PRIMO PIANO L'Unione Europea supporta la ricerca Morlando a pag.2 SOS FAUNA I pettirossi perdono la bussola I pettirossi non sono in grado di utilizzare la loro "bussola" interna per orientarsi con il campo magnetico terrestre, come fanno normalmente per migrare, se sono esposti a un rumore di fondo di onde d'intensità molto bassa, simile a quello prodotto dalle stazioni radio AM. Maisto a pag.7 SCIENZA & TECNOLOGIA La buona birra e i tappi ecologici Eco-Sistemi Srl (la start-up innovativa e spin-off accademico) di Rovereto (TN) ed Hordeum Srl (il birrificio) di Novara hanno ben deciso di unire le proprie forze per creare una nuova alleanza che li vedrà schierati in campo una accanto... Le acque del Mediterraneo sono ancora fresche, ma ad agosto si riscalderanno Temperature del mare sotto la media stagionale Capita spesso di assistere, tra maggio e giugno, a precoci ondate di calore, portate dal temibile anticiclone africano. Le temperature facilmente superano i 30°C e il mare rappresenta la meta ideale per trovare un po’ di refrigerio. Se si va al mare all’inizio dell’estate, tuffarsi in acqua può diventare un’impresa ardua; pure se la temperatura dell’aria è molto elevata, appena si mette un piede a bagno, i risultati non sono certo quelli sperati. In effetti, nei primi mesi caldi, le temperature del mare ricordano ancora le temperature basse dell’inverno e non bastano certamente alcune giornate di caldo per poter riscaldare l'enorme massa d'acqua. Loffredo a pag.5 Lo spreco di cibo vale 8,1 miliardi ogni anno L’architettura sostenibile di Mauricio Cárdenas Non c’è crisi che regga: lo spreco alimentare è una brutta abitudine che resiste ai tempi. Lo conferma il rapporto sullo spreco alimentare domestico 2014 firmato dall’Osservatorio nazionale sugli sprechi Waste Watchers. “Lo spreco complessivo di cibo, dai campi alla filiera al bidone della spazzatura domestico, vale complessivamente 8,1 miliardi di euro all’anno... Nato a Bogotà (Colombia) nel 1969, Mauricio Cárdenas è attivo da sempre nel campo della progettazione consapevole, con particolare attenzione al rispetto dell’ambiente, alla lotta ai gas serra, all’uso di materiali ecologici e allo sviluppo delle aree svantaggiate del pianeta. Nel 2004 apre a Milano lo Studio Cárdenas Conscious Design, nel quale si occupa di temi comprendenti progetti che vanno dagli spazi pubblici a quelli polifunzionali... Esposito a pag.11 Paparo a pag.9 AMBIENTE & TENDENZE Sailsquare: la piattaforma per gli amanti della vela Abbrunzo a pag.15 I manuali di diritto del lavoro descrivono la figura del sindacato, quale organismo preposto alla rappresentanza dei lavoratori appartenenti alle diverse categorie produttive, affiancando alla concezione di un sindacato... Tutti i pensatori e intellettuali sono debitori nei confronti di Illich di un’idea fondamentale: la decrescita, Serge Latouche, famoso professore francese di economia, lo ha scritto chiaramente in: La sfida della decrescita. Ivan illich (1906-2002) prete cattolico e filosofo austriaco, partendo dalla considerazione che: “se vogliamo poter dire qualcosa sul mondo futuro, disegnare i contorni di una società a venire che non sia iperindustriale, dobbiamo riconoscere l’esistenza di scale e limiti naturali. L’equilibrio della vita si dispiega in varie dimensioni: fragile e complesso, non oltrepassa certi limiti. Ferrara a pag.16 A.Tafuro-M.Tafuro a pag.17 Palumbo a pag.14 AMBIENTE & CULTURA LAVORO & PREVIDENZA Il castello di Caivano Una nuova dimensione per la tutela dei lavoratori Iacuzio a pag.13 NATUR@MENTE I pensatori della decrescita: Ivan Illich “AriaSaNa”, un progetto su due ruote! Pedalando in bicicletta … si monitora l’aria Salvatore Patrizio Ebbene si! Grazie al progetto “AriaSaNa – Sistema integrato aereo e terrestre di osservazione e previsione della qualità dell’aria”, pedalando in città, su apposite biciclette dette “sensor bike” e dotate di un sistema di sensori su piattaforma Arduino, sarà possibile, in molti centri della Campania, effettuare un monitoraggio ambientale urbano. Questo tipo di raccolta dati è una delle tante tecniche che verranno utilizzate all’interno del programma “AriaSaNa”, commissionato dalla Regione Campania all’Istituto per i Sistemi Agricoli e Forestali del Mediterraneo (ISAFOM) del CNR (Coordinatore Scientifico: Dr. Vincenzo Magliulo) in collaborazione con il CNR/Istituto di Biometeorologia (IBIMET), l’Università Parthenope e le società