Rollei RPX 25 ISO: BENTORNATI BASSI ISO

Rollei RPX 25 ISO: BENTORNATI BASSI ISO
Dobbiamo decidere se proteggere il futuro dal passato o cedere alla tentazione di difendere il
passato dal futuro.
Tim O’Reilly
L’affermazione si riferisce alla progressione geometrica delle tecnologie e all’impatto sul sociale,
non ultimo naturalmente il mondo del lavoro.
Ma è un’affermazione che calza perfettamente anche al mondo della fotografia e all’attuale
permanere di una sorta di dualismo tra la fotografia argentica e quella digitale.
Le differenze sono da tempo a tutti note: i sensori dell’ultima generazione hanno risoluzioni ormai
ben superiori alle pellicole e gli obiettivi dell’ultima generazione, o comunque di eccellenza, posso
finalmente dare il meglio di sé, senza contare la possibilità di perfezionare il file in postproduzione
attraverso software proprietari dei vari fabbricanti di ottiche, se non addirittura on camera.
La magia dell’argentico, al contempo, non si è per nulla … ossidata! E’ per questo che fotografiamo
su pellicola ancora con grandissima passione, e scriviamo queste note. E’ per questo che esistono
testate come Classic Camera: la passione, l’empatia, vanno bel al di là di qualunque progresso
tecnologico.
La corsa all’aumento della sensibilità delle pellicole e dei materiali sensibili fotografici più in
generale è durata oltre cento anni: se alla metà del secolo scorso si arrivava a malapena a pellicole
con sensibilità intorno ai 100 ISO, negli anni 90 vennero prodotte pellicole che arrivavano a
sensibilità di 3200 ISO (la Kodak Recording poteva addirittura arrivare a 12.600 ISO): gli street
photographer e gli action reporter erano finalmente accontentati.
Ma al contempo continuavano ad essere prodotte anche pellicole a sensibilità inferiore, quindi 100,
50 e 25 ISO. Quando negli anni 90 Kodak abbandonò la produzione della Technical Pan nel mondo
della fotografia venne quasi dichiarato lutto nazionale: rimaneva ancora la Agfa Orto 25 e la Agfa
APX 25 ISO, che a sua volta non vennero più prodotte. Quindi il poter contare su differenti
sensibilità di pellicola, e conseguenti rese in stampa, è sempre stata una necessità, all’inizio
concentrata sul cercare di aumentare la sensibilità, e poi nel cercare di mantenere pellicole a bassa
sensibilità. Rieccoci accontentati. Rollei ha di recente presentato la nuova pellicola Rollei RPX 25
ISO che va ad affiancarsi alle Rollei RPX 100 e Rollei RPX400.
Rollei ha già a catalogo la Rollei Ortho 25 e la Rollei ATP (32 ISO) ispirata alla Kodak Technical
Pan. E ancora, è disponibile la Agfa Copex, proveniente dal settore repro, correttamente sviluppata
diventa una bellissima da ripresa fotografica.
La prima differenza di questa nuova emulsione, oltre che nella sensibilità, sta nel supporto:
poliestere anziché il canonico triacetato. Uno dei primi vantaggi della base in poliestere sta nella
assoluta trasparenza del supporto. La risoluzione è di ben 260 linee per mm con una mira a
contrasto 1000:1 con un RMS x1000 di appena 8; ricordiamo che la Rollei RPX 100 ha una
risoluzione di 150 linee/mm la Rollei RPX 400 di 110 linee/mm. è disponibile sia nel formato 135
che 120. Può essere esposta e successivamente trattata in un range compreso tra i 12 e i 50 ISO.
L’effetto di non reciprocità parte dal tempo di esposizione di 2 secondi che passano a 3, 10 secondi
si posano a 20 secondi, 20 secondi a 50 e 50 secondi a 180 secondi. La planearità è ottimale grazie
allo strato di protezione no-curling con un ottimo beneficio sia nella scansione che nel
posizionamento sotto l’ingranditore e l’inserimento degli spezzoni nelle pergamine.
E’ una pellicola che si presta benissimo allo sviluppo invertibile con un risultato superiore per
esempio alla compianta Scala per quanto riguarda l’acutanza e la gamma tonale, oltre naturalmente
alla grana che qui è molto più fine. La Rollei RPX 25 varia in modo sostanziale le sue
caratteristiche peculiare in base al tipo di sviluppo utilizzato, valenza che la rende estremamente
duttile e personalizzabile. Rispetto alle RPX 100 e 400, la sensibilità spettrale va oltre il rosso per
sconfinare nell’onirico mondo dell’infrarosso.
Abbiamo realizzato tre differenti test: un primo test comparativo insieme alle altre due emulsioni da
100 e 400 ISO, ottenendo poi diverse stampe, una a partire dalla RPX esposta a 25 ISO, una
seconda esposta a 50 ISO, una terza da RPX 100 alla sua sensibilità nominale, una quarta da RPX
400 esposta a alla sensibilità nominale e una quinta sempre da RPX esposta a 800 ISO. La seconda
è stata una prova sul campo utilizzando sia la RPX 25 alla sua sensibilità nominale che il suo
“estremo” quindi la RPX 400 esposta a 800 ISO. La necessità di poter utilizzare differenti
sensibilità è data naturalmente dal tipo di genere fotografico percorso: i ritratti realizzati a 800 ISO
non in studio necessitavano appunto di un’elevata sensibilità perché non era possibile ricorrere al
treppiedi da un lato, né a illuminazione flash e per il fatto che i soggetti erano in continuo leggero e
imprevedibile movimento; le foto di architettura e di paesaggio, dove la massima quantità d
informazioni del soggetto erano alla base della ricerca, sono state realizzate con la Rollei RPX 25,
la cui sensibilità in diverse foto è stata ulteriormente caricata dell’utilizzo di filtri come l’arancio, il
rosso, e il rosso + pola. Gli scatti a 800 ISO e tutti i test sono stati realizzati con Leica MP e Leica
M6 utilizzando l’obiettivo Summilux 50mm f/1.2: la sua estrema luminosità coniugata con una
fotocamera priva dello specchio – e conseguenti vibrazioni durante lo scatto – hanno permesso di
scattare a mano libera in condizioni di luce critica avvalendosi degli 800 ISO disponibili
sull’emulsione.
Le fotocamere impiegate.
