Commissione Nazionale Italiana per l'UNESCO Città di Capaccio Paestum Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo Capaccio Paestum Un'esperienza da vivere tutto l'anno. An experience to live all the year. Tracce di Storia Arte e Cultura Natura e Sport Luoghi dello Spirito Saperi e Sapori Città di Capaccio Paestum Assessorato al Turismo via Stazione Paestum 84047 Capaccio Paestum (SA) tel. +39.0828.72.56.49 www.comune.capaccio.it e-mail [email protected] Capaccio Paestum SOMMARIO - INDEX INTRODUZIONE: CAPACCIO PAESTUM PREFACE: CAPACCIO PAESTUM 7 TRACCE DI STORIA TRACES OF HISTORY 9 ARTE E CULTURA ART AND CULTURE 21 NATURA E SPORT NATURE AND SPORT 29 LUOGHI DELLO SPIRITO PLACES OF SPIRIT 39 SAPERI E SAPORI TASTE AND HANDICRAFT 47 INFORMAZIONI UTILI USEFUL INFORMATIONS 53 CAPACCIO PAESTUM Capaccio Paestum è una delle città più importanti della provincia di Salerno per estensione, risorse agricole, patrimonio storico-culturale e turismo. La sua economia si basa su due risorse fondamentali, l'agricoltura e il turismo. La città si articola su un territorio vasto e privilegiato, in cui mare, verde, storia e tradizioni si fondono per dar vita ad un'esperienza autentica ed unica nel suo genere. Affacciato sul mar Tirreno, gode di un affascinante paesaggio naturalistico, dove la tipica macchia mediterranea e la pineta abbracciano e caratterizzano i 14 km di spiaggia di sabbia finissima. Si estende nella fertile e generosa piana del Sele dalla quale si ottengono prodotti genuini come carciofi, pomodori e la mozzarella di bufala [prodotta secondo la locale tradizione artigianale]. L'antica città di Paestum, riconosciuta dall'UNESCO “patrimonio dell'umanità” è uno dei principali parchi archeologici del mondo, porta con sé 2500 anni di storia dalla quale è facile indovinare le gesta e la vita delle antiche popolazioni greco-romane, vantando numerosi visitatori durante tutto l'anno. Il territorio prosegue e si sviluppa lungo le pendici della collina, ricca di piantagioni di ulivo e fichi, per poi terminare e completarsi nell'antico borgo di capaccio, nel quale è possibile apprezzare antichi palazzi storici, portali, vicoletti e un incantevole panorama che affaccia su tutta la piana volgendo lo sguardo fino al mare. Terra antichissima, autentico scrigno di tesori, porta d'ingresso del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Capaccio Paestum is one of the most important town of the province of Salerno by extension, agricultural resources, historical and cultural heritage and tourism. Its economy is based on two fundamental resources, agriculture and tourism. The town consists of a vast and privileged territory, in which sea , nature, history and customs come together to give life to an authentic and unique experience. Overlooking the Tyrrhenian Sea, it has got a charming natural landscape, where the typical Mediterranean scrub and pinewood hug and characterize the 14 km of sandy beach. It extends over the fertile and generous Plain of the Sele from which you get genuine products such as artichokes, tomatoes and buffalo mozzarella [produced according to the local craft tradition]. Paestum is a UNESCO "World Heritage Site" and it is one of the major archaeological parks in the world. It brings 2.500 years of history from which it is easy to guess the deeds and lives of ancient greek and roman people. Many visitors arrive to the town throughout the year. The territory continues and grows along the slopes of the hill, rich of plantations of olive and fig trees, and then terminate and complete in the village of Capaccio, where you can appreciate the ancient buildings, doorways, alleys and a lovely view across the plain turning its gaze to the sea. Ancient land, a real treasure trove, Paestum is the gateway to the Cilento, Vallo di Diano and Alburni National Park. 7 TRACCE DI STORIA TRACES OF HISTORY PAESTUM Paestum, la più bella città della Magna Grecia, a più di 2500 anni dalla fondazione, conserva intatto il proprio charme. L'antica città occupa una posizione strategica a pochi chilometri a sud della costiera Amalfitana e a nord della costiera Cilentana, fungendo da porta d'ingresso per il Parco Nazionale del Cilento. Inserita nel 1998 dall'UNESCO tra i siti patrimonio dell'umanità, oggi è considerata una delle aree archeologiche più importanti al Mondo. L'antica Poseidonia, colonia greca, la cui fondazione è collocata dagli storici a cavallo tra il VI e il V secolo a.C., anche se, secondo Strabone, già in epoca antecedente, e cioè tra il VII e il VI secolo a.C., Giasone, di ritorno dalla spedizione degli Argonauti che si erano impossessati del Vello d'oro, si era fermato alla foce del fiume Sele per erigere un santuario in onore di Hera Argiva. Nel 273 a.C. Poseidonia diventa colonia dell'impero Romano, assumendo il nome di Paestum. Durante il dominio dei romani, Paestum subisce profonde trasformazioni urbanistiche e accresce la propria potenza commerciale, diventando un punto di riferimento per tutti i traffici che si sviluppano nel bacino del Mediterraneo. PAESTUM After more than 2500 years after its foundation, Paestum is the most beautiful city of Magna Graecia and it has preserved its charm. The ancient city is strategically located a few miles south of the Amalfi coast and north of the Cilento Coast, it's a gateway to the Cilento National Park. Added in 1998 by UNESCO as World Heritage Site, it is now considered one of the most important archaeological sites in the world. The ancient Poseidonia, a Greek colony, was founded at the turn of the sixth and fifth centuries before Christ. According to Strabo, during the antecedent era, between the seventh and sixth centuries BC, Jason, return from the expedition of the Argonauts who had stolen the Golden Fleece, he had stopped at the mouth of the river Sele to erect a shrine in honor of Hera Argiva. In 273 B.C. Poseidon becomes a colony of the Roman Empire, taking the name of Paestum. During the domination of the Romans, Paestum undergoes many urban transformations and increases its commercial power, becoming a reference point for all traffic that develop in the Mediterranean basin. 9 L'area archeologica è racchiusa all'interno di una cinta muraria di circa 5 km, nasce tra il mare e la collina di Capaccio, l'antica Caputaquae. L'area oggi visitabile rappresenta soltanto un piccolo settore della città antica, il cui perimetro è definito dal circuito, ben conservato, delle mura di cinta composte da blocchi di calcare e dotati di 28 torri e di quattro porte principali: Porta Aurea a Nord, Porta Sirena ad Est, Porta Marina a Ovest e Porta Giustizia a Sud. La visita può iniziare dal santuario settentrionale, il cui monumento più importante è rappresentato dal tempio di Atena [cosiddetto tempio di Cerere], costruito alla fine del VI secolo a.C. su di un rialzo artificiale del terreno. A Sud del santuario è possibile vedere due edifici pubblici di età greca posizionati nell'area dell'agorà: il cosiddetto heroon, edificio destinato al culto di un personaggio eminente, forse il fondatore di Poseidonia eroicizzato dopo la morte; l'ekklesiasterion, monumento per le assemblee pubbliche, definitivamente obliterato in età lucana. Proseguendo verso Sud, il percorso permette di visitare alcuni isolati e abitazioni di età romana; lasciando sulla sinistra i resti dell'anfiteatro, e passando davanti ad un edificio pubblico dotato di piscina destinato al culto di Venere, si giunge nel foro romano; la piazza è circondata da tabernae e su essa si affacciano il Comitium, il più importante monumento pubblico della colonia latina, e il cosiddetto tempio della Pace. 10 The Archaeological area is enclosed within a wall of about 5 km, born between the sea and the hills of Capaccio, the ancient Caputaquae. Today the area visited represents only a small sector of the ancient city , whose perimeter is defined by the circuit, well preserved. The walls are made of blocks of limestone and equipped with 28 towers and four main gates: the Golden Gate to the north, Siren Gate to the East, Port Gate to the West Gate and Justice in the South. The tour can start from the northern shrine, whose most important monument is the Temple of Athena [so-called Temple of Ceres], built in the late sixth century BC on an artificial increase of the soil. To the south of the sanctuary you can see two public buildings located in the old Greek agora: the so-called "heroon", a building dedicated to the worship of an eminent person, maybe the founder of Poseidon became a hero after his death. The "ekklesiasterion" monument to popular assembly, finally obliterated in Lucan Age. Keep coming on the south, the location allows you to visit some blocks and houses of the Roman Age. Leaving on the left the remains of the Amphitheater, and passing in front of a public building with a swimming pool for the worship of Venus, you will take in the Roman Forum, the square is surrounded by tabernae and on it overlook the Comitium, the most important public monument of the Latin colony, and the so-called Temple of Peace. Il percorso si conclude con il santuario meridionale dedicato a Hera, dominato dalla mole imponente di due templi dorici: la cosiddetta Basilica [530 a.C.], con nove colonne sulla fronte, e il tempio cosiddetto di Nettuno [metà V sec. a.C.]. Tutti gli edifici religiosi sono disposti lungo l'asse mediano da nord e sud, in posizione leggermente sopraelevata rispetto al resto dell'antica area urbana e sono orientati sull'asse est-ovest come tutti i templi greci. Il più antico tempio è proprio la Basilica, erroneamente così definita nel XVIII secolo. Per la mancanza di frontoni [precedentemente crollati] e quindi non riconosciuta come edificio sacro. Costruita nel 550 a.C., risulta la più arcaica dei monumenti pestani e con molta probabilità era dedicata a Hera, divinità sovrana per i Greci. Il tempio di Cerere, realizzato nel 500 a.C. e denominato tradizionalmente Athenaion, si distingue per la creazione di pronao di ordine ionico in una struttura architettonica di ordine dorico. Dominante nella sua rigorosa unità strutturale è il tempio di Nettuno, costruito nel 450 a.C.. E' l'esempio più alto di architettura greca in Occidente. Realizzati in roccia calcarea, il travertino, i templi sono da attribuire alla fase più arcaica dell'architettura greca. Sono in ordine dorico, con colonne similmente scanalate e senza basi. The trip finishes with the southern sanctuary dedicated to Hera, dominated by the imposing bulk of two Doric Temples: the so-called Basilica [530 BC], with nine columns on the front, and the socalled Temple of Neptune [mid-fifth century BC]. All religious buildings are arranged along the median axis from north and south, in a slightly elevated position relative to the rest of the ancient urban area and they are oriented on an east-west like all Greek temples. The oldest temple is the Basilica, falsely so called in the eighteenth century. Due to the lack of gables [previously collapsed] and therefore not recognized as a sacred building. The most ancient monuments of Paestum and was probably dedicated to Hera, the supreme deity for the Greeks is the temple of Ceres, built in 500 BC and traditionally called Athenaion. It is characterized by the creation of Ionic pronaos in an architectural structure of the Doric order. Dominant in its rigorous structural unit is the temple of Neptune, built in 450 BC. It is the highest example of Greek architecture in the West. Made of limestone, travertine, Temples are to be attributed to the more archaic stage of Greek architecture. They are in the Doric order, with fluted columns and similarly baseless. VILLA SALATI E LE BUFALARE Villa Salati è un antico palazzo gentilizio risalente al 1780, sorto sul piano dell'antica città di Paestum. VILLA SALATI AND THE 'BUFALARE' Villa Salati is an aristocratic building dating back to 1780, built on the plan of the ancient city of Paestum. 11 Inizialmente utilizzata per ospitare nobili e signori del periodo Borbonico, nel 1850, dopo l'acquisto da parte di Giovanni Salati, le strutture e gli annessi terreni vennero destinati all'allevamento bufalino e all'agricoltura. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la villa venne sequestrata per diventare quartier generale dell'esercito tedesco; solo grazie all'Operazione Avalanche e lo sbarco degli Alleati, la villa diventò prima quartier generale degli Americani e poi venne restituita alla fine della guerra alla famiglia Salati. Oggi è possibile visitare la villa padronale accedendo al nucleo centrale da un viale rettilineo all'interno del perimetro delle antiche mura della città di Paestum, lungo il quale si possono osservare sulla sinistra un roseto di rose pestane e sulla destra allineate al nucleo centrale, appaiono al visitatore altre sei costruzioni di varie dimensioni e mole, le cosiddette “bufalare”, di fronte alle quali sorgono 2 ulteriori manufatti di minori dimensioni e un fontanile lavatoio. Le “bufalare”, edifici destinati prevalentemente al ricovero dei butteri, erano costituite da un solo piano e poggiavano direttamente sul terreno. L'originalità della struttura consiste nel focolare centrale, fiancheggiato da quattro pilastri che reggono, insieme con i muri d'ambito, il tetto. Gli elementi costruttivi sono disposti secondo lo schema del mégaron, in cui però l'impluvio quadrato è sostituito da un camino che sporge col comignolo alla sommità del tetto a padiglione. I giacigli si disponevano radialmente intorno al focolare, dove, nelle lunghe serate d'inverno, veniva cucinato e consumato collettivamente il pan cotto. D'estate, invece, la bufalara veniva abbandonata a causa dell'acquitrino e delle zanzare. 