Evoluzione, Superelectric e Valar, con un finanziamento totale di euro 2.820.000 ed una durata di poco superiore ai due anni (scadenza 31 dicembre 2015). Scopo del progetto è quello di ottenere dati continui sulla qualità dell’aria diventando, tali informazioni, un importante punto di riferimento per le Pubbliche Amministrazioni territoriali nelle loro scelte in materia di risanamento ambientale, di tutela della qualità e sicurezza delle produzioni ali- mentari e per l‘applicazione di opportune misure preventive e di controllo dell’inquinamento atmosferico. Si darà vita alla costituzione di una struttura permanente, denominata “Osservatorio regionale di Qualità dell’Aria”, che sarà dotata di sistemi di previsione e di rappresentazione in tempo quasi reale della qualità dell’aria, a partire dai dati raccolti da apparati di misura combinati con strumenti numerici di calcolo, quali modelli di trasporto degli inquinanti e modelli meteorologici. Saranno utilizzate stazioni fisse e piattaforme mobili, come le “sensor bike” o i velivoli leggeri da ricerca Era del Cnr attrezzati con strumentazione avanzata per l’osservazione ambientale. Rispetto ai sistemi tradizionali di monitoraggio ambientale, basati esclusivamente su centraline fisse, quelli usati dall’Istituto del Cnr e dai suoi partner hanno il vantaggio di acquisire dati da diversi punti di osservazione (fissi e mobili) facendo poi confluire, in tempo reale, tutte le informazioni raccolte in un unico apparato informatico detto “centro di controllo” per l’elaborazione e restituzione grafica in tempo reale. Il “centro di controllo” sarà posizionato all’interno dell'ISAFOM. Attraverso modem satellitari e terrestri i sensori trasmetteranno le informazioni relative alla qualità dell'aria ed alle condizioni meteorologiche ad una base dati e quindi ad un web-server che permetterà la visualizzazione delle informazioni raccolte in tempo reale su supporti informatici, anche attraverso l'utilizzo di apposite APP. In questo modo il programma “AriaSaNa” sarà in grado di produrre un sistema di simulazione della qualità dell’aria, con previsioni a 4-5 giorni, e una stima della distribuzione degli inquinanti in tempo quasi reale. Una stazione di misura permanente del metabolismo urbano, denominata “Supersito”, posta nel centro di Napoli (esattamente nel Complesso di San Marcellino), misurerà, ad intervalli orari, gli scambi di massa e di energia dell’ecosistema urbano: distribuzione e trasporto di gas serra, particolato, inquinanti gassosi e sostanze organiche volatili. Infine, il collegamento con una struttura gemella all’interno del Bosco di Capodimonte, utilizzata all’interno del progetto PON “IAmica”, potrà consentire la costituzione di un’infrastruttura in grado di quantificare anche l’apporto benefico della vegetazione urbana. L’obiettivo finale è contribuire alla creazione di un servizio integrato capace di coprire un ampio ventaglio di esigenze ed in un prossimo fu- turo l’Osservatorio Regionale potrà evolversi in uno strumento di previsione di eventuali episodi critici o situazioni di allerta. Tutte le informazioni relative allo stato di salute dell’ambiente rilevate dai sistemi di misura e simulate dai modelli saranno successivamente rese disponibili al pubblico tramite un portale web e applicazioni per dispositivi mobili. Le attività di analisi e monitoraggio, previste dal programma scientifico, si svilupperanno inizialmente a Napoli e Salerno ma si estenderanno rapidamente anche a molte altre città della Campania. Un nuovo e utilissimo portale per le attività scientifiche L'Unione Europea supporta la ricerca Angelo Morlando È disponibile un nuovo e utilissimo portale che si chiama "EURAXESS - Researches in motion", cioè "Ricercatori in Movimento". È stato istituito dalla Commissione Europea che ha anche avviato una campagna d’informazione per aiutare i ricercatori ad ottenere informazioni e a trovare un posto di lavoro. Il portale è molto intuitivo ed è costituito da 4 macro-sezioni: opportunità di lavoro, servizi offerti, normative e links utili. È stato organizzato anche un "megatour" che, con un show itinerante, visiterà ventidue paesi europei e ventinove tra le principali città per offrire ai ricercatori una giusta carriera scientifica con consulenze adeguate alla professionalità. La campagna durerà due mesi e sarà fortemente pubblicizzata con l'obiettivo di coinvolgere almeno centomila studenti e giovani ricercatori. Il