Abbiamo utilizzato due corpi macchina Leica M, una Leica M6 e una Leica MP.
La Leica M6 è prima M con un efficace ed efficiente sistema esposimetrico incorporato TTL –
migliorato rispetto alla precedente Leica M5 -.
Ne sono state prodotte diverse versioni ufficiali; all’interno dei vari lotti sono state apportate diverse
modifiche ufficiose.
La Leica MP, che è l’unica Leica M a pellicola attualmente in produzione, è stata invece
riprogettata partendo dalla Leica M4, ma utilizzando il nottolino di riavvolgimento rende
innanzitutto il nottolino di riavvolgimento pellicola della M3 derivato dalle Leica a vite.
La sua rinnovata essenzialità l’ha resa forse più celebre ed apprezzata rispetto alla stessa M6.
Presentata nel 2003, ha avuto più consensi rispetto alla M7, presentata l’anno precedente. I leicisti
accettarono malvolentieri della Leica M7 la scelta di un otturatore elettronico, con solo due tempi
meccanici a 1/60 e a 1/125 di secondo, nonostante disponesse della possibilità di esporre in
semiautomatismo a priorità di diaframmi, con la possibilità di leggere direttamente nel mirino il
tempo di posa selezionato dalla fotocamera. Personalmente abbiamo invece sempre trovato la M7
una fotocamera molto interessante, proprio per la priorità di diaframmi e la visualizzazione nel
mirino dei tempi di scatto. Alla dipendenza da una batteria si rimedia portandone una di scorta, ma
alla dipendenza da un controllo elettronico dell’otturatore, per un leicista puto sembra non ci fosse
rimedio…
Abbiamo utilizzato un obiettivo Summilux 50mm f/1.4: 8 elementi di cui uno asferico e una
flottante in 5 gruppi, diaframma a nove lamelle, paraluce retrattile incorporato. Anche se il paraluce
incorporato retrattile non è certo il motivo per cui questo obiettivo è già passato alla storia, noi
riteniamo già questa accortezza costruttiva un enorme vantaggio sul campo: il paraluce è sempre
indispensabile, sia per proteggere la lente frontale dalla luce parassita che da accidentali contatti con
dita o altro; il fatto di averlo incorporato lo rende sempre immediatamente fruibile, così come
permette di riporre la fotocamera in una borsa anche molto compatta senza il problema di dover
ogni volta togliere il paraluce; e un paraluce incorporato… non si perde! Sul piano della qualità è
risaputo che si tratta di un’ottica leggendaria: a tutta apertura e grazie al diaframma a 9 lamelle,
permette un meraviglioso bokeh con una leggera perdita di incisione ai bordi che amplifica lo
stacco tra il soggetto in primo piano – quando posizionato al centro dell’immagine- e lo sfondo.
Basta diaframmare a f/4 per migliorare in modo visibile la risoluzione non solo ai bordi ma anche al
centro, per ottenere poi il top a f/8.
Sui vantaggi delle fotocamere a telemetro – le prime mirrorless della storia!- rispetto alle
fotocamere reflex si è detto e ridetto molto, a cominciare dal fatto che nella messa a fuoco manuale
fino a una certa focale il telemetro è più preciso dello schermo con microprismi e immagine
spezzata, per passare poi al fatto che grazie al mirino galileiano il soggetto può essere osservato
anche durante lo scatto, nel momento in cui nelle reflex lo specchio si solleva oscurando la visione,
così che nel caso in soggetto chiudesse gli occhi proprio durante lo scatto, con il mirino galileiano
ce ne si può accorgere. E poi
Alcuni scatti sono stati eseguiti con una Nikon FM3A, che personalmente ritengo essere una delle
più riuscite fotocamere a pellicola meccaniche della storia. Della FM3A ho già parlato in un
precedente numero di Classic Camera.
Presentata nel 2001, quando la maggior parte delle fotocamere erano autofocus, la Nikon FM3A è
stato un meraviglioso canto del cigno morente della produzione mondiale di fotocamere a pellicola.
Sul campo.
Quando si sceglie una pellicola a bassissima sensibilità è immaginabile che si sta cercando il
massimo della definizione nelle foto che ci si è prefissati. La bassa sensibilità unitamente al
probabile uso di filtri per il bianco e nero esorta a utilizzare il treppiedi, strumento però non sempre
disponibile e sempre utilizzabile. Gli scatti sul tetto del Duomo di Milano sono infatti stati scattati a
mano libera: sul tetto così come all’interno del Duomo non è infatti possibile usare il treppiedi.
Detto questo passiamo al formato: visto che la Rollei RPX 25 è disponibile sia in formato 135 che
in formato 120, per ottenere la migliore nitidezza, ovvero il minor rapporto d’ingrandimento a parità
di formato di stampa. Disponendo quindi di una medio formato è naturalmente opportuno lavorare
con pellicola Rollei RPX 25 120. Jacopo Anti ha sviluppata la RPX 25 sia alla sensibilità nominale
che a 50 ISO senza notare differenze rimarchevoli e visibili in stampa tra i due procedimenti.
Notevole invece la differenza della RPX 25, sia a 25 che a 50 ISO rispetto alla Ilford PAN F, un
materiale più difficile da lavorare in sviluppo, e che esce anche da un lavaggio prolungato con
un’intonazione rosata che fa pensare a un fissaggio eseguito malamente (e resta comunque il fatto
che per il procedimento fine art i fissaggi non devono e non possono essere oltremodo prolungati).
Nonostante quanto detto, abbiamo deciso di lavorare in formato 135, da un lato perché comunque
non sarebbe stato possibile usare il treppiedi, dall’altro per dare omogeneità di formato alle varie
fotocamere utilizzate, a cominciare dalla Nikon FM3A, di cui abbiamo già scritto su un precedente
numero del Classic Camera B&W: è una reflex leggera quanto robusta, in grado di lavorare a pile
scariche su tutti i tempi di scatto, da 1/4000 a 1 sec oltre alla posa B, e di lavorare anche con tempi
più lunghi, in priorità di diaframmi, con le pile cariche. Si tratta a mio parere dell’ibrido più riuscito
tra otturatore meccanico ed elettronico, meglio addirittura della stessa Leica M7, dove i tempi di
scatto disponibili a pile scariche sono solo due, oltre naturalmente alla posa B. Ho usato l’obiettivo
28mm Ai f/2.8, che ho sempre apprezzato per il fatto che riesce a focheggiare fino alla minima
distanza di soli 25mm. Sapendo che avrei dovuto lavorare anche con il polarizzatore, questa è stata
la macchina che ho usato per le foto in esterni, potendo contare sulla visione TTL per controllare la
polarizzazione dell’omonimo filtro.
