pontormo
2 EDIZIONI
IN LIBRERIA E IN EBOOK
@libribompiani
Invenzione di un pittore manierista
/Bompiani
www.bompiani.eu
Corriere della Sera Martedì 1 Aprile 2014
Cronache 17
italia: 51575551575557
La sentenza
ILLUSTRAZIONE DI FRANCO PORTINARI
La ricostruzione
Il dramma Gabriele Russo, 15 anni, era a Barcellona con i compagni del liceo di San Giovanni La Punta, nel Catanese
A bordo I ragazzi siciliani tornano da una serata all’«Hard Rock Cafè» di Bar- Giochi La polizia spagnola sta ricostruendo quello che è successo dopo Il volo Gabriele Russo si avvicina alla balaucellona e a bordo si dividono: una parte va in discoteca, gli altri salgono alche i giovani hanno raggiunto l’ultimo ponte, quello dove c’è anche la
stra, secondo alcuni testimoni di corsa, e cal’undicesimo piano della nave, il più alto
piscina: un gioco, una sfida di corsa, una bravata finita in tragedia
de nel vuoto finendo in mare
Lo studente modello morto in gita
«Una bravata finita in tragedia»
Cade dal ponte più alto della nave. La preside: ma non aveva bevuto
SAN GIOVANNI LA PUNTA
(Catania) — Un gioco, un maledetto gioco, dopo qualche birra.
Con l’euforia che cresce. E un ragazzo di 15 anni in gita scolastica
che, per un incidente o per una
bravata, alle 2.30 del mattino vola dalla nave crociera, dal ponte
numero 11, cioè da 11 piani,
schiantandosi nelle acque sporche del porto di Barcellona dopo
aver battuto la testa sulla fiancata.
Sono finite nel peggiore dei
modi la vita e la vacanza culturale
di uno studente modello, Gabriele Russo, 15 anni, tutti 8 e 9
in pagella, figlio unico, la gioia
ormai perduta del padre direttore di banca e della mamma insegnante a San Giovanni La Punta.
Il paese alle pendici dell’Etna famoso per aver dato il nome a un
Santo, padre Gabriele. Stesso nome di questa giovane vittima
della frenesia che prende quando, lontani da casa, capita di
sganciare i freni inibitori.
Sono tanti i dubbi che adesso
sovrastano i genitori e i compagni dell’Istituto Ettore Majorana,
dello Scientifico di San Giovanni,
dove solo alcune classi come la II
B avevano avuto il privilegio di
partecipare allo stage letterario
«Amare Leggere», promosso dalla «Grimaldi Lines», la società
che nel progetto ha coinvolto oltre cinque mila studenti di tutta
Italia. E 300 erano partiti la scorsa
settimana da Civitavecchia dove
tornano stasera, senza Gabriele.
Letture di testi, scenette e rappresentazioni teatrali, sintesi e
dibattiti per tutto il giorno, confronti fra autori italiani e spagnoli durante la navigazione, un porto dopo l’altro. Poi, domenica se-
Stage letterario in mare
Il viaggio era uno stage
letterario promosso
da Grimaldi Lines
ra, fermi a Barcellona, libera
uscita sulle Ramblas. Con Gabriele e i suoi compagni che scelgono l’Hard Rock Cafè per ascoltare musica e bere birra. Una notte d’allegria che non finisce mai.
Perché alle 2 del mattino, al ritorno in nave, a gruppi si separano.
Alcuni vanno in discoteca, nella
pancia della Grimaldi. Altri salgono su, all’ultimo piano, sul
ponte, a bordo piscina, correndo
liberi nella notte, un po’ su di giri, gareggiando, provando a vedere chi arriva prima alla balaustra che sembra la ringhiera di
una terrazza protesa sulla stele di
Cristoforo Colombo.
Questo lo scenario. Ma per essere certi sulla dinamica della
tragedia, per escludere anche
l’ipotesi di una spinta, si attendono i risultati degli accertamenti della polizia spagnola che
ascolta studenti e insegnanti,
compresa la preside Carmela
Maccarone, angosciata al telefono da Barcellona: «Escludo che
Gabriele abbia bevuto. Ma tutto
sembra frutto di una bravata finita tragicamente».
Aula desolata. Un deserto, la II
B. Ma fino a ieri mattina il vuoto
sapeva di festa. Sentiva riecheg-
La vittima
Gabriele Russo, 15 anni,
morto a Barcellona
cadendo da una nave
durante la gita scolastica (foto Simone Russo)
giare ancora le voci spensierate
dell’ultimo giorno, prima della
partenza per la crociera. Al Centro polivalente con tante scuole.
Da qui diversi compagni d’istituto di Gabriele, annichiliti, si
muovono per andare dagli istitutori del vicino «Clan dei ragazzi»,
a Villa Angela, al Centro riabilitazione dove si passano i pomeriggi fra campetto, riflessioni e attività teatrali. Tutto bloccato ieri.
Con una pronipote di San Gabriele, il «missionario della parola» vissuto dal 1935 per quarant’anni in Cina, Chiara Allegra,
pronta a confortare i ragazzi in
contatto con i compagni a Barcellona. Notizie confuse rimbalzano
sui cellulari, via Facebook o con
videochiamate. Arrivano voci incerte, tutte da verificare. «Si è
voltato di scatto verso il bordo
della nave, ha cominciato a correre e si è buttato» dice il rappresentante dell’istituto, al quale il
fratello di 14 anni, che era sulla
nave, ha raccontato l’episodio.
«Si sarebbe gettato inconsapevolmente per aver preso delle cose», azzarda un ragazzo. Mentre
una sua compagna quasi smentisce: «A me parlano di una crisi
epilettica». «Forse un gioco...»,
sussurra un altro. E Chiara esplode: «La vita non è fatta di follie».
Quasi un’invocazione. Che non
potrà più arrivare a Gabriele.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
«Sei famoso, mi piaci», le lettere d’amore ai carnefici
Ha poco di un Principe del male
l’«avvocato con la Porsche» che
sconta vent’anni di carcere a Teramo. Quando sabato Luca Varani, 37
anni, è stato condannato in primo
grado per l’aggressione con l’acido
alla sua ex Lucia Annibali, tra le
prove a suo carico c’erano anche i
disegni con le istruzioni per i suoi
complici che — come uno sprovveduto — aveva scritto loro in cella.
Eppure c’è chi ha sentito lo stesso il
suo «fascino»: sono una decina le
lettere di ammirazione, persino
«amore», che gli sono stare recapitate nel penitenziario. Tutte scritte
da donne.
Non è un caso isolato: a febbraio
hanno fatto scalpore i messaggi intercettati in Belgio per Marc Dutroux, il «mostro di Marcinelle»
che nel 1996 rapì e torturò sei bambine, uccidendone quattro. Almeno dodici adolescenti hanno cercato di mettersi in contatto con lui:
«Ciao, sono una ragazza di 15 anni,
vivo a la Roche-en-Ardenne. Mi hai
sempre affascinato, sei una persona famosa, quando vedo le tue belle foto non posso fare a meno di
credere che sei una persona onesta», ha scritto una delle «fan», secondo il quotidiano Le Soir. «Vorresti avere una corrispondenza con
me? Posso mandarti le mie foto se
vuoi», gli ha chiesto un’altra. Non
erano ancora nate quando Dutroux
ha lasciato morire di fame le sue
piccole vittime. Oggi ne sono in
qualche modo affascinate. Sembra
inspiegabile. Messaggi di amore
sono arrivati, nello stesso carcere
teramano dove si trova Varani, anche all’ex caporalmaggiore Salvatore Parolisi, condannato in Appello il 30 settembre a 30 anni per avere ucciso la moglie Melania Rea.
Casi tanto più impressionanti
perché questi uomini sono il simbolo di violenze inaudite contro le
donne e non di un malinteso spirito ribelle — come potevano sembrare Pietro Maso o «il bel René»
Vallanzasca, che pure è stato inondato di lettere e in carcere si è an-
che sposato. «Chi scrive a queste
persone lo fa in virtù di una propria
fantasia. Non c’è quasi nulla di reale nella relazione con loro, se non il
fascino della notorietà: rappresentano un ideale che si può costruire
a piacere. Chi ne è attratto probabilmente ha bisogno di creare un
immaginario che perverte e sostituisce la realtà, in modo da riempire un vuoto», spiega Alessandra
Pauncz, psicologa e presidente del
Centro ascolto uomini maltrattanti
(Cam) di Firenze.
«Tra i meccanismi frequenti,
inoltre, può esserci una sorta di
sindrome della crocerossina: queste donne si illudono che, anche se
quella persona ha commesso crimini terribili, non farebbe mai del
male a loro, perché saprebbero “capirlo”, prendersi “cura” di lui. Ri-
vendicano in qualche modo un potere superiore alle altre», aggiunge
Pauncz. È un’illusione.
«Ho sposato l’uomo che amavo
da sempre. Lui ha detto sì alla donna che lo aspettava da tutta una vita. È stato un vero matrimonio
d’amore», annunciò Donatella Papi
all’uscita dal carcere di Velletri, dopo aver sposato nel 2010 Angelo Iz-
❜❜
La quindicenne
Quando vedo le tue
belle foto non posso
non pensare che tu sia
una persona onesta
I volti
Luca Varani
Avvocato, 37 anni, condannato a 20
anni per l’aggressione con l’acido
della sua ex Lucia Annibali (Ansa)
Marc Dutroux
Belga, 57 anni, riconosciuto
colpevole di abusi su 6 bambine,
4 delle quali sono morte (LaPresse)
Salvatore Parolisi
Ex caporale maggiore, 35 anni, ne
deve scontare 30 per l’omicidio
della moglie Melania Rea (Ansa)
Ha assistito impassibile alla
lettura del dispositivo della
sentenza: Angelo Stazzi è
stato condannato
all’ergastolo per la morte di
cinque anziani ricoverati in
una casa di riposo alle porte
di Roma. I familiari di quegli
anziani, invece, si sono
lasciati andare a un pianto
liberatorio. La terza Corte
d’assise di Roma, e il suo
presidente Evelina Canale,
ha impiegato poco tempo a
far conoscere la decisione
del collegio dopo una
camera di consiglio durata
poco più di due ore.
Probabilmente tutti si
aspettavano una reazione da
Stazzi. Più volte, infatti,
durante le udienze, aveva
reagito. L’ultima qualche
giorno fa, proprio quando il
pm Gabriella Fazi aveva
iniziato la sua requisitoria
partendo proprio dalla
condanna a 24 anni (oggi
definitiva) per l’omicidio di
una collega ed ex amante:
Stazzi chiese di
abbandonare l’aula, dicendo
«Voglio andare via. Non
posso sentire queste
bugie!». Oggi, la sua
condotta impassibile è stata
spiegata così dal legale
Cristiano Conte:
«Evidentemente la sentenza
ha trovato in lui una certa
Felice Cavallaro
L’analisi Le ammiratrici di Luca Varani e l’oscura attrazione verso i colpevoli di crimini, da Pietro Maso e Parolisi fino al belga Dutroux
I messaggi inviati in cella da tante donne
«Chi scrive preda di un’illusione di forza»
Ergastolo
all’infermiere
che uccideva
gli anziani
zo. Cioè uno degli autori del massacro del Circeo del 1975 (Rosaria
Lopez seviziata e uccisa, Donatella
Colasanti sopravvissuta con ferite
incancellabili solo perché si era
finta morta) e omicida recidivo nel
2005 (le vittime questa volta erano
madre e figlia, Maria Carmela e Valentina Maiorano). Un anno dopo
Papi chiedeva la separazione: «Izzo
non è colpevole dei reati che gli sono stati attribuiti, ma di altri fatti
gravissimi», disse ai giornalisti. E
poi: «Non mi voglio fare complice
di cose che non condivido». Nessuna parola d’amore.
A Luca Varani, nelle ultime settimane, altre ammiratrici avrebbero
scritto che è bello, che lo aspettano
e non è solo. «Sono dieci lettere,
non diecimila, reazioni anomale da
parte magari di persone che hanno
problemi con la propria immagine
di sé — avverte Michele Sforza,
psichiatra e psicoanalista comasco
che si occupa di dipendenze —. Sono donne, si può ipotizzare, che se
lo immaginano abbandonato e
quindi si identificano con l’aggressore. È una reazione, ovviamente
distorta, alla dignità con cui Lucia
Annibali non si è fatta schiacciare
dal gesto del suo ex. Per donne che
non saprebbero avere la sua forza,
il suo senso di sé, la reazione può
essere anche di invidia. Allora rovesciano la realtà e si comportano
come se fosse lui la vittima», ragiona Sforza. Anche questa una fantasia.
Elena Tebano
@elenatebano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Angelo Stazzi, 69 anni
sorpresa. Lui combatte
perché è estraneo a tutta
questa vicenda». «Giustizia
è fatta», commenta invece la
condanna il figlio di una
delle vittime. «Ringrazio la
Corte e soprattutto le forze
dell’ordine»; ha aggiunto
un’altra. La speranza
espressa dai familiari delle
vittime è «che tutto questo
serva anche da monito per
altri operatori del settore
nell’applicare
professionalità nella cura
degli anziani. Anche questo
rende la nostra società, una
società più civile». Gli altri
hanno preferito lasciare i
commenti agli avvocati.
«Siamo soddisfatti del fatto
che la Corte abbia
attentamente valutato le
risultanze istruttorie,
ricollegando perfettamente
quel filo rosso che legava
quelle morti alla unica mano
di Stazzi». Così gli avvocati
di parte civile, Francesca
Roccadoro e Nicola Sanitate,
che hanno aggiunto: «Siamo
contenti perché dopo tanti
anni i figli e i familiari delle
vittime hanno ottenuto
giustizia». Annuncia appello
l’avvocato di Stazzi: «È una
sentenza che leggeremo con
la dovuta attenzione. Certo,
l’esito non ci trova per nulla
d’accordo. In appello,
cercheremo di portare il
nostro contributo facendo
emergere l’innocenza di
Angelo Stazzi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
18
italia: 51575551575557
Martedì 1 Aprile 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Martedì 1 Aprile 2014
Cronache 19
italia: 51575551575557
L’inchiesta Le ragazze di 14 e 15 anni che si prostituivano per comprare borse e vestiti firmati
I clienti delle studentesse dei Parioli
liberi versando quarantamila euro
Via ai patteggiamenti: 5 mesi o movimenti controllati e niente passaporto
ROMA — Richiesta di patteggiamento per uscire dall’inchiesta prima possibile. E
così ottenere uno «sconto» ed
evitare la pubblicità del processo. I clienti di Azzurra e Aurora, le due ragazzine romane
di 14 e 15 anni che si prostituivano in un appartamento dei
Parioli, cercano un accordo
con i pubblici ministeri. E in
alcuni casi l’hanno già trovato:
cinque mesi e dieci giorni, in
alternativa 40 mila euro di pena pecuniaria sostitutiva oppure la libertà controllata. È la
strada segnata dal procuratore
aggiunto Maria Monteleone e
dal sostituto Cristiana Macchiusi per chi è incensurato.
Ma non potrà valere per tutti,
perché la linea della Procura
sembra voler escludere anche
chi frequentava abitualmente
quella casa.
Si decide volta per volta, intanto la sfilata degli avvocati è
cominciata. E non sono pochi
tenendo conto che gli indagati
sono già più di cinquanta e altre decine di posizioni sono
sotto osservazione. Per Mauro
Floriani, il marito dell’onorevole Alessandra Mussolini che
ha ammesso i rapporti con Azzurra «ma ero certo che avesse
almeno 19 anni», i magistrati
erano orientati a sollecitare il
rito immediato e adesso bisognerà vedere se anche lui cercherà di scendere a patti con
La vicenda
La denuncia
della madre
A far scoppiare il caso
delle baby prostitute
dei Parioli è stata la
denuncia della madre di
una ragazza di 14 anni,
insospettita dai
comportamenti e dagli
acquisti della figlia
Il giro di incontri
e gli arresti
È venuto alla luce un
giro di incontri che
coinvolgeva la ragazzina
e una sua amica
15enne. In sei sono finiti
in manette, tra questi la
madre della 15enne
Le intercettazioni
e gli indagati
Gli indagati intercettati e
sospettati di aver avuto
rapporti a pagamento
con le minorenni sono
una cinquantina. Tra
questi anche Mauro
Floriani, marito di
Alessandra Mussolini
I pedinamenti Una delle foto messe agli atti nelle indagini sulle prostitute minorenni romane
l’accusa. Ancora sospesa pure
la posizione di Nicola Bruno, il
legale figlio del parlamentare
di Forza Italia Donato Bruno,
che dovrebbe essere interrogato proprio in questi giorni. E
poi ci sono funzionari, professionisti semplici impiegati la
cui identità non è stata ancora
svelata. Tutti individuati grazie alle intercettazioni telefoniche e all’analisi dei tabulati.
Tutti poi pedinati, controllati e
finiti nella lista dei carabinieri
del Nucleo investigativo di Roma soltanto nel momento in
cui le verifiche hanno dato esito positivo.
I dati a disposizione degli
investigatori sono centinaia,
ma in alcuni casi si tratta di
contatti casuali che non hanno
avuto seguito perché gli uomini non si sono presentati all’appuntamento oppure perché hanno rinunciato dopo
aver visto di persona le due ragazze. «Cercavo altro», avrebbe detto qualcuno dopo essersi accorto di avere a che fare
con minorenni. Ma c’è anche
chi è rimasto, chi è tornato
svariate volte. E adesso vorrebbe «liberarsi» di questa vicenda, probabilmente anche
per evitare di dover confessare
a mogli, fidanzate, parenti e
amici di essere stato coinvolto
nella «rete» dei clienti.
Il conto fatto dai pubblici
ministeri per chi chiede di siglare l’accordo parte da una
pena di un anno di reclusione
che scende a 8 mesi considerando la concessione delle attenuanti dovute a chi non ha
precedenti penali. Un ulteriore
sconto di un terzo deriva dal
patteggiamento, si arriva così
a 5 mesi e 10 giorni. Ed è proprio su questo calcolo che si
può scegliere l’alternativa. Se
250 50
Euro Il costo fissato per ogni
giorno di detenzione convertito in pena pecuniaria se si vuole evitare il carcere. Quindi se
un cliente delle baby prostitute
viene condannato a 5 mesi e
10 giorni di reclusione in alternativa può pagare 40 mila euro
Gli indagati nell’inchiesta sulle
ragazze minorenni che si prostituivano in un appartamento
romano dei Parioli. Ma il numero può crescere, perché sono
sotto osservazione da parte
della magistratura della Capitale altre decine di posizioni
si opta per il pagamento della
pena pecuniaria si devono calcolare 250 euro al giorno e
dunque moltiplicando per 160
giorni di condanna inflitta si
raggiungono i 40 mila euro. Se
invece si sceglie di non pagare,
si ha la possibilità di accedere
alla «libertà controllata».
È la legge 689 del 1981 a fissare le cinque condizioni da rispettare: divieto di allontanarsi dal Comune di residenza;
obbligo di firma in commissariato o presso la stazione dei
carabinieri; divieto di detenere a qualsiasi titolo armi, munizioni ed esplosivi, anche se è
Chiudere tutto subito
Molte delle persone
coinvolte vogliono
chiudere subito sperando
di rimanere anonime
stata concessa la relativa autorizzazione di polizia; sospensione della patente di guida;
ritiro del passaporto e di tutti
gli altri documenti validi per
l’espatrio. Le trattative sono in
corso, la volontà espressa da
alcuni clienti è quella di chiudere prima possibile.
Nei prossimi giorni i pubblici ministeri presenteranno
la richiesta di rinvio a giudizio
per gli «sfruttatori» e per la
mamma di Aurora, accusata di
aver saputo che cosa faceva la
figlia e di non aver impedito,
ma anzi di averla sollecitata a
continuare visto che la ragazzina guadagnava molti soldi.
Una circostanza che rende tutta questa vicenda ancor più
agghiacciante.
Fiorenza Sarzanini
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
20
italia: 51575551575557
Martedì 1 Aprile 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Martedì 1 Aprile 2014
Cronache 21
italia: 51575551575557
Il caso Sono sei le strutture rimaste aperte, che ospitano oltre mille reclusi. Il ministro della Giustizia Orlando: Regioni in ritardo
Ospedali psichiatrici giudiziari, rinvio al 2015
Doveva chiudersi ieri l’era dei vecchi manicomi criminali, ma non ci sono alternative
Passato e futuro
La legge del 1904
e gli ex «manicomi»
1
Gli Ospedali psichiatrici
giudiziari sono stati
istituiti negli anni
Settanta e hanno
sostituito i vecchi
manicomi criminali. La
prima legge italiana sul
«ricovero coattivo» è
del 1904
ROMA — Il rischio era che la
chiusura sarebbe stata posticipata di tre anni, al 2017. Era l’auspicio delle Regioni. E sarebbe
stato un vero scandalo dopo il
primo rinvio del 2013. La fine dei
sei ospedali psichiatrici giudiziari italiani, infatti, doveva avvenire oggi, dodici mesi più tardi. Un decreto del Consiglio dei
ministri ha rimandato lo stop
definitivo. Ma lo slittamento è
stato almeno limitato: i manicomi situati all’interno delle carceri finiranno di funzionare il 31
marzo 2015. È il risultato delle
sdegnate proteste. In testa il sindaco di Roma Ignazio Marino
che la scorsa settimana si è appellato al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano,
molto sensibile al tema tanto da
menzionarlo nel messaggio di
fine d’anno del 2012: «Basta con
i luoghi dell’orrore».
La proroga però è stata necessaria. Non sono ancora pronte le
strutture che dovranno ospitare
le persone detenute (circa 890 in
base alla stima di Giuseppe Dall’Acqua, capo del dipartimento
di Salute mentale di Trieste,
1.051 secondo il Coordinamento
interregionale Sanità penitenziaria). Le strutture in chiusura
sono gli Opg di Castiglione delle
Stiviere (Lombardia), Reggio
Emilia (Emilia Romagna), Montelupo Fiorentino (Toscana), Secondigliano e Aversa (Campania), Barcellona Pozzo di Gotto
(Sicilia).
«È stato un passo obbligato
per il ritardo accumulato da non
poche Regioni italiane per quanto riguarda i piani di riconversione», chiarisce il ministro della Giustizia, Andrea Orlando. Per
scongiurare altre proroghe verrà
compiuto a metà anno «un puntuale monitoraggio del percorso
di riconversione prevedendo anche ipotesi di poteri sostitutivi
nei confronti degli inadempienti». Il problema è la realizzazione
delle Rems (residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza
sanitarie), le strutture alternative dove verranno trasferiti i detenuti psichiatrici. «Piccoli
ospedali giudiziari che in teoria
non dovrebbero avere personale
carcerario ma solo riabilitatori e
medici. Concepite in base al nu-
mero degli internati, ad esempio
sei in Lombardia, uno in Emilia
Romagna», li descrive Giandomenico Doda, ricercatore della
Bicocca, docente di diritto penale. Che denuncia: «Nell’80% dei
reparti ancora si usa legare».
Alcune Regioni hanno presentato al ministero della Salute i
progetti per richiedere i finanziamenti. «Noi non abbiamo
nessun interesse a perdere tempo — dice l’assessore Carlo Lusenti, Emilia Romagna — siamo
impegnati nei percorsi della presa in carico ma dobbiamo essere
sostenuti da Salute, Giustizia e
magistratura. Dieci Regioni sono pronte. E poi devono decidere
cosa fare dei detenuti più pericolosi». Dall’Acqua riconosce che
la situazione è migliorata. Gli internati dai 1.400 del 2010 sono
oggi 890: «Mai toccate punte così basse. Chi è uscito è tornato
nel suo luogo di residenza oppure in comunità. L’augurio è che i
nuovi centri non siano aree di
parcheggio ma di terapia».
Margherita De Bac
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
D’ARCO
Le strutture
304
Castiglione
delle Stiviere
(Mantova)
Gli Opg e il numero
di ospiti a fine 2013
di cui
94 donne
180
114
1.337
Reggio Emilia
Montelupo
Fiorentino
(Firenze)
La capienza
dei sei centri
Presenti totali
1.600
150
Aversa
(Caserta)
1500
95
167
1.387
1.094
1.051
1000
2010 2011 2012 2013
208
di cui
stranieri
Fonte: Coordinamento interregionale Sanità penitenziaria
La chiusura nel 2013
e le varie proroghe
2
Nell’ambito del
provvedimento
cosiddetto «salva
carceri» del 2012 è
stata disposta la
chiusura degli Opg entro
il 31 marzo 2013. La
scadenza è stata
posticipata di un anno,
adesso è stato concesso
un altro anno di rinvio
Il trasferimento
in strutture sanitarie
3
La legge dispone il
trasferimento delle
persone internate in
strutture gestite dal
Servizio sanitario
nazionale, mentre la
vigilanza esterna alle
strutture deve essere
assicurata dalle forze di
polizia coordinate dal
prefetto
Il ruolo delle Regioni
per i nuovi centri
4
La riforma prevede che
siano le Regioni a curare
la realizzazione di
strutture idonee ad
ospitare i pazienti
provenienti dagli
Ospedali giudiziari:
l’acronimo per definirle
è Rems (Residenze per
l’esecuzione delle
misure di sicurezza)
Le storie
Napoli
Barcellona
Pozzo di Gotto
(Messina)
Viaggio a Barcellona Pozzo di Gotto, dove reclusi per piccoli furti sono diventati pericolosi criminali malati di mente
«Io, rinchiuso da ventidue anni
per una rapina da seimila lire»
«Non avevo neanche la pistola, fingevo con la mano nella tasca»
All’epoca c’erano ancora le lire. Mario ne
aveva portate via seimila, tre euro di oggi,
entrando in un bar con una mano in tasca
atteggiata a pistola.
Fu dichiarato «momentaneamente incapace», ma pare che quel momento sia duro
a finire visto che Mario è dentro da 22 anni.
Peraltro va detto che a Salvatore è andata
peggio. Anche lui aveva fatto una rapina.
Roba minima anche lui, come diceva Jannacci. Ma anche lui mentalmente «incapace»: e di anni dentro, di proroga in proroga
e di perizia in perizia, ne ha fatti 36 filati.
L’anno scorso, quando l’hanno mandato in
comunità, quasi non ci credeva.
Ergastoli bianchi, li chiamano. Sono solo
due tra le storie di Barcellona Pozzo di Gotto, sede di uno degli Ospedali psichiatrici
giudiziari più tristemente famosi d’Italia:
quelli che da oggi dovevano restare solo un
brutto ricordo, se non fosse che no. A raccontarle pescando nella propria memoria è
un gruppetto dei pochi fortunati riusciti a
venirne fuori grazie all’impegno di un prete,
don Pippo Insana, che qualche anno fa ha
aperto nel pieno centro storico del paesone
siciliano una Casa d’accoglienza pensata
specificamente per loro. «La stragrande
maggioranza dei detenuti negli Opg — dice
— non è gente pericolosa ma solo bisognosa di cure. Ed è assurdo che per chiudere
questi inferni, secondo i politici, se ne debbano per forza costruire altri uguali ma più
piccoli: la nostra esperienza dimostra che
basterebbe molto meno».
O molto di più, dipende dai punti di vista:
cosa c’è di più facile, in fondo, che dichiarare uno «matto» e buttare la chiave?
La campagna
Artisti in campo per la
chiusura degli Ospedali
psichiatrici giudiziari. A
sinistra un disegno di
Adamo Calabrese. Sotto
una poesia di Rita Filomeni
La poesia
❜❜
. pesci d’aprile
al concorso a premi sabbie
immobili,
ognuno sa che il gioco e suo è già fatto
come tra amici e niente ostacola
niente,
squalifica, a chi l’assale, ‘l pentimento
e monetina a cemento, tutti
accontenta
e sì pure ‘l taglio del nastro inaugurale
con il sindaco, la banda e i chierichetti
emoziona ‘l tour le stanze ‘n ipercubo
a otto facce, e per ciascuna a detenuto
che lì spera rinvio a altro non rimandi,
la morte abbia pietà di un pesce muto
Rita Filomeni
Giorgio è uno dei suoi nove ospiti, sei fissi e tre in permesso. Ha 40 anni e la sua storia è questa: «Facevo il pizzaiolo in provincia di Taranto, ero piuttosto bravo. Per otto
anni lo avevo fatto anche in Germania. A un
certo punto, durante un ritorno a casa, sono
caduto in un periodo di brutta depressione.
E un giorno, nel mezzo di una discussione
in famiglia, mi sono chiuso in bagno con
una bombola di gas. Non avrei fatto niente
di più, era solo un gesto teatrale. All’arrivo
dei carabinieri sono uscito. Ma mi hanno
dato l’incapacità al 75 per cento e condannato a cinque anni per tentata strage. All’Opg di Barcellona ne ho fatti quattro, l’anno scorso mi ha tirato fuori don Pippo e ora
sono qui da lui».
Anche lui, come altri ospiti della Casa, lavora nel laboratorio di ceramica che il sacerdote ha avviato con l’aiuto del maestro d’arte Maurizio Calabrò.
L’associazione «StopOpg», che da anni
invoca la chiusura di quelli che prima del
politically correct venivano chiamati senza
troppi complimenti manicomi criminali,
continua a raccogliere in questo senso adesioni che vanno dai sindacati a don Ciotti,
imprenditori e docenti universitari: «Non è
un problema di edilizia carceraria — si legge in sintesi sul loro sito — e dire che servono nuove strutture è una scusa». Numerosi
artisti, come all’epoca del Cavallo Azzurro di
Basaglia, si sono mobilitati ciascuno a modo proprio: con poesie come quella di Rita
Filomeni, scritta apposta per questo «primo
aprile della proroga», o con disegni come
quello di Adamo Calabrese, illustratore di
Gibran, entrambi pubblicati in questa pagi-
na.
Giuseppe, 41 anni, nella Casa di don Pippo è arrivato dall’Opg sette mesi fa: «Avevo
violato una diffida, andando in un paese
che mi era stato vietato in seguito a una lite
in un bar. Non so perché mi hanno dato l’incapacità. Se non era per don Pippo ero ancora dentro, lo ricordo come un incubo: le
feci per terra dei pazzi veri, le risse... ora faccio il guardiniere sia qui sia in città, possiamo uscire ogni giorno dalle sette di mattina
alle nove di sera. Sto aspetando il mio finepena, ma intanto ho ricominciato a vivere».
Certo, c’è ancghe chi ha alle spalle reati
più gravi. Come Antonio, 61 anni: «Dieci
anni fa ho ucciso mia moglie, in una crisi di
gelosia. Dopo diciotto mesi in carcere mi
hanno mandato all’Opg, dove sono rimasto
sette anni. Fino a otto uomini nella stessa
Il sacerdote dei detenuti
Don Pippo Insana: «La stragrande
maggioranza dei detenuti negli
Opg non è gente pericolosa ma
solo bisognosa di cure»
cella. Ricordo soprattutto l’odore pesantissimo, le persone più agitate che venivano
legate nude al letto con un buco per i bisogni che cadevano sul pavimento. Ricordo
quelli che ho visto morire suicidi: chi con
un sacchetto in testa, chi appeso a una sbarra».
Costantino invece, 40 anni, era finito
dentro dopo una lite coi carabinieri. «Soffrivo di epilessia, ero senza dimora, al processo per direttissima dissero che dovevo essere mandato in una casa di cura. Mi ritrovai
in una cella dell’Opg. Dovevo starci un anno, ci sono rimasto ventisei mesi». Per vivere, prima, faceva quadri e disegni che vendeva a cinque euro l’uno. Adesso ha imparato a lavorare la ceramica.
Paolo Foschini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
22
italia: 51575551575557
Martedì 1 Aprile 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Martedì 1 Aprile 2014
Cronache 23
italia: 51575551575557
Il commento
MA L’ALLARMISMO
NON AIUTA
A TROVARE SOLUZIONI
M
olt
ob
Artico
as
Ba so
s
M so
ed
io
M A
olt lto
oa
lto
I rischi previsti TASSI DI INCIDENZA DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO
Europa
di DANILO TAINO
Nord
America
L
Africa
Asia
Piccole Isole
DOVE INCIDERÀ IL CAMBIAMENTO CLIMATICO
Neve e ghiacciai
Centro
e Sud America
Fiumi e laghi
Erosione delle coste e livello del mare
Vegetazione
Antartico
Australia
Incendi
Ecosistema marino
Produzione di cibo
Vivibilità, salute e condizioni economiche
Ambiente Il quinto rapporto sul surriscaldamento del pianeta
LA CRESCITA DELLA TEMPERATURA
Ecco le due ipotesi degli effetti del surriscaldamento nel prossimo secolo
Ghiacciai al collasso
e piogge violente
«Bisogna agire subito»
Gradi
5°
L’Onu: il peggio deve ancora venire
«Il peggio deve ancora arrivare» è lo slogan che ha accompagnato ieri a Yokohama,
in Giappone, gli interventi di
presentazione del quinto rapporto sul cambiamento climatico dell’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate
Change) delle Nazioni Unite.
Sono passati sette anni dall’ultimo documento che ha suscitato consensi e qualche critica,
ma soprattutto è servito a far
crescere la coscienza di una
realtà e di un problema che
non può essere accantonato o
sottovalutato se si vuol garantire uno sviluppo ragionevole
alla popolazione della Terra.
«Nessuno sul nostro pianeta
rimane escluso dagli impatti
del mutamento del clima» ha
avvertito Rajenda K. Pachauri,
chairman del panel che ha sviluppato il nuovo studio il qua-
le si concentra su tre aspetti:
impatti, adattamento e vulnerabilità.
Imponente lo sforzo scientifico compiuto, che ha coinvolto 436 autori nei differenti
campi dello scibile, più 1.729
esperti impegnati nelle revisioni dell’enorme fiume di informazioni. Solo i modelli teorici utilizzati per descrivere i
processi ambientali sono oltre
quaranta e sei quelli economici. Le conclusioni sono da brivido nelle parole esplicite usate dal rapporto. In generale, i
Scenari biblici
La crescita del livello
degli oceani potrebbe
costringere milioni
di persone alla migrazione
ghiacciai continuano a sciogliersi come dimostra, in particolare, l’Artico, le risorse acquifere diventano più critiche,
le onde di calore e le piogge
violente si intensificano, le
barriere coralline muoiono in
varie zone, pesci e altre specie
migrano verso i poli mentre
alcune si estinguono. E ancora: il livello degli oceani è progressivamente in crescita minacciando le comunità costiere con migrazioni ipotizzate di
centinaia di milioni di persone e le acque diventano sempre più acide a causa dell’assorbimento dell’anidride carbonica scaricata nell’atmosfera, soprattutto dai mezzi di
trasporto, in quantità sempre
maggiori. «Ora siano arrivati
al punto in cui abbiamo così
tante conoscenze e tali evidenze che non possiamo più
4°
La temperatura osservata
Previsione con alte emissioni
Previsione con basse emissioni
3°
2°
1°
0°
1900
1950
2000
2050
FONTE: Ipcc, Panel Intergovernativo sul Cambiamento Climatico delle Nazioni Unite
lamentarci di carenza di dati.
Sappiamo come agire», ha
sottolineato Michel Jarraud,
segretario generale dell’Organizzazione meteorologica
mondiale.
Il rapporto ha presentato alcuni scenari evolutivi con due
estremi. Quello «buono» prevede di riuscire a mantenere
l’aumento della temperatura
entro i due gradi per la fine del
secolo; quello «cattivo» immagina una crescita oltre i 4
gradi. «Per ogni grado in più
aumenta il 7 per cento la po-
Sforzo scientifico
Per giungere alle loro
conclusioni i 436 autori
del dossier hanno usato
oltre 40 modelli teorici
2100
CORRIERE DELLA SERA
polazione coinvolta dalla scarsità idrica» precisa, per fare un
esempio, Francesco Bosello
dell’Università Statale di Milano, del Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici e uno dei relatori italiani
del documento. «Già oggi —
aggiunge — per il riscaldamento vediamo una diminuzione del 2 per cento ogni decennio di tutte le coltivazioni,
cereali in particolare». L’obiettivo quindi è contenere la concentrazione dell’anidride carbonica che ne è la causa non
oltre le 450 parti per milione.
«Se si adotteranno misure
adeguate sentiremo il beneficio non prima del 2040/2050
— sottolinea Bosello —. Al
contrario dovremo affrontare
situazioni catastrofiche».
Giovanni Caprara
a sobrietà non è moneta corrente quando si parla dei
cambiamenti del clima. Le iperboli sono anzi formidabili. Forse, però, l’approccio al serissimo problema sta
leggermente cambiando. La seconda parte del rapporto
dell’Ipcc pubblicata ieri dalle Nazioni Unite è un po’ meno
allarmista che in passato, sia nei toni sia nei contenuti. Non
che tenga il volume basso: continua a considerare il riscaldamento globale provocato dall’effetto serra come il male
maggiore del pianeta, responsabile delle più terribili catastrofi future. Ma le critiche odierne e del passato a questa
ideologia allarmista — riferite agli errori di scelta politica
che si rischia di fare sotto l’influsso della Sindrome da ultima spiaggia — sembrano avere avuto qualche effetto. Nei
giorni scorsi, la divergenza su come affrontare la questione
è venuta alla luce all’interno proprio della comunità scientifica che ha elaborato il rapporto pubblicato ieri. Uno degli
estensori di uno dei capitoli, Richard Tol dell’Università del
Sussex, ha scelto di non firmare il sommario dello studio —
cioè la parte più letta e più d’impatto — in quanto troppo
allarmista e finalizzato a sostenere che il climate change è il
problema dei problemi del mondo, un’impostazione che a
suo parere può sconfinare nella «sciocchezza». Il professor
Tol porta l’esempio di un paragrafo nel quale si sostiene che
i conflitti violenti (si immagina in zone di guerra) «aumentano la vulnerabilità ai cambiamenti climatici». Il suo commento: in Siria, la popolazione forse soffre del cambiamento del clima, «ma probabilmente non è la sua priorità». A
leggere il documento della Ifcc — sostiene il professore —
«uno finisce con il pensare che il cambiamento climatico sia
la nostra maggiore preoccupazione: io non penPriorità discutibili
so affatto che sia vero».
I toni sono più morbidi del La polemica è quindi
passato, ma l’effetto serra scoppiata. Chris Field,
dell’università californiaè ancora considerato il
na di Stanford e uno dei
male peggiore del pianeta presidenti del gruppo di
lavoro che ha prodotto il
rapporto, ha sostenuto
che Tol sarebbe seccato perché le sue posizioni e la sua ricerca non sono state abbastanza considerate nel documento
della Ipcc. E ha aggiunto che, comunque, Tol avrebbe una
posizione eccentrica rispetto alla maggioranza degli esperti
di clima. Al di là del merito, la disputa rivela che le conclusioni della Ipcc, fino a qualche anno fa mai messe in discussione, iniziano a essere contestate apertamente all’interno
della stessa comunità scientifica. Anche le parti del rapporto che sottolineano la maggiore vulnerabilità dei poveri e
degli emarginati all’effetto serra sono state accolte per un
verso come abbastanza ovvie, dall’altra parte come la prova
che ancora più urgente del costoso taglio delle emissioni è
l’investimento contro la povertà e le malattie. Fatto sta che,
sotto la pressione di un dibattito che cresce, il rapporto
presentato ieri è un po’ più prudente che in passato. Per
esempio, sostiene che «al momento, il fardello nel mondo
della cattiva salute umana derivante dai cambiamenti climatici è relativamente piccolo rispetto agli effetti di altre
fonti di stress e non è ben quantificato». E scrive che al fianco di un aumento delle morti per la crescita delle temperature c’è anche una diminuzione delle morti per il freddo
(probabilmente maggiore, ma questo il rapporto non lo
dice). Anche sulla questione dei costi del surriscaldamento
globale il rapporto avverte che l’impatto economico è «difficile da stimare». Interessante inoltre che una parte significativa dello studio sottolinei l’importanza dell’adattamento
al climate change, cioè alla protezione da maree o siccità,
ancora più che l’imposizione emergenziale centrata sui
costosissimi (e probabilmente poco utili) tagli alle emissioni di gas serra. Il cambiamento del clima richiede politiche
efficienti ed efficaci: l’ideologia, l’allarmismo e le previsioni
di fine del mondo le rendono impossibili.
@danilotaino
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La sentenza La Corte internazionale di Giustizia boccia le «finalità scientifiche» rivendicate da Tokyo: è una pratica illegale
L’Aja ordina al Giappone di fermare la caccia alle balene
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BRUXELLES — Balene di
tutto il mondo, o meglio del
mar Antartico, anche per voi
c’è un giudice a Berlino. Anzi
all’Aia: la Corte internazionale
di giustizia dell’Aia ha infatti
ordinato la sospensione della
caccia alla balena praticata nei
mari del Giappone. È «illegale» e «non ha fini scientifici»,
hanno sentenziato i giudici,
smentendo così le giustificazioni accampate per decenni
dall’Impero del Sol Levante.
Che però ha reagito abbastanza bene: «Con rammarico e
delusione» ha riconosciuto
«grande importanza all’ordinamento giuridico internazionale e allo Stato di diritto
come fondamento della co-
munità internazionale».
Mentre gli animalisti di tutto
il mondo (in Italia quelli dell’Enpa, l’Ente nazionale per la
protezione degli animali)
esultavano e brindavano.
È stabilito, dunque, che i
cetacei dell’Antartico finivano
nelle zuppe, nelle fritture e
nei bistecconi dei ristoranti
specializzati, in Giappone e
altrove. La loro morte non
serviva ad accrescere il sapere
umano.
Il «caso balene» era stato
sollevato prima dall’Australia,
nel 2010, e poi dalla Nuova
Zelanda. In realtà il divieto di
caccia era in vigore dal 1986,
ma Tokyo era sempre riuscita
ad aggirarlo (14 mila balene
uccise) con la scusa della ricerca scientifica: per studiare
Nella rete Una balenottera catturata e uccisa al porto giapponese di Kushiro (foto Kyodo News/Ap)
le balene sempre più rare, in
altre parole, era necessario
ucciderle. Entrambi i Paesi
dell’Oceania avevano citato in
giudizio il Giappone definendo la caccia ai cetacei «una
mera attività commerciale, in
violazione delle convenzioni
internazionali e dell’obbligo a
preservare i mammiferi marini e l’ambiente marino».
Ora, i giudici dell’Aia sembrano dire una parola davvero
definitiva, e chiudere così la
lunga diatriba. «Il Giappone
deve revocare i permessi, le
autorizzazioni o le licenze già
rilasciate nell’ambito del Jarpa II (il programma sulla ricerca ndr) e non concedere
eventuali nuove licenze», ha
affermato solennemente il
giudice Peter Tomka, durante
l’udienza di ieri.
Il Giappone ha naturalmente «tenuto» la posizione,
almeno nella forma, ma nei
fatti ha accettato la decisione
europea: «Siamo delusi e
rammaricati che la Corte non
abbia riconosciuto il carattere
scientifico dello Jarpa II, il nostro programma di ricerca»,
ha detto Koji Tsuruoka, «avvocato» imperiale davanti alla
Corte. Finisce così con una
vittoria la lunga lotta degli
ecologisti di Sea Sheperd
(«Pastore dei mari»), spesso
impegnati nel mar Antartico
negli inseguimenti dei pescherecci dell’imperatore.
Esultante anche il commento
della Lav, la Lega antivivisezione: «La leggenda della caccia “scientifica” si frantuma
con una sentenza storica».
Luigi Offeddu
© RIPRODUZIONE RISERVATA
24
italia: 51575551575557
LINEA
Martedì 1 Aprile 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Martedì 1 Aprile 2014
Cronache 25
italia: 51575551575557
La formula del successo Mozart suonava dodici ore. Quasi tutti facevano lunghe dormite
MEZZANOTTE
21
Le giornate di «genio e regolatezza»
che hanno reso grandi artisti e pensatori
3
Sonno/riposo
Lavoro
Rapporti
sociali e pasti
Attività fisica
18
6
Lezioni
Altri lavori
9
15
Come impiegavano il tempo Flaubert e Kant? Leggevano e sgobbavano
MEZZOGIORNO
di PAOLO DI STEFANO
G
enio e sregolatezza? Genio
e follia? Qualche volta, ma
prima di tutto, sempre: il
lavoro. Se nelle giornate dei grandi scrittori, pensatori e musicisti
del passato cercate la ricetta magica della genialità, resterete delusi. Non c’è quasi niente che li
renda simili. Freud amava giocare
a carte, Auden passava ore a sbevazzare, Flaubert non rinunciava
alla chiacchierata con mamma,
Kant non si faceva mancare la
passeggiata serale, Dickens marciava per tre ore, Mozart impiegava un’oretta per vestirsi, a Thomas Mann piaceva la pennichella
pomeridiana. Ognuno è genio a
modo suo; del resto: non c’è
niente di più individuale del talento. L’unica costante è la cosa
più terre-à-terre che si possa immaginare: il lavoro. L’accensione
del genio si realizza solo nella banalità del metodo. Tutti dormono
con regolarità, neanche il brivido
dell’insonnia che farebbe tanto
genio alla Hemingway. È vero che
Milton si svegliava alle 4 del mattino, ma andava a nanna alle 9 di
sera, con le galline. E se proprio si
deve trovare una stravaganza, rivolgetevi a Balzac, che alle sei del
pomeriggio era già a ronfare. Ma
se all’una di notte era sveglio come un grillo con la penna (d’oca)
in mano, aveva pur dormito sette
ore piene.
A chi gli chiedeva il segreto delle sue composizioni, il poeta Paul
Valéry rispondeva che il primo
verso viene da Dio, il resto è una
fatica disumana (o umanissima).
Pensate che cosa ne sarebbe stato
del talento di Mozart se non avesse sgobbato — tra composizione,
concerti, lezioni — 12 ore al giorno. Certo, è anche vero il contrario: 12 ore al giorno di lavoro senza talento non bastano a fare un
Mozart e neanche un Darwin. Ed è
pur vero che Flaubert dedicava alla scrittura non più di 5 ore (fino
alle tre di notte), ma ne impiegava
almeno altrettante a leggere: provate voi a leggere per cinque ore al
giorno! C’è poco da fare, i risultati,
anche per i geniacci, si giocano
sulla costanza, sulla regolarità.
Geni e regolatezza. A volte regolatezza inutile, se un giorno Oscar
Wilde esclamò sconsolato: «Oggi
ho impiegato tutta la mattinata a
mettere una virgola e tutto il pomeriggio a toglierla». Sudate carte? Sudatissime. La morale della
favola è: che fatica e soprattutto
che noia essere un genio.
Lettura del giornale,
cena e bicchiere di birra
Sonno
Composizione
musicale
Corteggiamento
di Constanze
00
00
3
21
Composizione
o concerti
Sonno
3
21
Cena, gioco a carte
e camminata con
la moglie o la figlia
Lettura dei giornali
o scrittura degli articoli
00
3
21
Sonno
Visite
dei pazienti
e consulti
18
6
18
Colazione
Wolfgang Amadeus
Mozart
Ludwig van
Beethoven
Passeggiata
9
15
Pranzo
18
6
9
15
Composizione musicale
12
Lettura
Sonno
6
Vestizione
Pranzo
e attività sociali
12
Composizione
musicale
Lezioni
Serata con
parenti e amici
Sonno
00
00
Sigmund
Freud
Corsa
per le vie
di Vienna
9
15
Pranzo e tempo libero
Giocare a
backgammon
con la moglie
Lettura di libri
scientifici
Colazione
e cura della barba
Visite dei pazienti
e pause sigaro
12
A letto a risolvere quesiti
00
Tè e un uovo
3
21
3
21
Visite
con l’amico
Joseph Green
Cena
18
Charles
Dickens
18
6
Scrittura
Immanuel
Kant
6
Ozio
Risveglio
Tempo libero
9
Lezioni
12
Sonno
A casa
Camminata
per le campagne
intorno a Londra
12
Scrittura lettere
Sonno
Chiacchierata
con la mamma
Scrittura
e risposta
alle lettere
Lavoro
Lavoro
Lettura posta
insieme con la moglie
Lavoro
00
3
21
9
Pranzo
Lettura dei giornali
12
Camminata con il cane Polly
00
3
Passeggiata
Colazione
Charles
Darwin
15
Scrittura nel silenzio
più assoluto
Cena, conversazione
e gioco a carte
00
21
Pisolino
9
15
Sonno
6
Passeggiata
Colazione
15
18
Lavoro
Passeggiata
Pranzo a base
di carne e vino
3
21
Riposo,
ascolto
della moglie
che legge
i romanzi
ad alta voce
Tè, pipa
e meditazione
3
21
Sonno
Cena
18
6
Attività
fisica
In ufficio con
i dipendenti
a lavorare
sulle idee
Victor
Hugo
In carrozza 18
con l’amante
6
Lettura
Barbiere
Le Corbusier
9
15
Contemplazione artistica,
pittura, scrittura
12
Lettura
giornali
e posta,
chiacchierata
con la mamma,
bagno caldo
18
6
Caffè
con la moglie
Esercizi
sul lungomare
Colazione
con la moglie
Ricevimento
ospiti e pranzo
Gustave
Flaubert
Lezioni
15
12
Sveglia, caffè
9
e uova crude,
lettura lettere
Doccia ghiacciata dell’amante
9
15
Passeggiata con la famiglia
12
Pasto leggero
con cioccolata
Fonte: R.J. Andrews – www.infowetrust.com, «Daily rituals: how artists work» di Mason Currey
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Tendenze Crescita esponenziale, valore sul mercato sempre più alto e milioni di utenti. Spotify, Uber, Airbnb e la sfida a big come Warner e Emi
CASE, AUTO, MUSICA: I SERVIZI CONDIVISI DIVENTANO COLOSSI DELL’ECONOMIA
di MASSIMO SIDERI
L
a profezia che nel 2000 diede fama all’economista Jeremy Rifkin
— l’accesso ai servizi avrebbe
soppiantato una millenaria economia
basata sulla proprietà e il possesso — si
sta realizzando anche sul mercato. Per
noi utenti il passaggio è forse quasi
scontato: chi si ricorda che solo fino a
pochi anni fa per acquistare o affittare
un film bisognava uscire e mettersi in
fila da Blockbuster e sperare di arrivare
prima che la copia fisica del dvd fosse
finita? Oggi la catena Blockbuster è fallita e i film si possono affittare comodamente da casa su tutta una serie di
servizi che vanno da Google Play a Infinity. È l’era del consumatore da sofà
che non possiede più nulla ma si accontenta di un «affitto» temporaneo.
Ma ciò che sta cambiando è anche la
valutazione che il mercato fa di queste
società. Spotify, la società svedese che
permette con un abbonamento mensile di 9,9 euro di ascoltare su smartphone buona parte della library musicale
in circolazione, è valutata circa 4 miliardi di dollari. La Emi che in teoria
possedendo la musica stessa dovrebbe
tenere, insieme alle altre major discografiche, il coltello dalla parte del manico è stata ceduta per soli 1,5 miliardi.
Spotify ha 8 anni di storia. La Emi è stata fondata nel 1931 e ha pubblicato i
Beatles. Altro esempio: Netflix, il più
importante servizio di video streaming
americano atteso anche in Italia, vale in
Borsa 21,6 miliardi di dollari. La Warner Bros che possiede molti di quei
film che girano sulla piattaforma di
Netflix vale 57,7 miliardi. Molto di più,
certo. Ma, anche qui, è difficile pensare
che i manager Warner non siano preoccupati della velocità di crescita della
prima. E del fatto che il titolo Warner
valesse 227 dollari nel dicembre del ‘99
mentre ieri quotava sui 65 dollari. La
capitalizzazione è crollata da 200 a 57
miliardi.
L’economia della condivisione con
società che hanno poco più di una piattaforma e un servizio avanza. Chi posD’ARCO
Il confronto
Spotify
Il più grande rivenditore
al dettaglio del mondo
Valore:
255 miliardi
di dollari
Azienda di commercio
online
Storica etichetta
discografica
Valore: Valore:
152 miliardi 1,5 miliardi
di dollari di dollari
Offre un servizio
di musica in streaming
Società multinazionale
dei media
Valore: Valore:
4 miliardi 57,7 miliardi
di dollari di dollari
Noleggio dvd
e videogiochi su Internet
Valore:
21,6 miliardi
di dollari
siede qualcosa sembra zavorrato.
Sono pochi i settori che possono ritenersi al sicuro da questo processo di
occupazione quasi militare: Uber, la società californiana che fa concorrenza ai
servizi tradizionali di taxi, è valutata
2,7 miliardi. Il colosso Hertz che possiede automobili in tutti gli angoli più
sperduti del globo ne vale 11,5. Airbnb,
start up californiana nata nel 2007 che
affitta stanze di altri, viene valutata 7,2
miliardi, più della catena di hotel Hyatt.
La lotta per la selezione della specie
nel capitalismo non è ancora vinta:
Diffondere o possedere
Fatturati record a pochi anni
dalla creazione: mettere
a disposizione contenuti
vale più che possederli
Amazon, il colosso dell’ecommerce,
vale in Borsa 152 miliardi. Walmart, la
più grande catena di supermercati al
mondo, naviga sui 255 miliardi. O, ancora: At&t, il più importante operatore
mobile e fisso Usa, arriva a 182 miliardi. Forzando un po’ potremmo confrontarlo con lo strumento di comunicazione più usato al mondo con 1,2 miliardi di utenti: Facebook. La società di
Zuckerberg si «ferma» a 152 miliardi.
Ultimo esempio: Google, che fondamentalmente è un colosso della pubblicità online, vale 377 miliardi. L’americana Omnicom che si è fusa con la
francese Publicis dando vita alla più
grande agenzia di creativi per gli spot
vale meno di un decimo. Una volta si
insegnava «possesso vale titolo». Ora il
primo che arriva sale nell’automobile
da condividere e se ne va.