tour è stato organizzato in stretta collaborazione con i centri EURA- XESS nazionali dei paesi che lo accoglieranno. Sono previste sessioni interattive, tra cui seminari con esperti, dibattiti e “sfide” scientifiche ad ogni tappa. Saranno organizzati anche eventi informativi sulle carriere, in collaborazione con i servizi delle risorse umane delle università. In Italia, inoltre, l’ISPRA ha completato la prima raccolta di dati relativi ai progetti di ricerca sull’acqua contribuendo così all’attività di mappatura della ricerca sull’acqua prevista nell’ambito della "Water Joint Programming Initiative". Fortunatamente ci sono tanti progetti "italiani" anche se quasi sempre in compartecipazione con i paesi confinanti come Francia e Germania. Il motivo è facile da individuare: l'acqua non conosce confini amministrativi, ma solo confini geografici e idrogeologici, quindi, è normale che i progetti siano transfrontalieri. I dati raccolti sono frutto della collaborazione portata avanti dall’ISPRA direttamente con i soggetti coin- volti nelle attività di ricerca (CNR, ENEA, Università, Regioni ecc.) e sono stati pubblicati online sul sito della "Water JPI", in un sistema di database comprendente i progetti italiani e degli altri paesi europei coinvolti. Tale iniziativa ha lo scopo di migliorare la reciproca conoscenza delle attività scientifiche a livello europeo e internazionale, contribuendo così al potenziale rafforzamento della stessa iniziativa di ricerca, finalizzata, inoltre, al coordinamento delle politiche e all’attuazione delle normative europee e nazionali inerenti la gestione dell’acqua. (Per saperne di più: http://ec.europa.eu/euraxess/ e http://www.waterjpi.eu/) Premio La Convivialità urbana. “#1778”, il progetto vincitore per il recupero e la valorizzazione del Lungomare di Napoli Cinque giovani architetti per una città più sostenibile Fabiana Liguori Il premio “La Convivialità Urbana” è un’iniziativa ideata dall'Associazione Napolicreativa e promossa dall'Ordine degli Architetti di Napoli e dall'ACEN, allo scopo di favorire un tipo di architettura definita “partecipata”, caratterizzata dalla ricerca e applicazione di un approccio mentale e una metodologia di progetto che valutino non solo gli aspetti architettonici di un luogo, ma anche quelli economici e sociali per un processo di riqualificazione urbana sostenibile. Quest’anno, per la quinta edizione del premio, sono stati 19 i progetti in gara. Tema: il recupero e la trasformazione urbana e architettonica del lungomare di Napoli. Tra le diverse sensibilità e professionalità a confronto, tre i progetti sul podio e cinque gli artefici del progetto vincitore: Raffaella Napolano, Gianluca Vosa, Viviana Del Naja, Giorgio Nugnes e Francesca Miceli. Con la loro proposta, intitolata “#1778”, hanno rac- colto, infatti, il maggior numero di consensi. Il nome del loro progetto richiama con fierezza un pezzo di storia importante per la città: l’anno in cui Ferdinando IV di Borbone incaricò Carlo Vanvitelli di realizzare il Real Passaggio di Chiaia poi divenuto Villa Comunale. Ma quali sono gli obiettivi sui quali si sviluppa il concept? In primis, rafforzare l’immagine di Napoli, i suoi valori più autentici e profondi, all’origine dell’identità storica e culturale attraverso la rivalorizzazione del waterfront ad oggi assimilabile ad una “cartolina sottovetro”, immagine di una città incapace di farsi vivere appieno. Altro tassello fondamentale è quello di individuare un si- Al via il censimento arboreo nel Comune di Napoli Giulia Martelli Maltempo, alberi che crollano su ignari passanti, vite che in un battito d’ali si spezzano. La nostra città, ma non solo, non è nuova a tragedie di questo genere, purtroppo… Dopo l’ennesimo dramma sfiorato a causa della caduta accidentale di un ramo di eucalipto secolare nella Villa Comunale di Napoli l’amministrazione di Palazzo San Giacomo ha deciso di correre ai ripari affidando alla società lombarda “Demetra” il censimento del patrimonio arboreo del capoluogo partenopeo. Gli “alberi cittadini” secondo gli esperti sono decisamente quelli più a rischio a causa, principalmente, di tre fattori: primo fra tutti l’ invecchiamento precoce dovuto a smog ed inquinamento, secondo poi la scarsa manutenzione dovuta ai tagli delle risorse ed infine, il danneggiamento delle radici provocato dalle imprese che lavorano sui sotto servizi. In città le operazioni di verifica partiranno subito