Capaccio Paestum 2014

Commissione Nazionale
Italiana per l'UNESCO
Città di
Capaccio Paestum
Organizzazione
delle Nazioni Unite
per l'Educazione,
la Scienza e la Cultura
Azienda Autonoma
Soggiorno e Turismo
Capaccio Paestum
Un'esperienza da vivere tutto l'anno.
An experience to live all the year.
Tracce di Storia
Arte e Cultura
Natura e Sport
Luoghi dello Spirito
Saperi e Sapori
Città di Capaccio Paestum
Assessorato al Turismo
via Stazione Paestum
84047 Capaccio Paestum (SA)
tel. +39.0828.72.56.49
www.comune.capaccio.it
e-mail [email protected]
Capaccio Paestum
SOMMARIO - INDEX
INTRODUZIONE: CAPACCIO PAESTUM
PREFACE: CAPACCIO PAESTUM
7
TRACCE DI STORIA
TRACES OF HISTORY
9
ARTE E CULTURA
ART AND CULTURE
21
NATURA E SPORT
NATURE AND SPORT
29
LUOGHI DELLO SPIRITO
PLACES OF SPIRIT
39
SAPERI E SAPORI
TASTE AND HANDICRAFT
47
INFORMAZIONI UTILI
USEFUL INFORMATIONS
53
CAPACCIO PAESTUM
Capaccio Paestum è una delle città più
importanti della provincia di Salerno per
estensione, risorse agricole, patrimonio
storico-culturale e turismo. La sua economia si basa su due risorse fondamentali, l'agricoltura e il turismo. La città
si articola su un territorio vasto e privilegiato, in cui mare, verde, storia e tradizioni si fondono per dar vita ad
un'esperienza autentica ed unica nel
suo genere. Affacciato sul mar Tirreno,
gode di un affascinante paesaggio naturalistico, dove la tipica macchia mediterranea e la pineta abbracciano e
caratterizzano i 14 km di spiaggia di sabbia finissima. Si estende nella fertile e
generosa piana del Sele dalla quale si
ottengono prodotti genuini come carciofi, pomodori e la mozzarella di bufala
[prodotta secondo la locale tradizione
artigianale]. L'antica città di Paestum,
riconosciuta dall'UNESCO “patrimonio
dell'umanità” è uno dei principali parchi
archeologici del mondo, porta con sé
2500 anni di storia dalla quale è facile
indovinare le gesta e la vita delle antiche popolazioni greco-romane, vantando numerosi visitatori durante tutto
l'anno. Il territorio prosegue e si sviluppa lungo le pendici della collina, ricca di
piantagioni di ulivo e fichi, per poi terminare e completarsi nell'antico borgo di
capaccio, nel quale è possibile apprezzare antichi palazzi storici, portali, vicoletti e un incantevole panorama che
affaccia su tutta la piana volgendo lo
sguardo fino al mare. Terra antichissima, autentico scrigno di tesori, porta
d'ingresso del Parco Nazionale del
Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
Capaccio Paestum is one of the most
important town of the province of
Salerno by extension, agricultural
resources, historical and cultural heritage and tourism. Its economy is based
on two fundamental resources, agriculture and tourism. The town consists of a vast and privileged territory, in
which sea , nature, history and customs come together to give life to an
authentic
and unique experience.
Overlooking the Tyrrhenian Sea, it has
got a charming natural landscape,
where the typical Mediterranean scrub
and pinewood hug and characterize
the 14 km of sandy beach. It extends
over the fertile and generous Plain of
the Sele from which you get genuine
products such as artichokes, tomatoes
and buffalo mozzarella [produced
according to the local craft tradition].
Paestum is a UNESCO "World Heritage
Site" and it is one of the major archaeological parks in the world. It brings
2.500 years of history from which it is
easy to guess the deeds and lives of
ancient greek and roman people.
Many visitors arrive to the town
throughout the year. The territory continues and grows along the slopes of
the hill, rich of plantations of olive and
fig trees, and then terminate and complete in the village of Capaccio, where
you can appreciate the ancient buildings, doorways, alleys and a lovely
view across the plain turning its gaze to
the sea. Ancient land, a real treasure
trove, Paestum is the gateway to the
Cilento, Vallo di Diano and Alburni
National Park.
7
TRACCE DI STORIA
TRACES OF HISTORY
PAESTUM
Paestum, la più bella città della Magna
Grecia, a più di 2500 anni dalla fondazione, conserva intatto il proprio charme.
L'antica città occupa una posizione strategica a pochi chilometri a sud della
costiera Amalfitana e a nord della costiera Cilentana, fungendo da porta
d'ingresso per il Parco Nazionale del
Cilento. Inserita nel 1998 dall'UNESCO
tra i siti patrimonio dell'umanità, oggi è
considerata una delle aree archeologiche più importanti al Mondo. L'antica
Poseidonia, colonia greca, la cui fondazione è collocata dagli storici a cavallo tra
il VI e il V secolo a.C., anche se, secondo
Strabone, già in epoca antecedente, e
cioè tra il VII e il VI secolo a.C., Giasone,
di ritorno dalla spedizione degli
Argonauti che si erano impossessati del
Vello d'oro, si era fermato alla foce del
fiume Sele per erigere un santuario in
onore di Hera Argiva. Nel 273 a.C.
Poseidonia diventa colonia dell'impero
Romano, assumendo il nome di
Paestum. Durante il dominio dei romani,
Paestum subisce profonde trasformazioni urbanistiche e accresce la propria
potenza commerciale, diventando un
punto di riferimento per tutti i traffici che si
sviluppano nel bacino del Mediterraneo.
PAESTUM
After more than 2500 years after its foundation, Paestum is the most beautiful
city of Magna Graecia and it has preserved its charm.
The ancient city is strategically located a
few miles south of the Amalfi coast and
north of the Cilento Coast, it's a gateway
to the Cilento National Park.
Added in 1998 by UNESCO as World
Heritage Site, it is now considered one
of the most important archaeological
sites in the world. The ancient
Poseidonia, a Greek colony, was
founded at the turn of the sixth and fifth
centuries before Christ.
According to Strabo, during the antecedent era, between the seventh and
sixth centuries BC, Jason, return from
the expedition of the Argonauts who had
stolen the Golden Fleece, he had
stopped at the mouth of the river Sele to
erect a shrine in honor of Hera Argiva. In
273 B.C. Poseidon becomes a colony of
the Roman Empire, taking the name of
Paestum. During the domination of the
Romans, Paestum undergoes many
urban transformations and increases its
commercial power, becoming a reference point for all traffic that develop in
the Mediterranean basin.
9
L'area archeologica è racchiusa
all'interno di una cinta muraria di circa 5
km, nasce tra il mare e la collina di
Capaccio, l'antica Caputaquae. L'area
oggi visitabile rappresenta soltanto un
piccolo settore della città antica, il cui
perimetro è definito dal circuito, ben
conservato, delle mura di cinta composte da blocchi di calcare e dotati di 28
torri e di quattro porte principali: Porta
Aurea a Nord, Porta Sirena ad Est, Porta
Marina a Ovest e Porta Giustizia a Sud.
La visita può iniziare dal santuario settentrionale, il cui monumento più importante è rappresentato dal tempio di
Atena [cosiddetto tempio di Cerere],
costruito alla fine del VI secolo a.C. su di
un rialzo artificiale del terreno. A Sud del
santuario è possibile vedere due edifici
pubblici di età greca posizionati
nell'area dell'agorà: il cosiddetto heroon, edificio destinato al culto di un personaggio eminente, forse il fondatore di
Poseidonia eroicizzato dopo la morte;
l'ekklesiasterion, monumento per le
assemblee pubbliche, definitivamente
obliterato in età lucana. Proseguendo
verso Sud, il percorso permette di visitare alcuni isolati e abitazioni di età
romana; lasciando sulla sinistra i resti
dell'anfiteatro, e passando davanti ad
un edificio pubblico dotato di piscina
destinato al culto di Venere, si giunge
nel foro romano; la piazza è circondata
da tabernae e su essa si affacciano il
Comitium, il più importante monumento pubblico della colonia latina, e il
cosiddetto tempio della Pace.
10
The Archaeological area is enclosed
within a wall of about 5 km, born
between the sea and the hills of
Capaccio, the ancient Caputaquae.
Today the area visited represents only a
small sector of the ancient city , whose
perimeter is defined by the circuit, well
preserved. The walls are made of
blocks of limestone and equipped with
28 towers and four main gates: the
Golden Gate to the north, Siren Gate to
the East, Port Gate to the West Gate and
Justice in the South. The tour can start
from the northern shrine, whose most
important monument is the Temple of
Athena [so-called Temple of Ceres],
built in the late sixth century BC on an
artificial increase of the soil. To the south
of the sanctuary you can see two public
buildings located in the old Greek
agora: the so-called "heroon", a building
dedicated to the worship of an eminent
person, maybe the founder of Poseidon
became a hero after his death. The "ekklesiasterion" monument to popular
assembly, finally obliterated in Lucan
Age. Keep coming on the south, the
location allows you to visit some blocks
and houses of the Roman Age. Leaving
on the left the remains of the
Amphitheater, and passing in front of a
public building with a swimming pool for
the worship of Venus, you will take in the
Roman Forum, the square is surrounded by tabernae and on it overlook
the Comitium, the most important public
monument of the Latin colony, and the
so-called Temple of Peace.
Il percorso si conclude con il santuario
meridionale dedicato a Hera, dominato
dalla mole imponente di due templi dorici: la cosiddetta Basilica [530 a.C.], con
nove colonne sulla fronte, e il tempio
cosiddetto di Nettuno [metà V sec. a.C.].
Tutti gli edifici religiosi sono disposti
lungo l'asse mediano da nord e sud, in
posizione leggermente sopraelevata
rispetto al resto dell'antica area urbana
e sono orientati sull'asse est-ovest come
tutti i templi greci. Il più antico tempio è
proprio la Basilica, erroneamente così
definita nel XVIII secolo. Per la mancanza di frontoni [precedentemente crollati] e quindi non riconosciuta come edificio sacro. Costruita nel 550 a.C., risulta
la più arcaica dei monumenti pestani e
con molta probabilità era dedicata a
Hera, divinità sovrana per i Greci. Il tempio di Cerere, realizzato nel 500 a.C. e
denominato tradizionalmente Athenaion,
si distingue per la creazione di pronao
di ordine ionico in una struttura architettonica di ordine dorico. Dominante
nella sua rigorosa unità strutturale è il
tempio di Nettuno, costruito nel 450 a.C..
E' l'esempio più alto di architettura
greca in Occidente. Realizzati in roccia
calcarea, il travertino, i templi sono da attribuire alla fase più arcaica dell'architettura
greca. Sono in ordine dorico, con colonne similmente scanalate e senza basi.
The trip finishes with the southern sanctuary dedicated to Hera, dominated by
the imposing bulk of two Doric Temples:
the so-called Basilica [530 BC], with
nine columns on the front, and the socalled Temple of Neptune [mid-fifth century BC]. All religious buildings are
arranged along the median axis from
north and south, in a slightly elevated
position relative to the rest of the ancient
urban area and they are oriented on an
east-west like all Greek temples. The oldest temple is the Basilica, falsely so
called in the eighteenth century. Due to
the lack of gables [previously collapsed] and therefore not recognized as
a sacred building. The most ancient
monuments of Paestum and was probably dedicated to Hera, the supreme
deity for the Greeks is the temple of
Ceres, built in 500 BC and traditionally
called Athenaion. It is characterized by
the creation of Ionic pronaos in an architectural structure of the Doric order.
Dominant in its rigorous structural unit is
the temple of Neptune, built in 450 BC. It
is the highest example of Greek architecture in the West. Made of limestone,
travertine, Temples are to be attributed
to the more archaic stage of Greek
architecture. They are in the Doric order,
with fluted columns and similarly baseless.
VILLA SALATI E LE BUFALARE
Villa Salati è un antico palazzo gentilizio risalente al 1780, sorto sul piano
dell'antica città di Paestum.
VILLA SALATI AND THE 'BUFALARE'
Villa Salati is an aristocratic building dating back to 1780, built on the plan of the
ancient city of Paestum.
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Inizialmente utilizzata per ospitare nobili e signori del periodo Borbonico, nel
1850, dopo l'acquisto da parte di
Giovanni Salati, le strutture e gli annessi
terreni vennero destinati all'allevamento
bufalino e all'agricoltura. Durante la
Seconda Guerra Mondiale, la villa
venne sequestrata per diventare quartier generale dell'esercito tedesco; solo
grazie all'Operazione Avalanche e lo
sbarco degli Alleati, la villa diventò
prima quartier generale degli Americani
e poi venne restituita alla fine della guerra alla famiglia Salati. Oggi è possibile
visitare la villa padronale accedendo al
nucleo centrale da un viale rettilineo
all'interno del perimetro delle antiche
mura della città di Paestum, lungo il
quale si possono osservare sulla sinistra un roseto di rose pestane e sulla
destra allineate al nucleo centrale, appaiono al visitatore altre sei costruzioni di
varie dimensioni e mole, le cosiddette
“bufalare”, di fronte alle quali sorgono 2
ulteriori manufatti di minori dimensioni
e un fontanile lavatoio.
Le “bufalare”, edifici destinati prevalentemente al ricovero dei butteri, erano
costituite da un solo piano e poggiavano direttamente sul terreno. L'originalità
della struttura consiste nel focolare centrale, fiancheggiato da quattro pilastri
che reggono, insieme con i muri
d'ambito, il tetto. Gli elementi costruttivi
sono disposti secondo lo schema del
mégaron, in cui però l'impluvio quadrato è sostituito da un camino che sporge
col comignolo alla sommità del tetto a
padiglione. I giacigli si disponevano
radialmente intorno al focolare, dove,
nelle lunghe serate d'inverno, veniva
cucinato e consumato collettivamente il
pan cotto. D'estate, invece, la bufalara
veniva abbandonata a causa
dell'acquitrino e delle zanzare.
12
Initially it was used to host nobles and
gentlemen of the Bourbon period, in
1850. After the acquisition by Giovanni
Salati, structures and outbuildings land
was intended for breeding buffalo and
agriculture.
During the Second World War, the
house was seized to become the headquarters of the German army, and only
thanks to Operation Avalanche and the
landing of the Allies, the villa became
the first headquarters of the
Americans. Then it came back at the
end of the war to the Salati family.