@massimosideri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
26
Martedì 1 Aprile 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Economia
˜`ˆVˆ `ii œÀÃi
/- > ÃiÌ̈“>˜>
>“Lˆ
i`ˆœ>˜Õ“
> ÃiÌ̈“>˜>
/ˆÌœˆ `ˆ -Ì>̜
>̈ `ˆ iÜ 9œÀŽ >}}ˆœÀ˜>̈ >i œÀi Óä°ää
/ˆÌœœ
/- Ì« ££‡ä£Éä{É£{
Ó£°È™£]™Ó
ä]™ä¯ e
œ˜`À>
È°x™n]ÎÇ ‡ä]Óȯ †
/- Ì° -…>Ài Óΰ£{Ó]ÈÈ
ä]™™¯ e
À>˜VœvœÀÌi
™°xxx]™£ ‡ä]Îί †
/- Ì°-Ì>À
£™°nää]ä{
ä]Çn¯ e
*>Àˆ}ˆ ­
>V{ä®
œÜ œ˜iÃ
£È°{{n]ää
ä]Çǯ e
œ˜} œ˜}
>Ã`>µ
{°Óää]ÎÇ
£]äǯ e
-E* xää
£°nÇÓ]Óx
ä]Ǚ¯ e
La lente
IL LINGOTTO
SALUTA
GLI AZIONISTI
DA LOTTO MINIMO
L
a sala del Lingotto che
dal 2008 ospita le
assemblee degli azionisti
Fiat (prima al Centro
Storico di via Chiabrera) si
aprirà ancora una volta,
nel corso dell’estate, per
sancire la fusione con
Chrysler. Poi gli
appuntamenti con i soci
lasceranno la sede torinese
per una, più consona a una
multinazionale, ubicata ad
Amsterdam, nuova sede
legale di Fca. Lasciando
orfano il piccolo drappello
dei cosiddetti piccoli
azionisti che per tradizione
partecipano a questo
appuntamento e che negli
anni sono stati
protagonisti di siparietti e
proposte più o meno
curiose. Dal capo reparto
che, ai tempi della
presidenza di Giovanni
Agnelli, chiedeva
immancabilmente
all’Avvocato la dotazione
di una bicicletta per
spostarsi più agevolmente
in fabbrica, all’ingegnere
che, munito di disegni e
fogli con complicatissimi
calcoli, proponeva il
progetto per un nuovo
motore, a suo dire
rivoluzionario.
Ieri i pochi superstiti di
questa categoria di soci da
«lotto minimo»
(proprietari cioè di
pochissime azioni) hanno
sparato le loro ultime
cartucce. La prossima al
Lingotto sarà infatti
davvero l’ultima
assemblea, ma si tratterà
di una «straordinaria» e
come tale si presterà molto
meno agli interventi «di
colore». Anche ieri,
comunque, non sono
mancate le richieste
stravaganti. Da quella di
organizzare in futuro voli
charter con destinazione
Amsterdam in occasione
delle prossime assemblee
(«No», ha risposto
lapidario Marchionne) a
quella del «vecchio alfista»
che vorrebbe ad Arese un
«hotel a quattro stelle con
vista sul museo dell’Alfa».
Il privato che interviene in
assemblea è ormai una
specie in via di estinzione.
Anche le riunioni degli
azionisti non sono più le
stesse. Oggi i risparmiatori
privati, piccoli e non, sono
sempre più rappresentati
da fondi d’investimento e
private bankers. E questo
vale in particolare per Fiat,
che si appresta a diventare
Fca (Fiat Chrysler
Automobiles), una
multinazionale il cui
capitale è già oggi per
almeno il 45% in mano a
investitori istituzionali
europei e americani.
Giacomo Ferrari
© RIPRODUZIONE RISERVATA
{°Î™£]xä ‡ä]{x¯ †
ÓÓ°£x£]äÈ
ä]Ι¯ e
/œŽˆœ ­ ˆŽŽiˆ®
£{°nÓÇ]nÎ
ä]™ä¯ e
>`Àˆ`
£ä°Î{ä]xä
ä]££¯ e
£ iÕÀœ
£]ÎÇnn `œ>Àˆ
Ó]nä
Ó]x™
Ì« £ä‡£xÉä{É£x Î]äää¯ £äÓ]{Ó
ä]Ón
Ì« ä·ä£ÉänÉÎ{ x]äää¯ ££Î]ÇÇ
Î]{x
ä]£Ó¯ e
Ì« ££‡£xÉä{É£È Î]Çxä¯ £äx]nÈ
ä]În
ä]äȯ e
Ì« äȇ£xÉä™É£Ç Ó]£ää¯ £äx]ÇÎ
Ì« £Î‡£xÉä™É£n £]Çää¯ £ä{]Ón
ä]xx
£]ÓÇ
Ì« äx‡ä£ÉäÓÉÎÇ {]äää¯ £ä£]{Ó
Ì« äLJä£ÉänÉΙ x]äää¯ ££Î]{{
VÌ äLJä£É£ÓÉ£{ ä]{Óä¯ £ää]£{
Î]{{
Î]x™
ä]xä
Ì« 䙇ä£ÉäÎÉÓä {]Óxä¯ ££ä]™x
Ì« ££‡ä£ÉäÎÉÓÓ x]äää¯ ££{]™È
Ì« £Î‡ä£ÉäÎÉÓ{ {]xää¯ ££ä]ә
£]ÇÈ
Ó]Îä
Ó]ÇÈ
VÌ än‡ä£Éä™É£x ä]Înä¯ £ää]ä™
VÌ ä™‡ä£ÉäÇÉ£È ä]xÈä¯ ™™]™x
VÌ ££‡£xÉä{É£n ä]ÈÇǯ £ää]ÎÈ
ä]È£
ä]ÇÓ
£]£{
ä]nÓnÓ ÃÌiÀˆ˜i
£]Ó£™{ vÀ° ÃÛ°
£ iÕÀœ
n]™{nÎ VœÀ°ÃÛi° ä]£™¯ e
£ iÕÀœ
£]xÓÓx `œ°V>˜° ä]Óx¯ e
Marchionne: a testa alta contro i big. Elkann: fine della precarietà
TORINO — Per l’ultimo bilancio da approvare a Torino arrivano 1.019 azionisti. In totale
hanno in portafoglio il 54,7% di
Fiat. Molti di loro — il grosso: gli
investitori istituzionali internazionali, ossia oltre il 45% del capitale, e ovviamente il socio di
maggioranza Exor — dall’anno
prossimo voleranno senza problemi ad Amsterdam. Altri — i
pochi piccoli risparmiatori, per
la verità mai presenti in massa –
avranno solo un’altra occasione
di assemblea al Lingotto: dopo la
riunione straordinaria che, intorno all’estate, darà il definitivo
via libera alla fusione con Chrysler, tutti gli appuntamenti societari andranno in scena là dove
sarà la nuova sede legale. Olanda, appunto. Che affiancherà la
Gran Bretagna, futura base fiscale (ragion per cui a Londra si
terranno anche i consigli d’amministrazione, almeno alcuni), e
già oggi quartier generale delle
operazioni finanziarie. Accanto
naturalmente a New York: John
Elkann e Sergio Marchionne
confermano che l’obiettivo
«sbarco a Wall Street», per Fiat
Chrysler Automobiles, è fissato
«entro fine anno», inizio del
2015 al più tardi.
Il presidente John Elkann e l’amministratore delegato Sergio Marchionne
+՜̰ ,i˜`° ivv°
Σ‡äÎ
˜iÌ̜ ¯
Ì« ££‡£xÉä™ÉÓÈ Î]£ää¯ £än]ÓÇ
£ iÕÀœ
per «mantenere un elevato livello di liquidità», passa con il
99,99% dei voti.
Un simbolo comunque ci sta,
sulla penultima riunione a Torino: è il sigillo sulla svolta globale. È lungo questa linea che
Elkann guida l’incontro con i soci. È lì che la manterrà Marchionne. Ricorda il presidente, aprendo i lavori: «La nascita di Fca
metterà fine alla vita precaria di
Fiat». Non è retorica neppure
questa, tutto sommato. Perché è
vero che, alle spalle, ci sono i «i
vent’anni vissuti direttamente o
i`°
Ì« ™È‡ä£É££ÉÓÈ Ç]Óxä¯ £ÎÇ]x£
£ iÕÀœ
indirettamente» sul filo del baratro in cui il gruppo ha spesso rischiato di precipitare. Ed è più
che una promessa aggiungere
che «oggi per la prima volta abbiamo prospettive diverse, non
dobbiamo giocare una partita
per la sopravvivenza, in fondo
alla classifica, senza sapere se ci
sarà un domani: oggi abbiamo
finalmente la possibilità di giocare una partita vera». L’omaggio
a «mio zio, Umberto Agnelli, che
dieci fa ci lasciava» (significativo
«l’abbraccio» dal microfono al
cugino-azionista Andrea), è anche un modo per ribadire che
«lui e mio nonno, Giovanni
Agnelli, sarebbero molto orgogliosi di quel che è stato fatto, come lo è tutta la mia famiglia».
All’autore di «quel che è stato
fatto», ossia Marchionne, va
l’ennesimo ringraziamento. Raccolto dall’amministratore delegato con un’anticipazione degli
obiettivi che saranno fissati dal
piano industriale (Auburn Hills,
6 maggio). Se Fiat e Chrysler insieme sono «il coronamento del
grande progetto di cooperazione
industriale e culturale avviato
nel 2009», se grazie ai 4,4 milioni
di auto consegnate nel 2013 (un
milione, record storico, per la sola Jeep) «Fca è oggi il settimo costruttore mondiale», la lunga
‡
/ˆÌœœ
‡
ä]än
«Fiat-Chrysler entro l’anno
Sei milioni di auto nel 2018»
Da quel momento la storia di
Fca sarà la storia di un’azienda
con solide radici in Italia, e a
questo punto ormai anche negli
Stati Uniti, ma multinazionale
nel senso stretto del termine e
sotto ogni aspetto: industriale,
societario, finanziario. Perciò
l’assemblea di ieri aveva un forte
valore simbolico. Che alla fine,
tuttavia, tale è rimasto. Poca nostalgia e nessuna retorica da
«addio al Bel Paese», tra gli azionisti. Il bilancio, che chiude con
utili consolidati per 1,9 miliardi
ma non distribuirà dividendi
+՜̰ ,i˜`° ivv°
Σ‡äÎ
˜iÌ̜ ¯
‡
£]äǯ e
L’assemblea Prossima riunione Fca ad Amsterdam. «Nessun esubero negli impianti italiani»
DALLA NOSTRA INVIATA
i`°
Ì« ä{‡ä£ÉäÓÉ£x {]Óxä¯ £äÎ]äÓ
ä]Ó£¯ e
£ iÕÀœ £{Ó]{Óää Þi˜
Gli ultimi cinque
anni in Borsa
6.355
5.263
4.172
3.081
1.980
Gen
2010
I numeri del Lingotto
Gen
2011
Dipendenti
Anno 2013, in milioni di euro
Ricavi netti
86.816
Utile della gestione ordinaria
3.394
Nafta
Utile dell'esercizio
36%
81.500
1.951
Indebitamento netto
delle attività industriali
America Latina
6.649
21%
48.500
marcia promessa ha traguardi
molto più ambiziosi: «Oltre sei
milioni di veicoli entro il 2018».
Nella «totale autonomia dei singoli marchi». E con il pieno recupero occupazionale in Italia ben
prima di quella data: «L’operazione premium, con Maserati
che oggi può passare all’attacco
contro i giganti del settore, di-
mostra che la strategia funziona». L’impegno è conseguente:
«Far ripartire tutti gli stabilimenti nazionali. Non prevediamo esuberi. Anzi: con il completamento degli investimenti a Mirafiori potremo tornare al pieno
impiego nel Paese».
Raffaella Polato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La strategia Per il rilancio sul segmento premium la prova delle nuove Alfa Romeo dopo l’avvio dei modelli Maserati
Il piano industriale e la formula delle tre piattaforme
«Per produrre un’auto nuova investimenti per un miliardo, non si può sbagliare»
DALLA NOSTRA INVIATA
TORINO — C’era il mondo prima
della Grande recessione. E c’è il
mondo «dopo»: niente è più uguale
e, come dice Sergio Marchionne
quasi a premessa dell’obiettivo-sintesi di «sei milioni di auto entro il
2018», il banale «copia e incolla del
vecchio modo di agire non porterà
più al successo». Vale per l’intero
settore manifatturiero. Conta a maggior ragione per chi costruisce auto.
Tenerlo a mente, aggiunge davanti ai
soci, quando si affronta la «rivoluzione industriale» avviata in Fiat
cinque anni fa con l’ingresso in
Chrysler e vicina al completamento
oggi, vigilia della fusione e del successivo sbarco a Wall Street. Tenerlo
a mente perché, spiega, questo non è
solo «il coronamento di un grande
progetto» che approda alla finanza,
ma parte dalla produzione e dall’integrazione di due storiche culture
automobilistiche: vincenti, giura,
grazie al fatto che «ognuna conserverà la propria identità e metterà a
disposizione dell’altra i propri punti
di forza».
Avviene già. E non c’era altra via,
né per Fiat né per Chrysler, che con-
sentisse di sopravvivere alla crisi. Il
confine con l’irrilevanza/ fallimento
lo segnano i numeri del «mondo
post» ricordati dall’amministratore
delegato. Uno: «Siamo un settore ad
alto impiego di capitale. Sviluppare
una nuova vettura vuol dire investire
quasi un miliardo di euro. Con una
somma così alta, non ci è permesso
fallire». Due: «La soglia che può garantire un adeguato ritorno economico è di un milione di auto derivate
dalla stessa piattaforma».
Ora. Buona parte del lavoro, su
Gli stabilimenti
La strategia
per i marchi
e il nodo degli
stabilimenti
questo punto, Lingotto e Auburn
Hills l’hanno già fatto. «Abbiamo
completato la convergenza delle tre
architetture principali, da cui nascerà la maggior parte dei nostri volumi
futuri»: così dalla «piattaforma mini» nascono Panda e 500, la “small” è
partita con la 500L e si allarga ora a
Jeep Renegade e 500X di Melfi, la
“compact” era stata inaugurata dalla
Giulietta e ha poi fatto da base per
Dodge Dart, nuovo Cherokee e nuova
Chrysler 200, le cinesi Viaggio e Ottimo. Poi ci sarà il clou, ovvero il seg-
mento premium, in via di sviluppo
nel polo del lusso Grugliasco-Mirafiori. E sta lì la vera scommessa,
quella che dirà se la strategia «non
per deboli di cuore» eviterà definitivamente altri pericolosi collassi al
gruppo. La prova del nove saranno le
prossime Alfa. Ma hanno ragione,
Marchionne e John Elkann, quando
dicono che «l’assaggio» della Maserati promette bene: sì, «passare all’attacco contro i giganti del settore»
si può.
Certo, non basta fare belle auto:
poi bisogna venderle. E — anche qui
Maserati docet — guadagnarci. Per
cui è lo stesso Marchionne a mostrare con un paio di slide come neppure
i volumi, da soli, siano sufficienti.
Dieci anni fa Fiat e Chrysler «sommavano» 4,4 milioni di auto. Esattamente i livelli di oggi. Ma allora perdevano un miliardo di euro la prima,
500 milioni la seconda. Oggi, unite,
guadagnano 3,4 miliardi. Separate
non ci sarebbero mai arrivate. Chrysler il 2014 non l’avrebbe proprio visto. E se ora la sfida è confermare il
trend, non è detto sia meno complicato.
R.Po.
500 La Fiat 500 L trekking
Maserati La Maserati Alfieri presentata a Ginevra
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Martedì 1 Aprile 2014
Economia 27
italia: 51575551575557
La fabbrica siciliana
Banche La presidente Mansi: l’ente è salvo, impegno nell’aumento per il 9%
Il personaggio
Il sindaco di Termini Imerese,
appello al premier
Svolta Mps, Siena al 2,5%
Il controllo ai fondi esteri
E arriva il patto parasociale
Guzman,
l’argentino
che tifa per
Piazza Affari
«Abbiamo un solo obiettivo: andare presto al
ministero dello Sviluppo economico per comprendere
a pieno le proposte in campo e per garantire il rinnovo
degli ammortizzatori sociali. Questi anni di attesa
composta da parte della nostra comunità meritano
tutta l’attenzione del caso da parte del governo Renzi».
Così il sindaco di Termini Imerese, Salvatore Burrafato,
ieri, dopo che Sergio Marchionne ha ribadito che, per
Fiat, si tratta di «un capitolo chiuso dal punto di vista
produttivo» anche se il gruppo farà «tutto ciò che è
necessario per aiutare a completare il passaggio».
La Fondazione cede un altro 6,5% a Fintech e Btg
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ieri
a 8,45 euro
+2,55%
Gen
2012
Gen
2013
Gen
2014
Resto d’Europa
26.500
12%
Resto del mondo
7.000
3%
ITALIA
62.500
TOTALE
226.000
28%
D’ARCO
Editoria Il presidente del Lingotto
«Abbiamo salvato
Rcs dal fallimento»
«Rcs un anno fa stava per fallire, i soci hanno dato il via
libera al pacchetto di rifinanziamento, mancava la parte importante per completare l’operazione e per senso di responsabilità
ci siamo impegnati a salvare il gruppo dal fallimento». Così
John Elkann, presidente del Lingotto, ha sottolineato ieri l’impegno di Fiat nella società che pubblica il Corriere della Sera.
Impegno sul quale, ha detto l’amministratore delegato Sergio Marchionne, «non c’è stata alcuna divergenza: le decisioni
mie e di John Elkann sono totalmente condivise». Rcs «si sta
risanando, la direzione è giusta e io condivido con John anche
la scelta dell’amministratore delegato. Sono anch’io ad e vi
assicuro che non è piacevole leggere di persone, magari soci di
minoranza, che ti criticano
tutti i giorni sui quotidiani
Decisioni
mentre stanno gestendo al
Il vertice del Lingotto ha massimo possibile per fare
bene le cose. Io
«condiviso totalmente» andare
darei loro lo spazio per
le decisioni sulla Rizzoli, fare ciò che devono. Se
non sono alla pari dell’im«che si sta risanando»
pegno, il consiglio farà
quanto necessario, ma per
il momento bisogna farli lavorare». Marchionne ha poi rimarcato che non c’è «alcuna intenzione di scorporare Rcs con la
quotazione di Fiat Chrysler a New York. Resterà in pancia».
Sulle ultime decisioni del consiglio Rizzoli, relative alla conversione delle azioni di risparmio e a una rappresentanza maggiore nel board degli azionisti di minoranza, Elkann ha detto
che in assemblea il Lingotto «voterà a favore», aggiungendo
che «non ci saranno altri investimenti in Rcs, la società non ne
ha assolutamente bisogno». «Eravamo convinti che Rcs potesse essere una società normale. C’è stato un dibattito sul tema
editori puri o non puri, ma il fatto è che le società editrici sono
bene o mal gestite indipendentemente dall’assetto proprietario». «La cosa che a Sergio e a me dà più soddisfazione, in una
società che oggi ha più del 30% dell’azionariato in mano a investitori istituzionali, è che in un anno, da quando abbiamo preso questa responsabilità, le cose vanno molto meglio. La società anticiperà al 2014 quello che voleva fare nel 2015 e farà meglio di quello che si aspettava. Lo vediamo anche dall’andamento del titolo in Borsa: dall’aumento di capitale ha
guadagnato il 40%. Sono dati che confortano».
S. Bo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
MILANO — Il 31 marzo 2013
per il Mps è l’inizio di una nuova
storia dopo oltre 500 anni. Nuova perché il controllo non è più
della Fondazione (e dunque della città) che fino a inizio marzo
ne aveva il 31,4% e oggi ha appena il 5,7% destinato a ridursi ancora, ma in mano a fondi d’investimento stranieri.
Ieri Fintech Advisory inc, veicolo Usa controllato dal finanziere messicano (ma attivo in Argentina) David Martinez Guzman, e Btg Pactual, società di investimento brasiliana, hanno
rilevato per circa 180 milioni
(pari a 0,2375 per azione) dalla
Fondazione Mps rispettivamente il 4,5% e il 2% di Montepaschi e
hanno stretto un patto di sindacato con Palazzo Sansedoni per il
9% complessivo, quota che resterà anche dopo l’aumento di capitale di metà maggio da 3 miliardi
necessario per ripagare i Monti
bond. All’annuncio il titolo Mps
è schizzato anche del 10% per
chiudere a 0,265 euro, +4,87%,
con l’8% della banca passato di
mano.
Con il patto — che deve ancora ricevere il via libera dal Tesoro
e della Banca d’Italia — si crea
quella compagine di «soci stabili» che l’ente presieduto da Antonella Mansi si era data come
mandato, insieme con la salvezza dell’ente. La permanenza dei
due fondi dentro Mps è innanzitutto dettata dal vincolo di permanenza (lock-up) previsto dal
patto. Sarà comunque la ricapitalizzazione a scrivere la definitiva mappa dell’azionariato: se restassero gli attuali equilibri, il
patto Fintech-Btg-Fondazione
sarebbe in testa, seguito dal fondo americano BlackRock che ha
8,5%, e al 3,2% circa dalla francese Axa. Il fronte italiano è rappresentato dall’1% residuo della
famiglia Aleotti e da Centro Italia
e Unicoop Firenze (poco più del
2% totale).
I NUOVI AZIONISTI DI SIENA
8,5%*
BlackRock
Fondazione Mps
5,75%*
4,5%
Fintech Advisory Inc
3,26%
Axa sa
Unicoop Firenze
Jp Morgan
Btg Pactual
D’ARCO
LA RINCORSA DA INIZIO ANNO
Ieri
0,265 euro
+4,87%
0,241
0,225
2,73%
2,53%
0,209
2%
Coop Centro Italia**
1,14%
Finamonte srl
(famiglia Aleotti)
1,034%
Unicoop Firenze
1%
0,193
0,177
0,161
*(stime)
**(cui va aggiunto lo 0,69%
della controllata Coofin)
Siena dice dunque definitivamente addio al controllo sulla
banca, dopo anni al 51% — soglia considerata a lungo come
intoccabile e per difendere la
quale l’ente si è indebitata per
L’azionista
Antonella Mansi, presidente
della Fondazione Mps,
azionista del Monte dei
Paschi. L’ente ha ceduto, per
circa 180 milioni di euro, il
6,5% del capitale della banca
a due investitori
latinoamericani
13 gen
27 gen
10 feb
24 feb
2014
oltre 1 miliardo. La Fondazione
adesso potrebbe esprimere nel
board un consigliere, se previsto
nel patto (che sarà reso noto entro venerdì). La Fondazione
punta a mantenere solo il 2,5%
sindacato: «È l’unico lusso che ci possiamo permettere»,
dice Mansi, «visto
che la quota non
darà dividendi per
molto tempo. Sono
contenta di questo
risultato. Se ci credevo? Me l’avessero
chiesto a novembre, avrei detto di
no. Da febbraio direi di sì, perché stavamo lavorando in
questa direzione.
Ora la Fondazione è salva».
Appena quattro mesi fa il destino della Fondazione sembrava
segnato: il titolo era precipitato a
0,17 euro paurosamente vicino
ai 0,12 euro, soglia alla quale le
banche creditrici per 340 milioni
residui avrebbero escusso tutto
il 33,4% di Mps in mano alla Fondazione. Per questo l’ente decise
10 mar
24 mar
di guadagnare tempo votando
all’assemblea del 28 dicembre
per lo slittamento a maggio dell’aumento che il presidente di
Mps Alessandro Profumo e il ceo
Fabrizio Viola volevano far partire a fine gennaio. Da allora ha
messo in campo una serie di
vendite, compreso il collocamento del 12% (di cui il 5% almeno a BlackRock) di metà marzo,
avvenuto dopo un balzo del titolo di oltre il 30% finito nel mirino
di Consob e Guardia di Finanza
per sospetta manipolazione del
mercato.
Dopo le vendite l’ente si ritrova con 400 milioni liquidi e nessun debito, a parte 90 milioni di
impegni verso gli enti locali. Le
erogazioni sul territorio saranno
dunque limitate, per forza di cose. Il sindaco Valentini pare consapevole: «È stata una delle più
grandi privatizzazioni italiane,
fatta nostro malgrado. Siena è
diventata una città normale.
L’assistenzialismo che ci ha fatto
anche tanto male è finito».
Fabrizio Massaro
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Intervista Il responsabile Credit Suisse per l’Italia: coesione tra il premier e il ministro dell’Economia
Imbert: «Perché l’Italia è più attraente?
Un mix di politica e rendimenti alti»
«È cambiato l’atteggiamento in
Italia e anche l’atteggiamento sull’Italia». É come una rara congiunzione astrale. Un allineamento favorevole tra l’Italia e i mercati internazionali che, si spera, possa durare a lungo. Per Federico Imbert i
presupposti ci sono: «Non vedo
particolari nubi all’orizzonte — afferma il banchiere — il rischio
maggiore è che non sia permesso a
Renzi di fare le riforme». Proprio
ieri l’Associazione delle Banche
Estere (Aibe) guidata da Guido Rosa, ha chiesto di ridurre le incertezze per attrarre investitori. Imbert,
decano dell’investment banking,
guida in Italia il Credit Suisse che
ieri ha diffuso ai clienti un report in
cui invita a investire sull’Italia.
Cosa sta succedendo?
«Finora forse il recupero non era
così evidente. Grazie a misure dolorose, ma anche ai successi delle
nostre imprese esportatrici la bilancia dei pagamenti in Italia è passata da un deficit del 4% del Pil nel
2011 a un surplus attuale di circa lo
0,8% che, secondo i nostri analisti
potrebbe arrivare vicino al 2% nei
prossimi mesi. Non solo, la somma
del debito pubblico e privato sul Pil
è in linea con quello della Svizzera e
prima di Usa, Gran Bretagna e Francia. Sulla base di molti parametri
siamo uno dei Paesi più virtuosi
d’Europa».
Tutto a beneficio di Matteo
Renzi, che inizia con il vento dei
mercati a favore.
«C’è molta fiducia in Matteo
Renzi e nel governo. La coesione tra
il premier e il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, una scelta
di alto profilo, è molto importante
per la riuscita dell’azione di governo. C’è apprezzamento per le riforme che hanno messo in campo:
vanno nella direzione di rendere
l’Italia più governabile. Penso alla
riforma del Senato e del Titolo V
della Costituzione. Ma anche ai 10
miliardi di sgravi fiscali in busta
paga che andranno a rivitalizzare i
consumi interni, e alla restituzione
dei debiti da parte della Pubblica
amministrazione che farà affluire
liquidità alle imprese. C’è grande
attesa anche per il Job act».
Tra i piani di Renzi c’è pure un
massiccio programma di privatizzazioni.
«L’Italia è il Paese che ha privatizzato e privatizzerà di più in Euro-
Federico Imbert,
amministratore
delegato del gruppo Credit Suisse in
Italia
Guido Rosa, presidente dell’Associazione delle banche estere in Italia
pa. Il programma, avviato dal governo Letta, è stato fatto molto bene. C’è forte interesse per le quotazioni di Poste e Fincantieri, ma
anche attenzione per Enav e Sace e
potenzialmente per Ferrovie. E sull’immobiliare. Lo Stato ha una massa enorme di immobili che possono andare sul mercato, ma devono
essere immediatamente fruibili per
chi li compra. Serve prima definire
le regole».
In attesa delle privatizzazioni
c ’è c h i s i è g i à m o s s o , ve d i
Blackrock su Intesa e Unicredit e
Fintech su Mps. Perché le banche?
«La performance delle banche si
è mossa in linea con lo spread, ma
c’è ancora dello spazio da recuperare. Un’ulteriore discesa porterebbe
altri benefici alle banche ma anche
alle utility che insieme alle infrastrutture piacciono agli investitori
internazionali».
È sicuro che questo programma si farà?
«Renzi si è posto delle scadenze
precise e non ha alternative. Senza
riforme la grande fiducia che c’è
sull’Italia subirebbe inevitabilmente una battuta d’arresto».
Federico De Rosa
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se non è proprio una
vecchia conoscenza
dell’Italia, David Martinez
Guzman (foto), potrebbe
diventarla presto
continuando così. Il
finanziere messicano che
con il suo fondo Fintech
con base nelle isole
Vergini ieri è entrato in
Monte dei Paschi di Siena
aveva rilevato solo lo
scorso novembre anche il
pacchetto azionario di
Telecom Italia in Telecom
Argentina. In realtà non
si sa molto della sua vita.
Qualche indizio è sparso
qui e lì nelle poche
interviste rilasciate in
questi anni alla stampa,
come i suoi natali da
finanziere nell’87 grazie a
un prestito di 300 mila
dollari da parte della
nonna. Della sua prima
vita in Messico si sa
ancora meno, a parte
qualche investimento in
società finite sull’orlo del
crac. In effetti è più noto
il punto di arrivo che
quello di partenza. E il
punto di arrivo è
sicuramente l’Argentina
dove Guzman aveva
investito (anche qui)
approfittando del crollo
dei prezzi a seguito del
crac del 2001. Oggi si
divide tra la sua
Monterrey e Londra,
dove risiede, vestendo —
pare — abiti normali,
non disdegnando i mezzi
pubblici ed evitando di
mostrare ai quattro venti
che sia miliardario.
Un’immagine che si
scontra con
l’appartamento da oltre
54 milioni di dollari nel
Time Warner Center di
Manhattan e il suo
Jackson Pollock (il
quadro “No. 5, 1948”) da
140 milioni. Il dossier
Telecom Argentina,
peraltro, è per ora
«congelato» dalle
ulteriori richieste
dell’Antitrust argentino
che vorrebbe valutare più
a fondo gli intrecci con
l’investimento sempre di
Guzman in Cablevision
(tanto che dei 960 milioni
a Telecom ne sono
arrivati per ora solo 109).
E proprio Cablevision
potrebbe essere la chiave
di lettura per capire le
mosse del finanziere. La
tv via cavo è anche la
principale fonte di
introiti del gruppo che
edita il Clarín, storico
quotidiano che si oppone
al presidente Cristina
Kirchner. Una liaison che
Buenos Aires potrebbe
usare per ottenere un
«qui pro quo» proprio
tramite l’Antitrust.
Massimo Sideri
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
28
italia: 51575551575557
ANAS S.p.A.
Radiotelevisione Italiana Spa
Viale Mazzini,14 - 00195 Roma
ESTRATTO
DI BANDO DI GARA
Compartimento della viabilità
per la Campania
AVVISO DI GARA
Sul foglio inserzioni della Gazzetta Ufficiale n. 37 del 31 marzo 2014 sarà pubblicato il
bando di gara relativo alla sotto indicata procedura aperta ai sensi dell’art. 55 del D.Lgs.
n. 163/06 s.m.i., da aggiudicarsi con il criterio del prezzo più basso ai sensi degli artt.
81 e 82 del D.Lgs 163/2006 s.m.i.. Oggetto: NALAV008-14 - S.S. 268 “del Vesuvio” Lavori finalizzati all’adeguamento delle barriere stradali, alla messa in opera di barriere
fonoassorbenti ed adeguamento dei relativi cordoli in c.a. del viadotto “San Domenico” al
km 6+580 - CIG 5653663E49. Importo a base d’appalto: € 999.860,26 (Euro novecento
novantanovemila ottocento sessanta/26) di cui € 932.912,38 (Euro novecento trentaduemila
novecento dodici/38) per lavori a misura ed € 66.947,88 (Euro sessantaseimila novecento
quarantasette/88) per oneri della sicurezza non soggetti a ribasso, al netto dell’ I.V.A..
Categoria prevalente: OS34 Classifica III. Durata dell’Appalto: Il termine ultimo per
l’esecuzione dei lavori decorre dalla data di sottoscrizione del verbale di consegna ed
è pari a 180 giorni di cui 40 per andamento stagionale sfavorevole. Responsabile del
Procedimento: Ing. Salvatore Frasca. Il bando e disciplinare di gara sono disponibili in
formato elettronico scaricabile dal sito www.stradeanas.it nell’apposita sezione “appalti
ad evidenza pubblica” nell’area dedicata alla gara. Termine per la presentazione delle
offerte: ore 12.00 del 8 maggio 2014.
IL DIRIGENTE DELL’AREA AMMINISTRATIVA
Avv. Massimo Siano
VIALE KENNEDY, 25 - 80125 NAPOLI
Tel. 081/7356111 - Fax 081/621411 • sito internet www.stradeanas.it
Oggetto: Realizzazione del
sistema integrato per la produzione di RaiNews24.
Tipo di procedura: aperta.
Divisione in lotti: no.
Criterio di aggiudicazione:
prezzo più basso.
Importo totale dell’appalto:
€ 10.008.163,00, IVA esclusa.
Condizioni di partecipazione:
specificate nel bando. Le offerte
debbono essere presentate entro
il 20/05/2014 ore 12:00. Il bando
è stato trasmesso alla G.U.U.E. il
18/03/2014. La documentazione
di gara è disponibile sul profilo
committente www.fornitori.rai.it.
La Direzione Acquisti
COMANDO GENERALE
DELL’ARMA DEI CARABINIERI
Servizio Amministrativo - Sezione Contratti
AVVISO DI GARA
Presso questo Comando sarà esperita la gara
a procedura ristretta per la fornitura di 25 motocicli in configurazione Radiomobile “Arma”.
Il bando di gara, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 36 del
28/03/2014 - 5^ Serie Speciale “Contratti Pubblici”, può essere visionato, altresì, presso questo Comando Generale - Ufficio Relazioni con
il Pubblico, Piazza Bligny, n. 2 Roma, ovvero
sui siti internet www.carabinieri.it sez. “Le
gare d’appalto”, www.serviziocontrattipubblici.it e www.avcp.it.
d’ordine
Il Capo del Servizio Amministrativo
AVVISO PUBBLICO
Avviso Pubblico volto alla selezione di un soggetto concessionario per la
gestione del servizio di ristorazione a tema ‘Pizza E Pasta’, sito nell’area
Cardo Nord all’interno del Padiglione Italia. Le condizioni per la partecipazione sono indicate nell’Avviso Pubblico in forma integrale pubblicato
sul sito http://www.padiglioneitaliaexpo2015.com/it/gare_appalti.
Termine ricezione offerte: ore 12:00 del 15/05/2014. L’Avviso è stato
inviato alla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea in data 27-03-2014.
Il Direttore Generale
Padiglione Italia
Ing. Cesare Vaciago
REPUBBLICA ITALIANA
REGIONE PUGLIA
Il Commissario Straordinario Delegato
Per l’attuazione degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico nella Regione Puglia
previsti nell’Accordo di Programma siglato il 25/11/10
AVVISO PUBBLICAZIONE ESITO DI GARA
CUP: J35D12000190003 CIG: 5360770758
Categoria Prevalente OS21 per classifica III bis fino a 1.500.000 o
superiore
Il Commissario Delegato avvisa che sul sito www.dissestopuglia.it nella sezione
“AVVISI E BANDI” è pubblicato l’AVVISO RELATIVO AGLI APPALTI AGGIUDICATI inerente
l’aggiudicazione della procedura negoziata ai sensi dell’art.122 del Decreto legislativo
12 aprile 2006, n. 163 e s.m.i. relativa all’Intervento “FG024A/10 – COMUNE DI TROIA –
“CONSOLIDAMENTO CENTRO ABITATO VIA VERDI – VIA SAN GIROLAMO”. Aggiudicazione
definitiva. CUP: J55D12000090003 CIG: 5360770758. L’avviso per estratto sarà altresì
pubblicato sulla G.U.R.I. Il Commissario Straordinario Delegato: Dott. Maurizio Croce
CONSIP S.p.A. a socio unico
CONSIP S.p.A. a socio unico
AVVISO PER ESTRATTO DEL BANDO DI GARA
E’ indetta una gara a procedura aperta ai sensi del D.Lgs.
163/2006 e s.m.i., per l’acquisizione di supporto tecnico-metodologico alle attività di Audit della Direzione Centrale per i
Servizi Informativi e Telecomunicazione e alle Attività di controllo dell’efficacia delle misure di sicurezza IT dell’INAIL - ID
1466. La gara è aggiudicata secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. La Base d’asta è pari ad Euro
721.600,00 per il Lotto 1 ed ad Euro 756.800,00 per il Lotto 2.
Termine di presentazione delle offerte: entro le ore 12:00
dell’8/05/2014. Il testo integrale del bando di gara è stato pubblicato sulle GUUE e sulla GURI alle quali è stato inviato il
17.3.2014 e può essere consultato e prelevato (unitamente
alla documentazione di gara) su: www.consip.it.
L’Amministratore Delegato (Dott. Domenico Casalino)
AVVISO PER ESTRATTO DEL BANDO DI GARA
E’ Indetto un bando di gara per la stipula di un Accordo Quadro,
in unico lotto, con più operatori economici sul quale basare l’aggiudicazione di appalti specifici ai sensi e per gli effetti dell’art. 2,
comma 225, L.n. 191/2009, per l’affidamento dei Servizi di
System Management per le Pubbliche Amministrazioni ID 1388.
La gara è aggiudicata secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. La base d’asta è pari a Euro
300.542.095,00 (trecentomilionicinquecentoquarantaduemilanovantacinque/00), al netto dell’IVA. Termine di presentazione delle
offerte: entro le ore 16:00 del 14/05/2014. Il testo integrale
del bando di gara è stato pubblicato sulle GUUE e sulla GURI
alle quali è stato inviato il 18/03/2014 e può essere consultato
e prelevato (unitamente alla documentazione di gara) su:
www.acquistinretepa.it www.mef.gov.it www.consip.it.
L’Amministratore Delegato (Dott. Domenico Casalino)
Via Isonzo, n. 19/E
00198 - Roma
Via Isonzo, n. 19/E
00198 - Roma
Il Tribunale Militare di Verona, Seconda Sezione, con sentenza n.
97/2012 del 06/11/2012, irrevocabile il 25/02/2013, ha condannato
- per il reato continuato di minaccia e ingiuria ad inferiore commesso in Garbagnate Milanese (MI) il 19/11/2010 ai danni dei CC.
Gianni Grasso e Daniele Pilotto - Corbia Francesco, nato ad Alghero (SS) il 27/01/1963, alla pena di mesi 4 e giorni 15 r.m., oltre
al pagamento delle spese processuali ed a ogni altra conseguenza
di legge; ha concesso all’imputato il beneficio di cui all’art. 163 c.p.
subordinato alla pubblicazione, per una sola volta, del presente
estratto sul quotidiano Corriere della Sera, a spese dello stesso.
CITTA’ DI ALTAMURA (BA)
AVVISO DI GARA D’APPALTO
CON PROCEDURA APERTA
E’ indetta gara d’appalto per il servizio triennale di “pulizia degli immobili comunali” CIG: 5678655E56. Il valore complessivo
è stimato in € 1.124.270,92, oltre i.v.a., di
cui per canone mensile a base d’asta
€ 30.940,54 soggetto ribasso ed € 5.411,48
per oneri da interferenza a corpo non soggetto a ribasso, oltre iva. I requisiti di partecipazione, le modalità e i termini per la
ricezione delle offerte sono contenute nel
bando integrale disponibile sul sito Internet
www.comune.altamura.ba.it. La scadenza
per la ricezione delle offerte è stabilita per le
ore 12.00 del giorno 19-5-2014.
IL DIRIGENTE
Arch. Giovanni Buonamassa
COMUNE DI VARESE
Prot. N. 10997
AVVISO RELATIVO AGLI APPALTI AGGIUDICATI
GARA PER L’APPALTO DI FORNITURA DI MATERIALE ELETTRICO, ELETTRONICO E DI ILLUMINAZIONE PER LA MANUTENZIONE ORDINARIA DEGLI IMPIANTI ELETTRICI E DI
ILLUMINAZIONE INSTALLATI IN STABILI O PARCHI E GIARDINI
DI COMPETENZA COMUNALE E DEGLI IMPIANTI SEMAFORICI
INSTALLATI SUL TERRITORIO CITTADINO PER IL PERIODO
COMPRESO FRA IL 2014 ED IL 2016. DENOMINAZIONE, INDIRIZZI E PUNTI DI CONTATTO: Comune di Varese Via Luigi
Sacco n. 5 - 21100 Varese; all’attenzione di Dott. G. Visconti indirizzo e-mail [email protected]; www.comune.varese.it tel. 0332/255.111, telefax 0332/255.264.
OGGETTO DELL’APPALTO: L’appalto ha per oggetto la fornitura
di materiale elettrico, elettronico e di illuminazione per la manutenzione ordinaria degli impianti elettrici e di illuminazione installati in stabili o parchi e giardini di competenza comunale e
degli impianti semaforici installati sul territorio cittadino per il
periodo compreso fra il 2014 ed il 2016. CPV: 31711000-3
Materiale elettronico. Valore iniziale dell’appalto: Euro
207.000,00 IVA esclusa - Valore finale totale degli appalti:
Euro 250.470,00 Iva compresa. TIPO DI PROCEDURA: aperta.
CRITERI DI AGGIUDICAZIONE: Ribasso unico percentuale da
applicarsi ai singoli prezzi dei listini prezzi ufficiali delle case costruttrici in vigore al momento dell’ordinazione del materiale.
Numero di riferimento attribuito al dossier dall’amministrazione aggiudicatrice: C.I.G.: 5390054D42. AGGIUDICAZIONE
DELL’APPALTO: DD. N. 119 del 24.02.2014. NOME ED INDIRIZZO DELL’OPERATORE ECONOMICO AGGIUDICATARIO: COMOLI FERRARI & C. S.P.A. Indirizzo postale Via E. Mattei, 4 NOVARA codice postale 28100 paese Italia. Servizio presso il
quale sono disponibili informazioni sulla presentazione del
ricorso: Comune di Varese, Via Sacco n. 5 - 21100 VARESE Attività Contratti/Espropri - Dott. Graziano Visconti; indirizzo email [email protected]; tel 0332/255.289; fax
0332 255/264. Profilo committente: http://www.comune.varese.it/si4web/common/AmvSezione.do?MVPD=0&MVSZ=209.
Data di presentazione del presente avviso: 27.02.2014.
IL DIRIGENTE CAPO AREA XII
F.to Dott. Ing. Giuseppe Longhi
IL DIRIGENTE CAPO AREA I
F.to Dott.ssa Emanuela Visentin
FERROVIENORD S.p.A.
PUBLIACQUA S.P.A - FIRENZE
Via Villamagna 90/c - 50126 Firenze - (tel.055/6862412
fax 055/6862478 - www.publiacqua.it - [email protected])
ESITO DI GARA N. APP1300470
Si comunica esito della procedura aperta n. APP1300470 per la conclusione
di accordo quadro ex art. 222 del D.Lgs. n. 163/2006 per l’esecuzione di
prestazioni di lavori e servizi al fine della manutenzione, compreso pronto
intervento (24ore al giorno), alle reti idriche e fognarie nonché agli impianti
distribuiti sul territorio della Società: LOTTO N. 1 AREA SUD CIG
5275216DF1 R.T.I. Cooperativa Edile Appennino-Grazzini Cav. Fortunato
SpA-La Calenzano Asfalti SpA-Coromet srl per Euro 37.645.144,63 compreso oneri sicurezza (ribasso 27,327%) - LOTTO N. 2 AREA NORD CIG
5275226634 R.T.I. Consorzio Cooperative Costruzioni CCC-Cires Bologna
Ferrara soc.coop. per Euro 32.719.053,85 compreso oneri sicurezza (ribasso 27,729%). L’esito è stato inviato alla GUCE in data 27/12/2013.
L’Amministratore Delegato - Alberto Irace
RIVIERA TRASPORTI SpA
BANDO DI GARA PER LA FORNITURA IN LOCAZIONE
FINANZIARIA DI N.RO 2 AUTOBUS CLASSE I
LUNGHEZZA TRA 7,55 E 7,75 m
Ente aggiudicatore: RIVIERA TRASPORTI SpA - via Nazionale n. 365 - 18100 Imperia - Importo a base di gara:
€ 230.000,00 oltre iva - Tipo di gara: procedura aperta
C.I.G. 5675418F14 - Criterio di aggiudicazione: offerta
economicamente più vantaggiosa - Termine ricevimento
offerte: ore 13:00 del 17/04/2014 - Indirizzo: RIVIERA
TRASPORTI SpA - via Nazionale n. 365 - 18100 Imperia - Documenti gara sul sito: www.rivieratrasporti.it
sezione bandi di gara. - Altre informazioni: [email protected], tel. uff. gare 0183-700225.
L’amministratore delegato - Teodoro Amabile
Piazzale Cadorna n. 14 /16
20123 MILANO
Telefono 0285114250 - Telefax 0285114621
AVVISO DI GARA
Viene indetta la gara a procedura aperta ai sensi del D.
Lgs 163/06 per “SERVIZIO DI BONIFICA DA ORDIGNI
ESPLOSIVI RESIDUATI BELLICI NELLE AREE INTERESSATE DAI LAVORI DI REALIZZAZIONE DELLE
OPERE DI COLLEGAMENTO FERROVIARIO T1-T2
MALPENSA LOTTO 2” - CIG: 566503893D - CUP:
E11C10000070009. Luogo di esecuzione: Collegamento ferroviario Terminal 1 e 2 - Aeroporto internazionale di Milano Malpensa nel comune di Somma
Lombardo. L’importo presunto del servizio a base di
gara è pari ad euro 1.988.148,29 di cui euro 28.319,84
per oneri per la sicurezza ed euro 1.177.929,62 per
oneri per la manodopera, non soggetti a ribasso d’asta.
L’importo è così suddiviso: Importo a corpo: euro
1.415.991,77; Importo a misura: euro 572.156,52.
L’importo a base di gara è aumentabile fino ad una percentuale massima del 20 % (venti per cento), ossia fino
ad euro 397.629,66. La Committente avrà diritto di
chiedere l’esecuzione di prestazioni rientranti nell’oggetto alle medesime condizioni contrattuali. Criterio di
aggiudicazione: L’appalto sarà aggiudicato al concorrente che avrà presentato l’offerta con il prezzo più
basso (art. 82 del D.Lgs. 163/2006) determinato mediante il massimo ribasso sull’importo posto a base di
gara. Le offerte, redatte in lingua italiana, dovranno
pervenire entro le ore 12,00 del giorno 06.05.2014. a
FERROVIENORD S.P.A. - P.LE CADORNA N. 14/16 - UFFICIO PROTOCOLLO - 20123 MILANO. Il bando integrale di gara è stato pubblicato sulla GUCE n. S57 del
21/036/2014 ed inviato alla GUCE il giorno 24/03/2014.
Il bando integrale di gara è altresì disponibile presso il
Servizio Approvvigionamenti - Unità Gare e Appalti sito
in Milano - P.le Cadorna n. 14, nonché all’indirizzo internet www.fnmgroup.it. - bandi e gare - società FERROVIENORD - e sul sito dell’Osservatorio Regionale
Contratti Pubblici Regione Lombardia.
L’AMMINISTRATORE DELEGATO
DOTT. ING. MARCO BARRA CARACCIOLO
COMUNE DI FIRENZE
Per la pubblicità
legale e finanziaria
rivolgersi a:
RCS MediaGroup S.p.A.
Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano
Via Rizzoli, 8
20132 Milano
Tel. 02 2584 6665
02 2584 6256
Fax 02 2588 6114
Vico II San Nicola
alla Dogana, 9
80133 Napoli
Tel. 081 49 777 11
Fax 081 49 777 12
Via Valentino Mazzola, 66/D
00142 Roma
Tel. 06 6882 8650
Fax 06 6882 8682
Via Villari, 50
70122 Bari
Tel. 080 5760 111
Fax 080 5760 126
AVVISO PUBBLICO GARA
CONCESSIONE SPAZI PUBBLICITARI
(CUP: H18I13000080007 CIG: 5536613D92)
E’ indetta procedura aperta per la concessione
degli spazi pubblicitari da collocare sulle recinzioni (e sul ponteggio ove presente) dei cantieri
dei “LAVORI DI RESTAURO E MESSA IN FUNZIONE DI QUATTRO FONTANE CITTADINE”. La
concessionaria di pubblicità che risulterà aggiudicataria dovrà effettuare a propria cura e spese entro i termini di scadenza della concessione - la
progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori
stessi. Costo stimato intervento di restauro:
€ 350.000,00 di cui: € 290.645,79 per lavori,
€ 29.064,54 per IVA, € 30.289,63 per somme a
disposizione. I requisiti di partecipazione, le modalità e i termini per la ricezione delle offerte sono
contenuti nel bando integrale disponibile sul sito
http://www.comune.fi.it. La scadenza per la ricezione delle offerte è il giorno 29/04/2014 alle ore
12.00. Ulteriori informazioni sono disponibili
presso: DIREZIONE SERVIZI TECNICI - Via Giotto
4, 50121 Firenze, tel. 055/2624494, indirizzo pec
[email protected].
Il Dirigente del Servizio Belle Arti
e Fabbrica di Palazzo Vecchio
Arch. Giorgio Caselli
Martedì 1 Aprile 2014 Corriere della Sera
REPUBBLICA ITALIANA
SENTENZA N. 3496/2014
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO REPERTORIO N. 2965/3014
TRIBUNALE di MILANO
SEZIONE SPECIALIZZATA
IN MATERIA DI IMPRESA
SEZIONE A
Il Tribunale, in composizione collegiale nelle per- 5) condanna la convenuta al risarcimento del
sone dei seguenti magistrati:
danno a favore di DuPont de Nemours and
Company liquidato in Euro 500.000,00 in
dott.ssa Paola Maria Gandolfi Presidente
moneta attuale, oltre interessi legali dalla
dott.ssa Silvia Giani
a latere
pronuncia al saldo;
dott.ssa Alima Zana
Giudice estensore
6)
inibisce alla convenuta l’ulteriore utilizzo del
ha pronunciato la seguente
marchio “Teflon” e “DuPont ” in qualsiasi
SENTENZA
forma per contraddistinguere pentole non rivestite internamente con le composizioni
nella causa civile di I Grado iscritta al n. R.G.
provenienti da DuPont;
16793/2008 promossa da:
DUPONT DE NEMOURS ITALIA S.r.l. con il pa- 7) inibisce alla convenuta di fabbricare e di utitrocinio dell’avv. Floridia Raffaella, Giorgio Florilizzare qualsiasi composizione per rivestidia e Paola Cavallaro, elettivamente domiciliata in
mento interno inerente interferente con il
Via Freguglia, 10 20122 Milano presso il difenbrevetto EP ‘466;
sore avv. Floridia Raffaella
8) fissa a titolo di penale l’importo di Euro
E.I. DUPONT DE NEMOURS AND COMPANY con
10,00 per ogni violazione e di Euro 1.000,00
il patrocinio dell’avv. Floridia Giorgio, Floridia Rafper ogni giorno di violazione ulteriormente
faella, Bigonzi Beatrice, Cavallaro Paola e Alberto
riscontrata;
Piergrossi, elettivamente domiciliato in Via Fre9)
ordina il ritiro dal commercio di tutte le penguglia, 10 20122 Milano presso il difensore avv.
tole Bialetti che siano rivestite internamente
Floridia Giorgio
(con) composizioni non di provenienza DuATTORI
Pont, di tutte le pentole di fabbricazione Biacontro
letti rivestite con composizioni inaderenti
costituenti contraffazione del brevetto
BIALETTI INDUSTRIE S.p.A. con il patrocinio
EP-466;
dell’avv. Lombardi Giuseppe, Bocca Renato, Soligo Manuela, Marco Francetti ed Eleonora Orta- 10) ordina la distruzione di tutte le etichette, conglio elettivamente domiciliato in Via Andegari, 4/A
fezioni, prodotti e dépliants di Bialetti che ri20121 Milano presso il difensore avv. Lombardi
producano il marchio “Teflon” e/o DuPont in
Giuseppe
contraffazione di tali marchi, del brevetto EP
CONVENUTO
‘466 e del contratto 1.9.2001 stipulato con
DuPont;
Omissis …
11) ordina la pubblicazione dell’intestazione e del
P.Q.M.
dispositivo della presente sentenza per una
Il Tribunale di Milano, definitivamente pronunvolta soltanto a caratteri doppi rispetto a
ciando sulle domande svolte dalle attrici con atto
quelli ordinari sul Corriere della Sera a cura
di citazione notificato in data 3.3.2008 nonché
degli attori ed a spese della convenuta;
sulla domanda riconvenzionale svolta da Bialetti
Industrie S.p.A., ogni altra domanda ed eccezione 12) condanna parte convenuta alla rifusione
rigettata e disattesa, così provvede:
delle spese del giudizio liquidate in solido a
favore delle attrici nell’importo di Euro
1) rigetta la domanda riconvenzionale svolta da
20.000,00 di cui Euro 736,00 per spese ed il
Bialetti Industrie S.p.A., di dichiarazione della
residuo per compensi, oltre accessori di
nullità della frazione italiana del brevetto EP
legge;
1.016.466 B2 in titolarità di DuPont de Nemours and Company;
13) pone definitivamente a carico della convenuta le spese della C.T.U. già liquidate in
2) rigetta la domanda riconvenzionale svolta da
corso di causa.
Bialetti di decadenza per volgarizzazione del
marchio “Teflon” ;
Così deciso in Milano, 13.2.2014
3) accerta e dichiara che Bialetti si è resa reIl Presidente
sponsabile di contraffazione del marchio
Dott.ssa Paola Gandolfi
“Teflon” e della frazione italiana del brevetto
Il giudice estensore
EP 1.016.466 B2 di titolarità di DuPont de
Dott.ssa
Alima Zana
Nemours and Company;
Il
Direttore
Amministrativo
4) accerta e dichiara che Bialetti si è resa inaDr. Carmelo Garofalo
dempiente agli obblighi previsti nel contratto
di licenza stipulato in data 1.9.2001 con Du- Tribunale Ordinario di Milano
Pont de Nemours and Company;
Depositato oggi 12 marzo 2014
ABBANOA S.p.A.
ESTRATTO BANDO DI GARA SETTORI SPECIALI
Per il giorno 29/05/2014 - ore 09,30 presso Abbanoa SpA Viale Diaz 116 Cagliari - è indetta una procedura aperta per l’appalto, previa acquisizione del
progetto definitivo in sede di offerta, della progettazione e l’esecuzione dei lavori inerenti “Schema
fognario N. 114 - Adeguamento dell’impianto di depurazione di Sos Alinos e del sistema di collettamento Orosei (Cala Liberotto) ID 2007-027”Rif.