dopo l’estate e dureranno sei mesi, ogni pianta sarà esaminata con il metodo VTA (Visual Tree Assessment), elaborato dal Professor Klaus Mattheck dell’Università di Karlsruhe (Germania) che permette l’identificazione di soggetti arborei a rischio statico attraverso il riconoscimento di sintomi caratteristici che un albero palesa in presenza di danno interno. Le piante a rischio saranno poi “radiografate” attraverso particolari strumenti per verificarne lo stato interno e quelle di dubbia tenuta saranno sottoposte a prove di resistenza. Verrà infine elaborata una scheda tecnica identificativa per ogni albero contenente dati sulle condizioni di staticità e sulla presenza di eventuali patologie o fattori di rischio. Di certo questo è un primo passo che rischia però di rimanere isolato senza una successiva ed efficace riorganizzazione del settore della manutenzione del verde cittadino. stema di pianificazione non convenzionale, che faccia del lungomare attrattore e baricentro principale, che sia flessibile, aperto, strutturato per livelli d’intervento ed in costante divenire, capace di plasmarsi sulla base di sollecitazioni esterne di carattere storico, socio-culturale ed economico assorbendone contrasti, complessità e diversità. Infine, il progetto mira a reinterpretare su scala adeguata il rapporto tra città e il mare promuovendo la scelta di un progetto plurale e condiviso, accordando gli interessi, individuando i temi, gli argomenti e le criticità di maggior rilievo incentivando la partecipazione delle comunità nazionali ed internazionali attraverso il sistema dal Crowdfunding come alternativa di crescita e forma di finanziamento pubblico parteci- pativo dal basso. “#1778” rappresenta un insieme di spazi aperti e spazi mare della città diviso in tre macro aree tematiche: “Mobilità Sostenibile”, “Ambiente ed Energia”, “Società, Cultura e Turismo”. Tutte delimitate e collegate da un’efficiente sistema di mobilità sostenibile (bike sharing, bus elettrico, tram nel verde e così via). La riqualificazione della zona di Mergellina come polo e porto turistico principale, la riconfigurazione della zona della Rotonda Diaz come spazio urbano aperto ed estensione verso mare della vicina Villa Comunale ed infine la passeggiata nell'area di Castel dell'Ovo, in corrispondenza degli alberghi, sono elementi fondanti dell’intervento. Necessari sono anche la catalogazione, le operazioni e i processi di riqualificazione e recupero funzionale di tutti gli immobili esistenti in totale o parziale disuso (es. Stazione di Mergellina ed annessa area parcheggio, i volumi esistenti all'interno della Villa Comunale come la Stazione Zoologica riaperta e resa maggiormente autonoma) reinventati e restituiti alla collettività come centri operativi di associazioni, start up e volontari operanti sul territorio. Sacchetti biodegradabili: l’Italia si allinea all’Europa Rosa Funaro Si prevedono sanzioni per chi commercia sacchetti per asporto merci che non siano biodegradabili e compostabili secondo la normativa europea. Il Ddl di conversione del Dl 91/2014 approvato dal Senato il 25 luglio 2014 è da subito operativo. Il 18 marzo 2013 era stato firmato il decreto con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, ma non si era ancora conclusa la procedura di notifica alla Ue. È di questi giorni invece l’approvazione definitiva del Decreto Legge che prevede al suo interno le sanzioni per i trasgressori: i venditori di sacchetti monouso che non siano biodegradabili e compostabili o che non abbiano gli spessori previsti dalla legge sono punibili con una sanzione amministrativa pecuniaria che può oscillare dai 2.500 ai 25.000 euro. Oltre alle sanzioni sono anche altri i punti interessanti all’interno del decreto: i sacchi frutta e verdura, ad esempio, dovranno essere biodegradabili e compostabili entro 5 anni dall’entrata in vigore della Direttiva. Inoltre qualora uno Stato decida di intraprendere la strada della tassazione, come avvenuto per esempio in Irlanda, i sacchi cosiddetti riutilizzabili non potranno in alcun modo costare meno di quelli monouso, a cui verrà applicata la tassa. L’Italia ad ogni modo risulta Paese “virtuoso” al riguardo, avendo raggiunto una riduzione dell’ordine del 50% in tre anni del volume degli shopper in circolazione, passando da circa 180.000 tonnellate nel 2010 a poco più di 90.000 nel 2013. Parole di soddisfazione da parte di Marco Versari, Presidente dell'associazione