12 Initially it was used to host nobles and gentlemen of the Bourbon period, in 1850. After the acquisition by Giovanni Salati, structures and outbuildings land was intended for breeding buffalo and agriculture. During the Second World War, the house was seized to become the headquarters of the German army, and only thanks to Operation Avalanche and the landing of the Allies, the villa became the first headquarters of the Americans. Then it came back at the end of the war to the Salati family. Today you can visit the mansion accessing the core by a straight avenue within the perimeter walls of the ancient city of Paestum, along which you can see on the left a rose garden of roses "pestane" and on the right aligned to the core, six buildings of various sizes and mass, the so-called "bufalare", in front of which there are two additional artifacts and a smaller fountain wash. The "bufalare" buildings used primarily to shelter the cowherds, consisted of one floor and rested directly on the ground. The originality of the structure consists of a central hearth, flanked by four pillars that support the roof, along with the walls of the area. The structural elements are arranged according to the scheme of the megaron, in which however the impluvium square is replaced by a chimney with a stack at the top of the roof. The beddings were arranged radially around the hearth, where, in the long winter evenings, pan cooked was cooked and eaten collectively. On the other hand, in summer the bufalara was abandoned because of the marsh and mosquitoes. HERA ARGIVA A soli 8 km dall'area archeologica di Paestum, in prossimità della riva sinistra della foce del Sele, sorge il Santuario di Hera Argiva, la cui scoperta risale al 1934. Gli scavi archeologici hanno inizio con una prima ricognizione archeologica effettuata da Paola Zancani Montuoro nel 1933, ma solo nel 1934 insieme con Umberto Zanotti Bianco, condannato al confine dal regime fascista, annunciano il ritrovamento del Santuario di Hera [Heraion]. Il culto di Hera, divinità primaria nell'universo religioso della cultura greca, sposa di Zeus, figlia di Chronos, regina degli dei, raccoglie in sé una pluralità di caratteri: custode della fertilità naturale e umana, protegge le greggi e i raccolti, è divinità del territorio in ogni suo aspetto. Nella sua veste matronale è protettrice dell'ordine sociale attraverso le nozze e le nascite. Il suo ambiente naturale è il giardino, ricco di flora e fauna. Il frutto che le simboleggia è la melagrana, che con il vivo colore dei suoi innumerevoli semi, rappresenta la fertilità. Il mito, durato secoli, è riconoscibile nella trasposizione religiosa del culto della Madonna del granato di Capaccio. La tradizione attribuisce la diffusione di questo culto originario di Argo agli Argonauti che, alcune fonti letterarie [Strabone, Plinio Il Vecchio] considerano anche i fondatori del santuario di foce Sele, qui approdati durante la spedizione alla ricerca del Vello d'oro, guidati dal mitico Giasone. HERA ARGIVA Only 8 km from the archaeological site of Paestum, near the left bank of the mouth of the Sele, there is the Sanctuary of Hera Argiva. Discovered in 1934. Archaeological excavations started with an initial archaeological survey carried out by Paola Zancani Montuoro in 1933, but only in 1934 together with Umberto Zanotti Bianco, who was sentenced to the border by the Fascist regime. The discovery of the Sanctuary of Hera [Heraion] was announced. The cult of Hera, primary religious goddess universe of Greek culture, wife of Zeus, daughter of Chronos, Queen of the Gods, brings together a number of characters. She was the guardian of natural and human fertility, protects the flocks and crops, a Divinity of the territory in all its aspects. In her capacity as matronly, she was the protector of the social order through weddings and births. Its natural environment is the garden, rich in flora and fauna. The fruit that symbolizes her it's the pomegranate, the color of its innumerable seeds represents fertility. The legend, which lasted for centuries, is recognizable in the transposition of the religious cult of Madonna del Granato in Capaccio. Tradition attributes the spread of this devotion to the original Argo Argonauts. Some literary sources [Strabo, Pliny the Elder] also considered the founders of the Sanctuary of the mouth Sele, landed here during the expedition in search of the Golden Fleece, led by mythical Jason. 13 L'area sacra, individuabile oggi nel solo livello di fondazione, si caratterizzava per la presenza di un thesaurus [un tempio di piccole dimensioni] del VI secolo a.C.; di un tempio maggiore con otto colonne davanti, con il pronaos, il naos [cella], e l'adyton [camera dietro la cella]; e di piccoli sacelli, altari e fosse piene di oggetti votivi. Oltre alle sole fondazioni, oggi sono visibili molteplici esemplari di statuette votive [sec. VI-VIV a.C.], in buona parte raffiguranti la divinità Hera nella configurazione Kourotropos, cioè seduta su di un alto sedile con il bambino in braccio. Di grande efficacia visiva sono le decorazioni, gran parte delle quali arricchivano il lato orientale e settentrionale del thesaurus, tra cui il fregio, quasi tutto in arenaria locale che rappresenta uno dei più completi e significativi complessi figurati della scultura greca di età arcaica. Nei rilievi è evidente lo spirito narrativo, che in genere è noto, almeno per l'età arcaica dei fregi ionici. Le metope scolpite [esposte nel Museo di Paestum] unite, in parte, ai triglifi traggono spunto dalla mitologia greca e dei grandi cicli epici quali le imprese di Heracle e dei centauri, la guerra di troia con i suoi principali protagonisti come Achille, Patroclo, Ulisse e il suicidio di Aiace. Nei pressi dell'antico sito sorge il Museo narrante, una struttura espositiva interattiva, che ospita percorsi multimediali e multisensoriali, che offre spunti e connessioni, non ospita oggetti, ma racconta al visitatore un secolo di ricerca archeologica di uno dei luoghi più suggestivi della Magna Graecia. 14 The area identified today only in the foundation level, was characterized by the presence of a thesaurus [a small temple] of the sixth century before Christ, a major temple with eight columns in front, with the pronaos, naos [a cell], and adyton [room behind the cell], and small shrines, altars and moats filled with votive objects. In addition to the foundations are still visible many examples of votive statuettes [sec. VI -V- IV b.C.], mostly representing the Divinity Hera like "Kourotropos" configuration. She is sitting on a high seat with a child in her arms. Decorations have a very high efficacy, most of which enriched the eastern and northern side of the thesaurus, including the frieze, almost all local sandstone which is one of the most comprehensive and significant figurative complex of Greek sculpture from the Archaic period. In the reliefs is evident the spirit of the narrative, which is generally known, at least for the archaic Ionic frieze. The sculptured metopes [exhibited in the Museum of Paestum], in part to the triglyphs are inspired by Greek mythology and the great epic cycles which companies of Heracles and the centaurs, the Trojan war with its main protagonists, like Achilles, Patroclus, Ulysses and the suicide of Ajax. Near the ancient site there is the Museum "narrante", an interactive exhibition, which multimedia houses and multi-sensory pathways, which offers insights and connections. It does not host objects, but gives to the visitor a century of archaeological research of one of the most beautiful places of Magna Grecia. CAPUTAQUIS: CAPACCIO VECCHIA A causa della lenta decadenza commerciale della città di Paestum e dell'azione del fiume Salso, le cui acque calcaree, ostruivano le opere di drenaggio e scolo, provocando la formazione di acque stagnanti, rendendo l'aria insalubre, l'area abitata fino al VII secolo venne abbandonata e la popolazione si raccolse sul monte Calpazio, dove venne edificato un castellum che dominava tutta la piana del Sele. La sua posizione strategica ne fece un centro del potere dei Longobardi in tutta la regione dal Sele a Velia. Lo sforzo costruttivo per il castello dovette essere enorme, se si pensa alle asperità della zona e alla mancanza assoluta di acqua. Il primitivo nucleo insediativo fu chiuso da una cinta muraria: le case in un primo momento erano di legno, come lo erano anche più tardi quelle povere. Nel XI secolo si comincia a trovare menzione di una civica nova Caputaquis, un nuovo quartiere sviluppatosi a nord del castello in un area più pianeggiante. Più tardi anche questa parte della città sarà protetta da una seconda e possente cinta muraria con almeno sei torri e tre porte in corrispondenza delle strade. A valle, vicino alla via del Cilento si svolgeva il mercato del giovedì e si macinava il grano nei mulini sul fiume. CAPUTAQUIS: CAPACCIO VECCHIA Because of the slow decline of the commercial city of Paestum and the action of the river Salso, whose waters limestone, obstructed the drainage and run-off, causing the formation of stagnant water, making the air unhealthy, the area inhabited until the seventh century was abandoned and the population gathered on Mount Calpazio. A castellum was built, it dominated the whole plain of the Sele. Its strategic location made it a center of power of the Lombards in the entire region from Sele to Velia. The effort to build the castle was huge, if you consider the roughness of the area and the absolute lack of water. The first primitive settlement was enclosed by a wall: first houses were made of wood, as were later the poor. In the eleventh century we begin to find mention of a civic Caputaquis nuova, a new developing area north of the castle in a flatter area. Later this part of the city will be protected by a second and mighty wall with, at least, six towers and three gates at the streets. Downstream, near the Via del Cilento market was held on Thursday and mill the corn mills on the river. During the eleventh century the city enjoyed some prosperity, contrary to what happened in the neighboring areas. 15 Intorno all'anno mille la città godeva di una certa prosperità, contrariamente a quanto avveniva nelle aree limitrofe. La situazione cambiò con l'insediamento della dinastia Sveva [1186]: la perdita d'autonomia e d'importanza della città di Salerno, comportò una concentrazione dello sviluppo dei centri intorno a Napoli, a discapito di quelli periferici, come la piana del Sele e il Cilento. Capaccio per la sua posizione strategica divenne nel 1230 Castrum R. Curiae, alle dirette dipendenze dell'imperatore Federico II. Il periodo Svevo fu segnato fortemente dalla lotta tra Impero e Papato. La Congiura di Capaccio, con relativa distruzione della città e del castello, ne è la prova. In tutti i feudatari dell'Italia Meridionale, si insinuò il sospetto e la paura che l'imperatore potesse togliere loro i privilegi che avevano acquisito, volendo Federico II gestire lo stato in maniera più moderna. Il papa non vedeva di buon occhio l'astro nascente di Federico, né la possibile unione tra impero e regno di Napoli e Sicilia, per timore di essere schiacciato e scomparire dalla scena politica. Cercava dunque il pretesto per eliminare l'incomodo. L'imperatore fu, infatti, scomunicato due volte da Gregorio IX nel 1228 e nel 1239, per essere poi finanche deposto dopo il concilio di Lione voluto da Innocenzo IX nel 1244. I feudatari campani, di fronte a questo stato di fatto, calcolando di poter guadagnare molto stando dalla parte del papa, ordinarono una congiura contro l'imperatore. Il complotto è passato alla storia col nome di Congiura di Capaccio. I congiurati, scoperti, si ritirarono in due castelli, a Sala Consilina e a Capaccio. Sala fu subito presa, Capaccio resistette per tre mesi, mentre Federico II, dalla località S. Lucia, attualmente in comune di Giungano, dirigeva le operazioni militari. 16 The situation changed with the establishment of the Swabian dynasty [1186]: the loss of the autonomy and importance of the city of Salerno, involved a concentration of development centers around Naples, to the detriment of the periphery, as the plain of the Sele and Cilento. Capaccio became Castrum R. Curiae thanks to its strategic location in 1230, reporting directly to the Emperor Frederick II. The Swabian period was strongly marked by the struggle between the Empire and the Papacy. The Conspiracy of Capaccio, with the destruction of the city and castle, is the proof. In all the feudal lords in Southern Italy, crept suspicion and fear that the Emperor could take away their privileges they had acquired, wanting to Frederick II to manage state in a more modern way. The pope did not look favorably on the rising of Frederick, nor the possible union between the Empire and the Kingdom of Naples and Sicily, in fear of being crushed and disappear from the political scene. He sought an excuse to eliminate the trouble. The emperor was, in fact, excommunicated two times by Pope Gregory IX in 1228 and in 1239, only to be deposed even after the Council of Lyons wanted by Innocent IX in 1244. The feudal lords of Campania ordered a conspiracy against the emperor figuring they can gain a lot from being part of the Pope. The plot has gone down in history as the Conspiracy of Capaccio. The conspirators were discovered, so they retreated into two castles, Sala Consilina and Capaccio. The first one was immediately taken, Capaccio resisted for three months, while Frederick II, from S.Lucia now called Giungano, personally directed the mili- Forse per il tradimento di una donna, o molto più probabilmente per la penuria di acqua e cibo, Capaccio fu espugnata. I congiurati furono tutti uccisi, chi accecato, chi calpestato dai cavalli, chi gettato dalla rocca e molti, cuciti in sacchi di cuoio insieme a un cane, una scimmia, un gallo e una vipera, furono gettati nel mare di Paestum. Di Capaccio Vecchia, che già andava spopolandosi, non rimase che la cattedrale e le rovine del castello appollaiato sulla montagna. La vittoria fu di risonanza internazionale, ne ebbero notizia direttamente dall'imperatore il principe di Tolosa e il re d'Inghilterra. Perhaps because of the betrayal of a woman, or more likely because of a shortage of water and food, Capaccio was conquered. The conspirators were killed, blinded, trampled by the horses, threw the rock and many stitched in leather sacks with a dog, a monkey, a rooster and a snake, and then they were thrown into the sea at Paestum. Finally, it lasted only the Cathedral and the castle ruins roosted on the mountain. The victory was important especially abroad, the prince of Toulouse and the King of England had news directly from the emperor. CAPACCIO: IL CENTRO STORICO Capaccio con il suo centro storico ebbe origine in seguito al graduale abbandono degli abitanti di Capaccio vecchia, dopo che quest'ultima venne espugnata da Federico II di Svevia. "Capaccio Nuova", così inizialmente veniva chiamata per distinguerla dal nucleo più antico, situata in una splendida posizione panoramica, tra il Monte Soprano [1082 m.] e il Monte Sottano [632 m.] a quote variabili dai 308 ai 450 metri sul livello del mare, domina la vasta pianura dei templi di Paestum, un ampio arco che va dal promontorio di Agropoli fino al Golfo di Salerno e la costiera Amalfitana. CAPACCIO: OLD TOWN CENTER Capaccio with its old town center originated as a result of the gradual abandonment of the inhabitants of Capaccio Vecchia. After it was conquered by Frederick II of Swabia. It was initially called "Capaccio Nuova" in order to distinguish it from the old center, situated in a splendid panoramic position between Mount Soprano [1082 m] and Monte Sottano [632 m], varying from 308 to 450 of altitude above sea level, overlooking the ample plain of temples in Paestum, a wide arc that goes from the promontory of Agropoli until the Gulf of Salerno and the Amalfi Coast. 