PORTFOLIO VALERIA MANCINELLI CHIARA NUZZI

PORTFOLIO
VALERIA MANCINELLI
CHIARA NUZZI
STEFANIA RISPOLI
Valeria Mancinelli
Senigallia, 1986
Formazione
2012-2013
CAMPO, Corso per curatori e residenza itinerante, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo,Torino.
2011
Laurea specialistica in Progettazione e Produzione delle arti visive, Facoltà di Design e Arti, Università IUAV Venezia.
Titolo di tesi: L’artista contemporaneo come produttore immateriale. Uno sguardo sull’epoca post-fordista
Relatore: prof. Cesare Pietroiusti
2008
Laurea in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo, Facoltà di Lettere e Filosofia, Università Alma Mater Studiorum, Bologna.
Titolo di tesi: Il corpo e lo spazio nell’opera di Rem Koolhaas
Relatore: prof. Mario Lupano
Esperienze professionali e progetti curatoriali
2011-2013
Curatrice, Trial Version Project. Progetto espositivo e urbano, patrocinato e sostenuto dal Comune di Firenze.
Mostre: Interno giorno, opere di Leone Contini e Massimo Ricciardo, Macn Museo di arte contemporanea di Monsummano,
Monsummano Terme (PI); I Lottatori, opere di Marco Di Giuseppe e Fabrizio Sartori, in collaborazione con l’Accademia di
Belle Arti e FUA Florence University of Art, Firenze; Area 240 di Giulia Piermartiri, in collaborazione con Fondazione Studio
Marangoni, Firenze; Immagini della manifattura Tabacchi, Independence Art Verona, Verona; Kit variazioni di Videotrope, Firenze; Tu nella stanza sei il parametro, il limite massimo, la fine della mia corsa di Clio Casadei, Firenze.
2013
Curatrice, assieme a Giulia Bini e Stefano Coletto, Echo Back. Figure d’interferenza, Jarach Gallery, Venezia.
Curatrice, A Linking Park, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino.
Responsabile di padiglione, Future Generation Art Prize, evento collaterale della 55esima Biennale di Venezia. Palazzo Contarini-Polignac, Venezia.
Ufficio stampa, Tristanoil. Il film più lungo del mondo, opere di Nanni Balestrini, a cura di Martina Cavallarin, Magazzini del
Sale, Venezia.
2012
Responsabile di padiglione, Architect/Geographer - Le Foyer de Taiwan, evento collaterale della 13esima Biennale di Architettura di Venezia, Palazzo delle Prigioni,Venezia.
Assistente di palcoscenico, We Folk, festival di arti performative, Centrale Fies, Dro (TN).
Curatrice, Soon we’ll be completely fearless, opere di Voina, S.a.L.E. Docks, Venezia.
Curatrice, Open#4, S.a.L.E. Docks, Venezia.
2011
Curatrice, in collaborazione con Elena Mantoni e Camilla Pin, Green Desire/Desiderio Verde, Spazio Sassetti, Milano.
Assistente di galleria, Spazio Norbert Salenbauch, Venezia.
Assistente alla direzione artistica, Al Limite. Sul teatro dell’imprevisto, festival di arti sceniche contemporanee, S.a.L.E. Docks,
Venezia.
Curatrice, in collaborazione con Camilla Pin, Open#3, S.a.L.E. Docks, Venezia.
2010
Progetto grafico ed editoriale, Common Ground: Projects for the Lagoon, catalogo dell’omonima mostra, Fondazione Bevilacqua
la Masa, Venezia.
Collaborazione all’organizzazione, Yona Friedman. La città più moderna del mondo: progetti per Venezia, a cura di Davide Pesavento e Maria Gallo, Magazzini del Sale, Venezia.
2009
Ideazione e organizzazione, I love Museum, esposto all’interno di Ogni limite ha una pazienza, a cura di Cesare Pietroiusti e
Filipa Ramos, Galleria Scala Mata, Venezia.
Curatrice, in collaborazione con Marco Baravalle, Bookmarks: otto artisti, otto proposte, un percorso, S.a.L.E. Docks, Venezia.
Collaborazione all’allestimento, Padiglione Internet, ideato da Miltos Manetas e Rafael Rozendaal, a cura di Jan Aman, Magazzini del Sale, Venezia.
Ideazione e organizzazione, Farsi Spazio, esposto all’inerno di Paesaggio della complessità, a cura di Gloria Moure, Fondazione
Bevilacqua la Masa, Venezia.
Assistente curatrice, Sperimentazioni Desideranti, sedici video e un progetto di Gianfranco Baruchello, a cura di Marco Baravalle, S.a.L.E. Docks, Venezia.
2008
Organizzazione e allestimento, Ritratti di protagonisti dell’arte italiana del Novecento, opere di Ruggero Passeri, Museo della
Fotografia, Senigallia (AN).
Organizzazione e allestimento, Contributi per la storia della fotografia a Senigallia. Da Giacomelli a Cicconi Massi, Palazzo del
Duca, Senigallia (AN).
Intern e coordinatrice nuove proposte, MUSINF Museo dell’Informazione e della Fotografia, Senigallia (AN).
Pubblicazioni
2012
Arte nello spazio pubblico, in “Scuola di Pittura: le opere, le conferenze 2011-2012”, autori vari, Ancora, Milano.
2011
Caffeine Luxury and I still dream on the Biennale, in “Look at me: Celebrity Culture at The Venice Art Biennale”, Mona Schieren, Andrea Sick (Ed.), Nurnberg.
2010
Che cosa succede a Venezia? in “Common Ground: Projects for the Lagoon”, brochure dell’omonima mostra tenutasi presso la
Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, 11 aprile - 16 maggio 2010.
Soon we’ll be completely fareless
A cura di: S.a.L.E. Docks
Artisti: Voina
S.a.L.E. Docks, Venezia
24 aprile - 3 giugno 2012
“Abbiamo fatto sesso in pubblico e la cosa non ci spaventa più,
abbiamo invaso una stazione di polizia e la cosa non ci spaventa più. Cosa c’è ancora che possa spaventarci? Con la morte
faremo i conti in futuro. Presto saremo completamente privi di
paura.” (T. Peter; 2008).
Voina (dal russo: Война; trad. ita.: guerra) è un collettivo
attivo in Russia dal 2005. I loro lavori sono stati mostrati in
molti paesi ed in seguito al tentativo di repressione da parte del
governo, attivisti di tutto il mondo hanno compiuto azioni in
solidarietà al collettivo.
Di Voina abbiamo amato la sfacciataggine e la decisione di assumere pienamente una prospettiva “di parte”. Al S.a.L.E. sarà
proiettata gran parte delle azioni del gruppo dai primi anni di
attività fino ad oggi: dal celebre fallo gigante dipinto sul ponte
mobile di fronte alla sede dei servizi segreti russi, fino al sesso
di gruppo celebrato per denigrare metaforicamente il passaggio di testimone dal presidente Putin al suo erede Medvedev,
dall’ironica invasione di un commissariato da parte di alcuni
membri della gang, travestiti da sostenitori del regime, fino
alla saldatura delle porte di un famoso ristorante moscovita di
proprietà di una star televisiva filo Kremlino.
