Trattamento chirurgico del cancro della tiroide

Chirurgia della tiroide
ANATOMIA CHIRURGICA
M. Omoiodeo
M. Sternoioideo
M. Sternoceidomastoideo
Osso ioide
Cartilagine tiroidea
Lobo piramidale
M. cricotiroideo
Lobo sinistro
Istmo
Trachea
M. Sternotiroideo
ANATOMIA CHIRURGICA
Istmo della tiroide
Esofago
Lobo tiroideo sinistro
A. Carotide comune
Nervo Vago
V. Giugulare Int.
Paratiroide
Trachea
Nervo laringeo riccorente
Lobo destro della tiroide
M. Lungo del collo
Fascia prevertabrale
ANATOMIA CHIRURGICA
Cartilagine tiroidea
A. e V. Tiroidea superiore
Vena Giugulare Interna
V. Giugulare interna
Vena Tiroidea Superiore
Tiroidea
Superiore
V.Arteria
Tiroidee
Inferiori
M. Cricotiroideo
Lobo piramidale
Lobo destro
Lobo inferiore
Ghiandola
Tiroidea
Istmo
Linfonodi
pre-tracheali
A. Tiroidee
superioriMedia
Vena Tiroidea
ArteriaComune
Tiroidea Inferiore
A. Carotide
Arteria carotide Comune
Vena Giugulare Interna
Arteria e Vena Succlavia
A. Tiroidea inferiore
Nervo Vago
Paratiroide superiore
Lobo tirorideo di destra
Vena tiroidea Inferiore
Paratiroide
inferiore
Arteria Tiroidea
Ima
Esofago
ANATOMIA CHIRURGICA
I Livello: Triangolo sottomandibolare
II Livello: III superiore della V. Giugulare Interna
III Livello: III medio della V. Giugulare Interna
IV Livello: III inferiore della V. Giugulare Interna
V Livello: Triangolo posteriore del collo
VI Livello: Compartimento centrale
M. Tiroioideo
M. Sternocleido/deo
Capi sternale e
clavicolare
M. Sternocleido/deo
M. Omoioideo
M. Sternoioideo
M. Costrittore superiore far.
M. Sternotiroioideo
FISIOLOGIA
CAPTAZIONE IODIO
SINTESI TIREOGLOBULINA
ORGANIFICAZIONE IODURO
CONDENSAZIONE IODOTIROSINE
COLLOIDE
FISIOLOGIA
AZIONE DEGLI
ORMONI TIROIDEI
Ipotalamo
-
Ipofisi
Tiroide
FEED BACK
NEGATIVO
Tessuti periferici
-
Effetto sullo sviluppo fetale
↑ consumo O2 – termogenesi
Effetto cronotropo – inotropo
sul cuore
↑ lipolisi – lipogenesi
↑ eritropoiesi
Regolazione PRL, GH, ormoni
sessuali
↑ turnover osseo
↑ velocità rilassamento
muscolare
IL NODULO TIROIDEO
Epidemiologia
I noduli tiroidei rappresentano un reperto clinico
estremamente comune, con una prevalenza alla
palpazione stimata fra il 3% e il 7%.
Nello studio Framingham noduli tiroidei clinicamente apprezzabili erano
rilevabili nel 6.4% delle donne e nell' 1.5% degli uomini.
Benigno o
Maligno?
La diffusione della ecografia (US) ha condotto ad un
drammatico incremento nella diagnosi di noduli
tiroidei «incidentali» con una prevalenza stimabile fra
il 20% e il 76% della popolazione generale.
IL NODULO TIROIDEO
Significato clinico ?
Benigno o
Maligno?
IL NODULO TIROIDEO
Fattori di rischio per malignità
L’esposizione alle radiazioni ionizzanti per irradiazione esterna del collo aumenta
l’incidenza di noduli tiroidei, sia benigni che maligni. Il fattore di rischio principale è
rappresentato dall’età del paziente al momento della irradiazione.