Le altre immagini sono state tutte innanzitutto scattate con il Leica M Summilux 50mm f/1.4, un
obiettivo “mito”, estremamente luminoso e con una qualità ottica assoluta. Di questo obiettivo in
particolare ho sempre apprezzato il fatto che dispone di un paraluce incorporato rientrante che è
davvero possibile avere sempre a portata di mano e quindi utilizzabile ad ogni scatto. I corpi
macchina utilizzati con il Summilux sono stati una Leica M6 e una Leica MP.
Non c’è dubbio: la Leica M6, insieme alla M4 sono state le fotocamere Leica M più utilizzate e
celebrate. Alla robustezza e essenzialità della Leica M5 il modello M6 ha aggiunto un esposimetro
TTL con visualizzazione di sotto/sovraesposizione nel mirino. La Leica M6 è stata fabbricata in
diversi modelli, all’interno dei quali sono stati prodotti lotti con alcune differenze di assemblaggio e
di componentistica. La Leica MP è un progetto completamente nuovo che si è ispirato alla purezza
della Leica MP mantenendo naturalmente l’esposimetro TTL della Leica M6.
E adesso una piccola fiaba, raccontatami dall’amico – e valente e provetto fotografo argenticoAndrea Valsasnini: racconta di un professorone che ha sempre sostenuto che la vibrazione causata
dal ribaltamento dello specchio mette in movimento gli alogenuri d’argento sospesi nell’emulsione
adesa nella pellicola, creando un omogeneo quanto inevitabile micromossso. A sostegno della sua
tesi il professore propone a chiunque di effettuare uno scatto di confronto, su treppiedi, tra una
Rollefilex biottica e una Hasselblad: le foto scattate con Hasselblad risulterebbero meno nitide.
Leggenda metropolitana? Chissà: la cosa mi ha comunque incuriosito e farò la prova; sta per certo
di fatto che lo specchio produce per certo delle vibrazioni: diversamente Hasselblad in testa non
avrebbe provveduto a dotare i suoi corpi macchina dell’alzo intenzionale dello specchio, così come
molte reflex 24x36mm a pellicola nonché digitali. Leica di fatto è una delle prime mirroless della
storia ed è indubbio che l’assenza dello specchio permette tempi di scatto a mano libera di
lunghezza superiore rispetto a una reflex.
Per anagrafica o per passione, non so, sta di fatto che sono quando impugno una Leica M, piuttosto
che una Rolleiflex o ancora – ma su un differente livello- una Nikon (la F3 però, non la FM3A)
percepisco di avere tra le mani una vera macchina fotografica. Approfittando del Summilux, ho
eseguito anche una serie di scatti – che sono poi stati ingranditi e stampati su carta Harman – con
una leica Monochrom: su questa prova ho scritto sul numero di maggio di Tutti Fotografi, qui ve ne
ho dato solo un assaggio, è un tipo di confronto che meglio si adatta al Tutti fotografi piuttosto che
al Classic Camera.
Sono stati altrettanto interessanti, sia sul campo che nei confronti, gli impieghi delle altre due
pellicole RPX di Rollei, la 100 e la 400 ISO, questa esposta nella maggior parte degli scatti a 400
ISO. Ho così dimostrato come la risoluzione della RPX 25 è nettamente superiore rispetto non solo
alla 400, ma anche alla 100 ISO: la base in poliestere della 25 ISO rispetto al triacetato della 100 e
della 400 produce innanzitutto un negativo perfettamente trasparente nelle zone non esposte, senza
alcun velo. Di contro per scattare a mano libera non solo in interni ma anche in condizioni di luce
scarsa, pensare di utilizzare una sensibilità di 25 ISO è a dir poco inimmaginabile. Ecco le
conseguenti emulsioni a 100 e a 400 ISO, che a 800 ISO non si spappola come altre emulsioni di
pari sensibilità; per certo io preferisco una stampa con una grana evidente piuttosto che una stampa
che propone un’immagine mossa, soprattutto se il mosso è indotto dal fotografo che non dal
soggetto in movimento, che ha sempre in questo caso una sua ragione espressiva.
Non solo il non poter rivedere immediatamente l’immagine scattata, ma la trepidante attesa del
verdetto dello sviluppo prima, del provino poi alla ricerca dello scatto indovinato e della stampa
ingrandita alla fine del percorso, fanno tante differenze: la prima, inconfutabile è proprio il supporto
di stampa, soprattutto se baritato che sancisce il percorso argentico, il lungo cammino di Santiago.
La seconda rimane proprio l’atroce deliziosa attesa, non diversa da quando, bambini, si aspettava
che la breve e tarda luce dell’alba delle giornate invernali iniziasse a rivelarsi tra le listarelle delle
tapparelle e annunciasse il giorno, il giorno di Natale e il conseguente permesso di aprire il regali,
attesi per dodici, lunghissimi mesi.
Milano, 28 febbraio del 2014.
Gerardo Bonomo
Tutte le pellicole, i chimici e le carte utilizzate per questo lavoro sono distribuite in Italia da:
PFG PuntoFotoGroup, Via Aristotele 67 Milano
Tel.: 02. 27.000.793 02. 27.00.35.78
www.puntofoto.eu
[email protected]
Tutti gli sviluppi e le stampe sono state realizzate dal laboratorio professionale JacopoBianco&Nero
Via Andrea Solari 72, Milano
Tel.: 02.42293542
www.jacopoanti.com
L’obiettivo Summilux M 50mm f/1.4 è stato messo a disposizione da Leica Italia
La Leica M6 è stata messa a disposizione da Foto Ottica Cavour, Milano
La Leica MP è stata messa a disposizione da New Old Camera, Milano
Gitzo è distribuito in Italia da Manfrotto Distribution: www.gitzo.it
La carta Harman by Hahnemuehle è distribuita in Italia da Apromastore
Tel.: 02.38.011.38 www.apromastore.com. le stampe da file Monochrom sono state realizzate da
Massimo Pinciroli
Dati tecnici: istruzioni per lo sviluppo delle pellicole Rollei RPX
Rollei RPX 25 esposta a 25 ISO: Rodinal (R09 One Shot) 1+ 50 20° 11 minuti
Rollei RPX 25 esposta a 50 ISO: Rodinal (R09 One Shot) 1+25 20 ° 8 minuti
Rollei RPX 100 esposta a 100 ISO: Rodinal (R09 One Shot) 1+50 20° 16 minuti
Rollei RPX 400 esposta a 400 ISO: (Rollei RPX-D) 1+11 20° 11 minuti
Rollei RPX 400 esposta a 800 ISO: (Rollei RPX-D) 1+7 22° 13 minuti
Dida foto:
01 rollei: per utilizzare al meglio la bassa sensibilità offerta dalla RPX 25 è anche possibile
utilizzare un filtro ND per amplificare l’effetto “mosso” degli oggetti in movimento: qui è stato
utilizzato un filtro Neutral Density variabile della giapponese Marumi in grado di spingersi fino a
un assorbimento di 200x. Fotocamera Nikon FM3A con obiettivo 28mm f/2.8 Ai
02 rollei: la Leica MP con il Summilux 50mm f/1.4 usata per la maggior parte delle immagini di
questo articolo.