17 Capaccio fu abitato fin dall'Epoca Romana, come testimonia il ritrovamento di un muro a rete in Via S. Agostino al centro del paese. Un documento del 1501, nel Codice Cavese, informa dell'esistenza a est di Capaccio-Vecchio di un centro abitato "Li Casali di S.Pietro", dove si presume che risiedessero i conti nel "castellum vetus" [Castelluccio – oggi Torre Eliseo]. Nel villaggio S. Pietro si rifugiarono i profughi nel 1246 dopo la distruzione di Capaccio Vecchio da parte di Federico II. Capaccio era costituito da quattro casali: Monticello, Casecappola [Case Zappullo], Lauro e Santuliveto. Nel XVIII secolo la città godette di un periodo di grande benessere economico, sottolineato dall'intenso sviluppo edilizio. Capaccio si abbellì, in tipico stile settecentesco, da meravigliosi palazzi, stupendi portali e della Fontana dei tre delfini. Iniziarono anche intensi disboscamenti fatti dai contadini che poi ne ricevevano la terra per un diritto di “laboranza”. Il paese, così come tutto il Cilento, nel XIX secolo fu attraversato dalle idee liberali, per cui nacquero le società segrete dei Carbonari e, successivamente, dei Filadelfi, che portarono ai vari moti del 1820/21, del 1828 e del Gennaio e del Luglio 1848. Capo dei moti del Gennaio 1848, che costrinsero il Re a concedere la costituzione, fu Costabile Carducci di Capaccio. Dopo una situazione sostanzialmente invariata, a partire dagli inizi del XX secolo si registra una 18 Capaccio was inhabited since Roman Age, as evidenced by the discovery of a wall in the network in Via S. Augustine at the center of the town. A document in the Cava Code dated 1501, informed about the existence east of "Capaccio Vecchia" of a residential area called "Li Casali di San Pietro", where it is assumed that the accounts were residing in the "castellum vetus" [Castelluccio - Today Eliseo Tower]. In 1246 refugees went to the village S. Peter after the destruction of Capaccio Vecchio by Frederick II. Capaccio was made up of four houses in Monticello, Casecappola [Case Zappullo], Lauro and Santuliveto. In the eighteenth century the city enjoyed a period of great economic prosperity, highlighted by the strong building development. Capaccio was embellished in typical eighteenth-century style, with beautiful palaces, beautiful portals and the Fountain of the three dolphins. They also began intense logging done by the farmers that then they received the land for a right of "laboranza". The country, as well as all the Cilento, in the nineteenth century was crossed by the liberal ideas that gave birth to the secret society of the Carbonari and, later, the Philadelphians, which led to several uprisings of 1820/21, 1828 and in January and July 1848. Head of the uprisings of January 1848, which forced the king to grant a constitution was Costabile Carducci from Capaccio. After a stable situation since the beginning of the fase edilizia di espansione verso ovest, prima con la realizzazione degli edifici lungo i Giardini di Piazza Tempone, che così inizia ad assumere un ruolo centrale nell'organizzazione della vita cittadina, poi con lo sviluppo di un cospicuo programma di sistematica edificazione nell'area degli orti terrazzati a valle del Convento di S. Antonio. La Capaccio di oggi si presenta al visitatore con un gradevole asseto urbanistico caratterizzato da palazzi gentilizi e chiese di epoca barocca. Si impongono all'attenzione due edifici religiosi risalenti al '700: il Convento dei Frati francescani e la Chiesa di S. Pietro Apostolo ricca di interessanti affreschi. Strade e stradine mettono in mostra archi e portali dalle sobrie linee che raccontano la storia fatta da gente semplice e laboriosa estremamente votata ai valori umani. Nel centro storico, diversi sono i luoghi di interesse: i Giardini Pubblici, la Torre Civica, il Salone Rizzo, la casa natale di Costabile Carducci e l'Ex Palazzo Bellelli. the beginning of the twentieth century, there was a building phase of westward expansion, first with the construction of the buildings along the "Giardini Piazza Tempone", so that it begins to take a central role in the organization of city life then with the development of a substantial program of systematic construction of terraced gardens in the valley of the Convent of S. Antonio. Today Capaccio introduce to the visitor with a pleasant urban structure characterized by noble palaces and churches of the Baroque era. Attracted the attention two religious buildings dating back to '700: the Convent of the Franciscan Friars and the Church of St. Peter the Apostle full of interesting frescoes. Roads and streets showcasing arches and portals with sober lines that tell the history made by ordinary people and extremely hardworking devoted to human values. In the historic center, there are various points of interest include Public Gardens, the Civic Tower, the Hall Rizzo, the birthplace of Costabile Carducci and the Bellelli Former Palace. TORRE DI PAESTUM In prossimità del mare vi è la Torre di Paestum, risale al XVII secolo, una costruzione militare a tronco di cono terminante con una merlatura. L'interno è diviso in due ambienti sovrapposti raggiungibili attraverso una scala esterna. Un'altra scala conduce alla terrazza da cui si può godere di uno stupendo panorama. Durante lo sbarco degli Alleati sulle coste di Paestum, durante l'operazione Avalanche, i tedeschi avevano posizionato sulla torre una postazione di mitragliatrici. TORRE DI PAESTUM Near the sea there is Torre di Paestum, dates back to the seventeenth century, a military construction of a truncated cone terminating in battlements. The interior is divided into two overlapping reached via an external staircase. Another staircase leads to a terrace where you can enjoy a wonderful view. At the time of the Allied landings on the coast of Paestum, during Operation Avalanche, Germans had placed on the top of a tower workstation machine guns. 19 ARTE E CULTURA ART AND CULTURE MUSEO ARCHEOLOGICO Il Museo archeologico Nazionale di Paestum è uno dei più importanti musei archeologici dell'Italia Meridionale. Situato all'interno dell'antica città, raccoglie gli eccezionali reperti provenienti dalla città di Paestum, dapprima colonia greca con il nome di Poseidonia, poi città lucana e romana, e dal suo territorio. L'idea del museo nasce nel 1938 con l'architetto Marcello De Vita che, elabora un ampio progetto per la costruzione di un edificio destinato ad accogliere l'enorme quantità di materiali archeologici provenienti dagli scavi del Santuario del Sele, come le celebri metope scolpite, e dalla città, ma a causa della guerra i progetti vengono accantonati. Soltanto agli inizi degli anni '50 si inizia a realizzare una parte di questo progetto e viene costruito l'attuale edificio che si inaugura il 27 Novembre del 1952. Vista l'enorme mole di ritrovamenti, l'edificio si rivela insufficiente e, nei primi anni '60, su progetto dell'architetto De Felice viene realizzata una nuova ed ampia sala completata da una serie di vani con ampie vetrate che si aprono suggestivamente verso la città, la piana e i monti di Capaccio. Nel 1999 il Museo è stato sapientemente riorganizzato in modo tale da poter seguire l'evoluzione storico-cronologica della città dal periodo greco a quello romano ed è stata allestita e inaugurata una nuova grande sala, al primo piano, interamente dedicata alla città e al territorio in età romana. THE ARCHAEOLOGICAL MUSEUM The National Archaeological Museum of Paestum is one of the most important archaeological museums in the South of Italy. Placed in the ancient city, it collects all the exceptional finds from the ancient city of Paestum, first Greek colony with the name of Poseidon, and then the Roman city of Lucania from its territory. The idea born in 1938 thanks to the architect Marcello De Vita, he develops a wide project about the construction of a building which can contain the enormous amount of archaeological material from excavations of the Sanctuary of Sele, such as the famous sculptured m e t o p e s , a n d f r o m t h e c i t y. Unfortunately projects are shelved because of the war. Only in the early fifties just one part of this project came true and the actual Museum is constructed. It opened on 27 November 1952. As the big amount of finds, the building resulted insufficient, so in the early sixties, the architect De Felice provided a new and ample room complemend by a series of rooms with large windows that open suggestively toward the city, the plain and the mountains of Capaccio. In 1999, the Museum has been reorganized in such a way as to follow the historical and chronological evolution of the city's from the Greek and Roman times. It was set up and inaugurated a new large room on the first floor, entirely dedicated to the city and the territory in Roman times. 21 Il Museo dispone anche di una sala didattica, con annessa aula per proiezioni e conferenze, di laboratori grafici, fotografici e di restauro, di un ricco archivio e di grandi depositi. Questi ultimi sono all'avanguardia per un innovativo e quasi unico sistema di catalogazione e sistemazione delle lastre tombali dipinte ritrovate nelle necropoli di Paestum. Al suo interno è possibile ammirare l'esposizione di suppellettili preistoriche, corredi funerari della città lucana, resti archeologici scultorei e terrecotte. Una parte del museo è dedicata alle sculture arcaiche relative al famoso ciclo di metope dell'Heraion di Foce Sele, le quali ripercorrono la nascita della città e l'organizzazione dei suoi spazi pubblici e privati. Di straordinario interesse sono le lastre tombali dipinte, tra cui la più celebre è la Tomba del Tuffatore del 480 a.C., a cui si aggiunge il ciclo delle tombe dipinte di epoca lucana. La Tomba del Tuffatore [rinvenuta nel '68] comprende cinque lastre affrescate. Quattro di esse che compongono la cassa sono dipinte e raffigurano un Convivio o Banchetto funerario. Il capolavoro è la quinta lastra, quella della copertura, su cui è rappresentato, in una felice astrazione, il Tuffatore, disegnato con un tratto essenziale e puro. 22 The Museum has got an educational room too, with another room for screenings and lectures, laboratories of graphics, photos and restoration, and a rich store of large deposits. These are pioneering thanks to an innovative and almost unique system of cataloging and arrangement of painted tombstones found in the necropolis of Paestum. Inside you can admire the prehistoric funerary furniture, archaeological remains and sculptural pottery. Part of the museum is devoted to the archaic sculptures related to the famous cycle of Heraion's metopes of Foce Sele. They trace the birth of the city and the organization of its public and private spaces. The tombstones are very interesting, the most famous is the Tomb of the Diver 480 BC and the cycle of the painted tombs dating from Lucania. The Tomb of the Diver [discovered in '68] includes five plates painted. Four of them are painted and depict a Convivio or funeral Banquet. The masterpiece is the fifth plate on the cover, which is represented in a happy abstraction, the Diver. It's designed with an essential and pure trait. The tomb was created by a greek artist in 480 BC. It is the only examp l e o f G r e e k painting in Ancient Greece and in the East greek. L'opera pittorica, realizzata da un raffinato artista greco del 480 a.C., risulta attualmente l'unico esempio di pittura greca nella Magna G r e c i a e nell'Oriente greco. Nella nuova sezione del Museo sono esposti i reperti risalenti all'epoca romana, tra i quali notevoli esempi di statuaria, un tesoretto di denari d'argento, e importanti documenti epigrafici. The tomb was created by a greek artist in 480 BC. It is the only example of Greek painting in Ancient Greece and in the East greek. In the new section of the Museum there are finds from the Roman period, including outstanding examples of statuary, a hoard of silver coins, inscriptions and important documents. MUSEO NARRANTE DI HERA ARGIVA Nei pressi dei resti del santuario di Hera Argiva, nel 2002 è stato istituito un affascinante museo chiamato “narrante”. Viene definito tale in quanto attraverso i vari strumenti della comunicazione viene esaltata la funzione didattica, illustrativa ma anche emotiva per le suggestioni che vengono proposte. In questi spazi semplici non è stata immaginata un'esposizione di tipo tradizionale che avrebbe significato una duplicazione del già ricco museo di Paestum, ma è stato pensato piuttosto a un'armoniosa integrazione con esso. Il percorso di visita, che utilizza sia strumenti di tipo tradizionale, sia videoinstallazioni, prodotti multimediali e ricostruzioni virtuali interattive, si sviluppa come la trama di un racconto che guida il visitatore alla scoperta del santuario. Alla ricostruzione del paesaggio antico THE NARRATIVE MUSEUM OF HERA ARGIVA Near the sanctuary of Hera Argiva, there is a fascinating museum called "narrative". The venue is the old farm called Procuralio which was used as storage of materials discovered during the first excavation of the thirties. This museum is called "narrative" because of its didactic function, illustrative but also emotional for the suggestions that are offered. In these simple spaces they imagined a traditional exhibition that would not mean a duplication of the rich Museum of Paestum, but it is an harmonious integration with it. During the visit there are traditional instruments and video installations, multimedia and interactive virtual reconstructions, a plot of a story that guides the visitor to discover the sanctuary. The opening is dedicated to the reconstruction of the 23 della foce del Sele è dedicata la sala di apertura, che mostra le variazioni paleoambientali e fornisce la scenografia naturale che faceva da sfondo al santuario. La storia della ricerca archeologica viene, invece, illustrata all'interno di una sala in cui su due schermi a muro e su un video a pavimento scorrono immagini sincronizzate che illustrano il progredire delle esplorazioni, dando al visitatore l'impressione di assistere alle scoperte dal bordo del cantiere di scavo. Il cuore del museo è rappresentato dalla sala delle metope, nella quale sono esposte le riproduzioni delle lastre scolpite di età arcaica provenienti dal santuario di Hera e raffiguranti episodi di diversi racconti mitici [le fatiche di Eracle, la guerra di Troia]. Le metope sono sospese al tetto della sala e rappresentano gli elementi visivi di una narrazione che, utilizzando insieme il racconto, le luci, i suoni, illustra i miti rappresentati nei rilievi in modo molto suggestivo e coinvolgente per il visitatore. Una scala elicoidale, lungo la quale sono appese le riproduzioni delle statuette fittili dedicate alla dea, conduce il visitatore, accompagnato dalle voci e dai suoni dei devoti, al piano inferiore, ad un punto di osservazione dell'area archeologica. Al piano superiore una sala ospita la ricostruzione degli interni del cosiddetto edificio quadrato, che, ubicato nei pressi del tempio principale, era destinato con probabilità alla tessitura dei pepli da offrire alla dea. Il museo non espone materiale archeologico: le metope, le offerte votive e altri elementi visibili, sono riproduzioni che ben rendono la loro funzione illustrativa e narrativa. 