Il riscontro di un incremento di casi di carcinoma papillare tiroideo nei bambini ucraini e
bielorussi dopo l’incidente al reattore nucleare di Chernobyl suggerisce che gli isotopi
radioattivi dello iodio ed altri isotopi a breve emivita possano avere un ruolo tumorigenico
diretto sulla tiroide.
In Bielorussia ed in Ucraina l’incidenza del
carcinoma tiroideo è aumentata prima di 4
anni dall’incidente ed attualmente sono stati
segnalati circa 1000 casi, la maggior parte
dei quali in bambini di età inferiore a 10
anni al momento dell’incidente. Ciò
corrisponde ad una incidenza 100 volte
superiore rispetto a bambini non irradiati.
ESAME OBIETTIVO DELLA TIROIDE
ISPEZIONE
- Forma e dimensioni del collo
- Alterazioni cutanee
- Presenza di tumefazioni
- Mobilità del collo
- Esoftalmo, mixedema etc…
Palpazione
- Viene effettuata ponendosi alle spalle del paziente o
con i pollici ponendosi davanti al paziente
- Valutazione della posizione e delle dimensioni della
ghiandola
- Valutazione della consistenza del parenchima
- Ricerca di noduli singoli o multipli
- Studio della mobilità del ghiandola con i movimenti
della deglutizione
ESAME OBIETTIVO DELLA TIROIDE
1.
2.
3.
4.
Forma
Consistenza
Margini
Limiti della massa
•
CONSTATARE:
•
•
•
•
•
•
Ricerca l’innalzamento della ghiandola nel movimento della deglutizione
Valutazione della mobilità o fissità della lesione
Valutazione della presenza eventuale di dolore o dolorabilità
Ricerca disturbi respiratori e fonatori
Eventuale immersione nello stretto toracico superiore
Tumefazioni linfonodali in sede sovraclaveare, laterocervical, sottomandibolare e
retroauricolare.
Ipertrofia e dilatazione del cuore dx
Presenza di soffi vascolari
•
In caso di gozzi voluminosi si può avere:
•
•
•
•
•
Alterazione della voce (compressione laringo-tracheale)
Disfagia (compressione dell’esofago)
Compressione giugulare interna con stasi facciale e cranica (vertigini, capogiri etc…)
Compressione vagale (tachicardia)
Compressione del simpatico (s. di CLAUDE-BERNARD-HORNER)
DIAGNOSTICA TIROIDEA
Ipotiroidismo
Cause principali dell’ipotiroidismo primitivo:
• Tiroidite di Hashimoto
• Pregressa 131- I
• Irradiazione sul collo
• Farmaci (ad es. amiodarone, litio, interferone)
• Recente tiroidite (transitorio)
Cause principali dell’ipotiroidismo secondario (da deficit di TSH):
• pregressi interventi sull’ipofisi
• traumi
• tumori
• pregressa radioterapia
• sella vuota
• flogosi (es. meningite, aracnoidite, sarcoidosi)
• danno vascolare da parto
SINTOMATOLOGIA: rallentamento psichico, depressione, demenza, astenia, pelle
secca, sonnolenza, intolleranza al freddo, aumento ponderale, stipsi, voce roca,
irregolarità mestruali, sterilità, rigidità, impaccio e dolore muscolare, bradicardia,
ipercolesterolemia, difficoltà di concentrazione
DIAGNOSTICA TIROIDEA
Ipertiroidismo
Cause principali:
- morbo di Basedow o gozzo tossico diffuso
- gozzo nodulare tossico o adenoma di Plummer
- gozzo multinodulare tossico/pretossico
- tireopatia amiodarone indotta
- tireotossicosi factizia
- tumori rari (TSHoma, struma ovari)
- fasi transitorie di tiroiditi post-partum, tiroiditi virali,
- interferenza da beta HCG
Sintomi clinici: agitazione, insonnia, calo ponderale, cardiopalmo, tremori fini alle
estremità, intolleranza al caldo, alterazioni dell’alvo di tipo diarroico, eventuale
coinvolgimento oculare (rarità dell’ammiccamento, retrazione palpebrale mono- o
bilaterale, esofalmo, iperemia congiuntivale, strabismo), dermografismo, mixedema
pretibiale, aritmie, fibrillazione atriale
NB. nell’anziano possono essere presenti esclusivamente disturbi di tipo
cardiologico.