APP. 20/2014. Importo complessivo dell’appalto €
6.672.269,06. Termine ricezione offerte: 27/05/2014
ore 13,00. Il bando di gara è stato inviato per la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 17/03/2014 ed è stato pubblicato sulla
G.U.R.I. V Serie Speciale Contratti pubblici n. 36 del
28/05/2014 e sui siti informatici: www.abbanoa.it,
www.regione.sardegna.it. Per informazioni:
Unità Organizzativa Gare - tel 070/6032548 fax 070/340479 - e-mail [email protected].
Il Direttore Generale - Dott. Sandro Murtas
ENAV S.p.A.
ESTRATTO AVVISO DI GARA
Stazione Appaltante: ENAV S.p.A. - Via Salaria, 716 00138 Roma (tel. +39.06.81662218). Tipo di procedura
e criteri di aggiudicazione: gara a procedura aperta con
aggiudicazione all’offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi del D.Lgs.163/06 s.m.i.. Oggetto dell’appalto: Accordo Quadro per la “Realizzazione del nuovo
cruscotto direzionale per il monitoraggio della gestione
aziendale”. Durata: 24 mesi. Importo dell’appalto: Importo complessivo per 24 mesi € 880.000,00 IVA
esclusa. Termine per il ricevimento delle offerte: entro
le ore 12.00 del giorno 16/05/2014. Bando inviato alla
GUUE il 25/03/2014 e pubblicato sulla GURI n. 37, del
31.03.2014. La documentazione di gara è disponibile
sul sito www.enav.it - Sezione Bandi - Servizi Aperti e
riveste carattere di ufficialità.
Il Responsabile Funzione Acquisti
f.to Giovanni Vasta
Corriere della Sera Martedì 1 Aprile 2014
Economia 29
italia: 51575551575557
✒
L’intervista L’accordo con Siae Microelettronica dopo la trattativa con i sindacati sui 600 esuberi
Alcatel, la società degli ingegneri
«Ora riparta l’agenda digitale»
Gdf-Suez e il conto
del «patto energia»
know how qui senza disperderlo altrove, scommettendo
sul nostro centro di ricerca e
sviluppo di Vimercate (hinterland milanese, ndr) e sullo
stabilimento produttivo di
Trieste».
Per gli altri 300 dipendenti in esubero si
può immaginare
Prospettive di mercato al 2015
Obiettivi 2015
O
Indebitamento
l a fo r m u l a d e i
+346% dei wi-fi public spot
miliardi
contratti di soli12,5%
di euro
darietà?
+134% della vendita
margine
di riduzione del debito
di smartphone
«Non sono apderivanti
dal
risparmio
margine
m
gine
fatturato
f
14
operativo
plicabili, ma stia+149%
il
download
-1,8% ooperativo miliardi 22012
di costi fissi e da cessioni
delle applicazioni
lordo
mo discutendo col
di euro
di asset
n
nel 2012
governo e i sinda+30% utenze fisse raggiunte
dalla banda larga ultra-veloce
cati sugli ammorCash flow
miliardi
rrapporto tra
dipendenti
d
+879%
il consumo
tizzatori sociali
di euro
16,1% ggli investimenti
72 ((1.900
di video sul mobile
che dovranno esdi
rinegoziazione
i
in
ricerca
mila
in Italia)
+32%
connessioni mobili
sere utilizzati».
del
debito
con
le
banche
milioni di euro
e sviluppo e i ricavi
D’ARCO
Nell’attesa state
procedendo annon avvalora la tesi di un vo- perché garantisce la continui- crescita».
che all’outsourcing di alcustro disimpegno dall’Italia?
Eppure l’Agenda digitale ne funzioni come le risorse
tà del business e fornisce an«Tutt’altro. Con questo ac- che tutte le garanzie occupa- italiana sembra andare al ri- umane, non è un’eccessiva
cordo ci stiamo soltanto ripo- zionali. L’operazione ci con- lento.
riduzione di perimetro?
sizionando sul mercato italia- sente però una graduale ridu«Per questo riteniamo che
«Dobbiamo modernizzare i
no che riteniamo strategico zione dei costi ottenibile l’accordo con Siae (il cui clo- nostri processi per renderli
per le sue straordinarie po- soltanto con un processo di sing è previsto entro 90 gior- più efficaci e più in linea con i
tenzialità. Manteniamo co- esternalizzazione e al tempo ni, ndr) determinerà un’acce- nostri concorrenti. Per questo
munque la responsabilità dei stesso ci permette di essere lerazione anche su questo abbiamo deciso di lavorare
Il vertice del gruppo
prodotti e la gestione del rap- competitivi su tecnologie più fronte. D’altronde così voglia- con Accenture che è una delle
Michel Combes,
porto con la clientela. Ma Siae innovative che ci garantisco- mo potenziare l’ecosistema migliori aziende di consulenfrancese, 52 anni,
ceo di Alcatel-Lucent è la migliore scelta possibile no maggiori opportunità di digitale mantenendo tutto il za al mondo».
Avete appena firmato un
accordo da 750 milioni di
Comitato Flick
euro con China Mobile, perché?
Il consiglio di amministrazione di
riforma del sistema di governance».
«Il futuro è la virtualizzaFinmeccanica ha esaminato ieri la
Il documento formula anche alcune
zione delle funzioni di rete e
relazione del «comitato Flick»,
raccomandazioni, fra le quali quella di
con questa intesa Alcatel-Lul’organismo indipendente nominato nel
«redigere un codice per l’integrità e
cent diventa fornitore chiave
2013 per «individuare misure e azioni in anticorruzione».
di tecnologie che vanno dalgrado di elevare ulteriormente i principi
Nella seduta di ieri il consiglio di
l’Ip networking all’accesso ale gli standard etici» del gruppo. Il
Finmeccanica ha infine esaminato e
la banda ultra-larga. È un’otcomitato, presieduto da Giovanni Maria
approvato il progetto di bilancio di
tima notizia anche per l’Italia
Flick,«ha riconosciuto» che il gruppo
sostenibilità 2013.
e per il suo centro di ricerca».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Fabio Savelli
«ha avviato una profonda e positiva
Combes e i tagli: «Così la ricerca sulla fibra ottica resta in Italia»
Lo aveva promesso in una
recente audizione alla Camera
dei deputati: «Entro il 31 marzo individueremo il partner
giusto». E sul fotofinish quella dichiarazione di Michel
Combes, amministratore delegato di Alcatel-Lucent, si è
tradotta in realtà con la soddisfazione del governo e la
benevola accoglienza dei sindacati. Certo, ci sono ancora
diversi nodi al pettine (come i
300 esuberi non coinvolti in
questo negoziato per i quali
dal 3 aprile scatterà la procedura di cassa integrazione
straordinaria) eppure ieri al
ministero dello Sviluppo un
(piccolo) risultato si è raggiunto: l’apertura della fase di
due diligence in esclusiva tra
la multinazionale francoamericana e l’italiana Siae Microelettronica per la cessione
del segmento optics ( apparati per le telecomunicazioni ottiche su fibra) con il contestuale trasferimento di 300
ingegneri il cui futuro era a rischio dopo la volontà da parte
del management di ridurre i
costi per due miliardi di euro
(l’ipotesi originaria prevedeva 10 mila tagli in tutto il
mondo) e di puntare su tecnologie ritenute più evolute
come la banda ultralarga e il
cloud computing.
Dottor Combes, questa
cessione di ramo d’azienda
I numeri
ri e gli obiettivi
2
250
2
Finmeccanica,
«Ok governance
Ora il codice
anticorruzione»
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il caso Le riforme di Xi Jinping al Forum per lo Sviluppo e l’allarme banche
«Più mercato? Con più Stato»
Il paradosso perfetto di Pechino
registrato la prima bancarotta e una piccola banca
agricola ha dovuto sostenere una corsa dei correnPECHINO — La contraddizione in Cina può arri- tisti ai suoi sportelli, quando si sono sparse voci di
vare ad essere una scienza, soprattutto nella gestio- mancanza di liquidità. L’istituto ha dovuto mettere
ne dell’«approfondimento omnicomprensivo delle pacchi di yuan alle vetrine delle sue agenzie per calriforme economiche» annunciato dal presidente Xi mare la gente. Li Keqiang dice che «i default sono
Jinping e dal suo premier Li Keqiang. Il gioco di inevitabili», ma aggiunge che il suo governo ha in
equilibrismo è arrivato a promettere un «ruolo de- serbo strumenti per contrastare la volatilità della
cisivo» alle forze di mercato nella distribuzione fase economica. Gli analisti occidentali hanno osdelle risorse e al tempo stesso a garantire «il ruolo servato che i default sono salutari, perché il mancaguida» alla proprietà di Stato. Questa evidente con- to salvataggio statale servirà a insegnare agli invetraddizione è stata ammessa durante il Forum per stitori che bisogna essere oculati. Xi Jinping intanto
lo Sviluppo che si è appena tenuto a Pechino e al è a Bruxelles, primo presidente cinese a visitare il
quale il Corriere ha potuto assistere. «È necessario quartier generale delle istituzioni europee. In avviche il governo definisca con chiarezza la sua politi- cinamento ha fatto tappe in Francia e Germania dove sono stati firmati accordi di
interscambio per molti miliardi di euro.
La situazione finanziaria
sembra ancora sotto controllo, perché sempre le cinque
maggiori banche nel 2013
per cento
hanno registrato utili tra il 7 e
le previsioni di crescita del
il 15%. L’Economist scrive che
Pil in Cina nel primo
«il Pil cinese vale quanto queltrimestre, ma produzione
lo di 154 Paesi messi insieme e
industriale ed esportazioni
l’economia di Pechino è elacontinuano a rallentare
stica e resistente». L’ottimiLi Keqiang
smo prevale, nonostante l’eccesso di capacità produttiva, i
ca», ha detto Levin Zhu, giovane amministratore rischi dell’indebitamento insostenibile per diverse
delegato di China International Capital Corporation industrie, la bolla immobiliare, la corruzione. A
e figlio di Zhu Rongji, primo ministro tra il 1998 e il tutte queste sfide Pechino promette di dare risposte
2003, gli anni d’oro della crescita a due cifre.
con il piano di approfondimento omnicomprensiQuei tempi sono finiti. La Cina di Xi e Li si accon- vo delle riforme.
tenterebbe di una crescita del Prodotto interno lorAl Forum sullo Sviluppo Leif Johansson, presido al 7,5% nel 2014, dopo il 7,7 del 2013. I dati in dente di Ericsson, ha chiesto a nome degli investiarrivo sul primo trimestre fanno prevedere un tori stranieri «trasparenza e prevedibilità» e ha os7,3%, con la produzione industriale e le esportazio- servato che il costo per aprire un’impresa è di soli
ni che da tre mesi continuano a rallentare. La lea- 88 euro in Danimarca, dieci volte tanto in India e
dership si dice sicura di poter gestire la frenata e as- circa tremila euro in Italia: «In Cina è incerto e vasicura di preferire la qualità alla quantità della cre- riabile». Li Keqiang risponde che l’anno scorso soscita del Pil. Sta di fatto che il 7,3% sarebbe il dato no state abolite 460 procedure amministrative sulla
più basso dal 1990. L’ultimo allarme è di ieri: le cin- via dell’apertura di un’impresa. Ma resta la «conque maggiori banche cinesi a fine 2013 hanno do- traddizione perfetta»: fino a quando il primato stavuto cancellare 9,5 miliardi di dollari di prestiti dai tale potrà sposarsi con il ruolo decisivo del mercaloro bilanci, perché sono risultati inesigibili. Que- to?
Guido Santevecchi
sta pulizia dei crediti in sofferenza è aumentata del
127% rispetto al 2012, come ha rilevato il «Financial
@guidosant
Times». A marzo il mercato delle obbligazioni ha
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
7,3
di STEFANO AGNOLI
D
a almeno un paio d’anni a
questa parte il termine
«compact» è diventato di moda, a
partire dal «patto fiscale» europeo
del 2012. Ora c’è chi — come
l’amministratore delegato di GdfSuez in Italia, Aldo Chiarini — lo
evoca parlando della necessità di
un «energy compact» nazionale.
Cioè della necessità di un’azione
condivisa per affrontare la
«tempesta perfetta» che le aziende
energetiche stanno attraversando.
Consumi ai minimi,
sovraccapacità, bilanci sofferenti
che si accompagnano a alti prezzi
e dipendenza dall’estero. «Le
rinnovabili — aggiunge Gdf-Suez
(che con Sorgenia controlla
Tirreno Power)
— hanno spinto
In crisi
fuori dal sistema
Il mercato
i cicli combinati
a gas». Per
energetico in
una via
una «tempesta trovare
d’uscita le
perfetta»
aziende
dovranno di
certo metterci
del loro. Ma non solo come
innovazione e contributo alla
«transizione energetica» che
Gdf-Suez si candida a guidare
(soprattutto nel campo delle
«energy community» oggetto ieri
di uno studio congiunto di
Politecnico di Milano e
Ambrosetti). Un «energy compact»
è probabilmente necessario. Non
dovrebbe però essere un
salvataggio, e famiglie, partite Iva
e piccole imprese non dovranno
essere chiamate a pagarne il conto.
@stefanoagnoli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
30
Martedì 1 Aprile 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Nome
Data Valuta
Quota/od.
Quota/pre.
Nome
Data Valuta
Quota/od.
Quota/pre.
Data Valuta
Quota/od.
Quota/pre.
Data Valuta
Quota/od.
Quota/pre.
Data Valuta
Quota/od.
Quota/pre.
Data Valuta
Quota/od.
Quota/pre.
27/03 EUR
5,085
5,079
Strategic Debt Fd A
12/03 GBP
1,042
1,041
Borsa Protetta Maggio
26/03 EUR
62,720
62,680
KIS - Key X
27/03 EUR
134,670
134,970
PS - Absolute Return B
28/03 EUR
117,510
117,380
AZ F. Bond Target 2017 Eq Op ACC 27/03 EUR
5,093
5,088
Strategic Debt Fd A H
12/03 EUR
1,221
1,224
Borsa Protetta Novembre
26/03 EUR
60,570
60,320
KIS - Multi-Str. UCITS A USD
27/03 USD
153,390
153,590
PS - Algo Flex A
28/03 EUR
109,940
109,920
27/03 EUR
5,093
5,088
Strategic Debt Fd A H
12/03 USD
1,729
1,730
Inflazione Più Arancio
28/03 EUR
55,710
55,830
KIS - Multi-Str. UCITS D
27/03 EUR
112,800
112,950
PS - Algo Flex B
28/03 EUR
104,860
104,840
AZ F. Bond Target Giugno 2016 ACC 27/03 EUR
5,591
5,585
Strategic Debt Fd X
12/03 GBP
1,061
1,060
Mattone Arancio
28/03 EUR
43,350
43,100
KIS - Multi-Str. UCITS P
27/03 EUR
115,530
115,690
PS - Best Global Managers A
18/03 EUR
104,450
105,010
AZ F. Bond Target Giugno 2016 DIS 27/03 EUR
5,223
5,217
Strategic Debt Fd X H
12/03 EUR
1,282
1,285
Profilo Dinamico Arancio
28/03 EUR
63,630
63,500
KIS - Multi-Str. UCITS X
27/03 EUR
116,280
116,430
PS - Best Global Managers B
18/03 EUR
108,100
108,650
AZ F. Bond Target 2016 DIS
AZ F. Bond Target 2017 Eq Op DIS
AcomeA SGR - numero di tel. 800.89.39.89
[email protected]
Nome
Nome
Nome
Nome
AcomeA America (A1)
28/03 EUR
16,192
16,127
AZ F. Bond TargetSettem.2016 ACC 27/03 EUR
5,813
5,809
Strategic Debt Fd X H
12/03 USD
1,761
1,762
Profilo Equilibrato Arancio
28/03 EUR
61,350
61,260
KIS - Selection D
28/03 EUR
123,610
123,270
PS - Best Gl Managers Flex Eq A
28/03 EUR
108,830
108,790
AcomeA America (A2)
28/03 EUR
16,681
16,613
AZ F. Bond TargetSettem.2016 DIS 27/03 EUR
5,525
5,521
UK Abs. Target Fd P1
26/03 GBP
1,217
1,214
Profilo Moderato Arancio
28/03 EUR
57,730
57,680
KIS - Selection P
28/03 EUR
125,460
125,110
PS - Bond Opportunities A
28/03 EUR
161,610
161,530
Top Italia Arancio
28/03 EUR
50,940
50,170
PS - Bond Opportunities B
28/03 EUR
120,470
120,410
AcomeA Asia Pacifico (A1)
AcomeA Asia Pacifico (A2)
AcomeA Breve Termine (A1)
28/03 EUR
28/03 EUR
28/03 EUR
4,070
AZ F. Cash 12 Mesi
27/03 EUR
5,342
5,342
UK Abs Target Fd P2
26/03 EUR
1,163
1,161
KIS - Selection X
28/03 EUR
124,940
124,660
4,179
AZ F. Cash Overnight
27/03 EUR
5,251
5,251
UK Abs Target Fd P2
26/03 GBP
1,246
1,244
KIS - Sm. Cap D
28/03 EUR
100,490
99,770
PS - Dynamic Core Portfolio A
28/03 EUR
98,930
98,930
14,609
AZ F. Cat Bond ACC
14/03 EUR
5,301
5,297
UK Equity Fd A
12/03 GBP
3,335
3,359
KIS - Sm. Cap P
28/03 EUR
105,160
104,410
PS - EOS A
18/03 EUR
133,040
134,950
AZ F. Cat Bond DIS
14/03 EUR
5,283
5,280
UK Equity Fd A
12/03 USD
5,473
5,519
KIS - Target 2014 X
27/03 EUR
102,190
102,180
PS - Equilibrium A
28/03 EUR
PS - Fixed Inc Absolute Return A
28/03 EUR
98,680
98,620
PS - Global Dynamic Opp A
28/03 EUR
100,510
100,050
PS - Global Dynamic Opp B
28/03 EUR
100,590
100,130
4,091
4,201
14,604
AcomeA Breve Termine (A2)
28/03 EUR
14,756
14,761
AcomeA ETF Attivo (A1)
28/03 EUR
4,553
4,471
AZ F. CGM Opport Corp Bd
27/03 EUR
5,981
5,977
UK Equity Fd B
12/03 EUR
3,978
4,017
AZ F. CGM Opport European
27/03 EUR
6,804
6,799
UK Equity Fd B
12/03 GBP
3,354
3,378
UK Equity Fd B
12/03 USD
5,558
5,604
Invesco Funds
La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia
è disponibile sul sito www.invesco.it
100,540
100,440
AcomeA ETF Attivo (A2)
28/03 EUR
4,659
4,576
AcomeA Eurobbligazionario (A1)
28/03 EUR
17,097
17,103
AZ F. CGM Opport Global
27/03 EUR
6,224
6,219
AcomeA Eurobbligazionario (A2)
28/03 EUR
17,283
17,288
AZ F. CGM Opport Gov Bd
27/03 EUR
5,501
5,496
UK Equity Fd X
12/03 EUR
4,181
4,221
Asia Balanced A
28/03 USD
24,000
23,870
ASIAN OPP CAP RET EUR
28/03 EUR
11,864
11,717
PS - Inter. Equity Quant A
28/03 EUR
108,840
108,980
AcomeA Europa (A1)
28/03 EUR
13,475
13,323
AZ F. Commodity Trading
27/03 EUR
4,340
4,308
UK Equity Fd X
12/03 EUR
4,048
4,087
Asia Balanced A-Dis
28/03 USD
15,790
15,700
FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR
28/03 EUR
108,733
108,102
PS - Inter. Equity Quant B
28/03 EUR
111,000
111,150
AcomeA Europa (A2)
28/03 EUR
13,802
13,645
AZ F. Conservative
27/03 EUR
6,437
6,413
UK Equity Fd X
12/03 GBP
0,503
0,507
Asia Consumer Demand A
28/03 USD
13,540
13,410
FLEX STRATEGY RET EUR
28/03 EUR
90,274
90,431
PS - Liquidity A
28/03 EUR
124,460
124,440
AcomeA Globale (A1)
28/03 EUR
11,239
11,172
AZ F. Core Brands
27/03 EUR
5,553
5,548
UK Equity Fd X
12/03 GBP
3,382
3,406
Asia Consumer Demand A-Dis
28/03 USD
13,200
13,070
HIGH GROWTH CAP RET EUR
28/03 EUR
122,266
121,100
PS - Opportunistic Growth A
28/03 EUR
95,440
95,370
AcomeA Globale (A2)
28/03 EUR
11,643
11,573
AZ F. Corporate Premium ACC
27/03 EUR
5,521
5,512
UK Equity Fd X
12/03 USD
5,653
5,700
Asia Infrastructure A
28/03 USD
13,440
13,370
ITALY CAP RET A EUR
28/03 EUR
26,158
26,026
PS - Opportunistic Growth B
28/03 EUR
100,530
100,450
AcomeA Italia (A1)
28/03 EUR
21,703
21,425
AZ F. Corporate Premium DIS
27/03 EUR
5,300
5,291
Asian Bond A-Dis M
28/03 USD
10,054
10,032
SHORT DURATION CAP RET EUR
28/03 EUR
905,582
903,161
PS - Podium Flex A
28/03 EUR
84,930
84,880
AcomeA Italia (A2)
28/03 EUR
22,251
21,965
AZ F. Dividend Premium ACC
27/03 EUR
5,566
5,551
Balanced-Risk Allocation A
28/03 EUR
14,590
14,500
PS - Podium Flex C
28/03 USD
83,750
83,750
AcomeA Liquidità (A1)
28/03 EUR
8,903
8,905
AZ F. Dividend Premium DIS
27/03 EUR
4,973
4,959
Em. Loc. Cur. Debt A
28/03 USD
14,663
14,565
PS - Prestige A
18/03 EUR
99,920
100,530
AcomeA Liquidità (A2)
28/03 EUR
8,904
8,906
AZ F. Emer. Mkt Asia
27/03 EUR
5,655
5,633
Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M
28/03 USD
9,431
9,367
PS - Quintessenza A
18/03 EUR
102,090
103,220
AcomeA Paesi Emergenti (A1)
28/03 EUR
6,256
6,223
AZ F. Emer. Mkt Europe
27/03 EUR
3,039
3,048
Em. Mkt Corp Bd A
28/03 USD
11,937
11,909
PS - Quintessenza B
18/03 EUR
105,150
106,310
PS - Target A
18/03 EUR
104,420
104,600
PS - Target B
18/03 EUR
104,390
104,550
28/03 EUR
6,421
6,388
AZ F. Emer. Mkt Lat. Am.
27/03 EUR
4,688
4,588
AcomeA Patrimonio Aggressivo (A1) 28/03 EUR
3,923
3,917
AZ F. European Dynamic
27/03 EUR
5,192
5,194
4,028
AZ F. European Trend
27/03 EUR
3,258
3,247
27/03 EUR
5,267
5,261
AcomeA Paesi Emergenti (A2)
AcomeA Patrimonia Aggressivo (A2) 28/03 EUR
4,035
AcomeA Patrimonio Dinamico (A1) 28/03 EUR
5,190
5,187
AZ F. Formula 1 Absolute
AcomeA Patrimonio Dinamico (A2) 28/03 EUR
5,289
5,286
AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC
28/02 EUR
5,572
5,567
AcomeA Patrimonio Prudente (A1) 28/03 EUR
6,146
6,142
AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS
28/02 EUR
5,529
5,524
AcomeA Patrimonio Prudente (A2) 28/03 EUR
6,276
6,272
AZ F. Formula Target 2014
27/03 EUR
4,732
4,724
AcomeA Performance (A1)
28/03 EUR
21,549
21,540
AZ F. Formula Target 2015 ACC
27/03 EUR
6,012
5,996
AcomeA Performance (A2)
28/03 EUR
21,850
21,841
AZ F. Formula Target 2015 DIS
27/03 EUR
5,569
5,554
AZ F. Formula 1 Conserv.
27/03 EUR
4,954
4,947
AZ F. Global Curr&Rates ACC
27/03 EUR
4,339
4,314
AZ F. Global Curr&Rates DIS
27/03 EUR
4,126
4,103
AZ F. Global Sukuk ACC
14/03 EUR
4,862
4,951
AZ F. Global Sukuk DIS
14/03 EUR
4,862
4,951
Invictus Global Bond Fd
25/03 EUR
105,400
105,198
Invictus Macro Fd
26/03 EUR
80,004
79,565
Sol Invictus Absolute Return
27/03 EUR
105,511
106,344
AZ F. Hybrid Bonds ACC
27/03 EUR
5,188
5,193
AZ F. Hybrid Bonds DIS
27/03 EUR
5,128
5,133
AZ F. Income ACC
27/03 EUR
6,276
6,265
AZ F. Income DIS
27/03 EUR
5,831
AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC 27/03 EUR
Num tel: 178 311 01 00
www.compamfund.com - [email protected]
Bluesky Global Strategy A
28/03 USD
1496,890
1495,728
Euro Corp. Bond A
28/03 EUR
16,421
16,401
Bond Euro A
28/03 EUR
1237,309
1237,380
Euro Corp. Bond A-Dis M
28/03 EUR
12,538
12,522
Bond Euro B
28/03 EUR
1196,636
1196,716
Euro Short Term Bond A
28/03 EUR
10,886
10,884
Bond Risk A
28/03 EUR
1426,257
1424,666
European Bond A-Dis
28/03 EUR
5,553
5,548
Bond Risk B
28/03 EUR
1366,953
1365,444
Glob. Bond A-Dis
28/03 USD
5,758
5,756
CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. A
28/03 EUR
1619,910
1619,072
Glob. Equity Income A
28/03 USD
60,200
CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. B
28/03 EUR
1560,134
1559,344
Glob. Equity Income A-Dis
28/03 USD
CompAM Fund - SB Bond B
27/03 EUR
1065,749
1062,614
Glob. Inv. Grade.Corp. Bond A-Dis M 28/03 USD
1099,230
Glob. Structured Equity A-Dis
28/03 USD
CompAM Fund - SB Equity B
27/03 EUR
1103,124
27/03 EUR
26,461
26,472
Azimut Formula 1 Absolute
27/03 EUR
7,076
7,063
Azimut Formula 1 Conserv
27/03 EUR
6,890
6,883
Azimut Formula Target 2013
27/03 EUR
6,918
6,911
Azimut Formula Target 2014
27/03 EUR
6,711
6,703
Azimut Garanzia
27/03 EUR
12,897
12,896
Azimut Prev. Com. Crescita
28/02 EUR
10,988
10,755
Azimut Prev. Com. Crescita Cl. C
28/02 EUR
10,996
10,760
Azimut Prev. Com. Equilibrato
28/02 EUR
12,045
11,905
Azimut Prev. Com. Equilibrato Cl. C 28/02 EUR
12,048
11,907
Azimut Prev. Com. Garantito
28/02 EUR
10,877
10,747
Azimut Prev. Com. Protetto
28/02 EUR
11,873
11,777
Azimut Prev. Com. Protetto Cl. C
28/02 EUR
11,879
11,782
Azimut Prev. Com. Obbli.
28/02 EUR
10,127
10,071
Azimut Prev. Com. Obbli. Cl. C
28/02 EUR
10,127
10,071
Azimut Reddito Euro
27/03 EUR
17,455
17,421
27/03 EUR
8,693
8,671
Azimut Solidity
27/03 EUR
8,771
8,748
Azimut Trend Italia
27/03 EUR
27/03 EUR
13,104
18,962
103,620
105,120
WM Biotech A
28/03 EUR
141,390
145,560
PS - Total Return A
28/03 EUR
102,140
102,110
WM Biotech I
28/03 EUR
1437,610
1479,940
PS - Total Return B
28/03 EUR
95,540
95,510
60,210
PS - Valeur Income A
28/03 EUR
110,000
109,900
15,160
15,160
PS - Value A
18/03 EUR
103,600
104,670
11,223
11,216
PS - Value B
18/03 EUR
105,750
106,840
40,440
40,400
28/03 EUR
10,299
10,266
27/03 EUR
1005,816
1002,966
28/03 EUR
1404,919
1395,737
Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A
28/03 EUR
12,768
12,755
European Equity B
28/03 EUR
1331,025
1322,347
Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis
28/03 EUR
11,671
11,659
Multiman. Bal. A
27/03 EUR
115,587
115,477
Greater China Eq. A
28/03 USD
44,020
43,610
Multiman. Bal. M
27/03 EUR
115,068
114,962
India Equity E
28/03 EUR
27,650
27,190
69,408
Japanese Eq. Advantage A
28/03 JPY
3004,000
2962,000
Pan European Eq. A
28/03 EUR
17,450
17,500
Multiman.Target Alpha A
26/03 EUR
105,424
105,943
Pan European Eq. A-Dis
28/03 EUR
15,750
15,790
5,821
Pan European Eq. Inc. A-Dis
28/03 EUR
11,680
11,610
4,530
4,502
Pan European High Inc A
28/03 EUR
18,530
18,500
AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS 27/03 EUR
4,285
4,259
Pan European High Inc A-Dis
28/03 EUR
13,480
13,450
AZ F. Institutional Target
27/03 EUR
5,490
5,481
Pan European Struct. Eq. A
28/03 EUR
13,980
13,900
AZ F. Italian Trend
27/03 EUR
3,743
3,727
Pan European Struct. Eq. A-Dis
28/03 EUR
13,290
13,210
AZ F. Lira Plus ACC
27/03 EUR
4,742
4,724
Renminbi Fix. Inc. A
28/03 USD
10,596
10,593
Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis
28/03 EUR
9,359
9,336
US Equity A EH
28/03 EUR
13,920
13,910
27/03 EUR
27/03 EUR
4,742
5,951
Agriculture Euro R1C A
27/03 EUR
66,720
66,120
Comm Euro R1C A
27/03 EUR
109,690
109,210
Comm Harvest R3C E
28/03 EUR
73,860
74,030
Currency Returns Plus R1C
28/03 EUR
933,880
932,630
4,724
5,940
AZ F. Opportunities
27/03 EUR
5,230
5,228
AZ F. Pacific Trend
27/03 EUR
3,990
3,930
27/03 EUR
27/03 EUR
27/03 EUR
27/03 EUR
6,458
6,055
5,170
5,013
Croci Euro R1C B
27/03 EUR
117,480
117,550
Croci Japan R1C B
28/03 JPY
8122,530
8069,590
Croci US R1C B
28/03 USD
163,120
161,820
Dyn. Cash R1C A
28/03 EUR
101,540
101,540
Paulson Global R1C E
19/03 EUR
6436,910
6492,730
Sovereign Plus R1C A
27/03 EUR
106,760
106,390
Systematic Alpha R1C A
26/03 EUR
10056,980
10071,720
6,430
6,029
13,066
18,874
28/03 USD
11,733
11,734
US High Yield Bond A-Dis M
28/03 USD
10,736
10,737
US Value Equity A
28/03 USD
30,870
30,880
US Value Equity A-Dis
28/03 USD
29,510
29,520
AZ F. QProtection
27/03 EUR
5,188
5,185
AZ F. Qtrend
27/03 EUR
4,880
4,869
AZ F. Renminbi Opport
27/03 EUR
5,270
5,274
AZ F. Reserve Short Term
27/03 EUR
6,301
6,301
AZ F. Short Term Gl High Yield ACC 27/03 EUR
5,077
5,076
AZ F. Short Term Gl High Yield DIS 27/03 EUR
5,049
5,048
AZ F. Solidity ACC
27/03 EUR
5,957
5,942
AZ F. Solidity DIS
27/03 EUR
5,610
5,596
AZ F. Strategic Trend
27/03 EUR
5,703
5,691
AZ F. Top Rating ACC
27/03 EUR
5,032
5,018
AZ F. Top Rating DIS
27/03 EUR
5,032
5,018
AZ F. Trend
27/03 EUR
5,981
5,959
AZ F. US Income
27/03 EUR
5,427
5,409
Tel: 02 77718.1
www.kairospartners.com
Kairos Multi-Str. A
31/01 EUR 867189,677 857158,267
Kairos Multi-Str. B
31/01 EUR 567856,932 561570,953
Kairos Multi-Str. I
31/01 EUR 583827,444 576858,129
26/03
99,490 EUR
Flex Equity 100
26/03
11,036 EUR
Global Equity
26/03
5,407 EUR
Maximum
26/03
5,150 EUR
Progress
26/03
6,328 EUR
Quality
26/03
6,930 EUR
Social Responsability
Kairos Multi-Str. P
31/01 EUR 533738,745 527974,042
A S&P
Kairos Income
28/03 EUR
6,804
6,804
Kairos Small Cap
28/03 EUR
10,472
10,443
Fondi Unit Linked
KAIROS INTERNATIONAL SICAV
KIS - America A-USD
KIS - America P
KIS - America X
27/03 USD
27/03 EUR
27/03 EUR
270,980
190,490
191,510
271,700
191,000
192,020
169,600
169,410
10,175
KIS - Bond D
27/03 EUR
121,560
121,420
27,161
KIS - Bond P
27/03 EUR
125,540
125,400
KIS - Bond Plus A Dist
27/03 EUR
127,020
126,850
KIS - Bond Plus D
27/03 EUR
128,950
128,790
KIS - Bond Plus P
27/03 EUR
130,830
130,670
KIS - Dynamic A-USD
27/03 USD
172,820
172,500
KIS - Dynamic D
27/03 EUR
120,430
120,200
KIS - Dynamic P
27/03 EUR
122,630
122,390
KIS - Emerging Mkts A
27/03 EUR
120,440
120,560
6,665
6,565
Azimut Trend Tassi
27/03 EUR
10,194
Azimut Trend
27/03 EUR
27,258
Abs. UK Dynamic Fd P1
26/03 GBP
1,515
1,517
AZ F. Active Selection
27/03 EUR
5,331
5,328
Abs. UK Dynamic Fd P1 H
26/03 EUR
1,666
1,669
AZ F. Active Strategy
27/03 EUR
5,182
5,185
Abs. UK Dynamic Fd P2
26/03 GBP
1,548
1,550
AZ F. Alpha Man. Credit
27/03 EUR
5,442
5,440
Abs. UK Dynamic Fd P2 H
26/03 EUR
1,735
1,737
AZ F. Alpha Man. Equity
27/03 EUR
4,828
4,828
Europ. Equ. (ex UK) Fd A
12/03 GBP
2,668
2,693
AZ F. Alpha Man. Them.
27/03 EUR
3,517
3,535
Europ. Equ. (ex UK) Fd A
12/03 EUR
3,190
3,227
AZ F. American Trend
27/03 EUR
3,113
3,115
Europ. Equ. (ex UK) Fd B
12/03 EUR
3,210
3,248
AZ F. Asset Plus
27/03 EUR
5,511
5,511
Europ. Equ. (ex UK) Fd X
12/03 EUR
3,215
3,253
KIS - Emerging Mkts D
27/03 EUR
119,090
119,210
AZ F. Asset Power
27/03 EUR
5,346
5,348
Europ. Equ. (ex UK) Fd X H
12/03 GBP
2,829
2,853
KIS - Europa D
27/03 EUR
124,280
124,280
AZ F. Asset Timing
27/03 EUR
5,017
5,016
Pan Europe Fd A
12/03 EUR
3,592
3,631
KIS - Europa P
27/03 EUR
126,290
126,280
AZ F. Best Bond
27/03 EUR
5,339
5,332
Pan Europe Fd A
12/03 GBP
3,024
3,050
KIS - Europa X
27/03 EUR
126,750
126,740
KIS - Global Bond P
27/03 EUR
101,460
101,240
KIS - Income D
27/03 EUR
104,290
104,290
AZ FUND MANAGEMENT SA - tel.00352 2663811
28/03 EUR
187,280
187,000
NM Augustum High Qual Bd A
28/03 EUR
144,870
144,810
NM Balanced World Cons A
28/03 EUR
131,710
131,490
NM Euro Bonds Short Term A
28/03 EUR
137,830
137,830
NM Euro Equities A
28/03 EUR
46,670
NM Global Equities EUR hdg A
28/03 EUR
www.pegasocapitalsicav.com
Strategic Bond Inst. C
28/03 EUR
106,490
106,520
46,230
Strategic Bond Inst. C hdg
28/03 USD
106,650
106,680
70,300
69,980
Strategic Bond Retail C
28/03 EUR
105,140
105,170
NM Inflation Linked Bond Europe A 28/03 EUR
104,250
104,350
Strategic Bond Retail C hdg
28/03 USD
105,250
105,280
NM Italian Diversified Bond A
28/03 EUR
110,250
110,120
Strategic Trend Inst. C
28/03 EUR
103,490
103,400
NM Italian Diversified Bond I
28/03 EUR
112,470
112,330
Strategic Trend Retail C
28/03 EUR
101,440
101,350
NM Large Europe Corp A
28/03 EUR
134,300
134,300
NM Market Timing A
28/03 EUR
104,590
104,460
NM Market Timing I
28/03 EUR
105,230
105,100
NM Q7 Active Eq. Int. A
28/03 EUR
60,760
60,820
NM Q7 Globalflex A
28/03 EUR
104,440
104,230
NM Total Return Flexible A
28/03 EUR
121,650
121,520
Fondo Donatello-Michelangelo Due 30/06 EUR
52927,939
52659,382
NM VolActive A
28/03 EUR
97,810
97,700
Fondo Donatello-Tulipano
30/06 EUR
47475,755
48904,331
NM VolActive I
28/03 EUR
98,170
98,060
Fondo Donatello-Margherita
30/06 EUR
27116,197
26640,389
Fondo Donatello-David
30/06 EUR
57863,932
57813,049
Fondo Tiziano Comparto Venere
30/06 EUR 477314,036
Caravaggio di Sorgente SGR
30/06 EUR
AZ F. Best Cedola ACC
27/03 EUR
5,625
5,620
Pan Europe Fd A
12/03 USD
4,964
5,013
AZ F. Best Cedola DIS
27/03 EUR
5,138
5,133
Pan Europe Fd B
12/03 EUR
3,572
3,611
AUGUSTUM EQUITY EUROPE I
28/03 EUR
109,700
108,990
AUGUSTUM G.A.M.E.S. A
28/03 EUR
111,900
111,000
AUGUSTUM G.A.M.E.S. I
28/03 EUR
148,580
147,400
ABS- I
28/02 EUR
14994,109
14690,218
ABSOLUTE RETURN EUROPA
28/03 EUR
4999,305
4909,175
BOND-A
28/02 EUR 721205,818 703354,240
BOND-B
28/02 EUR 721205,818 703354,240
EQUITY- I
28/02 EUR 608644,044 585979,854
PRINCIPAL FINANCE 1
31/12 EUR
61951,842
59550,161
Tel: 848 58 58 20
Sito web: www.ingdirect.it
Dividendo Arancio
28/03 EUR
48,520
48,280
www.sorgentegroup.com
2506,583
2547,337
www.vitruviussicav.com
Fondi Index Linked
27/03 USD
27/03 EUR
NM Augustum Corp Bd A
5,002
KIS - Bond A-USD
Azimut Trend Pacifico
www.newmillenniumsicav.com
Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475
5,157
6,185
12,285
US High Yield Bond A
DB Platinum IV
5,971
Azimut Scudo
Azimut Trend Europa
18/03 EUR
72,243
AZ F. Qinternational
12,279
PS - Titan Aggressive A
70,979
AZ F. Qbond
27/03 EUR
101,160
73,887
AZ F. Patriot DIS
Azimut Trend America
101,740
26/03 EUR
AZ F. Patriot ACC
6,201
28/03 EUR
26/03 EUR
AZ F. Macro Dynamic
27/03 EUR
Sparta Agressive A
Multiman. Eq. Afr. & Mid. East A
AZ F. Lira Plus DIS
Azimut Strategic Trend
100,110
DB Platinum
Azimut Dinamico
5,993
100,310
Multiman. Eq. Afr. & Mid. East M
AZIMUT CAPITAL MANAGEMENT SGR - tel.02.88981
27/03 EUR
28/03 EUR
European Equity A
www.azimut.it - [email protected]
Azimut Reddito Usa
Orazio Conservative A
Glob. Targeted Ret. A
CompAM Fund - SB Flexible B
www.multistarssicav.com [email protected]
T. +41 (0)91 640 37 80
Numero verde 800 124811
[email protected]
Asian Equity B
28/03 EUR
94,860
93,870
Asian Equity B
28/03 USD
133,160
131,760
Emerg Mkts Equity
28/03 USD
439,980
436,890
28/03 EUR
6,811
6,783
Emerg Mkts Equity Hdg
28/03 EUR
429,820
426,790
Nextam Obblig. Misto
28/03 EUR
7,310
7,302
European Equity
28/03 EUR
285,440
284,630
BInver International A
28/03 EUR
6,363
6,333
European Equity B
28/03 USD
352,940
351,950
Cap. Int. Abs. Inc. Grower D
28/03 EUR
5,431
5,417
Greater China Equity B
28/03 EUR
109,850
108,480
CITIC Securities China Fd A
28/03 EUR
4,957
4,922
Greater China Equity B
28/03 USD
156,480
154,530
Fidela A
28/03 EUR
5,481
5,469
Growth Opportunities
28/03 USD
70,340
70,010
Income A
28/03 EUR
5,653
5,654
Growth Opportunities Hdg
28/03 EUR
77,050
76,680
International Equity A
28/03 EUR
6,956
6,909
Japanese Equity
28/03 JPY
125,290
123,990
Italian Selection A
28/03 EUR
7,140
7,091
Japanese Equity B
28/03 USD
124,250
122,970
Liquidity A
28/03 EUR
5,340
5,340
Japanese Equity Hdg
28/03 EUR
163,000
161,340
Multimanager American Eq.A
28/03 EUR
4,722
4,714
Swiss Equity
28/03 CHF
130,380
129,800
Multimanager Asia Pacific Eq.A
28/03 EUR
4,348
4,318
Swiss Equity Hdg
28/03 EUR
98,970
98,520
Multimanager Emerg.Mkts Eq.A
28/03 EUR
4,095
4,043
US Equity
28/03 USD
164,210
162,440
Multimanager European Eq.A
28/03 EUR
4,529
4,513
US Equity Hdg
28/03 EUR
180,760
178,790
Strategic A
28/03 EUR
5,178
5,160
Usa Value Fund A
28/03 EUR
5,915
5,888
Ver Capital Credit Fd A
28/03 EUR
5,516
5,511
Nextam Bilanciato
Tel 0332 251411
www.ottoapiu.it
Tel: 0041916403780
www.pharusfunds.com [email protected]
AZ F. Best Equity
27/03 EUR
5,086
5,087
Pan Europe Fd B
12/03 USD
4,927
4,974
Convertibile Arancio
28/03 EUR
61,070
60,850
KIS - Income P
27/03 EUR
107,810
107,800
AZ F. Bond Target 2015 ACC
27/03 EUR
5,949
5,940
Pan Europe Fd X
12/03 EUR
3,869
3,911
Cedola Arancio
28/03 EUR
58,100
58,100
KIS - Italia P
27/03 EUR
134,710
134,470
PS - 3P Cosmic A
28/03 EUR
AZ F. Bond Target 2015 DIS
27/03 EUR
5,507
5,499
Pan Europe Fd X
12/03 EUR
3,565
3,604
Borsa Protetta Agosto
26/03 EUR
61,700
61,540
KIS - Italia X
27/03 EUR
132,970
132,780
PS - 3P Cosmic C
28/03 CHF
76,650
76,520
AZ F. Bond Target 2016 ACC
27/03 EUR
5,336
5,331
Pan Europe Fd X
12/03 GBP
2,971
2,996
Borsa Protetta Febbraio
26/03 EUR
60,140
59,840
KIS - Key
27/03 EUR
134,130
134,430
PS - Absolute Return A
28/03 EUR
111,470
111,350
77,320
77,080
8a+ Eiger
28/03 EUR
6,175
6,085
8a+ Gran Paradiso
28/03 EUR
5,257
5,250
8a+ Latemar
28/03 EUR
5,952
5,926
8a+ Matterhorn
21/03 EUR 816799,853 807655,557
Legenda: Quota/pre. = Quota precedente;
Quota/od. = Quota odierna
133512BB
Corriere della Sera Martedì 1 Aprile 2014
Sussurri & Grida
Piazza Affari
CORRE IL BANCO POPOLARE
AKROS PROMUOVE ASTALDI
No ai ricorsi, Risanamento può vendere a Chelsfield
di GIACOMO FERRARI
Mentre nel resto d’Europa le Borse
si sono mosse con maggiore
cautela, sia pure in un quadro di
ottimismo in attesa del direttivo
Bce di giovedì, che secondo la
maggioranza degli operatori
potrebbe valutare nuove misure
espansive del credito, Piazza Affari ha imboccato fin
dalla mattinata la strada del rialzo. E al termine delle
contrattazioni l’indice Ftse-Mib ha registrato un nuovo
rialzo significativo (+0,9%), grazie a un comparto
bancario particolarmente frizzante. Il Banco Popolare,
in particolare, nel giorno in cui è iniziato l’aumento di
capitale ha messo a segno un rialzo a due cifre
(+15,78%). Ma anche Monte Paschi (+4,87%) è rimasta
sotto i riflettori per l’intera seduta, spinta dagli
annunci sulle operazioni finanziarie portate a termine
dalla Fondazione azionista. Il quadro si completa poi
con i progressi altrettanto significativi di Mediobanca
(+4,01%), Banca popolare dell’Emilia Romagna
(+3,92%) e Banca popolare di Milano (+3,77%). Nel
segmento Star spiccano invece i rialzi di Centrale del
latte Torino (+19,45%) e Astaldi (+8,41%), promossa
da Banca Akros. In calo invece Yoox (-2,67%), seguita
da Pirelli (-1,55%) e Luxottica (-1,27%).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
œÀÃ> Ì>ˆ>˜>
œ“i /ˆÌœœ
/i°
(s.bo.) Il Tribunale di Milano ha respinto ieri i ricorsi
presentati dal sistema di holding in liquidazione di
Luigi Zunino, e Risanamento può così dare esecuzione
alla vendita degli immobili parigini al fondo Chelsfield.
Lo ha comunicato la società guidata da Claudio Calabi,
difesa dagli avvocati Giuseppe Lombardi e Vincenzo
Mariconda, che si appresta dunque a concludere la cessione entro venerdì: proprio in attesa della decisione
del giudice, l’acquirente ha prorogato al 4 aprile il periodo per chiudere la transazione. A questo punto dunque i giochi sembrano fatti. Tra l’altro non è necessario
convocare un consiglio, che ha già deliberato a favore
della cessione (con il solo voto contrario delle holding
di Zunino). Il prossimo board di Risanamento sarà sul
bilancio 2013: le prospettive per la società evidentemente cambiano in relazione alla conclusione o meno
dell’operazione in Francia. Le holding in liquidazione
di Zunino, che ancora detengono il 24% circa di Risanamento, dopo aver promosso e ritirato una prima iniziativa in tribunale, avevano tentato il bis con un altro
procedimento cautelare per chiedere la sospensione
delle delibere del consiglio relative appunto alla cessione del pacchetto immobiliare francese. Il no del giudice
ferma di nuovo Zunino. L’immobiliarista, che aveva
portato Risanamento a un passo dal fallimento (chiesto
dalla Procura, poi evitato con un piano di ristrutturazione del debito ex articolo 182 bis della legge fallimentare), ha cercato l’affondo con un blitz, con obiettivo
proprio gli immobili francesi, sia per vie legali sia promuovendo un’Opa con Colony Capital. Ma il board di
Risanamento è andato avanti con vendita all’inglese
Chelsfield, controllato dal gruppo arabo The Olayan,
conclusa per 1,225 miliardi netti. Cifra che il fondo ha
già interamente versato in un conto corrente.
³ä]ä™ ³ä]È£ £]ä™ä
³ä]££ ³£Ó]xÈ ä]Çn{
³£]ÎÓ ³Ó™]xx Ç]™™x
‡ä]ș ³ä]{x £™]Ènä
³ä]£ä ³În]£ä ä]Ç{™
³ä]nÎ ³ÓÈ]ÈÇ £]äxä
p ³Î™]ä{ ™]x™x
‡ä]În ³Ó™]xä ä]ä{ä
p ‡Ç]£{ ä]ää£
‡ä]ÇÓ ³Î]Σ ä]Çä£
p
p
p
p
p
p
‡£]£Ç ³£x]™™ Î]ÓÎ{
‡ä]™Ç ³£Î]{£ ä]{™ä
³ä]xÎ ³Óä]£x Î]™™È
³ä]Ç£ ³™]ÈÇ Ç]Çxx
p
p
p
‡£]ș ³x]{x ä]ääx
³Ó]n£ ³ÓÇ]{È £]Çn£
³n]{£ ‡Ó]{£ È]È£ä
‡ä]ș ³£Ó]n™ £È]Σä
‡ä]Óä ³Ó£]{™ È]£Óä
³ä]Ó{ ³Ç]ä{ £ä]Çää
‡ä]nÎ ³x]Óx £x]äää
³ä]nÈ ³Îä]Èn £™]nÓä
‡£]x{ ³Î]£È È]Îää
³ä]x™ ³x]ÓÎ Ó£]ÎÎä
³Ó]{Î ³Óx]{Ç ££]xÇä
³Î]™Ó ³ÎÎ]{n È]xää
³Ç]ș ³£Ç]ÇÇ {]äÓn
³£x]Ǚ ³xÓ]Ó{ n]™ÇÓ
p
p
p
‡£]{n ³Î]x{ Ó]£Óä
³ä]ÈdzÓÈÎ]xx ä]nÓÎ
‡ä]™Î ³£ä]£Î ££x]{ää
³n]Èä ³În]™Ó ä]Ιä
³x]Ǚ ³££]££ £]äÎÇ
³{]™ä ³ÎÎ]Çx ä]ΣÇ
‡ä]xÓ ³£ä]™™ Î]££Ó
³Ó]În ³Èn]ÈÎ ä]x£ä
³Î]ÇÇ ³ÈÎ]{™ ä]{Îä
p
p
p
³£]Óγ£Ó™]£Ç ä]£™™
³£ä]È£ ³ÎÓ]ÇÎ Ó]£™{
³Ç]ää ³Îä]xÓ Ó]äÎn
³Ó]äÈ ³Ç]Èä È]Ó{x
³{]Çn ³{]ÎÈ ™]xÎä
³Î]nÇ ³{™]™ä ä]Óx™
‡ä]ә ³Óä]ÎÈ ä]{£x
‡ä]xÈ ³Óx]nÎ ä]{™ä
‡£]ÈÓ ³{È]{£ £]{n™
‡£]£Ó³Ó£x]xÇ ä]ÓÓ{
‡ä]ÎÓ ³xx]£Ó ä]{™x
‡ä]Ó{ ³£Ç]ÎÈ x]£Îä
³ä]äÇ ³££]ä{ ä]ÎǙ
p ³x]xä Óä]äää
‡£]ÎÈ ³ÎÇ]ә Ó]nÇä
‡ä]nÇ ‡£™]ä™ Ón]äää
‡ä]äÈ ‡Ó]äÈ ä]n{Î
‡ä]£ä ³{]£Ç ä]™xä
³Ó]n{ ³Îx]xä £n]nnä
³ä]ÓÈ ³{È]x{ ä]äÇÈ
‡ä]Ó£ ‡ÓÈ]nÓ £™]£ää
³ä]äÇ ³Î]Ón £Ó]™{ä
³£]äÈ ³È]nÈ È]ÇÎä
³£]™Î ³£Î]Îä {]x™ä
‡ä]nn ³£{]{£ x]n™ä
‡ä]Σ ³£ä]™Ó £]{ә
³ä]{{ ³Î{]{x £]™™x
‡ä]nx ³£ä]{n £]äxä
³ä]x£ ‡£]™ä x]Ç£ä
‡ä]£Î ³ÎÇ]£{ ä]äxx
³£]xä ‡ä]£Î Ó]™ÓÈ
³£]Σ ‡{]ÓÇ £n]£™ä
³ä]{™ ³Èn]äÎ £]ÎÎÇ
‡ä]£ä ³£Î]xÓ n]Èää
³£]£n ³È£]nn {]£ÈÓ
³£™]{x³£{Ó]ÇÓ £]Ç{x
‡Î]Óx ³™n]Èä ä]£n{
³£]Èn ³ÓÎ]È{ ä]ä{{
‡ä]ÓÇ ³£n]ä™ ä]ÓxÓ
‡£]Ó{ ³ÓÇ]£ä ä]Îää
³Ó]Î{ ‡{]£Ó £]äÎÓ
³ä]È{ ³™È]äx ä]ÓäÇ
³£]{È ³£]n™ Ç]xÇä
³È]äÇ ³nx]™n ä]xÈä
Solo firme digitali, niente carta, comunicazioni trasparenti e in tempo reale. La prima società di intermediazione mobiliare a puntare sulla digitalizzazione al
cento per cento delle varie fasi del proprio lavoro è la
Copernico Sim. La società opera nel cosiddetto multibrand, offre ciò prodotti che fanno capo a diversi gestori. Da marzo i clienti di Copernico sim hanno iniziato a firmare i contratti di consulenza con collocamento
direttamente sui supporti elettronici dei consulenti finanziari. Presto anche i mandati tra i clienti e le società
fornitrici dei prodotti finali saranno siglati allo stesso
modo. «Questo sistema offre vantaggi a tutti – dice
convinto Saverio Scelzo, presidente e amministratore
delegato di Copernico sim –. L’eliminazione della documentazione cartacea da stampare e archiviare è di
per sé un risparmio di tempo. Ma di fatto si elemina anche un eventuale contenzioso vista l’immodificabilità
dei documenti».
(c.d.c.) Quattro studenti torinesi e un’idea che ha ottenuto in questi giorni a Londra un finanziamento da
250.000 sterline. Si chiama «fluentify» ed è una piattaforma web con un sistema di videoconferenza integrato che permette a chiunque si registri (gratuitamente)
di entrare in contatto con tutor madrelingua per fare
conversazione a un costo accessibile, senza vincoli di
abbonamento. Per diventare quindi «fluent» in una
lingua straniera. Il progetto, nato nel maggio 2013,
vanta oltre 6.000 iscritti, 70 tutor e 700 di richieste arrivate da tutto il mondo (non solo Canada e Usa, ma anche Hong Kong, Indonesia, Malesia, Sud America e
Africa) e 3.000 di ore di conversazione già effettuate.