03 rollei: il sistema di caricamento della Leica MP: come per tutti i modelli Leica sembra
complesso, ma basta seguire alla lettera le istruzioni e il cambio rullo avviene in una manciata di
secondi.
04 rollei: il particolare diaframma a nove lamelle del Summilux: si nota che le lamelle non sono
stondate come molti obiettivi dell’ultima generazione, nonostante questo il bokeh risulta perfetto.
05 rollei: la Rollei RPX 25, così come la 100 e 400 ISO è disponibile in formato 120
06 rollei: per la bassa sensibilità della pellicola da un lato, per ottenere il meglio dalla fotocamera
dall’altro, treppiedi e scatto a distanza rimangono sempre ausili indispensabili. Treppiedi Gitzo
Traveller in carbonio GT1551T.
07 rollei: e in formato 135
08 rollei: Jacopo anti impegnato in una mascheratura durante una delle sedute di stampa per la
realizzazione di questo articolo
01 scansione rollei: Rollei RPX 25 esposta nominalmente, Nikon FM3A, obiettivo Nikkor 28mm
f/2.8. f/8 1/60 di sec., filtro rosso. Giornata di inusuale nitore che ha permesso di leggere
perfettamente fino ai bastioni prealpini e alpini sullo sfondo
02 scansione rollei: Rollei RPX 400 esposta a 800 ISO. Leica MP, obiettivo Summilux 50mm f/1.4.
1/60 di sec a f/2. L’illuminazione era composta da neon a soffitto e diversi tipi di lampade di vario
genere utilizzate dai tatuatori; l’illuminazione molto diffusa non ha aiutato il contrasto
dell’immagine. La grana è più che percettibile specie nelle zone sfuocate sullo sfondo. La messa a
fuoco è stata eseguita sulla mano in primo piano. (immagine scattata durante la Diciannovesima
Tattoo Convention di Milano)
03 scansione rollei: Rollei RPX 400 esposta a 800 ISO, Leica M6, obiettivo Summilux 50mm f/1.4.
1/30 di sec. a f/1.4. Qui l’esposizione è stata effettuata sul riflesso nello pecchio della modella, che
pur illuminata dai neon intorno allo specchio, rifletteva ben poca luce. La modella ha avuto
l’accortezza di guardare direttamente nell’obiettivo rendendo il ritratto ancora più espressivo.
Nonostante la pellicola esposta a 800 ISO qui un obiettivo estremamente luminoso era
indispensabile – impensabile l’uso del treppiedi in questo contesto e al contempo scattare con tempi
di posa lunghi: la modella continuava a muoversi per assecondare la truccatrice – Il Summilux
50mm f/1.4 a tutta apertura ha già una resa più che accettabile, soprattutto al centro – qui i bordi
non erano significativi e per di più dovevano rimanere fuori fuoco per non deconcentrare
l’attenzione sul volto della modella -. Mentre sulle fotocamere digitali dell’ultima generazione si
può supplire alla scarsità di luce con gli alti ISO – senza ormai nessun rumore – e lavorare anche
con obiettivi non così luminosi, in fotografia argentica la luminosità delle ottiche rimane
indispensabile.
04 scansione rollei: Rollei RPX 400 esposta a 800 ISO, Leica M6, obiettivo Summilux 50mm f/1.4.
1/15 di sec. a f/2.8. Un tempo di posa al limite della situazione fotografata: il diaframma
leggermente chiuso ha permesso di mantenere a fuoco tutte le persone riflesse nello specchio.
05 scansione rollei: Rollei RPX 25 ISO esposta nominalmente, Nikon FM3A, obiettivo Nikkor
28mm Ai, f/4 1/30 di sec., filtro rosso + filtro pola. Mi sono sempre piaciuti negli scatti in bianco e
nero, i cieli perfettamente neri, come si ottengono usando la pellicola infrarosso. Con le pellicole
pancromatiche è molto difficile raggiungere lo stesso risultato. Io mi avvicino abbastanza al
risultato del cielo nero utilizzando un filtro rosso contemporaneamente a un filtro polarizzatore: in
base all’ora del giorno e al punto cardinale verso cui è rivolta la fotocamera, il filtro pola può
scurire in modo notevole il cielo, anche se non in modo uniforme, questo dipende dalla focale
impiegata, un grandangolare troppo spinto abbraccia una porzione di cielo talmente vasta da
includere sia le zone polarizzabili che quelle non polarizzabili. A questo si rimedia, oltre che non
utilizzando un grandangolare estremo, scattando in formato verticale, così che la porzione di cielo
inquadrata non sia troppo estesa in larghezza, avendo così la certezza, puntando correttamente la
fotocamera, di avere una polarizzazione omogenea di tutta la parte di cielo inquadrata. Nonostante
la giornata fosse assolata, l’uso di una pellicola a bassa sensibilità unitamente all’assorbimento del
filtro rosso e del filtro pola mi hanno costretto a lavorare quasi a tutta apertura e con un tempo di
scatto al limite dell’utilizzo a mano libera, specie con un’ottica non stabilizzata
06 scansione rollei: Rollei RPX 25 esposta nominalmente, Nikon FM3A, obiettivo Nikkor 28mm
f/2.8. f/8 1/60 di sec., filtro rosso. Giornata di inusuale nitore che ha permesso di leggere
perfettamente fino ai bastioni prealpini e alpini sullo sfondo
07 scansione rollei: Rollei RPX 25 esposta alla sensibilità nominale, Leica MP con Summilux
50mm f/1.4; f/5.5 ¼ di sec.; treppiedi. Un’immagine scattata in interni usando un pannello LED
Spectra di Manfrotto come sorgente di illuminazione; nonostante la luce fosse stata correttamente
direzionata, sul negativo compariva ancora un’idea della parete di fondo e si leggevano purtroppo
perfettamente due tutori che reggevano i rami di queste orchidee; tutto il superfluo è stato bruciato
durante l’esposizione sotto l’ingranditore. La stampa è stata anche sottoposta a un particolare
viraggio split (split toning) con un primo passaggio nel selenio, un secondo nel seppia e un terzo
nell’oro.
