salute & famiglia n.61 GENNAIO-FEBBRAIO 2014 euro 3,00 Paolo Crepet ARTETERAPIA creatività che guarisce MEDICINA menopausa in salute a t t o n i c u C a i Maria Graz in salute IALE C O S O N G E P IM E IA L SET, FAMIG ESCLUSIVO Ministro Lorenzin l’anno chiave della sanità EDITORIALE Iniziamo a costruire scuole sicure e accoglienti Educhiamoli al rispetto e non ad urlare per ottenere Le statistiche dicono che oltre il 70% del patrimonio edilizio scolastico è fuori legge, il che per un paese sismico come il nostro, è un dato “mostruoso”. Questo disamore nei confronti dell’educazione e della formazione dei nostri figli è davvero disarmante. E’ ciò che chiamo “pedofobia”, ovvero odio nei confronti dei più piccoli cittadini. Recentemente sono state riportate dagli organi di stampa altri segnali di questa difficoltà dei cittadini italiani ad amare e difendere i propri figli. Il numero di alberghi e di ristoranti dove i bambini sono “indesiderati” sta crescendo. In un bel cortile del quartiere Parioli a Roma spiccava un cartello: “Vietato giocare”. Ben inteso, in parte questa diffidenza è comprensibile visto il grado di assoluta maleducazione che certi bambini hanno raggiunto per colpa dell’incapacità genitoriali. A volte è difficile passare qualche ora in un luogo chiuso quando si è vicini a bimbi che non fanno che urlare, che non stanno mai al loro posto, che impongono le loro volontà... anche a persone che nemmeno conoscono. Però credo che debba esserci un limite, oltre il quale il destino della nostra comunità sarà segnato: diventeremo definitivamente “un paese per vecchi”. Credo che onestamente dovremmo crederci se davvero vogliamo considerare i bambini una speranza o soltanto un ingombro. Se ci diamo la prima risposta, come avviene nella maggior parte dei paesi europei, allora dovremmo trovare il coraggio di invertire la rotta. A cominciare con il costruire scuole sicure e belle, investendo dei soldi e non solo parole e buoni intenti. Ma dovremo anche imparare ad educarli al rispetto del prossimo e a diventare cittadini e non solo pretenziosi ducetti. Paolo Crepet 1 2 Suonava sempre due volte Ora corriamo noi dietro al... postino Non tutti se ne sono accorti ma il postino non consegna più il sabato. E - segno dei tempi - presto non suonerà più anche in Italia. Andremo a ritirare raccomandate, lettere, cartoline e giornali in appositi centri di smistamento di quartiere. Come in Canada, dove il servizio di distribuzione porta a porta è stato sospeso per i troppi costi. Ma anche negli USA c’è stata questa decisione della United States Postal Service dove mail e sms sono ormai gli unici significati reale della parola “postalizzazione”. Insieme ovviamente ai social network che hanno anche e soprattutto il pregio della velocità, mentre le pec ora garantiscono abbastanza anche privacy e riservatezza. Tutto inizia, all’estero, con l’aumento del costo dei francobolli per scoraggiare l’utilizzo della lettera e del plico tradizionali. Qualche banca ha fatto la furba, continuando a mandare gli estratti conti mensili ... ma annoverando la spesa del francobollo ha conteggiato anche il suo acquisto come fosse un’operazione bancaria, cosicché il cliente paga due volte un’informazione dovuta. Ora finirà anche questo. Conseguenze? Il progresso avanza insieme con... la disoccupazione, visto che il Canada di fatto si avvia a eliminare entro il 2018 ben 8000 posti di lavoro. Ancora peggio ha fatto l’Inghilterra che ne manderà a casa circa 15.000 ... Se contiamo prepensionamenti e spostamenti di incarico. Non sembrano decollare in compenso i servizi privati di consegna che funzionano in modo competitivo solo per pacchi e lunghe distanze. Al contrario ciò che è diventato un fenomeno ineluttabile è la diversificazione di Poste italiane per servizi base come banca, finanza, assicurazione, e quant’altro. Gli sportelli, 14.000 circa, diventeranno anche libreria, edicola, tabacchi, negozio di oggettistica, pasticceria, bingo? I cinesi hanno già fatto circolare un comunicato stampa dove si legge che così si uccide la concorrenza.... Luca Guazzati [email protected] In questo numero gennaio febbraio 2014 4 CREPET PARLA ALLE FAMIGLIE 6 PRIMO PIANO / ARTETERAPIA, 12 MEDICINA / Guida ad una sana menopausa 14 MEDICINA / dalla matita alla telecamera 26 intervista / Come evitare strappi e scoliosi Maria Grazia Cucinotta si racconta 32 DESIGN&SOCIETA’ / INTERVISTA / Lorenzin, ecco gli obiettivi della sanità italiana 10 Oggetti che modificano comportamenti 33 PSICOLOGIA DEL BENESSERE / Marketing per la salute 22 ANIMALI / Nasce la rubrica a quattro zampe 28 VOLONTARIATO / Comunità Sant’Egidio nel segno della pace 3 La rubrica del prof. Paolo Crepet per la rivista “Senzaetà” affronta il tema delicato del cambiamento della società, della famiglia e dei complicati rapporti genitori-figli. Per scrivere al prof. Crepet: [email protected] Primi amori, esperienze che vanno fatte da soli Una mamma troppo apprensiva rischia di far chiudere il figlio in se stesso S ono la mamma di Francesco un bambino di 12 anni, un bambino sereno, vivace, un po’ introverso, timido e molto riservato. La sua vita è “normale” nel senso che va a scuola molto volentieri, studia con passione, frequenta la piscina: gli piace moltissimo nuotare. Con me ha un bel rapporto, parliamo molto, ci confrontiamo, ci coccoliamo e siamo sereni, anche se lui è tendenzialmente riservato e, da qualche mese, forse perché sta crescendo, è più riservato del solito e mi racconta poco dei suoi rapporti con gli amici, i compagni, che credo (per quello che posso intuire) sono tranquilli. L’argomento che per lui è tabù è quello sulle ragazze, non vuole parlare mai di loro, non possiamo neanche fare battute. So che da quando era alle elementari una bambina era “innamorata” di lui che all’inizio ricambiava, ma poi non più, non so perché ... lei (ho sbirciato nel cellulare di mio figlio!) continua a stargli dietro e lui è anche molto brusco. E’ giusto che io mi impicci? Vorrei far capire a mio figlio, anche se è piccolo, che prima di tutto deve rispettare le bambine e non è giusto farle soffrire, ma non so come affrontare l’argomento. Non vorrei essere invadente, ma non vorrei neanche essere estranea in questa parte della sua vita che mi tiene ben nascosta. Si imbarazza molto ed io non so se devo insistere o aspettare che faccia lui il primo passo. Non si confida neanche con la sorella (che ha 10 anni) e quando qualche volta lei, contenta, ci racconta delle sue cose (per es. il bambino che a scuola le porta i fiori per S. Valentino), Francesco si imbarazza, diventa rosso. Con il papà ha un buon rapporto, ma mio marito è un po’ severo, forse distante e così lui si chiude ancora di più, anzi mio marito non prova neanche a parlargli di certe cose. Mi preoccupo inutilmente? Grazie per l’attenzione. Greta C ara Greta, se devo pensare all’errore che fanno più spesso i genitori, è proprio quello di fare un sacco di cose che non servono e invece non fanno cose utili. Nel suo caso, cara signora, le sue paure sono tutte motivate: lei effettivamente sta molto, troppo addosso a suo figlio. Non è affatto vero che i genitori devono per forza essere messi a conoscenza di tutti i dettagli della vita dei propri figli: se lo fanno è perché non si fidano di loro, il che è davvero molto grave. Lei spia il cellulare di suo figlio: è una cosa gravissima! Se lui se ne accorge, lei che figura ci fa? E suo figlio cosa deve pensare di se stesso? In particolare, la vita sentimentale (se di vita sentimentale è lecito parlare, visto l’età del bambino!) non deve essere affrontata così: occorre rispetto e tatto. Proprio ciò che lei non ha con suo figlio. E poi: che male c’è ad essere timidi e riservati? Che male c’è ad avere qualche segreto? Lei deve essere proprio una di quelle madri che non si accontentano mai, che vogliono solo la perfezione da parte dei propri figli. Cosa dovrebbe fare un figlio per meritarsi la sua riconoscenza oltre a studiare con passione, fare sport ed essere perfino sereno? Non giochi con il fuoco: si allontani da suo figlio il giusto per poterlo seguire a distanza e per dargli la possibilità, finalmente, di crescere con i propri mezzi. 4 5 Primo Piano ARTETERAPIA LA CREATIVITÀ PUÒ GUARIRE Nell’antichità, dagli egizi ai greci, dal rinascimento alla rivoluzione industriale, la storia della creatività si è spesso intrecciata con quella della salute mentale. Fino ad arrivare a Freud e Jung, e poi a Naumburg e Kramer. Il connubio dei due mondi, l’arte che sposa percorsi di supporto e gestione delle emozioni, ha avuto così il suo nome, Arteterapia, che attualmente riflette un’ampia varietà di assunti teorici, e forti influenze dall’approccio umanistico, gestaltico, evolutivo e corporeo. Ma cos’è l’Arteterapia, di cui si sente sempre più spesso parlare anche in Italia? Cerchiamo di introdurre l’ampio tema partendo da un approccio innovativo, fotovideoterapeutico. Tra i pionieri in Italia in questo ambito, abbiamo incontrato Oliviero Rossi, psicoterapeuta e arteterapeuta, direttore del Master “Video, fotografia, teatro e mediazione artistica nella relazione d’aiuto” della Pontificia Università Antonianum. 6 C Prof. Oliviero Rossi, psicoterapeuta e arteterapeuta ome definirebbe l’arteterapia? Nel panorama delle varie tecniche centrate sullo sviluppo del potenziale umano, del miglioramento della soddisfazione di esistere, l’arteterapia – meglio le artiterapie – si inserisce facendo leva sull’attività creativa, che è prettamente umana. Utilizzata opportunamente, essa può essere perno di un processo di crescita dell’individuo o del gruppo. Intesa come riabilitazione, in ambito psichiatrico, diventa una risorsa di tipo personale. Io preferisco parlare di atelier artiteraputici, luoghi fisici e simbolici in cui sperimentare processi di cambiamento e crescita, in un setting che unisca aspetto arteterapeutico e aspetto psicoterapeutico. Arte e psicoterapia. Dove inizia l’una e finisce l’altra? C’è un aspetto psicoterapeutico ed un aspetto di cura nell’arte. L’operatore, nel caso dell’arteterapia, utilizza il canale della mediazione artistica per lo sviluppo delle potenzialità dell’individuo. Per chiarire, bisogna far riferimento al tema ampio della riorganizzazione delle risorse dell’individuo, differenziandolo da quello della ristrutturazione della personalità dell’individuo. Nel primo caso, ci avviciniamo ad attività come il counseling, parliamo di potenziamento del benessere. Il secondo caso è ben diverso e necessita di un intervento psicoterapeutico. Di per sé l’arte cura. Diventa un percorso psicoterapeutico se dietro c’è un background di formazione psicoterapeutica in grado di integrare metodologie che vengono dal mondo dell’arte. In questo caso possiamo parlare di intervento psicoterapeutico nella psicopatologia. Altra cosa, appunto, è la crescita dell’individuo, che fa perno sul tema della salute e del benessere, un processo di riorganizzazione attraverso l’interazione con un processo creativo che porta alla produzione “artistica”, dove importante è il processo e non il prodotto. Ci sono situazioni che in particolare si prestano all’utilizzo delle arti terapie? Diversi fattori entrano in campo, che fanno parte delle peculiarità di ogni interlocutore e paziente, come la sua capacità di rappresentazione simbolica o di verbalizzazione della propria sofferenza. Queste tecniche sono efficaci, ad esempio, dove la comunicazione verbale per alcuni aspetti si presenta molto difficoltosa: nel discorso di co-costruzione narrativa del rapporto terapeutico, si aggiunge così un terzo polo, la mediazione artistica, un terzo aspetto della relazione io-tu, che diventa triangolare. Ci sono forme artistiche che si prestano più di altre per l’efficacia del processo terapeutico? 7 Primo Piano ARTETERAPIA Un mondo in divenire, che parte dalla formazione La disciplina vera e propria nasce in Inghilterra intorno agli anni ’20 del secolo scorso. In Italia, con l’arrivo della legge Basaglia, l’arteterapia entra nelle strutture psichiatriche per diffondersi poi in numerosi altri contesti. Ad oggi, è ampiamente applicata negli ambiti del sociale, della sanità e della scuola: si va dai servizi psichiatrici a quelli per la disabilità, dai centri di recupero per tossicodipendenti alle strutture per l’adolescenza, dalle scuole alle aziende socio-sanitarie, ai reparti ospedalieri, centri di riabilitazione, istituti penitenziari, centri diurni e di ricovero per anziani, studi di psicoterapia e medici. Pittura, musica, teatro, danza, fotografie, video sono gli elementi vivi da utilizzare. Intorno a questo mondo in continuo divenire, sono nati corsi, master e scuole che insegnano a psicologi, neuropsichiatri infantili, pedagogisti, tecnici della riabilitazione, i segreti di questa disciplina e le novità di una ricerca sempre in marcia e multidisciplinare. Dipende dalla situazione, dallo stile personale del terapeuta, dai gusti, dalle inclinazioni. Seguendo tutto ciò si arriva alla migliore proposta che un professionista possa fare, scegliendo un canale elettivo, dunque. Nel mio caso, lavoro prevalentemente con fototerapia e videoterapia, che si appoggiano molto sul canale percettivo visivo. Il paziente poi mette in campo i propri canali percettivi, ospitando una forma elettiva di percettività, e quindi di forme artistiche. Lei è uno dei pionieri della videoterapia. Di cosa parliamo? In un processo arteterapeutico, porre l’accento sul canale percettivo esterno permette una possibilità relazionale molto potente. Esempio: l’uso del canale percettivo visivo per rivedere la propria storia di crescita, di movimento di se stesso nelle relazioni nel mondo. Non è un rivedere immediato ma un “ri-vedere” nel senso di appoggiare un’esplorazione di sé attraverso le impronte visive della propria esistenza. Ri-vedere ciò, attraverso la fotografia, ad esempio, mi permette di prendere contatto con una mia “impronta biologica”, le mie tracce di esistenza. Vederle con l’occhio adulto di oggi mi fa notare qualcosa che non potevo notare al tempo dello scatto. In quanto traccia, impronta di esistenza, mi consente di colmare un ricordo strutturato nella memoria con una possibilità viva e in movimento di ri-vedere me stesso, nel mio 8 processo di crescita, e di riconsiderare qualcosa che altrimenti sarebbe strutturato nel tempo, senza possibilità dell’esperienza. Quali differenze con