DIAGNOSTICA TIROIDEA
Diagnostica di laboratorio
Valutazione dei
seguenti
parametri:
TSH
FT4, FT3
TG
Anticorpi anti-TG e
anti-TPO
Calcitonina
Il dosaggio del TSH è il più accurato e specifico
indicatore degli effetti biologici degli ormoni tiroidei
circolanti e quindi rileva nelle sue fasi più precoci una
disfunzione tiroidea con sensibilità superiore a quella
dei dosaggi degli ormoni tiroidei
La FT4 a differenza della T4 non risente delle
variazioni delle proteine di trasporto degli ormoni
tiroidei. La combinazione del dosaggio di TSH e FT4
riduce la possibilità di errore diagnostico basato
sull’alterazione di un solo dato.
La tireoglobulina (TG) è aumentata in tutte le condizioni
di aumento di volume della tiroide, indipendentemente
dalla loro causa.
Gli anticorpi anti-tireoglobulina (TG) e anticorpi anti-tireoperossidasi (TPO),
manifestazione di un’autoimmunità tiroidea, sono presenti nell’80% del
morbo di Basedow e nel 90-95% della tiroidite di Hashimoto.
DIAGNOSTICA TIROIDEA
Ecografia
Caratteristiche
ultrasonografiche
associate a
noduli benigni
Caratteristiche
ultrasonografiche
associate a
noduli maligni
Iper-, isoecogeni
Ipoecogeni
Assenza
calcificazioni
Microcalcificazioni
Vascolarizzazione
periferica
Vascolarizzazione
intralesionale
Margini regolari
Margini irregolari
Cystici
Solidi
A/T ratio < 1
A/T ratio > 1
DIAGNOSTICA TIROIDEA
Ecografia
Caratteristiche US che
depongono per malignità
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Lesione singola
Margini irregolari
Bordi «tuberosi»
Contorno indistinguibile
Eco-densità aumentata
Eco-struttura disomogenea
Inclusioni e microcalcificazioni
inferiori a 2 mm senza ombra
acustica posteriore
8. Cono d’ombra acustico dietro la
lesione
9. Assenza di alone periferico
10. Ipervascolarizzazione in grandi
lesioni, ipovascolarizzazione in
lesioni piccole.
11. Vascolarizzazione intralesionale
disordinata
12. Linfoadenopatia loco-regionale
DIAGNOSTICA TIROIDEA
Fine Needle Aspiration (FNA)
Procedura di scelta
Esecuzione rapida,
minimamente invasiva e
con rischi minimi
Falsi positivi = 1%
Falsi negativi = 5%
Non sempre in grado di
distinguere tra una forma
follicolare benigna ed una
maligna
DIAGNOSTICA TIROIDEA
Fine Needle Aspiration (FNA)
DIAGNOSTICA TIROIDEA
Scintigrafia
- Origine tiroidea della massa
- Eventuale estensione intratoracica
- Localizzazioni ectopiche
- Localizzazioni secondarie
Tc 99 pertecnetato
Sensibilità bassa.