24 ancient landscape of the mouth of the Sele, it shows paleo-environmental changes and provides the natural scenery that formed the backdrop to the sanctuary. The history of archaeological research is shown in a room where there are two screens in a video wall on the floor and slide synchronized images that illustrate the progress of exploration, giving the visitor the impression of watching the discoveries by edge of the excavation site. In the room devoted to the illustration of the buildings, several interactive multimedia stations provide access to virtual reconstructions of monuments. The heart of the museum is the hall of metopes, in which there are reproductions of sculptured slabs from the Archaic period from the sanctuary of Hera and depicting various mythical tales [the labors of Hercules, the Trojan War]. Metopes are suspended from the roof and represent visual elements of a tale. The latter uses together story, lights, sounds and illustrates myths represented in the reliefs in a very impressive and engaging point for the visitor. A spiral staircase, along which there are hung reproductions of clay statuettes dedicated to the goddess, leads the visitor on the lower floor, together with voices and sounds of the devotees. Upstairs there is a room which houses interior of the so-called square building, which is located near the main temple. Maybe It was designed to the weaving of robes to offer to the goddess. The museum doesn't expose archaeological material. Metopes, the votive offerings and other visible items are reproductions that make their function illustrative and narrative. MUSEO DEL GRAND TOUR Il museo, realizzato dalla Fondazione Gian Battista Vico, nasce nel 2003 all'interno di alcuni locali del Convento dei Padri Francescani di S. Antonio in Capaccio. Il Convento è situato in una posizione di grande suggestione, costruito con grande sapienza nell'orientamento, con un profondo senso di appartenenza all'ambiente e di fusione al paesaggio circostante. Posto su di un promontorio, si affaccia a sudovest su di un panorama unico, che comprende la piana di Paestum con la città antica e il golfo di Salerno; a nordest guarda il Monte Soprano che lo sovrasta, ponendosi a cerniera tra la pianura con il mare e la montagna. I caratteri architettonici del complesso conventuale, ancora in gran parte integri, sono di grande interesse, così come il chiostro, organizzato secondo un sistema di volte a crociera di bella proporzione che coprono il portico ed archi sorretti da pilastri a sezione quadrata smussati agli angoli. Nella parte del complesso una volta più fatiscente oggi troviamo un museo sui percorsi del Grand Tour, corredato da una sala per attività MUSEUM OF THE "GRAND TOUR" The museum was realized by Gian Battista Vico Foundation in 2003 within the Convent of the Franciscan Fathers of St. Anthony in Capaccio. The Convent is located in a great position, built with great wisdom in orientation, with a deep sense of belonging to the environment and melting the surrounding landscape. Sited on a promontory, overlooking the south-west on a unique panorama, which includes the plain of Paestum with the old city and the Gulf of Salerno. North-east it looks at the Monte Soprano and acts as a hinge between the plain with the sea and the mountain. The architectural features of the Convent Complex are still largely intact as well as the cloister. They are organized according to a system of vaults of beautiful proportion covering the porch and arches supported by square pillars rounded at the corners. A part of the Complex today is a museum on the trails of the Grand Tour, accompanied by a hall for seminars and a garden of medicinal herbs restored in its original planted. From mid-eighteenth century, Paestum was destination for travelers who arrived 25 seminariali e da un orto di erbe officinali ripristinato nei suoi piantumati originari. Paestum, dalla metà del XVIII secolo, è stata meta irrinunciabile dei viaggiatori che arrivavano in Italia a compiere il Grand Tour. A Paestum fino alla fine del Settecento arrivarono studiosi, architetti e antiquaires, letterati di fama [Goethe, Canova, Winckelmann], che descrissero con immagini e scritti i luoghi, espandendo la fama del sito in tutta Europa e provocando quel fenomeno di moda e di massa che dura fino ad oggi. Il Museo ospita una collezione di oltre centoventi opere, per la gran parte incisioni realizzate nella seconda metà del Settecento. Le più antiche sono le quattro tavole di Morghen del 1765, facenti parte della serie Vedute della città di Paestum. A distinguersi attraverso interpretazioni originalissime è Giovan Battista Piranesi, di cui il museo conserva ventuno tavole. Le immagini da lui create nel 1778 sono probabilmente quelle che maggiormente rimangono impresse nella memoria collettiva: visioni più che vedute. L'opera senza dubbio di maggior pregio di tutta la raccolta del museo è il dipinto, a olio su tela, del pittore tedesco Franz Ludwig Catel, raffigurante La veduta di Paestum con i templi, la costiera Amalfitana e Capri sullo sfondo, realizzato nel 1838. L'opera di Catel si può definire la 'summa' di una certa pittura di paesaggio della prima metà dell'Ottocento. Questo per i suoi aspetti relativi a un vedutismo che inserisce il tema principale, in questo caso i templi, in un contesto atmosferico reso con sostanziale naturalismo, che trae linfa vitale dal contatto con il vero. Lungo il percorso sono collocate sei teche contenenti corredi tombali di sepolture di età attica e lucana rinvenute nel territorio di Paestum. 26 in Italy to make the Grand Tour. Until the end of the eighteenth century came scholars, architects and antiquaires, famous writers [Goethe, Canova, Winckelmann], who described places with pictures and writings, expanding the reputation of the site in the whole Europe and causing the phenomenon of mass fashion until today. The museum contains a collection of over one hundred and twenty works, for the most part engravings made in the second half of the eighteenth century. The oldest are the four tables Morghen of 1765, part of the series views of the city of Paestum. A highly original interpretations is distinguished by Giovan Battista Piranesi, his twenty-one tables are in the museum. The images he created in 1778 are probably the ones that mostly remain imprinted in the collective memory: visions rather than views. The work of great quality is constituted from the painting, oil on canvas, by the German painter Franz Ludwig Catel, depicting the view with the temples of Paestum, the Amalfi Coast and Capri in the background [1838]. Catel's work can be described as the 'sum' of a certain landscape painting of the first half of the nineteenth century. This is for the aspects related to a landscape painting that places the main theme, in this case Temples, in an environment with pollution made substantial naturalism, which draws lifeblood from contact with the real. Along the route are placed six cases containing tombs and burials Attic Lucan Age Questi reperti archeologici sono inseriti nell'esposizione, per sottolineare ancor di più il contesto in cui veniva a trovarsi il visitatore nel XVIII e XIX secolo, che spesso assisteva direttamente a scoperte archeologiche. found in the area of Paestum. These finds are included in the exhibition, they emphasize even more the context in which the visitors was in the eighteenth and nineteenth centuries. He often assisted directly to archaeological discoveries. LA STAZIONE DEL DORICO La stazione del Dorico vuole essere in futuro una pinacoteca-galleria comunale che, per mezzo di immagini, foto, opere d'arte contemporanea, materiali e documenti racconti la storia del territorio dal Settecento a oggi. Oggi il progetto è stato realizzato solo parzialmente, attraverso una piccola ma significativa raccolta di opere in ceramica dei più rappresentativi ceramisti di Vietri e della provincia di Salerno. Opere che ora, di proprietà comunale grazie alla donazione dei ceramisti, sono visibili, in permanenza, presso due piccoli ma storici locali della stazione, un tempo biglietteria e ufficio ferroviario. La stazione del Dorico intende promuovere nel prossimo futuro vari eventi, video incontri, performances ad opera di ceramisti italiani per dialogare, idealmente, con le antiche fornaci del luogo e con il grande ceramista di Paestum, Assteas e per creare, dopo un lungo silenzio di secoli, un nuovo interesse intorno alla ceramica, considerata a torto come "arte minore". THE DORIC STATION The Doric Station wants to be a municipal art gallery which tells the story of the area from the eighteenth century to the present, by using images, photos and works of contemporary art materials. Today the project has been realized only partially, by a small but significant collection of ceramic works of the most representative Vietri ceramics and of the province of Salerno. This works are owned by the city, thanks to the donation of the potters. They are visible in two small but historic rooms of the station, the old ticket office and the railways. The Doric Station intends to promote different events, like video meetings, performances by Italian potters in order to communicate with the ancient kilns of the place and the great potter of Paestum, Assteas and to create a new interest around the ceramic, which it is wrongly considered as a "minor art". 27 NATURA E SPORT NATURE AND SPORT IL LITORALE Il territorio di Capaccio Paestum presenta uno dei più bei tratti di costa tirrenica. Il litorale si estende per circa 14 km e si caratterizza per l'elevato valore naturalistico dato dalla presenza di ecosistemi rari. La spiaggia ancora incontaminata è composta da sabbia finissima, qui si alternano spiagge attrezzate con numerosi servizi e divertimenti. L'arenile, profondo circa 80 metri, non è sottoposto a eventi erosivi e all'accumulo di alghe. Nel sistema litorale sono presenti le "dune", le quali ospitano elementi di vegetazione psammofila. Uno studio sulla flora delle coste sabbiose del Parco Nazionale del Cilento ha sottolineato come, lungo la fascia costiera di Capaccio Paestum, sia presente e conservato in diversi punti il paesaggio naturale proprio di tale ambiente. A sera con un affascinante gioco di luci e caldi colori, il tramonto regala emozioni uniche all'animo sensibile dello spettatore, accompagnandolo fino ai tenui colori dell'alba. THE COAST The territory of the town of Capaccio Paestum has one of the most beautiful stretches of the Tyrrhenian coast. The coast extends for about 14 km and is characterized by the high conservation value due to the presence of rare ecosystems. The pristine beach is composed of fine sand, here are alternated beaches equipped with many amenities and entertainment. The beach is deep 80 meters, it is not subject to erosion events and the accumulation of algae. In the coastal system there are the "dune", which host elements of vegetation psammophilous. A study on the flora of the sandy beaches of the Cilento National Park has pointed out that along the coast of the town of Capaccio Paestum, the natural landscape is present and preserved in different points just such an environment. During the evening, there is a fascinating play of light and warm colors, the sunset gives unique emotions to the sensitive soul of the viewer, accompanying him to the soft colors of the dawn. LA PINETA Sfondo di questo meraviglioso spettacolo l'incorrotta bellezza della pineta con elementi di macchia mediterranea e leccio. La pineta non è una formazione spontanea ma il risultato della messa a dimora di due specie di conifere - il Pino Domestico [Pinus Pinea] ed il Pino d'Aleppo [Pino Halepensis] - compiuta circa quarantacinque anni fa dal Corpo Forestale dello Stato per proteggere le aree coltivate più interne dai venti salmastri provenienti dal mare. THE PINE FOREST The background of this wonderful show is the incorrupt beauty of the pine forest with elements of Mediterranean holm oak. The pine forest is not a spontaneous formation but the result of the planting of two species of Conifers - the Pine [Pinus pinea] and Pine of Aleppo [pine Halepensis] - completed about forty-five years ago by the State Forestry Department to protect cultivated areas further inland from the salty winds coming from the sea. 29 Di origine naturale è invece la Quercia, mentre il Leccio è presente in modo frammentario sulle cime delle Dune. Il sottobosco della pineta è molto rado e povero di specie poiché i pini, mai diradati, sono troppo fitti. La scarsità di luce solare, la resina dei pini e gli aghi, che coprono completamente il terreno, lo rendono sterile. La fascia compresa fra la duna e la pineta, consente di vedere che la macchia mediterranea si presenta con aspetti diversi per struttura e composizione floristica. Tra le specie si trovano il Lentisco, l'Oleandro, il Ginepro, il Carrubo, il Corbezzolo e il Mirto. The oak is a natural substance, while the Holm is present in a piecemeal fashion over the tops of the dunes. The undergrowth of the pine forest is very sparse and species-poor because the pines are too thick. The lack of sunlight, the resin of the pine trees and the needles, which cover the ground, make it sterile. The area between the dunes and pine forest, which allows you to see the scrub shows different aspects of the structure and the floristic composition. Among different species there are the Mastic, the Oleander, Juniper, the Carob tree, the Arbutus and Myrtle. L'OASI DUNALE L'Area Protetta Oasi Dunale di Torre di mare è situata nel tratto di costa antistante l'antica città di Paestum e occupa una superficie di circa 20 ettari. Salendo dal mare si attraversa la