Non è un caso se a credere in loro e nel loro progetto ci
sia anche Stefano Marsaglia, Executive Chairman and
Co-Head of Global Corporate & Investment Banking di
Mediobanca, che è diventato business angel di fluentify. Il modello di business è semplice: i madrelingua che
vogliono diventare «fluentifiers» (tutor) possono scegliere il prezzo delle loro lezioni ma prima devono essere ammessi dalla piattaforma. Fluentify prevede un
sistema di feedback per garantire qualità proprio come
Tripadvisor. I tutor possono stabilire il costo della sessioni di conversazione tra gli 8 e i 30 dollari per una sessioni da 30 minuti e il 20% viene trattenuto da fluentify.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Copernico, prima Sim a carta zero
£]ÓÓä £xÈ]Ó
£]äә ә{{]™
£ä]ÇÇä ÓÓǙ]ä
ÓÎ]£Èä
n{]Î
£]£Ó£
ÎÇ]È
£]ÎÇx £ä£]™
£Î]Ènä £Óä]™
ä]äxÇ
xÓ]Ç
ä]ääÓ
p
ä]™äÈ
™£]£
p
p
p
p
Î]™xn £Èn]{
ä]Èää
xÓ]{
{]n™ä £ä™È]Î
n]xÓä £xÎ{]{
p
p
ä]ääÇ
£ä]Î
Ó]ÓÇä xÓ{]Î
Ç]ÈÈx Ç£{]Ç
£n]n™ä £x{ÓÈ]™
Ç]xää £n™™]n
£Ó]™xä £än{]{
£Ç]ÎÎä
ÇÓ]£
Óx]™ää ÎÇä£]™
n]£{ä
ÇÎ]Î
Óx]££ä ÓÇxÈ]Ó
£È]ä£ä nxÈ]n
™]£xä Îä£{]Î
{]™Îä £{™£]{
£x]Çnä ÓÈÇÎ]Ó
p
p
Ó]x{È £{È]™
Î]nÇä
xÎ]£
£{Ç]{ää
p
ä]ÈÓx £Î{x]x
£]ÓÈä
Î]Ó
ä]x{£ £™È]{
Î]șä xΙ]Ó
ä]n™x £nn]n
ä]ÇÎä ÓÎxn]£
p
p
ä]{Èx Σ{]x
Ó]™Óä Îә]È
Ó]ÈÈä
ÎÎ]n
È]™{ä
p
£ä]Îää
ÈÇ]Î
ä]ΙÓ
xÓ]ä
ä]Èx{ £äÎ]ä
ä]ÈÈä ££™Ç]Ó
Ó]ÓÎÈ
Óä]{
ä]™Îä
xÎ]Ó
ä]n{x
ÓÈ]{
È]nÎä £Çx]£
ä]{xä
£x]Ó
Ó£]{nä
™£]ä
{]£äÈ £äx]™
În]™nä £È£]{
ä]™Î{
ÎÎ]{
£]ä{x
ä]™
ÓÇ]{nä £n£™]{
ä]£{Ç
n™]™
ÓÈ]Óxä £ÎäÇ]Î
£x]£xä ÓÓ{£]x
Ç]ÈÎä Îän]{
x]Ónä
{Ç]Î
Ç]ÇÓä xÎx]Î
£]ÈÇä
£™]n
Ó]ÇÎÓ ÎÎÓ]Ó
£]ÓnÇ £{x]Î
È]Σä Î{È£]£
ä]änÇ
Ó{]n
Î]ÎÎÓ £{Ó]È
£™]Ènä £ääÓ]Ó
Î]££ä
p
£ä]Ó{ä £ÇÎ]È
È]nnä £ä™x]Ç
È]äää
Ι]£
ä]În£
Îä]Î
ä]äÈ£
£Ó]Ó
ä]Σä
Ón]Î
ä]{£x
ș]È
£]£nÎ nÈx]È
ä]{ÓÓ
{Î]x
n]nää ££ÓÈÈ]È
£]ä{n
™n]£
œ“i /ˆÌœœ
/i°
œvˆ`i °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
"®
œ}i“i -iÌ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
"®
œ˜>vˆ *ÀiÃ̜̈¿ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
*®
Ài`° À̈}ˆ>˜œ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
,®
Ài`° iÀ}>“>ÃVœ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
®
Ài`° “ˆˆ>˜œ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
®
Ài`° 6>Ìiˆ˜iÃi °°°°°°°°°°°°°°°°°­
6®
Ài`° 6>Ìiˆ˜iÃi £äÜ °°°°­7
6£ä®
Ài`° 6>Ìiˆ˜iÃi £{Ü °°°°­7
6£{®
Àiëˆ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
,®
ë °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
-*®
¿“ˆVœ I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-®
¿“ˆVœ £È Ü>ÀÀ I°°°°°°°°°°°­7-£È®
>`> I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
>“ˆ>˜ˆ I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ®
>˜ˆiˆ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ®
>˜ˆiˆ À˜V °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ,®
>Ì>œ}ˆV I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
i¿œ˜}…ˆ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
i> >«ˆÌ> I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
iVˆ“>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
®
ˆ>ÜÀˆ˜ I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
ˆ}ˆÌ> ÀœÃ I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
“>ˆ ÀœÕ« I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
/ I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/®
`ˆÃœ˜ À°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ,®
-°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-®
°˜° I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ®
ˆV> I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
®
“>Ž I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
˜i°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ®
˜i Àii˜ *Ü°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*7®
˜iÀÛˆÌ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ 6®
˜}ˆ˜iiÀˆ˜} I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ®
˜ˆ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ®
À}°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­,®
À}Þ >«ˆÌ>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
®
À}Þ >«ˆÌ> £ÈÜ °°°°°°°°°°°°­7
£È®
ëÀˆ˜iÌ I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*,/®
Վi`œÃ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­1®
ÕÀœÌiV… I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/®
ݜÀ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­8"®
Ý«ÀˆÛˆ> I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­8*,®
>VŽ ,i˜iÜ>Lià I °°°°°°°°°­,®
iÀÀ>}>“œ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-,®
ˆ>Ì°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
ˆ`ˆ> I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
ˆiÀ> ˆ>˜œ I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
ˆ˜“iVV>˜ˆV>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ®
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ®
ՏÃˆÝ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­1®
>LiÌ̈ *Àœ°-°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
>à *Õð°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-*®
ivÀ>˜ I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
i˜iÀ>ˆ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
iœÝ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­"®
ÀÕ««œ `ˆÌ° ¿Ã«ÀiÃÜ°°°°°°°°°°°­-®
ÌiV… °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/®
iÀ>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­,®
À>˜`ˆ 6ˆ>}}ˆ °°°°°°°°°°°°°°°°°­6®
I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
*Àiâ✠6>À°
6>À°
ˆ˜ >Ý >«ˆÌ>ˆâ
,ˆv°
,ˆv° äӇ䣇Óä£{ ˜˜œ ˜˜œ ­ˆ˜ “ˆˆœ˜ˆ
­iÕÀœ® ­ˆ˜ ¯® ­ˆ˜ ¯® ­iÕÀœ® ­iÕÀœ® `ˆ iÕÀœ®
ä]xÎx
p
ä]Èää
p
ÓÓ]äÇä
Ç]ÓÓä
£]xÎÇ
p
ä]{{™
p
£]șÎ
ä]ÈÇÎ
ä]££Ç
Î]™Îä
£]Ç£™
Ó{]Ó£ä
£È]Çää
™]ÓÓä
£È]Îxä
£]ÎÓx
£]{Óä
Σ]£xä
Î]ÈÈ{
{]Óxn
{Ó]™ää
£]äÓÈ
ä]{nÎ
Ó{]änä
Ó]äÎä
ä]nnä
{]£än
Ó]äÎn
{]nÓä
xÎ]äää
£n]Ó£ä
££]Çxä
ä]£Èn
ä]äÓÈ
Ç]Èää
ä]nÓä
Ó]Èä{
ÎÓ]xnä
ä]™Î{
£]{™ä
Ó£]ÎÇä
n]{xä
Î]xÓä
Ç]Înä
Ç]£Èx
ä]ÈÇÇ
Ó]ÇÎ{
ä]ä{ä
{]n{Ó
{]£nä
£È]£nä
Î]ÓÇä
£]ÈÇx
ÓÓ]äxä
Ó]£Óä
ä]ÈÇÈ
£]әÇ
³£]£Î ‡Î]Î{
p
p
‡£]xÈ ‡£]È{
p
p
³£Ó]n™ ³În]n£
³Î]£{ ³Ó{]n£
³Ç]ÓÈ ³£{]Ón
p
p
³ÓÇ]™Ó³£ÈÎ]Èx
p
p
³Ó]{Ó ³Ó™]Ó{
‡£]£ä ³{]Çx
³ä]Çn ³£Ó]™x
³Ó]Î{ ³£{]Ó{
‡ä]Îx ³În]Ç{
‡£]ÓÈ ‡Ó]Èx
³ä]™£ ³Î]nÈ
‡£]Ç£ ³££]än
³ä]Σ ³ÎÇ]Ón
³£]£x ³È]{Î
‡Ó]ää ³££]n£
³ä]n{ ‡££]äÎ
‡£]x£ ³Èx]Ǚ
‡£]äÓ ³Ç]xÎ
³£]nä ³Óx]n{
‡ä]ә ³x]äÇ
‡£]ÇÎ ³xÇ]äÈ
³£]£n ³x£]£È
³£]xä ³Óä]£™
‡ä]ÈÓ ³È]™Î
‡ä]£x ³Î£]än
³ä]Ι
‡ä]™™
³ä]În
³ä]£Ç
³Î]äÇ
‡ä]Èx
p
‡ä]Óä
³Ó]£n
³Î]ÎÎ
‡ä]Î{
‡£]Èn
³ä]n£
³ä]£™
³Ó]xx
³£]ä™
³ä]ÓÇ
³ä]Çä
‡ä]ÇÎ
³ä]x£
‡ä]xä
‡£]£n
‡ä]{n
‡ä]Óx
p
‡Ó]ÓÓ
³ä]£n
³ä]™x
‡Ó]În
³ä]{È
³£ä]{È
³{™]Çn
³Óä]ÇÎ
³x]£{
³£n]Ó£
‡Î]x£
‡£]xÓ
³{{]Îx
³Ó™]xÇ
³{£]Ó£
³Ç]nn
³££]x™
³££]xÎ
‡ÓÓ]ÈÎ
³ÓÓ]££
³{x]{x
³£]Ǚ
³Î£]x™
³În]xÈ
³{]£™
³£Î]än
³Î]ÎÇ
³{™]ә
‡{]ÎÇ
³Óä]{™
³ÓÎ]nä
‡ä]™{
³Îä]äÈ
³ÇÇ]Çx
³xä]n£
ä]xÓÓ
p
ä]x™n
p
£{]ÎÇä
x]ÈÈä
£]£Îä
p
ä]£x™
p
£]Σä
ä]ÈÎÎ
ä]䙙
Î]ÎnÓ
£]ÓÎä
ÓÓ]™£ä
£È]äÇä
Ç]Çää
££]nÈä
£]ÓäÇ
£]£nä
ә]™Èä
Ó]£nä
Î]nnn
ÎÎ]{xä
ä]™ÇÈ
ä]ÎäÇ
£x]Ç£ä
£]ÈÇ{
ä]näÈ
Î]£Î{
£]nΣ
Î]£{ä
{Î]{™ä
£È]Óxä
™]Ç{x
ä]£È{
ä]äÓÈ
x]ÓÈx
ä]È£™
£]n£™
Ón]£Èä
ä]Ǚn
£]әÈ
Óä]xää
x]™{x
Ó]ÎÈä
È]Çxä
x]{{x
ä]{nÓ
Ó]ÈÓÓ
ä]äΣ
{]xÎä
Ó]ÇÈÓ
£x]x™ä
Ó]È{ä
£]ÎxÎ
ÓÓ]ä£ä
£]ÈÎä
ä]Înä
ä]nÈä
ä]xÇ£ În{]Ç
p
p
ä]È{n
ә]ä
p
p
ÓÓ]äÇä £ÓnÈ]Ç
Ç]ÓÓä ÓÎnn]Ó
£]x{ä Ç£{]Ó
p
p
ä]{Σ
p
p
p
£]n{{
xÈ]n
ä]ÇÎ{ ÓnÈ]Ç
ä]££™
p
{]Óää
È{]ä
£]nää £{£]È
ÓÈ]nÎä £äää]È
£n]äÇä ÈÇÓ]Ç
™]xÈä x{£]È
£È]{£ä Ó{{Ó]x
£]ÎÓx {ä{]Ó
£]{{™ Ó£{]£
Îx]È™ä £ÇÓn]Ó
Î]näÓ
xÓ]ä
{]șä
È]x
{{]äää £Ó£ä]ä
£]äxÎ ££Î]Î
ä]xÎ{
Ó£]Ó
Ó{]änä ££Ç]Ó
Ó]äÎÈ £ÓÇ]Ó
ä]™ä{ £{{]£
{]£Îä ÎnxÇ{]Î
Ó]äÈ{
x]™{ä
xÎ]xää
£n]Ó£ä
££]Çxä
ä]£nn
ä]äΣ
n]ä{x
ä]nxx
Ó]Èä{
ÎÓ]șä
ä]™™x
£]{™ä
ÓÇ]Ènä
n]{xä
Î]xÇä
n]xÈä
Ç]Îxx
ä]Ènn
Î]£™n
ä]ä{{
x]äÓx
{]ÎÎÈ
£Ç]{Îä
Î]{nÈ
£]™xÓ
ÓÎ]™nä
Ó]£Óä
ä]nÈä
£]ÎÈä
£ä£{n]{
nÈ]n
ÈÈ£]Ó
ÈÈäÎÎ]™
£ÇxÇ]{
Ón]£
p
Ι™]Ç
£{]È
™£]n
näxÈ]x
{n]Ç
{ÎÎ]x
ÎxÈ£]{
£äx££]x
£Ç]™
ΣÓ]™
{£ÈÓ]ä
әÈ]{
Îä]Ó
nx]n
Ó£Ç]Î
Èä]x
Óxә{]™
n{x]ä
Èn™]™
În{Ó]{
әnÈ]Ç
Σ]£
{xä]Î
œ“i /ˆÌœœ
/i°
 -œi Ó{ "Ài °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-Ó{®
“> I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
““È °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-®
˜`iḚ̀°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ®
˜`iÃˆÌ À˜V °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ,®
˜`ÕÃÌÀˆ> i ˜˜° °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ®
˜ÌiŽ ÀœÕ« °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
˜ÌiŽ ÀœÕ« À˜V °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­,®
˜ÌiÀ«Õ“« I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*®
˜ÌiÃ> ->˜«>œœ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-*®
˜ÌiÃ> ->˜«>œœ À˜V°°°°°°°°°°°°°°­-*,®
˜ÛiÃÌ i -ۈÕ««œ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-®
ÀVi I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­,
®
Ài˜ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­,®
Ã>}Àœ I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-®
/ 79 I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/7®
Ì>Vi“i˜Ìˆ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/®
Ì>Vi“i˜Ìˆ À˜V °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/,®
Ì>“œLˆˆ>Ài°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/®
Ì>“œLˆˆ>Ài À˜V°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/,®
6- ÀœÕ« °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­6-®
6- ÀœÕ« £È Ü>ÀÀ °°°°°°°°°°°°°°°­76-®
ÕÛi˜ÌÕà °°°°°°°°°°°°°°°°°°­16®
°,°˜iÀ}Þ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­,®
ˆ˜i݈>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ 8®
> œÀˆ> I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
>˜`ˆ ,i˜âœ I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­,®
>∜ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­--®
ÕݜÌ̈V> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­18®
Ûi˜ÌÕÀi ÀœÕ« °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­6 ®
>ˆÀi /iV˜ˆ“œ˜Ì °°°°°°°°°°°°°°°­/®
*Àiâ✠6>À°
6>À°
ˆ˜ >Ý >«ˆÌ>ˆâ
,ˆv°
,ˆv° äӇ䣇Óä£{ ˜˜œ ˜˜œ ­ˆ˜ “ˆˆœ˜ˆ
­iÕÀœ® ­ˆ˜ ¯® ­ˆ˜ ¯® ­iÕÀœ® ­iÕÀœ® `ˆ iÕÀœ®
ä]n™{
Îx]™xä
ä]șä
££]änä
££]£ää
ä]nnÇ
ä]{xÇ
ä]È£ä
££]£nä
Ó]{Èä
Ó]äÈä
ä]ÇxÎ
Ó]äxÓ
£]Σä
Ó]Çää
£]™ää
n]™Èä
x]Çää
ә]£Èä
Óä]£nä
n]nxä
ä]{{ä
ä]Ó{Ó
£]È£{
Ó]Î{n
È]£Óä
£]{Îä
ä]xÈ£
{£]™nä
ä]£xÓ
Ó]ÇÓä
³{]n£ ³{È]Èn
‡ä]äÈ ³ÓÈ]£{
‡ä]ÇÓ ³{n]™È
‡ä]{x ³££]xÓ
‡£]ÇÇ ³Îx]™x
‡ä]ÈÓ ³ÎÎ]Σ
³Ç]ÎÇ ³{Ó]£{
³Î]{n ³{n]äÓ
³Ó]ÇÈ ³ÓÇ]{n
³Ó]{£ ³ÎÇ]™Ç
³{]ä{ ³{£]Ι
‡£]În ³££]™n
p ³ÓÓ]£{
³Î]£x ³£™]Σ
³ä]äÇ ³£Ç]{™
‡ä]n{ ³ÓÇ]Èä
³ä]xÈ ³{Ó]xÈ
³ä]Îx ³Èx]ÓÓ
‡ä]Σ ³£È]£n
³£]{È ³ÎÇ]{Ç
‡£]™{ ³ÓÓ]äÇ
³Ó]{x ³x£]Èä
³ä]ÈÎ ³Ç]ÇÓ
³£]{x ‡£{]Ç{
³ä]ș ³n]Èä
‡£]£Î ³xx]™È
‡£]Ó{ ³£Î]Σ
‡ä]ÎÈ ³£x]£x
‡£]ÓÇ ³Ç]x™
‡ä]ädzÓäÈ]Óx
³Ç]ää ³ÈÎ]nÈ
ä]ÈäÎ
ÓÇ]Çää
ä]{ÈÎ
™]Ιä
Ç]™{ä
ä]È{x
ä]Σx
ä]{än
n]ÇÓä
£]ÇnÎ
£]{xÇ
ä]ÈÈä
£]ÈÇx
£]ä{ä
Ó]ÓÈä
£]{n™
È]ÓÓä
Î]{Óä
Ó{]xxä
£{]{Èä
Ç]ÓÎä
ä]Óää
ä]ÓÓä
£]xș
£]™ÈÎ
Î]n™È
£]£™Ç
ä]{nÇ
ÎÇ]{£ä
ä]ä{™
£]{nx
ä]n™{
În]ä
Ι]ÓÓä £Î£™]Ç
ä]Çää ÓÎ{]n
££]ÓÈä £ÓÈ£]™
££]xÈä
x]Ç
£]äÓä
Óä]Ç
ä]{xÇ £x{]ä
ä]È£ä
Îä]x
££]£nä £ÓäÈ]Ó
Ó]{Èä În£{{]{
Ó]äÈä £™£{]Î
ä]nÎä
{]n
Ó]£ä{
xn]£
£]Î{ä £x£ä]È
Ó]n™{
{È]Ç
Ó]££ä
£x]ä
n]™Èä £xnÓ]{
x]Çää Èä£]ä
Îä]nää È{n]Ç
Óä]£nä ÎÓn]£
™]äÓx Îx£]Ó
ä]{{{
p
ä]Óx{ Ó{£]™
£]n™Î
xÎ]ä
Ó]xää
xä]Ó
È]Ó{ä £™ä]È
£]{™Ó £È£]x
ä]È{ä
În]Ó
{Ó]xÓä ÓäänÈ]™
ä]£Ç™
£È]£
Ó]ÇÓä nÓÓ]™
>˜>}i“i˜Ì i ° °°°°°°°°°°°°°°°°°­
® ä]£xn ‡ä]nÓ ‡ä]xÇ ä]£xÈ ä]£È™
,, I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­,,® £{]ÓÓä ‡ä]Îx ³£Ç]{Ó ££]ÈÓä £{]Îää
i`ˆ>Vœ˜ÌiV… °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
® È]Èäx ³ä]än ³Ç]äx x]ÈÎä Ç]Îää
i`ˆ>ÃiÌ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-® {]äxn ³ä]£x ³£Ç]£x Î]{{{ {]ÎäÈ
i`ˆœL>˜V>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­® n]Îää ³{]ä£ ³Î£]x{ È]Σä n]Îää
i`ˆœ>˜Õ“ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­® È]nxä ³ä]ÓÓ ³n]È{ È]£Èx È]n™x
iÀˆ`ˆi °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­® ä]£Èx ‡£]™È³£än]ÇÎ ä]äÇÇ ä]£nn
ˆ` ˜`ÕÃÌÀÞ >« °°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
®
p
p
p
p
p
ˆÌÌi°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/® £]Ènä ³ä]Îä ‡ä]{Ç £]Èä™ £]Ǚ{
œiΈ˜i I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-® £]ÓÓx ³ä]Óx ‡ÓÓ]äÓ £]ÓÓÓ £]ÇÎn
œi` °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­® ä]ÇnÓ ³Î]ÎÇ ³x]În ä]xÇÓ ä]n{™
œ˜ViÀ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­" ® £Ó]{£ä ‡ä]xÈ ‡ÓÎ]ä£ £Ó]{£ä £È]Îxä
œ˜`>`œÀˆ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ® £]{{Ç ‡ä]äÇ ³{]£ä £]Σ£ £]xΙ
œ˜`œ /Û I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/6® ä]n{Ç ³Ó]äx ³ÈÇ]xÈ ä]xäÓ ä]n{Ç
œ˜Àˆv°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­" ® ä]{xÈ ‡Ó]xä ³Î]{Ç ä]{{ä ä]È£È
œ˜Ìi *>ÃV…ˆ -ˆ° °°°°°°°°°°°°°°°°­*-® ä]ÓÈx ³{]nÇ ³x£]ää ä]£ÈÈ ä]ÓÈx
œ˜ÌivˆLÀi °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­®
p
p
p
p
p
œ˜ÌivˆLÀi À˜V°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ®
p
p
p
p
p
œÛˆi“>Ý°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­® ä]äÈ£ ‡ä]n£ ‡Ó]nÈ ä]äÈä ä]äÈÇ
ÕÌՈœ˜ˆ˜i I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­"® x]£ää ³{]ÇÇ ³Ó{]äÎ {]äxä x]£ää
ˆVi I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ® Î]ÎÎä
p ³Óä]™Ó Ó]ÇÓÈ Î]xÈÈ
œi“>ˆvi °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ "® {]Çää ³ä]£Ç ³Îä]Çä Î]{È{ {]Çää
œi“>ˆvi £x Ü>ÀÀ °°°°°°°°°­7 "£x® ä]Óää ³££]££ ³xÓ]ÈÇ ä]änx ä]£™È
œÛ>Ài °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ,® ä]™Îx ³{]™{ ³Ó™]nÈ ä]șä ä]™{Î
" "ˆ`>Ì> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­"® ä]x££ ³ä]£ä ³Ó™]nÓ ä]ÎÇn ä]xÎÓ
* *>˜>Àˆ>}ÀœÕ« I°°°°°°°°°°°°°°°°­* ® £]x™ä ‡ä]£™ ³Ó£]ÎÇ £]ÓÈä £]Èää
*>À“>>Ì °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*/® Ó]xäÓ ³ä]ÎÓ ³£]äx Ó]{Èä Ó]xx{
*>À“>>Ì £xÜ °°°°°°°°°°°°°°°°­7*/£x® £]{Èä ³ä]ÓÇ ‡ä]Èn £]{£È £]xäÓ
*ˆ>}}ˆœ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*® Ó]Èää ‡£]£{ ³n]äÈ Ó]£ÓÓ Ó]ÈÎä
*ˆiÀÀi °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*,® ä]ÇxÓ ³£]ä£ ³{x]{x ä]xä{ ä]ÇÇÓ
Ç{]È
™x£]ä
£ÓÎ]Ç
{ÇnÓ]Ó
ÇänÈ]Î
xäÎx]ä
n]{
p
£{Ç]™
ÓÈÓ]Î
£Ç{]x
ΣÓÈ]{
Îx{]{
ÓÓ]£
Èn]™
룂n]{
p
p
{]Ó
£™È]™
ÎnÇ]n
Îx]x
p
£Ó]È
£Ç]Î
Çä]Î
{xxä]Î
p
™xä]£
Îx]Ç
œ“i /ˆÌœœ
/i°
*Àiâ✠6>À°
6>À°
ˆ˜ >Ý >«ˆÌ>ˆâ
,ˆv°
,ˆv° äӇ䣇Óä£{ ˜˜œ ˜˜œ ­ˆ˜ “ˆˆœ˜ˆ
­iÕÀœ® ­ˆ˜ ¯® ­ˆ˜ ¯® ­iÕÀœ® ­iÕÀœ® `ˆ iÕÀœ®
*ˆiÀÀi £ÓÜ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­7*,£Ó®
p
*ˆ˜ˆ˜v>Àˆ˜> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­* ® {]™Çn
*ˆµÕ>`Àœ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*+® Ó]£än
*ˆÀiˆ E ° °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*
® ££]{ää
*ˆÀiˆ E ° À˜V °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*
*® £ä]äÇä
*œˆ}À° -°>ÕÃ̈˜œ I°°°°°°°°°°°°°°°°°­*-® Ç]Ènx
*œˆ}À>vˆVˆ `ˆÌœÀˆ>i°°°°°°°°°°°°°°°­*"® ä]{äx
*œÌÀœ˜> À>Õ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*® Ó]™x{
*ÀiˆœÃ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*,-® ä]Ç£È
*Ài“Õ`> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*,® ä]Înä
*Àˆ“> ˜`ÕÃÌÀˆi I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*,® £{]äxä
*ÀÞӈ>˜ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*,9® £n]äÈä
, ,° i i`ˆVˆ I °°°°°°°°°°°°°°°°°°­,® ä]ÎÓÎ
,>Ì̈ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­,/® Ó]{Óä
,
- i`ˆ>}ÀœÕ« °°°°°°°°°°°°°°°°°°°­,
-® £]Èx{
,
- i`ˆ>ÀœÕ« À °°°°°°°°°­,
-,® ä]™Óä
,
- i`ˆ>}ÀœÕ« ÀˆÃ« °°°°°°°°°°­,
-,® £]Ón™
,iVœÀ`>̈ I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­,
® £Ó]Çää
,i«Þ I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­,9® È{]xää
,iÌiˆÌ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/® ä]ÇäÇ
,ˆÃ>˜>“i˜Ìœ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­, ® ä]Ó£Ó
,œÃÃð°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­,"-® £]ÈäÈ
- ->L>v -°«°>° I °°°°°°°°°°°°°°°°°­-® £{]șä
->ià I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-® n]n{ä
->ià À˜V I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-,® Ç]Ónä
->vˆœ ÀœÕ«°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-® £x]ÎÎä
->ˆ«i“°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-*® £Ç]ÇÓä
->ˆ«i“ ÀˆÃ«°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-*,®
p
->ˆ˜ˆ “«Ài}ˆœ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-® {]{Îä
->ˆ˜ˆ “«Ài}ˆœ À˜V °°°°°°°°°°°°°­-,® £Ó]xää
->À>Ã °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-,-® £]ÓÈn
->Ì °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-/® £Î]£ää
->Ûi°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-6® £Î]Ó£ä
-VÀii˜ -iÀۈVi°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­--® ä]£x{
-i>Ì *°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*® ä]ääÓ
-i>Ì * À °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*,® ä]nnä
-iÀۈ∠Ì>ˆ> I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-,® x]Èää
-iÀۈ∠Ì>ˆ> £x Ü>ÀÀ I°°°°°­7-,£x® ä]{™™
-iÃ>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­--® £Ó]nÎä
-iÃ> £n Ü>ÀÀ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­7--® Î]Σä
-- °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­--® n]ÇÎä
-ˆ˜ÌiÈ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-® ä]££ä
-˜>ˆ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­- ® £]™xä
-˜>“ >à °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-,® {]Óxä
-œ}ivˆ I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-"® {]ÇÎÓ
-œ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-"® È]ÓÈä
-œÀˆ˜°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-, ® Ó]£Èn
-«>Vi°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-*® £ä]Óxä
-«>Vi Ü>ÀÀ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­7-*®
p
-Ìiv>˜i I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-/® ä]{£Ç
-Ìiv>˜i ÀˆÃ« I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-/,®
p
-/ˆVÀœiiVÌÀ° °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-/® È]ÇÓä
/ />“LÕÀˆ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/*® Ó]näÈ
/>“LÕÀˆ £ÎÜ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°­7/*£x® ä]ÇÇÇ
/- °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/-® ä]x™Ó
/iiVœ“ / °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­//® ä]nxÈ
/iiVœ“ / i`ˆ> °°°°°°°°°°°°°°°°°­/® ä]£Óx
/iiVœ“ / i`ˆ> À˜V °°°°°°°°°­/,® ä]ÎÇÎ
/iiVœ“ / À˜V°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­//,® ä]ÈǙ
/i˜>ÀˆÃ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/ ® £È]ä£ä
/iÀ˜> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/, ® Î]nnn
/iÀ˜ˆ˜iÀ}ˆ> I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/,® Ó]£ÈÈ
/iÓiV I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/-® ä]Ç£x
/ˆÃV>ˆ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/-® ä]äÇ{
/ˆÃV>ˆ £{Ü °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­7/-£{® ä]ää£
/œ`¿Ã°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/"® ™{]Óxä
/Àiۈ ˆ˜°˜`° °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/® n]£Îx
/8/ i‡ÃœṎœ˜ I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/8/® £ä]ä{ä
1 1 >˜V> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­1® È]n{ä
1˜ˆVÀi`ˆÌ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­1
® È]ÈÎä
1˜ˆVÀi`ˆÌ ÀˆÃ« °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­1
,® ™]ä{x
1˜ˆ«œ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­1 ® x]ÈÇä
1˜ˆ«œ «ÀÛ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­1 *® x]äÓä
1˜ˆ«œ->ˆ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­1-® Ó]Çnä
1˜ˆ«œ->ˆ ÀˆÃ«°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­1-,® ÓÇx]xää
1˜ˆ«œ->ˆ ÀˆÃ« °°°°°°°°°°°°°°°°°°­1-,® Ó]Çnn
6 6>Ãœˆ> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­6-® ££]Óxä
6ˆ>˜ˆ˜ˆ ˜`ÕÃÌÀˆ>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­6 ® £]{n™
6ˆ>˜ˆ˜ˆ >ۜÀˆ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­6® È]{ää
6ˆÌ̜Àˆ> Ãð I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­6-® £ä]Èää
7 7œÀ` ÕÌÞ Àii °°°°°°°°°°°°°­7® £ä]£nä
9 9œœÝ I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­9""8® Ó{]nÎä
< <ˆ}˜>}œ 6iÌÀœ I °°°°°°°°°°°°°°°°°­<6® È]Ónä
<ÕVV…ˆ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­<1
® ä]££n
<ÕVV…ˆ £{ Ü>ÀÀ°°°°°°°°°°°°°°°­7<1
£{® ä]ääÎ
<ÕVV…ˆ À˜V°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­<1
,® ä]Óx{
£{°ä{°£{
£{°äx°£{
£Î°äÈ°£{
£{°äÇ°£{
£{°än°£{
£Ó°ä™°£{
6>ÕÌ> > äӇä{‡£{
£Ó
{Ó
ÇÓ
£äÎ
£Î{
£ÈÎ
™™]™n™
™™]™xÎ
™™]™£Î
™™]nÇÈ
™™]nÎÓ
™™]Çnx
,i˜`°
‡
ä]ÎÓ
ä]ÎÓ
ä]Îä
ä]ÎÎ
ä]Σ
-V>`i˜â> ˆœÀ˜ˆ *À° iÌ̜
£{°£ä°£{
£{°££°£{
£Ó°£Ó°£{
£{°ä£°£x
£Î°äÓ°£x
£Î°äΰ£x
£™x
ÓÓÈ
Óx{
ÓnÇ
룂
Î{x
™™]ÇÓ£
™™]ÈÇä
™™]È{Ó
™™]ÈÈ{
™™]{™{
™™]{Σ
p
p
p
‡ä]ä{ ³xÎ]™Î Î]ä™ä
‡£]nÈ ³£Ç]££ £]ǙÓ
‡£]xx ‡n]xn £ä]™Óä
‡ä]£ä ³x]{x n]nää
‡£]™n ³ÓÈ]xä x]™ää
‡Ó]™x ³ÎÇ]Ó{ ä]әx
p ³ÓÎ]ә Ó]Ón{
³ä]Îx ³Ó{]™È ä]xÇÎ
‡ä]££ ³ÎÓ]ÓÓ ä]Ón{
³Ó]™Î ³xä]£™ ™]Óxä
‡ä]££ ‡Ó]™È £Ç]{Èä
‡£]Îx ³Óä]££ ä]ÓÈ{
‡ä]Ç{ ³£ä]Îä Ó]£™{
‡Ó]ÇÈ ³Ón]ÓÓ £]әä
³n]Îä³££Î]™ä ä]{Îä
³ä]Çn ³n£]{Ó ä]Ç£ä
‡£]Ó{ ³ÓÓ]™{ £ä]ÎÎä
³£]xÇ ³£ä]äÇ x{]Îxä
³Ó]È£ ³ÓÇ]È{ ä]xx{
‡£]xn ‡ä]£™ ä]£nÇ
‡Î]£™ ³Óä]n{ £]ÓÇn
³ä]£{ ³£{]xä £Ó]{Óä
³ä]nÈ ³ÓÈ]ә È]nnä
‡ä]ÓÇ ³n]£Ç È]ÈÈä
‡Ó]ÎÈ ‡£Î]Çn £{]{Îä
³Î]än ³£{]ÇÇ £x]{Îä
p
p
p
³Ó]äÇ ‡n]ä™ {]Ónn
‡£]££ ‡£]££ £Ó]Óää
‡Ó]{È ³xÓ]Σ ä]nΣ
³ä]£x ³Ó£]£n £ä]nää
³£]În ³È]™È £Ó]Îxä
‡£]{£³£xx]ä{ ä]äÈä
p ‡x]xÈ ä]ääÓ
³{]ÇÈ ‡{]Îx ä]{nä
³ä]x{ ³ÎÇ]Óx Î]™nÓ
³Ç]Σ³£äÎ]ÈÇ ä]ÓÎx
‡£]È£ ³Ç]™£ ££]Înä
³ä]{™ ³Î£]Îx Ó]ÓÓx
‡£]Îä ³Óä]{£ Ç]Ó£x
‡ä]£n ³£]Ι ä]£äÇ
³x]Îx ³{Î]{™ £]Îx™
³ä]£™ ³x]ä™ Î]™Ç{
³ä]™n ³£ä]È£ Î]nÇä
³ä]ÎÓ ³™]£x x]ÈÇx
‡£]™ä ³£]Σ Ó]äÇ{
³£]{™ ³{]£Ç ™]nää
p
p
p
‡ä]nÈ ³£{]£™ ä]ÎÈx
p
p
p
‡ä]£x ³£Ç]În x]{Çä
³ä]nÈ ³Ó{]Èä Ó]£Ç{
‡£]™È ³™£]ÇÎ ä]ÎÓÓ
³£]ÎÇ ³Óä]n{ ä]{ÇÎ
³ä]xÎ ³Óä]nÓ ä]Çä™
³ä]ÎÓ ³Ó]{x ä]£ÓÓ
³Î]È£ ³™È]{Ó ä]£Ç£
‡ä]ÓÓ ³Óä]Ι ä]xÈ{
³ä]xÇ ³£]Çn £{]nää
‡£]£Ó ³Ç]xÓ Î]xÈä
³ä]ä™ ‡£]£ä Ó]ä{{
‡£]Ǚ ‡™]{{ ä]Çää
‡£]™n ³Ç{]ÇÈ ä]ä{Ó
p ³Çx]ää ä]äää
³ä]™£ ‡Ó£]äÈ ™ä]Çää
³ä]xÈ ³Îä]£È È]£™ä
‡ä]xä ³£ä]Ι ™]äÇä
³Ó]Çn ³{£]ÎÓ {]n{ä
³£]{x ³ÓÎ]£Ó x]ÎÈä
³£]ә ³£x]£x Ç]nää
‡ä]£n ³Îä]Î{ {]änÈ
‡ä]x™ ³ÎÈ]nÈ Î]ÈÎä
‡£]äÇ ³£{]{ä Ó]£nÓ
‡ä]x£ ³x£]ÎÇ £ÇÎ]Óää
‡ä]£{ ³ÎÓ]ÓÈ Ó]äÓÓ
³ä]x{ ³x]£{ £ä]äÈä
³ä]äÇ ³Ó{]än £]£™Ó
p ³ÓÎ]™£ {]™™ä
‡ä]ÈÈ ³Ó£]xÈ n]xnä
³ä]n™ ³™]{È ™]£{ä
‡Ó]ÈÇ ‡ÓÈ]Ón Ó{]nÎä
³Î]£Ó ³Ó{]nx {]™{ä
³Ó]ÓÈ ³ÈÓ]xÓ ä]äÇÓ
‡Î]ÓÎ ‡™]ä™ ä]ääÎ
‡ä]Îx ³ÎÇ]Îx ä]£nx
p
p
x]ÎÎä £{™]£
Ó]Îxn £äÈ]x
£Ó]™Îä x{x{]Ç
£ä]{Èä £ÓÎ]™
n]ÎÇx
ÈÇ]Ç
ä]{xÎ
xÎ]™
Ó]™x{ {£{]Ó
ä]ÇÈ{ Óää]ä
ä]{äÇ
Çä]™
£{]äxä £{È]{
£™]x{ä ÎnnÇ]™
ä]ÎÈx £ÓÓ]Ç
Ó]Èän
Èx]x
£]näÈ ÇäÈ]x
ä]™Óä
Ç£]ä
£]Ón™
În]x
£Î]ÎÎä ÓÈÈÎ]È
È{]Çxä x™™]n
ä]ÇÇx ££{]™
ä]ÓÎn £ÇÎ]£
£]Èx™
£n]È
£{]™Çä £È™]Ó
n]nxä £Ó™]È
Ç]näx
xÎ]Ç
£™]äÎä ™ÈÇ]È
£Ç]™{ä ÇÇÈ£]£
p
p
{]™nä £™È™]£
£Î]£{ä
Óä]{
£]Îää £Ó£n]È
£Î]Î™ä £Ó™]{
£Î]x£ä ÇÓn]Î
ä]£Çn
Ó£]{
ä]ääÓ
ÓÇ]ä
ä]™xä
ä]È
x]Èää £xÓ]Î
ä]{n£
p
£Î]ÎÈä £nÓ]Ó
Î]Îx£
p
n]nÇx Óään]™
ä]£Óä
{]x
£]™xä ÓÓÎ]Ç
{]Óxä £{ÎäÈ]™
{]ÇÎÓ xÈ£]x
È]xÇä xÇÎ]{
Ó]ÎäÈ £ä{Ç]Î
£ä]n™ä £ÎÓ]™
p
p
ä]{ÈÓ
Îx]È
p
p
È]nÈx
p
Ó]näÈ Î™Ç]n
ä]näÈ
p
ä]Èxä
Óx]Î
ä]nÇx ££{xÎ]x
ä]£{£ £n£]™
ä]{Îä
Ó]£
ä]ÈnÓ {££x]Ó
£Ç]£Èä
p
Î]™ÎÓ ÇnÎx]Ç
Ó]ÎÈ{
n£]ä
ä]™Óä
ÇÇ]£
ä]änä £{ä]Î
ä]ää£
p
£Óä]£ää ÓnÇÈ]Î
n]£™x xÇä]È
££]™£ä ££n]Î
È]n{ä È£än]{
È]ÈÎä În{ÓÎ]Ó
™]xää
Ó£]n
x]Ènä ÓxäÈ]Î
x]äxä £ÎÇÓ]£
Ó]nÎÓ ÈÓnÈ]n
ÓÇÈ]™ää ÎxÓ]Î
Ó]Ç™Ó £äxÎ]Ó
££]nxä ££È]n
£]xää
{{]È
È]{ää Ónä]{
£ä]Çxä Ç£Ó]£
£ä]nÎä ÓxnÎ]™
Î{]Çxä £{ÈÈ]Ó
È]Ónä xÈÓ]Ó
ä]£{x
{x]£
ä]ään
p
ä]Îän
ä]™
I /ˆÌœœ >««>ÀÌi˜i˜Ìi > Ãi}“i˜Ìœ -Ì>À°
>̈ > VÕÀ> `i½>}i˜âˆ> }ˆœÀ˜>ˆÃ̈V> ,>`ˆœVœÀ° œ˜iÌi ÕÀii\ œ˜ˆ˜ÛiÃÌ °° ˆ>˜œ
°"°/°
-V>`i˜â> ˆœÀ˜ˆ *À° iÌ̜
Marsaglia e le lezioni d’inglese
+՜Ì>∜˜ˆ ˆ˜ `ˆÀiÌÌ> ÃՏ Ìiivœ˜ˆ˜œ\ ˆ˜Ûˆ> +1"/ Ãˆ}> ̜̈œ€] >` iÃi“«ˆœ\ +1"/ > ˜Õ“iÀœ {nÓÓ{Ó° œÃ̜ ä]x ÕÀœ «iÀ -- ÀˆViÛÕ̜° ˜vœ ÃÕ ÜÜÜ°VœÀÀˆiÀi°ˆÌÉiVœ˜œ“ˆ>
*Àiâ✠6>À°
6>À°
ˆ˜ >Ý >«ˆÌ>ˆâ
,ˆv°
,ˆv° äӇ䣇Óä£{ ˜˜œ ˜˜œ ­ˆ˜ “ˆˆœ˜ˆ
­iÕÀœ® ­ˆ˜ ¯® ­ˆ˜ ¯® ­iÕÀœ® ­iÕÀœ® `ˆ iÕÀœ®
°-° ,œ“> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-,® £]£x£
Ó °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­Ó® ä]™{£
Vi>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
® £ä]Ç{ä
VœÌi ÀœÕ« I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
"® Óä]äÈä
VµÕi *œÌ>Lˆˆ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
*® £]ä{{
VӇ}>“ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
-® £]ÎÎä
`‡iÀœ«°ˆÀi˜âi °°°°°°°°°°°°°°°°°°­® £Î]Ιä
i`ià I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­® ä]äxÓ
i`ià £{Ü I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­7£{® ä]ää£
ivvi I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­® ä]nÓÇ
ˆVœ˜ I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
®
p
ˆ¢˜ ,i˜iÜ>Lið°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ®
p
iÀˆœ˜ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­, ® Î]nÇ{
“Lˆi˜Ì…iÈð°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/® ä]xÈÎ
“«ˆvœ˜°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*® {]n™ä
˜Ã>`œ -Ìà I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-/-® n]xäx
˜ÌˆV…ˆ *i °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*®
p
Ài˜> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­,® ä]ääÈ
ÃVœ«ˆ>Ûi I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-
® Ó]ÓÇä
ÃÌ>`ˆ I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-/® Ç]{nä
̏>˜Ìˆ> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/® £n]Èxä
Õ̜}Àˆ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­® Ç]{Îx
Õ̜ÃÌÀ>`> /œ‡ˆ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/® £Ó]Σä
Õ̜ÃÌÀ>`i iÀ° °°°°°°°°°°°°°°°°­1/® £È]ÈÎä
∓ÕÌ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­<® Óx]™ää
E
-«i>ŽiÀà I°°°°°°°°°°°°°­
® È]șx
>˜V> i˜iÀ>ˆ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ® ÓÎ]™xä
>˜V> vˆÃ I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­® £È]ä£ä
>˜V> *œ«° “ˆˆ> ,° °°°°°°°°°°°°°­*® ™]£xä
>˜V> *œ«° -œ˜`Àˆœ°°°°°°°°°°°°°­*-"® {]™Îä
>˜Vœ *œ«œ>Ài °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*® £x]Çnä
>˜Vœ *œ«œ>Ài ܣ䰰°°°°°°°­7*£ä®
p
>ÈV˜iÌ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ ® Ó]{ää
>Ã̜}ˆ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­® Ó]™™Ó
ˆœÌiV… I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­® £ÓÇ]Óää
V> >Àˆ}i °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
,® ä]ÈÓx
V> >Àˆ}i À°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
,,® £]ÓÈä
V> ˆ˜˜>Ì I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­® ä]xÎx
V> ˜ÌiÀ“œLˆˆ>Ài °°°°°°°°°°°°°°°°°­® Î]{x{
V> *œ«°ÌÀÕÀˆ> i >∜ I °°°°°°°­*® ä]nÈä
V> *œ«°ˆ>˜œ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*® ä]ÇÎä
V> *œ«°-«œi̜ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-*"®
p
V> *Àœvˆœ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­*,"® ä]{È£
Vœ iȜ‡Àˆ>˜â> °°°°°°°°°°°°°°°°­® Ó]™Óä
Vœ iȜ‡Àˆ>˜â> À˜V °°°°°°°°­,® Ó]ÈÈä
Vœ ->˜Ì>˜`iÀ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­- /® È]™{ä
Vœ ->À`i}˜> À˜V °°°°°°°°°°°°°°°­-,*® £ä]Îää
ii /i>“ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­/® ä]ΙÓ
i}…iˆ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­® ä]x£Î
i˜ˆ -Ì>Lˆˆ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­ -® ä]ÈÓx
iÃÌ 1˜ˆœ˜ œ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­-/® Ó]£nä
ˆ>iÌ̈ ˜`ÕÃÌÀˆi I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­® ä]Çän
ˆ>˜V>“>˜œ I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
® ä]ÇÇÎ
ˆiÃÃi I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­--® È]Îxx
ˆœiÀ>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­® ä]{Óä
œiÀœ >ÀÌ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­"® Ó£]£ää
œâœ˜ˆ I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­<® {]äxä
œ˜°iÀÀ>ÀiÈ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­® Ón]È£ä
œÀ}œÃiÈ>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­"® ä]nn£
œÀ}œÃiÈ> À˜V°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­",® ä]™™™
Ài“Lœ I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­,® ÓÇ]{nä
ÀˆœÃV…ˆ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­,® ä]££{
À՘iœ ÕVˆ˜iˆ I°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
® £™]Ó£ä
Õâ∠1˜ˆVi“ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­<1® £Î]x{ä
Õâ∠1˜ˆVi“ À˜V °°°°°°°°°°°°°°°°­<1,® Ç]ÈÎä
>` Ì I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
® x]Ónä
>ˆÀœ œ““° I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
® È]Çxä
>ivvˆ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
® £]xnx
>Ì>}ˆÀœ˜i °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
/® Ó]ÇÎÓ
>Ì>}ˆÀœ˜i `°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
® £]£Èä
>“«>Àˆ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
*,® x]™xä
>«i ˆÛi °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
® ä]äÇÇ
>ÀÀ>Àœ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
,,® Î]££È
>Ì̜ˆV> ð°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
--® £n]ÈÎä
i /…iÀ>«°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
/
® Ó]{Çä
i“LÀi I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
® £ä]Óää
i“i˜ÌˆÀ I°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
® È]nnä
i˜Ì° >ÌÌi /œÀˆ˜œ I °°°°°°°°°°°°°°°°­
/® {]Óxä
iÀ>“° ,ˆVV…iÌ̈°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­,
® ä]Îș
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
® ä]äx{
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
® ä]Îä£
ˆVVœi> °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
® ä]ÎnÎ
ˆÀ°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
,® £]ä™x
>Ãà `ˆÌœÀˆ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
® ä]{£Ó
˜`ÕÃÌÀˆ>°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
® n]Î{x
œLÀ> I °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°­
"® £]ä{n
Economia/Mercati Finanziari 31
italia: 51575551575557
,i˜`°
ä]{ä
ä]{x
ä]{Î
ä]Î{
ä]xä
ä]xÎ
ÕÀˆLœÀ
*iÀˆœ`œ
£ ÃiÌÌ°
£ “iÃi
Ó “iÈ
Î “iÈ
{ “iÈ
x “iÈ
È “iÈ
œ˜iÌi >ÕÀii
"Àœ
Σ “>À
/° ÎÈä
/° ÎÈx
*iÀˆœ`œ
/°ÎÈä
/°ÎÈx
Σ “>À
ä]£™™
ä]ÓÎÇ
ä]ÓÇn
ä]ΣÎ
‡
‡
ä]{£n
ä]ÓäÓ
ä]Ó{ä
ä]ÓnÓ
ä]ΣÇ
‡
‡
ä]{Ó{
Ç “iÈ
n “iÈ
™ “iÈ
£ä “iÈ
££ “iÈ
£Ó “iÈ
‡
‡
ä]xä£
‡
‡
ä]x™ä
‡
‡
ä]xän
‡
‡
ä]x™n
-ÌiÀˆ˜> ­Û°V®
-ÌiÀˆ˜> ­˜°V®
-ÌiÀˆ˜> ­«œÃÌ°Ç{®
ÀÕ}iÀÀ>˜`
>Ài˜}œ Ì>ˆ>˜œ
>Ài˜}œ -ۈââiÀœ
>Ài˜}œ À>˜ViÃi
i˜>Àœ iÌÌiÀ>
Ó£ä]än Óxä]™{
Ó£Ç]än Óxx]Σ
Ó£Ç]än Óxx]Σ
™ÓÈ]nx £°äÓÓ]ÓÓ
£ÇÓ]ä{ £™Ç]Î{
£Ç£]nÓ £™{]nÈ
£Çä]™x £™ä]nn
/>ÃÈ
>Ì̈˜œ -iÀ>
"Àœ ˆ>˜œ ­ÕÀœÉ}À°®
Îä]xx
Îä]{ä
"Àœ œ˜`À> ­ÕÃ`ɜ˜Vˆ>® £°Ó™{]ää £°Ó™£]Çx
À}i˜Ìœ ˆ>˜œ ­ÕÀœÉŽ}°®
p {n™]äx
*>̈˜œ ˆ>˜œ ­ÕÀœÉ}À°®
p
Î{]ÇÎ
*>>`ˆœ ˆ>˜œ ­ÕÀœÉ}À°®
p
£™]äx
Ì>ˆ>
ÕÀœ£Ç
>˜>`>
>˜ˆ“>ÀV>
ˆ˜>˜`ˆ>
À>˜Vˆ>
-Vœ˜Ìœ
˜ÌiÀÛ
ä]Óx
ä]Óx
ä]™™n
ä
ä]Óx
ä]Óx
ä]Óx
ä]Óx
£
ä
ä]x
ä]Óx
iÀ“>˜ˆ>
ˆ>««œ˜i
°°
1-
-Ûiâˆ>
-Vœ˜Ìœ
˜ÌiÀÛ
ä]Óx
ä]Óx
ä]£
ä]x
ä]Óx
ä]Çx
ä]Î
‡‡‡
ä]Óx
ä]Çx
œÀÃi ÃÌiÀi
iÜ 9œÀŽ Û>œÀˆ iëÀiÃÈ ˆ˜ `œ>Àˆ] > œ˜`À>
ˆ˜ «i˜Vi] > <ÕÀˆ}œ ˆ˜ vÀ>˜V…ˆ ÃۈââiÀˆ° >̈ `ˆ
iÜ 9œÀŽ i /œÀœ˜Ìœ >}}ˆœÀ˜>̈ >i œÀi Óä°ää
ˆ˜`ˆVˆ
,
/ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Σ‡äÎ
“ÃÌiÀ`>“ ­iÝ® ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° {äÎ]Ó£
Ài˜Ì ˜`iÝ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £äÇ]£È
ÀÕÝiiÇi Óä ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Σә]™{
-̜ÝÝ ÕÀœ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÎÓÎ]Îx
-̜ÝÝ ÕÀœxä ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Σȣ]Èä
-̜ÝÝ 1 ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÎÎ{]Σ
-̜ÝÝ 1xä° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ә£È]ÎÇ
/- ÕÀœÌÀ°£ää° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÓÈnn]x£
œ˜} œ˜} - ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÓÓ£x£]äÈ
œ…>˜˜iÃLÕÀ} ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° {ÎÈÎÎ]n£
œ˜`À> ­/-£ää® ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Èx™n]ÎÇ
>`Àˆ` LiÝÎx ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £äÎ{ä]xä
"Ϝ /œ« Óx° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° x£Î]Î{
-ˆ˜}>«œÀi -/° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Σnn]ÈÓ
-Þ`˜iÞ ­ "À`î ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° x{äÓ]™™
/œÀœ˜Ìœ ­Îää
œ“«® ° ° ° ° ° ° ° ° ° £{ÎÎx]£n
6ˆi˜˜> ­ÌÝ®° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÓxÓÎ]nÓ
<ÕÀˆ}œ ­-® ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° n{xÎ]nÓ
Û>À°¯
³ä]Îx
‡ä]{x
³ä]ÓÇ
‡ä]äÎ
‡ä]Î{
³ä]£È
³ä]äÓ
³ä]äÓ
³ä]Ι
‡ä]ÎÈ
‡ä]ÓÈ
³ä]££
³ä]ÓÓ
³ä]xÓ
³ä]{™
³ä]xÓ
³£]ș
³ä]™È
Ãii∜˜i
, "",/° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Σ‡äÎ
`ˆ`>à ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Çn]x{
ˆ>˜â ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £ÓÓ]Çä
>ÞiÀ }° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ™n]£n
iˆiÀÃ`œÀv ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Çä]nä
“Ü ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ™£]ÈÓ
œ““iÀâL>˜Ž } ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £Î]Î{
iÕÌÃV…i >˜Ž ˜ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÎÓ]{n
iÕÌÃV…i *œÃÌ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÓÈ]™Ç
iÕÌÃV…i /iiŽœ“ ˜ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ££]ÇÎ
Ì Õv̅>˜Ã> }° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £™]äÓ
Õ}œ œÃà } ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ™È]xn
iÌÀœ }° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ә]ÈÎ
-ˆi“i˜Ã ˜ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ™Ç]Çä
6œŽÃÜ>}i˜ } ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £nn]£ä
Û>À°¯
‡
‡ä]Ó{
‡£]£Î
‡ä]ÇÈ
‡ä]ÈÈ
³£]{£
³ä]xÎ
‡Ó]ä™
‡ä]£Ç
‡ä]Ó£
³ä]£n
³ä]xÎ
‡£]Ón
‡ä]ә
*, ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Σ‡äÎ
ˆÀ ˆµÕˆ`i ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ™n]ÎÓ
Ã̜“ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £™]nÓ
Ý> - ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £n]nÈ
˜« ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° xx]™™
>« i“ˆ˜ˆ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° x{]™x
>ÀÀivœÕÀ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Ón]£ä
>Șœ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° nÈ]În
ˆ“i˜Ìà À>˜V>ˆÃ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Çn]Çä
Àj`ˆÌ }ÀˆVœi° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ££]{x
>˜œ˜i° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° x£]ÎÎ
>Û>Ã ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° x]{Î
¿"Àj> ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ££™]Çä
ˆV…iˆ˜ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ™ä]Çn
*iÕ}iœÌ -°° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £Î]Çä
,i˜>Տ̰ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Çä]x{
->ˆ˜Ì‡œL>ˆ˜ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° {Î]nx
->˜œvˆ‡-ޘ̅i>L ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Çx]Èn
-œVˆjÌj j˜jÀ>i ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° {{]Ç£
-œ`i݅œ ˆ>˜Vi ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÇÈ]£Î
/œÌ> ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° {Ç]Èä
Û>À°¯
‡ä]Ç{
³Ó]£™
‡£]ÓÈ
‡ä]Óä
‡ä]{Ó
‡ä]{{
³ä]xÈ
‡ä]££
³ä]{{
‡£]xÇ
³ä]ÈÎ
‡ä]Ó£
‡ä]Èx
³£]ÎÎ
‡ä]Î{
³ä]{È
‡ä]£È
³ä]Î{
³ä]£Î
‡ä]™ä
7 9",° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Σ‡äÎ
“>✘ œ“° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÎÎx]ș
“iÀˆV>˜ Ý«ÀiÃà ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ™ä]{£
««i œ“« ˜V ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° xÎÈ]În
ÌE/° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Îx]£È
>˜Ž œv “iÀˆV> ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £Ç]£n
œiˆ˜} ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £Óx]xÇ
>À˜ˆÛ> ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÎÇ]ÈÓ
>ÌiÀ«ˆ>À ˜V ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ™™]{ä
ˆÃVœ -ÞÃÌi“ð ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÓÓ]xÓ
ˆÌˆ}ÀœÕ« ˜V ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° {Ç]ÈÎ
œV>‡
œ> œ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° În]ÇÈ
œ}>Ìi *>“œˆÛi ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° È{]È{
œÜ …i“ˆV>° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° {n]È{
Õ*œ˜Ì ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÈÇ]ä{
Ýݜ˜ œLˆ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ™Ç]În
œÀ` œÌœÀ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £x]x™
i˜iÀ> iVÌÀˆV ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Óx]n{
i˜iÀ> œÌœÀà ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Î{]xn
œ`“>˜ ->V…à ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £ÈÎ]ÈÇ
i܏iÌ̇*>VŽ>À` ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÎÓ]Îx
œ˜iÞÜi ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ™Ó]xÓ
L“ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £™Î]xÈ
˜`ÕÃÌÀˆi >ÌÕâ∠-«° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Ó]Ǚ
˜Ìi œÀ« ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Óx]™Ó
œ…˜Ãœ˜ E œ…˜Ãœ˜ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ™n]äÇ
* œÀ}>˜ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Èä]Ç£
œVŽ…ii` >À̈˜ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £ÈÓ]n™
ÕݜÌ̈V> À« -«> ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° xÇ]x™
Vœ˜>`¿Ã° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ™n]£n
iÀVŽ E œ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° xÈ]Ι
ˆVÀœÃœvÌ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° {£]În
œ˜Ã>˜Ìœ œ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ££Î]xä
œÀ}>˜ -Ì>˜iÞ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Σ]äÎ
ˆŽi ˜V° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÇÎ]nx
"VVˆ`i˜Ì> *iÌ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ™x]äÇ
*vˆâiÀ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÎÓ]äx
*…ˆˆ« œÀÀˆÃ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° n£]xÈ
*ÀœVÌiÀ E >“Li ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° nä]ÎÓ
1˜ˆiÛiÀ 6 ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° {£]££
1à -Ìii œÀ«° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÓÇ]ÈÈ
7>Ì ˆÃ˜iÞ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Ǚ]nn
7…ˆÀ«œœ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £{™]ÓÇ
8iÀœÝ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ££]ÎÓ
9>…œœ ˜V ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Îx]nÈ
Û>À°¯
‡ä]ÇÇ
‡ä]äÈ
‡ä]ä™
³ä]ÓÈ
³£]£n
³ä]n™
³£]äÓ
³ä]ä£
³ä]nx
³ä]nä
‡ä]{™
³ä]n{
³ä]™£
³ä]ÈÎ
‡ä]ÎÎ
³ä]nÇ
‡ä]£x
‡ä]{Î
³ä]n{
³ä]™Ç
³£]Ǚ
³£]ÈÎ
‡ä]ÎÈ
³£]£Ç
³ä]Èx
³£]£Ó
³£]{È
‡ä]Ç£
³ä]™Ç
³ä]ÇÎ
³Ó]Èn
³£]äx
³ä]Ι
³ä]{Ó
‡ä]xä
³ä]xÎ
³ä]ÈÇ
³ä]Çä
³ä]£ä
³£]nä
³£]£Î
³£]ÇÓ
³Ó]Îx
‡ä]££
" , ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Σ‡äÎ
Έ ÀœÕ« ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ΙÇ]™ä
˜}œ “iÀˆV>˜ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £xÓÈ]{Ó
ÃÌÀ><i˜iV> ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÎnÇÈ]Σ
-ŽÞ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ™£Ó]™x
>ÀV>Þà *V ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÓÎÎ]ÎÓ
* ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° {nä]ää
ÀˆÌˆÃ… /iiVœ“ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÎǙ]xä
ÕÀLiÀÀÞ ÀœÕ« ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £Î™x]ää
>ݜӈ̅Žˆ˜i ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £È£ä]Ι
>ÀŽÃ E -«i˜ViÀ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° {xÎ]Èn
*i>Àܘ *V ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £ä{™]ää
*ÀÕ`i˜Ìˆ> ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £ÓÈn]{{
,œÃ ,œÞVi ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £äÇ{]ää
,œÞ> E -՘  ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° n™]xx
,œÞ> Ž œv -VœÌ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Îän]n™
-V…Àœ`iÀà *V ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Óx™n]ää
1˜ˆiÛiÀ *V ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÓxÈä]nÇ
6œ`>vœ˜i ÀœÕ«° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÓÓä]Îä
Û>À°¯
³ä]™£
³£]£È
‡£]xx
‡ä]{™
³£]ää
‡ä]nÈ
³£]{{
‡ä]™™
‡£]È{
‡ä]{™
³Ó]Σ
‡ä]™{
‡ä]Ón
‡
³£]Ó{
³ä]Çn
³ä]£È
³ä]xx
<1," ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Σ‡äÎ
iÃ̏j° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ÈÈ]xx
œÛ>À̈à ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° Çx]ää
1LÃ ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° £n]ÓÈ
Û>À°¯
³ä]Îä
³Î]xÓ
³£]xä
32
Martedì 1 Aprile 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Cultura
Il saggio 70 anni dopo l’omicidio di Firenze
Luciano Mecacci ne esplora i retroscena
Il mistero L’azione venne rivendicata dal Pci
ma la vicenda mantiene molti aspetti oscuri
Agguato a Giovanni Gentile
Riemerge la pista britannica
Lo scopo: fermare il disegno di pacificazione del filosofo
di PAOLO MIELI
A
i primi di settembre del
1943, Giovanni Gentile
ebbe occasione di incontrare lo storico della
filosofia Mario Manlio Rossi e, a
fine conversazione, lasciò cadere
una strana frase che lo stesso Rossi riferì alcuni anni dopo: «Ho
completato la mia opera; i vostri amici, ora, possono
uccidermi se vogliono». Il fascismo era caduto il 25
luglio di quello stesso 1943 e il colloquio avveniva,
presumibilmente, nei giorni precedenti l’armistizio
dell’8 settembre, con quel che ne sarebbe seguito: la
divisione dell’Italia in due, da una parte il Regno del
Sud liberato dagli Alleati, dall’altra la Repubblica sociale «protetta» dai nazisti. Il filosofo di Castelvetrano avrebbe aderito alla Rsi, si sarebbe trasferito a Firenze, dove il 15 aprile del 1944 sarebbe stato ucciso
da un commando di partigiani comunisti davanti a
Villa Montalto. Le parole riferite da Rossi hanno colpito gran parte dei biografi di Gentile, che hanno intravisto in esse una sorta di presentimento per quel
che di tragico sarebbe accaduto di lì a qualche mese.