Today you can visit the mansion
accessing the core by a straight avenue within the perimeter walls of the
ancient city of Paestum, along which
you can see on the left a rose garden of
roses "pestane" and on the right
aligned to the core, six buildings of various sizes and mass, the so-called "bufalare", in front of which there are two
additional artifacts and a smaller fountain wash.
The "bufalare" buildings used primarily to shelter the cowherds, consisted
of one floor and rested directly on the
ground.
The originality of the structure consists
of a central hearth, flanked by four pillars that support the roof, along with the
walls of the area.
The structural elements are arranged
according to the scheme of the megaron, in which however the impluvium
square is replaced by a chimney with a
stack at the top of the roof.
The beddings were arranged radially
around the hearth, where, in the long
winter evenings, pan cooked was
cooked and eaten collectively.
On the other hand, in summer the
bufalara was abandoned because of
the marsh and mosquitoes.
HERA ARGIVA
A soli 8 km dall'area archeologica di
Paestum, in prossimità della riva sinistra della foce del Sele, sorge il
Santuario di Hera Argiva, la cui scoperta risale al 1934. Gli scavi archeologici hanno inizio con una prima ricognizione archeologica effettuata da Paola
Zancani Montuoro nel 1933, ma solo
nel 1934 insieme con Umberto Zanotti
Bianco, condannato al confine dal regime fascista, annunciano il ritrovamento
del Santuario di Hera [Heraion]. Il culto
di Hera, divinità primaria nell'universo
religioso della cultura greca, sposa di
Zeus, figlia di Chronos, regina degli dei,
raccoglie in sé una pluralità di caratteri:
custode della fertilità naturale e umana,
protegge le greggi e i raccolti, è divinità
del territorio in ogni suo aspetto. Nella
sua veste matronale è protettrice
dell'ordine sociale attraverso le nozze e
le nascite. Il suo ambiente naturale è il
giardino, ricco di flora e fauna. Il frutto
che le simboleggia è la melagrana, che
con il vivo colore dei suoi innumerevoli
semi, rappresenta la fertilità. Il mito,
durato secoli, è riconoscibile nella trasposizione religiosa del culto della
Madonna del granato di Capaccio. La
tradizione attribuisce la diffusione di
questo culto originario di Argo agli
Argonauti che, alcune fonti letterarie
[Strabone, Plinio Il Vecchio] considerano anche i fondatori del santuario di
foce Sele, qui approdati durante la spedizione alla ricerca del Vello d'oro, guidati dal mitico Giasone.
HERA ARGIVA
Only 8 km from the archaeological site
of Paestum, near the left bank of the
mouth of the Sele, there is the Sanctuary
of Hera Argiva. Discovered in 1934.
Archaeological excavations started with
an initial archaeological survey carried
out by Paola Zancani Montuoro in 1933, but
only in 1934 together with Umberto Zanotti
Bianco, who was sentenced to the border by the Fascist regime. The discovery of the Sanctuary of Hera [Heraion]
was announced. The cult of Hera, primary religious goddess universe of
Greek culture, wife of Zeus, daughter of
Chronos, Queen of the Gods, brings
together a number of characters. She
was the guardian of natural and human
fertility, protects the flocks and crops, a
Divinity of the territory in all its aspects.
In her capacity as matronly, she was the
protector of the social order through
weddings and births. Its natural environment is the garden, rich in flora and
fauna. The fruit that symbolizes her it's
the pomegranate, the color of its innumerable seeds represents fertility. The
legend, which lasted for centuries, is
recognizable in the transposition of the
religious cult of Madonna del Granato in
Capaccio. Tradition attributes the
spread of this devotion to the original
Argo Argonauts. Some literary sources
[Strabo, Pliny the Elder] also considered
the founders of the Sanctuary of the
mouth Sele, landed here during the expedition in search of the Golden Fleece, led
by mythical Jason.
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L'area sacra, individuabile oggi nel solo
livello di fondazione, si caratterizzava
per la presenza di un thesaurus [un tempio di piccole dimensioni] del VI secolo
a.C.; di un tempio maggiore con otto
colonne davanti, con il pronaos, il naos
[cella], e l'adyton [camera dietro la cella]; e di piccoli sacelli, altari e fosse
piene di oggetti votivi. Oltre alle sole fondazioni, oggi sono visibili molteplici
esemplari di statuette votive [sec. VI-VIV a.C.], in buona parte raffiguranti la
divinità Hera nella configurazione
Kourotropos, cioè seduta su di un alto
sedile con il bambino in braccio. Di grande efficacia visiva sono le decorazioni,
gran parte delle quali arricchivano il lato
orientale e settentrionale del thesaurus,
tra cui il fregio, quasi tutto in arenaria
locale che rappresenta uno dei più completi e significativi complessi figurati
della scultura greca di età arcaica. Nei
rilievi è evidente lo spirito narrativo, che
in genere è noto, almeno per l'età arcaica dei fregi ionici. Le metope scolpite
[esposte nel Museo di Paestum] unite,
in parte, ai triglifi traggono spunto dalla
mitologia greca e dei grandi cicli epici
quali le imprese di Heracle e dei centauri, la guerra di troia con i suoi principali
protagonisti come Achille, Patroclo,
Ulisse e il suicidio di
Aiace. Nei pressi
dell'antico sito sorge
il Museo narrante,
una struttura espositiva interattiva, che
ospita percorsi multimediali e multisensoriali, che offre
spunti e connessioni,
non ospita oggetti,
ma racconta al visitatore un secolo di
ricerca archeologica di uno dei luoghi
più suggestivi della Magna Graecia.
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The area identified today only in the foundation level, was characterized by the
presence of a thesaurus [a small temple] of the sixth century before Christ, a
major temple with eight columns in
front, with the pronaos, naos [a cell],
and adyton [room behind the cell], and
small shrines, altars and moats filled
with votive objects. In addition to the
foundations are still visible many examples of votive statuettes [sec. VI -V- IV
b.C.], mostly representing the Divinity
Hera like "Kourotropos" configuration.
She is sitting on a high seat with a child
in her arms. Decorations have a very
high efficacy, most of which enriched the
eastern and northern side of the thesaurus, including the frieze, almost all local
sandstone which is one of the most comprehensive and significant figurative complex of Greek sculpture from the Archaic
period. In the reliefs is evident the spirit of
the narrative, which is generally known, at
least for the archaic Ionic frieze. The
sculptured metopes [exhibited in the
Museum of Paestum], in part to the triglyphs are inspired by Greek mythology
and the great epic cycles which companies of Heracles and the centaurs, the
Trojan war with its main protagonists, like
Achilles, Patroclus, Ulysses and the suicide of Ajax. Near the
ancient site there is
the Museum "narrante", an interactive exhibition, which multimedia houses and
multi-sensory pathways, which offers
insights and connections. It does not host
objects, but gives to
the visitor a century of archaeological
research of one of the most beautiful
places of Magna Grecia.
CAPUTAQUIS: CAPACCIO VECCHIA
A causa della lenta decadenza commerciale della città di Paestum e
dell'azione del fiume Salso, le cui acque
calcaree, ostruivano le opere di drenaggio e scolo, provocando la formazione
di acque stagnanti, rendendo l'aria insalubre, l'area abitata fino al VII secolo
venne abbandonata e la popolazione
si raccolse sul monte Calpazio, dove
venne edificato un castellum che dominava tutta la piana del Sele. La sua posizione strategica ne fece un centro del
potere dei Longobardi in tutta la regione dal Sele a Velia. Lo sforzo costruttivo
per il castello dovette essere enorme,
se si pensa alle asperità della zona e
alla mancanza assoluta di acqua. Il primitivo nucleo insediativo fu chiuso da
una cinta muraria: le case in un primo
momento erano di legno, come lo
erano anche più tardi quelle povere. Nel
XI secolo si comincia a trovare menzione di una civica nova Caputaquis, un
nuovo quartiere sviluppatosi a nord del
castello in un area più pianeggiante. Più
tardi anche questa parte della città sarà
protetta da una seconda e possente
cinta muraria con almeno sei torri e tre
porte in corrispondenza delle strade. A
valle, vicino alla via del Cilento si svolgeva il mercato del giovedì e si macinava il grano nei mulini sul fiume.
CAPUTAQUIS: CAPACCIO VECCHIA
Because of the slow decline of the commercial city of Paestum and the action of
the river Salso, whose waters limestone,
obstructed the drainage and run-off,
causing the formation of stagnant water,
making the air unhealthy, the area inhabited until the seventh century was abandoned and the population gathered on
Mount Calpazio. A castellum was built, it
dominated the whole plain of the Sele.
Its strategic location made it a center of
power of the Lombards in the entire
region from Sele to Velia. The effort to
build the castle was huge, if you consider the roughness of the area and the
absolute lack of water. The first primitive
settlement was enclosed by a wall: first
houses were made of wood, as were
later the poor. In the eleventh century we
begin to find mention of a civic
Caputaquis nuova, a new developing
area north of the castle in a flatter area.
Later this part of the city will be protected by a second and mighty wall with,
at least, six towers and three gates at the
streets. Downstream, near the Via del
Cilento market was held on Thursday
and mill the corn mills on the river.
During the eleventh century the city
enjoyed some prosperity, contrary to
what happened in the neighboring
areas.
15
Intorno all'anno mille la città godeva di
una certa prosperità, contrariamente a
quanto avveniva nelle aree limitrofe. La
situazione cambiò con l'insediamento
della dinastia Sveva [1186]: la perdita
d'autonomia e d'importanza della città
di Salerno, comportò una concentrazione dello sviluppo dei centri intorno a
Napoli, a discapito di quelli periferici, come
la piana del Sele e il Cilento. Capaccio per
la sua posizione strategica divenne nel
1230 Castrum R. Curiae, alle dirette
dipendenze dell'imperatore Federico II.
Il periodo Svevo fu segnato fortemente
dalla lotta tra Impero e Papato. La
Congiura di Capaccio, con relativa
distruzione della città e del castello, ne
è la prova. In tutti i feudatari dell'Italia
Meridionale, si insinuò il sospetto e la
paura che l'imperatore potesse togliere
loro i privilegi che avevano acquisito,
volendo Federico II gestire lo stato in
maniera più moderna. Il papa non vedeva di buon occhio l'astro nascente di
Federico, né la possibile unione tra impero
e regno di Napoli e Sicilia, per timore di
essere schiacciato e scomparire dalla
scena politica. Cercava dunque il pretesto
per eliminare l'incomodo. L'imperatore fu,
infatti, scomunicato due volte da
Gregorio IX nel 1228 e nel 1239, per essere poi finanche deposto dopo il concilio
di Lione voluto da Innocenzo IX nel 1244.
I feudatari campani, di fronte a questo
stato di fatto, calcolando di poter guadagnare molto stando dalla parte del papa,
ordinarono una congiura contro
l'imperatore. Il complotto è passato alla
storia col nome di Congiura di Capaccio.
I congiurati, scoperti, si ritirarono in due
castelli, a Sala Consilina e a Capaccio.
Sala fu subito presa, Capaccio resistette
per tre mesi, mentre Federico II, dalla
località S. Lucia, attualmente in comune
di Giungano, dirigeva le operazioni militari.
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The situation changed with the establishment of the Swabian dynasty
[1186]: the loss of the autonomy and
importance of the city of Salerno,
involved a concentration of development centers around Naples, to the detriment of the periphery, as the plain of
the Sele and Cilento. Capaccio became
Castrum R. Curiae thanks to its strategic location in 1230, reporting directly
to the Emperor Frederick II. The
Swabian period was strongly marked
by the struggle between the Empire and
the Papacy. The Conspiracy of
Capaccio, with the destruction of the
city and castle, is the proof. In all the
feudal lords in Southern Italy, crept suspicion and fear that the Emperor could
take away their privileges they had
acquired, wanting to Frederick II to
manage state in a more modern way.
The pope did not look favorably on the
rising of Frederick, nor the possible
union between the Empire and the
Kingdom of Naples and Sicily, in fear
of being crushed and disappear from
the political scene. He sought an
excuse to eliminate the trouble. The
emperor was, in fact, excommunicated two times by Pope Gregory IX in
1228 and in 1239, only to be deposed
even after the Council of Lyons wanted
by Innocent IX in 1244. The feudal
lords of Campania ordered a conspiracy against the emperor figuring they
can gain a lot from being part of the
Pope. The plot has gone down in history as the Conspiracy of Capaccio.
The conspirators were discovered, so
they retreated into two castles, Sala
Consilina and Capaccio. The first one
was immediately taken, Capaccio
resisted for three months, while
Frederick II, from S.Lucia now called
Giungano, personally directed the mili-
Forse per il tradimento di una donna, o
molto più probabilmente per la penuria
di acqua e cibo, Capaccio fu espugnata.
I congiurati furono tutti uccisi, chi accecato, chi calpestato dai cavalli, chi gettato dalla rocca e molti, cuciti in sacchi di
cuoio insieme a un cane, una scimmia,
un gallo e una vipera, furono gettati nel
mare di Paestum. Di Capaccio Vecchia,
che già andava spopolandosi, non rimase che la cattedrale e le rovine del castello appollaiato sulla montagna. La vittoria
fu di risonanza internazionale, ne ebbero
notizia direttamente dall'imperatore il
principe di Tolosa e il re d'Inghilterra.
Perhaps because of the betrayal of a
woman, or more likely because of a
shortage of water and food, Capaccio
was conquered. The conspirators were
killed, blinded, trampled by the horses,
threw the rock and many stitched in
leather sacks with a dog, a monkey, a
rooster and a snake, and then they were
thrown into the sea at Paestum. Finally, it
lasted only the Cathedral and the castle
ruins roosted on the mountain. The victory was important especially abroad,
the prince of Toulouse and the King of
England had news directly from the
emperor.
CAPACCIO: IL CENTRO STORICO
Capaccio con il suo centro storico
ebbe origine in seguito al graduale
abbandono degli abitanti di Capaccio
vecchia, dopo che quest'ultima venne
espugnata da Federico II di Svevia. "Capaccio Nuova", così inizialmente veniva
chiamata per distinguerla dal nucleo
più antico, situata in una splendida posizione panoramica, tra il Monte Soprano
[1082 m.] e il Monte Sottano [632 m.] a
quote variabili dai 308 ai 450 metri sul
livello del mare, domina la vasta pianura dei templi di Paestum, un ampio arco
che va dal promontorio di Agropoli fino al
Golfo di Salerno e la costiera Amalfitana.