spiaggia, sabbia chiara e finissima, qua e là piccoli frammenti lasciati dalle onde, conchiglie, legnetti, alghe. Più a monte, dove iniziano le dune, compaiono le prime tracce di vegetazione: sono le rare piante psammofite, o delle sabbie, che con i loro fusti spessi e spinosi resistono all'ostilità di quest'ambiente dal substrato sabbioso incoerente e molto povero di elementi nutritivi e prolungati periodi di aridità e salinità. Non resistono però, alle ruspe ed alle ruote delle jeep. Fra le più belle il Pancratium Maritimum o giglio di mare. Fra la duna e la pineta s'incontra un residuo di macchia mediterranea, vegetazione bassa THE OASIS DUNE The Protected Oasis Area Torre di mare is situated on the opposite coast of Paestum, it occupies an area of about 20 hectares. From the sea across the beach, the sand is clear and fine, small fragments are left by waves like shells, sticks and algae. Further up, where dunes begin there are some first tracks of vegetation: rare plants of psammophilous, or sand. With their thick and thorny stems, withstand the hostility of this environment. It has got a sandy substrate and it is lack of nutrients and prolonged periods of drought and salinity. They don't resist to bulldozers and jeep's wheels. Among these, the most beautiful is the Pancratium Maritimum or sea Lily. Between the dune and the pine forest there is a remnant of the Mediterranean marquis, low vegetation and rich tangled 30 e intricata ricca di arbusti, che avrebbe dominato tutta la fascia costiera se non fossero state piantate le conifere. Fra le specie più diffuse il mirto, il lentisco, la smilace. Caratteristica è la forma assunta da queste piante, modellate dall'azione incessante del vento. Sono inoltre presenti numerosi esemplari di eucalipto e di acacia, che tendono a invadere l'area della macchia. Gran parte dell'oasi è coperta da una pineta di Pino Domestico (pino da pinoli) e Pino d'Aleppo. Nel sottobosco, molto povero e rado, l'eccezione è rappresentata dalle chiarìe, piccole zone circoscritte, dove grazie alla maggiore umidità e la penetrazione del sole, si possono trovare diverse piante autoctone. L'iniziativa di tutela, ha preso avvio dalla comprensione dell'importanza dell'ecosistema dunale e dall'osservazione dei molteplici motivi di degrado. L'opera di sensibilizzazione condotta negli anni dal locale circolo di Legambiente è stata recepita dall'Amministrazione Cittadina che si è fatta parte attiva concedendo le aree demaniali all'associazione. shrubs that would dominate the entire coast if they haven't planted conifers. The most important species are myrtle, mastic, the smilax. Their characteristic is the form shaped by the wind. There are also many examples of eucalyptus and acacia, which tend to invade the stained area. Most part of this oasis is covered by a pine forest called Stone Pine and Aleppo pine. The undergrowth is very poor but thanks to bright small areas where sun penetrates, you can find many native plants. The initiative to protect the environment started from the importance of the ecosystem of dunes and the observation of degradation. In recent years Legambiente has carried out an important awareness and the town has become an active part of conceding public lands to the association. There are many objectives, for sure the Protected Area has an aspiration to return to the city of PoseidoniaPaestum and the ancient relationship with the sea. PIANA DEL SELE Situata tra il litorale e la collina, la piana di Capaccio Paestum costituisce un pezzo della piana del Sele, una pianura di tipo alluvionale formatasi nel corso dei secoli grazie al fiume che la solca [il Sele], la resa è elevata, vi è un tipo di agricoltura a rotazione non estensiva con un grado di meccanizzazione elevato. Il riconoscimento di numerosi prodotti tipici è il risultato del buon lavoro. THE PLAIN OF THE SELE Capaccio Paestum is a piece of the Sele plain. It is located between the coast and the hills in an alluvial plain formed over the centuries thanks to the river that runs through it [Sele]. The yield is high, there is a type of rotation agriculture non-extensive with a high degree of mechanization. Lots of typical products are recognized, that is the result of the good work. 31 FIUME SELE Il fiume dell'omonima piana che si estende da Salerno a Paestum, segna a valle il confine naturale nordovest del territorio di Capaccio, delimitato a sudovest da un altro fiume, il Solofrone. Il Sele nasce a Caposele [m. 420] tra i monti Picentini e sfocia nel Tirreno dopo un percorso di 64 km. Le acque del fiume, dopo la bonifica del basso corso realizzata definitivamente negli anni trenta del secolo appena trascorso, irrigano l'intera piana. La salubrità delle acque è testimoniata anche dalla presenza di comunità di lontre. Il fascino paesaggistico dell'area della foce può far comprendere il perché intorno alla fine del VII secolo a.C., un gruppo di Achei provenienti da Sibari, colonia greca sulla costa ionica fondata circa un secolo prima, decisero di crearvi un santuario dedicato a Hera. Mentre alla foce del fiume s'innalzavano i primi edifici del culto, contemporaneamente a otto chilometri più a sud, si definivano gli spazi urbani della nascente Poseidonia. SELE RIVER The plain of the Sele has got an homonymous river which marks the natural boundary downstream of the territory northwest of Capaccio. The plain stretches from Salerno to Paestum and it is bounded on the southwest by another river, called Solofrone. It rises in Caposele [m. 420] between Picentini Mountains and flows into the Tyrrhenian Sea after a path of 64 km. In the thirties, water was reclaimed and it irrigated the entire flat. The health of the water is also evidenced by lots of otters. Further North of the river mouth, there is a natural oasis named Persano. The scenic charm of the area can make people understand why around the end of the seventh century BC, a group of Achaeans from Sybaris, a Greek colony on the coast of the Ionian, decided to create a sanctuary dedicated to Hera. While at the mouth of the river towered the first buildings of worship, at the same time eight miles to the south, the urban Poseidonia started to come alive. CAPODIFIUME Gli inizi del processo insediativo sulle pendici del Calpazio [383 m. s/m], risalgono all'età protostorica. Nell'età del ferro verso il IX secolo a.C., un gruppo di cultura villanoviana che praticava l'agricoltura si stabilì a valle del monte, nei pressi delle vicine sorgenti del Capodifiume. Qui le sue acque, molto ricche di carbonato di calcio, formano un laghetto su banchi travertinosi, dovuti all'azione delle sorgenti stesse. Nella piana a sud del lembo calcareo del Calpazio, erano estratti i travertini impiegati per la costruzione di edifici e strade nell'antichità e nel medioevo. La stessa Poseidonia è stata costruita su un banco calcareo a strati formatisi per la CAPODIFIUME The beginnings of the settlement on the Calpazio [383 m. s/m], date back to proto-historic age. In the Iron Age in the ninth century BC, a group of Villanovan culture that practiced agriculture settled in the valley of the mountain, near the headwaters of the nearby Capodifiume. Its waters are very rich in calcium carbonate, forming a pond of travertine counters, due to the action of the springs. In the plain south of the flap Calpazio limestone, travertine extracts were used for the construction of buildings and roads during the Middle Ages. The same Poseidon was built on a bench limestone layers formed by the stagnation of the waters of Capodifiume 32 stagnazione delle acque del Capodifiume che attraversa la piana da est a ovest. Il fiume avrebbe assegnato anche il nome a Capaccio, derivante da Caput Aquae o Caput aquis [capo delle acque]. Questa è l'etimologia più accettata anche se qualcuno sostiene che le acque non siano quelle del fiume, ma d'alcune piccole sorgenti sui monti. Ritrovamenti di offerte votive testimoniano che a Capodifiume era ubicato un santuario extra-urbano di tipo rurale dedicato a una divinità femminile, forse Demetra o Persefone-Kore probabilmente del periodo lucano più che greco. that crosses the plain from east to west. The river assigned the name in Capaccio, deriving from Caput Aquae or Caput Acquis [head of waters]. This is the most accepted etymology, though some argue that waters are not those of the river, but from some small springs in the mountains. Maybe there was a shrine dedicated to a female deity, because of some finds of votive offerings located in Capodifiume. The Divinity can be Demeter or PersephoneKore probably Lucan period and not the greek one. There are elements of the Roman period too. BORGO GROMOLA La borgata di Gromola, come pure quella di Spinazzo sono sorte in seguito alla Riforma Agraria avvenuta negli anni cinquanta. La riforma fu preceduta da una bonifica integrale della piana, che da piano per il risanamento idraulico per un territorio governato da un irregolare regime delle acque, finì per diventare un vero piano urbanistico. Dal 1926 al 1937 il consorzio di bonifica di Paestum prosciugò tutta la zona costiera, realizzò un acquedotto e un sistema irriguo, un piano viario per il collegamento tra i monti e la pianura e in seguito una serie di strade consortili per collegare i singoli poderi. Nel dopoguerra il Corpo Forestale dello Stato impiantava la fascia pinetata costiera, che doveva proteggere gli insediamenti agricoli. La pianura di Capaccio rimase spopolata fin quasi al 1955, i braccianti vi scendevano THE VILLAGE OF GROMOLA The village called Gromola, together with Spinazzo and Vannulo born after the Agrarian Reform in the fifties. Before the reform there was a reclamation of the plain, it started with a simple plan for the rehabilitation and ended up becoming a real urban plan. From 1926 to 1937, the Water Reclamation Authority of Paestum drained the entire coastal area, he created an aqueduct and an irrigation system, a plan for the road link between the mountains and the plains and then a series of roads to connect individual farms. After the war, the State Forest Department implanted the pinewood along the coast, in order to protect the agricultural settlements. The plain of Capaccio was depopulated until 1955, laborers went down every day with carts or on foot, and in more recent years with trucks. In the evening 33 ogni giorno con le carrette o a piedi, e negli anni più recenti con gli autocarri, per ritornare la sera al centro. Questo stato di cose cambiò solo con l'intervento dell'Ente Riforma che contribuì in modo determinante a far discendere buona parte della popolazione di Capaccio e dei centri vicini [Trentinara e Giungano] per stabilirsi definitivamente nella piana, sparpagliandosi nelle case isolate o in piccoli nuclei, alcuni riunendosi attorno alla stazione ferroviaria di Capaccio Scalo, altri a Ponte Barizzo o a Paestum. Con l'esproprio [1954] di alcuni latifondi e l'assegnazione di 414 poderi di 5 e 7 ha. e 178 quote integrative di 1-1,5 ha., l'Ente di riforma creò la condizione per consolidare questa tendenza. they came back to the center. This situation changed only with the intervention of The Reformation, which contributed significantly to bring down a large part of the population of Capaccio and surrounding [Trentinara and Giungano] and to settle permanently in the plain, scattering in isolated houses or in small centers, some gathering around the train station of Capaccio Scalo, others in Ponte Barizzo or Paestum. With the expropriation [1954] of some large estates and the allocation of 414 farms [5 and 7ha] and 178 additional shares of 1-1.5 ha., the organization created the condition to consolidate this trend. In Gromola there is an old Bufalara, a typical example of rural architecture of the 700. BORGO SPINAZZO Nell'area pianeggiante, ai piedi del monte Sottano si estende la contrada di Spinazzo, che nonostante la crisi dell'agricoltura, è ancora un attivo centro agricolo: si coltiva uno dei prodotti tipici di Paestum, il carciofo, la cui qualità "tonda" dal frutto tenero e carnoso, è particolarmente pregiata. Inoltre persiste la coltivazione del tabacco, attività fiorente nei primi decenni del secolo scorso, come dimostrano i due ex-tabacchifici dislocati nelle località Cafasso e Rettifilo. A queste produzioni si affiancano i frutteti, in particolare di pesche, mentre la coltivazione del pomodoro colpita da frequenti crisi si è notevolmente ridotta. Del tutto scomparsa è la produzione del cotone. THE VILLAGE OF SPINAZZO In the flat area, at the foot of the Mountain Sottano there is Spinazzo, that despite the agricultural crisis is still an active agricultural center: the typical product of Paestum is the artichoke, the "round" quality and the soft and fleshy fruit, it is particularly appreciated. Spinazzo persists in cultivating of tobacco, the most important business in the early decades of the last century, as demonstrated by the two tobacco factories located in Cafasso and Rettifilo. These productions are supported by orchards, especially peaches, while the cultivation of tomato affected by frequent crises has been greatly reduced. The production of cotton has completely disappeared. 