Sebbene Voina conservi un’attitudine decisamente eversiva, la
contrarietà al regime di Putin & Co. ha dato vita negli ultimi
mesi ad un ampio movimento di opposizione che ha attraversato trasversalmente la società russa e mobilitato centinaia di
migliaia di persone, in città come in provincia. Un movimento
nato dallo sdegno per la ricandidatura di Vladimir Putin alle
elezioni presidenziali e rinforzato dal clamoroso ricorso a brogli ed illegalità durante la tornata elettorale del dicembre 2011.
Di questo dissenso Voina è da anni uno degli interpreti più
radicali. Non è un caso che su alcuni dei suoi membri penda
oggi un mandato di arresto federale e internazionale e che Oleg
Vorotnikov e Leonid Nikolaev abbiano scontato quattro mesi
di prigione a causa della loro militanza artistica.
Artisti e clandestini, i Voina suscitano grande entusiasmo o
grande contrarietà, ciò che è certo è che il loro estremismo
estetico richiama la storia dell’arte moderna russa. Furono
artisti e autori (oggi considerati classici) che, sull’onda della Rivoluzione d’Ottobre, teorizzarono e sperimentarono, negli anni
Venti del Novecento, quella dissoluzione dell’arte nella vita che
divenne il banco di prova delle avanguardie storiche. Sergei
Tretyakov e Sergei Eiseinstein, ad esempio, portarono letteralmente il teatro in strada, nello spazio pubblico, declinandolo
come strumento di agitazione sociale e perseguendo il sabotaggio dell’illusionismo tipico delle arti sceniche borghesi [...].
Ci fermiamo qui, non vogliamo azzardare discendenze storicoartistiche prive di fondamento, ci interessava però fotografare
una certa attitudine che, in forme diverse, ha caratterizzato la
storia dell’arte russa arrivando fino a Voina.
Open#3
A cura di: Valeria Mancinelli e Camilla Pin
Artisti: 26352:26360 | Riccardo Banfi | Lucia Barbagallo | Bouganville | Aya Eliav – Ofir Feldman | Naima Faraò | Roberto Fassone | Maddalena Fragnito | Gastrovisione | Martina Geiger-Gerlach | Giacomo Giovannetti | Valentina Maggi | Pietro Mele | Yang
Meng | Nicola Ruben Montini | NoiSeGrUp | Pierfabrizio Paradiso | Fabio Scacchioli | Caterina Shanta Erica | Beto Shwafaty |
Sottobosco | Fernanda Uribe | Aleksander Velišček
S.a.L.E. Docks, Venezia
3 febbraio - 3 aprile 2011
Giunge quest’anno alla sua quarta edizione la mostra collettiva Open. Dal 3 febbraio al 3 aprile 2011 i Magazzini del Sale
ospiteranno ventitré opere di giovani artisti emergenti, scelte
sulla base di duecento proposte ricevute in risposta ad un
bando aperto. La selezione dei lavori presentati è stata curata
dal collettivo del S.a.L.E., con il contributo eccezionale di Bert
Theis che si è dimostrato un interlocutore ideale nel processo
di analisi delle opere pervenute.
Il tema del bando di quest’anno è sintetizzabile in una domanda: Quando e come il lavoro artistico può divenire pratica
sociale?
Le opere scelte – installazioni, video e performance- richiamano la molteplicità di percorsi e la varietà di sguardi sulla nostra
società, sulle sue contraddizioni e i suoi conflitti, riflettono la
volontà di dar loro una risposta concreta attraverso la pratica
artistica.
Open#3 vuole essere spazio e tempo comune nel quale ognuno
di noi può interrogarsi e confrontarsi su questi temi.
Open è per noi un progetto dinamico, pensato per accogliere le
decine di proposte espositive che quotidianamente ci giungono. Un’iniziativa che vuole ribadire la dimensione laboratoriale
di Venezia: non una vetrina, ma un luogo di sperimentazione
del contemporaneo.
Bookmarks: otto artisti, otto proposte, un percorso
A cura di Marco Baravalle e Valeria Mancinelli
Artisti: Stefano Lupatini | Giacomo Giovannetti | Osvaldo Galletti | GRID | Fabrizo Perghem | Giuliana Racco | Fabrizio Sartori
| Videotrope
S.a.L.E. Docks, Venezia
28 ottobre – 14 dicembre 2009
I nostri bookmarks intendono proporre un percorso possibile
nel lavoro di otto artisti emergenti, differenti per media impiegati e tematiche affrontate.
L’idea di ricorrere al termine ‘bookmark’ (segnalibro) ci pare
utile proprio per indicare un itinerario fatto di pratiche eterogenee.
I bookmarks rappresentano, oggi, uno degli elementi costituenti della dimensione sociale della rete. Non solo elenchi
e promemoria personali, ma strumenti di condivisione che
vengono diffusi e scambiati per aprire nodi della rete e per
allargare comunità.
Con questo spirito, oltre alle opere, nella mostra sarà inserito
uno spazio in cui ogni visitatore potrà proporre i propri bookmarks artistici e consultare quelli degli altri.
L’idea è quella di declinare lo spazio espositivo come social
bookmarking, in cui non siano (come accade nei motoridi
ricerca) algoritmi a guidare la nostra navigazione, bensì scelte
semantiche dei singoli visitatori.
Green Desire/Desiderio Verde
A cura di: Valeria Mancinelli, Elena Mantoni e Camilla Pin
Artisti: Emanuela Ascari | Atelier d’architecture autogérée | Massimo Bartolini | Stefano Boccalini | Danilo Borelli | Fuori dal
Vaso | out | Pierfabrizio Paradiso | Park Fiction | Public Works | Mirko Smerdel | Bert Theis
Spazio Sassetti, Milano
12 ottobre – 20 ottobre 2011
Green Desire nasce dalla volontà di analizzare e attualizzare
l’urgenza della questione ambientale. Tema dibattuto, equivocato, spesso strumentalizzato da un produttivismo svuotato di
ogni finalità se non quella del mero profitto e del potere politico fine a se stesso, l’ambiente sembra ormai invadere i primi
posti tra le preoccupazioni del nostro tempo.
Il cosiddetto rapporto uomo-natura non è ormai più concepibile come un rapporto di dipendenza gerarchica e la visione
antropocentrica ha da tempo dimostrato le sue falle.