CAPACCIO: OLD TOWN CENTER
Capaccio with its old town center originated as a result of the gradual abandonment of the inhabitants of Capaccio
Vecchia. After it was conquered by
Frederick II of Swabia. It was initially
called "Capaccio Nuova" in order to distinguish it from the old center, situated in
a splendid panoramic position between
Mount Soprano [1082 m] and Monte
Sottano [632 m], varying from 308 to 450
of altitude above sea level, overlooking
the ample plain of temples in Paestum, a
wide arc that goes from the promontory
of Agropoli until the Gulf of Salerno and
the Amalfi Coast.
17
Capaccio fu abitato fin dall'Epoca
Romana, come testimonia il ritrovamento
di un muro a rete in Via S. Agostino al centro
del paese. Un documento del 1501, nel
Codice Cavese, informa dell'esistenza a est
di Capaccio-Vecchio di un centro abitato
"Li Casali di S.Pietro", dove si presume che
risiedessero i conti nel "castellum vetus" [Castelluccio – oggi Torre Eliseo]. Nel villaggio
S. Pietro si rifugiarono i profughi nel 1246
dopo la distruzione di Capaccio Vecchio
da parte di Federico II. Capaccio era costituito da quattro casali: Monticello,
Casecappola [Case Zappullo], Lauro e
Santuliveto. Nel XVIII secolo la città godette di un periodo di grande benessere
economico, sottolineato dall'intenso sviluppo edilizio. Capaccio si abbellì, in tipico stile settecentesco, da meravigliosi
palazzi, stupendi portali e della Fontana
dei tre delfini. Iniziarono anche intensi
disboscamenti fatti dai contadini che
poi ne ricevevano la terra per un diritto
di “laboranza”. Il paese, così come tutto
il Cilento, nel XIX secolo fu attraversato
dalle idee liberali,
per cui nacquero le
società segrete dei
Carbonari e, successivamente, dei
Filadelfi, che portarono ai vari moti del
1820/21, del 1828 e
del Gennaio e del
Luglio 1848. Capo
dei moti del Gennaio
1848, che costrinsero il Re a concedere
la costituzione, fu
Costabile Carducci di
Capaccio. Dopo una
situazione sostanzialmente invariata, a partire dagli inizi del XX
secolo si registra una
18
Capaccio was inhabited since Roman
Age, as evidenced by the discovery of a
wall in the network in Via S. Augustine at the
center of the town. A document in the Cava
Code dated 1501, informed about the existence east of "Capaccio Vecchia" of a residential area called "Li Casali di San Pietro",
where it is assumed that the accounts were
residing in the "castellum vetus"
[Castelluccio - Today Eliseo Tower]. In
1246 refugees went to the village S. Peter
after the destruction of Capaccio Vecchio
by Frederick II. Capaccio was made up of
four houses in Monticello, Casecappola
[Case Zappullo], Lauro and Santuliveto. In
the eighteenth century the city enjoyed a
period of great economic prosperity, highlighted by the strong building development. Capaccio was embellished in typical eighteenth-century style, with beautiful
palaces, beautiful portals and the Fountain
of the three dolphins. They also began
intense logging done by the farmers that
then they received the land for a right of
"laboranza". The country, as well as all the
Cilento, in the nineteenth century was
crossed by the liberal
ideas that gave birth to
the secret society of
the Carbonari and,
later, the Philadelphians, which led to
several uprisings of
1820/21, 1828 and in
January and July
1848. Head of the
uprisings of January
1848, which forced
the king to grant a constitution was Costabile
Carducci from
Capaccio. After a stable situation since
the beginning of the
fase edilizia di
espansione verso
ovest, prima con la
realizzazione degli
edifici lungo i
Giardini di Piazza
Tempone, che così
inizia ad assumere
un ruolo centrale
nell'organizzazione
della vita cittadina,
poi con lo sviluppo di un cospicuo programma di sistematica edificazione
nell'area degli orti terrazzati a valle del
Convento di S. Antonio. La Capaccio di
oggi si presenta al visitatore con un gradevole asseto urbanistico caratterizzato da palazzi gentilizi e chiese di epoca
barocca. Si impongono all'attenzione
due edifici religiosi risalenti al '700: il
Convento dei Frati francescani e la
Chiesa di S. Pietro Apostolo ricca di interessanti affreschi. Strade e stradine mettono in mostra archi e portali dalle
sobrie linee che raccontano la storia
fatta da gente semplice e laboriosa
estremamente votata ai valori umani.
Nel centro storico, diversi sono i luoghi di
interesse: i Giardini Pubblici, la Torre
Civica, il Salone Rizzo, la casa natale di
Costabile Carducci e l'Ex Palazzo Bellelli.
the beginning of the
twentieth century,
there was a building
phase of westward
expansion, first with
the construction of
the buildings along
the "Giardini Piazza
Tempone", so that it
begins to take a central role in the organization of city life then with the development
of a substantial program of systematic construction of terraced gardens in the valley
of the Convent of S. Antonio. Today
Capaccio introduce to the visitor with a
pleasant urban structure characterized by
noble palaces and churches of the
Baroque era. Attracted the attention two
religious buildings dating back to '700: the
Convent of the Franciscan Friars and the
Church of St. Peter the Apostle full of interesting frescoes. Roads and streets
showcasing arches and portals with sober
lines that tell the history made by ordinary
people and extremely hardworking
devoted to human values. In the historic
center, there are various points of interest
include Public Gardens, the Civic Tower,
the Hall Rizzo, the birthplace of Costabile
Carducci and the Bellelli Former Palace.
TORRE DI PAESTUM
In prossimità del mare vi è la Torre di
Paestum, risale al XVII secolo, una costruzione militare a tronco di cono terminante con una merlatura. L'interno è diviso
in due ambienti sovrapposti raggiungibili attraverso una scala esterna. Un'altra
scala conduce alla terrazza da cui si
può godere di uno stupendo panorama.
Durante lo sbarco degli Alleati sulle coste
di Paestum, durante l'operazione Avalanche,
i tedeschi avevano posizionato sulla
torre una postazione di mitragliatrici.
TORRE DI PAESTUM
Near the sea there is Torre di Paestum,
dates back to the seventeenth century, a
military construction of a truncated cone
terminating in battlements. The interior
is divided into two overlapping reached
via an external staircase. Another staircase leads to a terrace where you can
enjoy a wonderful view. At the time of the
Allied landings on the coast of Paestum,
during Operation Avalanche, Germans
had placed on the top of a tower workstation machine guns.
19
ARTE E CULTURA
ART AND CULTURE
MUSEO ARCHEOLOGICO
Il Museo archeologico Nazionale di
Paestum è uno dei più importanti
musei archeologici dell'Italia
Meridionale. Situato all'interno
dell'antica città, raccoglie gli eccezionali reperti provenienti dalla città di
Paestum, dapprima colonia greca con il
nome di Poseidonia, poi città lucana e
romana, e dal suo territorio. L'idea del
museo nasce nel 1938 con l'architetto
Marcello De Vita che, elabora un ampio
progetto per la costruzione di un edificio destinato ad accogliere l'enorme
quantità di materiali archeologici provenienti dagli scavi del Santuario del Sele,
come le celebri metope scolpite, e dalla
città, ma a causa della guerra i progetti
vengono accantonati. Soltanto agli inizi
degli anni '50 si inizia a realizzare una
parte di questo progetto e viene costruito l'attuale edificio che si inaugura il 27
Novembre del 1952. Vista l'enorme
mole di ritrovamenti, l'edificio si rivela
insufficiente e, nei primi anni '60, su progetto dell'architetto De Felice viene realizzata una nuova ed ampia sala completata da una serie di vani con ampie
vetrate che si aprono suggestivamente
verso la città, la piana e i monti di
Capaccio. Nel 1999 il Museo è stato
sapientemente riorganizzato in modo
tale da poter seguire l'evoluzione storico-cronologica della città dal periodo
greco a quello romano ed è stata allestita e inaugurata una nuova grande sala,
al primo piano, interamente dedicata
alla città e al territorio in età romana.
THE ARCHAEOLOGICAL MUSEUM
The National Archaeological Museum
of Paestum is one of the most important
archaeological museums in the South of
Italy. Placed in the ancient city, it collects
all the exceptional finds from the ancient
city of Paestum, first Greek colony with
the name of Poseidon, and then the
Roman city of Lucania from its territory.
The idea born in 1938 thanks to the
architect Marcello De Vita, he develops
a wide project about the construction of
a building which can contain the enormous amount of archaeological material from excavations of the Sanctuary of
Sele, such as the famous sculptured
m e t o p e s , a n d f r o m t h e c i t y.
Unfortunately projects are shelved
because of the war. Only in the early fifties just one part of this project came
true and the actual Museum is constructed. It opened on 27 November
1952. As the big amount of finds, the
building resulted insufficient, so in the
early sixties, the architect De Felice
provided a new and ample room
complemend by a series of rooms with
large windows that open suggestively
toward the city, the plain and the mountains of Capaccio. In 1999, the
Museum has been reorganized in such
a way as to follow the historical and
chronological evolution of the city's
from the Greek and Roman times. It
was set up and inaugurated a new
large room on the first floor, entirely
dedicated to the city and the territory in
Roman times.
21
Il Museo dispone anche di
una sala didattica, con
annessa aula per proiezioni e conferenze, di laboratori grafici, fotografici e di
restauro, di un ricco archivio e di grandi depositi.
Questi ultimi sono
all'avanguardia per un
innovativo e quasi unico
sistema di catalogazione e
sistemazione delle lastre
tombali dipinte ritrovate
nelle necropoli di Paestum. Al suo interno è possibile ammirare l'esposizione
di suppellettili preistoriche, corredi funerari della città lucana, resti archeologici
scultorei e terrecotte. Una parte del
museo è dedicata alle sculture arcaiche
relative al famoso ciclo di metope
dell'Heraion di Foce Sele, le quali ripercorrono la nascita della città e
l'organizzazione dei suoi spazi pubblici
e privati. Di straordinario interesse sono
le lastre tombali dipinte, tra cui la più
celebre è la Tomba del Tuffatore del
480 a.C., a cui si aggiunge il ciclo delle
tombe dipinte di epoca lucana. La
Tomba del Tuffatore [rinvenuta nel '68]
comprende cinque lastre affrescate.
Quattro di esse che compongono la
cassa sono dipinte e raffigurano un
Convivio o Banchetto funerario.
Il capolavoro è la quinta lastra, quella
della copertura, su cui
è rappresentato, in
una felice
astrazione,
il Tuffatore,
disegnato
con un tratto essenziale e puro.
22
The Museum has got an
educational room too,
with another room for
screenings and lectures,
laboratories of graphics,
photos and restoration,
and a rich store of large
deposits. These are pioneering thanks to an innovative and almost unique
system of cataloging and
arrangement of painted
tombstones found in the
necropolis of Paestum. Inside you can
admire the prehistoric funerary furniture, archaeological remains and
sculptural pottery. Part of the museum
is devoted to the archaic sculptures
related to the famous cycle of
Heraion's metopes of Foce Sele. They
trace the birth of the city and the organization of its public and private
spaces. The tombstones are very interesting, the most famous is the Tomb of
the Diver 480 BC and the cycle of the
painted tombs dating from Lucania. The
Tomb of the Diver [discovered in '68]
includes five plates painted. Four of
them are painted and depict a Convivio
or funeral Banquet. The masterpiece is
the fifth plate on the cover, which is represented in a happy abstraction, the
Diver. It's designed with an essential
and pure trait. The tomb was created by
a greek artist in 480
BC. It is the
only examp l e o f
G r e e k
painting in
Ancient
Greece and
in the East
greek.
L'opera pittorica, realizzata da
un raffinato artista greco del
480 a.C., risulta
attualmente
l'unico esempio
di pittura greca
nella Magna
G r e c i a e
nell'Oriente greco. Nella nuova sezione del Museo
sono esposti i reperti risalenti all'epoca
romana, tra i quali notevoli esempi di statuaria, un tesoretto di denari d'argento,
e importanti documenti epigrafici.
The tomb was
created by a
greek artist in
480 BC.
It is the only
example of
Greek painting
in Ancient
Greece and in
the East greek.
In the new section of the Museum there are finds from
the Roman period, including outstanding examples of statuary, a hoard of silver coins, inscriptions and important
documents.
MUSEO NARRANTE DI HERA ARGIVA
Nei pressi dei resti del santuario di Hera
Argiva, nel 2002 è stato istituito un affascinante museo chiamato “narrante”.
Viene definito tale in quanto attraverso i
vari strumenti della comunicazione viene
esaltata la funzione didattica, illustrativa
ma anche emotiva per le suggestioni
che vengono proposte. In questi spazi
semplici non è stata immaginata
un'esposizione di tipo tradizionale che
avrebbe significato una
duplicazione del già ricco
museo di Paestum, ma è
stato pensato piuttosto a
un'armoniosa integrazione con esso. Il percorso di visita, che utilizza
sia strumenti di tipo tradizionale, sia videoinstallazioni, prodotti multimediali e ricostruzioni virtuali interattive, si sviluppa
come la trama di un racconto che guida il visitatore alla scoperta del santuario. Alla ricostruzione
del paesaggio antico
THE NARRATIVE MUSEUM OF HERA
ARGIVA
Near the sanctuary of Hera Argiva,
there is a fascinating museum called
"narrative". The venue is the old farm
called Procuralio which was used as
storage of materials discovered during
the first excavation of the thirties. This
museum is called "narrative" because of
its didactic function, illustrative but also
emotional for the suggestions that are
offered. In these simple
spaces they imagined a
traditional exhibition that
would not mean a duplication of the rich Museum
of Paestum, but it is an harmonious integration with
it. During the visit there are
traditional instruments
and video installations,
multimedia and interactive virtual reconstructions, a plot of a story that
guides the visitor to discover the sanctuary. The
opening is dedicated to
the reconstruction of the
23
della foce del Sele è dedicata la sala di
apertura, che mostra le variazioni paleoambientali e fornisce la scenografia
naturale che faceva da sfondo al santuario.
La storia della ricerca archeologica viene, invece, illustrata all'interno di una
sala in cui su due schermi a muro e su
un video a pavimento scorrono immagini sincronizzate che illustrano il progredire delle esplorazioni, dando al visitatore l'impressione di assistere alle scoperte dal bordo del cantiere di scavo.
Il cuore del museo è rappresentato
dalla sala delle metope, nella quale
sono esposte le riproduzioni delle lastre
scolpite di età arcaica provenienti dal
santuario di Hera e raffiguranti episodi
di diversi racconti mitici [le fatiche di
Eracle, la guerra di Troia].