09 scansione rollei: Rollei RPX 25 alla sensibilità nominale, Leica MP con Summilux 50mm f/1.4
diaframmato a f/8, treppiedi e scatto a distanza; stampa integrale del fotogramma; base 26,8mm,
ingrandimento sotto l’ingranditore di 7.8x
10 scansione rollei: stesso negativo della foto n.9: la distanza tra il regolo calcolatore di Agfa e il
cronometro è sulla stampa di 20mm, il che significa che sul negativo quella distanza è lunga
2,56mm
11 scansione rollei: nuovo scatto ma con i medesimi parametri della foto n.9; la base dell’immagine
è lunga 27,2mm sulla stampa originale; la distanza tra il regolo calcolatore e il cronometro è ora di
60mm; la stampa è stata ingrandita sotto l’ingranditore di altre 3 volte, per un ingrandimento totale
di 23,4x. Questo significa che stiamo osservando un dettaglio di una stampa che se avesse
abbracciato l’intero fotogramma avrebbe avuto una base di 84 centimetri.
12 scansione rollei: la stessa immagine n.111 scansionata senza il righello: la qualità della nuova
pellicola Rollei RPX 25 è davvero esaltante. Non va dimenticato che il negativo è stato stampato – e
a che ingrandimenti! - è stato poi scansionato e alla fine stampato sulla rivista; durante tutti questi
passaggi inevitabilmente una parte delle informazioni visibili sul negativo si sono perse.
13 scansione rollei: stessi parametri e ingrandimenti dell’immagine n.111 ma utilizzando la
pellicola Rollei RPX 100 ISO esposta alla sensibilità nominale. La nitidezza è ancora croccante ma
la presenza della grana è enormemente più evidente rispetto allo scatto sulla pellicola Rollei RPX
25 ISO
16 scansione rollei: stessi parametri e ingrandimenti dell’immagine n.11 ma utilizzando una
pellicola Rollei RPX 400 ISO esposta alla sensibilità nominale. Per determinati lavori le pellicole a
bassa sensibilità hanno ancora, eccome, ragion d’essere. Il passaggio a un negativo di area
superiore, come il 120, può dimezzare l’ingrandimento, dimezzando di fatto la visibilità della grana.
18 scansione rollei: stessa inquadratura, stesso obiettivo Summilux 50mm f/1.4 diaframmato a f/8,
ma utilizzato su una Leica Monochrom; l’immagine è stata poi stampata su cartoncino Harman by
Hahnemuehle Gloss Baryta 320g/mq e scansionata: come si è comportata la Monochrom rispetto
alla MP? La risposta sul numero di maggio 2014 di Tutti Fotografi.
CIMG1568: vediamo come si comporta la Rollei RPX 25 con le varie filtrature. Qui il backstage
dell’inquadratura, a colori
06 senza filtro: il negativo senza filtrature
06 senza filtro p: il positivo senza filtrature. Fotocamera Nikon FM3A, obiettivo Micro Nikkor
105mm Ai f/4; diaframmato a f/8. Treppiedi, scatto a distanza e autoscatto attivato
07 filtro giallo p: con filtro giallo
08 filtro arancio p: con filtro arancio
09 filtro rosso p: con filtro rosso
10 filtro verde p: con filtro verde
11 filtro infrarot p: con filtro Heliopan Infrarot
Strato di protezione Strato di emulsione Strato Anti‐Alo (AHU) Supporto in PET Strato inferiore (Anti‐curling) DX-Codice (135/36)
RPX 25 135/36 – ISO 25/15° (+3 / ‐1) : 1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
(Spiegazione della codifica DX:
1 e7 = Contatti di riferimento Da 2 a 6 = Sensibilità Da 8 a 10 = Numero pose 11-12
=
Range di esposizione
Questo è il lavoro completo di Gerardo Bonomo, che ha prodotto l’articolo sul
numero 90 (Maggio 2014) di Classic Camera Black & White
Postatarget magazine
N. 90 Maggio 2014 Trimestrale
CAMERA
€ 7.90
BLACK & WHITE
LA TECNICA DEL COLLODIO O I NEGATIVI SOTTO I GHIACCI DEL POLO SUD
IN PROVA LA ROLLEI RPX 25 O L’ENIGMA DELLA LEICA MINENSUCHBOOTE
PORTFOLIO: GERARD KEENAN O ASTE: I PREZZI
DIRETTORE
Sergio Namias
DIRETTORE EDITORIALE
Paolo Namias
TECHNICAL EDITOR
Danilo Cecchi
ART DIRECTOR
Rosanna Checchi
REDAZIONE E COLLABORATORI
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Massimo Bertacchi, Gerardo Bonomo,
Renato Corsini, Luigi Cane, Sara Namias,
Alberto Novo, Paolo Pasini, Eugenio Tursi.
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del Tribunale di Milano N.572 del 25/7/91.
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ISSN: 1125 - 6443
CLASSIC CAMERA
MAGGIO - LUGLIO 2014
90
in copertina
GERARD KEENAN
EDITORIALE
Le antiche tecniche sono un tema importante per noi perchè sono l’espressione più plastica della differenza tra l’omologazione della tecnologia digitale e l’unicità dell’opera fotograca ma non è solo una uestione di irripetibilità”, è anche la possibilità di esplorare nuovi linguaggi espressivi.