l’esperienza dello specchio? Nell’immagine fotografica, registrata, vedo un’immagine che non è collegata a sensazioni propriocettive, come invece nello specchio. Ciò produce una “discrepanza” tra quello che in genere so di me e quello che vedo di me. So che se sono visto e se mi vedo vuol dire che esisto. Se esisto qualcosa sento. La prima incongruenza che una foto produce: vedo un me stesso sganciato da me, perché se vedo un me stesso che ride, non è detto che io stia ridendo nel momento in cui lo guardo. Una differenza temporale, gestuale, di espressione. La discrepanza fornisce anche ancoraggio al mio senso di identità, e crea anche un vuoto, qualcosa che manca, che salta, per cui io e la mia immagine non siamo più la stessa cosa: simili ma diversi. Il lavoro fototerapeutico gioca su questa apertura dinamica della polarità. L’incontro, lo scontro, la contrattazione, il prendere atto di possibilità, sfumature diverse, a volte creano l’eventualità di un incontro che genera anche una possibilità narrativa diversa, e per narrativa intendo una costruzione e una gestione diverse del proprio essere nel mondo. Maria Chiara La Rovere RISTRUTTURAZIONI ESTERNE CARTONGESSO TINTEGGIATURA PAVIMENTI RIVESTIMENTI TERMOIDRAULICA CONDIZIONAMENTO IMPIANTI IRRIGAZIONE GIARDINAGGIO PULIZIE FACCHINAGGIO SPAZIO VERDE 2000 di Veroli Enrico & C. s.a.s. 60128 ANCONA • via Ungaretti, 3 • Tel. e Fax 071.2900521 • Cell. 339.3319722 www.spazioverde2000.eu - [email protected] Ministero della Salute INTERVISTA “Un anno chiave per i nostri obiettivi” Parla il Ministro Lorenzin Il Ministro Lorenzin nel suo studio Il Presidente Napolitano con il Ministro alla Giornata Nazionale Ricerca sul Cancro Da aprile 2013 è a capo di uno dei Ministeri chiave, quello della Salute, alle prese con le diverse criticità del belpaese, pur terra di eccellenze, ma con “patologie” significative, si sa. Abbiamo chiesto intanto al Ministro Beatrice Lorenzin di tentare un punto su quanto fatto e quanto da fare, ripromettendoci un nuovo colloquio al più presto, per sondare se l’Italia, almeno dal punto di vista sanitario, è in via di guarigione o i mali sono più gravi del previsto. Q uali sono gli obiettivi più rilevanti raggiunti dal suo dicastero? Vado fiera di aver evitato, è la prima volta in dieci anni che accade, ulteriori tagli alla sanità e un aumento dei ticket. Impegno che avevo preso con gli italiani e che ho mantenuto. In questi mesi abbiamo messo in cantiere progetti per una riforma intelligente e sostenibile del nostro sistema sanitario. Il nuovo Patto per la salute, lo schema di regolamento sulla “Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera”. L’applicazione del regolamento comporterà, ad esempio, la riconversione di circa 7.000 10 posti letto con un recupero di risorse da utilizzare per il potenziamento dell’assistenza territoriale e domiciliare, per l’avvio di una concreta revisione del modello organizzativo e strutturale del Servizio Sanitario Nazionale in grado di recuperare risorse anche per investire nell’assistenza territoriale. Molti i provvedimenti in cantiere che aspettano di incontrare il favore delle regioni per poter finalmente proiettare i loro effetti benefici sul sistema. Tra i risultati raggiunti, i costi standard del SSN e le politiche di prevenzione, a partire da quelle contro il tabagismo; la Task Force creata con i Nas per monitorare le case di cura per anziani e disabili e gli ospedali, e il progetto Codice Rosa per l’assistenza a donne, bambini e anziani vittime di violenza. Voglio occuparmi seriamente dei problemi che affliggono la nostra sanità, voglio che sia una risorsa per il Paese. Abbiamo eccellenze che il mondo ci invidia. Alla fine del mandato da Ministro vorrei lasciare agli italiani una sanità che funziona. Le priorità per il 2014? Il Ministero è impegnato su più fronti che consentiranno la riforma della governance in sanità, del suo modello organizzativo e strutturale, con l’obiettivo di recuperare efficienza, appropriatezza, qualità e sicurezza delle cure. Ci siamo proposti diversi obiettivi per il 2014. Innanzitutto la definizione del nuovo Il Ministro Lorenzin in visita al Gaslini di Genova Patto per la salute, che affronta temi rilevanti: programmazione del fabbisogno standard del SSN e dei fabbisogni standard regionali; aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza; razionalizzazione dell’assistenza territoriale; promozione della domiciliarità del welfare di comunità; etc. Il Patto sarà strumento di garanzia per un uso razionale delle risorse nel settore sanitario e per l’eliminazione di sprechi. Stiamo lavorando alla predisposizione del nuovo Piano Sanitario Nazionale, principale strumento di programmazione sanitaria con il quale vengono definiti gli obiettivi. Altra priorità, in linea con le direttive europee, è la realizzazione di progetti per migliorare qualità e sicurezza delle cure nelle strutture sanitarie. Ancora: addivenire al nuovo Piano Nazionale della Prevenzione per il quinquennio 2014-18, che funge da programma quadro condiviso con le Regioni, dove sono identificati i principali settori di intervento per la prevenzione primaria, secondaria e terziaria. Le Regioni dovranno poi avviare la realizzazione dei Piani regionali di prevenzione che daranno attuazione a indirizzi e linee di attività condivise nel piano nazionale. Parallelamente il Ministero è impegnato con il programma di revisione della spesa. Il Gruppo di coordinamento sta lavorando alla formulazione di proposte e soluzioni che abbandonano la logica del taglio orizzontale per adottare un percorso che porti - con una specifica mappatura degli ambiti più critici sui quali intervenire - all’individuazione di misure che possano comportare risparmi di spesa, per un miglioramento dei conti e una concreta riqualificazione dei servizi a favore dei cittadini. Le differenze tra regioni si sentono molto anche in termini di bilanci della sanità. Rimedi? Sicuramente i costi e i fabbisogni standard del SSN costituiscono un’arma formidabile. Nella seduta della Conferenza stato regioni del 19 dicembre è stata raggiunta l’intesa sulla proposta del Ministro della salute di riparto delle disponibilità finanziarie per il SSN per il 2013, in applicazione della normativa sui fabbisogni e costi standard del SSN. Sono orientati proprio a diminuire il divario tra le sanità regionali, dove a situazioni di inefficienza, soprattutto in alcune aree geografiche del Mezzogiorno, si sono contrapposti, e tutt’oggi si contrappongono, esempi di assoluta eccellenza riscontrabili in altre aree geografiche, soprattutto del centro nord. Contenimento dei costi di produzione, con miglioramento generale dei processi produttivi: questo devono rappresentare i costi e i fabbisogni standard in sanità, che assumono un ruolo fondamentale di controllo delle performance e possono fornire indirizzi delle politiche correttive. La funzione di governance dei costi standard è quella di indurre le regioni meno virtuose al rispetto del pareggio di bilancio e alla creazione delle condizioni per recuperare elementi di efficienza ed efficacia nella produzione ed erogazione dei servizi. Alla cerimonia del Premio Roma Come target, i livelli di offerta garantiti dalle regioni benchmark a fronte del solo finanziamento dello Stato. Assistenza sanitaria transfrontaliera: un tema controverso. Qual è la situazione italiana rispetto al recepimento della Direttiva europea? Tra i nostri “impegni europei” non vi è solo la Direttiva 24. Nel 2014, l’Italia avrà un ruolo da protagonista: assumerà la responsabilità dell’esercizio della presidenza del Consiglio dell’Unione, nel secondo semestre, durante il quale sarà realizzata un’attività di monitoraggio della normativa europea in materia di assistenza sanitaria, con particolare riferimento al recepimento della direttiva 2011/24 sui diritti dei pazienti all’assistenza sanitaria transfrontaliera. Lo schema di decreto legislativo di recepimento, approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri del 3 dicembre 2013, è all’esame di Commissioni parlamentari e Conferenza Stato-Regioni per i rispettivi pareri. Nel nostro semestre europeo promuoveremo interventi orientati ad alcuni settori strategici come valorizzazione del legame esistente tra sviluppo socio-economico e salute, intensificazione degli investimenti in ambito di ricerca e innovazione, miglioramento della qualità, sicurezza e appropriatezza delle cure. Grande attenzione ai temi delle cure palliative, della terapia del dolore e dell’umanizzazione. Maria Chiara La Rovere 11 Donna MEDICINA Guida ad una sana menopausa Come affrontare al meglio il cambiamento Denominata anche “climaterio” (dal greco klimaktéros= passaggio critico), non è una malattia ma un evento fisiologico che segna il termine delle mestruazioni e la fine del periodo di fertilità nella vita di una donna: le ovaie non producono più progesterone ed estrogeni (ormoni femminili principali). L’azienda farmaceutica Angelini chiarisce che in media si presenta attorno ai 52 anni, ma può oscillare tra i 45 e 55 a seconda dell’età in cui è comparsa la prima mestruazione (al nord in media verso i 14 anni, al sud invece verso i 9-10), in quanto la durata del ciclo è di circa 35 anni. Tuttavia si può parlare di ingresso in menopausa solo dopo un’assenza delle mestruazioni di 12 mesi consecutivi. Prima dei 45 anni si parla di menopausa “prematura”, “precoce” se interessa le donne prima dei 40, e “tardiva” se compare dopo i 55. Dieta equilibrata Dopo i 50 anni l’efficienza con cui l’organismo trasforma i principi nutritivi in energia diminuisce, è consigliabile quindi seguire un’alimentazione giusta ed equilibrata. •Mantenere un regime alimentare di circa 2000 calorie giornaliere. •Alto consumo di alimenti contenenti vitamine, sali, fibre e calcio, quali frutta, verdura e cereali integrali. (Nello specifico orzo, mandorle, legumi, soia, rucola, verdure a foglia verde, broccoli). •Bere molta acqua con un alto contenuto di calcio (almeno 2l al giorno). •Latte e derivati da includere con moderazione. •Apportare pesce, come l’aringa, lo sgombro, le sardine, tutti ricchi di vitamina D. •Assumere integratori multivitaminici e minerali durante i periodi di stress. •Antiossidanti antiaging (vitamine A, C, E e anche coenzima Q10). •Vitamine del gruppo B (B1, B2, B3, B6, B12). Dimmi che sintomo hai… Con la menopausa si innesca, nella maggior parte dei casi, una serie di cambiamenti fisici, psichici, emotivi e sociali. Essi non compaiono tutti insieme improvvisamente, ma precedono e seguono gradualmente (in un arco di tempo di mesi o anni) l’insorgere della menopausa. In pre-menopausa il ciclo diventa irregolare, con flussi altalenanti per intensità e durata, compaiono ondate di calore e sudorazioni notturne. Successivamente a livello fisico può presentarsi tensione mammaria, pelle meno elastica e disidratata, insonnia, spossatezza, palpitazioni, aumento di peso (in media non più di 2-3 chili in più), cistiti, uretriti, osteoporosi, e, meno frequente, comparsa di orticaria. Molte donne riscontrano inquietudine, irritabilità, ansia, e in alcuni casi depressione. Inoltre si verifica una diminuzione della capacità di concentrazione e di memoria e possibile calo del desiderio sessuale. 12 Attività fisica Non mantenere uno stile di vita sedentario è il primo comandamento da seguire in menopausa. Una buona dose di attività fisica come nuoto, palestra o lunghe passeggiate aiutano a mantenere i processi circolatori. Esistono fattori aggravanti che contribuiscono a diminuire l’età anagrafica di tale evento I segni del tempo sono visibili anche dalla pelle, dovuta a: •Fumo: sia attivo che passivo, può comportare un’anticipazione di 1,5/2 anni, a seconda della quantità di assunzione (numero di sigarette) e la durata nel tempo. • Indice di massa corporea: se risulta inferiore a quello ideale. • Abuso di alcool. • Bassa statura. •Mancinismo: secondo alcuni studi le donne mancine entrano in menopausa in media 5 anni prima. Non temere il cambiamento! Quando una donna si rende conto di essere entrata in menopausa, è bene che si rivolga al suo ginecologo o ad un centro ospedaliero per la cura e la prevenzione dei disturbi della menopausa. In questo modo può risolvere i suoi dubbi e problemi e sapere qual è la strategia necessaria per vivere al meglio questa nuova fase di vita. Esami indispensabili Negli anni successivi alla menopausa la donna deve tenersi sotto controllo eseguendo alcuni esami clinici. •Mammografia (ogni anno) •Ecografia mammaria •Ecografia addomino-pelvica •Ecografia transvaginale •Analisi del sangue per vedere livelli di glicemia e colesterolo (ogni anno) •Risonanza magnetica (solo in casi di indurimento anomalo del seno) •Pap-test (ogni 3 anni) •Pressione arteriosa (ogni 6 mesi) •Mineralometria ossea per controllare l’osteoporosi (ogni 3 anni) Stile di vita L’AIIPA (Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari) divulga in merito alcuni consigli utili. La donna, infatti, in questa fase di vita deve puntare in generale ad uno stile di vita corretto, per arginare i problemi di salute ai quali è più esposta. •Osteoporosi: assumere calcio e vitamina D e ridurre drasticamente consumo di caffeina e cloruro di sodio. •Vampate di calore: includere la soia e i suoi derivati nella dieta ha dato risultati interessanti. •Obesità: mantenere una dieta moderata e a basso contenuto calorico, prediligendo vitamina B e multivitaminici. •Insonnia: evitare ogni forma di stress con massaggi e attività fisica. •Terapia sostitutiva: terapia a base di estrogeni per limitare la comparsa di malattie cardio-vascolari e altre patologie. Ilaria Iobbi 13 Postura MEDICINA Tutto il peso di una Meccanismi, regole e consigli salvaschiena per evitare N ella posizione eretta, il peso di tutta la parte superiore del corpo, sottoposto alla forza di gravità, grava sostanzialmente sui dischi del tratto lombo-sacrale. Le curve della colonna, se mantenute nel loro assetto fisiologico, resistono alle sollecitazioni del carico e lo distribuiscono su tutto il rachide. La posizione eretta “economica” viene infatti mantenuta con naturalezza dalla contrazione tonica riflessa della muscolatura erettoria posteriore del dorso e degli arti inferiori. Durante la flessione a gambe tese il braccio della leva busto, che ha il fulcro a livello dei quinto disco lombare e dell’osso sacro, aumenta