34 COLLINE E MONTI Lo scenario naturale di Capaccio rientra nel perimetro del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Dei 1.662 ettari di territorio comunale appartengono al parco 799 ettari, sono inclusi nella classificazione di Zona I e corrispondono al massiccio carbonatico del monte Soprano [1.087 metri] e delle rovine di Capaccio Vecchio. A quest'area corrisponde anche il S.I.C. "Monte Soprano e Monte Vesole" [Sito di Interesse Comunitario, contrassegnato dal n. 120]. Quest'area di notevole pregio naturalistico è caratterizzata da una vegetazione costituita prevalentemente da faggeti, foreste di caducifoglie e praterie di alta quota. La fauna è ricchissima e comprende molte specie proprie delle aree interne del Parco del Cilento come il Lupo e il Gatto selvatico tra i mammiferi, il Falco pellegrino, l'Averla piccola, la Quaglia tra gli uccelli; il Cervone, il Biacco tra i rettili; l'Ululone a ventre giallo e la Salamandrina dagli occhiali tra gli anfibi. MONTE SOPRANO Via Colle che è l'appendice di quella parte popolarmente denominata "Voce del Gallo" connette storicamente al sistema di sentieri che risalgono il Soprano verso le aree boschive e verso i pascoli montani del Polveracchio, intensamente utilizzati nel passato, come risulta da documenti d'archivio e dai numerosi ruderi di caprili che si conservano lungo i percorsi. Il Soprano è stato per i Capaccesi, almeno fino all'immediato dopoguerra una risorsa alla quale hanno sempre attinto e tuttora oltre a costituire un'occasione per piacevoli passeggiate, molti vi si recano alla ricerca di asparagi e funghi, tra cui anche l'ambito porcino. HILLS AND MOUNTAINS The natural landscape of Capaccio is part of the Cilento, Vallo di Diano and Alburni National Park. Belonging to the Municipal Park 1.662 hectares of land, while 799 are included in the classification of Zone I and correspond to the massif of Mount Soprano [1,087 meters] and the ruins of Capaccio Vecchio. This area also corresponds to the S.I.C. "Mount Soprano and Mount Vesole" [Site of Community Interest, denoted by n. 120]. This remarkable area of natural value is characterized by a vegetation of beech, deciduous forests and high altitude grasslands. The fauna is rich and includes many species of their inland areas of the Park of Cilento like the wolf and the wild cat among the mammals, the peregrine falcon, the little Shrike, the quail among the birds and the Cervone, the sand lizard among reptiles, the Ululone with yellow belly and the spectacled salamander among amphibians. MOUNT SOPRANO Via Colle is the appendix of a part called "Voice of the Rooster". It connects the system of trails that date back to the Soprano wooded areas and the mountain Polveracchio. In the past it was very used as evidenced by archival documents and by the presence of ruins of goat pens that are preserved along the path. The Mount Soprano was for Capaccio's inhabitants a resource from which they can always draw and now it's an opportunity for pleasant walks. Many people go there searching asparagus and mushrooms, including the Porcino. 35 MONTE SOTTANO Il contesto di Monticello, il primo dei casali che costituirono Capaccio Nuova, conserva ancora oggi una stretta relazione con la rete di percorsi che discendono verso Serra Melito, e risalgono verso le pendici settentrionali del Monte Sottano e verso la sella di Padule. Il Vallone di Serra Melito è costituito da una serie di balze scavate nella roccia dal torrente, con arenarie plasmate a conca che incanalano l'acqua di una sorgente posta proprio sotto Ponticello. Da qui passava la strada che conduceva a Giungano: un ponte in pietra, il ponte Barrelli, del quale restano scarse tracce, attraversava il Vallone. Il percorso s'inerpicava lasciando a valle un gruppo di querce secolari, nelle cui vicinanze sono evidenti i resti di un casolare. Formazioni calcaree a strapiombo sovrastano il sentiero che prosegue lambendo il versante meridionale del Sottano perdendosi a tratti nella macchia. Sull'ingresso del Vallone Serra Tre Monti, incomparabile monumento naturale, nel quale confluiscono le acque di Vesole, di Monte Soprano e di Trentinara, incombe l'antica cava di pietra che ha squarciato il fianco del monte Sottano, verso Trentinara. Il letto del torrente, colmo di ciottoli fossiliferi, tra le ripide coste ricoperte di fitta vegetazione, risale fino alla conca "Repezzole" circondata da alte pareti rocciose. Questo luogo poco conosciuto per qualità naturalistiche e posizione, si pone come un importante elemento di connessione tra la piana di Paestum e il Parco Nazionale del Cilento. 36 MOUNT SOTTANO Monticello, the first of the houses that formed Capaccio Nuova, still keeps a close relationship with the network of paths leading down to Serra Melito, and date back to the northern slopes of Mount Sottano and to the saddle of the Padule. The Valley of Serra Melito is made up of a series of ledges carved into the rock by the river, with sandstone shaped trough that channel water from a source located just below Ponticello. From here there was a road which led to Giungano: a stone bridge, the bridge Barrelli from which there are few traces across the Valley. The path climbed leaving in the valley a group of oak trees, near which there are evident remains of a house [possibly a Benedictine monastery]. Limestone cliffs overhanging the path that continues skirting the southern slope of Sottano getting lost at times in the bush. At the entrance of the Valley Serra Tre Monti, incomparable natural monument, into which flow the waters of Vesole, Monte Soprano and Trentinara, there is the ancient stone that has ripped the side of the mountain Sottano towards Trentinara. The creek bed, filled with fossiliferous pebbles, among steep slopes covered with dense vegetation, dates back to a trip to the above which opens a basin "Repezzole" surrounded by high cliffs. This little place is known for natural and position quality, it is an important element of connection between the plain of Paestum and the Cilento National Park. SPORT Diverse e molteplici sono le attività sportive che nei diversi periodi dell'anno è possibile praticare nel nostro territorio: - equitazione; - parapendio; - deltaplano e deltaplano a motore; - mongolfiere; - trekking e orienteering; - sport acquatici e subacquei [windsurf - kitesurf - vela - kayak - nuoto immersione]; - sport da spiaggia; [beach volley - beach soccer - beach rugby - beach tennis - bocce]; - aquilonismo; - pesca sportiva; - ciclismo [ciclismo su strada - ciclocross mountain biking - BMX]; - atletica leggera; - calcio e calcetto; - pallavolo e pallacanestro; - danza sportiva; - culturismo; - arti marziali e taekwondo; - bowling; - tiro con l'arco; - helimodellismo. SPORTS There are many different sporting activities, it depends on the period of the year. You can enjoy in our area: - horse riding; - paragliding; - hang gliding and paragliding motor; - balloons; - trekking and orienteering; - water sports and scuba divers [windsurf - kite surf - sailing - kayaking power boating - immersion]; - beach sports [beach volleyball - beach soccer rugby beach - beach tennis - bowls]; - kiting; - fishing; - cycling [road cycling - motocross mountain biking - BMX]; - athletics; - football and soccer; - volleyball and basketball; - sports dance; - building; - martial arts and taekwondo; - bowling; - archery; - helicopter modeling. 37 I LUOGHI DELLO SPIRITO PLACES OF SPIRIT BASILICA PALEOCRISTIANA La Basilica Paleocristiana è la più antica testimonianza della precoce affermazione del cristianesimo a Paestum [344 d.C.]. Concepita inizialmente come basilica "aperta", tra il V-VI secolo quando Paestum da colonia romana diventa col diffondersi della religione cristiana sede vescovile, l'edificio assume le caratteristiche della basilica "chiusa". Dopo un periodo di relativa prosperità, anche Paestum, come tutta l'Italia, conobbe il flagello delle invasioni barbariche: devastata dalle invasioni saracene, la città, un tempo fiorente, fu completamente distrutta. Questi avvenimenti determinarono un lento ma inesorabile abbandono della città da parte della popolazione, che migrò verso l'interno cercando rifugio nei monti circostanti, specie sulla prospiciente collina del "Calpazio". Anche la sede vescovile fu trasferita da Paestum al nuovo centro di Capaccio. Il territorio pianeggiante fu abbandonato a se stesso, e conobbe un lungo periodo di miseria e desolazione, di abbruttimento e degrado sia ambientale che umano che si prolungò fino al '700. Lo stato del territorio selvaggio, paludoso, malarico, e della popolazione inselvatichita, imbarbarita, ridotta ad una massa di "latrones alique scelerati homines", ci è documentato dalle "relations ad limina" [resoconti al soglio papale] dei vescovi caputaquensi del XVII e XVIII secolo. È proprio da questi resoconti che riceviamo i pochi cenni sulle vicissitudini storiche della Basilica. Essa rimane un centro religioso di grande richiamo, in cui i fedeli, secondo la EARLY CHRISTIAN BASILICA The early Christian Basilica is the oldest historical result of Christianity in Paestum [344 AD]. Initially it was a "opened" basilica. Between the fifth and sixth centuries Paestum became Episcopal seat and the building had the characteristics of a "closed" basilica. After a period of prosperity, even Paestum, as Italy, met the scourge of barbarian invasions. The city was completely destroyed because of devastation by Saracens. These events led to a slow but inexorable abandonment of the city by the population, who migrated inward, seeking refuge in the surrounding mountains, especially on the hill overlooking the "Calpazio". Even the Episcopal seat moved from Paestum to the new center Capaccio. The flat land was left, and there was a long period of misery and desolation, of brutalization and human degradation until 700. A document "relations ad limina" [reports to the papal throne] of the bishops of the seventeenth and "caputaquensi" eighteenth century, reported the state of wilderness, swampy, malarial and the feral population, barbarized, reduced to a mass of "latrones alique scelerati homines". It documented a few notes on the historical vicissitudes of the Basilica. It was a religious center of great attraction, in which the faithful, according to tradition, flocked in droves. The bishops followed one another one and celebrated on the day of the Annunciation. Its old structures appear wasted and ruined, it required 39 tradizione, affluiscono in massa, e dove i vescovi che si succedono convengono nel giorno dell'Annunziata per celebrare solennemente tale festività religiosa. Le sue strutture antichissime, però, appaiono deperite e in rovina, tanto da richiedere successivi e ripetuti recuperi e restauri. La sua stratificazione è dunque molto interessante: ad elementi architettonici e decorativi pagani si affacciano elementi di epoca bizantina. La chiesa è stata ristrutturata nel Settecento con forme barocche, mentre i recenti restauri dell'anno 1968 hanno portato alla luce le primitive strutture della Basilica, anche se ormai inserita in un complesso architettonico che è frutto delle varie e successive manipolazioni. Attualmente presenta all'esterno un'elegante facciata settecentesca e l'interno a tre navate divise da antiche colonne inglobate nei pilastri di epoca barocca. recoveries and restorations. Its stratification is therefore very interesting: together with the architectural and decorative pagan elements there are also elements of the Byzantine era. The church was restored in the eighteenth century in a Baroque style, while the recent restorations of 1968 brought to light the primitive structures of the Basilica, even if now it's part of a complex architecture that is the result of various and successive manipulations. Nowadays it has an elegant eighteenth-century facade, while the interior has three naves divided by ancient columns embedded in the pillars of the Baroque era. THE SANCTUARY OF "MADONNA DEL GRANATO" The iconography of the Madonna del Granato sitting on a high throne with the baby in her arms and the pomegranate is very similar to Hera Argiva. The cult was imported by Greek colonists and SANTUARIO DELLA MADONNA DEL transmitted to Lucan and Romans, it GRANATO appears to be continuing in the L'iconografia della Madonna del Christian tradition. The origin of "CapacGranato seduta su un alto trono con il cio Vecchia" is fastened around the end bambino in braccio e il melograno è stra- of the ninth century. The raids of the ordinariamente simile a quella di Hera Saracens, who settled in Agropoli [13 Argiva, il cui culto importato dai coloni miles south of Paestum], favored emigreci, si trasmette ai lucani e ai romani, grations from Paestum and from the e sembra continuare nella tradizione cri- plain where the river Salso made it stiana. L'origine di Capaccio vecchia è swampy. It was not possible to know if fissata intorno alla fine del IX secolo. Le the early medieval settlement was due to incursioni dei Saraceni, installatisi ad an increase in existing settlements at that Agropoli [13 km a sud di Paestum], favo- time. The foundation of a pre-Romanesque rivano le emigrazioni da Paestum e church of the seventh century and a 40 dalla pianura che il fiume Salso rendeva paludosa con il diffondersi della malaria. Non è stato però, possibile accertare se l'insediamento altomedievale sia stato dovuto a un incremento d'insediamenti già esistenti in quel periodo. La fondazione di una chiesa preromanica del VII secolo e di un probabile nucleo monastico italo-greco debbono essersi avuti dopo un periodo di lungo abbandono e seguono gli inizi di un processo di concentrazione di popolazioni sparse, che nell'arco di due secoli porta alla formazione di un vero centro urbano. Le prime testimonianze scritte relative a Capaccio compaiono nella metà del X secolo e parlano del sito come "castellum" entro il quale risiede il vescovo pestano e di una chiesa dedicata a S. Maria. Nel 954 il vescovo pestano si reca a Velia per rilevare le reliquie di S. Matteo, lì ritrovate e le depone solennemente nella chiesa di Caputaquis. Le reliquie furono poi rivendicate dal principe di Salerno, Gisulfo I e traslate nella capitale del principato. Una campagna di scavi condotta da un'equipe italo-polacca, tra gli anni settanta e ottanta, ha scoperto dunque le tracce di una chiesa più antica nella zona dell'attuale sagrato. Alla fondazione di questa chiesa preromanica, fa seguito in questa area un'intesa e complessa attività edilizia che porta a cambiamenti strutturali della chiesa primitiva, accanto alla quale verso la fine del XI secolo viene costruito l'episcopio poiché il vescovo di Paestum vi trasferisce la sede della diocesi. Nel XII secolo s'innalza l'attuale cattedrale. Ulteriori ristrutturazioni saranno apportate alla vecchia chiesa che ne cambieranno anche la funzione. Verso la fine del XVI secolo, il centro viene abbandonato e ha inizio la progressiva degradazione del complesso. probable core monastic Italo and greek must have after a long period of neglect. They followed the beginning of a process of concentration of dispersed populations, which in a period of two centuries, leading to the formation of a true urban center. The first reports of Capaccio appeared in the middle of the tenth century and mentioned the site as a "castellum" where the Bishop lived, and a church dedicated to St. Mary. In 954 the bishop went to Velia to detect the relics of St. Matthew, he placed them in the church of Caputaquis. Next the relics were claimed by the Prince of Salerno, Gisulfo I and transferred to the capital of the Principality. An excavation conducted by an Italian-Polish team, between the seventies and eighties, discovered traces of an older church in the area of the churchyard. After the foundation of this preRomanesque church, followed a complex building activity that leads to structural changes of the early church, next to which towards the end of the eleventh century it was built the bishop as the bishop of Paestum transferred theseat of the diocese. The current cathedral born in the twelfth century