Italiana delle Bioplastiche e dei Materiali Biodegradabili e Compostabili: “E’ il completamento dell'iter normativo sugli shopper e serve a dare finalmente quella chiarezza che tutto il settore chiede”. Quindici giorni di notizie ambientali Arpat ha vigilato sul viaggio della Concordia. L'ambiente nel nuovo Titolo V Riforma della Costituzione Chi regola l'ambiente? Luigi Mosca Pochi giorni fa, come tutti sanno, si è concluso il viaggio del relitto più ingombrante d'Italia. L'enorme carcassa della Costa Concordia è approdata a Genova, come da programma, dopo essere stata riportata in posizione di galleg- giamento lo scorso 23 luglio. Sin dai giorni immediatamente successivi al tragico naufragio, Arpa Toscana ha svolto attività di monitoraggio ambientale nei pressi dell'isola del Giglio. In questo modo ha potuto controllare che non venissero contaminate le acque marine, per l'impatto della presenza del grande relitto adagiato sui fondali del Giglio. Il monitoraggio condotto da Arpat è proseguito anche mentre la Concordia veniva trainata verso il capoluogo ligure, con prelievi di campioni di acqua marina lungo tutto il percorso. Ne dà conto, in questi giorni, il sito web dell'agenzia toscana, www.arpat.toscana.it. Cinema verde, premio a Rosi Francesco Rosi è un maestro del cinema “verde”: lo riconosce Green Cross Italy, che, a inizio luglio, ha premiato il grande cineasta a oltre cinquant'anni dall'uscita di “Mani sulla città”. L'acclamato film di impegno civile è stato di recente presentato a Roma, alla Casa del cinema, in versione restaurata. Nel ricevere il riconoscimento per il suo lavoro che ha precorso i temi dell'ambientalismo italiano, Rosi ha definito “Mani sulla città” «un film dolorosamente attuale». Il regista, che oggi ha oltre novanta anni, ha ricordato come la genesi del suo noto film-denuncia sia maturata nel particolare contesto offerto da Napoli e dai suoi problemi, anche se il suo lavoro ambisce ancora oggi a parlare dei problemi ambientali e urbanistici in tutti grandi agglomerati urbani del mondo. Chi scriverà le regole per la tutela dell'ambiente, nell'Italia del futuro? C'è anche questo all'interno della riforma costituzionale, in questi giorni all'esame del Senato. Sul sito web del ministero per le Riforme costituzionali vengono di volta in volta pubblicate le versioni più aggiornate del disegno di legge costituzionale in discussione in Parlamento. In tema di ambiente, è ovviamente di particolare interesse la riforma del titolo quinto della Costituzione. Oggi, in linea generale, spetta allo Stato dettare le norme per la protezione delle risorse naturali, ma le Regioni hanno importanti competenze, anche legisla- tive, su ambiti come il governo del territorio e la valorizzazione dei beni ambientali. Nel progetto di riforma presentato dall'attuale governo, la linea prevalente è di garantire allo Stato l'esclusiva su alcune sfere, ad esempio riguardo alle grandi reti di trasporto e di produzione d'energia, in modo da evitare conflitti di attribuzione e difformità territoriali che rallentano l'economia e il lavoro delle istituzioni. Nel corso del complesso iter per l'approvazione della riforma, tuttavia, il ddl sta accogliendo modifiche e la discussione, mentre scriviamo, è ancora aperta. Acqua potabile, ammonizione dall'Ue A inizio luglio la Commissione Ue ha aperto una procedura di infrazione contro l’Italia per la contaminazione dell’acqua da arsenico e fluoro, in particolare nel Lazio, ancora irrisolta, nonostante la concessione di tre deroghe di tre anni ciascuna. I valori limite previsti dalla direttiva Ue sull’acqua potabile non sono ancora rispettati in 37 zone. Raccontiamo il meteo. Le acque del Mediterraneo sono ancora fresche, ma ad agosto si riscalderanno Temperature del mare sotto la media stagionale Gennaro Loffredo Capita spesso di assistere, tra maggio e giugno, a precoci ondate di calore, portate dal temibile anticiclone africano. Le temperature facilmente superano i 30°C e il mare rappresenta la meta ideale per trovare un po’ di refrigerio. Se si va al mare all’inizio dell’estate, tuffarsi in acqua può diventare un’impresa ardua; pure se la temperatura dell’aria è molto elevata, appena si mette un piede a bagno, i risultati non sono certo quelli sperati. In effetti, nei primi mesi caldi, le temperature del mare ricordano ancora le temperature basse dell’inverno e non bastano certamente alcune giornate di caldo per poter riscaldare