di lunghezza a mano a mano che il busto (resistenza) si inclina in avanti. Il lavoro dei muscoli posteriori (potenza) per sostenere il peso della leva in quella posizione è molto intenso. I dischi, per effetto del carico, diminuiscono di spessore anteriormente, le vertebre si aprono “a ventaglio” posteriormente e l’aumento di pressione spinge il nucleo del disco indietro verso il legamento longitudinale posteriore. La pressione sui dischi, e il lavoro muscolare, aumentano poi quasi del doppio nel movimento contrario, cioè quando dalla posizione flessa si ritorna nella posizione eretta. E’ opportuno sapere che parte del carico sui dischi viene comunque ridotto da un meccanismo di salvataggio involontario (manovra detta di Valsalva), dovuto alla contrazione riflessa dei muscoli addominali (in particolare, degli obliqui e del traverso). La colonna viene a essere sostenuta anteriormente e questo spiega in parte perché riesca a sopportare carichi notevoli. È comunque provato che il movimento di flesso-estensione del busto aumenta la pressione sui dischi e il lavoro muscolare. La pressione sul disco intervertebrale aumenta ulteriormente se questo movimento viene compiuto per sollevare un peso. 14 Sforzi ripetuti abbinati a frequenti torsioni del busto possono col tempo favorire l’insorgenza di una ernia del disco, soprattutto nei soggetti affetti da discopatia. È importante notare che nella prima fase del sollevamento (strappo) il movimento eseguito a gambe tese e busto flesso, provoca sul terzo disco lombare il massimo di pressione raggiungibile sollevando quel peso: è quindi la fase maggiormente a rischio per la colonna. Nel sollevare pesi di una certa entità è indispensabile conoscere almeno la tecnica corretta. vita… strappi e scoliosi Evitare le inclinazioni e le torsioni del busto (rachide) durante i sollevamenti e i trasporti Nelle foto si evidenzia il modo corretto di sollevare un bambino Centro Ortopedico Marchigiano Via Flaminia 309/310 Torrette di Ancona (AN) Tel.071/2181277 [email protected] Centro Ausili Via Dell’Industria n.2 Falconara Marittima (AN) Tel.071/2181277 [email protected] NewGedam Via Pergolesi n.44 Potenza Picena (MC) [email protected] www.neriteam.it www.plantaresensomotorio.it Regole per sollevare pesi Regole per trasportare pesi SOLLEVAMENTO... Qualsiasi sollevamento deve avvenire divaricando leggermente i piedi, piegando gli arti inferiori e inclinando la colonna mantenendola ben allineata (rispettando l’ampiezza delle sue curve). Il carico sollevato non deve essere ingombrante e non deve superare i 23-30 Kg per gli uomini e 15-20 Kg per le donne. E TRASPORTO Il carico va tenuto il più vicino possibile al corpo. Vanno possibilmente evitati i movimenti di trasporto con un arto. Durante il trasporto di valigette o borse evitare di inclinarsi dal lato del peso. Il pavimento e l’ambiente di lavoro in genere non devono presentare dislivelli o irregolarità eccessive o essere presenti ostacoli. Quando è possibile usare ausili meccanici. Mantenere la postura corretta anche nelle azioni di spinta o tiro. 15 Prevenzione MEDICINA A tutela della salute odontoiatrica: IAIO lancia l’accreditamento tra pari S i è svolta con pieno successo nella sede Dental House di Torrette di Ancona alla presenza di tutti i presidenti regionali dell’associazione Iaio (Fondo integrativo nazionale) la terza verifica di accreditamento volontario tra pari. La verifica è stata eseguita dal Dr. Ing. Patrik Olivieri (Lead Auditor) della SPS Cert (Ente di Certificazione indipendente con Sede in Svizzera). Per l’occasione sono stati invitati i vertici della Regione Marche rappresentati dal Dr. Fabio Filippetti e il presidente della SPSCert Dr. Ing. Roberto Zavattari e il Dr. Daouda Ndiaye, responsabile per i rapporti culturali dei cittadini del Senegal residenti nelle Marche, Emilia Romagna, Abruzzo (33.000 circa) con i quali la IAIO F.I.S.S.N. ha perfezionato con il Console Onorario del Senegal Dr. Tullio Galluzzi un protocollo d’intenti di formazione, collaborazione e servizi/prestazioni sanitarie. L’incontro è servito per rinnovare l’appello agli enti pubblici di sostenere – a costo zero – l’accreditamento tra pari come riconoscimento dell’eccellenza e della qualità del servizio e della professionalità delle strutture operanti in ogni regione, a cominciare dalle Marche, definita dal Presidente della IAIO F.I.S.S.N. Regione pilota. In apertura dei lavori, il presidente Iaio F.I.S.S.N. dr. Filippo Bambara ha ricordato l’intento associativo. L’Articolo 35 della Carta di Nizza (Protezio- 16 ne della salute) statuisce che: “Ogni individuo ha il diritto di accedere alla prevenzione sanitaria e di ottenere cure mediche alle condizioni stabilite dalle legislazioni e prassi nazionali. Nella definizione e nell’attuazione di tutte le politiche ed attività dell’Unione è garantito un livello elevato di protezione della salute umana” quindi ha proseguito il Presidente, i paesi membri devono garantire un alto livello di protezione della salute e di livellare in alto i requisiti minimi garantiti. Il Manuale di qualità e l’accreditamento volontario tra pari dell’Associazione IAIO F.I.S.S.N. indicano i criteri e le procedure operative, garantiscono e soddisfano la Carta Europea dei Diritti del Malato (Carta di Nizza 2002), livellando in alto i requisiti “standard” ad oggi richiesti. I requisiti e le procedure richiesti dalla IAIO F.I.S.S.N. (quale terzo pagante/garante) a tutti i Soci Promotori (Strutture/ professionisti) garantiscono l’appropriatezza e la qualità della prestazione prestata per converso, con il miglioramento continuo della qualità, tutelano la salute dei Soci Sostenitori (Utenti). Durante l’incontro alla Dental House di Ancona, il vicepresidente vicario IAIO F.I.S.S.N. Prof. Massimo Corigliano ha illustrato fra l’altro l’innovativo sistema informatico integrato EGIS, un software davvero avveniristico che permette di operare chi- Filippo Bambara Presidente Iaio rurgicamente in odontoiatria con grande precisione e notevole risparmio, controllando e correggendo, laddove necessario, l’occhio e la mano del più bravo chirurgo. Un sistema già adottato da alcuni centri e strutture affiliate alla IAIO F.I.S.S.N. che andrà ad integrarsi al sistema informativo/informatico TGSpeedy utilizzato per il controllo dei protocolli e la rintracciabilità delle procedure operative delle singole strutture. 17 Diagnostica MEDICINA Qualità, disponibilità e tempi di risposta ridotti al minimo: al via il Polo Diagnostico del Santo Stefano U n unico numero telefonico per prenotare, rapidamente e comodamente, prestazioni diagnostiche presso tutte le strutture marchigiane del Gruppo Santo Stefano. E poi professionisti altamente specializzati, strumentazione di prim’ordine e tempi di risposta ridotti ai minimi termini. Un sistema che fa della qualità del servizio, della disponibilità e dell’accessibilità i suoi principali punti di forza. Tutto questo è il Polo Diagnostico Santo Stefano-Villa dei Pini a cui chiunque può rivolgersi per espletare un’ampia gamma di prestazioni diagnostiche supportate, in tutte le metodiche, dalle più moderne tecnologie ed orientate soprattutto alla prevenzione. Dalla risonanza magnetica nucleare alla TAC, dall’ecografia alla radiologia, e poi la 18 mammografia, la risonanza magnetica nucleare della mammella, l’elettroencefalogramma, l’elettromiografia e le prestazioni di Neurofisiologia (PEV – PES): la gamma delle prestazioni è ampia ed è abbinata ad una qualità del servizio garantita da apparecchi di ultima generazione e da una rete di professionisti specializzati nei diversi ambiti della diagnostica. La tempestività è una delle caratteristiche del Polo tanto che gli appuntamenti per le prestazioni erogate in regime privato sono fissati entro 48 ore dalla richiesta (con la possibilità, comunque, di fissarli anche sulla base delle necessità di ciascun paziente) e i tempi di refertazione e risposta sono di assoluta brevità. Aspetto di primaria rilevanza, inoltre, è quello legato alle potenzialità di prevenzio- ne delle prestazioni diagnostiche erogate dal Polo. La diagnosi rappresenta sempre più, infatti, una tappa preziosa e imprescindibili nei percorsi di prevenzione delle patologie. Attraverso una diagnosi tempestiva, appropriata ed effettuata con strumentazioni di precisione è possibile individuare e curare le patologie ancor prima che si manifestino con modalità importanti e che arrivino a successivi stadi avanzati. L’ampia gamma di servizi erogati dal Polo consente proprio una prevenzione efficace e completa. “Il Polo Diagnostico Unico - dice il responsabile, il dr. Lucio Baffoni - rappresenta in ambito regionale una realtà radiologica in grado di incidere positivamente sul livello di assistenza degli utenti. Il know-how, le Le prenotazioni si possono effettuare con estrema rapidità e semplicità telefonando al numero verde 800131852 oppure presentandosi direttamente agli sportelli presso gli ambulatori. I costi delle prestazioni, competitivi, specie nell’ambito della prevenzione, sono, inoltre, trasparenti e possono essere richieste tutte le informazioni. Le prestazioni sono erogate attraverso il Servizio Sanitario Nazionale, in convenzione con compagnie assicurative o in regime di solvenza in proprio. competenze e l‘expertise che contraddistinguono il Gruppo Santo Stefano ci consentono di erogare servizi di assoluta validità e qualità e a prezzi che, grazie alla messa a fattor comune e alla nostra possibilità di realizzare economie di scala, sono paragonabili, di poco superiori, a quelli del pubblico. Tutto ciò diventa il presupposto per una virtuosa integrazione con il Servizio Sanitario Nazionale che ne risulterà sicuramente rafforzato nella qualità così come nella riduzione delle liste di attesa della sanità pubblica regionale”. “La qualità elevata delle prestazioni diagnostiche che il Polo unificato riesce ad erogare – continua Baffoni - viene ottenuta con apparecchiature di ultima generazione e con una rete professionale di alto livello supportata da strumenti informatici che ne esaltano l’interattività”. Tutte le analisi e le prestazioni sono erogate presso il centro diagnostico di Porto Potenza Picena e presso la struttura di Villa dei Pini di Civitanova Marche, ma l’intenzione del Gruppo Santo Stefano è quella di potenziare la gamma di prestazioni erogate anche nelle strutture dove attualmente è possibile espletare una parte delle prestazioni, come Villalba di Macerata e Villa Adria di Ancona. La diagnosi, se tempestiva, appropriata ed effettuata con strumentazioni di precisione, rappresenta una tappa preziosa e imprescindibile nei percorsi di prevenzione delle patologie 19 Cosmetica Età e pelle: quali consigli? Binomio problematico affrontato dal punto di vista delle strutture sanitarie. Una soluzione nell’acido jaluronico L ’epidermide contiene il 20-30% di acqua, percentuale che scende al 1020% per il suo strato più superficiale, che ha una struttura particolare il cui ruolo è evitare l’evaporazione dell’acqua dal corpo. Ma cosa accade con il passare del tempo e perché la pelle diventa sempre più delicata? Le strutture che si occupano di anziani, ad esempio, hanno un compito importante nel gestire tale aspetto, evitando l’uso eccessivo di farmaci per risolvere eventuali aggravamenti di problemi cutanei. Abbiamo chiesto delucidazioni ad una giovane azienda del nord, VENUM, che con la linea DERMENOX ha lanciato una serie di prodotti studiati e creati per soddisfare le esigenze delle pelli più sensibili (dai neonati agli anziani) e per supportare le strutture sanitarie proprio nella cura delle fragilità cutanee. Dall’intervista alla titolare dell’azienda, Gina Arena, emerge un quadro preciso del contesto di cui parliamo e la spiegazione del perché l’acido jaluronico può rappresentare un ottimo supporto, soprattutto in ambiti come quelli delle RSA e delle strutture ospedaliere italiane, alcuni dei case history sui quali si sta basando l’esperienza DERMENOX. Processi degenerativi della pelle: come affrontarli I segni del tempo, visibili anche dalla pelle, sono dovuti ad una modifica o ad una rarefazione delle fibre di collagene, dell’elastina, dell’acido jaluronico, di tutte le sostanze del derma. A tali cambiamenti sono legate una maggiore secchezza e una disidratazione della cute, cause di diversi disagi: prurito, disturbo del riposo, agitazione. Si tratta di problematiche che possono anche degenerare, portando ad un maggior utilizzo di farmaci (antistaminici), con conseguenti maggiori disagi per i degenti ospiti, e costi elevati per le strutture sanitarie stesse. I consigli DERMENOX in tali contesti rientrano in un Piano di salvaguardia dell’integrità cutanea che l’azienda sviluppa per ogni struttura supportata come nel caso della Residenza Anni Azzurri Villa Reale di Monza, dove Venum ha inoltre inaugurato l’utilizzo di una modulistica ad hoc per monitorare l’efficacia dei propri prodotti sui diversi casi presenti in struttura. Obiettivo del Piano suddetto: prevenire e risolvere i problemi della pelle, in primis attraverso tre azioni: MANTENIMENTO IGIENE, PREVENZIONE, CURA. LISINA È un amminoacido che nella sua forma idrossilata, grazie all’intervento della vitamina C, rientra nella composizione del collagene, la proteina fibrosa che costituisce ossa, cartilagini e altri tessuti connettivi; favorisce la formazione di anticorpi, ormoni (come quello della crescita) ed enzimi. È necessaria allo sviluppo e alla fissazione del calcio nelle ossa. LEUCINA È un amminoacido importante per la costruzione ed il mantenimento del tessuto muscolare 20 LA PAROLA AGLI OPERATORI Venum ha scelto di monitorare l’efficacia dei propri prodotti con questionari e moduli somministrati agli operatori delle strutture supportate. Ecco alcune voci: “Il Bagno Shampoo Acido Jaluronico, fresco e profumato, ha eliminato completamente la necessità di usare profumo o acque di colonia; idrata mentre deterge”. “La Crema Gel Acido Jaluronico viene applicata quotidianamente anche come crema viso e come dopo barba, sfruttando le sue proprietà lenitive”. “La Crema Gel viene usata come protezione su qualunque parte del corpo; utilizzata su ospiti con problemi di pelle squamosa, la pelle risulta idratata fino al giorno dopo”. Come? Innanzitutto facendo una pulizia della cute, seguendo questi accorgimenti: • Utilizzare prodotti che rispettino il film