MAGAZINE COPIA OMAGGIO - anno VIII - numero 45 - novembre / dicembre 2014 RIABILITAZIONE Cervicalgia cosa fare? OCULISTICA Il problema delle ”mosche volanti” speciale IL RUOLO DEI NONNI INTERVISTA Giuliana De Sio editoriale anno VIII numero 45 novembre - dicembre 2014 copia omaggio Editore Consorzio MIA FARMACIA Via Emilia 84 40011 Anzola dell'Emilia - Bologna [email protected] Registrazione Tribunale di Bologna n. 7688 del 26/07/2006 Direttore Responsabile Cesare Bellavitis Marketing e Pubblicità Daniela Ziering Sintini [email protected] Commerciale Alessandro Benassi [email protected] Redazione Marina Dall’Olio Antonella Ciana [email protected] Collaboratori scientifici a questo numero: Michele Catenacci Tiziana Simonini Santa Vidone Davide Algeri Antonio Vita Domenica Daniele Giuseppe Samoggia Fiammetta Trallo Fabrizio Cecaro Carlo Orione Grafica e impaginazione Supporti Grafici 40024 Castel San Pietro Terme - Bologna Stampa Mediagraf s.p.a. Ringraziamo tutti coloro che hanno collaborato alla nostra iniziativa editoriale comprese le Aziende che hanno aderito con la loro inserzione Segui Mia Farmacia su: Italiani al 100% ! Questa volta vi parlerò di un tema che, all'apparenza, potrebbe sembrare distante dagli argomenti di salute trattati in questa rivista, ma in realtà non è altro che un segnale del cambiamento, in atto nel mondo della salute, che ormai coinvolge tutti. I colleghi francesi, in questo ultimo mese, sono scesi in piazza… La partecipazione dei farmacisti per difendere la loro indipendenza, l'ordinamento che regolamenta le farmacie e la distribuzione dei farmaci è stata del 97% ! Il governo francese, infatti, vorrebbe promuovere l'entrata di investitori finanziari nel capitale delle farmacie, e questo per agevolare la nascita di catene commerciali come succede nei Paesi anglosassoni. Come comprenderete ora, la battaglia fatta dai farmacisti italiani, negli anni del Governo Monti, non era per difendere “una casta”, ma per sostenere l’autonomia di professionisti impegnati, tutti i giorni, nella gestione della salute del cittadino. Oggi, dopo i decreti del Governo Monti, molti dei quali peraltro non attivati (ad esempio, la parte del concorso nazionale che poteva dare luogo all’apertura di migliaia di farmacie), possiamo “ammirare” il risultato di tanta forza riformatrice… Tanto hanno fatto, in queste ultime legislature, che agli Albi fallimentari dei tribunali non si contano più le farmacie costrette a cessare l’attività, con le relative conseguenze di perdita di posti di lavoro, di perdite per i fornitori e di perdita anche per quei cittadini che si ritrovano senza il servizio farmaceutico nel quartiere o nelle vicinanze della propria abitazione. I farmacisti francesi, guardando l'esperienza italiana, fanno bene a continuare a difendere il loro ruolo e il diritto alla salute dei loro utenti. Ma anche noi, farmacisti italiani, non dobbiamo cedere ulteriormente e rinunciare a difendere una istituzione vitale, per il tessuto sociale, che presto avrà di fronte la salute del 30% della popolazione italiana con più di 65 anni, e quella di un numero sempre maggiore di cittadini stranieri. Poiché questo è il numero di fine anno, concludo questa riflessione con la speranza che chi è investito di ruoli di governo sappia essere un po’ più lungimirante, nell’interesse di tutti, e rivolgo un caloroso augurio per le prossime festività agli operatori della salute e ai nostri lettori! Dott. Cesare Bellavitis 3 sommario RIABILITAZIONE 7 Soffrire di "cervicale" ALIMENTAZIONE 11 Proteine vegetali: i vantaggi dei legumi PREVENZIONE 15 Piccole patologie invernali: ecco alcuni consigli 11 Fagioli, ceci, lenticchie, piselli, soia, lupini, cicerchie e altri legumi non dovrebbero mai mancare in una dieta equilibrata 17 GSE: l'estratto di semi di pompelmo PSICOLOGIA 21 Enuresi: cause e strategie per risolvere il problema SPECIALE 25 25 Evviva i nonni NEUROLOGIA 33 Emicrania del fine settimana SPECIALE GINECOLOGIA I nonni sono un punto di riferimento rassicurante per i nipoti di tutte le età 35 Quando è colpa degli ormoni… CARDIOLOGIA 39 Le cardiomiopatie ASSOCIAZIONI 43 ARAD - Associazione Ricerca e Assistenza Demenze OCULISTICA 45 Miodesopsie (mosche volanti) 30 INTERVISTA A... Giuliana De Sio 39 Nonostante i progressi della ricerca la classificazione delle cardiomiopatie è complessa e in continua evoluzione 48 50 News Lettere È vietata la riproduzione totale o parziale di ogni contenuto di questa pubblicazione senza l’autorizzazione dell’editore. Tutti i punti di vista espressi in questa pubblicazione sono quelli dei singoli autori e non riflettono quelli delle strutture a cui essi appartengono o dell'editore. Errori di stampa o refusi involontari di trascrizione presenti nella rivista saranno corretti a pagina 50, del prossimo numero, se segnalati alla redazione o all'editore. 5 CREMA MANI PRIN C ATT IPI NATU IVI RALI PROP R LEN IETÀ E IDR ITIVE ATAN TI Dermoprotettiva. Disponibile anche nel nuovo formato 50 ml • È una crema mani non grassa, di rapido assorbimentro, ricca di oli eudermici e di principi attivi funzionali, che protegge le mani da screpolature, rossori e aridità. 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Queste vertebre sono separate fra loro da un disco intervertebrale ad eccezione che tra la prima e la seconda vertebra dove questo disco non è presente. Nelle prime sei vertebre passano le arterie vertebrali, quelle che portano il sangue dal cuore al cervello. Il centro di gravità del capo passa anteriormente alle vertebre, questo fa sì che siano i muscoli posteriori del collo ad essere i più numerosi e forti, al fine di riequilibrare i pesi fra i vari segmenti. Il termine corretto per indicare il dolore al collo però è cervicalgia: questo sintomo, di notevole riscontro nella popolazione, deriva generalmente da problemi di varia gravità dell’apparato osteo-muscolare. L’artrosi è un processo degenerativo, ma quando vi si sovrappone un fenomeno infiammatorio o quando si vengono a formare dei becchi ossei (detti osteofiti), può comparire il dolore. Le artriti reumatiche. Le modificazioni degenerative dei dischi intervertebrali come le ernie cervicali. Gli eventi traumatici, come il colpo di frusta che si verifica a seguito di un improvviso e inaspettato movimento del capo che va oltre i limiti fisiologici dell’escursione articolare (va ricordato che oggi le Assicurazioni liquidano il danno solo se le lesioni prodotte nell’incidente si possono riscontrare a livello strumentale). Le malocclusioni dentali. Le patologie che più frequentemente possono far insorgere la cervicalgia sono le seguenti. 7 riabilitazione Fattori di “rischio” Tra i fattori predisponenti e aggravanti ci sono le errate posture, come si possono avere durante la guida protratta per più ore di un automezzo, per questo, la cervicalgia è frequente nei conducenti professionisti; nelle lunghe permanenze davanti al computer per chi lavora in ufficio; oppure per un’errata scelta del materasso o del cuscino le cui caratteristiche più importanti sono sicuramente la giusta altezza e una adeguata consistenza (elementi, questi, fondamentali per una sua ottimale confortevolezza. Il cuscino ideale ha un’altezza di circa 20 centimetri e una larghezza di circa un metro). Anche gli sport impegnativi come il body building, lo stress mentale prolungato e il raffreddamento non causano direttamente la cervicalgia, ma la possono aumentare o far emergere in presenza di un latente stato di contrazione muscolare o di una alterazione delle strutture vertebrali. I sintomi La cervicalgia si può manifestare in forma acuta, oppure cronica. Quando il dolore si irradia lungo l’arto superiore (cervicobrachialgia) ed è dovuto alla compressione o all’irritazione di una radice nervosa, può essere acuto e molto violento ed aumentare con i movimenti del braccio. Talora, il dolore si irradia anche fra le scapole (dorsalgia) o anteriormente al torace; in questo caso se interessa anche l’arto sinistro e il torace può essere scambiato, dal paziente, per un attacco cardiaco. Il dolore può insorgere quando la persona inizia a compiere i primi movimenti (ad esempio, al mattino) e tende a diminuire con il movimento moderato per ripresentarsi poi dopo una prolungata e intensa attività fisica. Molto frequentemente, durante i movimenti, si avvertono dei rumori a volte anche forti (degli “scrocchi”) che partono dal collo. Anche se sono un segno di stress articolare, sono prodotti dalla rottura di bolle di gas presenti nelle cavità articolari e non sono di per sé un segno di severa patologia articolare. In presenza di una cervicalgia tutti i movimenti del collo possono ridursi di ampiezza, anche se generalmente la limitazione funzionale non è simmetrica, ma interessa solo alcuni movimenti: ad esempio, se la rotazione verso destra è molto compromessa, la rotazione a sinistra può essere discretamente conservata. In altri casi invece, la contrazione muscolare è così violenta che impedisce quasi completamente il movimento (in questi casi i pazienti riferiscono di avere come un “torcicollo”). Il blocco forzato del rachide cervicale ha un’azione difensiva, e ha lo scopo di evitare ulteriori danni alle strutture anatomiche. In presenza di questi sintomi è necessario rivolgersi senza indugi al medico, soprattutto quando il dolore è violento o si associa ad un senso di sbandamento, di grave cefalea o ad una perdita della forza negli arti superiori. La diagnosi Per fare una diagnosi corretta, lo specialista durante la prima visita eseguirà delle specifiche manovre e un’accurata palpazione per escludere che la cervicalgia possa avere un’origine extra articolare. Il medico potrà anche richiedere esami strumentali specifici come i RX (Raggi) in varie proiezioni, la TAC (Tomografia Assiale Computerizzata), la RMN (Risonanza Magnetica Nucleare) e l’Elettromiografia; quest’ultimo esame serve per vagliare la funzionalità dei nervi periferici e dei muscoli scheletrici. La terapia Naturalmente il trattamento dipenderà dal tipo di patologia che ha indotto la cervicalgia e dall’intensità dei sintomi. I farmaci che vengono utilizzati sono gli antinfiammatori sia non steroidei che i cortisonici, i miorilassanti e gli antidolorifici. Tra le terapie fisiche invece ricordiamo i massaggi, le mobilizzazioni, la tecar (una tecnica che stimola energia dall’interno dei tessuti biologici, attivando i naturali processi riparativi e antinfiammatori), gli ultrasuoni e le correnti antalgiche. Superata la fase acuta, sarà necessario che il paziente adotti un corretto stile di vita e che esegua con costanza gli esercizi posturali consigliati dal fisioterapista. Un discorso a parte riguarda l’immobilizzazione, più o meno totale, del rachide cervicale tramite il posizionamento di un collare; questa scelta deve necessariamente essere fatta solo in seguito ad una precisa indicazione dello specialista, poiché un uso prolungato e/o scorretto di tale presidio può risultare controproducente per il processo di guarigione. La chirurgia è limitata solo alla gravi sindromi conseguenti all’ernia discale. Testo raccolto da Marina Dall’Olio 8 © 2011 McCann Healthcare Ildecongestionantenasale dinuovagenerazione a misura di bambino Nel raffreddore Argotone 0-12 grazie all’innovativa formulazione a base di carbossimetil-beta-glucano1: Migliorala ventilazione nasale1 Riduce i nuovi episodi infettivi (otiti secretive e/o purulente e le infezioni del rinofaringe)2 Accelerala riduzione dei sintomi 2/3 gocce per narice per 3/4 volte al giorno Previenelecomplicanze,liberailrespiro. 1. Passali D et al. Soluzione spray nasale di glucano vs soluzione fisiologica nel trattamento della rinosinusite cronica: studio multicentrico in doppio cieco randomizzato. Clin Ter 2007; 158 (2): 139-145. 