Ci troviamo oggi di fronte a una vera emergenza ecologica,
un’emergenza verde che trova le più immediate ripercussioni
nel vivere sociale. La sottrazione del verde urbano si pone
infatti come diretta conseguenza del sistema di speculazione
economica ed edilizia che quotidianamente ci vede protagonisti nel nostro vivere la città e i suoi spazi.
Il quartiere milanese Isola è da tempo soggetto a processi di
gentrificazione, politiche di territorializzazione capitalistica
che minano direttamente il carattere sociale del quartiere
stesso sempre più privato di spazi plurali e condivisi, come ad
esempio parchi e giardini, e minacciano le basi fondamentali
del diritto all’urbano. La necessità di adattare questi temi alla
dimensione urbana di una città come Milano ci porta a riflettere sul rapporto ambiente/territorio/società. Gli spazi verdi si
fanno intermediari tra l’architettura e i cittadini, si inseriscono
nel tessuto edile interrompendo il suo continuum e vengono
richiesti sempre con più frequenza da chi li vive quotidianamente.
In questo contesto la ricerca artistica, italiana e internazionale,
si fa portavoce nella proposta di un nuovo modo per leggere
la complessità del tema del verde nelle metropoli proponendo
diversi processi di sensibilizzazione e spunti per una riflessione
e azione collettiva. Durante i giorni della mostra sarà possibile
esplorare attraverso diverse esperienze artistiche le proposte
concrete alle esigenze della collettività.
In un momento in cui il sistema capitalista fa della natura e
della vita stessa un terreno di valorizzazione, la mostra apre
invece i confini alla conquista e alla proposta di utilizzi non
speculativi del verde comune. Una natura più intima, distante
dall’idea di wilderness alla quale il pensiero volgerebbe immediatamente, una natura pubblica per il cittadino, per la condivisione e la fruizione semplice, da re-inventare continuamente.
Gli artisti e le opere presenti in Green Desire divengono veicolo
per uno sguardo diverso alla realtà quotidiana circostante, uno
sguardo che cerca, in modi differenti, una possibilità di trasformazione che non penalizzi l’ambiente (inteso come insieme
di relazioni che determinano il divenire), ma anzi ne accetti
la condizione di ‘insieme’, di legame orizzontale tra l’uomoabitante e lo spazio, perché se è pur vero che noi determiniamo
l’ambiente in cui viviamo, è altresì vero che da esso ne siamo, a
nostra volta, determinati.
Chiara Nuzzi
Napoli, 1986
Formazione
2012-2013
CAMPO Corso per curatori e residenza itinerante,
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo,Torino.
2012
Laurea specialistica in Progettazione e Produzione delle arti visive,
Facoltà di Design e Arti, Università IUAV Venezia.
Titolo di tesi Contemporary Art And Revolutionay Practices. Correspondances and Legacies
Relatrice: prof.ssa Marta Kuzma
2009
Laurea in Lingue, Arti, Storia e Civilità, Facoltà di Lingue e Letterature Straniere,
Università Ca’ Foscari, Venezia.
Titolo di tesi: Women in Video Art. Pipilotti Rist and the Challenge to Contemporary Art Launched by Female Artists
Relatore: prof. Giovanni Bianchi
2007-2008
Lifelong Learning Programme LLP – ERASMUS.
Semestre di studio presso l’Universidade Catolica Portuguesa, Lisbona.
Esperienze professionali e progetti curatoriali
2013
Tirocinante assistente curatore, ar/ge kunst Galerie Museum, Bolzano
Curatrice, A Linking Park, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino.
Tirocinante assistente gallerista, Galleria Zero..., Milano.
Contributor, Kaleidoscope Magazine (blog e cartaceo), dal 2011 a oggi.
2012
Assistente Organizzatrice, Prémiere, evento collaterale promosso da Gucci, 69. Mostra del Cinema di Venezia, Melt&Flow,
agenzia di organizzazione di eventi.
2011-2012
Tirocinante, Kailedoscope magazine, Kailedoscope press e Kailedoscope project space: staff editoriale, marketing manager e
pubblicità.
Assistente Curatrice, An Image a cura di Alessio Ascari, Kailedoscope project space, Milano.
2011
Curatrice in collaborazione con Camilla Salvaneschi, Talking Videos, programma di lectures e screenings con gli artisti Mark
Boulos e Milica Tomic, Fondazione Bevilacqua La Masa, Giudecca, Venezia.
Curatrice in collaborazione con Irene Rossini, Document/Art, screening in occasione del congresso Art As a Thinking Process,
Università IUAV di Venezia, Venezia.
Organizzatrice in collaborazione con Camilla Salvaneschi di programma di screening pubblici: Open Video Project, programma di film d’artista a cura di Sarra Brill; Chew the Fat, di Rirkrit Tiravanija, Fondazione Bevilaqua la Masa, Palazzetto Tito,
Venezia.
Assistente organizzatrice, convegno internazionale Art As a Thinking Process, in occasione del decennale della Facoltà di Design e Arti, Università IUAV di Venezia.
Responsabile servizio stampa e Assistente organizzatrice, The State of Things,OCA (Office for Contemporary Art Norway) in
occasione della 54° Biennale d’Arte di Venezia, Venezia.
2010 –2011
Traduttrice e editor, sezione Arte e Cultura, Posi+tive Magazine.
2010
Responsabile servizio informazioni e relazioni con la stampa, Parc des Ateliers, evento collaterale alla 12° Mostra Internazionale di Architettura di Venezia, Venezia.
2009 – 2010
Staff editoriale, fanzine mensili in occasione di Perarolo 09 mostra a cura di Daniela Zangrando, Perarolo di Cadore, Belluno.
Pubblicazioni
2013
Recensioni per blog e cartaceo di Kaleidoscope Magazine.
2011
The Seclusion of Body, The Freedom of Mind, testo in catalogo pubblicato in occasione della mostra Back to Basics, di Victor
Mutelekesha, Intercultural Museum, Oslo, 2013.
Pubblicazione della biografia dell’artista Mona Hatoum nella sezione “Vite degli Artisti”, Sulla 53. Biennale di Venezia, Quaderni sull’opera d’arte contemporanea 2, et al./EDIZIONI, Milano, 2011.
Prologue. Part One: References, Paperclips and the Cha Cha Cha
A cura di: Emanuele Guidi
Assistente curatore: Chiara Nuzzi
Artisti: Stephen Willats | Curandi Katz | Garreth Kennedy | Hope Tucker | Lorenzo Sandoval | S.T.I.F.F.
ar/ge kunst Galerie Museum, Bolzano
6 settembre – 31 ottobre 2013
Prologue è il titolo del primo progetto espositivo presso ar/ge
kunst Galerie Museum sotto la nuova direzione artistica di
Emanuele Guidi. La mostra, articolata nei due capitoli Part One:
References, Paperclips and the Cha Cha Cha (Settembre 2013)
e Part Two: La Mia Scuola di Architettura (Novembre 2013),
presenta l’opera di artisti e architetti internazionali anticipando
alcuni dei temi, metodologie di lavoro e progetti che saranno
approfonditi nel corso del 2014.