idrolipidico (PH 5.5) • Non utilizzare acqua troppo calda • Ridurre la minimo la forza e la frizione • Asciugare accuratamente gli spazi interdigitali e le pieghe della pelle • Applicare creme idranti e/o protettive Il tutto ricordando che lavare la pelle è importante per la salute ma farlo troppo o con prodotti inadeguati può provare essiccamento e riduzione della flora batterica. La soluzione dall’acido jaluronico per detergere e proteggere L’acido jaluronico è uno dei componenti fondamentali dei tessuti connettivi dell’uomo. Conferisce alla pelle le sue particolari proprietà di resistenza e mantenimento della forma ma la sua concentrazione nei tessuti tende a diminuire con l’avanzare dell’età. La sua mancanza determina un indebolimento della pelle, rendendola più delicata e promuovendo la formazione di rughe ed inestetismi. L’acido jaluronico si occupa di mantenere il grado di idratazione, turgidità, plasticità e viscosità della pelle, poiché si dispone nello spazio in una conformazione aggregata incamerando così un notevole numero di molecole d’acqua. Nei prodotti DERMENOX l’acido jaluronico evita la disidratazione dei tessuti, trattenendo l’acqua, senza dar luogo a fenomeni di ritenzione, e garantendo un effetto Protettivo, Idratante, Ristrutturante e Nutriente. La presenza di due amminoacidi, Lisina e Leucina, dona un piacevole effetto ristrutturante, aumentando la nutrizione e la protezione della cute. La linea DERMENOX all’acido jaluronico, Bagno shampoo e Crema gel, è stata appunto studiata, ed è particolarmente indicata, per pelli delicate, disidratate e sottili. Il suo PH 6, autoregolante, è in grado di mantenere una costante ed ottimale idratazione. L’acido jaluronico, presente nella formulazione in una concentrazione perfettamente stabilizzata, contribuisce in maniera straordinariamente efficace ad evitare la disidratazione dei tessuti, anche in presenza di pelli particolarmente delicate. DERMENOX BAGNO SHAMPOO, ad esempio, per il lavaggio di corpo e capelli, è un detergente concentrato a base di acido jaluronico, studiato e creato per pelli molto sensibili, anche in caso di problemi cutanei e nell’igiene del bambino. Usato su tutto il corpo, ne basta una modica quantità per ottenere gli effetti positivi sopra descritti. Così come DERMENOX CREMA GEL, una crema protettiva, a base di acido ialuronico, che contribuisce alla creazione di un benefico e duraturo film protettivo con un autentico effetto barriera. 21 Animalia In principio era… l’Uomo e la Bestia Nel celebre dipinto di Leonardo da Vinci “dama con ermellino” il disegno del grande artista ha reconditi significati simbolici e suggestivi sia per la posizione donna/animale sia per lo studio della fisiognomica che approfondisce il nesso - caratteristica ricorrente dello scienziato Leonardo - tra corpo e anima, esteriorità e interiorità e quindi quella curiosità filosofica che fa attraversare il limite finora insuperabile fra Uomo e Bestia, nel passaggio dell’animale a simbolo e segno. Un secolo dopo, nel seicento, ulteriori scritti medici, classici e medievali origineranno il De Humana Physiognomica di Giambattista Della Porta che rafforza il rapporto e il paragone fra uomo e animale... mantenendo la dimensione zoologica e analogica. Dunque il quadro leonardesco che ritrae Cecilia Gallerani, amante di Ludovico il Moro, risulta ricco di rispondenze e rimandi simbolici, a partire dallo scatto nervoso della zampa e della mano che sorregge e non pare voler accarezzare nella posa. Fino alle linee curve e profili, fino al candore dell’animale che richiama il pallore e la purezza della donna. Un vezzo altezzoso studiato nei dettagli della rappresentazione voluta, a livello scientifico oltre che artistico, per esaltare un accostamento nobile quanto improbabilmente domestico. La prima rappresentazione-simbolo dell’animale domestico nel celebre quadro di Leonardo “Dama con ermellino” 22 Il ‘dottore degli animali’ professione da scoprire L’importanza della professione veterinaria e il valore sociale della relazione uomo-animale. Tema stringente che affrontiamo con il Presidente della Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani, Gaetano Penocchio. Quali sono le principali problematiche della professione di veterinario? Le modalità di selezione degli accessi al corso di laurea, il loro numero non armonizzato ai bisogni, le difficoltà di un mercato che non può essere “infinito”, la disciplina tributaria che non tiene conto della valenza e importanza delle prestazioni medico veterinarie in termini di prevenzione per sanità animale e salute pubblica e dei minori oneri economici che comportano efficaci attività di prevenzione (francobolli da collezione e mazzi di rose godono di un regime IVA agevolato al 10%, la salute dei nostri animali è gravata dal 22%). Abbandonata la lista delle doglianze metto sotto la lente un problema, superabile solo che lo si voglia. Restano da armonizzare i medici veterinari che operano nel SSN in veste di autorità competente (6.500) e il contingente di liberi professionisti (24.000) che sono una risorsa per il Paese. Nel rapporto pubblico-privato trovo una delle maggiori problematiche. L’armonizzazione dei due contingenti disegnerà il futuro della professione, della sanità degli animali, dell’igiene degli alimenti, delle produzioni zootecniche. È una professione ancora richiesta? È ancora un’opportunità di lavoro? È e sarà sempre richiesta semplicemente perché indispensabile. Ricordo un meraviglioso articolo del Prof Mantovani che anni fa, immaginando un mondo senza veterinaria, ne ipotizzava gli effetti: diffusione delle malattie degli animali, trasmissione di zoonosi all’uomo, ricomparsa di malattie eradicate, alimenti di origine animale non affidabili, mancanza di garanzie per i consumatori, assenza di controllo delle importazioni di animali e loro prodotti, perdite di reddito nel settore zootecnico, di posti di lavoro, ripercussioni negative sul turismo. Insomma, i medici veterinari hanno un ruolo insostituibile nella prevenzione e nel “sistema salute”. Non posso non richiamare le difficoltà conseguenti ad un esubero dott.Gaetano Penocchio, Presidente della Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani (FNOVI) Corsi di laurea: attendiamo modifiche che possano concorrere alla “costruzione” di un medico veterinario più attuale, più cosciente dei propri mezzi 23 Animalia Medici veterinari: ruolo insostituibile nella prevenzione e nel “sistema salute” ma diverse criticità da affrontare. Nel rapporto pubblico-privato, una delle maggiori problematiche di medici veterinari: 13 corsi di laurea sono un’anomalia ingiustificabile e 30.500 medici veterinari sono la conseguenza di questa anomalia. 1 veterinario su 6 in Europa è italiano. Conseguenze: sottoccupazione e disoccupazione, che se aggiunte agli scarsi risultati economici (redditi medi inferiori a 20.000 €/anno) disincentivano i giovani. A loro comunque dico di andare dove li porta il cuore: se sono determinati, motivati, se credono e desiderano esercitare questa che è la più bella professione del mondo, ce la faranno. Le università garantiscono un buon livello di preparazione? In Italia contiamo 13 corsi di laurea in medicina veterinaria. Troppi, anche per la scarsa disponibilità di mezzi da impiegare nella “costruzione” del medico veterinario. Ospedale didattico per animali da reddito e da compagnia, azienda zootecnica, laboratori, macello didattico, etc. fanno di questo percorso di laurea uno dei più costosi. La crisi ha ridotto le già modeste possibilità di effettuare investimenti. Nonostante ciò, con le variabilità fisiologiche e limitatamente ad alcune materie/settori, ritengo che il neolaureato disponga di mezzi e strumenti di conoscenza rilevanti. Ma il “sapere” raramente si accompagna con il “saper fare”. Troppo ridotte le esperienze pratiche, c’è l’esigenza urgente di integrare il corso con nuovi insegnamenti: sanità pubblica veterinaria, bioe- 24 tica, ambiente, clinica delle specie minori (acquacoltura e apicoltura), etc. A discapito di altre materie che gestiscono un monte di crediti/ore eccessivo. Siamo confortati dalla disponibilità al confronto da parte dell’università e dall’ipotesi di prolungamento del corso con un anno esclusivamente professionalizzante. Modifica che insieme alla revisione/integrazione del percorso didattico potrebbe concorrere alla “costruzione” di un medico veterinario più attuale, più cosciente dei propri mezzi, a conoscenza delle dinamiche che regolano il mercato dei servizi professionali e delle opportunità conseguenti. Formazione e approfondimento: come farli? La formazione è nelle università, nel SSN, negli ordini, nelle articolazioni associative culturali. Spesso sono tre sottosistemi ciascuno dei quali viaggia per proprio conto e verso obiettivi totalmente diversi. Una formazione talvolta non corretta, non omogenea, non programmata. Diversi i soggetti culturali che gestiscono il long life learning. La parte del leone la fanno società culturali e associazioni scientifiche presenti in numero significativo in medicina veterinaria. Non possiamo non citare il ruolo della rete di Istituti zooprofilattici che operano in collaborazione con Ministero della salute e Assessorati regionali alla salute. L’Università genera percorsi di specialità che rappresentano titolo indispensabile per l’accesso ai concorsi del SSN; master e corsi di alta formazione fanno il resto. Ma non tutti i settori professionali dispongono di opportunità di aggiornamento tali da soddisfare i bisogni e la formazione frontale viene erogata a macchia di leopardo. Gravissimo problema da risolvere prevedendo specifica normativa, quello degli stage formativi oltre che presso le strutture pubbliche, presso strutture private. La società sta cambiando: stress, nuove malattie, longevità. L’animale da compagnia viene considerato nel suo valore terapeutico? È provato che la relazione uomo-animale può portare benefici fisici e psichici. L’animale domestico può diventare un valido co-terapeuta e cooperare per realizzare un miglioramento delle condizioni di salute della persona e in taluni casi una sua capacità di convivere in modo assertivo con una disabilità. Dal 2008 esiste un Centro di Referenza Nazionale per gli Interventi Assistiti con gli Animali che valorizza questo. Gli interventi assistiti con gli animali necessitano di più figure sanitarie, psicologiche e tecniche. Diventa rilevante il ruolo dell’animale, sempre più “soggetto senziente” e sempre meno “oggetto” ed il suo rapporto con l’uomo. In questo ambito va analizzato il nostro ruolo. Non giova discutere se gli animali hanno diritti; è certo che l’uomo, ed ancor più il medico veterinario, ha doveri e responsabilità. Se si può parlare di un progresso etico, un nodo da sciogliere sarà il modo con cui si configura il rapporto tra scienza, professione e animali nella società degli uomini. Dibattito che necessita di mediazioni che giustamente la società si aspetta da noi. Valentina Vittori 25 Cucinotta INTERVISTA Mamma diva e combattiva Lontana dallo stereotipo della “diva”stupenda e irraggiungibile nell’Olimpo spesso effimero del jet set, impegnata professionista (attrice, doppiatrice, produttrice, regista), moglie e mamma appassionata, la siciliana Maria Grazia Cucinotta è inoltre in prima linea nell’impegno civile e sociale. Vanto italiano che anche l’estero ci apprezza, a fine anno ha chiuso, al fianco di Enrico Lo Verso, le riprese del film ‘Nomi e cognomi’, esordio di Sebastiano Rizzo, storia di impegno civile e giornalismo coraggioso contrapposto alla criminalità. La Cucinotta è reduce poi da ‘Ferite a morte’, spettacolo sbarcato di recente a New York, nella sede delle Nazioni Unite, per dar voce alle donne che hanno perso la vita per mano di un marito, amante, fidanzato, ex-compagno. Ha inoltre da poco firmato, con la stilista Maria Grazia Severi, 18 abiti contro la violenza sulle donne, il cui ricavato andrà alla Fondazione Pangea. Come ha festeggiato il nuovo anno? “Un secondo viaggio di nozze dopo 20 anni di matrimonio, ma questa volta con la mia Giulia” ci dice. A ttrice, doppiatrice, produttrice, regista. La sua passione? L’attrice è sicuramente la cosa che più mi appassiona. Fa parte della mia vita ormai da tempo. Ma è chiaro che la mia crescita professionale è stata quella di riuscire a integrare questo ruolo con gli altri. È come se, da bambina, fossi via via diventata grande, imparando come tutto ciò che c’è dietro ad un film – la produzione, la regia, etc. – sia complesso e faticoso ma, allo stesso tempo, 26 entusiasmante, completo, integrato. Cosa le hanno lasciato le esperienze all’estero e quali differenze ha notato? Tutte le mie esperienze hanno contributo alla mia crescita. Ho girato il mondo, avendo la possibilità e il privilegio di imparare da tutti e di stringere amicizie veramente ovunque. Per alcuni versi è una cosa che ti fa lasciare una parte della tua italianità per scoprire e prendere anche altro da interiorizzare. La grande differenza tra l’Italia e l’Ameri- ca è che nel secondo contesto il cinema è una vera e propria industria, con una certa meritocrazia, lavoro di gruppo, con una mentalità ben precisa, degna di una precisa macchina di informazione e comunicazione. Quando ha iniziato e quali cambiamenti ha notato da allora? Ho iniziato nell’ ‘86 con Renzo Arbore e ‘Indietro tutta’. È cambiato molto: non c’era internet, ad esempio, e la tv era praticamente l’unico mezzo di intrattenimento, che poi si è evoluto in una strada che ha visto reality e talk sostituire lo spettacolo vero. Cosa consiglia ai giovani che si avvicinano al mondo dello spettacolo? Più che altro consiglierei al mondo dello spettacolo di dare visibilità al talento, così che i giovani che si avvicinano a questo contesto possano prepararsi e presentarsi con l’obiettivo di far emergere e di lavorare sul talento. Cos’è per lei la famiglia? La base della tua partenza, di tutto, il nucleo vero nel quale ti rifugi e continui a crescere. Come concilia l’essere mamma con il lavoro? Con grandi sacrifici e sicuramente grandi mancanze. Ma quando sono presente cerco in tutti i modi di non far entrare il lavoro nella quotidianità familiare, di ritagliare dei momenti dedicati esclusivamente a mia figlia, di darle attenzioni e indirizzarla sulle cose veramente importanti. Su cosa non transige nella sua educazione? Il rispetto per gli altri, la