COMUNE DI CENCENIGHE AGORDINO Provincia di Belluno DOCUMENTO SULLA PROTEZIONE CONTRO LE ESPLOSIONI Ai sensi del D.Lgs. n° 81/08 Ditta: Dolomiti Energia Srl Via Degli Agricoltori, 15 32100 Belluno (BL) DATA SOPRALLUOGO REVISIONE DOCUMENTO Dicembre 3332013 00 INDICE 1 PREMESSA ................................................................................................................................. 3 Definizioni ............................................................................................................................................................... 3 Valutazione del rischio per presenza di atmosfere esplosive ...................................................................................... 4 2 INDIVIDUAZIONE MATERIALE COMBUSTIBILE E ZONE A RISCHIO ATEX ................... 5 3 ANALISI DELLE ZONE ............................................................................................................. 6 Scheda N. 1: DEPOSITO CIPPATO DI LEGNO – In area esterna su locale centrale termica ..................................... 6 4 CONCLUSIONI ........................................................................................................................... 7 1 PREMESSA Definizioni Al fine della valutazione del rischio associato alla formazione delle atmosfere esplosive, si definiscono: Atmosfera esplosiva: una miscela con l’aria a condizioni atmosferiche di sostanze infiammabili allo stato di gas, vapori, nebbie o polveri in cui dopo accensione la combustione si propaga all’insieme della miscela incombusta. Sorgente di emissione: (SE) elemento, componente o parte di un impianto che può emettere gas, vapore o liquido infiammabile con modalità tali da originare un’atmosfera esplosiva; Limiti di esplodibilità in aria: è la concentrazione in aria di gas o vapore infiammabile al di sotto (LEL) o al di sopra della quale (UEL) l’atmosfera non è esplosiva; Temperatura di infiammabilità: è la minima temperatura alla quale una sostanza emette, sopra le sua superficie libera, gas o vapore in quantità sufficiente a formare con l’aria una miscela avente concentrazione compresa nei limiti di infiammabilità (LEL-UEL); Temperatura di accensione: è la minima temperatura di una superficie riscaldata alla quale avviene l’accensione di un gas o vapore in miscela con l’aria; Grado di emissione: è la modalità di emissione di sostanze da una (SE) e può essere: Grado continuo con formazione continua, o molto frequente, o per lunghi periodi di emissione; Primo grado con emissione prevista occasionalmente durante il funzionamento normale; Secondo grado con emissione che non è prevista durante il funzionamento normale e che se avviene è possibile solo poco frequentemente e per brevi periodi. Grado di ventilazione: è la capacità di diluizione dei gas e può essere: Grado di ventilazione alto (VH) quando la ventilazione è in grado di ridurre la concentrazione al di sotto del “LEL”; Grado di ventilazione medio (VM) quando la ventilazione è in grado di ridurre la concentrazione al di sotto del “LEL” oltre una certa distanza dalla sorgente “SE” e dove l’atmosfera esplosiva non persiste eccessivamente al cessare dell’emissione; Grado di ventilazione basso (VL) quando la ventilazione non è in grado di ridurre la concentrazione al di sotto del “LEL” oltre una certa distanza dalla sorgente “SE” e dove l’atmosfera esplosiva può persistere eccessivamente al cessare dell’emissione; Disponibilità della ventilazione: è la affidabilità di mantenimento del grado di ventilazione considerato e può essere: Disponibilità della ventilazione buona quando è presente pressoché continuamente; Disponibilità della ventilazione adeguata quando è presente durante il funzionamento normale, con interruzioni poco frequenti e brevi; Disponibilità della ventilazione scarsa quando sono previste interruzioni frequenti ma non eccessivamente prolungate; Distanza pericolosa: (dz) è la distanza dalla “SE” a partire dalla quale la concentrazione di gas o vapori infiammabili nell’aria è inferiore al (k*LEL), dove, in genere, la costante di sicurezza k è assunta pari a 0,5. Zona a rischio di esplosione: area all’interno della quale vi è la probabilità di formazione e permanenza di un’atmosfera esplosiva. Per le aree a rischio di esplosione per la presenza di gas, vapori o nebbie, le zone vengono definite come segue (CEI 31-35): Zona 0 Zona 1 Zona 2 Area in cui è presente in permanenza o per lunghi periodi o spesso un’atmosfera esplosiva consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia. Area in cui durante le normali attività è probabile la formazione di un’atmosfera esplosiva consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia. Area in cui durante le normali attività non è probabile la formazione di un’atmosfera esplosiva consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia e, qualora si verifichi, sia unicamente di breve durata. Per le aree a rischio di esplosione per la presenza di polveri, le zone vengono definite come segue (CEI 642): Zona 20 Zona 21 Zona 22 Area in cui è presente in permanenza o per lunghi periodi o spesso un’atmosfera esplosiva sotto forma di polvere combustibile nell’aria. Area in cui durante le normali attività è probabile la formazione di un’atmosfera esplosiva sotto forma di polvere combustibile nell’aria. Area in cui durante le normali attività non è probabile la formazione di un’atmosfera esplosiva sotto