Prendendo come punto di partenza il libro Cha Cha Cha dell’artista Stephen Willats, Prologue - Part One introduce il lavoro
di artisti che fondano la propria metodologia sull’incontro per
produrre narrazioni che siano conseguenza diretta di una collaborazione con la comunità che intendono rappresentare. Allo
stesso tempo il libro, pubblicato nel 1982 in piena epoca Tatcheriana, è una fonte per esplorare il rapporto tra collettività ed
emergenza così come la relazione tra la pratica artistica ed altri
linguaggi quali la scrittura, la grafica e l’editoria.
Prologue - Part Two, aprirà a Novembre come proseguimento
e sviluppo della prima parte per indagare il tema del paesaggio
come “scuola” che forma e influenza sia l’artista che la comunità
che lo abita.
An Image
A cura di: Alessio Ascari
Assistente curatore: Chiara Nuzzi
Artisti: Bernadette Corporation| Anders Clausen | Roe Ethridge | Harun Farocki | Nikolas Gambaroff | Massimo Grimaldi |
David Jablonowski | Oliver Laric | Graham Little | Mathias Poledna | Timur Si-Qin | Lucie Stahl | Ger van Elk | Ian Wallace
Kaleidoscope Project Space
Ottobre 2011
“Image is everything”, proclamava il campione di tennis Andre
Agassi in uno dei più celebri spot del gigante tecnologico Canon, uscito nientemeno che nell’anno 1990 e inteso a celebrare
la conquista di una nuova semplicità nell’ambito della fotografia amatoriale. Sono anni in cui il potere dei mass media si è
già imposto su una società dei consumi sempre più ossessionata dall’immagine. Il resto è storia.
Nel 1991, Associated Press pubblica un articolo titolato “L’elettronica compie un grande passo in avanti per rimpiazzare
la pellicola” e nello spazio di un decennio il digitale fiorisce
al punto da mutare radicalmente i processi di produzione e
divulgazione delle immagini, camminando (anzi, correndo!) a
braccetto con la diffusione dei personal computer, il progresso
nello sviluppo di software informatici, e la più grande rivoluzione tecnologica dei nostri tempi: l’introduzione del World
Wide Web.
Intitolata come il video esposto dell’artista e film-maker
Harun Farocki, che documenta fase per fase il backstage di un
servizio fotografico per Playboy, la mostra An Image presenta
una riflessione di ampio respiro sul tema dell’image-making,
indagando come artisti più e meno giovani abbiano esplorato
il tema – e mutuato le modalità – della produzione, post-produzione, collezione e distribuzione di immagini nella cultura
contemporanea.
Ricollegandosi ai decisivi esperimenti della Pop Art, del fotoconcettualismo e della Pictures Generation, la mostra riunisce
artisti di generazioni diverse e un ampio spettro di media nel
raccontare le accezioni presenti dell’indagine iconologica,
prestando un’attenzione speciale alle strategie e alle dinamiche
tipiche della pubblicità e dei mass media e alle evoluzioni dell’idea di rappresentazione nell’era digitale.
Document Art
A cura di: Chiara Nuzzi e Irene Rossini
Artisti: Francesco Federici, Enrico Poli, Matteo Primiterra e Matteo Stocco; Federico Bovara, Andrea Bacchetti e Luca Coppola;
Rajeev Badhan, Maria Ida Bernabei e Lucilla Calogero; Veselina Kuznetsova, Giacomo Colosi e Huimin Liu.
Università IUAV, Venezia
Giugno 2011
Opere in mostra:
Peace of Mind di Francesco Federici, Enrico Poli, Matteo
Primiterra e Matteo Stocco; L’incubo di Andrea di Federico
Bovara, Andrea Bacchetti e Luca Coppola; Giovani Eroi di
Rajeev Badhan, Maria Ida Bernabei e Lucilla Calogero;
Una volta per sempre di Veselina Kuznetsova, Giacomo Colosi
e Huimin Liu.
Chew The Fat
A cura di Chiara Nuzi e Camilla Salvaneschi
Artisti: Rirkrit Tiravanija
Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia
20 gennaio 2011
Giovedi 20 gennaio alle ore 17,30 la proiezione del film Chew
the Fat di Rirkrit Tiravanija sarà ospitata a Palazzetto Tito a
Venezia, sede della Fondazione Bevilacqua La Masa, all’interno
di un programma di incontri sulla video arte curati da Chiara
Nuzzi e Camilla Salvaneschi. Cornelia Lauf, Angela Vettese e
Giulio Alessandri sono gli ospiti invitati al dibattito per discutere il lavoro dell’artista.
Questi appuntamenti nascono con l’intenzione di intraprendere un percorso stimolante e continuo nella città di Venezia,
creando una rete di connessioni e suggestioni che scaturiscono
dai diversi ambiti dell’arte e diminuendo la distanza tra arte e
vita quotidiana.
Il film, girato nel 2008, consiste in una serie di interviste
realizzate a vari artisti amici di Tiravanija appartenenti alla sua
stessa generazione,e affermatisi nel panorama internazionale
dell’arte contemporanea durante gli anni ‘90. Il legame di amicizia permette ai dialoghi tra Tiravanija e i suoi intervistati di
risultare spontanei e informali, conversazioni caratterizzate da
un fluire naturale, all’interno delle quali si discute del rapporto
arte-vita passando da un concetto all’altro con estrema libertà,
come si addice ad una conversazione tra amici.
Gli artisti coinvolti sono Douglas Gordon, Angela Bulloch,
Pierre Huyghe, Philippe Parreno, Dominique Gonzalez-Foerster, Elizabeth Peyton, Tobias Rehberger, Carsten Hoeller, Liam
Gillick, Jorge Pardo, Andrea Zittel, Maurizio Cattelan, la cui
presenza è determinata solamente dalle parole degli altri artisti.
All’inizio di ogni conversazione l’autore chiede agli interlocutori le motivazioni del loro fare arte e quale background
educativo essi abbiano ricevuto. Quello che viene detto dopo
è lasciato al caso, gli artisti si abbandonano ad uno stream of
consciousness, attraverso cui esprimono pensieri e idee frutto
delle interazioni con l’intervistatore, fortemente caratterizzati
dal rapporto arte-vita.
ScreenSaver
A cura di: Chiara Nuzi e Camilla Salvaneschi
Artisti: Elisabetta Benassi | Johanna Billing | Suzy Cho | Keren Cytter | Ra di Martino | goldiechiari| Jesper Just | Ursula Mayer|
Olaf Nicolai | Manuel Saiz | Mathew Sawyer| Guido Van Der Werve| Clemens von Wedemeyer| Patrick Ward
Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia
Gennaio 2011
Progetto d’arte contemporanea composto da video e film d’artista dal carattere itinerante, ScreenSaver giunge alla suo terzo
appuntamento.