prima cosa che cerco di insegnarle. Cosa si augura per sua figlia Giulia? Tutta la felicità del mondo, come la auguro a tutti i miei cari, considerando però che l’essere felici è il raggiungimento della pace con se stessi e non l’ottenimento delle cose. Quanto conta per lei l’attenzione alla salute? Molto. Innanzitutto sono convinta che siamo ciò che mangiamo e dunque che biso- gna curare con attenzione il cibo che consumiamo ogni giorno. L’Italia è forse l’unico paese al mondo dove si può ancora mangiare sano e trovare alimenti sicuri. È inoltre fondamentale per me cercare di evitare tutto ciò che danneggia il corpo, come il fumo o l’alcool e cercare di mantenere un certo stile di vita. Cosa fa nel tempo libero? Bhe, molto tempo libero non c’è. Quello che ho a disposizione cerco di dedicarlo alle mie associazioni: da quelle per la lotta al tumore al seno a quelle contro la violenza sulle donne, a quelle per le mamme e per i bambini in difficoltà. Maria Chiara La Rovere Maria Grazia Cucinotta ci racconta l’amore per la famiglia le scelte salutiste l’impegno sociale fuori dal comune. CONCRETAMENTE NEL SOCIALE Ambasciatrice del World Food Programme, testimonial della Run for Food, del Gay Pride, dell’associazione per bambini con disturbi mentali Il Cavallo Bianco e della Race for the cure, annuale corsa contro i tumori al seno dell’Associazione Susan G. Komen Italia. Sempre al fianco dell’Associazione Risveglio, Onlus che ha a cuore la complessa problematica socio-sanitaria delle persone con esiti di gravi cerebrolesioni acquisite, la Cucinotta è anche testimonial della Fondazione Pangea, Onlus che si occupa di favorire condizioni di sviluppo economico e sociale per le donne e le loro famiglie, contro la violenza su donne e bambini. È madrina della campagna This Close-End Polio Now, promossa dai Rotary Club per debellare la malattia dai paesi ancora polio endemici. Sostiene il progetto dell’ONU “REFUGEEscART”, in favore dei rifugiati, ed è madrina di ‘Idee per le mamme’, progetto della Procter&Gamble per finanziare le associazioni che sostengono progetti per maternità e genitorialità. Solo alcune delle passioni di questa diva combattiva. 27 Sant’Egidio VOLONTARIATO Nel segno della pace : o i d i g ’E t n a S i d à t i Comun , o t e r c n o c o t u i a , amicizia battaglie civili L a Comunità di Sant’Egidio nasce nel 1968 a Roma nel clima di rinnovamento del Concilio Vaticano II. La parola del Vangelo viene messa in pratica attraverso l’attenzione verso le classi meno abbienti, l’importanza dell’amicizia tra i popoli, l’impegno per la pace, il dialogo e la giustizia. Oggi è un movimento di laici costituito da oltre 60 mila persone presenti in 73 Paesi impegnate, a titolo volontario e gratuito, nella comunicazione del Vangelo e accanto ai più poveri, nel dialogo ecumenico e tra le grandi religioni mondiali, nel lavoro per la pace. L’internazionalità della Comunità è data dal fatto che un terzo dei membri della Comunità vivono in Africa e nel Sud del mondo. Dove c’è sofferenza e richiesta di aiuto, la Comunità di Sant’Egidio è presente. I volontari sono tra i senza tetto, gli anziani e i bambini di strada, gli immigrati, le etnie come i rom e sinti, le persone non autosufficienti e disabili, i malati senza cure. E poi, tra i prigionieri in molte carceri internazionali e nei bracci della morte. In maniera innovativa la Comunità coniuga amicizia, aiuto concreto e battaglie civili per la difesa della dignità umana e dei diritti, è schierata contro la xenofobia e l’intolleranza, promuove il dialogo ecumenico e interreligioso, le iniziative culturali e legislative. Nelle varie zone del mondo dove è presente, soprattutto in quelle dilaniate dai conflitti bellici e dove vi è più povertà, si adopera, sempre con personale locale, per favorire la convivenza tra culture, religioni e gruppi etnici, nella convinzione che vivere insieme è il futuro. L’impegno mondiale contro la Pena di morte e la campagna “Cities for Life” si collocano in questa rete di impegno internazionale come una battaglia particolare in difesa della dignità e dei diritti umani, per una giustizia capace sempre di rispettare la vita. Tante sono le iniziative che la Comunità porta avanti. Si possono consultare, e dare aiuto, se si vuole, attraverso il sito www.santegidio.org. Nicoletta Di Benedetto 28 La Comunità di Sant’Egidio nacque a Roma nel 1968 per iniziativa del giovane Andrea Riccardi. Riunì alcuni tra i suoi compagni di liceo per ascoltare e mettere in pratica il Vangelo come fecero gli Apostoli e san Francesco d’Assisi. Il primo obbiettivo del gruppo fu quello di raggiungere la periferia della Capitale che pullulava di baracche dove vivevano molti poveri e i bambini non andavano a scuola. Tra le iniziative vi fu quella di avviare un doposcuola pomeridiano, la “scuola popolare”, oggi denominate “Scuole della pace” e presenti in molte parti del mondo. Contatti: Piazza di S.Egidio 3/a – 00153 Roma Tel +39.06585661 - Fax +39.065883625 www.santegidio.org [email protected] [email protected] 29 ANDI SORRISI Il ruolo del dentista nella prevenzione e diagnosi del cancro orale L a bocca, le labbra e l’intero cavo orale - parti integranti del sistema digerente ed estremamente importanti per la vita di relazione proprio come altri distretti dell’organismo umano possono essere sede di tumori. Una lesione particolarmente rossa o mista bianco-rossa, una tumefazione, un’ulcera, un’improvvisa perdita di denti può nascondere un tumore maligno. Più del 90% delle neoformazioni maligne della cavità orale è rappresentato dal carcinoma squamocellulare, una grave affezione che presenta un’incidenza in crescita in molte aree del mondo (si stimano circa 275.000 nuovi casi ogni anno, 6000 solo in Italia). Il carcinoma, che può interessare la mucosa di qualsiasi parte della bocca: labbra, gengive, guance, palato, lingua e suo pavimento, è più comune negli uomini che nelle donne a causa di una maggior propensione dei primi per le abitudini a rischio; la probabilità di ammalarsi, inoltre, si incrementa con l’età proprio perché aumenta il periodo di esposizione del soggetto all’azione di agenti cancerogeni. Nei paesi occidentali alcuni tra i principali fattori di rischio per lo sviluppo di un cancro orale sono il tabacco (in tutte le sue forme, sia fumato che masticato), il consumo eccessivo di alcool e, per le labbra, la sovraesposizione alla luce ultra-violetta di lampade abbronzanti o dei raggi solari; anche la presenza di lesioni a rischio di trasformazione (oggi più correttamente definite come “disordini potenzialmente maligni”, quali abrasioni, ferite, protesi incongrue o mal fatte), può significativamente aumentare le probabilità dello sviluppo di un carcinoma orale. La prognosi del cancro della bocca dipende in particolare dall’estensione della massa tumorale e la mortalità è in sensibile aumento nella maggior parte dei paesi europei, in quanto 30 ancora troppo pochi carcinomi vengono diagnosticati dai clinici in uno stadio precoce; è auspicabile, dunque, una diagnosi quanto più precoce possibile di quelle lesioni che risultano potenzialmente maligne o già in fase conclamata, al fine di intraprendere un tempestivo e corretto trattamento di una patologia grave, deturpante ed altamente invalidante. Dott. Massimiliano Fioroni Referente Oral Cancer Day, Andi Ascoli Piceno e Fermo Riconoscere i sintomi e i fattori di rischio L’Assemblea per la Salute Mondiale (WHA), organo supremo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO), nel 2007 ha votato una risoluzione per la salute orale che metteva in evidenza la necessità di politiche e strategie per la prevenzione del carcinoma oro-faringeo auspicando il coinvolgimento di professionisti del settore. Tra le diverse figure sanitarie che si occupano di patologie del cavo orale (Pediatra, Medico di Base, Otorinolaringoiatra, Dermatologo, Chirurgo Maxillo-Facciale) l’Odontoiatra in particolare, attraverso le frequenti visite con facile accessibilità alla bocca, è sicuramente il professionista che ha maggiori possibilità di rilevare eventuali lesioni mucose precancerose o chiaramente cancerose. I dentisti, inoltre, hanno una posizione primaria nel dissuadere i pazienti dai fattori di rischio principali ed educarli al riconoscimento di manifestazioni e sintomi precoci di eventuali lesioni sospette. In tale ottica sono state avviate in Europa iniziative di sensibilizzazione della popolazione: in Gran Bretagna, l’Istituto Nazionale per l’Eccellenza Clinica (NICE) del Dipartimento Sanitario, proprio per ridurre i ritardi nella diagnosi del cancro orale, ha deciso di applicare linee guida nazionali per la formazione ed avviare i pazienti affetti da lesioni orali sospette verso centri oncologici; in Italia, l’Associazione Nazionale Dentisti Italiani (ANDI) organizza da anni l’Oral Cancer Day, un progetto di grande rilevanza sociale che si propone di focalizzare l’attenzione della collettività sui tumori del cavo orale, patologia che ancora molte persone non conoscono o addirittura sottovalutano. I dentisti volontari dell’ANDI incontrano i cittadini nelle piazze di numerosissime città italiane per informare la popolazione come una diagnosi tardiva di carcinoma orale implichi una diminuzione delle probabilità di guarigione ed il conseguente necessario ricorso a terapie più complesse e demolitive oltre a sottolineare l’importanza di seguire stili di vita virtuosi, evitando quei fattori di rischio più spesso implicti nello sviluppo di tali patologie orali. Il messaggio forte che si vuole dare è che una visita odontoiatrica periodica di controllo può salvare la vita del paziente se si intercettano precocemente lesioni sospette o francamente maligne… BIOLOGICO A GRANDE RICHIESTA Consumi MONDOBIO Come stanno cambiando i consumi degli italiani? Quali le scelte di famiglie e single? Indubbiamente c’è stata una forte contrazione toccando anche, elemento significativo, il settore food. Ma permane un dato in controtendenza che attesta una sensibilità in aumento anche da parte degli italiani, come molta parte dell’Europa, Germania, Svizzera, Austria in primis: la scelta biologica. Abbiamo commentato alcuni dati con Giorgio Grottini, responsabile Vallebio (Ancona), tra i pionieri del settore, che poi nel 2006 ha anche lanciato uno dei più attenti negozi specializzati nella regione Marche. “ Nonostante la crisi economico-finanziaria, il biologico risulta ancora in forte espansione a livello internazionale sia sul fronte della domanda che dell’offerta – ci racconta Grottini – In particolare, il mercato italiano del bio continua a crescere, confermando una dinamica positiva in atto da diversi anni, come dimostrano i dati 2013, come quelli Ismea, in linea con la nostra esperienza Vallebio, di realtà che si è sviluppata proprio intorno alle esigenze di una domanda ora vivace come quella del centro-Italia, mentre è stato piuttosto il nord a fare da apripista bio in passato”. Cosa si evince da questi dati? “Intanto Ismea ci dice che nei primi 7 mesi del 2013 gli acquisti alimentari nel biologico hanno visto segnare un +9,2%, mentre la spesa agroalimentare in genere, nel primo semestre 2013, è risultata in flessione del 3,7%. Il comparto biologico sembra quindi ancora andare in controtendenza rispetto al settore food nel complesso”. Quali gli incrementi più interessanti? Di quali prodotti? “Ci sono stati, in particolare, aumenti fatti registrare nell’acquisto di biscotti, dolciumi e snack bio, di ortofrutticoli freschi e trasformati, di uova. Minori ma pur consistenti gli incrementi di pasta, riso e sostituti del pane. Bene anche i lattiero-caseari e le bevande bio. Interessanti anche quelli di miele e omogeneizzati bio”. Chi compra maggiormente? “C’è sempre la componente di una scelta Giorgio Grottini consapevole di benessere psico-fisico in armonia con il pianeta, ma soprattutto si fa questo tipo di scelte, più affidabili e informate secondo molti consumatori, indirizzate ai più piccoli”. Ci sono novità che hanno segnato l’anno che si è chiuso? “Un fenomeno di cui abbiamo apprezzato anche noi il forte incremento: la cosiddetta spesa alla spina, senza imballaggi. Che si tratti di cibo o di detersivi, aumenta la richiesta di questo tipo di prodotti “senza abiti” e senza sprechi. Un nuovo modo di fare la spesa che diventa più leggera, più ecosostenibile e anche più conveniente. Il tutto senza tralasciare le informazioni sui prodotti. Stiamo per questo aumentando anche le nostre referenze in merito per andare incontro all’aumentata richiesta e ai diversi gusti”. 