l'enorme massa d'acqua. La media storica delle temperature superficiali del mar Mediterraneo, tra maggio e giugno, è di circa 22-23°C. Tra la fine di agosto e l’inizio di settembre la superficie marina solitamente raggiunge la temperatura più elevata dell’anno. Infatti in questo scorcio di stagione le temperature del mare possono raggiungere persino i 27-28°C. Come mai succede ciò? Per rispondere a questa domanda bisogna introdurre il concetto di capacità termica. Con questo termine si indica il potere che ha una determinata superficie di immagazzinare calore. Se confrontiamo un specchio di acqua con una porzione di terraferma, notiamo che il mare senza dubbio ha una maggiore capacità termica rispetto alla terra. Viceversa, nel mese di settembre, le giornate più corte e l’aria più frizzante non invogliano ad un tuffo in acqua, ma nonostante ciò, la temperatura dello specchio di mare risulta decisamente più elevata rispetto all’ambiente circostante, tanto che immergersi in queste calde acque può dunque rivelarsi piacevole. Il calore estivo viene dissipato lentamente nei mesi autunnali e invernali, fino ad arrivare ad un minimo stagionale che solitamente avviene all’inizio della primavera. In conclusione, il massimo riscaldamento del mare avviene alla fine della stagione calda, ovvero a settembre. Il massimo raffreddamento lo si avrà invece alla fine della stagione fredda, grossomodo tra fine febbraio e l’ inizio marzo. In questa strana e pazza estate 2014, tuttavia, le temperature superficiali delle acque del mediterraneo risultano più fresche del normale, specie per quanto riguarda i bacini settentrionali, tra il golfo del Leone, mar Ligure e mari ad ovest della Sardegna, dove i valori termici sono di 1°C-2 °C più basse rispetto al valore medio stagionale. Le medesime zone, infatti, sono state quelle che poi hanno su- bito frequentemente l’ingresso delle perturbazioni atlantiche, favorite da una frequente ed intensa ventilazione di maestrale, la quale ha determinato il rimescolamento delle tiepide acque superficiali con quelle più fredde e dense provenienti dal fondo marino. Per trovare le temperature più alte bisogna comunque spostarsi sul mediterraneo orientale, grazie al contributo caldo offerto dall’anticiclone africano, più presente e stabile su tali zone. Siamo oramai nella seconda parte della stagione estiva, e nonostante le giornate lentamente ma inesorabilmente tenderanno ad accorciarsi, il mare avrà ancora tutto il tempo necessario per accumulare calore nel corso dei prossimi due mesi. La cornea creata con le cellule staminali Sono state impiantate sui topi. Gli ottimi risultati rassicurano tutti Fabiana Clemente Ancora una volta buone notizie ci giungono da chi crede e investe nella ricerca scientifica sulle staminali. Le cellule staminali – che ricordiamo essere cellule primitive non specializzate capaci di trasformarsi in diversi tipi di cellule del corpo attraverso il processo di differenziamento cellulare – hanno dimostrato in più di un’occasione di essere una risorsa straordinaria per il trattamento di alcune malattie. Impiegate quindi in diverse applicazioni cliniche. Un recente lavoro infatti – rigorosamente made in Usa – è stato pubblicato su Nature e lascia intravedere importanti traguardi raggiunti dalla medicina. Un team di scienziati, provenienti da diversi istituti - Massachusetts Eye and Ear / Schepens Eye Research Institute, il Boston Children’s Hospital, il Brigham and Women’s Hospital e il VA Boston Healthcare System – è riuscito a generare un tessuto corneale utilizzando cellule staminali umani adulte. Nello specifico è stata rilevata una molecola ABCB5 – definita spia - che permette alle cellule staminali limbari di sopravvivere. La molecola in questione agisce come marcatore per individuare cellule staminali limbari, altrimenti difficili da localizzare. Questo particolare tipo di cellula è localizzata nell’epitelio basale limbare dell’occhio e favorisce la conservazione e la rigenerazione del tessuto corneale. E’ stato utilizzato materiale biologico di cornee estratto dai cadaveri. Da questo materiale, i ricercatori sono riusciti a riprodurre cornee complete. Le cornee rigenerate e funzionanti, sono state impiantate sui topi. Gli ottimi risultati rassicurano tutti quei pazienti che sperano e aspettano che arrivi anche il loro turno. La causa primaria della degenerazione della cornea è per l’appunto la morte delle cellule limbari. La