Mercoledì 19 gennaio alle ore 16,30 la rassegna sarà ospitata a
Palazzetto Tito a Venezia, sede della Fondazione Bevilacqua La
Masa, all’interno di un programma di incontri sulla video arte
curati da Chiara Nuzzi e Camilla Salvaneschi.
Per l’occasione Sarra Brill di Open Video Projects - curatrice
di ScreenSaver insieme a Lorenzo Benedetti, direttore di De
Vleeshal e Giovanna Felluga di AtemporaryStudio - presenterà
il progetto.
L’argomento unificatore di tutti i lavori scelti, consiste nel
concetto di auto riflessività dell’opera filmica: riflettere sulla
propria condizione diventa uno strumento di creazione, la
riflessività è quindi il protagonista stesso dell’opera e punto
di partenza per un’analisi del linguaggio artistico e di quello
cinematografico.
L’obiettivo dell’archivio di Open Video Projects e del progetto
ScreenSaver consiste nel creare dei pretesti innovativi di fruizione dell’opera video avvicinando il pubblico più eterogeneo e
sperimentando nuove modalità di visione.
Dopo essere stato proiettato quest’estate alla 29° Edizione del
Premio alla Migliore Sceneggiatura Internazionale per il Cinema – Premio Sergio Amidei, e in seguito a De Vleeshal, Museo
d’arte Contemporanea di Middelburg (Olanda), ScreenSaver
partecipa oggi ad un’iniziativa di largo respiro che consiste in
un ciclo di proiezioni a cadenza trimestrale, seguite da dibattiti
pubblici tenuti da professionisti del settore.
Questi appuntamenti nascono con l’ intenzione di creare un
percorso stimolante e continuo nella città di Venezia, per creare ad una rete di connessioni e suggestioni che scaturiscono dai
diversi ambiti dell’arte diminuendo la distanza tra arte e vita
quotidiana.
L’ edizione di ScreenSaver qui presentata comprende i programmi Behind the curtains and back again e Act Like Music
che includono opere dei seguenti artisti:
Elisabetta Benassi; Johanna Billing; Suzy Cho; Keren Cytter;
Ra di Martino; goldiechiari; Jesper Just; Ursula Mayer; Olaf
Nicolai; Manuel Saiz; Mathew Sawyer; Guido Van Der Werve;
Clemens von Wedemeyer; Patrick Ward.
Talking Videos
A cura di Chiara Nuzzi e Camilla Salvaneschi
Artisti: Mark Boulos | Milica Tomić
Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia
Novembre 2011
Talking Videos, un progetto a cura di Chiara Nuzzi e Camilla
Salvaneschi e realizzato in collaborazione con il Senato degli
studenti dell’Università Iuav di Venezia e Fondazione Bevilacqua La Masa, presenta rispettivamente venerdì 18 novembre
e venerdì 25 novembre 2011 presso la sede della Fondazione
Bevilacqua La Masa SS. Cosma e Damiano nell’isola della
Giudecca a Venezia, due talks d’artista con proiezioni di alcune
opere degli artisti Mark Boulos e Milica Tomić, presenti agli
incontri e in dialogo col pubblico.
L’arte contemporanea si interessa di ciò che accade oggi?
Attraverso una serie di screening e lectures d’artista, il progetto
Talking Videos tenta di sollevare alcune
questioni fondamentali sul nostro presente, sulle sue problematiche e sulle sue urgenze, cercando inoltre di
analizzare le modalità con cui l’arte si relaziona ad esse. Partendo da tale riflessione, Talking Videos vuole
portare all’attenzione del pubblico alcuni aspetti della realtà
espressi attraverso le parole e le opere degli
artisti Mark Boulos e Milica Tomić. I due artisti scelti per la
prima serie di appuntamenti sono attivi, in senso
adorniano, come “agenti sociali” e in questa dimensione essi
testimoniano la realtà da un punto di vista sia
critico che estetico. All’interno di una contemporaneità che si
presenta frammentata e confusa da continue
problematiche che influenzano le nostre vite, gli individui stessi e le loro condizioni diventano ogni giorno più
fragili. Talking Videos cerca di indagare su tali condizioni e su
quale sia il ruolo dell’artista nel contesto
contemporaneo, il ruolo dell’arte stessa e quello della sua memoria nella società e nella storia.
Come scriveva il filosofo Herbert Marcuse in Saggio sulla Liberazione, “l’arte è caratterizzata da
un’ambivalenza interiore molto forte, che da un lato definisce
ciò che esiste, e dall’altro cancella questa
definizione nella forma estetica, redimendo la sofferenza e il
crimine”. Partendo da queste considerazioni, il
progetto riflette sull’inevitabile condizione umana contemporanea, dove soggettività e molteplicità si intrecciano inesorabilmente. Ecco dunque, attraverso l’opera, che l’artista e lo
spettatore condividono le stesse condizioni; essendo legati in
una relazione di identificazione, soffrono entrambi della stessa
repressione. E’ in questo contesto che l’arte rappresenta una
possibile via per affrontare la realtà nelle sue
diverse connotazioni e, proprio come accade nella vita, essa
finisce col “portare il caos nell’ordine”.
Stefania Rispoli
Napoli, 1985
Formazione
2012-2013 CAMPO Corso per curatori e residenza itinerante,
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino
2011
Laurea specialistica in Progettazione e Produzione delle arti visive,
Facoltà di Design e Arti, Università IUAV Venezia. Titolo di tesi Narratori contemporanei. Tra strategie documentarie e retorica della finzione
Relatrice: Angela Vettese; correlatore: Cesare Pietroiusti
2008
Laurea in Storia e Tutela dei beni artistici, Facoltà di Lettere e Filosofia, Università degli studi di Firenze.
Titolo di tesi Double-bond. La pratica artistica di Yinka Shonibare
Relatore: Alessandro Nigro; correlatrice: Isabella Bigazzi
Esperienze lavorative e progetti curatoriali
2011-2013
Curatrice, Trial Version Project. Progetto espositivo e urbano, patrocinato e sostenuto dal Comune di Firenze.
Mostre: Interno giorno, opere di Leone Contini e Massimo Ricciardo, Macn Museo di arte contemporanea di Monsummano,
Monsummano Terme (PI); I Lottatori, opere di Marco Di Giuseppe e Fabrizio Sartori, in collaborazione con l’Accademia di
Belle Arti e FUA Florence University of Art, Firenze; Area 240 di Giulia Piermartiri, in collaborazione con Fondazione Studio
Marangoni, Firenze; Immagini della manifattura Tabacchi, Independence Art Verona, Verona; Kit variazioni di Videotrope, Firenze; Tu nella stanza sei il parametro, il limite massimo, la fine della mia corsa di Clio Casadei, Firenze.