2. Titti G et al. Valutazione dell’effetto terapeutico della terapia corticosteroidea topica associata a Glucanet spray nasale in bambini affetti da varie forme di rinite e rinosinusite. Atti del 19° incontro pediatrico Ostia Lido 21-23 Marzo 2002. Pag 250-255. ENTEROLACTIS bevibile ® 8 miliardi di cellule vive Ovunque tu vada ai nostri lactobacilli non fa nè caldo nè freddo Primo probiotico al mondo con tecnologia A TTAT ntare e E V E e R nt LA B per aum ompone U S P c a CA ettat e del ità e i prog rotezion all’umid i estern la p attivo d li agent dag SOFAR S.p.A. Via Firenze, 40 Trezzano Rosa (MI) www.sofarfarm.it alimentazione Proteine vegetali: Dott. Tiziana Simonini Dietista, Bomporto (Modena) i vantaggi dei legumi Cosa sono le proteine Le proteine sono un principio nutritivo calorico (sviluppano 4 Kcal\g), con funzione plastica o proteica (cioè di costruzione e riparazione dei tessuti). Infatti, le proteine hanno un ruolo fondamentale come elementi della struttura cellulare e un ruolo funzionale come regolatori dell’espressione genica, come enzimi, trasportatori e recettori. Si trovano sia nel mondo animale, che in quello vegetale. La differenza fondamentale, tra le due, sta nella composizione aminoacidica. Gli aminoacidi sono la parte più piccola delle proteine, sono convenzionalmente 20 di cui 8 “essenziali” (per i bambini aumentano a 10). “Essenziale” indica ciò che il nostro organismo deve assumere già pronto dagli alimenti, perché non è in grado di costruirlo. Mentre nel mondo animale le proteine sono ad alto valore biologico (cioè comprendono tutti gli 8 aminoacidi essenziali), nel mondo vegetale, le proteine si differenziano in medio valore biologico (legumi) e basso valore biologico (cereali). la scienza della nutrizione ha definito come "legge della compensazione": se si abbinano le proteine dei legumi (a medio valore biologico), con quelle dei cereali (a basso valore biologico), ecco che come per magia, si vanno a comporre dei piatti ad alto valore biologico che pertanto vanno considerati come piatti unici. Come in un puzzle, gli aminoacidi dei cereali si “incastrano” con quelli dei legumi, formando proteine complete, nobili. Il glutine Il glutine è una proteina vegetale a basso valore biologico. Dal glutine di grano tenero è possibile anche ricavare un prodotto altamente proteico: il seitan che viene consumato come un vero e proprio secondo piatto, soprattutto da vegetariani e vegani. Il glutine, composto da gliadina e glutenina, è insolubile in acqua ed elastico. Negli impasti forma una rete colloidale con grande capacità di dilatarsi sotto la pressione dei gas, consentendo così la lievitazione dei prodotti. È perciò molto importante da un punto di vista gastronomico e culinario, molto meno dal punto di vista nutrizionale, men che meno per chi è affetto da celiachia. Ne parlo in quanto la celiachia, ben definita dal prof. Umberto Volta, «consiste nell’intolleranza alimentare permanente, su base autoimmune scatenata dall’assunzione del glutine, o più precisamente della frazione "gliadina", che si può manifestare a tutte le età e con gravità diverse». Le persone affette da celiachia dovranno perciò evitare tutti i cereali che contengono glutine in quanto, allo stato attuale, la dieta gluten free è l’unica terapia possibile. Del mondo vegetale dovranno evitare frumento, farro, avena, kamut, orzo, spelta, triticale; mentre in chicchi potranno utilizzare riso, mais, grano saraceno e, in semi, miglio, quinta, amaranto, sorgo, oltre a legumi, frutta e ortaggi. La legge della compensazione o complementazione Come si erano già accorti i nostri nonni, se l’alimentazione infantile comprendeva piatti quali cereali e legumi (pasta e fagioli, pasta e ceci, risi e bisi, solo per citare alcune ricette) i bambini crescevano, tant’è che i legumi erano soprannominati “la carne dei poveri”. In effetti mettevano in pratica quello che 11 alimentazione La sostenibilità alimentare Spesso si parla di sostenibilità alimentare. Occorre ricordare che la coltivazione dei vegetali ha un minore impatto ambientale in termini di acqua ed energia, rispetto all’allevamento. Ad esempio, per produrre 1 Kg. di carne bovina servono ben 15.500 litri di acqua, mentre 1 Kg. di riso ne richiede 3.400 e 1 Kg di legumi da 200 a 400 litri, a seconda della specie. L’utilizzo delle proteine vegetali, perciò, oltre a rispettare i consigli dell’EFSA (European Food Safety Authority), rispetta anche l’ambiente. Mi associo pertanto a quanto dichiarato dal dott. Andrea Ghiselli (INRAN): «Possiamo comunque consigliare ai consumatori di aumentare il consumo di proteine vegetali a discapito di quelle animali: nel terzo millennio non c’è più ormai un problema di carenza nutrizionale da proteine, semmai un consumo a volte eccessivo». Si fa presto a dire legumi… I legumi sono nel mondo vegetale gli alimenti più ricchi in proteine; apportano inoltre: carboidrati complessi (amido), alcune vitamine del gruppo B (soprattutto tiamina, riboflavina, niacina), fibra alimentare (inso- lubile nella buccia e solubile nella polpa), ferro e calcio (anche se l’assorbimento è in parte ridotto dalla presenza dell’acido fitico). I legumi sono i semi commestibili delle piante leguminose, coltivati da migliaia di anni in tutto il mondo, dall’America, all'Estremo Oriente, al bacino del Mediterraneo e Medio Oriente. Pensate che in Ucraina sono stati rinvenuti resti di piselli risalenti a circa 7000 anni a.C., mentre resti di lupini e lenticchie sono stati rinvenuti in tombe faraoniche della XII dinastia! Ma quali sono i legumi? Fagioli, ceci, lenticchie, fave, piselli, soia, lupini, cicerchie, arachidi, ma anche carruba, tamarindo, senna. I più conosciuti sono i fagioli, dalle mille declinazioni (fagioli dell’occhio, bianco di Spagna, Pavone, Zolfino, borlotto Lamon, cannellino…), i piselli, le lenticchie e i ceci. La soia, come tale, da noi non è tanto utilizzata, mentre è la base alimentare dell’Estremo Oriente; la cicerchia è simile al cece ed è tipica del Sud Italia. Per le fave occorre ricordare che esiste un fenomeno particolare detto “favismo”: si tratta di una malattia ereditaria provocata dalla mancanza di un enzima specifico capace di neutralizzare gli effetti nocivi di certe sostanze tossiche (vicina, convicina) in essa presenti. Il consumo di tale legume provoca nei soggetti affetti da questa malattia delle crisi emolitiche (rottura dei globuli rossi del sangue). Il favismo è diffuso in particolari aree geografiche e, nel nostro Paese, soprattutto in Sardegna. Quantità elevate di legumi possono provocare meteorismo, in quanto contengono carboidrati particolari che vengono digeriti soltanto dalla flora batterica intestinale con formazione di gas. Il problema si risolve facilmente privando i legumi della buccia. I legumi in cucina I legumi contengono fattori antidigestivi che vengono distrutti con il calore, per questo è importante cuocerli a lungo. I legumi secchi, prima di essere cucinati, vanno messi in ammollo per diverse ore, in relazione alla specie e in proporzione di 1:3 (1 parte di legumi e 3 parti d’acqua). Si consiglia di cambiare l’acqua 1 o 2 volte per evitare la fermentazione batterica. Una volta terminato il tempo d’ammollo, si dovranno scolare e ben sciacquare prima di procedere con la cottura. Poi si lasciano cuocere lentamente, con qualche foglia d’alloro che donerà sapore e profumo e si aggiungerà il sale solo al termine della cottura, per evitare l’indurimento della buccia. Testo raccolto da Marina Dall'Olio E per finire… tutti, ma proprio tutti, a tavola… (con una ricetta vegana!) HUMMUS a modo mio Ingredienti 230 g di ceci precotti (1 scatola di ceci precotti sgocciolati) 2 cucchiai di salsa tahina (salsa a base di semi di sesamo) 1 limone spremuto 5 cucchiai di olio di arachide o girasole 1 spicchio di aglio (possibilmente fresco) 1 pizzico di sale fino marino integrale Preparazione Scolate i ceci dal liquido di governo e sciacquateli bene. Frullateli molto bene insieme al succo del limone, la tahina, l’aglio, il sale e l’olio. Il risultato deve essere cremoso e spumoso. Nel caso in cui l’hummus non vi sembri abbastanza spumoso, potete aggiungere ancora qualche goccia di succo di limone e soprattutto olio di buona qualità. Si può accompagnare la salsa con pane tostato, crackers (pane e derivati senza glutine per i celiaci) o con verdure crude. 12 informazione pubblicitaria PAPAYA FERMENTATA PURA BODY SPRING Ogni giorno siamo a contatto con fattori che possono debilitare il nostro sistema immunitario, aumentando il rischio di infezioni e malattie. Un’alimentazione poco sana e non equilibrata, il fumo, lo stress, i cambi di stagione, in particolare l’arrivo della stagione fredda, sono tra i fattori che possono condizionare negativamente la risposta nei confronti degli attacchi virali e batterici, principali responsabili di infezioni e malattie. La Papaya Fermentata Pura Body Spring, dotata di effetti antiossidanti, risulta utile per favorire le naturali difese dell’organismo. La Papaya Fermentata Pura Body Spring è l’unico estratto che si avvale di un particolare processo che prevede l’asciugatura del succo fermentato a basse temperature su letto fluido (FBD: Fluid Bed Drying). A differenza dei metodi tradizionali che prevedono altissime temperature di essiccazione, la tecnologia FBD riduce sensibilmente l’esposizione al calore della Papaya Fermentata garantendone la massima efficacia antiossidante e immunostimolante. Papaya Fermentata Pura è prodotta con un processo di fermentazione che non fa uso di OGM. NOVITÀ EUCERIN VOLUME-FILLER Siero Integratore di Volume Più volume per la tua pelle, più espressività perr il tuo viso. prevenzione Piccole patologie invernali: ecco alcuni consigli L e malattie da raffreddamento più comuni sono causate da microrganismi “patogeni” (in grado cioè di causare una malattia). Tra questi, i più temibili sono i virus che sono i diretti responsabili di malattie quali il raffreddore, molto frequente nella popolazione, le influenze o altre malattie più pericolose. A volte, in conseguenza ad infezioni virali, è possibile che si verifichino sovrainfezioni da parte di altre categorie di microrganismi come i batteri e i miceti. La prima barriera dell'organismo umano contro le aggressioni patogene è la flora batterica fisiologica che aderisce e colonizza in uno strato compatto la superficie delle membrane mucose. Quando accade che un patogeno riesce a superare questa prima linea di difesa e a invadere l'organismo, entra in gioco il sistema immunitario capace d’identificare le caratteristiche dell'aggressore (virus, funghi, batteri, ecc.) ed attivare le risposte più adatte per contrastarlo. Un approccio efficace, per prevenire le malattie da raffreddamento, prevede di evitare i fattori che incidono sull'efficienza immunitaria, attraverso l'adozione di uno stile di vita e di una alimentazione corretti. Ma un valido aiuto ci viene offerto anche dalla natura con dei rimedi specifici che possono innalzare le nostre difese immunitarie. I rimedi principali che la natura ci mette a disposizione per fare questo sono tre. La Propoli, il cui nome deriva dal greco pro (προ, davanti) e polis (πóλις, città) e indica la funzione di difesa, dall'attacco degli agenti patogeni, svolta dalla propoli nell'alveare. La letteratura scientifica e molti lavori clinici individuano nella Propoli diverse proprietà terapeutiche, tra queste le principali sono quelle antibatteriche insieme all'effetto stimolante delle difese immunitarie. La Propoli è raccomandata e utilizzata con vantaggio nella prevenzione e nel trattamento dell'influenza e delle malattie da raffreddamento. L'Echinacea, è un altro rimedio molto conosciuto che la natura ci offre. Si tratta di una pianta con spiccata azione antinfiammatoria e immunostimolante; il suo fitocomplesso vanta un’attività antivirale verso i virus influenzali con un meccanismo d'azione che va ad inibire il legame del virus con il recettore cellulare, impedendone così l'entrata nell’organismo. L'Erismo, il cui nome significa “proteggere” viene definita anche “l'erba dei cantanti”, poiché il fitocomplesso in essa contenuto è specifico per le affezioni della faringe, della laringe e della trachea in presenza di alterazione della voce, grazie alle sue proprietà antinfiammatorie, antisettiche e fluidificanti. Naturalmente una efficace prevenzione, contro le malattie da raffreddamento, deve comprendere anche altre strategie a tavola e non solo … Dott.ssa Santa Vidone Farmacia San Giorgio di Corporeno (Ferrara) diversi virus responsabili del raffreddore (lo zinco si trova nei semi di zucca, noci, mandorle, grano saraceno, cereali integrali, pesci e legumi). Per l’azione detossificante, che in caso di affezione è sempre opportuno sostenere, è molto indicato consumare degli agrumi (in particolare limoni e pompelmi). Aumentare anche il consumo di liquidi per rendere più fluido il muco infetto e favorirne l’eliminazione. In generale, il consiglio da non sottovalutare è quello di riposare adeguatamente. Se non strettamente necessari, evitare l’uso eccessivo di farmaci (decongestionanti nasali con vasocostrittori, cortisonici, antipiretici, antiinfiammatori) e non assumere antibiotici se non prescritti dal medico. Evitare anche gli ambienti chiusi e affollati; l’aria secca causata dal riscaldamento perché asciuga le mucose lasciando via libera ai virus; il fumo, compreso quello passivo e non esporre le mucose nasali a bruschi sbalzi di temperatura. Infine, per diminuire il rischio di contagio è opportuno lavarsi frequentemente e in modo accurato le mani. Testo raccolto da Marina Dall'Olio A tavola, tra gli alimenti specifici promuovere il consumo di alimenti contenenti Zinco, minerale che migliora fortemente la funzionalità immunitaria e possiede una diretta attività antivirale anche nei confronti dei 15 Be-Total. Il più raccomandato tra gli integratori vitaminici per bambini.* Il cibo è la fonte naturale delle energie di cui i bambini hanno bisogno ogni giorno, ma sono le vitamine B che li aiutano a sfruttare al meglio quello che mangiano. Non sempre però queste sono presenti a livelli ottimali nell’alimentazione quotidiana. Per questo c’è Be-Total che, da oltre 60 anni, grazie al giusto mix di vitamine B, aiuta il tuo bambino a crescere e affrontare al meglio tutti quei periodi in cui ha più bisogno di energia (la convalescenza, durante e dopo la terapia antibiotica, i cambi di stagione, lo studio, il gioco e lo sport). Gli integratori non vanno intesi come sostituti di una dieta variata ed equilibrata e di un sano stile di vita. *Indagine condotta dall’Istituto di ricerche Medi-Pragma, su un campione di 1709 pediatri italiani. Risultati consultabili su www.medipragma.it/publications/sananutrizione prevenzione GSE: l’estratto di semi di pompelmo U na mattina in Francia, Jacop Harich, medico immunologo, stava gustando un pompelmo per colazione, fino a quando non gli finì sotto i denti un seme! Per Harich ciò diventò fonte di una domanda: "cosa rende questo seme così amaro?". Da quel momento iniziò gli studi e le ricerche. Harich, collaborò con il Dr. Steven Otwell e il Dr. Wayne Marshall, ambedue rinomati ricercatori sugli effetti dei microbi sugli alimenti, fino ad arrivare a mettere a punto un Estratto di semi di Pompelmo dalle straordinarie propritetà antimicrobiche. Nel 1990, gli studiosi olistici della salute negli Stati Uniti iniziarono a sentire dell'esistenza di questo meraviglioso prodotto e dei suoi ottimi risultati e, a questo punto, il Dr. Harich ricevette il giusto riconoscimento per i suoi studi. GSE… ...