31 Design&Società Design d’azionE Se gli “oggetti-soggetti intelligenti” modificano i comportamenti I l design oggi influenza anche i nostri comportamenti. La tecnologia avanzatissima e la sua miniaturizzazione hanno reso possibile andare oltre gli smartphone. Ciascuno può portare con sé o indossare congegni sempre più piccoli la cui funzione è indicare come eseguire un’operazione in maniera corretta. Sono dispositivi con intelligenza integrata in grado di fornire velocemente risposte comprensibili ad azioni appena intraprese, confrontandole con il comportamento previsto. Sono facili da applicare praticamente ovunque. Oggi l’oggetto di design diviene capace di tessere relazioni reali imponendosi come soggetto intelligente in grado di suscitare reazioni nel fruitore e influenzare, plasmare, modificare i suoi comportamenti. Orologi intelligenti, braccialetti in grado di monitorare l’attività fisica, giochi per bambini e congegni che permettono di definire l’angolazione e la potenza esatta di un lancio, durante una partita di basket o di un calcio al pallone, presto inizieranno ad invadere la quotidianità influenzando inevitabilmente il nostro modo di agire. Il design è per sua costituzione omnicomprensivo, è influenzato ed influenza l’interazione che noi abbiamo con gli altri e con lo spazio circostante, ma ora lo scambio diviene più evidente e diretto. Se il design inteso come pro-getto caratterizza da sempre l’essenza dell’uomo, è con il 1851, data della Grande Esposizione londinese, che viene fatta coincidere la sua nascita. Dopo 32 Dott.ssa Chiara Sgreccia, Responsabile Cultura Poliarte Ancona la II Rivoluzione Industriale infatti la valenza dell’oggetto – che diviene moderno – si acuisce diventando il centro della società dei consumi ma anche garanzia e dimostrazione della qualità della vita di ogni cittadino nonché strumento di crescita del benessere di ciascuno.Oggi il passo sembra ulteriore, con la scomparsa della contrapposizione tra cultura materiale ed immateriale, l’oggetto di design diviene capace di tessere relazioni reali imponendosi come soggetto intelligente in grado di suscitare reazioni nel fruitore e quindi di influenzare, plasmare, modificare i suoi comportamenti. Tale sviluppo permette certamente di accrescere la qualità della vita dando le possibilità all’uomo di aprirsi a nuove prospettive e spunti di riflessione, facilitando molte azioni della vita di tutti i giorni, indicando l’opzione corretta o più semplice da seguire, semplificando l’apprendimento, ampliando democraticamente le possibilità di conoscere. Resta soltanto da sfuggire alle controindicazioni. Chiara Sgreccia [email protected]/www.centrodesign.it in collaborazione con www.poliarte.net Psicologia del benessere Come favorire i comportamenti salutistici La Psicologia ed il Marketing in aiuto di chi promuove la Salute S pesso si pensa al Marketing come a qualcosa di “negativo”, legato alla vendita di prodotti e servizi superflui o, comunque, agli antipodi rispetto a tematiche delicate e sentite quali la salute e la qualità della vita. Per assurdo, è maggiormente accettato l’utilizzo di teorie e tecniche promozionali che hanno come fine l’avvicinamento della persona a comportamenti di acquisto anti-salutistici piuttosto che pro-salutistici (o per una “buona causa”). Eppure, comprendere i valori, gli atteggiamenti e le aspettative dei pazienti e della popolazione per meglio indirizzare il prodotto/servizio in ambito salute, sarebbe non solo utile alle persone stesse ai fini di una corretta informazione, prevenzione e cura ma anche alla società stessa. Il Marketing può infatti contribuire alla soluzione di importanti problemi sociali e salutistici, influenzando gli atteggiamenti ed i comportamenti dei soggetti a cui si rivolge. Per tutti gli operatori della Salute, è importante sapere che ogni cambiamento nella vita di una persona in favore dell’attuazione di un comportamento salutista coinvolge un complesso processo della mente che per essere adattato ha bisogno di un approccio adeguato al target, soprattutto dal punto di vista psicologico. Infatti, secondo l’Health Belief Model (Becker, 1974), un individuo prenderà in considerazione di dover prevenire, curare o controllare una condizione di salute basandosi sui diversi fattori psicologici: la “suscettibilità percepita” (l’individuo deve credere che la condizione di pericolo per la salute lo riguarda), la “gravità percepita” (l’individuo deve credere che, ad esempio, una malattia possa portare a severe conseguenze per sé), i “benefici percepiti” (l’individuo deve credere che avrà conseguenze positive attuando o modificando un certo comportamento riferito alla salute) e i “limiti percepiti” (l’individuo deve considerare che i costi psicologici o monetari siano minori rispetto ai benefici che ne trarrà). Il cambiamento dei propri stili di vita in favore di altri maggiormente salutistici sono inoltre favoriti da fattori psicologici quali l’autoefficacia percepita (Self Efficacy) e che riguarda componenti interni all’individuo (l’individuo sarà più motivato se crede che gli esiti positivi del comportamento abbiano maggior peso e superino quelli negativi) ed esterni (l’individuo valuterà le conseguenze di chi ha precedentemente messo in atto il comportamento per aderire o meno al comportamento). Queste ed altre indicazioni sono fondamentali per un corretto approccio ai pazienti sia dal punto di vista della cura che, ancor meglio, della prevenzione. Daniele Orazi [email protected] Dott. Daniele Orazi, Psicologo del Marketing e delle Organizzazioni, IPSE Ancona L’Istituto di Psicologia e di Ergonomia di Ancona ha aperto la Scuola di benessere e bellessere con la supervisione dell’illustre e famoso Prof. Enzo Spaltro. Sono già attivi percorsi psicologici – anche associati a cure termali con la collaborazione delle Terme dell’Aspio – che riguardano la conoscenza approfondita del Sé e del proprio corpo. in collaborazione con 33 Progetto Delmvet la Formazione nella Macro Regione Adriatica A cura di Nicolò Scocchera N ella fase cruciale di start up della Macro Regione Adriatico-Ionica in cui la Regione Marche sta assumendo un ruolo di guida e di promozione nei processi di integrazione tra i paesi che si affacciano sul mare Adriatico, COOSS Marche ed altri partner europei cooperano e collaborano alla realizzazione di percorsi formativi innovativi. La Macroregione Adriatico-Ionica è concepita come una forma innovativa di cooperazione interregionale e transnazionale, allo scopo di rafforzare i processi democratici e l’accelerazione del percorso di integrazione europea dei Paesi balcanici. 34 Progetto DELMVET Developing an Efficient Locally managed Model of Vocational Education and Training Sviluppo di un modello locale efficiente per l’Istruzione e la Formazione Professionale Codice progetto: 283-Durata: marzo 2011 – febbraio 2014. Il progetto DELMVET si inserisce all’interno della priorità 1 del programma IPA – Cooperazione Transfrontaliera Adriatica, e risponde alla necessità di implementare azioni innovative di capacity building e di trasferimento di know-how, al fine di migliorare l’occupabilità e la mobilità dei lavoratori, in un ottica di mercato del lavoro transfrontaliero nel bacino adriatico. L’intento di DELMVET è rafforzare il sistema VET (Vocational Education and Training - Istruzione e Formazione Professionale), attraverso la creazione di reti internazionali, lo scambio di esperienze, il trasferimento di competenze, la promozione di mobilità, il coinvolgimento delle istituzioni pubbliche e la disseminazione delle buone prassi. L’obiettivo specifico di DELMVET è lanciare un processo di revisione e riforma del sistema VET nelle aree coinvolte, introducendo modelli gestionali che possano migliorare sostanzialmente la Formazione Professionale Superiore; in particolare, il progetto vuole promuovere un processo di decentramento della VET nei paesi della Macro Regione Adriatico Ionica coinvolti nel progetti, sul modello del sistema di formazione regionale delle Marche. Per raggiungere tale obiettivo, il progetto DELMVET ha avviato: La sua creazione mira a consolidare la cooperazione economica e a sviluppare una governance comune su problemi condivisi (ambiente, energia, trasporti, pesca e gestione costiera, sviluppo rurale, turismo, cultura e cooperazione universitaria, protezione civile e cooperazione tra PMI). Il 24 gennaio scorso si è svolta ad Ancona la Tavola Rotonda “Scenari futuri della formazione post-secondaria nella Macro Regione Adriatica”, realizzata nell’ambito del progetto DELMVET. • La costituzione di una rete attiva di sistemi VET regionali; • L’armonizzazione dei sistemi VET con i bisogni del mercato del lavoro; • La definizione di un modello pilota di VET, nell’ambito della Formazione Professionale Superiore (post-secondary), da integrarsi all’interno dei sistemi VET regionali. Le attività previste di DELMVET all’interno del territorio marchigiano riguardano: • analisi dello status del sistema VET nella regione, mappando gli stakeholder e promuovendo la costituzione di un network della VET nel bacino Adriatico, in grado di diventare il motore di sviluppo in ambito educativo e formativo per i paesi partecipanti e per l’intera area di intervento del programma. •analisi dei bisogni del mercato del lavoro nelle aree interessate da DELMVET, al fine di attivare un processo di armonizzazione tra il sistema VET (modelli, requisiti, procedure) e i bisogni del mercato del lavoro, andando a definire ipotesi di curricula formativi rispondenti ai requisiti. •analisi di fattibilità per l’implementazione dei curricula formativi elaborati e sperimentazione dei percorsi definiti, attraverso formazione pilota e predisposizione del quadro di riferimento per l’operatività del profilo individuato. Il progetto, coordinato dalla Regione Durazzo, in Albania, vede oltre a COOSS Marche, il coinvolgimento della Regione Marche, della Camera di Commercio di Belgrado, in Serbia, e dell’Associazione MSC di Sarajevo, in Bosnia Erzegovina. L’incontro ha avuto per oggetto le formazione post-secondaria nella Regione Marche e nella Regione di Durazzo, quale opportunità di avviare in Albania un percorso di decentramento del sistema formativo. Tra i temi trattati durante la Tavola Rotonda, uno spazio importante è stato riservato alla strategia regionale sulla Macro Regione Adriatico Ionica e alle opportunità che questa può portare. In termini di formazione professionale, la tavola rotonda ha affrontato nello specifico le modalità di apprendimento tramite eLearning nei processi formativi post-secondari e lo strumento del Libretto Formativo quale strumento di sintesi delle diverse esperienze formative e competenze acquisite. Entrambi i temi risultano estremamente rilevanti all’interno di uno scenario Adriatico Ionico della formazione, in quanto consentono di avviare e condividere metodologie per rendere l’intera Macro Regione un luogo di apprendimento e di valorizzazione delle competenze acquisite. 35 Economia IL TERMOMETRO DELLA CRISI/3 Poste Italiane: una privatizzazione che consentirà aperture a nuovi capitali esteri e stimoli ulteriori per le banche in collaborazione con Interessi bassi? C’è un perché… Con un occhio sempre attento alla situazione economica del nostro Paese, in questa nostra rubrica intendiamo stavolta dare risposta ad alcuni quesiti giunti in Redazione di “Senza Età”. In particolare, ci viene chiesta la nostra opinione sul processo di privatizzazione di Poste Italiane che rappresenterebbe un concorrente per le Banche e sui motivi che portano gli Istituti bancari a corrispondere interessi piuttosto contenuti ai risparmiatori. Proviamo a rispondere … 36 VERSO LA PRIVATIZZAZIONE DI POSTE ITALIANE Di fatto si tratta di un processo iniziato una decina di anni fa già con la creazione di Banco Posta. Se prima di quella trasformazione, l’azienda veniva vista come un classico “carrozzone” alla pari di qualche altro in Italia, in questi anni la situazione delle Poste si è evoluta positivamente, tant’è che oggi possiamo vantare un Istituto che nel suo settore si colloca fra i migliori in Europa, rappresentando una vera e propria eccellenza per il nostro Paese. Oggi Poste Italiane può garantire servizi completi, dai tradizionali servizi postali a quelli bancari e assicurativi. Dal mio punto di vista, guardo alla sua privatizzazione come un fatto positivo, per diverse ragioni. Intanto perché l’operazione attirerà capitali privati che consentiranno allo Stato di ridurre il debito pubblico ed in secondo luogo perché sarà da stimolo ulteriore alle nostre Banche. Dico ulteriore, perché in realtà la concorrenza fra di noi era già nata con Banco Posta ed ora si intensificherà, dandoci modo di rendere sempre più rispondenti i nostri servizi ai fabbisogni dei clienti perché, dal Nunzio Tartaglia Direttore Generale della Banca Popolare di Ancona punto di vista del cittadino, la concorrenza è un ingrediente fondamentale per assicurarsi servizi migliori. Se a questo aggiungiamo che negli ultimi anni sono state messe in atto regole che facilitano il trasferimento da un Istituto all’altro di mutui e di titoli (senza oneri da parte del cliente) e che presto ci si augura possa accadere lo stesso anche per la portabilità dei conti correnti, il quadro che avremo in futuro sarà certamente più favorevole per gli utenti. PERCHE’ GLI INTERESSI SU DEPOSITI E TITOLI SONO MODESTI La remunerazione dei risparmi e gli interessi che si pagano sui prestiti sono fortemente collegati al “tasso BCE”, che, se nel 2008 era pari al 4% annuo, oggi è pari allo 0,25%. La BCE ha fatto questa scelta, perdurando lo stato di crisi, per supportare chi vuole investire e per agevolare l’accesso ai mutui in genere, ciò ha comportato minori interessi pagati dalla clientela al sistema bancario per circa 20 miliardi di Euro l’anno. Una seconda ragione alla base della riduzione dei tassi BCE è garantire una diminuzione dei tassi d’interesse sul debito pubblico, bilanciando così il minor gettito fiscale dovuto agli effetti della crisi economica, anche se ciò è avvenuto solo parzialmente nel nostro Paese durante la fase acuta della crisi (agosto 2011 – settembre 2012), perché i nostri conti erano andati fuori controllo, lo “spread” aveva raggiunto cifre da capogiro e gli investitori/risparmiatori richiedevano una remunerazione incrementale per compensare il “rischio Italia”. E’ evidente che se calano gli interessi pagati sui prestiti, e vi assicuro che ciò sta avvenendo, e si riducono i tassi su BOT, CCT e BTP, si adeguano anche i livelli di remunerazione su conti correnti e depositi bancari. Questi ultimi oggi mediamente variano dallo 0,25% al 2,50% in funzione della durata degli investimenti, del loro ammontare e della solidità della Banca (più una Banca è solida e affidabile, più si riducono gli interessi che corrisponde ai propri depositanti in quanto li espone ad un minor livello di rischio). Sono pervenuti in Redazione altri quesiti che per questioni di spazio non riusciamo questa volta a trattare, invitiamo i nostri lettori a scriverci ancora ed a restare in contatto con la nostra Banca. Nunzio Tartaglia (Direttore Generale) Il direttore risponde ai lettori: c’è aspettativa per assicurarsi servizi migliori 37 Specializzazioni AMBIENTE L’edilizia “su misura” Servizi e Qualità per Edil Clima Service Q uando si presentano esigenze di ristrutturazioni, rivestimenti e interventi di edilizia, all’interno e all’esterno e del rinnovamento degli spazi, siano essi uffici, magazzini o capannoni, la nuova Edil Clima Service di Ancona sale in cattedra, chiamata per le sue esperienze a più livelli da utenti pubblici e privati per lavori sempre più impegnativi in molti settori. Ce ne parla Gioia Veroli, a cui domandiamo come ha iniziato la sua attività… La nostra azienda opera sul mercato ormai da oltre 25 anni. Il fondatore è mio padre Enrico Veroli il quale, nel 1985, costituisce una piccola impresa individuale artigiana operante nel settore delle pulizie civili ed industriali. Poi decide di diversificare la sua attività con l’intento di realizzare un progetto: offrire non un servizio completo ma, sulle orme delle prime global service, creare una realtà aziendale di