Grazie a Giorgio ordin abbiamo ricostruito l’ambiente della fotograa al
collodio, compreso il set di ripresa con tanto di banco ottico e di supporto”
per la testa del soggetto, che era immancabile negli studi di ne Ottocento
a causa dei lunghi tempi di esposizione. E l’ampio backstage mostra passo
passo tutto il procedimento. n altro articolo interessante uello è dedicato
ai negativi ritrovati sotto i ghiacci del Polo Sud sono immagini del fotografo
inglese Herbert George Ponting che faceva parte della spedizione organizzata da Robert Falcon Scott per raggiungere in tre anni successivi il Polo
Sud, una spedizione sfortunata che si concluse senza superstiti Ponting,
che sopravvisse perché si ritirò prima del tragico epilogo, documentò la
spedizione sviluppando circa duemila lastre in vetro di 5x7 pollici e con
7.5 metri di pellicola cinematograca le sue immagini ed i suoi lmati
sono uanto di più spettacolare sia stato registrato in uelle regioni. Aveva
perno allestito una piccola camera oscura. Le basi impiantate da Scott esistono ancora e, pur tutelate come luoghi storici, non hanno ancora nito di
rivelare tutti i loro segreti e agli inizi del 2013 è stata ritrovata nella camera
oscura di Ponting una piccola scatola contenente alcuni negativi fotograci
fusi in un unico blocco di ghiaccio: scongelato con ogni cura, ha rivelato
ventidue pellicole piane! e le mostriamo e vi raccontiamo la storia di uesti esploratori disposti a mettere a rischio la propria vita per amore della
scoperta. a una storia ad un’altra, uella delle Leica Minensuchboote che
si sposa con le navi dragamine della marina tedesca della seconda guerra
mondiale lo scopo della ricerca era di fare luce su certe sigle alfanumeriche incise su fotocamere Leica, obiettivi e mirini, forniti alle forze armate
tedesche durante il secondo conitto mondiale. Ma torniamo ad oggi. cavalli sono animali splendidi che esprimono potenza ed eleganza Gerard
Keenan, che è nato in rlanda, la terra dei cavalli, li conosce molto bene, ma
non solo. Li ama profondamente e sa interpretarli in modo molto efcace.
Ovviamente in bianconero. Gli abbiamo dedicato anche la copertina. Un’attenzione particolare merita anche la prova della Rollei RPX 25, una pellicola dalla grana estremamente ne, molto inferiore a uella della 100 SO se
la corsa all’aumento della sensibilità delle pellicole è durata oltre cento anni,
oggi non possiamo non apprezzare i pregi della bassa sensibilità.
Paolo Namias
SOMMARIO
2 Gerard Keenan 8 Ritrovati sotto i ghiacci i negativi della spedizione di
Scott 16 Ambrotipi al collodio umido: fascino e rigore di una tecnica artigianale 24 Rollei RPX 25: ben tornata bassa sensibilità! 30 Leica Minensuchboote: un enigma risolto 35 La scansione in bianconero: funzioni e
strumenti 40 Le aste: Oltre Leica
TECNICA
ROLLEI RPX 25:
BEN TORNATA
BASSA SENSIBILITÀ!
La Leica MP con il Summilux 50mm f/1.4 e le pellicole Rollei RPX 25, 100 e 400.
La corsa all’aumento della sensibilità delle pellicole è durata oltre cento
anni; se alla metà del secolo scorso
si arrivava a malapena a pellicole con
sensibilità intorno ai 100 ISO, negli anni Novanta vennero prodotte pellicole
che arrivavano a sensibilità di 3200
ISO (la Kodak Recording poteva addirittura arrivare a 12.600 ISO): i reporter ed i fotogra sportivi erano nalmente accontentati.
Al contempo continuavano ad essere
prodotte pellicole a sensibilità inferiore, quindi 100, 50 e 25 ISO perché la
fotograa ha sempre avuto la necessità di pellicole a bassa sensibilità.
Quando negli anni Novanta Kodak abbandonò la produzione della Technical
Pan nel mondo della fotograa venne
quasi dichiarato il lutto nazionale: rimanevano ancora la Agfa Orto 25 e la
Agfa APX 25 ISO, ma anche di queste
venne interrotta la produzione.
La nuova Rollei RPX 25 ISO
Rollei ha di recente presentato la pellicola RPX 25 ISO che va ad afancarsi alle RPX 100 e RPX 400. Nel suo
catalogo vi sono però anche la Ortho
25 e la ATP (32 ISO) che si ispira alla Kodak Technical Pan. E ancora, è
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CLASSIC CAMERA
disponibile la Agfa Copex, proveniente
dal settore repro, che se correttamente
sviluppata diventa una bellissima pellicola da ripresa. Tornando alla nuova
RPX 25 ISO, la prima differenza di questa emulsione, oltre alla sensibilità, sta
nel supporto: poliestere anziché il canonico triacetato. Uno dei vantaggi della
base in poliestere sta nella sua assoluta trasparenza. La risoluzione è di ben
260 linee per millimetro con una mira
a contrasto 1000:1 e un RMS x1000 di
appena 8. A termine di confronto ricordiamo che la Rollei RPX 100 ha una
risoluzione di 150 linee/mm la Rollei
RPX 400 di 110 linee/mm.
La RPX 25 ISO può essere esposta
un range compreso tra i 12 ISO e i 50
ISO, ovviamente adeguando lo sviluppo; l’effetto di non reciprocità parte dal
tempo di esposizione di 2 secondi che
passano a 3, i 10 secondi si posano
a 20 secondi, i 20 secondi a 50 e i 50
secondi a 180.
Lo strato di protezione no-curling garantisce una buona planeità, apprezzabile quando si inserisce la pellicola nell’ingranditore e nelle pergamine,
ma anche in fase di scansione.
La RPX 25 ISO si presta bene allo sviluppo invertibile, con un risultato su-
periore alla compianta Agfa Scala per
quanto riguarda l’acutanza e la gamma tonale, oltre naturalmente alla grana, che qui è molto più ne.
Il test confronto con le altre RPX
La RPX 25 è una pellicola estremamente duttile e personalizzabile, in
quanto varia in modo sostanziale le
sue caratteristiche in base al tipo di
sviluppo utilizzato.
Rispetto alle RPX 100 e 400, la sensibilità spettrale va oltre il rosso per
sconnare nell’onirico mondo dell’infrarosso. Abbiamo quindi messo a
confronto la RPX 25, esposta sia a 25
ISO che a 50 ISO, con le due emulsioni da 100 e 400 ISO, quest’ultima
esposta anche a 800 ISO.