È la denominazione di un estratto standardizzato che può essere fluido o secco. L’estratto fluido è composto dal 60% di semi di pompelmo con aggiunta della membrana cellulare del pompelmo e dal 40% di soluzione acquosa di glicerina vegetale (derivata dal cocco) senza nessun altra aggiunta; l’estratto secco comprende invece per il 50% semi e membrana del pompelmo e per il restante 50% sostanze inermi (eccipienti naturali che ne facilitano la “lavorabilità”). Le proprietà terapeutiche Università e Istituti di ricerca, di tutto il mondo, hanno dimostrato che l’Estratto di semi di Pompelmo possiede un ampio spettro germicida: antivirale, antibatterico, compresi Gram+ e Gram-, antimicotico e antiparassitario. La forza di questo “antimicrobico naturale”, rispetto ad altri antimicrobici di sintesi, deriva dalla notevole efficacia associata ad una assoluta mancanza di tossicità: è attivo contro centinaia di batteri patogeni ed è innocuo sulla flora batterica fisiologica, indispensabile per la salute dell’organismo. Azione antibatterica: il GSE si è dimostrato attivo contro molti ceppi di batteri (Salmonella, E. coli, Vibrio cholerae, Staph, Strep, Lysteria, Shigella dysenteriae, Chlamydia, etc.). Per la sua straordinaria attività in tal senso, il GSE è considerato una validissima alternativa naturale agli antibiotici di sintesi (i quali, oltre a numerosi effetti collaterali, sono responsabili del problema dell’insorgenza di Resistenza Antibiotica). Azione antivirale: i risultati ottenuti sono incoraggianti, ma ulteriori studi sono ad oggi ancora in corso. Gli studi effettuati dal Dr. Shannon presso la Divisione di Microbiologia-Virologia, Southern Research Institute, dimostrano che il GSE è in grado di inattivare l’HSV-1 (herpes simplex virus type 1), dopo un’esposizione di 10 minuti ad una diluizione pari a 1:256. Sono inoltre note testimonianze che attribuiscono al GSE la capacità di curare i sintomi delle affezioni da virus influenzali. Azione antimicotica: è da sottolineare l’efficacia del GSE contro oltre 100 ceppi di lieviti e muffe compresa la Candida albicans, responsabile d’infezioni ricorrenti e recidivanti alle mucose e di affezioni sistemiche. 17 prevenzione Studi effettuati dal Dr. Leo Galland di New York su candidosi croniche diedero successo nel 99% dei casi (solo due insuccessi su 297 casi, senza fenomeni di resistenza né effetti collaterali). Azione antiparassitaria: l’attività antiparassitaria, oltre che per uso sistemico (nei confronti di parassiti intestinali), è stata dimostrata essere rilevante anche per l’uso esterno. L’estratto infatti si è dimostrato utilissimo nel contrastare, debellare e prevenire le infestazioni da parte dei pidocchi. Azione citoprotettiva e riparatrice: recenti studi hanno verificato la sua capacità di esercitare un’azione protettiva e di guarigione sulla mucosa gastro-intestinale, con risultati più che soddisfacenti. È stata messa in luce infatti la capacità di accelerare la guarigione delle lesioni a carico della mucosa gastro-intestinale. Il meccanismo di tale azione si esplica attraverso l’aumento della sintesi di fattori protettivi endogeni (prostaglandine PG2), la soppressione della perossidazione lipidica e l’aumento del flusso sanguigno intramuco- sale. Tutto ciò unito all’aumento delle attività enzimatiche e al rilascio di gastrina promuove l’attività riparatrice della mucosa gastrointestinale. Queste scoperte, unite alle note proprietà antibatteriche anche nei confronti dell’Helicobacter pylori, esaltano la funzionalità del GSE nei confronti della mucosa gastro-duodenale e lo rendono ideale per un approccio naturale ed efficace, volto al ripristino dell’integrità funzionale e protettiva della mucosa stessa. I risultati, quindi, oltre a confermare l’incredibile ruolo citoprotettivo del GSE, ne hanno messo in luce anche la capacità di accelerare la guarigione delle lesioni a livello della mucosa gastro-intestinale. Non solo protettivo, quindi, ma anche riparatore! Quando usare il GSE Il GSE è indicato nelle infezioni da batteri, protozoi, virus, lieviti e funghi. È particolarmente idoneo nel caso di malattie da raffreddamento, nei disturbi del tratto gastrointestinale, negli squilibri cronici della flora batterica intestinale, nelle affezioni vaginali, urologiche e nelle infestazioni parassitarie. Le sue caratteristiche di potentissimo disinfettante naturale consentono innumerevoli applicazioni non solo come antimicrobico ad ampio spettro, ma può essere impiegato in zootecnia e floricoltura. Perché è sicuro Il GSE è privo di tossicità anche a dosaggi superiori alla dose raccomandata. In altre parole, non presenta alcuna tossicità alle dosi consigliate né a breve né a lungo termine e non interferisce con eventuali altre terapie farmacologiche e/o fitoterapiche. Le principali applicazioni In ambito salutistico i prodotti a base di Estratto di semi di Pompelmo (GSE) sono utili per moltissime applicazioni, incluse: 18 Infezioni microbiche di qual-siasi origine e natura Candida ed altre affezioni delle zone intime Cistite Affezioni alla prostata Emorroidi Vermi intestinali Problemi intestinali (colite, stipsi, diarrea) Intolleranze alimentari Problematiche gastriche (difficoltà digestive, H. pylori, iperacidità, reflusso, ulcere, gastriti) Affezioni dell’apparato respiratorio (influenza, raffreddore, bronchiti, tonsilliti, ecc.) Otiti (otite esterna e otite media) Affezioni oculari e palpebrali (congiuntivite microbica, orzaiolo, calazio, ecc.) Affezioni della pelle e delle unghie (acne, dermatosi, dermatiti, piede d’atleta, fuoco di Sant’Antonio, ferite, tagli, escoriazioni, piaghe, ustioni, onicomicosi, verruche) Igiene orale Herpes labiale Pidocchi Igienizzazione totale Alitosi Per approcciare ciascuna problematica in modo naturale ed efficace, il GSE, in associazione ad estratti vegetali specificatamente selezionati per le loro attività fitoterapiche, può essere veicolato in diverse formulazioni farmaceutiche (compresse deglutibili, sospensioni orali, gel, creme, pomate, paste dentifrice, detergenti, ecc.) scelte in modo specifico al fine di permettere il migliore assorbimento possibile degli attivi e una più rapida azione risolutiva e/o preventiva. La sinergia degli estratti vegetali presenti nelle diverse formulazioni, ad uso sistemico e locale, mette in atto un approccio fitoterapico in grado esplicare l’azione benefica di tutti gli estratti vegetali al fine di risolvere efficacemente e in modo del tutto innocuo e privo di effetti indesiderati il problema salutistico in corso. Per maggiori informazioni chiedi al tuo farmacista. Si ringraziano per la collaborazione GSE Forum Italia e Sostenitori del Naturale Curativo - www.sostenitorinaturalecurativo.it CHITA/CHBRT/0014/14 SOSTENIAMO IL TUO RESPIRO Le Bretelline Nasali RespiraBene® ti aiutano a respirare meglio, subito e per tutto il tempo che le indossi. Le Bretelline Nasali RespiraBene® offrono una linea di prodotti completa, per ogni esigenza. PER PELLI NORMALI PER PELLI SENSIBILI CON AROMI BALSAMICI PER BAMBINI Non contengono medicinali. Le bretelline nasali RespiraBene sono cerottini. È un dispositivo medico CE. Leggere attentamente le avvertenze e le istruzioni per l’uso. Autorizzazione del 18/6/2014. ® psicologia Enuresi : cause e strategie Dott. Davide Algeri Psicologo Psicoterapeuta Breve Strategico Consulente sessuale www.davidealgeri.com per risolvere il problema L' enuresi infantile è un disturbo che consiste nel rilascio ripetuto di urina, durante il giorno o la notte, nei vestiti o a letto, in assenza di lesioni dell’apparato urinario e in una fase di sviluppo (5-6 anni) in cui il controllo degli sfinteri dovrebbe essere acquisito. È un fenomeno abbastanza frequente, che coinvolge circa il 10-15% dei bambini di 5-6 anni di età, ed è diffuso soprattutto nei maschi, ma solitamente tende a risolversi spontaneamente. Acquisire il controllo della minzione rappresenta un’esperienza importante, delicata e al tempo stesso complessa, in quanto il bambino, di fronte allo stimolo, deve imparare a mettere in atto una serie di azioni che lo porteranno a soddisfare il bisogno di evacuare. Molto spesso, infatti i bambini, pur di continuare a giocare, appena sentono lo stimolo preferiscono aspettare o vanno raramente in bagno, o ancora finiscono per urinarsi addosso, con l’effetto che non apprendono in modo efficace a controllare. Una volta imparato ciò, il bambino dovrà imparare a fare lo stesso durante la notte, ovvero dovrà trattenere fino al risveglio o viceversa alzarsi quando la vescica sarà piena per andare a fare la pipì. Lungo tutto questo percorso sarà fondamentale l’intervento delle figure di attaccamento, le quali dovranno accompagnare con pazienza e costanza il bambino, in primis ad imparare a controllare urina e feci, quindi a passare dal pannolino, alle mutandine e al vasino. Possibili cause dell’enuresi Le cause del disturbo sono da rintracciarsi in comportamenti non correttamente acquisiti entro il quarto anno di età. Forti pressioni da parte delle figure di accudimento o al contrario mancanza di impegno e attenzione nell’educazione alla minzione, per esempio, possono influenzare negativamente il raggiungimento del controllo. Più in generale, il disturbo si può presentare quando la vita del bambino subisce degli stravolgimenti ”emotivi” e vengono a mancare dei punti fermi e delle certezze che generano forte stress e ansia e che portano il bambino a una regressione. Le situazioni che possono influenzare l’insorgenza del disturbo possono essere ad esempio: la nascita di un fratellino o di una sorellina, l’ingresso a scuola, situazioni di separazione dei genitori, un trasloco, un’ospedalizzazione, etc. 21 psicologia Possibili forme di enuresi Possiamo distinguere diverse forme di enuresi e, se in alcune è possibile intervenire attraverso prescrizioni che possono essere date ai genitori, in altre risulta necessario intervenire per via farmacologica. Nello specifico, si parla di enuresi primaria, nei casi in cui il bambino non ha ancora acquisito il controllo della vescica, mentre siamo in presenza di una forma secondaria, quando il bambino, dopo che sono passati almeno sei mesi da quando ha sviluppato il controllo della pipì, torna a bagnare il letto. Un’altra distinzione va fatta tra enuresi diurna ed enuresi notturna. Nel primo caso, che solitamente si manifesta principalmente nel genere femminile, si ha difficoltà a controllare la vescica durante il giorno, mentre nel secondo caso, definita tale solo per bambini di età superiore ai 5 anni, la perdita di urina si manifesta durante la prima fase della notte e l’atto di urinare è accompagnato da un sogno in cui il bambino fa la “pipì a letto”. Esistono infine forme sintomatiche, come le infezioni urinarie, dove è possibile intervenire, con trattamenti farmacologici precisi e mirati. Strategie di intervento È possibile trattare il disturbo sia in termini farmacologici che comportamentali, attraverso l’utilizzo di interventi psicologici e psicoeducativi, volti da un lato ad individuare l’elemento di disagio del bambino e dall’altro fornendo indicazioni di comportamento più funzionali per affrontare il problema. In linea generale, a parte per le incontinenze notturne dovute a cause organiche, sarebbe preferibile evitare di ricorrere all’uso dei farmaci. Se si educa il bambino al controllo della minzione attraverso modalità ludiche, insieme a semplici accorgimenti, sarà possibile ridurre gli episodi fino a farli scomparire del tutto. Possiamo affermare che se il bambino acquisisce determinati comportamenti da mettere in atto nella gestione di questo aspetto, finirà con l’integrarlo nella sua routine quotidiana e a viverli in maniera spontanea. Nei casi più lievi, pertanto, è possibile 22 intervenire seguendo semplici procedure come quelle descritte di seguito, mentre nei casi in cui queste strategie non abbiano alcun effetto, potrebbe risultare opportuno intervenire con tecniche più approfondite, chiedendo l’aiuto di un esperto psicologo. Da 3 a 4 anni: impariamo giocando In questa fase di crescita è utile educare il bambino alla minzione facendo in modo che venga vissuta come un gioco, cercando insieme a lui i segnali di "bisogno" legati allo stimolo di urinare (es. gambe incrociate, compressione delle mani sul pube, ecc.) e al contempo evitando eccessive imposizioni o punizioni di fronte a disattenzioni o rifiuti, che possono ridurre l’autostima e rischiano di cronicizzare il problema; è utile, invece, rinforzare i successi. Curiosità Anche le “tecnologie” vanno incontro a questa tipologia di problema: un dispositivo con un particolare sistema di allarme è in grado di rilevare pochissime gocce di urina e di avvisare il bambino con un segnale acustico. Il piccolo in questo modo si abituerà ad andare in bagno ogni volta che lo riterrà opportuno. Casi di enuresi in età adolescenziale Un fenomeno poco conosciuto, ma non per questo poco diffuso, è quello dell’enuresi notturna in età adolescenziale. L’adolescenza rappresenta un’età molto delicata dal momento che il ragazzo/a deve affrontare una grande varietà di cambiamenti fisici e psicologici. Una volta esclusa una causa organica, è necessario adottare un atteggiamento comprensivo e non giudicante poichè un disturbo di questo tipo potrebbe influenzare