GIOVEDÌ 23 GENNAIO 2014 ANNO 139 - N. 19 In Italia EURO 1,40 Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Servizio Clienti - Tel 02 63797510 Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano 9 771120 498008 Roma, Piazza Venezia 5 Tel. 06 688281 www.corriere.it Addio al regista Mazzacurati, raccontò gli umili del Nord Est Vince l’Udinese 2-1 Milan fuori dalla Coppa Primi fischi a Seedorf Su Sette La vita segreta delle ragazze di Teheran R. Franco e P. Mereghetti a pagina 37 M. Colombo e F. Monti alle pagine 40 e 41 Domani il magazine in edicola con il Corriere L’ABBANDONO DEI COLLEGI UNINOMINALI Il testo alla Camera con le firme di Pd-FI-Ncd: mancano i centristi. Il caso del salva Lega LO STRUMENTO DIMENTICATO Legge elettorale, primi ostacoli di ANGELO PANEBIANCO Letta e l’assedio al governo: così rilancio impossibile oiché il meglio è nemico del bene va detto che qualunque sistema elettorale sarebbe per noi migliore di quello (proporzionale con preferenze) che ci ha consegnato la Corte costituzionale: anche uno scelto a caso fra un centinaio di diversi possibili sistemi elettorali. Se restasse la proporzionale così come è, infatti, saremmo condannati per sempre all’ingovernabilità. Solo con partiti forti e radicati la proporzionale funziona ma tali partiti non li vedremo mai più, nemmeno col cannocchiale. Per dire che, piuttosto che la proporzionale, va bene anche il sistema elettorale su cui si sono accordati Renzi e Berlusconi. Ma c’è un «ma». Quella proposta prevede collegi plurinominali e liste di candidati, sia pure senza preferenze, ossia bloccate. Liste corte, certo, per non incorrere di nuovo nel veto della Consulta. Ma pur sempre bloccate. E sulle liste bloccate non poteva non riproporsi la solita polemica sul «Parlamento dei nominati». Non è solo Alfano a volere le preferenze (magari la sua è solo pretattica). Le vuole anche la minoranza antirenziana del Pd che, però, come ha detto Rosy Bindi, è maggioranza in Commissione. Esisteva un solo modo per evitare il rischio di ritrovarsi a discutere di preferenze sì/preferenze no: un accordo che prevedesse il ritorno ai collegi uninominali. Il collegio uninominale è lo strumento migliore, il più pulito, per garantire il massimo possibile di rappresentatività dell’eletto rispetto all’elettore. La sua superiorità sia nei confronti della lista bloccata sia nei confronti del «mercato delle preferenze» è evidente. Purtroppo, l’accordo Renzi-Berlusconi non è andato in quella direzione e non resta che prenderne atto. Per lo meno, bisogna cercare di limitare i danni, fare fuoco di sbarramento contro la sciagurata eventualità del ritorno alle preferenze. Le preferenze sono portatrici (insane) di due gravi malattie. La prima consiste nella pesante distorsione che introducono nella competizione democratica. Contro l’opinione secondo cui la preferenza sarebbe un mezzo «per dare all’elettore la possibilità di scegliere l’eletto, e bla bla bla», le preferenze hanno l’effetto di sovrapporre alla competizione fra i partiti quella dentro i partiti, fra i candidati dello stesso partito. Ciò poteva avere un senso nella cosiddetta Prima Repubblica, un sistema politico bloccato ove l’unica vera competizione era quella fra le correnti e i candidati in lotta per le preferenze dentro ciascun partito. Perché riproporre oggi quelle distorsioni? C’è poi una seconda malattia. La rappresentanza degli interessi, anche quella normale e lecita in altre democrazie, è oggi a serio rischio di criminalizzazione. Mentre voteranno sulle preferenze i parlamentari diano un’occhiata alla legge Severino, la legge anticorruzione approvata all’epoca del governo Monti. D’ora in poi, sarà difficile per qualunque parlamentare (capi politici a parte), eletto grazie a tante preferenze, dimostrare che esse non siano frutto di «voto di scambio», indizi, se non prove, di un reato penale. Reintroducete le preferenze e darete lavoro supplementare a tutte le procure. A elezioni fatte, e vincitori proclamati, fioccheranno gli avvisi di garanzia. Il processo di subordinazione del potere rappresentativo a quello giudiziario farà un altro passo avanti. Se ci saranno di nuovo le preferenze, i temerari che si candideranno faranno bene a presentarsi agli incontri con gli elettori accompagnati dai loro avvocati. © RIPRODUZIONE RISERVATA Firmata da Pd, Forza Italia e Ncd, ma non da Scelta civica, la bozza di riforma elettorale. Il caso del mancato inserimento della norma salva Lega che resterebbe penalizzata dallo sbarramento del 5%. Letta e il nodo del rilancio del governo. Giannelli DA PAGINA 2 A PAGINA 7 Il premier rivendica i risultati economici di MARCO GALLUZZO I l premier dovrà probabilmente andare a Bruxelles, il 29, senza quel rilancio del programma scritto nero su bianco, che sperava di portare con sé. Ma intanto rivendica i risultati economici del governo come, ad esempio, la prima riduzione del debito pubblico dopo otto trimestri. di WALTER VELTRONI A PAGINA 34 A PAGINA 21 IMPUNITI A PAGINA 3 Il Cavaliere a dieta Quando i potenti si scoprono salutisti di PIERLUIGI BATTISTA A PAGINA 7 Di Caro L e tasse le pagano solo i plebei», diceva Leona Helmsley, l’anziana imperatrice immobiliare di New York. Quando la incastrarono, si offrì in cambio della libertà di donare i suoi alberghi alla città: le diedero 16 anni di galera, le fecero la foto segnaletica e la misero dentro. E aveva evaso molto meno di quanto è contestato ad Angiola Armellini, accusata d’aver nascosto al fisco oltre due miliardi. CONTINUA A PAGINA 19 Gli incontri di Davos In difesa dell’acqua Il sogno occidentale dei caduti di Kiev di LUIGI IPPOLITO C inque morti negli scontri tra polizia e oppositori filo-europeisti a Kiev. I morti di Kiev sono i primi martiri dell’Europa del XXI secolo. Perché il movimento di protesta che scuote l’Ucraina da mesi nasce proprio dalla legittima aspirazione della maggioranza popolare a riunirsi alla famiglia europea e sfuggire all’abbraccio soffocante del grande fratello russo. A PAGINA 34 -A PAGINA 10 il servizio di Fabrizio Dragosei di VITTORIO MESSORI Se la politica È dimentica la parola «mafia» ANGIOLA E GLI ALTRI EVASORI I Grandi del mondo a caccia della ripresa L’Europa è indietro Medjugorje, il verdetto della Chiesa vicino il verdetto vaticano sulle apparizioni di Medjugorje. La decisione non sarà indolore. Se negativa, il danno pastorale sarà immenso, visti i milioni di pellegrini che si scopriranno vittime di un inganno. Se positiva, sarà devastante per il diritto canonico che lascia ai vescovi il giudizio su presunti fatti sovrannaturali avvenuti nella loro diocesi. di MARIA TERESA MELI Cinque morti in Ucraina nelle manifestazioni per la Ue Quattro anni d’indagine sulle apparizioni e la difficile decisione sul sovrannaturale La lettera Il muro di Renzi su «contratto» e esecutivo bis A PAGINA 5 I miliardi nascosti di GIAN ANTONIO STELLA In primo piano AP / EFREM LUKATSKY P 40 1 2 3> Fondato nel 1876 La ricostruzione Le mani della camorra sulle pizzerie di Roma di GIOVANNI BIANCONI N ovanta ordinanze di custodia cautelare tra Napoli, Roma e la Toscana. Sequestrati beni per oltre 250 milioni. Così la camorra gestiva bar, ristoranti e pizzerie romane. E per la vicenda delle partite truccate dai clan è indagato anche l’ex capitano della Roma, Giuseppe Giannini. A PAGINA 15 La prima giornata del Forum di Davos, nelle Alpi svizzere, che raduna capi di governo, banchieri, manager e imprenditori, ha visto protagonista il Giappone di Shinzo Abe. Un Paese dove grazie alla «Abenomics» la ripresa è partita. Gli altri Grandi ancora la cercano, anche se qualche segnale di ottimismo c’è. Non ancora in Europa, l’area più indietro sul fronte della ripresa, Germania a parte. Sulla Francia c’è addirittura allarme, mentre sull’Italia si nota un cauto ottimismo. ALLE PAGINE 8 E 9 Di Vico, Ferraino, Sensini E la sorpresa è l’impegno di Matt Damon di GIUSEPPE SARCINA A Davos arriva una star a sorpresa: Matt Damon. L’attore statunitense è al Forum per promuovere Water.org, l’associazione che ha fondato nel 1990 insieme con lo scienziato Gary White e che funziona come una centrale di microcredito. Obiettivo: favorire l’accesso all’acqua nei Paesi più poveri e più assetati. Traguardo per il 2020: avere a disposizione 100 milioni di dollari. A PAGINA 8 2 Primo Piano Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera # Riforme Le scelte Berlusconi vuole salvare la Lega e ammazzare gli altri alleati Ignazio La Russa, Fratelli d’Italia Legge elettorale, firma a tre. Il caso Lega Depositato il testo sottoscritto da Pd, FI e Ncd. Niente norma salva partiti locali Le novità: liste di 3-6 candidati e no a candidature multiple. Sc annuncia emendamenti L’Aquila, Cialente ritira le dimissioni «Perché ho dato le dimissioni? Perché su questa vicenda si è scatenata una campagna non rivolta solo su di me. Ma ho visto che con le dimissioni l’immagine di una città del malaffare, che del terremoto sta facendo un “magna magna”, è aumentata. Quindi sono tornato. E sono qui a difendere la città». Il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente (sopra nella foto), torna sui suoi passi. L’11 gennaio aveva annunciato le dimissioni, il giorno successivo le aveva formalizzate dopo la bufera giudiziaria su presunte tangenti nei lavori di ricostruzione del post terremoto. L’inchiesta, infatti, aveva coinvolto alcuni amministratori ed ex della sua giunta tra cui il vicesindaco Roberto Riga (subito dimessosi). Ora l’ex deputato ed esponente del Pd ha cambiato idea e portato dei cambiamenti. Tra le novità proposte dal democratico anche la nomina a nuovo vicesindaco dell’Aquila di Nicola Trifuoggi, magistrato in pensione, ex procuratore capo a Pescara negli anni dell’inchiesta Del Turco sulla «sanitopoli» abruzzese. Trifuoggi era stato anche protagonista inconsapevole di un fuorionda con Gianfranco Fini nel 2009. L’allora presidente della Camera e membro del Pdl aveva criticato Berlusconi in un colloquio con il magistrato a microfoni ancora aperti(«Confonde il consenso popolare che ovviamente ha e che lo legittima a governare, con una sorta di immunità», aveva detto Fini). © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — Falsa partenza per la riforma elettorale e polemiche su chi sia il vero estensore del testo che traduce in un articolato l’accordo tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, ormai noto come Italicum. La bozza doveva essere pronta alle 14 di ieri per consentire alla commissione Affari costituzionali della Camera di avviare l’esame. Ma il suo deposito è slittato a tarda sera per venire a capo di questioni che riguardano sia la possibilità di inserire una norma che consenta alla Lega Nord di superare lo sbarramento del 5%, sia il modo con cui aggirare la controversia su liste bloccate o preferenze, agitata da una parte del Pd, dal Nuovo centrodestra e da Scelta civica. A ciò va aggiunta la richiesta di Sel di fare slittare al 29 gennaio l’inizio della discussione in Aula — previsto inizialmente per il 27 — a causa del congresso del partito che impedirebbe ai parlamentari vendoliani di studiare le norme e predisporre eventuali modifiche. Il testo consegnato alla commissione è sottoscritto da Pd, Forza Italia e Nuovo centrodestra, ma non da Scelta civica che, comunque, si accinge a presentare alcune modifiche. L’insieme rispecchia l’intesa tra Renzi e Berlusconi, estesa poi anche ad Alfano. Il premio di maggioranza è fissato al massimo al 18% e scatta se una lista o una coalizione raggiunge il 35%, ma l’alleanza vincente non potrà superare, con il premio, il 55% dei seggi. Se nessuno raggiunge tale soglia andranno al ballottaggio le prime due liste. Chi vince si aggiudica 340 seggi alla Camera. Nel secondo turno non sono ammessi ulteriori apparentamenti, e chi vince guadagna «solo» 327 seggi. È previsto anche l’obbligo del 50% di candidate donne, ma non sono consentite le candidature multiple. Le liste saranno bloccate, con un minimo di tre e un massimo di sei concorrenti. E lo stesso sistema vale per il Senato che, a differenza del vecchio Porcellum, fissa il premio di maggioranza a livello nazionale e non più regionale. Nel primo pomeriggio, il relatore, nonché presidente del- l’organismo parlamentare, il forzista Francesco Paolo Sisto, rivela che gli uffici tecnici stanno ancora mettendo a punto le norme, ma nega di essere un semplice «passacarte», accusa che gli aveva mosso Ignazio La Russa (Fratelli d’Italia) e annuncia di essere pronto anche a «convocare la commissione venerdì, sabato e domenica» per rispettare la data del 27 per l’approdo della riforma in Aula. L’intoppo all’origine del ritardo riguardava l’individuazione di un meccanismo per consenti- re a un movimento a forte radicamento territoriale in alcune aree del Paese, come la Lega, di non venire penalizzata nella ripartizione proporzionale. L’Italicum prevede infatti che vi accedano quei partiti che, coalizzati, superano la soglia del 5% su base nazionale. Il Carroccio alle politiche del febbraio 2013 si fermò al 3,9%. L’ipotesi sulla quale si è discusso e che poi è stata accantonata (non si sa se verrà riproposta in futuro come un emendamento nel corso dell’iter parlamentare) rielaborava Cosa prevede il testo ILLUSTRAZIONI DI EMANUELE LAMEDICA Il sindaco 1 2 3 4 5 6 Seggi distribuiti a livello nazionale Confermato lo sbarramento Premio elettorale la soglia è del 35% Bonus minore al ballottaggio Circoscrizioni piccole da tre a sei seggi Parità di genere nelle liste Per la Camera il testo base prevede la distribuzione dei seggi a livello nazionale: con piccole circoscrizioni, simili a collegi plurinominali, e la possibilità di doppio turno. Varrà per il Senato, se intanto non sarà riformato Confermate le soglie di sbarramento, criticate dalle formazioni più piccole: per accedere in Parlamento i partiti devono superare l’8% se corrono da soli o il 5% se in coalizione. Ma la coalizione per essere ammessa deve ottenere almeno il 12% È previsto un premio di maggioranza del 18% per la formazione che ottiene «almeno il 35% di voti validi del totale nazionale», a cui sarebbero così assegnati 340 seggi. Se nessuno ottiene questa soglia al primo turno si va al ballottaggio In caso di ballottaggio, il premio di maggioranza per il vincitore è minore: prevede 327 seggi (i restanti 303 vanno in modo proporzionale agli altri). Al secondo turno non sono consentiti ulteriori apparentamenti tra liste o coalizioni Per ogni collegio plurinominale sono assegnati da 3 a 6 seggi. Ciascuna lista non può essere formata da un numero di candidati maggiore dei seggi assegnati. Nella scheda, nomi e cognomi accanto al simbolo Nelle liste deve esserci parità tra uomini e donne: «Nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al 50%». E, nei collegi plurinominali, non più di due candidati consecutivi del medesimo genere Il caso L’azzurro Sisto era stato tra i difensori del Cavaliere. Tra i deputati pd renziani in minoranza In commissione democratici spaccati Un penalista di Forza Italia guida i lavori ROMA — Il presidente della I commissione (Affari costituzionali), Francesco Paolo Sisto di Forza Italia, suona il pianoforte (pare che si sia esibito con il Cavaliere in una prova canora memorabile) e di professione fa l’avvocato penalista a Bari dove è molto quotato. Nel capoluogo pugliese, appunto, lo chansonnier Sisto ha avuto la ventura di difendere l’allora governatore Raffaele Fitto e da quel patrocinio legale gli è poi venuta voglia di tuffarsi in politica. Così — dopo aver fatto parte della «squadra giustizia del Cavaliere» insieme ai colleghi Ghedini e Longo — Sisto ha fatto il salto di qualità quando la sua vicinanza a Denis Verdini ha facilitato l’ascesa alla presidenza della I commissione, che conta ben 47 poltrone. Penalista più che costituzionalista, il galante Sisto (talvolta in Transatlantico si inchina e mima il baciamano con le colleghe) si è ritrovato dunque a dirigere il traffico sulla legge elettorale. Presidente e relatore, Sisto è stato contestato per il doppio incarico ma poi il Pd ha mollato la presa perché aveva altre gatte da pelare. Infatti il partito che fu di Bersani schiera in commissione due squadre. La prima, soccombente nei numeri, è fedele al sindaco di Firenze: guida il drappello Maria Elena Boschi, la giovane avvocatessa fiorentina — membro della segreteria e responsabile del Pd per le Riforme (il posto che fu di Violante) — che di recente è stata ricevuta anche da Napolitano. Boschi ieri pomeriggio non era in commissione perché impegnata dietro le quinte a tenere i contatti con il segretario durante le ore convulse in cui è stata decisa la sorte della norma salva Lega. La Boschi, ma anche il portavoce di Renzi, Lorenzo Guerini (che non è in commissione ma è sempre nei paraggi), hanno avuto un bel daffare con il collega Alfredo D’Attorre che incarna più degli altri lo spirito dell’ex segretario Pier Luigi Bersani (anche lui membro della prima commissione). Come un’ombra accanto a D’Attorre, si muove il professore An- drea Giorgis, torinese vicino a Chiamparino, docente di diritto costituzionale — che in questi giorni ha organizzato il riavvicinamento tra «renziani» e «cuperliani», tant’è che gli iniziali rapporti di forza in commissione (13 a 8) vanno via via smussandosi: «Bisogna fare presto e bene sulla legge elettorale. Per cui non c’è nulla di male, e Renzi ci ha dato atto di non volersi mettere di traverso, se discutiamo di soglia di accesso al premio di maggioranza, di sbarramento e di liste bloccate». Col passare dei giorni D’Attorre e Giorgis hanno intessuto una tela grazie anche a un eccellente interlocutore in commissione che si chiama Gianclaudio Bressa (franceschiniano schierato con Renzi), uno che mastica pane e legge elettorale fin dalle elementari. Così hanno iniziato a ragionare intorno a un percorso finalmente unitario anche gli altri commissari del Pd non schierati con I protagonisti nella commissione Affari costituzionali Francesco Paolo Sisto, 58 anni, è avvocato barese eletto nel Pdl, ora Forza Italia. È il presidente della commissione Affari costituzionali, ma anche relatore della legge elettorale Maria Elena Boschi, classe 1981, avvocato toscano, guida i renziani nella commissione Affari costituzionali alla Camera. Nel Pd è anche la responsabile per le Riforme Alfredo D’Attorre, nato a Melfi nel 1973, anche lui eletto nel 2013, è assai vicino all’ex segretario pd Pier Luigi Bersani, che peraltro è a sua volta membro della commissione Renzi: Roberta Agostini (archivista, nominata da Bersani come responsabile Pari opportunità), l’ex popolare Maria Gullo, il bersaniano Enzo Lattuca (il più giovane deputato del Pd, classe 1988, dottorando in diritto costituzionale a Bologna), il palermitano Giuseppe Lauricella (docente di diritto pubblico e figlio dell’ex ministro socialista Salvatore Lauricella), il lettiano Marco Meloni (responsabile università con Bersani), il padovano Alessandro Naccarato (vicino al ministro Zanonato), Barbara Pollastrini (parlamentare da molte legislature, moglie del banchiere Piero Modiano), e l’ex ministro Rosi Bindi. Resta difficile la posizione di Gianni Cuperlo che ancora ieri sera, dopo una fugace apparizione in commissione, diceva che non tollera l’accusa di «comportamento strumentale» mossagli da Renzi. I renziani della commissione (Ettore Rosato, Emanuele Fiano, Luigi Famiglietti, Daniela Gasparini e Matteo Richetti, più il lettiano Francesco Sanna) sanno però che dovranno trattare con i «pontieri» di Cuperlo. Sanna, per esempio, ha contestato la parte in cui la legge sottrae al Viminale il compito di disegnare i collegi e li affida al Parlamento. Come dire che anche chi appoggia Renzi non considera tutto il testo base come oro colato. A bordo campo, comunque, osservano e sono pronti a intervenire altri membri della commissione che non hanno nulla da invidiare in quanto a preparazione: Pino Pisicchio (Centro democratico), l’ex ministro Ignazio La Russa (Fdi), l’ex ministro Maria Stella Gelmini (FI), il vendoliano Gennaro Migliore, il costituzionalista del Movimento 5 Stelle Danilo Toninelli, l’avvocato Gregorio Gitti (Per l’Italia). Dino Martirano © RIPRODUZIONE RISERVATA Primo Piano Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014 3 # Se ci cacciano dal Parlamento, la Lega è pronta a fare una battaglia di liberazione Umberto Bossi, Lega lo schema concordato a suo tempo in Senato tra Pd, Forza Italia e Lega. Tale intesa prevedeva che potessero partecipare alla distribuzione dei seggi le forze politiche che, per la Camera, avessero superato il 10% in tre regioni e, per il Senato, avessero ottenuto il 15% in una regione. Ipotesi che ha fatto inalberare La Russa: «Berlusconi vuole salvare la Lega e ammazzare gli altri alleati». Ma dal Carroccio, il segretario Matteo Salvini ha escluso un’eventualità del genere: «La Lega non ha bisogno di aiutini o leggi elettorali fatte su misura». Umberto Bossi, però, ha minacciato fuoco e fiamme: «Se ci cacciano dal Parlamento, la Lega è pronta a fare una battaglia di liberazione». Un altro dei motivi di frizione riguarda il dilemma: liste bloccate o preferenze? I bersaniani si ritrovano affiancati agli esponenti del Nuovo centrodestra in questa richiesta. «Noi puntiamo a un emendamento unitario di tutto il Pd su questo, come abbiamo vinto sul doppio turno così possiamo vincere contro le liste bloccate», sostiene Alfredo D’Attorre. Anche il presidente del Ncd Renato Schifani persegue lo stesso obiettivo. «Non molliamo sulle preferenze — aggiunge il ministro Gaetano Quagliariello —. Utilizzeremo tutti gli strumenti a nostra disposizione per assicurare agli elettori il diritto di scegliere i propri rappresentanti e non solo di identificarli attraverso listini bloccati che saranno anche “in”, ma sempre bloccati sono». Lorenzo Fuccaro Lorenzo_Fuccaro 293 316 I deputati del Pd eletti a Montecitorio. I deputati di Forza Italia, invece, sono 67 la maggioranza necessaria per approvare la riforma della legge elettorale a Montecitorio © RIPRODUZIONE RISERVATA A Firenze Il sindaco di Firenze e segretario del Pd Matteo Renzi, 39 anni, fotografato ieri sulla strada per Palazzo Vecchio, dove ha presieduto la riunione della giunta comunale (Foto Niccolò Cambi/ Massimo Sestini ) IGlinumeri equilibri Forza Italia Scelta civica Per l’Italia Fratelli d’Italia Lega PI nella commissione Affari costituzionali PD che lavora sulla legge elettorale CON RENZI 8 Ncd 5 2 2 11 Sel 2 3 Misto 2 21 MISTO GLI ALTRI 13 47 8 M5S Totale Non molliamo sulle preferenze, useremo ogni strumento possibile per assicurare agli elettori il diritto di scelta Gaetano Quagliariello, Ncd Retroscena Con il premier un incontro a breve, forse già oggi Renzi vuole il sì alla Camera per avere più forza al tavolo del programma E propone a Orlando il posto di Cuperlo ROMA — Matteo Renzi non si ferma. Sa che lo stop per lui sarebbe duraturo. Non si vuole far imbrigliare, né intende arretrare. «La palude, no!», è il suo slogan. Soprattutto da quando ha capito che il gioco dei suoi avversari interni è quello di ingabbiarlo tra «i lavori parlamentari» e le «liturgie di partito». Su questo secondo fronte, il segretario del Pd è preparato. Sa già cosa sarà e cosa potrà essere. Perciò ha proposto ad Andrea Orlando di prendere la presidenza dell’assemblea nazionale del Partito democratico. È un ministro, è vero, e ha anche altro da fare, ma per Renzi sarebbe una polizza di non poco conto. Soprattutto se Matteo Orfini, come pare, è disposto a entrare in segreteria. Equivarrebbe a dichiarare al partito che Massimo D’Alema e Pier Luigi Bersani, che spingono per la rottura, contano poco, o quasi nulla. Ma in realtà è un altro il vero obiettivo del segretario del Partito democratico: non accettare i tempi che il presidente del Consiglio vorrebbe imporgli. Letta ha provato a forzare, una volta incassato l’accordo sulla riforma elettorale. Il premier pensava di risolvere la situazione con un rimpasto. Il sindaco di Firenze, però, non gli ha dato sponda. I due si sono sentiti per telefono, anche se entrambi negano ufficialmente questo contatto. Renzi, infatti, non vuole chiudere tutto adesso. E non gli interessa che il presidente del Consiglio voglia andare a Bruxelles al vertice europeo con un accordo di maggioranza sicuro in tasca. Prima, a suo avviso, è necessario percorrere delle tappe, ineludibili per lui. Lo ha spiegato ai fedelissimi, senza prenderla alla larga: «Io voglio portare le proposte per il patto di governo in direzione, prima di andare da Enrico». Non è ostruzionismo, dice lui. E non è nemmeno un modo per ostacolare il premier: «Figuriamoci, Letta mi deve ringraziare, perché sto facendo di tutto per dare un senso a questa legislatura, che non lo avrebbe se non ci fossero le riforme. Perciò mi aspetto un grazie». Che difficilmente arriverà, visto che il sindaco di Firenze sta cambiando il percorso immaginato dal presidente del Consiglio. Stampa estera Dal «Financial Times» elogi al sindaco Finora «la litigiosa coalizione al governo guidata da Enrico Letta ha fallito nel portare l’Italia sul sentiero di una significativa riforma politica. Ma l’elezione di Matteo Renzi a segretario del Pd ha riacceso nuove speranze per una riforma». Così, in un editoriale dal titolo «Diamo una chance alle riforme a Roma», il Financial Times elogia Renzi definendo l’accordo con Berlusconi — «il politico italiano meno affidabile» — «un male necessario». «Visto che gli altri partiti hanno mostrato scarso interesse nell’approvare una legge elettorale che garantisca maggioranze praticabili», Renzi «non aveva altra opzione». Il foglio della City suggerisce poi «al solitamente impetuoso» sindaco di usare «toni più concilianti» per evitare una scissione nel partito, «che potrebbe indebolire la sua aspirazione di diventare il prossimo premier». © RIPRODUZIONE RISERVATA Già, perché non solo sta allontanando il traguardo del 29, quando Letta andrà a Bruxelles, ma sta facendo di più. Come ha spiegato ai fedelissimi: «Le proposte che dobbiamo mettere in campo non sono le mie, sono quelle del Partito democratico, non c’è solo il segretario del Pd, ma c’è tutto il partito, che deve decidere». Di più: i tempi vengono dilatati perché il sindaco di Firenze vuole «arrivare al tavolo delle trattative di governo con la legge elettorale». Con i suoi il sindaco è stato più che esplicito: «Sul programma di governo si tratta dopo che la legge elettorale nuova è stata votata alla Camera». Così, solo così, «noi partiamo con un altro peso al tavolo delle trattative». E ancora: in questo modo il Partito democratico avrà «un altro peso nel confronto». E allora il ruolino di marcia di Letta, secondo il sindaco di Firenze, quale deve essere? Non certo quello di un rimpasto veloce, né di un Letta Gli scenari L’ipotesi del ministro alla presidenza e di Orfini in segreteria: un modo per isolare D’Alema e Bersani bis da fare «pronti e via». Come spiega il segretario del Pd ai suoi: «Capisco le aspirazioni di Enrico, ma il timing è quello che ho detto». Ossia, prima la direzione che deve discutere sui «Jobs act», poi il resto. Tradotto: prima di febbraio non firmo niente. Ri-tradotto: se fosse per Renzi fino a metà del prossimo mese il patto di governo non va firmato. Perché «per qualche poltrona io non cambio il mio punto di vista». Perché, il sindaco di Firenze non vuole farsi «imbrigliare» in un gioco che «non è il mio»: «La palude no, assolutamente no», quello è l’imperativo di Renzi e ogni sua mossa prossima ventura va decrittata con questa chiave di lettura. Ma siccome il segretario è pragmatico e realista non esclude un incontro a breve con il premier per discutere di tutto ciò. Forse anche oggi. Maria Teresa Meli © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervista Calderoli: così per noi è meglio andare da soli. Il Parlamento tuteli le forze territoriali, se no le spinte secessioniste troveranno spazio «Sbarramento assurdo. Non si può fare un’altra porcata» MILANO — «Escrementi... ». Roberto Calderoli, il papà del Porcellum, è indignato. Nel testo della riforma della legge elettorale presentato ieri sera, non c’è infatti traccia della norma salva Lega che avrebbe esentato il Carroccio dagli sbarramenti imposti ai piccoli partiti in nome della forte rappresentanza in alcuni territori. L’attesa del Carroccio è che ora sia reintrodotta dalle Camere, sulla base «degli accordi che avevamo preso sia con Forza Italia che con il Pd». Se c’era un accordo, poi che cosa è successo? «Che alcuni partitini, un tempo li chiamavano cespugli, hanno ricattato il governo. Gente che di fronte alla crisi del Paese pensa solo alla propria poltrona. Omuncoli della politica. Anzi: escrementi». Insomma: volevate essere sal- vaguardati da una norma ad hoc. «Macché. La Lega non ha bisogno di salvataggi. Abbiamo sempre superato gli sbarramenti, tranne che nel 2001. Però, come esistono salvaguardie per le minoranze linguistiche, ha un senso che si tutelino forze politiche molto importanti in alcuni territori ma senza una diffusione nazionale. Piaccia o non piaccia, la Lega governa le tre regioni del Pil. E una tutela del genere esiste anche all’estero». Dove? «In Germania. Lo sbarramento nel proporzionale è al 5%, ma se vinci almeno tre collegi uninominali, rientri nella ripartizione anche del proporzionale. E anche in Spagna si favoriscono sì i partiti grandi, ma anche quelli assai radicati in alcuni territori». Calderoli, faccia i nomi. Chi ha remato contro? «L’ho detto: i piccoli. Pazienza. Forze così le abbiamo fatte fuori nel 2002, e lo faremo anche stavolta. Senza sporcarci le mani, senza carta igienica. Basterà uno sciacquone». Ma se la norma non fosse reintrodotta, che farete? «Beh, è chiaro che se le soglie restano quelle, saremo costretti a correre da soli: la Lega ha sempre preso molto di più da sola che in coalizione. Poi, non è detto comunque che faremmo coalizione. Ma soglie così obbligano alla corsa solitaria. E di certo, il tentativo di privarci di rappresentanza scatenerebbe le spinte secessioniste». Ma lei è così sicuro degli accordi stretti con i partiti maggiori? «Veda lei: al Senato, negli ordini del giorno sia del Pd che del Pdl, la salvaguardia era prevista. Poi, ma- Il rischio Con questo sistema un partito con il 20% rischia di avere da solo il 56% dei seggi gari qualche calcoletto ci sarà. Se io fossi il Pd ammetterei la clausola solo a condizione che la Lega si presenti sola; se fossi il Pdl la vorrei solo per una Lega in coalizione». C’è chi dice che l’Italicum sia un Porcellum bis. «Non proprio. È la fotocopia di quello che è uscito dopo che le Camere hanno messo mano alla mia bozza. In Parlamento nel 2005 sono state introdotte cose aberranti che hanno trasformato la mia bozza in una porcata. Ora stanno facendo la stessa cosa. Come niente, ne uscirà una seconda porcata». Faccia qualche esempio. «Il combinato disposto del premio di maggioranza basso (35%) con lo sbarramento alto (5%) è che il partito maggiore della coalizione, con il 20%, rischia di avere seggi per quasi il 60%: i seggi dei piccoli della coalizione esclusi, passerebbero al maggiore, mentre quelli dei partiti singoli sarebbero ripartiti tra i presenti in Parlamento. Ripeto: basta il 20% per triplicare i propri seggi e avere la maggioranza in Parlamento, si badi bene, come partito singolo. Neanche il Porcellum determinava una distorsione così». Ma voi che farete? Con la tutela per i partiti territoriali votereste questa legge? «Io continuo a sperare che si alzi la soglia del premio di maggioranza — io l’avevo suggerito almeno al 40% — e si abbassi lo sbarramento. Poi, ci potrebbero essere altre soluzioni tecniche, tipo attribuire il premio non a chi prende più voti, ma più seggi. Ma così, questa legge è una porcata bis». Marco Cremonesi © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 Primo Piano Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera Riforme La maggioranza Slitta il patto di governo, tensione nel Pd E Serracchiani attacca Zanonato: lasci Sarà la prossima settimana la Direzione decisiva sull’intesa di coalizione La generazione Goldrake in prima fila L a battuta di Matteo Renzi su Goldrake può ricordare Walter Veltroni imitato da Corrado Guzzanti. Ma rivela, a chi va oltre le pavloviane ironie di Twitter, un genuino tratto distintivo della sua generazione, che rivendica con naturalezza un proprio immaginario. «Oh ragazzi, — ha detto il neosegretario del Pd rispondendo alle critiche sulla legge elettorale — chiamate Goldrake, ve la fa lui». Della serie: non vi va bene? Chiamate un supereroe, uno che viene da un altro pianeta. Come Actarus, il protagonista di «Ufo Robot. Goldrake», cartone animato giapponese degli anni 70. Fuggito dal suo pianeta attaccato da Re Vega, Actarus difende la Terra grazie al suo robot da combattimento, Goldrake, dotato di armi speciali, tra cui l’Alabarda spaziale. In Italia il cartone debuttò il 4 aprile 1978, sulla Rai, pochi giorni dopo il sequestro Moro (16 marzo); le puntate furono spesso interrotte dalle finestre di informazione. Così, mentre la prima Repubblica perdeva la sua innocenza, nasceva l’infanzia robotica di un’intera generazione. Sulla violenza della serie, di grande successo, non mancarono polemiche, anche politiche, ma furono superate; Gianni Rodari nel 1980 su «Rinascita» si schierò «Dalla parte di Goldrake» (e di Fonzie, di «Happy Days»). Negli anni Ottanta scoppia la robot-mania, tiene fino ai Novanta, si fa sentire anche negli anni Zero, quando ci si trova a ballare la sigla di Goldrake: «Si trasforma in un razzo missile con circuiti di mille valvole fra le stelle sprinta e va... mangia libri di cibernetica, insalate di matematica e a giocar su Marte va. Ma chi è? Ma chi è?». Veniamo all’oggi. Qualche giorno fa, su Twitter, Jovanotti scherzava con Fiorello su Lady Gaga, vestita da Goldrake. Nel 2012 toccò a un altro amico e supporter di Renzi, il regista Fausto Brizzi, animare il robot nipponico: «Io e Matteo siamo la generazione Goldrake». Che è il titolo di un saggio del 2011, edito Mimesis («Generazione Goldrake»), scritto da Marco Teti e Marcello Ghilardi. Il revival è in atto: tra blog, gruppi Facebook e aziende di giocattoli tornati a sfornare modellini. Tra le frasi più citate da Goldrake, una è perfetta per chi volesse invocarlo: «Non posso salvare l’umanità da se stessa». Luca Mastrantonio criticalmastra © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — La notizia si può raccontare così: la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, chiede le dimissioni del ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato per una questione legata alla Regione. Ma si può anche vedere in un altro modo: un’importante esponente renziana della segreteria del Pd chiede le dimissioni di un ministro bersaniano e di un membro del governo «amico» guidato da Enrico Letta. È difficile limitarsi alla prima lettura, in tempi di dure polemiche interne, dopo le dimissioni di Gianni Cuperlo dalla presidenza dell’Assemblea, e in tempi di rimpasto (con eventuale Letta bis). A proposito del governo, il patto di coalizione slitta. Ieri mattina la segreteria del Pd ha infatti deciso che la settimana prossima si terranno una nuova segreteria e una Direzione per approvare le proposte del Pd per «Impegno 2014», come viene chiamato il patto di coalizione. E quel testo riguarda l’importante Jobs Act. Uno slittamento di tempi quindi - che riguarda anche le difficoltà nel trovare un accordo finale sulla legge elettorale - visto che il premier Letta intendeva approvare il programma già questa settimana, per poi dare il via libera a una riorganizzazione dell’esecutivo. E in questa logica c’è chi ha letto l’intervento di ieri della Serracchiani. Che però nasce innanzitutto in chiave locale. Perché il presidente del Friuli attacca il ministro per la gestione della crisi Electrolux. Sulla quale, Zanonato «ha dimostrato di non avere l’equilibrio necessario per ricoprire il suo delicato incarico». E per questa ragione «dovrebbe dimettersi». L’irritazione nasce dai commenti del ministro dello Sviluppo economico, secondo il quale le difficoltà del gruppo svedese riguarderebbero lo stabilimento di Porcia (Pordeno- La frase In Friuli Zanonato ha preferito saltare tutti i livelli di mediazione, inclusi quelli istituzionali, credendo di risolvere la crisi Electrolux buttando a mare lo stabilimento di Porcia. È inaccettabile In Regione Debora Serracchiani, 43 anni, Pd, governatore friulano (Newpress) ne) e non quello di Susegana (Treviso): «Come presidente di Regione devo esprimere un vivissimo rammarico per la condotta del ministro, che ha saltato tutti i livelli di mediazione, credendo di risolvere la crisi buttando a mare lo stabilimento di Porcia». La Serracchiani lamenta anche che Zanonato, nonostante le promesse, non sia mai andato in visita a Porcia: «Ora ci vada lui a dirgli che devono solo chiudere». Zanonato replica abbastanza laconicamente, facendo riferimento a una sua risposta al governatore veneto: «La mia nota a Zaia dice il contrario di quanto ha inteso la Serracchiani. Mi concentro su Porcia, le polemiche sono dannose. Queste critiche non le capisco». Serracchiani smentisce che la polemica rientri nello scontro tra correnti: «Non c’entrano nulla partiti e correnti, è fuori strada chi cerca di strumentalizzare». Ma a difesa di Zanonato, e a conferma della tensione che ha provocato nel partito, arriva una nota firmata da otto parlamentari veneti. Che parlano di «aggressione incomprensibile e da rispedire al mittente. La richiesta di dimissioni è strumentale e probabilmente ha finalità altre rispetto all’oggetto del contendere. La governatrice scarica altrove i propri ritardi e inefficienze». Parole dure, fir- Lo scambio di accuse La richiesta di dimissioni Il sostegno leghista al governatore pd I lavoratori a rischio e i due stabilimenti La replica su Twitter del collega di partito 1 2 3 4 Il governatore friulano del Pd Debora Serracchiani ha chiesto le dimissioni del collega di partito Flavio Zanonato da ministro allo Sviluppo economico per la gestione della vertenza Electrolux «Nella gestione della crisi Electrolux», dice Serracchiani, «il ministro ha dimostrato di non avere l’equilibrio necessario per ricoprire l’incarico» Sostegno alla richiesta è arrivato dal governatore leghista del Veneto Luca Zaia Lo scontro è sugli stabilimenti del Nordest a rischio chiusura, che vedono i lavoratori in agitazione: Serracchiani accusa il veneto Zanonato di parteggiare per quello di Susegana (Treviso) e di penalizzare quello friulano di Porcia Il ministro allo Sviluppo economico replica su Twitter alle accuse della collega democratica: «La mia nota a Zaia dice il contrario di quanto ha inteso la Serracchiani. Mi concentro su Porcia, le polemiche sono dannose» mate tra gli altri dai bersaniani Davide Zoggia e Davide Naccarato. Dunque una tripla connotazione: politica (una presunta incapacità di gestire una trattativa), geografica (Veneto contro Friuli) e correntizia (bersaniani contro renziani). L’attacco a Zanonato arriva a colpire un ministro già traballante, più volte attaccato nelle scorse settimane e considerato tra quelli più a rischio in caso di rimpasto. Rimpasto nel quale Renzi non vuole assolutamente mettere la faccia, respingendo ogni insinuazione su una preEx sindaco Flavio Zanonato, 63 anni, sindaco di Padova per due mandati, è ministro allo Sviluppo economico sunta volontà di mettere i suoi nella squadra di Letta. Il tema sarà comunque affrontato dal presidente del Consiglio. E gli attacchi a Zanonato (come, su un altro fronte, a Nunzia De Girolamo), costituiranno comunque elementi di cui non si potrà non tenere conto. Nel partito, intanto, la tensione resta alta dopo le dimissioni di Cuperlo e i tentativi della minoranza di smarcarsi e di modificare l’accordo sulla legge elettorale. L’altro ieri sera, Renzi ha cercato di conquistare la platea del gruppo alla Camera e il clima è parso meno teso del previsto. Anche se restano le distanze. Oltre a Stefano Fassina, anche Guglielmo Epifani ha rimproverato il segretario per i toni duri usati verso Cuperlo. Quando Renzi ha sentito la parola «rispetto», è intervenuto con una certa vivacità: «Rispetto vuol dire educazione e su questo nessuno mi può dire nulla: sono stato educato bene dal babbo e dalla mamma. E poi quando si parla di rispetto, si parla anche di rispetto dei patti, come quello che ho firmato con Berlusconi. Mio nonno faceva il sensale, vendeva maiali e una stretta di mano valeva cento contratti. Quindi, va bene il rispetto tra noi, ma anche quello dei patti presi con gli altri». Alessandro Trocino © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso Per la prima volta gli organi di informazione dei Democratici non sono in linea con la politica del loro segretario Dall’Unità a Youdem, la stampa di partito all’opposizione Legge elettorale, governo, strategie: le bordate dei media dem al segretario ROMA — Dall’avvento di Matteo Renzi alla guida del Pd c’è un’anomalia che accompagna gli organi d’informazione vicini al partito: succede che in gran parte non appaiono in linea con il segretario. Non fa velo, ad esempio, che a dirigere Youdem, la web tv del partito, c’è una bersaniana di ferro come Chiara Geloni. Non è un mistero, poi, che l’editore di riferimento dell’Unità, Matteo Fago, prima delle primarie del Pd fece una dichiarazione chiara e netta: «Non voterò Matteo Renzi». Eppure il segretario non sembra curarsi della questione. Non ancora, perlomeno. Mentre Europa condivide per lo più la sua linea, per il momento Renzi non si è occupato di cambiare qualcosa dentro Youdem. Racconta Chiara Geloni: «Io sto dirigendo la televisione con un contratto scaduto, un contratto in proroga: avevo concordato con Epifani di rimanere fino alle primarie. Sto andando avanti in attesa di una sostituzione. Faccio la riunione tutti i giorni e tutti i giorni do indicazioni ai nove giornalisti che lavorano a Youdem, ma da tempo ho chiesto a Renzi un incontro». Chissà, probabilmente il segretario non ha trovato il tempo per decidere di sostituire un direttore di una televisione o di modificare l’assetto societario di un quotidiano che da quando Renzi ha preso le redini del Partito democratico non gli ha risparmiato critiche, soprattutto in prima pagina. È di quattro giorni fa l’editoriale di Claudio Sardo, l’ultimo direttore del giornale prima dell’attuale, Luca Landò, dal titolo eloquente: «Il fratello del Porcellum». E un attacco del pezzo altrettanto sferzante: «Altro che sistema spagnolo. Da queste convulse trattative sembra venir fuori una fotocopia del Porcellum...». Ed è di ieri l’articolo di Nadia Urbinati che contesta la riforma L’editoriale In prima pagina Nadia Urbinati sulle proposte di Renzi: giustifica coi tagli l’urgenza di cambiare, «pessima argomentazione», le istituzioni si riformano per ragioni politiche, non perché sono costose, «la democrazia non è costosa: esiste o non esiste» del Senato annunciata da Matteo diretti al cuore del proprio partito, Renzi. Un occhiello su sfondo colo- ovvero il segretario. Luca Landò non rato: «La polemica» e sotto un titolo si scompone: «La nostra impostanon certo morbido: «La democrazia zione è questa: il Pd ha tante anime e non si taglia». Nelle prime righe che ne ha così tante che alla fine confonpartono dalla prima pagina Nadia dono il povero elettore. Dunque Urbinati non dimentica di polemiz- pensiamo che non ci sia niente di zare anche per la «profonda sinto- meglio che offrire il quotidiano conia» di Renzi con l’ex senatore Ber- me luogo di discussione. Come suclusconi. cederà ad esempio sul giornale che Luca Landò, direttore del quoti- domani andrà in edicola». Sull’Unidiano fondato da Antonio Gramsci (nel 1924) rivendica l’autonomia dell’Uni- Autonomia tà. Dice: «Da quando sia- Alla guida della web tv una bersaniana mo tornati in edicola nel di ferro come Chiara Geloni. Mentre 2001 con i finanziamenti di editori privati abbiamo il quotidiano fondato da Gramsci sfida sempre agito con autono- l’Italicum: «Il fratello del Porcellum» mia. Ricordo quando ci fu il G8 di Genova nel 2001, il giornale prese una posizione netta tà di oggi infatti ci sarà una critica in favore degli studenti, che non era firmata da Gianfranco Pasquino e un quella del partito». Vero. articolo a favore, del costituzionaliAnche l’Unità di Furio Colombo sta Francesco Clementi. Chiosa il di(Piero Fassino segretario) marcò più rettore: «Non è colpa mia se il clima volte l’autonomia del partito co- che viviamo è questo. Volenti o noniando la parola «regime» riferen- lenti siamo infatti in un clima da pridosi al governo di Berlusconi. Ma marie perenne». l’anomalia, questa volta, è che gli atAlessandra Arachi tacchi del quotidiano sono spesso © RIPRODUZIONE RISERVATA Primo Piano Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014 I temi L’accordo di coalizione Il premier Enrico Letta puntava a chiudere entro questo fine settimana il patto di coalizione sull’azione di governo per il 2014 con i partiti che sostengono l’esecutivo. L’intesa però slitterà, per ora. E Palazzo Chigi attende di capire cosa succederà in Parlamento con le riforme prima di poter avviare il rilancio pianificato Le trattative dei partiti Lo stop è dovuto al fatto che il Pd di Renzi ha deciso di presentare al governo le proposte per il patto di coalizione non prima di metà della prossima settimana. Anche l’altro alleato, Alfano, è impegnato più sulla trattativa per la legge elettorale che sull’agenda 2014: ieri sul sistema di voto ha visto a Palazzo Chigi i ministri Ncd Dietro le quinte Salta l’obiettivo del presidente del Consiglio di portare l’intesa il 29 a Bruxelles Letta avvisa: così non ci sono le condizioni Per il premier serve un clima diverso per discutere contratto e rimpasto ROMA — A Palazzo Chigi circola una metafora: Renzi è un acrobata, Letta lo guarda dagli spalti. Spera il premier che il segretario del Pd non cada, che ai primi applausi ne seguano altri, ma è allarme rosso perché la corda di Renzi, vista da Palazzo Chigi, balla in modo vertiginoso, e soprattutto perché sino a quanto non si chiude il «numero» (ovvero la legge elettorale) l’attività di governo è in sostanza bloccata. Al netto di una breve apparizione al Tg1 il presidente del Consiglio non parla con i giornalisti da esattamente 30 giorni. In un mese di silenzio ha osservato le mosse di Renzi in modo fiducioso, carico di auspici, talvolta irritato (per gli attacchi personali), comunque sempre convinto che le due strade, la sua e quella del sindaco di Firenze, potessero scorrere parallele: a te le riforme e a me il rilancio del programma. Ieri nello staff di Letta il registro era un po’ cambiato: «Oggi non ci sono le condizioni per la con- clusione del contratto di governo!». Lo spettatore Letta a questo punto sembra allargare le braccia: Renzi ieri lo ha sostanzialmente bloccato rinviando la presentazione del Jobs Act alla prossima settimana; il premier dovrà probabilmente andare a Bruxelles, il 29, senza quel rilancio del programma scritto nero su bianco, che sperava di portare con sé. La conclusione, almeno filtrata dai suoi uffici, è un misto di rassegnazione e preoccupazione: «È al momento inutile discutere di programma e a questo punto anche di rimpasto, un accordo di maggioranza andrà presentato in Parlamento, ma in un clima politico diverso e meno caotico, speriamo vivamente che si concretizzi». Nel frattempo Letta si consola con alcuni dati. Ieri ha rimarcato i primi frutti della legge di Stabilità: un miliardo di carico fiscale in meno per le imprese, in termini di riduzione degli obblighi di assi- In Versilia Tra i carri allegorici in preparazione per l’edizione numero 141 del Carnevale di Viareggio, che si terrà tra il 15 febbraio e il 9 marzo, una statua di cartapesta che raffigura il premier Enrico Letta (Foto Corbis) curazione Inail, lo slittamento dello stesso obbligo (ridotto negli importi) di 3 mesi, altri 400 milioni per la cassa integrazione. «Fatti, verificabili, concreti», registrano a Palazzo Chigi. Così com’è «un fatto» la prima riduzione del debito pubblico dopo 8 trimestri in crescita. E in questo caso, se c’è una vena di polemica nella rivendicazione, non è solo diretta al segretario del Pd bensì anche al mondo economico, sia imprenditoriale che sindacale, che non è stato tenero nei confronti dell’esecutivo, in questi mesi. Pur nel distacco mediatico che lo vede assente dal dibattito politico è come se Letta rivendicasse una concretezza sottovalutata: meno appariscente del registro che Renzi ha sposato, ma non meno produttiva. Sperando che «il prodotto» dell’iniziativa del segretario del Pd, colui che ha accostato la parola fallimento all’esperienza di questo governo, alla fine si materializzi e non si perda per strada: il clima nel Pd, il nodo delle garanzie chieste dalla Lega, altri temi rimasti aperti, a questo punto agitano sempre di più il premier. Ha in sostanza un contratto di coalizione già ultimato, almeno nello schema generale, ma non saprebbe che farsene se la strada delle riforme non partisse con il piede giusto. Della squadra di governo da rilanciare a questo punto si discute con meno pressio- 271 I risultati Palazzo Chigi rivendica i risultati sul carico fiscale per le imprese e la cassa integrazione © RIPRODUZIONE RISERVATA Merkel con i ministri nel castello Angela Merkel, 59 anni, scherza col suo vice e ministro dell’Economia Sigmar Gabriel, 54, nella guesthouse del governo a Meseberg, un castello del 1700 fuori Berlino: la cancelliera tedesca ha portato in ritiro due giorni la sua squadra per superare le tensioni interne fra i ministri dei tre partiti della coalizione: la Cdu della Merkel, la Csu bavarese e i socialdemocratici della Spd (Afp) Le misure per la crescita Renzi ha deciso di rimandare la presentazione del Jobs Act, il pacchetto sull’occupazione. In attesa della riforma del lavoro, Letta ha annunciato che il prossimo Consiglio dei ministri attuerà misure a sostegno alle imprese: 3 mesi di differimento dei pagamenti e fondi per la cassa integrazione in deroga Marco Galluzzo [email protected] Il ritiro Letta puntava a chiudere il patto in tempo per la missione del 29 gennaio a Bruxelles, dove l’Italia presenterà i conti alla Commissione Ue. Il premier però, forte dell’appoggio del Colle, vuole comunque andare in Europa presentando la promessa di governo solido ma anche le riforme già in cantiere, a partire da quelle sul lavoro Il lavoro e le imprese I giorni del governo Letta, che ha giurato al Quirinale il 28 aprile 2013 ne. I ministri che vengono dati in bilico sono sempre gli stessi: Nunzia De Girolamo, Flavio Zanonato, Annamaria Cancellieri, mentre affiorano, nel dibattito interno al Partito democratico, anche i nomi di esponenti del mondo economico, come Andrea Guerra, amministratore delegato di Luxottica. La missione Ue e le riforme Ieri Letta ha citato i dati Eurostat sul debito pubblico dell’Italia, in calo nel 3° trimestre 2013 dopo otto consecutivi di crescita: «È la riprova che stiamo facendo bene». In più, il prossimo Consiglio dei ministri formalizzerà la prima attuazione di alcune misure previste dalla legge di Stabilità, tra le quali un miliardo di tagli 5 L’intervista «Va riconosciuto l’esito del congresso ma anche la pluralità del partito. Qualche battuta del segretario non ha aiutato» Speranza: ora bisogna cambiare la squadra Il capogruppo democratico alla Camera: Renzi a Palazzo Chigi? Chi c’è è all’altezza ROMA — Roberto Speranza, capogruppo del Pd alla Camera, è sicuro del fatto che sull’impianto generale delle riforme («diciamo: il macro») maggioranza e Forza Italia siano già d’accordo. Anche se, sul tipo di legge elettorale frutto dell’intesa tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, ci sono tanti punti di scontro: liste bloccate, risultato necessario per riscuotere il premio di maggioranza, entità dello sbarramento. E ora la Lega rivendica una clausola di salvaguardia che ripropone una ripartizione territoriale (nordica) dei seggi. «È stata lanciata una sfida sul tema delle riforme e il Partito democratico ha fatto bene a imprimere un’accelerazione. Ora spetta al lavoro parlamentare affrontare il merito, migliorarlo e arrivare a una definitiva composizione tra i firmatari del patto. Certamente si vedrà quali sono i margini possibili per avvicinare ancora di più l’elettore all’eletto». Sembra che ci sia un rallenta- mento: la legge elettorale sarà in Aula il 29 invece che il 27, come annunciato… «Sel ha chiesto di sospendere i lavori in Commissione durante il loro congresso nazionale: si tratta di due giorni, si è sempre fatto». …e Renzi tira il freno sulle proposte per il nuovo patto di coalizione sollecitate con urgenza da Enrico Letta. «Penso che anche su questo fronte si debba accelerare. Dopo gli enormi cambiamenti della fine del 2013 — nuovo segretario del Pd, Berlusconi all’opposizione e divisione di Scelta civica — è oramai ineludibile una ripartenza. Toccherà a Enrico Letta apportare le modifiche necessarie per adeguare la sua squadra di governo alla nuova fase». Dunque, rimpasto. «Questo è un termine che abbiamo deciso di abolire dal nostro dizionario politico». Crede che ci potrebbe essere un L’equilibrio Il consenso del leader può aiutare molto, nel Pd però tutti devono sentirsi rappresentati nuovo presidente del Consiglio? Magari Renzi? «Penso che abbiamo un premier all’altezza del proprio compito. E nei prossimi mesi dobbiamo aiutarlo a fare ancora meglio». Il Pd appare sempre più diviso: il caso Fassina, il caso Cuperlo, la lotta Renzi-Letta… «Ritengo che ci sia una coincidenza fra tenuta del Pd e tenuta del Paese. In Italia, se il centrosinistra non regge, si rischia di trovarsi Grillo con tutto ciò che comporta: le liste di proscrizione di giornalisti e parlamentari, gli insulti al capo dello Stato… È nostro dovere trovare l’unità». Essere uniti può voler dire adeguarsi al capo anche se si dissente? «Bisogna riconoscere fino in fondo l’esito del congresso, ma anche la grande pluralità che è il nostro partito. Qualche battuta del segretario non ha aiutato la discussione. Ma siamo tutti chiamati, già dalle prossime Europee, ad affrontare la vera sfida: quella tra politica e antipolitica, tra europeisti e antieuropeisti. Il consenso di Renzi può aiutare molto il campo della politica, l’innalzamento dell’argine democratico. Ma questa for- za va liberata dentro un senso alto di una comunità plurale come è la nostra. Nel Pd tutti devono sentirsi rappresentati». Il Pd deve entrare nel Pse? «Per me, assolutamente sì. È evidente che il nostro campo è quello delle forze progressiste e democratiche europee e mondiali. Per esempio, In Europa nel Pse Dobbiamo assolutamente entrare nel Pse. Il nostro campo è quello delle forze progressiste per rimettere al centro politico il Mediterraneo, a chi ci saremmo dovuti rivolgere se non ai leader socialisti e democratici? E infatti venerdì riceveremo alla Camera 12 capigruppo progressisti europei e nordafricani per iniziare a lavorare». Daria Gorodisky © RIPRODUZIONE RISERVATA 6 Primo Piano Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera Il Movimento Il caso I 5 Stelle votano per il proporzionale Sondaggio via web, trionfa il modello Prima Repubblica. Grillo oggi a Roma Collaborazione Antimafia, intesa tra imprese e Viminale ROMA — Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, e il delegato di Confindustria per la legalità, Antonello Montante, hanno sottoscritto ieri al Viminale l’atto aggiuntivo al Protocollo di Legalità, con l’obiettivo di rafforzare la collaborazione reciproca nell’attività di prevenzione e contrasto delle infiltrazioni criminali nel settore dei contratti di lavori, servizi e forniture, sia pubblici che privati. L’accordo bilaterale prevede la possibilità, per le imprese che hanno aderito, di ottenere la comunicazione e le informazioni antimafia da parte della prefettura competente per il territorio tramite l’articolazione territoriale di Confindustria, che assume a suo carico l’onere di formalizzare la richiesta nell’interesse dell’impresa. «L’iniziativa conferma l’impegno costante del ministero dell’Interno nella promozione di nuove iniziative per potenziare la prevenzione delle infiltrazioni di interessi criminali nell’esercizio della libera attività imprenditoriale», spiega il capo di gabinetto Luciana Lamorgese. Per Montante invece «questa importante semplificazione per le imprese associate a Confindustria, insieme ad altri strumenti quali il rating di legalità e le white list, valorizza ancora di più la convenienza ad aderire al Protocollo». Secondo il rappresentante degli industriali, inoltre, «il meccanismo sperimentale introdotto con questo Atto aggiuntivo è espressione ancora una volta del senso di responsabilità e dell’impegno attivo di Confindustria a difesa della legalità e della prevenzione delle infiltrazioni criminali nell’economia, in piena sinergia con il ministero dell’Interno e con le Prefetture. L’obiettivo è creare una rete sempre più forte di presidi attorno alle imprese che vogliono confrontarsi sul mercato esclusivamente nel nome dei valori della legalità, della trasparenza e della concorrenza leale». © RIPRODUZIONE RISERVATA MILANO — Alla fine tra i Cinque Stelle trionfa il caro, vecchio proporzionale, il sistema — per intenderci — della Prima Repubblica. Ieri c’è stata una accelerazione per la scelta del modello di legge elettorale voluto dai cittadini «certificati sul blog». Gli attivisti sono stati chiamati a scegliere tra maggioritario e, appunto, proporzionale. Il risultato è stato schiacciante: in 20.450 si sono schierati per il metodo pre-Mattarellum mentre 12.397 hanno sostenuto l’altro sistema. I votanti in tutto sono stati 32.847: una netta crescita (circa il 30% in più) rispetto ai 24 mila militanti che hanno espresso la loro preferenza