and it made additional renovations to the old church. They changed its function. Towards the end of the sixteenth 41 Nel XVIII secolo, solo la cattedrale rimane in piedi ed è trasformata in santuario. In questa fase, la chiesa viene restaurata e l'area antistante è risistemata con un cambiamento del percorso del sagrato. La cattedrale aveva il prospetto tipico delle chiese romaniche a tre navate. I restauri più noti sono stati eseguiti nel 1708, dal vescovo Nicolai, che [come ricorda un'epigrafe murata a sinistra dell'altare maggiore] probabilmente aveva realizzato dei locali sopra la navata sinistra, e l'altro nel 1836 dal vescovo Barone. century, the town was abandoned and began the gradual degradation of the complex. In the eighteenth century, only the cathedral stood up, it turned into a sanctuary. The church was restored and the area in front of it has been revamped with a change in the path of the churchyard. The cathedral had the typical prospectus of the Romanesque churches with three naves. The most well-known restorations were carried out in 1708, by a Bishop called Nicolai. Maybe he made a room above the left aisle, and the other in 1836 by Bishop Barone. SANTUARIO DEL GETSEMANI Il Santuario del Getsemani di Paestum, è una delle architetture più giovani e moderne presenti nel territorio di Capaccio. Inserita nella verde collina di Capaccio, in una posizione di privilegio, è possibile ammirare uno splendido panorama che si estende dalla fertile pianura del Sele sull'ampio golfo di Salerno, fino alla costiera amalfitana, e sul lato opposto fino al promontorio di Agropoli, all'orizzonte è possibile ammirare l'isola di Capri. Il complesso è stato realizzato alla fine degli anni cinquanta su progetto dell'Arch. Ildo Avetta. La struttura, inaugurata nel 1959, è ricca di opere d'arte eseguite in stile moderno e attualmente comprende un vasto parco, una casa spirituale, un chiostro, la chiesa superiore con cupola policroma e la cripta. Sul piazzale del Santuario si trova THE SANCTUARY OF "GETSEMANI" The Sanctuary of "Getsemani" in Paestum is one of the youngest and most modern architectures in the area of Capaccio. Located in the green hills of Capaccio, you can admire a beautiful landscape that stretches from the fertile plain of the Sele on the wide gulf of Salerno, to the Amalfi Coast. On the opposite side to the promontory of Agropoli, you can see the island of Capri on the horizon. The complex was built in the late fifties designed by the architect Ildo Avetta. The building, opened in 1959, is rich in pieces in modern style a n d n o w includes a large park, a spiritual house, a cloister, the upper church with polychrome dome and the crypt. On the ramp there is a bronze statue of "The Madonna della Luna" by G i u s e p p e Romano. 42 una statua di bronzo della "Madonna della Luna" opera di Giuseppe Romano. La statua è stata inaugurata nel 1971 a ricordo della missione americana sulla luna del 1969. Entrando nella chiesa superiore si possono ammirare delle splendide raffigurazioni [la Vergine Assunta circondata da cinquanta Santi dell'Italia meridionale e il cammino spirituale dell'uomo] sui vetri della cupola. Al centro della chiesa superiore vi è un'apertura a forma di stella che permette di affacciarsi sulla cripta. Sulle pareti del chiostro una Via Crucis, realizzata in ceramica, richiama la Passione di Cristo. Nella cripta è possibile ammirare una splendida statua del Cristo in agonia, con lo sguardo rivolto al cielo e con le mani giunte in atteggiamento di supplica. Intorno alle pareti circolari della cripta si snodano quindici altari con al centro quello della Madonna di Pompei. Questi altari sono dedicati ai più famosi Santuari del meridione, tra cui il santuario della Madonna del Granato, e ad alcuni tra i Santi più conosciuti del Sud. Accanto al Santuario si erge la casa di spiritualità con i suoi 150 posti. Nel parco della casa c'è una Via Crucis dipinta a mano su piastrelle a cotto, e un anfiteatro di recente costruzione adibito a celebrazione liturgica soprattutto nel periodo di Pasqua. CONVENTO DEI FRATI MINORI Il Convento Francescano di Capaccio, ubicato in una posizione privilegiata si affaccia a mo di terrazzo sulla vasta pianura pestana con la possibilità di poter allargare la vista su tutto il golfo di Salerno della costiera amalfitana fino al promontorio del Tresino di Agropoli, incastonandovi come una gemma l'isola di Capri. Il complesso The statue was inaugurated in 1971 in memory of the American mission to the Moon in 1969. Going in the upper church you can admire wonderful depictions on the windows of the dome [the Assumpted Virgin surrounded by fifty Saints of southern Italy and the spiritual journey of the man]. At the center of the upper church there is an opening in the shape of a star that allows you to look over the crypt. On the walls of the cloister a "Via Crucis", made of ceramic, recalls the Passion of Christ. In the crypt you can admire a beautiful statue of Christ in agony, gazing towards the heavens, with his hands joined in prayer, in an attitude of supplication. Around the circular walls of the crypt there are fifteen altars at the center of the Madonna of Pompei. These altars are dedicated to the most famous shrines in the south, including the sanctuary of the Madonna del Granato, and to some of the most popular saints of the South. The house of spirituality is next to the shrine with its 150 seats. In the garden there is a Via Crucis hand-painted tiles on floors, and a new built amphitheater used as a liturgical celebration especially during Easter. THE FRANCISCAN MONASTERY The Franciscan Monastery of Capaccio is located in a prime position overlooking the terrace by way of the vast plain of Paestum. It is possible to enlarge the view over the Gulf of Salerno on the Amalfi coast to the promontory of Tresino of Agropoli, setting as a gem the island of Capri. The architectural complex has Carmelite origins. Is named to the Saint of Padua. In 1500, Mount Carmel Friars built it, they lived there until 1652, when the famous laws "Innocenziane" closed it because of an insufficient number of friars living there. 43 architettonico, intitolato al Santo di Padova, ha origini carmelitane. Furono, infatti, i frati del Carmelo nel 1500 ad edificarlo e ad abitarlo fino al 1652. Abbandono, incuria del tempo e il disastroso terremoto del 1682 dovettero ridurre tutto il complesso a un ammasso di rovine, ma l'Università nel 1710 pose in animo la sua riedificazione, nonché l'affidamento ai frati francescani. Ciò fino al 1866, allorché le leggi eversive del nuovo Stato unitario non ne decretarono la chiusura con conseguente incameramento di tutto il complesso, adibito da allora in poi alle più disparate mansioni: da carcere a scuola, da casa comunale a uffici giudiziari. Il complesso architettonico composto da una Chiesa conventuale, da un Chiostro e Spazi abitativi con relative officine, è contornato da un vasto giardino oggi adibito, nella parte non arborata a conifere e querceti, ad impianti sportivi. Tutto l'edificio gira intorno al Chiostro, limitato da bei pilastri di pietra locale sui quali poggiano svelti archi che abbracciano un ampio spazio e al cui centro vi è la vera ottagonale dell'immancabile cisterna. Ha le pareti affrescate con episodi della vita di S. Antonio e di S. Francesco, di un pittore locale del settecento, Giuseppe Rubini. Il lato settentrionale della costruzione, è preceduto da un ampio portico profondo ed arioso, è occupato dalla Chiesa, dovuta ad ignoto architetto di 44 During the earthquake of 1682 it was abandoned and reduced into a heap of ruins, but the University in a public meeting in 1710 decided its rebuilding, as well as the expectations, resulting in its functionality and vitality to the Franciscan friars. This until 1866, when revolutionary laws of the new unitary state dictated its closure and confiscation. Since then it was a prison, a school, a home to municipal courts. The architectural complex is composed by a Convent church, a cloister and living spaces with its workshops, it is surrounded by a large garden now used with sports facilities. The whole building revolves around the Cloister, limited by beautiful local stone pillars on which there are nimble arches that span a wide area and in its center the true octagonal tank inevitable. The walls are painted with scenes from the life of St. Antonio and St. Francis, by a local painter of the eighteenth century, Giuseppe Rubini. The northern side of the building, is preceded by a large deep porch and airy. It is occupied by the Church, due to unknown talented architect and perfectly integrated in the model of Vanvitelli who was dominant at that time. All this is made more plastic by the rich decoration of the arches that open on the long walls, highlighting strengths and giving weight to the sides and a secure sense of robustness. On a square plan the presbytery accommodates the severe chorus talento e perfettamente inserita in modello vanvitelliano dominante in quel tempo. Il presbiterio, su pianta quadrata, accoglie il severo coro settecentesco ed è vivacizzato da una grande tela del Rubini. A coronamento delle bellezze e dell'armoniosità di questo tempio, c'è un monumentale organo a canne ultimamente restaurato nelle sue diverse componenti. LA CHIESA DI S. PIETRO APOSTOLO La chiesa parrocchiale è documentata fin dal XV secolo. Alla fine del '400, la chiesa era benedettina, poi con il titolo di S. Maria di Costantinopoli, passò agli Agostiniani fino alla metà del '600, per poi diventare sede della Confraternita del Rosario. Rovinata nel '700 [forse da un terremoto], fu ricostruita a metà secolo. Nel 1993, a seguito degli ingenti danni causati dal terremoto del 1980, venne ristrutturata. Ad oggi presenta la facciata in stile barocco e un portale settecentesco [1763] sormontato dall'antico stemma del comune di Capaccio. L'interno è a due navate, con l'altare maggiore in stile barocco, ricco di marmi pregiati, e a sinistra l'altare minore con un bassorilievo di S. Pietro; accanto all'uscita è tumulato il vescovo Agostino Odoardi, mentre sul lato sinistro vi è una pregiata statua del Crocifisso stilizzato. Il sagrato della chiesa, con l'edicola votiva dedicata alla madonna del Carmine e la colonnina reggente il Crocifisso, meglio conserva e ricorda quella che era l'antica fisionomia del paese. Le case che costeggiano il sagrato costituivano il convento degli Agostiniani. of the eighteenth century and it is enlivened by a large canvas of Rubini. It takes up the entire back wall of the representative of the "Porziuncola Indulgence". As the outcome of the beauty and the harmony of this temple, there is a monumental pipe organ recently restored and its various components. THE CHURCH OF "S. PIETRO APOSTOLO" This church has been documented since the fifteenth century. At the end of 400 the church was Benedictine then went to the Augustinians until the middle of 600, with the title of "S. Maria di Constantinopoli". It became the seat of the Confraternity of the Rosary. In 700 it was ruined so it was rebuilt in the mid-century. In 1993 it was restored after the extensive damage caused by the earthquake of 1980. Now it presents the baroque facade and a portal eighteenth century [1763] surmounted by the ancient coat of arms of the municipality of Capaccio. The interior has two aisles, with an altar in the Baroque style, rich in precious marbles, and to the left of the main altar with a bas-relief of St. Peter; next to the exit the bishop Augustine Odoardi buried, while on the left side there is a fine statue of the crucified stylized. The church square, with the shrine dedicated to "Madonna del Carmine" and the column regent the Crucifix, best preserved and remember what was the ancient physiognomy of the country. The houses lining the churchyard were the Augustinian monastery. 45 SAPERI E SAPORI TASTE AND HANDICRAFT LA DIETA MEDITERRANEA La Dieta Mediterranea, dichiarata patrimonio immateriale dell'umanità dall'UNESCO nel 2010, trae le sue origini dalla storia, dalla cultura e dallo stile di vita pervenutoci per tradizione dalla Magna Grecia. Queste abitudini alimentari sono rimaste radicate nel territorio e si sono consolidate nel corso dei secoli, prima dalla miseria che ha colpito tutto il meridione durante il Medio Evo, obbligando il popolo ad integrare con prodotti della terra e verdure di raccolta la scarna dieta a sua disposizione, e successivamente dalla tradizione meridionale e in modo particolare cilentana, che ha valorizzato le povere risorse del territorio con una saggia distribuzione dei suoi componenti. Queste abitudini alimentari hanno trovato nel Cilento, il luogo di maggiore sviluppo, in quanto la cosiddetta Dieta Mediterranea non è soltanto una dieta alimentare e quindi prodotti genuini, ma anche e soprattutto uno stile di vita sano a contatto diretto con la natura, condizioni quest'ultime particolarmente presenti nei cilentani, perché ereditate dalla cultura delle antiche città greche: Paestum ed Elea. Quindi la tradizione alimentare dei contadini cilentani ha elaborato nei secoli quel sistema alimentare che oggi tutti conosciamo come la Dieta Mediterranea, e che il noto nutrizionista americano Ancel Keys ha studiato e codificato con questo nome. Nella dieta sono previsti: pasta, pane, ortaggi, legumi, frutta, frutta secca, olio di oliva, pesce, latticini, carne bianca, carne rossa, uova e vino. THE MEDITERRANEAN DIET The Mediterranean Diet was declared Intangible Heritage of Humanity by UNESCO in 2010. Its origins came from history, culture and lifestyle and by tradition from Magna Graecia. These eating habits remained rooted in the territory over the centuries. First by the misery that has hit the whole south during the Middle Ages, forcing people to integrate with the land and harvest the meager diet of vegetables and then by the southern tradition and especially from Cilento. It enhanced the poor resources of the area with a wise distribution of its components. These eating habits found in the Cilento, the site of major development. As the so-called Mediterranean Diet is not just a diet and genuine products, but also and above all a healthy lifestyle in direct contact with nature because it inherited from the culture of the ancient Greek cities: Elea and Paestum. So the Cilento food tradition has developed over the centuries a food system that we all know today as the Mediterranean diet. The famous American nutritionist Ancel Keys studied and marked with this name. The diet consists of: pasta, bread, vegetables, legumes, fruits, dried fruit, olive oil, fish, milk products, red