Adesso Luciano Mecacci in un libro assai interessante, La ghirlanda fiorentina, che sta per essere pubblicato da Adelphi, individua tra le righe qualcosa di
sorprendente a proposito dei «vostri (Rossi lo scrisse
in corsivo) amici» che Gentile aveva individuato come suoi futuri assassini.
Giova qui ricordare due particolarità di La ghirlanda fiorentina. L’autore, Mecacci, è un illustre psicologo che alcuni anni fa si era imbattuto nella figura di
Mario Manlio Rossi ed è da quel personaggio che ha
dipanato il filo del racconto. L’editore, Roberto Calasso, è figlio del grande giurista Francesco Calasso (e di
Melisenda Codignola, figlia a sua volta del pedagogista Ernesto, nonché sorella dell’esponente del Partito
d’Azione, Tristano). Francesco Calasso ebbe a che fare con la vicenda trattata in La ghirlanda fiorentina,
dal momento che — assieme a Ranuccio Bianchi
Bandinelli e a Renato Biasutti — fu uno dei tre docenti fermati per l’uccisione del filosofo. Per giorni e
giorni i tre professori restarono sospesi tra la vita e la
morte. Furono poi rilasciati per intercessione del
console tedesco Gerhard Wolf e degli stessi familiari
di Gentile, i quali, oltre ad essere persuasi che i tre insegnanti non avessero avuto a che fare con il delitto,
non volevano, in ogni caso, che all’uccisione del filosofo fosse dato un seguito di sangue. Così Roberto
Calasso, che all’epoca aveva tre anni, poté riabbracciare il padre.
Per decenni, nonostante la rivendicazione del Partito comunista, si seppe poco degli esecutori materiali dell’assassinio. Si sapeva solo che il loro leader
era stato Bruno Fanciullacci, successivamente catturato dai tedeschi, evaso, ripreso e infine morto suicida, il 17 luglio 1944, nelle carceri naziste. Finché
un’inchiesta di Giampiero Mughini, pubblicata dall’«Europeo» nel maggio 1981, rivelò le identità degli
appartenenti al commando. Tutto risolto? Nient’affatto. Nel 1985 un libro di Luciano Canfora, La sentenza (Sellerio), riaprì il caso prendendo le mosse dalla
rivendicazione comunista del delitto, sul giornale
clandestino «La Nostra Lotta». Rivendicazione che
avvenne tramite una postilla apocrifa (vergata da Girolamo Li Causi) ad uno scritto — precedente — del
grande latinista Concetto Marchesi. Marchesi non
prese mai le distanze da quelle righe scritte da Li Causi, ma, a marcare una distinzione di
responsabilità, a guerra finita ristampò, nel libro Pagine all’ombra (Zanocco), il proprio articolo nella versione originaria, priva dell’aggiunta
che conteneva la «condanna a morte».
Quando poi uscì La sentenza di
Canfora, Sergio Bertelli raccontò che
lo scrittore Romano Bilenchi gli aveva
rivelato esser stato Bianchi Bandinelli
uno dei mandanti del delitto. Nel
1989 il filologo Carlo Dionisotti riassunse così (in una lettera privata) la
questione: «Che gli uccisori di Gentile
Il gappista
fossero comunisti è fuori dubbio. Resta a sapere chi diede l’ordine. Certo
Il partigiano
non Marchesi. Certo qualcuno che alcomunista Bruno
lora era e aveva autorità a Firenze». Un
Fanciullacci (1919modo di sottolineare che le rivendica1944) guidava il
zioni dello stato maggiore del Pci e
gruppo che uccise
l’individuazione dei partecipanti al
Giovanni Gentile.
commando non avevano chiarito del
Nella foto in alto:
tutto i termini del delitto. Poi, una deGentile durante il suo
cina di anni fa, sono stati editi da Le
discorso in
Lettere due libri — Assassinio di un
Campidoglio del 24
filosofo. Anatomia di un omicidio pogiugno 1943 (Effigie)
litico di Francesco Perfetti e Il delitto
Gentile. Esecutori e mandanti. Novità, mistificazioni e luoghi comuni di Paolo Paoletti —
che hanno messo in luce numerosi altri aspetti ambigui della vicenda. Che la fanno per molti versi assomigliare a quelle delle uccisioni, negli anni Settanta,
di Luigi Calabresi (1972) e di Aldo Moro (1978): qualche relativa certezza sugli esecutori, poche sui mandanti e ancor meno (al massimo qualche supposizione) su chi si muovesse alle loro spalle.
Il filosofo Cesare Luporini, già senatore del Partito
comunista italiano, in una trasmissione radiofonica
del 1989 — in onore (e in presenza) di Eugenio Garin
— ammise che in merito a quell’uccisione c’erano
«cose che forse ancora non si possono dire». Un altro
Bibliografia
Una questione
che resta aperta
Esce il 16 aprile in libreria il
saggio di Luciano Mecacci La
ghirlanda fiorentina (Adelphi,
pp. 528, 25), dedicato ai
risvolti oscuri dell’uccisione di
Gentile. L’ipotesi d’un
coinvolgimento dei servizi
segreti inglesi venne avanzata
nel 1985 da Luciano Canfora in
La sentenza (Adelphi). Sul
tema: Francesco Perfetti,
Assassinio di un filosofo (Le
Lettere, 2004); Paolo Paoletti, Il
delitto Gentile (le Lettere, 2005).
filosofo, Gennaro Sasso, che aveva ascoltato alla radio
quelle parole, commentò: «Può darsi che il momento
(di dire quelle cose di cui parla Luporini) non sia ancora venuto; mi auguro che, nella forma che egli riterrà la più opportuna, le sue informazioni siano comunque messe a disposizione del postero che desideri stabilire con verità come in quel lontano giorno
dell’aprile 1944, davanti a Villa Montalto, andarono
propriamente le cose, e chi, propriamente, avesse deciso che andassero così». Ma Luporini non raccolse il
suggerimento di Sasso. Anche sul ruolo di Bianchi
Bandinelli restano dei dubbi. Bianchi Bandinelli, raffinato archeologo, grande amico (come anche Luporini) di Bernard Berenson, accompagnatore, in camicia nera, della visita di Adolf Hitler nel 1938 a Roma e
Firenze, all’epoca dei fatti si stava avvicinando al Pci.
«Oggi non sembrano cristalline le posizioni politiche
da lui assunte in quegli anni, ma non so se è giusto
considerarle ambivalenti», ha scritto Alvar GonzálezPalacios in un libro che è un piccolo gioiello, Persona
e maschera, appena pubblicato da Archinto. Anche
un’altra gappista, Teresa Mattei, raccontò che Bianchi
Bandinelli aveva quanto meno avallato il delitto, definendolo «un atto terribile, ma necessario». Già Canfora, però, ha dubitato della veridicità di quei ricordi,
mettendo in evidenza il fatto che Bianchi Bandinelli
aveva aderito al Partito comunista nel settembre del
1944 ed era perciò improbabile che fosse stato ammesso nella ristretta cerchia di chi, cinque mesi prima, aveva concepito l’attentato a Gentile.
A proposito di Garin va ricordato che quattro giorni dopo l’uccisione, lui stesso si trovò a tenere a Firenze una lezione (su san Carlo Borromeo) nel corso del-
la quale svolse una sorta di orazione funebre in onore
del filosofo ucciso. «Invano», scrive Mecacci, «ho
cercato nell’archivio del circolo qualche documento
sullo svolgimento della serata». E ancora: «Rincresce
che fra le carte di Garin detenute dalla Scuola Normale di Pisa non ci sia traccia del testo della commemorazione di Gentile». Ci dobbiamo attenere ad un succinto resoconto pubblicato dalla «Nazione», secondo
cui, quella sera a Firenze, «l’oratore, legato di filiale
amicizia a Giovanni Gentile», ne aveva «tratteggiato
l’alta figura morale». A tal punto «filiale» era l’amicizia di Garin che Gentile aveva proposto all’editore Vallardi di pubblicare una storia della filosofia italiana
con le due firme, la sua e quella dello stesso Garin,
appaiate. Cosa di cui Gino Vallardi scrisse esplicitamente al figlio di Gentile, Federico, un mese dopo
l’uccisione del padre. Poi fu lo stesso editore ad avere
un ripensamento. Il 25 aprile del 1945 l’Italia fu liberata e il 29 luglio Vallardi scrisse a Garin, spiegando
che «gli avvenimenti dell’aprile scorso ci hanno fatto
pensare sull’opportunità — o meno — di editare un
volume che uscisse col nome del prof. Gentile».
Nel frattempo Garin aveva già provveduto a mettere in regola le proprie carte. Nel settembre del 1944,
Necessità di chiarezza
Cesare Luporini, ex senatore comunista,
ammise nel 1989 che in merito
a quell’uccisione dell’aprile 1944 c’erano
«cose che forse ancora non si possono dire»
Venezia Cino Zucchi, curatore della rassegna di Architettura per il nostro Paese, presenta «Innesti/Grafting». Anche video inviati dagli appassionati
Padiglione Italia, l’Expo di Milano andrà in mostra alla Biennale
di PAOLO CONTI
C
i sarà molta Milano, nel Padiglione Italia
della 14° Mostra internazionale di Architettura della Biennale di Venezia presentata
ieri al ministero dei Beni culturali dal ministro Dario Franceschini, dal presidente della Biennale Paolo Baratta e dal curatore del Padiglione, Cino Zucchi.
Il titolo, Innesti/Grafting, rinvia alla direzionesuggestione indicata dal direttore della Mostra Internazionale, Rem Koolhaas, ai padiglioni nazionali: Absorbing Modernity 1914/2014. Ovvero come e
perché i tessuti urbani del mondo hanno assorbito
la Modernità, dunque l’ultimo secolo. Zucchi non
proporrà «l’idea di una evoluzione lineare», ma
l’esame di singoli episodi.
Il caso di Milano verrà assunto come esemplare
«laboratorio del moderno», come sostiene Zucchi,
«per i progetti dalla grande carica trasformativa al
confronto con la struttura urbana preesistente».
Ma Milano è laboratorio attualissimo di una ulteriore trasformazione, l’articolata scommessa del-
Luoghi
Il vecchio Padiglione Italia ai
Giardini di Venezia. Il nuovo
occupa un ampio spazio alle
Tese dell’Arsenale. Il Ministero ha
incaricato Cino Zucchi di curare
la mostra per il nostro Paese
l’Expo 2015, che verrà studiata nei suoi contenuti e
soprattutto nei suoi sviluppi futuri che coinvolgeranno le future generazioni di milanesi, perché ne
cambieranno la vita quotidiana.
Proprio per questo, Expo 2015 è uno dei principali partner del Padiglione Italia e parteciperà con
un proprio progetto espositivo (ideato da Modus
Architects) che intersecherà i due avvenimenti:
l’Expo 2015, col tema Nutrire il pianeta, Energia
per la vita, e i Padiglioni internazionali incluso
quello italiano. Naturalmente Milano è solo un capitolo dell’intera avventura del Padiglione Italia
(stavolta non ci saranno inviti, ma solo la figura del
curatore-ricercatore) che guarderà a tutta la Penisola.
Dice Zucchi: «La realtà urbanistica italiana è così
antropizzata e stratificata da rendere impossibile la
concezione di qualsiasi singolo edificio come oggetto autonomo. L’Italia si è insomma sempre “costruita su se stessa” anche con innesti su ferite precedenti, basti pensare solo a Castel Sant’Angelo
edificato sul Mausoleo di Adriano». E sarà proprio
questo il filo che condurrà il visitatore nei vasti spa-
zi delle Tese delle Vergini all’Arsenale. Zucchi ha
anche lanciato il progetto Paesaggi abitati: chiunque potrà inviare un filmato lungo tra i due e i cinque minuti che racconti la vita quotidiana degli italiani nel loro rapporto con gli spazi (basta seguire
le istruzioni su www.innesti-grafting.it) dando vita a un’opera collettiva.
Per Paolo Baratta, presidente della Biennale, il
progetto generale di Rem Koolhaas «con grande
coraggio e ambizione ripercorre la storia della modernità negli ultimi cento anni e nei suoi sviluppi
recenti, ripropone in nuova prospettiva gli elementi che dovrebbero costituire i riferimenti per un rigenerato e attuale rapporto tra noi, la nostra civiltà
Esposizione
La XIV rassegna di Architettura si
aprirà il 7 giugno prossimo
all’Arsenale e ai Giardini di Venezia.
Sarà diretta da Rem Koolhaas
e l’architettura». Il ministro Franceschini (che ha
annunciato interventi per le periferie italiane) ha
definito la Biennale «un esempio di buona offerta
culturale, di buona gestione pubblica e di integrazione pubblico-privato, senza tabù legati a ideologie di ritorno». E su questo tema ha annunciato:
«Nel nostro Paese il dibattito sull’intervento dei
privati si riduce a una contrapposizione, cioè o si
tutela o si svende. Ma non è così. I privati possono
dare una mano anche se il loro intervento non sostituisce quello pubblico. Stiamo lavorando ad incentivi fiscali. È un aiuto ma non l’unico. Ci sono
anche privati che sono pronti a donare senza incentivi».
Il Padiglione Italia costerà complessivamente un
milione e 200 mila euro: la metà verrà finanziata da
fondi pubblici, l’altra metà da sponsor privati. E qui
il cerchio si chiude, sempre pensando a chi continua ostinatamente (e spesso istericamente) a demonizzare, in modo anti-storico e autolesionista,
l’intervento dei privati nei diversi settori della nostra vita culturale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Martedì 1 Aprile 2014
eseguì la «sentenza di morte» per Gentile figura nel
Dizionario della Resistenza edito da Einaudi nel 2001
senza che ci sia alcun riferimento al gesto più clamoroso a lui attribuito, l’uccisione del filosofo, appunto.
E ancora: l’uomo che sparò quasi sicuramente fu il
gappista Giuseppe Martini (nome in battaglia «Paolo»), espatriato in Cecoslovacchia tra il 1948 e il 1954,
morto nel luglio del 1999 senza che, nel Pci, mai più
nessuno abbia parlato di lui. Sia Martini che Luciano
Suisola, anch’egli gappista, dissero di aver avuto l’impressione che «l’ordine di giustiziare Gentile venisse
da più in alto» di Alvo Fontani, Cesare Massai o altri
dirigenti del Pci fiorentino. Quando, 55 anni dopo
l’uccisione di Gentile, Martini morì — malato e con
scarse risorse finanziarie (campava della sola pensione minima) — al suo funerale, per quel che risulta a
Mecacci, «non si presentarono rappresentanze ufficiali dei suoi vecchi compagni di lotta». C’è poi un’altra vicenda curiosa. Nel 2004, un ex partigiano azionista, Bindo Fiorentini, raccontò che alla fine di marzo del 1944 «una figura in vista nel movimento di liberazione fiorentino» gli aveva chiesto di
accompagnare un esponente del Partito d’Azione per
un sopralluogo là dove sarebbe stato ucciso Gentile.
Citava, Fiorentini, il giro di Radio Cora, l’emittente
clandestina del Partito d’Azione, canale di comunicazione tra il partito stesso e l’VIII armata britannica. La
sede di Radio Cora in Piazza d’Azeglio, a Firenze, sarebbe poi stata scoperta dai tedeschi il 7 giugno del
1944. Bizzarro quel coinvolgimento degli azionisti,
dal momento che il Partito d’Azione avrebbe poi polemizzato con i comunisti non solo per l’assassinio
del filosofo, ma soprattutto perché in quel partito
aveva rivendicato quell’impresa a nome dell’intero
Cln. Con l’aggravante — secondo la loro denuncia —
degli epiteti a cui aveva fatto ricorso il segretario del
Pci, Palmiro Togliatti, all’indirizzo del pensatore ucciso: «canaglia», «bandito politico», «camorrista»,
«corruttore di tutta la vita intellettuale italiana»,
«immondo», «filosofico bestione». Giudizi a cui immediatamente si era adeguato il filosofo comunista
La nuova ipotesi
Un filone d’indagine interessante porta
ai legami dello studioso Mario Manlio Rossi
con alcuni ambienti inglesi e scozzesi
appena quattro mesi dopo la sua commemorazione
di Gentile, aveva scritto sul «Corriere di Firenze» che
«il fascismo era, non già una discutibile teoria politica, ma il malcostume eretto a sistema e la organizzazione programmata di quanto peggiore i secoli più
tristi della storia d’Italia abbiano lasciato in eredità
nel carattere italiano». Poi collaborò al giornale liberale «La Nazione del Popolo», quindi firmò, il 26 febbraio del 1946, il «Manifesto agli italiani» del Movimento della democrazia repubblicana di Ferruccio
Parri e Ugo La Malfa. Garin aveva poi rimesso in ordine i propri conti con il passato, scrivendo nell’aprile
del 1954 (sul «Nuovo Corriere») che, pur essendo ancora un «non comunista», desiderava esprimere un
netto «ripudio dell’anticomunismo». E Togliatti lo
aveva premiato, nel 1958, invitandolo a tenere all’Istituto Gramsci una relazione sul fondatore dell’«Ordine Nuovo» alle cui «Lettere» e ai cui «Quaderni» Garin aveva prestato attenzione già dalla seconda metà
degli anni Quaranta. Dopodiché, secondo Mecacci, i
riferimenti di Garin al maestro di Castelvetrano furono caratterizzati da «reticenze» e «inusitate sciatterie» sulla quali, afferma l’autore de La ghirlanda fiorentina, «non mi sento di fare altra ipotesi se non che
la morte di Gentile dovette agire su di lui come un fatto traumatico, tale da condizionare l’elaborazione del
distacco necessario a consentirgli un lavoro storico
compiuto».
Ma torniamo ai fatti del 15 aprile 1944. Sono da registrare alcune stranezze che hanno caratterizzato
quello che è difficile classificare in senso stretto come un episodio della Resistenza all’invasore nazifascista. Bruno Fanciullacci, il capo del commando che
Cultura 33
italia: 51575551575557
Antonio Banfi: «Gentile», scrisse Banfi, «era e rimase
un incolto… Le sue ricerche non uscivano dall’ambito
della ‘filosofia delle bancarelle’… La crudeltà della
morte sembra sproporzionata alla persona, sembra
gettare non una luce tragica, ma un senso di grottesco su una vita ed un’anima mediocre». E qui Mecacci
ripropone, non senza malizia, precedenti lettere nelle quali, per perorare la causa della propria carriera
universitaria, Banfi si era rivolto a Gentile con espressioni oltremodo melliflue: «la mia sorte nel concorso
è tutta affidata a Lei», «la Sua stima m’è ora di vivo
compiacimento e conforto», «le scrivo e ancora una
volta le raccomando la mia sorte».
Diverso il comportamento di Guido Calogero, che
di Gentile era stato allievo e, pur essendo un convinto
antifascista, non volle dimenticare anche in quei tragici momenti quanto il filosofo dell’attualismo aveva
fatto per consentire a quelli come lui di potersi esprimere e, soprattutto, come si fosse prodigato in sostegno agli intellettuali ebrei. Una volta Gennaro Sasso
così riferì della «censura» di Calogero in relazione a
quel tragico evento: «Della morte del suo antico maestro, col quale aveva intrattenuto un rapporto profondo, preferiva dimenticarsi (avvolgendola, intendo dire, dell’oblio che riserviamo alle cose che non abbiamo la forza di tener dolorosamente vive nella memoria) e Gentile era in genere per lui un argomento sul
quale non riusciva a soffermarsi». Per quel che riguarda i professori universitari, i funerali di Gentile si
segnalarono — come fece immediatamente notare
Giacchino Volpe — più per le assenze che per le presenze. Tra quelli che parteciparono ci fu l’intellettuale crociano Raffaello Franchini (allievo di Mario
Manlio Rossi), il quale, poco tempo dopo, fu il primo
a puntare l’indice accusatore contro gli ex allievi del
filosofo: «Se pensiamo che tra i mandanti morali ci
sono alcuni uomini che da Gentile ebbero cattedre,
pubblicazioni di libri, titoli accademici, favori di ogni
genere e che del nome di Gentile fecero l’etichetta, il
biglietto da visita a effetto sicuro per le
loro opere storiche filosofiche e letteIntellettuali
rarie, se noi pensiamo a tutto ciò, più
che lo sdegno ci prende un’angoscia
profonda, uno smarrimento indicibile». C’è poi un’altra circostanza poco
L’uccisione di
chiara. A seguito dell’uccisione di
Giovanni Gentile fu
Gentile, a parte l’arresto (e il rilascio)
rivendicata dai
delle persone di cui si è detto, non fucomunisti con una
rono presi provvedimenti. Invece due
postilla apocrifa a uno
settimane dopo, allorché fu ferito a
scritto del latinista
morte un ufficiale della Guardia naConcetto Marchesi
zionale repubblicana, Italo Ingaramo,
(nella foto qui sotto),
furono immediatamente mandati al
apparso sul periodico
plotone di esecuzione prima quattro e
«La Nostra Lotta»
poi altri tre prigionieri. È evidente la
sproporzione tra le due reazioni.
Insomma tanti, tantissimi misteri
avvolgono questa storia. Mecacci, sulla scia di alcune intuizioni contenute
ne La sentenza di Luciano Canfora, riprende un filo a suo giudizio lasciato
cadere troppo in fretta: quello del rapporto tra i servizi segreti inglesi, Radio
Cora e un circolo, il più insospettabile,
di intellettuali fiorentini. Quello di
Mecacci non è un ragionamento a tesi:
un grande pregio de La ghirlanda fiorentina è quello di aprire squarci in
zone d’ombra dove la luce non era mai
penetrata, senza avere la pretesa di dire una parola definitiva. Qui torna come personaggio centrale Mario
Manlio Rossi. Quel Rossi che avrebbe
avuto un rapporto molto conflittuale,
per dispute di concorsi universitari,
con Garin (il Garin da lui definito in
anni successivi «quel piccolo carognetto che dài e picchia, saltando dal
fascismo alla sacrestia, è riuscito a
battermi con i suoi soliti pasticcetti e
giocherelli») e che, pur potendo vantare validi titoli di antifascismo — o
forse proprio per questo –, aveva sempre rifiutato di avvicinarsi al Pci e, anche nel secondo dopoguerra, aveva tenuto rapporti di affetto e amicizia con
i figli di Gentile. In particolare con Federico, che condivideva con lui il di Il filosofo Eugenio
sprezzo per molti ex allievi del padre,
Garin (nella foto al
tant’è che il 5 aprile del 1948 gli scriscentro), poi convinto
se: «In nessun campo si è visto fare
antifascista, era molto
tante capriole indecenti come quello
legato a Gentile
della cultura, e veramente c’è un limite
Tra gli intellettuali
anche alla indecenza». Rossi non avesospettati di avere
va un carattere facile (ma Benedetto
avuto una parte
Croce ebbe per lui parole di stima) e
nell’uccisione di Gentile
quando, per reazione alle vicende di
c’è anche l’archeologo
cui si è detto, andò a insegnare a
Ranuccio Bianchi
Edimburgo, furono pochi i giovani itaBandinelli (nella foto
liani che andavano a fargli visita: fra
qui sopra)
questi — particolare interessante —
lo studioso del teatro inglese Masolino d’Amico e sua
moglie, la francesista Benedetta Craveri, nipote di
Croce. Nel corso della guerra Rossi era stato assunto
dal Governo militare alleato, per conto del quale aveva lavorato a Firenze, dove però non esiste documentazione su quel che fece in tale veste. «Non voglio scivolare in banali dietrologie», scrive Mecacci, «ma insospettisce il fatto che non vi siano tracce». Quali erano, all’epoca, gli «amici» di Rossi a cui avrebbe
potuto essersi riferito Gentile nella conversazione in
cui aveva previsto la propria uccisione? Certo, afferma Mecacci, non i comunisti, bensì «amici anglosassoni, soprattutto irlandesi e scozzesi, con cui Rossi
era venuto a contatto nel corso dei suoi lunghi viaggi». Quelle stesse persone che avrebbero avuto un
Riconoscimenti La consegna in maggio a Gorizia
L’addio Presidente per quarant’anni a Spoleto
A Max Hastings il premio FriulAdria
nel centenario della Grande guerra
Carlo Belli, il teatro come esperimento
dove il «melologo» incontrava la poesia
N
È
ato nel dicembre 1945, a lungo corrispondente di guerra
per prestigiose testate, autore di molti bestseller, lo
studioso inglese Max Hastings (nella foto) è noto per la sua
capacità di raccontare le vicende del passato, specie quelle
militari, in modo vivace e coinvolgente. Dopo aver tradotto
nel 2012 il suo grande affresco della Seconda guerra
mondiale, intitolato Inferno, ora l’editore Neri Pozza si
appresta a pubblicare il saggio di Hastings Catastrophe 1914
(Knopf Press) sullo scoppio e il primo anno della Grande
guerra. Non stupisce quindi che, nel centenario del primo conflitto mondiale, sia
stato assegnato proprio ad Hastings il premio Friuladria «Il romanzo della storia»,
promosso dai festival èStoria di Gorizia e Pordenonelegge con il sostegno di Banca
Popolare FriulAdria-Crédit Agricole. Si tratta infatti di un riconoscimento
destinato agli autori attenti alla dimensione narrativa della storiografia, che negli
anni scorsi è stato assegnato a personalità come Ian Kershaw, Corrado Augias,
Edward Luttwak e Luciano Canfora. Hastings riceverà il premio il 24 maggio a
Gorizia nel corso della decima edizione del festival èStoria, che si tiene dal 22 al 25
maggio ed è dedicata al tema «Trincee», per il centenario della Grande guerra.
Nell’occasione l’autore presenterà l’edizione italiana di Catastrophe 1914, in cui
sostiene che il conflitto fu causato dall’aggressività tedesca e che la scelta della
Gran Bretagna d’intervenire contro la Germania, dopo l’invasione del Belgio, era
pienamente giustificata in quelle terribili circostanze storiche. (R. C.)
morto a 99 anni Carlo Belli, presidente del Teatro Lirico
Sperimentale di Spoleto per quattro decenni. Il teatro
era stato fondato dal padre Adriano nel 1947,e da allora
incessantemente aveva tenuto corsi di perfezionamento
per giovani cantanti, alcuni dei quali divenuti famosissimi.
(Renato Bruson, Daniela Barcellona, Leo Nucci e tanti
altri.) Pur disponendo di mezzi economici limitati, l’ente
ha prodotto alcuni degli eventi più interessanti di Teatro
Lirico, con audacia, voglia di sperimentazione e proposte
di nuove voci e modi di interpretazione teatrale senza esempi simili in Italia,
negli ultimi decenni. Con la direzione artistica di Michelangelo Zurletti e quella
amministrativa di Claudio Lepore e la vicepresidenza di Chiara Profili, il Teatro
Lirico Sperimentale propone anche, praticamente unico teatro lirico in questo
momento in Italia, nuove opere e una serie di melologhi tratti da testi di celebri
poeti italiani. Luciano Berio ha dato un contributo notevole alla progettazione di
particolari interventi culturali e musicali. I migliori registi italiani di opere
liriche e di teatro di prosa si sono occupati della direzione dei giovani cantanti
nei nuovi allestimenti. Carlo Belli, con i suoi modi gentili, con il credo profondo
nella necessità di dare ai giovani artisti nuove possibilità, ha sempre convinto
tutti a collaborare con il Teatro, sormontando difficoltà economiche e d’altro
genere. Alto, dritto, sorridente, intelligente e conciliante, ma fermamente
convinto, fino all’ultimo ha dato un esempio di vita a tutti. (Giorgio Pressburger)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
peso determinante «sulla sua assunzione come assistente-interprete degli ufficiali inglesi del Governo
militare alleato, e poi, presso il contingente americano, come insegnante di storia e filosofia dalle alte benemerenze antifasciste». Tra questi si segnala John
Purves, suo predecessore nella cattedra di Edimburgo. Purves era venuto in Italia prima della guerra e
aveva avuto un’ intensa frequentazione, a Firenze,
con Eugenio Montale e i suoi sodali. Un ambiente di
cui Purves, arruolato (come si desume da numerosi
indizi) nell’«esercito segreto di Churchill», annotò
tutto, nome per nome, in un taccuino a cui pose il titolo — già allora, una prima volta — «Ghirlanda fiorentina». «Ghirlanda fiorentina» che servì da «agenda» per i servizi segreti alleati. Ed è in margine a questo taccuino di Purves che Mecacci scrive le pagine
più ricche, suggestive e affascinanti del suo libro
pubblicato da Adelphi.
Ma torniamo alla morte del filosofo. Gentile tra il
1943 e l’inizio del 1944 era praticamente in rotta con
fascisti e nazisti. Già nel giugno del 1943, prima della
caduta del fascismo, aveva pronunciato in Campidoglio un discorso a favore della pacificazione nazionale. Poi aveva sì seguito Mussolini nell’avventura della
Rsi (probabilmente anche per ottenere la liberazione
del figlio Federico, internato dai nazisti in un campo
di prigionia a Leopoli), ma aveva manifestato dissenso nei confronti di Alessandro Pavolini e sdegno per
le efferate imprese della banda guidata da Mario Carità. Il 10 aprile del 1944 i tedeschi avevano ucciso Brunetto Fanelli, segretario della sua casa editrice, la
Sansoni (ed è curioso, osserva Mecacci, che nella saggio La Resistenza a Firenze di Carlo Francovich, dove pure di
lui si parla, non si faccia cenno al legame tra Fanelli e Gentile). Il filosofo —
che seppe dell’assassinio del suo segretario la mattina del 15 aprile — aveva
precedentemente chiesto un incontro
a Mussolini, il quale lo avrebbe ricevuto il 18. Per ascoltare, presumibilmente, le sue rimostranze. Strano che, essendo questo lo stato dei fatti, radio
Londra avesse proprio in quel periodo
intensificato gli attacchi a Gentile e ancor più sorprendente la messe di indizi che collegano
americani, inglesi e ambienti della «ghirlanda fiorentina» all’uccisione del filosofo. Mecacci, ripetiamo, si limita ad elencarli, guardandosi bene da puntare l’indice accusatorio. Al più spiega come attorno a
Gentile si stesse creando una corrente politica pronta
a offrire una soluzione di compromesso — la «pacificazione nazionale» — per fare uscire dalla guerra la
Rsi. E come, a quel punto, gli Alleati volessero evitare
che tale proposta venisse anche solo presa in esame.
Mecacci si spinge a ipotizzare che «se Gentile fu ucciso, nel mese della svolta di Salerno (quella con cui
Togliatti accettò il patto con Vittorio Emanuele III in
funzione antitedesca), per la preoccupazione che destava un suo possibile futuro di leader, proprio tale
futuro avrebbe potuto essere l’argomento centrale di
discussione con il Duce» fissato per il 18 aprile. Su
una cosa l’autore non sembra aver dubbi: i colpi contro Gentile non furono esplosi per il suo passato ma
per il futuro che, proprio in quel frangente, avrebbe
potuto avere.
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
34
Martedì 1 Aprile 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Corriere della Sera SMS
Idee&opinioni
Le news più importanti in anteprima sul tuo cellulare. Invia un sms con la parola CORRIERE al 4898984
Servizio in abbonamento (4 euro a settimana). Per disattivarlo invia RCSMOBILE OFF al 4898984
Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile
INDIVIDUO E STATO SOCIALE
✒
«Illustri uomini della sinistra nazionale e milanese stanno dimenticando un piccolo particolare — ha
detto ieri Riccardo De Corato, capogruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio regionale lombardo, commentando la scomparsa di Gerardo D’Ambrosio —, che è
stato anche il magistrato che ha assolto il
commissario Calabresi per la morte dell’anarchico Pinelli, all’indomani della
strage di piazza Fontana». De Corato rimprovera la sinistra, per la verità senza fare
nomi e cognomi, di un uso strumentale
della figura di un grande magistrato, sottolineandone soprattutto il contributo
durante la stagione di Mani Pulite, quando D’Ambrosio fu incaricato dal procuratore Francesco Saverio Borrelli di coordinare le indagini dell’agguerrito pool di
magistrati di cui facevano parte personalità di diverso orientamento come Di Pietro, Colombo, Davigo, Greco, Ielo.
In effetti fu proprio in quel periodo che
il procuratore aggiunto fu accusato da destra di essere «comunista» per non aver
seguito le indicazioni di Tiziana Parenti,
poi deputata di Forza Italia, nell’inchiesta
su una somma trasferita da un manager
della Ferruzzi al tesoriere Primo Greganti.
Una coda di quel veleno si ritrova nella
motivazione con cui il sindaco Pdl del paese natale di D’Ambrosio, Santa Maria a
Vico, in provincia di Caserta, nel 2012 negò al magistrato ormai ottuagenario la cittadinanza onoraria. Un’accusa immotivata, quella di «non essere stato al di sopra
delle parti» per un giudice che aveva fatto
dell’obiettività e dell’equidistanza la sua
cifra personale, al di là dei convincimenti
politici. È vero che D’Ambrosio assolse il
commissario Luigi Calabresi e attribuì la
morte di Pinelli a un malore, andando
contro a una violenta corrente di opinione a sinistra, in cui si distinse il gruppo di
Lotta Continua. Lo stesso coraggio dimostrato a fianco del giudice Emilio Alessandrini, freddato dai terroristi di Prima Linea, per spostare le indagini sulla strage
di piazza Fontana dall’insussistente pista
anarchica a quella della destra eversiva.
I bravi giudici non si distinguono dal
colore politico (D’Ambrosio fu senatore
del Pd) ma dall’indipendenza dimostrata
nelle indagini.
Dino Messina
© RIPRODUZIONE RISERVATA
CHECCO ZALONE E JEP GAMBARDELLA
COME SIAMO E COME VORREMMO ESSERE
✒
Grazie a Checco Zalone, con la parodia di Jep Gambardella da Amici
di Maria De Filippi poi rimbalzata sui social network, una grassa risata ha sepolto
le discussioni pro o contro La grande bellezza di Paolo Sorrentino. Con il suo numero, Luca Medici — che ha il coraggio di
misurarsi su personaggi freschi — ha creato un cortocircuito tra due maschere ciniche dell’Italia contemporanea: Gambardella è quello
che molti vogliono o credono di voler essere, eleganti
e vincenti, nonostante la
crisi; Checco Zalone è quello che molti italiani, volenti
o nolenti, sono: spudoratamente soddisfatti della
propria vile umanità.
Jep, dandy partenopeo
accampatosi sine die a Roma, è un perfetto prodotto da esportazione, puro made in Italy (altrimenti non lo
diremmo in inglese), versante moda e turismo: testimonial dell’eleganza sartoriale
italiana e del contesto architettonico in cui
la sfoggia, Roma. Un’eccellenza espressa
con raffinata indolenza e autocompiaciuta
noia da Toni Servillo.
Come seduttore stanco, Jep non è solo
un novello Marcello Mastroianni da Dolce
vita, torbato con un po’ di Principe de Curtis: è l’ultimo erede, sterile, del superuomo
dannunziano, decaduto a magnifica macchietta di se stesso, come il Vate al Vittoriale. E così celebra senza dolore il funerale in
terrazza dei radical-chic. Che ringraziano.
L’inventore e l’interprete di Gambardella, infatti, sono di casa a Che tempo che fa,
mentre Zalone troneggia
da De Filippi, dove gioca —
a volte con ostentata trivialità — sulla spudorata sincerità del personaggio che
vuole vivere al di sopra delle proprie possibilità; anzi,
possibilmente, dei meriti.
Questo cafone pugliese
emigrato al Nord è più cattivo del terruncello di Diego
Abatantuono o del coatto
romano di Carlo Verdone: è il degno erede
di certi cinici di Alberto Sordi o di Fantozzi.
È l’italiano medio impoverito. Che non può
permettersi i vestiti di Gambardella e,
quando può, li indossa male.
Luca Mastrantonio
criticalmastra
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ANTIBIOTICI VIETATI NELL’ALLEVAMENTO
GLI USA IN RITARDO DI VENT’ANNI
✒
Dopo un braccio di ferro di quasi
vent’anni, l’industria farmaceutica
americana sembra essersi finalmente piegata alla richiesta della Food and drug administration di non impiegare più antibiotici per la crescita degli animali, animali le
cui carni vengono esportate in tutto il
mondo, Italia inclusa. Delle 26 case produttrici dei farmaci considerati più dannosi, 25 hanno accettato di limitarne l’uso alla cura o prevenzione di malattie del bestiame su ricetta dei veterinari. Di fatto diventa perciò illegale per gli allevatori di
pollame, bovini e ovini mescolare antibiotici alla loro acqua o il loro cibo allo scopo
di farli ingrassare di più e più in fretta. La
Food and drug administration ha ammonito che controllerà l’osservanza dell’accordo e se necessario prenderà misure più
severe.
Stando alla American medical association, che avrebbe preferito una messa al
bando di questa prassi per legge, la regolamentazione volontaria rappresenta un importante passo avanti, ma sulla sua efficacia esistono dei dubbi. Secondo l’istituto
di ricerca Pew di Filadelfia, in America il 70
per cento della produzione di antibiotici è
destinata alla growth promotion, la promozione della crescita degli animali, in
maggioranza allevati in batteria. Per contenere possibili cali dei profitti nel nuovo regime, con l’appoggio di veterinari compiacenti l’industria farmaceutica potrebbe ora
spacciare l’impiego degli antibiotici per
impiego terapeutico. Un’assurdità perché
da una ricerca della Perdue, quarta produttrice di pollame, l’uso degli antibiotici non
ha ridotto, ma aumentato di poco i costi.
Nell’Unione Europea, il ricorso a questi
farmaci nella crescita degli animali è definitivamente vietato dal 2006. Mescolati all’acqua e al cibo gli antibiotici producono
batteri di volta in volta più resistenti oltre
che nel bestiame anche negli esseri umani
e nelle piante. A causa loro, dichiara l’Organizzazione mondiale della sanità, si sono formate negli ultimi anni incurabili infezioni in ogni genere di organismo. Ma
dal 1997, quando la Food and drug administration fu sollecitata da un tribunale a intervenire, l’industria farmaceutica americana aveva finanziato studi intesi a provare
che l’impiego degli antibiotici non costituiva un pericolo grave, e che nell’Unione Europea erano rimasti in uso. Il fatto che ci
abbia ripensato è una tardiva ammissione
di avere barato al tavolo da gioco.
Ennio Caretto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La pensione è ricchezza accumulata
Non confondere previdenza e assistenza
di PIERO OSTELLINO
SEGUE DALLA PRIMA
Emerge, qui, tutta la differenza di
interpretazione del diritto di proprietà fra
liberalismo e socialismo.
Per il liberalismo, la pensione è, nella
divisione del lavoro capitalistica,
l’accumulazione di ricchezza, da parte del
lavoratore, a garanzia e a tutela delle libertà
dell’Individuo che già avevano previsto i
primi liberali alcuni secoli fa, sia di fronte
alla (eventuale) volontà del capitalista, sia a
quella del potere politico di condizionarle;
l’una limitata dallo «stato di necessità» del
lavoratore, privo di risorse economiche
autonome, davanti al datore di lavoro; l’altra
limitata dalla sudditanza del cittadino di
fronte al potere della politica. Non è un caso,
del resto, che i regimi autoritari e totalitari,
all’atto della propria scalata al potere, si
preoccupino, soprattutto e prima di tutto, di
cancellare il diritto di proprietà in quanto
premessa e condizione della successiva
negazione delle libertà civili e politiche.
Per il socialismo, pur nelle sue varie forme
democratiche assunte da noi — ieri,
comunista ed egualitaria, ma non
sovversiva; oggi renziana, riformista,
ancorché parecchio confusa — Previdenza e
Assistenza sono assimilabili, identificabili,
la stessa cosa, perché formazione ed
erogazione delle pensioni sono
manifestazioni della Funzione pubblica. Per
il liberalismo, Previdenza e Assistenza sono
due momenti inconfondibili. La Previdenza
ha una natura eminentemente privatistica
perché riguarda il versamento e
l’accumulazione di contributi individuali.
L’Assistenza ha una natura eminentemente
pubblica perché dipende dalla fiscalità
generale. La pensione, grazie al pagamento
dei contributi individualmente versati
durante gli anni lavorativi, è, sotto il profilo
liberale, «salario differito», accumulazione
di risorse a sostentamento dell’ex lavoratore
una volta che abbia smesso di lavorare e di
percepire un salario. La pensione è, così, la
forma che assume politicamente,
economicamente e socialmente — nella
«società aperta» e in un regime capitalistico
e di mercato — la particolare accumulazione
di ricchezza da parte del lavoratore rispetto
all’accumulazione del capitalista. Il diritto di
proprietà sulla propria pensione, grazie al
quale tale accumulazione si sostanzia
eticamente, socialmente e giuridicamente, è
il fondamento delle libertà borghesi proprio
perché sottrae il lavoratore, almeno in
BEPPE GIACOBBE
D’AMBROSIO, UN MAGISTRATO INDIPENDENTE
ALLA PROVA DEL PREGIUDIZIO POLITICO
vecchiaia, all’obbligo di lavorare per
mantenersi e alla dipendenza dal datore di
lavoro, così come sottrae l’individuo
all’invadenza e all’arbitrarietà del potere
politico sulla propria vita.
Per il socialismo, pur nelle varie forme
assunte in Italia — ieri, comunista,
egualitaria, ma non rivoluzionaria; oggi,
renziana, riformista, ancorché parecchio
ancora confusionaria — Previdenza e
Assistenza sono assimilabili, identificabili,
la stessa cosa, perché, entrambe sono
funzioni dello Stato. Emerge, così, in tutta
evidenza, la differenza fra Stato liberale e
Stato socialista in tema di proprietà. La
pensione — esposta di volta in volta alle
discrezionali decisioni del mutevole potere
politico — non è, per il socialista, un diritto
di proprietà, ma una variabile del sistema di
redistribuzione della ricchezza. Il potere
politico, in nome della Giustizia sociale,
prende arbitrariamente da un pensionato,
confiscandogli una parte della proprietà, per
dare ad un altro (che non se l’è creata).
L’assimilazione-identificazione di
Previdenza e Assistenza annulla la funzione
(liberale) della ricchezza accumulata dal
lavoratore e attribuisce allo Stato — che,
perciò, può fare ciò che vuole della
sua pensione — l’onere, peraltro
solo formale, del suo
sostentamento una volta che abbia
smesso di lavorare. Lo Stato
socialista è paragonabile ad una
sorta di paternalistico Ente
benefico, ad un Ospizio nel quale
gli anziani campano non grazie
all’accumulazione di ricchezza da
essi stessi prodotta durante gli
anni di lavoro e che si è tradotta,
con la pensione, in proprietà
privata, ma della carità pubblica.
In realtà, è una parte di pensionati
che assicura la pensione all’altra non per
spontanea e volontaria solidarietà, ma per
coazione fiscale.
Poiché questa era (anche) la condizione dei
cittadini (sudditi) nei Paesi di socialismo
reale — ciò che Churchill chiamava «l’equa
distribuzione della povertà» — è
francamente difficile sostenere che, in tali
condizioni, i cittadini, sia come ex
lavoratori, sia come individui, vivano, da
noi, meglio e siano più liberi.
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
PROCESSO E ELEZIONI INDIANE
Marò, negoziato serio con il futuro governo
di ANTONIO ARMELLINI
I
l ricorso presentato dai nostri marò è
stato accolto, ma prima di parlare di successo o anche di progressi di sostanza, è
bene usare prudenza: la partita rimane
aperta e il rischio di passi falsi è sempre
dietro l’angolo.
La Corte suprema ha messo in soffitta l’ipotesi della pena di morte, cancellando la competenza della Nia — la polizia indiana antiterrorismo — nella vicenda. Esce così di scena
un tema la cui matrice è stata quasi tutta italoitaliana, che ha molto preoccupato la nostra
opinione pubblica e che la parte indiana ha
sfruttato tatticamente ai propri fini, evocando
rischi che chiunque avesse una conoscenza
approfondita del sistema legale del Paese sapeva non rientrare nel novero delle ipotesi
concrete (basta dare un’occhiata, per convincersi, all’elenco dei condannati a morte in India negli ultimi vent’anni, e per quali reati).
Ora che il tema della pena capitale rischia di
farsi controproducente sul piano internazionale, la Corte ha rinunciato a un argomento
processuale da cui aveva già tratto tutti i vantaggi che le avrebbe potuto dare.
La prossima udienza si terrà da qui a quattro settimane, quando l’India sarà in piena
tornata elettorale (810 milioni di elettori andranno alle urne dal 7 aprile al 12 maggio). È
stato così raggiunto un altro obiettivo sul quale la parte indiana puntava dalla scorsa primavera: quello di rinviare la definizione della vertenza sui marò a dopo le elezioni politiche,
sottraendo per quanto possibile il tema al dibattito preelettorale e lasciando al vincitore il
compito di gestire la cosa. Era importante evitare che la vicenda potesse incidere in maniera significativa sulle intenzioni di voto ma,
una volta superata questa scadenza, essa poteva tranquillamente tornare ad occupare le pagine interne dei giornali e della televisione
agli occhi di un’opinione pubblica largamente
disinteressata.
Così agendo, la Corte suprema ha fatto
chiarezza su alcuni aspetti importanti, ma
non ha risposto a molti altri interrogativi di
assai maggior peso.
Non è stato per l’ennesima volta definito il
capo d’imputazione, come pure da tempo si
attendeva, senza il quale è difficile decidere
una linea di difesa efficace. Eliminata la Nia, la
fase istruttoria dovrà essere delegata a un diverso organo di polizia, che la Corte individuerà non prima delle famose quattro settimane. Quando dovrà anche decidere se la
competenza del processo rimarrà all’attuale
tribunale speciale o se, passando ad una procedura di tipo ordinario, essa non dovrà essere trasferita a un’altra Corte. Il minimo che si
possa dire, è che da parte indiana non si condivide per niente la nostra fretta nell’arrivare a
una conclusione...