negativamente il senso di autostima del giovane. In quest’ultimo caso, ma anche in tutte quelle situazioni in cui l’azione dei genitori non è in grado di sortire alcun effetto, potrebbe essere utile rivolgersi ad uno psicologo al fine di costruire un intervento ad hoc per la risoluzione del problema. Testo raccolto da Marina Dall’Olio PICCOLE SANE ABITUDINI PRIMA DI ANDARE A DORMIRE E’ importante partire da un concetto che può apparire banale, ma che risulta di fondamentale importanza: se la vescica è vuota, è impossibile andare incontro ad episodi di incontinenza notturna. Ciò significa che, se si vogliono ridurre tali episodi, è possibile adottare alcuni accorgimenti piuttosto semplici. Evitate di far bere troppi liquidi la sera. Fermo restando che è importante che il bambino beva, fate in modo che si abitui sin da piccolo a bere diverse volte nel corso di tutta la giornata, in modo tale che alla sera possa comunque diminuire la quantità di acqua o bevande da bere. Insegnate al bambino a fare la pipì più volte nel corso della giornata. La sera, create un momento rilassante da condividere con vostro figlio (leggere un libro, raccontare una storia, fare un puzzle…) che si concluda con la “tappa in bagno”. In questo modo, farete acquisire al bambino l’abitudine di andare a letto con la vescica vuota, senza che la viva come un’imposizione. In altri casi, invece, potrebbe essere utile accompagnare il bambino in bagno, ad un’ora ben precisa della notte. Se inizialmente potrà apparire come una pratica “difficile”, in realtà a lungo andare, il bambino apprenderà a riconoscere i “segnali” del proprio corpo a recarsi, dunque, in bagno autonomamente. ABBIAMO “CONGELATO” LO SCORRERE DEL TEMPO Direttamente dalla medicina estetica, quattro Concentrati Puri® disponibili nella versione dermocosmetica. Quattro attivi, Acido Ialuronico, Staminali*, Collagene, Vitamine A+C+E+F**, che contribuiscono a perfezionare la pelle del viso e che “congelano” l’invecchiamento cutaneo. Mirati e specifici trattamenti per ritrovare un aspetto più giovane e luminoso. ACIDO IALURONICO Antirughe, Idratante STAMINALI Rigenerante, Antietà COLLAGENE Antiage, Rassodante VITAMINE A+C+E+F Rivitalizzante, Illuminante Dermatologicamente e clinicamente testati. Senza parabeni, siliconi, profumi, PEGs (escluso Vitamine A+C+E+F), petrolati e oli minerali. Testati per il Nichel (contenuto inferiore a 0,0001%). *Attività antiossidante testata in vitro. **Test in vitro: attività rigenerante su Fibroblasti e Cheratinociti. I prodotti IncaRose li trovi in farmacia, parafarmacia ed erboristeria. DI-VA - Cinisello Balsamo (MI) - www.incarose.it Test clinici e strumentali condotti su 20 soggetti che hanno utilizzato i prodotti per 30 gg Z&S speciale Evviva i nonni Domenica Daniele Antonio Vita L a nostra società è diventata sempre più complessa; è cambiata sul piano economico e si sta modificando nella sua struttura interna. I rapporti interpersonali sono mutati. È in atto una vera e propria rivoluzione che sfocia per ora in situazioni interpersonali dure e aspre. Anche la famiglia ne risente negativamente sia nei rapporti tra i vari soggetti che la compongono, sia nella sua funzione di cura e protezione della prole. Il lavoro che i genitori devono svolgere fuori casa è cambiato, diventando giorno dopo giorno, meno sicuro. Spesso i genitori si devono adattare a lavori saltuari, instabili, sottopagati e insoddisfacenti. I guadagni si sono assottigliati, sono cresciute le preoccupazioni e permane uno stato d’incertezza sul futuro. Il gruppo familiare risente molto di questa precarietà del lavoro sia sul piano economico, sia nell’organizzazione e nella conduzione del nucleo familiare. In molte famiglie regnano nervosismo e pessimismo. Gli eventi causati dal lavoro vanno, spesso, a scapito dei legami familiari e dell’armonia tra i diversi membri della famiglia. La famiglia ha perso la solidità di affetti, la premurosa attenzione dei genitori verso i figli; pertanto, i bambini e gli adolescenti non si sentono più protetti e tutelati. La famiglia oggi, più che in passato, riscopre la figura dei nonni e in questo clima di incertezza e di precarietà, i nonni, assumono un ruolo sempre più importante e fondamentale. 25 speciale Il ruolo dei nonni Essere nonni oggi è diventato più difficile perché la famiglia e la società sono più complesse e articolate. È necessario pertanto che i nonni siano maggiormente preparati a svolgere questo ruolo indispensabile per la famiglia e per l’educazione dei propri nipoti. È opportuno quindi che essi siano pronti ad accogliere anche le novità sia sul piano della formazione, che su quello dell’educazione dei piccoli. In definitiva, se le risorse migliori e più importanti che la famiglia può trovare sono quelle che vengono offerte dai nonni, essi vanno aggiornati a svolgere questo deli- Nonni e nipoti tra storie, fiabe e … I nonni svolgono molte attività con i nipoti, come raccontare e inventare storie e fiabe. Lo sanno fare con un linguaggio accattivante e ci mettono l’anima nell’interpretare le emozioni e dare la carica emotiva che il racconto richiede e suggerisce. I nonni riescono ad amplificare le azioni e le avventure portandole in un clima di grande meraviglia che trasporta il bambino in un mondo pieno d’incanto. Il bambino, entrando in questo mondo incantato, riesce a “trasfigurare” i personaggi dei racconti da un punto di vista estetico, dei costumi e dei comportamenti. I nonni acquisiscono il potere di far lievitare gli stati emozionali dei piccoli; ma devono essere anche consapevoli di avere la responsabilità di non eccedere, di essere sobri nel parlare e tranquilli nel raccontare. Poichè sanno educare a un comportamento consono alle diverse situazioni, i bambini prestano molta attenzione alle parole dei nonni! Passando molto tempo in compagnia dei loro nipoti, i nonni devono favorire la produzione grafica dei bambini, di anno in anno, secondo le età, fornendo loro gli strumenti necessari: colori, pennarelli e matite, ecc. I bambini, attraverso il segno grafico, rappresentano il mondo esterno riproducendo la realtà e, contemporaneamente, interpretando il loro mondo interno esprimono i propri sentimenti ed emozioni. I bambini, nei disegni, usano colori ispirati 26 cato ruolo sussidiario (dei suggerimenti utili si possono scoprire nel volume “Diventare nonni è un evento straordinario - Consigli e risposte per vivere al meglio il rapporto con i propri nipoti” di cui siamo autori). I genitori lasciano volentieri i propri figli ai nonni perché sanno che questi sono affidabili, sicuri e hanno esperienza perché, a loro volta, sono stati genitori; sono dotati di buonsenso e l’età li ha resi maturi e saggi. I nonni sono anche prudenti, riescono a svolgere un’attività d’assistenza e di educazione e sono per i nipoti una presenza accogliente e giudiziosa. I nonni costituiscono anche un legame tra i vari membri della famiglia perché sono esempi di affetti solidi, inoltre … Possono disporre di tempo libero da dedicare ai piccoli non avendo più impegni lavorativi. Spesso sostengono la famiglia sul piano economico. Contribuiscono alla crescita dei loro nipoti attraverso l’esempio e l’educazione che sanno impartire. Sostituiscono i genitori quando questi sono assenti da casa per lavoro o altri impegni di gestione familiare. dal loro animo. Essi, spesso, attribuiscono agli oggetti dei colori strani e non appropriati (il cielo verde, l’albero rosso), ma riescono a mettere insieme, in modo armonioso, masse di colori che si richiamano e si attraggono come frasi musicali e strumenti della stessa orchestra. Questa capacità di “alterare” la realtà, rivela tutta la libertà espressiva e la capacità creativa del bambino che, al di là di una semplice lettura del mondo, procede verso una vera e propria trasfigurazione del reale con la capacità data dalla fantasia. Il disegno, quindi, assume una funzione molto importante perché, a questa età, può essere l’unico mezzo a disposizione del bambino per leggere e interpretare il mondo esterno e per raccontarlo. Il disegno è molto importante perché è anche terapeutico. Infatti, i disegni e i colori interpretano elementi interni dell’animo e i bambini, esprimendo e proiettando sulla carta i fatti e i racconti, esorcizzano gli elementi negativi che incutono timore e paura, ed esaltano quelli positivi, come gli affetti, i sentimenti e le emozioni. volte drammatica, a volte stupendamente incantevole del sogno; allora il racconto va integrato con il disegno, perché il bambino ha bisogno di materializzare e oggettivare quello che è un suo prodotto interno. Il racconto e il disegno sono necessari perché, così facendo, il bambino si libera dall’angoscia che il sogno gli ha procurato. Il sogno di per sé è catartico, ma spesso c’è necessità di farne partecipi gli altri. … sogni ! I sogni che il bambino fa, sono ancora più terapeutici dei disegni e delle narrazioni. I bambini amano raccontare i loro sogni e vanno ascoltati con serietà. È il bambino stesso a richiedere la presenza e l’attenzione dei genitori e, in loro assenza, dei nonni. A volte, però, per carenza di lessico, il linguaggio non è sufficiente a illuminare la scena, a speciale La campagna Laura (3 anni) Alcuni consigli “pratici” per tutti i nonni I nonni devono usare con i nipoti un linguaggio corretto e adeguato all’età. Inutile insegnare parole che per i bambini non hanno senso e che non possono acquistare significato perché i loro processi cognitivi non sono ancora adeguati. Tuttavia non devono usare neppure un “linguaggio bebè”. Devono stabilire con loro un rapporto tenero e amorevole e cercare di dare sempre una giusta spiegazione ai loro “perché”. Devono guidare i bambini verso l’osservazione degli oggetti, delle azioni e degli atteggiamenti degli altri e insegnare loro ad osservare la natura con i suoi colori e le sue manifestazioni. È noto che il bambino raggiunge una lateralizzazione verso i tre anni d’età; è opportuno quindi che, durante questo importante periodo di sviluppo, i nonni guidino prudentemente i nipoti. Non bisogna essere troppo arrendevoli di fronte ai loro capricci e alle loro insistenze. I nonni, come pure i genitori, devono saper dire anche "NO", “questa cosa non si può fare”, “non deve essere fatta, perché può nuocere a te e può nuocere anche ad altri”! Il bambino può essere attirato a fare cose inaccettabili. Occorre fermarlo, perché non è ancora pronto a percorrere la via dell’autodeterminazione. L’adulto deve portare il bambino a ragionare e spiegare perché alcune azioni non possono essere fatte. Quindi… Vanno impartite le regole dell’agire. I bambini devono apprendere le regole del fare indispensabili per acquisire la capacità di controllo dei loro comportamenti. Essi devono comprendere che la vita è regolata da norme che devono essere rispettate. È competenza dei genitori stabilire le norme generali dell’educazione e del comportamento dei propri figli. Il ruolo dei nonni è quello di applicare queste regole e norme e di farle rispettare. Come non commettere errori A volte, per il numero delle ore che trascorrono con i nipoti, molti nonni si sostituiscono (o sono costretti a farlo) all’attività educativa dei genitori. Si sentono parti in causa e finiscono per invadere spazio e competenze che a loro invece non spettano. Vi proponiamo dei suggerimenti utili per evi- tare alcuni errori frequenti…. Quando la mamma o il papà rimproverano il bambino, i nonni non devono intervenire. Non devono minimizzare il comportamento del bambino, assolvendone le azioni (“non è grave quello che ha fatto!”, “non ha fatto nulla di male!” A volte si sente qualche frase così…). La cosa migliore sarebbe quella di astenersi dall’intervenire e lasciare che i problemi siano affrontati dai genitori perché la presenza dei nonni potrebbe influire negativamente sul modo di correggere i piccoli. Se i nonni ritengono che l’atteggiamento dei genitori non sia stato consono al comportamento dei bambini, sarebbe opportuno discuterne, ma non in presenza dei piccoli. Non bisogna mai dare ordini opposti a quelli dati dai genitori usando frasi come “mamma non ci vede … non diciamo niente a mamma e papà… un po’ di cioccolato non ti può far male etc”... Intervenendo in questo modo, il bambino si abitua a mentire, ad infrangere le regole. Occorre ricordare che le regole da seguire devono essere stabilite dai genitori. Si sa che i nonni sono benevoli con i nipoti e qualche volta si lasciano sedurre dai piccoli. Tuttavia è opportuno che i nonni riferiscano sempre ai genitori, quando questi tornano dal lavoro, cosa è stato fatto, senza nascondere niente. Tutto questo va detto perché diversamente i bambini diventerebbero complici dei nonni, mentre la figura genitoriale ne uscirebbe molto sminuita e svalutata. I bambini, da zero a tre anni, rimangono molte ore con i nonni. Insieme giocano, 27 speciale Il mondo, Veronica (4 anni e mezzo) nua e pretende da sé sempre la perfezione o il massimo del risultato. Questa continua tensione è fonte di malessere e di agitazione per il bambino. I bambini a volte hanno bisogno di essere lasciati in pace. I nonni, benevolmente (o perché si preoccupano eccessivamente per i nipoti) peccano di un assiduo e asfissiante controllo, impedendo al bambino di sviluppare la propria autonomia, caratterizzata anche da una personale capacità creativa. Le caratteristiche psicologiche dei bambini, verso i tre anni, sono spesso tendenti verso forme più stabili: ad esempio, si può vedere già se il bambino tende ad essere introverso o estroverso, se è incline alla