Le metope sono sospese al tetto della
sala e rappresentano gli elementi visivi
di una narrazione che, utilizzando insieme il racconto, le luci, i suoni, illustra i
miti rappresentati nei rilievi in modo
molto suggestivo e coinvolgente per il
visitatore. Una scala elicoidale, lungo la
quale sono appese le riproduzioni delle
statuette fittili dedicate alla dea, conduce il visitatore, accompagnato dalle
voci e dai suoni dei devoti, al piano inferiore, ad un punto di osservazione
dell'area archeologica.
Al piano superiore una sala ospita la
ricostruzione degli interni del cosiddetto edificio quadrato, che, ubicato nei
pressi del tempio principale, era destinato con probabilità alla tessitura dei
pepli da offrire alla dea.
Il museo non espone materiale archeologico: le metope, le offerte votive e altri
elementi visibili, sono riproduzioni che
ben rendono la loro funzione illustrativa
e narrativa.
24
ancient landscape of the mouth of the
Sele, it shows paleo-environmental
changes and provides the natural scenery that formed the backdrop to the
sanctuary.
The history of archaeological research
is shown in a room where there are two
screens in a video wall on the floor and
slide synchronized images that illustrate the progress of exploration, giving the visitor the impression of watching the discoveries by edge of the excavation site. In the room devoted to the
illustration of the buildings, several
interactive multimedia stations provide
access to virtual reconstructions of
monuments. The heart of the museum
is the hall of metopes, in which there
are reproductions of sculptured slabs
from the Archaic period from the sanctuary of Hera and depicting various
mythical tales [the labors of Hercules,
the Trojan War]. Metopes are suspended from the roof and represent
visual elements of a tale. The latter
uses together story, lights, sounds and
illustrates myths represented in the
reliefs in a very impressive and engaging point for the visitor. A spiral staircase, along which there are hung
reproductions of clay statuettes dedicated to the goddess, leads the visitor
on the lower floor, together with voices
and sounds of the devotees. Upstairs
there is a room which houses interior of
the so-called square building, which is
located near the main temple. Maybe It
was designed to the weaving of robes
to offer to the goddess.
The museum doesn't expose archaeological material. Metopes, the votive
offerings and other visible items are
reproductions that make their function
illustrative and narrative.
MUSEO DEL GRAND TOUR
Il museo, realizzato dalla Fondazione
Gian Battista Vico, nasce nel 2003
all'interno di alcuni locali del Convento
dei Padri Francescani di S. Antonio in
Capaccio. Il Convento è situato in una
posizione di grande suggestione,
costruito con grande sapienza
nell'orientamento, con un profondo
senso di appartenenza all'ambiente e di
fusione al paesaggio circostante. Posto
su di un promontorio, si affaccia a sudovest su di un panorama unico, che
comprende la piana di Paestum con la
città antica e il golfo di Salerno; a nordest guarda il Monte Soprano che lo
sovrasta, ponendosi a cerniera tra la pianura con il mare e la montagna. I caratteri architettonici del complesso conventuale, ancora in gran parte integri,
sono di grande interesse, così come il
chiostro, organizzato secondo un sistema di volte a crociera di bella proporzione che coprono il portico ed archi sorretti da pilastri a sezione quadrata smussati agli angoli. Nella parte del complesso una volta più fatiscente oggi troviamo un museo sui percorsi del Grand
Tour, corredato da una sala per attività
MUSEUM OF THE "GRAND TOUR"
The museum was realized by Gian
Battista Vico Foundation in 2003 within
the Convent of the Franciscan Fathers of
St. Anthony in Capaccio. The Convent is
located in a great position, built with
great wisdom in orientation, with a deep
sense of belonging to the environment
and melting the surrounding landscape.
Sited on a promontory, overlooking the
south-west on a unique panorama,
which includes the plain of Paestum
with the old city and the Gulf of Salerno.
North-east it looks at the Monte Soprano
and acts as a hinge between the plain
with the sea and the mountain. The
architectural features of the Convent
Complex are still largely intact as well as
the cloister. They are organized according to a system of vaults of beautiful proportion covering the porch and arches
supported by square pillars rounded at
the corners. A part of the Complex
today is a museum on the trails of the
Grand Tour, accompanied by a hall for
seminars and a garden of medicinal
herbs restored in its original planted.
From mid-eighteenth century, Paestum
was destination for travelers who arrived
25
seminariali e da un orto di erbe officinali
ripristinato nei suoi piantumati originari.
Paestum, dalla metà del XVIII secolo, è
stata meta irrinunciabile dei viaggiatori
che arrivavano in Italia a compiere il
Grand Tour. A Paestum fino alla fine del
Settecento arrivarono studiosi, architetti e antiquaires, letterati di fama [Goethe,
Canova, Winckelmann], che descrissero
con immagini e scritti i luoghi, espandendo la fama del sito in tutta Europa e
provocando quel fenomeno di moda e
di massa che dura fino ad oggi. Il
Museo ospita una collezione di oltre
centoventi opere, per la gran parte incisioni realizzate nella seconda metà del
Settecento. Le più antiche sono le quattro tavole di Morghen del 1765, facenti
parte della serie Vedute della città di
Paestum. A distinguersi attraverso interpretazioni originalissime è Giovan
Battista Piranesi, di cui il museo conserva ventuno tavole. Le immagini da lui
create nel 1778 sono probabilmente
quelle che maggiormente rimangono
impresse nella memoria collettiva:
visioni più che vedute. L'opera senza
dubbio di maggior pregio di tutta la raccolta del museo è il dipinto, a olio su
tela, del pittore tedesco Franz Ludwig
Catel, raffigurante La veduta di Paestum
con i templi, la costiera Amalfitana e
Capri sullo sfondo, realizzato nel 1838.
L'opera di Catel si può definire la 'summa' di una certa pittura di paesaggio
della prima metà dell'Ottocento.
Questo per i suoi aspetti relativi a un
vedutismo che inserisce il tema principale, in questo caso i templi, in un contesto atmosferico reso con sostanziale
naturalismo, che trae linfa vitale dal contatto con il vero. Lungo il percorso sono
collocate sei teche contenenti corredi
tombali di sepolture di età attica e lucana rinvenute nel territorio di Paestum.
26
in Italy to make the Grand Tour. Until the end
of the eighteenth century came scholars,
architects and antiquaires, famous writers
[Goethe, Canova, Winckelmann], who
described places with pictures and writings, expanding the reputation of the site in
the whole Europe and causing the phenomenon of mass fashion until today. The
museum contains a collection of over one
hundred and twenty works, for the most
part engravings made in the second half of
the eighteenth century. The oldest are the
four tables Morghen of 1765, part of the
series views of the city of Paestum. A highly
original interpretations is distinguished by
Giovan Battista Piranesi, his twenty-one
tables are in the museum. The images he
created in 1778 are probably the ones that
mostly remain imprinted in the collective
memory: visions rather than views. The
work of great quality is constituted from the
painting, oil on canvas, by the German
painter Franz Ludwig Catel, depicting the
view with the temples of Paestum, the
Amalfi Coast and Capri in the background
[1838]. Catel's work can be described as
the 'sum' of a certain landscape painting of
the first half of the nineteenth century. This
is for the aspects related to a landscape
painting that places the main theme, in this
case Temples, in an environment with pollution made substantial naturalism, which
draws lifeblood from contact with the real.
Along the route are placed six cases containing tombs and burials Attic Lucan Age
Questi reperti archeologici sono inseriti
nell'esposizione, per sottolineare ancor
di più il contesto in cui veniva a trovarsi il
visitatore nel XVIII e XIX secolo, che
spesso assisteva direttamente a scoperte archeologiche.
found in the area of Paestum. These finds
are included in the exhibition, they emphasize even more the context in which the visitors was in the eighteenth and nineteenth
centuries. He often assisted directly to
archaeological discoveries.
LA STAZIONE DEL DORICO
La stazione del Dorico vuole essere in
futuro una pinacoteca-galleria comunale che, per mezzo di immagini, foto,
opere d'arte contemporanea, materiali
e documenti racconti la storia del territorio dal Settecento a oggi. Oggi il progetto è stato realizzato solo parzialmente, attraverso una piccola ma significativa raccolta di opere in ceramica dei più
rappresentativi ceramisti di Vietri e della
provincia di Salerno. Opere che ora, di
proprietà comunale grazie alla donazione dei ceramisti, sono visibili, in permanenza, presso due piccoli ma storici
locali della stazione, un tempo biglietteria e ufficio ferroviario. La stazione del
Dorico intende promuovere nel prossimo futuro vari eventi, video incontri, performances ad opera di ceramisti italiani
per dialogare, idealmente, con le antiche fornaci del luogo e con il grande
ceramista di Paestum, Assteas e per creare, dopo un lungo silenzio di secoli, un
nuovo interesse intorno alla ceramica,
considerata a torto come "arte minore".
THE DORIC STATION
The Doric Station wants to be a
municipal art gallery which tells the
story of the area from the eighteenth
century to the present, by using
images, photos and works of contemporary art materials. Today the project
has been realized only partially, by a
small but significant collection of
ceramic works of the most representative Vietri ceramics and of the province
of Salerno. This works are owned by
the city, thanks to the donation of the
potters. They are visible in two small
but historic rooms of the station, the
old ticket office and the railways. The
Doric Station intends to promote different events, like video meetings, performances by Italian potters in order to
communicate with the ancient kilns of
the place and the great potter of
Paestum, Assteas and to create a new
interest around the ceramic, which it is
wrongly considered as a "minor art".
27
NATURA E SPORT
NATURE AND SPORT
IL LITORALE
Il territorio di Capaccio Paestum presenta uno dei più bei tratti di costa tirrenica. Il litorale si estende per circa 14
km e si caratterizza per l'elevato valore
naturalistico dato dalla presenza di ecosistemi rari. La spiaggia ancora incontaminata è composta da sabbia finissima,
qui si alternano spiagge attrezzate con
numerosi servizi e divertimenti.
L'arenile, profondo circa 80 metri, non è
sottoposto a eventi erosivi e
all'accumulo di alghe. Nel sistema litorale sono presenti le "dune", le quali
ospitano elementi di vegetazione psammofila. Uno studio sulla flora delle coste
sabbiose del Parco Nazionale del
Cilento ha sottolineato come, lungo la
fascia costiera di Capaccio Paestum,
sia presente e conservato in diversi
punti il paesaggio naturale proprio di
tale ambiente. A sera con un affascinante gioco di luci e caldi colori, il tramonto
regala emozioni uniche all'animo sensibile dello spettatore, accompagnandolo fino ai tenui colori dell'alba.
THE COAST
The territory of the town of Capaccio
Paestum has one of the most beautiful
stretches of the Tyrrhenian coast. The
coast extends for about 14 km and is characterized by the high conservation value
due to the presence of rare ecosystems.
The pristine beach is composed of fine
sand, here are alternated beaches
equipped with many amenities and entertainment. The beach is deep 80 meters, it
is not subject to erosion events and the
accumulation of algae. In the coastal system there are the "dune", which host elements of vegetation psammophilous. A
study on the flora of the sandy beaches of
the Cilento National Park has pointed out
that along the coast of the town of
Capaccio Paestum, the natural landscape is present and preserved in different points just such an environment.
During the evening, there is a fascinating
play of light and warm colors, the sunset
gives unique emotions to the sensitive
soul of the viewer, accompanying him to
the soft colors of the dawn.
LA PINETA
Sfondo di questo meraviglioso spettacolo
l'incorrotta bellezza della pineta con elementi di macchia mediterranea e leccio.
La pineta non è una formazione spontanea ma il risultato della messa a dimora di
due specie di conifere - il Pino Domestico
[Pinus Pinea] ed il Pino d'Aleppo [Pino
Halepensis] - compiuta circa quarantacinque anni fa dal Corpo Forestale dello Stato
per proteggere le aree coltivate più interne
dai venti salmastri provenienti dal mare.
THE PINE FOREST
The background of this wonderful show is
the incorrupt beauty of the pine forest with
elements of Mediterranean holm oak. The
pine forest is not a spontaneous formation
but the result of the planting of two species
of Conifers - the Pine [Pinus pinea] and
Pine of Aleppo [pine Halepensis] - completed about forty-five years ago by the
State Forestry Department to protect cultivated areas further inland from the salty
winds coming from the sea.
29
Di origine naturale è invece la Quercia,
mentre il Leccio è presente in modo
frammentario sulle cime delle Dune. Il
sottobosco della pineta è molto rado e
povero di specie poiché i pini, mai diradati, sono troppo fitti. La scarsità di luce
solare, la resina dei pini e gli aghi, che
coprono completamente il terreno, lo
rendono sterile. La fascia compresa fra
la duna e la pineta, consente di vedere
che la macchia mediterranea si presenta con aspetti diversi per struttura e composizione floristica. Tra le specie si trovano il Lentisco, l'Oleandro, il Ginepro, il
Carrubo, il Corbezzolo e il Mirto.
The oak is a natural substance, while the
Holm is present in a piecemeal fashion
over the tops of the dunes. The undergrowth of the pine forest is very sparse
and species-poor because the pines
are too thick. The lack of sunlight, the
resin of the pine trees and the needles,
which cover the ground, make it sterile.
The area between the dunes and pine
forest, which allows you to see the scrub
shows different aspects of the structure
and the floristic composition. Among different species there are the Mastic, the
Oleander, Juniper, the Carob tree, the
Arbutus and Myrtle.
L'OASI DUNALE
L'Area Protetta Oasi Dunale di Torre
di mare è situata nel tratto di costa antistante l'antica città di Paestum e occupa
una superficie di circa 20 ettari. Salendo
dal mare si attraversa la spiaggia, sabbia chiara e finissima, qua e là piccoli
frammenti lasciati dalle onde, conchiglie, legnetti, alghe. Più a monte, dove
iniziano le dune, compaiono le prime
tracce di vegetazione: sono le rare piante psammofite, o delle sabbie, che con i
loro fusti spessi e spinosi resistono
all'ostilità di quest'ambiente dal substrato sabbioso incoerente e molto
povero di elementi nutritivi e prolungati
periodi di aridità e salinità. Non resistono però, alle ruspe ed alle ruote delle
jeep. Fra le più belle il Pancratium
Maritimum o giglio di mare. Fra la duna
e la pineta s'incontra un residuo di macchia mediterranea, vegetazione bassa
THE OASIS DUNE
The Protected Oasis Area Torre di
mare is situated on the opposite coast
of Paestum, it occupies an area of about
20 hectares. From the sea across the
beach, the sand is clear and fine, small
fragments are left by waves like shells,
sticks and algae.