L’Italia ha deciso di contestare con fermezza la giurisdizione indiana e di insistere perché il giudizio si tenga in Italia o si proceda a
un arbitrato internazionale. Partiamo da questo secondo punto: un arbitrato presuppone il
consenso delle parti e non è detto — direi anzi
che è improbabile — che le annunciate pressioni italiane, nelle capitali di partner e alleati,
sortiscano un grande effetto. La recente vicenda della console indiana arrestata e poi rilasciata dalla polizia di New York, conclusasi
con una sostanziale marcia indietro da parte
di Washington, può fornire utili ammaestramenti su come portare avanti un negoziato
conflittuale con Delhi. Ammettendo anche
che l’India a un arbitrato finisca per accedere,
le procedure sarebbero inevitabilmente lunghe: ai nostri marò si aprirebbe la prospettiva
di mesi, se non anni di attesa in India, poiché
sarebbe inverosimile che Delhi acconsentisse
a un loro trasferimento in un Paese terzo. E
men che mai in Italia.
Danilo Taino ha osservato, sul Corriere di
sabato 29 marzo, che l’Italia di fatto la giurisdizione indiana l’ha accettata in diverse occasioni e che ciò indebolisce la decisione ora di
contestarla. Ha ragione ma, una volta trasferita l’inchiesta a Delhi dal Kerala, essa ha riguardato aspetti procedurali e non la sostanza del
processo, cosa impossibile in mancanza di un
capo d’imputazione preciso. Quando questo
verrà formulato avremo buon diritto di ribadi-
re l’infondatezza della pretesa indiana e la
competenza della magistratura italiana. Il fatto però è che i marò, come sappiamo, si trovano in India e non in Italia e la magistratura indiana non ha alcuna intenzione di rinunciare
a giudicarli. Insistere sulla linea della competenza dell’Italia appare in questa fase corretto:
a condizione di avere ben chiaro che si tratta
di una linea che potrebbe far salire di molto il
livello dello scontro fra i due Paesi, nel momento in cui rifiutassimo di consegnarli alle
autorità indiane. Sarebbe indispensabile evitare da parte italiana qualsiasi tentazione
compromissoria, che avrebbe effetti devastanti non tanto sulla nostra credibilità, quanto sull’agibilità del negoziato; c’è da chiedersi
se ciò sarebbe possibile, in una situazione nella quale circolano di nuovo ipotesi quale quella di candidature «bipartisan» dei due marò al
Parlamento europeo.
Che fare allora per evitare che il tutto si trascini all’infinito, con uno smacco intollerabile
per tutti, a partire dagli stessi Latorre e Girone? Nel breve periodo, credo sia necessario
continuare a ripetere con forza gli argomenti
dell’internazionalizzazione e della giurisdizione italiana, senza troppo preoccuparsi del
supporto dei nostri alleati o della prevedibile
reazione indiana. Preparandosi allo stesso
tempo, con calma e senza fanfare, a un negoziato politico serio con il governo che uscirà
dalle urne. Il quale avrà comunque interesse a
favorire la conclusione di una vicenda che, se
dovesse trascinarsi ancora per molto, potrebbe creargli delle complicazioni del tutto fuori
misura rispetto all’oggettiva portata del problema. Se questo negoziato dovesse avvenire
con una coalizione guidata da Sonia Gandhi,
sarà più difficile ma non impossibile, credo.
Se l’interlocutore dovesse essere Narendra
Modi, i decibel della retorica potrebbero farsi
più alti, come dimostrano le ultime uscite, ma
le possibilità di un successo accettabile per
entrambi più concrete.
Ambasciatore italiano in India
dal 2004 al 2008
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Martedì 1 Aprile 2014
35
italia: 51575551575557
Lettere al Corriere
PAPA FRANCESCO E BARACK OBAMA
PROBLEMI DI COSCIENZA E DI VOTI
Risponde
Sergio Romano
L’incontro col Papa ha
lasciato un segno profondo:
sarà il segno della pace.
Finché c’è il dialogo,
l’ottimismo non è mai
sprecato.
Fabio Sicari
[email protected]
Caro Sicari,
a Chiesa predica la pace e
può esercitare una considerevole influenza sulle persone che sono maggiormente sensibili al suo messaggio. Ha anche una vecchia
diplomazia che conosce le cose del mondo e può fornire alla Santa Sede analisi molto intelligenti. Ma non ha, a differenza delle grandi potenze, i
persuasivi strumenti che possono indurre gli Stati, soprat-
L
INGHILTERRA
Il periodo georgiano
Caro Romano, a proposito di
Horace Walpole, lei scrive che
l’inventore del romanzo
gotico visse in «epoca
georgiana». Di che si tratta?
Paola Bassani
Ferrara
Quando la dinastia degli
Hanover fu chiamata sul trono d’Inghilterra, i primi quattro re si chiamavano tutti
Giorgio e il loro regno copre il
periodo dal 1714 al 1830. La
parola georgiano definisce
non soltanto quel periodo ma
anche lo stile artistico dell’epoca.
LAVORO
Riforma dei co.co.pro
La legge Biagi aveva istituito
i co.co.pro (collaboratori
coordinati a progetto).
Conseguentemente, solo le
aziende e gli enti pubblici che
lavoravano a progetto
avrebbero potuto assumere i
co.co.pro. Poi hanno
inventato l’«acasualità»:
una azienda o un’ente
pubblico poteva assumere
per un anno dei co.co.pro e
farli lavorare anche quando
l’azienda o l’ente pubblico
non lavora a progetto.
Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a:
«Lettere al Corriere» Corriere della Sera
via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79
tutto quando si accorgono
che la guerra è un danno per
tutti, a smetterla di combattere per negoziare la pace. Dopo
l’incontro di Roma, Francesco
continuerà a invocare la pace
e Obama continuerà a fare la
guerra, anche se in forme diverse da quelle del passato,
quando riterrà che risponde
agli interessi del suo Paese.
La maggiore utilità del colloquio è un’altra ed è interamente politica. Obama è il
presidente di un Paese che
conta circa 80 milioni di cattolici. Le diverse ondate immigratorie – irlandesi, tedeschi, italiani, polacchi, ebrei,
arabi, africani a sud del Sahara, asiatici dell’Asia sudorientale, filippini, coreani e
l’alluvione latino-americana
degli ultimi decenni - hanno
completato la trasformazione
dell’America da uno Stato
culturalmente protestante in
uno Stato multireligioso in
cui il cattolicesimo è diventato la maggiore confessione
del Paese. Questa straordinaria mutazione demografica ha
avuto luogo, caro Sicari, mentre al centro del dibattito nazionale, in ogni democrazia,
vi sono nuovi diritti, nati dalle grandi trasformazioni del
Ventesimo secolo: il diritto di
abortire, il diritto di sposare
la persona desiderata indi-
Adesso vogliono portare il
periodo di «acasualità» a 36
mesi. Che razza di pasticci
stanno combinando?
DICHIARAZIONI IRPEF E CAF
Delirio burocratico
La legge di stabilità 2014 —
un obbrobrio espositivo di un
articolo e 749 commi —
prevede l’obbligo per i Caf di
conservare tutta la
documentazione dei
contribuenti che vengono
assistiti per la compilazione
del modello 730. La novità
comporta una duplicazione
dei documenti dei
contribuenti che, comunque,
sono tenuti a conservare la
documentazione. Non
trascurabile anche l’aggravio
dei tempi di verifica e
compilazione. Per i Caf c’è
poi la beffa: riceveranno circa
il 25 per cento in meno per il
Il premier Renzi sulla
riforma del Senato: la
musica deve cambiare,
ora i sacrifici li facciano i
politici. Sarà possibile?
fice. A questi elettori Obama,
probabilmente, dirà che vi
sono altri temi (il divario tra
ricchezza e povertà ad esempio), in cui le posizioni del
presidente americano e del
Papa romano sono molto vicine; ma era importante che
un incontro con Francesco
mettesse in evidenza la sua
sensibilità per le questioni
dello spirito. Esiste quindi un
concreto e banale problema
di voti soprattutto in una fase
che precede le elezioni di
mezzo termine per il parziale
rinnovo del Congresso: l’appuntamento che, nelle speranze della Casa Bianca, potrebbe restituire ai democratici il controllo della Camera
dei rappresentanti.
SPESE DELLE REGIONI
delle politiche governative
degli ultimi anni, basate sul
blocco delle assunzioni (20%
dei pensionamenti dell’anno
precedente), nonché sulle
norme che obbligano le
pubbliche amministrazioni
ad assumere il 50% dei
neoassunti a tempo parziale.
Sarebbe sufficiente
l’eliminazione delle due
disposizioni per far sì che i
giovani abbiano qualche
concreta chance lavorativa
nel pubblico impiego.
Senza controlli
Mario Bocci, Milano
La tua opinione su
sonar.corriere.it
pendentemente dal suo sesso, il diritto di procreare secondo le nuove opzioni offerte dalla scienza e dai Codici di
alcuni Paesi, il diritto di utilizzare le cellule staminali degli embrioni umani, il diritto
di scegliere la propria morte.
Obama sembra incline, in
molti casi, a soluzioni liberali,
ma si è più volte scontrato
con le dure critiche della
Chiesa. Sa che la Conferenza
episcopale americana non
può imporgli una linea politica. Ma non può ignorare che
molti cittadini americani, soprattutto fra quelli provenienti dall’America centrale e
meridionale, pur essendo generalmente elettori del Partito democratico, ascoltano devotamente la voce del Ponte-
servizio prestato. Siamo al
delirio burocratico! Si
succedono i governi, ma la
burocrazia rimane una
metastasi non operabile.
Sandro Berrini
mlmybe@gmail .com
GOVERNARE IL PAESE
È davvero inutile?
I paladini dello «status
quo», a dispetto della
maggioranza degli italiani,
hanno cominciato a
posizionare paletti e frenare
sulle riforme non solo
economiche del governo
Renzi. Il fenomeno conferma
il famoso detto: «Governare
gli italiani non è difficile, è
inutile».
Carlo Rovina, Mantova
Ma è possibile che — come
per un’azienda privata —
non ci sia un minimo
controllo interno sulla
legittimità delle spese dei
gruppi regionali, sia da parte
del responsabile che firma la
richiesta di rimborso per
autorizzazione, sia da parte
dell’ufficio contabilità delle
Regioni? I contribuenti
hanno il diritto di avere la
certezza che i loro soldi
( tasse) vanno spesi in modo
oculato da chi li governa!
Renaud Simons
[email protected]
PUBBLICO IMPIEGO
Scarsità di giovani
Un ministro si meraviglia
della scarsa presenza di
giovani nel pubblico impiego.
Questo non è che il risultato
SUL WEB Risposte alle 19 di ieri
La domanda
di oggi
Sì
La presidente della
Camera Boldrini: non si
possono offrire servizi di
lusso ai turisti e trattare
male i migranti. Giusto?
72
No
28
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Enrico Mampieri
[email protected]
RIDOTTI A FINE INVERNO
Prezzi di luce e gas
L’Autorità dell’Energia e del
Gas ha deciso la riduzione,
dal 1° aprile, di luce e gas per
i cittadini : 1,1 per cento per
la luce e 3,8 per cento per il
gas. Le riduzioni sono
sempre benvenute, ma lascia
l’amaro in bocca il fatto
che,come per le diminuzioni
del prezzo dei carburanti che
avvengono sempre dopo le
ferie, anche queste arrivano a
fine inverno e quindi a fine
riscaldamento e mai prima.
Sarà veramente un caso ?
Ermanno Pirola
ermannopirola@
libero.it
Interventi & Repliche
Ssn e salute infantile
I piani di rientro imposti dal governo alle
regioni con deficit economico, se da un lato
stanno migliorando i conti, dall’altro hanno
determinato un significativo
peggioramento dei servizi sanitari forniti.
L’assistenza, anche per i neonati, sta
soffrendo a causa dei tagli economici che
impediscono negli ospedali di sostituire il
personale che è andato in pensione e,
spesso, di rinnovare attrezzature sanitarie
indispensabili. Al contrario interventi utili
per la salute infantile che potrebbero
avvenire senza un aumento dei costi, ma
con un incremento dell’efficienza come, ad
esempio, l’accorpamento di piccole
maternità vicine, non può essere realizzato
per l’opposizione dei politici locali. Nel
Lazio, che ha una mortalità neonatale
superiore alla media nazionale, ci sono 45
maternità e in più di un quarto di queste si
hanno meno di 500 parti l’anno. Le piccole
strutture, spesso sprovviste di personale
specializzato e di attrezzature idonee, non
sono in grado di affrontare emergenze.
Sempre nel Lazio la mancanza di circa 20
posti di terapia intensiva neonatale —
carenza presente in tutte le regioni
meridionali — determina subito dopo la
nascita il trasferimento ogni anno di
centinaia di bambini malati da un ospedale
a un altro per l’impossibilità ad assisterli.
Questi trasporti causano, soprattutto nei
neonati prematuri, un sicuro
peggioramento della prognosi. È noto che i
livelli essenziali di assistenza (Lea), cioè
l’insieme delle attività, servizi e prestazioni
che il Ssn dovrebbe erogare a tutti i
cittadini italiani, non sono uguali su tutto il
territorio nazionale. Per esempio, il piano
vaccinale in Italia è differente nelle varie
regioni e ugualmente l’esecuzione del
cosiddetto screening neonatale allargato
per l’identificazione di malattie
metaboliche alla nascita, non è effettuato
in modo uniforme. L’incongruenza
raggiunge il massimo nella città di Roma,
dove solo circa la metà dei 38.000 bambini
che nascono ogni anno nella capitale
vengono sottoposti a questo esame. Vista
la mancanza di equità di accesso alle
prestazioni diagnostico assistenziali nel
nostro Paese che soprattutto in età
infantile potrebbe avere gravi conseguenze
© 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
DIRETTORE RESPONSABILE
PRESIDENTE Angelo Provasoli
Ferruccio de Bortoli
VICE PRESIDENTE Roland Berger
Luciano Fontana
VICEDIRETTORI
Antonio Macaluso
Daniele Manca
Giangiacomo Schiavi
Barbara Stefanelli
AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane
Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano
Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962
Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli
[email protected] - fax 02-6205.8011
© COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI
Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere
riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione
sarà perseguita a norma di legge.
CONSIGLIERI
DIREZIONE, REDAZIONE E TIPOGRAFIA 20121 Milano - Via Solferino, 28 Tel. 02-62821
Fulvio Conti, Luca Garavoglia,
Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti,
Laura Mengoni
DISTRIBUZIONE m-dis Distribuzione Media S.p.A.
Via Cazzaniga, 19 - 20132 Milano - Tel. 02-2582.1 - Fax 02-2582.5306
DIRETTORE GENERALE DIVISIONE QUOTIDIANI
Alessandro Bompieri
E-mail: [email protected]
oppure: www.corriere.it
oppure: [email protected]
Il piccolo fratello
di Paolo Di Stefano
Città, etica, borghesia
L’Italia dopo il diluvio
U
n «sommario dell’Italia contemporanea», intitolato Dopo il diluvio e pubblicato nel 1947 da Garzanti,
viene riproposto ora da Sellerio, a cura di Salvatore
Silvano Nigro, che ne ricostruisce la travagliata vicenda editoriale. Il libro raccoglie ben 31 voci scritte
da altrettanti letterati, da Palazzeschi a Savinio, passando per
nomi oggi pressoché dimenticati. Il proposito era, secondo il
suo curatore originario Dino Terra, quello di disegnare «i tratti, la fisionomia, le qualità di una nazione smarrita» dopo il diluvio fascista: un documento radiografico del Paese all’indomani della guerra. C’è di tutto: la città, il mare, lo Stato, il linguaggio, i partiti, le autonomie regionali, gli operai, il teatro...
Non sempre l’obiettivo è centrato. Alcuni argomenti vengono
presi sottogamba e trattati in modo troppo vago e astratto,
non all’altezza del compito assegnato (Soldati sulla libertà,
Bontempelli sulla musica, Zavattini sul cinema...).
Quel che colpisce è che molte delle lacune che si avvertivano
allora sono rimaste tali quasi settant’anni dopo. E quanti auspici si potrebbero sottoscrivere con la stessa convinzione. Vedi, per esempio, alla voce «Città», autore Carlo Levi: «Un piano
regolatore è insieme un’opera di critica storica, di previsione
politica, di creazione sociale e di critica artistica. Partendo dai
bisogni attuali e regolandoli, si pone un’ipoteca sull’avvenire».
L’avvenire delle città «regolate»
deve ancora realizzarsi. O vedi
alla voce «Regioni», dove il vecchio saggista e narratore BonaUna radiografia ventura Tecchi (che era stato
compagno di prigionia di Gadda
del Paese fatta
nella Grande Guerra) si poneva
da 31 letterati nel domande su cui ancora ci inter«Quali rapporti delle
1947: ma sembra roghiamo:
regioni con lo Stato centrale...?».
Arrivando
poi
a ipotizzare che le
scritta oggi
Province si trasformassero in un
«consorzio provinciale dei Comuni», senza nascondere il timore eterno di «una nuova rete
di uffici e di burocrati, di permessi e di divieti».
Ma il più lucido è Alberto Moravia, che ebbe il compito di
compilare la voce «Borghesia» e ne fece una diagnosi impietosa, definendola «al tempo stesso superficiale e tetra», così come superficiale e tetro era stato il costume morale del Ventennio. Diversamente da quel che era in altri Paesi e da ciò che fu
in Italia dal Trecento fin verso il Settecento (il Decameron «è il
libro fondamentale per comprendere questa borghesia»), la
borghesia attuale aveva, per Moravia, «una rozza e volgare maniera di intendere il fatto etico», una «edonistica e vegetativa
indifferenza» per la società. In Italia, diceva Moravia, «le professioni prevalgono sulla società», cioè l’interesse privato sul
senso della collettività. Per questo, secondo lui, la borghesia
aveva davanti due vie per il futuro: l’una era la via della libertà,
«libertà dal proprio interesse» che si ottiene con una «paziente educazione politica»; l’altra era il ritorno al fascismo (intendendosi per fascismo non necessariamente dittatura o parate
in camicia nera). Insomma, nonostante gli anni trascorsi,
sembra che il diluvio sia appena finito.
❜❜
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Nidasio
FONDATO NEL 1876
CONDIRETTORE
@
PUBBLICITÀ
RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità
Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano - Tel. 02-25846543 - www.rcspubblicita.it
PREZZI DI VENDITA ALL’ESTERO: Albania € 2,00; Argentina $ 12,50 (recargo envio al interior $ 1,00); Austria € 2,00; Belgio € 2,00; Canada CAD 3,50; CH Fr. 3,00;
CH Tic. Fr. 3,00(quando pubblicato con Style Magazine Fr. 3,50); Cipro € 2,00; Croazia Hrk 15; CZ Czk. 64; Egitto € 2,00; Francia € 2,00; Germania € 2,00; Grecia €
2,00; Irlanda € 2,00; Lux € 2,00; Malta € 2,00; Monaco P. € 2,00; Olanda € 2,00; Marocco € 2,20; Portogallo/Isole € 2,00; SK Slov. € 2,20; Slovenia € 2,00; Spagna/Isole
a distanza sulla salute, sarebbe opportuno
riflettere, nell’ambito della discussione
sulla modifica del titolo V della
Costituzione, sulla deregionalizzazione di
alcuni aspetti del nostro sistema sanitario.
Mario De Curtis, ordinario di Pediatria
Università di Roma La Sapienza
De Mattia non c’entra con Antonveneta
Per un salto tipografico, nella rubrica «La
stanza dei bottoni» pubblicata ieri da
CorrierEconomia, Angelo De Mattia appare
coinvolto nel processo Antoneveneta
insieme ad Antonio Fazio e Luigi Grillo.
Come noto, De Mattia non è mai stato
coinvolto nella vicenda giudiziaria. Ci
scusiamo con l’interessato e con i lettori.
EDIZIONI TELETRASMESSE: Tipografia Divisione Quotidiani RCS MediaGroup S.p.A.
20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni
S.p.A. 00169 Roma - Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • Seregni Padova s.r.l.
35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) - Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società
Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione
Sarda S.p.A. Centro stampa 09034 Elmas (Ca) - Via Omodeo, 5 - Tel. 070-60.131 • BEA
printing sprl 16 rue du Bosquet - 1400 Nivelles - Belgium • Speedimpex USA, Inc. 38-38
9th Street Long Island City - NY 11101 - USA • CTC Coslada Avenida de Alemania, 12 - 28820
Coslada (Madrid) - Spagna • La Nación Bouchard 557 - 1106 Buenos Aires - Argentina •
Miller Distributor Limited Miller House, Airport Way, Tarxien Road – Luqa LQA 1814 Malta • Hellenic Distribution Agency (CY) Ltd 208 Ioanni Kranidioti Avenue, Latsia - 1300
Nicosia - Cyprus • FPS Fernost Presse Service Co. Ltd 44/10 Soi Sukhumvit, 62 Sukhumvit Road, Bang Chark, Phrakhanong - Bangkok 10260 - Thailandia • Milkro Digital Hellas LTD - 51 Hephaestou Street - 19400 Koropi - Grecia
PREZZI: *Non acquistabili separati, il venerdì Corriere della Sera + Sette € 1,90 (Corriere €
1,40 + Sette € 0,50); il sabato Corriere della Sera + IoDonna € 1,90 (Corriere € 1,40 + IoDonna € 0,50). A Como e prov., non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + Cor. Como €
1,20 + € 0,20; ven. Corsera + Sette + Cor. Como € 1,20 + € 0,50 + € 0,20; sab. Corsera + IoDon-
na + Cor. Como € 1,20 + € 0,50 + € 0,20. In Campania, Puglia, Matera e prov., non acquistabili separati: lun. Corsera + CorrierEconomia del CorMez. € 0,93 + € 0,47; m/m/g/d
Corsera + CorMez. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorMez. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47;
sab. Corsera + IoDonna + CorMez. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. In Veneto, non acquistabili
separati: m/m/g/d Corsera + CorVen. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorVen. € 0,93
+ € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorVen. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. In Trentino
Alto Adige, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 +
€ 0,47; ven. Corsera + Sette + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera +
IoDonna + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. A Bologna e prov. non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorBo € 0,62 + € 0,78; ven. Corsera + Sette + CorBo €
0,62 + € 0,50 + € 0,78; sab. Corsera + Io Donna + CorBo € 0,62 + € 0,50 + € 0,78. A Firenze e
prov. non acquistabili separati: l/m/m/g/d Corsera + CorFi € 0,62 + € 0,78; ven. Corsera +
Sette + CorFi € 0,62 + € 0,50 + € 0,78; sab. Corsera + Io Donna + CorFi € 0,62 + € 0,50 + €
0,78.
ISSN 1120-4982 - Certificato ADS n. 7682 del 18-12-2013
La tiratura di lunedì 31 marzo è stata di 380.319 copie
€ 2,00; Hong Kong HK$ 45; Thailandia THB 190; Turchia TL 6,5; UK Lg. 1,80; Ungheria Huf. 600; U.S.A. USD 4,00. ABBONAMENTI: Per informazioni sugli abbonamenti nazionali e per l’estero tel. 0039-02-63.79.85.20 fax 02-62.82.81.41 (per gli Stati Uniti tel. 001-718-3610815 fax 001-718-3610815). ARRETRATI: Tel. 02-99.04.99.70.
SERVIZIO CLIENTI: 02-63797510 (prodotti collaterali e promozioni).
* Con “Sette” € 2,90; con “Io Donna” € 2,90; con “Style Magazine” € 3,40; *con Living: abbinamento obbligatorio (Corriere € 1,30 + Living € 0,10); con “Claudio Abbado e i Berliner Philharmoniker” € 11,30; con “Il tribunale del bene” € 11,30; con “Supereroi. Il Mito” € 11,39; con “Giallo italiano” € 8,30; con “Le grandi storie Disney” € 9,39; con “Barenboim, il mio Beethoven” € 8,39; con “Grandangolo” € 7,30;
con “Sampei” € 11,39; con “I dolci di Benedetta” € 9,39; con “12 anni schiavo” € 11,30; con “La grande cucina italiana” € 11,30; con “Manara, maestro dell’Eros” € 12,39; con “Holly e Benji” € 11,39; con “Il giovane Montalbano” € 11,39; con “Luigi Pirandello. Romanzi, novelle e teatro” € 9,30; con “English da Zero” € 12,39; con “Biblioteca della Montagna” € 10,30
36
italia: 51575551575557
Martedì 1 Aprile 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Martedì 1 Aprile 2014
37
italia: 51575551575557
Spettacoli
L’indiscrezione
«The Voice», Suor Cristina canterà Cyndi Lauper
Suor Cristina Scuccia, la rivelazione
di «The Voice», tornerà in video il 16
o il 23 aprile, e Tv Sorrisi e canzoni
annuncia di aver scoperto il titolo del
brano che interpreterà: «Girls Just
Want To Have Fun» («Le ragazze
vogliono solo divertirsi»), un classico
portato al successo da Cyndi Lauper.
Tendenza
I Negrita diventano
la band di «Jesus
Christ Superstar»,
Elio stupirà con la
«Famiglia Addams»
D
al cuore del rock anni Novanta al mondo del musical. La
generazione che ha cambiato
la scena rock italiana a fine
millennio, anzi ne ha inventata una visto che prima non c’era, prova a mettere le mani sulla commedia musicale.
Protagonisti di questa operazione (non
concordata) sono Morgan, Elio e i Negrita.
Morgan firma le musiche di Arancia
meccanica in scena da oggi al Bellini di
Napoli. I Negrita saranno invece la
band del Jesus Christ Superstar che
debutta il 18 aprile, non a caso il Venerdì Santo, al Sistina di Roma: Pau, cantante del gruppo toscano, sarà anche
nei panni di Ponzio Pilato in un cast
che vede Ted Neeley, il Gesù del film
del 1973, nel ruolo del protagonista, Simona Molinari in quello di Maria Maddalena e Shel Shapiro che presterà la
voce a Caifa. Bisognerà invece aspettare il mese di ottobre per vedere Elio
(con Geppi Cucciari) nella versione di
Broadway della Famiglia Addams.
Che succede ai rockettari di ieri? «In
questo momento la tv non mi piace —
dice Morgan, ex giudice a “X Factor”
—, il mercato musicale in difficoltà da
anni si è piegato davanti ad Amici e
non investe più in novità se non pubblicando mille dischi a caso. Con questo progetto ritrovo una ragione per
mettermi a scrivere».
Il rischio è che i fan la prendano male, che vedano un tradimento. Il pubblico dei musical è ben diverso da quello del rock. «Non stiamo facendo Cats
o Sette spose per sette fratelli — ride
Pau —. Questo è l’unico musical, anzi
lo chiamerei opera rock, che ho visto in
vita mia e che ascoltavo nello stereo
della mia R4: era una ribellione verso i
tabù che cercava di inculcarci un cattolicesimo pressante di provincia. E leggendo i social network non mi sembra
che i nostri fan abbiano avuto una reazione negativa». Elio non è nuovo alle
contaminazioni. Si è spinto addirittura
nella lirica e ha già portato a teatro
Frankenstein. Aggiunge Morgan: «C’è
in precedente illustre: Bowie che fece
The Elephant Man a Broadway. E comunque questa Arancia meccanica
non è un musical, ma un testo teatrale
in cui gli attori, per dirla con Monteverdi, fanno del recitar cantando».
I Negrita suoneranno dal vivo tutte
le sere, assieme all’orchestra. «È la prima volta che una band italiana fa una
Il cast
Morgan, al
centro, con gli
altri protagonisti del musical «Arancia
meccanica»
L’ora dei musical all’italiana
Morgan: rileggo Beethoven
Il cantante firma la musica di «Arancia meccanica»
Da ottobre
Elio (52) e
Geppi Cucciari (40) in
«La famiglia
Addams»
cosa del genere», dice con orgoglio
Pau. A lui toccherà anche trasformarsi
in Ponzio Pilato. «La parte attoriale è
quella che mi preoccupa maggiormente. Devo reinventarmi teatrante. Adoro
come lo ha caratterizzato Barry Dennen
nel film, ma qui sarò un uomo più duro, militaresco, con un carattere meno
ambiguo di quello, anche se rimarrà
l’atteggiamento compassionevole verso Gesù».
Essere un’altra persona è una sfida
per chi di mestiere ci mette la faccia.
«Coi Negrita uso l’istintività e il movimento del corpo per aiutarmi a cantare, qui dovrò entrare nel mood di
Pilato e seguire una sceneggiatura,
ma il regista Massimo Romeo Piparo mi ha detto che una volta indossato il costume tutto mi verrà
naturale».
Morgan ha dovuto reinventare Beethoven. Il compositore è
l’ossessione del protagonista del ro-
manzo di Anthony Burgess trasformato da Stanley Kubrick in un classico del
cinema. «Ho cercato di non rendere effemminato Beethoven, come fece invece Wendy Carlos che per il film alleggerì le sue musiche facendole matte e
frizzanti —- commenta il cantautore
—. Beethoven è virile. È come un macellaio per come taglia le note in modo
netto. E utilizzerò la stessa accetta nei
suoi confronti. Nelle sue armonie ci sono strade infinite, meravigliosi cambi
travolgenti... era un estremista, il Missoni dell’armonia per come accostava
cose che sembrerebbero slegate».
Nelle note dello spettacolo ha definito l’impostazione delle musiche «nazista». «Nessun equivoco — spiega —.
Nessun significato politico ma un modo per dire che saranno autoritarie e
precise». Quella di Morgan nello spettacolo diretto da Gabriele Russo non
sarà una rilettura della colonna sonora
cinematografica. «Sarà un lavoro nuo-
Sul palco
Jesus Christ Superstar
I Negrita reinterpretano
il musical di Lloyd
Webber e Rice con Tom
Neeley (foto), star del
film del 1973, sul palco
Arancia meccanica
Morgan firma le
musiche dell’opera
ispirata al capolavoro di
Anthony Burgess del
1962
La Famiglia Addams
Protagonisti della
versione italiana, in
scena da ottobre con le
musiche originali di
Andrew Lippa, Elio e
Geppi Cucciari nel ruolo
di Gomez e di Morticia
vo. Parto da Beethoven ma lo rielaboro
in forma di canzoni o di sequenze elettroniche ad anello che non erano né
nel film né nell’adattamento teatrale
fatto da Burgess. Per il tema principale,
ad esempio, ho ripreso l’Allegro della
Sonata n.13 op.27, opera quasi sconosciuta di Beethoven. Certo, ci saranno
appuntamenti irrinunciabili come la
Nona e la Patetica ma faccio uscire la
mia anima sinfonista-elettronica. Alla
Patetica sono molto affezionato: mia
mamma la usava per far addormentare
me e mia sorella: l’ho trasformata in
una canzone pop, e
la mia voce sarà fuori
scena, con un testo
in italiano sul concetto di pathos».
E i futuri progetti
rock dei Negrita?
«Avremmo dovuto
iniziare a lavorare al
nuovo disco di inediti ma abbiamo preso
una pausa. Il rock resta il nostro mondo.
Qui abbiamo fatto un
duro lavoro per trovare un punto di incontro fra l’impostazione operistica
delle musiche originali e il nostro suono», conclude Pau. «Questi brani sono
la parte emersa dell’iceberg di un lavoro che vorrei mettere su disco. Torno finalmente dietro le scene, non ce la faccio più a stare solo davanti. Non voglio
morire personaggio televisivo».
Andrea Laffranchi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Hollywood A 13 anni il regista compose una poesia sul personaggio biblico e l’insegnante gli predisse un futuro da scrittore. Ora lui le ha dedicato il libro e l’ha voluta nel film
Aronofsky fa sfilare la prof delle medie: «Noah» è merito suo
L
a sera della prima di Noah
— il nuovo imponente film
di Darren Aronofsky che in
un solo fine settimana ha incassato negli Stati Uniti 44 milioni di
dollari — l’attenzione dei cronisti
e della folla non è stata per Jennifer Connelly o Emma Watson e
nemmeno per Russell Crowe, che
presta il volto al patriarca biblico.
La star della serata è stata la signora Vera Fried, professoressa
delle medie in pensione che non
vuole rivelare la sua età e che dalla Florida, dove vive da quando
non lavora più, si è ritrovata a sfilare sul tappeto rosso assieme al
resto del cast indossando uno
sgargiante completo rosa comprato in un magazzino di abiti
low cost.
Il motivo di questo viaggio
inatteso è una storia nella storia.
Tra gli allievi della signora Fried,
alcuni decenni fa, c’è stato anche
Aronofsky. Quando il futuro regista aveva 13 anni, la sua insegnante chiese alla classe di scrivere
una poesia sulla pace e il piccolo
Aronofsky scrisse di Noè. Una poesia in cui la professoressa vide
del talento al punto da incoraggiare il suo allievo a continuare su
quella strada: «Quando diventerai uno scrittore, dedica il tuo primo libro a me», gli disse.
Più di trent’anni dopo, è successo. Sul libro scritto da Aronofsky a cui il film si ispira, si legge:
A maggio
Elton John sposa il compagno
Elton John si sposerà a maggio con il suo compagno, il
canadese David Furnish: lo ha annunciato lui stesso, dopo
l’entrata in vigore della legge che permette le nozze tra
omosessuali in Inghilterra e Galles. «Lo faremo molto
discretamente», ha rivelato al Today Show su Nbc, senza dare
dettagli sulla cerimonia. Elton John è unito da vent’anni a
Furnish (hanno due figli, avuti grazie a un utero in affitto).
«Dedicato alla signora Vera Fried,
la mia insegnante delle medie
che mi ha dato il desiderio di scrivere». Una promessa mantenuta
di cui però l’insegnate rischiava
di restare all’oscuro. Perché se il
suo alunno non l’aveva mai dimenticata, lei non poteva dire lo
stesso, ha confessato: «Un giorno
ho ricevuto una sua mail in cui mi
diceva: sono stato un suo allievo,
ricorda? No, non mi ricordavo».
Quindi, questa signora con un
carisma da attrice, ha fatto la cosa
più semplice: «Ho cercato il suo
nome su Google». I ricordi si sono messi in moto e quasi senza
accorgersene l’insegnante si è ritrovata «a cena con Darren, i produttori... e Russell», ha raccontato con ironia, fingendo fosse la
cosa più naturale del mondo essere finita dove mai avrebbe im-
Sorpresa
Il regista Darren
Aronofsky (45 anni) e,
qui sopra, Vera Fried.
A sinistra, Russell
Crowe (49) in «Noah»
maginato. E mai avrebbe immaginato di essere anche ingaggiata
per due piccole parti: «All’inizio
del film, sono un cadavere che
galleggia in acqua. Nell’altra scena, tra la folla, dico due parole a
Russell Crowe». Che però, ha giurato, non è il suo tipo: «Preferisco
gli uomini più vecchi. Anthony
Hopkins farebbe per me».
La signora Fried per una sera si
è ritrovata tra tutti loro. E per ringraziarla ancora una volta, Aronofsky le ha organizzato un’ultima sorpresa: finita la proiezione,
allo Ziegfeld Theater, il regista
l’ha invitata sul palco e le ha chiesto di leggere di fronte a tutti
quella poesia scritta quando lui
era uno studente e lei la sua insegnante.
Chiara Maffioletti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
38
italia: 51575551575557
Martedì 1 Aprile 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Martedì 1 Aprile 2014
Spettacoli 39
italia: 51575551575557
Personaggi L’attrice sarà la protagonista di «Sette minuti», ispirato a un gruppo di operaie di una fabbrica francese
Dal 13 maggio
Ottavia e la dignità delle donne
«Va in scena il diritto al lavoro»
«Xscape»,
otto inediti
di Jackson
Il regista Gassmann: raccontiamo una storia vera
I
spirato dal serrato dibattito della Parola ai giurati
di Lumet, il 38enne Stefano Massini, lanciatissimo autore di cui anche Ronconi dirigerà una commedia sulla
crisi finanziaria, ha scritto un
dramma proletario dal titolo
Sette minuti, ispirato a una
storia vera accaduta in Francia nel 1998, che nella prossima stagione sarà il vessillo di
Alessandro Gassmann produttore con lo Stabile dell’Umbria e del Veneto, con Ottavia Piccolo che di Massini
ha già recitato eroine contemporanee.
Lei sarà Blanche, o Bianca
dato che l’azione è trasferita
nell’Italia disastrata dai licenziamenti di oggi. «Non oso
dire che gli ho ispirato io (o la
mia cagnetta Blanche) il personaggio di questa operaia
che sembra molto dura e tosta ma in realtà ha la testa e il
cuore pieni di dubbi. Sembra
una di quelle donne che vengono intervistate dai tiggì o
dai talk show e hanno una
consapevolezza e una forza
che spiazza e con la loro dignità ci fanno sperare nel futuro». È la prima volta che
Gassmann, impegnato a Roma nel trionfale Riccardo III,
lavora da solo fra le donne.
«Si tratta — spiega — di un
dramma che mi ha subito impressionato. Io curo la regia,
devo tenere a bada 11 operaie
che hanno subito una proposta indecente
dall’azienda
che ha cambiato gestione:
devono decidere
subito, prendere o
lasciare, se accettare
la riduzione di sette
minuti nella loro pausa di lavoro. E si accende
il dibattito». In realtà, dopo che rifiutarono l’accordo
con un solo voto di scarto, le
operaie vennero lentamente
ma sistematicamente licenziate. «Massini scrive — dice
Piccolo — non un bozzetto
ma qualcosa di reale, una riflessione sul mondo e sul lavoro, su come ci poniamo di
fronte ai problemi di una fabbrica, ma potrebbe essere un
altro luogo e un altro Paese in
Europa, si parla della dignità
dell’uomo. Il mio personaggio non è un’eroina a una sola
dimensione, mi piace il
dramma collettivo con le
compagne e la loro dialettica». Il neorealismo proletario
a teatro è una novità che appassiona l’attrice prediletta
da Visconti, Strehler e Ronconi, contenta di cambiare aria
(si sta anche trasferendo da
Milano a Venezia) e di condividere l’entusiasmo di Gassmann, regista che non per
Sul palco
Ottavia Piccolo (64 anni)
sarà la protagonista
dello spettacolo «Sette
minuti» diretto da
Alessandro Gassmann
In piazza
Le telecamere di Sky 3D in piazza
San Pietro, in Vaticano, dove il 27
aprile verranno proclamati santi
Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II
fatto che le nuove tecnologie sono una nuova sfida ma anche
un’opportunità per fare la storia,
capacità di tenere relazioni con
tutto il mondo, superare muri e
fossati e portare ovunque la luce
del Vangelo».
Soddisfatto Andrea Zappia,
amministratore delegato di Sky
Italia: «Sarà un momento storico, anche dal punto di vista televisivo. Noi metteremo la nostra esperienza e il know how
tecnologico al servizio di un
evento come la canonizzazione
di due Pontefici amatissimi e
che hanno
profondamente segnato la storia del
XX Secolo».
Non ci sarà
solo alta definizione e tridimensionalità. Padre
Lombardi ha
assicurato trasmissioni in
onde medie
per l’Eritrea e
l’Etiopia. Proprio per garantire
l’ascolto a tutti, anche con le
vecchie tecnologie.
Paolo Conti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il presidente del Teatro aveva 99 anni
Addio a Belli,
guidò la lirica
a Spoleto
galanteria si dice sicuro che
da noi la qualità media delle
donne attrici sia superiore a
quella maschile.
«Ho visto centinaia di attrici di alto livello, scegliendone
alcune che per fortuna potranno lavorare in un contesto in cui il gruppo è mimetizzato, senza divismi. Ho scelto
anche una donna venuta dal
Mali, arrivata coi barconi,
sposata a un italiano e già attrice, anche scespiriana, nel
suo Paese, che vive sulla sua
pelle il racconto. Vi rendete
conto solo oggi del dramma,
mi ha detto, ma io ci sono nata, e sette minuti per me sono
nulla. Credo che
saranno una scoperta». Gassmann
si tiene il compito
manageriale artistico, scenografico
e sonoro, pompa
entusiasmo: «In
s c e n a vo g l i o i l
m a s s i m o re a l i smo, in teatro c’è
una copia sola e
noi attori siamo gli
unici davvero in
3D. Voglio 200 metri di profondità, effetti di luce e verità totale dei sentimenti e della lotta per cui abbiamo prolungato la riunione
sindacale dalle 4 ore originarie alle 12 della commedia. E,
come faccio sempre, vorrei
l’appoggio di associazioni che
sappiano darmi consigli e
mandare le attrici a vedere il
vero lavoro tessile. Non voglio
tradire ciò che mi ha convinto
in Massini, il suo modo di andar diritto al nocciolo della
questione, riuscendo a raccontare un universo di esperienze diverse che rappresentano l’Italia di oggi».
Maurizio Porro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Cerimonia per Roncalli e Wojtyla:
diretta in 3D della canonizzazione
mere Sky per le riprese in HD,
altre 13 — sempre Sky — per le
riprese in 3D, e ancora cinque
per la tecnologia in 4K Ultra HD,
con ruolo preminente di Sony.
Circa cento i broadcaster che
trasmetteranno in HD. Ancora:
500 i cinema che hanno aderito
in 20 Paesi (120 sale solo in Italia) per coinvolgere chi non potrà essere presente in piazza San
Pietro. Per monsignor Claudio
Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali, «la Santa Sede
pone un’enfasi particolare nel
Ottavia Piccolo
Ottavia Piccolo, attrice di
cinema e teatro e
doppiatrice, ha esordito
appena 11enne in «Anna
dei miracoli» (1960). Ha
lavorato con i più grandi
registi italiani, da Visconti
a Strehler, da Lavia a
Castri. Nella stagione
‘14-15 sarà protagonista
di «Sette minuti»
Alessandro Gassmann
Figlio d’arte, attore e
regista (foto), 49 anni, la
prossima stagione
dirigerà «Sette minuti»,
dramma proletario di
Stefano Massini ispirato a
una storia vera avvenuta
in Francia
Il caso
Siamo nel 1998, un
gruppo di operaie francesi
si riunisce per decidere se
accettare la riduzione di 7
minuti nella pausa. Dopo
ore di discussione votano
contro ma negli anni
seguenti vengono, con
delle scuse, licenziate
Sky a San Pietro Il 27 aprile la funzione sarà tramessa in tutto il mondo
ROMA — Sarà il Centro televisivo vaticano, istituito nel 1983
per volontà di Giovanni Paolo II,
a produrre una diretta mondiale
(tecnologicamente senza precedenti) per la cerimonia di canonizzazione di domenica 27 aprile presieduta da papa Francesco:
in piazza San Pietro, dove con
ogni probabilità sarà presente
anche Benedetto XVI, verranno
proclamati santi Giovanni XXIII
e Giovanni Paolo II. Per la prima
volta un grande evento planetario televisivo sarà realizzato in
HD, 3D e 4K, ovvero l’Ultra HD.
La trasmissione e la realizzazione avverrà in partnership con
Sony, l’ausilio tecnologico di
DBW Communication mentre il
coordinamento sarà del Centro
Televisivo con il gruppo Sky (Sky
Italia, Sky Deutschland e BskyB).
«Sarà un evento straordinario
che attraverso la tv e il cinema
consentirà a tutto il mondo di
essere presenti quel giorno in
piazza San Pietro», ha detto ieri
padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede. Nove i satelliti di Eutelsat (per i Giochi olimpici di Sochi sono stati solo cinque) che
dall’Europa all’Africa, all’Asia e
all’America e all’Oceania copriranno tutto il mondo; 15 teleca-
La parola
È morto nella sua casa di Roma l’avvocato Carlo Belli,
presidente del Teatro lirico sperimentale di Spoleto.
Istituzione intitolata al padre Adriano Belli che ne era stato
fondatore e ideatore. Carlo Belli è scomparso all’età di 99
anni. Fin da giovane ha seguito l’attività artistico-musicale
del padre Adriano. Nel 1963, alla morte del padre, Carlo Belli
venne nominato presidente del Lirico sperimentale che sotto
la sua guida ha ottenuto successi e importanti riconoscimenti.
Il ritorno di Michael Jackson.
Il 13 maggio per Epic
Records esce «Xscape» (nella
foto la copertina), nuovo
album di inediti
dell’indimenticato re del pop,
morto nel 2009 a 50 anni. Il
disco, composto da otto
nuovi brani, sarà disponibile
anche in edizione deluxe, con
tutte le incisioni di Michael
Jackson nella loro veste
originaria. «Xscape» sarà
disponibile in pre-ordine a
partire da oggi su
iTunes.com/MichaelJackson.
Il titolo dell’opera è un
tributo al processo con cui
Michael Jackson dava il nome
ai suoi album. Ogni suo disco
prendeva il nome da uno dei
brani in esso contenuti e a
partire da «Thriller», Jackson
sceglieva titoli di una parola
sola. Questo vale anche per il
nuovo progetto: scritto e
prodotto da Jackson e
Jerkins, «Xscape» assume
una valenza tutta particolare,
perché è stato
«modernizzato» dal
produttore che l’aveva
originariamente inciso in
studio con la popstar.
40
Martedì 1 Aprile 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Sport
Le pagelle Livorno
da uno dei nostri inviati a Livorno
Mesbah è dinamico
6,5 BARDI La parata su Palacio, a inizio
ripresa, dà la scossa al Livorno.
5,5 MBAYE Comincia bene, però perde la
misura nel tentativo di strafare e sulla seconda
rete interista si disinteressa di Palacio.
5 VALENTINI Sbandate clamorose.
6 EMERSON Impegna Handanovic da fuori
area sullo 0-0, poi si fa male anche se Di Carlo lo
sostituisce solo dopo l’acuto di Paulinho.
5,5 CASTELLINI Meglio a quattro, dopo
l’uscita di Emerson, che nel primo tempo a tre.
6,5 MESBAH Molto dinamico, cresce alla
distanza ed è uno dei protagonisti della
rimontona livornese. Affonda con continuità sulla
fascia sinistra anche se non sempre è preciso.
6 BENASSI All’inizio soffre il confronto con il
suo passato. Nella ripresa è più dentro la partita:
mura Hernanes, rischia il rigore su Juan Jesus, ci
prova dal limite.
6 BIAGIANTI Perde il Profeta sul gol, ma
quando il Livorno esce dal guscio fa girare bene il
pallone.
6 GRECO Batte l’angolo che Paulinho trasforma
in oro, poi lascia a Siligardi.
7 PAULINHO Un diavolo. Riapre la partita con
un destro sotto l’incrocio, 12° sigillo del suo
splendido campionato. E tiene sotto pressione
la difesa dell’Inter sino all’ultimo respiro.
5 BELFODIL Vorrebbe dimostrare a Mazzarri
che si è sbagliato a nasconderlo in panchina, ma
le intenzioni non bastano. Di Carlo lo sostituisce.
6 DUNCAN Un altro giovane della scuola Inter.
Ci mette tutto quello che ha.
7 EMEGHARA Scatto fulminante che non dà
scampo a Samuel e destro angolato che fulmina
Handanovic: tutto molto bello.
7 DI CARLO Riagguanta una partita che dopo
il primo tempo sembrava compromessa. Bravo a
dare la scossa, azzecca i cambi. Con questo spirito
il Livorno si può salvare.
Alessandro Bocci
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Le pagelle Inter
da uno dei nostri inviati a Livorno
Icardi macchinoso
6 HANDANOVIC Trafitto due volte senza
colpe. Bravo sulla punizione maligna di Emerson.
6 ROLANDO Favorisce una ripartenza del
Livorno poi non sbaglia più.
5,5 SAMUEL Chiude prima su Belfodil e poi su
Paulinho, ma sul più bello si fa scappare
Emeghara che lo brucia sullo scatto.
6 JUAN JESUS Invoca un rigore e ne rischia un
altro su Benassi.
5,5 JONATHAN Regala a Palacio il cross del 20 però quando affonda non è più chirurgico
come a inizio stagione.
6 HERNANES Scarica il destro rabbioso nella
porta del Livorno, prima rete della nuova vita
interista che arriva quasi 70 giorni dopo l’ultima
con la Lazio. Per il resto combina poco e Mazzarri
a metà ripresa lo richiama in panchina.
5 KUZMANOVIC Partita anonima, nel grigiore
generale. Bello un affondo con tiro sventato da
Bardi. Troppo poco.
5 D’AMBROSIO Sbaglia i primi quattro palloni
che tocca. Ma anche il resto non è granché.
5 ALVAREZ Gioca tra le linee nel primo tempo
e interno nella ripresa. Bel cross sul secondo palo
per D’Ambrosio, ma troppi errori.
7 PALACIO Sul primo gol fa la cosa più
importante, rimettendo di testa il pallone a
centro area. Poi, con un destro di controbalzo,
infila Bardi sul palo più lontano. Nella ripresa va
vicino al gol e libera Icardi davanti al portiere.
5 ICARDI Favorisce il destro vincente di
Hernanes, ma si mangia il gol che potrebbe
chiudere il conto. Troppo macchinoso.
4 GUARIN Follia sul pareggio del Livorno. È lui
a regalare a Emeghara la palla del 2-2.
5 MAZZARRI La sua Inter è lenta, imprecisa,
senza ritmo, né intensità. In una parola: modesta.
E nella ripresa si fa rimontare due gol. Una serata
maledetta: alla fine subisce persino l’ironia dei
suoi vecchi tifosi.
a.b.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Serie A
*una partita in meno
81
70
64
52
49
JUVENTUS
ROMA*
NAPOLI
FIORENTINA
INTER
PARMA*
ATALANTA
LAZIO
VERONA
TORINO
47
46
45
43
42
42
41
39
38
32
MILAN
SAMPDORIA
GENOA
UDINESE
CAGLIARI
CHIEVO
BOLOGNA
LIVORNO
SASSUOLO
CATANIA
27
26
25
21
20
Prossimo turno
CHIEVO-VERONA
INTER-BOLOGNA
LAZIO-SAMPDORIA
ATALANTA-SASSUOLO
CAGLIARI-ROMA
5/4 18.00
5/4 20.45
6/4 12.30
6/4 15.00
6/4 15.00
CATANIA-TORINO
FIORENTINA-UDINESE
PARMA-NAPOLI
JUVENTUS-LIVORNO
GENOA-MILAN
6/4 15.00
6/4 15.00
6/4 20.45
7/4 19.00
7/4 21.00
Posticipo I nerazzurri raccolgono
solo un punto, facendo di tutto per
mancare l’Europa: a Hernanes e Palacio
replicano Paulinho ed Emeghara
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
Inter
Marcatori: Hernanes 37’, Palacio 46’
p.t.; Paulinho 9’, Emeghara 40’ s.t.
LIVORNO (5-3-2): Bardi 6,5; Mbaye
5,5, Valentini 5, Emerson 6 (Duncan
6 10’ s.t.), Castellini 5,5, Mesbah
6,5; Benassi 6, Biagianti 6, Greco 6
(Siligardi s.v. 28’ s.t.); Paulinho 7,
Belfodil 5 (Emeghara 7 10’ s.t.). All.:
Di Carlo 7
INTER (3-4-2-1): Handanovic 6;
Rolando 6, Samuel 5,5, Juan Jesus
6; Jonathan 5,5 (Zanetti s.v. 34’ s.t.),
Hernanes 6 (Guarin 4 24’ s.t.),
Kuzmanovic 5, D’Ambrosio 5; R.
Alvarez 5 (Botta s.v. 41’ s.t.), Palacio
7; Icardi 5. All.: Mazzarri 5
Arbitro: Calvarese 5
Ammoniti: Hernanes, Castellini,
Samuel, Botta
Recuperi: 1’ più 4’
Pareggio Il definitivo 2-2
firmato da Emeghara (Pegaso)
Follia Inter
Incapace di gestire
il vantaggio di due gol
si fa rimontare dal Livorno
La papera di Guarin
preso) alla fine e l’Inter ha fatto
soltanto polvere nell’area livornese.
Così la squadra di Mazzarri
ha mandato in fumo quel poco
di buono che aveva costruito in
un primo tempo dai contenuti
Le proposte di Snai su
Data Ora
Partita
2
2
Livorno
LIVORNO — L’Inter sta facendo di tutto per non andare
in Europa e, continuando così,
ha ottime possibilità di centrare l’obiettivo. Dopo aver raccolto un punto nelle due partite in
casa con Atalanta e Udinese, segnando appena un gol, è riuscita a pareggiare a Livorno. Quella che ha realizzato nello stadio
intitolato ad Armando Picchi, è
stata davvero un’impresa, perché i nerazzurri erano in vantaggio 2-0 alla fine del primo
tempo e perché la squadra di Di
Carlo, al di là di una grande volontà generale, non sembrava
proprio nelle condizioni di accennare ad una rimonta. Invece
i nerazzurri nella ripresa hanno
fatto quello che non sanno fare:
gestire la partita, convinti di
averla già vinta. Situazione pericolosissima, perché al 9’ il Livorno l’ha riaperta su angolo di
Greco e conclusione all’incrocio di Paulinho (12° gol in
campionato), un diavolo, pronto a colpire benissimo, ma in
totale libertà e la squadra di
Mazzarri non è più riuscita a riprenderla in mano, se non in
un paio di episodi.
Sull’1-2, Di Carlo ha mandato in campo Duncan e Emeghara, aumentando la forza offensiva e l’aggressività in mezzo al
campo, mossa che ha costretto
Mazzarri a tornare al 3-5-1-1,
ma che non ha risolto il problema di una squadra, che gioca
un calcio stentato, senza idea e
senza energia. Per trovare
un’occasione per il terzo gol, è
stato necessario aspettare il 32’
(prima Icardi e poi Guarin), ma
Juan Jesus aveva già rischiato il
rigore per un intervento rischiosissimo su Benassi (30’).