confusione o all’ordine. Tutti però vanno abituati ad avere dei momenti di “solitudine” durante i quali i bambini assumono atteggiamenti propri che alla presenza di adulti reprimono. Spesso una bambina può dire… “Nonna, voglio giocare un po’ da sola”. Il mito dei nonni I nonni per i nipoti sono delle persone “speciali”. Devono trasmettere calma e sicurezza, dare tranquillità e protezione. Rappresentano dei “miti viventi” per i bambini: viventi perché sono soggetti presenti sia nella loro coscienza, sia nella realtà. I bambini infatti hanno bisogno di miti per vivere una vita simbolica ed eroica. I miti, allontanati dall’insegnamento della Storia, e così lontani anche dalla vita interna dei bambini, reclamano 28 escono, parlano, mangiano. I nonni entrano così in simbiosi con i nipoti ed è difficile per i bambini passare da una situazione che si è stabilizzata per tutta la giornata a quella di dover andare a casa, cambiando luogo e situazioni. I nonni devono favorire questo passaggio, preparando il bambino ad accogliere i genitori quando questi ritornano dal lavoro. La sera, quindi, le attività devono progressivamente diminuire e devono essere sostituite con lavori meno coinvolgenti: ad esempio si dovrà preparare lo zainetto con tutti i lavori fatti durante la giornata (disegni, piccole costruzioni, lavori al pongo, ecc). Il bambino così si tranquillizza, sarà entusiasta di far vedere quello che ha preparato per mamma e papà. Non bisogna mai elogiare il bambino più del dovuto. I nonni, qualche volta, tendono a sopravvalutare le azioni dei nipoti come se fossero dei piccoli geni in crescita, mentre il più delle volte si tratta di azioni e comportamenti del tutto normali. Agendo in questo modo il bambino si abitua a quest’adulazione conti- Il prato, Veronica (4 anni e mezzo) spazi opportuni nell’animo dei piccoli. Non ci sono soggetti che oggi siano più credibili, più affidabili, più favolosi e straordinari e, quindi, più mitici dei nonni! Sono i nonni le persone più protettive, più amabili e più apprezzabili che popolano il grande e variegato mondo dei bambini in continua formazione e in costante e progressiva trasformazione. Testo raccolto da Marina Dall'Olio Antonio Vita, Psicologo e psicoterapeuta junghiano, autore di diversi scritti tra cui “Psicologia fino a sei anni” ed. dalla Casa Editrice EIT di Teramo. È coautore di “Diventare nonni è un evento straordinario” edito da Psiconline Editrice. Ha scritto anche su anoressia, autismo, processi cognitivi, fiabe, sogni, fantasia, Jung, miti, psicologia del bello. [email protected] www.psicovita.it. Per il libro “Diventare nonni è un evento straordinario” http:// www.psychostore.net/catalogo-completo.html Domenica Daniele, Insegnante, si occupa dei sogni dei bambini. È coautrice del libro “Diventare nonni è un evento straordinario”. Sintomi Influenzali “Ai primi sintomi, agisci subito! Aiuta tutti ad essere più forti dell’inverno” Quest’anno hai già pensato a proteggerti dai sintomi delle malattie da raffreddamento? Ci sono medicinali omeopatici che possono aiutare a proteggere l’organismo dall’influenza e dalle sindromi influenzali. Sono medicinali utilizzati con soddisfazione in tutto il mondo, da milioni di persone. Grazie alla loro specificità omeopatica, sono indicati per adulti, bambini e anziani. Sono semplici da usare, pratici e generalmente privi di effetti collaterali. Parlane con il tuo Medico e il tuo Farmacista, sapranno prescriverti e consigliarti i medicinali omeopatici adatti. Laboratoires Boiron, leader mondiale dell’omeopatia. www.boiron.it intervista a... Giuliana De Sio "Ridere mi aiuta a vivere meglio" Nata a Salerno nel ‘57, Giuliana De Sio arriva a Roma giovanissima dove con l’aiuto di Alessandro Haber si presenta ad alcuni provini per il cinema, la televisione e il teatro. Lavora con Marcello Mastroianni, Massimo Troisi, Francesco Nuti e tanti altri artisti fino a consolidare un successo che continua tuttora. Tanti anche i registi che l’hanno diretta da Petri, Odorisio, Ponzi a Ferrara, Lizzani, Monicelli. Nel 1983 con Io, Chiara e lo Scuro di Ponzi, vince il Nastro d'argento e il David di Donatello come migliore attrice protagonista. Giuliana De Sio ha dimostrato sempre una grande versatilità, interpretando ruoli divertenti e drammatici con eguale talento, alternando il grande schermo, al teatro, alla televisione. R itorna volentieri, a Salerno, dove è nata? Ad essere sincera non tanto spesso, sono luoghi che ormai appartengono al passato. Dove ha scelto di vivere ora? A Roma (zona Vaticano), quindi in pieno centro di una città parecchio caotica, ma solo per motivi professionali. Fosse per me starei sempre al mare… Il suo luogo ideale, quindi? Il mare, appunto, vorrei viverci tutti i giorni dell’anno. Il mio ideale sarebbe quello di trasferirmi a fine estate in una parte del globo dove l’estate invece comincia. Praticamente non vorrei più vivere l’inverno, che non sopporto più, e godermi sempre il sole, il caldo e il mare perchè mi fa stare bene. Ci sto pensando sempre più spesso e tra qualche anno chissà… potrei proprio fare questa scelta. 30 E il modo migliore per iniziare la giornata? Con tanta voglia di ridere, di qualcosa, di qualcuno o con qualcuno, ma ridere fa sicuramente bene a tutti e gli effetti si vedono subito. Il lavoro di attrice richiede molte energie,immagino, lei come gestisce stress e stanchezza? Per un’attrice le condizioni di lavoro possono essere molto differenti perché i ritmi del set e quelli del teatro sono completamente diversi. A teatro, ad esempio, si deve dare il massimo in meno di due ore, si vive sul filo del rasoio, tutto deve essere perfetto in diretta, la scena non si può certo ripete e il pubblico è lì pronto a giudicarti, quindi la tensione è sempre altissima. Sul set invece tutto scorre più lento perché si possono fare più riprese, ma il lavoro inizia al mattino presto fino a sera. Le giornate diventano davvero faticose e non c’è tempo per nient’altro. Ogni artista ha una propria strategia per affrontare il set o il palcoscenico, anche dal punto di vista fisico. Io, ad esempio, ho bisogno di dormire molto per recuperare l’energia necessaria e sentire meno la fatica, tant’è che il mio incubo peggiore è proprio quello di dover “girare” e recitare dopo una notte insonne! Le piacciono i centri di benessere, li frequenta? Ad essere sincera non vado pazza per questi centri, anche se ho amici che li frequentano per dimagrire o per massaggi di benessere o altro. Quando ci sono stata non ho percepito la sensazione di relax che mi aspettavo, anzi mi pareva tutto molto “medicalizzato” e un po’ noioso, quindi per ora mi prendo cura di me a casa mia… Mi piace molto fare sport, invece: fa bene alla forma fisica e migliora anche l’umore. È abituata a fare prevenzione? Qualcosa faccio, ma forse non quanto dovrei. Lo so che la prevenzione è molto importante perché la salute è un bene essenziale che va preservato. A volte però preferi- intervista a... sco non sapere troppo… Diciamo che sono poco disciplinata, ma cerco di fare i controlli di routine, quelli che tutti dovrebbero fare. In passato ho avuto seri problemi di salute che ho affrontato e risolto per fortuna senza diventare ipocondriaca. Cosa pensa dell’Omeopatia, l’ha usata o pensa di farlo? Non l’ho usata e penso che non sia nelle mie corde. Se ho un problema di salute mi affido alla medicina tradizionale. Cosa le piace portare in tavola: il cibo, ad esempio, deve essere bio o è sufficiente che sia buono? Per fortuna non sono io a fare la spesa. I miei acquisti non si potrebbero prendere ad esempio! Quando capita però non sono certo una persona che si fa condizionare troppo dal parere degli altri. Cerco una via di mezzo, di buon senso. Non è detto che tutto debba essere biologico per essere buono, secondo me. A quale piatto non rinuncerebbe mai? Ce ne sono alcuni che mi piacciono, comunque la pasta con i pomodorini freschi è semplice e sempre buona. Ama di più leggere o ascoltare musica? Adoro la musica, un ottimo modo per rilassarmi, soprattutto in questo periodo. Un programma Tv che le ricorda l’infanzia? Più che programma, una musichetta: Carosello per me e per quelli della mia generazione era un orario di riferimento, dopo c’era la nanna! Da uno a dieci quanto conta l’amicizia? Almeno dieci, non ho dubbi. E il denaro? Almeno nove. Che cos’è per lei la libertà? Essere liberi dal conformismo che ahimè alberga in ognuno di noi. Sembra una banalità, ma se ci pensiamo bene non lo è affatto. La sua paura più grande? La disoccupazione! E non è una battuta. Nel nostro mondo lavorare non è mai scontato e non esistono tutele. Quindi è legittimo avere dei timori… Un pregio e un difetto del suo carattere? Un pregio è sicuramente quello di aver lavorato tanto su me stessa per riuscire a mettere un muro, in alcune situazioni, tra me e certe visioni del mondo e della vita, imparando ad essere meno impulsiva, ad esempio. Chi mi conosce da anni ha notato il lavoro certosino che mi sono imposta e che a volte diventa un difetto perché non sono più capace di forti prese di posizione come dieci o vent’anni fa. Come reagisce di fronte a chi non la rispetta? Finisco per rimetterci io… Nel senso che davanti a certi atteggiamenti negativi bisognerebbe rispondere tono su tono e diventare altrettanto maleducati, volgari o altro. Poiché non sono incline a questo, finisco per tenermi tutto dentro e farmi del male da sola. Se non avesse fatto l’attrice… Spesso dico che il nostro mestiere è mal percepito, specie nel nostro Paese, perché ritenuto superfluo o futile. Non si tiene conto della vera professionalità in troppi casi e molti credono che sia una questione più di fortuna che di talento. Niente di più sbagliato, ma è un dato di fatto. Ho sempre immaginato per me una professione che mi mettesse in contatto con la gente, come quella del medico, ad esempio, che sa aiutare nei momenti più difficili della vita, quando c’è dolore. Non so se sarei stata portata per fare questo, ma mi sarebbe piaciuto. Ha rimpianti per un’occasione o un ruolo che si è fatta sfuggire? Non esattamente. Diciamo che ho dispiacere per certi copioni che non mi sono stati proposti. Tra quelli ricevuti credo di avere scelto abbastanza bene. Desidera ringraziare qualcuno per averla aiutata nel lavoro? Il mio è sempre stato un percorso abbastanza difficoltoso perché sono esigente con gli altri e con me stessa. Sicuramente il primo regista che mi ha scelta ad un provino vedendo in me la voglia di fare, la caparbietà e perché no, il potenziale talento, devo riconoscerlo, mi ha dato una grande opportunità e si merita un grazie. Ma una carriera artistica sia crea studiando, lavorando e con molto impegno, credendo in sé, più che appoggiandosi agli altri. Televisione o teatro: dove possiamo ammirarla? Senz’altro a teatro con “Notturno di donna con ospiti”, una piece teatrale del 1983 di Annibale Ruccello. Siamo in tournée, in giro per l’Italia, fino a fine gennaio. Infine, cosa pensa del nostro Paese: è ottimista, oppure teme che il periodo peggiore non sia ancora passato? Non sono per niente ottimista, almeno nel breve periodo. La crisi complessiva che ci sta travolgendo temo durerà ancora molto perché è trasversale e ogni settore ne è colpito, e non è solo un fatto economico, ma anche di valori e questioni sociali. Vorrei credere in un cambiamento radicale e nelle buone intenzioni ma, per ora, preferisco non illudermi. Testo raccolto da Marina Dall'Olio 31 MADE in ITALY neurologia CEFALEA del fine settimana “weekend headache” (wh) Dott. Giuseppe Samoggia Specialista in Neurologia AUSL Bologna L a ricorrenza periodica di cefalea nelle giornate di riposo è clinicamente riconosciuta ormai da molto tempo ed è stata descritta in studi approfonditi condotti da Centri specializzati fin dal 1980. L’origine e la causa della ricorrenza è stata individuata nella diminuzione dello stress lavorativo vissuto nell’arco della settimana e legato all’impegno nell’attività e all’incapacità di adattamento alla situazione di rilassamento. Questa sembra potenzialmente correlata ad un eccesso di coinvolgimento emozionale proprio di personalità che nascondono tratti depressivi non conclamati, definiti “sottosoglia”. L’intrattenimento in occupazioni ludiche e la loro continuazione durante le ore notturne, il successivo risveglio mattutino tardivo con abituale prolungamento delle ore di sonno mattutino son causa di una alterazione del ritmo sonno-veglia e si sono rivelati fattori di scatenamento della cefalea. Quante persone soffrono di wh Una statistica stima che l’incidenza sia di circa il 20% fra i soggetti affetti da emicrania e da cefalea tensiva. Le caratteristiche del disturbo definito come “weekend headache” sono sovrapponibili a quelle della cefalea primaria, in particolare per i seguenti quadri clinici: 1) emicrania senz’aura, con dolore unilaterale di intensità media o severa, pulsante, di durata variabile da 4 a 72 ore, accompagnato da nausea e/o fotofobia, aggravato dall’attività fisica 2) cefalea tensiva episodica, con dolore bilaterale, non pulsante, di intensità lieve-moderata, di durata compresa fra 30 minuti e 7 giorni, non associata a nausea o fotofobia né accentuata dall’attività fisica. Alcuni elementi di tipizzazione sono stati statisticamente provati in maniera comparativa fra la ricorrenza nel weekend e al di fuori di questo già alla fine degli anni ’90. L’emicrania senz’aura nella “weekend headache” è presente nel 31,2% di tutti i casi di emicrania. Il rapporto maschi/femmine rimane pressocchè invariato di 1:3, ma con