Further up, where dunes begin there are
some first tracks of vegetation: rare plants
of psammophilous, or sand. With their
thick and thorny stems, withstand the
hostility of this environment.
It has got a sandy substrate and it is lack
of nutrients and prolonged periods of
drought and salinity. They don't resist to
bulldozers and jeep's wheels. Among
these, the most beautiful is the
Pancratium Maritimum or sea Lily.
Between the dune and the pine forest
there is a remnant of the Mediterranean
marquis, low vegetation and rich tangled
30
e intricata ricca di arbusti,
che avrebbe dominato
tutta la fascia costiera se
non fossero state piantate le conifere. Fra le specie più diffuse il mirto, il
lentisco, la smilace.
Caratteristica è la forma
assunta da queste piante, modellate dall'azione
incessante del vento.
Sono inoltre presenti
numerosi esemplari di
eucalipto e di acacia, che
tendono a invadere l'area
della macchia. Gran parte dell'oasi è
coperta da una pineta di Pino
Domestico (pino da pinoli) e Pino
d'Aleppo. Nel sottobosco, molto povero e rado, l'eccezione è rappresentata
dalle chiarìe, piccole zone circoscritte,
dove grazie alla maggiore umidità e la
penetrazione del sole, si possono trovare diverse piante autoctone.
L'iniziativa di tutela, ha preso avvio dalla
comprensione dell'importanza dell'ecosistema dunale e dall'osservazione dei
molteplici motivi di degrado. L'opera di
sensibilizzazione condotta negli anni
dal locale circolo di Legambiente è stata
recepita dall'Amministrazione Cittadina
che si è fatta parte attiva concedendo le
aree demaniali all'associazione.
shrubs that would dominate the entire coast if
they haven't planted conifers. The most important
species are myrtle, mastic, the smilax. Their characteristic is the form
shaped by the wind.
There are also many
examples of eucalyptus
and acacia, which tend
to invade the stained
area. Most part of this
oasis is covered by a
pine forest called Stone
Pine and Aleppo pine. The undergrowth is very poor but thanks to bright
small areas where sun penetrates, you
can find many native plants.
The initiative to protect the environment started from the importance of
the ecosystem of dunes and the observation of degradation.
In recent years Legambiente has carried out an important awareness and
the town has become an active part of
conceding public lands to the association.
There are many objectives, for sure the
Protected Area has an aspiration to
return to the city of PoseidoniaPaestum and the ancient relationship
with the sea.
PIANA DEL SELE
Situata tra il litorale e la collina, la piana
di Capaccio Paestum costituisce un
pezzo della piana del Sele, una pianura
di tipo alluvionale formatasi nel corso
dei secoli grazie al fiume che la solca [il
Sele], la resa è elevata, vi è un tipo di
agricoltura a rotazione non estensiva
con un grado di meccanizzazione elevato. Il riconoscimento di numerosi prodotti tipici è il risultato del buon lavoro.
THE PLAIN OF THE SELE
Capaccio Paestum is a piece of the Sele
plain. It is located between the coast
and the hills in an alluvial plain formed
over the centuries thanks to the river that
runs through it [Sele]. The yield is high,
there is a type of rotation agriculture
non-extensive with a high degree of
mechanization. Lots of typical products
are recognized, that is the result of the
good work.
31
FIUME SELE
Il fiume dell'omonima piana che si
estende da Salerno a Paestum, segna a
valle il confine naturale nordovest del
territorio di Capaccio, delimitato a sudovest da un altro fiume, il Solofrone. Il Sele
nasce a Caposele [m. 420] tra i monti
Picentini e sfocia nel Tirreno dopo un
percorso di 64 km. Le acque del fiume,
dopo la bonifica del basso corso realizzata definitivamente negli anni trenta
del secolo appena trascorso, irrigano
l'intera piana. La salubrità delle acque è
testimoniata anche dalla presenza di
comunità di lontre. Il fascino paesaggistico dell'area della foce può far comprendere il perché intorno alla fine del VII
secolo a.C., un gruppo di Achei provenienti da Sibari, colonia greca sulla
costa ionica fondata circa un secolo prima, decisero di crearvi un santuario
dedicato a Hera. Mentre alla foce del
fiume s'innalzavano i primi edifici del culto, contemporaneamente a otto chilometri più a sud, si definivano gli spazi
urbani della nascente Poseidonia.
SELE RIVER
The plain of the Sele has got an
homonymous river which marks the natural boundary downstream of the territory northwest of Capaccio. The plain
stretches from Salerno to Paestum and it
is bounded on the southwest by another
river, called Solofrone. It rises in
Caposele [m. 420] between Picentini
Mountains and flows into the Tyrrhenian
Sea after a path of 64 km. In the thirties,
water was reclaimed and it irrigated the
entire flat. The health of the water is also
evidenced by lots of otters. Further
North of the river mouth, there is a natural oasis named Persano. The scenic
charm of the area can make people
understand why around the end of the
seventh century BC, a group of
Achaeans from Sybaris, a Greek colony
on the coast of the Ionian, decided to
create a sanctuary dedicated to Hera.
While at the mouth of the river towered
the first buildings of worship, at the
same time eight miles to the south, the
urban Poseidonia started to come alive.
CAPODIFIUME
Gli inizi del processo insediativo sulle
pendici del Calpazio [383 m. s/m], risalgono all'età protostorica. Nell'età del
ferro verso il IX secolo a.C., un gruppo
di cultura villanoviana che praticava
l'agricoltura si stabilì a valle del monte,
nei pressi delle vicine sorgenti del
Capodifiume. Qui le sue acque, molto
ricche di carbonato di calcio, formano
un laghetto su banchi travertinosi, dovuti all'azione delle sorgenti stesse. Nella
piana a sud del lembo calcareo del
Calpazio, erano estratti i travertini impiegati per la costruzione di edifici e strade
nell'antichità e nel medioevo. La stessa
Poseidonia è stata costruita su un
banco calcareo a strati formatisi per la
CAPODIFIUME
The beginnings of the settlement on the
Calpazio [383 m. s/m], date back to
proto-historic age. In the Iron Age in the
ninth century BC, a group of Villanovan
culture that practiced agriculture settled
in the valley of the mountain, near the
headwaters of the nearby Capodifiume.
Its waters are very rich in calcium carbonate, forming a pond of travertine
counters, due to the action of the
springs. In the plain south of the flap
Calpazio limestone, travertine extracts
were used for the construction of buildings and roads during the Middle Ages.
The same Poseidon was built on a
bench limestone layers formed by the
stagnation of the waters of Capodifiume
32
stagnazione delle acque del
Capodifiume che attraversa la piana da
est a ovest. Il fiume avrebbe assegnato
anche il nome a Capaccio, derivante da
Caput Aquae o Caput aquis [capo delle
acque]. Questa è l'etimologia più accettata anche se qualcuno sostiene che le
acque non siano quelle del fiume, ma
d'alcune piccole sorgenti sui monti.
Ritrovamenti di offerte votive testimoniano che a Capodifiume era ubicato un
santuario extra-urbano di tipo rurale
dedicato a una divinità femminile, forse
Demetra o Persefone-Kore probabilmente del periodo lucano più che greco.
that crosses the plain from east to west.
The river assigned the name in
Capaccio, deriving from Caput Aquae
or Caput Acquis [head of waters]. This is
the most accepted etymology, though
some argue that waters are not those of
the river, but from some small springs in
the mountains. Maybe there was a
shrine dedicated to a female deity,
because of some finds of votive offerings located in Capodifiume. The
Divinity can be Demeter or PersephoneKore probably Lucan period and not the
greek one. There are elements of the
Roman period too.
BORGO GROMOLA
La borgata di Gromola, come pure quella di Spinazzo sono sorte in seguito alla
Riforma Agraria avvenuta negli anni cinquanta. La riforma fu preceduta da una
bonifica integrale della piana, che da
piano per il risanamento idraulico per
un territorio governato da un irregolare
regime delle acque, finì per diventare
un vero piano urbanistico. Dal 1926 al
1937 il consorzio di bonifica di Paestum
prosciugò tutta la zona costiera, realizzò un acquedotto e un sistema irriguo, un piano viario per il collegamento
tra i monti e la pianura e in seguito una
serie di strade consortili per collegare i
singoli poderi. Nel dopoguerra il Corpo
Forestale dello Stato impiantava la
fascia pinetata costiera, che doveva proteggere gli insediamenti agricoli. La pianura di Capaccio rimase spopolata fin
quasi al 1955, i braccianti vi scendevano
THE VILLAGE OF GROMOLA
The village called Gromola, together
with Spinazzo and Vannulo born after
the Agrarian Reform in the fifties. Before
the reform there was a reclamation of
the plain, it started with a simple plan for
the rehabilitation and ended up becoming a real urban plan. From 1926 to
1937, the Water Reclamation Authority
of Paestum drained the entire coastal
area, he created an aqueduct and an irrigation system, a plan for the road link
between the mountains and the plains
and then a series of roads to connect
individual farms. After the war, the State
Forest Department implanted the pinewood along the coast, in order to protect the agricultural settlements. The
plain of Capaccio was depopulated
until 1955, laborers went down every
day with carts or on foot, and in more
recent years with trucks. In the evening
33
ogni giorno con le carrette o a piedi, e
negli anni più recenti con gli autocarri,
per ritornare la sera al centro. Questo
stato di cose cambiò solo con
l'intervento dell'Ente Riforma che contribuì in modo determinante a far discendere buona parte della popolazione di
Capaccio e dei centri vicini [Trentinara e
Giungano] per stabilirsi definitivamente
nella piana, sparpagliandosi nelle case
isolate o in piccoli nuclei, alcuni riunendosi attorno alla stazione ferroviaria di
Capaccio Scalo, altri a Ponte Barizzo o
a Paestum. Con l'esproprio [1954] di
alcuni latifondi e l'assegnazione di 414
poderi di 5 e 7 ha. e 178 quote integrative di 1-1,5 ha., l'Ente di riforma creò la
condizione per consolidare questa tendenza.
they came back to the center. This situation changed only with the intervention
of The Reformation, which contributed
significantly to bring down a large part of
the population of Capaccio and surrounding [Trentinara and Giungano]
and to settle permanently in the plain,
scattering in isolated houses or in small
centers, some gathering around the
train station of Capaccio Scalo, others in
Ponte Barizzo or Paestum. With the
expropriation [1954] of some large
estates and the allocation of 414 farms
[5 and 7ha] and 178 additional shares of
1-1.5 ha., the organization created the
condition to consolidate this trend. In
Gromola there is an old Bufalara, a typical example of rural architecture of the
700.
BORGO SPINAZZO
Nell'area pianeggiante, ai piedi del
monte Sottano si estende la contrada di
Spinazzo, che nonostante la crisi
dell'agricoltura, è ancora un attivo centro
agricolo: si coltiva uno dei prodotti tipici
di Paestum, il carciofo, la cui qualità "tonda" dal frutto tenero e carnoso, è particolarmente pregiata. Inoltre persiste la coltivazione del tabacco, attività fiorente nei
primi decenni del secolo scorso, come
dimostrano i due ex-tabacchifici dislocati
nelle località Cafasso e Rettifilo. A queste
produzioni si affiancano i frutteti, in particolare di pesche, mentre la coltivazione del pomodoro colpita da frequenti
crisi si è notevolmente ridotta. Del tutto
scomparsa è la produzione del cotone.
THE VILLAGE OF SPINAZZO
In the flat area, at the foot of the Mountain
Sottano there is Spinazzo, that despite
the agricultural crisis is still an active agricultural center: the typical product of
Paestum is the artichoke, the "round" quality and the soft and fleshy fruit, it is particularly appreciated. Spinazzo persists in cultivating of tobacco, the most important
business in the early decades of the last
century, as demonstrated by the two
tobacco factories located in Cafasso and
Rettifilo. These productions are supported by orchards, especially peaches,
while the cultivation of tomato affected by
frequent crises has been greatly
reduced. The production of cotton has
completely disappeared.
34
COLLINE E MONTI
Lo scenario naturale di Capaccio rientra
nel perimetro del Parco Nazionale del
Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Dei
1.662 ettari di territorio comunale
appartengono al parco 799 ettari, sono
inclusi nella classificazione di Zona I e
corrispondono al massiccio carbonatico del monte Soprano [1.087 metri] e
delle rovine di Capaccio Vecchio. A
quest'area corrisponde anche il S.I.C.
"Monte Soprano e Monte Vesole" [Sito
di Interesse Comunitario, contrassegnato dal n. 120]. Quest'area di notevole pregio naturalistico è caratterizzata
da una vegetazione costituita prevalentemente da faggeti, foreste di caducifoglie e praterie di alta quota. La fauna è
ricchissima e comprende molte specie
proprie delle aree interne del Parco del
Cilento come il Lupo e il Gatto selvatico
tra i mammiferi, il Falco pellegrino,
l'Averla piccola, la Quaglia tra gli uccelli;
il Cervone, il Biacco tra i rettili; l'Ululone
a ventre giallo e la Salamandrina dagli
occhiali tra gli anfibi.
MONTE SOPRANO
Via Colle che è l'appendice di quella
parte popolarmente denominata "Voce
del Gallo" connette storicamente al
sistema di sentieri che risalgono il
Soprano verso le aree boschive e verso
i pascoli montani del Polveracchio,
intensamente utilizzati nel passato,
come risulta da documenti d'archivio e
dai numerosi ruderi di caprili che si conservano lungo i percorsi. Il Soprano è
stato per i Capaccesi, almeno fino
all'immediato dopoguerra una risorsa
alla quale hanno sempre attinto e tuttora oltre a costituire un'occasione per piacevoli passeggiate, molti vi si recano
alla ricerca di asparagi e funghi, tra cui
anche l'ambito porcino.
HILLS AND MOUNTAINS
The natural landscape of Capaccio is
part of the Cilento, Vallo di Diano and
Alburni National Park. Belonging to the
Municipal Park 1.662 hectares of land,
while 799 are included in the classification of Zone I and correspond to the massif of Mount Soprano [1,087 meters] and
the ruins of Capaccio Vecchio. This area
also corresponds to the S.I.C. "Mount
Soprano and Mount Vesole" [Site of
Community Interest, denoted by n. 120].
This remarkable area of natural value is
characterized by a vegetation of beech,
deciduous forests and high altitude
grasslands.