and white meat, eggs and wine. 47 I NOSTRI SAPORI Capaccio è una terra ricca di tradizione, dove è possibile scoprire e gustare sapori unici e genuini, prodotti di qualità che racchiudono in essi l'esperienza e la saggezza di chi li produce. - La mozzarella di bufala DOP La mozzarella di bufala è uno dei prodotti più apprezzati a livello nazionale ed internazionale, si tratta di un formaggio fresco a pasta filata, a sfoglie sottili sovrapposte da una crosta sottilissima, caratterizzata da un colore bianco porcellanato, da un sapore delicato e dal profumo inebriante. Famosa in tutto il mondo, la mozzarella della piana del Sele è un prodotto a marchio DOP [Denominazione di Origine Protetta]. Viene lavorata secondo la locale tradizione artigianale solo con latte proveniente dagli allevamenti della Città di Capaccio Paestum e la provincia di Salerno. - Il carciofo di Paestum IGP Il carciofo di Paestum IGP, è noto anche come "Tondo di Paestum". L'aspetto rotondeggiante dei suoi capolini, la loro elevata compattezza, l'assenza di spine nelle brattee sono le sue principali caratteristiche qualitative, che ne hanno consacrato la sua fama tra i consumatori. Il prodotto è molto apprezzato in cucina, dove viene utilizzato nella preparazione di svariate ricette tipiche e di piatti locali. - Il pomodoro di Paestum La pianta del pomodoro è stata importata dall'America Latina verso la fine del XVI secolo. Il frutto del pomodoro è una bacca di colore rosso di dimensioni e 48 OUR TASTES Capaccio is a land rich in tradition, where you can discover and enjoy unique and genuine flavors, quality products contain experience and wisdom of those who produce them. - Buffalo mozzarella PDO Buffalo mozzarella is one of the most popular products at national and international level. It is a fresh cheese with spun paste, in thin sheets overlapped by a thin crust, characterized by a white porcelain color with a delicate flavor and exciting smell, it is famous all over the world. This Mozzarella is a product with PDO [Protected Designation of Origin]. It is processed in accordance with the local tradition of craftsmanship with only milk from farms in the municipality of Capaccio and the province of Salerno. - Paestum artichoke PGI Paestum artichoke PGI is also known as "Tondo di Paestum". The appearance of its rounded flower heads, their high compactness, the absence of spines on the bracts are its main qualitative characteristics, which have consecrated its reputation among consumers. The product is very appreciated in the kitchen, where it is used in the preparation of various recipes and local dishes. - Paestum tomato Tomato plant was imported from Latin America at the end of the sixteenth century. The fruit is a berry red color, variable in sizes and shapes according to the variety of the sweet slightly acid taste, but it is rich in vitamins. forme variabili in relazione alle varietà dal sapore dolce - acidulo ricco di vitamine. Nella Piana di Paestum generalmente vengono coltivate: Il Pendolino, a forma di cuore leggermente schiacciato, la Classica Ciliegia, consumata fresco con basilico, olio di oliva e mozzarella di bufala, e l'immancabile San Marzano, utilizzato soprattutto per la preparazione di conserve e sughi. - La carne di bufalo La carne di bufalo è un prodotto in forte crescita nel mercato della carne. La qualità e i numerosi valori nutrizionali ne fanno un alimento gustoso e adatto a tutti. Questo prodotto artigianale ha un aroma molto speziato, deciso, rigoroso nella struttura, con un basso contenuto di grassi [si aggira intorno al 2%], ricco di vitamine, sali minerali e ferro. La produzione viene effettuata con i capi giovani, per cui la carne risulta succosa e digeribile. - L'olio extravergine di oliva DOP L'olio extravergine di Oliva DOP si ottiene dalla premitura delle olive. Al consumo è di colore giallo paglierino con buona vivacità e intensità, il gusto è tenue, delicato, dolce con appena percettibili note vivaci di amaro e piccante. L'acidità è sempre inferiore al valore di 0,70%. La notevole presenza di note aromatiche fa prediligere l'uso di quest'olio su piatti di una certa consistenza, tipici dell'area di origine, come grigliate di pesce, insalate selvatiche, verdure bollite, legumi e primi piatti in genere. In the plain of Paestum are cultivated: The "Pendolino", heart-shaped slightly flattened, the Classic Cherry, consumed fresh with basil, olive oil and buffalo mozzarella, and the inevitable "San Marzano" mainly used for the preparation of preserves and sauces. - Buffalo meat The Buffalo meat is growing in the meat market. Its quality and nutritional values make it tasty and suitable for everyone. This product has got a very spicy aroma, determined, strict in structure, with a low fat content [around 2%], rich in vitamins, minerals and iron. The production is carried out with young animals, so the meat is juicy and very digestible. - Extra virgin olive oil PDO The PDO extra virgin olive oil is obtained from the pressing of olives. When you eat it the color is yellow with good intensity and liveliness. The taste is soft, delicate, sweet with barely perceptible lively notes of bitter and spicy. The acidity is always less than the value of 0,70%. The significant presence of aromatic notes give preference to use it on dishes of a certain size. It is typical in this area with grilled fish, salads wild, boiled vegetables, legumes and pasta in general. 49 - Il fico bianco del Cilento DOP Il cultivar "Dottato" è una pregiata varietà di fico diffusa in tutto il Cilento. Si tratta di un prodotto avente caratteristiche uniche e di assoluto pregio, apprezzate anche all'estero, il "Fico bianco del Cilento" DOP deve la sua denominazione al colore giallo chiaro uniforme della buccia dei frutti essiccati, che diventa marroncino per i frutti che abbiano subito un processo di cottura in forno. La polpa è di consistenza tipicamente pastosa, dal gusto molto dolce, semi piccolissimi e ricettacolo interno quasi interamente pieno. Tali caratteristiche vengono considerate di eccellenza per la categoria commerciale dei fichi essiccati. - Il vino Nel territorio capaccese e più in generale in tutto il Cilento, sono presenti numerosi vigneti che consentono la produzione di ottimi vini rossi e bianchi. Le vigne DOC della Piana del Sele hanno trovato le condizioni ideali in questi territori, ovvero terreno calcare, un clima mite e un'area pianeggiante e collinare con ottima esposizione. Tra i vini rossi si possono ricordare i seguenti vigneti: il Primitivo, l'Aglianico, il Piedirosso, tra i vini bianchi secchi troviamo il Greco, la Malvasia, il Trebbiano e il Fiano. Le vigne della Piana di Paestum hanno il marchio IGP [Indicazione Geografica protetta]. 50 - White Cilento fig PDO The cultivar "Dottato" is a fine variety of fig spread throughout the Cilento. This product has got unique features and absolute values, very famous also abroad. The "White Fig of Cilento" PDO is called in this way thanks to the uniform pale yellow color of the skin of dried fruit, which becomes brown for the fruits after a process of baking. The flesh is typically past, the taste is very sweet and seeds are very small and the receptacle is entirely full. All these characteristics are considered excellent for the commercial category of dried figs. - Wine In Capaccio and more generally in the Cilento, there are lots of vineyards which allow the production of excellent red and white wines. The vineyards of the Sele Plain[DOC] have found ideal conditions in these areas, or ground limestone, a mild climate and flat and hilly area with excellent exposure. Among red wines you can remember the following vineyards: Primitivo, Aglianico, Piedirosso, between the dry white wines there are the Greek, Malvasia, Trebbiano and Fiano. The vineyards of the Plain of Paestum have the PGI [Protected Geographical Indication]. I NOSTRI SAPERI - Artigianato locale L'artigianato contadino, servendosi di Paestum come fonte inesauribile di ispirazione, ha saputo evolversi e dar luogo ad attività che nel tempo hanno assunto autonomia produttiva, passando dall'auto produzione di utensili alla specializzazione di ricamatrici, cestai, falegnami, fabbri, scalpellini, conciatori e ceramisti, che hanno tramandato ed evoluto fino alla produzione artistica la capacità di manipolazione della materia naturalmente presente sul territorio. - L'arte casearia L'allevamento bufalino da sempre caratterizza la piana di Paestum. Inizialmente era considerato sinonimo di agricoltura arretrata, opinione avvalorata dall'ambiente paludoso e malarico in cui la specie veniva prevalentemente allevata fino ai primi anni del '900, prima che venisse realizzata la bonifica di tutta la piana del Sele. Oggi il tradizionale sistema di allevamento semiselvatico è quasi del tutto scomparso, sostituito da sistemi e tecniche di allevamento tra i più avanzati. Ridotto impiego di lavoro, contenuto costo di alimentazione, lunghezza della carriera produttiva ed elevata resistenza alla malattia. La buona mozzarella si prepara esclusivamente con il latte fresco di bufala. Tutti i caseifici della piana del Sele hanno ottenuto il riconoscimento di prodotto tipico, grazie a un modello innovativo di azienda agricola e rispettando la tradizionale artigianalità del prodotto. OUR HANDICRAFTS - Handmade local products The peasant handicraft uses Paestum as an inexhaustible source of inspiration. It is able to evolve and give rise to activities that over time have become productive autonomy. From the car manufacturing tools to the specialization of embroiderers, basket weavers, carpenters, blacksmiths, masons, tanners and potters, who passed on and evolved to artistic production capacity manipulation of matter present in the area naturally. - The art of cheese The buffalo breeding has always characterized the plain of Paestum. Initially it was considered synonymous of underdeveloped agriculture, but this opinion was confirmed by the marsh and malarial environment in which species was brought up until to the early years of the 900 before the reclamation of the whole plain of the Sele. Today, the traditional system of semi-wild breeding is almost completely gone, replaced by systems and farming techniques very advanced. Among the reasons why many breeders increase the buffalo herd and in many cases replace that cow are the reduction of labor employment, cost of feeding, length of productive life and high resistance to the disease. Good mozzarella is prepared exclusively with fresh buffalo milk. All cheese factories in the plain of the Sele have gained the recognition of typical product, thanks to an innovative model of farm and the respecting the traditional craftsmanship of the product. 51 INFORMAZIONI UTILI - USEFUL INFORMATIONS EVENTI Appuntamenti culturali, teatrali, concerti, percorsi enogastronomici e tanto altro. Trovi il programma degli eventi aggiornato sul sito della città di Capaccio Paestum. www.comune.capaccio.sa.it EVENTS Cultural and theatrical events, concerts, wine and food tasting and much more. You find the current program of events on the Capaccio Paestum's website. www.comune.capaccio.sa.it INFO INFORMATIONS §InfoPoint Città di Capaccio Paestum §InfoPoint Città di Capaccio Paestum Stazione di Paestum Tel. +39.0828.725649 §Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Paestum Via Magna Grecia, 887 – 84047 Capaccio Paestum (SA) +39.0828.811016 www.infopaestum.it §Area Archeologica di Paestum Via Magna Grecia, 919 – 84047 Capaccio Paestum (SA) +39.0828.811023 www.museopaestum.beniculturali.it §Museo Archeologico di Paestum Via Magna Grecia, 919 – 84047 Capaccio Paestum (SA) +39.0828.811023 www.museopaestum.beniculturali.it §Museo narrante di Hera Argiva Via Ponte Barizzo, 29 - Foce Sele 84047 Capaccio Paestum (SA) +39.0828.861440 www.museopaestum.beniculturali.it §Museo del Grand Tour Capaccio Piazza Vittorio Veneto, 24 Convento dei Frati Francescani 84047 Capaccio Paestum (SA) +39.0828.1962202 www.fondazionegbvico.org §Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni Piazza s. Caterina, 8 84078 Vallo della Lucania (SA) +39.0974.719911 www.cilentoediano.it Stazione di Paestum Tel. +39.0828.725649 §Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Paestum Via Magna Grecia, 887 – 84047 Capaccio Paestum (SA) +39.0828.811016 www.infopaestum.it §Area Archeologica di Paestum Via Magna Grecia, 919 – 84047 Capaccio Paestum (SA) +39.0828.811023 www.museopaestum.beniculturali.it §Museo Archeologico di Paestum Via Magna Grecia, 919 – 84047 Capaccio Paestum (SA) +39.0828.811023 www.museopaestum.beniculturali.it §Museo narrante di Hera Argiva Via Ponte Barizzo, 29 - Foce Sele 84047 Capaccio Paestum (SA) +39.0828.861440 www.museopaestum.beniculturali.it §Museo del Grand Tour Capaccio Piazza Vittorio Veneto, 24 Convento dei Frati Francescani 84047 Capaccio Paestum (SA) +39.0828.1962202 www.fondazionegbvico.org §Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni Piazza s. Caterina, 8 84078 Vallo della Lucania (SA) +39.0974.719911 www.cilentoediano.it 53 COME ARRIVARE IN AEREO §Aeroporto Internazionale di Napoli Capodichino +39.081.7895111 www.gesac.it §Aeroporto "Salerno Costa D'Amalfi" +39.0828.354311 www.aeroportosalerno.it IN TRENO §Stazioni Ferroviarie di Salerno, Capaccio – Roccadaspide, Paestum. www.trenitalia.com www.italotreno.it IN AUTO §Autostrada A3 Salerno – Reggio Calabria, uscita Battipaglia se provenienti da Nord oppure uscita Eboli se provenienti da Sud, seguire Strada Statale 18 in direzione Sud sino all'uscita Capaccio Paestum. IN BUS §CSTP +39.089.487111 - Linea 34. §COSAT +39.089.382062 Linea "Agropoli - Napoli Aeroporto di Capodichino". §GIULIANO +39.0974.836185 Linee per Capaccio Paestum, Agropoli, Vallo della Lucania. §SCAT +39.0974.838415 Linee per Capaccio Paestum, Agropoli. 54 HOW TO REACH BY PLANE §Naples International Airport Capodichino +39.081.7895111 www.gesac.it §Airport "Salerno Costa D'Amalfi" +39.0828.354311 www.aeroportosalerno.it BY TRAIN §Railway Stations in Salerno, Capaccio – Roccadaspide, Paestum. www.trenitalia.com www.italotreno.it BY CAR §Motorway A3 Salerno – Reggio Calabria, take Battipaglia exit if you arrive from the North or the Eboli exit if you arrive from South, follow the 18 highway and take the Capaccio Paestum exit. BY BUS §CSTP +39.089.487111 - Line 34. §COSAT +39.089.382062 Line "Agropoli - Naples International Airport Capodichino". §GIULIANO +39.0974.836185 Lines to Capaccio Paestum, Agropoli, Vallo della Lucania. §SCAT +39.0974.838415 Lines to Capaccio Paestum, Agropoli. Elaborato e stampato Febbraio 2014
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