prevalenza per il sesso maschile di alcune specificità: età media di inizio più avanzata; dolore più spesso unilaterale; intensità del dolore maggiore; aggravamento con l’attività fisica; fotofobia e nausea; esordio al risveglio; familiarità più frequente Nel sesso femminile prevale il dolore pulsante e minore è l’intolleranza al rumore (fonofobia) La cefalea tensiva episodica si mostra favorita nel weekend nel 17% dei casi affetti e presenta caratteri differenti: maggior frequenza negli uomini con proporzione maschi/femmine invertita rispetto agli episodi extra weekend, 33,3 / 12,0% 21,4 / 78,6%; intensità del dolore più severo, specie nelle donne; maggior frequenza di fotofobia negli uomini; familiarità meno comune; minore frequenza al risveglio nelle donne; minore incidenza durante il ciclo mestruale. L’insorgenza nel fine settimana si rivela fattore aggravante gli attacchi in soggetti che ne sono affetti anche negli altri giorni della settimana, oltre che nella forma di cefalea ricorrente soltanto o prevalentemente in tale periodo. Si conclude che la cefalea del weekend … esiste sia come forma predominante che come esacerbante gli attacchi in soggetti cefalagici; si osserva non solo nell’emicrania, ma anche nella cefalea tensiva; non è un’entità clinica indipendente, ma mostra caratteri distintivi; può essere un fattore di scatenamento dell’emicrania; assume un ruolo preminente nella cefalea tensiva; colpisce più gli uomini delle donne nella forma tensiva; ha prevalenza di sintomi differenti in rapporto agli emicranici in generale. Tuttavia, recentemente tali dati sono stati messi in discussione da alcuni Autori, in particolare per la maggior incidenza negli ultimi giorni della settimana rispetto alla domenica. L’assenza di particolarità incontestabilmente definite non ha permesso l’introduzione specifica di tale forma di cefalea nella III edizione della classificazione della International Headache Society del 2013. La terapia è simile a quella per gli episodi esterni al fine settimana ed è basata su farmaci anti-infiammatori non steroidei della categoria dei FANS e sui triptani in monoterapia o in combinazione. L’efficacia maggiore è stata provata, in maniera comparativa rispetto al naprossene (FANS), con l’utilizzo del frovatriptan; quest’ultimo, un triptano specifico per l’emicrania, è risultato il più indicato in monoterapia per la persistenza di azione e la lunga emivita. Queste prerogative ne giustificano anche l’impiego preventivo a breve termine, cioè nella fase immediatamente precedente i giorni di scatenamento. Nei casi con dolore più intenso, una migliore risposta è stata osservata con l’uso in associazione di un altro triptano, il sumatriptan anche a basse dosi (50 mg) e naprossene 500 mg. (L’Autore dichiara l’assenza di conflitti di interesse in questo scritto). 33 Problemi articolari? Leni COMPLEX TM n a a v t i u t rale a n r e t l L’a Disponibile in: Compresse Gel www.specchiasol.it - seguici su: IN FARMACIA, PARAFARMACIA ED ERBORISTERIA ginecologia Quando è colpa Dott.ssa Fiammetta Trallo Specialista in Ginecologia e Ostetricia (Bologna) degli ormoni… “La Donna è Mobile” … recita la famosa aria del Rigoletto dove la donna è vista come “piuma al vento”, suscettibile di cambiamenti tanto nei pensieri, quanto nelle parole al primo mutare dell'umore e del corso degli eventi. I n realtà è tutta colpa degli ormoni. Si chiamano Estradiolo (E) e Progesterone (P) e a differenza del Testosterone, l’ormone maschile dall’andamento tendenzialmente stabile, sono fluttuanti proprio come piume al vento. Infatti la loro produzione varia nel corso della vita determinando tre periodi importanti: pubertà, fertilità e menopausa. E & P... Gli ormoni aumentano in modo esponenziale in gravidanza e sono alla base della ritmicità del ciclo mestruale, influenzandone le caratteristiche stesse: ritmo, quantità e durata. E e P sono prodotti dalle ovaia sotto lo stimolo dell’ipofisi, una ghiandola che si trova nella sella turcica del cranio dietro l’osso nasale. L’ipofisi è a sua volta sotto il controllo dell’ipotalamo, una zona del cervello inserita nel contesto del lobo frontale, ovvero in quella parte di materia grigia cerebrale che controlla le emotività e le affettività. Questo è il motivo per cui tutte le situazioni emotivamente negative o fortemente stressanti creano alterazioni della produzione ormonale e di conseguenza del ciclo mestruale. Nello stesso tempo, come effetto boomerang, le variazioni ormonali influenzano l’andamento delle manifestazioni umorali femminili sin dagli albori dell’umanità. Tutto il corteo sintomatologico della sindrome premestuale, mestruazione, gravidanza, allattamento e fase pre e post-menopausale sono i periodi nella vita di una donna in cui il “rendimento” può non essere al massimo delle proprie capacità individuali, proprio per il fluttuare degli ormoni. Attualmente abbiamo a disposizione diversi rimedi farmacologici e naturali per contrastare gli aspetti negativi della defaiance femminile, ma in un passato, nemmeno troppo remoto, non era così e la donna, tranne in alcune eccezioni, non è mai stata investita di ruoli importanti e duraturi proprio per la consapevolezza del suo mutare umorale. Ecco perché la donna è sempre stata considerata mobile e di conseguenza inaffidabile, dal genere maschile, se non per occuparsi di ruoli umili e di normale routine. Il ciclo mestruale Molte donne sono convinte di avere una piena conoscenza del funzionamento del proprio ciclo e delle sue variazioni e di sapere, ad esempio, quali sono i giorni fertili per tentare di avere un bambino o al contrario, stare più “attente” per evitare una gravidanza indesiderata. In realtà non è sempre così semplice e noi ginecologi ci troviamo spesso di fronte a donne che a tal riguardo hanno idee piuttosto confuse... 35 ginecologia Frequente è la telefonata della donna, in evidente affanno, che chiede al suo Specialista: “Dottore/Dottoressa, sono molto preoccupata perché questo mese ho avuto il ciclo due volte, l’1 e il 29”. Cerchiamo allora di fare un po' di chiarezza! Il primo giorno di mestruazione segna la fine del precedente ciclo e l’inizio di uno nuovo. Pertanto, se viene consigliato di eseguire un determinato esame il 5° giorno del ciclo, e il flusso è comparso, ad esempio, di venerdì, l’esame andrà eseguito il martedì successi- vo. Il ciclo mestruale è considerato regolare quando ha una cadenza di 28 giorni (come la luna). Variazioni di pochi giorni, in più o in meno, sono considerate normali. La mestruazione, se in ritardo, crea un misto di emozioni diverse nella donna, a seconda dell’età e del suo desiderio di gravidanza. Per chi desidera diventare madre, anche il ritardo di un solo giorno genera aspettative di grande felicità, ma per chi non lo desidera diventa motivo di preoccupazione. Per le over 40, invece, spesso si aggiunge la paura di essere vicine alla tanto temuta menopausa. Anche nelle donne che fanno uso della pillola, un eventuale ritardo mestruale genera un vero e proprio panico. Dopo il primo mese di assunzione il flusso può non comparire o essere molto scarso, soprattutto se si è verificato lo spotting (piccole perdite uterine) e alla sospensione la prima mestruazione spontanea può essere irregolare e in ritardo, soprattutto se la donna aveva già cicli irregolari prima di cominciare l’assunzione della pillola. Lo stress e la dieta Anche l'alimentazione ha un suo ruolo in questo campo. L'inizio di una dieta molto restrittiva o un rapido calo di peso, come accade alle ragazze anoressiche, quando viene a mancare l'apporto dei nutrienti fondamentali, genera una situazione di stress tale per cui l'organismo deve risparmiare energia, e lo fa a discapito dell’apparato riproduttivo in quanto il blocco di altre funzioni come quella respiratoria, cerebrale o digestiva compro- metterebbero inesorabilmente l’organismo stesso. Per questa ragione gli animali nati liberi e successivamente costretti a vivere in gabbia, dal passerotto al leopardo, non si riproducono. La loro vita subisce uno stress tale da comprometterne la fertilità. Le donne e anche gli uomini detenuti per lunghi periodi vanno rispettivamente in amenorrea e azoospermia (infatti, nei campi di concentramento accadeva proprio questo). L’ovulazione ventuale uovo fecondato, ma se l’embrione non arriva il valore di E e P scende e compare la mestruazione dopo un periodo di 14 +/- 2 giorni dall’avvenuta ovulazione. Per cui se la fase pre-ovulatoria ogni tanto è un po’ ballerina, quella post ha una durata predefinita. Ogni mese un nuovo ciclo ricomincia e anche una nuova avventura perché non tutti i mesi le uova sono buone per essere fecondate. L’ovocita maturo, una volta espulso dall’ovaio, entra nella tuba e vive 24 ore, mentre gli spermatozoi vivono dai 3 ai 5 giorni. Per questo il periodo fertile di una donna inizia qualche giorno prima dell’ovulazione. Durante la pubertà e nella premenopausa il ciclo è meno regolare perché le uova prodotte sono o troppo immature prima o troppo vecchie dopo, motivo per cui è più difficile ottenere una gravidanza. Il rischio di una gravidanza spontanea dopo i 45 anni è quasi inesistente, anche se molte donne non sanno che quelle famose, se sono diventate madri in tarda età, è perché hanno fatto ricorso alla fecondazione assistita e in particolare all’eterologa (donazione di cellule uovo). Il proverbio, infatti, dice che… gallina vecchia fa buon brodo, ma non buone uova! L'onnipotente stress è sicuramente una tra le cause più comuni che generano il ritardo mestruale. Le sostanze ormonali prodotte in questa fase (ed è sempre colpa degli ormoni) possono interferire con gli ormoni femminili causando un ritardo dell'ovulazione e di conseguenza del ciclo, e nei casi più gravi portare all’amenorrea, ovvero all’assenza totale di flusso mestruale. Altra cosa che molte donne non sanno è che il ritardo mestruale, in assenza di gravidanza, dipende da un ritardo dell’ovulazione. L’ipofisi produce due sostanze: l’FSH induce la maturazione del follicolo che contiene l’ovocita, mentre l’LH favorisce la rottura del follicolo e la fuoriuscita della cellula uovo matura. In questa fase l’Estradiolo (E) cresce, mentre il Progesterone (P) è scarsamente prodotto. Il suo valore aumenta in modo esponenziale insieme all’E subito dopo l’ovulazione, in quanto la sua principale funzione è quella di preparare l’endometrio, la mucosa che riveste la cavità dell’utero, ad accogliere l’e- 36 Testo raccolto da Marina Dall’Olio L’EFFICACIA ANTI-FORFORA e in più la bellezza INNOVAZIONE EFFICACIA MISURATA IN 2 SETTIMANE* L’ E N E R G I A D E L L A N AT U R A PHYTOSQUAM INTENSE SHAMPOO TRATTANTE ANTI-FORFORA INTENSIVO DOPPIA EFFICACIA PER QUESTO NUOVO SHAMPOO TRATTANTE CONCENTRATO IN ATTIVI DI ORIGINE NATURALE. 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Fabrizio Cecaro Cardiologo [email protected] L e cardiomiopatie costituiscono un gruppo eterogeneo di patologie che affliggono il muscolo cardiaco. Hanno una notevole rilevanza per due motivi: per prima cosa perché il cuore è un muscolo che ha la funzione di pompare sangue a tutti gli organi, garantendone il funzionamento. E’ facile pertanto immaginare che un problema strutturale di questo possa causare una inefficienza nella sua funzione, con conseguente sofferenza degli organi, esitando in una condizione detta “scompenso o insufficienza cardiaca”. L’altra ragione per cui le cardiomiopatie sono estremamente importanti è che sono patologie conseguenti a mutazioni del DNA: ovvero possono essere condizioni ereditarie, trasmissibili geneticamente. La loro diffusione, nella popolazione generale, è inoltre piuttosto alta, tanto per fare un esempio, una persona ogni 500 ha una mutazione per il gene responsabile della cardiomiopatia ipertrofica, una delle cardiomiopatie più diffuse, caratterizzata dall’inspessimento patologico del muscolo cardiaco, il quale – apparendo molto più “muscoloso” di quanto dovrebbe essere – assomiglia un po’ al fisico di un body builder professionista. Quante sono Molte ed eterogenee: questo riflette il fatto che, nonostante i progressi della ricerca, la loro classificazione è complessa e in continua evoluzione. Possono sommariamente essere divise in primitive, ovvero interessare solo il cuore - dividendosi in cardiomiopatia ipertrofica, dilatativa, aritmogena del ventricolo destro e restrittiva - o possono invece far parte di una malattia più generale che colpisce altri organi, avendo il cuore tra i suoi bersagli. La lista di tali malattie è piuttosto lunga, comprendendo malattie infiammatorie/autoimmuni, neurodegenerative, le distrofie muscolari, le forme para-infettive ovvero le miocarditi o quelle legate a farmaci tossici o a pregressa radio/chemioterapia. Di questo gruppo fanno anche parte le cardiomiopatie infiltrative, ovvero l’amiloidosi cardiaca, la malattia di Anderson-Fabry e l’emosiderosi cardiaca. Diagnosi: decisamente non elementare, Watson! E’ cruciale, quando si inizia il processo di diagnosi di cardiomiopatia, porre attenzione ai dettagli. Con l’attitudine di un detective, occorre sempre tenere a mente che anche i più piccoli e apparentemente insignificanti particolari contano. Si inizia con l’anamnesi, ovvero con il colloquio con il Paziente. E’ fondamentale in prima istanza conoscere se un famigliare è deceduto improvvisamente e rapidamente, senza “apparente ragione”, ricorrendo spesso queste condizioni nella famiglia. Vanno inoltre valorizzati eventuali sintomi tra cui la fatica del respiro, il dolore toracico e il cardiopalmo, ovvero la sensazione di battito irregolare e/o più veloce del solito. Particolare attenzione va posta a eventuali episodi di perdita di coscienza, specialmente se occorsa durante sforzo. Naturalmente per indirizzare il cardiologodetective nella diagnosi, occorre effettuare alcuni esami onde ottenere maggiori informazioni. 