The fauna is rich and includes many species of their inland areas of the Park of
Cilento like the wolf and the wild cat
among the mammals, the peregrine falcon, the little Shrike, the quail among the
birds and the Cervone, the sand lizard
among reptiles, the Ululone with yellow
belly and the spectacled salamander
among amphibians.
MOUNT SOPRANO
Via Colle is the appendix of a part called
"Voice of the Rooster".
It connects the system of trails that date
back to the Soprano wooded areas and
the mountain Polveracchio.
In the past it was very used as evidenced by archival documents and by
the presence of ruins of goat pens that
are preserved along the path.
The Mount Soprano was for
Capaccio's inhabitants a resource from
which they can always draw and now it's
an opportunity for pleasant walks.
Many people go there searching asparagus and mushrooms, including the
Porcino.
35
MONTE SOTTANO
Il contesto di Monticello, il primo dei casali che costituirono Capaccio Nuova, conserva ancora oggi una stretta relazione
con la rete di percorsi che discendono
verso Serra Melito, e risalgono verso le
pendici settentrionali del Monte Sottano
e verso la sella di Padule. Il Vallone di
Serra Melito è costituito da una serie di
balze scavate nella roccia dal torrente,
con arenarie plasmate a conca che incanalano l'acqua di una sorgente posta proprio sotto Ponticello. Da qui passava la
strada che conduceva a Giungano: un
ponte in pietra, il ponte Barrelli, del quale
restano scarse tracce, attraversava il
Vallone. Il percorso s'inerpicava lasciando a valle un gruppo di querce secolari,
nelle cui vicinanze sono evidenti i resti di
un casolare. Formazioni calcaree a strapiombo sovrastano il sentiero che prosegue lambendo il versante meridionale
del Sottano perdendosi a tratti nella macchia. Sull'ingresso del Vallone Serra Tre
Monti, incomparabile monumento naturale, nel quale confluiscono le acque di
Vesole, di Monte Soprano e di Trentinara,
incombe l'antica cava di pietra che ha
squarciato il fianco del monte Sottano,
verso Trentinara. Il letto del torrente, colmo
di ciottoli fossiliferi, tra le ripide coste ricoperte di fitta vegetazione, risale fino alla
conca "Repezzole" circondata da alte
pareti rocciose. Questo luogo poco conosciuto per qualità naturalistiche e posizione, si pone come un importante elemento di connessione tra la piana di
Paestum e il Parco Nazionale del Cilento.
36
MOUNT SOTTANO
Monticello, the first of the houses that
formed Capaccio Nuova, still keeps a
close relationship with the network of
paths leading down to Serra Melito, and
date back to the northern slopes of
Mount Sottano and to the saddle of the
Padule. The Valley of Serra Melito is
made up of a series of ledges carved
into the rock by the river, with sandstone
shaped trough that channel water from a
source located just below Ponticello.
From here there was a road which led to
Giungano: a stone bridge, the bridge
Barrelli from which there are few traces
across the Valley. The path climbed leaving in the valley a group of oak trees,
near which there are evident remains of
a house [possibly a Benedictine monastery]. Limestone cliffs overhanging the
path that continues skirting the southern
slope of Sottano getting lost at times in
the bush. At the entrance of the Valley
Serra Tre Monti, incomparable natural
monument, into which flow the waters of
Vesole, Monte Soprano and Trentinara,
there is the ancient stone that has ripped
the side of the mountain Sottano
towards Trentinara. The creek bed, filled
with fossiliferous pebbles, among steep
slopes covered with dense vegetation,
dates back to a trip to the above which
opens a basin "Repezzole" surrounded
by high cliffs. This little place is known
for natural and position quality, it is an
important element of connection
between the plain of Paestum and the
Cilento National Park.
SPORT
Diverse e molteplici sono le attività sportive che nei diversi periodi dell'anno è
possibile praticare nel nostro territorio:
- equitazione;
- parapendio;
- deltaplano e deltaplano a motore;
- mongolfiere;
- trekking e orienteering;
- sport acquatici e subacquei
[windsurf - kitesurf - vela - kayak - nuoto immersione];
- sport da spiaggia;
[beach volley - beach soccer - beach
rugby - beach tennis - bocce];
- aquilonismo;
- pesca sportiva;
- ciclismo [ciclismo su strada - ciclocross mountain biking - BMX];
- atletica leggera;
- calcio e calcetto;
- pallavolo e pallacanestro;
- danza sportiva;
- culturismo;
- arti marziali e taekwondo;
- bowling;
- tiro con l'arco;
- helimodellismo.
SPORTS
There are many different sporting activities, it depends on the period of the year.
You can enjoy in our area:
- horse riding;
- paragliding;
- hang gliding and paragliding motor;
- balloons;
- trekking and orienteering;
- water sports and scuba divers
[windsurf - kite surf - sailing - kayaking power boating - immersion];
- beach sports
[beach volleyball - beach soccer rugby beach - beach tennis - bowls];
- kiting;
- fishing;
- cycling [road cycling - motocross mountain biking - BMX];
- athletics;
- football and soccer;
- volleyball and basketball;
- sports dance;
- building;
- martial arts and taekwondo;
- bowling;
- archery;
- helicopter modeling.
37
I LUOGHI DELLO SPIRITO
PLACES OF SPIRIT
BASILICA PALEOCRISTIANA
La Basilica Paleocristiana è la più antica testimonianza della precoce affermazione del cristianesimo a Paestum [344
d.C.]. Concepita inizialmente come basilica "aperta", tra il V-VI secolo quando
Paestum da colonia romana diventa col
diffondersi della religione cristiana sede
vescovile, l'edificio assume le caratteristiche della basilica "chiusa". Dopo un
periodo di relativa prosperità, anche
Paestum, come tutta l'Italia, conobbe il flagello delle invasioni barbariche: devastata dalle invasioni saracene, la città, un
tempo fiorente, fu completamente
distrutta. Questi avvenimenti determinarono un lento ma inesorabile abbandono
della città da parte della popolazione,
che migrò verso l'interno cercando rifugio nei monti circostanti, specie sulla prospiciente collina del "Calpazio". Anche la
sede vescovile fu trasferita da Paestum al
nuovo centro di Capaccio. Il territorio pianeggiante fu abbandonato a se stesso, e
conobbe un lungo periodo di miseria e
desolazione, di abbruttimento e degrado
sia ambientale che umano che si prolungò fino al '700. Lo stato del territorio
selvaggio, paludoso, malarico, e della
popolazione inselvatichita, imbarbarita,
ridotta ad una massa di "latrones alique
scelerati homines", ci è documentato
dalle "relations ad limina" [resoconti al
soglio papale] dei vescovi caputaquensi
del XVII e XVIII secolo. È proprio da questi resoconti che riceviamo i pochi cenni
sulle vicissitudini storiche della Basilica.
Essa rimane un centro religioso di grande richiamo, in cui i fedeli, secondo la
EARLY CHRISTIAN BASILICA
The early Christian Basilica is the oldest historical result of Christianity in
Paestum [344 AD]. Initially it was a "opened" basilica. Between the fifth and sixth
centuries Paestum became Episcopal
seat and the building had the characteristics of a "closed" basilica. After a
period of prosperity, even Paestum, as
Italy, met the scourge of barbarian invasions. The city was completely
destroyed because of devastation by
Saracens. These events led to a slow
but inexorable abandonment of the city
by the population, who migrated inward,
seeking refuge in the surrounding mountains, especially on the hill overlooking
the "Calpazio". Even the Episcopal seat
moved from Paestum to the new center
Capaccio. The flat land was left, and
there was a long period of misery and
desolation, of brutalization and human
degradation until 700. A document "relations ad limina" [reports to the papal
throne] of the bishops of the seventeenth and "caputaquensi" eighteenth
century, reported the state of wilderness, swampy, malarial and the feral
population, barbarized, reduced to a
mass of "latrones alique scelerati
homines". It documented a few notes on
the historical vicissitudes of the
Basilica. It was a religious center of
great attraction, in which the faithful,
according to tradition, flocked in
droves. The bishops followed one
another one and celebrated on the day
of the Annunciation. Its old structures
appear wasted and ruined, it required
39
tradizione, affluiscono in massa, e dove
i vescovi che si succedono convengono nel giorno dell'Annunziata per celebrare solennemente tale festività religiosa. Le sue strutture antichissime,
però, appaiono deperite e in rovina,
tanto da richiedere successivi e ripetuti
recuperi e restauri. La sua stratificazione è dunque molto interessante: ad elementi architettonici e decorativi pagani
si affacciano elementi di epoca bizantina. La chiesa è stata ristrutturata nel
Settecento con forme barocche, mentre i recenti restauri dell'anno 1968
hanno portato alla luce le primitive strutture della Basilica, anche se ormai inserita in un complesso architettonico che
è frutto delle varie e successive manipolazioni. Attualmente presenta
all'esterno un'elegante facciata settecentesca e l'interno a tre navate divise
da antiche colonne inglobate nei pilastri
di epoca barocca.
recoveries and restorations. Its stratification is therefore very interesting:
together with the architectural and decorative pagan elements there are also elements of the Byzantine era. The church
was restored in the eighteenth century
in a Baroque style, while the recent restorations of 1968 brought to light the
primitive structures of the Basilica, even
if now it's part of a complex architecture
that is the result of various and successive manipulations. Nowadays it has an
elegant eighteenth-century facade,
while the interior has three naves
divided by ancient columns embedded
in the pillars of the Baroque era.
THE SANCTUARY OF "MADONNA DEL
GRANATO"
The iconography of the Madonna del
Granato sitting on a high throne with the
baby in her arms and the pomegranate
is very similar to Hera Argiva. The cult
was imported by Greek colonists and
SANTUARIO DELLA MADONNA DEL transmitted to Lucan and Romans, it
GRANATO
appears to be continuing in the
L'iconografia della Madonna del Christian tradition. The origin of "CapacGranato seduta su un alto trono con il cio Vecchia" is fastened around the end
bambino in braccio e il melograno è stra- of the ninth century. The raids of the
ordinariamente simile a quella di Hera Saracens, who settled in Agropoli [13
Argiva, il cui culto importato dai coloni miles south of Paestum], favored emigreci, si trasmette ai lucani e ai romani, grations from Paestum and from the
e sembra continuare nella tradizione cri- plain where the river Salso made it
stiana. L'origine di Capaccio vecchia è swampy. It was not possible to know if
fissata intorno alla fine del IX secolo. Le the early medieval settlement was due to
incursioni dei Saraceni, installatisi ad an increase in existing settlements at that
Agropoli [13 km a sud di Paestum], favo- time. The foundation of a pre-Romanesque
rivano le emigrazioni da Paestum e church of the seventh century and a
40
dalla pianura che il fiume Salso rendeva
paludosa con il diffondersi della malaria. Non è stato però, possibile accertare se l'insediamento altomedievale sia
stato dovuto a un incremento
d'insediamenti già esistenti in quel
periodo. La fondazione di una chiesa
preromanica del VII secolo e di un probabile nucleo monastico italo-greco
debbono essersi avuti dopo un periodo
di lungo abbandono e seguono gli inizi
di un processo di concentrazione di
popolazioni sparse, che nell'arco di due
secoli porta alla formazione di un vero
centro urbano. Le prime testimonianze
scritte relative a Capaccio compaiono
nella metà del X secolo e parlano del
sito come "castellum" entro il quale
risiede il vescovo pestano e di una chiesa dedicata a S. Maria. Nel 954 il vescovo pestano si reca a Velia per rilevare le
reliquie di S. Matteo, lì ritrovate e le
depone solennemente nella chiesa di
Caputaquis. Le reliquie furono poi
rivendicate dal principe di Salerno,
Gisulfo I e traslate nella capitale del principato. Una campagna di scavi condotta da un'equipe italo-polacca, tra gli
anni settanta e ottanta, ha scoperto dunque le tracce di una chiesa più antica
nella zona dell'attuale sagrato. Alla fondazione di questa chiesa preromanica,
fa seguito in questa area un'intesa e
complessa attività edilizia che porta a
cambiamenti strutturali della chiesa primitiva, accanto alla quale verso la fine del
XI secolo viene costruito l'episcopio poiché il vescovo di Paestum vi trasferisce la
sede della diocesi. Nel XII secolo s'innalza
l'attuale cattedrale. Ulteriori ristrutturazioni saranno apportate alla vecchia chiesa
che ne cambieranno anche la funzione.
Verso la fine del XVI secolo, il centro
viene abbandonato e ha inizio la progressiva degradazione del complesso.
probable core monastic Italo and greek
must have after a long period of neglect.
They followed the beginning of a process of concentration of dispersed populations, which in a period of two centuries, leading to the formation of a true
urban center. The first reports of
Capaccio appeared in the middle of the
tenth century and mentioned the site as
a "castellum" where the Bishop lived,
and a church dedicated to St. Mary. In
954 the bishop went to Velia to detect
the relics of St. Matthew, he placed them
in the church of Caputaquis. Next the relics
were claimed by the Prince of Salerno,
Gisulfo I and transferred to the capital of the
Principality. An excavation conducted by
an Italian-Polish team, between the seventies and eighties, discovered traces of an
older church in the area of the churchyard.
After the foundation of this preRomanesque church, followed a complex
building activity that leads to structural
changes of the early church, next to which
towards the end of the eleventh century it
was built the bishop as the bishop of
Paestum transferred theseat of the diocese. The current cathedral born in the
twelfth century and it made additional renovations to the old church. They changed its
function. Towards the end of the sixteenth
41
Nel XVIII secolo, solo la cattedrale rimane in piedi ed è trasformata in santuario.
In questa fase, la chiesa viene restaurata e l'area antistante è risistemata con
un cambiamento del percorso del
sagrato. La cattedrale aveva il prospetto tipico delle chiese romaniche a tre
navate. I restauri più noti sono stati eseguiti nel 1708, dal vescovo Nicolai, che
[come ricorda un'epigrafe murata a sinistra dell'altare maggiore] probabilmente aveva realizzato dei locali sopra la
navata sinistra, e l'altro nel 1836 dal
vescovo Barone.
century, the town was abandoned and
began the gradual degradation of the
complex. In the eighteenth century, only
the cathedral stood up, it turned into a
sanctuary. The church was restored and
the area in front of it has been revamped
with a change in the path of the churchyard. The cathedral had the typical prospectus of the Romanesque churches
with three naves. The most well-known
restorations were carried out in 1708, by
a Bishop called Nicolai. Maybe he made
a room above the left aisle, and the other
in 1836 by Bishop Barone.