sull’abolizione del reato di clandestinità. Nulla di definitivo, però. Si tratta di una prima tappa — dopo le delucidazioni di Aldo Giannuli sul sito e sul canale web La Cosa — per arrivare al modello pentastellato da sostenere in Parlamento. «Per fine febbraio la legge elettorale del M5S nelle sue linee essenziali sarà pronta», assicura Beppe Grillo, che prende la palla al balzo per attaccare l’incontro tra Renzi e Berlusconi. «Informazione e condivisione sono le parole della democrazia, ignote ai partiti che si riuniscono nelle loro sedi tra pregiudicati, pagate dai finanziamenti pubblici, in privato, per decidere le sorti di 60 milioni di cittadini italiani trattati come sudditi, tenuti fuori dalla porta del Potere», punge il leader. E sempre sul blog Grillo replica al segretario democratico, che alla direzione del Pd aveva accusato il Movimento di «fuggire» dal confronto. «Il M5S ha il difetto della coerenza, gravissimo in un Paese in cui la madre dei quaquaraquà e dei bulli di provincia è sempre incinta», attacca il fondatore dei Cinque Stelle. «Chi scappa? Chi non rispetta i referendum? Chi disattende il programma con cui si è presentato ai cittadini? Chi non prende neppure in esame le leg- gi di iniziativa popolare?», incalza il leader. E sostiene: «Noi facciamo i fatti, manteniamo le promesse, gli altri fanno solo pugnette, in particolare i segretari del PDexmenoelle che cambiano ad ogni stagione ma in realtà non cambiano mai». Solo L’appuntamento Il leader incontra i rappresentanti della stampa estera In streaming sul blog una prima puntata, facile che oggi a Roma, alla conferenza in programma all’Associazione della stampa estera (trasmessa in streaming sia sul blog sia sul sito dei parlamentari, ndr), arrivi il bis. Ieri Grillo è arrivato nella capitale e ha cenato con i re- Protesta dei leghisti per l’incontro Kyenge-Boldrini sponsabili della comunicazione, i capigruppo e i parlamentari impegnati con lui sul palco questa mattina. «Sarà l’occasione per scagliarci contro l’impoverimento che ci stanno imponendo», dicono fonti vicine al Movimento. Un secondo atto, dopo il V-day, per lanciare la campagna elettorale per le Europee. Si tratterà di un periodo — quello primaverile — particolarmente intenso e complesso (da organizzare) per Grillo e i pentastellati. Il leader sarà diviso, infatti, tra il tour del suo nuovo show «Te la do io l’Europa» e qualche comizio. I parlamentari, invece, potrebbero essere impegnati in modo capillare lungo la penisola, «a gruppi di quattro-cinque». L’intenzione è quella di superarsi, andando oltre anche alla mani- La campagna Per le Europee si lavora a un comizio finale «con i botti, nel cuore dell’Europa» Sulla Padania la lista dei senatori contrari al reato di clandestinità I parlamentari della Lega Nord hanno protestato ieri davanti a Montecitorio — in occasione della visita del ministro dell’Integrazione Cécile Kyenge al presidente della Camera Laura Boldrini — contro il decreto svuota carceri e a favore del reato di immigrazione clandestina. In seguito il ministro è stata ricevuta dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. La Padania intanto ha pubblicato la lista dei senatori che hanno votato a favore del ddl sulla messa in prova che ha sostanzialmente trasformato in illecito amministrativo il reato di clandestinità. © RIPRODUZIONE RISERVATA festazione di piazza San Giovanni del febbraio scorso, con «un finale con i botti, al cuore dell’Europa». Intanto, continuano le fibrillazioni interne con i dissidenti. Mentre prendono quota le voci di una possibile mail di dissenso indirizzata anche a Gianroberto Casaleggio. Ieri si sono registrati altri affondi. «Solo una cosa: avvisare del voto in ritardo (è successo anche oggi) è una scelta?», ha scritto Francesco Campanella. «Beppe Grillo chiami i capigruppo e vada a confrontarsi con Matteo Renzi sulla legge elettorale ma soprattutto sulle riforme», ha detto all’Huffington Post Luis Alberto Orellana. Emanuele Buzzi © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervista Il vicepresidente del Csm: stiamo elaborando la riforma con il ministero, bisogna sapere quanto e come lavorano «Carriera legata al rendimento Così valuteremo i magistrati» Vietti: la corrente non può essere un ufficio di collocamento MILANO — Più peso al rendimento e alla produttività, meno all’anzianità ed anche alle correnti: il Csm e il ministero della Giustizia lavorano a una riforma del modo con cui i magistrati andranno avanti nella carriera e arriveranno agli incarichi direttivi, che passa per una raccolta diretta dei dati su quanto e come ciascuno di essi lavora. Michele Vietti, dal suo osservatorio di vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura vede all’orizzonte una rivoluzione? «Csm e ministero stanno elaborando, in adempimento di quanto previsto dalla riforma dell’ordinamento giudiziario che risale addirittura al 2006/2007, gli standard di rendimento. È un compito non facile. Siamo in dirittura d’arrivo e spero che questo lavoro consentirà di monitorare con maggiore precisione la produttività dei magistrati, fornendo indicazioni oggettive per un’equa distribuzione dei carichi di lavoro, che è uno dei presupposti per il buon funzionamento degli uffici». Non tutti i procedimenti sono uguali come impegno professionale. Numeri maggiori non vogliono dire per forza maggiore professionalità. «Certamente ogni procedimento è diverso dall’altro e le medie statistiche debbono essere ben ponderate. Ma sapere quanto e come lavora un magistrato non può essere né un segreto iniziatico né un elemento irrilevante nella sua carriera. Dico che deve essere finalmente possibile in- dividuare quelle sacche di scarsa produttività che oltre a danneggiare il sistema giudiziario penalizzano quei magistrati che viceversa fanno il proprio dovere». Non è neanche detto che un magistrato bravo nelle indagini o nei processi sia poi un buon dirigente. «Il magistrato fa una professione peculiare in cui deve coniugare l’efficienza e il buon andamento, tipici della categoria del pubblico impiego, con la tutela dei diritti, che deve perseguire con i suoi provvedimenti. La magistratura è ben consapevole della missione che le è affidata, un po’ meno della necessità di organizzarsi per garantire risposte tempestive ed efficaci. Il nuovo ordinamento giudiziario ha eliminato la prevalenza dell’anzianità nelle promozioni, un criterio che rispondeva ad una concezione dei dirigenti come “canonicati” per i quali l’incarico direttivo era una sorta di premio di fine carriera. Oggi la normativa prescrive di valutare il merito, inteso come profilo professionale del L’anzianità Non prevarrà più l’anzianità nelle promozioni: contano merito, capacità, impegno, laboriosità e diligenza magistrato per capacità, laboriosità, diligenza e impegno, le attitudini, intese come capacità di organizzare e gestire le risorse, nonché tutta una serie di altri parametri che dovrebbero fornire una griglia per selezionare davvero i migliori. Che poi ci si riesca sempre è un altro discorso, ma è importante sia maturata la convinzione che una dirigenza capace e autorevole è un presupposto indispensabile per poter garantire uffici efficienti». Per alcuni le correnti della magistratura sono democrazia, per altri uno dei mali che affliggono la categoria, ma è un fatto che le loro pressioni orientano le decisioni del Csm. «Le differenti sensibilità culturali e di orientamento sono comuni a tutti i cittadini e non possono disconoscersi ai magistrati. Non vedo niente di scandaloso che anche nella magistratura esistano aggregazioni che rispondono ad affinità di vedute sulla politica giudiziaria. Una delle prerogative della moderna magistratura deve essere proprio quella di comprendere e contestualizzare il proprio operato nella temperie culturale dei nostri giorni. Non so se farlo singolarmente sia meno sovversivo che farlo collettivamente e in modo trasparente. La partecipazione alla vita associativa è un arricchimento per l’intera magistratura, ma affinché ogni iscritto costituisca una risorsa e non un peso questa partecipazione deve restare all’interno del momento culturale e non trasporsi nei momenti valutativi, favoren- Chi è Avvocato Originario di Lanzo Torinese, 59 anni, laureato in giurisprudenza, Michele Vietti (nella foto) prima di entrare in politica è stato vicepretore La politica Si candida per la prima volta alla Camera nel 1994: viene eletto deputato (e in seguito riconfermato) prima con il Ccd e con l’Udc. Durante i governi Berlusconi II e III è stato sottosegretario all’Economia e alla Giustizia. Dal 2010 è componente laico e vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura do pratiche lottizzatorie. La logica delle casacche e dello schieramento va sostituita a favore di una obiettiva certificazione di qualità, la quale deve guidare non solo il Csm ma anche l’approccio dell’Anm. La corrente non può diventare, lo dico con una battuta, un ufficio di collocamento». Consigli giudiziari e Csm verificano la professionalità dei singoli magistrati. Ci riescono bene? «Le valutazioni di professionalità, se fatte bene, sono uno strumento efficace per il governo della magistratura. I consigli giudiziari, se funzionano, possono fornire utili elementi per disegnare il profilo del magistrato a cui sono più vicini. Purtroppo è sempre in agguato la tentazione corporativa che tende a giustificare tutto e salvare tutti. Sarebbe un peccato sprecare questa opportunità replicando il vecchio sistema dei pareri stereotipati per cui erano tutti “eccellenti”. Un appiattimento nelle valutazioni consentirebbe di ridare fiato ai detrattori che parlano sempre di automatismi di carriera, con connessi rischi di nuovi interventi normativi in una materia che si sta appena stabilizzando. Dati, valutazioni, criteri oggettivi. Non si rischia una deriva aziendalista? «La giustizia è sì una virtù, e chi la amministra partecipa in qualche modo a questa alta missione, ma è anche un servizio che deve garantire un risultato. Parlare di tempestività e prevedibilità non evoca nessuna deriva, ma rappresenta il minimo indispensabile per fornire una risposta adeguata alle esigenze di giustizia dei cittadini». Giuseppe Guastella [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Primo Piano Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014 7 I partiti Il centrodestra Al balcone Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, 77 anni, si affaccia al balcone della clinica di bellezza in cui sta trascorrendo qualche giorno assieme alla fidanzata Francesca Pascale e al suo staff a Gardone Riviera (Brescia). Con lui, in tuta bianca, anche Giovanni Toti, 45 anni, direttore di Tg4 e Studio Aperto, uno dei volti nuovi su cui il Cavaliere intende puntare per il rilancio del partito a 20 anni dalla fondazione. Nella foto piccola, l’arrivo in hotel del medico personale dell’ex premier, Alberto Zangrillo, 55 anni (foto Stefano Cavicchi) Berlusconi va in ritiro con Toti Dieta e strategie nel resort di lusso Per il direttore del Tg4 il ruolo di consigliere e portavoce del partito ROMA — L’hanno letta tutti allo stesso modo. Berlusconi che va a rimettersi in forma e a tentare di perdere qualche chilo in una beauty farm significa una cosa sola: che ha intenzione di riprendersi la scena, di farlo tornando ad apparire in tivù, di mettere il suo sigillo sulle prossime mosse del suo partito e in vista della campagna elettorale per le amministrative e le Europee. Stavolta, il paradiso del benessere prescelto è Villa Paradiso, a Gardone Riviera, «beauty clinic» e relais di lusso da 2.400 euro al giorno. Amato e frequentato dai big Mediaset ma anche da vip di mezza Europa per l’efficacia — dicono — dei suoi trattamenti dimagranti, il resort è diventato il quartier generale del Cavaliere, e pare che lo sarà fino a domenica. Da lì, tra una seduta di fisioterapia, un massaggio, pasti frugali a base di insalata e carne bianca, Berlusconi tiene i contatti con Roma, dà la linea, cerca di sciogliere i nodi ancora intricati del suo partito e verifica che l’accordo siglato con Renzi, che tanto gli è servito per tornare al centro della scena, regga. Lo fa contornato dal suo staff che ha occupato un intero piano del relais, e che si è arricchito ormai di una nuova presenza fissa: oltre alla fidanzata Pascale, alla Rossi, al medico Zangrillo, con lui (arrivato mercoledì notte) c’è il fidatissimo Giovanni Toti, immortalato sorridente e al suo fianco sul balcone dell’albergo in tuta bianca, in una foto che segna la consacrazione come nuovo braccio destro del principe. A dieta anche lui, il direttore Mediaset sembra sempre più avviato a rivestire il ruolo cru- ciale di consigliere del capo e uno leggermente più defilato nel partito. Le tanto attese nomine in Forza Italia dovrebbero arrivare la prossima settimana, nascerà un largo ufficio di presidenza e un comitato ristretto del quale potrebbe diventare il portavoce e non più il segretario: meglio evitare guerre intestine in un momento in cui il partito deve restare unito — è in fondo la sua opinione —, tanto più se il passaggio concreto di legittimazione arriverà con il voto alle Europee, che lo vedrà capolista e portabandiera degli azzurri. Rimarranno insomma al loro posto nella stanza dei bottoni gli attuali big del partito, e certo sia la prova di forza di Fitto in Puglia (domenica terrà una grande manifestazione a Bari, e se Berlusconi come è possibile partecipasse avrebbe un grande significato politico), sia la trattativa vincente tessuta da Verdini con Renzi alla fine hanno avuto il loro peso. In quest’ultimo caso, poi, l’accordo siglato con Renzi è oro puro per il Cavaliere: «Finalmente — ripete — abbiamo come leader del Pd una persona che la pensa come noi sulla necessità di fare grandi riforme per il Paese: è lui che è venuto sulla mia posizione, non io sulla sua, e questo non può che farmi piacere». Per questo, Berlusconi ha dato mandato ai suoi di impegnarsi in ogni modo perché l’accordo vada in porto, se serve anche con qualche cedimento su questo o quel punto. Purché le cose siano chiare: «Se Alfano e i suoi pensavano ad operazioni centriste per farci fuori, ora possono scordarsele. Alla fine — è il suo ragionamento — non credo né che loro si stacchino da noi, né che il Pd vada in frantumi: centrodestra e centrosinistra si I precedenti Con i fedelissimi nella villa alle Bermuda Fisioterapia e dieta in Costa Smeralda Nell’estate del 1995, Berlusconi porta i fedelissimi Gianni Letta, Dell’Utri, Confalonieri e Galliani nella sua villa alle Bermuda: jogging, dieta stretta e letture da Platone a Bacon Negli anni Duemila è villa Certosa, in Sardegna, a ospitare spesso i ritiri del Cavaliere (oltre alle feste): nell’estate del 2009 sedute di fisioterapia, dieta, un po’ di mare Il resort in Kenya prima delle ultime Politiche Nel 2012 Berlusconi sceglie il resort in Kenya dell’amico Briatore: lunghe passeggiate, mare, centro benessere e la solita dieta per tornare in forma per la campagna elettorale sfideranno come avviene da 20 anni. E se Alfano vorrà correre con noi, per superare il 5% di soglia si unisca ai centristi, a Mauro, a chi ci sta e vediamo se ce la fanno...». Freddissimo con gli ex che lo hanno abbandonato, Berlusconi è comunque convinto che alla fine, se servirà, un patto si potrà sempre siglare. Ma da una posizione di forza, che avendo oggi riconquistato non ha alcuna intenzione di perdere. Per questo bisogna battere il ferro finché è caldo e tornare in pubblico, forte della nuova centralità offerta da Renzi e di un’immagine tutta volta a cancellare scandali e condanne del passato, dalle cure di bellezza alla fidanzata, da Dudù ai nuovi leader emergenti. In attesa che arrivino, come spera, buone notizie dalla Corte europea sulla pena accessoria della Severino che «è da cancellare». E dal Tribunale di Milano che il 10 aprile deciderà della sua pena. Che, sono convinti i fedelissimi, dovrà essere mite: «Impedire di fare campagna elettorale per le Europee a chi è stato riconosciuto dal leader dell’opposizione come l’interlocutore massimo per riformare il Paese sarebbe un golpe...». Paola Di Caro © RIPRODUZIONE RISERVATA Il commento Da Sarkozy a Obama (e Fantozzi): la politica del salutismo di PIERLUIGI BATTISTA Come Fantozzi, no. Ma come i grandi leader del mondo, certo, eccome. Il penitenziale passaggio nella beauty-farm assieme a Silvio Berlusconi, la di lui compagna e il di lui cagnolino, sarà durissimo per Giovanni Toti. La scena del celebre impiegato incarnato da Paolo Villaggio che cerca disperatamente di ingurgitare di nascosto un pezzetto di cibo nel tetro centro benessere in cui l’ha segregato il Capo rivivrà nel deambulare affamato di Toti, ma avrà come risultato un traguardo gratificante: una tonicità da far invidia agli statisti oggi in circolazione, una forma invidiabile, chili in meno e agilità da esibire nei prossimi, impegnativi cimenti politici. Non viviamo più nell’epoca di Winston Churchill, il cui acume di stratega e di grande punto di riferimento della storia britannica non gli ha impedito di concedersi ogni genere di ebbrezza gastronomica e tabagista, lui sempre con il grande si- garo e il whiskey a portata di mano. Viviamo invece nell’epoca del culto salutista in cui anche il leader deve presentarsi come immagine di un «corretto stile di vita» e di un modello sano e vigoroso. Obama ha buttato le sigarette, sua moglie, la neo-cinquantenne Michelle, fa campagne contro l’obesità infantile. Ma l’imperativo della forma fisica è diventato un precetto ineludibile. Berlusconi ha dedicato alla sua immagine una cura quasi maniacale, ciò che tuttavia non ha impedito ultimamente, malgrado arditezze tricologiche e colorazioni del viso accentuate, una certa inclinazione a quello che volgarmente a Roma viene detto «inquartamento», con doppiopetto che tende a stringersi e colletti sempre più soffocanti. Per questo la visita al centro benessere è obbligatoria, e deve esserlo anche per il delfino che non potrebbe presentarsi agli elettori con una mole non consona ai dettami della snellezza che oggi esercitano un’influenza dittatoriale sui comportamenti dei grandi leader. Indimenticabili le istantanee di Bill Clinton con la maglietta sudata e le guardie del corpo a fargli da protezione mentre sgambettava sia a Washington che nel verde di Central Park nel suo quotidiano esercizio di jogging. Indimenticabili come quelle di Nicolas Sarkozy, per il quale la fitness-mania era diventata quasi una religione e un imprescindibile comandamento fisico e morale. I tedeschi oscillano di più. Helmut Kohl certo non sembrava avere alcun problema con la sua monumentale stazza. Di Angela Merkel non sarebbe elegante segnalare la costanza degli esercizi per tenersi in forma, ma forse un’eco salutista si trova anche nella sua predilezione per lo sci di fondo, attività che peraltro le è recentemente costata la dolorosa frattura del bacino. Poi c’è la bicicletta. Ai leader moderni e spigliati piace molto farsi ri- La forma fisica dei leader Nicolas Sarkozy L’ex presidente francese è un patito del fitness (qui corre sulle scale dell’Eliseo) Barack Obama Il presidente Usa per la Casa Bianca ha rinunciato alle sigarette (spinto da Michelle) David Cameron Il premier britannico, conservatore, ha uno stile di vita progressista trarre sulla bici, perché in questo modo si trasmettono due messaggi con un unico mezzo: il messaggio di una corretta coscienza ecologica, contro l’inquinamento, contro i gas di scarico, contro l’odiata automobile, eccetera, eccetera. E poi il messaggio della forma, del movimento fisico, della vita all’aria aperta, della giovinezza, della salute. Il premier inglese Cameron, conservatore nel nome e nella linea politica ma progressista nello «stile di vita», ama farsi fotografare sulla sua bicicletta, con divisa di ordinanza e casco di sicurezza secondo le norme. In Italia essere sindaco progressista e moderno fa tutt’uno con la bicicletta. Poi si può anche sgarrare con Slow Food o Eataly che vanno molto di moda, ma l’importante è mantenere il carattere magro di Matteo Renzi, che nelle sue più vecchie fotografie appare con qualche chilo di troppo. Per cui, forma, dieta, vita sana anche per Toti. Una dura vita di sacrificio. Ma nell’interesse del Paese. © RIPRODUZIONE RISERVATA 8 Primo Piano Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera La ripresa Il Forum Europa a caccia della nuova crescita Davos ascolta la lezione giapponese Nella ricetta di Abe liquidità, meno tasse e investimenti privati L’appello di Rogoff ai governi: più coraggio sulla finanza pubblica DA UNO DEI NOSTRI INVIATI DAVOS — Il mondo a lezione da Shinzo Abe. O almeno così vorrebbe il premier giapponese che si presenta sul palco del World Economic Forum di Davos come il candidato leader della ripresa occidentale. Lo dice con una battuta: «Il mio cognome è diventato una formula, “l’Abenomics”, ma continuerò a usarlo». È la prima giornata del vertice tra capi di governo, banchieri, manager e imprenditori tra le Alpi svizzere. Rispetto agli ultimi appuntamenti, oppressi dalla crisi finanziaria, si coglie qualche segnale di ottimismo, sia nei dibattiti sia nelle conversazioni private. Certo, a parte la Germania, l’Unione europea è sempre in difficoltà. Con una nota di allarme particolare per la Francia e una certa apertura di credito nei confronti dell’Italia. La disoccupazione resta la parola più citata. Ma almeno l’analisi degli esperti e gli annunci dei politici si stanno spostando dal territorio dell’austerità a quello del rilancio. Il premio Nobel Michael Spence, insieme con altri economisti, ha preparato uno studio sui «Nuovi modelli di crescita». Un lavoro che ancora fino all’anno scorso sarebbe stato semplicemente fuori tema. Se è così diventa comprensibile la scelta di assegnare a Shinzo Abe la copertina di questa edizione. Il Giappone ce l’ha quasi fatta, è l’opinione largamente condivisa, dunque, vediamo che cosa può insegnare a tutti gli altri. Abe, però, è un personaggio complesso, non riducibile a una visione economica, per quanto audace e innovativa. Il “suo” Giappone deve essere in grado di recuperare centralità politica nell’area, a costo di entrare in Abe Cognome «Il mio cognome è diventato una formula, “l’Abenomics”» Min Zhu Fisco «Serve uno sforzo di politica fiscale, cioè investimenti pubblici» rotta di collisione con il grande vicino, la Cina. Come dimostra la contesa sugli isolotti disabitati di Senkakus (versione giapponese) o Diaoyus (cinese). «Il Giappone e la Cina si trovano in una condizione simile a quella di Gran Bretagna e Giappone nel 1914», ha dichiarato ieri Abe in un’intervista con il quotidiano «Financial Times». Basterebbero queste parole per macchiare le slides sui progressi economici che lo staff del primo ministro ha distribuito ai giornalisti. Sul palco di Davos il leader di Tokio ha voluto tenere insieme strategie diplomatiche e aperture economiche. Con una qualche enfasi ha lanciato «un appello all’Asia», sostanzialmente alla Cina: «Rendiamo trasparenti i nostri bilanci militari, negoziamo nuove regole sulla navigazione, stabiliamo un canale di comunicazione diretto tra i nostri eserciti». Non prima, pe- rò, di dilungarsi sulla «caccia alla crescita» condotta con un modello «a tre frecce». Ecco i titoli: «una coraggiosa politica monetaria», cioè continue iniezioni di liquidità nel sistema per sbloccarlo da un periodo di deflazione (depressione e contrazione dei prezzi) durato 15 anni. Poi: «Politica fiscale flessibile», con massicci interventi pubblici (circa 20 mila miliardi di yen a regime, circa 142 miliardi di euro). Infine: «Promozione degli investimenti privati» e «rafforzamento della partecipazione delle donne alla forza lavoro». Il punto di partenza è già fuori dalla portata di molti Paesi europei: il 68% delle donne tra i 25 e i 44 anni prende parte alla produzione (l’Italia è al 46%). L’obiettivo è di portare la percentuale al 73% entro il 2020. Questo «Giappone vibrante», è la conclusione di Abe, potrebbe offrire ulteriori opportunità di crescita a Cina, Corea del Sud, India; dare slancio alla rincorsa degli Stati Uniti e, di rimbalzo, rianimare anche lo stagno europeo. Anche nella nostra parte del mondo si prova a ragionare su leve simili. Perfino il vice direttore generale del Fondo monetario, Min Zhu, invoca uno sforzo straordinario di politica fiscale, cioè investimenti pubblici, per andare oltre l’insufficiente 1% di crescita media europea. L’economista americano Kenneth Rogoff sollecita i governi Ue a concordare misure di integrazione più aggressive, mettendo mano, se è il caso, anche alla ristrutturazione dei debiti pubblici. Tocca alla politica aprire «la caccia alla crescita», o meglio a governi con piani perseguiti con forza. Questo è il segnale del primo giorno di Davos, nel segno del Giappone (quasi) rinato. Giuseppe Sarcina © RIPRODUZIONE RISERVATA Le stime di crescita del Pil Le attese dell’Fmi sull’economia globale 2014 2015 Dati in % PREVISIONE Economia mondiale Paesi avanzati 3,7 3,9 2,2 2,3 Stati Uniti 2,8 3,0 Area euro 1,0 1,4 Germania 1,6 1,4 Francia 0,9 1,5 ITALIA 0,6 1,1 Spagna 0,6 0,8 Regno Unito Christine Lagarde Russia Direttore generale Fmi Il vertice 2,4 2,2 2,0 2,5 Cina Brasile 7,5 7,3 2,3 2,8 Fonte: Fonte: Fmi, Fmi, World World Economic Economic Outlook Outlook -- gennaio gennaio 2014 2014 D’ARCO DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Protagonisti A sinistra, il primo ministro giapponese Shinzo Abe, 59 anni, mentre parla a Davos. Sopra, una stampante in 3 D presentata al Fab Lab del World Economic Forum. A destra, l’economista americano Kenneth Rogoff, 60 anni I manager La numero uno di Yahoo, Marissa Mayer: cambierà il modo di vivere e produrre «L’economia digitale crea poco lavoro? L’innovazione però non ha alternative» DA UNO DEI NOSTRI INVIATI DAVOS — Il dilemma attuale sulla tecnologia lo riassume meglio di tutti Ray Dalio, presidente e chief investment officer di Bridgewater Associates, la società americana di investimenti che ha fondato quasi 40 anni fa, mentre parla delle prospettive finanziarie globali: «Oggi osserviamo due grandi forze all’opera: tecnologia e incrementi di produttività portano via posti di lavoro. Il punto è: vogliamo fermare queste tecnologie, che stanno sostituendo le persone?». Domanda retorica, certo. Perché basta ascoltare gli esperti dell’hi-tech, che poco prima nella sala accanto del World Economic Forum hanno discusso del nuovo contesto digitale, per capire che non esiste altra via all’innovazione. Anzi, il rapido cambiamento tecnologico costringe le aziende a diventare più veloci e a prendere più rischi. E le società sopravvivono soltanto se innovano, se diventano «disruptive», cioè rompono con il passato e riescono a «turbare» il mercato con prodotti rivoluzionari, come sono stati lo smartphone e le app, afferma Randall Stephenson, 53 anni, ceo di At&T. «Come fa un’azienda a diventare disruptive? Bisogna cogliere le transizioni del mercato e ascoltare i propri consumatori, ma questo spirito deve essere connaturato nel Dna aziendale», sostiene il manager. Se innovazione è la parola magica per tutti, Cento milioni per l’acqua, gli applausi a Matt Damon non basta investire in ricerca e sviluppo, avverte Gavin Patterson, 46 anni, ceo dell’inglese BT. «Bisogna avere chiaro quale è il proprio vantaggio competitivo ed essere aperti. Noi, ad esempio, prendiamo le migliori idee da qualsiasi parte provengano, anche attraverso alleanze con start-up nella Silicon Valley». Marissa Mayer, 38 anni, ceo di Yahoo, sta risolvendo il problema in casa sua assumendo «le persone giuste» e «ascoltando le loro idee». «La cosa migliore che un top manager possa fare è Manager Marissa Mayer, 38 anni, alla guida del gruppo Yahoo: smartphone e app cambieranno il modo in cui la gente lavora e vive aprire l’ambiente di lavoro e lasciare correre i dipendenti», sostiene. E annuncia che il 2014 segnerà una svolta per la società californiana: per la prima volta Yahoo si aspetta più traffico proveniente da smartphone e tablet che dai computer. Tanto che la velocità con cui si diffondono smartphone e le app che girano sui dispositivi mobili «cambierà il modo in cui la gente lavora e vive» in tutto il mondo. La trasformazione, già in atto, ha molti aspetti positivi: «Diventa più facile connettersi e fidarsi delle persone», valuta Mayer. La metamorfosi riguarda tutto ciò che è mobile. Compresi i braccialetti al polso per misurare i nostri progressi di fitness, contare quante ore dormiamo o quante le calorie mangiamo. Nella sala del Wef dove si discute del nuovo contesto digitale lo indossa un partecipante su tre, compreso Marc Benioff, 49 anni, ceo di Salsforce.com, che racconta un episodio divertente. Di recente Michael Dell, il fondatore dell’omonimo produttore di pc, lo ha chiamato al telefono per chiedergli se stava male, perché aveva notato che non si allenava da tre giorni (i due condividono online i progressi personali misurati dai rispettivi braccialetti). E’ la prova che «la tecnologia sta cambiando le relazioni personali», dice. Si capovolgono anche i rapporti tra aziende e consumatori, creando un filo diretto che prima non esisteva. Il rovescio della medaglia, in mancanza di regole certe, è il rischio di perdere la propria privacy. «La legislazione e i regolamenti sono rimasti indietro, devono aggiornarsi, diventare meno intrusivi per proteggere meglio i diritti degli utenti e dei clienti», dice l’inglese Patterson. Il dibattito sulla protezione dei dati è appena cominciato Oltreoceano. Ma, dopo lo scandalo della Nsa, anche la Silicon Valley ha cambiato atteggiamento. E tutti concordano che adesso serve «più trasparenza». Perché non ci sarà né crescita economica né sviluppo se manca la fiducia dei consumatori. Riconoscendo però che al massimo potremo aspirare a una tutela della privacy al 90%, se non vogliamo mettere a rischio la nostra sicurezza. Giuliana Ferraino @16febbraio © RIPRODUZIONE RISERVATA DAVOS – Ma che cos’è questa fila? Sta per caso arrivando il presidente iraniano Hassan Rouhani? No, ecco laggiù il suo turbante bianco e la coda infinita di dignitari e di guardie del corpo. Pantaloni di flanella grigi, maglioncino blu, camicia bianca: appare Matt Damon, star a sorpresa anche a Davos, capace di mettere in coda per cinquanta minuti almeno duecento tra manager e imprenditori, donne e uomini. Finiti i tempi delle contestazioni dei «no global», il cartellone del World Economic forum concede un diritto di tribuna a outsider e attivisti. Specie se di sicuro richiamo. L’attore americano, 43 anni, è qui per promuovere Water.org: l’associazione che ha fondato nel 1990 insieme con lo scienziato Gary White. Obiettivo: favorire l’accesso all’acqua nei Paesi più poveri e più assetati. Solo in Africa ce ne sono 340 milioni. «Ogni anno – si legge sul sito di Water.org – muoiono 3,4 milioni di persone per malattie causate dalla mancanza di acqua. Una cifra che equivale quasi alla città di Los Angeles». Sono qui per raccogliere soldi, ha fatto capire Damon, salendo sulla pedana accanto a White. L’organizzazione vive di donazioni, di contributi. E le grandi multinazionali, dall’Ikea a PepsiCo, donano, contribuiscono, mescolando business, promozione e beneficenza. Lo stesso Matt Damon alterna impegno civile e attività iper redditizie, come lo spot milionario per «Nespresso». Alla platea del Forum, però, ha ricordato il protagonista di uno dei suoi film più recenti (e forse più riusciti): Promised Land (2012), dove Damon lascia l’incarico in una compagnia di trivellazioni e si converte alle ragioni del territorio. Water.org funziona come una centrale di micro credito, sul modello lanciato dal banchiere bengalese Muhammad Yunus (ospite fisso a Davos da qualche anno). Gli operatori si muovono tra Etiopia, Ghana, Kenya, Uganda, Bangladesh, India, Filippine e in alcuni Paesi sudamericani. Prestano piccole somme alle famiglie, anzi alle donne delle famiglie, per aiutarle a costruire un pozzo o semplicemente a comprare bottiglie termiche per trasportare e conservare l’acqua. L’attore ha spiegato, elencato le cifre, chiesto aiuto a Gary White per rispondere alle domande più tecniche, in una stanzetta sovraffollata, ma via via sempre più complice, familiare. Infine, con pragmatismo, ha fissato il traguardo da raggiungere entro il 2020: abbiamo a disposizione 30 milioni di dollari; possiamo, dobbiamo arrivare a 100 milioni. E ci arriverà se almeno la metà degli applausi che ha ricevuto ieri si trasformerà in assegni. G. Sar. © RIPRODUZIONE RISERVATA Primo Piano Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014 9 Conti Tajani annuncia la procedura Ue sugli arretrati di Stato L’Italia taglia il debito e paga 22 miliardi alle imprese Ma a Bruxelles non basta Casa, verso l’accordo sulle aliquote Tasi Testimonial Matt Damon, 43 anni, attore e cofondatore dell’organizzazione no profit Water.org ROMA — Nel 2013 lo Stato ha pagato, direttamente e attraverso gli enti locali, quasi 22 miliardi di debiti arretrati alle imprese. I dati sono stati resi noti ieri dal ministero dell’Economia, proprio mentre da Bruxelles il vice presidente della Commissione Ue, Antonio Tajani, preannunciava l’intenzione di aprire una procedura d’infrazione per il mancato rispetto della direttiva che impone il pagamento dei debiti entro 30 giorni. Tra luglio, quando è cominciata l’operazione, e dicembre sono stati girati alle imprese una media di 3,6 miliardi al mese: in tutto 21,6 miliardi pagati sui 27,2 resi disponibili dai vari decreti «sblocca debiti». Non tutte le Regioni, in ogni caso, hanno sfruttato appieno l’opportunità, chiedendo al Tesoro i fondi disponibili per il saldo degli arretrati. La Campania non ha chiesto 865 milioni, la Calabria ha rinunciato ai suoi 150, la Sicilia non ha presentato l’istanza per ottenere 206 milioni ed è in ritardo sugli adempimenti per ottenere i 606 milioni stanziati per pagare le fatture arretrate della sanità. In ritardo anche Sardegna e Molise. Il pagamento degli arretrati inciderà sul debito pubblico 2013, previsto dal governo al 132,9% del prodotto interno lordo. Secondo i dati diffusi ieri da Eurostat, nel terzo trimestre del 2013, il debito italiano è comunque apparso per la prima volta in calo dopo molto tempo, con una riduzione del rapporto sul pil rispetto ai tre mesi precedenti. Nel frattempo, il governo si avvia a chiudere l’accordo con i Comuni sull’impianto della nuova tassa sulla casa. I sindaci avranno la possibilità di alzare le aliquote della Tasi sulle prime e le seconde case, in un misura complessiva compresa tra lo 0,1 e lo 0,8 per mille, per finanziare una riduzione dell’imposta sulla casa di abitazione per le famiglie con i redditi più bassi. E otterrebbero dallo Stato una parte del gettito Imu sugli immobili strumentali delle imprese, per un importo di un altro miliardo di euro, e raggiungere così lo stesso gettito garantito dall’Imu prima versione. L’intesa di massima è stata raggiunta nel corso di un incontro Segnali positivi Il debito è pari al 132,9% del Pil. L’indicatore è calato per la prima volta nell’ultimo trimestre 2013 all’Economia tra il ministro Fabrizio Saccomanni ed una delegazione dell’Associazione dei Comuni, guidata dal presidente e sindaco di Torino, Piero Fassino, al termine del quale tutti si sono detti soddisfatti. L’ipotesi di accordo sarà approfondita da un tavolo tecnico, poi sottoposta a una verifica definitiva tra il governo ed i Comuni martedì 28, e dovrebbe eliminare le incertezze residue che ancora gravano sulla struttura ed il peso delle nuove imposte sulla casa per quest’anno. I contribuenti con i redditi più elevati pagheranno un po’ di più su prime e seconde case, mentre quelli che guadagnano meno o hanno più figli a carico dovrebbero avere un alleggerimento dell’imposta sulla prima casa. M. Sen. © RIPRODUZIONE RISERVATA Debiti pubblici in Europa In rapporto al prodotto interno lordo Germania Debito (in milioni di euro) Percentuale sul Pil 3° trim. 2013 2.126.832 78,4 171,8 Variazione % sul 2° trim 2013 -1,4 +3,0 Grecia 317.310 Spagna 954.863 93,4 Francia 1.900.848 92,7 ITALIA 2.068.722 132,9 -0,4 Portogallo 210.965 128,7 -2,6 Olanda 442.163 Finlandia 105.496 Regno Unito Fonte: Eurostat 1.431.399* (*) in milioni di sterline 73,6 54,8 89,1 +1,2 -0,9 -0,3 -2,5 -0,4 Equitalia, il nodo dei crediti «morti» di MARIO SENSINI N ella pancia di Equitalia ci sono ancora 545 miliardi di euro di somme ancora da riscuotere. Parcheggiate lì, in alcuni casi, anche da 15 anni. Crediti che, secondo il direttore di Equitalia Attilio Befera, possono essere effettivamente incassati in misura minima. «Sono il 5-6% quelli ancora teoricamente riscuotibili» ha detto Befera alla Commissione bicamerale sull’anagrafe tributaria, ovvero tra 27 e 33 miliardi di euro. Gli altri, a tutti gli effetti, sono crediti «morti». «Somme dovute da imprese fallite, soggetti che non esistono più, o nullatenenti» ha spiegato Befera. Aggiungendo che «da quindici anni questi ruoli non vengono restituiti agli enti impositori», cioè a chi li ha emessi, Stato, enti locali, istituti previdenziali, «con la motivazione della mancata riscossione». Befera non lo ha detto, ma una ragione a ben vedere c’è. Fintanto che sono dentro Equitalia quelle somme rappresentano dal punto di vista contabile un attivo per i creditori. Se i ruoli dovessero essergli stornati, perché impossibili da riscuotere, per i creditori si trasformerebbero in una perdita. E i loro bilanci, probabilmente, salterebbero. © RIPRODUZIONE RISERVATA D’ARCO Viaggio dentro la ripresa E LE «LEPRI» DELL’EXPORT SARANNO ANCORA PIÙ VELOCI di DARIO DI VICO Finora la discussione sulla ripresa prossima ventura si è giocata sui decimali di punto di incremento del Pil ma è interessante anche cercare di capire le principali caratteristiche di questa risalita. Un’avvertenza però è necessaria all’inizio del nostro piccolo viaggio. Lo scenario è del tutto nuovo e come sottolinea Luca Paolazzi, direttore del Centro Studi Confindustria, «i confronti con il passato hanno poco senso e i livelli pre-crisi, quelli del 2007, non costituiscono un punto di riferimento». Cominciamo allora dall’occupazione. Sarà senza lavoro? Secondo Gregorio De Felice, chief economist di Intesa Sanpaolo, «solo dal terzo trimestre del 2014 l’occupazione risalirà» e dovremo aspettare la fine dell’anno perché cali anche il tasso di disoccupazione. Si sa, il mercato del lavoro risponde in ritardo e anche l’economista Innocenzo Cipolletta concorda che dovremo aspettare 6-8 mesi prima di vedere novità, anche perché ci sarà tantissima cassa integrazione da riassorbire. Le profonde ristrutturazioni che hanno attraversato il manifatturiero ne hanno anche modificato profondamente l’organizzazione e quindi non sap- piamo fino in fondo cosa succederà in tema di organici quando riprenderanno gli ordini. Il terziario potrebbe, invece, creare nuovi posti di lavoro e il caso Esselunga (2 mila assunzioni in due anni) fa sperare. La ripresa o il rimbalzo sarà esogeno ovvero determinato dalla domanda mondiale. Per quanto riguarda i consumi interni il rimborso dei pagamenti della pubblica amministrazione ha dato e continuerà a dare ossigeno a imprese edili e fornitori della sanità. Per auto ed elettrodomestici, settori por- tanti della nostra industria, secondo Cipolletta «le note positive si avranno solo nel 2015». Fino ad allora si dovranno accontentare quasi esclusivamente del ricambio di un parco macchine esistente che mostra i segni del tempo. Le buone notizie arrivano, invece, dall’estero. A crescere di più stavolta non saranno i Paesi emergenti ma i nostri tradizionali mercati di sbocco come Germania, Usa e Francia e c’è quindi a disposizione delle nostre imprese esportatrici – che hanno già salvato l’Italia negli anni scorsi – una nuova cavalcata vincente che vale da sola l’1,4% del nostro Pil 2014. «Ne approfitteranno le imprese dotate di marchi internazionali, brevetti, risorse umane adeguate e capaci di operare investimenti diretti all’estero. In breve quelle capaci di stendere reti lunghe» sostiene De Felice. Per Paolazzi a fare la differenza «saranno le qualità dell’imprenditore capace di pensare globale più che questo o quel settore». Esempi da imitare sono quelli, come racconta Cipolletta, delle 40 imprese del mobile di Elettrodomestici Whirlpool chiude la fabbrica in Svezia I forni da incasso si faranno a Varese Whirlpool trasferirà la produzione di forni a microonde dalla Svezia in Italia. Questo l’annuncio del gruppo svedese che chiuderà la fabbrica di Norrkoeping (334 addetti). Il piano prevede la concentrazione della produzione di microonde in un unico hub europeo dell’incasso in provincia di Varese, a Cassinetta di Biandronno (nella foto). L’anno scorso a Cassinetta (duemila addetti) sono stati prodotti 1,7 milioni di pezzi tra forni, frigoriferi e piani cottura. Con il trasferimento della produzione da Norrkoeping e con i pezzi che arrivano dalla chiusura della fabbrica di Spini di Gradolo (Trento) si arriverà a circa 2,4 milioni di pezzi entro fine 2014. A Varese previsti investimenti per 245 milioni di euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pordenone che hanno creato Valitalia per vendere negli Usa via web e hanno comprato dei capannoni nel Delaware per stoccare le merci. Il ‘14 quindi accentuerà la polarizzazione dell’industria italiana, da una parte le lepri capaci di correre ancora più veloci nell’arena globale e dall’altra le tartarughe appesantite dalla mancata ripartenza dei consumi interni. Paolazzi pensa che la ripresina si potrà giovare anche di fenomeni di on-shoring. «Ci si è accorti che delocalizzare spesso vuol dire trasferi- re competenze ad altri e poi perderle. Si ritorna a produrre in Italia per riacquistare velocità di risposta ai mercato, abilità sartoriale, sviluppare nuove competenze». Fenomeni di questo tipo hanno riguardato la Bosch di Bari e ora la Whirlpool nel Varesotto ma sono condannati a convivere con spinte contrapposte. Che porteranno ancora a produrre in Asia o in Polonia per abbassare il costo del lavoro. Meno ottimista sui ritorni in Italia è De Felice che sottolinea anche come «gli investimenti diretti degli stranieri in Italia sono pressoché inesistenti». A suo dire sono ancora bassi pure gli investimenti nell’ammodernamento degli impianti. Relativamente ottimista è invece Cipolletta che conta su un ricambio quasi obbligato del macchinario. «I competitor stranieri lo fanno e anche i nostri devono mettersi al passo delle tecnologie. L’obsolescenza si paga». Infine l’economista e attuale presidente del Fondo Italiano di Investimento segnala come la ripresa si accompagnerà «a una più accentuata managerializzazione delle imprese vuoi come necessità per tenere il passo globale vuoi perché il cambio generazionale non è più rinviabile». @dariodivico © RIPRODUZIONE RISERVATA 10 Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera Esteri La crisi Dopo l’approvazione delle leggi anti-manifestazioni Sangue nelle strade a Kiev Cinque morti negli scontri fra regime e filo-europei L’opposizione: «Ora passeremo all’attacco» MOSCA — L’era delle grandi manifestazioni pacifiche sembra essere stata sostituita in Ucraina dagli scontri violentissimi che nelle ultime ore hanno provocato almeno tre morti. Un medico che assiste i manifestanti afferma che le persone decedute sono cinque, quattro delle quali colpite da proiettili. La protesta contro la decisione del presidente Viktor Yanukovich di voltare le spalle all’Europa per stringere un accordo con la Russia e contro le misure che limitano fortemente il diritto a manifestare, ha cambiato volto da domenica scorsa. Gruppi di estremisti si staccano dalla Maidan, la piazza centrale dove il grosso dei dimostranti rimane pacificamente da settimane e affrontano i cordoni di polizia che proteggono i palazzi del potere. Ai lanci di sassi, bottiglie molotov e petardi, le truppe antisommossa (gli ucraini le chiamano Berkut) rispondono con lacrimogeni, proiettili di gomma e cariche di alleggerimento con scudi e manganelli. Secondo i manifestanti, vengono usati anche idranti (con una temperatura vicina ai dieci gradi sotto zero) e bombe assordanti. Poi ci sarebbero degli infiltrati, che gli oppositori hanno catturato e coperto di vernice nera, incaricati di fomentare i disordini. In questo clima, durante una carica della polizia, sono stati trovati due morti, colpiti da pallottole. Un terzo dimostrante è deceduto cadendo dalla balconata dello stadio durante gli scontri. Non è chiaro dove sarebbero state trovate le altre due persone colpite da proiettili. Per tentare di riportare la situazione sotto controllo, c’è stato ieri un incontro tra Yanukovich e tre dei leader dell’opposizione, l’ex pugile Vitalij Klitschko, l’esponente democratico Arsenij Yatsenyuk e il leader ultra-nazionalista Oleh Tyahnibok. Ma non si è arrivati ad alcun accordo e la situazione sembra più tesa che mai. Il presidente non appare intenzionato ad ascoltare le richieste che arrivano anche dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti (che hanno revocato il visto a funzionari ucraini e minacciano altre misure). Ha siglato un’intesa con Vladimir Putin che gli garantisce 15 miliardi di dollari di finanziamenti e un prezzo scontato del metano. L’opposizione sembra Guerriglia urbana Gli scontri tra polizia e manifestanti ieri nel centro di Kiev, Ucraina (Ap/Efrem Lukatsky) Guarda il video con una chiamata gratuita al aver imboccato a sua volta la strada della estrema radicalizzazione. Chiede le dimissioni del governo ed elezioni presidenziali anticipate, misure che Yanukovich, eletto nel 2010 in una consultazione accettata anche dall’Occidente, non intende accogliere. Così i toni salgono e infiammano i giovani nelle strade di Kiev. Klitschko parla del presidente come di un capobanda alla guida dei suoi «sgherri». E minaccia: «Se non ascolterà le nostre richieste, allora passeremo I Giochi di Sochi Email di minacce agli atleti italiani «Non è credibile» Una email di minacce è stata recapitata ieri al Coni riaccendendo anche in Italia l’allarme terrorismo per i Giochi olimpici invernali di Sochi, a poco più due settimane dalla cerimonia inaugurale del 7 febbraio. «Restate a casa» è il messaggio recapitato anche ai Comitati olimpici nazionali di Ungheria e Slovenia. Ma il Comitato Internationale Olimpico e gli organizzatori dei Giochi hanno assicurato che la minaccia non è da prendere sul serio. Anzi si tratterebbe di una bufala. L’autore delle email non abita nemmeno in Russia. +39 029 296 61 54 all’offensiva». In serata ha arringato la piazza, dicendo che la polizia si preparava ad attaccare anche i manifestanti pacifici e invitando tutti alla difesa. Dal carcere, Yulia Tymoshenko ha tuonato: «Yanukovich ha cessato di essere presidente ed è diventato un assassino». Il governo afferma che la polizia antisommossa schierata nelle strade non dispone di armi da fuoco e sostiene che a sparare sarebbero stati gli estremisti. Il primo ministro Mykola Azarov è sotto tiro per la sua intransigenza e non sembra fare nulla per calmare gli animi: «Terroristi dalla piazza hanno catturato dozzine di persone e le hanno picchiate. Dico uffi- cialmente che questi sono criminali che devono rispondere delle loro azioni», ha affermato riferendosi ai presunti infiltrati bloccati dai dimostranti. Sembra, in sostanza, che nei due campi a prevalere per il momento siano i fautori dello scontro e che i tentativi di trovare un compromesso siano destinati a fallire. Così oggi potrebbe essere una nuova giornata di sangue a Kiev. Fabrizio Dragosei @Drag6 © RIPRODUZIONE RISERVATA IL COMMENTO di Luigi Ippolito nella pagina Idee&Opinioni Esteri 11 Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014 La Conferenza Si sono aperti ieri in Svizzera i colloqui di pace Siria, l’altolà degli americani «Per Assad non c’è posto» E Kerry non toglie dal tavolo la minaccia militare DAL NOSTRO INVIATO Su Sette Sognare a Teheran Indossano veli rosa, verde pistacchio o azzurro cielo. Ecco le ragazze iraniane e i loro sogni MONTREUX (Svizzera) — A metà mattina, il paziente Ban KiMoon ha già perso la pazienza. Il ministro degli Esteri siriano sta parlando ormai da 25 minuti. «La devo interrompere», interviene il segretario Onu nel salone con le vetrate vista lago, primo giorno della conferenza vista Siria: «Lei aveva solo sette minuti…». «Non posso dividere il mio discorso — è brusco Walid Muallem —, devo continuare». «Le dò altri due minuti». «Ma io ne voglio altri venti! Lei vive a New York, io in Siria, ho il diritto di dare la versione siriana…». Ban ki-Moon torna all’assalto, l’altro va avanti impassibile. Terzo richiamo: «Concluda!…». «Ancora una frase!…». «Spero mantenga la sua promessa…». «La Siria mantiene sempre le promesse!...». Al minuto 35, Muallem ha finito. Ban Ki-Moon è sfinito: «Questo intervento è contrario a un’atmosfera costruttiva. Spero non si ripeta». Si ripeterà per tutta la giornata: sedersi al tavolo della pace non serve nemmeno a fermare la guerra delle dichiarazioni e Ginevra 2 comincia peggio di come finì Ginevra 1. «Una discussione Il caso «Il tiranno» va in onda in estate Gli ideatori di Homeland e un set in Israele Il dittatore è una serie tv DAL NOSTRO CORRISPONDENTE GERUSALEMME — Il soprannome Barry è americano, la moglie pure. Le origini sono arabe, la professione pediatra, quella del padre dittatore. Bassam Al Fayeed ha lasciato vent’anni fa il Paese del Medio Oriente dov’è nato ed è costretto a tornare dalla morte del capostipite, questioni di dinastia e di controllo del potere. Gli sceneggiatori hanno chiamato la nazione Baladi, i paralleli con la Siria e la storia del presidente Bashar Assad sono tanti. Non lo nasconde l’israeliano Gideon Raff — si è inventato la serie Hatufim (Prigionieri di guerra) che ha ispirato Homeland: «Stavo guardando il telegiornale nel mio appartamento di Tel Aviv, notizie su un massacro ordinato dal regime di Damasco — racconta al giornale Hollywood Reporter —. Ho cominciato a pensare a Bashar: studia e vive in Europa, sposa una bella donna dallo stile occidentale, quando torna sembra incarnare la speranza dei riformatori. Come si arriva da questa immagine alle accuse di crimini di guerra?». Così Raff ha proposto il progetto a Howard Gordon — l’altro ideatore di Homeland Locandina La popolare — e insieme stanno lavorando serie tv americana alla serie The Tyrant (Il tiranno) per il canale via cavo FX, di proprietà della Fox, la messa in onda è prevista quest’estate. Le scene mediorientali verranno girate in Israele, nella cittadina di Kfar Sava, e tra i protagonisti è stata scelta la modella e attrice israeliana Moran Atias. Il regista dovrebbe essere David Yates, che ha diretto gli ultimi episodi di Harry Potter. «Se apri il New York Times o qualsiasi altro quotidiano — commenta Gordon — il 50 per cento di quello che c’è stampato riguarda che cosa sta succedendo in Egitto, quello che è successo in Libia, che cosa sta succedendo in Siria. E’ la parte del mondo che sta vivendo un terremoto e mettere dei volti su quelli che per la gente sono solo titoli è una grande opportunità». Davide Frattini @dafrattini © RIPRODUZIONE RISERVATA così esplicita non sarà nelle tradizioni onusiane — simula ottimismo il ministro Emma Bonino —, ma almeno questo è un dato positivo: le mezze parole non portano da nessuna parte». Le parole grosse portano tutte al solito punto: che cosa fare di Bashar. «Assad non può tenere in ostaggio un intero Paese e un’intera regione, né far parte d’un governo di transizione», apre il fuoco il segretario americano John Kerry. «Nessuno ha il diritto di rimuovere Assad a parte i siriani», gli risponde Muallem. «Tutto quel che dice Assad è bugia — è netto Ahmad al-Jarba, leader dell’opposizione siriana in esilio —: se resta lui, questi colloqui dera- gliano». L’accordo politico raccomandato da Ginevra 1 appare impossibile, anche se è la Bonino a ricordare che «chi siede qui oggi, è perché s’è già impegnato in quella sede»: proprio mentre parla l’opposizione, a Damasco la tv manda in onda immagini di lealisti ammazzati. E mentre gli oppositori entrano (in ritardo) nel Petit Palace, i jihadisti dalla Siria li accusano di «tradimento». Il resto è retorica che sembra lasciare poco spazio: «Non ho molte speranze che questa conferenza possa sconfiggere il terrorismo, visto che vi partecipano molti Stati che lo sponsorizzano», dice da lontano Hassan Rouhani, il presidente iraniano venuto in Svizzera, sì, ma al vertice di Davos. «I negoziati non saranno semplici, né veloci» (Ivan Lavrov, ministro russo); «la speranza c’è, ma è fragile, e i toni aggressivi di Damasco non aiutano» (Laurent Fabius, ministro francese). Quarantacinque discorsi, 240 delegati, per ora nessun impegno: solo un appuntamento delle parti, annuncia l’inviato Lakhdar Brahimi, per discutere da domani d’un possibile scambio di prigionieri, di qualche tregua locale che faccia passare gli aiuti umanitari. La musica è questa, dura cambiarla. Nella Miles Davis Hall, dove la città del jazz ha stipato i media, la suona anche la grancassa Solitudine Un membro dell’opposizione siriana a Montreux dell’informazione. Giornalisti siriani che applaudono e fischiano. Dvd, dossier, foto. Attivisti della propaganda. Uno che rimprovera ai delegati d’aver chiesto più democrazia («e allora perché non avete citato l’Arabia Saudita?»). Un altro che quasi mette in fuga il ministro per l’Informazione siriano. Un terzo che aggredisce fino alle lacrime una mezzobusta per i commenti tv contro Assad: «Hanno ammazzato tutti i miei parenti e ora vengono qui a farmi tacere!...». Sul megaschermo c’è Muallem che riprende la parola, dice che in fondo «siamo qui per negoziare». Il secondo discorso dura solo quattro minuti, tre meno del previsto. Ban Ki-moon lo ringrazia, Kerry sorride. A fine giornata, è l’unico risultato. Francesco Battistini © RIPRODUZIONE RISERVATA 12 Esteri Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera Doppio standard Mentre il partito rafforza la campagna contro edonismo e corruzione Cina I «principi rossi» di Pechino e quei tesori nei paradisi fiscali A processo l’avvocato che chiede trasparenza 22 mila conti all’estero: c’è il cognato del presidente Xi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PECHINO — Società offshore e paradisi fiscali sono un (sotto)prodotto del capitalismo occidentale. Ma anche la Repubblica Popolare cinese è ben felice di approfittarne. Secondo i documenti provenienti dalle Virgin Islands britanniche, almeno 22 mila cinesi, compresi molti milionari di Hong Kong, hanno attività registrate nel lontano territorio caraibico che sfugge a ogni controllo fiscale. Tra questi, una dozzina di «principi rossi», figli e parenti stretti dei leader di Pechino. Compreso un cognato del presidente Xi Jinping, l’uomo che ha promesso di combattere e sradicare la corruzione dalla Cina. La rivelazione è dell’International Consortium of Investigative Journalists (Icij), che ci ha lavorato per due anni e ha condiviso i risultati dell’inchiesta con alcuni giornali internazionali, dal Guardian britannico al francese Le Monde. Secondo questi «ChinaLeaks», i membri delle famiglie di una dozzina di leader politici e militari di Pechino si sono aggiunti ad altri 22 mila residenti cinesi che utilizzano società dei Caraibi come base per le loro attività economiche. Tra questi, ci sarebbe il signor Deng Jiagui, marito della sorella maggiore di Xi Jinping, del quale si conosceva la ricchezza di industriale del tabacco poi allargatosi all’immobiliare e ai metalli rari; un figlio e un genero dell’ex premier Wen Jiabao (la famiglia della quale era nota l’immensa ricchezza dopo l’inchiesta del 2012 pubblicata dal New York Times); un cugino dell’ex presidente Hu Jintao; i parenti del venerato Deng Xiaoping e di Li Peng, il falco della Tienanmen. E poi molti tra i più ricchi imprenditori della Cina e di Hong Kong. Anche se avere una società offshore non è di per sé reato in Occidente e nemmeno in Cina, per un Paese come la Repubblica Popolare questa pratica è doppiamente imbarazzante: l’economia è centralizzata e controllata, ogni investimento dev’essere timbrato da un’infinità di autorità. E poi, come hanno fatto le famiglie dei dirigenti cinesi ad arricchirsi tanto da sentire il bisogno di aprire un conto o un’attività offshore? I documenti dimostrano che quando la leadership post-maoista promette pulizia e «frugalità», in realtà non pensa a se stessa. Ma quest’ipocrisia coinvolge an- mila cittadini cinesi, secondo l’International Consortium of Investigative Journalists, hanno conti offshore nelle Isole Vergini britanniche. Tra di loro una dozzina di «principi rossi», parenti dei leader della Repubblica popolare mila miliardi di dollari: l’ammontare complessivo massimo stimato dei capitali esportati illegalmente da cittadini cinesi dal 2000 a oggi. Valutazioni più prudenti parlano di mille miliardi di dollari fuggiti all’estero 22 4 È rimasto in silenzio di fronte ai giudici per sei ore, l’avvocato e docente di diritto Xu Zhiyong, fondatore del Movimento dei Nuovi Cittadini che si batte contro l’inquinamento e la corruzione e per la trasparenza dei patrimoni dei funzionari. Proprio nel giorno in cui emergevano i dati sui conti offshore miliardari di molti cinesi, compresi nomi vicini all’élite politica della Repubblica Popolare, Xu è stato processato ieri a porte chiuse alla Corte intermedia del Popolo N.1 di Pechino per «assembramento finalizzato al disturbo dell’ordine pubblico». Una pena di cui sarà quasi sicuramente ritenuto colpevole con una condanna a cinque anni di carcere, come chiesto dall’accusa. «Non vogliamo prendere parte a questa commedia, non siamo attori», ha dichiarato fuori dal tribunale l’avvocato di Xu Zhiyong, Zhang Qingfang, per motivare la scelta del suo