39 cardiologia Sono imprescindibili, l’elettrocardiogramma, l’ecocardiogramma e, spesso, il monitoraggio Holter ECG. La risonanza magnetica, in particolare mediante l’utilizzo di uno speciale mezzo di contrasto, consente di individuare aree “non normali” di muscolo cardiaco, fornendo ulteriori indizi nel raggiungimento della diagnosi. Sempre più spesso - di pari passo con l’aumento della conoscenza delle mutazioni che sottendono le cardiomiopatie - si rendono disponibili analisi genetiche. Queste possono essere utili sia nel confermare la diagnosi sia - una volta identificata la mutazione nell’effettuare uno screening familiare, ovvero verificare se ci sono altri membri della famiglia affetti dalla stessa patologia. Cuore da atleta o cuore malato? Purtroppo, a volte ci capita di assistere o di leggere di giovani atleti deceduti improvvisamente sui campi sportivi. Eventi drammatici perché completamente inattesi, perché spesso “di fronte alle telecamere” e perché colpiscono individui apparentemente sani, sottoposti a visite medico-sportive. Nella maggior parte dei casi la loro morte é dovuta proprio a cardiomiopatie, a volte in fase iniziale, ovvero non producente segni clinici caratteristici; altre volte questa è conseguente a forme particolarmente aggressive, della patologia, che esordiscono direttamente con aritmie maligne, la più temibile delle quali è la fibrillazione ventricolare. Questa aritmia – un po’ come un crampo che colpisce un muscolo – causa l’impossibilità da parte del cuore a contrarsi normalmente, conducendo a morte in pochissimi minuti. Unica terapia efficace nel ripristinare il regolare ritmo cardiaco è l’utilizzo di un defibrillatore, preceduto - nell’attesa che questo venga utilizzato - dal massaggio cardiaco onde garantire un minimo di flusso sanguigno agli organi, soprattutto al cervello. Cura, o meglio, cure… L’eterogeneità delle cardiomiopatie riflette anche l’approccio terapeutico. Questo spazia da farmacologico “mirato”, attraverso farmaci in grado di sopperire alla mancanza di enzimi (es. malattia di Anderson-Fabry), a farmacologico “generale” attraverso farmaci che tendono a ritardare la progressione della patologia e le sue complicanze, sino a quello interventistico. Procedure come l’ablazione, l’impianto di defibrillatore per prevenire le complicanze aritmiche di alcune cardiomiopatie, o l’impianto di un pacemaker speciale (detto biventricolare) utile a “resincronizzare” il cuore, stimolandolo a battere con maggiore forza, sono utili a controllare i sintomi e pro- 40 lungare - sempre più spesso sensibilmente la vita del Paziente. Nei casi più avanzati, l'unica cura possibile è il trapianto di cuore; a volte preceduta dall’impianto di sistemi di assistenza ventricolare meccanica, ovvero cuori artificiali, finché un cuore “compatibile” si rende disponibile. Massaggio cardiaco e defibrillatore: ogni secondo è importante! A volte le cardiomiopatie vengono diagnosticate successivamente ad un improvviso, a ciel sereno, arresto cardiaco. Tutti dovrebbero essere in grado di effettuare un efficace massaggio cardiaco che sia in grado di mantenere in vita il Paziente sino all’arrivo dell’ambulanza. Occorre tenere presente che dopo circa 2-3 minuti di assenza di battito cardiaco efficace, le cellule del cervello iniziano a morire. Defibrillatori automatici, sempre più spesso disponibili nei centri commerciali e nei campi sportivi, mettono in condizione anche i non-sanitari di effettuare il giusto trattamento, riducendo sensibilmente le complicanze e la mortalità. Nuove frontiere terapeutiche Al momento per la terapia delle cardiomiopatie vengono utilizzati farmaci non-specifici; in pratica nella maggioranza dei casi gli stessi che si utilizzano in caso di infarto. Sono però in fase di studio avanzato - sebbene al momento solo su modelli animali - farmaci “intelligenti” in grado di agire a livello specificatamente molecolare, ripristinando in parte o del tutto la normale architettura del cuore. I risultati sembrano essere molto promettenti e non è escluso che nei prossimi 2-3 anni questi possano essere sperimentati anche su Pazienti. Testo raccolto da Marina Dall’Olio Cardiologo e Dottore di Ricerca in Fisiopatologia dello Scompenso Cardiaco, Fabrizio Cecaro, lavora in qualità di Cardiomyopathy Clinical Research Fellow all’Heart Hospital di Londra, uno dei centri più grandi al mondo per la diagnosi e la cura delle cardiomiopatie. 14 20 14 TÀ 20 VI TÀ NO VI NO Acidità e reflusso? Acidità e refl usso? Spegni il bruciore ma non lo stomaco Spegni il bruciore ma non lo stomaco Protegge la mucosa contrastando il bruciore Protegge la mucosa contrastando il bruciore COMPRESSE MASTICABILI senza glutine gluten free NeoBianacid acidità e reflusso • è indicato per il trattamento delle problematiche connesse all’acidità quali reflusso gastro-esofageo, gastrite e difficoltà di digestione • contrasta rapidamente bruciore, dolore e senso di pesantezza con un’azione protettiva su stomaco ed esofago che non altera le fisiologiche funzioni digestive • è adatto anche in gravidanza, allattamento e nei bambini dai 6 anni di età CON INGREDIENTI DA AGRICOLTURA BIOLOGICA COMPRESSE MASTICABILI In farmacia, parafarmacia ed erboristeria. SONO DISPOSITIVI MEDICI idità e refl usso senza glutine gluten free 0373 Leggere attentamente le avvertenze e le istruzioni per l’uso. rattamentoAut.delle problematiche Min del 09/05/2014 tà quali reflusso gastro-esofageo, à di digestione CON INGREDIENTI DA AGRICOLTURA BIOLOGICA INNOVAZIONE PER LA SALUTE www.aboca.com associazioni Il “caregiver familiare” quando c’è un malato di Alzheimer L'ARAD Onlus - Associazione Ricerca e Assistenza Demenze - è nata a Bologna nel 1990 su iniziativa e per illuminante intuizione del Prof. Francesco Cavazzuti, uno dei padri fondatori della Geriatria italiana. Cavazzuti analizzando i malati affetti da Alzheimer intuì che l'invecchiamento della popolazione, per la riduzione delle nascite e in gran parte per la riduzione della mortalità, avrebbe portato un aumento di questa come di tante altre patologie cronico-degenerative. Si rese subito conto, antipando i tempi della crisi economica, che la scarsità delle risorse finanziarie della Sanità rendeva necessario affiancare alle Istituzioni pubbliche un'Associazione privata di supporto assistenziale. Riunendo un gruppo di medici specialisti, rappresentanti della società civile e familiari dette inizio all'ARAD. All'epoca della costituzione l'ARAD avrebbe dovuto in primis perseguire la ricerca scientifica oltre che l'assistenza ai malati di Alzheimer e ai loro familiari. Nel 1996, in collaborazione con l'Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Bologna, l’ARAD condusse una ricerca epidemiologica sulla popolazione over 65 residente a Bologna, città con una popolazione anziana tra le più numerose d'Europa. Il risultato fu che Bologna presentava un rischio superiore alla media nazionale (del 6-8%), ovvero circa 8000 cittadini erano a rischio di ammalarsi di Alzheimer. La presenza sul territorio ARAD Onlus è affiliata all'Alzheimer Italia di Milano e da quest'anno ha una partnership con Alzheimer Uniti di Roma ed altre Associazioni di volontariato della Regione Lazio. Il 21 settembre è stata la "Giornata Mondiale Alzheimer" e per sensibilizzare l'opinione pubblica al problema gravissimo di tale malattia l'ARAD, come sempre, ha organizzato a Bologna la relativa celebrazione dedicandola quest’anno alla formazione degli operatori. ottenere informazioni sulle attività dell’ARAD stessa e sulla rete dei servizi esistenti sul territorio. L’associazione prevede, inoltre, molteplici e variegate attività socio-sanitarie: - assistenza domiciliare da parte di volontari in virtù della convenzione con l'AUSER, associazione di volontariato e promozione sociale tesa a valorizzare gli anziani e a far crescere il loro ruolo attivo nella società; visite mediche domiciliari per persone non deambulanti; supporto psicologico individuale e di gruppo per i familiari; corsi di informazione-formazione per familiari; gruppo di auto-mutuo-aiuto per i familiari; consulenza legale per la nomina di un amministratore di sostegno; corsi per volontari, corsi di allenamento della memoria e corsi per operatori socio-sanitari; laboratori di animazione e di stimolazione cognitiva per i malati. Un importante progetto Nel marzo 2014 la Regione Emilia Romagna ha approvato la prima legge italiana per il riconoscimento e supporto dei “caregiver familiari” ovvero coniugi, parenti e amici che si fanno carico della cura dei loro cari malati. Nel futuro prossimo il valore economico del loro lavoro coprirà dal 50 al 90% dell’ipotetico costo totale dell’assistenza. Esperienza affettiva importante, ma anche carico di costi umani e personali molto alti in particolare per le donne, con possibili ricadute su salute, stato economico, lavoro retribuito. ARAD Onlus sarà l’Associazione di volontariato ufficiale designata ad espletare, in esecuzione di detta legge, corsi di formazione e informazione per familiari e operatori sociosanitari. Per altre informazioni, www.alzheimeremiliaromagna.org. Cosa fa l’ARAD Il giornalino pubblicato con cadenza quadrimestrale, a disposizione di affiliati e operatori del settore, raccoglie la sintesi di tutte le attività e manifestazioni effettuate e informa gli associati di eventuali novità in campo socio-sanitario relative alla malattia e all'assistenza. Non solo, altro aspetto fondamentale dell'attività è il punto di ascolto telefonico, molto utilizzato dai cittadini per 43 oculistica Miodesopsie Un nuovo laser per trattare le cosiddette “mosche volanti” Dott. Carlo Orione Oculista, Chirurgo Oculare e Oftalmoplastico www.orioneye.com [email protected] A l Dott. Carlo Orione, pioniere nell'utilizzo di questa metodica, abbiamo chiesto di spiegarci che cosa sono le Miodesopsie e soprattutto come si possono trattare… Le Miodesopsie sono un disturbo visivo che provoca la visualizzazione di opacità, più o meno grandi, singole o multiple, che fluttuano davanti agli occhi oscurandone parzialmente la visione. Queste macchie, dette anche “mosche volanti”o “Floaters” o “Corpi Mobili Vitreali (CMV)”che si formano per la degenerazione di una struttura di consistenza gelatinosa, presente all'interno dell’occhio (il Vitreo) sono composte soprattutto da collagene o fibrina. In alcune persone sono piccole da non arrecare fastidi visivi, in altre invece possono causare un grave disturbo nella visione e, se non sono localizzate troppo vicino ad altre strutture oculari, come la retina e il cristallino, un laser può vaporizzare o frantumare, queste formazioni, in corpi mobili più piccoli e meno evidenti o farli spostare in una zona fuori dell'area visiva centrale. mi, diete molto aggressive, stress fisico o per cause ancora sconosciute, queste fibre vengono in contatto tra loro diventando visibili come “mosche” che fluttuano negli occhi. In certi casi si ha un vero e proprio distacco posteriore del vitreo (DPV) in cui la parte di sostanza ialina, che lo teneva attaccato alla retina, fluttua in maniera molto evidente, nel nostro campo visivo, come un grosso anello chiamato “Weiss ring”. Il disturbo diventa più evidente quando si guarda in controluce una superficie chiara (come il mare o il cielo), ma può succedere anche fissando il computer o guidando l'automobile. Questi episodi possono limitare la capacità lavorativa di chi è affetto da Miodesopsie. Si possono curare? Una tecnica chirurgica che può risolvere questo problema è la Vitrectomia, ma con questa procedura (che non è scevra da rischi quali emorragie, rotture o distacchi di retina) dopo l’intervento, l'insorgenza di una cataratta è molto frequente. Il trattamento con lo Yag Laser è attualmente il trattamento di scelta, quando questi corpi sono visibili e distanti dalla retina e dal cristallino. Perché si formano? Il Corpo Vitreo si trova nella parte posteriore dell'occhio, dietro al cristallino e attaccato alla retina. É formato per il 99% da acqua e per il restante 1% da fibre ialine e collagene disposte in modo parallelo tra loro e, per questo, non visibili. In seguito alla fisiologica disidratazione senile, ma anche dopo trau- 45 oculistica Si praticano principalmente 3 tecniche: la vaporizzazione, la delocalizzazione e l'assottigliamento. La vaporizzazione consiste nel colpire direttamente le fibrille che formano i corpi mobili con il laser trasformandoli in gas. Nel distacco posteriore di Vitreo, si ha un anello di natura ialina che risponde molto bene a questo trattamento. La delocalizzazione si effettua tagliando superiormente i sottili filamenti che tengono in posizione il floater, questo cade in basso e non interferisce più nella visione. L'assottigliamento, invece, si pratica quando i floaters sono multipli, fibrosi e più difficili da vaporizzare. Si possono evidenziare anche un centinaio di corpi mobili. Non potendo effettuare un così elevato numero di spots, per non surriscaldare troppo il vitreo, si cerca di diradarli. Che tipo di Laser si utilizza?. Da un anno, per la cura delle “mosche volanti”, è disponibile il nuovo Yag Laser che, utilizzando la metà della potenza rispetto ai vecchi laser, permette di ridurre il rischio di eventuali complicanze garantendo, inoltre, una