Assistente alla direzione scientifica, MNAF - Museo Nazionale Alinari della Fotografia di Firenze per le mostre Bettina Rheims e
Serge Bramly. Rose c’est Paris; DUFFY The Photographic Genius; Guy Bourdin. A Message for You; Joel-Peter Witkin. Il maestro dei
suoi maestri; IZIS Il Poeta della Fotografia; Robert Capa in Italia 1943-1944; Robert Doisneau. Paris en liberté.
Responsabile ufficio stampa e coordinamento del dipartimento didattico, Fratelli Alinari Fondazione per la Storia della Fotografia, Firenze.
2012-2013
Coordinamento e Assistente Produzione, VISIO European Workshop on Artists’ Cinema 2012-2013, nell’ambito di Lo Schermo
dell’Arte Film Festival, Firenze.
2013
Curatrice, A Linking Park, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino.
Assistente alla didattica, Universitù IUAV di Venezia, per il corso in Visual Knowledge di Claire Tancons
2012
Collaboratrice alla ricerca, editor e traduzione dei testi, Ma personne de Georges Adéagbo, documentario presentato alla Triennale di Parigi 2012, Galleria Frittelli Arte Contemporanea, Firenze.
2011
Assistente alla didattica, corso Scuole, Scarpa, Scale in occasione del viaggio studio a Venezia, prof. Holger Kleine - Hochschule
Rhein Main, Wiesbaden. Relatrice, nell’ambito del corso, della conferenza Massimo Bartolini, Tobias Rehberger and Rirkrit Tiravanija at Venice Biennale: What Happens when Art Germania Becomes a Functional Space.
Responsabile di stand, Gruppo 24ore Cultura, Arte Fiera Bologna.
2010
Curatrice in collaborazione con Rosario Sorbello, Diecimila metri quadrati di corsa (è un segreto), performance di Chiara Zenzani, Giardini della Biennale, Venezia.
Curatrice in collaborazione con Rosario Sorbello, Elizabeth di Chiara Zenzani, Castello, Venezia.
Tirocinante, Prometeogallery di Ida Pisani, Milano.
2009
Collaboratrice e performer, Multinatural (blackout), Parata di Arto Linsday in occasione della 53. Biennale di Venezia, Fondazione Claudio Buziol, Venezia.
Assistente agli artisti Claire Healy & Sean Cordeiro, Once Removed, Padiglione Australia, 53. Biennale d’arte di Venezia, Venezia.
Curatrice in collaborazione con Eugenia Delfini, Marta Pettinau e Stefania Rispoli, Ri-creazione, produzione dal vivo di Francesco Arena, Valentino Diego e Marco Raparelli, 1to1 project, Roma.
Pubblicazioni
2013
Ri-conoscere Michelangelo, (catalogo della mostra), Giunti Editore, Firenze, schede delle opere e biografiche.
2011
Caffeine Luxury and I still dream on the Biennale, in “Look at me: Celebrity Culture at The Venice Art Biennale”, Mona Schieren,
Andrea Sick (Ed.), Nurnberg (Verlag fur Moderne Kunst).
MNAF.
Museo Nazionale Alinari della Fotografia
Firenze
Coordinamento del dipartimento didattico
2013
Inaugurato nell’ottobre 2006, il MNAF. Museo Nazionale
Alinari della Fotografia si trova all’interno del quattrocentesco
edificio detto ‘delle Leopoldine’ in Piazza Santa Maria Novella
nel cuore di Firenze. Il museo si divide in due aree: la prima
dedicata alle collezioni permanenti Alinari che ripercorrono
la storia della fotografia dal 1839, anno in cui furono realizzati
i primi dagherrotipi, fino ai giorni nostri, con rare fotografie
originali, negativi d’epoca, album e apparecchi fotografici; la
seconda dedicata alle mostre temporanee incentrate sulla fotografia storica e contemporanea.
Il dipartimento educativo del MNAF organizza tutto l’anno
attività, laboratori e incontri, negli spazi del museo e nello
stabilimento storico dei Fratelli Alinari, per approfondire la
fotografia in tutte le sue declinazioni: artistiche, estetiche,
tecniche e sociali.
Le attività educative si rivolgono ad un pubblico eterogeneo
per età e aspettative e interessano sia la collezione permanente
sia le mostre temporanee. Negli ultimi due anni sono stati realizzati diversi progetti tra cui quelli legati alle esposizioni: Gli
Archivi Alinari e la sintassi del mondo. Omaggio a Italo Calvino;
Joel-Peter Witkin il maestro dei suoi maestri; IZIS Bidermanas.
Il poeta della fotografia; Robert Capa in Italia. 1943-1944.
Schermo dell’arte
VISIO European Workshop on Artists’ Cinema 2012 e 2013
Firenze
Assistente alla produzione del Film Festival
Coordinamento di VISIO
Lo schermo dell'arte è un progetto che, con molteplici iniziative
nel corso dell'anno, racconta ed analizza le complesse relazioni
tra arte contemporanea e cinema.
Il Festival internazionale di film sulle arti visive contemporanee, giunto nel 2013 alla sua sesta edizione, è il momento più
importante ed articolato del progetto.
Diretto da Silvia Lucchesi, il programma riunisce film-documentari sui protagonisti del mondo dell’arte contemporanea
oltre a film d’artista e video istallazioni dei più importanti
artisti internazionali che lavorano con le moving images. Il luogo delle proiezioni è il magnifico Cinema Odeon, teatro degli
anni ‘20 progettato da Marcello Piacentini, situato nel cuore di
Firenze.
Presentati nella maggior parte dei casi in anteprima italiana,
i film provengono da una fitta rete di contatti internazionali,
produzioni indipendenti, musei, archivi, istituzioni culturali e
distributori cinematografici. Il festival prevede inoltre incontri
con artisti, registi e produttori dei film in programma, la cui
presenza ha inciso in modo determinante sul successo e sulla
grande attenzione mediatica che esso ha ricevuto. Le prime
cinque edizioni hanno visto la partecipazione, tra gli altri, di
ospiti illustri come gli artisti Isaac Julien, Omer Fast, The Otolith Group, Melik Ohanian, Phil Collins, Alfredo Jaar, Sarah
Morris e Gabriele Basilico, il musicista Mike D (Beastie Boys) e
i registi Lucy Walker, Chiara Clemente e Ben Lewis.
Lo schermo dell’arte Film Festival organizza inoltre due importanti progetti di sostegno ai giovani artisti internazionali che
lavorano con le immagini in movimento. Il Premio Lo schermo
dell’arte, giunto alla sua quarta edizione è un riconoscimento
di 10.000 euro volto a sostenere la produzione di un nuovo video d’artista, e VISIO European Workshop on Artists’ Moving
Images, progetto strutturato in una serie di seminari e incontri
dedicati ad approfondire la visione e le tematiche degli artisti
che utilizzano il cinema nella loro pratica artistica. Nel 2013,
la seconda edizione di VISIO ha coinvolto 12 giovani artisti
internazionali provenienti da 10 paesi europei.