attività endocrina per fenomeni regressivi
secondari alla dislocazione
Interferenza dello sterno e dei grossi vasi
J 131
Emissione di radiazione ad energia più alta (minore
effetto di interferenza) Sensib. 93-95% Specif.96-100%
Tc 99 sestamibi
Tc 99 tetrofosmin
Accumulo da parte di cellule non jodocaptanti o
eteroplasiche (diagnosi di natura)
IL NODULO TIROIDEO
Algoritmo di valutazione
Storia
Palpazione
TSH, FT3, FT4, CT
ETG tiroide
(Scintigrafia tiroidea)
TSH ridotto
Valutazione clinica
Scintigrafia
FNAB
Nodulo caldo
Forte sospetto di malignità
Chirurgia
Non - diagnostico
Diagnostico
Maligno
Sospetto
Benigno
Chirurgia
Chirurgia
Follow up
Chirurgia
Farmac/pia
Ripetere FNAB
(ecoguidata)
Non - diagnostico
Chirurgia
Follow up
Chirurgia
Iodoterapia
LE NEOPLASIE BENIGNE DELLA TIROIDE
• ADENOMI (99,7%)
- Embrionale
- Fetale
- Microfollicolare
- Macrofollicolare
- Cistoadenoma papillare
- Adenomi a cell. Hurthle
• LIPOMI
• EMANGIOMI
• TERATOMI
Gli adenomi tiroidei sono in genere
ben capsulati e non mostrano segni di
invasività.
LE NEOPLASIE MALIGNE DELLA TIROIDE
1. A cellule
follicolari
Differenziati
Papillifero
(80-90%)
Follicolare
(5-10%)
•puro
• variante follicolare
• variante sclerosante diffuso
• variante a cellule alte
• minimamente invasivo
• altamente invasivo
• oncocitico
• insulare
Anaplastico (1-5%)
2. CMT
(10%)
• sporadico
• familiare
• MEN-2
3. Altri (1-5%): linfomi, sarcomi, metastasi)
CLASSIFICAZIONE TNM DEI TUMORI DIFFERENZIATI
IL CARCINOMA PAPILLARE
• 70-90 % dei casi di tumore maligno della tiroide
• In genere a crescita lenta
• Metastasi linfonodale frequente
• Picco d’incidenza tra 40 – 50 anni
• Forte associazione con irradiazione del collo
• Multicentrico in 30 – 80% dei casi
• Metastasi in genere per via linfatica
• Possibile metastasi a distanza (polmone - osso)
• FNA buona sensibilità e specificità
Le varianti follicolare e sclerosante sono più frequenti ai giovani,
metastatizzano precocemente, ma presentano ottime risposte alla
terapia radio-metabolica
La variante a cellule alte è tipica degli
anziani ed ha una prognosi peggiore
IL CARCINOMA PAPILLARE
Anatomia Patologica
- In genere di consistenza dura
- Parzialmente capsulato o non – capsulato
- A volte necrotico, raramente cistico
- Presenza di papille
- Presenza di corpi psammomatosi
Mutazione del
protooncogene RET nel
50% dei casi
IL CARCINOMA FOLLICOLARE
• 10 - 15% dei casi di neoplasia maligna della tiroide
• Capsulato con frequente invasione della capsula e dei vasi
• Pazienti prevalentemente anziani
• Metastasi a distanza polmone + ossa (via ematogena)
• Più frequente in aeree di carenza di iodio
• Diagnosi con FNA più difficile
- Costituito da piccoli follicoli
con scarsa colloide.
Variante a cellule di Hurthle,
caratterizzata da cellule ricche di
citoplasma e mitocondri, più invasiva.
IL CARCINOMA MIDOLLARE
• 5-10% dei casi di neoplasia maligna della tiroide
• Origina dalle cellule C
• Metastasi per via linfonodale
• Metastasi a distanza polmone, ossa e fegato
• Alti livelli di calcitonina
• Produce serotonina, istamina, PG e a volte ACTH
• Nel 20% carattere familiare (spesso MEN 2)
• Ricerca genetica mutazione RET
STADIO
CARATTERISTICHE
I
Tumori inferiori a 2cm senza evidenza di
malattia al di fuori della ghiandola
II
Tumori tra 2cm e 4 cm senza evidenza di
malattia extratiroidea
III
Tutti i tumori superiori a 4 cm, metastasi
linfonodale al compartimento VI o tutti i tumori
con estensione extratiroidea
IV
Metastasi linfonodale al di fuori del
compartimento VI o metastasi a distanza
Linfoadenectomia
profilattica !!