La necessità di utilizzare differenti sensibilità dipende ovviamente dal tipo di
ripresa: nel caso dei ritratti realizzati a
800 ISO avevamo bisogno di un’elevata sensibilità perché non era possibile
ricorrere al ash e i soggetti erano in
continuo leggero movimento.
Le fotocamere impiegate
Per le prove abbiamo utilizzato due
corpi macchina Leica M, una Leica M6
e una Leica MP; la M6 è la prima M
ROLLEI RPX 25: BEN TORNATA
TORNAT
ATA BASSA SENSIBILITÀ
SENSIBILITÀ TECNICA
Rollei RPX 25 esposta al valore nominale: 1/4s a f/5.5 su treppiede con l’illuminatore a Led Spectra di Manfrotto. Nonostante la luce fosse stata correttamente direzionata, sul negativo si intravedevano ancora i due tutori che reggevano i rami di queste orchidee; in fase di stampa il “superfluo”
è stato bruciato sotto l’ingranditore. La stampa è stata anche sottoposta a un particolare viraggio
(split toning) con un primo passaggio nel viraggio selenio, un secondo nel seppia e un terzo nell’oro.
Leica MP con Summilux 50mm f/1.4.
CLASSIC CAMERA
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TECNICA ROLLEI RPX 25: BEN TORNAT
TORNATA
ATA BASSA SENSIBILI
SENSIBILITÀ
TÀ
Rollei RPX 25 esposta al valore nominale: 1/60s a f/8, filtro rosso. La giornata particolarmente limpida rende perfettamente visibili le Alpi. Nikon FM3A con Nikkor 28mm f/2.8.
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CLASSIC CAMERA
Rollei RPX 25 ISO esposta al valore nominale: 1/30s a f/4 con filtro
rosso e polarizzatore. Mi sono sempre piaciuti nel bianconero i cieli
neri che si ottengono con la pellicola all’infrarosso, ma con le pellicole
pancromatiche è molto difficile raggiungere risultati simili. Io utilizzo
un filtro rosso insieme ad un filtro polarizzatore e, in base all’ora del
giorno e al punto cardinale verso cui è rivolta la fotocamera, il polarizzatore può scurire in modo notevole il cielo, anche se non in modo
uniforme; questo dipende dalla focale impiegata: un grandangolare
spinto abbraccia una porzione di cielo talmente vasta da includere
anche zone non polarizzabili. In questi casi una soluzione è scattare in verticale in modo da ridurre la porzione di cielo inquadrato.
Nikon FM3A, obiettivo Nikkor 28mm Ai
ROLLEI RPX 25: BEN TORNATA
TORNAT
ATA BASSA SENSIBILITÀ
SENSIBILITÀ TECNICA
Rollei RPX 25 esposta al valore nominale: l’ingrandimento sotto
l’ingranditore di 7.8x. Sulla stampa la distanza tra il regolo calcolatore di Agfa e il cronometro è di 20mm, il che significa che
sul negativo quella distanza è pari a 2,56mm.
Rollei RPX 25 esposta al valore nominale: qui la distanza tra il regolo calcolatore e il cronometro è di 60mm; l’immagine è stata quindi ingrandita sotto l’ingranditore di 3 volte rispetto alla precedente,
per un ingrandimento totale di 23,4x. Questo significa che stiamo
osservando il dettaglio di una stampa che con l’intero fotogramma
avrebbe avuto una base di 84 centimetri. La qualità di questa Rollei RPX 25 è davvero esaltante; non dimentichiamo che il negativo
è stato stampato e poi scansionato; ad ogni passaggio inevitabilmente una parte delle informazioni presenti sul negativo si perdono.
Rollei RPX 100 ISO esposta al valore nominale. La nitidezza è ancora notevole, ma la grana è molto più evidente rispetto allo scatto con la Rollei RPX 25 ISO.
Rollei RPX 400 ISO esposta al valore nominale. Le prestazioni sono notevolissime, la grana, pur essendo visibile, non è poi così
lontana da quella della 100 ISO.
Rollei RPX 400 esposta a
800 ISO: 1/30s a f/1.4.
L’esposizione è stata
effettuata sul riflesso nello
specchio della modella.
Nonostante gli 800 ISO
qui era indispensabile
usare un obiettivo
estremamente luminoso,
impensabile scattare con
tempi lunghi su treppiede.
Leica M6, obiettivo
Summilux 50mm f/1.4.
con un efcace ed efciente sistema
esposimetrico incorporato TTL, migliorato rispetto alla precedente M5. La Leica MP, che è l’unica Leica M a pellicola attualmente in produzione, è stata riprogettata partendo dalla Leica M4, ma
utilizzando il nottolino di riavvolgimento pellicola della M3 derivato dalle Leica a vite. La sua rinnovata essenzialità
l’ha resa forse più apprezzata rispetto
alla stessa M6. Presentata nel 2003, ha
avuto certamente più consensi rispetto
alla M7, presentata l’anno precedente;
i leicisti accettarono malvolentieri sulla Leica M7 la scelta di un otturatore
elettronico, con due soli tempi meccanici a 1/60 e a 1/125 di secondo, nonostante disponesse della possibilità di
esporre in semiautomatismo a priorità
di diaframmi. Personalmente ho sempre considerato la M7 una fotocamera interessante proprio per la priorità di
diaframma e la visualizzazione nel mirino dei tempi di scatto, ma per un leicista è una questione di losoa.
Come obiettivo abbiamo utilizzato un
Summilux 50mm f/1.4, con diaframma
a nove lamelle, che ha un paraluce
retrattile incorporato; anche se non è
per questo che l’obiettivo è passato alCLASSIC CAMERA
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TECNICA ROLLEI RPX 25: BEN TORNATA
TORNAT
ATA BASSA SENSIBILITÀ
SENSIBILITÀ
Strato di protezione
Strato di emulsione
Strato Anti-Alo (AHU)
Supporto in PET
Strato inferiore
(Anti-curling)
Jacopo Anti impegnato in una mascheratura durante la stampa in camera oscura.