assistito e dell’intero team legale di rimanere in silenzio durante l’udienza. La richiesta dell’imputato di ascoltare che grandi istituti internazionali come Credit Suisse e Ubs, che avrebbero un ruolo centrale nella delocalizzazione delle ricchezze dei cinesi alle Isole Vergini. Il conto dei capitali rifugiati nel paradiso fiscale varia ma dal 2000 a oggi si stima che dalla Cina siano stati esportati illegalmente tra i mille e i 4 mila miliardi di dollari. Non si tratta solo di miliardi, ma di potere e politica. Quest’anno è stato condannato all’ergastolo Bo Xilai, astro nascente del Politburo di Pechino, per corruzione. Sotto inchiesta per corruzione c’è l’ex capo dei servizi segreti Zhou Yongkang, che controllava il business del petrolio. La settimana scorsa l’ex premier Wen Jiabao ha sentito addirittura la necessità di scrivere a un giornale di Hong Kong per negare di essere personalmente coinvolto negli affari della famiglia. È evidente che la campagna di Xi Jinping contro «corruzione, edonismo e stravaganza», fa paura. Ma poi si scopre che un cognato di Xi è negli elenchi oscuri delle Virgin Islands. Guido Santevecchi @guidosant © RIPRODUZIONE RISERVATA A congresso I vertici del Partito comunista cinese(Reuters) Testimoni Il racconto del grande giornalista, tra i protagonisti della web serie su Corriere.it: dal viaggio per l’Argentina al ritorno in Italia In esilio con Vera, sognando la fine del fascismo Arrigo Levi: «Insieme a Buenos Aires, io la aiutavo nelle sue fughe d’amore» Arrigo Levi, fra i protagonisti della nostra web serie «Il rumore della memoria», che trovate su Corriere.it, è uno dei più grandi giornalisti italiani. Lo abbiamo conosciuto come straordinario innovatore: è stato il primo conduttore professionista di un telegiornale italiano. Prima del 1966, infatti, le notizie televisive venivano lette da speaker che non erano giornalisti ma avevano una bella voce e sapevano presentare un bollettino preconfezionato. Lo abbiamo ammirato poi come il volontario che parte per Israele e si arruola - per un an- no -, pronto a difendere con le armi l’esistenza dello Stato ebraico. Lo abbiamo sempre seguito come inviato speciale, come corrispondente dall’estero, come editorialista del Corriere della Sera, come consigliere per i problemi internazionali di due presidenti della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano. E lo stimiamo come uomo colto, profondo, ma anche semplice e schietto. Dalla sua città natale, Modena, ha ereditato le doti più preziose: grinta, coraggio e una fiera bonomia. Lo scrivo con orgoglio, perchè Modena è la mia città. Anche Vera, alla cui storia è dedicato il docu-web, è per metà modenese. Nella città della Ghirlandina era nato il padre, e la sua famiglia, Vigevani, era legatissima a quella dei Levi. Quando furono promulgate le leggi razziali, nel 1938, i genitori di Vera decisero di espatriare rapidamente (lo voleva soprattutto la mamma), e scelsero l’Argentina, salpando da Genova. La ragazzina, che aveva 11 anni, era eccitata e curiosa per il lungo viaggio. Il suo nonno materno, Oggi il quarto episodio Amici Vera Vigevani Jarach a casa di Arrigo Levi a Roma: si conoscono dall’infanzia La web serie e il film Il progetto Il rumore della memoria è una web serie del regista Marco Bechis, che ne è anche autore con Antonio Ferrari, Caterina Giargia e Alessia Rastelli. Racconta di Vera Vigevani Jarach, che ebbe un nonno ad Auschwitz e una figlia desaparecida. La storia sarà presto anche un film Ettore Camerino, che le aveva regalato 50 lire per comprarsi dei libri, aveva invece deciso di restare a Milano: una scelta che si rivelò fatale. I Levi attesero ancora, prima di lasciare Modena: forse, come Ettore Camerino, avevano la speranza che la situazione potesse migliorare. Ma nel ‘42, il peggioramento del clima politico, le continue angherie dei fascisti, la mancanza di lavoro (a causa delle leggi razziali), spinsero anche i Levi a partire, per raggiungere chi li aveva preceduti a Buenos Aires. Il viaggio fu un’odissea. Furono obbligati a lasciare l’Italia e a raggiungere un porto spagnolo per l’imbarco. A Genova, per Vera, vi era stata una partenza quasi normale, con il padre sul ponte della nave che gridava «Viva l’Italia». Per Arrigo e i suoi, che avevano venduto le Continua il successo della web serie del Corriere della Sera «Il rumore della memoria», che nei primi tre giorni sfiora i 200 mila streaming. Online oggi su Corriere.it la quarta puntata, dal titolo La fuga di noi fortunati. La protagonista Vera Vigevani Jarach incontra il giornalista e amico Arrigo Levi e rievoca con lui la partenza, di entrambi, per l’Argentina. Nello stesso episodio Vera si confronta anche con la superstite di Auschwitz Goti Bauer. loro proprietà a Modena, somigliava assai più ad una fuga. Il futuro celebre giornalista aveva molta simpatia per l’amica di famiglia, mezza modenese e mezza milanese, e avendo due anni in più si comportava come un fedele compagno. Anzi, quando Vera gli confidò che aveva un fidanzatino, Arrigo offrì generosamente la propria complicità: insomma, era pronto a «coprirla». Le famiglie di Buenos Aires, a quell’epoca, non erano molto diverse da quelle italiane. «Era sconveniente, anzi era quasi impossibile che una ragazzina dell’età di Vera potesse uscire da sola, la domenica, magari per andare a ballare - racconta Arrigo -. Allora facevamo così. Io, che ero più grande, la passavo a prendere. Lei si incontrava con il fidanzatino, e a sera ci davamo appuntamento, in modo da riaccompagnarla a casa per tempo, senza destare sospetti. Beh, qualche volta facevano tardi e io mi arrabbiavo perché ne avevo la responsabilità. Poi però Vera e il fidanzatino si sono sposati». Arrigo ricorda gli anni dell’esilio, e il sogno di poter tornare presto. «Noi non ce l’avevamo con gli italiani. Ce l’avevamo con i fascisti, e seguivamo le notizie nella speranza che il regime cadesse e che la Germania venisse sconfitta. Ma in realtà, voglio sottolineare che noi non sapevamo nulla dei campi di sterminio. Nulla. Mai avrei potuto immaginare l’orrore della Shoah». Levi diventa pensoso. Pur essendo caratterialmente un ottimista che non si arrende mai, ci regala un’amara riflessione: «Sì, sono angosciato da una triste realtà. Allora, con le armi tradizionali, la gente moriva. Ma per fortuna non esistevano gli strumenti di morte letali, cioè gli ordigni nucleari che oggi molti Stati possiedono. Questo fa paura. E’ un mondo diventato estremamente pericoloso». Il grande giornalista, che abbiamo incontrato nella sua casa di Roma, ci saluta ricordando un dettaglio famigliare. «Alla fine della guerra abbiamo cominciato a pensare al ritorno in Italia, mentre la famiglia di Vera decise di restare. Sapete quando siamo arrivati a Modena? Il 2 giugno del 1946. Mio padre avrebbe fatto qualsiasi sacrificio per poter essere a casa quel giorno. Il perché è semplice: voleva arrivare in tempo per votare al referendum istituzionale sulla scelta tra monarchia e repubblica. Riuscì a votare. Era doppiamente felice: di essere tornato e di aver esercitato il proprio dirittodovere di elettore. Io lo accompagnai al seggio, ma non potei votare perché avevo solo 20 anni. Allora, il diritto-dovere del voto si esercitava a 21 anni, dopo essere entrati nella maggiore età». Antonio Ferrari [email protected] @ferrariant © RIPRODUZIONE RISERVATA Giurista Xu Zhiyong cinque testimoni a sua difesa era stata infatti respinta e per Zhang «il processo si preannunciava talmente iniquo che solo rispondere alle domande sarebbe sembrata una confessione. Il silenzio era l’unica difesa, la nostra protesta». Xu, 40 anni e professore all’Università di Pechino, da anni impegnato sul fronte sociale e politico e già arrestato per questo in passato, si trova in stato di detenzione da luglio. Era stato fermato con altri attivisti per avere chiesto ai leader politici maggiore trasparenza nella lotta alla corruzione che il governo si è impegnato a lanciare, chiedendo la pubblicazione dei loro stessi patrimoni. Una sfida aperta al Partito comunista, nonostante alcuni obiettivi siano comuni, che è costata ai Nuovi Cittadini e ad altre organizzazioni della società civile una dura repressione. Dall’aprile 2013, le autorità hanno arrestato 17 persone legate al movimento di Xu, tre di loro sono sotto processo e altri sei compariranno in aula nei prossimi giorni. Ieri, mentre fuori dal tribunale si teneva una manifestazione di sostenitori dei Nuovi Cittadini, l’ambasciata americana a Pechino ha chiesto l'immediato rilascio di Xu Zhiyong. Critiche al processo sono arrivate anche dalle organizzazioni internazionali a partire da Amnesty International. R.E. © RIPRODUZIONE RISERVATA Esteri 13 Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014 Il fenomeno Negli spot riferimenti alla storia con l’attrice e alla compagna Valérie (che incassa la solidarietà di Bernadette Chirac) Aggressione a un ufficiale, fermato Dieudonné Parigi, effetto Hollande Tutti pazzi per il casco Dopo le fughe in incognito da Julie DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — «Signor presidente, visto che lei è un fan, i Daft Punk sono nella playlist di Virgin Radio», si legge nella pubblicità su Le Monde, sotto l’immagine stilizzata di due caschi. Il casco è l’accessorio del momento: lo indossano, da dieci anni, i musicisti francesi Thomas Bangalter e Guy-Manuel de Homem-Christo che sotto il nome di Daft Punk sono stati il tormentone planetario del 2013, e lo indossa pure il presidente della Repubblica François Hollande — per non farsi riconoscere, proprio come i Daft Punk —, nelle foto che lo ritraggono mentre entra ed esce dall’appartamento dell’amante Julie Gayet, al numero 20 di rue du Cirque. Una straordinaria pubblicità gratuita anche e soprattutto per l’azienda Motoblouz che produce il casco modello «Dexter» usato dal presidente: le vendite hanno registrato un picco improvviso, le scorte sono finite nel giro di 24 ore. «Di solito per vendere 1.000 pezzi ci vogliono 10 o 15 giorni — dice il fondatore dell’azienda Thomas Thumerelle —, adesso vanno via in 24 ore». La fabbrica del casco presidenziale è una piccola impresa di 45 dipendenti a Carvin, una cittadina di neanche 20 mila abitanti nel Nord della Francia, nel dipartimento del Pas-de-Calais. Con impareggiabile tono tra beffa e sincera gratitudine, la Motoblouz ha pubblicato ieri su Libération un grande omaggio pubblico al presidente. «Grazie di avere scelto il nostro casco per la sua sicurezza — si legge nell’annuncio —. Salutiamo la scelta di una marca francese per i suoi spostamenti su due ruote» (in realtà se il casco è francese lo scooter è l’italiano Piaggio, e per questo il titolare di un concessionario Peugeot aveva scritto nei giorni scorsi un’altra lettera semiseria al governo per lamentarsi del mancato patriottismo di Hollande). La pubblicità su Libération prosegue con allusioni non leggerissime alla complicata situazione sentimentale del presidente: «Altri modelli della nuova collezione la attendono per le sue prossime gite, e sul nostro sito troverà anche giubbotti da donna, il regalo ideale per un San Valentino riuscito. Non riesce a decidere, il suo DAL NOSTRO CORRISPONDENTE l’agenzia femminile di incontri extraconiugali che ha pubblicato un manifesto con un «budino» (vecchio soprannome di Hollande) morsicato, e il sito concorrente be2.fr che si rivolge alla compagna tradita — «Cara Valérie, il cambiamento è adesso (slogan elettorale di Hollande)» — assicurandole l’iscrizione gratuita (a proposito di Trierweiler, ieri l’ex première dame Bernadette Chirac ha reso noto di averle scritto una lettera di solidarietà). Nel 2005, quando il predecessore Nicolas Sarkozy disse che avrebbe disinfettato le banlieues «col Kärcher», l’azienda tedesca dei potenti aspiratori e pulitori a vapore protestò per la pubblicità negativa, diffidando poi gli uomini politici francesi di usare ancora quell’immagine. Sarkozy sta per tornare, ma come testimonial Hollande lo ha già superato. PARIGI — L’umorista diventato agitatore antisemita Dieudonné è stato posto in stato di fermo fino a tarda sera e interrogato a lungo dai gendarmi di Anet, a circa 80 chilometri da Parigi, perché sospettato di avere sparato in aria un colpo di flashball (l’arma che usa proiettili di gomma) per minacciare un ufficiale giudiziario. Intorno alle ore 20 di lunedì l’ufficiale giudiziario si era presentato a casa di Dieudonné e della moglie Noëmie Montagne, a Dreux, per notificargli una nuova ingiunzione di pagamento delle somme alle quali Dieudonné è stato condannato, nel corso degli anni, per antisemitismo e incitamento all’odio razziale (il totale delle multe da pagare è stimato in 65 mila euro). Dieudonné si è rifiutato di rispondere alle domande dell’ufficiale giudiziario, lo ha cacciato in malo modo e avrebbe poi sparato un colpo in aria. L’ufficiale ha presentato denuncia, Dieudonné ha negato di avere usato la pistola flashball, ma quell’arma è stata poi trovata a casa sua durante una perquisizione. Dopo gli insulti alla Shoah e la proibizione dello show «Le Mur» decisa dal ministro dell’Interno, Manuel Valls, Dieudonné dovrà presto fare fronte anche alle inchieste per riciclaggio, malversazioni e frode. @Stef_Montefiori © RIPRODUZIONE RISERVATA Prima dello scandalo Il presidente francese François Hollande, 59 anni, in una foto dell’ottobre 2013 mostra un nuovo modello di casco in dotazione al Corpo dei vigili del fuoco (Afp) cuore è combattuto? Chiami pure i nostri motoconsiglieri per essere guidato nella scelta». Comunque, l’azienda ha già ribattezzato il casco «Dexter Président». La relazione di Hollande con l’attrice Gayet e gli aspetti più distanti dalla Precursori Thomas Bangalter e Guy-Manuel de Homem-Christo, in arte «Daft Punk», duo francese di musica elettronica: col casco da sempre Il comico antisemita solennità dell’Eliseo vengono da giorni sfruttati dai pubblicitari francesi: c’è l’autonoleggio Sixt che suggerisce al presidente di lasciar perdere lo scooter e affittare piuttosto un’auto con i vetri oscurati, il servizio di autisti privati Drive che gli offre discrezione, Lo scoop Il numero del 10 gennaio del settimanale «Closer» con il servizio sulla storia tra François Hollande e Julie Gayet: nelle fughe dall’Eliseo, lui indossava il casco per non farsi riconoscere Stefano Montefiori © RIPRODUZIONE RISERVATA S. Mon. 14 Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera Cronache L’inchiesta Il figlio del Guardasigilli non figura tra i 12 indagati per bancarotta Chi è Milano Gruppo Ligresti e crac, una mail coinvolge l’ex manager Peluso I pm: operazione ideata per privilegiare Unicredit MILANO — Un’operazione da bancarotta fraudolenta preferenziale. Che ora, in relazione al fallimento nel 2012 dell’immobiliare Imco di Ligresti, induce il pm milanese Luigi Orsi a chiedere al gip Roberto Arnaldi di interdire per due mesi dalle cariche societarie 12 indagati ex amministratori. Ma che un manager testimone, e soprattutto il sequestro di una mail di Piergiorgio Peluso, riconducono al- Trasferimento sospetto Nel 2010 la preziosa area destinata al Cerba viene trasferita dalla Imco alla holding Sinergia la volontà nel 2010 proprio dell’allora n.1 di Unicredit Corporate Banking, figlio del ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, investita a fine 2013 dalle polemiche per le telefonate con la compagna e il fratello di Salvatore Ligresti sulla salute in carcere di Giulia Ligresti. Per privilegiare Unicredit fra i debitori della holding immobiliare Sinergia del gruppo Ligre- sti, infatti, nell’agosto 2010 la controllata Imco (che possedeva la preziosa area del futuro polo scientifico Cerba) sarebbe stata depauperata di questo unico cespite di valore, dato in pegno alla banca, e le sarebbero stati accollati 108,5 milioni di debiti bancari in vece della controllante Sinergia. Un commercialista amministratore di parecchie società di Imco, Luciano Betti, ha deposto che «questa operazione di ristrutturazione del debito» di Sinergia, «chiaramente strumentale» a «rimborsare la banca Unicredit, fu negoziata per il gruppo Ligresti da Salvatore Rubino (amministratore delegato di Imco e direttore generale di Sinergia, ndr) e dai dirigenti Peluso e Perco per Unicredit». E tra le carte depositate dal gip ai legali dei 12 ex amministratori, ci sono appunti allegati ad «alcune mail sequestrate» nelle quali nel 2009 e 2010 l’ora indagato «Rubino», dietro lo pseudonimo Aurelio, «e Piergiorgio Peluso di Unicredit» (che allo stato non risulta indagato) strutturano l’operazione descrivendola esplicitamente — ritengono gli inquirenti — «come una tecnicalità per realizzare l’operazione di trasferimento del debito di Sinergia a Imco». Nel 2009-2010 Sinergia, holding immobiliare dei Ligresti che controllava Imco, e che dal 2001 era zavorrata da un disastroso investimento sulle azioni Bipop Carire, nel 2010 non ha infatti i soldi né per ottenere altre proroghe né per rimborsare la scadenza del debito di 88,5 Piergiorgio Peluso 45 anni, direttore finanziario di Telecom Italia, figlio del ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, è stato amministratore delegato di Unicredit Corporate Banking nel 2009-2010 Con le mamme dei bimbi morti Terra dei fuochi Napolitano commosso Giorgio Napolitano ha incontrato al Quirinale le mamme della Terra dei fuochi che hanno perso i propri bambini. «Si è commosso, con le lacrime agli occhi», ha raccontato don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, presente all’incontro. Il presidente ha promesso «attenzione». © RIPRODUZIONE RISERVATA milioni con Unicredit e di 20 con Ge Capital (ex Interbanca). L’amministratore delegato Rubino disegna allora l’operazione che sposta il debito dalla controllante Sinergia alla controllata Imco, il cui unico tesoro, e cioè l’area del futuribile Cerba, viene dato in ipoteca ai creditori bancari. Inoltre agli amministratori di Imco viene fatto deliberare l’acquisto da Sinergia per 76 milioni delle quote della Tenuta Cesarina srl, nonostante questa azienda agricola di 679 ettari nella riserva naturale della Marcigliana (Roma) non potesse avere sviluppi edilizi, il suo volume d’affari annuo fosse di soli 750.000 euro e negli ultimi 4 anni avesse bruciato 6 milioni di euro di perdite. L’operazione arride a Unicredit e a Sinergia, ma affonda Imco sotto debiti bancari che in 5 mesi salgono da 118 a 246 milioni. Ora a spiegare «il senso dell’operazione», oltre al teste Betti, ci sono nelle mail sequestrate i messaggi del «4 novembre 2009 e 8 aprile 2010 inviati da Rubino (con lo pseudonimo Aurelio) ad esponenti delle banche», e cioè l’una a Giovanni Matteo Ferro Luzzi di Ge Capital e l’altra a Peluso di Unicredit. Nel «testo allegato» a quelle mail «sono esplicitate», proprio nei termini indicati da Betti e ricostruiti dai consulenti del pm, «le motivazioni del differimento del termine discusso con le banche e il disegno volto al trasferimento del debito e degli assets». Tangente sui rifiuti pericolosi MILANO — Oltre 217.000 tonnellate di rifiuti pericolosi trattati illecitamente, falso in un collaudo, truffa per 37 milioni: indicata nel 2011 come modello, la bonifica dell’area ex Sisas di Pioltello è riscritta da sei arresti del gip Luigi Varanelli, tra i quali quello di Luigi Pelaggi, allora capo della segreteria tecnica del ministro dell’Ambiente Prestigiacomo e commissario delegato di governo dopo l’arresto dell’imprenditore Giuseppe Grossi per frode fiscale da 22 milioni nella bonifica di «Montecity». Intercettazioni casuali della Procura di Latina su un indagato comune (l’imprenditore ambientale Francesco Colucci) hanno consentito ai pm milanesi Pirrotta-Basilone-Filippini — che già nel 2011 avevano intercettato un sospetto passaggio di 700.000 euro a Pelaggi — di ricostruire il medesimo schema in almeno sei incontri con Colucci: l’imprenditore prima cerca affannosamente contanti, poi fissa l’incontro, quindi vede Pelaggi. Questi è indagato anche a Taranto nell’inchiesta sull’Ilva. L. Fer. Luigi Ferrarella [email protected] [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Cronache 15 Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014 Le ordinanze 27 Da Zio Ciro a Pummarola Così la camorra spa gestiva le pizzerie romane I locali sequestrati a uomini della camorra in Lazio, Campania e Toscana Un imprenditore muore per evitare l’arresto Partite truccate dai clan, indagato Giannini ministeri in questa sorta di pizza connection in salsa campana: le attività commerciali facenti capo alla famiglia Righi, tre fratelli inquisiti a Napoli per concorso esterno in associazione camorristica che — sostiene l’accusa — a Roma gestivano più di venti esercizi commerciali anche per conto del clan Contini. Guidato da Edoardo Contini, detto O’ romano, rinchiuso al «carcere duro» dal 2007, quando la Squadra mobile di Napoli mise fine alla sua latitanza. I rapporti dei Righi con il crimine campano risalgono agli anni Ottanta, quando un paio di fratelli furono coinvolti in un sequestro di persona orga- nizzato dai camorristi della Nuova Famiglia, i rivali di Raffaele Cutolo. Poi nei Novanta sbarcarono a Roma, esportando l’attività di ristorazione già avviata a Napoli. Che secondo l’indagine dei carabinieri del comando provinciale s’è via via alimentata con i soldi del clan Contini, investiti tra pizzerie e ristoranti. Dopodiché i proventi ricavati sfornando pizze e altre specialità campane erano veicolati su due distinte contabilità: una ufficiale, che faceva capo alle società intestatarie delle quote di proprietà; l’altra sommersa, dove finivano gli incassi «in nero», mai fatturati, dai quali venivano periodicamente stornate cifre sostanziose, per decine di migliaia di euro, impacchettate e spedite a Napoli attraverso appositi e fidati corrieri, dove venivano consegnate a uomini del clan. Per sfuggire ai controlli fiscali, le varie società venivano prima intestate a pre- Ex romanista Giuseppe Giannini La mappa Pizzerie, trattorie e ristoranti Bar, caffetterie e gastronomie I 23 locali sequestrati ieri a Roma nella maxi operazione contro la camorra coordinata dalla Direzione investigativa antimafia Ristorante-Pizzeria Sugo via di Propaganda 22 e Via della Vite 91 ere Bar Caffetteria Ferrara via Fabio Massimo 49 Vaticano Ristorante-Pizzeria Osteria della Vite via della Vite 96 Trattoria-Pizzeria Pizza Ciro via della Mercede 43 Parco Adriano Ristorante Sugo piazza Nicosia 18 Ristorante Pummarola & Drink Stazione via della Maddalena 16 Termini Ristorante Zio Ciro via Zanardelli 9 Ristorante Zio Mario via delle Quattro Fontane 174 Trattoria-Pizzeria Pizza Ciro piazza Sant’Apollinare 37 Bar Frind’s via del Traforo 135 Ristorante Ciro & Ciro piazza Zanardelli 20 Pizzeria Zio Ciro Mangianapoli via della Pace 1 Colosseo Parco Gianicolense Ristorante Da Ottavio corso Rinascimento 17 Ristorante Jamm Ja via dei Baullari 113 Villa La maxi operazione Novanta persone arrestate tra Campania, Lazio e Toscana Gli affari del clan Contini con la complicità di un viceprefetto en a ian Pi nc e Tev Pincio ta na Villa Borghese Via Fium Trattoria-Pizzeria Ciro & Ciro circonvallazione Trionfale 59 VillaZio Ciro Mangianapoli via Col di Lana 14 Albani No m ROMA Ristorante La Pastarella viale Giulio Cesare 64 Ristorante Il Pizzicotto via G. G. Belli 67 Gelaterie Centri estetici Pizzeria Trattoria Via Leone XIII ROMA — Per i cultori dei misteri criminali romani c’è la suggestione del luogo: una delle pizzerie sospettate di essere patrimonio occulto della camorra è in piazza Sant’Apollinare, di fronte alla basilica dov’era sepolto Enrico De Pedis, il boss della banda della Magliana. Ma naturalmente è solo una coincidenza, scherzi degli intrecci fra toponomastica e storie di malavita. Non lo sono invece — a leggere le carte dell’accusa — gli investimenti del clan Contini nella capitale, utilizzati per riciclare denaro e guadagnarne altro, attraverso piatti tipici della cucina napoletana e locali dai nomi di immediato richiamo: Pizza Ciro, Pummarola & Drink, Zio Ciro Mangianapoli, Il Pizzicotto, Jamm ja, La Pastarella. Quasi tutti nel centro storico di Roma, tra il Pantheon e i palazzi del potere. C’è la trattoria in via della Mercede dove mangiava spesso Romano Prodi, che aveva casa proprio lì accanto; c’è un ristorante famoso di corso Rinascimento, a due passi dal Senato; un’osteria in via della Vite che piace alla gente di spettacolo. Tutti da ieri sotto sequestro, anche se resteranno aperti e, anzi, gli avventori saranno pure più garantiti perché i carabinieri che hanno eseguito i provvedimenti hanno già fatto intervenire gli specialisti dei Nas per controllare le condizioni igieniche. Ma non potranno più funzionare da cassaforte della camorra, se l’indagine della Procura antimafia di Roma e dei carabinieri del Reparto operativo sarà confermata nei prossimi gradi di giudizio. Per adesso la sezione misure di prevenzione del tribunale ha accolto la richiesta di sequestro di beni mobili e immobili per un valore stimato in oltre 250 milioni di euro; la più imponente operazione di questo genere mai avvenuta nella capitale. Confermando la tesi sostenuta dai pubblici Sequestrati anche palazzi, terreni, auto, moto e varie società tra cui una di calcio dilettantistico. Individuato anche un episodio, risalente al 2009, di frode sportiva in favore del Gallipoli. Vicenda per la quale è indagato, con l’aggravante della finalità mafiosa, l’ex capitano della Roma Giuseppe Giannini, all’epoca allenatore della squadra salentina. Durante l’esecuzione dei provvedimenti d’arresto, uno dei destinatari, Giuseppe Cristarelli, è morto precipitando dal balcone della sua casa al quarto piano di uno stabile nel quartiere romano di Tor di Quinto. Secondo la ricostruzione della polizia voleva tentare la fuga. Via Con novanta ordinanze di custodia cautelare eseguite ieri tra Napoli, Roma e la Toscana, e con il sequestro di beni per oltre 250 milioni di euro, la Procura nazionale antimafia ha svelato il sistema di reimpiego in canali leciti del denaro accumulato con attività criminali da parte di uno dei più potenti clan camorristici napoletani: i Contini. L’enorme mole di lavoro investigativo che ha visto all’opera tre Procure distrettuali (Napoli, Roma e Firenze) e coinvolto tutti i corpi di polizia, ha permesso di individuare 27 locali, tra bar ristoranti e pizzerie, e un centro estetico che di fatto appartenevano a uomini della camorra. stanome nullatenenti o quasi, poi svuotate del loro contenuto e fatte fallire, con le attività trasferite a nuove società. Le quali restavano in vita per brevi periodi, prima di subire la stessa sorte delle precedenti. Un meccanismo efficace, che presumibilmente si avvaleva della consulenza legale di un viceprefetto in servizio al ministero, ora indagato per associazione a delinquere aggravata dal favoreggiamento della camorra. Studiato per «rendere difficilmente accertabile l’origine del denaro e difficilmente tracciabile la effettiva riferibilità della proprietà di beni ed imprese», sostengono i pubblici ministeri. Che garantiva l’accumulo di «smisurate quantità di denaro contante»; l’analisi dei flussi sui conti correnti ha infatti accertato che «in molti casi i versamenti in contanti superavano addirittura l’importo complessivo dei ricavi della società per il medesimo periodo». Tutto, o quasi tutto, grazie alle pizzerie di cui a Napoli si parlava spesso, tra camorristi. L’ha detto, tra i tanti, il boss Giuseppe Misso,all’anagrafe Missi, detto ‘O nasone, in un interrogatorio da aspirante pentito del 2011: «Nel corso della mia carcerazione avevo saputo, anche con particolari “piccanti”, che Edoardo Contini detto ‘O romano aveva un Parco del Celio Ristorante L’archetto Doria Pamphili via Goffredo Mameli 23 Centro Estetico Il Sole Nel Boschetto via del Boschetto 139 Ristorante Ciro & Ciro piazza della Maddalena 8 Ospedale Ristorante Ciro & Ciro San Giovanni via della Maddalena 11 Gelateria Ciuccula piazza della Rotonda 70 fortissimo rapporto con i fratelli Righi in generale, ma più in particolare ancora con Salvatore, da considerarsi la vera mente della famiglia in questione. In sintesi posso dirle che i Righi sono una delle casseforti del clan Contini, anche se gli stessi Righi riciclano anche i soldi dei Mallardo e dei Moccia». Il particolare piccante era un legame sentimentale tra Edoardo Contini e un’attrice molto nota, risalente al 1990, presentata a ‘O romano proprio da uno dei Righi. «Da quella presentazione era nata una relazione tra il capo camorra e l’attrice», ha raccontato Misso, che sugli «affari di famiglia» raccolse le confidenze di un altro camorrista e di un gioielliere napoletano, «molto addentro nelle questione economiche e negli investimenti dei clan». Ha raccontato ‘O nasone: «Ciascuno indipendentemente dall’altro, e in diverse circostanze, mi dissero che i Righi gestivano ed investivano in ristoranti, sia a Napoli ma poi soprattutto a Roma, i proventi delle attività illecite del clan Contini». CORRIERE DELLA SERA Giovanni Bianconi © RIPRODUZIONE RISERVATA La decisione Per il Tribunale dei minori sono a rischio anche loro come il fratellino di tre anni ucciso e bruciato. Saranno trasferite da Cassano Le sorelline di Cocò finiscono sotto protezione Le sorelline di Cocò non possono più rimanere con la zia, né possono più vivere a Cassano allo Jonio. Saranno trasferiti in una comunità protetta per motivi di sicurezza perché dopo la strage di domenica scorsa le loro vite sono in pericolo. Chi ha ucciso il loro nonno, la ragazza marocchina che viveva con lui e il loro fratellino di tre anni, potrebbe non aver chiuso questa partita di sangue. E tenere le piccole accanto agli adulti che potrebbero essere nel mirino dei killer sarebbe come esporli allo stesso rischio costato la vita a Cocò. Così martedì sera il tribunale dei minori di Catanzaro ha scritto un provvedimento urgente per le bimbe mentre la Corte d’appello deciderà — forse già nelle prossime ore — se concedere gli arresti domiciliari alla loro mamma, Antonia Iannicelli. Se la Corte dicesse sì al ritorno a casa la soluzione perfetta, a questo punto, sarebbe consentire ad Antonia di scontare la pena nella comunità, accanto alle bambine. Stare con le figlie è la sua sola speranza, la sua unica preghiera da quando ha saputo che Cocò è stato ucciso: un colpo di pistola in testa e poi bru- La mamma Non potranno più andare a trovarla in carcere. Oggi si deciderà se darle i domiciliari ciato, i resti abbandonati in un’auto nelle campagne di Cassano. Stessa sorte per suo nonno (che aveva avuto il bimbetto in affido) e per la ragazza marocchina di 27 anni che era diventata anche la seconda mamma di Cocò, che gli voleva bene come fosse suo figlio. Chi può essere tanto spietato da premere il grilletto contro un bambino di tre anni di sicuro non si farebbe troppi scrupoli a colpirne altri. Per questo il Tribunale dei minori ha esteso la decisione del trasferimento in comunità anche ai figli minorenni di Simona, la sorella di Antonia che si trova ai domiciliari e che ha in affido le due nipotine. Anche a Simona potrebbe essere concesso scontare i domiciliari accanto ai suoi Abbracciati Nicola, il bimbo ucciso, con la mamma Antonia bambini. E non è finita. I giudici hanno disposto che vada in comunità anche un altro minorenne della famiglia Iannicelli, il fratello quattordicenne di Antonia e Simona. Ma quando i carabinieri hanno provato a eseguire l’ordine dei giudici e trasferire il ragazzino, martedì sera, lui ha minacciato il suicidio e l’operazione è stata sospesa. Si riproverà forse già oggi e il quattordicenne stavolta poterebbe seguire le indicazioni dei giudici che, sembra, siano orientati a un parere favorevole per tenere nella stessa comunità anche le sue sorelle. «Abbiamo segnali che ci fanno sperare di poter rivedere insieme, finalmente, questi bambini e le loro mamme», annuncia Franco Corbelli, presidente del movimento per la legalità e i diritti civili. Insieme. In un luogo lontano da Cassano e da possibili vendette fra spacciatori. Un luogo che diventa anche una chance per questi bambini cresciuti a pane e visite in carcere. Hanno quasi tutti guai con la legge per questione di droga, a casa Iannicelli. E i bimbi hanno conosciuto loro malgrado il mondo a sbarre. Il più piccolo ad averlo fatto è stato l’ultimo nato di Simona: aveva pochi giorni di vita, lei voleva mostrarlo al papà in carcere. Le dissero: va bene, ma tu non puoi vedere tuo marito; consegnalo agli agenti e glielo porteranno loro. Così fu. Sembra di vederlo, quel fagottino, sorretto da braccia in divisa. Fortuna che non ne avrà ricordo. Giusi Fasano © RIPRODUZIONE RISERVATA 16 Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera Cronache 17 Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014 La storia Il bambino è l’unico che si è accorto dell’incendio del camper-fattoria a Penfield, nello Stato di New York. Con lui soffocati il nonno e lo zio Il coraggioso Tyler salva tutti e poi muore nell’incendio Otto anni: portati via i cuginetti si è rituffato tra le fiamme Vittima DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK — Un bambino di 8 anni che si accorge di un incendio nella notte, aiuta a mettere in salvo sei persone compresi due cuginetti di 4 e 6 anni, poi si infila di nuovo negli spazi angusti della casa mobile e muore in una trappola di fumo e di fuoco nel tentativo di salvare il nonno. Questa è una storia di coraggio e di amore di un ragazzino che approfittava di ogni occasione per andare a trovare Louis Beach, al quale era molto affezionato, in un «trailer» malridotto, sistemato, però, in un bel posto, tra gli alberi. Ma è anche una storia di ordinaria povertà della provincia americana: famiglie di lavoratori, bianchi, nel cuore dello Stato di New York, a poche miglia dalle cascate del Niagara e dal Canada. Ed è un caso di incuria dal sapore nostrano che non ti aspetti nell’America dell’ossessione per le misure antincendio: una vecchia abitazione prefabbri- La casa trasportabile Una piccola casa di metallo, trasportabile con un camion, in cui vivevano addirittura nove persone cata, priva di allarmi e di «detector» per il fumo, che era stata più volte dichiarata inabitabile dai pompieri. E invece in questa casa metallica molto stretta, abbastanza piccola da poter essere trasportata con un camion, vivevano addirittura nove persone perché nonno Louis, generoso quanto incauto, ospitava spesso parenti in difficoltà che preferivano il tetto precario della «mobile home» a una vita da «homeless». Lunedì scorso Tyler Doohan, con le scuole chiuse nel giorno in cui l’America celebra il «Martin Luther King Day», aveva chiesto e ottenuto dai parenti coi quali viveva a Rochester il permesso di stare per un po’ nel trailer del nonno. A Penfield, poche miglia più in là, aveva trovato, oltre ai nonni e a uno zio invalido, un’altra famiglia di parenti con tre figli, momentaneamente priva di alloggio. Tyler, a sua volta figlio di una coppia povera e con problemi, amava quella casetta poverissima ma che a lui doveva sembrare favolosa, soprattutto in estate: il fuoco all’aperto tra gli alberi, i cani, i gatti, conigli, criceti. Il nonno aveva trasformato il «trailer» in una piccola fattoria degli animali: tutti A destra Tyler J. Doohan, 8 anni, è morto dopo aver salvato sei persone dall’incendio della sua casa mobile nello Stato di New York (a sinistra). Il piccolo ha tentato invano di portare via anche lo zio disabile (foto Facebook e Whec Tv) La vicenda L’incendio Nella notte tra domenica e lunedì scoppia un incendio, forse per un guasto elettrico, in un prefabbricato di Penfield, nello Stato di New York. All’interno ci sono nove persone I salvataggi Poco prima delle cinque del mattino Tyler J. Doohan, 8 anni, viene svegliato dal crepitio delle fiamme e dà l’allarme e dà una mano a portare in salvo due bambini e altri quattro membri della famiglia L’ultimo gesto Tyler decide di tornare dentro per portare fuori anche il nonno e lo zio con disabilità, ma dalla casa mobile non riesce più a sfuggire Il bilancio In tutto il bilancio è di tre morti: il piccolo Tyler, lo zio Steve di 54 anni e il nonno Louis Beach (57). Nell’incendio è morto anche il cane di famiglia Milano Truffa da cento milioni Mandato d’arresto per Fabio Riva MILANO — Invece di andare a sostenere le sofferenti esportazioni delle aziende italiane all’estero in piena crisi economica, negli ultimi 5 anni 100 milioni di euro di fondi pubblici sono finiti illegalmente nelle casse della Riva Fire spa (la holding della famiglia Riva che controlla l’Ilva) attraverso il paravento della società svizzera Ilva sa. Associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato è l’accusa in base alla quale il gip di Milano Fabrizio d’Arcangelo ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Fabio Riva (che si trova in Inghilterra), figlio di Emilio Riva, il patron del gruppo proprietario dello stabilimento di Taranto, anche lui indagato, e di altre quattro persone. Sequestrati anche beni per 100 milioni alla Riva Fire Spa. Secondo i pm milanesi Stefano Civardi e Mauro Clerici, il meccanismo ideato dagli indagati riguardava la vendita degli enormi tubi prodotti dall’Ilva di Taranto per oleodotti o gasdotti alle compagnie petrolifere straniere. Lo Stato interviene con i fondi della legge aiutando quelle imprese italiane che, per battere la concorrenza, vendono i propri prodotti all’estero accettando pagamenti a lunga scadenza, oltre i due anni. Ma le ricche compagnie petroliere i tubi li pagano al massimo in 90 giorni. Ed allora, secondo l’accusa, la Ilva italiana, per accedere lo stesso ai fondi, vendeva alla sorella svizzera che si impegnava a pagare il 15% subito e il resto in 5 anni, ma che lo stesso giorno rivendeva alle compagnie petrolifere. Giuseppe Guastella © RIPRODUZIONE RISERVATA morti soffocati nell’incendio, insieme a zio Steven che aveva una gamba sola. Non ha fatto in tempo nemmeno a raggiungere le grucce per trascinarsi fuori. Ma Tyler è stato trovato morto in fondo a questa casa-trappola, tra i giocattoli fusi dal calore e vicino al letto di suo nonno che aveva 57 anni ed era in buona salute, ma evidentemente è stato soffocato dal fumo prima di rendersi conto di quello che stava accadendo. «Queste case sono pericolosissime» ha spiegato uno dei pompieri: una scatola di metallo piena di materiali infiammabili e con poche, piccole finestre. Un allarme antifumo avrebbe dato Gli animali asfissiati Il nonno aveva trasformato il «trailer» in una piccola fattoria degli animali: tutti morti soffocati nell’incendio a tutti la possibilità di mettersi in salvo. E la manutenzione della «mobile home» lasciava, com’è facile immaginare, a desiderare. La nonna che si è salvata perché è stata svegliata, come gli altri, da Tyler mentre portava in salvo i due cuginetti, ha raccontato che, una volta fuori, il ragazzino è rimasto un attimo a guardare atterrito, come gli altri, le fiamme che si sprigionavano dalla casa, probabilmente causate dal malfunzionamento di una stufa. Poi si è infilato nello stretto corridoio, ma in meno di un minuto tutta la casa è stata avvolta dalle fiamme. Una storia commovente, resa unica dal gesto coraggioso di Tyler, ma non infrequente. Nel solo piccolo borgo di Penfield, i cui pompieri sono tutti volontari, questa è la terza «mobile home» distrutta dal fuoco nell’ultimo anno. Case pericolose, ma anche economiche e che, all’occorrenza, possono essere spostate con relativa facilità: per questo in una nazione ricca ma nella quale molti lavoratori sono scivolati in condizioni di povertà, tanta gente vive in alloggi come questo. Famiglie talmente povere che non hanno nemmeno i soldi per pagare i funerali delle tre vittime. I vicini hanno fatto una colletta raccogliendo i 12 mila dollari necessari. Massimo Gaggi © RIPRODUZIONE RISERVATA 18 Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera Cronache 19 Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014 Il commento Nel 2000 si annunciava il carcere per omessa dichiarazione dei redditi: da allora sono passati 14 anni e non se n’è fatto nulla Condoni fiscali, rate e giudici distratti L’Italia degli evasori senza punizione Angiola Armellini accusata di nascondere 1.243 immobili e gli altri casi SEGUE DALLA PRIMA Sia chiaro: la figlia del palazzinaro Renato Armellini, il «re del mattone» per il quale fu adattato («Quod non fecerunt barbari, fecerunt Armellini») un antico e feroce adagio contro la famiglia Barberini, è innocente finché non sarà condannata nei tre gradi di giudizio. Auguri. Come ricorda il Messaggero, tuttavia, non solo il padre finì in numerose inchieste giudiziarie per bancarotta e truffa, e si sa che le colpe non possono ricadere sui figli, ma lei stessa «nel 1991, assieme al padre e alla sorella Francesca, era rimasta coinvolta in una frode fiscale e falso in bilancio per oltre 500 miliardi di lire. E ancora, nel 1996, la donna fu coinvolta, assieme all’ex marito Alessandro Mei, in una bancarotta fraudolenta da 200 miliardi di lire». Insomma, non è nuova a grattacapi del genere. Un’Ansa del 1996 ricorda: «Un’amnistia “salva” dal Fisco gli eredi del costruttore Armellini. La settima sezione del Tribunale di Roma ha infatti concesso l’amnistia ad Angiola, Francesca ed Alessan- La vicenda Erede Angiola Armellini è la figlia di Renato (qui sotto con lui in una foto del ‘74 davanti alla stazione dei carabinieri dopo un tentativo di rapimento), capostipite di una delle più importanti e discusse dynasty romane del mattone L’indagine La Guardia di Finanza, attraverso il Le denunce Ottomila scoperti dalla Finanza lo scorso anno: 1.771 sono stati denunciati, avevano nascosto redditi per 17, 5 miliardi Salotti Angiola Armellini a Palazzo Alberini: l’imprenditrice è molto conosciuta a Roma per la sua presenza nei salotti (Jpeg) dra Armellini, figlie di Renato, imputate di evasione fiscale e falso in bilancio per avere occultato — secondo quanto afferma l’associazione Codacons in un comunicato — profitti per circa 1000 miliardi di lire. In seguito ad una denuncia di un collaboratore di Armellini gli inquirenti indagarono su quattro società che attraverso un gioco di fusioni e accorpamenti e false partecipazioni avrebbero occultato profitti di un’attività edilizia molto vasta: ben 2.500 appartamenti costruiti e venduti nella Capitale. La Guardia di finanza accertò nel 1988 l’evasione fiscale e le falsità compiute per nascondere i profitti. Le eredi di Renato Armellini hanno ottenuto un condono per 10 miliardi rateizzati al posto dei 350 miliardi evasi. Nel corso del processo i difensori hanno sostenuto che la somma sborsata dagli Armellini era sufficiente perché nessun ufficio fiscale aveva inviato un avviso di accertamento dei redditi evasi. Così come nessun giudice aveva inviato entro il novembre ‘92 un decreto di citazione a giudizio. In casi del genere, hanno spiegato gli avvocati, il condono si ottiene pagando un’imposta sul 20% di quanto dichiarato nella denuncia dei redditi». Come mai, chiedeva furente l’associazione dei consumatori avvertendo che avrebbe denunciato tutti, «queste fortu- 1243 Gli immobili riconducibili ad Angiola Armellini. Quasi tutti (1.239) sono nel territorio romano: un migliaio a Ostia, tra appartamenti e uffici, una cinquantina nel quartiere Laurentino. Due le case dove ha vissuto la signora Armellini: un attico a Borgo Pio e una villa all’Eur ne capitano solo ai palazzinari? Come mai l’ufficio delle imposte ha omesso di notificare agli Armellini gli avvisi di accertamento per i profitti occultati? Come mai il giudice istruttore ha lasciato trascorrere due anni prima di ordinare il rinvio a giudizio? Come mai il presidente della settima sezione ha lasciato passare un altro anno prima di citare a giudizio gli Armellini?». Dice oggi la Finanza che la signora, pur avendo portato nel 1999 la residenza a Montecarlo e risultando cittadina monegasca fino al 2010, risulta aver vissuto dapprima «senza dichiararlo, in un’ampia villa all’Eur e, successivamente, in un lussuoso appartamento su due piani in- Il metodo Nel 2011 la Svizzera bocciò Stamina Già nel 2011 la Svizzera bocciò il metodo Stamina di Davide Vannoni. Il Cardiocentro Ticino, dopo essere stato contattato dal gruppo Stamina, escluse infatti «ogni collaborazione». Tra le motivazioni: l’«opacità del protocollo di ricerca», l’«inconsistenza scientifica», l’assenza di pubblicazioni e la «dubbia reputazione dei ricercatori coinvolti». Gli stessi criteri alla base del giudizio emesso da parte del comitato scientifico nominato dal ministro Lorenzin. testato a società lussemburghesi» nel centro di Roma, neppure «classificato come civile abitazione». Se Angiola Armellini abbia davvero nascosto negli ultimi anni al Fisco, attraverso un giro di società, due miliardi e cento milioni di euro frutto della rendita di 1.243 immobili sui quali non sono mai state pagate neppure l’Ici e l’Imu, così come risulta dalle accuse del sostituto procuratore Paolo Ielo e dei finanzieri che hanno «proceduto al disconoscimento degli effetti scriminanti di 10 scudi fiscali presentati nel 2009», lo accerteranno i giudici. Ma certo stupisce la velocità con cui la notizia della (presunta) mega-evasione sembra essere stata cotta, mangiata, ruminata, digerita e rimossa dall’opinione pubblica. Come se gli italiani dessero ormai per scontata, anche in momenti come questi di difficoltà pesanti, la presenza di furbetti e furboni che sottraggono risorse alla collettività. Pochi mesi fa la Guardia di finanza comunicò di avere scoperto dal 1 gennaio alla fine di agosto 4.933 evasori totali (poi saliti a oltre ottomila in tutto il 2013) e di avere denunciato 1.771 protagonisti dei casi più scandalosi, che avevano nascosto al Fisco redditi per almeno 17 miliardi e mezzo di euro. Una cifra che da sola vale monitoraggio fiscale in Lussemburgo, Svizzera e Principato di Monaco, e al termine di un’indagine durata un anno e mezzo, ha scoperto 1.243 immobili riconducibili al patrimonio della signora Armellini Le accuse L’imprenditrice è accusata dai finanzieri e dalla Procura di maxievasione, con omessa dichiarazione dei ricavi per 190 milioni. È stata anche denunciata per associazione a delinquere insieme a 11 persone, fra consulenti e prestanome quattro volte l’Imu sulla prima casa. E più del doppio di quel margine di flessibilità per 7,5 miliardi promessoci dall’Europa che a luglio fece scattare verso Enrico Letta una standing ovation in Parlamento. Eppure, su 62.536 persone detenute a fine dicembre 2013 nelle patrie galere di evasori fiscali diciamo così «semplici» praticamente non ce n’è uno. La legge, infatti, prevede il carcere solo per chi è colpevole, in base all’articolo 2 della legge 74/2000, di «dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti». Traduzione: chi non fa fatture false ma finge semplicemente di non esistere («Non ho mai pagato le tasse e me ne vanto. Le tasse sono come la droga, le paghi una volta e poi entri nel tunnel», dice Antonio Albanese nei panni di Cetto La Qualunque) in galera come evasore non ci va. Una situazione che i cittadini perbene, che si trovano a sopportare il peso di un’evasione che si collocherebbe tra i 120 miliardi stimati dalla Corte dei Conti e i 180 calcolati dalla britannica «Tax Research», trovano insopportabile. E che certo non può essere giustificata dall’eccesso (che c’è) di pressione fiscale. All’Agenzia delle entrate contano le ore: proprio in questi giorni potrebbe finalmente passare in Parlamento la delega al governo «alla revisione del sistema sanzionatorio penale tributario secondo criteri di predeterminazione e di proporzionalità rispetto alla gravità dei comportamenti, prevedendo la punibilità con la pena detentiva compresa fra un minimo di sei mesi e un massimo di sei anni, dando rilievo, tenuto conto di adeguate soglie di punibilità, alla configurazione del reato per i comportamenti fraudolenti...». In bocca al lupo. Sarebbe bene, tuttavia, che i cittadini restassero con gli occhi aperti sul cammino reale di questa iniziativa. C’è una notizia dell’agenzia Ansa, infatti, che ricorda come la promessa fosse già stata fatta: «L’omessa dichiarazione sarà punita con la reclusione da uno a tre anni: il limite di punibilità sarà più basso: 100 milioni di imposta evasa. Per le dichiarazioni fraudolente sarà previsto il carcere da sei mesi a sei anni (ridotti a 2 anni se l’evasione è sotto i 300 milioni). La dichiarazione infedele, invece, diventerà reato e sarà punita da uno a tre anni di carcere se supera i 150 milioni di imposte evase e un reddito imponibile occultato pari al 10 per cento...». Non si parlava di euro, ma di lire. E quella promessa di mettere le manette agli evasori fu fatta il 3 marzo del 2000. Da allora sono passati quattordici anni. Gian Antonio Stella © RIPRODUZIONE RISERVATA In manette Pietro Berti, medico, è stato denunciato da alcune pazienti. Capitano Reggente negli anni 90, fa parte del gruppo democristiano Arrestato per molestie ex capo di Stato di San Marino Si è fregiato del titolo di Eccellenza, ha presieduto il Consiglio Grande e Generale in qualità di Capitano Reggente che nella Serenissima Repubblica di San Marino equivale alla carica di capo dello Stato. Ora Pietro Berti, 46 anni, sposato, due figlie, esponente di rilievo del Partito democratico cristiano sammarinese, che qui governa, è rinchiuso nel carcere dei Cappuccini con un’accusa molto pesante: atti di libidine (nel codice penale del Titano rientra tra i reati contro la libertà sessuale) compiuti, lui che di professione è medico di base, a danno di alcune pazienti in cura nel suo ambulatorio a Serravalle. Ad ordinare l’arresto di Berti, che rivestì la carica di capo dello Stato dall’ottobre del Chi è Medico e politico Pietro Berti, 46 anni, è medico di base. È stato Capitano Reggente dall’ottobre 1998 all’aprile 1999 L’accusa È stato arrestato per molestie sessuali dopo la denuncia di alcune sue pazienti 1998 all’aprile del 1999 (6 mesi di rito come prevede la millenaria tradizione sammarinese), è stato il commissario della legge Laura Di Bona. Gli avvocati difensori, Tania Ercolani, Andrea Belluzzi e Alessandra Greco si dicono sicuri che «le indagini saranno utili all’accertamento della verità» e invitano a non divulgare notizie «in violazione della riservatezza». Un’indagine che fa rumore ai piani alti della piccola Repubblica del Titano. Oltre alla carica di Capitano Reggente, Berti fa parte del Consiglio centrale della Dc sammarinese (una sorta di parlamentino). In politica anche la moglie, parlamentare nello stesso partito. L’indagine, secretata dai magistrati, non è finita e potrebbe riserva- re sorprese. Da tempo circolavano voci attorno a Berti e al suo ambulatorio. Le prime denunce risalgono a due anni fa. Una decina i casi, a cominciare, come riporta l’Ansa, dall’espo- sto di due sorelle, una delle quali, in visita da Berti a Catania (dove il medico svolgeva consulenza) per problemi al sistema immunitario, sostenne di essere stata sottoposta ad una visita ginecologica approfondita e ingiustificata: episodio per il quale la magistratura siciliana inviò una rogatoria al Tribunale di San Marino. Gli altri casi sarebbero avvenuti nel- Tradizione Sopra, il simbolo della Repubblica di San Marino A sinistra, la cerimonia di investitura dei Capitani Reggenti lo scorso 1 ottobre (Corbis) l’ambulatorio del Titano e, stando alle denunce, imputano al professionista comportamenti del tutto inadeguati al suo ruolo: inviti alle pazienti a spogliarsi senza che vi fosse alcuna esigenza di carattere medico, apprezzamenti sulla biancheria intima, carezze con finalità sessuali. I primi a muoversi sono stati i vertici dell’Istituto Sicurezza Sociale, di cui Berti è dipendente, che hanno aperto nel settembre scorso un procedimento disciplinare, segnalando il caso all’autorità giudiziaria. A spingere i magistrati all’arresto è stato il timore che il medico, pur a conoscenza delle denunce contro di lui, potesse ripetere comportamenti illeciti. Si sospetta anche l’esistenza di foto scattate alle pazienti durante le visite: perquisiti l’ambulatorio e il suo appartamento. Francesco Alberti © RIPRODUZIONE RISERVATA 20 Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera Cronache 21 Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014 Santa Sede Un no definitivo avrebbe effetti drammatici sui fedeli, un sì sul diritto canonico QUEL MIO VIAGGIO A MEDJUGORJE E IL VERDETTO DEL VATICANO IOR, I PASSI CHE RESTANO DA FARE di M.ANTONIETTA CALABRÒ Verso una scelta aperta: non è dimostrato (sinora) il soprannaturale L di VITTORIO MESSORI L éon Bloy — il «cattolico belva», come amava definirsi — gridava che non c’è fede nell’andare a Lourdes come malati che sperano nella guarigione. Fede, ululava, è solo quella di chi, sano, vada a bagnarsi alla Grotta pregando di ammalarsi, possibilmente di un morbo ripugnante, per partecipare così meglio alla croce del Cristo. Paradosso che mi è capitato talvolta di citare a chi mi chiedeva di dire la mia su Medjugorje. In effetti fui tra i primi a recarmi in quella pianura allora semideserta, al centro della quale si ergeva un chiesone parrocchiale costruito da poco e chiaramente eccessivo per il luogo. Dimensioni da santuario, che insospettivano: quasi che i committenti francescani avessero voluto creare lo spazio adeguato per folle di pellegrini. Non ero mosso, in quel blitz, dal fervore del devoto bensì dalla curiosità del giornalista: volevo vedere cosa stesse succedendo in un posto sconosciuto sul quale, negli ambienti cattolici, giravano da qualche tempo strane voci. Al ritorno, però, l’auto sulla quale ero ospite slittò sulla neve attraversando l’Istria, finimmo in una scarpata, fummo tirati su con le funi dai pompieri, poi som- Pellegrini Decine di fedeli cattolici pregano a Medjugorje (Bosnia Erzegovina), nel luogo dove sarebbe apparsa la Vergine a sei persone. Sopra un santino della Madonna di Medjugorje: la località è visitata da migliaia di persone ogni anno (foto Afp) In attesa di eventi nuovi Le tappe La Chiesa suggerisce di pregare lasciando da parte la questione I sei veggenti della veridicità delle apparizioni Il 24 giugno 1981 sei mariamente medicati da medici divenuti brutali quando scoprirono delle Bibbie nei nostri bagagli. Ce ne andammo malridotti, insalutati, con lesioni tamponate alla bell’e meglio. A casa, quando mi riuscì di arrivarci, discendendo dal letto caddi a terra per un violento capogiro che si sarebbe poi ripetuto ad ogni levata. Nell’auto che più volte si ribaltava, avevo battuto la testa, ci vollero tempo e terapie adeguate per rimette le cose a posto. Insomma, qualcosa che mi fece ritornare alla mente il paradosso di Bloy, nonostante non avessi certo pregato di partire in gran forma, da quel quarantenne che ero, e di tornare con la testa fasciata come da un turbante e acciaccato al punto da dover camminare reggendomi a un bastone. In cambio, va detto, ebbi un privilegio che — per tanti pellegrini entusiasti di oggi — è degno di «santa invidia»: essere, cioè, tra i pochi che, ammassati nella piccola sagrestia della chiesa, assistettero all’estasi — vera o presunta che fosse — di tutti e sei gli allora bambini o adolescenti e tra coloro che ebbero modo di scambiare qualche parola, in un misto di lingue, sia con i «veggenti» che con i francescani che mostravano ancora stupore nonché timore per le attenzioni di cui erano oggetto da parte della polizia politica del regime. È un aspetto che spesso si dimentica: Tito era morto da un anno, i suc- ragazzi raccontano di aver visto a Medjugorje (ora in Bosnia Erzegovina) «una figura femminile luminosa». Figura che il giorno dopo si sarebbe presentata come la «Beata Vergine Maria» L’evoluzione Dal 1981 a oggi i sei (Ivanka Ivankovic, Mirjana Dragicevic, Vicka Ivankovic, Ivan Dragicevic, Jakov Colo, Marija Pavlovic) avrebbero continuato ad avere le visioni. Il santuario è diventato meta di pellegrinaggi Il rapporto Il Vaticano ha istituito una commissione internazionale di inchiesta sulle presunte apparizioni. Dopo 4 anni di lavori, il rapporto è stato consegnato alla Santa Sede che ora dovrà decidere cosa fare cessori già annusavano lo sfascio che si sarebbe poi verificato e, dunque, per salvarsi, invece di allentare i freni li stringevano, anche a proposito di lotta antireligiosa. Non erano di certo tempi favorevoli, quelli, per chi avesse voluto organizzare una sceneggiata di false apparizioni dal Cielo, utilizzando per giunta ben sei piccoli e piccolissimi: troppi e troppo giovani per giocare in modo attendibile una commedia che il primo interrogatorio di una polizia famosa per la brutalità poteva smascherare. Se mi capita, lo dicevo, di narrare l’aneddoto del mio «miracolo rovesciato» (partire sano e tornare malridotto) è anche per cercare di attutire, con un sorriso, le passioni — a favore o contro — che spesso esplodono quando si parla di Medjugorje . Passioni che hanno, peraltro, una loro giustificazione. In effetti, in una prospettiva cattolica, non si esagera definendo drammatico il dilemma. Da un lato si dice: la Chiesa non trascura, da ormai 33 anni (l’inizio dei fatti è del 1981) di riconoscere e dare autorità ufficiale a quelle che la Gospa, la signora, la Madre del Cristo, annuncia come le ultime apparizioni della storia e che sono gravide di esortazioni, di consigli, di messe in guardia? Ma, dall’altro lato si replica: la Chiesa non è forse colpevole per non essere intervenuta, dopo tanti anni, per smascherare una superstizione e, forse, una truffa contro le quali hanno tuonato con parole terribili i vescovi della diocesi, senza riuscire a stroncare un pellegrinaggio che ha ingannato e inganna milioni di ingenui fedeli? Ma, seppure con i suoi tempi, la Chiesa ha finito col muoversi. Proprio la settima- na scorsa, dopo quasi quattro anni di lavoro, la Commissione d’inchiesta presieduta dal cardinal Camillo Ruini ha presentato il suo voluminoso fascicolo alla Congregazione per la dottrina della fede. Questa esaminerà il tutto e presenterà le sue conclusioni al Papa cui spetterà, ovviamente, la decisione. Se si è atteso così a lungo — e se ancora si attenderà — il motivo principale sta certamente nel fatto che le «apparizioni» sono ancora in corso e che dunque è impossibile giudicarle, non sapendo come andrà in futuro. Dunque, per ora ci si è limitati a provvedimenti (peraltro poco seguiti dai devoti, qualche vescovo e almeno un paio di cardinali compresi) di divieto di pellegrinaggi «ufficiali», organizzati e guidati dal Il Papa su Twitter «Rispettare le vite vulnerabili» «Mi unisco alla Marcia per la Vita a Washington con le mie preghiere: possa Dio aiutarci a rispettare ogni forma di vita, in particolare i più vulnerabili». È quanto ha scritto ieri su Twitter papa Francesco, in occasione dell’iniziativa Usa che ricorda la sentenza con cui la Corte suprema legalizzò l’aborto negli Stati Uniti nel 1973. © RIPRODUZIONE RISERVATA clero. Ma ciò che preoccupa la Santa Sede è che, in ogni caso, la decisione non sarà indolore. Se negativa, il danno pastorale sarà immenso, visti i milioni di pellegrini recatisi a Medjugorje da tutto il mondo e che si scopriranno vittime di un inganno. Se positiva, sarà devastante per il diritto canonico che lascia ai vescovi del luogo il giudizio su presunti fatti sovrannaturali nella loro diocesi. A Medjugorje ci si trova di fronte al rifiuto categorico e polemico dei presuli che si sono succeduti a Mostar, capoluogo ecclesiastico. Smentendoli, la Chiesa dovrebbe smentire la sua stessa legge e la sua gerarchia, con conseguenze gravissime. È facile prevedere che, alla fine, si starà per un interlocutorio non constat de supernaturalitate: non consta (sinora) della soprannaturalità dei fatti. Ci si asterrà, a noi pare sicuro, dal secco e definitivo constat de non supernaturalitate: consta (con certezza) che i fatti non sono soprannaturali. Così, in attesa di eventi nuovi e chiarificatori, suggerisce la Chiesa, i cattolici continuino a raccogliere gli abbondanti frutti spirituali da un albero che — va pur detto — si è rivelato davvero fecondo. Preghino, si confessino, si accostino alla eucaristia, lasciando per ora da parte la questione delle origini. Gli scettici — ad essi pure, va detto, non mancano gli argomenti da opporre ai convinti — potranno riflettere su quanto mi disse un famoso mariologo: «Non so se, all’inizio, la Madonna ci fosse davvero, a Medjugorje. Ciò che constato, vedendo queste folle devote che l’hanno invocata e l’invocano da più di trent’anni, ciò che vedo è che ora c’è, che non può non esserci». o Ior spera di riprendere presto rapporti normali con le istituzioni finanziarie italiane, dopo il completo «congelamento» delle relazioni stabilito dalla Banca d’Italia nel 2010 a causa delle gravi anomalie riscontrate sui conti accesi dalla cosiddetta banca vaticana presso alcuni istituti di credito italiani e delle inchieste della magistratura sul riciclaggio (ultima quella che ha portato al duplice arresto di monsignor Nunzio Scarano). L’auspicio («Siamo pronti») è contenuto in un rapporto dello Ior pubblicato dopo una riunione in conference call del board dell’Istituto, il consiglio di amministrazione. Il Comitato Moneyval del Consiglio d’Europa ha approvato il Report in progress del Vaticano e della Santa Sede il 9 dicembre 2013. In quell’occasione la Banca d’Italia ha espresso però le sue perplessità sul fatto che il prossimo controllo internazionale sul Vaticano sia stato fissato tra due anni e non alla fine dell’anno in corso. Per il momento, quindi, nonostante un generale miglioramento dei rapporti tra l’Uif (Unità di informazione finanziaria) della Banca d’Italia e l’Aif (Autorità di informazione finanziaria) vaticana , lo Ior rimane ancora una banca di un Paese extracomunitario a legislazione antiriciclaggio non equivalente. Il rapporto dello Ior pubblicato ieri fa anche il punto sullo stato dei processi di riforma messi in cantiere (per gran parte nella seconda metà del 2013, sotto l’incalzare delle inchieste della magistratura) e mette in evidenza che solo il 55 per cento dei conti è stato già sottoposto alla revisione prevista per la clientela (Customer Due Diligence). Il tempo stringe. Il prossimo G8 dei cardinali metà febbraio) si occuperà dello Ior (lo ha annunciato il cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, a dicembre) e potrebbe decidere una riforma radicale della «banca» sulla base della relazione della Commissione pontificia referente. E papa Francesco, la settimana scorsa, ha già rinnovato la Commissione cardinalizia di controllo. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Milano La donna, 44 anni, stava slegando la bici. L’uomo alla guida ha fatto retromarcia finendo nella rampa dei box e l’ha travolta Senza patente fa manovra e uccide madre di tre gemelli SESTO SAN GIOVANNI (Milano) — La sequenza di una mattinata qualsiasi inizia con la mamma che accompagna a scuola i suoi bambini, tre gemelli, sette anni; rientra in casa, e poco dopo esce di nuovo; sono quasi le dieci di ieri, scambia due parole col custode del suo palazzo, raggiunge un’amica nel cortile, si china per slegare la bicicletta che sta appoggiata a una ringhiera, proprio sopra la rampa che porta nei box sotterranei. In quel momento un operaio egiziano, E. L. M., 36 anni, in regola con il permesso di soggiorno ma non con i documenti di guida, perché non ha la patente, innesta la retromarcia per spostare il furgone parcheggiato a pochi metri di distanza. Si distrae, o perde il controllo per poca dimestichezza con il mezzo, fa solo pochi metri e travolge la donna, la sua bici, la ringhiera, piomba giù col furgone. Agnese Scozzaro, 44 anni, muore qualche minuto dopo, sull’ambulanza che la sta portando via dal cortile di casa, nel centro di Sesto San Giovanni (in via Cesare da Sesto), a Nord di Milano. Ai vigili, poco dopo, il custode ha raccontato: «L’ho vista sorridente, poi è andata in cortile. Subito dopo ho sentito delle urla strazianti». L’uomo è uscito, ha visto solo il cofano del furgone che spuntava sul piano del cortile, il resto del mezzo era giù, appoggiato sulla rampa dei box. L’amica di Agnese Scozzaro ha fatto in tempo a spostarsi e ha urlato, ha cercato di farsi sentire. L’uomo alla guida invece, dopo l’incidente, è spuntato fuori dal camioncino ancora in bilico, si guardava intorno ammutolito. Lavora per una ditta che sta facendo dei lavori in un appartamento dello stesso condominio. Il suo titolare, italiano, gli aveva chiesto di Il recupero Il furgone caduto sulla bici della donna (Newpress) scendere a spostare il mezzo, per poter caricare un mobile. L’operaio è stato interrogato dai vigli; gli hanno fatto fare il test per capire se fosse ubriaco; sono arrivati polizia e carabinieri. La procura di Monza ha aperto un fascicolo d’indagine per omicidio colposo, e di questo dovrà rispondere l’uomo, ma non della guida senza patente, perché l’incidente è avvenuto in un cortile chiuso, un’area privata, e non sulla strada. Agnese Scozzaro era molto conosciuta a Sesto. Insieme al marito aveva da poco deciso di cambiare casa, l’appartamento in cui viveva era diventato ormai troppo piccolo da quando (dopo averli desiderati a lungo) erano nati i tre bambini. La vicenda La dinamica In un cortile di Sesto San Giovanni (Milano) E. L. M., 36 anni, operaio egiziano senza patente, durante una retromarcia per spostare un furgone ha divelto una ringhiera ed è precipitato da un terrapieno sulla rampa dei box. Il mezzo ha ucciso Agnese Scozzaro che stava slegando la sua bici La vittima La donna aveva 44 anni, era sposata e aveva tre figli. È morta durante il trasporto in ospedale. Il guidatore ora è accusato di omicidio colposo Avevano trovato una casa nello stesso palazzo, e proprio lì in questi giorni sono in corso i lavori per la ristrutturazione. Il marito della donna, e poi suo fratello, sono tornati in via Cesare da Sesto nella mattinata, hanno guardato il loro cortile, il cemento appena spaccato nei punti in cui era fissato il parapetto, quelle sbarre alle quali Agnese e altri abitanti del palazzo legavano di solito le biciclette. Suo marito balbettava: «Perché sono andato al lavoro?». I bambini erano a scuola. In classe si sono radunate alcune mamme: con le maestre sono state vicine ai tre gemelli. Li hanno accuditi, li hanno distratti. Per i tre fratelli, a 7 anni, la mattinata era iniziata come tutte le altre, con la mamma che li ha lasciati davanti a scuola. Ferdinando Baron Gianni Santucci © RIPRODUZIONE RISERVATA 22 Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera Cronache 23 Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014 # Le immagini I lavori di restauro alla statua del Corcovado. Brividi come ai tempi dei manovali immigrati sospesi nel cielo di New York Tra terra e cielo Un operaio sbuca dal braccio destro della statua (foto sopra): con i suoi colleghi dovrà poi raggiungere la mano e la testa danneggiate dai fulmini. Per i lavori sono stati reclutati specialisti in alpinismo (foto AP e Reuters) Estremità pericolose Uno dei fulmini ha scheggiato una delle dita del Cristo Redentore (alta in tutto 38 metri tra statua e base di appoggio). La mano ha una lunghezza di 3,20 metri e pesa otto tonnellate e la distanza tra una mano e l’altra è di 30 metri. Il peso totale della struttura è di 1.145 tonnellate (foto Severino Silva/ Agencia O Dia/Reuters) DAL FULMINE AGLI OPERAI ACROBATI DI RIO di GAETANO CAPPELLI A vederli così, sospesi nel blu dipinto di blu del cielo di Rio de Janeiro, sotto lo sguardo bonario del Cristo Redentore, uno subito pensa a quei pazzi che scalano pareti verticali a mani nude, alcuni di loro, non contenti, scaraventandosi subito dopo nell’abisso. E scene del genere, il Redentore ne avrà certo dovute sopportare negli anni. Costruito nel 1931 è il primo e, forse, il più riuscito esempio di quel ciclopismo della statuaria religiosa che ha spesso trasformato paesaggi idilliaci in scene da incubo, dove più che essere confortati alla vista del Signore si ha la sensazione di trovarsi di fronte qualche entità aliena tutt’altro che benevola. Con il Cristo del Corcovado, no. Armonioso e leggero come un aliante in volo, ha uno sguardo calmo, rassicurante. Sarà per questo che gli operai incaricati di rimediare ai danni d’un fulmine, sembrano così a loro agio mentre se ne vanno a spasso tranquilli sulle sue braccia, o s’affacciano come per far cucù al compagno di sotto? In realtà, di questi temerari funamboli, ce ne sono sempre stati ovunque. Ricordate quella famosa foto che ne immortalava una decina seduti in pausa pranzo su una trave d’ un grattacielo in costruzione, nella New York degli anni Trenta? Una leggenda voleva si trattasse di indiani Mohawk, gli unici capaci di simili prodezze, quando invece erano operai che arrivavano da tutto il mondo. Disposti a qualsiasi acrobazie pur di lavorare. Proprio come oggi. gaetanocappelli © RIPRODUZIONE RISERVATA La tempesta perfetta Pioggia di 40 mila fulmini Il 17 gennaio scorso una tempesta violentissima si è scatenata nei cieli di Rio de Janeiro. In poche ore sono caduti oltre 40 mila fulmini, decine dei quali hanno colpito la statua del Cristo Redentore, che domina la città carioca (a sinistra). Le saette hanno danneggiato in particolare una mano e la testa dell’enorme effigie. Data anche la popolarità della statua, costruita nel 1931 e visitata da 700 mila turisti all’anno, sono immediatamente partiti i lavori di restauro finanziati dalla Pirelli 24 Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera Moda 25 Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014 L’alta moda di Parigi Le passerelle La donna farfalla di Gaultier e quella senza volto di Margiela Sono arie della Traviata i nuovi ricami di Valentino Omaggio all’opera sull’abito da ballo color pergamena DALLA NOSTRA INVIATA Jean Paul Gaultier Lo stilista abbraccia Dita Von Teese vestita da farfalla Elie Saab L’abito lungo color glicine punteggiato di fiori applicati e ricamati PARIGI — «Il bello dell’alta moda è che non ne percepisci mai lo sforzo, ma cogli solo la magia delle emozioni che suscita». E se un abito e un cappotto scivolano via, in pochi secondi, giusto il tempo di cogliere ricami o intarsi da duemila, duemila-duecento ore di lavoro, non c’è frase che renda meglio. Sulla passerella di Valentino, ieri, per cinquantacinque volte, «la magia» di cui Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli parlano nella premessa si è rinnovata a ogni passaggio. La lirica che i due stilisti hanno orchestrato ha lasciato senza fiato. Gioco sottile di un’ispirazione di grande impatto: il mondo dell’opera con le sue eroine e i suoi riti, fra passioni e tragedie, o l’arte più celebrativa e bucolica. Una passerella trattata come un palcoscenico dallo scenografo di Maurizio Varano, del teatro dell’Opera di Roma: a terra metri di tele dipinte. E poi ecco il pentagramma di un’aria della Traviata ricamato sull’abito da ballo di tulle color pergamena (1600 ore di lavoro nei tre laboratori romani della couture); il serpente del «Morso di Eurydice» sul tutù di tulle blu (350 ore); le vesti delle ragazze del coro che sono tuniche in cady drappeggiate e profondamente scollate dietro; i cappotti di cachemire double a intarsio a ricreare le scene dal «Carnevale degli animali» di Saint Saens (1500 ore); la cappa de «La donna del lago» di Rossini in un gioco di grigi infiniti assemblati punto dopo punto; la Lucia di Lammermoor di Donizetti in un lungo di pizzo tricot oro e bronzo realizzato con una tecnica bizantina (500 mila punti per operarlo). E ancora la «tela di Penelope» che è un caban di seta che una mano d’oro ha sfilacciato in frange; il mantello «madame Butterfly» che sembra una nuvola di farfalle colorate. Dialoghi fantastici fra l’immaginazione più sublime e la realizzazione della stessa: «L’alta moda è libertà assoluta di sognare a occhi aperti». Al centro comunque sempre la donna, creatura da rispettare e valorizzare: «Chi l’ha detto che si debba soffrire per omaggiare la bellezza?» sono convinti «i Valentino» (cosi ormai li chiamano tutti). «È un’assurdità. Per noi nulla deve costringerla». Così non c’è silhouette che non sia leggera sulle forme: abiti da ballo, creazioni da principessa, da vestale. Tuniche e cappe. Strascichi e maniche importanti. La contemporaneità dei colori della terra: grigio, beige, marroni. Ovazione a scena aperta per i «maestri» italiani. Applausi sentiti e sinceri anche all’Artisanal di Martin Margiela per la donna dal volto che non c’è: le ragazze tutte indossano cappucci ricamatissimi, come da tradizione de la maison a sottolineare che sono gli abiti i protagonisti e non le modelle. Inquietano certo, queste creature, ma l’occhio poi si distrae sulle lavorazioni incredibili, i volumi esasperati, i tagli azzardati, le soluzioni impertinenti. Gli stilisti dell’atelier sono andati nelle più belle case dei grandi collezionisti parigini e hanno fotografato tessuti antichi (Fortuny, per lo più), quadri (anche un Gauguin), tappezzerie (molte prodotte da Corot) e li hanno tradotti in ricami, intarsi, tagli e in un ideale «collezione da collezionista» dove cappe e capotti sono abbaglianti come sono capolavori gli abiti e i bustier tutto un ricamo tattoo ispirato all’opera di Sailor Jerry (1950). Come il pittore che l’ha ispirato, quel sir Lawrence Alma Tadema, della scuola dei romantici decadenti alla corte della regina Vittoria, così l’haute couture di Elie Saab, lo stilista libanese fra i più amati del Medio Oriente. I fiori più languidi così come li dipingeva l’artista sono ricamati o applicati negli abiti da gran ballo, lunghi, perfetti, da principesse e regine e spose. Svasati o gonfi, con lo strascico o una lunga mantella; casti o profondamente scollati dietro. Nuvole di tulle od organza dai colori delicati, come solo certe pennellate riescono a rendere: azzurri, lilla, ciclamino, verde e nel finale un nero vittoriano. Comincia dal colore della pece anche Jean Paul Gaultier ma finisce in un’esplosione di colori per raccontare la sua donna farfalla che esce dal boz- Come a teatro La passerella trattata come un palcoscenico, dallo scenografo Maurizio Varano del Teatro dell’Opera di Roma zolo e vola via. È tutto un battito d’ali e di fruscii e di eccessi. Bustier e cappe, tailleur avvitati e pantaloni palazzo, gonne di tulle sotto allo chemisier di pelle, abiti di foglie di organza drappeggiate e sfumate. Le ragazze sono tanta roba: le labbra pronunciate, gli occhi bistrati, lo stacco di gamba eccessivo: molto «Cage aux Folles». Anche la piccola e diafana Dita Von Teese, star del burlesque, così è troppo strizzata per essere (ancora) provocante. Paola Pollo © RIPRODUZIONE RISERVATA La citazione La partitura C’è uno stralcio dalla partitura della Traviata, fra le più celebri opere di Giuseppe Verdi, ricamata sul lungo abito nuvola di Valentino, presentato ieri a Parigi. L’opera, con libretto di Francesco Maria Piave, tratto dalla pièce teatrale di Alexandre Dumas (figlio) «La signora delle camelie», venne rappresentata per la prima volta alla Fenice di Venezia nel 1853, e fu sonoramente fischiata. L’anno successivo, con altri interpreti, raccolse il primo grande successo Martin Margiela L’abito realizzato con tagli di stoffa vintage da collezionista Il party Lo gnocco soffiato con uova di trota e il gelato al panettone firmati da Oldani. L’ultima tappa della mostra «L’eccentrico» Menu «pop» per 500, la notte di Armani DALLA NOSTRA INVIATA PARIGI — Cinquecento persone sedute. Una decine di lunghissime tavolate, apparecchiate fra Oriente e Occidente, come da ispirazione. Christopher Lambert che chiacchiera fitto fitto con Sophie Marceau, Claudia Cardinale che canticchia la musica della sfilata. Poi Isabelle Hupper e Chiara Mastroianni, Beatrice Borromeo e il suo fidanzato Pierre Casiraghi con la nonna di lei Marta Marzotto. Afef che conversa con Kristin Scott Thomas. Passa il padrone di casa a salutare tutti in piedi, ad applaudirlo. Sarà anche la «One Night Only» (format di avvenimento itinerante) numero cinque ma è la serata che Giorgio Armani sta portando in Ospiti Christopher Lambert con Sophie Marceau, Giorgio Armani e la nipote Roberta alla festa organizzata dallo stilista dopo la sfilata di alta moda. A sinistra, alcuni abiti esposti alla mostra giro per il mondo è sempre una grande e rinnovata emozione. Un tour fatto di sfilata (in questo caso l’alta moda), mostra (L’eccentrico, con i più bei abiti della carriera) e serata. Per l’evento è stato scelto il grandioso Palais de Tokyo: perfetto ambiente per un allestimento molto giapponese, con lanterne grafiche e pareti oro. La cena rigorosamente placé («una mensa d’alta moda» scherzava qualcuno con l’approvazione di Armani) e menu è dello chef milanese Davide Oldani (ristorante D’O di Cornaredo, famoso per la cucina pop d’autore): cavolfiore al limone, capperi e rafano crudo; gnocco soffiato e arrostito con croccanti uova di trota e salsa d’anice; stinco di vitello con salsa di liquirizia calabrese; gelato di panettone con crema al mandarino. Brigata da grandi eventi: 80 camerieri, 22 cuochi, due pasticcieri e 15 sommelier. Tutti gli ospiti sono rimasti «attovagliati» sino quasi alla fine! Pa. Po. © RIPRODUZIONE RISERVATA Viktor&Rolf L’abito in latex, quasi senza cuciture, con effetto tattoo 26 Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera 27 Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014 Economia Indici delle Borse FTSE MIB Dati di New York aggiornati alle ore 20.00 19.958,38 -0,19% 1 euro Eni 1,3566 dollari 0,29% Londra 6.826,33 -0,12% FTSE It.All Share 21.221,61 -0,21% Francoforte 9.720,11 -0,10% FTSE It.Star 17.938,07 -0,37% Parigi (Cac40) 4.324,98 0,03% 1 euro 0,8190 sterline -0,59% Dow Jones 16.370,16 -0,27% Hong Kong 23.082,25 0,21% 1 euro 1,2345 fr. sv. Tokio (Nikkei) 15.820,96 0,16% 1 euro 8,7958 cor.sve. -0,12% Nasdaq S&P 500 4.240,67 1.844,39 0,35% 0,03% La lente COLOMBAN E PERINI LANCIANO LA RETE E SPENGONO LE LUCI S e il 28 marzo non sarà cambiato nulla «spegneremo le luci, chiuderemo le nostre fabbriche e i nostri negozi». Massimo Colomban, conosciuto nel mondo del business per le ottime performance degli anni passati alla testa della Permasteelisa, ha deciso di lanciare una nuova sfida e così sta organizzando la Rete Salviamo l’Italia (SI). Ci tiene a spiegare da subito che l’iniziativa non ha niente a che vedere con il Movimento 5 St elle o con qualsiasi altra forza politica, «ci muoviamo sul terreno della rappresentanza degli interessi delle imprese». A Rete SI ha aderito la sua Confapri assieme ad altre organizzazioni come Madrid 10.279,70 -0,75% 19958,38 (-0,19%) G V L M M 1 euro 141,5700 yen 1 euro La settimana inv. 17,52 = -0,09% 1,4876 dol.can. inv. G = V L M M Titoli di Stato Titolo Ced. Quot. Rend. eff. 22-01 netto % Titolo Ced. Quot. Rend. eff. 22-01 netto % Btp 11-01/04/14 3,000% 100,45 0,03 Btp 96-01/11/26 7,250% 131,69 3,31 Btp 04-01/02/15 4,250% 103,54 0,22 Btp 11-15/09/26 3,100% 104,07 3,02 Btp 10-15/04/15 3,000% 102,63 0,45 Btp 03-01/08/34 5,000% 107,52 3,87 Btp 11-15/04/16 3,750% 105,49 0,77 Btp 06-15/09/17 2,100% 103,54 Btp 13-15/09/18 1,700% 101,62 1,11 1,81 Btp 05-01/02/37 4,000% 95,01 Btp 07-01/08/39 5,000% 106,93 Cct 07-01/12/14 0,420% 100,14 3,86 3,98 0,59 Btp 09-01/03/20 4,250% 108,16 Btp 11-01/03/22 5,000% 111,34 Btp 13-01/03/24 4,500% 106,09 2,29 2,80 3,25 Cct 08-01/09/15 0,590% Cct 09-01/07/16 0,560% Cct 11-15/04/18 0,677% 0,79 1,06 1,58 99,96 99,31 98,54 Strategie Al premier il rapporto Caio. La girandola di incontri sul gruppo telefonico dopo il rafforzamento degli spagnoli Il governo stringe su Poste e Telecom Domani l’ok alla vendita del 40% della società di Sarmi, 6 miliardi di incasso Poste e Telecom, il governo Letta stringe sui dossier. Domani pomeriggio il consiglio dei ministri esaminerà lo schema di cessione per privatizzare il gruppo postale guidato da Massimo Sarmi. Sul mercato, come anticipato dal Corriere, potrebbe finire entro il prossimo autunno una quota del 40%, con un 5% riservato ai 145.542 dipendenti. Mentre non è esclusa una successiva tranche del 20% di cui comunque il decreto non fa cenno. Parallelamente il presidente del Consiglio, Enrico Letta, non vuole tralasciare l’affaire Telecom. Il premier ieri ha incontrato direttamente il commissario Francesco Caio per definire gli ultimi particolari dell’atteso rapporto sullo stato della rete. Mentre l’amministratore delegato del gruppo telefonico, Marco Patuano, avrebbe incontrato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi. In giro sarebbe Il gruppo in Borsa Ieri 0,83 euro -0,95% 0,85 0,80 0,75 0,70 0,65 30 dicembre 13 gennaio Digitale Francesco Caio stato visto anche l’ex presidente operativo di Telecom, Franco Bernabè, tornato da un viaggio nel Sud Est asiatico. Ormai la questione è politica anche perché Letta non vuole certo giungere al semestre di presidenza italiana del Consiglio europeo (ora tocca alla Grecia ma dal 1 luglio passerà al governo italiano) senza un piano per colmare il gap che ci separa dagli obietti- 20 gennaio 2014 2013 vi dell’Agenda 2020. Nel fine settimana dovrebbe terminare la fase di editing mentre la presentazione vera e propria dovrebbe avvenire giovedì prossimo in una conferenza stampa. Difficile che si parli di temi delicati come lo scorporo anche se non è escluso che il tema possa essere cavalcato dal segretario del Pd, Matteo Renzi. Ma, dunque, extra governo. D’ARCO FTSE MIB Cambi La settimana Nel consiglio di domani l’esecutivo dovrebbe già dare il via libera al decreto per la privatizzazione di Poste italiane per la cui approvazione definitiva serviranno un paio di mesi mentre, contestualmente, il Tesoro avvierà l’iter per la predisposizione del prospetto informativo da depositare in Consob e in Borsa. Atteso anche il rinnovo della convenzione triennale con Cas- sa depositi e prestiti (scaduta nel 2013) a cui si aggiungerà quasi sicuramente l’allungamento a 5 anni del contratto di servizio postale. Il ricavato, che dovrebbe arrivare da una cessione in parte a investitori istituzionali e in parte sul mercato, sarà destinato alla riduzione del debito pubblico che, nell’ultimo Def (il Documento di economia e finanza), è stata calcolata per il 2014 in 12 miliardi di euro comprendendo anche le privatizzazioni di Sace, Stm Holding, Cdp Reti, Fincantieri, Grandi Stazioni ed Enav. Dalla vendita del 40% di Poste per l’anno in corso è atteso un ricavato di 6 miliardi di euro, supponendo così un valore complessivo del gruppo a circa 14 miliardi di euro. Ma sono cifre ancora «ballerine» che diventeranno più certe dopo la «due diligence» e la nomina dell’advisor finanziario del Tesoro che sarà affiancato da quello di fiducia delle Poste stesse. Poi partirà la vera battaglia: quella per definire il Global coordinator, dove le grandi banche d’affari entreranno in campo. Gli ultimi dati certificati sul valore del gruppo risalgono al 2010, periodo dello swap del 35% di Poste dalla Cdp al Tesoro: in quel caso un rapporto di Deutsche Bank aveva valutato il gruppo a 10 miliardi di euro. Ma il lavoro del comitato tecnico dovrebbe definire l’extra valore legato alla contrattualizzazione dei rapporti con lo Stato e la stessa Cdp. Intanto il segretario della Cisl Raffaele Bonanni ieri si è augurato che il governo destini ai dipendenti delle Poste una quota (a sconto o gratuita non è ancora chiaro) fino al 10% come ha fatto Royal Mail. Il 51% dei dipendenti delle Poste ha una tessera Cisl. Roberto Bagnoli Massimo Sideri © RIPRODUZIONE RISERVATA La privatizzazione Il colosso finanziario che fa concorrenza al top degli istituti di credito e delle compagnie di assicurazione Imprese che resistono, Tea Party, Confimi ma sono presenti anche singoli imprenditori. Tra i nomi spiccano quello del milanese Michele Perini, presidente Fiera Milano (nella foto), del veneto Riccardo Donadon (H-Farm) e di Arturo Artom. Le iniziative lanciate da Colomban sono sostanzialmente tre. Un documento che propone di «dare scacco alla crisi» in 6 mosse che possiamo sintetizzare con meno tasse e meno burocrazia, il ricorso alla Consulta e alla Corte europea contro le imposte che fanno fallire le imprese (Imu, Irap) e, infine, lo «switch off Italia» di fine marzo quando «milioni di attività e partite Iva spegneranno le luci». Ma non è finita, Rete SI ha deciso anche che dal prossimo Primo Maggio, festa del lavoro, «raddoppiamo la paga ai nostri collaboratori». Le imprese aderenti inseriranno nella busta paga una distinta per spiegare dove vanno le tasse che il datore di lavoro deve togliere dalla busta paga e contestualmente partirà un ricorso sulla incostituzionalità del sostituto d’imposta. In definitiva Rete SI parte con un mix tra azioni giudiziarie e movimentismo e si vedrà nelle assemblee di territorio quale sarà la sua effettiva forza. Dario Di Vico © RIPRODUZIONE RISERVATA Banca e numero due delle polizze vita Sul mercato va il centauro del risparmio Con Poste italiane verrà privatizzata la sesta banca del Paese e il secondo investitore in titoli di Stato , la terza compagnia di assicurazioni e la seconda nel ramo vita, la ventottesima azienda industriale e il primo datore di lavoro del Paese. Il nome non tragga in inganno: i pacchi e le lettere contano sempre meno, sul mercato andrà un colosso finanziario con un’operazione che per certi versi e con qualche suggestione può riportare ai maxi collocamenti degli istituti pubblici degli anni Novanta. La rivoluzione compiuta da Corrado Passera, che ha guidato Poste per quattro anni dal 1998, e Massimo Sarmi, capoazienda dal 2002, ha trasformato in un centauro della finanza un gruppo destinato al declino, travolto dalle nuove tecnologie gruppo però nello stesso periodo aumenta le vendite da 15,7 a 20,18 miliardi. Come? In primo luogo i servizi finanziari crescono da 4,3 a 4,8 miliardi: Poste, che può contare nel Paese su una rete di 13.676 filiali e uffici, contro i 5.302 di Intesa Sanpaolo, i 4.298 di Unicredit e i 2.671 di Mps, è passato dal 2007 al 2012 da una raccolta bancaria di 35,5 miliardi a quota 45,5. È quindi il sesto Manager I numeri del gruppo Poste in Italia è: 1° Datore di lavoro 145.542 dipendenti 3° Compagnia di assicurazioni per raccolta premi 10,5 miliardi 1° Banca per numero di sportelli 13.676 I premi Con 10,5 miliardi di premi nel ramo vita , il gruppo ha una quota di mercato del 14,6% dell’informazione. Basti pensare che fino all’88 la società non era ancora una spa, le assicurazioni fanno capolino nel ‘99, risale al Duemila il lancio del conto bancoPosta e che nel 2002 i conti tornano in utile dopo 50 anni di rosso. Nel 2012 il risultato è stato positivo per un miliardo circa. In cinque anni il gruppo ha versato allo Stato dividendi per 1,6 miliardi. La trasformazione è evidente a partire dal mix di fatturato. Secondo le elaborazioni di R&S-Mediobanca, sul totale di oltre 20 miliardi di ricavi i servizi postali pesano per circa un quinto con 4,4 miliardi, mentre nel 2008 il loro contributo era pari a oltre un terzo: il calo è stato di un miliardo. Il istituto retail, più o meno a pari merito con Bper, davanti a Bnl e Bpm. Certo, si tratta di un istituto particolare: con la eccezione della controllata Banca del Mezzogiorno (realtà di dimensioni ancora limitate), a fronte della provvista non eroga finanziamenti, bensì deve investire quasi tutto in titoli di Stato. I ricavi provengono dunque da commissioni e cedole incassate. 6° Banca per provvista da clientela 45,5 miliardi 2° Compagnia ramo vita quota di mercato 14,7% 10° Banca per attivo tangibile 51,8 miliardi 2° Gruppo finanziario per titoli di Stato in portafoglio 79,9 miliardi 28° Gruppo industriale ricavi tipici da servizio postale 4,5 miliardi La crescita (dati in miliardi) Raccolta postale 35,5 35,8 5,5 5,5 2007 2008 Fonte: Elaborazione R&S Mediobanca 37,2 7,1 2009 45,5 Raccolta premi 36,9 37,7 9,5 9,5 10,5 2010 2011 2012 D’ARCO Alla guida dal 2002 Massimo Sarmi, 65, anni è amministratore delegato di Poste italiane dal 2002. Il gruppo, che fattura oltre 20 miliardi, è la sesta banca italiana per provvista e la terza compagnia di assicurazioni, seconda nel ramo vita. Ha una rete di 13.676 sportelli e con 145.542 dipendenti è il primo datore di lavoro industriale in Italia. Ha in portafoglio titoli di Stato per oltre 79 miliardi In secondo luogo il gruppo guidato da Sarmi ha scalato in questi anni le graduatorie assicurative. I premi netti, quasi esclusivamente nelle polizze vita, sono cresciuti dai 5,5 miliardi nel 2007 ai 10,5 del 2012. Poste vita è dunque oggi la terza compagnia italiana per raccolta (verrà superata da Allianz con l’acquisizione di 1,2 miliardi di premi da UnipolSai), con una quota di mercato domestico nel ramo pari al 14,6%, contro il 17,3% di Generali e il 13,8% di Intesa. E poiché a fronte delle riserve ci sono titoli a reddito fisso (prevalentemente bond governativi italiani) per 43,5 miliardi, l’esposizione del gruppo (banca e assicurazione) nei nostri titoli di Stato è valutata pari a 79,9 miliardi: è quindi il secondo detentore dietro a Intesa Sanpaolo con oltre 90 miliardi, cifra che comprende il «tesoro» che attiene alle assicurazioni del gruppo. Anche in questo caso può essere utile un confronto con il Leone di Trieste, la cui esposizione in titoli governativi italiani è pari a 55,5 miliardi. Può infine essere quasi una curiosità, ma anche alcune attività minori hanno contribuito al remix dei ricavi: con tre milioni di sim vendute e 250 milioni di fatturato, Poste è l’operatore virtuale numero uno in Italia e fra i primi in Europa. Quanto sia stato opportuno il cambio di strategia lo si può infine capire dai diversi contributi al margine operativo. Fra il 2011 e il 2012 questa voce registra un calo da 1,6 a 1,4 miliardi, che va attribuito ai servizi postali e commerciali: il loro margine si dimezza, da 834 a 416 milioni, e il peso cade dal 50,8 al 30,1%. A fronte di tale crollo però le polizze registrano un boom di redditività: da 199 a 371 milioni. Ecco dunque cosa andrà prossimamente sul mercato. Un colosso della finanza, che smista ancora 190 mila pacchi al giorno e 220 milioni di raccomandate l’anno. Ma dei 37 milioni di clienti sempre meno vanno allo sportello per spedire qualcosa. Preferiscono affidare i risparmi e investire. Forse la proprietà statale «sicura» in certi momenti turbolenti ha fatto premio. Ma ora si cambia. Sergio Bocconi © RIPRODUZIONE RISERVATA 28 Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera Autorità Portuale di Salerno AVVISO AL PUBBLICO Autorizzazione unica ai sensi del Decreto Legislativo 3 marzo 2011, n. 28. L’ENEL DISTRIBUZIONE S.P.A. CON SEDE IN VIA OMBRONE, 2 - ROMA MACRO AREA TERRITORIALE SUD - DISTRIBUZIONE TERRITORIALE RETE PUGLIA E BASILICATA COMUNICA Con il presente avviso ai sensi e per gli affetti dell’art. 16 del DPR n. 327/01 e s.m.i., art. 10 L.R. 22.2.2005 n. 3 e s.m., art. 7 e seguenti della Legge 7 agosto 1990 n. 241 e succ. mod. testi vigenti, che la Regione Puglia - Area Politiche per lo Sviluppo, il lavoro e l’Innovazione - Servizio Energia, Reti Infrastrutture materiali per lo sviluppo - Ufficio Energia e Reti energetiche - ha avviato il procedimento di approvazione del progetto dell’opera: • Realizzazione stazione primaria a 150/20 kV, denominata “CPR Ruggianello”, costituita da n.3 stalli a 150 kV, n.1 sistema in singola sbarra e n.3 stalli di trasformazione 150/20 kV dei quali 1 previsto come ampliamento futuro; • n.2 brevi raccordi provvisori, in entra ed esce, della suddetta CPR con la linea AT esistente a 150 kV “S. Pancrazio - Manduria” (raccordi da dismettere all’entrata in esercizio della futura stazione 380/150 kV di Erchie); • n.1 raccordo AT dalla CPR alla futura stazione RTN a 380/150 kV di Erchie, collegata in entra-esce alla linea a 380 kV “Taranto Nord-Galatina”, costituito da una linea elettrica aerea in semplice terna in conduttori nudi a 150kV, di lunghezza pari a 2.998 m; • n.7 raccordi MT alla rete di Distribuzione esistente, costituiti da n.7 linee in cavo aereo/interrato (di cui 3 in doppia terna e 4 in semplice terna), di lunghezza complessiva pari a 21.42 Km. ai fini della preventiva apposizione del vincolo preordinato all’esproprio e dichiarazione di pubblica utilità dell’opera stessa, ai sensi dell’art. 10 della L.R. n. 3/05 e s.m.i. ed art. 16 del D.P.R. n. 327/01 e s.m.i. I terreni interessati, ricadono tutti nel Comune di Avetrana e di Erchie le ditte proprietarie sono: Comune di Avetrana Foglio 1 Particelle 7 - 152 - MORLEO ANTONIO GIUSEPPE; 150 - 151 ARGESE COSIMA - VALENTE SALVATORE; 18 VALENTE PALMIRA; 17 ENTE COMUNALE DI ASSISTENZA DI MANDURIA - MORLEO FRANCESCO; 21 PICCIONE PASQUALE; 45 - BIANCO MARGHERITA; 52 - 28 CARROZZO PASQUALE; 53 POLITO SALVATORE; 54 BIANCO VITA; 32 LEARDI LUCIA; 33 GENNARO LUCIA- MONETTA SALVATORE; 153 FRIOLO SAVERIA- VALENTE GIUSEPPE; 44 E C A DIMANDURIA - MORLEO LEONZIO; Foglio 14 Particelle 2 RIZZATO ANTONIO - SAPONARO MARIA ANTONIA; 4 DELL’ATTIVITO - GENNARO LUCIA VINCENZA; 170 - 5 DELL’ATTIGIOVANNI- PETARRA GIUSEPPA; 176 CAVA FRANCESCA; 6 COLUCCIRITA; 7 CARROZZO ROSETTA; 91 ROSATO CONCETTINA; 80 MORLEO MARIELLA CONCEPITA; 46 - 47 DAGGIANO EGIDIO - MONTICELLI MARIA GIUSEPPA; 61 - 180 DE PADOVA MADDALENA; 83 DE PADOVA ANTONIA !OLANDA;.65 DE PADOVA ANNA MARIA; 22 BARNABA GIOVANNA - PASANISI BRAGONETTI CONCETTA; 94 DELOS ANTONIETTA; 95 PASANISI . DRAGONETTI FILOMENA - RUGGIERI GIOVANNI; 64 ENTE AUTONOMA ACQUEDOTTO PUGLIESE; 187 PASANISI DRAGONETTI FILOMENA - SACCO MARIA; 184 MILETO PASQUALINA - SACCO MARIA; 161 COCCIOLI LUCIA - MONETTA COSIMO; 32 PASANISIEMILIO - PASANISI!RENE; 58 MANGIONICOSIMO - POLITO PALMIRA; 201 - 202 DE SUMMA LUCIA - DI PIETRANGELO COSIMO; 19 DE PASQUALE ANNA; 79 MARLEO PASQUALINA; 203 (ex 36)- 204 (ex 36) CALO ROSARIO- CALO’ CLAUDIA- CALO’ FLORENZA; 66- 200 (ex 104) ADDABBO ANTONIO- PASANISIDRAGONETTIPAOLO FU GREGORIO; Foglio 13 Particelle 202 - CICCARESE DONATO; 209DIMITRI ANGELO - DIMITRI SALVATORE - PASANISIDRAGONETTIPAOLO DIGREGORIO CON SEDE IN AVETRANA; 207 - 208 BRUNETTI GREGORIO - CAPOGROSSO ANNA - PASANISI DRAGONETTI VITTORIO; 552 SCHIAVONI GIOVANNI- SISTO ORONZO - VECCHIO ANNA; 391 - 555 - 392 MANCINO ANTONIO - SISTO ORONZO; 413 NIGRO MICHELE - SISTO ORONZO; 394 - 557 -558 -559 - 611 DI PIETRANGELO PIETRO; 610 ENEL DISTRIBUZIONE - SOCIETA’ PER AZIONI; 417 - 418 - 419 - 420 CARROZZO COSIMO- OLIVIERICOSIMA- SISTO ORONZO; 396- 561 DORIA GIOVANNAMASTROLIA LUIGIA GIUSEPPA - SCARCIGLIA ANNUNZIATA MARIA DEGLI ANGELI SCARCIGLIA ANTONIO FERNANDO - SCARCIGLIA FRANCESCA MARIA - SCARCIGLIA FRANCESCO SCARCIGLIA FRANCESCO - SCARCIGLIA RAFFAELLA - SCARCIGLIA SUSANNA - SCARCIGLIA VINCENZO SCARCIGLIA VINCENZO FIORE; 395SCARCIGLIA ANTONIO FERNANDO - SCARCIGLIA FRANCESCA MARIA - SCARCIGLIA FRANCESCO SCARCIGLIA FRANCESCO - SCARCIGLIA RAFFAELLA - SCARCIGLIA SUSANNA - SCARCIGLIA VINCENZO SCARCIGLIA VINCENZO FIORE; 436 - 437 - 438 - 439 - 440 ADDABBO FULVIO SISTO ORONZO; 372- 373- 374 -579 CICCARESE FRANCESCO; 578- 580 RIZZATO ADA; 577- 367 MANCARELLA VINCENZA; 368- 369 -370 COSMA VINCENZO; 421- 422 STASIANNA MARIA - STASI BIAGIO - STASI LUCIO - STASI SALVATORE; 423 COSTANTINI COSIMA - SORIO PIETRO; 425-427- 428 SAMMARCO GIUSEPPE; 472 NIGRO ANTONIO CARMELO, SISTO ORONZO; 199 - 200 PASANISI GAETANO, PASANISI GREGORIO, PASANISI MARIA, PIZZARELLO ANTONIETTA, SARACINO MARIA FILOMENA; 210 DIMITRI ANGELO, DIMITRI SALVATORE, PASANISIDRAGONETTI PAOLO DI GREGORIO CON SEDE IN AVETRANA; 391 - 556 MANCINO ANTONIO, SISTO ORONZO; 553 SCHIAVONI GIOVANNI, SISTO ORONZO, VECCHIO ANNA; 554 - 390 NARDELLI LEONARDO; 414 NIGRO ANTONIO CARMELO, N IGRO GIUSEPPE, NIGRO GRAZIA, NIGRO IMMACOLATA, SISTO ORONZO; 416 BIANCO EUPREMIO, PUGLIA MARIA ADDOLORATA, SISTO ORONZO; 442-443-444 AMMATURO ANTONIETTA, DI VIGGIANO GIUSEPPE; 445-446-447-448 ARDITO FRANCESCO, NICOLI ROSARIA; 562 CICCARESE FRANCESCO; 424 COSTANTINI COSIMA, SORIO PIETRO; 418 CARROZZO COSIMO, OLIVIERICOSIMA, SISTO ORONZO; Foglio 15 Particelle 33-82 CELINO MASSIMO, MARGHERITIMARIA LUCIA; 83 ROLLO CONCETTA, ROLLO COSIMO DAMIANO, ROLLO GIACOMO, ROLLO GRAZIA, ROLLO MARIA GIUSEPPA; 84 SCHIAVONIANNUNZIATA; 208 SARACINO PIETRO; 87 CAVA GIUSEPPA, PETARRA SUSANNA; 202 DILORENZO CANDELORA; 203 DILORENZO CANDELORA, MERO COSIMO; 187-116-119 CAMPEGGIO ANGELA, CAMPEGGIO MICHELE; 57-168-169 PALUMBO ANGELA, ROCHIRA VITA, SPAGNOLETTI ORONZO SALVATORE; 165 GIANNINICOSIMO, RISICARMELA; 72 CARROZZO MARIA ANTONIA, MELECHILUCIA !RENE; 85 RIZZATO MARIA ADDOLORATA; 149 DE NUZZO DOMENICO; 196- 308 (ex 114)- 309 (ex 114) MARTELLOTTIFILOMENA. Foglio 17 Particelle 311 PETARRA FRANCESCO; 251 PETARRA BIAGIO; ROCHIRA VITA; 241-234 POLITO ANNA LUCIA; 239 CAVALLONE ANTONIO; 408 LOPARCO GIOVANNI; 320 CICCARESE ANNA MARIA; 189-382 PETARRA ROSARIA LUCIA; 298 - 304 LAPENNA SALVATORE; 190 FELLA CHIARA; 191 DE STRADIS ANTONIO, ROLLO ANTONIETTA; 201 LECCE MICHELE; 192 COSTANTINO MARIA; 193 DE LAPITOMMASINA, PEROZZICOSIMO DAMIANO; 194 MANCINI ANTONIETTA; 218 DIGIULIO MARIA CONCEPITA, MANCINIDOMENICO; 196-198 CAVALLONE MARIA, DE STRADIS COSIMO DAMIANO; 197 MELE OLIVIERO; 388 (ex 141) MORLEO MARIELLA CONCEPITA; 403 (ex 169) -408 (ex 158) LOPARCO GIOVANNI; 405 (ex 272) MASILLA PIETRO; 238 SPEDICATO TEDDY COSIMO; 411 (ex 149) MASILLA GREGORIO; 414 (ex 150) MICELLO DONADINO; 417 (ex 151) ADRIANO COSIMO GIUSEPPE; 419 (ex 152) DE STRADIS LUCIANO; 421 (ex 178) ROCOLIGIOVANNI, TOMAIADRIANA; 168 ENTE AUTONOMA ACQUEDOTTO PUGLIESE; 361 MASILLA MARIO; 363 BIANCO RAFFAELA MARIA, MASILLA COSIMO ORONZO; 186 - 202 - 217 MASILLA ANTONIO; 187 FELLA CHIARA; 188 OLIVIERI CONCETTA; 219 PETARRA ROSARIA LUCIA. Foglio 20 Particelle 2- 3- 8- 9 CANTORE DICASTELFORTE FRANCESCA,CANTORE DICASTELFORTE GIOVANNI, CANTORE ROSA, CANTORE VITO, CENCIMARIA; 61 CANTORE DICASTELFORTE GIOVANNI, CANTORE ROSA, CANTORE VITO, CENCIMARIA; Foglio11 Particelle 410 DERINALDIS LUCIA; 412 - 413 - 473 COMUNE DIAVETRANA, MARINO CARMELA GIUSEPPA; 406- 408 COMUNE AVETRANA, TARANTINIVINCENZO; 607-608 ALTRI, FERRARA SAMUELE; 630 COMUNE DIAVETRANA, COSMA DAMIANO - LOPPO LUCIA; 404 TARANTINI VINCENZO; 434 - 435 COMUNE DI AVETRANA, TARENTINI CRISTINA; 436 - 437 - 438 MARGHERITISANTO, MONETA CONCEPITA; 440 COSMA ANNA RITA; 442 NIGRO ANTONIO; 338-339-340-343-576-188-229-186 CARROZZO SANTINA; 402 TARANTINIVINCENZO; 126 - 601 INTESTAZIONE PARZIALE, QUARANTA GIUSEPPE; 625 PARTICELLA NON CENSITA; 324 CONTE MARIA RITA , LANZO GEMMA, LANZO GIOVANNA; 141COMUNE DIAVETRANA, COSMA DAMIANO, LOPPO LUCIA; 345 SANASIMIRELLA; 273 SCARCIGLIA FRANCESCA; Foglio12 Particelle 6 - FAI GIOVANNI, FAI GIUSEPPA, FAI MARIA ANNA, FAI VALERIO; 8 LASERRA GIOVANNA; 239 MARTINO ANITA, MERO ARCANGELO RAFFAELE; 238-178 SPINA COSIMO, SPINA DONATO; 10 CARROZZO GIUSEPPE PAOLO; 358 LASERRA NICOLA; 205-210-211MINO’ ANTONIO, PRISCIANO ANNA RITA; 368 MITRANGOLO GIOVANNI; 449-206 MINO COSIMA; 213 MINO’ ITALIA; 214 BUCCOLIERO ANTONIO, MINO’ ITALIA; 215 DIMAURO GIUSEPPINA; 242 DE TOMMASO MARIA; 277 MARCHIONI ROSANNA, PEZZAROSSA GRAZIELLA, PEZZAROSSA LEONARDO, PEZZAROSSA MARIA LEONARDA, SARACINO FERNANDO GIOVANNI; 281 SARACINO FERNANDO GIOVANNI; 161 SANTO COSIMO ANTONIO; 190 CEGLIE ANNA, CEGLIE ANNA, POLITO COSIMO ; 194-179 SCHIAVONI FRANCESCO; 293 GIULIANO MADDALENA, SCHIAVONIANTONIO; 193 SCHIAVONIANTONIO; 282 MARCHIONIROSANNA, PEZZAROSSA GRAZIELLA, PEZZAROSSA LEONARDO, PEZZAROSSA MARIA LEONARDA, SARACINO FERNANDO GIOVANNI; 286 SARACINO FERNANDO GIOVANNI ; 26 BALDARIANTONIO, BALDARIGIUSEPPE, BALDARIVINCENZA ; 37-307 LOPPO ANNUNZIATA TERESA, LOPPO GIUSEPPINA , LOPPO LEONARDO FEDELE , LUCCARELLIMARIA ; 38 NINO ANTONIO; 310-40 CONGREGAZIONE DELL IMMACOLATA CONCEZIONE DIAVETRANA, LAGALA ANTONIO; 43 SANTO GIANGRANDE ANTONIA ; 288 PALUMBO ANGELA , SPAGNOLETTI ORONZO SALVATORE; 289 PALUMBO DE ANGELIS MARIA ; 62-145 CONTE MARIA RITA, LANZO GEMMA, LANZO GIOVANNA; 64 GRECO MARIA SCELSA ; 144 SPAGNOLETTI MARIA PALMA ANNA; 338 GIURDA VITO ; 312 LANZO ABELE ; 328-90 ANNALORO FILIPPA; 624-627-136 LEO VITTORIA, MASCIA GIUSEPPE; 356 LASERRA GIOVANNA ; 452 MITRANGOLO GIOVANNI; 186 GRANDE COSIMO FRANCESCO ; 378-380 LASERRA LEONARDO ; 385-384 NIGRO GIOVANNA MARIA ; 240 PAROSIGIOVANNA, SICARA IVANO, SICARA SABRINA ANTONELLA, SICARA SALVATORE; 29 DI NOI GAETANO, VECCHIO MARIA PIA; 30 LASERRA ANNA GABRIELLA ; 374 LOPPO LEONARDO, QUARTA ELENA ; 372 SARACINO GIUSEPPE; 63 GIURDA VITO; Foglio 8 Particelle 20- 129- 57- 25 DE PADOVA FRANCESCO; 80 SCARCIGLIA ANNUNZIATA ; 109 DI MAURO GIUSEPPINA : 37 DE PADOVA PIERANGELA; Foglio 26 Particelle. 359 - 488 -489 - 623 - 624 - 625 -626 - 627 - 629 DUGGENTO LUISA; 296 - 621 - 65 LEO VITTORIA, MASCIA GIUSEPPE ; 294 - 295 DEMARCO FRANCESCO, PRISCIANO STELLA; 424 SPAGNOLO LUIGI; 425 COSTANTINILUDOVICO; 419 SCARDICCHIO MARIA, SPAGNOLO ANNA ,SPAGNOLO GIOVANNI; 420 SPAGNOLO LUIGI; 418 SPAGNOLO LUCIA Foglio 24 Particelle 1195 DETOMMASO COSIMO, DETOMMASO SALVATORE; 3-1012 DE FRANCO MARIA TERESA; 4-987 SPINA MARIA; 108 NIGRO MARIA ANNA; 18 FORTUNATO GENNARO; 225- 113 - 19 -226 - 227 DE FRANCO LUCIA; 828 BRIGANTIPIETRO; 830 NIGRO GIUSEPPA ANTONIA, NIGRO PASQUALINA; 832 DORIA GIOVANNA, MASTROLIA LUIGIA GIUSEPPA, SCARCIGLIA ANNUNZIATA MARIA DEGLI ANGELI, SCARCIGLIA ANTONIO FERNANDO, SCARCIGLIA FRANCESCA MARIA, SCARCIGLIA FRANCESCO, SCARCIGLIA FRANCESCO, SCARCIGLIA RAFFAELLA , SCARCIGLIA SUSANNA , SCARCIGLIA VINCENZO, SCARCIGLIA VINCENZO FIORE; 1050 ANDRISANO ANTONIO, ANDRISANO GIUSEPPE SALVATORE, MARIGGIO’ BICE; 834-937 ANDRISANO ANTONIO, MARIGGIO’ BICE; 41 VENTURIANTONIO, VENTURIGLORIA, VENTURIPAOLA; 134- 337- 1105 MITRANGOLO GIUSEPPE ANTONIO; 401 DIMITRICOSIMA; 103 MIGLIACCIO VITO; 55 SCARCIGLIA GIOVANNI; 826 LIA ELENA MARIA; 185 MELLE GRAZIA, PESARE NICOLA; 69 - 70 BRIGANTI PIETRO, 71 LIA ANNA DONATA; 72 LANZO COSIMO, LANZO LUIGI; 263 CAVALLO MARIA, CAVALLO RITA , MARRA GERARDO, PETRACCA LUCIA , PETRACCA MICHELE; 109 NIGRO TERESA; 101 DIMITRIGIUSEPPA; Foglio 34 Particelle 209 DAMICIS ANTONIO; 211 - 212 SGURA COSIMO, SGURA MARIA, SGURA VINCENZA; 240- 51- 218 NARDELLICARMELA, RIZZATO SANTO; 145 ENEL DISTRIBUZIONES. P.A.; 243- 241 RIZZATO COSIMO; 195 GIOVINE ANNAMARIA; Foglio 25 Particelle 624 COSMA LUIGI; 254 COSMA FERNANDO; 154 SOPPRESSA (NON RISULTANO AGGIORNAMENTI}; 2 ERARIO ELISEO; 10 DE PADOVA PIERANGELA; 1035 D 1036 D1037 CARROZZO RITA, GRECO DOMENICO Foglio 37 Comune di Erchie Particelle 127 LD VERT S.R.L., MOTOLESE LAZZARO MARIA CARMELA; 44 FILOTICO AMEDEO MARIA; 237 (ex 17) LOMACO ANNA; 34 CAROZZO CONCETTA, DELLEGROTTAGLIE UCIO; 63 DELL’AQUILA LUCIA, MORLEO PASQUALINO; 106- 19- 245 (ex 84)MASILLA COSIMO; 248 (ex 20) FERRARA TOMMASINA; 248 (ex 20) MASILLA ANTONIO; 251 (ex 21) DI BELLO COSTANTINO, DI BELLO MARIA SUSANNA; 43- 254 (ex 22) - 253 (ex 22) 252 (ex 22) MORLEO ADDOLORATA, ARGESE FRANCESCA; 256 (ex 37) MOTOLESE LAZZARO GINO; 141 ENERIS RENEWABLES S.A.; 285- 269 (ex 16) TERNA D RETE ELETTRICA NAZIONALE S.P.A. Comunica inoltre che: 1. L’Amministrazione competente al procedimento è la Regione Puglia -Area Politiche per lo Sviluppo Economico, il Lavoro e l’Innovazione -Servizio Energia, Reti e Infrastrutture materiali per lo sviluppoUfficio Energia e Reti energetiche-Corso Sonnino 177-Bari; 2. Il Responsabile del Procedimento per l’autorizzazione dell’intervento è ing. Rocco Labellarte Funzionario a tempo determinato dell’Ufficio Energia e Reti Energetiche; 3. Per 30 giorni dalla data di pubblicazione del presente avviso il piano particellare è visionabile presso: • La Regione Puglia -Area Politiche per lo Sviluppo Economico, il Lavoro e l’Innovazione -Servizio Energia, Reti e Infrastrutture materiali per lo sviluppo -Corso Sonnino 177 -Bari, dal responsabile p.i. Felice Miccolis dell’Ufficio Energia, Reti Energetiche, ([email protected]) -Tel: 080 5406945, nei giorni di martedì e giovedì dalle ore 10,00 alle ore 12,00; • Il Comune di Avetrana e Erchie - Uffici Tecnici; 4. Entro e non oltre 30 gg. dalla data di pubblicazione del presente avviso, è possibile presentare in forma scritta mediante raccomandata a/r, osservazioni pertinenti al procedimento avviato, da parte di chiunque ne abbia interesse. Le osservazioni dovranno essere inoltrate presso Regione Puglia -Area Politiche per lo Sviluppo, il Lavoro e l’Innovazione -Servizio Energia, Reti e Infrastrutture materiali per lo sviluppo -Ufficio Energia e Reti energetiche -Corso Sonnino 177 -Bari. Decorso il termine e valutate le eventuali osservazioni pervenute, la Regione Puglia concluderà il procedimento avviato. 5. Ai sensi dell’art. 3 comma 3 del T.U. 327/2001, i destinatari del presente avvio, ave non più effettivi proprietari degli immobili in epigrafe, sono tenuti a comunicare al responsabile del Procedimento i dati anagrafici del nuovo proprietario ovvero, a fornire copia degli atti in suo possesso dai quali possa risalirsi all’effettivo proprietario. Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: rivolge RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Tel. 02 2584 6665 o 02 2584 6256 Fax 02 2588 6114 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 - Fax 081 49 777 12 Via Valentino Mazzola, 66/D 00142 Roma Tel. 06 6882 8650 - Fax 06 6882 8682 Via Villari, 50 - 70122 Bari Tel. 080 5760 111 Fax 080 5760 126 (Legge 1n. 84/94; D.P.R. 23/06/00 in G.U. n. 175 del 28/06/00) Avviso di Esito Gara L’Autorità Portuale di Salerno rende noto che la Procedura Aperta per il “Servizio di collaudo tecnico-amministrativo e revisione degli atti contabili in corso d’opera dei lavori di realizzazione dell’intervento Salerno Porta Ovest I stralcio II lotto”, pubblicata sulla GURI V serie Speciale n. 43 del 12/04/2013 è stata aggiudicata con delibera presidenziale n. 2 del 10/01/2014 in forza di Sentenza breve del TAR Campania Sez. Salerno n. 2462/2013 alla Studio Tecnico Ing. Leonardo Corbo Via Lago dei Tartari, 73 00012 - Guidonia Montecelio (RM) C.F. CRBLRD38T20H467L P.Iva 102870000581; ATI: Ing. Roberto Viviani (capogruppo) - Cilento Ingegneria S.r.l- B.E.A. “Barbato Engineers & Architects Associates” con sede in via Nizza n. 51 - 00198 - Roma C.F. VVNRRT45T28H703T p.iva 09704100586, entrambi con un ribasso pari al 35% (trentacinque per cento) sull’ importo a base d’asta per un importo contrattuale pari a € 92.427,101 oltre previdenziali ed IVA. Maggiori informazioni su www.porto.salerno.it. IL PRESIDENTE - Avv. Andrea Annunziata COMUNE DI BRINDISI Piazza Matteotti n. 1 tel. 0831/229128 Fax n. 229/225 ESTRATTO AVVISO DI POST-AGGIUDICAZIONE PROCEDURA APERTA RELATIVA ALLA “FORNITURA DI UN SISTEMA DI INTELIGENT TRASPORTATION NELL’AMBITO DEI PROGETTI SUMMIT E URBANETS SISTEMA DI AGGIUDICAZIONE: art. 83 D.Lgv. n. 163/2006. DITTA AGGIUDICATARIA: PROJECT AUTOMATION SPA CORRENTE IN MONZA. IMPORTO AGGIUDICAZIONE: Euro 261.080,00. IL DIRIGENTE AA.GG. - CONTRATTI (Dott. Costantino DEL CITERNA) VENETO STRADE S.P.A. Via Baseggio, 5 30174 MESTRE VENEZIA ESTRATTO BANDO DI GARA APPALTO 1/2014 Si rende noto che Veneto Strade S.p.A. ha indetto bando di gara mediante procedura aperta per l’affidamento della progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori relativi all’intervento n. 231 1S 2L PTR 2006/2008 Variante di Noale e Scorzè alla SR 515 “Noalese” - Lotto sud di Scorzè in raccordo al Casello di Martellago sul Passante Autostradale. L’importo complessivo dell’appalto è pari a € 6.017.000,00 “a corpo” di cui: importi soggetti a ribasso: € 5.749.664,83 per la realizzazione dei lavori ed € 87.000,00 per la redazione della progettazione esecutiva; importi non soggetti a ribasso: € 180.335,17 per oneri per la sicurezza. Categoria Prevalente: OG3 - classifica V. I lavori saranno eseguiti nei Comuni di Scorzè, Noale e Martellago in Provincia di Venezia. Il bando è stato inviato in data 14.01.2014 alla GUEE. Il termine ultimo per la ricezione delle offerte ore 12,00 del giorno 21.03.2014. Gli interessati possono richiedere copia integrale del bando e del disciplinare di gara al seguente indirizzo: VENETO STRADE S.P.A. - via Baseggio, 5 - 30174 MESTRE VENEZIA - Tel. 041 2907711 - fax 041 2907768. Gli stessi documenti sono altresì disponibili sul sito www.venetostrade.it. Il Direttore Generale Ing. Silvano Vernizzi COMPAGNIA TRASPORTI PUBBLICI spa Bando di gara 273/CTP/13 CIG 539096905B Ente Appaltante: CTP SpA - NAPOLI Unità Complessa Approvvigionamenti Via Ponte dei Francesi, 37/E 80146 Napoli; tel. 0817005228; fax 0817005235 e-mail [email protected]; www.ctp.na.it Denominazione: Gara n. 273/CTP/13 Oggetto: Affidamento delle lavorazioni di revisione generale dei motori termici Valore: l’importo complessivo annuale dell’appalto è stimato in € 250.400,00 comprensivo di € 400,00 per oneri della sicurezza ed escluso IVA Durata: annuale Procedura di aggiudicazione: Aperta ai sensi del D. Lgs. 163/06 Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa Requisiti di partecipazione: sono indicati nella documentazione Documentazione: la documentazione è visionabile e scaricabile dal sito internet www.ctp.na.it Offerta: dovrà pervenire al Protocollo della CTP entro il termine perentorio delle ore 14.00 del giorno 06/02/2014. L’Amministratore Unico dott. Gaetano Ratto SOGESID S.P.A. Procedura aperta per l’affidamento delle attività di rimozione parziale, trasporto e smaltimento dei rifiuti stoccati in località S. Veneranda - Comune di Marcianise. STAZIONE APPALTANTE: SOGESID S.p.A., con sede in Roma, Via Calabria n. 35 - 00187. CIG: 52716986CE - CUP: I22I08000150006 IMPORTO A BASE DI GARA:L’importo complessivo lordo del servizio da svolgere è pari ad € 1.214.043,33 (euro unmilioneduecentoquattordicimilaquarantatre/33) oltre I.V.A, di cui € 1.205.893,69 (euro unmilioneduecentocinquemilaottocentonovantatre/69) per servizi a corpo e misura ed € 8.149,64 (ottomilacentoquarantanove/64) per oneri della sicurezza non soggetti a ribasso. TERMINE ULTIMO PER IL RICEVIMENTO DELLE OFFERTE: ore 17,00 del 20/02/2014. Per maggiori informazioni: http://www.sogesid.it/bandi.html RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: Ing. Silvia Carecchio - tel. 06.420821; fax. 06.483574; e-mail: [email protected]. SOGESID S.P.A. Regione Siciliana AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE ENNA Codice Fiscale 01151150867 - Partita I.V.A. 01151150867 Tel. 0935/520156 - Fax 0935/520187 ESTRATTO ESITO DI GARA Questa Azienda rende noto che con atto deliberativo n. 2058 del 27/11/2013, la gara a procedura aperta per l’affidamento dei Lavori per la realizzazione delle opere di adeguamento e messa a norma del P.O. “C. Basilotta” di Nicosia - Ala Est - CIG: 4621580875 - è stata aggiudicata all’Impresa Edile di seguito riportata: • ANZALONE LUIGI & C. s.r.l. con sede in San Cataldo (CL), Via Pilato n. 33; Che ha offerto il ribasso del 27,7317% sull’importo fissato a base di gara. Alla gara hanno partecipato n. 172 (imprese) riunite e non in ATI. Eventuali informazioni potranno essere richieste all’U.O.C. Servizio Tecnico - Viale Diaz n. 7/9 - Enna - Tel. 0935.520156 - Fax 0935.520187, tutti i giorni non festivi escluso il sabato, dalle ore 09.00 alle ore 12.00 o collegandosi al sito www.asp.enna.it. L’esito di gara è stato trasmesso alla GURS per la pubblicazione in data: 7 gennaio 2014. Il Commissario Straordinario - Dr. Giuseppe Termine TRIBUNALE ORDINARIO DI CAGLIARI Ufficio Unico Notai Per le Espropriazioni Immobiliari Esecuzione N. 55/99 Pr 1633 Es.Not.) 55/99 (MF) CAGLIARI: via La Vega n.9, intero fabbricato disposto su 5 piani fuori terra adibito a casa di cura, con annessa area scoperta di pertinenza di mq 2.500 circa. Prezzo Base Euro 6.840.000,00 con offerte minime in aumento pari ad Euro 200.000,00. Vendita il 19/02/2014 alle ore 09.00 Nel caso in cui la vendita senza incanto sopra descritta abbia esito negativo, verrà effettuata una vendita con incanto allo stesso prezzo il giorno 19/02/2014 alle ore 09,30. Nel caso in cui la vendita con incanto sopra descritta abbia esito negativo, il giorno 19/03/2014 alle ore 09,00 verrà effettuata un’altra vendita con incanto al prezzo di Euro 6.156.000,00 con offerte minime in aumento pari ad Euro 200.000,00. Residuo prezzo entro 30 gg. dall’aggiudicazione. Ufficio Unico Notai MINISTERO DELLA DIFESA AZIENDA LOMBARDA PER L’EDILIZIA RESIDENZIALE MONZA E BRIANZA ESTRATTO ESITO GARA N. 04-2013 L’A.L.E.R. Monza e Brianza aggiudicato la gara d’appalto per lo svolgimento del servizio di cassa e servizi finanziari in favore dell’Aler di Monza e Brianza per una durata di 60 mesi dalla data del verbale di avvio dell’esecuzione del contratto. Svoltasi mediante procedura aperta ai sensi dell’art. 54 del D.Lgs. 163/06. Importo complessivo dell’appalto: pari ad € 1.188.088,02= (IVA esclusa), di cui oneri per la sicurezza non soggetti a ribasso pari a € 0,00= (IVA esclusa) e € 528.039,12= per eventuale rinnovo di 48 mesi. C.I.G. 5276632E76. Offerte ricevute: n. 1. Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi dell’art. 83 del D.Lgs. 163/06. Data di aggiudicazione dell’appalto: 28/10/2013. Nome e indirizzo dell’aggiudicatario: Banca Popolare di Sondrio, piazza Garibaldi 16, 23100 Sondrio. Valore complessivo del contratto: € 660.048,90= per un periodo di 60 mesi più € 528.039,12 per eventuale rinnovo di ulteriori 48 mesi. Il Responsabile del Procedimento Dott.ssa Carola Airoldi S.S.T. ESTAV NORD-OVEST TOSCANA UOC Acquisizione Attrezzature Sanitarie, Diagnostica, Arredi, Strumentario ed Informatica e Servizi Assicurativi Responsabile del procedimento: Dr.ssa Fabiana Ercolini e-mail [email protected] Tel. 0586/223747. Procedura aperta per la fornitura in locazione quadriennale di sistemi analitici di diagnostica rapida per glicemia e relativi dispositivi per prelievo, necessari alle Aziende Sanitarie afferenti all’Area Vasta N/O - importo quadriennale presunto € 1.690.200,00 IVA esclusa. Le imprese interessate e in possesso dei requisiti prescritti dovranno scaricare la documentazione di gara all’indirizzo www.estav-nordovest.toscana.it menù bandi/avvisi/esiti/ - bandi attivi - diagnostici. Le offerte medesime dovranno pervenire entro e non oltre le ore 13.00 del giorno 18/03/2014. IL DIRETTORE DIPARTIMENTO ACQUISIZIONE BENI E SERVIZI DR. MASSIMO SANTINI COMUNE DI GIUGLIANO IN CAMPANIA (PROVINCIA DI NAPOLI) Avviso di gara per estratto Il Comune di Giugliano in Campania Settore Edilizia e Lavori Pubblici, C.so Campano, 200, cap. 80014 Giugliano in Campania (NA), internet: www.comune.giugliano.na.it, indice gara aperta, ai sensi dell’art. 82 del D. Lgs. 163/06 con il criterio del prezzo più basso mediante ribasso percentuale sull’importo posto a base di gara, per i lavori di affidamento del servizio di gestione dei servizi cimiteriali e dei servizi di manutenzione nell’ambito del cimitero. Importo a base di gara € 1.347.000,00 per lavori soggetti a ribasso, comprensivo degli oneri della sicurezza, oltre IVA. Categoria di servizio e dei lavori come indicato nel C. S. A. Le offerte dovranno pervenire entro il 14/03/2014, alle ore 12,00. La prima seduta di gara si svolgerà il 20/03/2014 alle ore 14,30 presso il Settore E. LL. PP. Il bando e disciplinare di gara, gli elaborati tecnici, potranno essere visionati e ritirati presso la ditta l’ELIOGRAFIA GRAPHOS sas, con sede Giugliano, C.so Campano, 201-203, tel. e fax 0815068111. Responsabile del procedimento: Geom. Giuliano VassalloGiugliano, lì 16/01/2014 SETTORE EDILIZIA E LAVORI PUBBLICI IL DIRIGENTE Ing. Domenico D’Alterio DIREZIONE GENERALE DI COMMISSARIATO E DI SERVIZI GENERALI 2° Reparto - 3^ Divisione POSTINFORMAZIONE Si comunica che questa D.G. ha aggiudicato il seguente appalto di servizio: Servizio di rifornimento di acqua potabile alle isole minori della Regione Sicilia, con navi cisterna (Periodo 1° gennaio - 31 dicembre 2014) • Procedura negoziata, ai sensi dell’art. 57, comma 2 lettera b) del D.Lgs. 163/06; • Ditta aggiudicataria: R.T.I. MARNAVI S.p.A. (Capogruppo) / VEMAR S.r.l.; • Importo di aggiudicazione € 22.099.801,64 IVA esclusa. IL CAPO DELLA 3^ DIVISIONE (Dr. Fabio TOTA) Liquidazione Coatta Amministrativa LA CONCORDIA s.p.a. Commissario Liquidatore: Avv. Patrizia Parenti. Il giorno 25 marzo 2014 alle ore 15,00 presso lo studio del Notaio Ivano Guarino, via S. Tecla n. 4, Milano, si procederà alla vendita del bene immobile sito in - Limbiate (Mi) fg. 45 mapp. 87 , Via II Giugno. Prezzo base euro 32.940,00 (trentaduemilanovecentoquaranta). Aumenti minimi di euro 5.000,00 in euro 5.000,00. Terreno edificabile di mq. 723 (Catasto Fabbricati fg. 45 mapp. 87 sub. 701 Area Urbana) sito a Nord-Est dell’abitato di Limbiate in zona periferica edificata, completamente urbanizzata e ben collegata al centro cittadino, a Milano ed alla rete stradale primaria. I concorrenti, entro le ore 12,00 del giorno 18 marzo 2014 dovranno recapitare presso lo studio del Notaio Guarino l’offerta di partecipazione in busta chiusa, contenente l’indicazione “offerta di acquisto immobile di LA CONCORDIA s.p.a. in L.C.A”. Maggiori informazioni al numero 02.76020902 e sul sito www.isvap.it. REGIONE SICILIANA AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE DI AGRIGENTO AVVISO DI GARA Questa Azienda indice procedura aperta per la fornitura in noleggio quinquennale di un sistema RIS PACS per l’importo di € 5.800.000,00= + I.V.A.. Il termine di presentazione dell’offerta scade alle ore 10.00 del 18.02.2014. Il bando di gara è pubblicato su GUUE, GURS e sito internet www.aspag.it. Per eventuali informazioni tel. 0922 407268 - 407145 - fax 0922 407119 - 407268. Il Commissario Straordinario Dott. Salvatore Messina Economia 29 Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014 Trasporti Banche Crisi Alitalia, 1.900 esuberi e due euro in più a biglietto Aeroporti, norma anti Ryanair ROMA – Due euro a biglietto anche per i prossimi due anni. Il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, ha confermato per il 2014 e il 2015 il prelievo a carico dei viaggiatori per continuare a finanziare il Fondo volo che garantisce l’integrazione degli ammortizzatori sociali di piloti e assistenti di volo. Non solo, per favorire il settore colpito dalla crisi è stata decisa la defiscalizzazione delle indennità del personale di volo, per il quale dunque le aziende non pagheranno i contributi. Norme per far fronte alle difficoltà del trasporto aereo, a cominciare da Alitalia, che ha ancora mille dipendenti in cassa integrazione e che si appresta a inviarne altri 1.900, come ha confermato ieri l’ad Gabriele De Torchio ai sindacati. Si tratta di 280 piloti, 350 assistenti di volo, 480 operatori nei servizi a terra, 600 negli uffici e 190 nella manutenzione. Domani l’incontro proseguirà per individuare gli strumenti utili ad accompagnare gli esuberi. Quanto alla trattativa con Etihad, che vorrebbe acquistare Alitalia, si attende la missione del premier negli Emirati per ottenere almeno un memorandum of understanding, quale primo impegno a trattare, che Del Torchio potrebbe spendere per ottenere nuovi finanziamenti dalle banche e far fronte alla I piloti in esubero. I tagli crisi di liquidità. Ma c’è un altro riguardano anche, per fronte aperto nel settore aereo, quello degli aeroporti, in guerra esempio, 350 assistenti di contro il ministro Lupi per la volo e 600 amministrativi norma del decreto «Destinazione Italia» che impone ai gestori che erogano contributi, sussidi o altri emolumenti ai vettori aerei «in funzione dell’avviamento e sviluppo di rotte destinate a soddisfare e promuovere la domanda nei rispettivi bacini di utenza», di fare delle gare per «garantire la più ampia partecipazione dei vettori potenzialmente interessati». Insomma niente più contributi a pioggia a favore della sola Ryanair come avviene in molti aeroporti. I gestori stanno seguendo il passaggio del decreto nelle commissioni parlamentari alla Camera, suggerendo delle modifiche. Ad esempio attribuendo all’Autorità dei Trasporti, anziché al ministro, l’emanazione delle linee guida attuative del decreto, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore dello stesso. Intanto gli aeroporti sono in subbuglio. Quelli della Regione Puglia gestiti dalla società Adp, che in cinque anni hanno versato a Ryanair 44 milioni con un contratto, precisano, di promozione e pubblicità, guidano la carica. Contro il decreto hanno già elaborato una linea interpretativa che potrebbe servire a eludere l’obbligo della gara: secondo fonti della giunta regionale pugliese, Adp potrà evitarla perché, pur essendo partecipata da soci pubblici, è una società di diritto privato. 280 Antonella Baccaro © RIPRODUZIONE RISERVATA Credito L’Abi risponde a Bankitalia Bazoli: pronti per il test Bce ROMA — Il nostro è un parere «razionale, costruttivo e di alta qualificazione giuridica» dice il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli al termine della riunione del Comitato esecutivo dell’Associazione che ha confezionato la risposta alla Banca d’Italia sulle nuove regole del governo bancario. Un parere razionale ma comunque critico, visto che nel documento Abi sono state inserite le osservazioni non proprio positive formulate direttamente dalle banche popolari. «C’è una certa fibrillazione» nella categoria ha osservato Luigi Odorici, amministratore delegato della Popolare Emilia Romagna spiegando che le disposizioni di Bankitalia possono «rompere vecchi equilibri». Patuelli, nell’intento di smorzare i toni del confronto, ha affermato che «non ci sono i presupposti di necessità per intervenire con un defibrillatore». I malumori tra le banche popolari però restano. Si vedrà se in Banca d’Italia la disponibilità a discutere le osservazioni degli Miliardi di euro il capitale interessati arriverà fino al aggiuntivo di cui avranno punto di accogliere le richieste bisogno le banche degli istituti cooperativi sui italiane secondo S&P quali il pressing per un adeguamento di modello e struttura dura da tempo. C’è da vedere anche come si svilupperà la discussione in Parlamento sulla direttiva Ue. In ogni caso le nuove regole indicate dalla Vigilanza vanno al di là degli indirizzi europei, con cui la normativa italiana è in gran parte già in linea. I punti più significativi riguardano il taglio dei componenti dei consigli di amministrazione e la delimitazione dei poteri del presidente. Sulla situazione complessiva del sistema bancario è intervenuto il presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli, ieri sera a Brescia assieme a Patuelli per la commemorazione dell’ex presidente dell’Abi, Corrado Faissola («ci sarebbe tanto bisogno di banchieri all’antica»): «Ad eccezione di singoli casi, il sistema, e mi riferisco soprattutto alle banche di grandi dimensioni, potrà affrontare il test della Bce con relativa sicurezza e tranquillità». 32-42 S.Ta. © RIPRODUZIONE RISERVATA Avviati accertamenti sul bilancio e sulla semestrale 2013. La richiesta di svalutazioni per 890 milioni Carige, la Consob contesta i conti «Nel 2012 perdite sottostimate» Per la Commissione mancano 674 milioni. L’istituto valuta il ricorso GENOVA — Dopo le richieste di chiarimenti di Consob a Banca Carige, le risposte dell’istituto genovese e le controrepliche, il 10 gennaio la Commissione ha deliberato l’avvio di un accertamento per la non conformità del bilancio consolidato e d’esercizio 2012 di Carige e di quello consolidato semestrale al 30 giugno del 2013. La banca ha detto di «non condividere il giudizio di non conformità» annunciando che impugnerà la delibera. Il nuovo board di Carige difende i criteri di bilancio adottati dalla vecchia gestione, quella cresciuta sotto l’egida di Giovanni Berneschi e naufragata sul report degli ispettori di Bankitalia — Via Nazionale «è stata pesantissima» ha commentato ieri l’ex presidente —, anche se di fatto a fine 2013 è dovuto correre ai ripari effettuando nel terzo trimestre una svalutazione straordinaria. Operazione che ha fatto chiudere a Carige i primi nove mesi del 2013 con un rosso di 139,1 milioni. Proprio grazie a questo intervento, scrive Banca Carige, anche la rettifica eventuale delle poste di bilancio che Consob contesta oggi «non produce alcun effetto monetario e non incide sul patrimonio di vigilanza nè sul patrimonio tangibile della banca». Nella sua delibera Consob rileva criticità nella valutazione degli avviamenti e delle partecipazioni in Carige Vita Nuova e Carige Assicurazioni, oggi in vendita, nonché della partecipazione in Bankitalia. Consob ha chiesto a Carige di rendere pubbliche le violazioni che le sono state contestate sia sulla correttezza contabile dei bilanci sia sui principi contabili internazionali, per finire con la richiesta di evidenziare «gli effetti che una contabilizzazione conforme alle regole avrebbe prodotto sulla situazione patrimoniale, sul conto economico e sul patrimonio dell’esercizio 2012 e del primo semestre 2013». Quindi, sulla base dei principi contabili richiamati da Consob le perdite L’Authority La Consob (qui il presidente, Giuseppe Vegas) ha avviato un accertamento su Carige. Contestata la conformità del bilancio 2012 e la semestrale 2013. L’istituto si riserva di impugnare il provvedimento consolidate del 2012 dichiarate pari a 62,5 milioni sarebbero dovute salire fino a 133,4 milioni e quelle del primo semestre 2013 pari a 29,3 milioni tra i 567,7 e i 601,5 milioni di euro. La Commissione ha anche chiesto per il bilancio 2012 la svalutazione di 889,6 milioni delle attività disponibili alla vendita e un taglio di 826 milioni delle riserve da valutazione. Tuttavia Carige non ci sta a fare penitenza fino in fondo e contesta Consob sostenendo che la valutazione degli avviamenti non è il risultato di «automatici criteri e formule standard» bensì frutto di analisi complesse. Da qui l’annuncio dell’impugnazione della delibera. Ancora una volta il percorso di Carige per lasciarsi alle spalle un periodo turbolento e affrontare con piena serenità il new deal avviato dall’amministratore delegato Piero Luigi Montani si conferma impegnativo. Erika Dellacasa © RIPRODUZIONE RISERVATA 30 Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera Nome Data Valuta Quota/od. Quota/pre. AcomeA SGR - numero di tel. 800.89.39.89 [email protected] AcomeA America (A1) 20/01 EUR 15,908 15,916 AcomeA America (A2) 20/01 EUR 16,355 16,362 AcomeA Asia Pacifico (A1) 20/01 EUR 4,339 4,356 AcomeA Asia Pacifico (A2) 20/01 EUR 4,446 4,463 AcomeA Breve Termine (A1) 20/01 EUR 14,334 14,328 AcomeA Breve Termine (A2) 20/01 EUR 14,475 14,469 AcomeA ETF Attivo (A1) 20/01 EUR 4,531 4,540 AcomeA ETF Attivo (A2) 20/01 EUR 4,628 4,638 AcomeA Eurobbligazionario (A1) 20/01 EUR 16,698 16,692 AcomeA Eurobbligazionario (A2) 20/01 EUR 16,867 16,861 AcomeA Europa (A1) 20/01 EUR 12,915 12,998 20/01 EUR AcomeA Europa (A2) 13,205 13,289 AcomeA Globale (A1) 20/01 EUR 11,134 11,165 AcomeA Globale (A2) 20/01 EUR 11,521 11,552 20/01 EUR AcomeA Italia (A1) 19,284 19,469 AcomeA Italia (A2) 20/01 EUR 19,735 19,922 AcomeA Liquidità (A1) 20/01 EUR 8,876 8,875 AcomeA Liquidità (A2) 20/01 EUR 8,877 8,876 AcomeA Obbligaz. Corporate (A1) 20/01 EUR 7,822 7,818 AcomeA Obbligaz. Coroprate (A2) 20/01 EUR 7,911 7,907 AcomeA Paesi Emergenti (A1) 20/01 EUR 6,381 6,397 AcomeA Paesi Emergenti (A2) 20/01 EUR 6,538 6,554 Nome Data Valuta Quota/od. Quota/pre. AZ F. Bond TargetSettem.2016 ACC 20/01 EUR 5,753 5,750 AZ F. Bond TargetSettem.2016 DIS 20/01 EUR 5,468 5,515 AZ F. Cash 12 Mesi 20/01 EUR 5,328 AZ F. Cash Overnight 20/01 EUR AZ F. Cat Bond ACC Nome Data Valuta Quota/od. Quota/pre. UK Equity Fd B 22/01 GBP 3,458 3,474 UK Equity Fd B 22/01 USD 5,716 5,695 5,328 UK Equity Fd X 22/01 EUR 4,387 5,242 5,241 UK Equity Fd X 22/01 EUR 14/01 EUR 5,288 5,284 UK Equity Fd X AZ F. Cat Bond DIS 14/01 EUR 5,288 5,284 AZ F. CGM Opport Corp Bd 20/01 EUR 5,926 5,921 AZ F. CGM Opport European 20/01 EUR 6,809 6,808 AZ F. CGM Opport Global 20/01 EUR 6,324 Nome Data Valuta Quota/od. Quota/pre. Asia Consumer Demand A 21/01 USD 13,430 13,330 Asia Consumer Demand A-Dis 21/01 USD 13,090 13,000 4,381 Asia Infrastructure A 21/01 USD 13,330 4,262 4,257 Asia Infrastructure A-Dis 21/01 USD 22/01 GBP 0,517 0,520 Asian Bond A-Dis M 21/01 USD UK Equity Fd X 22/01 GBP 3,488 3,504 Balanced-Risk Allocation A 21/01 EUR 14,610 14,610 UK Equity Fd X 22/01 USD 5,816 5,795 Em. Loc. Cur. Debt A 21/01 USD 14,348 14,412 Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M 21/01 USD 9,310 9,351 6,323 Data Valuta Quota/od. Quota/pre. KIS - Europa P 20/01 EUR 127,910 128,010 KIS - Europa X 20/01 EUR 128,250 128,350 13,310 KIS - Global Bond P 20/01 EUR 101,170 101,150 12,590 12,580 KIS - Income D 20/01 EUR 104,380 104,370 9,966 9,977 KIS - Income P 20/01 EUR 107,850 107,830 KIS - Italia P 20/01 EUR 128,230 128,900 PS - 3P Cosmic A 21/01 EUR 72,330 KIS - Italia X 20/01 EUR 126,920 127,440 PS - 3P Cosmic C 21/01 CHF 72,680 72,610 KIS - Key 20/01 EUR 125,610 125,730 PS - Absolute Return A 21/01 EUR 110,490 110,450 Em. Mkt Corp Bd A 21/01 USD 11,727 11,737 21/01 EUR 16,176 16,176 KIS - Key X 20/01 EUR 126,010 126,120 PS - Absolute Return B 21/01 EUR 116,400 116,350 PS - Algo Flex A 21/01 EUR 110,520 109,770 AZ F. CGM Opport Gov Bd 20/01 EUR 5,427 5,421 Euro Corp. Bond A AZ F. Commodity Trading 20/01 EUR 4,120 4,116 Euro Corp. Bond A-Dis M 21/01 EUR 12,404 12,404 AZ F. Conservative 20/01 EUR 6,378 6,374 Euro Short Term Bond A 21/01 EUR 10,829 10,829 AZ F. Core Brands 20/01 EUR 5,610 5,603 European Bond A-Dis 21/01 EUR 5,498 5,501 AZ F. Corporate Premium ACC 20/01 EUR 5,597 5,600 Glob. Bond A-Dis 21/01 USD 5,715 5,722 AZ F. Corporate Premium DIS 20/01 EUR 5,373 5,429 Glob. Equity Income A 21/01 USD 59,750 59,740 AZ F. Dividend Premium ACC 20/01 EUR 5,528 5,525 Glob. Equity Income A-Dis 21/01 USD 15,060 15,060 AZ F. Dividend Premium DIS 20/01 EUR 4,939 4,999 AZ F. Emer. Mkt Asia 20/01 EUR 5,729 5,741 AZ F. Emer. Mkt Europe 20/01 EUR 3,331 3,336 AZ F. Emer. Mkt Lat. Am. 20/01 EUR 4,737 4,729 AZ F. European Dynamic 20/01 EUR 5,221 5,221 AZ F. European Trend 20/01 EUR 3,266 3,269 AZ F. Formula 1 Absolute AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC 20/01 EUR 30/12 EUR 5,410 5,562 5,424 5,557 AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS 30/12 EUR 5,532 5,528 AZ F. Formula Target 2014 20/01 EUR 4,740 4,738 AZ F. Formula Target 2015 ACC 20/01 EUR 5,987 5,986 Num tel: 178 311 01 00 www.compamfund.com - [email protected] Bluesky Global Strategy A 20/01 USD 20/01 EUR Bond Euro A 1492,357 1232,703 1491,801 1232,399 Bond Euro B 20/01 EUR 1192,978 1192,718 Bond Risk A 20/01 EUR 1405,779 1404,949 Bond Risk B 20/01 EUR 1348,421 1347,674 CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. A 20/01 EUR 1614,687 1614,535 CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. B 20/01 EUR 1556,235 1556,139 CompAM Fund - SB Bond B 17/01 EUR 1060,830 1059,857 CompAM Fund - SB Equity B 17/01 EUR 1106,573 1102,732 CompAM Fund - SB Flexible B 17/01 EUR 1012,253 1009,642 European Equity A 20/01 EUR 1412,136 1414,039 European Equity B 20/01 EUR 1339,183 1341,046 Multiman. Bal. A 17/01 EUR 116,814 116,785 Multiman. Bal. M 17/01 EUR 116,321 116,291 Multiman. Eq. Afr. & Mid. East A 15/01 EUR 74,047 73,962 Multiman. Eq. Afr. & Mid. East M 15/01 EUR 77,130 77,033 Multiman.Target Alpha A 15/01 EUR 105,561 105,612 Greater China Eq. A 21/01 USD 44,390 44,160 KIS - Sm. Cap P 21/01 EUR 102,660 102,560 India Equity E 21/01 EUR 26,100 26,080 KIS - Sm. Cap X 12/11 EUR 99,050 99,610 Comm Euro R1C A 21/01 EUR 104,020 104,190 5,774 Comm Harvest R3C E 21/01 EUR 78,390 78,460 AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC 20/01 EUR 4,535 4,539 Currency Returns Plus R1C 21/01 EUR 935,770 935,920 21/01 EUR 111,800 112,090 Invictus Global Bond Fd 21/01 EUR 15/01 EUR Invictus Macro Fd Sol Invictus Absolute Return 16/01 EUR 105,558 83,120 107,493 105,394 83,687 107,023 www.azimut.it - [email protected] AZIMUT CAPITAL MANAGEMENT SGR - tel.02.88981 4,290 4,332 Dyn Aktien Pl R1C A AZ F. Institutional Target 20/01 EUR 5,468 5,471 DB Platinum IV AZ F. Italian Trend 20/01 EUR 3,516 3,519 Croci Euro R1C B 21/01 EUR 115,950 116,300 AZ F. Lira Plus ACC 20/01 EUR 4,746 4,785 Croci Japan R1C B 21/01 JPY 8652,970 8636,920 AZ F. Lira Plus DIS 20/01 EUR 4,746 4,785 Croci US R1C B 21/01 USD 160,040 159,830 AZ F. Macro Dynamic 20/01 EUR 5,969 5,974 Dyn. Bd Stabilität Plus R1C A 17/01 EUR 95,210 95,070 Dyn. Cash R1C A 20/01 EUR 101,560 101,560 Paulson Global R1C E 15/01 EUR 6266,230 6197,900 AZ F. Opportunities 20/01 EUR 5,246 5,246 AZ F. Pacific Trend 20/01 EUR 4,196 4,205 AZ F. Patriot ACC 20/01 EUR 6,195 6,181 AZ F. Patriot DIS 20/01 EUR 5,808 5,851 AZ F. Qbond 20/01 EUR 5,070 5,066 AZ F. Qinternational 20/01 EUR 5,056 5,056 Sovereign Plus R1C A 21/01 EUR 104,470 104,470 Systematic Alpha R1C A 15/01 EUR 10205,880 10116,790 Azimut Dinamico 20/01 EUR 26,616 26,621 Azimut Formula 1 Absolute 20/01 EUR 7,246 7,268 Azimut Formula 1 Conserv 20/01 EUR 6,887 6,887 AZ F. QProtection 20/01 EUR 5,223 5,224 Azimut Formula Target 2013 20/01 EUR 6,929 6,928 AZ F. Qtrend 20/01 EUR 4,908 4,912 Fondi Index Linked Azimut Formula Target 2014 20/01 EUR 6,719 6,719 AZ F. Renminbi Opport 20/01 EUR 5,419 5,415 Social Responsability Azimut Garanzia 20/01 EUR 12,881 12,882 AZ F. Reserve Short Term 20/01 EUR 6,292 6,292 Fondi Unit Linked Azimut Prev. Com. Crescita 30/12 EUR 10,841 10,844 AZ F. Short Term Gl High Yield ACC 20/01 EUR 5,050 5,050 Flex Equity 100 Azimut Prev. Com. Crescita Cl. C 30/12 EUR 10,844 10,848 AZ F. Short Term Gl High Yield DIS 20/01 EUR 5,022 5,050 Azimut Prev. Com. Equilibrato 30/12 EUR 11,912 11,923 AZ F. Solidity ACC 20/01 EUR 5,851 5,849 Azimut Prev. Com. Equilibrato Cl. C 30/12 EUR Azimut Prev. Com. Garantito 30/12 EUR 11,910 10,692 11,926 10,707 AZ F. Solidity DIS AZ F. Strategic Trend 20/01 EUR 20/01 EUR 5,512 5,726 5,554 5,724 Azimut Prev. Com. Protetto 30/12 EUR 11,822 11,836 AZ F. Top Rating ACC 20/01 EUR 5,026 5,026 Azimut Prev. Com. Protetto Cl. C 30/12 EUR 11,825 11,838 AZ F. Top Rating DIS 20/01 EUR 5,026 5,026 AZ F. Trend 20/01 EUR 5,984 5,985 AZ F. US Income 20/01 EUR 5,486 5,488 Azimut Prev. Com. Obbli. 30/12 EUR 10,007 9,998 Azimut Prev. Com. Obbli. Cl. C 30/12 EUR 10,007 9,998 Azimut Reddito Euro 20/01 EUR 17,182 17,178 15/01 99,420 EUR A S&P 11,072 EUR 84,690 102,550 101,950 Pan European Struct. Eq. A 21/01 EUR 13,930 13,870 102,720 Pan European Struct. Eq. A-Dis 21/01 EUR 21/01 EUR 13,410 13,600 13,350 13,610 US High Yield Bond A 21/01 USD 11,545 11,544 US High Yield Bond A-Dis M 21/01 USD 10,653 10,651 US Value Equity A 21/01 USD 30,570 30,560 US Value Equity A-Dis 21/01 USD 29,230 29,220 Per ulteriori informazioni, visitate il sito www.invescopowershares.net Dynamic US Market 21/01 EUR 9,650 9,604 EQQQ 21/01 EUR 65,553 64,983 EuroMTS Cash 3 Months 21/01 EUR 103,464 103,462 FTSE RAFI Asia Pacific Ex-Jap 21/01 EUR 5,576 5,536 FTSE RAFI Dev. 1000 Fund 21/01 EUR 11,561 11,549 FTSE RAFI Dev. Europe Mid-Sm 21/01 EUR 11,939 11,976 FTSE RAFI Emerging Mkts 21/01 EUR 5,899 5,886 FTSE RAFI Europe 21/01 EUR 8,736 8,746 27,237 27,238 21/01 EUR 15,117 46,410 70,560 Global Agriculture NASDAQ OMX 21/01 EUR 8,841 8,844 NM Inflation Linked Bond Europe A 21/01 EUR 103,590 103,650 4,554 NM Italian Diversified Bond A 21/01 EUR 108,890 108,820 Maximum 15/01 5,093 EUR Global Listed Private Eq. 21/01 EUR 8,008 7,959 NM Italian Diversified Bond I 21/01 EUR 110,970 110,900 Progress 15/01 6,221 EUR MENA NASDAQ OMX 21/01 EUR 10,089 10,030 NM Large Europe Corp A 21/01 EUR 132,950 132,900 Quality 15/01 6,784 EUR NASDAQ OMX Global Water 21/01 EUR 9,081 9,063 NM Market Timing A 21/01 EUR 103,800 103,800 NM Market Timing I 21/01 EUR 104,260 104,250 NM Q7 Active Eq. Int. A 21/01 EUR 60,610 60,430 NM Q7 Globalflex A 17/01 EUR 105,030 104,770 NM Total Return Flexible A 17/01 EUR 120,890 120,260 NM VolActive A 21/01 EUR 99,610 99,620 NM VolActive I 21/01 EUR 99,800 99,800 13705,309 Tel: 02 77718.1 www.kairospartners.com 6,802 6,802 10,445 10,446 Europ. Equ. (ex UK) Fd A 22/01 GBP 2,633 2,668 KAIROS INTERNATIONAL SICAV Pan Europe Fd A 22/01 GBP 3,011 3,031 AZ F. Alpha Man. Equity 20/01 EUR 4,893 4,900 Pan Europe Fd A 22/01 USD AZ F. Alpha Man. Them. 20/01 EUR 3,579 3,575 Pan Europe Fd B 22/01 EUR 3,167 Pan Europe Fd B 22/01 USD 4,895 4,888 22/01 EUR 3,924 3,927 22/01 EUR 3,623 3,626 AZ F. American Trend 20/01 EUR 3,165 4,928 4,921 3,629 3,632 AZ F. Asset Plus 20/01 EUR 5,505 5,503 Pan Europe Fd X AZ F. Asset Power 20/01 EUR 5,373 5,373 Pan Europe Fd X 22/01 GBP 2,957 2,977 22/01 GBP 1,046 1,047 AZ F. Asset Timing 20/01 EUR 5,013 5,011 Pan Europe Fd X AZ F. Best Bond 20/01 EUR 5,364 5,364 Strategic Debt Fd A AZ F. Best Cedola ACC 20/01 EUR 5,617 5,616 Strategic Debt Fd A H 22/01 EUR 1,231 1,231 AZ F. Best Cedola DIS 20/01 EUR 5,131 5,179 Strategic Debt Fd A H 22/01 USD 1,741 1,742 AZ F. Best Equity AZ F. Bond Target 2015 ACC AZ F. Bond Target 2015 DIS 20/01 EUR 20/01 EUR 20/01 EUR 5,143 5,892 5,454 5,145 5,888 5,501 5005,417 20/01 EUR 5,427 Strategic Debt Fd X Strategic Debt Fd X H Strategic Debt Fd X H 22/01 GBP 22/01 EUR 22/01 USD 1,065 1,292 1,773 1,066 www.newmillenniumsicav.com Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475 70,780 20/01 EUR 5,429 1561,970 21/01 EUR Kairos Small Cap 20/01 EUR 1584,020 NM Global Equities EUR hdg A Kairos Income AZ F. Alpha Man. Credit 21/01 EUR 10,091 1,570 3,654 153,870 WM Biotech I 10,122 1,761 3,651 156,030 21/01 EUR 1,570 22/01 EUR 21/01 EUR FTSE RAFI US 1000 1,762 Pan Europe Fd A 102,710 WM Biotech A 136,810 22/01 GBP 5,218 100,460 102,740 46,420 22/01 EUR 5,215 100,440 21/01 EUR 136,760 Abs. UK Dynamic Fd P2 20/01 EUR 21/01 EUR Sparta Agressive A 21/01 EUR Abs. UK Dynamic Fd P2 H AZ F. Active Strategy Orazio Conservative A 21/01 EUR 30/11 EUR 570128,125 563754,177 2,863 24,901 922,523 NM Euro Equities A 30/11 EUR 522536,062 517382,561 3,265 24,926 923,722 NM Euro Bonds Short Term A Kairos Multi-Str. I 2,842 21/01 EUR 21/01 EUR 4,979 Kairos Multi-Str. P 3,242 110,450 ITALY CAP RET A EUR SHORT DURATION CAP RET EUR 9,961 30/09 EUR 22/01 GBP 110,550 4,978 29/11 EUR 601260,400 593188,697 22/01 EUR 111,020 9,956 PRINCIPAL FINANCE 1 Europ. Equ. (ex UK) Fd X H 21/01 EUR 21/01 EUR EQUITY- I Europ. Equ. (ex UK) Fd X PS - Target A 21/01 EUR 1,538 5,360 113,692 FTSE RAFI Italy 30 1,693 5,352 113,907 FTSE RAFI Switzerland 1,538 20/01 EUR 21/01 EUR 131,520 1,693 AZ F. Active Selection AZ FUND MANAGEMENT SA - tel.00352 2663811 105,670 HIGH GROWTH CAP RET EUR NM Balanced World Cons A 22/01 GBP 3,258 106,300 15,023 22/01 EUR 3,235 103,310 21/01 EUR 143,480 Abs. UK Dynamic Fd P1 22/01 EUR 21/01 EUR PS - Quintessenza B 131,540 Abs. UK Dynamic Fd P1 H Europ. Equ. (ex UK) Fd B PS - Quintessenza A 89,378 143,450 6,230 20/01 EUR 107,938 89,372 21/01 EUR 6,231 Azimut Trend 108,042 21/01 EUR 21/01 EUR 20/01 EUR 3,237 21/01 EUR NM Augustum High Qual Bd A Azimut Strategic Trend 3,214 FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR FLEX STRATEGY RET EUR 183,790 30/11 EUR 555514,933 549779,744 22/01 EUR 12,787 183,800 Kairos Multi-Str. B Europ. Equ. (ex UK) Fd A 12,790 21/01 EUR 29/11 EUR 694086,829 679725,682 10,046 21/01 EUR NM Augustum Corp Bd A BOND-B 10,048 ASIAN OPP CAP RET EUR www.multistarssicav.com [email protected] T. +41 (0)91 640 37 80 8,609 20/01 EUR Tel: 848 58 58 20 Sito web: www.ingdirect.it Dividendo Arancio 21/01 EUR 48,320 48,440 Convertibile Arancio 21/01 EUR 60,900 60,700 Cedola Arancio 21/01 EUR 56,890 56,910 Borsa Protetta Agosto 15/01 EUR 61,750 61,690 Borsa Protetta Febbraio 15/01 EUR 59,740 59,720 Borsa Protetta Maggio 15/01 EUR 62,590 62,530 Borsa Protetta Novembre 15/01 EUR 60,320 60,160 Inflazione Più Arancio 21/01 EUR 54,980 55,080 Mattone Arancio 21/01 EUR 42,390 42,370 Profilo Dinamico Arancio 21/01 EUR 63,180 63,170 Profilo Equilibrato Arancio 21/01 EUR 60,900 60,880 Profilo Moderato Arancio 21/01 EUR 57,120 57,070 Top Italia Arancio 21/01 EUR 47,490 47,440 1,292 KIS - Ambiente D 20/01 EUR 112,090 112,000 KIS - Ambiente P 20/01 EUR 114,700 114,610 AUGUSTUM EQUITY EUROPE I 21/01 EUR 108,860 108,780 AUGUSTUM G.A.M.E.S. A 21/01 EUR 111,690 111,590 AUGUSTUM G.A.M.E.S. I 21/01 EUR 148,130 147,990 110,930 21/01 EUR 105,610 105,190 PS - Total Return A 21/01 EUR 103,180 103,190 PS - Total Return B 21/01 EUR 96,530 96,540 PS - Valeur Income A 21/01 EUR 109,260 109,230 PS - Value A 21/01 EUR 104,710 103,960 PS - Value B 21/01 EUR 106,850 106,080 www.pegasocapitalsicav.com Strategic Bond Inst. C 21/01 EUR 106,600 106,600 Strategic Bond Inst. C hdg 21/01 USD 106,790 106,780 Strategic Bond Retail C 21/01 EUR 105,350 105,340 Strategic Bond Retail C hdg 21/01 USD 105,550 105,540 Strategic Trend Inst. C 21/01 EUR 103,920 103,870 Strategic Trend Retail C 21/01 EUR 101,960 101,910 Fondo Donatello-Michelangelo Due 30/06 EUR 52927,939 52659,382 Fondo Donatello-Tulipano 30/06 EUR 47475,755 48904,331 Fondo Donatello-Margherita 30/06 EUR 27116,197 26640,389 Fondo Donatello-David 30/06 EUR 57863,932 57813,049 Fondo Tiziano Comparto Venere 30/06 EUR 477314,036 Caravaggio di Sorgente SGR 30/06 EUR www.sorgentegroup.com 2506,583 2547,337 www.vitruviussicav.com Asian Equity B 21/01 EUR 96,400 96,390 Asian Equity B 21/01 USD 135,220 135,210 Emerg Mkts Equity 21/01 USD 440,810 441,180 Emerg Mkts Equity Hdg 21/01 EUR 430,990 431,350 European Equity 21/01 EUR 282,950 283,010 European Equity B 21/01 USD 349,720 349,800 Greater China Equity B 21/01 EUR 115,370 114,610 Greater China Equity B 21/01 GBP 104,070 103,400 Greater China Equity B 21/01 SGD 107,340 106,640 163,130 20/01 EUR 116,230 116,130 Greater China Equity B 21/01 USD 164,210 20/01 USD 273,450 273,520 Growth Opportunities 21/01 USD 70,880 70,500 KIS - America F 20/01 EUR 186,820 186,880 Growth Opportunities Hdg 21/01 EUR 77,740 77,330 KIS - America P 20/01 EUR 192,270 192,320 Japanese Equity 21/01 JPY 140,890 141,120 KIS - America X 20/01 EUR 193,130 193,170 Japanese Equity B 03/12 SGD 0,000 116,290 KIS - Bond A-USD 20/01 USD 167,560 167,420 140,060 KIS - Bond D 20/01 EUR 120,220 120,130 KIS - Bond F 20/01 EUR 121,070 120,980 KIS - Bond P 20/01 EUR 124,040 123,930 KIS - Bond Plus A Dist 20/01 EUR 124,870 124,690 KIS - Bond Plus D 20/01 EUR 126,930 126,750 KIS - Bond Plus P 20/01 EUR 128,650 128,460 KIS - Dynamic A-USD 20/01 USD 171,660 171,570 KIS - Dynamic D 20/01 EUR 20/01 EUR 20/01 EUR 119,650 120,700 121,780 119,590 120,650 121,720 Numero verde 800 124811 [email protected] Nextam Bilanciato 21/01 EUR 6,644 6,632 Nextam Obblig. Misto 21/01 EUR 7,204 7,201 BInver International A 21/01 EUR 6,356 6,352 Cap. Int. Abs. Inc. Grower D 21/01 EUR 5,553 5,543 CITIC Securities China Fd A 21/01 EUR 5,287 5,238 Fidela A 21/01 EUR 5,392 5,396 Income A 21/01 EUR 5,555 5,553 International Equity A 21/01 EUR 7,017 6,999 Italian Selection A 21/01 EUR 6,771 6,768 Liquidity A 21/01 EUR 5,338 5,338 Multimanager American Eq.A 21/01 EUR 4,762 4,756 Multimanager Asia Pacific Eq.A 21/01 EUR 4,327 4,323 AZ F. Bond Target 2016 ACC 20/01 EUR 5,325 5,323 UK Abs. Target Fd P1 22/01 GBP 1,231 1,229 KIS - Dynamic X 14/10 EUR 121,000 120,940 AZ F. Bond Target 2016 DIS 20/01 EUR 5,073 5,272 UK Abs Target Fd P2 22/01 EUR 1,178 1,176 KIS - Emerging Mkts A 20/01 EUR 125,160 125,520 Multimanager Emerg.Mkts Eq.A 21/01 EUR 4,146 4,142 AZ F. Bond Target 2017 Eq Op ACC 20/01 EUR 5,084 5,083 UK Abs Target Fd P2 22/01 GBP 1,260 1,258 KIS - Emerging Mkts D 20/01 EUR 123,980 124,340 Multimanager European Eq.A 21/01 EUR 4,559 4,554 20/01 EUR 5,084 5,083 UK Equity Fd A 22/01 GBP 3,440 3,455 Invesco Funds KIS - Emerging Mkts F 20/01 EUR 121,530 121,890 Strategic A 21/01 EUR 5,062 5,053 AZ F. Bond Target 2017 Eq Op DIS 21/01 EUR KIS - Ambiente X KIS - Dynamic P La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia è disponibile sul sito www.invesco.it PS - Target B PS - Titan Aggressive A KIS - America A-USD KIS - Dynamic F 1,773 123,960 21/01 EUR 8,614 Azimut Trend Tassi 112,050 123,990 PS - Prestige A 20/01 EUR 7,056 111,860 21/01 EUR 13,320 Azimut Solidity 7,036 21/01 EUR 13,320 30/11 EUR 847479,331 838312,127 20/01 EUR PS - Inter. Equity Quant B PS - Liquidity A 21/01 EUR Kairos Multi-Str. A Azimut Trend Pacifico 109,960 Pan European High Inc A-Dis 29/11 EUR 694086,829 679725,682 17,641 109,770 85,780 BOND-A 17,621 21/01 EUR 84,710 8,561 20/01 EUR 98,070 PS - Inter. Equity Quant A 85,800 8,572 Azimut Trend Italia 100,000 98,090 21/01 USD 20/01 EUR 13,136 100,170 21/01 EUR 21/01 EUR Azimut Scudo 13,122 21/01 EUR PS - Fixed Inc Absolute Return A PS - Podium Flex C 17/01 EUR 20/01 EUR PS - Equilibrium A PS - Podium Flex A ABSOLUTE RETURN EUROPA Azimut Trend Europa 133,160 18,220 6,043 12,445 134,010 11,650 6,042 12,439 21/01 EUR 18,220 20/01 EUR 20/01 EUR 98,710 PS - EOS A 11,690 Azimut Reddito Usa Azimut Trend America 98,720 21/01 EUR 4,546 60088,629 119,350 21/01 EUR 21/01 EUR 59550,161 21/01 EUR 21/01 EUR Pan European High Inc A Global Clean Energy 5045,982 119,340 PS - Bond Opportunities B PS - Dynamic Core Portfolio A Pan European Eq. Inc. A-Dis 5,544 EUR 14057,114 160,170 95,950 15/01 29/11 EUR 160,190 100,850 Global Equity ABS- I 21/01 EUR 100,890 FTSE RAFI Hong Kong China 15/01 111,040 PS - Bond Opportunities A 21/01 EUR US Equity A EH AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS 20/01 EUR 111,070 PS - Opportunistic Growth B 9,908 6,182 21/01 EUR 16,180 10,833 5,747 108,210 PS - Best Gl Managers Flex Eq A 16,160 9,931 6,184 108,210 21/01 EUR 10,834 20/01 EUR 21/01 EUR Pan European Eq. A-Dis 21/01 USD 20/01 EUR 104,740 PS - Best Global Managers B Pan European Eq. A 21/01 EUR AZ F. Income DIS 104,470 104,720 95,980 Renminbi Fix. Inc. A AZ F. Income ACC 105,190 21/01 EUR 21/01 EUR Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis 21,127 21/01 EUR PS - Opportunistic Growth A 4,855 21,108 PS - Algo Flex B PS - Best Global Managers A 17,860 4,177 20/01 EUR 72,340 3120,000 4,915 AcomeA Performance (A2) Tel: 0041916403780 www.pharusfunds.com [email protected] 17,840 4,135 58,370 102,100 Quota/pre. 3123,000 14/01 EUR 57,950 102,120 Quota/od. 21/01 EUR 20/01 EUR 17/01 EUR 20/01 EUR Data Valuta 21/01 JPY AZ F. Global Curr&Rates DIS Agriculture Euro R1C A KIS - Target 2014 X Nome Japanese Eq. Advantage A 5,169 DB Platinum 124,400 97,810 5,163 5,167 124,510 11,588 AcomeA Patrimonio Dinamico (A2) 20/01 EUR 5,167 21/01 EUR 11,589 4,353 5,109 KIS - Selection P 21/01 EUR 4,349 5,168 121,830 Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis 20/01 EUR 20/01 EUR 122,730 121,930 123,900 AZ F. Global Curr&Rates ACC 20/01 EUR 122,830 21/01 EUR 97,900 5,080 AZ F. Hybrid Bonds DIS 21/01 EUR KIS - Selection F 123,990 5,073 AZ F. Hybrid Bonds ACC KIS - Selection D 21/01 EUR AcomeA Patrimonio Dinamico (A1) 20/01 EUR 20,853 118,210 21/01 EUR 4,953 20,834 118,040 KIS - Sm. Cap D 5,596 20/01 EUR 20/01 EUR KIS - Selection X 4,953 AcomeA Performance (A1) KIS - Multi-Str. UCITS X 12,600 5,547 4,855 117,720 12,602 20/01 EUR 4,915 117,530 116,030 21/01 EUR 20/01 EUR 14/01 EUR 20/01 EUR 115,840 Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A AZ F. Formula 1 Conserv. AZ F. Global Sukuk DIS KIS - Multi-Str. UCITS P 20/01 EUR 40,090 AZ F. Formula Target 2015 DIS 6,079 KIS - Multi-Str. UCITS F 40,210 3,848 6,074 115,040 21/01 USD 3,949 AcomeA Patrimonio Prudente (A2) 20/01 EUR 156,430 114,850 Glob. Structured Equity A-Dis 3,841 5,957 156,180 20/01 EUR 11,123 3,942 5,952 20/01 USD KIS - Multi-Str. UCITS D 11,119 AcomeA Patrimonio Aggressivo (A1) 20/01 EUR AcomeA Patrimonio Prudente (A1) 20/01 EUR KIS - Multi-Str. UCITS A USD Glob. Inv. Grade.Corp. Bond A-Dis M 21/01 USD AcomeA Patrimonia Aggressivo (A2) 20/01 EUR AZ F. Global Sukuk ACC Nome AZ F. Bond Target Giugno 2016 ACC 20/01 EUR 5,542 5,538 UK Equity Fd A 22/01 USD 5,630 5,610 Asia Balanced A 21/01 USD 23,160 23,130 KIS - Europa D 20/01 EUR 126,100 126,210 Usa Value Fund A 21/01 EUR 5,989 5,977 AZ F. Bond Target Giugno 2016 DIS 20/01 EUR 5,177 5,223 UK Equity Fd B 22/01 EUR 4,187 4,181 Asia Balanced A-Dis 21/01 USD 15,290 15,270 KIS - Europa F 20/01 EUR 126,100 126,210 Ver Capital Credit Fd A 21/01 EUR 5,427 5,424 Japanese Equity B 21/01 USD 139,820 Japanese Equity Hdg 21/01 EUR 183,510 183,800 Swiss Equity 21/01 CHF 131,010 130,990 Swiss Equity Hdg 21/01 EUR 99,410 99,400 US Equity 21/01 USD 163,570 163,900 US Equity Hdg 21/01 EUR 180,300 180,650 Tel 0332 251411 www.ottoapiu.it 8a+ Eiger 21/01 EUR 6,108 6,191 8a+ Gran Paradiso 21/01 EUR 5,296 5,299 8a+ Latemar 21/01 EUR 5,861 5,874 8a+ Matterhorn 10/01 EUR 770627,088 751939,921 Legenda: Quota/pre. = Quota precedente; Quota/od. = Quota odierna 13355AB Economia/Mercati Finanziari 31 Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014 Sussurri & Grida Piazza Affari Le scommesse su Fed e Brasile. E l’addio di El-Erian BRILLANO ENEL E TENARIS ANCORA VENDITE SU YOOX di GIACOMO FERRARI Dopo un promettente avvio di seduta, le Borse europee hanno ripiegato nel corso della mattinata, mantenendosi intorno alla parità dopo l’avvio debole di Wall Street. Più o meno identico l’andamento di Piazza Affari, dove l’indice Ftse-Mib al termine delle contrattazioni ha registrato una leggera perdita (-0,19%). In assenza di dati macro particolarmente importanti, a determinare le variazioni sui singoli titoli sono stati i report delle case d’investimento. Così, le valutazioni positive di Barclay’s e Hsbc hanno spinto al rialzo Enel (+2,36%), mentre quelle di Morgan Stanley e della stessa Barclay’s sono all’origine del progresso di Intesa Sanpaolo (+1,18%), uno dei pochi segni positivi nell’ambito del comparto bancario. Rialzi sensibili anche per StMicroelectronics (+2,08%) che ha beneficiato dei buoni conti trimestrali di Texas Instruments, e per Tenaris (+1,33%). Maglia nera, invece, fra le bluechips, per Mediaset (-3,94%) dopo una nota di KeplerCheuvreux nella quale si sostiene che la società televisiva dovrà svalutare la propria quota in Digital+. In calo, infine, anche i titoli del lusso, in particolare Yoox (-3,91%), Ferragamo (-2,56%) e Tod’s (-2,53%). © RIPRODUZIONE RISERVATA Borsa Italiana Nome Titolo Tel. — -2,51 +1,60 -4,59 -2,07 +2,37 -1,48 -1,82 -9,09 -1,24 — — -0,06 -2,27 +0,09 -0,41 — -1,69 -0,85 +0,27 -1,57 +0,36 -0,58 -0,25 +0,14 +1,18 -1,75 +0,86 -2,62 -1,38 -1,44 — -2,35 +14,91 +1,49 +0,32 +0,09 +2,34 +0,23 +11,55 -2,40 — -1,40 -1,36 -3,52 -1,03 -0,15 +0,79 +1,63 +1,77 -3,47 +0,90 -7,20 -2,48 — +1,32 +2,34 -0,80 -0,46 — -0,49 +4,05 -5,72 -0,35 -1,28 +0,21 -0,31 +1,95 +1,46 -0,16 -0,08 +0,69 +0,36 -0,77 — -1,59 +1,35 +1,49 +1,23 +0,67 -2,18 +0,72 -3,94 -0,80 +0,44 -1,65 -2,96 mine». Magari il futuro gli darà ragione. Ma, per ora, più che la vecchia Europa sono i vertici dei fondi Usa a essere in subbuglio. le difficoltà Fiat legate in particolare all’Europa si mostrano in tutta la loro pesante evidenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Fincantieri, Rothschild in corsa Fiat-Chrysler verso Wall Street (r.po.) L’attesa a questo punto è tutta per il calendario postfusione: nuovo nome (Fiat-Chrysler però rimarranno), nuova Borsa (New York, con Milano piazza secondaria), nuova sede legale (dovrebbe seguire il mercato di quotazione, ma lo schema già seguito per Cnh Industrial porta a non escludere l’Olanda, magari con la stessa estensione alla Gran Bretagna per la base fiscale). Tutto ciò alla fine sarà il clou, certo: stanno lì i tasselli del puzzle con cui al Lingotto stanno costruendo il futuro. Futuro che dal lato conti e bilancio è tuttavia già qui, e il consiglio di mercoledì prossimo, oltre a definire la road map del «nuovo» gruppo unico, ne scatterà la fotografia più aggiornata. Provano a prevederla, come sempre, gli analisti. Le cui stime per il 2013 — pubblicate ieri da Fiat-Chrysler — sono perfettamente all’interno dei range indicati già con l’ultima trimestrale da Sergio Marchionne e John Elkann. La media del consensus indica un utile netto di 1,07 miliardi di euro (fra 900 milioni e 1,2 miliardi la «forchetta» annunciata a suo tempo dal Lingotto), risultato della gestione ordinaria un po’ oltre i 3,6 miliardi (3,5-3,8 la previsione aziendale). Come accade da anni, ormai, il grosso del contributo viene da Chrysler, ed è chiaro soprattutto nella scomposizione dell’utile della gestione ordinaria: dei 3,6 miliardi totali ben 3,1 arrivano a Torino grazie alla controllata americana. Poiché da Ferrari e Maserati sono attesi 480 milioni, +1,49 1,116 -2,57 0,815 +3,20 8,255 +10,32 19,680 +3,37 0,749 +15,05 1,050 +17,13 9,595 +8,00 0,040 -28,57 0,001 +4,94 0,701 — — — — +1,14 3,280 +8,67 0,490 +4,91 4,038 +9,41 7,755 — — +5,45 0,005 +11,29 1,781 -2,54 7,450 +5,93 16,310 +12,42 6,120 +4,09 11,500 -0,89 15,650 +10,19 19,820 +6,01 6,300 +1,27 21,500 +1,49 12,760 +11,31 6,855 +2,25 4,186 +14,83 1,369 — — +0,26 2,318 +40,46 0,823 +12,12 115,400 -2,07 0,439 -3,35 1,074 +13,85 0,317 +12,28 3,112 +37,25 0,510 +7,30 0,447 — — +19,43 0,199 +18,55 2,194 +12,86 2,038 +3,88 6,440 -0,51 9,700 +12,81 0,259 +8,62 0,421 +15,56 0,490 +2,75 1,489 +44,96 0,224 +37,15 0,495 +1,75 5,265 +12,26 0,379 +7,40 20,000 +18,64 2,870 -1,30 34,720 -3,84 0,860 — — +0,84 19,580 +15,26 0,076 -20,95 20,750 +7,70 12,940 +2,87 7,090 +0,86 4,590 +10,08 5,890 +9,87 1,429 +16,14 1,995 +15,43 1,050 +2,47 6,005 +4,46 0,055 +6,79 3,028 -0,31 19,340 — — +94,15 1,337 +0,39 8,700 +12,24 4,162 +7,77 1,745 +21,50 0,184 +12,05 0,044 +9,06 0,252 +10,88 0,300 -1,66 1,123 +18,75 0,207 +5,31 8,050 +4,61 0,560 1,161 158,8 0,850 2575,8 8,555 1808,6 23,090 94,8 0,806 28,3 1,208 92,1 11,450 101,7 0,045 44,6 0,002 — 0,906 89,6 — — — — 3,456 146,4 0,562 50,3 4,280 960,8 8,520 1549,7 — — 0,006 10,4 2,032 465,7 7,665 735,9 17,780 14526,0 6,910 1739,2 12,060 1053,0 15,980 68,0 21,840 3122,7 6,900 75,6 25,110 2670,6 13,400 690,2 8,125 2569,3 4,540 1316,6 1,748 2772,7 — — 2,546 141,8 1,156 19,5 129,500 — 0,480 957,5 1,134 2,8 0,541 162,3 3,540 540,1 0,700 145,1 0,535 1559,7 — — 0,245 163,6 2,644 304,0 2,384 30,4 6,880 — 9,900 64,6 0,306 39,8 0,469 92,2 0,574 1105,2 1,587 14,3 0,340 24,7 0,736 23,7 5,650 152,4 0,438 15,3 21,480 91,5 3,500 90,0 35,950 197,2 0,899 32,4 — — 20,570 1368,2 0,090 70,6 26,250 1439,3 14,390 2318,6 7,470 298,3 4,756 42,3 6,515 504,9 1,570 19,5 2,360 279,7 1,244 150,3 6,310 3622,5 0,059 18,8 3,332 155,7 19,680 1042,2 — — 3,110 — 9,020 153,9 4,770 753,4 1,946 18,8 0,254 18,4 0,050 11,2 0,285 25,5 0,348 61,1 1,183 885,5 0,260 26,1 8,800 11677,8 0,623 57,9 Nome Titolo Tel. Cofide ...................................(COF) Cogeme Set ..........................(COG) Conafi Prestito' .....................(CNP) Cred. Artigiano ......................(CRA) Cred. Bergamasco...................(CB) Cred. Emiliano .........................(CE) Cred. Valtellinese .................(CVAL) Cred. Valtellinese 10w ....(WCVA10) Cred. Valtellinese 14w ....(WCVA14) Crespi ...................................(CRE) Csp .......................................(CSP) D D'Amico *........................(DIS) D'Amico 16 warr *...........(WDIS16) Dada * ....................................(DA) Damiani *.............................(DMN) Danieli ..................................(DAN) Danieli rnc ..........................(DANR) Datalogic * ............................(DAL) De'Longhi .............................(DLG) Dea Capital *.........................(DEA) Delclima................................(DLC) Diasorin *...............................(DIA) Digital Bros *..........................(DIB) Dmail Group * ......................(DMA) DMT *.....................................(EIT) E Edison r........................(EDNR) EEMS..................................(EEMS) El.En. * ..................................(ELN) Elica * ...................................(ELC) Emak * ...................................(EM) Enel.....................................(ENEL) Enel Green Pw....................(EGPW) Enervit ..................................(ENV) Engineering * ........................(ENG) Eni .........................................(ENI) Erg........................................(ERG) Ergy Capital...........................(ECA) Ergy Capital 16w ............(WECA16) Esprinet * ..............................(PRT) Eukedos ................................(EUK) Eurotech * .............................(ETH) Exor ......................................(EXO) Exprivia *...............................(XPR) F Falck Renewables * .........(FKR) Ferragamo...........................(SFER) Fiat............................................(F) Fidia * ...................................(FDA) Fiera Milano * .........................(FM) Finmeccanica........................(FNC) FNM .....................................(FNM) Fullsix....................................(FUL) G Gabetti Pro.S..................(GAB) Gas Plus................................(GSP) Gefran * ..................................(GE) Generali ....................................(G) Geox .....................................(GEO) Gruppo Edit. L'Espresso...........(ES) Gtech ....................................(GTK) H Hera...............................(HER) I I Grandi Viaggi .................(IGV) IGD *......................................(IGD) Prezzo Var. Var. Min Max Capitaliz Rif. Rif. 02-01-2014 Anno Anno (in milioni (euro) (in %) (in %) (euro) (euro) di euro) Nome Titolo 0,558 — 0,648 — 18,340 6,180 1,364 — 0,184 — 1,420 0,709 0,112 3,766 1,444 25,860 17,770 8,250 12,420 1,282 1,220 34,510 2,418 4,180 36,800 1,038 0,364 16,750 1,840 0,834 3,470 Il Sole 24 Ore ........................(S24) Ima * .....................................(IMA) Immsi ....................................(IMS) Indesit....................................(IND) Indesit rnc ...........................(INDR) Industria e Inn. ........................(IIN) Intek Group ............................(IKG) Intek Group rnc ....................(IKGR) Interpump * ..............................(IP) Intesa Sanpaolo......................(ISP) Intesa Sanpaolo rnc..............(ISPR) Invest e Sviluppo ....................(IES) Irce *......................................(IRC) Iren ........................................(IRE) Isagro * ..................................(ISG) IT WAY * ................................(ITW) Italcementi................................(IT) Italcementi rnc .......................(ITR) Italmobiliare...........................(ITM) Italmobiliare rnc...................(ITMR) IVS Group ...............................(IVS) IVS Group 16 warr ...............(WIVS) J Juventus FC..................(JUVE) K K.R.Energy......................(KRE) Kinexia..................................(KNX) L La Doria * .........................(LD) Landi Renzo *..........................(LR) Lazio .....................................(SSL) Luxottica ...............................(LUX) Lventure Group ....................(LVEN) M Maire Tecnimont ...............(MT) 1,933 3,660 45,810 17,520 10,010 0,173 0,028 6,405 0,670 2,136 30,560 0,872 1,381 23,940 7,425 2,620 7,960 6,500 0,604 3,102 0,038 4,934 3,118 16,790 2,892 1,649 22,730 1,747 0,495 1,045 +0,45 — +1,73 — -0,97 -4,48 -4,08 — -0,38 — +0,28 -1,60 -6,59 +3,35 -0,35 -0,84 -1,66 — -0,16 -2,06 — +0,35 +3,42 +0,72 +0,19 -0,48 +1,14 -0,53 +0,66 +0,06 +2,36 -1,28 +0,55 +0,75 +0,75 -1,48 -0,57 +1,43 -0,54 — +2,01 — -2,02 -1,36 -2,56 -0,40 -1,73 -2,51 +0,31 +0,67 +3,75 -0,27 +0,90 +0,58 -0,42 -1,97 +3,97 -2,28 -0,11 -3,19 +2,05 +0,72 — +6,15 — +15,35 +6,83 +1,41 — +8,04 — +8,40 +10,44 +8,21 +9,48 +16,55 +3,98 +10,51 -0,60 +4,28 +2,97 -3,94 -1,43 +9,41 +5,56 +7,95 +6,30 +18,52 +5,15 +8,94 +1,34 +10,72 +4,77 +13,74 +4,35 +1,15 +0,70 -0,57 +7,58 +21,65 +5,93 +15,84 +1,19 +4,18 +3,37 -13,32 +7,30 +8,26 +9,79 +19,38 +23,62 +18,22 +7,10 +5,34 +11,36 -0,77 +6,56 +21,88 +2,11 +7,18 +30,08 +21,51 0,554 — 0,605 — 15,900 5,785 1,345 — 0,170 — 1,310 0,633 0,102 3,382 1,230 24,870 16,080 8,250 11,860 1,234 1,180 33,960 2,180 3,950 33,450 0,976 0,307 15,710 1,674 0,814 3,134 1,831 3,140 43,490 17,210 9,745 0,173 0,026 5,265 0,619 1,819 28,910 0,829 1,296 23,940 5,945 2,360 6,750 5,445 0,482 2,622 0,035 4,684 2,762 16,790 2,640 1,353 22,090 1,630 0,380 0,860 0,571 394,8 — — 0,648 30,1 — — 20,170 1128,2 6,580 2074,7 1,540 648,9 — — 0,191 — — — 1,454 47,3 0,721 262,0 0,114 — 3,766 62,2 1,470 118,1 26,170 1062,1 18,070 721,6 8,715 483,3 12,440 1848,4 1,309 396,5 1,270 182,5 35,690 1925,2 2,418 34,0 4,196 6,3 36,800 1040,2 1,043 114,8 0,364 15,8 16,840 80,3 1,840 116,6 0,853 136,5 3,470 32510,2 1,958 9709,0 3,800 68,2 47,440 569,7 17,660 63638,2 10,540 1514,2 0,188 28,9 0,031 — 6,590 336,6 0,682 12,0 2,136 75,5 30,880 7505,3 0,890 45,9 1,410 404,6 27,680 4067,6 7,455 9393,6 2,694 13,6 8,560 337,1 6,500 3794,0 0,604 267,2 3,102 35,0 0,040 31,3 5,025 218,6 3,274 45,0 17,430 26197,2 3,148 750,5 1,649 671,0 23,260 3994,1 1,749 2482,5 0,550 22,4 1,045 361,4 Tel. B.O.T. 14.02.14 14.03.14 14.04.14 14.05.14 13.06.14 14.07.14 21 49 80 110 140 171 99,979 99,948 99,917 99,865 99,813 99,741 0,23 0,26 0,36 0,37 0,42 Oro per Eni nella gara di comunicazione (fr.bas.) Prima in Europa per la migliore comunicazione corporate online e prima nella Global 100 di Kwd Webranking, la classifica sulle maggiori cento aziende quotate a livello globale elaborata in collaborazione con la società di consulenza Lundquist: Eni ha conquistato l’oro. Nel Vecchio Continente ha scalzato dal podio Telecom Italia, che ha mantenuto la palma per due anni. Tra le prime dieci anche Snam e Pirelli. © RIPRODUZIONE RISERVATA Nome Titolo 0,646 30,180 0,490 10,000 9,900 0,925 0,329 0,448 9,380 1,977 1,627 0,749 1,865 1,117 2,686 1,593 7,560 3,900 28,240 15,990 7,390 0,290 0,224 1,715 2,070 4,394 1,251 0,508 39,510 0,072 1,743 Pierrel 12w.....................(WPRL12) — Pininfarina ............................(PINF) 3,618 Piquadro .................................(PQ) 2,144 Pirelli & C. ...............................(PC) 12,450 Pirelli & C. rnc .......................(PCP) 9,345 Poligr. S.Faustino *.................(PSF) 6,250 Poligrafici Editoriale...............(POL) 0,315 Poltrona Frau.........................(PFG) 2,340 Prelios...................................(PRS) 0,625 Premuda .................................(PR) 0,383 Prima Industrie * ....................(PRI) 10,160 Prysmian ...............................(PRY) 18,650 R R. De Medici * ..................(RM) 0,348 Ratti ......................................(RAT) 2,556 RCS Mediagroup ...................(RCS) 1,538 RCS MediaGroup r B .........(RCSRB) 0,545 RCS Mediagroup risp ..........(RCSR) 0,844 Recordati *............................(REC) 11,070 Reply * ..................................(REY) 57,500 Retelit.....................................(LIT) 0,593 Risanamento...........................(RN) 0,219 Rosss....................................(ROS) 1,393 S Sabaf S.p.a. * .................(SAB) 12,900 Saes *.....................................(SG) 7,130 Saes rnc *.............................(SGR) 6,850 Safilo Group...........................(SFL) 18,180 Saipem.................................(SPM) 16,920 Saipem risp........................(SPMR) 18,190 Salini Impregilo .....................(SAL) 4,780 Salini Impregilo rnc .............(SALR) 12,860 Saras ....................................(SRS) 0,875 Sat ........................................(SAT) 11,600 Save....................................(SAVE) 12,930 Screen Service......................(SSB) 0,114 Seat PG...................................(PG) 0,002 Seat PG r ..............................(PGR) 0,950 Servizi Italia * .........................(SRI) 4,698 Servizi Italia 15 warr *.....(WSRI15) 0,330 Sesa......................................(SES) 11,840 Sesa 18 warr......................(WSES) 2,400 SIAS .......................................(SIS) 7,970 Sintesi .....................................(SII) 0,116 Snai ......................................(SNA) 1,895 Snam Gas .............................(SRG) 4,116 Sogefi *...................................(SO) 4,150 Sol ........................................(SOL) 6,000 Sorin.....................................(SRN) 2,306 Space....................................(SPA) 10,030 Space warr.........................(WSPA) — Stefanel * ............................(STEF) 0,421 Stefanel risp * ...................(STEFR) — STMicroelectr. ......................(STM) 5,885 T Tamburi ...........................(TIP) 2,208 Tamburi 13w ...................(WTIP15) 0,326 TAS .......................................(TAS) 0,521 Telecom IT ..............................(TIT) 0,830 Telecom IT Media .................(TME) 0,141 Telecom IT Media rnc .........(TMER) 0,194 Telecom IT rnc......................(TITR) 0,649 Tenaris ..................................(TEN) 16,700 Terna ....................................(TRN) 3,626 TerniEnergia *........................(TER) 2,154 Tesmec * ...............................(TES) 0,900 Tiscali.....................................(TIS) 0,045 Tiscali 14w ......................(WTIS14) 0,000 Tod's.....................................(TOD) 111,700 Trevi Fin.Ind. ...........................(TFI) 6,500 TXT e-solution *.....................(TXT) 21,950 U UBI Banca .......................(UBI) 5,485 Unicredit ...............................(UCG) 5,870 Unicredit risp ......................(UCGR) 9,010 Unipol ....................................(UNI) 4,412 Unipol prv ............................(UNIP) 3,846 UnipolSai.................................(US) 2,238 UnipolSai risp......................(USRA) 205,500 UnipolSai risp B ..................(USRB) 2,110 V Valsoia ...........................(VLS) 10,700 Vianini Industria......................(VIN) 1,325 Vianini Lavori.........................(VLA) 5,375 Vittoria Ass. *.........................(VAS) 9,210 W World Duty Free .............(WDF) 10,830 Y Yoox *...........................(YOOX) 29,230 Z Zignago Vetro * .................(ZV) 5,175 Zucchi...................................(ZUC) 0,122 Zucchi 14 warr...............(WZUC14) 0,006 Zucchi rnc...........................(ZUCR) 0,260 -0,77 -0,66 -1,35 — +3,50 +3,30 -0,93 +0,38 -0,58 +1,18 +0,99 -3,73 -0,64 -0,89 -0,74 -0,44 +5,73 +3,17 -0,95 +0,31 -0,67 -0,03 -1,06 -0,06 -2,82 -1,44 -0,87 +0,20 -0,63 +0,14 -3,17 +5,99 +5,89 +5,85 +0,65 +21,25 +39,02 +2,33 +8,64 +6,96 +10,88 +11,67 +11,46 +11,01 +1,73 +16,88 +6,98 +20,29 +13,04 +12,51 +8,92 +1,93 — -0,04 -9,40 -4,26 +11,98 -0,87 +4,27 +1,26 +45,16 +5,00 0,603 27,700 0,463 9,425 7,940 0,645 0,320 0,408 8,720 1,783 1,457 0,660 1,675 1,098 2,260 1,489 6,220 3,420 24,550 14,460 7,230 0,276 0,224 1,715 1,991 3,896 1,198 0,487 37,410 0,049 1,630 0,656 28,0 30,380 1113,9 0,517 168,9 10,200 1136,0 9,900 5,0 1,020 21,9 0,336 114,6 0,451 21,7 9,550 1021,4 2,014 30657,7 1,657 1520,9 0,830 4,8 1,877 52,7 1,142 1322,9 2,780 47,2 1,600 12,5 7,560 1310,3 3,900 406,1 28,510 629,8 15,990 260,2 7,565 289,3 0,299 — 0,229 226,5 1,893 56,8 2,218 44,5 4,532 136,4 1,290 141,5 0,521 34,5 39,760 18939,4 0,084 7,7 1,840 539,5 Management e C. .................(MEC) 0,160 -1,30 +0,88 0,158 0,162 MARR * ..............................(MARR) 12,000 +0,50 -0,91 11,940 12,200 Mediacontech ......................(MCH) 0,725 +0,69 +17,50 0,617 0,725 Mediaset ................................(MS) 3,658 -3,94 +5,60 3,444 4,026 Mediobanca............................(MB) 6,805 -0,29 +7,84 6,310 7,180 Mediolanum .........................(MED) 6,555 +0,77 +3,97 6,190 6,895 Meridie ...................................(ME) 0,150 -3,91 +89,87 0,077 0,161 Mid Industry Cap ...................(MIC) — — — — — Mittel.....................................(MIT) 1,717 -1,09 +1,72 1,628 1,792 Moleskine * ..........................(MSK) 1,687 -0,35 +7,38 1,571 1,738 MolMed ...............................(MLM) 0,841 -0,88 +12,58 0,747 0,855 Moncler .............................(MONC) 13,350 -1,84 -17,18 13,350 16,350 Mondadori..............................(MN) 1,370 -0,94 -1,44 1,370 1,482 Mondo Tv * ...........................(MTV) 0,530 -1,03 +4,85 0,502 0,536 Monrif..................................(MON) 0,516 +0,49 +17,01 0,440 0,616 Monte Paschi Si. ................(BMPS) 0,181 +0,50 +3,36 0,175 0,188 Montefibre ..............................(MF) — — — — — Montefibre rnc....................(MFNC) — — — — — Moviemax............................(MMG) 0,067 +0,30 +6,83 0,062 0,067 Mutuionline *........................(MOL) 4,100 — -0,29 4,050 4,184 N Nice *............................(NICE) 2,800 — +1,67 2,726 2,838 Noemalife .............................(NOE) 3,690 +0,33 +2,61 3,464 3,690 Noemalife 15 warr .........(WNOE15) — — — — — Novare ....................................(NR) 0,857 — +19,03 0,690 0,860 O Olidata .............................(OLI) 0,390 +0,52 -1,02 0,388 0,428 P Panariagroup *................(PAN) 1,346 +0,82 +2,75 1,268 1,346 Parmalat ................................(PLT) 2,464 +0,16 -0,48 2,460 2,488 Parmalat 15w ................(WPLT15) 1,453 -0,14 -1,16 1,449 1,472 Piaggio ...................................(PIA) 2,390 -0,67 -0,67 2,308 2,482 Pierrel ...................................(PRL) 0,590 -0,08 +14,12 0,504 0,591 77,0 796,2 14,0 4408,5 5867,5 4801,9 7,6 — 154,1 357,4 187,1 3350,4 341,8 14,2 81,0 2091,2 — — 4,6 162,2 324,0 28,1 — 11,6 13,2 60,8 4491,3 — 865,0 28,0 Tel. Scadenza Giorni Pr.Netto 14.08.14 12.09.14 14.10.14 14.11.14 12.12.14 14.01.15 202 231 263 294 322 355 99,665 99,611 99,543 99,475 99,419 99,331 Rend. 0,47 0,45 0,51 0,57 0,57 0,60 Euribor Periodo 1 sett. 1 mese 2 mesi 3 mesi 4 mesi 5 mesi 6 mesi Monete auree Oro T. 360 T. 365 Periodo T.360 T.365 22 gen 22 gen 0,216 0,241 0,270 0,301 0,406 0,219 0,244 0,274 0,305 0,412 7 mesi 8 mesi 9 mesi 10 mesi 11 mesi 12 mesi 0,496 0,570 0,503 0,578 Sterlina (v.c) Sterlina (n.c) Sterlina (post.74) Krugerrand Marengo Italiano Marengo Svizzero Marengo Francese Denaro Lettera — +3,97 -4,63 -0,64 -1,74 -4,36 -1,22 -0,17 -0,40 -4,89 -2,12 -2,86 -2,60 -1,99 -0,45 -1,00 +0,48 -1,86 -2,04 -0,84 -1,79 +0,29 -1,00 -0,42 -0,15 +0,83 -1,91 +2,19 +1,70 — -0,57 +0,17 +0,23 +0,44 -5,26 — -1,26 -3,57 +0,51 — -0,87 +0,96 +2,99 -0,34 -2,12 -0,50 — +0,30 — +0,05 — +2,08 -2,73 -17,51 -4,58 -0,95 +1,22 -0,97 -0,99 +1,33 -0,60 +0,09 -2,18 -1,11 — -2,53 -1,52 +2,28 -0,45 -1,43 -0,93 -2,82 -1,13 -1,32 -2,14 -3,03 -2,73 +0,38 +0,75 +0,22 — -3,91 -2,17 +2,53 +23,40 -3,67 — — +11,87 3,090 +19,11 1,792 -0,16 11,660 -2,15 9,060 +2,88 5,960 +6,78 0,295 -2,34 2,290 +9,08 0,573 +33,40 0,284 +8,61 9,250 +0,21 18,070 +29,68 0,264 +16,50 2,194 +19,22 1,290 +26,60 0,430 +18,79 0,710 +7,16 10,330 -1,88 56,400 +7,05 0,554 +3,49 0,207 +4,82 1,329 +0,55 12,800 +1,86 6,985 +1,78 6,660 +2,25 17,000 +9,59 15,430 +6,37 16,220 -0,83 4,700 +1,74 12,400 +5,11 0,831 +7,31 10,800 +4,70 12,350 +87,60 0,060 — 0,002 +3,21 0,900 +15,15 3,982 +34,69 0,235 -0,42 11,630 -4,76 2,352 +9,93 7,215 +7,04 0,107 +39,44 1,359 +1,78 3,974 -2,99 4,118 +4,62 5,675 +7,76 2,074 +1,93 9,800 — — +15,34 0,365 — — +2,79 5,470 -1,95 2,208 -19,51 0,347 +6,35 0,473 +17,15 0,709 +14,88 0,122 +2,16 0,175 +14,98 0,564 +6,17 15,280 +0,28 3,560 -1,64 2,152 +13,93 0,745 +5,42 0,042 -25,00 0,000 -6,45 108,400 +4,00 6,250 +20,67 18,140 +13,33 4,840 +9,01 5,380 +14,70 7,800 +1,43 4,210 +4,85 3,630 -7,90 2,238 +12,91 173,200 +0,09 2,022 — 10,060 +10,42 1,192 +4,07 4,994 +5,62 8,580 +16,45 9,140 -13,21 29,230 +2,88 4,940 +68,05 0,072 +75,76 0,003 +40,54 0,185 New York e Toronto aggiornati alle ore 20.00 — — 3,618 111,0 indici 2,288 108,9 MERCATI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22-01 12,650 5948,7 Amsterdam (Aex) . . . . . . . . . . . . . 407,45 Brent Index . . . . . . . . . . . . . . . . . 110,45 9,600 116,3 Bruxelles-Bel 20 . . . . . . . . . . . . 2952,36 6,535 56,0 DJ Stoxx Euro . . . . . . . . . . . . . . . 320,35 DJ Stoxx Euro50 . . . . . . . . . . . . 3151,27 0,338 42,3 DJ Stoxx UE . . . . . . . . . . . . . . . . 336,06 DJ Stoxx UE50. . . . . . . . . . . . . . 2980,42 2,464 328,3 FTSE Eurotr.100. . . . . . . . . . . . . 2721,74 0,662 175,2 Hong Kong HS . . . . . . . . . . . . . 23082,25 Johannesburg . . . . . . . . . . . . . 44472,28 0,407 72,9 Londra (FTSE100) . . . . . . . . . . . 6826,33 10,380 109,3 Madrid Ibex35 . . . . . . . . . . . . . 10279,70 Oslo Top 25. . . . . . . . . . . . . . . . . 515,49 19,540 4033,0 Singapore ST. . . . . . . . . . . . . . . 3133,74 0,358 131,8 Sydney (All Ords) . . . . . . . . . . . . 5331,33 Toronto (300Comp) . . . . . . . . . 13968,96 2,608 70,1 Vienna (Atx). . . . . . . . . . . . . . . . 2707,21 Zurigo (SMI) . . . . . . . . . . . . . . . 8466,70 1,580 647,0 0,550 42,5 selezione 0,844 24,6 FRANCOFORTE. . . . . . . . . . . . . . . 22-01 11,280 2335,5 Adidas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 92,92 Allianz . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 130,95 59,300 534,4 Bayer Ag . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 104,05 0,598 97,8 Beiersdorf . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 76,88 0,223 179,5 Bmw . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 85,73 Commerzbank Ag . . . . . . . . . . . . . 13,01 1,400 16,1 Deutsche Bank n . . . . . . . . . . . . . . 37,42 13,030 149,1 Deutsche Post . . . . . . . . . . . . . . . . 26,77 Deutsche Telekom n . . . . . . . . . . . 12,83 7,200 105,0 Dt Lufthansa Ag. . . . . . . . . . . . . . . 18,34 6,890 50,4 Hugo Boss Ag . . . . . . . . . . . . . . . . 96,86 19,030 1119,7 Metro Ag. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34,23 Siemens n . . . . . . . . . . . . . . . . . . 98,51 17,940 7485,5 Volkswagen Ag . . . . . . . . . . . . . . 201,30 18,190 2,1 PARIGI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22-01 4,980 2138,3 Air France . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8,94 13,140 20,3 Air Liquide . . . . . . . . . . . . . . . . . . 98,48 Alstom . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23,34 0,881 829,0 Axa SA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19,88 11,600 113,9 Bnp . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 58,78 12,930 719,0 Cap Gemini . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53,10 0,114 15,0 Carrefour . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26,83 0,002 29,8 Casino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 83,32 Ciments Francais. . . . . . . . . . . . . . 60,79 0,950 0,6 Crédit Agricole. . . . . . . . . . . . . . . . 10,14 4,758 129,0 Danone. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52,98 0,342 — Havas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6,07 12,010 165,9 L'Oréal . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 127,75 2,548 — Michelin . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 80,18 Peugeot S.A. . . . . . . . . . . . . . . . . . 11,01 8,040 1821,3 Renault. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68,16 0,120 4,8 Saint-Gobain . . . . . . . . . . . . . . . . . 40,57 1,950 224,1 Sanofi-Synthelab . . . . . . . . . . . . . . 75,90 4,130 13928,6 Société Générale . . . . . . . . . . . . . . 44,63 4,342 490,2 Sodexho Alliance . . . . . . . . . . . . . . 77,15 Total . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44,30 6,030 543,2 NEW YORK. . . . . . . . . . . . . . . . . . 22-01 2,306 1101,3 Amazon Com. . . . . . . . . . . . . . . . 404,65 10,030 128,2 American Express . . . . . . . . . . . . . 91,04 Apple Comp Inc . . . . . . . . . . . . . . 551,75 — — At&T. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33,38 0,435 35,5 Bank of America . . . . . . . . . . . . . . 17,03 — — Boeing . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 143,80 Carnival . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40,97 5,930 — Caterpillar Inc . . . . . . . . . . . . . . . . 89,52 2,334 304,1 Cisco Systems. . . . . . . . . . . . . . . . 22,85 0,443 — Citigroup Inc . . . . . . . . . . . . . . . . . 51,80 Coca-Cola Co . . . . . . . . . . . . . . . . 39,94 0,546 22,3 Colgate Palmolive . . . . . . . . . . . . . 64,05 Dow Chemical. . . . . . . . . . . . . . . . 45,87 0,873 11227,7 DuPont . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63,18 0,141 201,6 Exxon Mobil . . . . . . . . . . . . . . . . . 98,06 0,196 1,1 Ford Motor . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16,54 0,670 3921,4 General Electric . . . . . . . . . . . . . . . 26,12 General Motors . . . . . . . . . . . . . . . 38,34 16,740 — Goldman Sachs . . . . . . . . . . . . . . 174,19 3,648 7311,7 Hewlett-Packard . . . . . . . . . . . . . . 29,99 2,190 80,9 Honeywell . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 90,53 Ibm . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 182,26 0,920 96,6 Industrie Natuzzi Sp. . . . . . . . . . . . . 2,67 0,046 83,9 Intel Corp . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25,29 Johnson & Johnson . . . . . . . . . . . . 94,21 0,000 — JP Morgan . . . . . . . . . . . . . . . . . . 57,54 120,100 3450,0 Lockheed Martin . . . . . . . . . . . . . 155,80 6,815 460,0 Luxottica Grp Spa . . . . . . . . . . . . . 53,42 McDonald's. . . . . . . . . . . . . . . . . . 95,06 21,950 130,7 Merck & Co. . . . . . . . . . . . . . . . . . 51,64 5,735 4986,6 Microsoft . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36,07 6,145 34032,9 Monsanto Co. . . . . . . . . . . . . . . . 110,66 Morgan Stanley . . . . . . . . . . . . . . . 32,47 9,500 21,6 Nike Inc. Cl. B . . . . . . . . . . . . . . . . 73,69 4,590 1955,4 Occidental Pet. . . . . . . . . . . . . . . . 91,05 Pfizer . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31,24 3,940 1036,2 Philip Morris . . . . . . . . . . . . . . . . . 84,22 2,450 5039,4 Procter & Gamble . . . . . . . . . . . . . 79,35 Unilever NV . . . . . . . . . . . . . . . . . 40,60 212,700 263,0 Us Steel Corp. . . . . . . . . . . . . . . . . 26,46 2,262 794,6 Walt Disney. . . . . . . . . . . . . . . . . . 75,18 11,730 113,5 Whirlpool . . . . . . . . . . . . . . . . . . 150,80 1,325 39,4 Xerox . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12,10 Yahoo Inc . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39,99 5,375 234,1 LONDRA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22-01 9,210 620,2 3i Group . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 389,30 10,830 2753,2 Anglo American . . . . . . . . . . . . . 1363,40 34,750 1718,7 AstraZeneca . . . . . . . . . . . . . . . 3934,00 B Sky B . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 856,50 5,290 459,9 Barclays Plc . . . . . . . . . . . . . . . . 279,23 0,145 47,6 BP . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 493,60 0,008 — British Telecom . . . . . . . . . . . . . . 384,10 0,308 1,0 Burberry Group . . . . . . . . . . . . . 1506,33 208,71 212,15 212,15 887,66 166,36 164,22 163,57 237,61 244,13 244,13 985,92 185,92 183,86 180,91 Tassi Mattino Sera Oro Milano (Euro/gr.) 29,68 29,74 Oro Londra (usd/oncia) 1.239,50 1.241,00 Argento Milano (Euro/kg.) — 495,26 Platino Milano (Euro/gr.) — 36,34 Palladio Milano (Euro/gr.) — 18,62 Italia Euro17 Canada Danimarca Finlandia Francia Borse Estere Prezzo Var. Var. Min Max Capitaliz A New York valori espressi in dollari, a Londra Rif. Rif. 02-01-2014 Anno Anno (in milioni in pence, a Zurigo in franchi svizzeri. Dati di (euro) (in %) (in %) (euro) (euro) di euro) * Titolo appartenente al segmento Star. Valuta al 24-01-14 Rend. © RIPRODUZIONE RISERVATA Prezzo Var. Var. Min Max Capitaliz Rif. Rif. 02-01-2014 Anno Anno (in milioni (euro) (in %) (in %) (euro) (euro) di euro) Dati a cura dell’agenzia giornalistica Radiocor. Monete Auree: ConFinvest F.L. Milano Scadenza Giorni Pr.Netto La banca d’affari Rothschild verso l’incarico di advisor per l’operazione Fincantieri. La formalizzazione del contratto è in calendario per i prossimi giorni. Poi, nel fine settimana, inizieranno i contatti con le principali banche d’affari per organizzare il collocamento ed entro fine mese sarà annunciato chi ne farà parte. L’Ipo avverrà con un doppio passaggio: vendita di parte delle quote in mano al Tesoro e aumento di capitale, che servirà a finanziare i progetti di sviluppo del gruppo guidato da Giuseppe Bono, ora risanato e in pieno rilancio. Sul mercato andrà il 40% del capitale. Il piano di riorganizzazione che ha permesso a Fincantieri di rilanciarsi ha come termine agosto, prevede 1700 esuberi su quasi 8000 dipendenti ed è stato realizzato al 60% senza alcun licenziamento. Quotazioni in diretta sul telefonino: invia QUOTA <sigla titolo>, ad esempio: QUOTA ACE al numero 482242. Costo 0,5 Euro per SMS ricevuto. Info su www.corriere.it/economia Prezzo Var. Var. Min Max Capitaliz Rif. Rif. 02-01-2014 Anno Anno (in milioni (euro) (in %) (in %) (euro) (euro) di euro) A A.S. Roma .....................(ASR) 1,161 A2A .......................................(A2A) 0,815 Acea......................................(ACE) 8,555 Acotel Group * ......................(ACO) 22,030 Acque Potabili .......................(ACP) 0,782 Acsm-Agam ..........................(ACS) 1,208 AdF-Aerop.Firenze ..................(AFI) 11,280 Aedes * ...................................(AE) 0,043 Aedes 14w *.....................(WAE14) 0,001 Aeffe *...................................(AEF) 0,840 Aicon * ...................................(AIC) — Aiòn Renewables....................(AIN) — Alerion ..................................(ARN) 3,378 Ambienthesis.........................(ATH) 0,539 Amplifon...............................(AMP) 4,270 Ansaldo Sts *.........................(STS) 8,485 Antichi Pell ..............................(AP) — Arena ....................................(ARE) 0,006 Ascopiave *...........................(ASC) 1,982 Astaldi * ................................(AST) 7,470 Atlantia ..................................(ATL) 17,500 Autogrill ................................(AGL) 6,880 Autostrada To-Mi .....................(AT) 11,970 Autostrade Mer. ................(AUTME) 15,660 Azimut..................................(AZM) 21,840 B B&C Speakers *.............(BEC) 6,880 Banca Generali .....................(BGN) 23,050 Banca Ifis *...............................(IF) 12,950 Banca Pop. Emilia R. .............(BPE) 7,630 Banca Pop. Sondrio.............(BPSO) 4,280 Banco Popolare .......................(BP) 1,572 Banco Popolare w10.........(WBP10) — Basicnet................................(BAN) 2,324 Bastogi......................................(B) 1,156 BB Biotech *............................(BB) 129,500 Bca Carige ............................(CRG) 0,441 Bca Carige r........................(CRGR) 1,096 Bca Finnat * ..........................(BFE) 0,455 Bca Intermobiliare .................(BIM) 3,494 Bca Pop.Etruria e Lazio * .......(PEL) 0,700 Bca Pop.Milano......................(PMI) 0,479 Bca Pop.Spoleto ....................(SPO) — Bca Profilo ............................(PRO) 0,240 Bco Desio-Brianza ................(BDB) 2,608 Bco Desio-Brianza rnc ........(BDBR) 2,300 Bco Santander ....................(SANT) 6,700 Bco Sardegna rnc ...............(BSRP) 9,820 Bee Team ..............................(BET) 0,295 Beghelli ...................................(BE) 0,463 Beni Stabili ...........................(BNS) 0,574 Best Union Co......................(BEST) 1,530 Bialetti Industrie *...................(BIA) 0,325 Biancamano *.......................(BCM) 0,683 Biesse * ................................(BSS) 5,510 Bioera.....................................(BIE) 0,425 Boero Bart.............................(BOE) 21,480 Bolzoni *................................(BLZ) 3,500 Bon.Ferraresi...........................(BF) 34,900 Borgosesia..............................(BO) 0,865 Borgosesia rnc......................(BOR) — Brembo * ..............................(BRE) 20,450 Brioschi..................................(BRI) 0,090 Brunello Cucinelli *..................(BC) 20,750 Buzzi Unicem ........................(BZU) 14,120 Buzzi Unicem rnc ................(BZUR) 7,345 C Cad It * ..........................(CAD) 4,700 Cairo Comm. *........................(CAI) 6,495 Caleffi....................................(CLF) 1,570 Caltagirone ..........................(CALT) 2,360 Caltagirone Ed.......................(CED) 1,212 Campari ................................(CPR) 6,215 Cape Live ................................(CL) 0,059 Carraro ...............................(CARR) 3,332 Cattolica As.........................(CASS) 19,400 CDC ......................................(CDC) — Cell Therap...........................(CTIC) 2,854 Cembre * .............................(CMB) 9,020 Cementir *............................(CEM) 4,770 Cent. Latte Torino * ................(CLT) 1,887 Ceram. Ricchetti.....................(RIC) 0,226 CHL.......................................(CHL) 0,049 CIA .........................................(CIA) 0,278 Ciccolella ................................(CC) 0,334 Cir..........................................(CIR) 1,123 Class Editori ..........................(CLE) 0,250 CNH Industrial......................(CNHI) 8,625 Cobra * .................................(COB) 0,590 (g.str.) La «tempesta perfetta» ha attraversato l’Alantico? La bufera sui titoli di Stato ha lasciato (almeno in parte) l’Europa per gli Usa, passando da Btp e Bonos alle società d’investimento a stelle e strisce: così raccontano alcuni analisti dopo le dimissioni del «re dei bond» Mohamed El-Erian dalla plancia di comando di Pimco, il maxigestore di fondi obbligazionari (e non solo). Un esempio: il Pimco Total Return, con i suoi 237 miliardi di dollari in pancia, ma anche 41 miliardi di riscatti. Tanto che il gestore californiano ha perso lo scettro di numero uno dell’obbligazionario mondiale. Così, mentre in Europa i rendimenti di Btp e Bonos tornavano sotto il 4% , nelle sale delle investment company anglosassoni arrivavano i «primi terremoti» ai vertici. Ma la questione non è così semplice come può sembrare. Perché Pimco ha puntato sull’Europa, poco o tanto che sia, anche negli anni della crisi e dei minimi dell’Eurozona. E perché il Total Return Fund non è gestito da El-Erian, ma dal fondatore di Pimco Bill Gross. In ogni caso alla Pimco, dopo tanti anni di successi, le cose non sono più quelle di una volta. Ci sono i riscatti del Total Return Fund e gli errori di valutazione sul debito Usa: dalle vendite pre-rally nel 2011 alla non perfetta sincronizzazione con il «tapering» della Fed. E c’è la fine dell’amore con il Brasile: dopo il crollo del debito locale in real (-13,6% nel 2013), Pimco ha depennato il Paese sudamericano dai mercati preferiti. Certo, il gestore californiano resta un gigante del settore, con molti segni «più». Inoltre, il curriculum di El-Erian conta molti investimenti azzeccati. Eppure, lo stesso manager lo scorso agosto ammoniva l’Europa che «il senso di normalità di quest’estate non è naturale né necessariamente sostenibile nel lungo ter- Sconto Interv 0,25 0,25 1,001 0 0,25 0,25 0,25 0,25 1 0 0,5 0,25 Germania Giappone G.B. USA Svezia Sconto Interv 0,25 0,25 0,1 0,5 0,25 0,75 0,3 --0,25 0,75 var.% +0,56 -0,21 -0,22 -0,08 -0,06 +0,09 +0,03 +0,09 +0,21 +0,70 -0,12 -0,75 -0,60 -0,00 -0,20 +0,12 +0,41 -0,23 var.% +1,35 -1,24 +0,92 +0,03 -0,23 -1,18 -0,53 -0,35 +1,26 +0,60 -0,14 -0,71 -1,46 -0,64 var.% +0,43 -0,24 -2,47 -0,25 +0,14 +1,92 -1,58 +0,12 +2,29 -0,54 +1,67 +0,33 +1,67 -1,55 +5,76 +0,40 -0,50 +0,33 +0,18 +0,86 +0,32 var.% -0,59 +0,50 +0,49 -0,57 +0,12 +1,50 +0,34 -1,19 +0,07 -0,10 +0,05 -0,54 -0,13 -0,86 -0,45 +0,79 -0,65 +0,57 +0,30 -0,07 -3,27 -0,37 -1,17 +0,19 -1,08 +1,10 -0,82 -0,02 -0,37 -0,28 -2,50 -0,49 -0,08 +1,20 +0,03 +0,27 -0,29 +1,68 -0,82 +1,32 -1,89 -0,33 +1,19 Glaxosmithkline . . . . . . . . . . . . . 1650,00 Marks & Spencer. . . . . . . . . . . . . 480,60 Pearson Plc . . . . . . . . . . . . . . . . 1298,00 Prudential . . . . . . . . . . . . . . . . . 1321,00 Rolls Royce . . . . . . . . . . . . . . . . 1241,21 Royal & Sun All . . . . . . . . . . . . . . 100,21 Royal Bk of Scot . . . . . . . . . . . . . 349,00 Schroders Plc . . . . . . . . . . . . . . 2615,00 Unilever Plc . . . . . . . . . . . . . . . . 2505,00 Vodafone Group. . . . . . . . . . . . . . 237,75 var.% -1,37 +0,77 -0,33 -0,06 -0,86 +0,47 +0,68 -0,40 -0,69 -0,23 -0,99 -0,90 -0,96 -1,96 -3,06 +0,27 +1,01 -0,11 ZURIGO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22-01 Nestlé. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68,80 Novartis . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 73,75 Ubs . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18,74 var.% +0,22 -0,54 -0,37 32 Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera Cultura Lope de Vega, una commedia inedita Una copia manoscritta di una commedia inedita dello scrittore spagnolo Lope de Vega (foto, 1562-1635), uno dei protagonisti della letteratura del «siglo de oro», è stata scoperta nella Biblioteca Nazionale di Spagna a Madrid. Si intitola «Mujeres y criados» (Donne e servi) e fu scritta tra il 1613 e 1614: da 400 anni era considerata scomparsa. (m.ta.) Ideologie Storia del più feroce teorico del nichilismo: voleva cambiare il mondo, ma fu un assassino e tradì anche l’amico Bakunin Il catechismo del rivoluzionario russo: distruggere tutto, anche se stessi Per Sergej Necˇaev il combattente non doveva avere né case né amori di PIETRO CITATI L’immagine I l catechismo del rivoluzionario, un piccolo libro composto nel 1869, probabilmente da Sergej Necaev, (a cura di Michael Confino, traduzione di Giséle Bartoli, Adelphi pp. 268 e 9,30), è uno degli scritti capitali del nichilismo russo. Ho letto pochi testi animati da uno spirito di distruzione così feroce, spietato e assoluto, che occupa completamente la mente e il cuore di chi scrive, e si incide in una forma memorabile, che prescrive l’imitazione dei lettori. Secondo Necaev, bisognava distruggere tutto: lo stato, l’aristocrazia, la borghesia, la chiesa, i kulaki, gli stessi contadini, se la loro esistenza possedeva una qualsiasi forma. I rivoluzionari dovevano raccogliersi e concentrarsi: fare propaganda nei bassifondi, tra i pezzenti, i ladri e i briganti che Alexandr Deineka, «Difesa di Sebastopoli», 1942. Il pittore Deineka fu un protagonista del Realismo socialista, il movimento artistico nato in Unione Sovietica il cui obiettivo era quello di avvicinare l’arte alla cultura delle classi proletarie e celebrare il progresso socialista. Questo movimento ottenne grande seguito durante gli anni di Stalin Sergej Gennadievic Necaev (Ivanovo, 2 ottobre 1847 – San Pietroburgo, 3 dicembre 1882), è stato esponente del movimento nichilista russo occupavano il vasto mondo sotterraneo della Russia, scagliandoli contro il potere. Non doveva restare più niente: nessuna organizzazione sociale e politica, come poi pensò il comunismo sovietico, doveva prendere il posto del mondo distrutto. Una sola cosa esisteva sulla terra, un solo pensiero, una sola passione: la rivoluzione, che escludeva ogni altra passione, interesse e sentimento. La rivoluzione si introduceva in tutte le classi della società, medie ed infime, nella bottega del mercante, in chiesa; e via via si allargava, insinuandosi nella casa signorile, nel mondo burocratico, militare, letterario, nella polizia segreta, e persino nel Palazzo d’Inverno, cioè nel luogo dove il potere si concentrava. La rivoluzione aveva una prodigiosa ubiquità: era dovunque, e si impadroniva di tutto. Gli uomini, secondo Necaev, vivevano di pregiudizi. Solo la rivoluzione non conosceva pregiudizi: perché, per affermarsi, usava ogni mezzo possibile — la forza, la violenza, la menzogna, l’inganno, la mistificazio- ne, — e li usava contro i potenti e contro gli stessi compagni, che la preparavano. Nel Catechismo Necaev descriveva stupendamente il carattere dei rivoluzionari. Anzi del rivoluzionario: perché non gli interessava il carattere del partito, del gruppo, del comitato segreto, ma esclusivamente quello del singolo, che agiva da solo e compiva una serie di azioni distruttive, immaginate e inventate nella sua mente sovrana. Dagli studenti e dai seminaristi affiliati, il rivoluzionario esigeva una sottomissione totale, una incondizionata partecipazione all’impresa, i cui scopi restavano loro completamente sconosciuti. Egli creava un piccolo circolo, composto da quattro o cinque persone: questo circolo generava un secondo circolo; il secondo ne generava un terzo, e così via, senza fine, attraverso il vasto corpo della Russia, senza che si potesse mai risalire al nucleo originario. «Il rivoluzionario — diceva Necaev — non ha interessi propri, affanni privati, sentimenti, legami personali, proprietà. Non ha neppure un nome». Egli era spaventosamente duro verso sé stesso, come se fosse un pezzo di ferro o di legno. Ma era molto più duro verso gli altri: tutti i sentimenti terreni, che ammorbidiscono l’animo, come l’amicizia, l’amore, la gratitudine, l’onore, dovevano essere soffocati dall’unica, fredda passione per la causa. Per lui esisteva soltanto un’unica gioia: il successo della rivoluzione. Due sole inclinazioni variavano la freddezza della sua anima. La prima era l’odio, che provava non soltanto verso il governo e le classi dirigenti, ma verso gli stessi giovani che aveva trascinato con sé: per loro non aveva che avversione e disprezzo. La seconda era la mistificazione. Mentre abitava la società, egli si faceva passare per ciò che non era: tutte le sue parole non erano che menzogne ed inganno. Il tempo precipitava verso la guerra all’ultimo sangue. «Quando si deve fare la rivoluzione?» si chiedeva un amico di Necaev, Tkacev. «Adesso, rispondeva, perché fra poco sarà troppo tardi». Anche Necaev credeva nell’assoluta imminenza della rivoluzione, che sarebbe accaduta tra pochi giorni. O almeno fingeva di crederci, quando, a Locarno, parlava con Bakunin, raccontando dei comitati immaginari che tendevano le loro fila nella Russia zarista. *** Prima di lasciare la Russia, Necaev aveva compiuto un delitto. Ivanov, suo compagno politico, era un uomo agiato, che più volte gli aveva dato denari. Alla fine, gli disse che aveva perduto qualsiasi fiducia in lui, e non l’avrebbe più finanziato. Allora Necaev mentì: disse ai compagni che Ivanov era un agente della polizia segreta russa e si accingeva a denunciare l’organizza- Dottrina I sentimenti che ammorbidiscono l’animo, come l’amicizia, l’amore e la gratitudine, vanno sempre soffocati zione alla giustizia. Il 21 novembre 1869, i cinque compagni della Narodnaja Rasprava attrassero Ivanov, di notte, nel parco dell’Accademia dell’Agricoltura di Mosca e lo uccisero. Dimenticarono di avere una pistola: lo colpirono coi pugni e le pietre, e finirono per strangolarlo. L’uccisione avvenne in un clima sinistro e farsesco, che Dostoevskij raccontò mirabilmente in un capitolo dei Demòni. Inseguito dalla polizia russa, Necaev fuggì in Svizzera, a Locarno. Lì viveva Michael Bakunin, famoso profeta della rivoluzione anarchica. Da trent’anni era lontano dalla Russia; la gioventù di Mosca e di Pietroburgo era per lui una terra incognita; si sentiva vecchio, debole, impotente; era pieno di rimpianti, e sognava disperatamente la patria che aveva lasciato nella giovinezza. Continuava a descrivere il suo programma. Secondo lui, il popolo russo conservava nella memoria l’ideale dell’antico comune libero. Ogni villaggio sentiva l’urgenza di un cambiamento assoluto, e nascondeva in fondo all’animo il desiderio di impadronirsi di tutta la terra dei nobili e dei kulaki. Quando Necaev arrivò a Locarno, Bakunin lo accolse con profondissima ammirazione, credendo in lui come in un’immagine ritrovata della sua giovinezza. «Sono ammirevoli — diceva — questi giovani fanatici-credenti senza Dio, eroi senza frasi fatte». Venerava la sua passione rivoluzionaria, la sua energia scatenata, la sua volontà, il suo disinteresse, la sua instancabile alacrità, la sua abnegazione assoluta, il suo fascino. Non aveva mai incontrato — disse — nessun giovane così prezioso e santo; e lo riteneva capace di riunire intorno a sé, non per sé ma per la causa, tutte le forze rivoluzionarie della Russia. A Locarno, si ripeté quello che era accaduto a Mosca: la forza della rivoluzione rivelò di non essere altro che mistificazione e inganno. Necaev aveva una sconfinata fiducia nella propria infallibilità, e un totale disprezzo per gli altri esseri umani, anche se erano suoi amici e compagni. Cercava di carpire i segreti di Bakunin e degli altri rivoluzionari; rimasto solo nelle loro camere, apriva i cassetti, leggeva la corrispondenza; se veniva presentato a un amico, la sua prima cura era di seminare discordie, pettegolezzi, intrighi; e cercava di sedurre le mogli e le figlie, violando ogni amore ed amicizia. Bakunin fu profondamente offeso. «Dunque voi mi avete sistematicamente mentito», scrisse a Necaev. «Dunque la vostra impresa era marcia di menzogne… Credevo incondizionatamente in voi, ma voi mi stavate ingannando… Ora basta. I nostri rapporti passati e i nostri mutui obblighi sono finiti. Li avete distrutti voi stesso». Quando vide la rivoluzione incarnata in un essere umano, Bakunin si accorse di avere davanti a sé un mostro spaventoso; e rimpianse tutti gli anni che aveva dedicato al suo ideale impossibile. © RIPRODUZIONE RISERVATA D A L 17 0 7 VALutAzione e consegne per Le nostre Aste internAzionALi Gioielli per appuntamenti contattare: Roma, piazza ss. Apostoli, 66, tel. +39 06 699 23 671, [email protected] Milano, Via Boito, 8, tel. +39 02 303 52 41, [email protected] www.dorotheum.com Anello con brillante solitario, 26,95 ct, platino 950, prezzo raggiunto € 596.300 Orecchini a pendente con diamanti, in tutto ca. 18,70 ct, prezzo raggiunto € 73.500 Terza Pagina 33 Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014 Democrazia La raccolta degli scritti del grande studioso apparsi sul «Corriere della Sera» dal 1897 al 1925 Elzeviro Come difendersi dallo sberleffo all’italiana IL VOLO DELLO STRUZZO E ALTRI AUTOGOL di LUCA GOLDONI Q uando fui assunto al «Corriere», incontrai Montanelli che mi diede il benvenuto pressappoco così. «Mi garba come scrivi, ma usi troppo l’arma a doppio taglio dell’ironia. In un libro puoi scrivere come ti pare, perché il libro viene scelto da chi è già in sintonia con lo scrittore. Il giornale è diverso, perché fra i suoi lettori ci sono anche i più semplici che hanno il diritto di non afferrare la sottigliezza di una battuta o di un paradosso. Io ne so qualcosa. E allora chiarire l’equivoco è imbarazzante come spiegare una barzelletta». Cercai di adeguarmi al Montanelli pensiero, ma una volta incappai in un grave infortunio per una freddura sui gatti. Devo premettere che nella mia professione le trappole più insidiose me le hanno tese non gli umani, ma gli animali. In un reportage dall’Uganda sulle specie in via di estinzione scrissi che i bracconieri stavano decimando leopardi, gattopardi, ghepardi e giaguari. La reazione, sdegnata o sarcastica, fu Si sbaglia il nome del presidente, si accettano tasse e scandali ma non si scherza sulla zoologia istantanea: lettere e telefonate mi perseguitarono per giorni rinfacciandomi che il giaguaro vive in California, in Patagonia ma non è mai stato in Africa nemmeno in ferie. Seguiva un florilegio di battute sull’amico del giaguaro.Vissi momenti di grave depressione e per lungo tempo girai alla larga da felini e ruminanti. Poi, improvvisa, la seconda gaffe e la morte civile. Era accaduto che le vipere avevano invaso i giardini di città, io avevo intervistato un boscaiolo che mi aveva detto: «Quando la vipera partorisce...». «In che senso — l’avevo interrotto — non fa le uova?». “No — aveva insistito — la vipera è l’unico rettile che partorisce”». Io, che nutro una fiducia di fondo nel prossimo e accontento gli sconosciuti che mi fanno complicate storie del perché non hanno i soldi per tornare a casa, scrissi con grande serenità che «a differenza di quanto molti credono, la vipera non depone le uova ma è un mammifero». Il mattino in cui uscì l’articolo fui svegliato alle otto da una telefo- Il fantasma del voto di popolo Quando Gaetano Mosca si opponeva al suffragio universale di LUCIANO CANFORA nata, una voce mi disse: «Ignorante, i mammiferi hanno le tette, e le uniche vipere con le tette che conosco sono le donne». Restai pietrificato. Fui presto travolto da una valanga di messaggi, alcuni quasi dispiaciuti («caro amico lei ha fatto un po’ di confusione fra gli ovipari e gli ovovivipari, i secondi partoriscono come i mammiferi, ma non li allattano: è il caso delle vipere»), altri crudeli («caro rettile», cominciava uno). Lo scrittore — mi dissi — oltre ai fan deve mettere in conto chi non lo ama: basta un granchio ed emerge il sommerso dell’iceberg: tipi con il fucile puntato, in cerca di misteriose rivincite, solo la miseria è senza invidia (Boccaccio). «Scommetto — scrive uno — che non sai in che Polo vivono i pinguini». E altri: quante gobbe ha un cammello e quante un dromedario? E lo struzzo vola? Mi parve evidente che gli italiani, i quali scambiano allegramente il presidente della Repubblica con quello del Consiglio e si arrendono mestamente a Tarsi, rimborsi di mutande e altri scandali, si sono trincerati nella zoologia e lì non tollerano affronti. Mi hanno insultato e deriso come un arbitro di calcio. Ma la folla degli stadi è sovreccitata. Chissà che sotterranee passioni suscitano gli ovovivipari. Ma ecco il mio ultimo autogol. Il custode mi aveva informato che le pollastre non scodellavano più. Poi restò in silenzio e colsi l’antifona: gallina vecchia fa buon brodo. Allora gli spiegai che i miei pennuti — sfruttati come lavoratori precari — non meritavano la pensione meno dei soriani che invecchiano ronfando sui termosifoni e non hanno mai fatto un uovo. Pubblicai sul «Corriere» e fui travolto da un nuovo tsunami postale il cui senso era questo: ironia canaglia, lei non immagina la compagnia che ci fanno queste bestiole, altro che uova! Fra tanti aforismi (poco spiritosi) sull’ironia, ho trovato questa impeccabile definizione di anonimo: il modo più efficace di esprimere il proprio pensiero per mezzo di parole di significato opposto a quello reale. Aggiungo di mio che — come per la legittima difesa — esiste anche l’eccesso di legittima ironia. Onore dunque al grande Indro. Ultima riflessione: in Italia si può scherzare con i fanti e anche con i santi ma non si tocchino vipere, soriani, giaguari e neppure criceti. © RIPRODUZIONE RISERVATA Bilancio 2013 per il museo romano Maxxi a quota 300 mila visitatori una crescita del 40 per cento Circa 300.000 visitatori, pari a oltre il 40% in più rispetto al 2012, 37 mostre e 272 eventi. Il tutto, con un budget di 10 milioni di euro, di cui il 60% con fondi statali e il 40% proveniente da autofinanziamento tra sponsorizzazioni, biglietteria, partnership, bookshop e caffetteria, con un aumento del 30% delle sponsorizzazioni e del fundraising individuale rispetto allo scorso anno. Il Maxxi ha presentato i suoi numeri 2013. Tra le iniziative dedicate al pubblico, la membership, le 20 promozioni realizzate e le 28 convenzioni con altre istituzioni culturali. Nel 2014 in programma la personale di Ettore Spalletti, una retrospettiva di Gaetano Pesce e un omaggio all’artista Allan Sekula scomparso di recente. «C on la vittoria dell’ostruzionismo dopo le elezioni generali del 1900 il liberalismo fu sopraffatto dalla democrazia: sopraffatto a tal segno che questa assorbì quello e le si sostituì, mentre sono termini sostanzialmente antitetici». Così scriveva Antonio Salandra nel volume di «ricordi e pensieri» edito da Mondadori nel 1928, La neutralità italiana. Salandra continuava additando Giolitti come «maggior rappresentante» della tendenza democratica, «colpevole» di credere e sostenere «essere i democratici i veri liberali». Non a caso Salandra indicava nell’anno 1900 lo spartiacque, l’anno di svolta che aveva aperto le porte alla deriva in senso democratico, giacché quello fu il momento, nella storia dell’Italia da poco unita, in cui la «destra storica» fu, e per un lungo tratto, travolta a seguito della repressione feroce dei moti di Milano del 1898 e dell’indignazione popolare contro Bava Beccaris, Di Rudinì e consorti. Dopo Zanardelli, pacificatore, fu l’ora di Giolitti e si avviò un’era — quella «giolittiana» appunto — in cui non solo non si rispose più con le fucilate agli scioperanti, ma si cominciò a porre seriamente la questione di allargare significativamente il suffragio in direzione quasi «universale», come poi accadde — escluse rimanendo pur sempre le donne — nel 1912, ad opera appunto di Giolitti. Nel 1892 aveva ancora diritto al voto solo il 9,4% della popolazione e solo il 56% di tale 9% andò effettivamente a votare. Nel 1912 Giolitti, superando resistenze e perplessità (anche di autorevoli suoi consiglieri come Croce), allargò di molto il suffragio, pur lasciando fuori coloro che, «maggiorenni sotto i 30 anni», non avessero prestato il servizio militare o non corrispondessero a determinate condizioni di censo (Siotto-Pintor, voce «Elezione» dell’Enciclopedia italiana, vol. XIII, del 1932). E il corpo elettorale salì da 3 milioni e 300.000 a 8.700.000 di cui circa due milioni e mezzo di analfabeti. Giolitti intuì che il suffragio allargato si poteva concedere perché non era più un pericolo. In questa svolta epocale della nostra storia si colloca la riflessione di Gaetano Mosca (18581941), docente di Diritto costituzionale, sottosegretario alle colonie con Salandra (1914-1916), senatore del Regno dal 6 ottobre 1919, ammiratore del Di Rudinì. L’elogio che egli ne tesse in uno scritto importante apparso nel «Corriere della Sera» l’8 agosto 1908 è raccolto nel bel volume, da poco in libreria, Gaetano Mosca e il «Corriere della Sera», curato egregiamente da Alberto Martinelli per la Fondazione Corriere della Sera. La ricchezza del volume impone di trascegliere qui solo alcuni temi. Quello cruciale dell’allargamento del suf- Sopra: Gaetano Mosca (18591941), giurista, politologo, uomo politico e storico delle dottrine politiche. A sinistra in grande: 1913, folla a un comizio per le prime elezioni a suffragio universale (Archivio di Stato di Matera, Carte De Ruggieri) fragio campeggia. E Mosca si impegna, con argomenti assiduamente proposti, nel corso degli anni, al grande quotidiano milanese, contro il voto alle donne e contro il suffragio universale. Nel primo caso i suoi argomenti sono talvolta comici, come quando mostra aperture verso le professoresse (cui è difficile opporre l’argomento dell’inconsapevolezza e dell’eventuale analfabetismo) o quando evoca l’influenza dei «parroci» sul voto allargato. E in questo caso l’allarme riguarda l’influenza degli uomini di Chiesa non solo sulle donne, ma anche sugli analfabeti. Contro il suffragio universale (che a un certo punto osserva non essere neanche più tanto desiderato dagli stessi socialisti) i suoi argomenti sono quelli «classici» delle aristocrazie di tutti i tempi. È sarcastico verso Salvemini, che chiama con ironia «il geniale storico pugliese», il quale vorrebbe dare il voto ai contadini analfabeti della Basilicata, della Puglia o della Calabria. L’argomento più pungente che adduce è però quello dell’effettivo assenteismo: anche chi avrebbe diritto al voto non va a votare, non va a richiedere il certificato elettorale. (Si è visto che nel 1892 aveva votato poco più della metà degli aventi diritto). È tema ritornante, anche in tempi di suffragio universale, e in particolare nel tempo presente, che potremmo definire l’età della «stanchezza del suffragio universale». Una tale massiccia rinuncia a esercitare il diritto di voto è, per Mosca, la prova dell’assurdità di voler imporre a masse ancora più grandi l’esercizio del voto. Egli non poteva immaginare che, oltre un secolo dopo l’introduzione in Italia di quel suffragio semi-universale Fondazione Corriere Mercoledì presentazione a Milano del volume curato da Martinelli Il volume intitolato Gaetano Mosca e il Corriere della Sera 1897-1925, a cura di Alberto Martinelli, è edito dalla Fondazione Corriere della Sera (pagine 780, e 60). L’introduzione dello stesso Martinelli è intitolata «Teoria politica e giornalismo. La collaborazione di Gaetano Mosca con il Corriere della Sera». Seguono all’interno del volume i suoi scritti per il Corriere, compresi nell’arco temporale che va dal 1897 al 1925. La terza parte è costituita dagli «Strumenti», e include la cronologia completa degli scritti per il «Corriere» e per «La Lettura», seguita dall’indice dei nomi. Il volume verrà presentato mercoledì 29 gennaio alle 18 alla Sala Montanelli di via Solferino 26/A, Milano. Intervengono Luciano Canfora, Simona Colarizi, Piergaetano Marchetti, Alberto Martinelli e Lorenzo Ornaghi. Ingresso libero solo con prenotazione, Tel. 02.87387707 - [email protected] che tanto lo allarmava, si sarebbero sviluppate ingegnerie elettorali più o meno sofisticate, più o meno arbitrarie, miranti a creare de facto, con leggi di tipo maggioritario, una differenza e un diverso valore civile tra voto «utile» e voto «inutile». Allarmante distinzione contro cui sapientemente si espresse Michele Ainis su questo giornale il 6 febbraio 2013. Le escogitazioni «maggioritarie» miranti a dare il governo in mano ad una minor pars del corpo elettorale possono apparirci oggi come la forma attuale dell’antico sogno «elitistico» di dare il potere effettivo soltanto a una minoranza qualificata. Come ben scrive Martinelli in prefazione, Mosca, con Albertini, guardava al declino dello Stato liberale «col disincantato pessimismo del conservatore». Essi «condividevano una analoga fedeltà all’eredità e al mito della Destra storica». Le aperture riformiste di Giolitti li allarmavano: e ritennero di fare un gran passo quando approvarono (1901) il riconoscimento giuridico dei sindacati. Le questioni che Mosca affronta, e che ritornano costantemente pur nel cambiamento, spesso apparente, dei contesti storici, possono ridursi a una sola grande difficoltà: la rappresentanza della «volontà generale». Non è perciò forse privo di significato che un esponente importante della sinistra italiana del Novecento, Palmiro Togliatti, per un verso raccomandasse (teste Italo De Feo) la lettura di Gaetano Mosca e per l’altro elogiasse Giolitti, nel celebre saggio a lui intitolato. La questione dei modi di attuazione e di funzionamento del suffragio universale è tuttora aperta. © RIPRODUZIONE RISERVATA Riconoscimenti Domenica sera il conferimento del premio ai vincitori. L’«Opera Prima» a Fabrizio Pasanisi Magrelli e Cucchi, il «Bagutta» si fa in due di ANNACHIARA SACCHI P oetico, ex aequo, intenso. Torna il Premio Bagutta e quest’anno incorona le opere di due poeti: Maurizio Cucchi e Valerio Magrelli hanno convinto la giuria strappando un riconoscimento «pari merito». Una vittoria per due, come nell’edizione 2011 con Gianfranco Calligarich e Giovanni Mariotti. Di Maurizio Cucchi è stata premiata l’ultima raccolta di versi, Malaspina, pubblicata nello «Specchio» di Mondadori. Si tratta di una silloge in cinque sezioni: l’autore ripercorre la sua vita nella città natale, Milano, in un viaggio della memoria tra mutazioni urbane e luoghi del passato che riaffiorano e diventano costante stimolo di riflessione. A Valerio Magrelli, invece, il premio è stato assegnato per Geologia di un padre, pubblicato da Einaudi nella collana dei «Supercoralli». Non si tratta di un libro di poesie, ma di prose nel segno dell’es- senzialità, del rigore, ma anche della dolcezza e della commozione. Sono ottantatré in tutto. Come gli anni vissuti dal padre — «che continua a mancare» — dell’autore. Poeti vincitori (l’ultimo fu nel 2003 Edoardo Sanguineti). «Non è stata una scelta premeditata», spiega Isabella Bossi Fedrigotti, presidente dei giurati (Stefano Agosti, Rosellina Archinto, Silvia Ballestra, Eva Cantarella, Pietro Cheli, Elio Franzini, Umberto Galimberti, Piero Gelli, Andrea Kerbaker, Giovanni Orelli, Ranieri Polese, Elena Pontiggia, Enzo Restagno, Mario Santagostini e Orio Vergani). Ma una «decisione condivisa, senza nemmeno bisogno di discussione, davanti a due grandi autori, anche se è vero che la poesia è stata per troppo tempo trascurata». Aggiunge Andrea Kerbaker, segretario del premio: «Sono opere importanti che abbiamo molto apprezzato. Ci è piaciuta l’idea che in un momento di grande difficoltà per la letteratura fossero premiati proprio due poeti». Poeti Valerio Magrelli (1957, a sinistra), viene premiato per il suo «Geologia di un padre» (Einaudi); mentre Maurizio Cucchi (a destra, 1945) per la raccolta di versi «Malaspina», edita da Mondadori I legami con la propria città, il rapporto con la famiglia e con il passato. Temi forti «in un mondo effimero» che hanno conquistato la giuria del più antico premio letterario italiano (fu fondato a Milano nel 1927, siamo all’edizione numero 87). I grandi. E gli esordienti. Il Bagutta Opera Prima è stato assegnato a Bert e il mago (Nutrimenti), saggio narrato che Fabrizio Pasanisi — giornalista, autore televisivo, studioso di letteratura e traduttore che con lo stesso titolo è stato finalista al Premio Italo Calvino 2012, con menzione speciale della giuria — ha dedicato alla vicenda umana e letteraria di Thomas Mann e Bertold Brecht tra scrittura, passione, ideologia, nazismo. Il Premio Bagutta, come da tradizione, verrà assegnato durante la cena di domenica 26 gennaio nel ristorante omonimo, luogo di incontro del mondo culturale milanese. © RIPRODUZIONE RISERVATA 34 Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera Idee&opinioni Corriere della Sera SMS Le news più importanti in anteprima sul tuo cellulare. Invia un sms con la parola CORRIERE al 4898984 Servizio in abbonamento (4 euro a settimana). Per disattivarlo invia RCSMOBILE OFF al 4898984 Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile LOTTA ALLA CRIMINALITÀ «Morire per Danzica?», ci si chiedeva alla vigilia della Seconda guerra mondiale. «Morire per Bruxelles?», è la domanda che suscita la vista del sangue versato per le strade di Kiev. Perché il movimento di protesta che scuote l’Ucraina da mesi nasce proprio dalla legittima aspirazione della maggioranza popolare a riunirsi alla famiglia europea e sfuggire all’abbraccio soffocante del grande fratello russo. È vero, l’ultima fiammata di manifestazioni di piazza è stata direttamente provocata dall’approvazione di leggi liberticide da parte del governo del presidente Yanukovich. Le nuove norme prevedono il carcere per chiunque abbia partecipato a manifestazioni pacifiche commettendo «crimini» come l’erigere tende o proteggersi la testa con caschi da bicicletta. Per non parlare delle minacce alla libertà dei mezzi d’informazione. Una svolta autoritaria che ha disarmato le ragioni dell’opposizione moderata e lasciato il campo alla contestazione violenta. Ma anche se ciò va riconosciuto, la responsabilità ultima dell’escalation e dei morti da essa provocati ricade interamente sul regime di Yanukovich. Perché la folla nelle strade di Kiev è compatta nel rifiutare per l’Ucraina un destino «bielorusso», sul modello della vicina dittatura di Lukashenko, e rivendicare un futuro democratico ed europeo. Non è solo più questione di associarsi alla Ue, ma di farla finita con un governo corrotto e autoritario che non è in grado di offrire una prospettiva al Paese: aspirazioni che sono esse stesse, in ultima analisi, profondamente europee. È per questo che i Paesi vicini debbono mandare un segnale forte alla dirigenza ucraina. Ieri il presidente della Commissione europea Barroso ha evocato «azioni» non meglio precisate. Una misura efficace potrebbero essere sanzioni mirate contro alti esponenti del regime, tipo la revoca dei visti o il blocco dei beni. Gli Stati Uniti si sono già mossi in questo senso. La Ue, se non vuole arrivare a tanto, potrebbe almeno riconsiderare i numerosi accordi di cooperazione messi in piedi fra Bruxelles e Kiev: sempre però mantenendo la porta aperta a una futura integrazione. Perché i morti di Kiev sono davvero i primi martiri dell’Europa del XXI secolo. Luigi Ippolito © RIPRODUZIONE RISERVATA LO SBARCO DI ANZIO (O DI NETTUNO) È UN PEZZO DI STORIA, NON UN CAMPANILE Non è uno spettacolo molto edificante quello offerto ieri dagli amministratori locali di Anzio e Nettuno sulla prima pagina della edizione internazionale del New York Times. L’occasione dell’articolo di Elisabetta Povoledo era il settantesimo anniversario della operazione Shingle («Ciottoli»), lo sbarco sulla costa delle due cittadine laziali con cui gli angloamericani, il 22 gennaio 1944, cercarono di aggirare il fronte di Cassino e affrettare la liberazione di Roma. Un tentativo che i tedeschi riuscirono però a tamponare, imponendo agli Alleati combattimenti lunghi e sanguinosi. Per lungo tempo le amministrazioni comunali di Anzio e Nettuno hanno commemorato l’evento insieme, ma quest’anno ciascuno ha proceduto per conto suo, con qualche ripicca di troppo. A Nettuno non gradiscono che l’operazione Shingle sia passata alla storia come «sbarco di Anzio»: vogliono valorizzare il cimitero di guerra americano, situato nel loro comune, e il tratto di spiaggia detto in codice X-Ray Beach, dove approdarono i soldati della 3ª divisione di fanteria Usa. Dall’altra parte si risponde con accuse, un tantino sproporzionate, di «revisionismo storico». Pare tra l’altro che il contrasto si sia inasprito perché Anzio ha invitato la rockstar inglese Roger Waters, ex colonna dei Pink Floyd, e ha deciso di attribuirgli la cittadinanza onoraria, in virtù del fatto che il padre del musicista, da lui evocato nelle sue canzoni, cadde proprio su quel fronte, vicino ad Aprilia, nel febbraio 1944. L’operazione Shingle è stata a lungo discussa per la condotta irresoluta del comandante alleato, il generale americano John P. Lucas, che consentì ai tedeschi di contrattaccare. Sarebbe imbarazzante per l’Italia che adesso diventasse materia per lunghe dispute di campanile. Non dovrebbe essere così difficile trovare il giusto equilibrio tra le ragioni di Anzio e Nettuno, in modo che la commemorazione del settantunesimo anniversario, l’anno prossimo, torni ad essere comune. Antonio Carioti © RIPRODUZIONE RISERVATA CONCILIARE COMPETITIVITÀ E AMBIENTE TANTI RISCHI PER UN COMPROMESSO Alla fine le attese sono state rispettate. Il «pacchetto» ambiente e energia 2030 annunciato dalla Commissione Ue, e che sarà discusso al Consiglio europeo di marzo, sarà un compromesso. Non poteva essere altrimenti, viste le reazioni delle opposte fazioni: quella «industriale», convinta che un inasprimento dei vincoli alle emissioni di CO2 mini la competitività delle imprese, e quella «green», che vede in obiettivi ambiziosi il modo per invogliare investimenti e creare posti di lavoro. In sintesi, la Commissione di Josè Manuel Barroso ha posto un vincolo rigido alle emissioni, che dovranno essere ridotte del 40% rispetto al 1990. I settori industriali già toccati dai limiti in vigore (centrali elettriche, carta, acciaio, cemento) dovranno tagliarle del 2,2% l’anno invece dell’1,74% attuale. Per quelli ancora fuori dalle regolamentazioni (trasporti e aviazione soprattutto) un taglio del 30% sul 2005 dovrà essere diviso «equamente» tra i singoli Stati. Pare di capire però che fino al 2021 le agevolazioni per le imprese «energivore» non saranno modificate. Non ci saranno obblighi invece quanto all’obiettivo da attribuire all’apporto delle energie rinnovabili: l’Euro- pa dovrà arrivare nel 2030 al 27%, ma solo nel suo complesso, e ogni singolo Paese potrà decidere come fare. Su questo punto lo scontro è stato duro, soprattutto con la Germania. Della sofferta «mediazione» europea si discuterà ancora, è certo. Ma almeno un paio di questioni non possono essere eluse. La prima è relativa al costo dell’energia, che come la stessa Commissione riconosce è assai più elevato nell’Ue che nel resto del mondo. Tra le raccomandazioni adottate ieri c’è anche una sorta di decalogo da osservare per gli Stati che volessero sfruttare le risorse di gas «non convenzionale», il cui prezzo negli Usa è pari a un quarto di quello europeo. Ma pare un po’ poco per conciliare competitività e ambiente, come sostiene Barroso. L’altra questione riguarda il prezzo della CO2. Dal 2021 il sistema europeo di scambi sarà riformato. Ma è da oggi, e non tra sei anni, che senza un prezzo credibile della CO2 tutto lo sforzo avviato tra mille contestazioni dall’Europa rischia di essere vano. Stefano Agnoli @stefanoagnoli © RIPRODUZIONE RISERVATA Mafia, la parola che la politica non ha il diritto di dimenticare di WALTER VELTRONI C aro direttore, ci sono parole che la politica dimentica, affannata com’è. Ci sono sempre nuove priorità: alcune vere, altre oziose. E poi fa fatica e noia parlare sempre delle stesse cose, anche perché i riflettori, a inquadrare sempre lo stesso soggetto, finiscono col renderlo tappezzeria. Ci si abitua, così. A tutto. Ci si abitua al fatto che il capo della mafia lanci proclami e minacce da un carcere in cui peraltro non dovrebbe, non dovrebbe proprio, parlare con un boss della camorra. È un colloquio tremendo. Che esce da quel luogo, perforando il muro del 41 bis, e arriva agli uomini di Cosa nostra (e della camorra?) come una indicazione, se non un ordine. Parole che contengono una minaccia al Pm Di Matteo che sarebbe sbagliato sottovalutare: «E allora organizziamola questa cosa! Facciamola grossa e non ne parliamo più. Perché questo Di Matteo non se ne va... gli hanno rinforzato la scorta, e allora se fosse possibile... ad ucciderlo... una esecuzione come eravamo a quel tempo a Palermo con i militari». Nelle parole di Riina c’è l’odio per i magistrati, «Mi viene una rabbia a me... ma perché questa popolazione non vuole ammazzare a nessun magistrato?», la rivendicazione repellente degli omicidi di Falcone e Borsellino, il primo definito «una mangiata di pasta» e il secondo così descritto: «Domenica deve andare da sua madre... ah, gli ho detto, allora preparati, aspettiamolo lì... Devono essere tutte le cose pronte... logicamente si sono fatti trovare pronti. Gli ho detto: se serve mettetegli qualche cento chili in più». E poi gli uomini delle scorte, definiti «paperelle» da far saltare. Non ci si abitui, non si dimentichi. Davvero, in questo caso, «per carità di Patria». E non si consideri normale che tre persone, tra i quali un bambino di tre anni, vengano uccisi e bruciati in una campagna calabrese. Non è, non può essere, un fatto di cronaca come altri. E, purtroppo, succede in tante regioni italiane, non solo nel Sud, ogni giorno. Non è normale neanche che le mafie si stiano impadronendo, sfruttando la crisi, di tanti esercizi commerciali, di tante imprese. Come è stato dimostrato dalla retata di uomini della camorra compiuta ieri dalla BEPPE GIACOBBE A KIEV SI MUORE PER L’EUROPA BRUXELLES MANDI UN SEGNALE DECISO Direzione distrettuale antimafia e dai carabinieri in diverse regioni italiane. Davvero in questo Paese, nell’Italia del 2014, il discorso pubblico si è «annoiato» di chiamare a raccolta le coscienze e di ricordarci, come un mantra per restare lucidi e vivi, che nulla di tutto ciò è ordinario, ovvio, imbattibile? L’indifferenza è il peggiore dei mali, il prodromo alle catastrofi collettive. Mi è capitato, prima delle ultime elezioni , di auspicare che lo Stato pronunciasse in Parlamento una vera e propria Dichiarazione di guerra alla mafia. Non è successo. Ma ciò che sta accadendo è che si sta persino rimuovendo la lotta alle organizzazioni Non ci si può abituare a frasi come quelle dette da Riina. L’indifferenza può rendere l’Italia una Salerno-Reggio criminali dall’agenda delle priorità, non capendo che senza la pulizia necessaria, profonda e radicale, non ci sarà mai ripresa economica. E che l’Italia tutta finirà come la Salerno-Reggio Calabria, che le mafie impediscono da anni di completare. La mafia non è un problema solo del Sud, il che già basterebbe. Ora le organizzazioni criminali sono davvero in tutto il Paese e controllano interi rami di impresa e cicli produttivi e attività finanziarie. Camorra, ‘ndrangheta, mafia condizionano la vita politica e istituzionale. Lo fanno ai livelli più bassi, nei piccoli comuni, lo fanno con soldi e preferenze a livelli più alti, lo hanno fatto, con le stragi, mutando il destino della nostra Nazione. Lo Stato non deve lasciare soli coloro che combattono le organizzazioni criminali in prima fila. Le parole non bastano, è vero. Ma non è un giorno felice quello in cui persino le parole vengono rimosse o considerate di importanza secondaria. Mafia è una parola che la politica non ha il diritto di dimenticare. Ex segretario del Pd (ottobre 2007-febbraio 2009) © RIPRODUZIONE RISERVATA ELETTI Cambiare la qualità dei rappresentanti di GIOVANNI BELARDELLI D i continuo le cronache italiane riferiscono fenomeni di illegalità diffusa. Sabato 18 gennaio, ad esempio, Lorenzo Salvia ha riportato su questo giornale una stima dell’Aci, secondo la quale in Italia circolerebbero ben 4 milioni di veicoli privi di copertura assicurativa. Il giorno dopo le pagine romane de la Repubblica registravano il fatto che, in uno dei più grandi ospedali della capitale, quasi mille dipendenti usufruiscono di un qualche specifico esonero, grazie a una certificazione medica: chi è esonerato dal lavoro notturno, chi dall’accompagnare un paziente senza essere a sua volta accompagnato da un collega, chi — perfino — da ogni compito di assistenza tale da richiedere «gestione di emergenze» (eventualità che, come sa anche un bambino, in un ospedale non è proprio rarissima). Anche a considerare, come è giusto, che non tutte le situazioni sono uguali (e dunque che, nel caso appena citato, ci saranno state anche molte certificazioni mediche ineccepibili), questi e altri analoghi fatti ci mettono di fronte a una cronaca «nera» di tipo particolare. Una cronaca nella quale non si parla di rapine, omicidi, disgrazie più o meno naturali, ma del costante smottamento della legalità diffusa e del senso civico. Episodi come quelli appena citati, o come gli altri infiniti che ciascuno può trarre dalla propria memoria o dalla propria esperienza, rischiano di mettere in discussione non solo il rapporto «verticale» con lo Stato e le istituzioni, ma anche quello «orizzontale» tra concittadini: chi circola senza assicurazione non viola soltanto la legge ma, in caso di incidente, scarica su qualcun altro i costi della propria condizione di illegalità. Chi ha furbescamente ottenuto un’esenzione dal lavoro notturno, scarica questa incombenza sui propri colleghi onesti. Se troppi cercano di addossare agli altri il costo dei propri atti irregolari o illegali, si rischia una riproposizione del bellum omnium contra omnes di Hobbes: in una versione certamente (e fortunatamente) incruenta, ma forse non meno preoccupante dal punto di vista della solidità di un Paese, del capitale di fiducia sociale che vi è o meno disponibile. Certo, non dobbiamo dimenticare come ci sia anche una maggioranza di italiani che paga l’assicurazione della macchina e mai si sognerebbe di farsi fare da un medico compiacente un certificato che attesti il falso; sono gli stessi che in questi giorni, nonostante le difficoltà economiche e il C’è una parte del Paese, la più onesta, che non si rispecchia in una classe dirigente interessata soprattutto ai vitalizi vero guazzabuglio delle tasse sugli immobili, stanno pagando mini-Imu e Tares, così come pagheranno le imposte ancora senza nome che si vanno annunciando. Sennonché, ciò che rischia di indebolire questa Italia che rispetta le leggi e paga le imposte nonostante tutto (nonostante le leggi siano troppe e a volte irrazionali, nonostante l’imposizione fiscale sia eccessiva) è il fatto di sentirsi sempre meno rappresentata dal ceto politico nazionale e locale. Al di là della rappresentanza politica, infatti, esiste anche una rappresentanza di tipo sociologico, che porta a sentire chi abbiamo eletto simile a noi per valori e comportamenti (se non per livello di reddito). Ebbene, dalle spese illecite dei consiglieri regionali (rigorosamente bipartisan), ai vitalizi a 50 anni per i consiglieri della regione Lazio, fino a un’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti che sa molto di imbroglio (come ha mostrato Roberto Perotti su lavoce.info), il nostro ceto politico generalmente inteso (e dunque al netto delle eccezioni) sembra far di tutto per rappresentare non tanto l’Italia di chi rispetta leggi e norme, ed è sensibile ai propri doveri non meno che ai propri diritti, ma l’Italia dei furbi che non assicurano l’auto o si procurano una falsa attestazione medica. Si tratta di una distorsione nella rappresentanza sulla quale sarebbe urgente intervenire, almeno tanto quanto è urgente cambiare la legge elettorale. © RIPRODUZIONE RISERVATA 35 Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014 2 Mercoledì 22 Gennaio 2014 Corriere della Sera Lettere al Corriere TRUMAN E LA CUSTODIA DELLA BOMBA MEGLIO AI CIVILI CHE AI MILITARI Risponde Sergio Romano Leggendo le memorie di Harry Truman, risulta che il presidente americano non ebbe alcun dubbio nell’utilizzo dell’arma atomica in Giappone. Dal momento che la Bomba fu esclusivamente nelle mani Usa per almeno altri quattro anni (la prima atomica sovietica esplose nel ’49) rendendo di fatto gli Stati Uniti l’unica vera superpotenza militare in quel periodo, perché Harry Truman subì il ricatto del blocco di Berlino da parte di Stalin? Riccardo Sigismondi [email protected] Caro Sigismondi, otrei risponderle che l’uso dell’arma atomica, in quelle circostanze, sarebbe stato del tutto stra- P EDIFICI PUBBLICI Immagini sulle facciate Caro Romano, un vuoto di conoscenze specifiche mi impedisce di capire perché la Questura di Milano non abbia mai osato esporre sul suo frontone una gigantografia del commissario Calabresi, la Questura di Palermo quella di Boris Giuliano e nessuna caserma dei Carabinieri quella di Carlo Alberto Dalla Chiesa. Diversamente, il Palazzo di Giustizia di Milano non ha avuto remore nel collocare in bella vista i volti di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino. Il ricordo dei due magistrati è indelebile come quello degli altri eroici servitori dello Stato, il tributo di sangue pure. Ma non sono tutti uffici istituzionali di una medesima Repubblica? Alessandro Prandi alessandro.prandi51@ gmail.com A mio avviso la facciata di un palazzo pubblico non do- vagante e irrazionale. I sovietici avevano cominciato l’assedio di Berlino nell’aprile 1948 e avevano nel cuore della Germania una netta superiorità. Mentre i militari di stanza nei settori occidentali della città erano 6.500 (3.000 americani, 2.000 britannici, 1.500 francesi), l’Armata Rossa aveva 18.000 uomini nel settore orientale della capitale tedesca e alle loro spalle, nella Germania orientale, non meno di 300.000. Quale sarebbe stato, in un tale contesto, il possibile bersaglio di un ordigno nucleare? Certo, gli americani avrebbero potuto colpire una grande città dell’Urss. Ma un gesto così dissennato avrebbe reso la reazione dei sovietici in Europa centrale, dove disponevano di forze considerevoli, ancora più ferma, legittima e vrebbe essere usata per la lanciare messaggi ed esprimere sentimenti. Per due ragioni. Il vero volto di un palazzo è la sua architettura; il messaggio può essere oggi nobile e condiviso, domani partigiano e discutibile. Una facciata «neutrale» è una garanzia per tutti. Dimissioni dei politici Gianni Cuperlo si è dimesso da presidente del Pd dopo le parole di Matteo Renzi. Ha fatto bene? speranza che avrebbero cercato di svolgere il loro mandato invece di mettere il broncio... CONDANNATI A IMMOBILISMO Alcuni politici, di fronte a una posizione diversa dalla loro, danno le dimissioni (beninteso restando in Parlamento!). Il loro atteggiamento è inadeguato, infantile e irritante: chi li ha eletti lo ha fatto nella La tua opinione su sonar.corriere.it patriottica. Truman dichiarò più volte che gli americani non avrebbero abbandonato Berlino e non ebbe altra strategia fuorché quella dello straordinario ponte aereo con cui la città venne alimentata sino al giorno in cui Mosca, consapevole dell’insuccesso, levò l’assedio. Sulla bomba, d’altro canto, Truman aveva maturato idee alquanto diverse da quelle del giorno in cui aveva ordinato il suo primo uso. L’assedio di Berlino coincise con la discussione, in seno all’amministrazione, sull’autorità che avrebbe dovuto custodire l’arma atomica in tempo di Magda Buzzi [email protected] REAZIONI DEGLI ELETTORI Senza decisioni Secondo l’ex presidente Pd Cuperlo i veri leader dirigono e non comandano. Secondo me dirigere significa anche avere il coraggio di prendere decisioni ed è proprio tale pace. Il 21 luglio si tenne alla Casa Bianca una riunione a cui parteciparono, sotto la presidenza di Truman, il segretario della Marina James Forrestal, quattro membri d e l Co m m i s s a r i a to p e r l’energia atomica, il segretario dell’Esercito, quello dell’Aeronautica e i capi di stato maggiore. Qualcuno citò l’affermazione di uno scienziato secondo cui la bomba era stata costruita per verificarne le capacità, non per essere usata e Truman disse subito di essere d’accordo: «Occorre comprendere — aggiunse — che questa non è un’arma militare. Viene usata per distruggere donne, bambini, persone inermi, non per usi militari. Dobbiamo quindi trattarla diversamente dal modo in cui trattiamo fucili, cannoni e roba del genere». Nonostante queste parole, i militari insistettero perché l’arma venisse affidata alla loro custodia e il segretario dell’Aeronautica, in particolare, sostenne che le forze armate dovevano abituarsi a «maneggiarla». Truman taglio cortò, disse bruscamente che vi erano altre considerazioni di cui occorreva tenere conto e aggiunse: «Questi non sono tempi in cui giocherellare con una bomba atomica». Pensava naturalmente alla crisi di Berlino, ma era chiaro, scrisse nel suo diario un consigliere di Truman (David Lilienthal), che non si fidava dei militari. Ne dette una prova nell’aprile del 1951 quando tolse al generale Douglas MacArthur il comando delle truppe in Corea. mancanza che ci ha condannato a vivere in un micidiale immobilismo, frutto di un indecoroso marasma politico. Credo che il popolo italiano stia finendo la pazienza e allora forse è il momento di condividere il motto di chi ha affermato: «Meglio nessun successo che nessuna decisione». Giorgio Tescari, Milano signora Armellini e dei suoi commercialisti. Ora, però, ci aspettiamo che la magistratura accerti celermente se i reati contestati corrispondano al vero e, in tal caso, infliggano una pena esemplare ai colpevoli. Berlusconi è uscito di scena per molto meno. Gian Paolo Squillace, Como CASO ARMELLINI / 1 Sistema da rivedere Accertamenti rapidi Complimenti alla Guardia di Finanza per la brillante operazione che ha portato alla scoperta di una presunta truffa colossale da parte della La domanda di oggi SUL WEB Risposte alle 19 di ieri Si 23 No Grillo apre le votazioni online: «Proporzionale o maggioritario? scegliete». È fuori tempo? 