Ri-Creazione
A cura di: Paola Bonino, Antonella Campisi, Eugenia Delfini, Marta Pettinau, Stefania Rispoli
Aritsti: Francesco Arena | Valentino Diego | Marco Raparelli
29 gennaio 2009
1:1projects, Roma
Ri-creazione è un intervallo di tempo all’interno del quale gli
artisti Francesco Arena, Valentino Diego e Marco Raparelli,
invitati a confrontarsi con il quartiere romano dell’ Alberone in
cui 1:1projects ha sede, producono un multiplo.
Il progetto e la scelta di commissionare un’opera riproducibile
e dai costi accessibili rispondono all’intento di intensificare il
dialogo tra 1:1projects, gli artisti e gli abitanti del quartiere.
Trial Version
www.trialversionproject.com
Trial Version è un progetto urbano nato nel giugno del 2011.
È un contenitore mobile che, all’interno della città, individua e
riattiva spazi architettonici (appartamenti, negozi, magazzini,
garage) caduti in disuso, convertendoli temporaneamente in
luoghi espositivi e mettendoli a disposizione di giovani artisti.
Il progetto nasce da un gruppo di artisti e curatori residenti in
diverse città d’Italia, uniti attorno ad alcune riflessioni comuni:
- riappropriarsi e reinventare quanto già esiste, seguendo una
logica della valorizzazione e non dell’accumulo.
- inserire la ricerca artistica contemporanea nei tempi e negli
spazi della città come un momento quotidiano.
Partendo dall’idea di un’arte potenzialmente diffusa nel tessuto
urbano e dell’esperienza artistica come possibilità per fornire
alternative alla realtà, Trial Version configura nuovi possibili
utilizzi degli spazi urbani, attraverso le dinamiche dell’arte.
Parole chiave degli interventi di Trial Version sono:
COOPERAZIONE perché il progetto vive della collaborazione
attiva dei cittadini: dalla concessione e condivisione degli spazi,
all’offerta dei servizi e delle conoscenze.
AUTONOMIA perché Trial Version invita di volta in volta
e, per lo più singolarmente, artisti a collaborare al progetto,
lasciandoli liberi da qualsivoglia logica espositiva o di comunicazione.
NOMADISMO perché gli insediamenti di Trial Version sono
provvisori e si strutturano come delle potenziali versioni di
prova, che riconsiderano criticamente lo spazio urbano per
valorizzarlo e viverlo sotto nuovi aspetti.
TRIAL
VERSION
TRIAL
VERSION
TRIAL
VERSION
Interno giorno
A cura di: Trial Version
Artisti: Leone Contini e Massimo Ricciardo
Videoteca, Via Don Minzoni 125, Monsummano Terme (PI)
21 settembre - 17 novembre 2013
Per la mostra Finte nature. Una nuova scena artistica Toscana,
presso il museo Mac,n di Monsummano Terme, Trial Version
ha collaborato con gli artisti Leone Contini e Massimo Ricciardo.
Grazie al mescolarsi di pratiche e punti di vista diversi nasce
dunque Interno giorno, una mostra surreale allestita in uno
spazio abbandonato, esterno al museo, nel pieno della città.
Interno giorno prende forma dall’incontro con Paola e con altri
cittadini di Monsummano Terme, che nelle ultime settimane
hanno trascorso del tempo con noi. Il progetto è ospitato in un
ex-negozio d videocassette di proprietà della mamma di Paola,
aperto negli anni ’80 e oggi dismesso.
Giocando sull’associazione tra realtà e finzione e sull’idea
di cinema come fabbrica di sogni, abbiamo frullato insieme
immagini d’archivio, fotografie rubate e chiacchiere da bar,
intrecciando immaginari personali atti a ipotizzare nuove vie
di fuga verso un futuro possibile.
I Lottatori
A cura di: Trial Version
Artisti: Marco Di Giuseppe e Fabrizio Sartori
Laboratorio di pasticceria, Via delle Ruote 1/A, Firenze
14-18 giugno 2013
I Lottatori è una lezione di disegno dal vero in cui i due artisti
fanno da modelli, riproducendo la posa dell’omonimo gruppo
scultoreo - copia romana di un originale greco del I secolo
d.C. - oggi conservato nella Galleria degli Uffizi. La scultura
rappresenta due figure maschili che praticano lo sport della
lotta: i due corpi sono avvinghiati e un lottatore sembra avere
la meglio sull’altro, inginocchiato e con il braccio piegato.
La scultura è stata scelta da Di Giuseppe e Sartori come ironica
rappresentazione della competitività del sistema dell’arte
contemporanea e dell’antagonismo che spesso caratterizza le
relazioni tra giovani artisti. Invitati a partecipare ad una mostra
comune, infatti, gli artisti, hanno deciso di collaborare dando
vita a una performance in cui competono, ma allo stesso tempo
l’autorialità dell’uno si perde in quella dell’altro.
A ritrarli dal vero, come nelle classiche lezioni di disegno anatomico, c’è un gruppo di studenti internazionali in soggiorno
in Italia, chiamati dagli artisti ad interpretare il ruolo di ‘allievidisegnatori’.
I Lottatori trae spunto da una riflessione sull’attuale sistema
culturale italiano. L’immagine che l’Italia promuove all’estero
è, il più delle volte, legata al passato. Firenze, in questo, non è
da meno. La sua politica culturale, un po’ a digiuno di contemporaneo, da anni investe prevalentemente sulla valorizzazione
della città rinascimentale, limitando la possibilità di entrare in
contatto con la cultura e l’arte contemporanea e proponendo a
chi la vive e chi la visita, una sorta di moderno ma artefatto e
continuo Grand Tour. Gli studenti internazionali di I Lottatori,
quindi, sono stati invitati a mettere in scena uno stereotipo e
a ribaltarlo. Ricalcando una delle immagini più comuni della
classicità, quella del ritratto dal vero, che altro non è che lo
studio e la copia della bellezza antica, gli studenti sono anche
autori di un’opera d’arte contemporanea.
Area240
A cura di: Trial Version e Chiara Ruberti
Artisti: Giulia Piermartiri
Animalimania, via Il Prato 38, Firenze
16-21 marzo 2013
Per il suo terzo appuntamento a Firenze, Trial Version, in
collaborazione con Chiara Ruberti, ha scelto di coinvolgere la
Fondazione Studio Marangoni proponendo ai suoi studenti la
realizzazione di un progetto fotografico inedito.