IL CARCINOMA ANAPLASTICO
• 1-5 % dei casi di carcinoma tiroideo maligno
• Pazienti anziani
• Molto invasivo per via locale o ematogena
• Invasione trachea, mediastino, esofago e strutture ossee
• Gravi emorragie, spesso fatali
• Diagnosi differenziali con linfomi o carcinoma midollare
• Più frequente in aree di carenza di iodio
-
Consistenza lignea
Cellule anaplastiche – giganti
Disorganizzazione strutturale
Positivo per TTF-1, ma non
per TG o CT
ALTRE NEOPLASIE MALIGNE
METASTASI
N° casi
Kim 2004
22
Wood 2004
15
Chen 1999
10
Calzolari 2008
25
Cichon 2006
17
Paese
Korea
Inghiltera
USA
Italia
Polonia
% sulle
tiroidectomie
% sui k tiroidei
Età media
(range)
-
-
-
0.15%
0,17%
55
(34-74)
1,5%
59
(26 – 76)
53
(48 – 70)
61
(42 – 77)
2,09
62 ± 9.78
(46 – 76)
Rapporto M - F
K rene
6M – 16F
14%
5 M – 10 F
27%
7M – 3F
50%
14M – 11F
60%
4M – 13F
76,5%
14%
7%
10%
16%
0
0%
32%
23%
18 – 85 mesi
7%
7%
7%
180 mesi
0%
20%
0%
-
4%
12%
4%
-
0
0
5.9%
10 anni
K polmone
Melanoma
Digestive tract
K mammella
Tempo prim –
secondario
LINFOMI
Incidenza 2.1 casi /1.000.000 ab /anno.
1-5% di tutti i tumori della tiroide
2-4% di tutti i linfomi extra-linfonodali
IL GOZZO TIROIDEO
Aumento di volume della tiroide, in rapporto ad ipertrofia,
iperplasia e neoplasia della ghiandola
Gozzo (goiter o goitre per gli
anglosassoni) è un termine
proveniente dal latino
“tumidum gutter”.
Gozzo diffuso tossico (Basedow – Graves)
Gozzo multinodulare tossico
Gozzo endemico
Gozzo sporadico
Gozzo familiare
LA CHIRURGIA DELLA TIROIDE
Tiroidectomia totale
Lobectomia
Tiroidectomia subtotale
Istmectomia
Nodulectomia
Vantaggi della Lobectomia
• Rischio di complicanze più basso rispetto alla tiroidectomia totale.
• Prognosi eccellente nei pazienti sottoposti a lobectomia.
• Meno del 5% di recidiva nel letto tirodeo.
• Multifocalità tumorale ha ridotto significato clinico.
LA CHIRURGIA DELLA TIROIDE
Vantaggi della Tiroidectomia Totale
•
Rimuovere interamente il tumore primitivo
con tutti i foci neoplastici presenti.
•
Elevata percentuale di tumore multifocale (fino all’85%)
•
Minimizzare la morbilità relativa alla malattia
e al trattamento chirurgico.
Fornire tutti gli elementi per una stadiazione più accurata possibile.
(La Tg può essere usata quale marker indicativo di persistenza o recidiva di malattia)
Permettere un adeguato trattamento postoperatorio con radioiodio.
Minimizzare il rischio di recidiva di malattia e di metastasi a distanza
In mani esperte complicanze estremamente basse
Miglior controllo della terapia sostitutiva dopo la chirurgia
•
•
•
•
•
IL GOZZO TIROIDEO IMMERSO
Tumefazione tiroidea che raggiunge il livello dell’arco Aortico.