DATI TECNICI PER LO SVILUPPO DELLE PELLICOLE ROLLEI RPX
Esposizione
Rollei RPX 25
Diluizione
Gradi
Tempo
Rodinal (R09 1+25
One Shot)
20°
8 minuti
Rollei RPX 100 100 ISO
Rodinal (R09 1+50
One Shot)
20°
16 minuti
Rollei RPX 400 400 ISO
Rollei RPX-D
1+11
20°
11 minuti
Rollei RPX 400 800 ISO
Rollei RPX-D
1+7
22°
13 minuti
28
50 ISO
Sviluppo
CLASSIC CAMERA
la storia, l’accortezza costruttiva è apprezzabile perché il paraluce protegge la lente frontale dai riessi e averlo incorporato rende tutto più pratico.
Senza contare che, essendo retrattile,
quando si ripone la fotocamera nella
borsa si evita problema di dover ogni
volta togliere il paraluce; e il paraluce
incorporato non si perde!
Sul piano della qualità è risaputo che
si tratta di un’ottica leggendaria; inoltre,
grazie al diaframma a 9 lamelle, a tutta
apertura offre un meraviglioso bokeh.
Basta diaframmare a f/4 per migliorare
in modo visibile la risoluzione non solo
ai bordi ma anche al centro; le migliori
prestazioni si ottengono a f/8.
Sui vantaggi delle fotocamere a telemetro (in fondo le prime mirrorless della storia) si è detto molto, a cominciare
dal fatto che nella messa a fuoco manuale il telemetro è più preciso dello
schermo con microprismi e stigmometro delle reex, oltre al fatto che il mirino galileiano consente di continuare
ad osservare il soggetto anche durante lo scatto mentre nelle reex l’alzo
dello specchio oscura la visione.
Altri scatti li abbiamo eseguiti con una
Nikon FM3A, che personalmente ritengo una delle più riuscite fotocamere
meccaniche della storia. Ma della FM3A
abbiamo già parlato in un precedente
numero di Classic Camera. Presentata
nel 2001, quando la maggior parte delle fotocamere erano autofocus, la Nikon
FM3A è stato un meraviglioso canto del
cigno delle fotocamere a pellicola.
Sul campo
Quando si sceglie una pellicola a bassissima sensibilità è immaginabile che
si stia cercando il massimo della denizione; anche per questo la bassa
ROLLEI RPX 25: BEN TORNATA
TORNAT
ATA BASSA SENSIBILITÀ
SENSIBILITÀ TECNIC
TECNICA
CA
DX-Codice della pellicola 135/36
RPX 25 135/36 – ISO 25/15° (+3 / -1)
Spiegazione della codifica DX
1e7
Contatti di riferimento
Da 2 a 6
Sensibilità
Da 8 a 10
Numero pose
11-12
Range di esposizione
sensibilità esorta a utilizzare il treppiede, ma sul tetto del Duomo di Milano
non è possibile usarlo per cui abbiamo
fotografato a mano libera.
Jacopo Anti ha sviluppato la RPX 25
sia alla sensibilità nominale che a 50
ISO senza notare differenze evidenti
in stampa.
Notevoli invece le differenze della RPX
25, sia a 25 che a 50 ISO, rispetto alla Ilford Pan F, un materiale più difcile da lavorare in sviluppo e che esce
anche da un lavaggio prolungato con
un’intonazione rosata che fa pensare a
un ssaggio eseguito malamente.
Approttando del Summilux, abbiamo
eseguito anche una serie di scatti con
una Leica Monochrom, ma di questo
vedremo i risultati sul numero di giugno di Tutti Fotogra.
Sono stati altrettanto interessanti le
prove delle altre due pellicole RPX
di Rollei, la 100 e la 400 ISO, questa
esposta anche a 400 ISO.
Il giudizio
Al termine della prova non possiamo
che concludere che la risoluzione della RPX 25 è nettamente superiore rispetto non solo alla 400, ma anche alla 100 ISO; inoltre la base in poliestere
della 25 ISO rispetto al triacetato della
100 e della 400 produce un negativo
perfettamente trasparente nelle zone
non esposte, senza alcun velo.
Riguardo alla RPX 400, abbiamo notato come, esponendola a 800 ISO, la
grana non si spappola come accade
alle altre emulsioni di pari sensibilità;
personalmente preferisco una stampa
con una grana evidente piuttosto che
un’immagine mossa.
Certo che rispetto alla possibilità di rivedere immediatamente l’immagine
Il sistema di caricamento della Leica MP: come per tutti i modelli Leica sembra complesso, ma basta seguire alla lettera le istruzioni e il cambio rullo avviene in una manciata di secondi.
RINGRAZIAMO PER LA COLLABORAZIONE
„ PFG PuntoFotoGroup che ha messo a disposizione le pellicole, i chimici e
le carte utilizzate per questo articolo.
Via Aristotele 67 Milano. Tel.: 02-2700.0793 - www.puntofoto.eu [email protected]
La carta Harman Hahnemuehle usata per la prova è distribuita da Apromastore
www.apromastore.com.
„ Il laboratorio professionale Jacopo Anti Bianco&Nero che ha eseguito gli
sviluppi e le stampe
Via Andrea Solari 72, Milano. Tel.: 02-422.93542 - www.jacopoanti.com
„ Leica Italia che ha messo a disposizione l’obiettivo Summilux M 50mm f/1.4
„ Foto Ottica Cavour che ha messo a disposizione la Leica M6.
„ New Old Camera che ha messo a disposizione la Leica MP
scattata offerta dalle fotocamere digitali, la trepidante attesa del verdetto
dello sviluppo è emotivamente coinvolgente, senza contare il piacere di
seguire la stampa in camera oscura e
di scegliere il supporto di stampa, soprattutto se baritato che è un must per
la stampa Fine Art.
Su Tutti Fotografi di giugno pubblicheremo un confronto tra la pellicola
Rollei RPX 25 e la Leica Monochrom.
Gerardo Bonomo
CLASSIC CAMERA
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RPX 25
la soluzione sta nella risoluzione
La gamma delle pellicole bianco/nero Rollei RPX si
arricchisce di una nuova sensibilità di 25/15° ISO:
la RPX 25 si inserisce nell’attuale famiglia,
che insieme alla RPX 100 da 100/21° ISO e
alla RPX 400 da 400/27° ISO costituiscono tre vere e
proprie eccellenze nelle rispettive sensibilità.
Disponibili sia in 35 mm che Rollfilm 120.
© Gerardo Bonomo 2014
Distributore per l’Italia dei prodotti foto-chimici a marchio ROLLEI: Punto Foto Group by KARL BIELSER ss.a.s.
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