Lo scorso autunno attraverso un bando dall’evocativo titolo Zenobia (una delle “città invisibili” di Calvino), gli studenti della
scuola sono stati invitati a riflettere sul continuo trasformarsi
del paesaggio contemporaneo, soffermandosi in particolare su
quei luoghi che, persa ormai ogni funzione originaria, conservano ancora i segni di ciò che li ha animati. Area240 di Giulia
Piermartiri (Civitanova Marche, 1990) è risultato il progetto
vincitore e dal 16 al 21 marzo sarà presentato in un ex negozio
di animali nel quartiere di Santa Maria Novella.
240 sono i chilometri che Giulia ha percorso nelle Marche, sua
regione d’origine, attorno alla zona di Porto Sant’Elpidio, fotografando spazi in abbandono e archeologie industriali, da un
ex concimificio a un vecchio parco acquatico. All’interno della
mostra, gli scatti compongono un percorso allo stesso tempo
geografico ed espositivo: immagini di luoghi a cui lo sguardo
di Giulia vuole restituire nuova dignità e attenzione, attraverso
l’interpretazione estetica di un passato cristallizzato nel tempo
ma non ancora del tutto impenetrabile.
Kit Variazioni
A cura di: Trial Version
Artisti: Videotrope e musicisti vari
Supermercato, Via dei Barbadori, Firenze
28 dicembre 2011
Kit Variazioni è un’installazione trasportabile. Custodita all’interno di una valigia dal solido rivestimento, il kit è composto
da: strisce led, sensori di vibrazione, batteria ricaricabile ed una
scheda microcontrollore.
L’impermeabilità delle strisce led e la lunghezza dei cavi che le
collegano alla scheda, consentono all’installazione di adattarsi
facilmente a diversi luoghi, la scelta di questi a discrezione
dell’artista.
Tu nello spazio sei il mio parametro il limite massimo della mia corsa
A cura di: Trial Version
Artisti: Clio Casadei
Garage, Via dell’Osteria del Guanto, Firenze
15 settembre - 2 ottobre 2011
I buchi neri sono regioni di spazio che si formano attorno a
corpi celesti densi, da cui nulla può sfuggire; corpi con un’attrazione tale per cui niente riesce ad allontanarsi da loro. Capita
alle volte di trovarsi in condizioni simili, in situazioni nelle
quali ogni cosa sembra essere vorticosamente legata all’altra
senza soluzione di continuità: parole, immagini, idee. È forse
questa la peculiarità del lavoro di Clio Casadei e il motivo per
il quale le abbiamo chiesto di collaborare con noi accettando
di presentare al pubblico il suo lavoro: una ricerca, un immaginario e un pensiero che vi invitiamo a vivere con generosità,
dedicando loro del tempo. L’esposizione Tu nello spazio sei il
parametro, il limite massimo, la fine della mia corsa è stata pensata da Clio Casadei come il foyer di un teatro dove, solitamente, fotografie e vecchie locandine di spettacoli intrattengono gli
spettatori prima e dopo la messa in scena. Ciascuna opera in
mostra è esposta come un frammento: il segno lasciato da una
narrazione più estesa che indistintamente può appartenere al
passato o essere ancora in atto. Tutti i lavori, infatti, non sono
che la traccia di progetti più ampi che l’artista lega e descrive in
una narrazione audio realizzata per l’esposizione e che ad essa
dà il nome, Tu nello spazio sei il parametro, il limite massimo, la
fine della mia corsa.
Nella mostra, l’audio segue una precisa programmazione,
come se si trattasse di una vera e propria messa in scena: una
narrazione continua pronunciata ad alta voce. Con un rigore
quasi scientifico Clio Casadei formalizza di volta in volta il suo
pensiero in frammenti chiusi, spesso ermetici, in cui nulla è
lasciato al caso: si tratta di opere che rivelano una riflessione
continua sulla realtà, i metodi cognitivi e la necessità del fare
e dell’agire con l’arte. È in questo senso che, entrando negli
ambienti che ospitano l’esposizione, la sensazione è di camminare nello “spazio” di un buco nero: un immaginario articolato
e per certi versi complesso, dal quale difficilmente si ritorna
indifferenti.
A Linking Park
A cura di: Marta Barbieri, Bruno Barsanti, Lucrezia Calabrò, Sara Dolfi Agostini, Alessandra Ferlito, Valeria Mancinelli, Chiara
Nuzzi, Marta Papini, Stefania Rispoli, Gabriele Tosi
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino
24 ottobre 2013 – 26 gennaio 2014
A Linking Park potrebbe sembrare una mostra senza opere:
per vederla è necessario trovarsi di fronte alla Fondazione
Sandretto Re Rebaudengo con uno smartphone in mano e
fotografare i venti QR posizionati sulla sua facciata. I QR si
presentano come codici minimali, decodificabili solo da un
dispositivo connesso a internet. Spazio effettivo di fruizione di
A Linking Park, quindi, sono gli smartphone, mentre la facciata
della Fondazione diventa l’interfaccia e il supporto su cui sono
allineati i codici.
Sulla facciata, i codici QR sono tracce di un dialogo a distanza
intercorso tra i dieci curatori di CAMPO12, corso-residenza
promosso dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo in collaborazione con la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT.
Ricalcando l’immediatezza della “Quick Response” dei codici, i
curatori si sono scambiati a turno una serie di link con due sole
condizioni: dare una “risposta veloce” - non impiegando più di
due giorni per scegliere il proprio link - e selezionare materiali
che facessero già parte della grande collezione del web visibile,
ovvero l’insieme dei siti raggiungibili tramite Google.
Il processo di selezione dei link ha origine da una riflessione
su temi specifici quali l’evoluzione dell’architettura in risposta
alla proliferazione delle interfacce tecnologiche; ’uomo come
strumento per la diffusione di immagini; lo statuto delle opere
d’arte digitalizzate e archiviate online e gli aspetti legali connessi alla loro diffusione e utilizzo.
La selezione dei dieci curatori ha incluso senza distinzione
estratti di film, video e brani musicali caricati su Youtube e Vimeo, siti e pagine web creati da artisti e progetti pensati appositamente per la rete. Così da una web chat con Andy Warhol
attraverso un medium si passa a Tom Waits, Roberto Benigni e
John Lurie che si sgolano in prigione per un gelato, idealmente
seguiti da riprese di lavoratori che escono dalle grandi fabbriche della prima metà del secolo.
Il lato “in chiaro” del web, quello ipercontrollato di Google
e dei suoi algoritmi di ricerca diventa così il contenuto di un
gioco di perdita di controllo: ogni nuova risposta è un’interpretazione personale del link che l’ha preceduta e modifica il
percorso di A Linking Park nel suo complesso.
Alla mostra A Linking Park si affianca la pubblicazione A Linking Book, un libro la cui dimensione tascabile ricalca quella di
uno smartphone. La pubblicazione si avvale di contributi teorici commissionati ad artisti, scrittori e professionisti della rete
quali Riccardo Benassi, Joseph Nechvatal, Alessandra Donati.