A spingere il Livorno al pareggio ci ha pensato Guarin (entrato per Hernanes), con uno
sciagurato passaggio all’indietro, che ha messo in movimento Emeghara, che già aveva fatto male all’Inter un anno fa a
Siena: Samuel ha cercato di
contenere l’attaccante, ma non
l’ha messo a terra; sarebbe stato
fallo da ultimo uomo e rosso
diretto. Scelta comunque sbagliata, perché Emeghara ha infilato Handanovic. Mancavano
nove minuti (recupero com-
tecnici deprimenti, con tantissimi errori, anche nei passaggi
più semplici, sbloccato dopo
37’ dal tiro violento in area di
Hernanes, dopoché Icardi era
stato «murato». Fino a quel
momento, la partita non aveva
offerto quasi nulla: il Livorno
ben chiuso in difesa; l’Inter con
la coppia Alvarez-Palacio alle
spalle di Icardi (Guarin in panchina), lenta e prevedibile nelle
decine di tocchi con i quali sperava di arrivare in porta, con
giocatori fermi in attesa del pallone. Il Livorno era stato minaccioso soltanto una volta, con
una punizione di Emerson, che
aveva impegnato Handanovic,
ma la paura (giustificata) di andare sotto e l’inconsistenza della coppia d’attacco PaulinhoBelfodil avevano fatto sì che la
squadra di Di Carlo non lasciasse mai il segno.
L’Inter si era fatta viva soltanto in tre di occasioni: una
Champions League ed Europa League
Risultato Finale
U/O 2.5
Under Over
Risultato Finale + Under Over 2,5
X/Ov 2/Un 2/Ov
Risultato Finale + Gol no Gol
1
X
2
1/Un
1/Ov
X/Un
1/G
1/NG
X/G
X/NG
2/G
1/4
20.45
Barcellona
Atl. Madrid
1,50
4,25
6,25
2,20
1,60
4,15
2,00
5,75
14
15
9,50
2,85
2,85
4,95
15
12
2/NG
12
1/4
20.45
Man. Utd
Bayern
6,75
4,5
1,45
2,25
1,57
15
10
6,50
15
4,15
1,95
13
13
5,30
16
2,85
2,70
2/4
20.45
Real Madrid Dortmund
1,35
5,00
8,00
2,60
1,42
4,40
1,60
8,00
16
20
12
2,40
2,75
5,40
20
15
17
2/4
20.45
PSG
Chelsea
2,00
3,30
3,80
1,65
2,10
4,05
3,40
3,85
14
7,50
7,00
4,25
3,35
4,40
8,00
8,50
6,50
3/4
21.05
Lione
Juventus
4,75
3,75
1,70
1,73
2,00
9,00
8,00
4,25
15
3,70
2,85
9,00
8,00
4,80
10
3,55
2,90
3/4
21.05
AZ Alkmaar Benfica
5,00
3,65
1,70
1,85
1,85
10
8,00
4,50
14
3,95
2,65
9,00
9,00
4,45
10
3,35
3,05
3/4
21.05
Basilea
Valencia
3,00
3,30
2,35
1,85
1,85
6,50
4,55
4,30
12
5,30
3,50
5,45
5,75
3,85
9,50
4,35
4,50
3/4
21.05
Porto
Siviglia
1,80
3,60
4,25
1,80
1,90
4,05
2,80
4,40
14
9,00
7,50
3,50
3,25
4,35
10
8,50
7,50
Le quote sono soggette a variazioni. Aggiornamenti nei Punti SNAI o sul sito www.snai.it
SNAI S.p.A. concessione n° 4028 - 4311 - 4801 - 4501 - 15215a
Consulta le probabilità di vincita dei giochi con vincita in denaro
su www.aams.gov.it, www.snai.it o presso il tuo Punto SNAI
E’ vietato il gioco ai minori di anni 18
Il gioco può causare dipendenza patologica
Furia Mazzarri
«È pazzesco
buttare così
i tre punti»
LIVORNO — Walter Mazzarri è una furia in
campo: «È pazzesco buttare via punti così»
sibila il tecnico di San Vincenzo. Mezz’ora dopo
la sua analisi è più tranquilla, anche se non
certo serena. «È una partita che dà la
dimensione di che annata è — premette
sconsolato il tecnico dell’Inter — . Fino a che la
partita non è chiusa non bisogna abbassare la
guardia. Non avevamo concesso nulla, abbiamo
preso gol quasi in modo casuale. Abbiamo
reagito, sbagliando e poi siamo stati puniti col
secondo gol. Chi sbaglia paga, il calcio è così. E
anche stavolta i tre punti non li abbiamo presi.
Guarin? Deve giocare bene come sa e non fare
errori così, anche se questo è proprio un
infortunio a parte, come quando un portiere
prende gol tra le gambe, può succedere e Fredy
va aiutato. Purtroppo anche altri sono incappati
in episodi simili e abbiamo perso troppi punti».
A ben poco è servito il 14º gol in campionato di
Palacio e il primo con la maglia interista, dopo
8 partite, di Hernanes. «Non posso che
dedicarlo ai tifosi perché sono stato accolto in
maniera fantastica — ha sottolineato il
centrocampista brasiliano — e anche ai miei
compagni che mi hanno aiutato a inserirmi in
fretta in questa squadra. Dispiace che non siano
bastati due gol nel primo tempo per tornare a
vincere. Dovevamo chiuderla prima». Intanto
l’Inter e Cristian Chivu hanno annunciato la
risoluzione consensuale del contratto. Il
difensore romeno si è arreso dopo due
interventi chirurgici al piede destro e dopo 7
stagioni con la maglia nerazzurra dove ha vinto
tutto quello che c’era da vincere e pure rischiato
di morire (6 gennaio 2010 a Verona) in seguito
a un violentissimo scontro con Pellissier.
Franco Fiocchini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Martedì 1 Aprile 2014
Sport 41
italia: 51575551575557
Doping, Savoldelli deferito
Bolt rinuncia al Golden Gala
Basket, Milano ok contro Pesaro
La Procura Antidoping ha deferito l’ex ciclista Paolo Savoldelli, vincitore di
due Giri d’Italia, per «uso o tentato uso di sostanza o metodo dopante»,
«somministrazione di sostanza vietata» e per «essersi avvalso della consulenza e prestazione di soggetto inibito», ovvero il dottor Ferrari, lo stesso del
suo ex compagno Armstrong. La richiesta di inibizione è di 2 anni e 8 mesi.
Usain Bolt non parteciperà al Golden Gala Pietro Mennea 2014, la
tappa romana della Diamond League in programma il 5 giugno. La conferma arriva dal meeting director Luigi D’Onofrio: «Siamo stati avvertiti
alcuni giorni fa dei problemi fisici di Bolt. Abbiamo seguito l’evoluzione
non senza apprensione. Siamo dispiaciuti ma l’evento sarà di livello».
Nel posticipo della 25ª giornata di serie A vittoria per l’EA7 Milano su Pesaro: 95-64 (16 punti di Lawal e Samuels). Per Milano 20ª vittoria consecutiva tra campionato ed Eurolega. Classifica: Milano 40; Brindisi, Cantù e Siena
34; Sassari 32; Roma 30; Reggio Emilia e Caserta 24; Venezia e Avellino 22;
Varese, Pistoia e Bologna 20; Cremona 18; Montegranaro 14; Pesaro 12.
Verdetti Gol n. 187
Il caso I meriti di Conte, le ragioni di Benitez, ma le differenze esistono
Di Natale
mette al sicuro
l’Udinese
Catania k.o.
I conti di Juve e Napoli
I soldi li spendono bene
UDINE — Un gol di Di Natale,
il numero 187 in A, per mettere
definitivamente al sicuro l’Udinese, ce ne fosse bisogno, e ridurre ai minimi termini le
chance di salvezza del Catania.
Il posticipo del Friuli regala poco spettacolo e un verdetto quasi certo di condanna per i siciliani, che partono bene, sprecano non poco in un primo tempo
a lungo dominato e finiscono
per pagare dazio, nella ripresa,
alla maggiore classe degli avversari.
A fare la differenza non è la
qualità del gioco, che spesso latita e non per colpa dell’ultima
della classe, ma quella dei singoli. Non solo Di Natale, Pereyra
e Bruno Fernandes, i tre protagonisti dell’azione vincente, ma
anche il baby portiere Simone
Scuffet, decisivo in almeno tre
occasioni su Keko (10’), Plasil
(14’) e Bergessio (83’). Per lui è
la sesta partita senza gol subiti
alla decima presenza in A, forse
l’abc di una lunga favola.
La battaglia dei bilanci, mercati diversi ma efficaci
Riccardo De Toma
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Udinese
conclusione di Hernanes a sfiorare il palo; un colpo di testa di
D’Ambrosio; un tiro di Kuzmanovic. Niente di più. Dopo il gol
di Hernanes, era arrivato nel recupero quello di Palacio, sull’assist di Jonathan: girata al
volo di destro, per il 14° gol in
campionato del Trenza, una
giocata di classe, con Mbaye,
che, però, si era dimenticato di
contrastare l’argentino. Ma
nemmeno avanti di due gol,
l’Inter ha saputo portare a casa
la vittoria.
Se, come ha spiegato Erick
Thohir, sono tutti sotto esame,
è evidente che in tanti, questi
esami non li supereranno. Invece di pensare al quarto posto,
l’Inter dovrà stare attenta a Parma, Atalanta e Lazio. Una squadra che fa due punti in tre partite significa che viaggia con il
passo di chi si deve salvare. Altro che Europa.
Fabio Monti
Catania
1
0
Marcatori: Di Natale 23’ s.t.
UDINESE (3-5-1-1): Scuffet 7;
Heurtaux 6, Danilo 6, Domizzi 6;
Basta 5,5 (Badu 6 17’ s.t.), Pinzi
5,5, Allan 6,5, Pereyra 6,5
(Widmer s.v. 36’ s.t.), Gabriel
Silva 5,5; Nico Lopez 4,5 (Bruno
Fernandes 6,5 1’ s.t.); Di Natale
7. All. Guidolin 6.
CATANIA (4-3-3): Andujar 6,5;
Izco 6 (Peruzzi s.v. 42’ s.t.),
Bellusci 6, Gyomber 5, Monzon
6,5; Plasil 5,5 (Fedato s.v. 36’
s.t.), Lodi 6,5, Rinaudo 6,5;
Barrientos 6, Bergessio 5,5, Keko
6 (Leto 5,5 20’ s.t.). All. Maran 6.
Arbitro: Doveri 6,5
Ammoniti: Bellusci, Rinaudo,
Gabriel Silva, Izco, Danilo, Leto
Recupero: 0’ più 3’
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Hanno tutti ragione, come dopo le elezioni. Anche per questo il
dibattito — oltre che sviare dal
fatto tecnico, come sempre in Italia purtroppo — conduce in un
vicolo cieco. Ha ragione Rafa Benitez quando parla dell’incidenza
del fatturato, perché tra i 272,4
milioni della Juventus, nona in
Europa secondo il rapporto Deloitte 2012-2013, e i 116,4 del Napoli (22°) c’è un abisso. Ha ragione però anche Antonio Conte
(al.p.) C’è sempre tensione in città fra il presidente del Napoli,
Aurelio De Laurentiis, e il sindaco Luigi De Magistris. Argomento,
manco a dirlo, il San Paolo. Adl ha riaperto il fuoco ieri mattina: «Lo
stadio è in condizioni pessime. La questione dei bagni chiusi
domenica? Il Comune mi dà l’impianto appena due ore prima il
match…». La minaccia di De Laurentiis è forte: «Oggi (ieri, ndr)
pomeriggio incontrerò il sindaco per capire se devo andare via da
Napoli e ricominciare in Inghilterra con un’altra squadra. Ma se vado
via io si faranno la serie C con questo sindaco…». Dichiarandosi
«stanco», il presidente ha poi aggiunto: «Vedremo quanto questa
cosa sta loro a cuore». Un vero attacco frontale, al quale De Magistris
non ha risposto nell’incontro del pomeriggio (al quale è andato il
suo capo di gabinetto), ma in un’intervista in cui ha spiegato: «Il
presidente ha la nostra proposta, deve solo darci i soldi. Noi
abbiamo intenzione di firmare un proroga della convenzione, ma su
basi diverse». In ballo questioni delicate, dalla manutenzione
dell’impianto alla possibilità di una sua radicale ristrutturazione.
«Ora basta polemiche», dice il sindaco. E pare che De Laurentiis stia
preparando una controproposta. Le parti restano distanti, ma lo
strappo definitivo è stato rinviato. E forse non avverrà mai.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Alessandro Pasini
nella Liga l’Atletico Madrid (20°,
120) non sarebbe davanti a Barcellona (2°, 482,6) e Real Madrid
(1°, 518,9). Non solo: in Champions l’Atletico non avrebbe fatto
fuori il Milan (263,5, 10°), il Napoli non avrebbe lottato alla pari
di Arsenal (8°, 284,3) e Borussia
Dortmund (11°, 256,2) e la Juve
non sarebbe uscita clamorosamente contro il Galatasaray (16°,
157).
Com’è chiaro, il dibattito è in-
272,4
105
quando parla di mercato, perché
Aurelio De Laurentiis l’estate
scorsa ha speso 105 milioni mentre Andrea Agnelli nei tre mercati
fatti per Conte ne ha spesi rispettivamente 92,25, 56,85 e 47,3.
Ma ha ancora ragione Benitez
perché, se il fatturato non contasse, la Juve non avrebbe la rosa che
ha e non starebbe vincendo il suo
terzo scudetto di fila. La rosa ampia oltre i giocatori bravi aiuta per
le maratone: chi in Italia può permettersi di sostituire Tevez con
Osvaldo, tenendo in panchina
pure Vucinic? I giocatori bravi
senza la rosa ampia funzionano
soprattutto per la partita secca: il
Napoli insegna. E però ha ragione
ancora Conte perché se incidesse
solo il fatturato non ci sarebbero
più il calcio né lo sport. E allora la
Roma (124,4 milioni, 19ª in Europa, sostanzialmente a pari del
Napoli) non sarebbe così davanti
agli azzurri in campionato. In
Premier League il Liverpool (12°,
240,6) non sarebbe in testa davanti a Chelsea (7°, 303,4) e Man
City (6°, 314,2), per tacere del
Manchester United (4°, 423,8). E
finito e sterile, lo prendi e lo tiri
dove vuoi, e come in una disputa
fra sofisti le argomentazioni sono
tutte buone, dunque nessuna
prevale. In realtà, le differenze di
classifica maturano altrove. Puoi
avere un fatturato più alto ma
spendere male: il Tottenham con i
100 milioni incassati per Bale è
riuscito a creare un mostro perdente; il Napoli coi 60 di Cavani
ha ricostruito alla grande. Puoi
investire meno ma segnare colpi
come Tevez a 9 milioni o Llorente
a parametro zero. Puoi spendere
di più adesso perché stai lavorando per il domani: tipi come Mertens e Callejon, costati insieme
neanche 20 milioni e già ampiamente rivalutati, sono pietre fondanti il futuro. Così, se ci limitiamo al primo anno dei nuovi cicli,
i 105 milioni spesi da De Laurentiis per Rafa pesano come i 92
spesi da Agnelli per Conte nel
2011. È vero però che Conte ereditava una squadra da settimo
posto e Benitez da secondo. E così
si ritorna da capo..
Casomai, allora, i problemi del
Napoli sono altri. In campo, è la
mancanza della cosiddetta «mentalità», che i contiani possiedono
in quantità industriale: se sai battere Juventus, Roma, Fiorentina,
Inter, Milan (e Borussia e Arsenal) ma poi perdi 20 punti con le
medio-piccole, c’è un’evidente
lacuna tattica e mentale su cui dover lavorare in allenamento. Fuori dal campo, è la difficoltà a valorizzare un bilancio da anni in attivo e a sfruttare potenzialità immense. Andare al San Paolo — un
impianto comunale fatiscente,
inadatto, ai limiti del civile (domenica persino con i bagni chiusi) eppure abitato da una tifoseria
che ne potrebbe fare un Anfield
all’italiana — è un’esperienza deprimente. Che cosa sarebbe invece il Napoli con un’arena stile Juve
e relativi indotti «spirituali» ed
economici?
Su questo De Laurentiis e Benitez hanno l’unica ragione indiscutibile nel dibattito. Ma da qui a
farne la spiegazione di un gol sbagliato col Sassuolo di turno passano oceani. «Non ci lamentiamo
più, sennò rischiamo di fare la figura dei rosiconi», ha detto il presidente domenica dopo la consueta filippica. Giusto. Solo così
si rinforza un percorso di crescita
e di sfida (da ricchi) ai più ricchi.
Lui, ottimo imprenditore di successo residente negli Stati Uniti,
terra di opportunità e «self made
men», dovrebbe saperlo bene.
milioni di fatturato
della Juventus,
contro i 116,4 del Napoli
milioni spesi sul mercato
dal Napoli nel 2013,
contro i 47,3 della Juventus
Tecnici Conte, 44 anni, e dietro Benitez, 53 anni, (LaPresse)
Polemica con De Magistris sul San Paolo
De Laurentiis: «Se io vado via
con questo sindaco faranno la C»
Leader Aurelio
De Laurentiis,
64 anni, è
presidente del
Napoli dal 2004
e lo ha riportato
in A nel 2007
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Oggi e domani la Champions League
La curiosità Nato il 1° aprile come Sacchi e Zaccheroni, oggi festeggia i 38 anni. I due ex: «Ha testa e personalità»
Manchester United contro Bayern
tedeschi favoriti nella solita sfida
Seedorf & C.: il destino nel compleanno
Le gare d’andata
Quarti di finale
Oggi, ore 20.45
(ritorno 9/4)
Manchester Utd-Bayern
Sky Sport 3, Sky Calcio 2,
Premium Calcio 1
Barcellona-Atletico Madrid
Sky Sport 1, Sky Calcio 1,
Premium Calcio
Domani, ore 20.45
(ritorno 8/4)
Psg-Chelsea
Rete 4, Sky Sport 1,
Sky Calcio 1, Premium Calcio
Real Madrid-Borussia D.
Sky Sport 3, Sky Calcio 2,
Premium Calcio 1
Quarti di grande nobiltà da oggi in
Champions League (20.45). Si
parte con il derby spagnolo
Barcellona-Atletico Madrid e con
una delle grandi classiche del
calcio europeo: Manchester
United-Bayern Monaco. Messi
contro Costa è una sfida che
promette scintille ed equilibrio
assoluto, come nella lotta per la
Liga. Più sbilanciata la sfida tra i
campioni in carica di Guardiola e il
traballante United di Moyes: «Ma
in una o due partite — dice il
tecnico del Bayern — ci possono
battere» . Domani a Parigi,
Mourinho va a trovare Ibrahimovic
in Psg-Chelsea. Anche qui
pronostico apertissimo, a
differenza di Real Madrid-Borussia
Dortmund: i finalisti dello scorso
anno partono sfavoriti al Bernabeu.
Il destino nel compleanno.
Come Arrigo Sacchi e Alberto
Zaccheroni (due allenatori che
vinsero lo scudetto al primo anno sulla panchina milanista)
anche Clarence Seedorf soffierà
oggi sulle candeline (38: per siglare la pace ritrovata festeggerà
a pranzo a Milanello con Adriano Galliani). Resta quantomeno
curioso che sotto la gestione
Berlusconi, degli 11 allenatori
che si sono succeduti alla guida
tecnica dei rossoneri, tre siano
nati lo stesso giorno.
Che sia una coincidenza o
frutto di una congiuntura astrale favorevole non è dato sapere.
Di certo l’olandese, che con i 7
punti conquistati nelle ultime
tre partite si è ripreso il Milan,
ha la benedizione dei due mostri sacri che lo hanno precedu-
Sacchi, 67 anni
Zaccheroni, 60 anni
to. «È un ragazzo con testa e
personalità — dice Arrigo Sacchi, che come Seedorf passò
momenti di burrasca nei suoi
primi mesi milanisti —. Qualche critica fa bene, aiuta a riportare i piedi per terra. Le sue idee
mi piacciono ma credo che ora
sia azzardato emettere una sentenza sul suo lavoro». Quindi
l’ex c.t. spiega i perché della sua
prudenza: «Sta giocando con
carte che non sono sue, quindi
aspetterei l’anno prossimo a
giudicarlo. Piuttosto credo che
conti di più avere alle spalle una
società compatta, con cui mostrare sinergia di interessi». Dopo la campagna acquisti estiva e
la formazione di una rosa che
rispecchi la sua filosofia di gioco, secondo Sacchi, sarà più
saggio valutarlo: «Non servono
necessariamente top players ma
giocatori che siano funzionali al
progetto». Anche perché le casse non consentono spese folli: il
16 aprile verrà approvato il bilancio che si chiude con un passivo fra i 10 e 15 milioni di euro.
Zaccheroni usa un tono be-
nevolo: «Nessuno quando inizia
ha esperienza: dal punto di vista
tecnico-tattico il suo è un bagaglio infinito, piuttosto dovrà essere bravo nella gestione dei
giocatori». Chissà come si comporterà Clarence con Kakà, che
ha facoltà (entro il 30 giugno) di
interrompere il rapporto con il
Milan in caso di mancata Champions. Ieri l’ex Pallone d’Oro ha
avuto un colloquio telefonico
con Galliani: si sono impegnati
a non toccare più l’argomento
sino a fine campionato (anche
se da Silva, proprietario brasiliano dell’Orlando City, ieri su
Facebook ha postato: «A breve
notizie bomba...»). Ma Seedorf,
segno Ariete (deciso, testardo),
non si rassegna a perderlo.
Monica Colombo
Auguri Seedorf, 38 anni (Ap)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
42
Milano Via Solferino, 36
tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422,
fax 02/6552.436
Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del
9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale
inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza
della Legge sulla privacy (L.196/03).
ABILE esperta referenziata impiegata
ufficio commerciale customer care
inglese francese pc offerte ordini offresi. 331.12.23.422
ADDETTA paghe contributi pluriennale esperienza offresi. Contattare
334.16.25.041 dalle 18 alle 19,30
AIUTO contabile, impiegata commerciale con pluriennale esperienza offresi. Automunita. 340.59.89.168.
AIUTO contabile, pluriennale esperienza contabilità ordinaria, clienti/
fornitori, riconciliazioni banche, valuta proposte. 338.74.70.197.
AIUTO contabile, ventennale esperienza, clienti/fornitori, referenziata,
lavori segretariato, disponibile subito. 347.12.84.595
ASSISTENZA Excel integrato da Access. Tel: 345.83.16.608
CAPO contabile/responsabile contabilità, seria, ventennale esperienza
valuta proposte. Ottima conoscenza
gestionali contabilità, pacchetto office. 339.89.47.309
CONTABILE ordinarie, semplificate,
dichiarazioni fiscali, intrastat, black
list segreteria, offresi. Tel:
334.60.74.075
CONTABILE pluriennale esperienza,
libera subito. Tel. 338.23.90.087
GEOMETRA 51 anni, responsabile di
cantieri edili, esperienza pluriennale,
supervisione, programmazione,
coordinamento lavori, contabilità, sicurezza, gestione contratti, varianti,
verifica documentazione, uso pc, office, excell, mail, internet, offresi con
disponibilità
immediata.
331.30.46.212
RESPONSABILE amministrativo: amministrazione, finanza, bilanci, tesoreria, fiscale, controllo, budget, personale, estero. 347.63.67.628
SEGRETARIA direzionale trentennale
esperienza, ottima conoscenza pacchetto office, gestione e trattamento
agenti, magazzino, gestione clienti
offresi
anche
part-time.
338.40.75.931
COMMERCIALE estero, contract - sedute ufficio pianificazione, apertura
mercati, organizzazione, portafoglio
clienti. 366.54.76.700
ESPERTO venditore 56enne settore
sanità ottima presenza professionalità disponibilità trasferte Italia.
349.84.71.099
AUTISTA di direzione, fattorino, esperienza ventennale e referenziato,
iscritto liste mobilità. 338.18.10.874
CAMP BOSS- Pluriennale esperienza.
Valuta proposte. Disponibilita' immediata. Tel: 393.50.19.107
ASSISTENZA disabili, italiano, autista, trasferimenti Italia, estero, bricolage, pulizie, custode, cinquantenne.
338.64.68.647
SRILANKESE offresi come domestico,
giardiniere, badante, pulizie, custode villa. Patente B. 340.74.97.071
ATTICI MM Maciachini. Piani alti, terrazzi. box. CE: C - IPE: 74,9 kWh/mqa
02.88.08.31 www.filcasaimmobili.it
ATTICO lusso piazza Mondadori. Soggiorno, cucina, tricamere, triservizi,
terrazzi, serra, box, posto auto. CE:
G - IPE: 231,96 kWh/mqa
02.88.08.31 www.filcasaimmobili.it
ATTICO lussuoso Senofonte/Fiera.
Soggiorno, pranzo, cucina, bicamere, biservizi, terrazzo. CE: B - IPE:
50,46 kWh/mqa. 02.88.08.31
www.filcasaimmobili.it
BILOCALI /trilocali MM Zara, palazzo
ristrutturato a nuovo. CE: C - IPE:
86,40 kWh/mqa 02.88.08.31
www.filcasaimmobili.it
CAPPUCCINI signorili, salone triplo,
quattro camere, tripli servizi, cucina
abitabile. Finemente ristrutturato.
CE: E - IPE: 125,30 kWh/mqa.
02.48.19.53.71
FILZI signorili bilocali climatizzati serviti metropolitana mutuo inscritto.
CE: E - IPE: 123,87 kWh/mqa.
335.70.31.419 - 02.76.02.43.22
[email protected]
MASCHERONI palazzo patrizio esclusiva dimora ampia metratura boxes.
Trattative riservate. CE: F - IPE:
162,30 kWh/mqa. 02.48.19.53.71
TRILOCALE nuovissimo adiacenze
Sempione, due balconi, piano alto,
box. CE: B - IPE: 33,26 kWh/mqa.
02.34.93.39.47 www.filcasaimmobili.it
TRILOCALI nuovissimi MM Rovereto,
possibilità box. Da 2.760 euro/mq.
CE: B - IPE: 33 kWh/mq/a
02.88.08.31 www.filcasaimmobili.it
BUSINESS SERVICES vende Asti provincia, vista panoramica, casa rurale
600 mq ristrutturata, terreno agricolo 3 ettari inoltre ad Asti immobile
170 mq, 2 livelli, con negozio, appartamento,
cantina.
02.29.51.80.14
BUSINESS SERVICES vende Ravenna
provincia villa fine '800 di 542 mq, 3
livelli, CE: G - APE: 321,86 kWh/mq,
giardino 1.173 mq, ideale per studi
professionali. 02.29.51.80.14
SOCIETÀ d'investimento internazionale acquista direttamente appartamenti e stabili in Milano.
02.46.27.03
BANCHE e multinazionali ricercano
immobili in affitto o vendita a Milano.
02.67.17.05.43
BANCHE multinazionali necessitano
di appartamenti o uffici. Milano e
provincia 02.29.52.99.43
IMPIEGATA referenziata cerca monolocale/bilocale in Milano zona servita. 02.67.47.96.25
A Milano 79.000 euro anche permuta
60 minuti colline Bonarda e Moscato
villini nuovi pronta consegna giardino esclusivo piscina a chi acquista e
paga entro 30 gg. arredo gratis. CE:
C - IPE: 93 kWh/mqa. Tel.:
035.47.20.050
MARINA DI PIETRASANTA
vendesi villetta con straordinaria ristrutturazione. Chiedere foto. [email protected]
AFFITTO -riscatto. Ampi negozi - magazzini Repubblica, canne fumarie
(bar, tavola fredda). CE: G - IPE:
187,5 kWh/mca 02.88.08.31
www.filcasaimmobili.it
BUSINESS SERVICES vende Mottola
(TA) capannone industriale 1.500
mq, uffici 360 mq, deposito 360 mq,
area 15.000 mq, possibilità ampliamento. 02.29.51.80.14
UFFICI grande rappresentanza S.Ambrogio edificio Liberty. 02.88.08.31
CE: D - IPE: 37,95 kWh/mca www.filcasaimmobili.it
UFFICI luminosi eleganti Repubblica/
Vittorio Veneto. 400 mq., ingresso indipendente, balconata, posti auto.
Affitto. CE: F - IPE: 61,21 kWh/mca
02.88.08.31 www.filcasaimmobili.it
UFFICI nuovi di rappresentanza, Brera. 380 mq., box. CE: C - IPE: 12,22
kWh/mca. 02.88.08.31 www.filcasaimmobili.it
UFFICIO elegante centralissimo, Magenta/Morigi. Vendita. CE: F - IPE:
61,79 kWh/mca 02.88.08.31
www.filcasaimmobili.it
ATTIVITÀ da cedere/acquistare artigianali, industriali, turistico alberghiere, commerciali, bar, aziende
agricole, immobili. Ricerca soci. Business Services 02.29.51.80.14
BUSINESS SERVICES cede Bergamo
adiacenze avviatissimo bar/tavola
fredda/edicola/sala slot, immobile
140 mq, CE: G - APE: 321,86 kWh/
mq. Ottimi incassi. 02.29.51.80.14
BUSINESS SERVICES cede Lago Maggiore (NO), fronte lago, avviato bar/
gelateria/tavola fredda. Ottima opportunità. 02.29.51.80.14
BUSINESS SERVICES cede Lecco provincia avviato ristorante, immobile
2.000 mq, dehors, 6 appartamenti,
CE: G - APE: 321,86 kWh/mq, scoperto 2.080 mq. 02.29.51.80.14
VENDESI ristorante pizzeria a 150
metri dal Duomo. Locale climatizzato. Forno a legna. Telefono
328.12.51.116
PUNTO D'ORO
compriamo contanti, supervalutazione gioielli antichi, moderni, orologi, oro, diamanti.
Sabotino
14
Milano.
02.58.30.40.26
Acquistiamo
•AUTOMOBILI E FUORISTRADA,
qualsiasi cilindrata, pagamento
immediato. Autogiolli, Milano.
02.89504133 - 02.89511114
A
CQUISTIAMO auto e fuoristrada anche di grossa cilindrata Milano
Motors
4x4
S.r.l.
02.61.29.86.99
[email protected]
ASSOCIA benessere e relax con massaggi antistress nelle tue pause quotidiane. 02.39.40.00.18
CERCHI inusuali amanti? Appuntamenti intriganti? Anonimo, efficiente, vantaggioso. Approfittane
899.996.101 da 32 centesimi/minuto. VM18 MCI
A
CQUISTIAMO brillanti, gioielli
firmati, orologi marche prestigiose, monete, argenteria. Il Cordusio
02.86.46.37.85
CONCEDITI nuove amiche unicamente tue! Troverai sempre quella giusta!
Approfittane 899.996.101 da 32
centesimi/minuto. VM18 MCI
Una nuova vetrina: prima di tutto… prima di tutti!
Ore pas
ti. 348.08
.28.350
Temporary Shop
Saldi Eventi
Outlet
Locali Ristoranti
[email protected]
Viaggi
oppure nei giorni feriali presso
l’agenzia:
Corsi
Mostre
www.piccoliannunci.rcs.it
[email protected]
INGEGNERE 61 anni con trascorsi da
imprenditore offresi per attività commerciali, Mktg, pm, gestione risorse
..... [email protected] - Cell.
345.64.13.910
Spettacoli
Gli annunci si ricevono tutti i giorni su:
Martedì 1 Aprile 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
TEMPO
GRAN RARY SHOP
Milano DI OFFE
RTE
per promuovere
tutto ciò che ti
rende Speciale!
Affari!
Dal 9 lug
abbigliamlio al 10 settem
abiti, jea ento uomo / bre
don
a prezzi nseria e access na
ori
scontatiss
Vieni a
trovarci imi!
.
in via Fra
Tel.
02.11.12.
nico, 6
27.
36
RI
Il Corriere della Sera e La Gazzetta
dello Sport con le edizioni stampa e
digital offrono quotidianamente agli
inserzionisti una audience di oltre 8
milioni di lettori, con una penetrazione
sul territorio che nessun altro media è
in grado di ottenere.
La nostra Agenzia di Milano è a disposizione per proporvi offerte dedicate a
soddisfare le vostre esigenze e rendere efficace la vostra comunicazione.
TARIFFE PER PAROLA IVA ESCLUSA
Rubriche in abbinata obbligatoria:
Corriere della Sera - Gazzetta
dello Sport: n. 0: € 4,00; n. 1: €
2,08; n. 2, 3, 14: € 7,92; n. 5, 6, 7,
8, 9, 12, 20: € 4,67; n. 10: € 2,92;
n. 1: € 3,25; n. 13: € 9,17; n. 15: €
4,17; n. 17: € 4,58; n. 18, 19: €
3,33; n. 21: € 5,00; n. 24: € 5,42.
Rubriche in abbinata facoltativa:
n. 4: Corriere della Sera € 4,42;
Gazzetta dello Sport € 1,67; abbinata € 5,00.
n. 16: Corriere della Sera € 1,67;
Gazzetta dello Sport € 0,83; abbinata € 2,08.
n. 22: Corriere della Sera € 4,08;
Gazzetta dello Sport € 2,92; abbinata € 4,67.
n. 23: Corriere della Sera € 4,08;
Gazzetta dello Sport € 2,92; abbinata € 5,00.
RICHIESTE SPECIALI
Data Fissa: +50%
Data successiva fissa: +20%
Per tutte le rubriche tranne la 21,
22 e 24:
Neretto: +20%
Capolettera: +20%
Neretto riquadrato: +40%
Neretto riquadrato negativo: +40%
Colore evidenziato giallo: +75%
In evidenza: +75%
Prima fila: +100%
Tablet: + € 100
Rubrica 4 “Avvisi Legali”:
1 modulo: € 400
2 moduli: € 800
Rubriche Compravendite immobiliari
Nel testo dell’inserzione è obbligatorio indicare la classe energetica di
appartenenza dell’immobile e il relativo indice di prestazione energetica
espresso in kWh/mqa o kWh/mca a
seconda della destinazione d’uso dell’edificio. Nel caso di immobili esenti
dall’indicazione, riportare la dicitura
“Immobile non soggetto all’obbligo di
certificazione energetica”.
Corriere della Sera Martedì 1 Aprile 2014
Sport 43
italia: 51575551575557
Il protagonista Il dietrofront di Rizzoli in Sassuolo-Roma
Il caso
SassuoloRoma (0-2),
domenica
scorsa, 35’ del
primo tempo.
Benatia tocca
Sansone, che
cade in area.
L’arbitro Rizzoli
prima assegna
il rigore ai
padroni di casa;
poi, non
convinto, si
avvicina a
Sansone e gli
chiede: «Dì la
verità: ti ha
toccato o hai
simulato?».
Dopo 4’37’’ di
consultazioni,
Rizzoli ritirerà il
rigore (Ansa)
La sorpresa di Sansone
«Decisione mai vista:
ci arbitriamo da soli?»
«Sbagliato chiederci se era rigore»
BOLOGNA — Cinque minuti
possono bastare per cambiare
una carriera, stravolgere un
Mondiale e forse riscrivere le
regole del gioco. Sassuolo-Roma, sospesa per «colloqui» dal
35’ al 40’ primo tempo, è il fallimento del dialogo come buona
pratica per chiudere una contesa.
I giallorossi conducono il
match 0-1 ma Sansone, sgusciante e veloce come spesso gli
accade, s’intrufola nel fazzoletto d’area sorvegliato dal romanista Benatia e cade a terra dopo un contatto con il marocchino. Una scena vista milioni di
volte su migliaia di campi, ogni
benedetta domenica. Il direttore di gara, l’internazionale Rizzoli, non è vicinissimo all’azione, ma lascia giustamente proseguire: non c’è fallo. Però Peruzzo, l’arbitro addizionale
piazzato sulla riga di fondo vicino alla porta, apre l’interfono
e comunica: calcio sul piede, è
rigore. Puntuali arrivano fischio e penalty per il Sassuolo.
E a seguire si aprono le consul-
❜❜
Scivolato
Benatia mi ha
toccato la maglia
e sono scivolato
❜❜
Pareri diversi
Per me era rigore,
per quelli della
Roma ovviamente no
❜❜
Ottimo arbitro
Rizzoli è un ottimo
arbitro, non doveva
domandare a noi
tazioni. Benatia innesca la rituale e di norma inutile protesta. Rizzoli, già forse poco convinto di concedere il rigore ma
arbitro tra i più inclini al dialogo (rappresenterà l’Italia al
Mondiale brasiliano), va a interrogare Sansone. «Era calmo
e tranquillo e con un tono sereno mi ha chiesto cos’era successo — racconta il 22enne attaccante del Sassuolo, nato a
Monaco di Baviera da genitori
salernitani emigrati —. Gli ho
risposto: Benatia mi ha toccato
sulla maglia e poi sono scivolato. Gliel’ho detto che per me era
rigore. Benatia nel dopo partita
ha confermato di avermi toccato la maglia, se non lo avesse
fatto non sarei scivolato».
A Rizzoli quel «sono scivolato» è sufficiente per togliere al
Sassuolo il tiro dagli 11 metri.
Gli arbitri hanno l’assoluto divieto di parlare e soprattutto di
spiegare le loro «fischiate», ma
è facile intuire cos’è accaduto
domenica al Mapei Stadium. Il
giudice di porta Peruzzo spinge
il direttore di gara a concedere
5
i minuti trascorsi
tra la prima decisione
di Rizzoli di assegnare il
calcio di rigore al Sassuolo
e la scelta di lasciar correre
il penalty, perché certo di un
tocco di Benatia sul piede di
Sansone. Rizzoli si fida, poi rimette insieme i pezzi, cui si aggiunge il «sono scivolato» del
giocatore a conferma che la prima intuizione di lasciar correre
il gioco era esatta.
L’arbitro però torna dal giocatore una seconda volta. «Mi
ha richiesto la stessa identica
cosa e io gli ho risposto ancora:
mi ha toccato sulla maglia e poi
sono scivolato — continua
Sansone —. Io sostenevo che
era fallo, Benatia e quelli della
Roma ovviamente negavano.
Poi mi ha detto: visto che sei
scivolato non c’è simulazione,
non ti ammonisco. Sono stato
onesto, lui ha preso la sua decisione. È un ottimo arbitro, deciso e di personalità, cui piace il
dialogo. Questo è bello, ma non
è giusto domandare se era fallo
a un giocatore: non si dovrebbe
fare. Cosa facciamo allora, ci arbitriamo da soli? Non mi era
mai capitato in vita mia, né tra i
professionisti né da bambino».
Cinque minuti, un soffio dilatato all’infinito per chi deve
decidere in una frazione di secondo. Un tempo relativamen-
Guido De Carolis
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Strategia Ferrari
I nuovi padroni
Le Frecce d’Argento
domenica alla prima
doppietta dal 1955
potrebbero aprire
un ciclo e diventare
le eredi della Red Bull
Piccoli passi
in tutte
le direzioni
Doppietta
Hamilton e Rosberg
in azione a Sepang
(Reuters)
DAL NOSTRO INVIATO
SEPANG — Il passato lancia
messaggi chiari. L’ultima volta
che la F1 ripartì da un foglio
bianco — si era nel 2009 — ci
fu una persona che azzeccò
meglio di tutti l’indirizzo da
prendere: Adrian Newey, capo-progettista della Red Bull.
Sappiamo tutti com’è finita.
Imbattibile nel dare sostanza a
progetti incentrati sull’aerodinamica, geniale nell’idea di
sfruttare i «soffiaggi» degli
scarichi per aumentare il carico, Newey ha sempre avuto in
mano le carte di briscola. E ha
infierito sulla concorrenza.
Ora che si è inaugurata una pagina nuova con il passaggio alle unità ibride (motore turbo e
due motori elettrici per il recupero dell’energia), ora che l’aerodinamica conta di meno —
ma non troppo di meno —,
viene da riflettere che si sta
giocando sul terreno d’elezione della Mercedes, pronta a fare come Newey. «In Bahrein
sarà ancora più inavvicinabile.
Noi ci proviamo, ma raggiungerla e batterla in questa annata sarà difficile» afferma Christian Horner, patron della Red
Bull. I nuovi padroni sono qui
per comandare e per durare a
lungo: se lo pensano i precedenti regnanti, qualcosa vorrà
pur dire.
Da dove nasce la supremazia, che domenica in Malesia
con Hamilton e Rosberg ha
lanciato teste di ponte nella
storia, visto che era dal 1955
che alle Frecce d’Argento non
te breve in cui però trova terreno fertile chi spinge per la moviola in campo e chi non vuole
più direzioni di gara «democratiche», con sei persone connesse via auricolare a dettare
suggerimenti spesso errati all’arbitro. In fondo resta il
43enne Rizzoli, un po’ troppo
dialogante e con un Mondiale
da affrontare, dove troverà ben
altre platee e campioni rispetto
a Benatia e Sansone. Serve coraggio per decidere, ma anche
per sbagliare.
Investimenti e progetto vuol dire Mercedes
Il «tutto in casa» il primo segreto
Dietro i successi l’organizzazione
e il fiuto decisivo di Niki Lauda
riusciva un 1-2? Nasce dagli
investimenti, dalla meticolosità teutonica, dalla capacità di
correggere gli errori e dall’organizzazione. La «formula motore» ha aiutato: Toto Wolff,
nuovo uomo di riferimento
(ma non plenipotenziario: è
un altro segreto), adesso fa il
piacione e racconta che non è
vero che sono stati spesi tutti
quei soldi. In realtà la Mercedes ha messo sul piatto 98 milioni di euro per progettare e
sviluppare il propulsore, muovendosi per tempo e usando —
unica a farlo — la formula del
tutto in casa, compresi pistoni
e turbocompressore. La poten-
Il dubbio
Investiti 98 milioni di euro,
uno schieramento unico
di tecnici. Unico dubbio: la
convivenza tra i due piloti
za di fuoco è spalmata sulla sede della scuderia (Brackley),
sul centro di Brixworth (una
specie di Nasa dei motori), e
sulle unità di ricerca a Stoccarda. Il risultato? Una power unit
che consuma poco e che dà
prestazioni d’alto profilo.
Si dice che i tecnici dedicati
al progetto siano il doppio di
quelli degli altri team. Forse è
leggenda, ma è vero che la piramide di comando è stata
consolidata: la apre Paddy
Lowe, soffiato alla McLaren e
ora team principal, al quale rispondono l’ex ferrarista Aldo
Costa per il telaio, Bob Bell per
la conduzione tecnica, Geoff
Willis per l’aerodinamica e Andy Cowell per i propulsori. Ecco l’organizzazione, ecco la
puntigliosità tedesca nel rimediare a un rientro in F1 strombazzato ma opaco. Già, gli errori. Il paragone con Newey
calza pure qui: per alcune stagioni (2005-2009) la Red Bull
Nuovo record del mondo
Origone un jet sugli sci
scende a 252,454 km/h
Il valdostano Simone Origone (foto da Facebook), 34
anni, ha realizzato il nuovo record mondiale dello sci di
velocità (l’ex Kilometro lanciato), scendendo sulla pista
di Vars (Francia), a 252,454 km/h. Il precedente limite
— 251,400 km/h — apparteneva allo stesso Origone e
risaliva al 2006. Nella bacheca di casa il record va ad
aggiungersi a 8 Coppe del mondo e 5 Mondiali.
era stata solo un cumulo di
belle intenzioni; idem la Mercedes, che dal 2010 al 2012
aveva speso invano la carta
Schumacher — utile però in
chiave marketing — prima di
capire che solo un cambio di
pelle avrebbe generato una
svolta nei risultati. La forza è
stata di salutare figure forti
(Ross Brawn: chi si ricorda mai
di lui?) e di inserire Lauda,
mossa per noi decisiva perché
se Wolff è l’uomo dei soldi,
Niki è il veterano che ha un
fiuto animalesco per le vicende
della pista. La squadra che aveva la coperta corta — se andava
bene in qualifica, soffriva in
gara — si sta ritagliando
un’occasione. Al netto di alti e
bassi nell’affidabilità sempre
possibili e dei progressi dei rivali, può davvero tagliare il
traguardo del Mondiale. Rimane un solo dubbio: Hamilton e Rosberg saranno sempre
gli amiconi che si stimano fin
dai giorni nel kart? Attenzione:
il «pacchetto umano» non
conterà meno di quello tecnico. E questa è una variabile che
non si può addomesticare.
Flavio Vanetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DAL NOSTRO INVIATO
SEPANG — Alla ricerca
dell’efficienza. È la missione
che la Ferrari (nella foto
Alonso) s’impone per dare un
volto più competitivo alla F14
T, fin qui solo affidabile ma
lontana dalle prestazioni della
Mercedes e — si teme — forse
già sorpassata dalla Red Bull.
Prima di maggio e dello
sbarco della F1 in Europa sarà
praticamente impossibile
notare novità macroscopiche,
ma al Cavallino ricordano che
mai come quest’anno i
ritocchi saranno costanti,
spesso «invisibili» ai più e
comunque concentrati sulla
macchina complessiva, più
che su una singola parte, ad
esempio le nuove unità
motrici. Dall’Italia, il d.t.
James Allison spiega il
concetto: «Non stiamo
trascurando nulla. Si è parlato
molto dei propulsori, ma
raramente è stato detto che
l’1% della potenza del motore
non è poi così diversa nei suoi
effetti sul cronometro dall’1%
dell’efficienza aerodinamica».
Bisogna allora aumentare il
carico e diminuire la
resistenza all’avanzamento (il
drag), evitando allo stesso
tempo di perdere di vista altri
aspetti. Però domenica in
Bahrein, per la prima volta in
semi-notturna, tirerà ancora
aria di quaresima: «Ma presto
diremo la nostra con
entrambi i piloti...».
f. van.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
44
È mancato all'affetto dei suoi cari
Gerardo D'Ambrosio
Ne danno il doloroso annuncio la figlia Giuseppina, il nipote Emiliano, i fratelli Mario, Enzo,
Paolo e parenti tutti.- I funerali avranno luogo
martedì 1 aprile alle ore 12 in Milano, presso la
chiesa di San Pietro in Gessate, di fronte al Palazzo di Giustizia.- Il feretro rimarrà esposto
nell'atrio del Palazzo di Giustizia dalle ore 9.30
alle ore 11.30 del medesimo giorno.
- Milano, 1 aprile 2014.
Partecipano al lutto:
– Marco Ghezzi.
– L'avvocato Franco Gandolfi.
– Mariapaola Stabilini e Luciano Zanderighi.
Nicola, Grazia, Alessandro, Adalberto e Massimiliano Castoro profondamente addolorati per
la scomparsa del caro amico
italia: 51575551575557
I figli Nicolò e Giorgia con le nipoti Fiammetta
e Violetta annunciano con immenso dolore la
perdita dell'amato papà
Gilberto Cavazzuti
La salma è composta presso le Cliniche Gavazzeni di Bergamo sino a martedì alle ore 15.
- Bergamo, 30 marzo 2014.
con Vittoria, Arturo e Caterina.
- Segrate, 31 marzo 2014.
Gerardo D'Ambrosio
Gilberto
- Milano, 31 marzo 2014.
Ilio Poppa ricordando con nostalgia gli anni di
lavoro condivisi con zio Gerry partecipa al dolore
dei familiari per la morte di
Gerardo D'Ambrosio
- Milano, 31 marzo 2014.
Francesco Castellano partecipa al dolore dei
familiari per la grave perdita del collega e amico
Gerardo D'Ambrosio
già apprezzato componente della Commissione
Parlamentare di Inchiesta sulle attività illecite
connesse al ciclo dei rifiuti.
- Milano, 31 marzo 2014.
Gli amici di sempre Ilaria Dionisia e Oscar Vito-Colonna, Gianni e Rachele Tedesco, Giorgio
e Hannelore Winteler sono vicini a Laura e Donatella per la scomparsa del caro
Giovanni Chizzola
Giovanni Pietri
La moglie Milla insieme ai figli ed ai nipoti tutti
ne annuncia la scomparsa.- I funerali si terranno
mercoledì 2 aprile presso la chiesa parrocchiale
di Pagnacco (UD) alle ore 15.30.- Si ringraziano
tutti coloro che vorranno onorarne la memoria.Non fiori ma opere di bene.
- Pagnacco (UD), 31 marzo 2014.
- Milano, 31 marzo 2014.
Dante Razzano e Renza Antonini partecipano
commossi al lutto per la scomparsa di
Luigi Giacomo Scassellati
Sforzolini
Partecipano al lutto:
– Tito e Paola Burgi.
- Milano, 31 marzo 2014.
- Milano, 31 marzo 2014.
Silvana Alloisio Rossi e Adriano Alloisio ricordano
È mancato all'affetto dei suoi cari
Fernanda Carolina Giovanna Zanetti sono affettuosamente vicini a Vittorio Giorgio Riccardo
nel ricordo della cara
Gianni
Enrico Brena
Ne danno l'annuncio la moglie Pinuccia, la figlia
Francesca con Ramon ed Emanuele, i fratelli Pino
e Marco, le cognate, i nipoti ed i parenti tutti.- I
funerali avranno luogo mercoledì 2 aprile alle
10.30 con inizio dalla chiesa San Domenico.
- Legnano, 1 aprile 2014.
Pino Brena è vicino a Pinuccia e Francesca nel
doloroso momento della perdita del fratello
- Milano, 31 marzo 2014.
- Milano, 31 marzo 2014.
I condomini di viale Ferdinando di Savoia 3/5
Milano partecipano commossi al dolore per la
perdita della signora
Dott. Corrado Rossitto
- Legnano, 1 aprile 2014.
Marco Brena unitamente a Chicca, Barbara e
Roberto, partecipa al dolore di Pinuccia e Francesca, per la perdita del fratello
Il Presidente, i Consiglieri e il personale tutto
del CNEL porgono le più sentite condoglianze alla famiglia Rossitto in questo momento di prodondo dolore per la scomparsa di
Enrico
Corrado
Enrico Brena
Valeria Gandus
Il Presidente dell'Associazione Italiana degli
Economisti dell'Energia, Carlo Andrea Bollino,
partecipa affettuosamente al dolore della famiglia per la scomparsa del
Presidente Nazionale della Confederazione Italiana di Unione delle Professioni Intellettuali e ne
ricorda la capacità e le doti di uomo e di manager. - Roma, 31 marzo 2014.
- Roma, 31 marzo 2014.
Colleghi ed amici della Sezione di Milano Bicocca dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare
sono vicini a Paolo per la scomparsa del papà
Enrico Brena
Rosa Gara Ferla
- Milano, 31 marzo 2014.
Colleghi ed amici della Sezione di Milano Bicocca dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare
sono vicini ad Ezio per la scomparsa del papà
Franco Previtali
- Legnano, 1 aprile 2014.
Dirigenti, impiegati, operai, della CAVE Srl,
partecipano al dolore della famiglia per la perdita del compianto
- Legnano, 1 aprile 2014.
Prof. Adriano Nannei
- Milano, 31 marzo 2014.
- Milano, 31 marzo 2014.
Carlo Paramidani partecipa al profondo dolore
di Giorgia per l'immatura scomparsa del padre
Gerardo D'Ambrosio
Il Presidente, il Vice-Presidente, il Consiglio di
Amministrazione, i Direttori e tutto il personale
dell'Istituto Stomatologico Italiano, partecipano
al dolore del Consigliere Alberto Nannei per la
scomparsa del papà
Augusta
Giuliano Turone si unisce al dolore dei famigliari e ricorda commosso il suo caro e indimenticabile maestro
Ciao zio Gerry, Mariapia Garavaglia.
- Milano, 31 marzo 2014.
Gaetano e Albertina sono vicini con affetto a
Michele e ai ragazzi ricordando
Gilberto Cavazzuti
Gilberto
Tutti noi, come ci ricorda Gherardo Colombo,
"abbiamo imparato molto da lui".- Una luce si è
spenta. - Milano, 31 marzo 2014.
- Milano, 31 marzo 2014.
Marco e Marta si stringono con affetto a Maria,
Viola, Michelangelo, al loro papà e a tutta la famiglia per la scomparsa della loro cara
Sergio ricorda l'amico di una vita
abbracciano con affetto Giusy in questo tristissimo momento. - Milano, 30 marzo 2014.
Gerardo D'Ambrosio
Adriano
Carmen, Enrico, Angelo, Marisa e Lele.
- Basiglio, 31 marzo 2014.
e le indimenticabili estati insieme a Roccamare.
- Londra, 31 marzo 2014.
Giuseppe, Carla, Vittoria Alfieri con Irma e ragazzi ricordano il grande amico
Gianfranco Negri-Clementi, partecipa al lutto
per la perdita di
Non ti dimenticheremo mai caro
Augusta
Augusta Mantero
Partecipano al lutto:
– Carlo Morone.
– Rina e Armando Foglio Para.
– Anita e Cesare Bucci.
– Antonio Lanfranconi.
Gerardo D'Ambrosio
- Milano, 31 marzo 2014.
Stefano Borletti è vicino con grande affetto a
Michele e figli per la perdita della cara
- Milano, 31 marzo 2014.
1 aprile 2001 - 1 aprile 2014
Giancarlo Messi
Arturo Dini
il nostro pensiero è sempre per te.- Milvia, Cristina, Alberto. - Milano, 1 aprile 2014.
- Milano, 31 marzo 2014.
Gianni Caizzi partecipa al dolore per la scomparsa di
Gerardo D'Ambrosio
- Milano, 31 marzo 2014.
Il Presidente, i magistrati tutti e i funzionari del
Tribunale di Milano piangono desolati la scomparsa di
Gerardo D'Ambrosio
uomo giusto, buono e onesto.
- Milano, 31 marzo 2014.
Il Procuratore Generale e i magistrati della Procura Generale di Milano partecipano al dolore
dei familiari per la scomparsa di
Gerardo D'Ambrosio
ricordandone la luminosa figura umana e professionale. - Milano, 31 marzo 2014.
I Magistrati della Procura di Bergamo partecipano al dolore dei familiari del
dott. Gerardo D'Ambrosio
ricordandone l'elevato profilo professionale e
l'impegno profuso nella sua lunga carriera di magistrato. - Bergamo, 31 marzo 2014.
Lucio Bardi, Laura Bertolè Viale, Carmen Manfredda, Armando Spataro, rimpiangono con dolore l'amico
Gerardo D'Ambrosio
fulgido esempio di magistrato scrupoloso, preparato, libero. - Milano, 31 marzo 2014.
RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli,8 - 20132 Milano
SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE
TARIFFE BASE IVA ESCLUSA:
ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30
CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE
Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003
www.necrologi.corriere.it
e-mail: [email protected]
SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO
L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’
Corriere della Sera
PER PAROLA:
A MODULO:
Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00
L’accettazione delle adesioni è subordinata
al pagamento con carta di credito
Servizio fatturazione necrologie:
tel. 02 25846632
mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30
fax 02 25886632 - e-mail: [email protected]
Necrologie: € 5,00
Adesioni al lutto: € 10,00
Solo anniversari,
trigesimi e ringraziamenti: € 540,00
Gazzetta dello Sport
PER PAROLA:
Necrologie: € 1,90
Adesioni al lutto: € 3,70
A MODULO:
Solo anniversari,
trigesimi e ringraziamenti: € 258,00
Servizio sportello da lunedì a venerdì: Milano: Via Solferino 36 orario continuato dalle 9 alle 17.45
Informativa ai sensi dell’art. 13 D.Lgs. 196/2003 (“Codice in materia di protezione dei dati personali”).
Conformemente all’impegno e alla cura che la nostra società dedica alla tutela dei dati personali, La informiamo sulle modalità,
finalità e ambito di comunicazione e diffusione dei Suoi dati personali e sui Suoi diritti, in conformità all’art. 13 del D. Lgs.
196/2003. Per permetterle di usufruire dei servizi offerti da RCS MediaGroup S.p.A., la stessa deve trattare alcuni Suoi dati. I
dati personali che Lei fornirà al Titolare, verranno registrati e conservati su supporti elettronici protetti e trattati con adeguate
misure di sicurezza. I dati saranno trattati da RCS MediaGroup S.p.A. esclusivamente con modalità e procedure necessarie per
fornirLe il servizio da Lei richiesto. I dati non saranno diffusi ma potranno essere comunicati, sempre per la predetta finalità, a
RCS MediaGroup S.p.A., oltre che a società che svolgono per nostro conto compiti di natura tecnica od organizzativa strumentali
alla fornitura del servizio richiesto, e che sono stati nominati Responsabili del Trattamento. Lei ha diritto di conoscere, in
ogni momento, quali sono i Suoi dati e come essi sono utilizzati. Ha anche il diritto di farli aggiornare, integrare, rettificare o
cancellare, chiederne il blocco ed opporsi al loro trattamento. Ricordiamo che questi diritti sono previsti dal Art.7 del D. Lgs
196/2003. Per ogni informazione riguardo ai diritti può rivolgersi, a tal fine, al Responsabile del trattamento dei dati personali di
RCS MediaGroup S.p.A. scrivendo allo stesso c/o RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità - Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano.
Martedì 1 Aprile 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Martedì 1 Aprile 2014
45
italia: 51575551575557
Il Tempo
Ogni giorno le PREVISIONI della tua città sempre con te
Digita: mobile.corriere.it nel browser del telefonino
Il servizio è gratuito salvo i costi di connessione internet previsti dal piano tariffario del proprio operatore
Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile
6:!
-+-5
6!-+;+
5?+
-+!6
6"6
-+;5
6!;
-+:!
5?:
-+!?
5?!
-+!-
6!-+:
6!!
-+"-
6!6
-+"-
-&2(
-".2
(.2
&9"
"$&(
(-"&(
($(&
&(5
"-&9
&(&
-4"
*2(9 .344&,* .3,=*&*9 ( ,3 3& ,*9&*<3 .3,9##3 ( *,493 *&4,( &*, #&,=' #3*9*, <* 9)., ).&)*9 4,(##&9, 4<
#3* .39 (( 3#&,*& ) 4,.399<99, *% <* &4, <)*9, 93)&, &<3*, ,* =(,3& .3,44&)& & ;;7;:/ #&,=' *<& &* <)*9, ,=<*0< ,*
.3&) .&,## 9).,3(& 4< 3#* &),*9 .3 &3&#34& .,& =34, ( ,)3& (2)&(& ,)#* &( 349, ( *93, ( < =*3' 49,/
,+4"$
%*(..(
-"
(2&9
*($"
2&9-(
$"-"
,49
,3&*,
*,=
,(,#*
,)
).,44,
/ (3&
(3),
&(*,
3*9,
*>&
3&49
&3*>
3<#&
*,*
10<&(
.,(&
3&
,9*>
9
$-%(
9*&
(#%3,
#(&3&
<3 &
(&
,(
<=,(,
,.39,
&,##&
,=4& ).,3(&
=
,39,
,39
,(9, ,39
(),
%7
*,*
,49
3&
,(,#*
,(>*,
34&
#(&3&
0
/
'
/
'
))
)
)0
)'
3)
)'
3:
)/
3*,
&,##&
%7
0
):
/
/
))
))
)0
)'
3:
)
)'
)
3:
<=,(,4,
10<&(
44&*
&(*,
.,(&
(&
(3),
).,3(
%"&
%7
0
'
))
/
'
0
))
)/
)'
3:
3:
3)
)
)
,.39,
3)
3<#&
43
&4
,9*>
/ (3&
&)&*&
=
%"&
%7
'
/
0
))
/
3:
)/
3:
)/
)
3:
3:
,=4&
,)
,3&*,
3*9,
3&49
&*
*>&
3,*
%"&
%7
/
/
/
'
/
/
3:
)'
)'
3:
)'
3)
3)
4
3
1 7
2
Puzzles by Pappocom
4
9
7 2
3
7
5
Altri giochi su www.corriere.it
LA SOLUZIONE DI IERI
6
9
3
8
2
9
7
6
1
4
5
7
4
5
3
1
2
9
8
6
6
1
9
8
5
4
7
2
3
8
6
4
7
9
5
3
1
2
9
3
7
2
4
1
6
5
8
5
2
1
6
3
8
4
7
9
1
7
6
5
2
3
8
9
4
4
5
8
1
6
9
2
3
7
"5
-$"&(
-.5"
-
(&-
%.2-%
"&&
$-(
-""
"$&(
&#-
4-.2
(%
-$$(&
-"
".(&
"-&
2&
4&"."
$-"
2
9
3
4
8
7
5
6
1
$!" !&!"
a 10,99 euro
più il prezzo del quotidiano
(#8(
&(45- 8&8
!"(
&2"(
6 (-#
$ "-(
& -&".( (. &$.
.$&
"%
"-2
Da giovedì in edicola
con il Corriere della
Sera il primo dvd
dell’opera che
ripercorre a ritroso la
carriera tv di Mina in
Rai. Proposte canzoni e
show dal 1972 al 1978.
-.
((2
&#(#
4$
Da giovedì
con il Corriere
Le esibizioni
di Mina in Rai
Il primo dvd
Come si gioca
Bisogna riempire la
griglia in modo che ogni
riga, colonna e riquadro
contengano una sola
volta i numeri da 1 a 9
4
7
1 5
2
4 6
5
3
5
1
2(($%
(*&!&
4$"&(
!"&(
&
Sudoku Diabolico
1
$."&#"
.$(
"%4-(
#&99,
%"&
).,44,
9*&
3,9,*
<*,
&3*>
*,=
).3&
,44,
%"&
,(
&
3* .39 ((2<3,. .3,999 <* ).&,
)., & (9 .344&,*
.3,=*&*9 ( ,3
3& % #3*9&4
9)., 49&( &*
.3=(*> 4,(##&9,
4<(( #3* .39 ((
*>&,*& ( ,*9&**9/
<& 499,3& ,&*9(&
(( *&4,( &3& 4&
==&&* <* .344&,*
,*& &* &44 (
,3 9(*9&, % &*&>&
.,393 .&,## 9).,3(& 4<( ,39,#((,
4<( ,349 ((
.#*/
"(
&"-(
4&(. "-.
"-("
(.
4&
"22 $ *(
"22 $ .."(
Oggi su www.corriere.it
I più letti
Pesci d’aprile
I 60 più divertenti
Caos nei cieli
Oggi è la giornata: ecco
quelli più folli progettati
e poi realizzati. Guarda.
La Lufthansa si ferma
Tecnologia
«No, il Senato non
1 Renzi:
sarà più elettivo»
Un ragazzo a Obama: per
2 risparmiare cambiate font
cade dalla nave
3 Studente
a Barcellona e muore
Neonazisti: via pornostar,
4 sesso con uomo di colore
l’uomo dei
5 SusogniTwitter
conosciuto in aereo
Anello di controllo
Novità dal mondo Mac:
indossato consente il
controllo gestuale. Foto.
Immagini
Star e controfigure
Vivono all’ombra di
attori e attrici. Ecco i più
famosi. Guarda le foto.
Stop di tre giorni a partire da
domani dei piloti della
compagnia di bandiera tedesca
che ha cancellato 3.800 voli.
I vertici
Lufthansa:
lo sciopero
ci costerà
10 milioni
di euro.
46
Martedì 1 Aprile 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Tv in chiaro
Riscrivi con Noi
la storia del Rock!
Vai su virginradio.it Adesso!
Teleraccomando
,>ˆ£
di Maria Volpe
PER DISTRARSI
PER RICORDARE
Azienda in crisi
Morte e mistero
per Ottavia Piccolo di Fausto Coppi
Prende il via da oggi una
nuova fiction con un bel
cast: Jean Sorel, Ottavia
Piccolo, Alessandro
Bertolucci, Riccardo Dal
Moro, Marina Giulia
Cavalli, Ivano Marescotti e
con la partecipazione di
Luisa Ranieri. Al centro
della storia ci sono le
vicende della famiglia
Peruzzi, - la mamma Emma
(Ottavia Piccolo) e il marito
Michele (Jean Sorel, foto) da sempre stimati viticoltori
che cominciano ad avere
grossi problemi economici. I
membri della famiglia si
troveranno di fronte ad una
serie di ostacoli, peripezie e
misteri da affrontare.
Cinque grandi misteri
italiani: le storie di alcuni
personaggi noti che hanno
perso la vita in circostanze
misteriose. Si comincia con
Fausto Coppi (foto). «È
influenza, lo lasci riposare.
Gli faccia prendere queste
medicine... ci vuole il suo
tempo - dice il dottor Allegri a
Giulia Occhini dopo la
visita». Poi aggiunge: «Non
c’è da preoccuparsi, mezza
Italia è a letto con
l’influenza». In realtà non è
affatto influenza e nessun
medico, in circostanze assai
misteriose, riesce a capire che
si tratta di malaria (essendo
stato Coppi da poco in Africa.
Morirà in poco più di 24 ore.
Una buona stagione
Rai1, ore 21.15
Storie sospette
Rai Storia, ore 23.15
,>ˆÓ
,>ˆÎ
,iÌi{
À>ˆ°ˆÌ
>˜>ix
À>ˆ°ˆÌ
À>ˆ°ˆÌ
È°ää 1," 7-° ÌÌÕ>ˆÌD
È°£ä 1 "// °
ÌÌÕ>ˆÌD° œ˜`ÕVi
Ո`œ >À✏iÌ̈]
ˆ˜âˆ> />˜ˆ
È°Îä / £°
*,6-" -1
6/ ‡ -6,
",/°
È°{x 1 "// °
ÌÌÕ>ˆÌD
££°Óx 1 "// < ° ÌÌÕ>ˆÌD
£Ó°ää *,"6 1"
"° 6>ÀˆiÌD
£Î°Îä /", °
£{°ää / £ " "°
ÌÌÕ>ˆÌD
£{°£ä 6,//" °
ÌÌÕ>ˆÌD
£x°Óä 6/ ,//°
ÌÌÕ>ˆÌD
£È°xä , *, /"
/", °
£Ç°ää / £°
£n°xä ½,/° +Ոâ
Óä°ää /", °
-,
Óä°Îä , /1"° 6>ÀˆiÌD
Ó£°£ä ,"-"
,"°
œVՓi˜Ìˆ
Ó£°£x 1 1" -/" ° ˆ˜ˆÃiÀˆi°
œ˜ ,ˆVV>À`œ >
œÀœ] ՈÃ>˜>
œ«ˆ>̜] ՈÃ>
,>˜ˆiÀˆ
È°{ä ,/"" -°
,>}>ââˆ
n°£x 1 1" <<"° -iÀˆi
n°Îx -*,/
"1-76- ‡ -,/ 7-/, ° /v
£ä°ää /Ó -° ÌÌ°
££°ää // 6"-/,° ÌÌ°
£Î°ää / Ó ", "°
£Î°Îä / Ó "-/1 -"
/° ÌÌÕ>ˆÌD
£Î°xä Îΰ
,ÕLÀˆV> `ˆ >ÌÌÕ>ˆÌD
£{°ää //" //"°
ÌÌÕ>ˆÌD
£È°£x " - ‡ //
,,-"/° /iivˆ“
£Ç°{x / Ó - °°-°
/" Ó°
£Ç°xä , / -*",/°
£n°£x / Ó°
£n°{x -+1, -*
", ££° /iivˆ“
Óä°Îä / Ó Óä°Îä°
Ó£°ää " \‡®°
-iÀˆi
Ç°ää /, 1" ", "
/° ÌÌÕ>ˆÌD
Ç°Îä /, 1" ", "
," ° ÌÌÕ>ˆÌD
n°ää ",° ÌÌÕ>ˆÌD
£ä°ää ,/,°
ÌÌÕ>ˆÌD
££°£ä / Î 1/°
££°£x -,° ÌÌÕ>ˆÌD°
£Ó°ää / ΰ
£Ó°Óx /Î 1", /° ÌÌ°
£Ó°{x * +1"/ "°
ÌÌÕ>ˆÌD
£Î°£ä /*" -/",° ÌÌÕ>ˆÌD
£{°ää / ," °
/ ," /"°
£{°Óä / ΰ /" ΰ
£{°xä /, " ,"° ÌÌ°
£x°ää / Î °°-°
£x°äx /, *<< ,°
ÌÌÕ>ˆÌD
£x°£ä /,, "-/,° /v
£È°ää -*// " "°
œVՓi˜Ìˆ
£È°{ä "° œVՓi˜Ìˆ
£™°ää / ΰ
£™°Îä / , / ,/"°
Ó£°£ä -1°
6>ÀˆiÌD° œ˜ ˆ}ˆ E
,œÃÃ] >̈“> /ÀœÌÌ>]
ˆÃ>LiÌÌ> Ài}œÀ>Vˆ
Óΰ{x / Ó°
Ó{°ää Ó 8/° " " 1/1,"° ÌÌÕ>ˆÌD°
œ˜`ÕVi ˜˜>ˆÃ>
ÀÕV…ˆ
ä°xx , *, /"
Óä°ää "° ÌÌÕ>ˆÌD
Óä°£ä -
" "-
1/°
,i>ˆÌÞ
Óä°Îx 1 *"-/" -"°
-œ>«
Ó£°äx ,'° ÌÌÕ>ˆÌD°
œ˜`ÕVi ˆœÛ>˜˜ˆ
œÀˆÃ
ÓΰÓä <"° ÌÌÕ>ˆÌD
Ó{°ää /Î "//°
Óä°Îä /*-/ ½",°
-œ>« "«iÀ>
Ó£°£x 9,°
­À>““>̈Vœ]
LÉ1Ã>] £™™È®°
,i}ˆ> `ˆ À>˜Vœ
<ivvˆÀiˆ° œ˜
…>ÀœÌÌi
>ˆ˜ÃLœÕÀ}] 7ˆˆ>“
ÕÀÌ] ˜˜> *>µÕˆ˜°
ÓΰÓä *",/ *",/°
ÌÌÕ>ˆÌD° œ˜`ÕVi
À՘œ 6ië>
ä°xx / £ "//°
£°Óx /*" °
£°Îä -"//"6"
° ÌÌÕ>ˆÌD
/", °
£°äx 7 E ",,°
/iivˆ“° œ˜ -°
«>̅> iÀŽiÀܘ]
iÀÀÞ "ÀL>V…] ->“
7>ÌiÀÃ̜˜
ä°£ä / ," °
£°ää /" ΰ
£°äx * ‡ ",7,°
ÌÌÕ>ˆÌD
£°Îx *, *,° ÕÈV>
Óΰ{ä -*
*" - 1°
>Vˆœ
Ó°äx / { / 7-°
Ó°Îä 6/" °
­À>““°] Ì] £™xή
È°Óx
Ç°Óä
n°£x
™°{ä
£ä°{ä
£ä°xä
££°Îä
£Ó°ää
£Ó°xx
£{°ää
£x°Îä
£È°Îx
£È°{x
£n°xx
£™°Îx
Ì>ˆ>£
>Ç
/Û
“i`ˆ>ÃiÌ°ˆÌÉÀiÌi{
“i`ˆ>ÃiÌ°ˆÌÉV>˜>ix
>Ç°ˆÌ
“ÌÛ°ˆÌ
*-° /iivˆ“
6
° /iivˆ“
1 /,° /iivˆ“
, ,°
/iivˆ“
- "- ¶
ÌÌÕ>ˆÌD
,
//
½/ °
ÌÌÕ>ˆÌD
/ { ‡ /"°/
/
/6 ",-° /iivˆ“
- ", "° /iivˆ“
" -*",/" ",1° ÌÌÕ>ˆÌD
1,
-/,//" Ó£° /v
, " /6
-*
° 6>ÀˆiÌD
/,,
" / °
­ÛÛi˜ÌÕÀ>] 1Ã>]
£™x{®
/ { ‡ /"°/
-,/"°
/ii˜œÛi>
È°ää / x *, * °
ÌÌÕ>ˆÌD
n°ää / x // °
n°{x // " +1°
ÌÌÕ>ˆÌD
£ä°ää / x ", £ä°
££°ää ",1° ÌÌÕ>ˆÌD
£Î°ää / x° /"°/
£Î°{ä 1/1° -œ>«
£{°äx , ,/"
£Î° ,i>ˆÌÞ
£{°£ä /"6/, ° -œ>«
"«iÀ>
£{°{x 1" " °
/>Ž ŜÜ
£È°äx , ,/"
£Î° ,i>ˆÌÞ
£È°£x -,/"° /ii˜°
£Ç°£ä *","
+1° ÌÌÕ>ˆÌD
£n°xä 6 / 1 /,"t
+Ոâ
Óä°ää / x° /"°/
Óä°{ä -/,-
"/<
‡ 6"
½,,1 <° /}
->̈ÀˆVœ° œ˜`ÕVi
ˆV>ÀÀ> i *ˆVœ˜i
È°£ä /t /iivˆ“
Ç°ää , -° -iÀˆi
Ç°xä ,"
½",° -iÀˆi
n°{ä 1 *,
° /iivˆ“
£ä°Îä ,° "1- ‡
6-" °
/iivˆ“
£Ó°Óx -/1" *,/"°
/"°/
£Î°äx -*",/ -/°
£Î°{ä , ,/"
£Î° ,i>ˆÌÞ
£{°£ä -*-" ° >À̜˜ˆ
£{°Îx ," /°
>À̜˜ˆ
£x°ää /",9 °
-iÀˆi
£x°xä 1 1" £ÉÓ°
-iÀˆi
£È°Îx "7 / 9"1,
"/,° /iivˆ“
£Ç°Óx /° /iivˆ“
£n°Îä -/1" *,/"°
/"°/
£™°Óä °-° ‡ -
, ° /iivˆ“
È°ää / Ç°
È°xx "6 -°
ÌÌÕ>ˆÌD
Ç°ää " 1- ‡
,-- -/*°
ÌÌÕ>ˆÌD
Ç°Îä / Ç°
Ç°xä " 1- /"°
ÌÌÕ>ˆÌD
Ç°xx " 1-° ÌÌÕ>ˆÌD
™°{x " ,°
ÌÌÕ>ˆÌD° œ˜`ÕVi
/ˆâˆ>˜> *>˜i>
££°ää ½, /,°
ÌÌÕ>ˆÌD°
£Î°Îä / Ç°
£{°ää / Ç ," °
ÌÌÕ>ˆÌD
£{°{ä -/, -
, -
"° /iivˆ“
£È°{ä "--,"
",,° /iivˆ“
£n°£ä ½-*//",
, 9° /iivˆ“
Óä°ää / Ç°
Óä°Îä "//" <<"°
ÌÌÕ>ˆÌD° œ˜`ÕVi
ˆˆ ÀÕLiÀ
£È°ää "* "°
6>ÀˆiÌD
£È°Óx "* "°
6>ÀˆiÌD
£È°xä / " Ó° 6>ÀˆiÌD
£n°Óä "* "°
6>ÀˆiÌD
£n°{x "* "°
6>ÀˆiÌD
£™°Óä -
,1-° -iÀˆi
£™°{x -
,1-° -iÀˆi
Óä°£x ", 9°
/iivˆ“
Óä°{ä ", 9°
/iivˆ“
Ó£°£ä /-/" ° -iÀˆi
ÓÓ°ää /-/" ° -iÀˆi
Óΰää / -1- ‡ /-
° ­À>““°]
>˜>`>É1Ã>] Óäää®°
ˆ ,œL œ…i˜
Ó£°£ä --° 6>ÀˆiÌD°
œ˜`ÕVi *>œœ
iÃÈÜ}Õ] ÕV>
ˆââ>Àˆ
Óΰ£x /,8° ÌÌÕ>ˆÌD°
œ˜`ÕVi ÕV>
/iiÃi
£°Îä / x "//\
,>ÃÃi}˜> ÃÌ>“«>Æ
iÌiœ°ˆÌ
Ó£°£ä ,,"7° /iivˆ“°
œ˜ -Ìi«…i˜ “i]
>̈i >ÃÈ`Þ
ÓÓ°ää / /"",,"7
*"*° /iivˆ“
ÓÓ°xx ,6"1/" °
/iivˆ“° œ˜ ˆÞ
ÕÀŽi] /À>VÞ
-«ˆÀˆ`>ŽœÃ]
ˆ>˜V>Àœ ëœÃˆÌœ
Ó£°£ä **°
­À>““>̈Vœ] 1Ã>]
£™™Î®° ,i}ˆ> `ˆ
œ˜>̅>˜ i““i°
œ˜ /œ“ >˜ŽÃ]
i˜âi 7>ň˜}̜˜]
,œLiÀÌ> >ÝÜi°
ÓΰÎä -8 / /9°
/iivˆ“° œ˜ ->À>…
iÃÈV> *>ÀŽiÀ>ۈÃ
Ó°ää -/,-
"/<
‡ 6"
½,,1 <° /}
->̈ÀˆVœ° œ˜`ÕVi
ˆV>ÀÀ> i *ˆVœ˜i
Ó°Îx 1" " °
“i`ˆ>ÃiÌ°ˆÌɈÌ>ˆ>£
Óΰxä -"7°
6>ÀˆiÌD° œ˜`ÕVi
>ÀÞ >È] /iœ
>““ÕV>Àˆ
£°Óä , ,/"
£Î° ,i>ˆÌÞ
ä°{ä / Ç ‡ /
-° ÌÌÕ>ˆÌD
£°xä "6 -°
ÌÌÕ>ˆÌD
£°xx "//" <<"°
ÌÌÕ>ˆÌD
ii>Þ /6
£È°ää 6 -- Ó°
-iÀˆi
£È°Îä 1", ,"° 6>ÀˆiÌD
£È°xx 9 /°
£Ç°ää 9 /-° Õð
£n°ää *,"*"-/" , ° /iivˆ“
£n°xx 9 /°
£™°ää -/, 8°
-iÀˆi
Óä°ää +1 "°
6>ÀˆiÌD
ÓÓ°ää 9 / ° 6>ÀˆiÌD
ÓΰÎä -° /iivˆ“
ä°Îä ", *-1°
ÕÈV>i
2 -/$/
?$!
$/!2 "*1/
Film e programmi
Christian Bale
è Bob Dylan
Luca e Paolo
con la satira di Ricci
,>ˆ{
La vita di Bob Dylan raccontata
attraverso sei momenti, in
ognuno dei quali è interpretato
da un attore diverso (nella foto,
Christian Bale). Un omaggio a
un grande poeta della musica.
Io non sono qui
Rai5, ore 21.15
Si sposta al martedì il varietà di
Ricci. Ospiti: Ficarra e Picone che
coi conduttori Luca e Paolo
(foto) parlano dell’indipendenza
del Veneto. Virginia Raffaele fa
la parodia di Sabrina Ferilli
Giass
Canale 5, ore 21.10
Il mago Forest
tra i comici del Sud
Il ministro Poletti
da Annalisa Bruchi
Ospiti dei padroni di casa Gigi e Ross, Fatima Trotta ed
Elisabetta Gregoraci - è
stasera il mago Forest con i
suoi giochi di magia. C’è
Mariano Bruno in Pigroman.
Made in Sud
Rai2, ore 21.10
Romagnolo, di origini
contadine, per anni a capo
della Lega delle Cooperative.
Giuliano Poletti, il nuovo
ministro del Lavoro, è l’ospite
di Annalisa Bruchi
2Next-economia e futuro
Rai2, ore 24
,>ˆx
À>ˆ°ˆÌ
À>ˆ°ˆÌ
Ç°£x -, 6/ -/,° -iÀˆi
Ç°{ä ,/ ° -iÀˆi
n°Óx -/,° -iÀˆi
™°xx ," ""° -iÀˆi
£ä°{x *,6/ *,
/
°
-iÀˆi
££°Îä ,"/,- --/,-° /iivˆ“
£Ó°£ä -/,° -iÀˆi
£Î°{ä -*" /° -iÀˆi
£{°Óx *,6/ *,
/
°
-iÀˆi
£x°£ä ,"/,- --/,-° /iivˆ“
£x°xä ™äÓ£ä° -iÀˆi
£È°Îä 6," ,-°
-iÀˆi
£Ç°£x , 7- ‡ ", "°
£Ç°Óä ," ""° -iÀˆi
£n°£ä -/,° -iÀˆi
£™°{ä 8 ° -iÀˆi
Óä°Óx ,"-° -iÀˆi
Ó£°£ä 1 -*1/°
­âˆœ˜i®
ÓÓ°xä 7" , °
ÌÌÕ>ˆÌD
Óΰäx ,- /- ‡
", ½""°
­/…ÀˆiÀ®
£n°{ä , 7- ‡ ", "°
£n°{x -
1,/\
"16,/1,° ÕÈV>
£™°xx "<,/]
/"6 ° ÕÈV>
Óä°{ä *--*,/"1/°
ÌÌÕ>ˆÌD
Ó£°£x " " -" "
+1° ­À>““>̈Vœ®
ÓΰÎx 6 //,
-"7° />Ž ŜÜ
,>ˆ
-̜Àˆ>
£™°£x " -/",°
œVՓi˜Ìˆ
Óä°£x /*" -/",° œVՓi˜Ìˆ
Ó£°£x << -/ ° œV°
ÓÓ°£ä ",,6 ½ "°
œVՓi˜Ìˆ
Óΰ£x ,-° œVՓi˜Ìˆ
Óΰ{x /*" -/",° œVՓi˜Ìˆ
,>ˆ
,>ˆ
*Ài“ˆÕ“À>ˆ°ˆÌ œÛˆi
£n°äx , 7- ‡ ", "°
£n°£ä /"*<"° /ii˜œÛi>
£n°xx * 6/°
/ii˜œÛi>
£™°{ä /-"° -œ>«
Óä°£ä ,-
"
,"
° -iÀˆi
Ó£°£ä / -
" 1 <" ° 6>ÀˆiÌD
ä°Îx , °
Ó°Óä , 7- ‡ "//°
À>ˆ°ˆÌ
À>ˆ°ˆÌ
£Ç°xä , 7- ‡ ", "°
£Ç°xx "
½,<" °
£™°Îx ", " ³
"°
Ó£°£x ,9*/" /
",-°
Óΰäx ½1"" -1
/,,°
,>ˆ
Տ«
À>ˆ°ˆÌ
,i>
/ˆ“i
Ài>Ìˆ“iÌÛ°ˆÌ
>ÃÃ
/Û
>Ý
>Ç`
`“>Ý°ˆÌ
V>ÃðˆÌ
>Ç°ˆÌ
£Ç°xx 7 8 1° >À̜˜ˆ
£n°Óä 1* ,
Óä£ÎÉÓä£{° ÌÌÕ>ˆÌD
£n°{x ,
° /iivˆ“
£™°Îä 6"//° /iivˆ“
Óä°Óä 6
/","1-° /iivˆ“
Ó£°£ä 7 8 1° >À̜˜ˆ
ÓÓ°Óx 1 1 * °
Óΰ£x 1"6
66 /1, */, * ° >À̜˜ˆ
£™°{ä "-- /",/° ÌÌÕ>ˆÌD
Óä°£ä -/ ,9°
ÌÌÕ>ˆÌD
Ó£°£ä 9 - \ // "
<1
,"° ÌÌÕ>ˆÌD
ÓÓ°£ä 1", 5° ÌÌ°
Óΰäx " -*6" --, /°
ÌÌÕ>ˆÌD
£Î°Îä -," °
-iÀˆi
£È°ää / ", "°
ÌÌÕ>ˆÌD
£È°Îä / -*",/° ÌÌÕ>ˆÌD
£Ç°ää -/,//" *"<° -iÀˆi
Óä°{x -/", , °
ÌÌÕ>ˆÌD
ÓÓ°Îä " -
"°
ÌÌÕ>ˆÌD
£™°Îä /", /-",° ÌÌÕ>ˆÌD
£™°xx /", /-",° ÌÌÕ>ˆÌD
Óä°Óä " *1 °
œVՓi˜Ì>Àˆœ
Ó£°£ä , /1// "-/°
œVՓi˜Ì>Àˆœ
ÓÓ°ää " / , 7,-°
œVՓi˜Ì>Àˆœ
£Ç°äx " /" -*"-° œVÕ,i>ˆÌÞ
£n°ää / ,° "< -"7°
6>ÀˆiÌD
£n°xx / Ç°
£™°ää "" ° ÌÌ°
£™°£ä 1"
°
ÌÌÕ>ˆÌD
Ó£°£ä -°"°-° //° ,i>ˆÌÞ
ä°£ä 5 //° ÌÌÕ>ˆÌD
,>ˆ
9œ9œ
ÀˆÃ
ˆiœ
>x
/Û
Óäää
À>ˆ°ˆÌ
ˆÀˆÃ°“i`ˆ>ÃiÌ°ˆÌ
VˆiœÌÛ°ˆÌ
£™°£ä - *
­/ 6®° >À̜˜ˆ
£™°Îä - /"*" "° >À̜˜ˆ
£™°xä ,/" "
<
" ","°
Óä°£ä *** *° >À̜˜ˆ
Ó£°Óä *
"" , " "9° >À̜˜ˆ
Ó£°{x 1" "// " 6" 9" 9"°
££°{x ½1""-" °
£Î°{Ç 9" "**"°
£x°Î{ - - "- /
" -°
£Ç°ÓÈ ,1
/ "
/ *--" °
£™°Ó™ ‡/° /iivˆ“
Óä°£{ , ° /iivˆ“
Ó£°ä{ /,, " ‡ "*
, °
£™°£x , 1"°
œVՓi˜Ì>Àˆœ
Óä°£x , °
6>ÀˆiÌD
Ó£°£ä -/,
1-°
6>ÀˆiÌD
Óΰ£x , °
­ÀœÌˆVœ] Ì>ˆ>]
£™nx®° ,i}ˆ> `ˆ
/ˆ˜Ìœ À>Ã𠜘
-iÀi˜> À>˜`ˆ
“i`ˆ>ÃiÌ°ˆÌ
£n°Îä *, /""°
/iivˆ“
£™°Îä ° /iivˆ“
Óä°Óä 1 *,
° /iivˆ“
Ó£°£ä /
1-" -/° i
«Àœ}À>““>\ /}
œ“Æ iÌiœ°Ì
Óΰ£x 1" " °
/>Ž ŜÜ
ÌÛÓää䰈Ì
Óä°ää ,"-," "1,- ‡ ,/° ,iˆ}ˆœ˜i
Óä°Îä 1", ", "°
ÌÌÕ>ˆÌD
Óä°xx / /°
Ó£°Óä " 1
/," ", "°
Óΰ£ä "°
/iivˆ“
Corriere della Sera Martedì 1 Aprile 2014
47
italia: 51575551575557
Pay Tv
Film
e programmi
De Niro alla ricerca
dei suoi quattro figli
Rimasto vedovo, Frank (Robert
De Niro, foto) va a cercare i suoi
quattro figli, sparsi in punti
diversi degli Stati Uniti. Le sue
visite a sorpresa gli regaleranno
amare bugie e verità inaspettate.
Stanno tutti bene
Cinema Emotion, ore 21.15
Causa civile
per l’avvocato Travolta
-ŽÞ
ˆ˜i“>
-«œÀÌ
£{°ää *,/ ,œLLˆi]
«>`Ài Ûi˜ÌˆµÕ>ÌÌÀi˜˜i] ˜i> ۈÈÌ> >`
՘> `ˆÃ̈iÀˆ> `ˆ ܅ˆÃŽÞ ÌÀœÛ> ½ˆ`i>
«iÀ ՘> ˜ÕœÛ> V>ÀÀˆiÀ> œ˜Ì>˜œ `>
VÀˆ“ˆ˜i°°° -ŽÞ ˆ˜i“> ՏÌ
£x°Óx 6, - /" ,
-«>}˜>] 8 ÃiVœœ° >«ˆÌ?˜ /ÀÕi˜œ]
V>Û>ˆiÀi iÀÀ>˜Ìi] ÀˆViÛi ½ˆ˜V>ÀˆVœ `ˆ
«œÀÌ>Ài ˆ˜ Ã>Ûœ ˆ ->˜Ìœ À>>]
“ˆ˜>VVˆ>̜ `> -ˆÀ >VŽ° -ŽÞ
ˆ˜i“> >Ý £È°£ä -/,/ Ó  }ÀÕ««œ ÃÌÀiiÌ
`>˜ViÀ Å] `œ«œ iÃÃiÀi ÃÌ>̜
ÃVœ˜vˆÌ̜ `> }ÀÕ««œ `i}ˆ ˜Ûˆ˜VˆLi]
“i`ˆÌ> `ˆ «Ài˜`iÀÈ > ÀˆÛˆ˜VˆÌ>° -ŽÞ
ˆ˜i“> ˆÌà £Ç°Óä ," ,6" >«ˆÌœœ Vœ˜VÕÈۜ
`i> ÌÀˆœ}ˆ>] `œ«œ º “>ÃÃ>VÀœ >
œÀÌ «>V…i» i º V>Û>ˆiÀˆ `i œÀ`
"ÛiÃÌ»° -ŽÞ ˆ˜i“> >ÃÈVÃ
£Ç°{ä ,
- ", *, " " œ˜ > vˆ˜i `i “œ˜`œ
œÀ>“>ˆ >i «œÀÌi] > “œ}ˆi `ˆ œ`}i
vÕ}}i ۈ> Õˆ È “iÌÌi ÃՏi ÌÀ>VVi
`i> ÛiVV…ˆ> vˆ`>˜â>Ì>° -ŽÞ ˆ˜i“>
£ £™°ää "] " -/"] ,/"
1-/, -*"-,
"*- /
½ˆ“«ÀœL>Lˆi >“œÀi «iÀ
VœÀÀˆÃ«œ˜`i˜â> ÌÀ> ° -œÀ`ˆ i °
>À`ˆ˜>i] «ÀœÌ>}œ˜ˆÃ̈ `i> «iˆVœ>
`ˆÀiÌÌ> `> ° <>“«>° -ŽÞ ˆ˜i“>
>ÃÈVÃ
Ó£°ää ,  vˆ“ ˆ˜Ûi˜Ì> > Ã̜Àˆ> `ˆ
>À>LL>] ˆ L>˜`ˆÌœ ˆLiÀ>̜ >
`ˆÃV>«ˆÌœ `ˆ iÃÙ `ˆ >â>Ài̅] vˆ˜ˆÌœ
ÃՏ> VÀœVi° -ŽÞ ˆ˜i“> >ÃÈVÃ
Ç *-
"*/
1˜ }ÀÕ««œ `ˆ v՜Àˆ `ˆ
ÌiÃÌ>] ëiVˆ>ˆââ>̜ ˆ˜ À>«ˆ“i˜Ìˆ `ˆ
V>˜ˆ `ˆ VՈ «ÀiÌi˜`œ˜œ ՘ ÀˆÃV>Ì̜]
ˆ˜V>««> ˜i µÕ>`ÀÕ«i`i `i½Õœ“œ
ÃL>}ˆ>̜° -ŽÞ ˆ˜i“> ՏÌ
1 *, * /1//" " 1˜>
Vi˜iÀi˜Ìœ> >“iÀˆV>˜> È ˆ˜˜>“œÀ>
«iÀ`ÕÌ>“i˜Ìi `ˆ ՘ iÀi`i > ÌÀœ˜œ
iÕÀœ«iœ° -ŽÞ ˆ˜i“> >“ˆÞ
"6, 1˜> ÃiÀˆi `ˆ `ˆÃ>ÃÌÀˆ]
«ÀœÛœV>̈ `>½>ÌÌ>VVœ `ˆ ՘> VÀi>ÌÕÀ>
“ˆÃÌiÀˆœÃ>] È Vœ˜VÀïââ>˜œ > iÜ
9œÀŽ° *iˆVœ> V>Ì>ÃÌÀœvˆV> `i Óään°
-ŽÞ ˆ˜i“> >Ý 1 E 1 *iÀ iÛ>`iÀi `>>
ÀœṎ˜i] Տˆi `iVˆ`i `ˆ ˆ“«>À>Ài i
xÓ{ ÀˆViÌÌi Vœ˜Ìi˜ÕÌi ˜i ˆLÀœ `i>
v>“œÃ> V…iv Տˆ> …ˆ` ­° -ÌÀii«®°
-ŽÞ ˆ˜i“> *>ÃȜ˜ Ó£°£ä -- *° i >ÛÛi˜ÌÕÀi iÀœÌˆV…i
`i> µÕˆ˜`ˆVi˜˜i iˆÃÃ>] ÌÀ>ÌÌi `>
Àœ“>˜âœ º
i˜Ìœ Vœ«ˆ `ˆ ë>â✏>
«Àˆ“> `ˆ >˜`>Ài > `œÀ“ˆÀi»° *Àœ`ÕVi
° iÀˆ° -ŽÞ ˆ˜i“> £ 6 /" 1˜ >ÛۜV>̜
>ÃÈÃÌi >V՘i v>“ˆ}ˆi ˜i>
`i˜Õ˜Vˆ> Vœ˜ÌÀœ `Õi “Տ̈˜>∜˜>ˆ]
Vœ«iۜˆ `ˆ >ÛiÀ «ÀœÛœV>̜ > “œÀÌi
`ˆ £Ó À>}>â∰ > ՘> Ã̜Àˆ> ÛiÀ>°
-ŽÞ ˆ˜i“> ˆÌà ÓÓ°Îx /, -*",/,\ 8/, ˆ“
ÃVÀˆÌ̜ i «Àœ`œÌ̜ `> ° iÃܘ° 
˜œÃÌÀ ° >ÃÓ>˜ ˆ˜ÌiÀ«ÀiÌ> > «>ÀÌi
`i “>Û>}ˆœ ˆ>˜˜ˆ …iˆ˜ˆ°
-ŽÞ ˆ˜i“> >Ý ÓÓ°xx /
"
> Ã̜Àˆ> `ˆ Vœ“i >
}À>˜`i ˆVœ˜> Vˆ˜i“>̜}À>vˆV> vÀi`
ˆÌV…VœVŽ «œÀÌ¢ ÃՏ }À>˜`i ÃV…iÀ“œ
ˆ Ã՜ vˆ“ «ˆÙ }À>˜`i\ *ÃÞVœ° -ŽÞ
ˆ˜i“> £ Óΰää "/ iˆ }ˆœÛ>˜ˆ È ÀˆÌÀœÛ>˜œ ˆ˜ ՘>
V>Ã> `ˆ «iÀˆviÀˆ> «iÀ «À>̈V>Ài
½>Ã܏ÕÌ> ˆ`ˆœâˆ>° ˆ ° 6œ˜ /ÀˆiÀ]
}ˆÀ>̜ ÃiVœ˜`œ i Ài}œi Ã̈ˆÃ̈V…i
`i œ}“>° -ŽÞ ˆ˜i“> ՏÌ
Óΰ£ä /"/ ,
//" ",<
œ˜œÃÌ>˜Ìi >“ˆ ÃÕ> “œ}ˆi] œÕ}>Ã
È ÜÌ̜«œ˜i > ՘½iëiÀˆ“i˜Ìœ ˆ˜
}À>`œ `ˆ V>˜Vi>Ài «iÀ Ãi“«Ài ˆ
ÀˆVœÀ`ˆ `ˆ ՘½iÈÃÌi˜â> vÀÕÃÌ>˜Ìi°
-ŽÞ ˆ˜i“> ˆÌà ÓΰÓx **1 / /"
" ½---- "
œ«œ ՘> ÀˆÃÃ> Vœ˜ Î “>ÛˆÛi˜Ìˆ]
*>Տ Àˆ«Ài˜`i Vœ˜œÃVi˜â> i È
>VVœÀ}i V…i ˆ VÀˆ“ˆ˜>ˆ …>˜˜œ ÕVVˆÃœ
ÃÕ> “œ}ˆi i ÃÕ> vˆ}ˆ>°
-ŽÞ ˆ˜i“> >ÃÈVÃ
ä°Îx , 7 œ«œ >ÛiÀ «iÀÜ
ˆ Ã՜ vi`ii V>˜i -«>ÀŽÞ] ˆ }ˆœÛ>˜i
6ˆV̜À ÃvÀÕÌÌ> ˆ «œÌiÀi `i> ÃVˆi˜â>
«iÀ Àˆ«œÀÌ>Ài ˆ˜ ۈÌ> ˆ Ã՜ >“ˆVœ°
-ŽÞ ˆ˜i“> >“ˆÞ
£{°ää -"\ * ‡
<"// /Ài }ˆœÀ˜ˆ `ˆ > *>˜˜i°
ˆÀiÌÌ> ÕÀœÃ«œÀÌ
£x°ää "
9 -1 *,/"\ {§ ", /
>“«ˆœ˜>̜ Ì>ˆ>˜œ -iÀˆi ,>ˆ-«œÀÌ £
£È°Îä "\ -*", ‡
", / -iÀˆi -ŽÞ -«œÀÌ £
£n°ää "\ 6", " ‡ /, -iÀˆi -ŽÞ -«œÀÌ £ £n°Îä "\ *" ‡ 16 /1-iÀˆi -ŽÞ -«œÀÌ £ £™°ää 7,-/ \ 77 "-/
,7 -ŽÞ -«œÀÌ Ó Óä°ää "\ *,", È >}>∘i ‡
,œ>` ̜ ̅i Óä£{ 7œÀ` Õ«
,>ˆ-«œÀÌ £
Óä°{ä "\ ,
" ‡ //
"
, 1 …>“«ˆœ˜Ã i>}Õi°
ˆÀiÌÌ> -ŽÞ -«œÀÌ £ Óä°{x +1
,"-- ,67 Óä£Î 9>V…Ì
E ->ˆ
Ó£°ää *1/"\ /
,
˜Vœ˜ÌÀœ ˜ÌiÀ˜>∜˜>i° ˆvviÀˆÌ>
ÕÀœÃ«œÀÌ
Ó£°Îä -/\ ," Ó -ŽÞ -«œÀÌ Ó ÓΰÎä "/"
-"\ * ,-
œ˜`ˆ>i œÌœVÀœÃð ˆvviÀˆÌ>
ÕÀœÃ«œÀÌ
ä°Îä "\ -/, 1 / ‡
9, " " 1 …>“«ˆœ˜Ã
i>}Õi -ŽÞ -«œÀÌ £ -iÀˆi /Û
˜ÌÀ>ÌÌi˜ˆ“i˜Ìœ
,>}>ââˆ
œVՓi˜Ì>Àˆ
£{°ää -1, 9- ˆÃ˜iÞ …>˜˜i
£x°äx "7 / 9"1, "/,
œÝ £È°Îä " - œÝ Àˆ“i £Ç°ää 1 " ˆÃ˜iÞ …>˜˜i
£n°£x "7 / 9"1, "/,
œÝ £™°£ä °
°°-° œÝ Àˆ“i Óä°äx , - œÝ Àˆ“i Óä°Óä x -ŽÞ 1˜œ
Ó£°ää /- " -°°°°°° œÝ Ó£°äx 1" ",/1 ,t
ˆÃ˜iÞ …>˜˜i
Ó£°Îä /1//" ,/" ˆÃ˜iÞ …>˜˜i
Ó£°{x , E "- ˆVŽiœ`iœ˜
Ó£°xx ½, 1 6"/ œÝ ÓÓ°ää /- ˆÃ˜iÞ …>˜˜i
ÓÓ°£ä *** <1 iŽˆ`Ã
£{°£ä , *, *-- ½-"
*,1/ iŽˆ`Ã
£{°Îä " /" -*"-t /
£x°ää , 79 ,>ˆ Տ«
£x°Óx ,
½- 8/ /"* "
-ŽÞ 1˜œ
£È°Óx *, / -*""] *" /
,6-/" ‡ ",6 £Ç°£x 6-/ -*"-‡
" /," -1"
, £n°Îx -/,
1-/,
-ŽÞ 1˜œ
£™°xä 1
"
"<, " œÝ ˆvi
ÓÓ°xä 1 ", -/,
/
-ŽÞ 1˜œ
Óΰxä ½1-" -/ ‡ ,-- -ŽÞ 1˜œ
£È°£ä / , -"7 œœ“iÀ>˜}
£È°£x 1"6 66 /1, */,
* iŽˆ`Ã
£È°{ä 6 /1, / >À̜œ˜
iÌܜÀŽ
£Ç°äx -/9 1- ‡ " - ,"// iŽˆ`Ã
£Ç°xä "," œœ“iÀ>˜}
£n°Óä 6 /1, /
>À̜œ˜ iÌܜÀŽ
£™°£ä // -
,
œœ“iÀ>˜}
£™°xä "9 //
-
, iŽˆ`Ã
Óä°Óä /" Ó
Óä°Óx / ,1, -"7 >À̜œ˜
iÌܜÀŽ
Óä°{ä / "" 9 /1 - -"7
œœ“iÀ>˜}
£{°Óx 1 , ½, ˆÃVœÛiÀÞ
…>˜˜i £x°Îx , 1" ‡ 7 9",
ˆÃ̜ÀÞ …>˜˜i
£È°{ä /,,", >̈œ˜>
iœ}À>«…ˆV
£Ç°£ä /"* , ˆÃVœÛiÀÞ …>˜˜i £n°Óx ,/\ ", 6/
ˆÃVœÛiÀÞ -Vˆi˜Vi
£™°Îä , 1" ˆÃ̜ÀÞ …>˜˜i
Óä°£x ,- \ , -
/ ,"1 <,"
ˆÃVœÛiÀÞ -Vˆi˜Vi
Ó£°ää +1/",
ˆÃVœÛiÀÞ …>˜˜i Ó£°xä / +1"/
>̈œ˜> iœ}À>«…ˆV
ÓÓ°ää , 1" ‡ 7 9",
ˆÃ̜ÀÞ …>˜˜i
£x°xx " *
",/"° -…œÜ -ÌÕ`ˆœ
1˜ˆÛiÀÃ>
£È°äÈ ,9 ° /iivˆ“ "
£È°£x 1 *, ° /v 9
£È°Óx "6 -/",9° ˆ“ -ÌÕ`ˆœ
1˜ˆÛiÀÃ>
£È°x£ 6° ˆ“ *Ài“ˆÕ“ ˆ˜i“>
£È°xÇ ,9 ° /iivˆ“ "
£Ç°äÓ 1 ,
// *, 1 ‡ //"
+1 /"° ˆ“ /Û 9
£n°£ä ," - / /"° ˆ“
-ÌÕ`ˆœ 1˜ˆÛiÀÃ>
£n°{{ ,/ " 8° /iivˆ“ 9
£™°ää <""° -…œÜ *Ài“ˆÕ“ ˆ˜i“>
£™°££ ,
/ */,° ˆ“
*Ài“ˆÕ“ ˆ˜i“>
£™°Ó™ *-9
° /iivˆ“ "
£™°ÎÓ *, /""° /iivˆ“ 9
Óä°ÓÓ *, /""° /iivˆ“ 9
Óä°Óx *-9
° /iivˆ“ "
Óä°Îx *,"
/ , / Ó°
œVՓi˜Ì>Àˆœ -ÌÕ`ˆœ 1˜ˆÛiÀÃ>
Ó£°£x 1 *,//° ˆ“
*Ài“ˆÕ“ ˆ˜i“>
Ó£°£x 9° /iivˆ“ 9
Ó£°£x --/," "97""° ˆ“
-ÌÕ`ˆœ 1˜ˆÛiÀÃ>
Ó£°{x 9° /iivˆ“ 9
ÓÓ°£È "--* ,° /iivˆ“ 9
ÓӰΣ -1/-° /iivˆ“ "
Un avvocato (John Travolta, foto)
sostiene l’accusa contro due
compagnie chimiche. Le industrie
hanno già provocato la morte di
alcuni bambini, inquinando le
acque di una falda idrica.
A civil action
Sky Cinema Hits, ore 21.10
Streep la cuoca
rivive su un blog
La vita e le ricette della cuoca
Julia Child (Meryl Streep, foto),
che portò la cucina francese
negli Usa, come ispirazione per
una giovane blogger in crisi
d’identità.
Julie & Julia
Sky Cinema Passion, ore 21
Freddie e i Queen
live da Budapest
i`ˆ>ÃiÌ *Ài“ˆÕ“
27 luglio 1986. I Queen si
esibiscono allo stadio di Budapest
in uno dei loro live più famosi. Tra
le hit, «We Are the Champions»
e«Bohemian Rhapsody».
Queen - Hungarian Rhapsody
Live in Budapest
Sky Arte HD, ore 23.45
£{°£x 8 E ° ˆ“ -ÌÕ`ˆœ
1˜ˆÛiÀÃ>
£{°Îä ,° "1- ‡ 6-" °
/iivˆ“ "
£{°Î{ 1 ,
// *, 1 ‡ //"
+1,/"° ˆ“ /Û 9
£x°ää -/, -+1° ˆ“ *Ài“ˆÕ“
ˆ˜i“>
£x°Ó£ ,° "1- ‡ 6-" °
/iivˆ“ "
A fil di rete
di Aldo Grasso
«Domenica sportiva»
ha fatto il suo tempo
Q
uando in video sono apparse l’analisi di Saverio
Montingelli e le grafiche di Adriano Bacconi ho
spento per lo sconforto. E per la malinconia. Tutto
passa, ogni cosa ha il suo tempo. Il «momento opportuno» (quello che i Greci chiamavano «Kairos»,
il «tempo di Dio», il tempo aurorale in cui accade
qualcosa di speciale) per la «Domenica sportiva» si è consumato
da anni, resta solo il rimpianto (Rai2, domenica, ore 22.40).
Da quando esistono Sky e Mediaset Premium, il calcio non apVincitori e vinti
partiene più alla Rai. Che vi si aggrappa ancora in maniera comWill
movente, quasi patetica. Ma il rito
Houston
è già stato officiato: il rigore non
La Bibbia
dato da Rizzoli, la papera di Marbatte la
chetti in Lazio-Parma, lo splendicommedia
do gol di Cerci. Persino la vittoria
italiana. Ancora
del Napoli sulla Juve, quando si
«rovesciati» gli ascolti
palesa nel rassegnato racconto di
Mediaset, con Rete 4
Marco Civoli, è già ricordo.
sopra Canale 5: grazie
Ogni cosa ha il suo momento,
a «The Bible», con Will
e ogni evento ha il suo tempo sotHouston, che è seguita
to
il
cielo. Quando la «Domenica
da 2.942.000
sportiva» era l’appuntamento più
spettatori, per una
importante
del calcio italiano
share dell’11,1%
(insieme con «90° minuto») tutto era meravigliosamente fantaGigi
stico. La «DS» ha vissuto per anni
Proietti
su un paradosso che guida le coLa commedia
municazioni di massa: quando il
italiana
vento è a favore, quando qualcosa
superata
si trova al centro della scena medalla Bibbia. Ancora
diatica anche il brutto si tramuta
«rovesciati» gli ascolti
in bello. Nella tv italiana, ben poMediaset, con Canale 5
che sono state le trasmissioni di
sotto Rete 4: in onda c’è
successo che abbiano potuto
il Filmissimo «La vita è
contare su tanti conduttori di
una cosa meravigliosa»,
ineguagliabile grigiore: (Alfredo
con Gigi Proietti. Per
Pigna, Nicola Pietrangeli, Marino
2.309.000 spettatori, e
Bartoletti, Gianni Minà, Jacopo
una share del 9,2%
Volpi, Marco Mazzocchi, Massimo Caputi, Paola Ferrari…).
Probabilmente, fra qualche anno, faremo lo stesso discorso
per «Sky Calcio Show» e ci chiederemo come abbiamo fatto a
sopportare Massimo Mauro, ma, per intanto, sono lui e Ilaria
D’Amico a godere del «momento opportuno», il «tempo» è dalla loro parte.
Ma che tristezza Gene Gnocchi, Ivan Zazzaroni, Fulvio Collovati…
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso
Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv
ÓÎ°ä™ *½ /1
° /iivˆ“ 9
Óΰ£ä ° ˆ“ -ÌÕ`ˆœ 1˜ˆÛiÀÃ>
Óΰ£x -"//" 6-//" / ‡
½1/ -/° ˆ“ *Ài“ˆÕ“
ˆ˜i“>
ÓΰÓä ---° /iivˆ“ "
ä°äÈ *,//9 // ,-° /v 9
ä°Ó{ ---° /iivˆ“ "
ä°xä 7" , ° ˆ“ -ÌÕ`ˆœ
1˜ˆÛiÀÃ>
ä°xn / ", -° /iivˆ“ 9
ä°x™ " - 1 "° ˆ“ /Û
*Ài“ˆÕ“ ˆ˜i“>
£°Óx ,° "1- ‡ 6-" °
/iivˆ“ "
£°{n *, /""° /iivˆ“ 9
Ó°££ ,° "1- ‡ 6-" °
/iivˆ“ "
Ó°£™ "*,<" <," , /,/9°
ˆ“ *Ài“ˆÕ“ ˆ˜i“>
48
italia: 51575551575557
Martedì 1 Aprile 2014 Corriere della Sera