piccole-medie dimensioni che, data la sua flessibilità, possa offrire sia a clienti pubblici che privati una vasta gamma di servizi collegati e coordinati tra loro, avendo un unico referente e quindi svolti da un’unica realtà. Se parliamo di edilizia qual è la vostra specializzazione? Ci occupiamo con competenza e professionalità di interventi per immobili e uffici, per ciò che concerne allestimenti, divisioni e carton gesso sia in ambito domestico che all’esterno: lavoriamo per rivestimenti, ristrutturazioni, ripavimentazioni e lavori 38 anche in altezza con piattaforma mobile, come terrazzi, facciate, balconi etc etc. Edil Clima Service è specializzata in diversi settori, tutti ugualmente ad alto livello. Con un valore aggiunto: la qualità del servizio. Puntate molto sul lavoro di squadra? Il nostro staff è collaudato, professionale e competente. Usufruiamo del lavoro di persone che da anni sono competenti nel settore e che hanno ormai maturato un’esperienza che garantisce un lavoro svolto in maniera eccellente. Mettendo la massima cura dei particolari in ogni loro creazione. Gioia Veroli, insieme al padre Enrico è titolare della Edil Clima Service Categoria Imprese edili; Giardinaggio - servizio; Imbiancatura; Impianti idraulici e termoidraulici; Imprese pulizia Prodotti caldaie; condizionamento; scaldabagni; impianti termoidraulici Attività edilizia; termoidraulica; controsoffittature; manutenzione periodica di giardini; servizi di pulizia; servizi di giardinaggio; idraulici; sabbiatura; giardinieri; muratori; verniciatura; imbiancatura; decoratori Servizi asfaltatura; facchinaggio; manutenzione di giardini pubblici GIARDINAGGIO: • manutenzione aree verdi • potature con uso piattaforma aerea • realizzazione recinzioni e pavimentazioni esterne • realizzazione impianti di irrigazione • posa in opera tappeti erbosi a rotoli Disponiamo dei seguenti mezzi ed attrezzature: • motoseghe • tosasiepi • taglia erba • piattaforma PULIZIE E FACCHINAGGIO • pulizie civili ed industriali • pulizia scale condominiali • trasporto e smaltimento carta e vecchia mobilia svuotamento e pulizia garage e cantine 39 Una casa amica dell’autonomia U Le Marche lanciano un modello di domotica assistenziale firmato INRCA n approccio prima di tutto culturale, che ci piace esportare anche fuori dalla nostra struttura e che sarà via via sempre più necessario. Un ruolo da collettore tra istituzioni, associazioni, aziende, insieme alla voglia di avere risultati significativi e di condividerli. È questo il punto di vista dell’INRCA, alla presentazione della sua ultima innovativa creatura, a fine 2013: il progetto Casa Amica, un vanto per le Marche e per la ricerca italiana, un passo avanti su temi che riguardano geriatria, tecnologia e domotica, economia, aspetto clinico e sociale. Si tratta infatti di un modello di domotica assistenziale che promette di fare scuola, anche oltreoceano. Questo il messaggio arrivato durante l’inaugurazione della smarthouse. Presenti il direttore generale INRCA Giuseppe Zuccatelli, il direttore scientifico Fabrizia Lattanzio, il direttore sanitario Claudio Maffei, il direttore UOC Medicina Riabilitativa Oriano Mercante, il responsabile Bioinformatica e Bioingegneria Domotica Lorena Rossi, e poi Maurizio Boscarato di Cariverona, il prorettore dell’Università Politecnica delle Marche Gianluca Gregori, l’esperto di domotica Valerio Aisa e l’assessore regionale alle Attività Produttive Sara Giannini. Un parterre d’eccezione che ha aperto ufficialmente le porte di Casa Amica, la smarthouse ricavata all’interno dell’Ospedale INRCA: 60 metri quadrati per agevolare i pazienti non autosufficienti nel passaggio dall’ospedale alla propria abitazione. “Un’occasione economica e produttiva ma anche di grande civiltà – ha detto l’assessore Giannini – che unisce l’aspetto sociale e solidale con quello socio-sanitario”. Aprire una finestra, accendere la luce, assicurarsi che il rubinetto sia chiuso sono gesti abituali che eseguiamo interagendo con i dispositivi domestici. 40 Inaugurazione Casa Amica, taglio del nastro: da sinistra, Lorena Rossi, Maurizio Boscarato, Sara Giannini, Oriano Mercante, Fabrizia Lattanzio In alto inaugurazione Casa Amica, tavola relatori: da sinistra, Gianluca Gregori, Sara Giannini, Giuseppe Zuccatelli, Maurizio Boscarato, Fabrizia Lattanzio. A destra il pubblico In una casa “domotica” molte azioni che fanno parte della vita quotidiana sono invece demandate all’automazione eliminando la necessità di effettuare l’azione ed usare la forza muscolare. Quello che per molti rappresenta una concessione alla comodità per altri può costituire una necessità per rimanere autonomi, avere maggiore sicurezza, compensare le limitazioni e fruire dell’ambiente domestico e delle sue funzioni che altrimenti sarebbero precluse. Casa Amica è stata allestita in uno spazio attiguo ai locali dell’Unita Operativa di Riabilitazione e Recupero Funzionale INRCA, ed è una casa attrezzata con moderne tecnologie domotiche. La struttura sarà destinata all’utilizzo da parte di pazienti che abbiano terminato la fase riabilitativa in reparto e che potranno prepararsi al ritorno a casa passando un periodo di “allenamento all’autonomia” anche con i propri familiari. Qui i pazienti avranno modo di affrontare tutte le attività quotidiane senza l’assistenza del personale ospedaliero usufruendo di un ambiente attrezzato, senza barriere architettoniche e dotato degli ausili che possono servire nella vita di ogni giorno, e sperimentare nuove strategie per l’autonomia. Il tutto con la tranquillità data dalla presenza a pochi metri di tutti i servizi del presidio ospedaliero con la possibilità di ottenere un aiuto immediato in caso di necessità. In questo modo il paziente e i suoi familiari potranno valutare le opportunità di adattare la propria abitazione alle nuove condizioni fisiche per sfruttare le proprie potenzialità residue (anche minime) al fine di svolgere in modo autonomo le principali occupazioni quotidiane. L’obiettivo è infatti quello di consentire una maggiore indipendenza dell’anziano e di evitare, per quanto possibile, il ricovero in strutture assistenziali. Da un punto di vista tecnologico il progetto si caratterizza per l’uso di tecnologia standard disponibile sul mercato e quindi relativamente a basso costo. Le funzioni implementate sono quelle di base dell’automazione domestica: sicurezza ambientale, controllo del microclima e dell’illuminazione, controllo accessi, automazione di porte finestre e serramenti. ma.la. Obiettivo: consentire una maggiore indipendenza ed evitare, per quanto possibile, il ricovero in strutture assistenziali 41 RICORDO DI PAOLO MARCHI MEDICO E MAZZINIANO Un grave lutto ha colpito la sanità marchigiana alla fine di gennaio. Ci ha lasciato il prof. Paolo Marchi di Ancona, uno dei nomi più noti della medicina locale, già primario urologo dell’Inrca, allievo illustre e stimato del prof. Bruno Gioacchini subito dopo la laurea in Medicina. Marchi lascia un ricordo indelebile anche per avere contribuito in prima persona allo sviluppo e alla crescita dell’Inrca in anni pionieristici in cui ancora non si parlava di longevità attiva... Rimase a lavorare al geriatrico dal 20 ottobre 1966 fino al marzo del 1994 dedicandosi con impegno e passione alla cura dei pazienti con spirito di sacrificio non pensando alle sue esigenze e a quelle familiari. Soprattutto sviluppando sempre una particolare attenzione all’aspetto umano del malato e alla persona. Una dote,questa, che gli deriva dal suo profondo credo mazziniano. Paolo Marchi infatti ha anche impersonato per anni il vero e disinteressato politico anconitano, vero mazziniano e repubblicano fino al midollo. Vale a dire una vita di pensiero e azione dedicata al miglioramento della cosa pubblica, ai diritti ma soprattutto ai Doveri dell’uomo, alla difesa della costituzione, della Democrazia, della Libertà. Presidente dell’Associazione mazziniana italiana delle Marche, aveva voluto recentemente e con lungimiranza costituire un comitato interregionale dell’Ami fra Umbria, Marche e Abruzzo cercando sempre di fare squadra e perpetuare nel tempo il verbo di Mazzini. Il funerale nel giorno del suo compleanno ha visto l’ultimo omaggio di migliaia di persone ad un uomo impegnato e stimato, grande lavoratore e padre di famiglia. Luca Guazzati 42 Screening PIEDE DIABETICO Potenziata la prevenzione all’Inrca ANCONA - Ora la prevenzione gioca tutte le sue carte all’Inrca: grazie al reperimento di fondi da parte dell’Associazione per la Tutela del Diabetico onlus Ancona, (ATD) è stato avviato, per sei mesi di sperimentazione, il potenziamento dello screening all’ambulatorio del Centro Piede Diabetico. Ora qui sarà possibile effettuare il test trovando a disposizione per 5-6 ore alla settimana un podologo e facendo così diventare il servizio standardizzato secondo il livello italiano. Nel giorno dell’avvio del servizio, erano presenti il dott. Massimo Boemi direttore Diabetologia dell’Inrca, il dott. Fabio Romagnoli direttore Piede Diabetico, la dott. ssa Letizia Ferrara della direzione medica di presidio e il consulente medico ATD Rosanna Rabini, oltre alla vicepresidente dell’ATD dott.ssa Cristina Brunelli, al segretario Antonio Panfili e la consigliera Anna Maria Moretti. Non avevamo finora un ambulatorio ‘dedicato’… Tale sperimentazione – ha detto il direttore Boemi – è un grande passo avanti e speriamo di poterla mantenere e metterla a regime con qualche ulteriore sostegno finanziario, al di là dello sforzo fatto in modo encomiabile dalla ATD. Questo centro dell’Inrca per il Piede diabetico è davvero un’eccellenza a livello marchigiano e non solo: qui il 35% dei pazienti viene da fuori regione e il personale è estremamente competente e formato”. a.m. COESIONE DELLA COMUNITÀ Lavoro, salute, fragilità, mobilità La difesa del lavoro con un pacchetto di misure anticrisi e con una nuova riduzione dell’Irap per chi crea occupazione, la tutela del diritto alla salute e delle fragilità sociali, utilizzando risorse regionali a copertura di quelle nazionali in fortissima diminuzione, il sostegno al sistema della mobilità regionale. Queste sono alcune direttrici principali del bilancio regionale 2014 varato dalla Regione per tutelare la coesione della comunità marchigiana, affrontando il 6° anno di crisi nazionale e una riduzione di trasferimenti statali di oltre 1 miliardo di Euro nel triennio. “La situazione è drammatica – afferma il presidente della Regione Gian Mario Spacca – e di emergenza. In questo scenario la priorità di governo è quella di garantire la coesione della comunità attraverso la tutela del lavoro e il sostegno alle piccole imprese che creano occupazione e reddito, le politiche sociali per le fragilità, la garanzia dei servizi sanitari di qualità per tutti i cittadini, la conferma degli impegni per il sistema dei servizi della mobilità regionale. Non sono state aumentate le tasse ed anzi, oltre il 50% dei marchigiani con redditi bassi continua ad essere esentato dall’Irpef regionale. Non sottrarremo risorse al lavoro, alle politiche sociali, alla salute e alla mobilità nonostante i pesanti tagli delle risorse nazionali. Questa la scelta del Governo Bilancio Regionale 2014 regionale. Significherà tagliare il resto, ci saranno meno risorse per tutti a partire dalle istituzioni”. Nonostante ciò la Regione continua a perseguire la strategia di resistenza e attacco portata avanti dall’inizio della crisi economica internazionale, che ha prodotto per l’Italia una riduzione del Pil di -8%. PRIORITÀ BILANCIO REGIONALE 2014 - Coesione della comunità: lavoro, salute e fragilità sociali, mobilità, riduzione pressione fiscale e costi della politica/burocrazia. TAGLI NAZIONALI - Nel triennio il taglio complessivo dei trasferimenti erariali, della spesa sanitaria e il restringimento dei margini del Patto di Stabilità hanno determinato una riduzione della capacità di spesa per la Regione Marche di 1,3 miliardi di Euro. LOTTA ALL’EVASIONE - Molto positivi i risultati dell’azione di contrasto dell’evasione fiscale: dall’inizio della crisi internazionale la Regione ha recuperato oltre 227 milioni di Euro, con un’impennata di 50 milioni del 2013; si tratta di risorse fondamentali per compensare i tagli nazionali e garantire i servizi essenziali ai cittadini. PRESSIONE FISCALE - Viene confermata l’esenzione Irpef regionale per oltre il 50% dei marchigiani; è stata anche prevista una riduzione dell’Irap per le imprese che nel 2014 assumeranno 1 miliardo di Euro di interventi anti-crisi, protezione di oltre 100.000 lavoratori, 50% cittadini marchigiani esenti da Irpef regionale. nuovo personale con contratto a tempo indeterminato, al fine di favorire un rilancio della crescita con occupazione. Dal 2005 il carico fiscale dei tributi regionali Irpef e Irap si è ridotto di -37%: nelle Marche l’incidenza della pressione fiscale dei tributi propri regionali è scesa ormai strutturalmente sotto la media nazionale delle Regioni a Statuto Ordinario. DEBITO REGIONALE - Il rigore e il controllo dei conti regionali, nonostante i tagli nazionali, è confermato anche dalla riduzione strutturale del debito complessivo regionale: si riduce anche nel 2013, registrando un calo di -10% nel periodo 2013-2008 e segnalando che la Regione riesce a confermare i servizi ai cittadini pur in un quadro di riduzione delle risorse derivanti dalla crisi economica, dai tagli nazionali, dalla riduzione della pressione fiscale regionale, da trasferimento solidale di capacità di spesa agli Enti locali marchigiani. PATTO STABILITÀ VERTICALE – Ammonta a 250 milioni di Euro la capacità di spesa propria della Regione trasferita a Comuni e Province per consentire il pagamento dei lavori effettuati dalle piccole imprese altrimenti bloccati per i vincoli del patto di stabilità. Tale trasferimento indica coesione e solidarietà istituzionale, costituisce una iniezione di liquidità fondamentale per l’economia regionale, rappresenta una condizione fondamentale per consentire agli Enti locali la quadratura dei propri bilanci e il rispetto del patto di stabilità. DIFESA ATTIVA DEL LAVORO E DELLE PMI - Viene riproposto in modo selezionato il pacchetto delle misure anticrisi per la tutela dell’occupazione e della coesione sociale avviato all’inizio della crisi economica, a cui si aggiunge la riduzione dell’IRAP per le imprese che nel 2014 assumeranno