miglior precisione in quanto ideato e costruito per questo scopo. Tra le principali caratteristiche di questa nuova tecnologia possiamo citare le seguenti: permette di ottenere la stessa onda d'urto Il Dottor Carlo Orione con il Dottor Scott Geller in Florida a tarare il laser per le Miodesopsie 46 sul floater con livelli di energia più bassi e con meno colpi rispetto ad altri sistemi; il singolare profilo del Fascio Gaussiano e il tempo di salita veloce consentono di tagliare e vaporizzare i floaters in modo più efficiente, con minor accumulo di energia e rischi di effetti collaterali tra cui l'aumento della pressione intraoculare; ha un sistema di focalizzazione a 2 punti (per la massima precisione d’applicazione), per colpire solo il bersaglio e non i tessuti vicini e ridurre al minimo il potenziale di errore della messa a fuoco e il rischio di danneggiare la retina o il cristallino; la nuova lampada a fessura offre una perfetta coassialità visiva, facendo convergere la visione dell'operatore, l'illuminazione di destinazione e il fascio di trattamento focale lungo lo stesso percorso ottico, con messa a fuoco sullo stesso piano. L'illuminazione coassiale è ulteriormente resa possibile dallo specchio retrattile progettato per spostarsi velocemente dal percorso laser quando si aziona il colpo, permettendo alla torre di illuminazione di essere utilizzata coassialmente, oltre alla tipica posizione fuori asse, fornendo un'illuminazione ottimale del vitreo; con una velocità mai raggiunta sino ad ora, fino a 3 scatti al secondo (3 Hz), questo laser quindi consente di eseguire i trattamenti in modo rapido anche con floaters molto mobili. Quanto dura l’intervento? Il trattamento, eseguito da medici oculisti esperti e con il laser adatto, è semplice, non doloroso e dura dai 20 ai 30 minuti. Dopo alcune instillazioni di un collirio anestetico, viene posta sull'occhio una speciale lente a contatto. Il fascio del laser viene poi utilizzato per trattare i corpi mobili. Quando il laser colpisce il bersaglio, si avverte un piccolo lampo di luce e un suono a schiocco. Nello stesso momento il paziente vede qualcosa che sembra cadere dentro l'occhio. Queste sono delle minuscole bollicine di gas create dal laser che si stanno spostando superiormente e che se ne andranno entro 24 ore. Non ci sono particolari precauzioni da seguire che possano pregiudicare le normali attività sportive o lavorative dopo il trattamento laser. Solitamente é necessario più di un trattamento per ottenere il miglior risultato. Lo scopo della procedura è solo quella di eliminare le opacità presenti nel vitreo. Il vitreo stesso non viene rimosso. Se il vitreo del paziente è offuscato o striato, il laser non può cambiarlo. Se il paziente ha molti corpi mobili, non si potrà rimuoverli tutti con un ragionevole numero di colpi. In questo caso l'obiettivo sarà quello di ottenere un miglioramento significativo. Si possono verificare delle complicanze? Se il trattamento è eseguito da un oculista esperto nella metodica, sono molto improbabili. Solo in rari casi, si può riscontrare un aumento transitorio della pressione oculare, che viene trattato con instillazione di colliri, oppure, a causa di un rimbalzo del fascio laser sul cristallino, si può creare una piccola opacità della lente o instaurare una vera e propria cataratta, da risolvere con un semplice intervento chirurgico atto a ripristinare la capacità visiva al 100%. Cosa dicono gli studi scientifici a riguardo? Uno Studio di ricerca formale sull'efficacia e la sicurezza del trattamento dei corpi mobili con lo Yag Laser, che è stato condotto da un oculista statunitense, il Dott. Karickoff, su 200 pazienti curati in un anno, ha dimostrato che il 95% dei pazienti ha risolto il problema delle Miodesopsie senza nessuna complicanza significativa. Un altro Studio più recente (presentato a Berlino nel 2010), dal Dott. Scott Geller, (Fort Meyers, Florida) ha evidenziato che in 207 occhi, di 159 pazienti trattati con lo Yag Laser per i corpi mobili, dopo 8 mesi, non si sono registrate complicanze. Solo in 6 occhi c'è stato un aumento transitorio della pressione oculare che è ritornata nella norma senza aver arrecato alcun danno all'occhio. Testo raccolto da Marina Dall’Olio SERENITÁ e alcol A Z N SE cheri c u z A SENZ iunti agg RESCUE , per ritrovare l’entusiasmo e la forza di affrontare le sfide di tutti i giorni. ® La famosa combinazione di 5 tra i 38 Fiori del Dr. Bach Originali, ti ridona il sorriso ogni volta che ne senti il bisogno. Loacker Remedia propone Rescue® in differenti formati: Gocce, Spray, Pastiglie, Chewing Gum, Perle. news 14 NOVEMBRE 2014 GIORNATA MONDIALE DEL DIABETE Istituita nel 1991 dall'International Diabetes Federation e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, la Giornata Mondiale del Diabete, in Italia, viene organizzata dal 2002 da Diabete Italia per sensibilizzare e informare l’opinione pubblica sul diabete sulla sua prevenzione e gestione. La Giornata cade il 14 novembre di ogni anno, ma gli eventi si concentrano nel week end precedente o in quello seguente. Si tratta della più grande manifestazione del Volontariato in campo sanitario. In 400 città e cittadine d'Italia si svolgono almeno 500 eventi organizzati da Associazioni di persone con diabete, Medici, infermieri, altri professionisti sanitari e persone di altre organizzazioni (Croce Rossa, Alpini, Misericordia, etc.). Tutti prestano il loro impegno come Volontari. La Giornata Mondiale del Diabete è una delle poche nel suo campo a non sollecitare contributi, ma anzi ad offrire gratuitamente servizi. Quest’anno, per la prima volta, Diabete Italia ha deciso di far scegliere alle persone con diabete, attraverso mail e social media, lo slogan della Giornata Mondiale del Diabete. 6/7/8 DICEMBRE 2014 CERCA LE PIAZZE CON LE STELLE DI NATALE AIL 48 "Il diabete ha scelto me. Ma anche io ho scelto me" è il risultato di questa originale consultazione. Nessuno ovviamente sceglie di avere il diabete. Chi ha il diabete di tipo 1 non può al momento fare nulla per prevenirlo e il diabete di tipo 2 arriva anche esso inatteso seppur non imprevedibile. Come reagire a questa sfida? Certo si può fare il minimo indispensabile o ancora meno. Ma si può reagire: tenere sotto controllo il diabete, imparare molto su di lui, controllarlo, abbandonare la sedentarietà, mangiare meno e meglio, prendere i farmaci prescritti dai medici. In una parola scegliere se stessi. Questo è l'atteggiamento della grande maggioranza delle persone con diabete ed è a loro (e alle famiglie, ai Team diabetologici, agli amici e alle istituzioni che li aiutano) che è dedicata la Giornata Mondiale del Diabete 2014. Per altre informazioni: www.diabeteitalia.it Le Stelle di Natale della AIL (Associazione Italiana contro le Leucemie, i Linfomi e il Mieloma) compiono quest’anno 25 anni e, come è ormai tradizione, ritornano in 4000 piazze italiane nei giorni 6, 7 e 8 dicembre. L’iniziativa, posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica è realizzata grazie all’impegno di migliaia di volontari che offriranno una piantina natalizia a chi verserà un contributo minimo associativo di 12 euro. Le Stelle dell’AIL sono sempre caratterizzate dal logo dell’Associazione. I volontari che rappresentano per l’Ail un prezioso patrimonio, sono attivi in oltre 80 sezioni provinciali e contribuiscono in modo efficace a sensibilizzare i cittadini e a dare maggiore visibilità all’iniziativa. La manifestazione ha permesso negli anni di raccogliere significativi fondi destinati al finanziamento di progetti di Ricerca Scientifica e di Assistenza Sanitaria e ha anche contribuito a far conoscere meglio i progressi nel trattamento dei tumori del sangue. I rilevanti risultati negli studi scientifici e le terapie sempre più efficaci e mirate, compreso il trapianto di cellule staminali, hanno infatti determinato un grande miglioramento nella diagnosi e nella cura dei pazienti affetti da malattie del sangue. È necessario però continuare su questa strada per raggiungere nuovi obiettivi e rendere leucemie, linfomi e mielomi sempre più guaribili. Per altre informazioni: www.ail.it lettere HO LA CONDROMALACIA: RIUSCIRÒ A GUARIRE? QUANDO LAVARE IL RISO? Ho 35 anni e ho fatto Basket per 20 anni. L'estate scorsa in montagna ho avvertito dolori forti al ginocchio sinistro soprattutto scendendo le scale o camminando in discesa. La Risonanza Magnetica ha confermato segni di “condromalacia della rotula”. Vorrei capire meglio di che cosa si tratta e quali sono le cure più efficaci. Antonio D. (Monza) Risponde il Dottor Emanuele Caldarella Specialista in Ortopedia e Traumatologia (Milano) Caro Antonio, per "condromalacia" si intende semplicemente una sofferenza della cartilagine. La cartilagine è un tessuto liscio ed elastico, che riveste i capi articolari, cioè le estremità di due ossa in contatto tra loro in un'articolazione. Le articolazioni, essendo le "giunture" del corpo umano, devono consentire un movimento fluido a basso attrito. Le ginocchia, essendo articolazioni sottoposte al carico (devono sorreggere il peso corporeo) sono particolarmente interessate da fenomeni degenerativi della cartilagine. La rotula, in particolare, è sottoposta a sollecitazioni che moltiplicano di varie volte il peso corporeo. Per questo motivo sarebbe importante mantenere controllato il peso corporeo, anche con un'attività fisica regolare. Gli sport più indicati sono il nuoto (non a rana) e la bicicletta a sellino alto. Andrebbero evitati gli sport che sottopongono a sollecitazioni traumatiche (corsa, salti, ecc.). Per la rotula sono particolarmente difficoltose le discese (anche le scale) e andrebbero evitate. Naturalmente però l'attività fisica andrebbe praticata solo lontano dalle fasi acute, nelle quali il ginocchio è infiammato e dolente. In questi casi è bene osservare il riposo e seguire le prescrizioni dell'ortopedico, che potrebbero anche essere farmaco- 50 logiche. Un certo ruolo, sebbene non dimostrato scientificamente, è sostenuto anche dagli integratori a base di condroitin solfato. Vi è invece ampia letteratura sull'importanza della kinesiterapia: un buon fisioterapista può, associando esercizi di potenziamento quadricipitale e stretching, aiutarLa molto nell'alleviare i suoi sintomi. POLIPI AL COLON: C’È UNA PREDISPOSIZIONE? A 63 anni ho già fatto 2 colonscopie. In entrambi i casi mi sono stati tolti dei polipi benigni. Da che cosa dipende il loro formarsi: c’è una predisposizione genetica o influiscono di più stile di vita e dieta? Grazie per la risposta. Antonio C. (Milano) Risponde il Dott. Andrea Favara Specialista Chirurgia Apparato Digerente ed Endoscopia Chirurgica Ospedale S. Antonio Abate Cantù (Como) www.andreafavara.it Stile di vita e dieta sembrano influire poco sulla formazione dei polipi, mentre probabilmente la genetica gioca un ruolo più importante, anche se ancora poco definito. Nel suo caso, l'indicazione a ripetere l'esame dipende soprattutto dall'esame istologico dei polipi rimossi, dalle loro dimensioni e dalla presenza di eventuali fattori di rischio o familiarità per patologie colorettali. Leggo con interesse sul magazine 39 l'articolo della Dott.ssa Rebecca Marzocchi inerente il riso (di cui sono cultore). Al punto riguardante l'amido (facilmente digeribile e con alto potere energizzante) mi chiedo e Vi chiedo perché mai dovrebbe essere eliminato, lasciando il riso a bagno in acqua prima della cottura, come fa una seppur minima percentuale di casalinghe? Grazie per la risposta. Graziano (Bologna) Risponde la Dott.ssa Rebecca Marzocchi Specialista in Scienza dell’Alimentazione (Bologna) Il lavaggio del riso era una pratica molto usata in passato, quando la pulitura dei chicchi non era molto accurata e il lavaggio serviva a eliminare eventuali residui di sabbia, sassolini, terriccio e altro materiale estraneo. Adesso il riso che troviamo in commercio non ha bisogno di essere ulteriormente pulito e il lavaggio può essere indicato solamente a scopi gastronomici (ad esempio, quando si vuole ottenere un riso ben sgranato). Se invece si vogliono ottenere risotti cremosi è bene non togliere l'amido in superficie perché aiuta a rendere il prodotto finale meglio amalgamato. I contenuti che Mia Farmacia Magazine propone sono solo a scopo informativo e in nessun caso possono costituire la prescrizione di un trattamento o sostituire la visita specialistica o il rapporto diretto con il proprio Medico curante. Pertanto i Medici che collaborano a Mia Farmacia Magazine rispondono ai lettori al solo scopo di approfondire una tematica. Tutti i quesiti inviati all'indirizzo: [email protected] riceveranno una risposta e, a discrezione della redazione, alcuni saranno pubblicati sulla rivista. liftissime OVALE RILASSATO – PERDITA DI VOLUME – RUGHE PROFONDE IL PRIMO LIFTING 3D LIERAC Il lifting 3D di Lierac, grazie alla Cosmetica di Ibridazione, coniuga il meglio di scienza e natura in sinergia. Il complesso CellJunction* associato a efficaci estratti vegetali aiuta a distendere i tratti in superficie e ridensificare i volumi in profondità. Ridisegnato, l’ovale del viso è come liftato in 3 DIMENSIONI. R I S U LTAT I All’applicazione(1) La pelle appare distesa e levigata a Dopo 4 settimane L’ovale è come ridisegnato(2) I volumi sono riequilibrati uilibrati(2) Le rughe sono attenuate(3) Ora è il momento di non arrendersi al tempo! IN FARMACIA lierac.itt issime.lierac.it .it (1) Valutazione soggettiva – Test su 53 donne: Crema Ricca + Crema Collo. 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