77 © RIPRODUZIONE RISERVATA CASO ARMELLINI / 2 Il caso Armellini merita maggiore risalto e attenzione da parte dei politici perché non può essere considerato un semplice fatto di evasione fiscale e ci si deve interrogare su come sia possibile nascondere al fisco così tanta ricchezza in beni immobiliari. Va rivisto il sistema dell’accatastamento, vanno responsabilizzati i Comuni e lasciato loro il compito di stabilire i tributi per la casa e provvedere alla riscossione. Luigi Nale, Modena Interventi & Repliche Jobs Act. Al di là del termine che evoca legislazioni di altri Paesi (ma l’Italia non era una volta «la culla del diritto»?), resta il fatto che se alle parole seguiranno i fatti avremmo finalmente una svolta importante nel nostro diritto del lavoro. A mio avviso, tuttavia, occorre un «reset» di quanto fin qui si è accumulato e stratificato in un groviglio inestricabile di leggi, leggine, regolamenti, circolari che un legislatore, incolto e incompetente, nonché le molteplici amministrazioni dello Stato ci hanno fin qui propinato. Senza un «reset» non si va da nessuna parte e si rischia di aggiungere confusione a confusione. «Resettare» dovrebbe essere dunque la parola d’ordine. Ben venga, tuttavia la «semplificazione» delle norme (altri governi hanno in precedenza predicato, a vuoto, la «delegificazione»). Ben venga un codice del lavoro. Ma, per carità non si proponga «un codice del lavoro che racchiuda e semplifichi tutte le regole attualmente esistenti». Le regole esistenti non vanno racchiuse: vanno in massima parte eliminate. Dovrebbe essere data prevalenza ai contratti che prevedono il lavoro autonomo nell’ambito dell’impresa. Quanto al lavoro subordinato, dovrebbe essere data prevalenza al contratto a tempo indeterminato (così da dare fiducia e motivazione ai giovani: con progressioni di carriera ed economiche in base al merito), ma con possibilità di risoluzione per giustificato motivo tipizzato (sì da non impantanarsi nelle aule giudiziarie alla mercé di un giudice che tuttavia «rispetta la legge». La Legge, infatti, (la «beneamata» Fornero!) consente al giudice di poter condurre «il giudizio nel modo che ritiene più opportuno», vanificando così anche l’opera dell’avvocato. Il contratto a tempo determinato andrebbe limitato a casi specifici. Andrebbe soprattutto incoraggiato il lavoro autonomo affinché i giovani possano essere stimolati a lanciarsi in nuove intraprese: liberi dal giogo delle organizzazioni sindacali. Un ultimo rilievo: i posti di lavoro non si creano per decreto; né si mantengono in vita le aziende con i sussidi. È necessaria, come tutti dicono, la crescita. Ma non si cresce se ogni sera, quando torni dal lavoro, uno Stato canaglia infila, con destrezza, nella tua tasca la sua mano vorace per sottrarti oltre il 65% di quanto hai faticosamente guadagnato. Salvatore Trifirò, Milano Nel 2009 Mauro Masi era alla Rai Leggo su un articolo sul Corriere di ieri relativo alla richiesta di autorizzazione a procedere per l’ex ministro Brambilla per l’utilizzo di taluni voli di Stato che, all’epoca dei fatti (dicembre 2009 e Italians di Beppe Severgnini Cari cinquantenni rassegnatevi a Twitter «R ipeti con me: non ti lamenterai dei social media e non giudicherai le abitudini di una generazione che non capisci». Prendo in prestito un magistrale paragrafo da Roger Cohen (International New York Times, martedì) per ricordare quanto sta accadendo. Abbagliati da una certa comunanza di strumenti (chi non sa cos’è un iPhone?) e una moderata vicinanza di gusti (a chi non piacciono i Coldplay?), l’esercito dei papà e delle mamme — nato negli Anni 50 e 60 — dimentica che le generazioni rimangono distanti. E non si possono capire fino in fondo. Ed è un bene che sia così. L’umanità cambia per ribellioni e incomprensioni: se i figli facessero tutto quello che vogliono i genitori, il mondo sarebbe indietro di secoli (nonché estremamente noioso). Sembriamo incapaci di ammettere che le società, come i bambini, crescono a strappi. La natura non farà salti, come dice il proverbio; le donne e gli uomini, sì. Altri uomini e donne però mugugnano, condannano, deprecano, s’allarmano. Ogni nuova invenzione — la stampa, il telegrafo, il telefono, la radio, la televisione — ha suscitato proteste. Quando venne introdotta l’anestesia (1846), molti vecchi chirurghi si rifiutarono di utilizzarla: il dolore del paziente faceva parte del trattamento. Anche la Chiesa, che quando si trattava di frenare non s’è mai tirata indietro, si dichiarò contraria alla novità. La storia della letteratura — da Seneca a Scalfari, diciamo — è segnata da un anziano signore Ogni nuova che passa dalla rivoluzione alla invenzione riflessione, e bofonchia contro chi è diventato rivoluzionario. ha suscitato stiamo parlando tanto di proteste, persino Non politica, quanto di tutto il resto. La mia generazione, per eseml’anestesia pio, ha imparato l’inglese, ha conosciuto l’Europa, ha annusato l’America e ha attraversato l’età dell’oro sessuale: dopo i contraccettivi, prima dell’Aids. Non facevamo cose folli; ma di certo non erano le cose che immaginavano i nostri genitori. Internet non è una semplice novità: è un nuovo paradigma. Le ostilità che suscita sono, francamente, patetiche. Quante cene tra cinquantenni sono segnate dalle geremiadi contro «questa ridicola ossessione per smartphone e social network»? «Twitter-bashing bores», li chiama Cohen. Twitterofobi pallosi, traduco. Lo scrive uno che Twitter lo ama e, forse, lo sa usare: ma solo quello, dove sfogo la mia passione sintetica. So utilizzare Facebook, ma non riesco a capirlo fino in fondo. Non uso Instagram, trascuro LinkedIn e Pinterest. Uso WhatsApp, ma ci riuscirebbe un deficiente. Ho la mia età, diciamo: e va bene così. Ieri ero a Bruges, al Collège d’Europe; domani sarò a Bruxelles, all’Istituto italiano di cultura, dove proverò a scuotere un po’ la generazione dei nostri figli («Generazione Erasmus: ma a voi importa dell’Europa?»). Non è una vendetta, è un ringraziamento: perché loro hanno scosso (alcuni di) noi, per fortuna. @beppesevergnini FONDATO NEL 1876 CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger CONDIRETTORE AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane Luciano Fontana CONSIGLIERI Fulvio Conti, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni, Carlo Pesenti DIRETTORE GENERALE DIVISIONE QUOTIDIANI Alessandro Bompieri Vauro Mauro Masi, Roma Il dottor Masi, infatti, è stato nominato direttore generale della Rai il 2 aprile del 2009. Mi scuso per l’imprecisione con l’interessato e con i lettori. Giuseppe Guastella La Prussia e la Francia Nella foga con cui ho scritto l’articolo «Il boia di Nicola merita l’inferno» (Corriere, 21 gennaio) ho scritto erroneamente «Quando la Francia e la Germania si scontrano nel 1870» là dove, ovviamente, intendevo Francia e Prussia. Claudio Magris DISTRIBUZIONE m-dis Distribuzione Media S.p.A. Via Cazzaniga, 19 - 20132 Milano - Tel. 02-2582.1 - Fax 02-2582.5306 PUBBLICITÀ RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano - Tel. 02-25846543 - www.rcspubblicita.it PREZZI: * Non acquistabili separati, il venerdì Corriere della Sera + Sette e 1,90 (Corriere e 1,40 + Sette e 0,50); il sabato Corriere della Sera + IoDonna e 1,90 (Corriere e 1,40 + IoDonna e 0,50) . A Como e prov., non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + Cor. Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 139 del 30 giugno 1948 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli [email protected] - fax 02-6205.8011 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli marzo 2010 secondo l’articolo), sarei stato Segretario generale della presidenza del Consiglio. La notizia non risponde al vero in quanto in quel periodo ero già da tempo (dall’aprile 2009, come facilmente verificabile) direttore generale della Rai. EDIZIONI TELETRASMESSE: Tipografia Divisione Quotidiani RCS MediaGroup S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 S RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma - Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 S Seregni Padova s.r.l. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 S Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) - Via delle Orchidee, 1 Z.I. Tel. 080-58.57.439 S Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 S L’Unione Sarda S.p.A. Centro stampa 09034 Elmas (Ca) - Via Omodeo, 5 - Tel. 070-60.131 S BEA printing sprl 16 rue du Bosquet - 1400 Nivelles - Belgium S Speedimpex USA, Inc. 38-38 9th Street Long Island City - NY 11101 - USA S CTC Coslada Avenida de Alemania, 12 - 28820 Coslada (Madrid) Spagna S La Nación Bouchard 557 - 1106 Buenos Aires - Argentina S Miller Distributor Limited Miller House, Airport Way, Tarxien Road – Luqa LQA 1814 - Malta S Hellenic Distribution Agency (CY) Ltd 208 Ioanni Kranidioti Avenue, Latsia - 1300 Nicosia - Cyprus S FPS Fernost Presse Service Co. Ltd 44/10 Soi Sukhumvit, 62 Sukhumvit Road, Bang Chark, Phrakhanong - Bangkok 10260 - Thailandia S Milkro Digital LTD - 51 Hephaestou Street - 19400 Koropi - Grecia © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI 4 Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli E-mail: [email protected] oppure: www.corriere.it oppure: [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Lavoro: il Jobs act VICEDIRETTORI @ Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a: «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79 Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. DIREZIONE, REDAZIONE E TIPOGRAFIA 20121 Milano - Via Solferino, 28 Tel. 02-62821 0PREZZI DI VENDITA ALL'ESTERO: Albania e 2,00; Argentina $ 13,80 (recargo envio al interior $ 1,00); Austria e 2,00; Belgio e 2,00; Canada CAD 3,50; CH Fr. 3,00; CH Tic. 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Romanzi, novelle e teatro" e 9,30; con "English da Zero" e 12,39; con "Grandi Italiani" e 13,30; con "Biblioteca della Montagna" e 10,30; con "Il Mondo" e 4,40 36 Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera 37 Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014 Spettacoli Napoli L’annuncio di Bray: «Un commissario al San Carlo» Commissario in arrivo per il San Carlo di Napoli. Lo annuncia una nota del ministero dei Beni culturali. La nomina «garantirà gli obblighi necessari alla prosecuzione delle attività del teatro». Veneto Carlo Mazzacurati era nato a Padova il 2 marzo del 1956 L’addio Aveva 57 anni e ha diretto «Notte italiana» e «Il toro». Il suo ultimo film presentato al festival di Torino L’attore Abatantuono: uno degli autori più innovativi di PAOLO MEREGHETTI L a malattia se l’è portato via ieri a 57 anni (i prossimi li avrebbe compiuti il 3 marzo), dopo una lotta durata due anni. Il che non gli aveva impedito di girare un bel documentario sull’impegno umanitario — Medici con l’Africa, presentato nel 2012 a Venezia — e di portare a termine il suo ultimo lungometraggio, La sedia della felicità, presentato in anteprima al festival di Torino 2013 dove aveva ricevuto il Gran Premio della città. Se ne è andato in punta di piedi, lottando contro il dolore, con la determinazione e la silenziosa ritrosia sue tipiche, le stesse che l’avevano fatto tornare a vivere nella natia Padova dopo un inizio professionale a Roma, una città — e un modo di essere — con cui non aveva mai legato. Lo si intuiva bene anche dai suoi film, che spesso raccontavano lo scontro tra periferia e centro, tra provincia e città. I suoi personaggi più riusciti e belli erano marginali, poco importa se per censo o per scelta o per autodifesa. Non era certo un vincente il protagonista del suo primo film, Notte italiana (che nel 1987 segnò anche l’esordio produttivo della Sacher Film di Nanni Moretti e Angelo Barbagallo), l’avvocato che scopre le malefatte e le connivenze di un signorotto del Polesine. Né lo era il timido dentista romano di Un’altra vita (1992) che si innamora di una russa senza fissa dimora e per amore finisce invischiato in un mondo di piccoli delinquenti. In mezzo c’era stato il passo falso della riduzione da Il prete bello di Parise, ma anche quell’«errore» era comunque indicativo del tipo di letteratura cui far riferimento. Nel 2004 tornerà a un romanzo, questa volta di Cassola, per L’amore ritrovato: un altro film non completamente riuscito, ma appunto significativo di un gusto decisamente lontano dalle mode. Il che non è qualità da sottovalutare. Le sue cose migliori, comunque, la sua mano più felice si vede nella descrizione di questo mondo di provincia — geografico o mentale poco importa — cui evidentemente era molto legato e che sapeva ispirarlo al meglio. Un critico non certo tenero come Goffredo Fofi scrisse che Un’altra vita era girato con uno stile «poco italiano», a indicare una qualità preziosa e poco frequentata: la capacità di staccarsi dai peggiori cascami della «commedia» per cercare una strada originale, capace di raccontare un Paese vero e concreto, che era stato a lungo tenuto lontano dall’occhio delle macchine da presa. Era il mondo di Il toro Mazzacurati, lo sguardo gentile sul volto perdente del Nord Est Morto il regista che amava le storie umili della sua provincia (1994, con due amici che cercano di vendere in Ungheria un animale da riproduzione che hanno rubato), di Vesna va veloce (1996, sull’incontro tra una ventenne ceca che si mantiene facendo la prostituta e un operaio solo e sradicato), di L’estate di Davide (1998, storia delle vacanze di un 18enne che scopre le delusioni dell’amore e della vita). Un mondo che Mazzacurati racconta anche attraverso un gruppo di attori che sotto la sua direzione hanno spesso dato il meglio: Marco Messeri, Silvio Orlando, Claudio Amendola, Antonio Albanese (indimenticabile il suo «esordio» in Vesna va veloce), Roberto Citran, Diego Abatantuono, Fabrizio Bentivoglio (che ri- trova Albanese in La lingua del santo, 2000). Sempre Bentivoglio è il protagonista nel 2002 del film forse più ambizioso di Mazzacurati, il remake di A cavallo della tigre (già girato da Comencini nel ‘61), dove si riavvicina alla lezione della commedia all’italiana nella speranza di riconquistare un pubblico che negli anni del passaggio Le opere Notte italiana I Gemelli Ruggeri nel primo film del regista: era il 1988 Vesna va veloce Zajickova e Albanese nella pellicola del 1996 La sedia della felicità Ragonese e Mastandrea nel suo ultimo film «Uno dei film più belli che ho fatto, forse la mia più bella prova d’attore, è proprio Il toro». Era il 1994 quando le strade di Diego Abatantuono e Carlo Mazzacurati si incrociarono sul set del film che fu premiato con il Leone d’argento al Festival di Venezia. «Furono mesi insieme molto piacevoli, era una persona fantastica: interessante, spiritoso, di grande cultura». In realtà il primo incontro, fugace, fu prima: Mazzacurati era tra gli sceneggiatori di Marrakech Express (1989): «Fu un attimo, perché lui poi non venne a seguire il set in fase di lavorazione. Sono frastornato, sapevo che non stava bene, ma non sei mai preparato, soprattutto se ad andarsene è un uomo giovane, di un’intelligenza Sul set Abatantuono in «Il toro» del secolo aveva dimostrato una certa insofferenza verso il cinema nazionale. E i cui effetti si ritroveranno in La giusta distanza (2007) e soprattutto nel mezzo passo falso di La passione (2010). Ma sarebbe ingiusto attribuirne la colpa solo a Mazzacurati, che si era «allontanato» dal cinema tradizionale dirigendo tre bellissimi ritratti di scrittori conterranei: Rigoni Stern, Zanzotto e Meneghello. Quella «caduta» era stato uno scivolone di tutta l’industria nazionale, convinta che copiare fosse meglio che cercare soluzioni nuove. Con La sedia della felicità Carlo aveva dimostrato ancora una volta la sua voglia di non percorrere strade già sfruttate e il risultato, che il pubblico italiano vedrà speriamo presto, era una specie di riscoperta del piacere della commedia, deliziosamente leggera e spensierata, all’inseguimento di due anti-eroi marginali (Mastandrea e la Ragonese) che inseguono un tesoro capace — forse — di cambiare le loro vite. Un film tenero, delicato, gentile, girato in uno stato di grazia che solo la crudeltà della malattia gli ha impedito di coltivare di più. rara, generoso nella vita e sul set con i suoi attori. Un regista probabilmente tra i più innovativi e illuminati della sua, della nostra generazione». Il ricordo corre via Internet. Attori e registi lo pensano in un tweet. Commossa Francesca Archibugi: «Regista per registi, artista per artisti, amico per amici, Carlo Mazzacurati se ne va, ma non voleva, e nemmeno io». Triste Giovanni Veronesi: «Se questa giornata non era già di suo nulla di speciale la morte di Mazzacurati la rende la più orribile dall’inizio dell’anno». Paolo Baratta, presidente della Biennale, piange la scomparsa di Mazzacurati: «La Mostra di Venezia ha tenuto a battesimo il suo esordio con Notte italiana e accompagnato la crescita della sua carriera». © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Renato Franco Il concerto Il capo dello Stato è intervenuto in apertura della serata a Santa Cecilia. Tra il maestro scomparso e il pianista un sodalizio cominciato negli anni 50 Napolitano applaude Pollini e ricorda Abbado: ha onorato l’Italia ROMA — Il presidente e l’amico di una vita. Giorgio Napolitano, che il 30 agosto aveva nominato Claudio Abbado senatore a vita, e il pianista Maurizio Pollini, che dopo la morte del direttore non è ancora riuscito, affranto dal dolore, a trovare le parole per ricordarlo. Ieri sera sono apparsi insieme, accolti da un lungo applauso, al fianco del presidente di Santa Cecilia, Bruno Cagli, prima del recital che Pollini ha voluto dedicare al grande direttore. Il presidente della Repubblica, commosso, ha rotto in modo inatteso ogni protocollo musicale dicendo, come se Abbado fosse lì sul podio accanto a loro: «Claudio e Maurizio, vi ho ascoltati e ammirati tante volte insieme… Non c’è ora modo più ap- propriato di salutare Claudio Abbado, con la tristezza che solo la grande musica può mitigare, dedicandogli questo concerto. L’Italia sta rendendo omaggio a chi l’ha onorata nel mondo. Per lunghi decenni avete avuto uno straordinario ininterrotto sodalizio artistico, civile e umano». Abbado e Pollini, i due grandi milanesi, paladini di dimenticate virtù etiche, si erano cono- L’omaggio Claudio Abbado sul podio a Lucerna in un concerto del 2006. Il maestro è morto lunedì a Bologna all’età di 80 anni. A sinistra, il presidente Giorgio Napolitano con Maurizio Pollini ieri sera al Santa Cecilia sciuti negli Anni 50, e insieme andavano a seguire i primi spettacoli del Piccolo di Milano firmati da Strehler, e poi si sono ritrovati a far musica e a dividere lo stesso palcoscenico stabilendo un’intesa profonda: Abbado e Pollini è, nel mondo della musica, un binomio indissolubile, un richiamo comune e istintivo. Un’onda anomala di affetto, una sorta di abbraccio caldo pieno di luce e di dolore, ha avvolto negli ultimi due giorni Bologna, la città in cui Abbado aveva casa ed è morto. Ieri è arrivata Annamaria Cancellieri, il ministro della Giustizia ed ex commissario di Bologna: «Ero molto legata ad Abbado. L’Orchestra Mozart, composta da giovani di tutto il mondo, è stata una grande intuizione, i tempi sono com- plessi, ma spero che possa sopravvivere perché è una realtà che non può morire». Migliaia di bolognesi si sono messi in fila per entrare nella camera ardente allestita nella Basilica di Santo Stefano, dando vita alla «Piazza Grande» cantata da Lucio Dalla. Il figlio del maestro, Daniele Abbado, ha detto che «è meraviglioso il rispetto della piazza» e ha ringraziato «tutte le persone che sono venute». C’era anche don Giovanni Nicolini, il prete La camera ardente Il figlio Daniele: «Il rispetto della piazza di Bologna è stato meraviglioso» Oggi il lutto cittadino che lavora nel carcere della Dozza: Abbado si era adoperato per istituire il coro «Papageno» all’interno della casa circondariale, un gruppo di detenuti che ne fa parte ha avuto un permesso premio per rendere omaggio al direttore d’orchestra. Poi le due ali di folla si sono dissipate ed è arrivato il raccoglimento, la dimensione intima. A mezzanotte si è svolta una liturgia di commiato in forma privata, alla presenza dei soli familiari, alla chiusura della camera ardente. Non c’è stato il funerale, ma una sorta di benedizione della salma, un funerale laico accompagnato però dalla preghiera degli uomini di Chiesa. Il sindaco di Bologna Virginio Merola ha proclamato per oggi il lutto cittadino. Ieri era toccato a Milano, per volontà del sindaco Giuliano Pisapia. Valerio Cappelli © RIPRODUZIONE RISERVATA 38 Spettacoli Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera Un ballo in maschera Gelmetti rilegge Verdi in chiave filologica con gusto e sensibilità di ENRICO GIRARDI Opera Una scena di «Un ballo in maschera» di Verdi D al punto di vista esecutivo, uno dei lasciti più chiari delle infinite celebrazioni del bicentenario della nascita di Verdi è che la sua musica ha bisogno di genialità e colpi d’ala in misura infinitamente inferiore di quanto richieda pratica, esperienza, scuola, conoscenza profonda delle dinamiche che regolano il mutevole rapporto tra buca e palcoscenico. La prima cosa è un di più, la seconda una conditio sine qua non. Prima che inventare, un direttore d’orchestra deve sapere come sostenere la vocalità senza esserne dominati; come dare peso agli accompagnamenti senza che siano esangui o, al contrario, volgari e bandistici; come suggerire espressioni e colori, nemmeno di ogni singola frase, di ogni parola. Queste cose vengono da un mix sano di intelligenza, gusto, sensibilità e pratica. Tali qualità Gianluigi Gelmetti le possiede. Si può dire che il tal segmento è più o meno nei tempi e modi desiderabili, ma si parte da quella base solidissima che manca ai genietti improvvisati. Il suo Verdi è saldo come la roccia, è vero. Tanto più il Verdi pieno di trabocchetti di Un ballo in maschera, opera infida come poche altre per la varietà di registri stilistici impiegati. La prova del nove è come suona bene sotto la sua bacchetta l’orchestra del Teatro Verdi di Trieste. Si ascolta Un ballo in maschera, non un direttore interessante che fa Un ballo in maschera. Nel 2013 non è successo tanto spesso. La messinscena viene da Parma ed è la riproposizione opportunamente rinfrescata e aggiornata da Massimo Gasparon di un vecchio spettacolo del compianto Pierluigi Samaritani. L’operazione ha un po’ il sapore del restauro filologico, ma meglio questo che il «nuovo» spettacolo tradizionale. E poi è bella l’idea di ambientare il terzo atto al cimitero (il «campo») e di volgere in specie di fantasmi in odore d’Espressionismo i partecipanti alla scena che dà titolo all’opera. Discreto il cast. È commisurato alle forze di un teatro che, a prezzo di considerevoli sacrifici, risolleva ora la testa dopo una crisi pesantissima, che l’aveva portato sull’orlo del fallimento. Oltre a direttore e regista, applauditi a lungo gli interpreti principali Gianluca Terranova, Davide Cecconi, Rachele Stanisci, Mariana Pentcheva e Sandra Pastrana. teatro e musica In Platea © RIPRODUZIONE RISERVATA voto 7,5 CLASSICA Concerti per violino Chen porta alla ribalta il Mozart meno celebrato Come schiacciati dal peso dei 27 per pianoforte, che sono un vertice irraggiungibile, i sei Concerti per violino di Mozart passano sempre in secondo piano. Ogni tanto però c’è qualcuno che li riporta alla ribalta ricordando che anche qui alberga un universo di invenzione altissima, di tecnica strumentale sopraffina e di grazia che riappacifica col mondo. In questo caso è il taiwanese Ray Chen che, incidendo per l’etichetta Sony il 3° in sol maggiore e il 4° in re maggiore, oltre a mostrare una ulteriore maturazione stilistica rispetto al passato, offre un bel saggio di tecnica e gusto timbrico. Chi cerchi il pelo nell’uovo, potrà dire che i tempi lenti non sono animati da un lirismo ideale ma ciò non inficia la qualità del prodotto. Bene Christoph Eschenbach in doppia veste di direttore e pianista nella Sonata n.22 in la maggiore. (E. Gir.) dischi 1111111r 111 voto 8 Celestina Di Garneau/de Rojas, regia Luca Ronconi; nel cast: Paiato, Lanera, Lavia, Russo Alesi, Pierobon, Bini (dal 30, Piccolo Strehler, Milano) di CLAUDIA PROVVEDINI L’ISPETTORE GENERALE Di Gogol Per quadri (nella foto, Panizzo e Paoli) la regia di Damiano Michieletto suggerisce odori di gretta umanità (fino al 26, Verdi, Padova; dal 28, Goldoni, Venezia) INCONSCIO Non si sa come Di Pirandello/Tiezzi. Con Sandro Lombardi, Elena Ghiaurov, Pia Lanciotti (dal 23, Storchi, Modena; dal 28, Piccolo Grassi, Milano) Giulio Cesare Al teatro Vascello lo spettacolo diretto da Baracco che stravolge la tragedia del Bardo Shakespeare tradito in una Roma cupa di FRANCO CORDELLI Congiurato Gabriele Portoghese è Marco Antonio nel «Giulio Cesare» di Shakespeare diretto da Andrea Baracco L e cronache riferiscono che durante il discorso di Matteo Renzi nella sede del Partito democratico, il presidente dello stesso partito Gianni Cuperlo si sia alzato e se ne sia andato piangendo. Questa scena mi è venuta in mente assistendo al Giulio Cesare di Shakespeare al Vascello di Roma, regia di Andrea Baracco. Pensavo che Cuperlo a metà degli anni Settanta aveva più o meno quindici anni. Era il momento in cui il Partito comunista ebbe in Italia il maggior successo della sua storia. Come non pensare che Cuperlo potesse esserne colpito? E che a quel partito si sia iscritto per passione politica e per un personale sentimento idealistico? Ecco perché lunedì piangeva e perché si è dimesso dalla sua carica. Non sempre la casta è la casta, accade anche questo: che politica e sentimento, politica e idealità, vadano insieme e che il cosiddetto sentimento sia toccato (sfregiato) dal tradimento di un’idea. Tutto ciò, ripeto, mi è venuto in mente assistendo alla prima tragedia politica che Shakespeare abbia scritto. Era il 1599, di politica si era già (per così dire) occupato: ma nei limiti di una convenzione tutta elisabettiana. Il Giulio Cesare è un’altra cosa. Dopo aver assassinato colui che era alle soglie di una (probabile, inevitabile) dittatura, Bruto concedendo a Marco Antonio di parlare sul cadavere di Cesare dice: «(…) i nostri cuori/ sono colmi di pietà, e la pietà per i torti/ subiti da Roma — come il fuoco scaccia il fuoco,/ così è per la pietà — ha fatto questo a Cesare» (traduzione di Sergio Perosa). Sì, le discussioni secolari sulle ragioni di Bruto hanno un senso; anche in Bruto, come in ogni atto che sta nella sfera della politica, l’incertezza è sovrana: ragioni di Stato e ragioni personali si mischiano in modo indissolubile. Ma chi può pensare che quella parola, pietà, sia frutto di puro cinismo? Anche in politica vive il sentimento, vive la pietà, vi sono le lacrime. Dirò di più: può accadere qualcosa di simile perfino nel cuore del semplice spettatore d’una scena come quella da Shakespeare descritta: sia che l’ascolti (nel semplice fatto di ascoltarla), sia che non l’ascolti. Non sono sicuro, durante lo spettacolo di Baracco, d’averla udita. Potrebbe essere stata detta, ma le omissioni e le manipolazioni erano tali e tante che il vecchio, antico Giulio Cesare del 1599, quella tragedia dell’ambizione, appariva, anch’esso, tradito. Più volte l’ho detto e lo ripeto: questi tradimenti non sono tradimenti, sono interpretazioni. Ma qual è il limite dell’interpretazione? Non c’è ad essa un limite? Nell’intellettualistico spettacolo di Baracco — che non so con quali criteri fu scelto a rappresentare l’Italia per il «tutto Shakespeare» durante le Olimpiadi di Londra — c’è solo un’idea ripetuta in modo costante: che «Roma è una città che vive sot- to un cielo di piombo». Poi nella vuota scena ci sono tre porte: dietro, davanti e sopra le quali tutto accade. Poi ci sono sei attori (Bruto è Giandomenico Cupaiuolo, Cassio è Roberto Manzi, Antonio è un mezzo dark e un intero strafatto Gabriele Portoghese) che si muovono in modo ipercinetico, a scatti, saltando di qua e di là: un pessimo Kantor, un Kantor di terza mano. Infine non c’è Cesare. Forse è l’idea di punta, la più (nelle intenzioni) folgorante: i congiurati si chinano su un portalampade e lo accarezzano e spengono la luce. Ma la pietra tombale dello spettacolo è che di nuovo (e sempre) ascoltiamo le note dell’«Alina» di Arvo Pärt. Ci chiediamo: i registi vanno a teatro? Non sanno che «Alina» è ormai fuori legge, non si può più ascoltare? © RIPRODUZIONE RISERVATA 1111111111 voto 5 Ritorno a casa Peter Stein si confronta con il dramma di Harold Pinter La famiglia si disgrega tra dolori e ipocrisie di MAGDA POLI R itorno a casa, crudo testo di Pinter, ha per fulcro la famiglia, coacervo di torbidi istinti e incancrenite ossessioni (al Palladium di Roma). Teddy, che insegna filosofia in un’università americana, ritorna in Patria per presentare la moglie Ruth al terribile padre, ai fratelli Lenny e Joey, e allo zio Sam. L’arrivo della donna fa deflagrare perversioni e pulsioni sessuali di dominio annidate nella famiglia, in un rito di conoscenza che si sviluppa tra erotismo, volgarità, passioni e odi. Il regista Peter Stein fa emergere da grande maestro, senza psicologismi, i molteplici volti di un’umanità governata da ignoranza e logiche marce, esseri odiosi ma anche commoventi nella loro miseria, grotteschi Sul palco Elia Schilton e Paolo Preziosi nella loro violenza. Emergono anche con forza il peso insostenibile della gratuità del fare del male per fare del male, la miseria dell’intricato conflitto uomo-donna e la forza devastante dell’ipocrisia. Tra azioni che saldano le pause ai dialoghi, nel povero e sdrucito tinello ideato da Woegerbauer, Paolo Graziosi disegna mirabilmente con ricchezza di toni un padre dai mille volti ipocriti, è odioso, penoso, derisorio. Elia Schilton con raffinatezza fa del fratello Sam, un’anima sgualcita mirabilmente in bilico tra il patetico e una timidezza che sconfina nella miseria d’animo. Personaggio risolto con completezza nel suo viaggio da vittima a carnefice è Ruth dell’intensa Arianna Scommegna, una donna comune che vincerà sugli uomini, ma sempre a caro prezzo. Bravi anche Alessandro Averone, Andrea Nicolini, Rosario Lisma, in uno spettacolo che nell’ironica, potente e lucida regia di Peter Stein disvela pinterianamente «il precipizio che sta sotto i discorsi di ogni giorno». © RIPRODUZIONE RISERVATA 1111111111 voto 8 JAZZ Grace POP Manupuma CANTAUTORE «L’appartenenza» La suite di J.D. Allen evoca Coltrane e Shorter Storie al femminile senza miele e mai banali Pollina e quelle storie da eroi dei nostri giorni L’esordio del tenorsassofonista J.D. Allen fu, nel 1998, per l’etichetta italiana Red. Oggi, con il cd «Grace» pubblicato dalla Savant, si dimostra la lungimiranza di quell’attenzione. Nato a Detroit nel 1972, Allen è maturato come strumentista, come compositore, come leader. Nel nuovo album una suite (divisa in due parti, come se fosse stampata su un vecchio Lp) non solo attraversa evocazioni geografiche, letterarie, visive, ma fa i conti con i modelli dell’autore: Shorter, Coltrane, Coleman, aggiornati con amore e senza manierismi. Merito di un quartetto estremamente affiatato (anche qui emerge il ricordo di Coltrane), completato da Eldar Djangirov al pianoforte, Dezron Douglas al contrabbasso e Jonathan Barber alla batteria. La musica sviluppa in continuazione una chiara cellula melodica, lasciando un’impressione di appagata coerenza. (Claudio Sessa) Il nome Manupuma girava da tempo: un premio a Musicultura nel 2009, l’apertura alle date di Joan as police woman nel 2011. Per arrivare al disco di debutto Emanuela Bosone si è presa il suo tempo. Diploma in Belle Arti a Brera, nome d’arte legato alla sua esperienza da attrice: in un seminario sul metodo Strasberg le venne chiesto di identificarsi in un animale e lei scelse il felino. Nell’omonimo cd «Manupuma» (Universal) c’è voglia di pop elegante con spruzzate di jazz, voce carismatica che sa graffiare in stile Bertè ma sa anche essere calda e sensuale. E una penna che nei testi non è mai banale. Sin dalla prima traccia «Apocalisse». Manupuma racconta storie al femminile ma senza miele. E se «Il mio zar» finisce male, lei si consola con litri di gin. «Perdersi perdersi», scritta con Pacifico, è pop orchestrale. «Charleston» è un amore sbagliato al retrogusto di cocaina. «Ladruncoli» guarda alla società e tira fuori la voglia di un Robespierre che è in tanti. (Andrea Laffranchi) Pippo Pollina è un cantautore di origini palermitane più conosciuto all’estero che in Italia. Da anni vive a Zurigo e la sua musica è apprezzata in Svizzera e Germania. Pollina torna con un nuovo disco intitolato «L’appartenenza» (Jazzhous Records). Impegnato a dar voce a storie dimenticate, fatti di cronaca taciuti e vite valorose di eroi della storia recente, Pollina gioca con l’ironia in «Mare Mare Mare» (satira sulle odierne difficoltà — con la partecipazione di Giorgio Conte). «Cantautori» è un omaggio a quella irripetibile generazione di artisti. La fine delle utopie è cantato in «Da terra a terra», l’amore per la Sicilia in «Ti vogghiu beni», in duetto con la conterranea Etta Scollo, fino al testo in bavarese di «Risveglio», manifesto di scambio culturale e linguistico. Struggente «E se ognuno fa qualcosa», frase di Don Pino Puglisi, sacerdote antimafia ucciso a Palermo. In bilico fra la sensibilità di Fabrizio De André e la chanson francese. (Mario Luzzatto Fegiz) © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA 1111111111 EROTISMO 7 giorni sul palco 1111111111 voto 8 1111111r 1 11 voto 7,5 1111111111 voto 8 Spettacoli 39 Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014 NOTTE DEI FUOCHI Feuersnot Di Richard Strauss, regia Emma Dante, dirige Gabriele Ferro. Amore, magia, estate, dialetto bavarese (fino al 26, Massimo, Palermo) CARTE SCOPERTE cinema Tormento e estasi Il vero Steve Jobs, di Daisey, regia Giampiero Solari. «Rima del silenzio»: bilanci, con Leo Gullotta (da oggi fino al 2 febbraio, al teatro Franco Parenti, Milano) LUPI Ballata di uomini e cani Marco Paolini racconta in musica storie di natura selvaggia e solitudine di Jack London (fino al 2/2, Argentina, Roma) COUNSELOR - IL PROCURATORE di Ridley Scott e 1.704.332 2 IL CAPITALE = UMANO di Paolo Virzì e 1.470.071 Classifica Cinetel relativa all’ultimo weekend LEGENDA in discesaU in salitaW novità N stabile = Elogio della terza età con malinconica allegria Quarta notte da leoni, solo che i machi hanno 70 anni, bevono uguale e complottano a Las Vegas per ostacolare il matrimonio del vegliardo innamorato. Il regista Turteltaub lascia il paranormale per far l’elogio della terza età con un cast pieno di candeline, Oscar e malinconica allegria: Douglas, De Niro, Freeman, Kevin Kline e l’adorabile Steenburgen. E a Dan Fogelman si deve un copione scoppiettante. (m. po.) voto 7 Tutto sua madre Un finto omosessuale con l’ironia di Gallienne Ispirato a una performance teatrale che ha spopolato a Parigi, il film scritto, diretto e interpretato da Guillame Gallienne è una spiritosa variazione sul coming out. Originale storia di un adolescente che pare gay (si traveste da Sissi) e invece alla fine si dichiara etero. Interno borghese familiare con la bella nonna Françoise Fabian e con Gallienne che fa se stesso e anche sua madre (nella foto), somigliando un po’ alla Deneuve. (m. po.) 1111111111 Blind Date Ricerca del partner ideale al buio, linguaggio di corpi con la Compagnia di danza (foto) di Darmstadt coreografia regia Mei-Hong Lin (27-29, Manzoni, Milano) FOLLIA E AMORE Aterballetto workwithinwork di Forsythe, musiche di Berio; debutta Don Q. di Scigliano su Don Chisciotte, brani spagnoli e del finlandese Pohjonen (29, Comunale Bolzano) AL FEMMINILE Personali Giuliana Musso: Tanti saluti, poi Sexmachine. Marta Cuscunà: La semplicità ingannata, poi È bello vivere Tutta colpa di Freud Commedia di Genovese con Giallini e Gerini Last Vegas Box office 1 W 1111111111 THE LEGGEREZZA voto 8 JAZZ WINTER FESTIVAL I remember Astor Omaggio a Piazzolla: Richard Galliano al bandoneon, e Cervera, Rouger, Bella Viola, Levionnois, Le Prevost (26, Ristori, Verona) © RIPRODUZIONE RISERVATA A spasso con i dinosauri L’amore è un male contagioso che si cura dal papà-analista di MAURIZIO PORRO N el finale di Domenica maledetta domenica Peter Finch, dopo una delusione d’amore, la paragonava a un colpo di tosse. Paolo Genovese nel nuovo film Tutta colpa di Freud, titolo anche del suo libro Mondadori, parla invece di raffreddore, qualcosa legato comunque alle vie respiratorie. L’arte della commedia trova in Genovese un autore attento, non banale né volgare, archistar di storie sentimentali complesse, a più voci, lamenti, affanni. Dopo l’ottimo Una famiglia perfetta, che non faceva sconti e infatti ha pagato scotto, ecco un altro interno inferno ma più glamour, quello del padre single analista con tre figlie carenti d’affetto a volte sdraiate realmente sul suo lettino. Una è omosessuale ma sta decidendo di provare l’altro morso della mela dopo un’infelice (inutile) trasferta a New York; un’altra gestisce una libreria radical (non vende le 50 sfumature…) ma s’innamora di un ragazzo sordomuto che viene a fregare i libretti d’opera (Vinicio Marchioni giocoforza assai espressivo); la terza va ancora a scuola ma s’innamora dello sciupafemmine obbligato Gassmann, 32 anni più di lei, separato in casa dalla misteriosa signora col cagnolino di cui lo strizzacervelli liberi (Fino al 26, Elfo Puccini; fino al 2, Verdi, Milano) Lezione di geologia nell’Alaska formato 3D Tre dimensioni, geografia, panorami, rumori molesti e un poco di paura ancestrale in questo Jurassic park dalla parte degli animali: un Pachirinosauro deve difendersi e, rimasto orfano, si mette in marcia con altri dinosauri. Serie della Bbc, arriva al cinema senza infamia e senza lode, spettacolare lezione di geologia con barriti in cui si mixano riprese vere e digital in un viaggio nell’Alaska di 70 milioni di anni fa. (m. po.) 1 111111r 111 voto 6,5 I, Frankenstein Detective paranormale in un fantasy che delude Sul lettino Claudia Gerini e Marco Giallini in una scena del film di Paolo Genovese è invaghito. Shakerate il tutto, ne uscirà un racconto carino (troppo carino), con molta musica (troppa), la voglia di smussare gli angoli e far andare tutte le palle in buca, prolungando i limiti ideali dei 100 minuti. Pur con questi limiti il film riscatta i dilaganti orridi cinepanettoni. Il soggetto di Genovese inizia con un coraggio che poi un po’ sacrifica a convenzioni, restando però sempre una spanna sopra il comune senso del pudore della commedia italiana. L’unico che tace è proprio Freud: l’analista prende anch’egli il raffreddore, l’amore è un male contagioso e non c’è mai a una vera pace dei sensi (un armistizio?). Cast sciolto, andante con brio, dal pensoso Giallini alla De Niro a Claudia Gerini che tiene in equilibrio due famiglie con classe, dal Gassmann in clichè deduttivo, alle tre fanciulle quasi in fiore, la luminosa Vittoria Puccini e le brave Anna Foglietta e Laura Adriani. © RIPRODUZIONE RISERVATA 1111111111 voto Moltissimo rumore per nulla. La gran novità del film di Stuart Beattle ispirato a una graphic novel, sarebbe che Frankenstein è ancora tra noi. La creatura, in cerca di un posto in società, diventa detective paranormale mediano nella lotta tra il Bene e il Male. Aaron Eckhart, attore palestrato e indipendente, viene sacrificato sull’altare di un pacchiano, ripetitivo e infantile fantasy in cui c’è anche la scienziata innamorata. (m. po.) 7 1111111111 voto 3 40 Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera Sport il sondaggio La Juventus è stata eliminata dalla Coppa Italia. Secondo voi Conte ha fatto bene a ricorrere al turn over (A) o, considerando l’ampio vantaggio in campionato, doveva far giocare i titolari (B)? Vota con uno squillo. Chiamata gratuita A Ottavi di finale Milan Quarti di finale 3 Milan Spezia 1 1 Semifinali Andata 5/2/14 Ritorno 12/2/14 Udinese Quarti di finale +39 029 475 4852 Roma Roma 0 Sampdoria Roma Udinese 1 3 Juventus Udinese 2 Inter B Cosa fanno gli sportivi una volta finita la carriera? Uno studio della Federcalcio, datato 2009, rivela che il 61% degli ex calciatori non ha un’attività lavorativa. Da questo dato è partita la rinata Gea World per un progetto, allargato a tutti gli sport. Si chiama Gea Tutor ed è stato presentato ieri a Roma: curato da un pool di professionisti, prevede 20 incontri (a domicilio) su temi economici, Ottavi di finale 1 1 +39 029 475 4851 Progetto Gea Il dopo sport dei campioni 0 Juventus Finale 0 0 Avellino 3/5/14 Fiorentina 2 Chievo 0 Catania 1 Siena 4 2 Lazio 1 Parma 3 Napoli Lazio Fiorentina oggi ore 21 Raidue mercoledì 29/1 ore 20.45 Raiuno Siena Napoli In rosso sono indicate le squadre che disputeranno in casa le gare in turno unico 1 Atalanta CORRIERE DELLA SERA MILANO — L’Udinese sceglie la par condicio. Ha eliminato l’Inter negli ottavi di Coppa Italia (9 gennaio) e ha messo fuori il Milan, nei quarti, andando a vincere a San Siro, in rimonta: ai rossoneri non è bastato il gol di Balotelli per vivere di rendita e passare il turno, perché prima Muriel (rigore) e poi Nico Lopez hanno capovolto tutto. La partita ha dimostrato che Seedorf ha buone idee, ma dalla teoria al campo il passaggio non sempre è rapido, soprattutto se la squadra non è in grado di sopportare al momento quattro uomini di attacco; se in fase offensiva non c’è la necessaria precisione e se, alla distanza, tende a spegnersi, dopo aver perso le motivazioni della prima volta. Uscire dalla Coppa Italia significa allontanarsi dall’Europa, mentre l’Udinese, che in campionato ha perso le ultime tre partite, agguanta la quinta semifinale della sua storia e stasera conoscerà il nome dell’avversario (Fiorentina o Siena). Un premio al lavoro di Guidolin che meriterebbe ben altra considerazione, anche nei momenti difficili. Il Milan ha iniziato bene e chiuso male il primo tempo, quando ha perso il filo del gioco e ha lasciato rientrare in partita l’Udinese. I rossoneri, schierati con il 4-2-3-1 (Cristante assente per febbre), che è il sistema di gioco sul quale Seedorf ha deciso di lavorare, hanno trovato subito il vantaggio, con una volata in contropiede di Birsa sulla destra, palla in mezzo per Robinho, pallone sfiorato per la conclusione di Balotelli, secondo gol nello spazio di quattro giorni. Il Milan ha continuato a fare gioco, mettendo a disagio la squadra di Guidolin, ma ha insistito troppo nella ricerca A San Siro L’Udinese non fa sconti: dopo l’Inter elimina anche i rossoneri Squadra fischiata Pareggio Il rigore dell’1-1 segnato da Muriel (Forte) Seedorf non basta Il Milan ci ricasca Segna Balotelli, poi la rimonta Fuori anche dalla Coppa Italia L’Europa è sempre più lontana dello sfondamento centrale, finendo per essere sempre murato dai centrali friulani. Gioco a due tocchi, buon pressing e buona corsa, molto possesso palla (68% all’intervallo), ma non grande pericolosità soprattutto in area, anche se ha costruito un paio di occasioni interessanti. L’Udinese ha comin- ciato a tirare da lontano, senza precisione e solo dopo 33’, ha minacciato per la prima volta Abbiati (tiro di Allan), che poi ha dovuto parare anche il tiro di Muriel, nato da un liscio di De Jong (nel frattempo Mexès aveva sostituito Zapata, infortunato). Quando Widmer è scappato via sulla destra, Emanuelson, più lento di lui, lo ha messo giù e Muriel ha trasformato il rigore, che ha rinviato tutto alla ripresa. Il Milan non è riuscito a trovare la vivacità della prima mezz’ora; molti errori individuali, nei momenti decisivi per sviluppare l’azione e questo ha consentito all’Udinese di con- trollare la situazione, arrivando a costruire una palla-gol con Lazzari (parata di Abbiati), con risposta rossonera di Robinho (uscita avventurosa di Brkic). Dopo un’ora di partita, con Muriel che ha sprecato una buona occasione in area, sono arrivati i primi fischi di San Siro (10.227 spettatori), che ha avvertito il pericolo della sconfitta, con il Milan troppo lungo e i quattro uomini d’attacco lontanissimi dal resto della squadra. Così la difesa ha molto sofferto gli attacchi dell’Udinese, che è cresciuto alla distanza, anche nella corsa e ha avuto un’altra possibilità per il vantaggio con Pereyra. Balotelli ha pensato che soltanto lui avrebbe potuto risolvere la partita e ha insistito nelle azioni personali, prendendosi una punizione (fallo di Danilo), che ha costretto Brkic a un grande intervento. Ma non è bastato. Con il Milan sempre più spaccato, la partita ha premiato la scelta di Guidolin di puntare su forze fresche, cambiando anche il secondo attaccante: fuori Muriel, spazio a Nico Lopez, che è volato via, imprendibile, finché alla quinta palla-gol, ha concluso di sinistro nell’angolo, per il 2-1 della qualificazione, al quale il Milan ha opposto una confusa reazione. Milan Udinese 1 2 Marcatori: Balotelli 7’, Muriel (rigore) 41’ p.t.; Nico Lopez 32’ s.t. MILAN (4-2-3-1): Abbiati 6; De Sciglio 6, Zapata 6,5 (Mexès 5 36’ p.t.), Rami 5,5, Emanuelson 5 (Abate s.v. 42’ s.t.); De Jong 5,5, Nocerino 4,5 (Honda s.v. 37’ s.t.); Birsa 6, Kakà 5, Robinho 5; Balotelli 6,5. All.: Seedorf 5 UDINESE (3-5-1-1): Brkic 6; Heurtaux 6, Danilo 5,5, Domizzi 6; Widmer 7, Badu 7, Allan 6, Lazzari 5 (Pinzi s.v. 48’ s.t.), Gabriel Silva 6; Bruno Fernandes 6 (Pereyra 6 24’ s.t.); Muriel 6 (Nico Lopez 7 30’ s.t.). All.: Guidolin 7 Arbitro: Guida 6 Ammonti: Lazzari, Heurtaux, Emanuelson, Birsa, De Sciglio, Danilo, Honda, Mexès Recuperi: 1’ più 4’ Fabio Monti © RIPRODUZIONE RISERVATA Giallorossi Città in festa per il successo in Coppa e per l’arrivo di Bastos. Pallotta toglie il bosniaco dal mercato: ieri il no al Paris Saint Germain La Roma cambia idea, Pjanic è «essenziale» e non si vende più ROMA - Le idee di Rudi Garcia, la classe di Miralem Pjanic, la velocità di Gervinho, la fisicità di Mehdi Benatia e la duttilità del nuovo arrivato Michel Bastos. È il cocktail che, battendo la Juve in Coppa Italia, ha fatto impazzire Roma di gioia. Ingrediente comune: la lingua francese. Le storie si sono intrecciate in Ligue 1. Garcia, a Lilla, ha avuto ai suoi ordini il brasiliano Michel Bastos (stagione 2008-2009, 37 presenze e 14 gol) e l’ivoriano Gervinho (dal 2009 al 2011, 67 presenze e 28 gol). Bastos, trasferitosi a Lione per 18 milioni di euro, ha incrociato un giovanissi- mo ma già promettente Miralem Pjanic, fuggito con la famiglia dalla guerra in Bosnia e approdato prima a Lussemburgo e poi al Metz. Su Mehdi Benatia, in esta- Garcia Il contratto di Garcia sarà prolungato (l’accordo attuale scade nel 2015) e adeguato te, ha scommesso forte Walter Sabatini. Garcia e il suo staff lo ricordavano miglior giovane della serie B francese, prima del trasferimento a Udine, e hanno applaudito. L’allenatore ha tolto ogni dubbio sul giocatore, che con Guidolin aveva sempre giocato in una difesa a 3: «In Francia e con la nazionale marocchina ha sempre giocato a 4. Vi accorgerete di quanto è forte». Radja Nainggolan, nato ad Anversa da padre indonesiano e madre fiamminga, si intende alla grande, in olandese, con Kevin Strootman, ma capisce anche il francese, come (quasi) tutti i belgi. C’è anche un tocco italiano nella Roma francofona: Federico Balzaretti ha casa e famiglia a Parigi: sua moglie, Eleonora Abbagnato, è étoile dell’Ope- ra. Ora Balzaretti è ai box per pubalgia - per questo Garcia ha ottenuto l’arrivo di Michel Bastos -, ma pochi gol nella stagione della Roma sono stati importanti come quello segnato da «Balza» nel derby del 22 settembre. È lì che la città giallorossa ha cancellato la finale di Coppa Italia 2013. Figura centrale della Roma «alla francese» è comunque Talento Miralem Pjanic, 23 anni, alla 3ª stagione con la Roma (Ansa) Miralem Pjanic. Garcia ha preteso che rimanesse a Roma, per impostare su di lui il suo gioco (19 presenze in campionato su 20 partite, una sola gara saltata per squalifica). Per finanziare il mercato è andato via Lamela. Ma Pjanic tornerà di nuovo sul mercato, a giugno, visto che nel frattempo è stato comprato Nainggolan e che contro la Juve, per la prima volta, Pjanic è andato in panchina, anche se poi è stato decisivo entrando a 20’ dalla fine? Garcia lo esclude: «È un giocatore essenziale per noi, per la seconda parte della stagione e anche per il prossimo anno». Il sito dell’Équipe, che aveva parlato del forte interesse del Paris Saint Germain sul giocatore, ieri ha confermato i contatti tra le società ma registrato anche il «no» della Roma. L’ordine arriva direttamente dal presidente James Pallotta, che ha chiesto al d.s. Walter Sabatini di «blindare» Pjanic. Di più. Bisogna anche allungare al più presto il contratto con Garcia, che scade nel giugno 2015. Scontato l’adeguamento economico ai livelli di top trainer e confermato, insieme alla piena autonomia nelle scelte tecniche, il suo «peso» nei programmi societari. Sarebbe grave perdere Pjanic a giugno, imperdonabile veder partire lui e Garcia insieme nel 2015. Luca Valdiserri © RIPRODUZIONE RISERVATA Sport 41 Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014 professionali, personali e medici. Costo: 7.000 euro. Pochi per professionisti del pallone, tanti per gli sport cosiddetti minori. Per questo si cercano sinergie con Federazioni e/o sponsor. Perché è rimasta nel mito la frase di George Best «ho speso migliaia e migliaia di sterline in donne e alcol, il resto l’ho sprecato», ma vedere la fine che ha fatto Paul Gazza Gascoigne è la faccia dura della realtà. Fiorentina derby con il Siena (a.b.) Non ci sono né Rossi, né Gomez e neppure Alessandro Matri. La Fiorentina affronta il derby di Coppa Italia contro il Siena senza attaccanti, così Montella sceglie Ilicic falso nove con Cuadrado e Joaquin sulle fasce, lo stesso tridente usato contro il Torino due domeniche fa. Bocciati, o perlomeno rimandati, i giovani Rebic e Matos che si accomoderanno in panchina. «Ci aspetta una partita insidiosa», avverte l’allenatore viola che limita il turnover: in difesa spazio a Compper accanto a Gonzalo Rodriguez, a centrocampo torna Aquilani e farà il regista al posto di Pizarro (Ambrosini è squalificato)con Mati Fernandez e Borja Valero interni. E sul mercato l’Aeroplanino ha le idee chiare: «Ci servirebbe un difensore». Non sarà Burdisso finito al Genoa con lo juventino Marco Motta. Resta viva la pista Dainelli. Vecino verso Cagliari. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il tecnico rossonero Il pasticcio Bianconeri furiosi dopo la farsa del mancato accordo, i nerazzurri frastornati cercano un rimedio «I miracoli non si fanno Serve tempo» Scontro frontale MILANO — «Resto ottimista. Possiamo migliorare la situazione». Il Milan resta con il baco ma Seedorf ci crede: «I miracoli non si fanno, ho detto ai ragazzi di restare fiduciosi. L’entusiasmo dei primi giorni ha aiutato, ora siamo tornati a vivere la situazione per quello che è. L’obiettivo è dare al Milan un progetto: con il lavoro le buone cose verranno fuori...». E il mercato Milan, come si muoverà? «Queste domande le dovete fare a Galliani... In questo momento io ho bisogno di tutti, non è né bello né giusto parlare di mercato». Più virus che antivirus, per ora. Sotto i fischi di San Siro il Milan fallisce l’approdo alla semifinale di Coppa Italia. Se questa era «la via meno tortuosa per restare in Europa» (Tassotti dixit), la missione è fallita. Lontanissimi dalla vetta in campionato e con l’ostacolo Atletico Madrid da superare negli ottavi di Champions, i milanisti rischiano di restare fuori dalle coppe il prossimo anno. Un danno economico e di immagine pesantissimo, rischio che certamente manderà su tutte le furie il presidente Berlusconi. Vero è che finora Seedorf ha lavorato soprattutto sulla testa dei giocatori per motivarli e ritrovare i vecchi valori del Milan, ma la prestazione orribile di ieri apre inquietanti interrogativi. A otto giorni dalla chiusura del mercato, l’obiettivo è sfoltire la rosa. Ceduto Matri all’inizio del mese, soprattutto per ragioni di bilancio (l’obiettivo primario era quello di evitare la corresponsione della mensilità di gennaio: l’ex juventino guadagna 2,6 milioni di euro), oltre a Niang e Vergara in uscita restano Zaccardo (che interessa al Besiktas) e forse Nocerino (fischiatissimo ieri all’uscita dal campo) per il quale sono giunte offerte dal West Ham e dal West Bromwich. Difficile che si muova in questa finestra di mercato Sulley Muntari che (già cliente di On international, la società di Seedorf che si occupa della fornitura di servizi ai giocatori) ieri ha dedicato parole di grande stima verso il nuovo allenatore definito «meraviglioso professionista e grande uomo». Chi tace è Allegri che ieri all’evento organizzato dalla Gea a Roma ha dribblato le domande scomode: «Esonero? Non parlo». Monica Colombo © RIPRODUZIONE RISERVATA Juve, Marotta all’attacco «Un club poco serio basta trattare con loro» Inter, prove di disgelo Thohir chiama Agnelli Mazzarri vuole Vucinic «Non dico che provo sofferenza, però non avrei voluto essere qua». Beppe Marotta, amministratore delegato della Juventus è entrato nel calcio che aveva ancora i pantaloni bianchi da tirare fuori che è già estate (copyright Claudio Baglioni) e non ancora la grisaglia d’ordinanza. Non ama la polemica e quando ha dovuto adeguarsi al Barnum della serie A, sappiamo che l’ha fatto a malincuore. Ma la faccenda è veramente «sconcertante» e qualcuno deve fare il lavoro sporco perché «in trent’anni non ho mai visto un giocatore che svuota il suo armadietto, prende le sue cose, segno che una trattativa si è conclusa, e invece si trova in una situazione incresciosa come questa». Tocca a Marotta esprimere la rabbia bianconera. Con un andamento dolente, «perché non siamo riusciti a capire cosa sia successo all’Inter». «Abbiamo definito sconcertante il loro comunicato perché conteneva situazioni false. Devo tutelare l’immagine della Juventus e anche quella di Guarin e Vucinic, tirati in ballo in modo scorretto, protagonisti loro malgrado di questa triste vicenda. Il comunicato nerazzurro è infondato e lesivo: hanno scritto di non poter procedere nella trattativa. In realtà la trattativa era già stata definita in un accordo verbale con il direttore generale Marco Fassone. Nel mondo del calcio e nella vita in generale, ci sono regole non scritte, ma che devono essere rispettate. Martedì il presidente Agnelli ha cercato più volte di mettersi in contatto con Thohir e alle 10.48 ha ricevuto un sms di conferma. Oltre tutto si è mancato di correttezza nei confronti dei calciatori». Marotta, poi, chiosa le dichiarazioni di Fassone: «Si rifà a motivazioni di carattere ambientale. Trovo molto strano che si parli di questo nel trasferimento dei calciatori». Traduzione: siete un’azienda privata o un circolo dove conta il parere vincolante del tifoso vip di turno o degli ultrà? La ricostruzione: «Non abbiamo puntato la pistola alla tempia di nessuno. È stata l’Inter, il 31 dicembre a chiederci di parlare con Vucinic. Non c’era la possibilità di un accor- MILANO — Alla Juventus sono furiosi, all’Inter frastornati. Ma il disgelo tra le società protagoniste del pasticciaccio brutto è cominciato attraverso due telefonate intercontinentali partite dal cellulare di Erick Thohir e indirizzate a Andrea Agnelli. Tenetevi forti: i nerazzurri vogliono ancora Mirko Vucinic. Il mercato è un grande gioco e ogni giorno riserva una sorpresa. Le brevi conversazioni tra i due presidenti hanno riaperto il canale, ma non certo sanato la questione. «Al momento non ci sono le condizioni affinché Mirko possa andare all’Inter», ha spiegato con chiarezza Giuseppe Marotta a.d. dei bianconeri. Thohir deve fare di più: deve chiedere scusa alla Juventus e al suo presidente, o perlomeno spiegargli di persona le motivazioni di un dietrofront improvviso a giochi ormai fatti. Agnelli è prudente. Ha apprezzato il gesto di Thohir, che ha fatto il primo passo, come è logico che sia, ma non si fida dell’imprevedibile magnate di Jakarta. Per arrivare al centravanti montenegrino, vero obiettivo di Mazzarri, il presidente dell’Inter dovrà essere convincente e non sbagliare le mosse. Domenica è atteso a San Siro e nel blitz italiano metterà in scaletta un incontro con il presidente della Juventus. Mazzarri del resto sta spingendo per Deciso «Dicono di aver fermato la trattativa. Ma era conclusa» Pistola «Loro ci hanno cercato. Nessuna pistola alla tempia» do economico e abbiamo individuato, su loro iniziativa, Guarin come contropartita. Ci siamo inventati un baratto». Ora la Juve è preoccupata del recupero del montenegrino, che va difeso: «Vucinic è un professionista esemplare che ha contribuito in modo determinante alla conquista di due scudetti, con 35 presenze nel 2011-12 e ben 43 nel 2012-13, con 24 gol. A dimostrazione della sua totale integrità fisica». Su questo argomento il procuratore di Vucinic, Lucci, ha annunciato querele. «Mai pensato di dare un pacco — ha aggiunto Marotta — da noi gioca di meno perché ora ha trovato maggiore concorrenza». Conclusioni? «Mi guardo bene dal trattare ancora con loro. Non sono seri e a oggi non esistono elementi concreti per il trasferimento di Vucinic all’Inter. Per rimettersi a un tavolo bisogna che Thohir chiami Agnelli e dia delle spiegazioni». Quelle di ieri non sono bastate. La vicenda ha spedito in un cono d’ombra la sconfitta con la Roma, che però, non sarà indolore. Nell’ambiente bianconero c’è la sensazione di aver buttato via la terza Coppa Italia consecutiva. Roberto Perrone © RIPRODUZIONE RISERVATA Delusione Mirko Vucinic. In alto Erick Thohir (Ramella, Ansa) Rabbia Fredy Guarin, in alto il presidente della Juventus Andrea Agnelli (Ansa, Eidon) Tensione Il tecnico insiste ma sul bomber c’è anche l’Arsenal Saluti Piaceva Diamanti che oggi andrà da Lippi in Cina lo juventino, che corteggia dai tempi di Napoli. L’allenatore è deluso dalla piega che ha preso la trattativa e se le cose non cambieranno, a fine stagione potrebbe decidere di andarsene. A Torino restano su posizioni rigide. «Vucinic vale 15 milioni», fanno sapere. L’Inter potrebbe chiederlo in prestito oneroso da tre milioni con diritto di riscatto fissato a nove. Difficile che nell’operazione possa entrare Guarin. Al momento Agnelli e Thohir hanno soltanto parlato brevemente della punta. Ma entrambi i giocatori, protagonisti dello scambio fantasma, sono provati e con le pile scariche. Vucinic ieri ha incontrato la dirigenza bianconera in sede (oltre ad Agnelli e Marotta, presenti anche il d.s. Paratici e Pavel Nedved) per oltre due ore. «Non lo abbandoneremo», ha assicurato lo stesso Marotta. Il montenegrino ha chiuso la sua esperienza alla Juve: ha avuto due giorni di riposo e da qui al 31 gennaio i dirigenti gli troveranno una sistemazione. Vucinic vuole l’Inter (accordo triennale da tre milioni netti a stagione), la società valuterà anche eventuali piste inglesi, Arsenal e Tottenham. Guarin si trova nella stessa condizione del collega. Ieri ha disertato la Pinetina e altrettanto farà oggi. L’Inter proverà a cederlo. C’è un’ipotesi che possa andare alla Juve a fine stagione. Ma dovrebbe trascorrere sei mesi da separato in casa. Il Napoli è una pista che per adesso non scalda nessuno e che potrebbe diventare concreta soltanto se De Laurentiis trovasse un accordo con il Tottenham per lo scambio Capoue-Pandev. L’Inter offrirà il colombiano alla Lazio per Hernanes, ma nel discorso con i biancocelesti potrebbe entrare soprattutto Mauro Icardi. Guarin piace al Manchester United, magari in cambio del Chicarito Hernandez. Nei piani nerazzurri, alla ricerca di un centrocampista di qualità, era entrato anche Diamanti. Alino, però, è a un passo dal Guangzhou di Marcello Lippi: 5 milioni a lui per tre anni, 9 al Bologna. Oggi l’affare diventerà ufficiale. Alessandro Bocci © RIPRODUZIONE RISERVATA 42 Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera italia: 52495258535051 tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). CEDESI QUOTE Azienda di produzione maglieria cerca socio di capitale. Email: [email protected] Tel: 324.77.23.105 ABILE esperta referenziata impiegata ufficio commerciale customer care inglese francese pc offerte ordini offresi. 331.12.23.422 ABILE impiegato commerciale, in mobilità, pluriesperienza ordini, offerte, bolle, inglese buono, francese ottimo, Office. 339.48.09.594. ABILE tecnico commerciale esperienza pluriennale settore amplificazione sonora evacuazione offresi. Cell: 320.41.04.317 MADRELINGUA tedesco con ottimo inglese e discreto francese. 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Andrea Masiello, per dire: c’è stato un periodo che lo martellavo tutte le settimane. Si capisce anche dalle intercettazioni che non ci riesco: ai giocatori del Bari do dei coglioni perché in Milan-Bari c’erano tutte le condizioni per far uscire un over 3,5 che sarebbe stato gradito agli zingari. E invece non sono stati capaci di fare nemmeno quello, pareggiano 1-1». Così, con un filo di rammarico residuo, parlò (Antonio) Bellavista dopo oltre due anni di silenzio (per inciso Masiello poi le partite le vendette ma non a lui, «gli zingari non mi hanno ritenuto all’altezza»). In sei ore e mezzo davanti al pm di Cremona Roberto Di Martino, l’ex capitano del Bari, accompagnato dall’avvocato Massi- La storia Chi è Al Bari Antonio Bellavista, 36 anni, è stato il capitano del Bari, squadra nella quale ha giocato in tre periodi diversi, l’ultimo dei quali dal 2000 al 2008 L’inchiesta Il 1 giugno 2011, Bellavista viene coinvolto, insieme ad altri calciatori, in una vasta inchiesta su partite pilotate e calcioscommesse, e viene condotto nel carcere di Cremona mo Chiusolo, ha provato a recuperare il tempo perso. E a chiarire. Ha fornito 3-4 nomi di giocatori che hanno venduto partite, ma di serie minori (saranno presto indagati). Ha indicato una trentina di gare su cui ha scommesso e vinto dopo aver orecchiato qualcosa senza sapere però se si trattasse di combine, tra cui Lazio-AlbinoLeffe di Coppa Italia, AlbinoLeffe-Ancona o Siena-Sassuolo, per la quale in un’intercettazione diceva di voler sentire Antonio Conte. «Non l’ho mai fatto poi. Volevo sondare il Siena perché Erodiani attraverso Quadrini sapeva che il Sassuolo era disposto a perdere». Ha contribuito ad aggravare la posizione del gruppo dei bolognesi, tanto che il pm pensa di risentire Beppe Signori. Poi Bellavista ha descritto se stesso: «Ero il collante, facevo da interfaccia tra gli zingari prima e Spadaro poi, e i giocatori che avrei dovuto corrompere». Dagli inquirenti l’ex centrocampista del Bari viene considerato un crocevia importante di tanti traffici illeciti. Compare un po’ dappertutto nelle carte dell’inchiesta. Scriveva il gip Guido Salvini che «aveva contatti con Signori e con il gruppo degli zingari». E che «è stato proprio lui a presentare a Gecic e Ilievski, Salvatore Spadaro, Zingari e combine «La proposta degli zingari era allettante. Ho provato a combinare risultati, ma non ci sono riuscito» Sospetti Masiello dopo l’autogol in Bari-Lecce del 2011 (Ansa) Il talento ucraino è lo showman che l’atletica mondiale vorrebbe affiancare al fenomeno Bolt Bondarenko, gigante da record «A Formia per volare più in alto» Il campione del mondo sfida Sotomayor: «2,50 m? Si può» FORMIA — Di fronte alla Scuola nazionale di Atletica leggera che fu casa di Pietro Mennea e Sara Simeoni il mare di piombo disegna confini malinconici: pioggia a catinelle, la pista deserta, i vialetti del centro di preparazione olimpica voluto da Bruno Zauli regalano un’istantanea dell’inverno. Dalla mensa escono due giganti, padre e figlio, allenatore e atleta, ospiti arrivati dall’Ucraina in onore a quello scambio di favori che la Fidal ha deciso di intraprendere per condividere conoscenze tecniche e metodi di preparazione Come a casa «In Italia sto bene» Il padre-coach: «L’Ucraina è ancora lontana dall’Europa» di alto livello: Bohdan Bondarenko, il campione del mondo di Mosca 2013 del salto in alto, l’uomo che più si è avvicinato al vecchio (1993) record del mondo che il cubano Sotomayor (2,45 m) stabilì a Salamanca, prepara in Italia il suo assalto al cielo: «Ottima pedana, ottime persone, ottima organizzazione: meglio non potevo progettare la mia stagione». Atleta dell’anno per la rivista Track&Field, il vangelo dell’atletica a stelle e strisce, Bondarenko è esploso la scorsa stagione, migliorando il personale di 10 cm e tentando più volte l’assalto a uno dei più vecchi primati dell’atletica mondiale: «D’inverno ero stato fermo per diversi problemi fisici, poi ho potuto preparare bene la stagione all’aperto. Forse è un po’ per scaramanzia, ma anche quest’anno salterò le indoor, visto come è andata…». Bondarenko è già pronto per la ribalta mediatica, personaggio che il mondo dell’atletica potrà spendere sul palcoscenico della popolarità. Lo scorso anno a Londra chiese di saltare 2,47 m e tutti a chiedersi perché si voleva complicare la vita andando 2 cm più in su di Sotomayor: «Perché 247 è il codice digitale per aprire la porta di casa mia… il primo nu- In volo Bohdan Bondarenko, 24 anni, oro mondiale in carica. Ha un personale di m 2.41 (Ap) mero che mi venne in mente. Uno come Bolt dobbiamo tenercelo stretto, traghetta un messaggio simpatico, vincente dell’atletica. Io vorrei vedere il mio sport tutti i giorni in tv, avere una divisa piena di marchi di sponsor, poter far diventare economica la mia immagine… ». A Formia per… «Lo scorso anno mi sono allenato per migliorare il mio personale (2,31 m), questa volta tutto è fatto per migliorare il record del mondo. Dove si può arrivare? Credo che 2,50 sia una misura attaccabile. A Mosca in gara ho saltato un 2,35 incredibile, era altissimo! No, per scaramanzia non l’ho fatto misurare al video, ma quel salto poteva valere il record del mondo». Programmi e sogni sono lì a por- tata di mano: «Dopo il 2013 sono un atleta felice. Obiettivi? Vincere un’Olimpiade migliorando il record del mondo. La mia stagione sarà focalizzata su Diamond League (sarà al Golden Gala di Roma il 6 giugno ndr), Europei di Zurigo e Coppa del mondo, alle gare inizierò a pensare a maggio». Con qualche difficoltà quando sarà tornato a casa: «A Kharkiv, la mia città, esiste solo il calcio. Quando lo stadio del Metalist è chiuso non posso allenarmi: l’ultima volta che facevo degli addominali sul prato sono stato cacciato perché rovinavo l’erba… Capito perché sto bene qui a Formia?». L’eco della protesta ucraina arriva ovattato, Bohdan vuole solo saltare e allora ci pensa papà Viktor a tenersi informato: «Credo che prima di chiedere all’Europa di accoglierci, l’Europa ce la dobbiamo costruire dentro casa. Dobbiamo prima crescere e imparare a parlare la stessa lingua: non dobbiamo chiedere, dobbiamo prepararci». Nostro signore delle altezze ascolta e impara la lezione: «È una fortuna avere un padre allenatore, soprattutto se non ti mette fretta». Volere volare, il suo slogan. Buona fortuna, Bohdan: «Buongiorno! È la prima parola straniera che ho imparato, nel 2005 a Lignano Sabbiadoro, la mia prima gara fuori dall’Ucraina. Diciamo che l’Italia è un po’ la mia seconda casa». Valerio Vecchiarelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Tennis Sci Federer rinasce a Melbourne In semifinale duello con Nadal Maratona a Cortina e Kitzbuehel Il Coni definisce le quote per Sochi MELBOURNE — A volte ritornano. Un Roger Federer in gran spolvero supera Andy Murray (6-3, 6-4, 7-6, 6-3) e si qualifica per la semifinale, dove assisteremo a un revival: la sfida con Rafa Nadal, uscito vincente dal corpo a corpo con il bulgaro Dimitrov (3-6, 7-6, 7-6, 6-2). Reduce da un 2013 deludente, affiancato da Edberg a Melbourne, il 32enne fuoriclasse svizzero è tornato a brillare: con Nadal sarà il capitolo numero 33 (22-10 per lo spagnolo). Roger è alla 11a semifinale di fila agli Australian Open, che ha vinto quattro volte. L’altra semifinale è Berdych-Wawrinka. Tra le donne, fuori la Azarenka, semifinali Bouchard-Li e Cibulkova-Radwanska. Errani-Vinci in finale nel doppio. Dopo gli annullamenti per le abbondanti nevicate, Cortina ospita una lunga maratona rosa: oggi supergigante (ore 10.15), domani discesa (ore 10.15) sabato altra discesa (ore 10,15) e domenica ancora un supergigante (ore 12). Molte gare ma indispensabili: sono infatti prove decisive non solo per la Coppa del Mondo ma soprattutto per l’Olimpiade di Sochi (al via il 7 febbraio): per i Giochi molte nazionali devono ancora definire le squadre. A tal proposito ieri il Coni, su indicazione della Fisi, ha definito le seguenti quote: alpino 14 atleti, fondo 16. Gli uomini sono in Austria, a Kitzbuehel: domani slalom (ore 12 e 17), sabato discesa, domenica superG della supercombinata. © RIPRODUZIONE RISERVATA che offriva loro, in cambio di somme di circa 600 mila euro, di combinare alcune partite di A, nell’ambito delle quali era già stato predisposto un potenziale accordo corruttivo, pronto © RIPRODUZIONE RISERVATA a essere sancito, con dirigenti e calciatori». Ecco: a dirigenti e calciatori avrebbe dovuto pensarci Bellavista. Però sostiene di non essere mai riuscito nell’intento. «Io ero un forte scommettitore e la proposta degli zingari era allettante. Ma erano tipi particolari: volevano incontrare i giocatori prima delle partite. Un metodo discutibile, nessun calciatore vuole espor- si. Ecco perché qua ci sono tanti tentativi di corruzione, ma pochi fatti». Bellavista nega di sapere qualcosa di Lazio-Genoa («Pensavano c’entrassi perché ero all’Una Tocq Hotel quando c’era Milanetto, ma io ero lì per gli zingari») e Lecce-Lazio. Nega di aver pagato Masiello 20 mila euro per Cesena-Bari: «Non li avevo nemmeno, avevo appena perso molto per la scommessa su Inter-Lecce. Masiello non è attendibile, si è inventato di aver provocato l’autogol in Bari-Lecce per ottenere sconti alla giustizia sportiva». Bellavista non sembra pentito, ma ha un cruccio. «Mi resta il grande rammarico di non aver scommesso su BresciaLecce e Palermo-Napoli, partite che Spadaro ha fatto con i bolognesi». Ecco, Spadaro è un po’ più nei guai ora: Bellavista dimostra di crederlo un tipo affidabile, non un millantatore come invece «il vecchietto» vorrebbe farsi passare. «Non ti puoi inventare il risultato di Brescia-Lecce, due squadre che lottano per salvarsi». Proprio un peccato non averci puntato. Arianna Ravelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Querelato l’ex corridore «Cerca solo popolarità» Il ciclismo respinge le accuse di Di Luca Danilo Di Luca, detto il Killer, ha sparato la sua ultima cartuccia. Anzi, ha svuotato un intero caricatore di accuse e fango contro il ciclismo. Ma le reazioni all’intervista a «le Iene» dell’ex corridore abruzzese (radiato dal Coni lo scorso dicembre dopo tre squalifiche per doping) sono state furibonde. Di Luca aveva affermato che «il novanta per cento dei partecipanti al Giro d’Italia fa uso di doping» e che è «impossibile arrivare nei primi dieci senza doparsi». Impegnato al Tour de San Luis in Argentina, Vincenzo Nibali, l’ultimo trionfatore del Giro, ha replicato così sulla Gazzetta dello Sport: «Danilo è alla frutta e non sa più cosa inventarsi pur di guadagnare quattro spiccioli. È stato un mio buon compagno di squadra, adesso mi sembra un po’ i controlli confuso». Il presidente della antidoping sui Federciclismo, Renato Di Rocco, ciclisti al Giro e l’Associazione corridori d’Italia effettuati professionisti italiani hanno parlato dall’organizzazione della corsa di gravissimi danni di immagine da parte di un «uomo alla ricerca di con la spasmodica popolarità» e collaborazione preannunciato azioni legali. La dell’Unione Procura antidoping del Coni ha ciclistica convocato per l’ennesima volta l’ex internazionale e atleta. Difficile che ne ricavi qualcosa: della Wada. Una quando si affacciò a Roma per rete per la quale vengono investiti giustificare la sua ultima positività all’Epo, Di Luca declinò a malapena quasi 450 mila le sue generalità. Contro la tesi euro catastrofista dell’abruzzese depone proprio il modo in cui lui è stato smascherato al Giro 2013. Per provare a farla franca, Di Luca firmò il suo tesseramento alla vigilia della gara (risultando disoccupato aveva evitato controlli a sorpresa durante l’inverno) e si dopò con quelle micro dosi di eritropoietina che, secondo molti scienziati del doping, non sarebbero rilevabili ai controlli. Risultato: fu scoperto al primissimo test e cacciato dalla corsa. Per tutelare il Giro d’Italia, con la collaborazione dell’Unione ciclistica internazionale e della Wada, Rcs Sport tende una rete di seicento controlli investendo quasi 450 mila euro. Dietro ai veleni di Di Luca c’è una situazione economica e personale critica. L’abruzzese voleva restare nel ciclismo per ripagarsi i pesanti investimenti in un’attività commerciale e, dopo la squalifica, è stato anche lasciato dalla moglie. Ora torna in prima pagina, diffamando i suoi ex colleghi ma non facendo i nomi dei medici che l’hanno aiutato a doparsi. Ammette solo una cosa: non ha mai usato Viagra in corsa. Sussulto etico? No, motivi tecnici: secondo lui la pillolina blu non migliora le prestazioni in bici. 600 Marco Bonarrigo © RIPRODUZIONE RISERVATA 44 Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera La vita ci pone talvolta di fronte a prove incomprensibili.- Il nostro abbraccio accompagni voi, le vostre famiglie e chi vi ha voluto bene in questo ultimo viaggio.- Unite in un dolore immenso le Bcc della Federazione Toscana ricordano con affetto l'amico avv. Lamberto Albuzzani la moglie Maria Angela Bellini ed il figlio Marco Albuzzani - Firenze, 22 gennaio 2014. Partecipano al lutto: – La Federazione Toscana Banche di Credito Cooperativo. – La Banca Apuana Credito Cooperativo. – La Banca Area Pratese Credito Cooperativo. – La Banca CRAS Credito Cooperativo Chianciano Terme - Costa Etrusca - Sovicille. – La Banca del Mugello Credito Cooperativo. – La Banca del Valdarno Credito Cooperativo. – La Banca dell'Elba Credito Cooperativo. – La Banca della Maremma Credito Cooperativo di Grosseto. – La Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo. – La Banca di Cascina Credito Cooperativo. – La Banca di Credito Cooperativo di Impruneta. – La Banca di Credito Cooperativo di Masiano. – la Banca di Credito Cooperativo di Montepulciano. – la Banca di Credito Cooperativo di Pitigliano. – La Banca di Credito Cooperativo di Pontassieve. – La Banca di Credito Cooperativo di Signa. – La Banca di Credito Cooperativo di Vignole e Montagna Pistoiese. – La Banca di Pescia Credito Cooperativo. – La Banca di Pistoia Credito Cooperativo. – La Banca di Saturnia e Costa d'Argento Credito Cooperativo. – La Banca Valdichiana Credito Cooperativo Tosco-Umbro. – La Banca Versilia Lunigiana e Garfagnana Credito Cooperativo. – La Bancasciano Credito Cooperativo. – La ChiantiBanca Credito Cooperativo. – Il Credito Cooperativo Valdarno Fiorentino Banca di Cascia. – Il Credito Valdinievole Banca di Credito Cooperativo di Montecatini Terme e Bientina. – La Crediumbria Banca di Credito Cooperativo. – La VIBanca - Banca di Credito Cooperativo di S. Pietro in Vincio. Il Presidente Paolo Mieli e l'Amministratore Delegato Laura Donnini con tutta RCS Libri partecipano al dolore di Gianrico Carofiglio per la perdita del padre Nicola Carofiglio - Milano, 22 gennaio 2014. Massimo Turchetta e gli amici della casa editrice Rizzoli si uniscono affettuosamente al dolore di Francesco, Gianrico e della famiglia per la scomparsa del padre Nicola Carofiglio - Milano, 22 gennaio 2014. Partecipano al lutto: – Sebastiano Caccialanza. – Giovanna Canton. – Francesca Cinelli. – Luisa Colicchio. – Annamaria Guadagni. – Filippo Guglielmone. – Michele Rossi. – Luca Ussia. – Marcello Vena. Rosaria abbraccia con affetto Gianrico e Francesco e partecipa al dolore della loro mamma nel triste giorno della scomparsa di Nicola Carofiglio - Milano, 22 gennaio 2014. La casa editrice Piemme partecipa con affetto al dolore di Francesco Carofiglio per la scomparsa del papà Nicola - Milano, 22 gennaio 2014. Ci ha lasciati Ivan Tradigo Ne danno il triste annuncio il figlio Massimiliano, la sorella Patrizia e tutti i nipoti. - Luino, 20 gennaio 2014. Sandra, Alberto con Nadia, Chiara con Guido annunciano con tristezza la repentina perdita del loro amato Ettore Piccoli Ha sempre avvolto tutti i suoi cari in un forte e caldo abbraccio.- Ringraziano il dottor Pulici per la sua affettuosa amicizia e professionalità. - Milano, 21 gennaio 2014. Partecipa al lutto: – Bona Schmid. Gaia e Kirill ricordano con affetto il loro Antonio e Gianfranco D'Amato con tutto il management del gruppo Seda partecipano commossi al grave lutto che ha colpito la famiglia Marson per la scomparsa del caro Dott. Paolo Giuseppe Marson ricordandone le doti umane e professionali. - Arzano, 22 gennaio 2014. I colleghi del gruppo Seda sono vicini con affetto alla famiglia Marson in questo momento di grande dolore per la perdita del caro Dott. Paolo Giuseppe Marson Claudio Abbado Amico caro di una vita e compagno meraviglioso di tanta musica insieme.- Un abbraccio affettuosissimo a Daniele ed Alessandra e a tutti da Giulio, Pina, Luca Franzetti. - Milano, 22 gennaio 2014. Le Edizioni Curci con Tilde, Cristina e Alfredo Gramitto Ricci ricordano commossi la vita e l'arte del Maestro Claudio Abbado nonno Ettore un amico, di cui ricorderanno sempre l'allegria, la disponibilità e la professionalità. - Arzano, 22 gennaio 2014. ed esprimono profondo cordoglio per la sua scomparsa. - Milano, 22 gennaio 2014. La sorella Giannina con la famiglia esprime il suo dolore per la scomparsa del fratello Dott. Paolo Giuseppe Marson Partecipano al lutto: – Laura Moro. – Claudio Sedini. e le belle ore passate nella natura all'amato lago. - Milano, 21 gennaio 2014. - Monteggia, 22 gennaio 2014. Ettore Piccoli rimarrà sempre nei nostri cuori come esempio di professionalità ed umanità.- I colleghi dell'Amministrazione Seda. - Arzano, 22 gennaio 2014. Le amiche Cesarina, Elena, Maria Rosaria, Teresa, Wanda si stringono con affetto a Sandra e famiglia nel dolore per la perdita del carissimo Paolo e Marie Regoli sono vicini a Giada e alla famiglia Marson con affetto per la perdita del caro Ettore Paolo - Milano, 23 gennaio 2014. - Roma, 22 gennaio 2014. Gian Paolo Pera ricorda con nostalgia l'amico e collega È mancato all'affetto dei suoi cari lasciando un grande vuoto l' Dott. Ettore Piccoli avv. Sisto Buonaura e insieme a Ninetta è vicino con affetto a Sandra e famiglia in quest'ora dolorosa. - Milano, 22 gennaio 2014. Annamaria, Bruno e Claudia con Barbara si stringono affettuosamente a Sandra, figli e nipoti nel ricordo dell'amico di una vita Lo piangono Luisa, Davide, Lino, Gloria, Sofia. - Milano, 22 gennaio 2014. Andrea e Maria Corrado, con Diego, Alessandro e Simone piangono la scomparsa di Sisto dott. Ettore Piccoli e abbracciano affettuosamente Luisa, Lino e Davide. - Milano, 22 gennaio 2014. Lisa Perotti partecipa commossa al dolore di Sandra, Chiara ed Alberto per la scomparsa di Rosa, Sebastiano ed Alessandro Santovito sono vicini a Luisa, Lino e Davide per la perdita del caro amico - Milano, 22 gennaio 2014. Ettore Piccoli - Milano, 22 gennaio 2014. Puni Gianarmando Maddalena abbracciano i Bodini tutti nel ricordo dolcissimo della grande Coronina - Milano, 22 gennaio 2014. Alberto e Stefania con Pierandrea, Micòl e Samantha abbracciano con l'amicizia e l'affetto di sempre Alberto, Laura e famiglia nel ricordo della sua fantastica mamma Coronina - New York, 22 gennaio 2014. Luciano e Josy partecipano al dolore dell'amico Alberto per la perdita dell'adorata madre Coronina - Milano, 22 gennaio 2014. Siamo vicini al dolore della famiglia per la perdita della cara Coronina Luigi e Mara Cipani. - Milano, 22 gennaio 2014. avv. Sisto Buonaura esempio di umanità e di correttezza professionale. - Milano, 22 gennaio 2014. Antonio Cavazzana partecipa al dolore della famiglia per la scomparsa del Dott. Gian Alberto Saporiti ricordandone la sua guida umana. - Paderno Dugnano, 22 gennaio 2014. Rosario Bifulco ricorda con affetto l'amico Gian Alberto Emanuele, Gianna, Elisabetta, Francesco e Giulia sono vicini ad Ivo per la perdita di Daniela Chersan sposa dolcissima, amica incomparabile, professionista qualificata.- Di lei ricorderemo sempre il sorriso trasparente, pregando il buon Dio di accoglierla tra le sue braccia e sostenere Ivo, i parenti e gli amici. - Novara, 23 gennaio 2014. La nostra cara mamma e nonna Irene Crippa Brivio ci ha lasciati ed ha raggiunto i suoi cari.- Lo annunciano con grande tristezza Giovanni con Tiziana e Andrea, Mariapia, Fiorenzo con Cinzia, Giulia e Gianluca. - Milano, 22 gennaio 2014. Dott. Aldo Salpietro Lo annunciano con immenso dolore la moglie Adriana, i figli Silvia, Claudio, Laura e i nipoti Luca, Martina, Marco, Marina, Alessandro.- I funerali saranno celebrati venerdì 24 gennaio nella chiesa di San Giovanni in Laterano. - Segrate, 22 gennaio 2014. Diana Guido Andrea Annalisa Sabrina Paolo Barbara Tommaso Giuseppe Jessica ricordano il sorriso e la serenità di Agnese Scozzaro e si uniscono all'improvviso dolore di Paolo dei piccoli Alberto, Sofia ed Irene e della mamma e fratello di Agnese. - Milano, 22 gennaio 2014. Tetraxial Srl si stringe al dolore della famiglia per la perdita del caro Mamiliano Dini - Milano, 21 gennaio 2014. La famiglia Frigerio ringrazia tutti coloro che con le varie manifestazioni di affetto e cordoglio, hanno dimostrato sincera amicizia e partecipazione al loro lutto per la perdita della cara Teresa Ballerini - Meda, 23 gennaio 2014. Santa Messa in ricordo del Prof. Gaetano Torri verrà celebrata venerdì 24 gennaio alle ore 19 presso la chiesa di Santa Maria Segreta, Milano.Ciao Gae ti pensiamo sempre.- Anna Francesca Michele Niccolò. - Milano, 23 gennaio 2014. 2009 - 2014 antico punto di riferimento nella vita professionale. - Milano, 22 gennaio 2014. Cavaliere Filippo Forte È tornato alla casa del Padre Vincenzo Maio di 87 anni.- Danno il triste annuncio la moglie Palmina Regonesi, il figlio Paolo, parenti ed amici tutti.- I funerali in Milano il 23 gennaio ore 14.45 presso la chiesa del Sacro Cuore in Ponte Lambro, via Parea - Milano.- Il suo amore ed il suo sorriso resteranno sempre con noi. - Milano, 20 gennaio 2014. Corona Visconti Bodini Partecipano al lutto: – Clara e Paolo Alemanni. – Adriana e Cesare Coccìa. – Valeria e Giulio Bertini. È mancato all'affetto dei suoi cari l'amatissimo Ciao nonno, sei sempre con noi.- Famiglia Forte. - Milano, 23 gennaio 2014. 23 gennaio 2012 - 23 gennaio 2014 Maurizio Raybaudi Massilia sei sempre nel mio cuore.- Anna. - Roma, 23 gennaio 2014. RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli,8 - 20132 Milano SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it - e-mail: [email protected] SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ Corriere della Sera PER PAROLA: A MODULO: TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: Gazzetta dello Sport Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 540,00 Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00 L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 fax 02 25886632 - e-mail: [email protected] 45 Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014 Il Tempo Ogni giorno le PREVISIONI della tua città sempre con te Digita: mobile.corriere.it nel browser del telefonino Il servizio è gratuito salvo i costi di connessione internet previsti dal piano tariffario del proprio operatore Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile IL SOLE OGGI Bari Sorge alle T Tramonta alle LE PREVISIONI PREV PRE VISIONI Palermo Bologna Firenze 7:11 16:56 7:18 17:17 7:42 17:09 7:41 17:11 Torino 7:59 17:22 Napoli 7:21 17:07 Roma Milano 7:31 7:54 17:15 17:12 Genova DOMANI Trento Aosta Venezia 7:52 17:19 LA LUNA 7:41 17:03 SABATO Nuova Primo quarto Piena Ultimo quarto 1 gen. 8 gen. 16 gen. 23 gen. LUNEDÌ DOMENICA Trieste Venezia Milano Torino Bologna Genova Firenze Ancona Perugia Tra oggi e domani un'intensa perturbazione raggiungerà le regioni settentrionali e quelle centrali con piogge diffuse e anche forti al Nordest, in Sardegna e sulle regioni tirreniche in generale. L'entrata di aria via via più fredda farà scendere la neve al Nord a quote superiori ai 3/400 metri, sopra i 7/800 metri al Centro. Nei giorni a seguire il tempo migliorerà al Nord e sulle regioni occidentali mentre rimarrà piovoso su quelle orientali. L’Aquila ROMA Campobasso IN EUROPA Bari Potenza Napoli Catanzaro Cagliari LE TEMPERATURE ERAT ERA ATURE DI OGGI 6 8 Aosta 8 7 10 12 Milano Torino Trento Venezia Trieste 11 Genova 10 Bologna 12 Roma 9 Campobasso 16 R. Calab Calabria a 16 Catania Catania 11 9 12 9 13 14 8 13 17 13 13 13 Fire r nze re Firenze Perugia Ancona L L’A quila L’Aquila Napoli Bari Potenza Cata Palermo Palerm Paler mo Palermo Alghero ro Alghero Cagliari Cagliar a cura di Olbi VENTO Sole Nuvolo Coperto Pioggia Rovesci Temporali Neve Moderato Forte Molto forte Calmo LE TEMPERATURE DI IERI IN ITALIA min Ancona Aosta Bari Bologna Bolzano Brescia Cagliari S = Sereno 6 0 8 4 2 4 4 max 13 8 14 12 9 11 14 S N S S N N S P = Pioggia min max 5 5 9 1 10 10 9 10 15 15 10 11 12 14 Campobasso Catania Crotone Cuneo Firenze Genova Imperia N = Nuvoloso N S N N N N N L’Aquila Lecce Messina Milano Napoli Olbia Palermo T = Temporale min max 5 8 10 3 9 7 11 9 14 16 10 13 14 16 C = Coperto P N S B N N N Parma Perugia Pescara Pisa Potenza R. Calabria Rimini V = Neve min max 4 4 9 12 4 8 6 10 9 13 11 8 16 14 R = Rovesci R P N N N S S Roma Torino Trento Trieste Udine Venezia Verona min max 7 1 0 9 4 6 4 13 10 9 12 11 11 11 2 5 Puzzles by Pappocom 6 7 4 8 2 6 2 4 6 1 9 1 9 Altri giochi su www.corriere.it Come si gioca Bisogna riempire la griglia in modo che ogni riga, colonna e riquadro contengano una sola volta i numeri da 1 a 9 LA SOLUZIONE DI IERI 6 3 7 3 5 2 1 7 4 8 9 6 1 9 4 2 8 6 7 3 5 8 7 6 3 5 9 4 2 1 2 6 5 4 3 8 9 1 7 7 8 1 6 9 2 5 4 3 4 3 9 7 1 5 6 8 2 9 1 3 8 6 7 2 5 4 6 4 8 5 2 1 3 7 9 5 2 7 9 4 3 1 6 8 Agitato 4 -13 Helsinki Oslo 5 Berlino Amsterdam 5 Londra 7 0 Kiev -6 Varsavia -11 Milano 13 9 Lisbona 15 Fronte Caldo Vienna 1 Belgrado 8 12 Bucarest Tirana Fronte Freddo 13 Atene 17 Tunisi Algeri Ankara 2 9 Roma Barcellona Madrid -11 Praga 4 Parigi Bassa Pressione -5 -1 6 Dublino L Stoccolma -8 Copenaghen Edimburgo 6 15 12 Pechino N S B N N NORD AMERICA -9 8 26 a 6,99 euro più il prezzo del quotidiano Tokyo Fronte Occluso 7 San Francisco 18 Los Angeles 25 N 24 Sydney 18 29 Chicago Santiago New York -6 20 32 26 30 AFRICA Casablanca Il Cairo 15 Lima Vancouver -12 Giacarta In edicola con il Corriere la seconda uscita di «Barenboim Il mio Beethoven». In edicola il cd con il «Concerto n. 3 Op. 37» e il «Concerto n. 4 Op. 58». 25 21 11 N Caracas Bogotà Seul Delhi Shanghai Bangkok SUD AMERICA 4 In edicola con il Corriere Barenboim e il genio di Beethoven 5 4 1 8 3 4 4 6 Mosso ASIA AUSTRALIA B = Nebbia Sudoku Diabolico 8 Alta Pressione MARE Debole Nebbia H Correnti occidentali, richiamate dal flusso perturbato atlantico, inviano corpi nuvolosi sui settori occidentali del nostro continente. Piogge e venti forti interessano il Regno Unito e a fasi alterne la Francia. La formazione di una bassa pressione sul Mediterraneo centrale causerà un peggioramento del tempo anche sulla Penisola italiana. Tempo generalmente buono sul resto del continente. 23 28 Rio de Janeiro Buenos Aires Nairobi Lagos 25 Luanda 33 25 Città del Capo Città del Messico Oggi su www.corriere.it I più letti Ambiente Frana in Alto Adige Ucraina Massi come case a Termeno: colpiti casolari agricoli. Guarda. Ultimatum della piazza Gelo sesso o chiudo la 1 «Basta domenica della D’Urso» patente fa 2 Senza retromarcia: donna uccisa primo scoglio 3 Italicum, Stop per il «Salva Lega» marò in India: torna 4 Due il rischio di pena di morte taxi al bar, online tutti 5 Dal gli scontrini del M5S Villaggio più freddo In Russia, regione di Sakha: raggiunti i 67,8 gradi sottozero. Foto. Sui muri «Ti amo» con errori «Un quore solo» e «Senza te muoro»: i messaggi sgrammaticati. Foto. Il leader degli oppositori ieri ha sfidato il governo Yanukovich: «Concessioni entro 24 ore o pronti ad andare all’attacco». Ultimatum lanciato dall’ex campione di boxe Vitali Klitschko. 46 Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera OGNI GIORNO DALLE 14.00 CON Tv in chiaro Teleraccomando DJ Rai1 di Maria Volpe PER CONOSCERE PER DISTRARSI Bisio e la Puccini Otto coppie in gara ospiti di Linus per la casa dei sogni Gli attori Claudio Bisio e Vittoria Puccini (foto) tra gli ospiti della nuova puntata. Bisio — protagonista nel film La gente che sta bene diretto da Francesco Patierno — e la Puccini, che invece interpreterà per il grande schermo una libraia in Tutta colpa di Freud per la regia di Paolo Genovese racconteranno al conduttore Linus le tappe della loro carriera in tv, cinema, teatro e fiction. Altri protagonisti della puntata sono il giovane manager Matteo Marzotto, che offrirà il suo punto di vista di industriale su fatti di attualità, e l’artista e illusionista Francesco Tesei. Al via un nuovo reality sull’arredamento. E sui sogni... Vuoi avere a disposizione la casa dei tuoi desideri arredandola come vuoi? Ecco dunque una nuova sfida a colpi di lifestyle per vincere l’appartamento della vita. Otto coppie in gara dovranno convincere i due guru del design Laurence Llewellyn Bowen e Jamie Durie e superare il loro inflessibile giudizio. In ciascuna puntata, i due designer spronano i concorrenti a dare il massimo per raggiungere i loro obiettivi. E loro dovranno creare audaci ma anche favolosi e sfarzosi arredamenti... Il grande cocomero Rai2, ore 23 The Apartment Real Time, ore 23.05 Rai2 Rai3 rai.it rai.it 6.00 EURONEWS. Attualità 6.10 UNOMATTINA CAFFÈ. Attualità 6.30 TG 1. PREVISIONI SULLA VIABILITÀ - CCISS VIAGGIARE INFORMATI. 6.45 UNOMATTINA. Attualità 11.30 UNOMATTINA MAGAZINE. Attualità 12.00 LA PROVA DEL CUOCO. Varietà 13.30 TELEGIORNALE. 14.00 TG 1 ECONOMIA. Attualità 14.10 VERDETTO FINALE. Attualità 15.20 LA VITA IN DIRETTA. Attualità. Con Paola Perego, Franco Di Mare. Nel programma: Rai Parlamento Telegiornale; Tg 1; Che tempo fa 18.50 L’EREDITÀ. Quiz SERA 20.00 TELEGIORNALE. 20.30 AFFARI TUOI. Varietà 21.10 DON MATTEO 9. Serie. Con Terence Hill, Nino Frassica 22.55 TG1 60 SECONDI. 23.35 PORTA A PORTA. Attualità 1.15 TG 1 NOTTE. 1.40 CHE TEMPO FA. 6.40 CARTOON FLAKES. Ragazzi 8.10 ZORRO. Telefilm 8.35 LE NUOVE AVVENTURE DI FLIPPER. Telefilm 10.00 TG2 INSIEME. Attualità 11.00 I FATTI VOSTRI. Attualità 13.00 TG 2 GIORNO. 13.30 TG 2 COSTUME E SOCIETÀ. Attualità 13.50 MEDICINA 33. Rubrica di attualità 14.00 DETTO FATTO. Attualità 16.15 COLD CASE - DELITTI IRRISOLTI. Telefilm 17.45 TG 2 FLASH L.I.S. METEO 2. 17.50 RAI TG SPORT. 18.15 TG 2. 18.45 N.C.I.S. Telefilm 20.30 TG 2 20.30. 1.45 SOTTOVOCE. Attualità 2.15 SCRITTORI PER UN ANNO. Attualità 2.45 FILM IL CIELO CADE. (Drammatico, Italia, 2000) Rete4 rai.it Canale5 Italia1 RINGO La7 MTv mediaset.it/rete4 mediaset.it/canale5 mediaset.it/italia1 la7.it mtv.it 8.00 AGORÀ. Attualità 10.05 RAI PARLAMENTO SPAZIOLIBERO. Attualità 10.15 MI MANDA RAITRE. Attualità 11.10 TG 3 MINUTI. 11.15 ELISIR. Attualità 12.00 TG 3. 12.25 TG3 FUORI TG. Att. 12.45 PANE QUOTIDIANO. Attualità 13.10 IL TEMPO E LA STORIA. Attualità 14.00 TG REGIONE. TG REGIONE METEO. 14.20 TG 3. METEO 3. 14.50 TGR LEONARDO. Att. 15.00 TG 3 L.I.S. 15.05 TGR PIAZZA AFFARI. Attualità 15.10 TERRA NOSTRA. Telefilm 16.00 ASPETTANDO GEO. Documenti 16.40 GEO. Documenti 19.00 TG 3. 19.30 TG R - METEO. 20.00 BLOB. Attualità 7.20 MIAMI VICE. Telefilm 8.20 HUNTER. Telefilm 9.45 CARABINIERI. Telefilm 10.50 RICETTE ALL’ITALIANA. Attualità 11.30 TG 4 - METEO.IT 12.00 SPECIALE HATFIELDS & MCCOYS GENERALE. Varietà 12.05 DETECTIVE IN CORSIA. Telefilm 12.55 LA SIGNORA IN GIALLO. Telefilm 14.00 LO SPORTELLO DI FORUM. Attualità 15.30 HAMBURG DISTRETTO 21. Tf 16.35 SPECIALE HATFIELDS & MCCOYS GENERALE. Varietà 16.40 FILM IL BURBERO. 18.55 TG 4 - METEO.IT 19.35 IL SEGRETO. Telenovela 6.00 TG 5 PRIMA PAGINA. Attualità 8.00 TG 5 MATTINA. 8.45 LA TELEFONATA DI BELPIETRO. Attualità 8.50 MATTINO CINQUE. Attualità 10.05 TG 5 ORE 10. 11.00 FORUM. Attualità 13.00 TG 5. Nel programma: Meteo.it 13.40 BEAUTIFUL. Soap 14.10 CENTOVETRINE. Soap 14.45 UOMINI E DONNE. Talk show 16.10 IL SEGRETO. Telenovela 16.55 POMERIGGIO CINQUE. Attualità 18.50 AVANTI UN ALTRO! Quiz. Con Paolo Bonolis 20.00 TG 5. METEO.IT 20.40 STRISCIA LA NOTIZIA - LA VOCE DELL’IRRUENZA. Tg Satirico 7.40 UNA MAMMA PER AMICA. Telefilm 9.30 EVERWOOD. Telefilm 11.25 DR. HOUSE MEDICAL DIVISION. Telefilm 12.25 STUDIO APERTO. METEO.IT 13.05 SPORT MEDIASET. 13.40 I SIMPSON. Cartoni 14.30 DRAGON BALL GT. Cartoni 14.55 BIG BANG THEORY . Serie 15.45 DUE UOMINI E 1/2. Serie 16.35 HOW I MET YOUR MOTHER. Telefilm 16.55 COVERT AFFAIRS. Telefilm 18.30 STUDIO APERTO. METEO.IT 19.20 C.S.I - SCENA DEL CRIMINE. Telefilm. Con William L.Peterson, Marg Helgemberger, Gary Dourdan 6.00 TG LA7. Nel programma: Meteo; Oroscopo; Traffico 6.55 MOVIE FLASH. Attualità 7.00 OMNIBUS RASSEGNA STAMPA. Attualità 7.30 TG LA7. 7.50 OMNIBUS METEO. Attualità 7.55 OMNIBUS. Attualità 9.45 COFFEE BREAK. Attualità. Con Tiziana Panella 11.00 L’ARIA CHE TIRA. Attualità. Con Myrta Merlino 13.30 TG LA7. 14.00 TG LA7 CRONACHE. Attualità 14.40 LE STRADE DI SAN FRANCISCO. Telefilm 16.40 THE DISTRICT. Telefilm 18.10 COMMISSARIO CORDIER. Telefilm 20.00 TG LA7. 14.15 SCRUBS. Serie 15.10 MODERN FAMILY. Telefilm 16.00 16 ANNI E INCINTA. Varietà 16.50 TEEN MOM. Varietà 17.50 TEENAGER IN CRISI DI PESO. Varietà 18.50 DIARIO DI UNA NERD SUPERSTAR. Telefilm 19.20 SCRUBS. Serie 20.15 MODERN FAMILY. Telefilm 21.10 FILM UN AMORE A 5 STELLE. (Commedia, Usa, 2002) Richardson. 23.00 16 ANNI E INCINTA ITALIA. Varietà 0.50 SOUTH PARK. Cartoni 20.55 TIM CUP: Quarti di finale: Fiorentina Siena 23.00 IL GRANDE COCOMERO. Attualità. Con Linus 0.30 LAW & ORDER. Telefilm. Con S. Epatha Merkerson, Jerry Orbach 20.15 SCONOSCIUTI SPECIALE. Reality 20.35 UN POSTO AL SOLE. Soap 21.05 FILM A PROPOSITO DI SCHMIDT. (Comm., Usa, 2002). Di A. Payne. Con J. Nicholson, K. Bates 20.30 TEMPESTA D’AMORE. Soap Opera 21.10 FILM TRAPPOLA SULLE MONTAGNE ROCCIOSE. (Azione, Usa, 1995). Regia di Geoff Murphy. Con Steven Seagal, Eric Bogosian, Everett McGill 21.10 FILM UN’ESTATE AI CARAIBI. (Commedia, Italia, 2009). Regia di Carlo Vanzina. Con Gigi Proietti, Carlo Buccirosso, Enrico Brignano. Nel programma: Tgcom; Meteo.it 21.10 MISTERO. Varietà. Con Daniele Bossari, Jane Alexander, Marco Berry, Andrea G. Pinketts, Elenoire Casalegno, Clemente Russo 0.30 LE IENE. Varietà 2.05 SPORT MEDIASET. 20.30 OTTO E MEZZO. Attualità. Con Lilli Gruber 21.10 SERVIZIO PUBBLICO. Attualità. Con Michele Santoro 24.00 TG LA7 - NIGHT DESK. Attualità 1.10 MOVIE FLASH. Attualità 1.10 RAI PARLAMENTO TELEGIORNALE. METEO 2. 1.25 UN PRETE TRA NOI. Serie 3.05 TG 2 EAT PARADE. 23.00 GAZEBO. Attualità 24.00 TG 3 LINEA NOTTE. 1.05 ZETTEL 3 - LA FILOSOFIA IN MOVIMENTO. Attualità 23.30 CHASE. Telefilm 0.05 DENTRO LA NOTIZIA. Attualità 1.25 SPECIALEHATFIELDS & MCCOYS LOCATION. Varietà 23.30 SPECIALE - TUTTA COLPA DI FREUD. Var. 23.35 SUPERCINEMA. Att. 24.00 IL TREDICESIMO APOSTOLO 2 ... Miniserie Rai Storia Rai Gulp Real Time 2.30 STUDIO APERTO - LA GIORNATA. 3.00 HEROES. Telefilm 4.25 FILM LE MANIE DI MR. WINNINGER OMICIDA SESSUALE. 1.15 OTTO E MEZZO. Attualità. Con Lilli Gruber 1.55 COFFEE BREAK. Attualità. Con Tiziana Panella Deejay TV 17.00 DEEJAY HITS. Musicale 18.00 SWITCHED AT BIRTH. Telefilm 18.55 DEEJAY TG. 19.00 PERFETTI MA NON TROPPO. Serie 19.30 MELISSA & JOEY. Telefilm 20.00 LOREM IPSUM. Musicale 20.20 FUORI FRIGO. Varietà 20.45 MICROONDE. Varietà 21.00 GIÙ IN 60 SECONDI. Varietà 22.00 DEEJAY CHIAMA ITALIA . Varietà DATI DI PROGRAMMAZIONE FORNITI DA COMPUTIME Film e programmi Nicholson detesta il futuro genero Focus su DiCaprio squalo della finanza Rai4 Warren Schmidt (Jack Nicholson, foto) vedovo depresso e avvilito. Decide di fare i bagagli per un viaggio attraverso il Nebraska, per essere presente alle nozze della figlia con un buono a nulla. A proposito di Schmidt Rai3, ore 21.05 Interviste alla Borsa di Milano sull’anteprima italiana di «The Wolf of Wall Street», il film di Scorsese sull’ex broker Belfort (Leonardo DiCaprio, foto). Come ha reagito la finanza? Adesso Cinema! Iris, ore 23.21 Terence Hill prete-detective Fassina e Feltri ospiti di Santoro Un anziano scomparso da una casa di cura, viene ritrovato in coma accanto al cadavere di una donna. Scattano le indagini, che attirano l’attenzione di Don Matteo (Terence Hill). Don Matteo 9 Rai1, ore 21.10 «Forza Italicum» è il titolo della puntata di stasera. Ospiti di Santoro: Stefano Fassina del Pd, l’imprenditore Alfio Marchini, Enrico Mentana, Vittorio Feltri e Marco Travaglio. Servizio pubblico La7, ore 21.10 Rai5 rai.it rai.it 6.30 MUSICLIFE. Attualità 6.45 SABRINA VITA DA STREGA. Serie 7.15 STREGHE. Serie 8.45 LOST WORLD. Serie 9.35 XENA. Serie 10.20 PRIVATE PRATICE. Serie 11.05 BROTHERS & SISTERS . Telefilm 11.50 STREGHE. Serie 13.20 RUSH. Telefilm 14.05 PRIVATE PRATICE. Serie 14.50 BROTHERS & SISTERS . Telefilm 15.35 LIFE UNEXPECTED. Serie 16.20 ONE TREE HILL. Serie 17.05 RAI NEWS - GIORNO. 17.10 XENA. Serie 17.55 STREGHE. Serie 19.25 BEING HUMAN. Serie 20.25 SUPERNATURAL. Serie 21.10 GAMES OF THRONES. Serie 23.10 FILM AGE OF THE DRAGONS. (Fantastico) 18.20 RAI NEWS - GIORNO. 18.25 DAVID LETTERMAN SHOW. Talk show 19.15 BOCCHERINI, HAYDN. Musica 20.35 PASSEPARTOUT. Attualità 21.15 PETRUSKA PRESENTA. Musica 21.20 L’AFRICAINE. Opera 1.30 DAVID LETTERMAN ... Rai Rai Premiumrai.it Movie 6.30 INCANTESIMO. Soap Opera 7.25 PAGINE DI VITA. Telenovela 8.10 BETTY LA FEA. Telenovela 8.55 LENA: AMORE DELLA MIA VITA. Soap Opera 9.40 ARMY WIVES: CONFLITTI DEL rai.it 18.30 SOGGETTO DONNA. Documenti 19.30 RES GESTAE FATTI. Documenti 20.00 RAI 54. Documenti 20.30 IL TEMPO E LA STORIA. Documenti 21.15 A.C.D.C. EPPUR SI MUOVE:LA RIVOLUZIONE COPERNICANA. rai.it 17.45 RAI NEWS - GIORNO. 17.50 FILM CATTIVE COMPAGNIE. 19.35 FILM IL DIAVOLO E L’ACQUASANTA. 21.15 FILM YOU DON’T KNOW JACK - IL DOTTOR MORTE. 23.30 FILM L’ALBERO DEL MALE. 1.05 RAI NEWS - NOTTE. rai.it realtimetv.it Class Tv DMax La7d class.it dmax.it la7.it 18.45 GRACHI. Telefilm 19.30 VIOLETTA. Telefilm 20.20 TELEFACOCERO NEWS. Serie 20.50 TELEFACOCERO NEWS. Serie 21.15 WINX CLUB. Cartoni 22.05 MIA AND ME. Cart. 22.55 LE STRAORDINARIE AVVENTURE DI JULES VERNE. 19.10 BAKER BROTHERS. Attualità 19.40 LA FABBRICA DEL CIOCCOLATO. Att. 20.40 IL BOSS DELLE TORTE. Attualità 21.10 PARTI DI FAMIGLIA. Attualità 22.10 VENDO CASA... DISPERATAMENTE. Attualità 14.00 HAUNTED COLLECTOR. Serie 16.00 TG GIORNO. Attualità 16.30 TG SPORT. Attualità 17.05 BELLESSERE. Att. 19.30 PUNTO E A CAPO. Att. 20.50 BOMB PATROL AFGHANISTAN. Serie 22.30 SPORT & ADVENTURE. Attualità 18.35 A CACCIA DI AUTO. Documentario 19.30 AFFARI A TUTTI I COSTI. 20.20 BANCO DEI PUGNI. 21.10 DUAL SURVIVAL. Documentario 22.00 MATTO DA PESCARE. 22.50 MOONSHINERS: LA FEBBRE DELL’ALCOL. Documentario 17.10 THE DR. OZ SHOW. Varietà 18.05 CAMBIO MOGLIE. Real. 18.55 TG LA7. 19.00 I MENÙ DI BENEDETTA. Attualità 20.05 CUOCHI E FIAMME. Attualità 21.10 LINEA GIALLA. Att. 24.00 L’ALTRA METÀ DEL CRIMINE. Attualità Rai YoYo Iris Cielo La5 Tv 2000 rai.it iris.mediaset.it cielotv.it LA PIMPA. Cartoni MOFY. Cartoni ZOU. Cartoni BARBAPAPÀ. Cartoni CARTONI DELLO ZECCHINO D ORO. Cartoni 20.10 PEPPA PIG. Cartoni 21.15 LE NUOVE AVVENTURE DI PETER PAN. Cartoni 15.41 FILM 7 DONNE D’ORO CONTRO DUE 07. 17.24 FILM ITALIAN SECRET SERVICE. 19.25 SUPERCAR. Telefilm 20.10 HAZZARD. Telefilm 21.00 FILM LITTLE CHILDREN. 23.21 ADESSO CINEMA! Att. 23.47 FILM CUORI IN ATLANTIDE. 18.15 FRATELLI IN AFFARI. Varietà 19.15 AMERICAN PICKERS. Documentario 20.15 AFFARI DI FAMIGLIA. Varietà 21.10 FILM IL SUPERPOLIZIOTTO DEL SUPERMERCATO. (Commedia, Usa, 2009) 18.30 18.55 19.05 19.30 20.00 mediaset.it 19.30 HART OF DIXIE. Tf 20.20 UNA MAMMA PER AMICA. Telefilm 21.10 THE VAMPIRE DIARIES. Telefilm 23.00 UOMINI E DONNE. Talk show 0.05 ANICA FLASH. 0.10 EXTREME MAKEOVER HOME EDITION. tv2000.it 19.55 LOURDES: IO SONO QUI. Religione 20.00 ROSARIO DA LOURDES - IN DIFFERITA. Religione 20.30 NEL CUORE DEI GIORNI INDACO. Att. 20.55 TG TG. 21.20 LA VITA DAVANTI. Att. 22.10 VADE RETRO. Attualità 47 Corriere della Sera Giovedì 23 Gennaio 2014 Pay Tv Film e programmi Rebecca Hall redime il bandito Affleck Innamoratosi della direttrice di banca che ha preso in ostaggio durante una rapina, Doug (Ben Affleck, foto con Rebecca Hall) vuole cambiare vita. Ma la banda lo costringe a un ultimo colpo. The Town Cinema Energy, ore 21.15 Un reporter scopre il passato di Redford Sky Cinema Sport 12.35 SCUSA, MI PIACE TUO PADRE Lo stretto rapporto tra le famiglie Walling e Ostroff è compromesso dalla relazione tra Paul (Walling) e la figlia degli Ostroff. Sky Cinema 1 HD 13.20 IRINA PALM - IL TALENTO DI UNA DONNA INGLESE Una cinquantenne (M. Faithfull) come tante, a causa di problemi economici, accetta di trasformarsi nell’entraîneuse Irina Palm. Sky Cinema Cult 14.20 BREAKDOWN - LA TRAPPOLA In viaggio per la California, una coppia viene aggredita da un gruppo di rapinatori che rapiscono la donna... Con K. Russell. Sky Cinema Max HD 15.45 LOVE IS ALL YOU NEED Due famiglie si riuniscono per il matrimonio dei loro giovani. E’ così che il padre dello sposo si innamora della madre della sposa! Sky Cinema 1 HD 16.15 BRATZ Sasha, Jade, Yasmin e Cloe sono le quattro adolescenti del gruppo delle Bratz, appena giunte alla high school. Sky Cinema Family 17.20 CYBER ATTACK Un virus, innescato dalla fusione di un reattore nucleare, ha reso autonoma un’intelligenza artificiale pronta a distruggere il mondo. Sky Cinema Max HD 18.55 INCONTRIAMOCI A LAS VEGAS A due amici pugili (A. Banderas e W. Harrelson,) si presenta l’occasione della vita: battersi a Las Vegas, prima del combattimento di Tyson. Sky Cinema Cult 19.25 LA SCOMPARSA DI PATÒ Dal romanzo di A. Camilleri. La curiosa storia della scomparsa di Antonio Patò, direttore della banca di Trinacria nella fine dell’800. Sky Cinema Hits HD 21.00 IL GRANDE SILENZIO P. Gröning racconta la vita nel più antico monastero dell’ordine dei Certosini, vicino a Grenoble. Sky Cinema Classics IL MURO DI GOMMA Film denuncia che prova a raccontarei la tragedia di Ustica: un aereo civile dell’Itavia scompare in volo provocando 81 vittime. Sky Cinema Cult MADAGASCAR 3 - RICERCATI IN EUROPA Alex, Marty, Gloria e Melman sono determinati a tornare nel loro Zoo di Central Park. Lasciata l’Africa si ritrovano però in Europa! Sky Cinema Family IL PRIMO CAVALIERE J. Ormond veste i panni di Ginevra, il cui cuore è diviso tra Re Artù (S. Connery) e il cavaliere Lancillotto (R. Gere). Sky Cinema Max HD Serie Tv Intrattenimento 21.10 22.40 23.05 0.35 W.E. - EDWARD E WALLIS La storia di due donne fragili ma determinate e separate da più di sei decadi: Wally Winthrop e Wallis Simpson. Regia di Madonna. Sky Cinema Passion HD LA REGOLA DEL SILENZIO - THE COMPANY YOU KEEP La vicenda dell’avvocato Jim Grant, padre e vedovo la cui vera identità viene a galla improvvisamente. Dal romanzo di Neil Gordon. Sky Cinema 1 HD TRE UOMINI E UNA PECORA Quattro amici volano in Australia per il matrimonio di uno di loro. Qui le divergenze con la famiglia della sposa creano equivoci a non finire! Sky Cinema Hits HD LAGUNA BLU: IL RISVEGLIO Emma e Dean, entrambi studenti ma molto divesi tra loro, si ritrovano accidentalmente su un’isola deserta. In attesa dei soccorsi... Sky Cinema Family FIORI D’ACCIAIO In un paesino della Louisiana si sta per svolgere un matrimonio: emergono le ansie delle cinque protagoniste. Con S. MacLaine. Sky Cinema Passion HD MAMMA ROMA Capolavoro diretto e scritto da P. P. Pasolini, interpretato magistralmente da A. Magnani, nel ruolo di una prostituta. Sky Cinema Classics 15.30 VELA: ROYAL LANGKAWI INTERNATIONAL REGATTA Yacht & Sail 16.30 CALCIO: CATANIA - FIORENTINA Serie A Sky Sport 1 HD VELA: ROLEX SPIRIT OF YACHTING 2012 Yacht & Sail 17.00 CALCIO: MILAN - VERONA Serie A Sky Sport 1 HD RUGBY: ZEBRE - TOLOSA Heineken Cup Sky Sport 2 HD 18.00 CALCIO: GENOA - INTER Serie A Sky Sport 1 HD 19.00 WRESTLING: WWE EXPERIENCE Sky Sport 2 HD PESCA: MEN OF THE CLIFF Yacht & Sail 20.00 VELA: FLEET RACING TOUR Yacht & Sail 21.00 TENNIS: SEMIFINALI MASCHILI Australian Open Eurosport CALCIO: JUVENTUS - SAMPDORIA Serie A Sky Sport 1 HD 21.30 CALCIO: BOLOGNA - NAPOLI Serie A Sky Sport 1 HD BASKET: SAN ANTONIO OKLAHOMA CITY NBA Sky Sport 2 HD 22.00 CALCIO: ROMA - LIVORNO Serie A Sky Sport 1 HD 22.30 CALCIO: MILAN - VERONA Serie A Sky Sport 1 HD WRESTLING: WWE NXT Sky Sport 2 HD La vita tranquilla di un avvocato (Robert Redford, foto) viene sconvolta quando un reporter (Shia LaBeouf) ne svela la vera identità: è un ex pacifista radicale, ancora ricercato per omicidio. La regola del silenzio Sky Cinema 1, ore 21.10 Nozze disastrose per sposo e testimoni Uno sposo (Xavier Samuel, primo da destra, nella foto con Kris Marshall, Kevin Bishop e Tim Draxl) e i suoi tre testimoni si recano nell’entroterra australiano per un matrimonio. Sarà un disastro. Tre uomini e una pecora Sky Cinema Hits, ore 21.10 16.10 JESSIE Disney Channel 16.15 DEVIOUS MAIDS - PANNI SPORCHI A BEVERLY HILLS Fox Life 17.00 A.N.T. FARM Disney Channel 18.15 C.S.I. Fox Crime HD HOW I MET YOUR MOTHER Fox HD 19.10 N.C.I.S. Fox Crime HD 20.05 SENZA TRACCIA Fox Crime HD 20.10 VIOLETTA Disney Channel 21.00 UN BLOG DA CANI Disney Channel UNFORGETTABLE Fox Crime HD HOW I MET YOUR MOTHER Fox HD 21.25 A.N.T. FARM Disney Channel HOW I MET YOUR MOTHER Fox HD 21.55 PROFILING Fox Crime HD THE CLEVELAND SHOW Fox HD 22.00 I ROBINSON K2 22.45 THE AMERICANS Fox HD 22.50 GREY’S ANATOMY Fox Life Indagatori dell’incubo Mediaset Premium tra ombre e noir Courmayeur. Scrittori, registi e attori parlano della loro passione per la paura, il mistero, l’orrore. Tra gli altri, Dario Argento, Marco Malvaldi, Giancarlo De Cataldo, Daniela Virgilio. Noir in Festival 2013 - Speciale Sky ARte HD, ore 23 14.14 JOI BEST - 6M. Show JOI 14.27 DR. HOUSE - MEDICAL DIVISION. Telefilm JOI 14.36 MYA MAG. Rubrica MYA 14.52 UNA MAMMA PER AMICA. Telefilm MYA 15.17 SCUSA, MI PIACE TUO PADRE. Film Premium Cinema 15.18 DR. HOUSE - MEDICAL DIVISION. Telefilm JOI 15.00 REBELDE WAY Rai Gulp 15.20 PROJECT RUNWAY USA 10 Fox Life MASTERCHEF MAGAZINE 3 Sky Uno 17.00 BARBIE E LA MAGIA DI PEGASO DeAkids 17.50 STILISTA IN 24 ORE Sky Uno 18.40 HELL’S KITCHEN Sky Uno 19.50 MASTERCHEF MAGAZINE 3 Sky Uno 20.10 MASTERCHEF ITALIA 3 Sky Uno 20.20 TELEFACOCERO NEWS Rai Gulp 21.10 TOTAL WIPEOUT - PRONTI A TUTTO! K2 MASTERCHEF ITALIA 3 Sky Uno 21.50 QUATTRO MATRIMONI IN ITALIA Fox Life RELAZIONI PERICOLOSE LEI 22.15 MASTERCHEF ITALIA 3 Sky Uno 22.55 LA VERITÀ NASCOSTA Sky Cinema Hits HD 15.35 RITORNO A COLD MOUNTAIN. Film Studio Universal 15.46 THE VAMPIRE DIARIES. Tf MYA 16.08 ROYAL PAINS. Telefilm JOI 16.37 ASCOLTA IL TUO CUORE. Film MYA 16.51 BIANCANEVE E IL CACCIATORE. Film Premium Cinema 16.58 ROYAL PAINS. Telefilm JOI 18.15 VANILLA SKY. Film Studio Universal Ragazzi 16.30 LE NUOVE AVVENTURE DI PETER PAN DeAkids 17.00 YIN YANG YO K2 SPONGEBOB Nickelodeon KUNG FU PANDA Rai Gulp 18.10 TOM & JERRY Boomerang 18.15 POKEMON NERO&BIANCO: AVVENTURE A UNIMA K2 19.10 LO STRAORDINARIO MONDO DI GUMBALL Cartoon Network 20.05 SPONGEBOB Nickelodeon 21.15 THE REGULAR SHOW Cartoon Network WINX CLUB Rai Gulp 21.30 LE NUOVE AVVENTURE DI SCOOBY-DOO Boomerang 21.40 ADVENTURE TIME Cartoon Network WINX CLUB Rai Gulp 18.29 ONE TREE HILL. Telefilm MYA 18.38 JOI BEST. Show JOI 18.59 IN ASCOLTO - THE LISTENING. Film Premium Cinema 19.14 MYA MAG. Rubrica MYA 19.30 ER-MEDICI IN PRIMA LINEA. Telefilm MYA 19.38 FAIRLY LEGAL. Telefilm JOI 20.22 ER-MEDICI IN PRIMA LINEA. Telefilm MYA Documentari 14.35 MEGA NAVI Discovery Science 15.44 AFFARI DI FAMIGLIA History Channel 16.45 CACCIATORI D’ORO National Geographic 17.40 CAR STRIPPERS: LE SPOGLIO E CI GUADAGNO National Geographic 18.35 MINATORI D’AZZARDO National Geographic 19.51 AFFARI AL BUIO History Channel 20.43 AFFARI DI FAMIGLIA History Channel 21.00 TOP GEAR Discovery Channel HD ACCUMULATORI SERIALI LEI MARINE MACHINES Yacht & Sail 21.05 AFFARI DI FAMIGLIA History Channel 22.00 FAST N LOUD Discovery Channel HD AFFARI DI FAMIGLIA History Channel 22.35 SELVAGGI SI NASCE DeAkids COME È FATTO Discovery Science 20.25 FAIRLY LEGAL. Telefilm JOI 20.40 CLOSE UP. Documentario Studio Universal 21.15 THE SECRETS - SEGRETI. Film Premium Cinema 21.15 SUITS. Telefilm JOI 21.15 THE SECRET CIRCLE. Telefilm MYA 21.15 L’ISOLA DELL’INGIUSTIZIA ALCATRAZ. Film Studio Universal 22.05 SUITS. Telefilm JOI A fil di rete di Aldo Grasso Il ritorno dell’horror tra donne speciali R iti vodoo, streghe messe al rogo, incantesimi brutali e vittime sacrificali: c’è tutto questo nella terza stagione di «American Horror Story», iniziata da poco su Fox (martedì, ore 22.45). Curioso come il telefilm sia uscito dalla stessa penna del creatore di «Glee» (il trionfo dei buoni sentimenti), Ryan Murphy. La serie è un esperimento interessante: ciascuna delle tre stagioni finora realizzate ha cambiato completamente trama, personaggi, ambientazione, per esploVincitori e vinti rare in profondità tutte le possibili sfumature del terrore, Francesco passando da una casa spiritata Totti a un manicomio criminale per Il calcio arrivare poi a una congrega di batte streghe. A fare da trait d’union la politica. sono stati solo alcuni attori, Serata all’insegna dello che hanno interpretato via via sport con i quarti personaggi diversi. È quella di Coppa Italia e che in gergo si chiama una l’attesa sfida fra «serie antologica». Nella terza Roma e Juventus: stagione, sottotitolata «Coper Francesco Totti ven», la scena si sposta a New e compagni Orleans, e le protagoniste so9.333.000 spettatori, no un gruppo di donne molto 31,1% di share speciali, del presente e del passato, a cui la trasmissione Giovanni ereditaria dei geni ne ha riserFloris vato uno molto inquietante, La politica quello della stregoneria, trasuperata mandato dalle più antiche gedal calcio. nerazioni. Ognuna di loro ha Serata di dibattito proprie capacità paranormali, politico con il talk di compresa la giovane Zoe BenGiovanni Floris: la son, che scopre presto come puntata di «Ballarò» è sensualità e morte si mischino dedicata al PD e al suo in modo letale nei sui poteri segretario Matteo da strega. La cosa più bella è Renzi: per 3.447.000 che l’horror diventa occasione spettatori, 12,7% per raccontare altri temi, più di share generali: amore e morte, trapasso e risurrezione, pregiudizio nei confronti dei diversi (in questo caso le streghe) contrapposto a tolleranza e accettazione. Ma la forza della serie sta anche nel suo cast, con una componente femminile di altissimo profilo. C’è Jessica Lange, nel ruolo della «Suprema» (la strega più potente del gruppo), insieme, tra le altre, a Kathy Bates e Angela Basset. Gli uomini, invece, sono relegati a ruoli minori di supporto. © RIPRODUZIONE RISERVATA Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv 22.05 THE SECRET CIRCLE. Telefilm MYA 22.56 PSYCH. Telefilm JOI 22.58 DALLAS. Telefilm MYA 23.20 COLLATERAL. Film Studio Universal 23.29 MIRAL. Film Premium Cinema 23.44 PSYCH. Telefilm JOI 23.47 DALLAS. Telefilm MYA 0.32 MYA MAG. Rubrica MYA 0.35 DR. HOUSE - MEDICAL DIVISION. Telefilm JOI 0.48 ONE TREE HILL. Telefilm MYA 1.26 DR. HOUSE - MEDICAL DIVISION. Telefilm JOI 1.27 SECRETARY. Film Studio Universal 1.28 ZORRO IL CAVALIERE DELLA VENDETTA. Film Premium Cinema 1.38 THE SECRET CIRCLE. Telefilm MYA 2.11 JOI BEST. Show JOI 48 Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere della Sera Offerta valida fino al 31/01/2014 per Focus 5 porte 1.0 Ecoboost 100CV, grazie al contributo dei Ford Partner. IPT e contributo per lo smaltimento pneumatici esclusi. Focus: consumi da 3.4 a 8.3 litri/100 km (ciclo misto); emissioni CO2 da 88 a 169 g/km. La vettura in foto può contenere accessori a pagamento. Il motore è lo stesso, cambia solo la forma. FORD FOCUS 1.0 EcoBoost™ Engine Technology Queste due auto hanno molto in comune. Che ci crediate o meno, entrambe montano lo stesso, rivoluzionario motore: il nostro 1.0 EcoBoost. È il vincitore del premio internazionale Motore dell’Anno e, con più di 20 km con un litro, è il primo della classe per l’efficienza nei consumi. 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