nuovo personale con contratto a tempo indeterminato. Alcuni dati esemplificano l’impegno “poderoso” della strategia di “resistenza” messa in campo dalla Regione dall’inizio della crisi: oltre 1 miliardo di Euro di interventi; protezione di oltre 100 mila lavoratori beneficiari; 144mila esoneri di ticket sanitari di lavoratori in difficoltà; 976 nuove imprese avviate con il prestito d’onore regionale, di cui il 50% di giovani sotto i 35 anni, a cui potranno aggiungersi 400 nuove imprese con il bando aggiuntivo; 19.744 PMI assistite dal fondo di garanzia regionale per la liquidità e l’accesso al credito, con 870 milioni di Euro di finanziamenti garantiti; 631 milioni di Euro di investimenti di ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico attivati con le agevolazioni regionali. SANITÀ E WELFARE - Vengono confermati gli interventi per la tenuta del sistema dei servizi di welfare e di coesione sociale, per tutelare il diritto alla salute dei cittadini e le fragilità sociali: invarianza delle risorse per le politiche sociali per disabilità, anziani e non autosufficienza; contributo del bilancio della Regione al fondo sanitario nazionale di 130 milioni di euro. MOBILITÀ - Prevista l’invarianza delle risorse a disposizione del settore del Trasporto Pubblico Locale (TPL). Insieme a lavoro e sociale questo è l’unico altro settore che non subisce tagli, al fine di tutelare il diritto alla mobilità dei cittadini marchigiani. SPENDING REVIEW – È proseguita l’azione di riforma e taglio dei costi della politica e della burocrazia regionale. Risparmi da riduzione della spesa per il personale regionale di -8 milioni di Euro: -12% dall’inizio della crisi, con tagli di strutture, dei dirigenti da 75 a 57 (-24%) e del personale da 1.392 a 1.220 (-12%). STRATEGIA REGIONALE DI RESISTENZA PRESSIONE FISCALE MARCHE: -37% RECUPERO DELL’EVASIONE 227 MILIONI DALL’INIZIO CRISI PROSEGUE LA RIDUZIONE DEL DEBITO Le priorità per affrontare il 2014 Il 2014 sarà un anno ancora di resistenza e per affrontarlo la Regione ha definito una serie di priorità dell’azione di governo che caratterizza il bilancio di previsione, anche attraverso una specifica intesa con le forze sociali. a carico degli utenti, l’ampliamento dei servizi. Prevista anche l’estensione dell’applicazione dell’indicatore ISEE alle prestazioni, per garantire una maggiore equità nella distribuzione del carico tariffario fra gli utenti e per estendere le tutele a più soggetti. Coesione, lavoro, salute e tutela delle fragilità sociali: oltre alle misure anticrisi relative al lavoro e al sostegno dei servizi sanitari, il Governo regionale ha concentrato l’attenzione sulle fragilità sociali. Nonostante i tagli dei fondi nazionali, la Regione non ha sottratto risorse alle politiche sociali per non lasciare sole le famiglie che debbono farsi carico di questo tipo di problematiche. Con il Bilancio 2014 è confermata l’invarianza delle risorse per le politiche sociali con l’incremento delle voci di spesa per le disabilità, gli anziani non autosufficienti, la compartecipazione alle rette per accedere alle residenze protette per anziani e alleggerire le quote Capitale umano e fondi UE 2014-2020: per conquistare il futuro è indispensabile puntare su conoscenza e specializzazioni intelligenti. Anche nel 2014 la Regione continuerà a dedicare iniziative e risorse per far crescere il capitale umano: il piano operativo dei fondi europei 2014-2020 sarà lo strumento concreto attraverso cui mobilitare risorse sugli obiettivi strategici regionali, che potrà contare anche sul cofinanziamento regionale previsto nel Bilancio 2014. Nel complesso si tratta di oltre 1 miliardo di Euro di fondi UE per la formazione (FSE), lo sviluppo regionale (FESR) e l’agricoltura (PSR). Networking e intelligenza policentrica (istituzioni, imprese, servizi): si conferma la validità del modello policentrico di sviluppo regionale, da innovare attraverso l’integrazione in rete di servizi, soggetti e attività. A tale fine la Regione punta sugli investimenti per la crescita delle reti immateriali (Agenda digitale, Marchecloud, Adriaticloud nel progetto di Macroregione Adriatico Ionica) e materiali. Per questo sono in campo lavori sulle infrastrutture regionali per oltre 5 miliardi di Euro. Ma la strategia regionale di integrazione in rete riguarda tutti i settori: dalla sanità, con la riforma in corso di attuazione, al turismo con i cluster di prodotto, alla cultura con i relativi distretti, alle attività produttive, per rafforzare la competitività e la coesione sociale della comunità marchigiana. Anche il progetto Marche +20 sta offrendo un contributo importante in tale direzione, indicando per le Marche gli scenari di riferimento nel mediolungo periodo. Sanità marchigiana, ai vertici una formazione… “d’attacco” P Almerino Mezzolani, assessore alla Salute Regione Marche 44 iccola grande rivoluzione al vertice della Sanità della Regione Marche. Mentre prosegue l’impegno e l’attenzione per la riforma sanitaria, il governatore Gian Mario Spacca ha spiegato che l’unica strada percorribile per tenere alta la qualità dei servizi e al contempo la loro qualificazione, in linea con i fabbisogni prioritari della cittadinanza, è rafforzare il gioco di squadra fra i vertici istituzionali che operano sul territorio marchigiano. Ma contemporaneamente, per usare un gergo calcistico, occorre cambiare modulo strategico e da una formazione difensiva, stante la crisi, impostare un gioco d’attacco. “Questo avviene con i cambi annunciati – ha dichiarato Spacca – allo scopo di rafforzare i rapporti delle Marche con Roma, con il ministero e il confronto con i livelli istituzionali superiori che hanno già riconosciuto, fatto importante, la premialità e il riequilibrio del Sistema Sanitario Marchigiano. “Per questo – ha continuato l’assessore alla Salute Almerino Mezzolani – tale riconoscimento fa sì che alle Marche siano garantiti dallo Stato i fondi e le risorse dal fondo governativo che per il 2014 ci danno la necessaria serenità per continuare a sostenere i livelli sanitari attuali”. Il dott. Ciccarelli e il dott. Genga I nuovi vertici della Sanità marchigiana sono: dott. Piero Ciccarelli direttore del Servizio Salute della Regione Marche; dott. Gianni Genga direttore generale dell’ASUR Marche. Confermati invece ai vertici delle rispettive direzioni il dott. Paolo Galassi per l’Azienda Ospedali Riuniti di Torrette e il dott. Aldo Ricci per Marche Nord, l’azienda che riunisce gli ospedali di Fano-Pesaro. Il tavolo di presentazione dei nuovi vertici della sanità marchigiana Avanza la ricetta elettronica Firmato un Protocollo di intesa tra Regione Marche e Organizzazioni Sindacali dei Medici Verso l’addio alla “ricetta rossa”. La Regione Marche e le Organizzazioni sindacali di Medicina Generale e Pediatria, hanno sottoscritto un Protocollo di Intesa per l’implementazione e lo sviluppo della rete per l’informatizzazione territoriale. “La dematerializzazione della ricetta e l’informatizzazione dei servizi territoriali – spiega il presidente della Regione Gian Mario Spacca – è un’evoluzione fondamentale per lo sviluppo del Sistema Sanitario Regionale e dei servizi resi alla collettività. Produrrà infatti un vantaggio per il cittadino e per tutti i soggetti interessati che, a regime, potranno accedere ai servizi senza alcun spostamento di carta con il conseguente risparmio di costi sia per i singoli che per la collettività. Sarà inoltre possibile un maggior controllo sulla spesa farmaceutica”. Il protocollo di intesa riguarda l’identificazione di un gruppo di medici con cui cominciare: 215 di assistenza primaria e 49 pediatri di libera scelta. Enrico Bordoni nuovo direttore dell’Agenzia sanitaria Palazzo Rossini, sede dell’Assessorato Sanità della Regione Marche Enrico Bordoni è il nuovo direttore dell’Agenzia regionale sanitaria delle Marche (Ars). Nominato dalla Giunta regionale che completa così la squadra che proseguirà la partita del riordino sanitario, con un modulo nuovo e maggiormente ispirato al dialogo con la comunità regionale. Dalla fase difensiva, di salvaguardia degli equilibri economici ottimizzando i servizi, si passa a una fase dove i sacrifici fatti verranno capitalizzati e rappresenteranno la base per completare il riordino del sistema sanitario, interpretando le nuove esigenze dai territori. Bordoni è direttore uscente dell’Area vasta 3 (Macerata), alla cui direzione è andato Pierluigi Gigliucci che ha lasciato il servizio Salute a Ciccarelli. Si concludono le nomine ai vertici della sanità marchigiana che vedono la squadra così composta: Gianni Genga direttore Asur Marche; Maria Capalbo Area Vasta 1 (Pesaro); Giovanni Stroppa Area vasta 2 (Ancona); Pierluigi Gigliucci Area vasta 3 (Macerata); Alberto Carelli Area vasta 4 (Fermo); Massimo Del Moro Area vasta 5 (Ascoli). Confermati Paolo Galassi alla direzione dell’Azienda ospedaliero universitaria Ospedali Riuniti di Ancona e Aldo Ricci alla guida di Ospedali Riuniti Marche Nord. Insieme a Giuseppe Zuccatelli (Inrca) e a Genga (Asur), Galassi e Ricci formano il Comitato di coordinamento della sanità marchigiana, chiamato a esercitare “un ruolo forte di raccordo nella gestione sanitaria, in linea con gli indirizzi della programmazione regionale”. 45 Nonni&Nipoti Che si fa oggi?! Ecco i consigli dei nostri lettori per riempire le giornate dei più piccoli. E i nostri suggerimenti per affascinanti esperienze da proporre loro. Un prezioso gioielLo di bottoni A casa di nonna Gabriella la creatività non manca! In uno di questi freddi e bui pomeriggi, ci scrive, mentre è in compagnia della sua nipotina Iris, ha l’ottima idea di unire l’utile al dilettevole. Impegnata nel rammendare i grembiulini della nipotina, pensa di usare i numerosi bottoni che ha davanti in modo creativo. Ci spiega in pochi passi il procedimento: allineate sul piano di lavoro i bottoni decidendo la loro disposizione; misurate la circonferenza del polso e tagliate un pezzo di filo elastico di lunghezza appropriata; fate un doppio nodo forte a circa 5 cm da una delle estremità del filo; cominciate a infilare i bottoni, facendo passare il filo in due buchi. Man mano che li infilate, stringeteli leggermente in modo che si sovrappongano un po’; finiti i bottoni, fate un altro doppio nodo; prendete le due estremità del filo che sono rimaste libere e legatele insieme facendo un bel nodo robusto; tagliate il filo che sporge (non troppo vicino al nodo, altrimenti il braccialetto rischia di aprirsi!) ed è fatto. Ovviamente più bottoni stravaganti e di forme diverse si hanno a disposizione, migliore sarà il risultato. La creatività fa la differenza! Scriveteci a [email protected] IN QUESTO NUMERO VI CONSIGLIAMO... Amore per la musica, sin da piccoli Bimbi in ciaspole La gioia di camminare sulla neve si impara da piccoli, le sensazioni di morbidezza, l’odore della neve, il bosco fatato, la cioccolata calda al rientro. È la ciaspolata a misura di famiglia, adatta a bambini dai sette agli undici anni. Un’opportunità affascinante del Parco Nazionale Gran Paradiso, a cavallo delle regioni Valle d’Aosta e Piemonte. Ilaria Iobbi 46 Una visita-concerto che è un viaggio magico nella storia dell’evoluzione del pianoforte e, parallelamente, un incontro ravvicinato con Bach, Mozart, Beethoven, Chopin, e con gli strumenti originali su cui hanno composto ed eseguito i loro brani più famosi. Qui si possono ascoltare nella loro originale sonorità, grazie alle esecuzioni di un pianista concertista che guiderà la visita facendo vivere a piccoli e grandi emozioni e suggestioni inedite, immersi in scenografie d’epoca. È il Museo del Pianoforte Storico e del Suono, presso il Complesso Monumentale di San Benedetto a Fabriano, nelle Marche. Info: 0732 24065 47 EDITORE NOVITA’ Il nuovo libro di Luca Guazzati www.senzaeta.it - [email protected] EDITORE Pixel REDAZIONE via Valenti, 1 - 60131 Ancona - Tel. 071.2901110 via F.Corridoni,13 - 00195 Roma Direttore responsabile Luca Guazzati - [email protected] Coordinatore di redazione Maria Chiara La Rovere Hanno collaborato Cristiana Aperio, Debora Benedettelli, Julian Burnett, Nico Coppari, Nicoletta Di Benedetto, Ilaria Iobbi, Katia Marilungo, Stefano Padovano, Nicolò Scocchera, Mauro Zezza, Valentina Vittori, Valentina Zoppi. E’ diventata un’etichetta prestigiosa del nuovo millesimato di Umani Ronchi, l’ultima pubblicazione di Luca Guazzati, dedicata al Generale LaHoz. Eroe antesignano del nostro Risorgimento, morì ad Ancona cercando di liberare l’Italia secondo la sua idea di indipendenza e di unità. Il primo patriota dell’insorgenza e dei moti risorgimentali, molti anni prima che nascessero Mazzini e Garibaldi. Un documento storico interpretato con grande passione da Luca Violini che ne ha letto la storia durante la presentazione nella suggestiva cornice della bottaia di Umani Ronchi. Per info www.studio-pixel.it www.senzaeta.it www.senzaeta.it Grafica Elisabetta Pincini - Elisa Pierdicca Comitato scientifico Direttore prof. Paolo Crepet, avv. Giovanni Conti, legale, prof.ssa Marieli Ruini, antropologa, Un. La Sapienza, dott. Rosario Altieri, Presidente AGCI dott.Alberto Busilacchi, ortopedico Stampa ROTOPRESS Loreto Reg.Trib.Ancona n. 12 del 27/06/2003 POSTE ITALIANE SPA Sped.in abb. postale D.L. 353/2003 Conv. in L. 27/02/2004 n. 46 Art. 1, Comma 1, DCB Ancona 6 numeri Agenda della Salute 2014 a soli € 20 DIRETTAMENTE A CASA TUA LA RIVISTA SENZAETA’ FAI IL VERSAMENTO TRAMITE BONIFICO BANCARIO, intestato a Pixel, Banca Unicredit - IBAN IT49 k 02008 02623 000010378615 invia la ricevuta via mail [email protected] allo 071. 2901110 o in busta chiusa all’indirizzo: REDAZIONE SENZAETA’ - Via Valenti, 1 - 60131 ANCONA 48 HOTEL LONDRA & CARGILL L’HOTEL LONDRA & CARGILL è situato nel centro storico di Roma, a circa 400 mt da Via Veneto, la strada più famosa d’Italia, a pochi passi dalla bellissima Piazza di Spagna e ben collegata alla stazione ferroviaria "Roma Termini". L’hotel dotato di parcheggio e perfettamente cablato, è collocato nell’antica Piazza Sallustio, circondata di ristoranti e negozi, in un’area sede di numerose banche e ministeri. L’ideale per ospitare ad alti livelli workshop, congressi e conferenze di aziende nazionali e internazionali. ROMA, piazza Sallustio, 18 Tel: +39 06 473871 Fax: +39 06 4746674 [email protected] www.hotellondraroma.com
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