società californiana di biotecnologie Advanced Cell Technology ha annunciato che ben presto divulgherà dati che riguardano l’iniezione di cellule della retina – di derivazione staminale – negli occhi di un gruppo di 30 pazienti af- fetti da una forma di cecità non curabile. Da più fonti provengono notizie confortanti, che dovrebbero far riflettere sull’importanza di finanziare questo tipo di ricerca – definita da alcuni come non convenzionale e di conseguenza non eticamente accettata. Eppure i risultati parlano chiaro. Passi in avanti sono stati fatti nel corso degli anni. Non molto tempo fa, infatti, la rivista Nature ha pubblicato uno studio effettuato dai ricercatori dell’Indiana University. Cellule staminali embrionali di topo sono state trasformate in cellule specifiche dell’orecchio interno. Non solo. Anche il sud Italia infonde la giusta dose di ottimismo. Dall’Università di Catanzaro, in collaborazione con professori partenopei, sono state individuate cellule staminali in grado di rigenerare il cuore danneggiato da infarti. La ricerca scientifica, con gli ottimi risultati registrati, sottolinea l’importanza di non trascurare questa nuova strada. Le mandorle: un portento contro le malattie cardiovascolari Quante rinunce facciamo a tavola per mantenere il pesoforma. Quante volte abbiamo associato un alimento saporito ad un alimento nemico del nostro girovita, o peggio della nostra salute. Per fortuna ci sono casi – o per meglio dire alimenti - che sfatano il mito. Buone notizie, infatti, per gli amanti delle mandorle. Oltre ad essere una delizia per il palato, questo particolare frutto secco apporta notevoli benefici al nostro organismo. Risulta infatti che un costante consumo renderebbe i vasi sanguigni più sani, riducendo il rischio di malattie cardiache. A rivelarlo è uno studio effettuato da un team di scienziati inglesi. La ricerca messa a punto da Helen Griffiths – professore della Scienze Biomediche e Preside della Facoltà di Scienze della Vita e della Salute presso la Aston University di Birmingham – insieme ai suoi collaboratori, ha dimostrato che una dieta che prevede un consumo quotidiano di 50 grammi di mandorle aumenta i livelli di alfa-tocoferolo nel sangue. Ergo un incremento notevole di antiossidanti. Migliorando di conseguenza la circolazione sanguigna. Normalizza i livelli della pressione arteriosa e riduce il rischio di malattie cardiovascolari. Un cocktail di grassi polinsaturi e flavonoidi. A prima colazione, prediligere cereali e mandorle, assicura la giusta dose per ritrovare un equilibrio intestinale e per assicurare benefits all’intero organismo. Ma i prodigi delle mandorle non finiscono qui. Basti pensare a quante straordinarie sostanze sono presenti nelle mandorle. Magnesio, ferro, calcio, fosforo, vitamina E, vitamina D, vitamina B1, vitamina B2. Il latte di mandorle interviene sul nostro apparato scheletrico, grazie ad un’azione mineralizzante Particolarmente indicato per combattere l’osteoporosi. Stabilizza inoltre i livelli di glicemia, nei casi di diabete. Anche in cosmesi, le mandorle hanno conquistato una certa fama. Molto apprezzati i prodotti – a base di olio di mandorle - per la cura e la bellezza della pelle. Le sue note proprietà hanno apportato notevoli risultati. Protegge la pelle dalla secchezza, la rende elastica, rinvigorita e più tonica. I prodotti fitoterapici – ricavati da questa sostanza naturale – sono i più utilizzati durante il periodo della gravidanza nella prevenzione delle odiate smagliature. Ancora una volta la dieta mediterranea dimostra serietà e ci regala alimenti buonissimi non solo per il palato,ma soprattutto per la nostra salute. Accanto alle noci, al cioccolato fondente e al caffè verde, rivalutiamo anche le mandorle. Amiche per il nostro wellness. Una bontà senza grassi saturi. Cosa si può chiedere di più? Mandorle: pancia fatti capanna! Prima dimostrazione del disturbo causato agli uccelli migratori I pettirossi perdono la bussola con il rumore di fondo radio Rosario Maisto I pettirossi non sono in grado di utilizzare la loro "bussola" interna per orientarsi con il campo magnetico terrestre, come fanno normalmente per migrare, se sono esposti a un rumore di fondo di onde d'intensità molto bassa, simile a quello prodotto dalle stazioni radio AM. Questi perdono l'orientamento quando sono esposti a frequenze radio d'intensità estremamente ridotta: lo ha dimostrato uno studio dell'Università di