forma di polvere combustibile nell’aria e, qualora si verifichi, sia unicamente di breve durata. Valutazione del rischio per presenza di atmosfere esplosive È stata condotta una stima dei rischi per presenza di atmosfere esplosive utilizzando la seguente formula: Rischio = Probabilità x Gravità Per ogni centro di emissione è stata condotta la valutazione del rischio secondo il seguente processo: · Classificazione dell’area in base al grado dell’emissione, al grado di ventilazione e alla disponibilità dell’aerazione; · Identificazione delle possibili sorgenti di innesco; · Valutazione della probabilità di presenza dell’atmosfera esplosiva secondo i seguenti criteri: o ALTA: Il pericolo è presente sempre o frequentemente. Luogo in cui un ‘atmosfera esplosiva è presente continuamente o per lunghi periodi o frequentemente (Zona 0 o 20) o MEDIA: Il pericolo è presente talvolta. Luogo in cui è probabile che un’atmosfera esplosiva si presenti occasionalmente durante il funzionamento normale (Zona 1 o 21 o BASSA: Il pericolo è presente raramente. Luogo in cui è improbabile che un’atmosfera esplosiva si presenti durane il normale funzionamento, ma che se si presenta, persiste solo per un breve periodo (Zona 2 o22) o TRASCURABILE: Il pericolo non c’è mai. Luogo in cui è impossibile che si formi un’atmosfera esplosiva (Zona NE) · Identificazione delle misure di prevenzione e protezione · Identificazione delle misure organizzative identificazione delle misure di coordinamento 2 INDIVIDUAZIONE MATERIALE COMBUSTIBILE E ZONE A RISCHIO ATEX All’interno della centrale termica , si svolgono diverse attività che devono essere indagate al fine di valutare la possibilità della formazione di atmosfere esplosive. Nella centrale termica sono presenti due aree distinte : -deposito cippato di legno; -zona caldaia alimentata a cippato di legno. Nella zona caldaia non sono presenti quantitativi di combustibili in condizioni da costituire una fonte di possibili atmosfere esplosive. Il deposito di cippato viene invece analizzato di seguito. Le attività ed i prodotti identificati sono riassunti nella tabella qui di seguito riportata. SCHEDA 1 ZONA Deposito di cippato di legno AREA Esterna SOSTANZA SORGENTE DI EMISSIONE Legno cippato Deposito 3 ANALISI DELLE ZONE Scheda N. 1: DEPOSITO CIPPATO DI LEGNO – In area esterna su locale centrale termica Il materiale impiegato è il seguente : ü Biomassa vergine, avente le seguenti caratteristiche medie in fase di conferimento in impianto: ü Umidità = 45%; ü PCI (Potere Calorifico Inferiore) = 2,51 kW/kg (2.160 kcal/kg); ü pezzatura 1-3 cm Una polvere combustibile può esplodere “quando - dispersa in un'atmosfera contenente sufficiente ossigeno per sostenere la combustione - è innescata da una sorgente di accensione di appropriata energia”. Ma la polvere deve avere una granulometria inferiore a 30 mm (micrometri, milionesimi di metro) ; inoltre “perché avvenga un'esplosione di polvere deve essere presente un certo grado di turbolenza per disperdere la polvere in una sospensione (nube)”. La concentrazione di polvere di legno della granulometria sopra riportata e suscettibile di originare una nube esplosiva deve essere superiore a 15 g/mc che costituisce il LEL (Limiti inferiore di esplodibilità in aria) per il polverino di legno. La temperatura di innesco su strato di 5 mm è pari a 320 °C. Le caratteristiche chimico fisiche del cippato di legno sono pertanto diverse da quelle sopra citate in quanto : -la pezzatura 1 -3 cm è di vari ordini di grandezza superiore a quella critica 30 mm; -la concentrazione dell’eventuale polvere è in ogni caso molto bassa ed inferiore al LEL (15 g/mc). -non si raggiungono strati di polvere di 5 mm e temperature di 320 ° C. La componente dell’aria presente è comunque limitata e comunque tale da non generare sospensione di polveri di entità paragonabili a quelle di esplodibilità. Per quanto previsto precedentemente si può quindi ritenere che il deposito di cippato di legno non costituisca una fonte di atmosfera potenzialmente esplosiva. Il deposito sarà invece una potenziale sorgente di incendio su cui si andrà ad applicare le misure di riduzioni del rischio. · Identificazione delle sorgenti di innesco Le sorgenti di innesco possono essere le seguenti: · - Fiamme e gas caldi; - Scintille di origine meccanico; - Superfici calde; - Mozziconi di sigarette; - Fulmini; - Materiale elettrico. Misure di prevenzione e protezione 1. L’agitatore presente non produce apprezzabile energia da scintille meccaniche; 2. La coclea di alimentazione del cippato è suddivisa in due parti ; la parte a contatto con la caldaia dispone di una serranda di non ritorno che impedisce in caso di guasto il ritorno in deposito di materiale in combustione; 3. Il volume del deposito di cippato è separata dal locale in cui è alloggiata la caldaia. 4. Nel deposito di cippato di legno non sono presenti impianti elettrici. · Misure Organizzative 1. Formazione e informazione sui rischi connessi alla presenza di materiale combustibile; 2. Divieto di fumo e di usare fiamme libere. · Misure di coordinamento 1. Evitare la presenza di lavorazioni con fiamme libere e scintille in prossimità della centrale termica. 4 CONCLUSIONI Il deposito di legno cippato e l’adiacente zona caldaia non costituiscono zone con possibile formazione di atmosfere esplosive. Il Tecnico ________________
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