Vadasz and Kotsis (1998)
Tumefazione tiroidea di cui almeno il 50% del volume si estende al di sotto del piano dell’ingresso
toracico
Bennett et al. (2004), Flati et al. (2005), Grainger et al. (2005)
Tumefazione tiroidea che discende al di sotto dello stretto toracico superiore
Mussi et al. (2000), Hedayati et al. (2002)
Incidenza: 0,02% a 0,5% nella popolazione generale
Interventi: da 2% a 19% delle tiroidectomie totali
Rappresentano il 10-15% delle masse mediastiniche
Età: Va – VIa decade di vita
Rapporto ♀ : ♂ = da 1:3 a 1:7
IL GOZZO TIROIDEO IMMERSO
Secondario (99%)
Primitivo (1%)
Estensione intratoracica di
un gozzo sviluppatosi nel collo
Gozzo completamente
accolto in mediastino
Gozzo cervicomediastinico
Gozzo ectopico
Prevalentemente cervicale
Intratoracico
IL GOZZO TIROIDEO IMMERSO
Fascia prevertebrale
Fascia cerv. media
Fascia cerv. superficiale
Porzione anteriore
dei lobi inferiori
o istmo
85 - 90%
Med.Post.
Med.Ant.
Prevalentemente
nel mediastino
anteriore
IL GOZZO TIROIDEO IMMERSO
Fascia prevertebrale
Fascia cerv. media
Fascia cerv. superficiale
Porzione
posteriore o laterale
10 - 15%
Prevalentemente
nel mediastino
posteriore
Med.Post.
Med.Ant.
IL GOZZO TIROIDEO IMMERSO
Prevascolare
- Arco aortico
- Succlavia sx
- Carotide sx
Retrovascolare
Destro
Sinistro
90 %
10 %
Eccezionalmente
bilaterale
IL GOZZO TIROIDEO IMMERSO
Intertracheoesofageo
Retroesofageo
IL GOZZO TIROIDEO ECTOPICO
Embriologicamente la tiroide origina dal forame cieco,
a livello faringeo. Tra la III e VII settimana di
gestazione migra caudalmente portandosi a livello del
laringe e del I anello tracheale.
Una anomalia della migrazione del tessuto tiroideo
determina la presenza di tessuto tiroideo
isolato nel mediastino, generalmente nel compartimento
anterosuperiore.
Esistono segnalazioni di tessuto tiroideo
in corrispondenza dell’arco aortico, in sede pericardica,
nel muscolo cardiaco e nel contesto della parete esofagea.
Il 3-30 % dei gozzi ectopici si manifesta dopo tiroidectomia
cervicale.
IL GOZZO TIROIDEO IMMERSO
Aspetti clinici
Assenza di sintomi (5,5-40%)
Massa cervicale palpabile in oltre l’80% dei casi
Il 65-70% ha una storia di tumefazione cervicale superiore a 10 anni
Sintomi e segni da compressione:
► Dispnea (28-82%)
► Disfonia (6-11%)
► Disfagia (20-60%)
► Tosse (15%)
Rari:
Sdr vena cava superiore (4-13%)
Stridore
Sdr Claude Bernard Horner
Irritazione del plesso brachiale
Emoftoe
T.I.A.
IL GOZZO TIROIDEO IMMERSO
Imaging
Tomografia computerizzata
Miglior indagine imaging per la diagnosi di un
gozzo immerso
The Journal of Laryngology &
Otology (2007), 121:1083-1087
- Dimensioni e margini del gozzo
- Disomogeneità della massa
- Presenza di aree a bassa densità contrastografica
- Compartimento mediastinico interessato
- Rapporti con i grossi vasi toracici
- Continuità tra massa intratoracica e massa cervicale
LA LINFOADENECTOMIA
In pazienti con K papillare, metastasi linfonodali sono presenti tra il 35% e il 65% dei
casi, valore che può arrivare all’80% in età pediatrica.