SANTUARIO DEL GETSEMANI
Il Santuario del Getsemani di
Paestum, è una delle architetture più
giovani e moderne presenti nel territorio
di Capaccio. Inserita nella verde collina
di Capaccio, in una posizione di privilegio, è possibile ammirare uno splendido panorama che si estende dalla fertile
pianura del Sele sull'ampio golfo di
Salerno, fino alla costiera amalfitana, e
sul lato opposto fino al promontorio di
Agropoli, all'orizzonte è possibile ammirare l'isola di Capri. Il complesso è stato
realizzato alla fine degli anni cinquanta
su progetto dell'Arch. Ildo Avetta. La
struttura, inaugurata nel 1959, è
ricca di opere
d'arte eseguite in
stile moderno e
attualmente comprende un vasto
parco, una casa
spirituale, un chiostro, la chiesa
superiore con
cupola policroma
e la cripta. Sul
piazzale del
Santuario si trova
THE SANCTUARY OF "GETSEMANI"
The Sanctuary of "Getsemani" in
Paestum is one of the youngest and
most modern architectures in the area
of Capaccio. Located in the green hills
of Capaccio, you can admire a beautiful
landscape that stretches from the fertile
plain of the Sele on the wide gulf of
Salerno, to the Amalfi Coast. On the
opposite side to the promontory of
Agropoli, you can see the island of Capri
on the horizon. The complex was built in
the late fifties designed by the architect
Ildo Avetta. The building, opened in
1959, is rich in pieces in modern style
a n d
n o w
includes a large
park, a spiritual
house, a cloister,
the upper
church with
polychrome
dome and the
crypt. On the
ramp there is a
bronze statue of
"The Madonna
della Luna" by
G i u s e p p e
Romano.
42
una statua di bronzo della "Madonna
della Luna" opera di Giuseppe
Romano. La statua è stata inaugurata
nel 1971 a ricordo della missione americana sulla luna del 1969. Entrando nella
chiesa superiore si possono ammirare
delle splendide raffigurazioni [la
Vergine Assunta circondata da cinquanta Santi dell'Italia meridionale e il
cammino spirituale dell'uomo] sui vetri
della cupola. Al centro della chiesa
superiore vi è un'apertura a forma di stella che permette di affacciarsi sulla cripta. Sulle pareti del chiostro una Via
Crucis, realizzata in ceramica, richiama
la Passione di Cristo. Nella cripta è possibile ammirare una splendida statua
del Cristo in agonia, con lo sguardo
rivolto al cielo e con le mani giunte in
atteggiamento di supplica. Intorno alle
pareti circolari della cripta si snodano
quindici altari con al centro quello della
Madonna di Pompei. Questi altari sono
dedicati ai più famosi Santuari del meridione, tra cui il santuario della Madonna
del Granato, e ad alcuni tra i Santi più
conosciuti del Sud. Accanto al
Santuario si erge la casa di spiritualità
con i suoi 150 posti. Nel parco della
casa c'è una Via Crucis dipinta a mano
su piastrelle a cotto, e un anfiteatro di
recente costruzione adibito a celebrazione liturgica soprattutto nel periodo di
Pasqua.
CONVENTO DEI FRATI MINORI
Il Convento Francescano di Capaccio,
ubicato in una posizione privilegiata si
affaccia a mo di terrazzo sulla vasta
pianura pestana con la possibilità di
poter allargare la vista su tutto il golfo
di Salerno della costiera amalfitana
fino al promontorio del Tresino di
Agropoli, incastonandovi come una
gemma l'isola di Capri. Il complesso
The statue was inaugurated in 1971 in
memory of the American mission to the
Moon in 1969. Going in the upper church
you can admire wonderful depictions on
the windows of the dome [the Assumpted
Virgin surrounded by fifty Saints of southern Italy and the spiritual journey of the
man]. At the center of the upper church
there is an opening in the shape of a star
that allows you to look over the crypt. On
the walls of the cloister a "Via Crucis",
made of ceramic, recalls the Passion of
Christ. In the crypt you can admire a beautiful statue of Christ in agony, gazing
towards the heavens, with his hands
joined in prayer, in an attitude of supplication. Around the circular walls of the crypt
there are fifteen altars at the center of the
Madonna of Pompei. These altars are
dedicated to the most famous shrines in
the south, including the sanctuary of the
Madonna del Granato, and to some of the
most popular saints of the South. The
house of spirituality is next to the shrine
with its 150 seats. In the garden there is a
Via Crucis hand-painted tiles on floors,
and a new built amphitheater used as a
liturgical celebration especially during
Easter.
THE FRANCISCAN MONASTERY
The Franciscan Monastery of
Capaccio is located in a prime position
overlooking the terrace by way of the
vast plain of Paestum. It is possible to
enlarge the view over the Gulf of Salerno
on the Amalfi coast to the promontory of
Tresino of Agropoli, setting as a gem the
island of Capri. The architectural complex has Carmelite origins. Is named to
the Saint of Padua. In 1500, Mount
Carmel Friars built it, they lived there
until 1652, when the famous laws
"Innocenziane" closed it because of an
insufficient number of friars living there.
43
architettonico, intitolato al Santo di
Padova, ha origini carmelitane. Furono,
infatti, i frati del Carmelo nel 1500 ad edificarlo e ad abitarlo fino al 1652.
Abbandono, incuria del tempo e il disastroso terremoto del 1682 dovettero
ridurre tutto il complesso a un ammasso
di rovine, ma l'Università nel 1710 pose in
animo la sua riedificazione, nonché
l'affidamento ai frati francescani. Ciò fino
al 1866, allorché le leggi eversive del
nuovo Stato unitario non ne decretarono
la chiusura con conseguente incameramento di tutto il
complesso, adibito da allora in
poi alle più
disparate mansioni: da carcere a scuola, da
casa comunale
a uffici giudiziari. Il complesso
architettonico
composto da
una Chiesa conventuale, da un
Chiostro e
Spazi abitativi
con relative officine, è contornato da un vasto giardino
oggi adibito, nella parte non arborata a
conifere e querceti, ad impianti sportivi.
Tutto l'edificio gira intorno al Chiostro,
limitato da bei pilastri di pietra locale sui
quali poggiano svelti archi che abbracciano un ampio spazio e al cui centro vi è
la vera ottagonale dell'immancabile cisterna. Ha le pareti affrescate con episodi
della vita di S. Antonio e di S. Francesco, di
un pittore locale del settecento, Giuseppe
Rubini. Il lato settentrionale della costruzione, è preceduto da un ampio portico
profondo ed arioso, è occupato dalla
Chiesa, dovuta ad ignoto architetto di
44
During the earthquake of 1682 it was abandoned and reduced into a heap of ruins,
but the University in a public meeting in
1710 decided its rebuilding, as well as the
expectations, resulting in its functionality
and vitality to the Franciscan friars. This
until 1866, when revolutionary laws of the
new unitary state dictated its closure and
confiscation. Since then it was a prison, a
school, a home to municipal courts. The
architectural complex is composed by a
Convent church, a cloister and living
spaces with its workshops, it is surrounded by a
large garden
now used with
sports facilities.
The whole building revolves
around the
Cloister, limited
by beautiful local
stone pillars on
which there are
nimble arches
that span a wide
area and in its
center the true
octagonal tank
inevitable. The
walls are painted with scenes from the life
of St. Antonio and St. Francis, by a local
painter of the eighteenth century,
Giuseppe Rubini. The northern side of the
building, is preceded by a large deep
porch and airy. It is occupied by the
Church, due to unknown talented architect
and perfectly integrated in the model of
Vanvitelli who was dominant at that time. All
this is made more plastic by the rich decoration of the arches that open on the long
walls, highlighting strengths and giving
weight to the sides and a secure sense of
robustness. On a square plan the presbytery accommodates the severe chorus
talento e perfettamente inserita in modello
vanvitelliano dominante in quel tempo. Il
presbiterio, su pianta quadrata, accoglie il
severo coro settecentesco ed è vivacizzato da una grande tela del Rubini. A coronamento delle bellezze e dell'armoniosità di
questo tempio, c'è un monumentale organo a canne ultimamente restaurato nelle
sue diverse componenti.
LA CHIESA DI S. PIETRO APOSTOLO
La chiesa parrocchiale è documentata fin
dal XV secolo. Alla fine del '400, la chiesa
era benedettina, poi con
il titolo di S. Maria di Costantinopoli, passò agli
Agostiniani fino alla metà del '600, per poi diventare sede della Confraternita del Rosario. Rovinata nel '700 [forse da un
terremoto], fu ricostruita
a metà secolo. Nel 1993,
a seguito degli ingenti
danni causati dal terremoto del 1980, venne
ristrutturata. Ad oggi presenta la facciata in stile
barocco e un portale settecentesco [1763] sormontato dall'antico stemma del comune di
Capaccio. L'interno è a due navate, con
l'altare maggiore in stile barocco, ricco di
marmi pregiati, e a sinistra l'altare minore
con un bassorilievo di S. Pietro; accanto
all'uscita è tumulato il vescovo Agostino
Odoardi, mentre sul lato sinistro vi è una
pregiata statua del Crocifisso stilizzato. Il
sagrato della chiesa, con l'edicola votiva
dedicata alla madonna del Carmine e la
colonnina reggente il Crocifisso, meglio
conserva e ricorda quella che era l'antica
fisionomia del paese. Le case che costeggiano il sagrato costituivano il convento
degli Agostiniani.
of the eighteenth century and it is enlivened by a large canvas of Rubini. It takes
up the entire back wall of the representative of the "Porziuncola Indulgence". As the
outcome of the beauty and the harmony of
this temple, there is a monumental pipe
organ recently restored and its various
components.
THE CHURCH OF "S. PIETRO
APOSTOLO"
This church has been documented since
the fifteenth century. At the end of 400 the
church was Benedictine
then went to the
Augustinians until the
middle of 600, with the
title of "S. Maria di
Constantinopoli". It
became the seat of the
Confraternity of the
Rosary. In 700 it was
ruined so it was rebuilt in
the mid-century. In 1993
it was restored after the
extensive damage
caused by the earthquake of 1980. Now it
presents the baroque
facade and a portal eighteenth century [1763] surmounted by the
ancient coat of arms of the municipality of
Capaccio. The interior has two aisles, with
an altar in the Baroque style, rich in precious marbles, and to the left of the main
altar with a bas-relief of St. Peter; next to the
exit the bishop Augustine Odoardi buried,
while on the left side there is a fine statue of
the crucified stylized. The church square,
with the shrine dedicated to "Madonna del
Carmine" and the column regent the
Crucifix, best preserved and remember
what was the ancient physiognomy of the
country. The houses lining the churchyard
were the Augustinian monastery.
45
SAPERI E SAPORI
TASTE AND HANDICRAFT
LA DIETA MEDITERRANEA
La Dieta Mediterranea, dichiarata
patrimonio immateriale dell'umanità
dall'UNESCO nel 2010, trae le sue origini dalla storia, dalla cultura e dallo stile
di vita pervenutoci per tradizione dalla
Magna Grecia. Queste abitudini alimentari sono rimaste radicate nel territorio e
si sono consolidate nel corso dei secoli,
prima dalla miseria che ha colpito tutto il
meridione durante il Medio Evo, obbligando il popolo ad integrare con prodotti della terra e verdure di raccolta la
scarna dieta a sua disposizione, e successivamente dalla tradizione meridionale e in modo particolare cilentana,
che ha valorizzato le povere risorse del
territorio con una saggia distribuzione
dei suoi componenti. Queste abitudini
alimentari hanno trovato nel Cilento, il
luogo di maggiore sviluppo, in quanto
la cosiddetta Dieta Mediterranea non è
soltanto una dieta alimentare e quindi
prodotti genuini, ma anche e soprattutto uno stile di vita sano a contatto diretto
con la natura, condizioni quest'ultime
particolarmente presenti nei cilentani,
perché ereditate dalla cultura delle antiche città greche: Paestum ed Elea.
Quindi la tradizione alimentare dei contadini cilentani ha elaborato nei secoli
quel sistema alimentare che oggi tutti
conosciamo come la Dieta Mediterranea,
e che il noto nutrizionista americano
Ancel Keys ha studiato e codificato con
questo nome. Nella dieta sono previsti:
pasta, pane, ortaggi, legumi, frutta, frutta secca, olio di oliva, pesce, latticini,
carne bianca, carne rossa, uova e vino.
THE MEDITERRANEAN DIET
The Mediterranean Diet was declared
Intangible Heritage of Humanity by
UNESCO in 2010. Its origins came from
history, culture and lifestyle and by tradition from Magna Graecia. These eating
habits remained rooted in the territory
over the centuries. First by the misery
that has hit the whole south during the
Middle Ages, forcing people to integrate with the land and harvest the meager diet of vegetables and then by the
southern tradition and especially from
Cilento. It enhanced the poor resources
of the area with a wise distribution of its
components. These eating habits found
in the Cilento, the site of major development. As the so-called Mediterranean
Diet is not just a diet and genuine products, but also and above all a healthy lifestyle in direct contact with nature
because it inherited from the culture of
the ancient Greek cities: Elea and
Paestum. So the Cilento food tradition
has developed over the centuries a food
system that we all know today as the
Mediterranean diet. The famous
American nutritionist Ancel Keys studied and marked with this name. The diet
consists of: pasta, bread, vegetables,
legumes, fruits, dried fruit, olive oil, fish,
milk products, red and white meat, eggs
and wine.
47
I NOSTRI SAPORI
Capaccio è una terra ricca di tradizione,
dove è possibile scoprire e gustare
sapori unici e genuini, prodotti di qualità
che racchiudono in essi l'esperienza e
la saggezza di chi li produce.
- La mozzarella di bufala DOP
La mozzarella di bufala è uno dei prodotti più apprezzati a livello nazionale
ed internazionale, si tratta di un formaggio fresco a pasta filata, a sfoglie sottili
sovrapposte da una crosta sottilissima,
caratterizzata da un colore bianco porcellanato, da un sapore delicato e dal
profumo inebriante. Famosa in tutto il
mondo, la mozzarella della piana del
Sele è un prodotto a marchio DOP [Denominazione di Origine Protetta]. Viene
lavorata secondo la locale tradizione
artigianale solo con latte proveniente
dagli allevamenti della Città di Capaccio
Paestum e la provincia di Salerno.