In caso di K follicolare, le metastasi linfonodali risultano meno frequenti, essendo state
riportate in meno del 20% dei casi.
Linfoadenectomia curativa
LA LINFOADENECTOMIA
Linfoadenectomia
Profilattica ?
LE COMPLICANZE
LE PRINCIPALI COMPLICANZE DELLE
TIROIDECTOMIE SONO RAPPRESENTATE DA:
1. INFEZIONE DEL SITO CHIRURGICO
2. EMORRAGIA INTRA- O POSTOPERATORIA
3. DANNO DEL NERVO RICCORENTE
4. IPOCALCEMIA - IPOPARATIROIDISMO
5. LESIONI TRACHEALI, VAGALI, CAROTIDEE (Rare)
6. SIEROMI O EMATOMI
7. CHELOIDI DELLA FERITA CHIRURGICA
LE COMPLICANZE
Emorragia
- Complicanza temibile e potenzialmente letale
- Incidenza: 0 – 6.5%
- Causa di allungamento del tempo di degenza
Fattori predisponenti
- Età avanzata
- Sesso maschile
- Tiroidectomia totale o subtottale
- Re-intervento o tiroidectomia di
completamento
- Terapia anticoagulante
80% – 90%
nelle prime 6 ore
2-5%
dopo 24 ore
Intervenire urgentemente
-
Sangue dai drenaggi
Tumefazione
Ematoma
Sangue dalla ferita
Dispnea
Disfagia
LE COMPLICANZE
Ipocalcemia post-tiroidectomia
Rappresenta la complicanza più frequente in chirurgia tiroidea
Autore
N° pazienti
Ipocalcemia
transitoria
Ipocalcemia
permanente
Danno nervo
riccorente
Danno nervo
laringeo sup.
Emorragia
Rosato (2004)
14.934
8.3%
1.7%
3.4%
3.7%
1,2%
Bergenfelz (2008)
3.660
7.8%
2.7%
3.9%
-
2.1%
Lombardi (2009)
1363 (VAT)
17%
0.8%
1%
-
0.3%
Lee (2010)
2636 Ca
28.4%
0,3%
0.9%
-
0.5%
Ipocalcemia transitoria (< 6mesi): 8 – 30% (1.6 – 68%)
Ipocalcemia permanente (> 6mesi): 1 – 2% (0 – 10%)
LE COMPLICANZE
Ipocalcemia post-tiroidectomia
Exeresi accidentale di tessuto paratiroideo
Danno del peduncolo vascolare
Stupore dovuto alla manipolazione chirurgica
Paratiroide intraparenchimale
Iperincrezione di calcitonina
Emodiluizione perioperatoria
Hungry bone syndrome
LE COMPLICANZE
Ipocalcemia post-tiroidectomia
ACUTA
- Parestesie periferiche e periorali
In genere si manifesta nelle prime 24 – 96 ore dopo l’intervento
- Fascicolazioni, crampi e spasmi muscolari
- Spasmo carpo-pedidio
- Spasmo laringeo
- Segno di Chvostek - Trousseau positivo
- Disritmie cardiache
- Crisi epilettiche
- Arresto respiratorio
Allungamento del tratto Q – T
Segno di Trousseau
Segno di Chvostek
CRONICA
- Malassorbimento
- Osteoporosi
- Psicosi - depressione
- Ipertensione endocranica
- Papilledema
- Catarata
LE COMPLICANZE
Danno del Nervo Ricorrente
- Sezione accidentale
- Edema perineurale da manipolazione
- Stiramento da trazione sulla ghiandola
- Traumatismo durante legatura della ATI
- Insulto termico da elettrocoagulazione
- Ischemia da ematoma postchirurgico
- Trauma da drenaggio
- Compressione da parte della cuffia del tubo endotracheale
- Da aderenze cicatriziali
IL FOLLOW UP
Paziente oncologico
Metastasi polmonari (TC)
Metastasi individuata con esame
PET/TC