- Il carciofo di Paestum IGP
Il carciofo di Paestum IGP, è noto anche
come "Tondo di Paestum". L'aspetto
rotondeggiante dei suoi capolini, la loro
elevata compattezza, l'assenza di spine
nelle brattee sono le sue principali caratteristiche qualitative, che ne hanno consacrato la sua fama tra i consumatori. Il
prodotto è molto apprezzato in cucina,
dove viene utilizzato nella preparazione
di svariate ricette tipiche e di piatti locali.
- Il pomodoro di Paestum
La pianta del pomodoro è stata importata dall'America Latina verso la fine del
XVI secolo. Il frutto del pomodoro è una
bacca di colore rosso di dimensioni e
48
OUR TASTES
Capaccio is a land rich in tradition,
where you can discover and enjoy
unique and genuine flavors, quality products contain experience and wisdom of
those who produce them.
- Buffalo mozzarella PDO
Buffalo mozzarella is one of the most popular products at national and international
level. It is a fresh cheese with spun paste,
in thin sheets overlapped by a thin crust,
characterized by a white porcelain color
with a delicate flavor and exciting smell, it
is famous all over the world. This
Mozzarella is a product with PDO [Protected Designation of Origin]. It is processed in accordance with the local tradition of craftsmanship with only milk
from farms in the municipality of
Capaccio and the province of Salerno.
- Paestum artichoke PGI
Paestum artichoke PGI is also known as
"Tondo di Paestum". The appearance of
its rounded flower heads, their high compactness, the absence of spines on the
bracts are its main qualitative characteristics, which have consecrated its reputation among consumers. The product
is very appreciated in the kitchen, where
it is used in the preparation of various
recipes and local dishes.
- Paestum tomato
Tomato plant was imported from Latin
America at the end of the sixteenth century. The fruit is a berry red color, variable in sizes and shapes according to
the variety of the sweet slightly acid
taste, but it is rich in vitamins.
forme variabili in relazione alle varietà
dal sapore dolce - acidulo ricco di vitamine. Nella Piana di Paestum generalmente vengono coltivate: Il Pendolino,
a forma di cuore leggermente schiacciato, la Classica Ciliegia, consumata
fresco con basilico, olio di oliva e mozzarella di bufala, e l'immancabile San
Marzano, utilizzato soprattutto per la
preparazione di conserve e sughi.
- La carne di bufalo
La carne di bufalo è un prodotto in forte
crescita nel mercato della carne. La qualità e i numerosi valori nutrizionali ne
fanno un alimento gustoso e adatto a
tutti. Questo prodotto artigianale ha un
aroma molto speziato, deciso, rigoroso
nella struttura, con un basso contenuto
di grassi [si aggira intorno al 2%], ricco
di vitamine, sali minerali e ferro. La produzione viene effettuata con i capi giovani, per cui la carne risulta succosa e
digeribile.
- L'olio extravergine di oliva DOP
L'olio extravergine di Oliva DOP si ottiene dalla premitura delle olive. Al consumo è di colore giallo paglierino con
buona vivacità e intensità, il gusto è
tenue, delicato, dolce con appena percettibili note vivaci di amaro e piccante.
L'acidità è sempre inferiore al valore di
0,70%. La notevole presenza di note
aromatiche fa prediligere l'uso di
quest'olio su piatti di una certa consistenza, tipici dell'area di origine, come
grigliate di pesce, insalate selvatiche,
verdure bollite, legumi e primi piatti in
genere.
In the plain of Paestum are cultivated:
The "Pendolino", heart-shaped slightly
flattened, the Classic Cherry, consumed
fresh with basil, olive oil and buffalo mozzarella, and the inevitable "San Marzano"
mainly used for the preparation of preserves and sauces.
- Buffalo meat
The Buffalo meat is growing in the meat
market. Its quality and nutritional values
make it tasty and suitable for everyone.
This product has got a very spicy aroma,
determined, strict in structure, with a low
fat content [around 2%], rich in vitamins,
minerals and iron. The production is carried out with young animals, so the meat
is juicy and very digestible.
- Extra virgin olive oil PDO
The PDO extra virgin olive oil is obtained
from the pressing of olives. When you eat it
the color is yellow with good intensity and
liveliness. The taste is soft, delicate, sweet
with barely perceptible lively notes of bitter
and spicy. The acidity is always less than
the value of 0,70%. The significant presence of aromatic notes give preference to
use it on dishes of a certain size. It is typical
in this area with grilled fish, salads wild,
boiled vegetables, legumes and pasta in
general.
49
- Il fico bianco del Cilento DOP
Il cultivar "Dottato" è una pregiata varietà di fico diffusa in tutto il Cilento. Si tratta di un prodotto avente caratteristiche
uniche e di assoluto pregio, apprezzate
anche all'estero, il "Fico bianco del
Cilento" DOP deve la sua denominazione al colore giallo chiaro uniforme della
buccia dei frutti essiccati, che diventa
marroncino per i frutti che abbiano subito un processo di cottura in forno. La
polpa è di consistenza tipicamente
pastosa, dal gusto molto dolce, semi
piccolissimi e ricettacolo interno quasi
interamente pieno. Tali caratteristiche
vengono considerate di eccellenza per
la categoria commerciale dei fichi
essiccati.
- Il vino
Nel territorio capaccese e più in generale in tutto il Cilento, sono presenti numerosi vigneti che consentono la produzione di ottimi vini rossi e bianchi.
Le vigne DOC della Piana del Sele
hanno trovato le condizioni ideali in questi territori, ovvero terreno calcare, un
clima mite e un'area pianeggiante e collinare con ottima esposizione.
Tra i vini rossi si possono ricordare i
seguenti vigneti: il Primitivo, l'Aglianico,
il Piedirosso, tra i vini bianchi secchi troviamo il Greco, la Malvasia, il Trebbiano
e il Fiano. Le vigne della Piana di
Paestum hanno il marchio IGP [Indicazione Geografica protetta].
50
- White Cilento fig PDO
The cultivar "Dottato" is a fine variety of
fig spread throughout the Cilento. This
product has got unique features and
absolute values, very famous also
abroad.
The "White Fig of Cilento" PDO is called
in this way thanks to the uniform pale
yellow color of the skin of dried fruit,
which becomes brown for the fruits after
a process of baking.
The flesh is typically past, the taste is
very sweet and seeds are very small
and the receptacle is entirely full.
All these characteristics are considered
excellent for the commercial category
of dried figs.
- Wine
In Capaccio and more generally in the
Cilento, there are lots of vineyards
which allow the production of excellent
red and white wines. The vineyards of the Sele Plain[DOC]
have found ideal conditions
in these areas, or ground
limestone, a mild climate
and flat and hilly area with
excellent exposure.
Among red wines you can
remember the following vineyards: Primitivo, Aglianico,
Piedirosso, between the dry white
wines there are the Greek, Malvasia,
Trebbiano and Fiano. The vineyards
of the Plain of Paestum have the PGI
[Protected Geographical Indication].
I NOSTRI SAPERI
- Artigianato locale
L'artigianato contadino, servendosi di
Paestum come fonte inesauribile di ispirazione, ha saputo evolversi e dar luogo
ad attività che nel tempo hanno assunto
autonomia produttiva, passando
dall'auto produzione di utensili alla specializzazione di ricamatrici, cestai, falegnami, fabbri, scalpellini, conciatori e
ceramisti, che hanno tramandato ed
evoluto fino alla produzione artistica la
capacità di manipolazione della materia
naturalmente presente sul territorio.
- L'arte casearia
L'allevamento bufalino da sempre
caratterizza la piana di Paestum.
Inizialmente era considerato sinonimo
di agricoltura arretrata, opinione avvalorata dall'ambiente paludoso e malarico in cui la specie veniva prevalentemente allevata fino ai primi anni del
'900, prima che venisse realizzata la
bonifica di tutta la piana del Sele. Oggi il
tradizionale sistema di allevamento
semiselvatico è quasi del tutto scomparso, sostituito da sistemi e tecniche di
allevamento tra i più avanzati. Ridotto
impiego di lavoro, contenuto costo di alimentazione, lunghezza della carriera
produttiva ed elevata resistenza alla
malattia. La buona mozzarella si prepara esclusivamente con il latte fresco di
bufala. Tutti i caseifici della piana del Sele
hanno ottenuto il riconoscimento di prodotto tipico, grazie a un modello innovativo di azienda agricola e rispettando la
tradizionale artigianalità del prodotto.
OUR HANDICRAFTS
- Handmade local products
The peasant handicraft uses Paestum as
an inexhaustible source of inspiration. It is
able to evolve and give rise to activities
that over time have become productive
autonomy. From the car manufacturing
tools to the specialization of
embroiderers, basket weavers, carpenters, blacksmiths, masons, tanners and
potters, who passed on and evolved to
artistic production capacity manipulation
of matter present in the area naturally.
- The art of cheese
The buffalo breeding has always characterized the plain of Paestum. Initially it
was considered synonymous of underdeveloped agriculture, but this opinion
was confirmed by the marsh and malarial environment in which species was
brought up until to the early years of the
900 before the reclamation of the whole
plain of the Sele. Today, the traditional
system of semi-wild breeding is almost
completely gone, replaced by systems
and farming techniques very advanced.
Among the reasons why many breeders
increase the buffalo herd and in many
cases replace that cow are the reduction of labor employment, cost of feeding, length of productive life and high
resistance to the disease. Good mozzarella is prepared exclusively with fresh buffalo milk. All cheese factories in the plain
of the Sele have gained the recognition of
typical product, thanks to an innovative
model of farm and the respecting the traditional craftsmanship of the product.
51
INFORMAZIONI UTILI - USEFUL INFORMATIONS
EVENTI
Appuntamenti culturali, teatrali, concerti,
percorsi enogastronomici e tanto altro.
Trovi il programma degli eventi aggiornato
sul sito della città di Capaccio Paestum.
www.comune.capaccio.sa.it
EVENTS
Cultural and theatrical events, concerts,
wine and food tasting and much more.
You find the current program of events
on the Capaccio Paestum's website.
www.comune.capaccio.sa.it
INFO
INFORMATIONS
§InfoPoint Città di Capaccio Paestum
§InfoPoint Città di Capaccio Paestum
Stazione di Paestum
Tel. +39.0828.725649
§Azienda Autonoma di Soggiorno e
Turismo di Paestum
Via Magna Grecia, 887 – 84047
Capaccio Paestum (SA)
+39.0828.811016
www.infopaestum.it
§Area Archeologica di Paestum
Via Magna Grecia, 919 – 84047
Capaccio Paestum (SA)
+39.0828.811023
www.museopaestum.beniculturali.it
§Museo Archeologico di Paestum
Via Magna Grecia, 919 – 84047
Capaccio Paestum (SA)
+39.0828.811023
www.museopaestum.beniculturali.it
§Museo narrante di Hera Argiva
Via Ponte Barizzo, 29 - Foce Sele
84047 Capaccio Paestum (SA)
+39.0828.861440
www.museopaestum.beniculturali.it
§Museo del Grand Tour Capaccio
Piazza Vittorio Veneto, 24
Convento dei Frati Francescani
84047 Capaccio Paestum (SA)
+39.0828.1962202
www.fondazionegbvico.org
§Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo
di Diano e Alburni
Piazza s. Caterina, 8
84078 Vallo della Lucania (SA)
+39.0974.719911
www.cilentoediano.it
Stazione di Paestum
Tel. +39.0828.725649
§Azienda Autonoma di Soggiorno e
Turismo di Paestum
Via Magna Grecia, 887 – 84047
Capaccio Paestum (SA)
+39.0828.811016
www.infopaestum.it
§Area Archeologica di Paestum
Via Magna Grecia, 919 – 84047
Capaccio Paestum (SA)
+39.0828.811023
www.museopaestum.beniculturali.it
§Museo Archeologico di Paestum
Via Magna Grecia, 919 – 84047
Capaccio Paestum (SA)
+39.0828.811023
www.museopaestum.beniculturali.it
§Museo narrante di Hera Argiva
Via Ponte Barizzo, 29 - Foce Sele
84047 Capaccio Paestum (SA)
+39.0828.861440
www.museopaestum.beniculturali.it
§Museo del Grand Tour Capaccio
Piazza Vittorio Veneto, 24
Convento dei Frati Francescani
84047 Capaccio Paestum (SA)
+39.0828.1962202
www.fondazionegbvico.org
§Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo
di Diano e Alburni
Piazza s. Caterina, 8
84078 Vallo della Lucania (SA)
+39.0974.719911
www.cilentoediano.it
53
COME ARRIVARE
IN AEREO
§Aeroporto Internazionale di Napoli
Capodichino
+39.081.7895111
www.gesac.it
§Aeroporto "Salerno Costa D'Amalfi"
+39.0828.354311
www.aeroportosalerno.it
IN TRENO
§Stazioni Ferroviarie di Salerno,
Capaccio – Roccadaspide, Paestum.
www.trenitalia.com
www.italotreno.it
IN AUTO
§Autostrada A3 Salerno – Reggio
Calabria, uscita Battipaglia se provenienti da Nord oppure uscita Eboli se
provenienti da Sud, seguire Strada
Statale 18 in direzione Sud sino
all'uscita Capaccio Paestum.
IN BUS
§CSTP
+39.089.487111 - Linea 34.
§COSAT
+39.089.382062
Linea "Agropoli - Napoli Aeroporto di
Capodichino".
§GIULIANO
+39.0974.836185
Linee per Capaccio Paestum,
Agropoli, Vallo della Lucania.
§SCAT
+39.0974.838415
Linee per Capaccio Paestum, Agropoli.
54
HOW TO REACH
BY PLANE
§Naples International Airport
Capodichino
+39.081.7895111
www.gesac.it
§Airport "Salerno Costa D'Amalfi"
+39.0828.354311
www.aeroportosalerno.it
BY TRAIN
§Railway Stations in Salerno,
Capaccio – Roccadaspide, Paestum.
www.trenitalia.com
www.italotreno.it
BY CAR
§Motorway A3 Salerno – Reggio
Calabria, take Battipaglia exit if you
arrive from the North or the Eboli exit
if you arrive from South, follow the 18
highway and take the Capaccio
Paestum exit.
BY BUS
§CSTP
+39.089.487111 - Line 34.
§COSAT
+39.089.382062
Line "Agropoli - Naples International
Airport Capodichino".
§GIULIANO
+39.0974.836185
Lines to Capaccio Paestum,
Agropoli, Vallo della Lucania.
§SCAT
+39.0974.838415
Lines to Capaccio Paestum, Agropoli.
Elaborato e stampato
Febbraio 2014