Oldenburg, in Germania, in collaborazione con colleghi dell'Università di Oxford, nel Regno Unito. Si tratta della prima dimostrazione rigorosa del disturbo causato agli uccelli migratori da un fondo di onde radio prodotto dalle attività umane, che potrebbe essere utile per implementare interventi a tutela degli uccelli. Alcuni studi condotti negli anni sessanta e settanta hanno chiarito che molti uccelli migratori notturni si basano sul campo magnetico terrestre per orientarsi e mantenere la rotta durante i lunghi trasferimenti. Questa capacità era stata dimostrata in particolare con uccelli posti di notte in apposite gabbie di orientamento in primavera e in autunno. Negli anni successivi fino ad oggi, molti ricercatori in varie parti del mondo sono riusciti a replicare questa semplice esperienza. I ricercatori hanno notato che all'interno del campus dell'Università di Oldenburg alcuni esemplari di pettirosso (Erithacus rubecula), ospitati in casette di legno, non riuscivano a usare la loro bussola magnetica. In seguito alla pubblicazione di uno studio sul disturbo causato dalle radiazioni elettromagnetiche all'orientamento dei passeri. Per verificare in modo rigoroso l'ipotesi, gli studiosi hanno esposto le casette dei pettirossi a un rumore elettromagnetico costituito da onde con frequenze tra 20 chilohertz e 5 megahertz, e un'intensità paragonabile a quella tipica del rumore di fondo presente nell'ambiente e dovuto alle attività umane. Risultato: in queste condizioni, ancora una volta, i pettirossi perdevano la Panda Rosso, un calcio all’estinzione loro capacità di orientarsi con la propria bussola magnetica, quindi hanno provato a schermare le casette di legno del campus di Oldenburg con delle lastre di alluminio, verificando che dopo l'intervento i pettirossi riacquistavano le normali capacità di orientamento. L'alluminio, secondo le ipotesi degli autori, lasciava invariato il campo geomagnetico ma schermava il rumore di fondo delle radiazioni elettromagnetiche ambientali. Per avere un idea, il campo elettromagnetico a cui sono stati esposti gli uccelli dagli sperimentatori è simile a quello delle trasmissioni radio in modulazione di ampiezza AM, molto diverse quindi da quelle delle trasmissioni dei telefoni cellulari, e con un'intensità grosso modo pari a quella che un uccello potrebbe percepire a cinque chilometri di distanza da una stazione AM da 50 chilowatt. In ogni caso, le indicazioni raccolte forniscono nuove informazioni sui possibili effetti ambientali di una forma di inquinamento elettromagnetico finora poco studiato quale il rumore di fondo delle emissioni radio, facendo in modo che anche le leggi a tutela dell'ambiente e degli uccelli possono implementare e dare più sicurezza e significato ai limiti di inquinamento elettromagnetico, figlio del progresso tecnologico e causa di danni. Poche settimane fa è nato un piccolo panda rosso nel Parco Natura Viva di Verona, un’importante istituzione per la conservazione di questo animale, specie in via d’estinzione. Il Parco da oltre 20 anni ospita, alleva e permette la riproduzione di questa specie in modo appropriato. I piccoli, raggiunta la maturità sessuale, vengono collocati presso altre strutture zoologiche e danno vita a nuovi esemplari. La prima coppia di individui adulti arrivò nel 1992 e da quel momento,sono nati ben 18 piccoli. Una volta raggiunta la maturità sessuale, sono stati collocati presso altre strutture. Ora è nato un nuovo cucciolo da mamma LIN, una femmina nata al Parco nel 2010, e da papà Maluk, nato a Parigi e arrivato al Parco nel 2012. Il panda minore o panda rosso è una specie definita vulnerabile, nella Lista Rossa delle specie minacciate stilata dalla International Union for Conservation of Nature, e la specie, in natura, è in continuo declino. Il panda rosso può pesare da 3 a 6 kg ed è lungo oltre 60 cm. Il panda si nutre di bamboo e vive nelle foreste del Nepal. La deforestazione rappresenta la principale minaccia per la sopravvivenza a lungo termine di questa specie.La distruzione delle foreste determina la frammentazione dell’ecosistema e la formazione di tante piccole “isole” che non consentono gli spostamenti delle specie animali arboricole, quali il panda rosso. Ciò provoca un aumento del rischio di erosione del patrimonio genetico, a causa del fenomeno dell’inbreeding. La pelliccia del panda minore è utilizzata dalle popolazioni locali per la realizzazione di cappelli e vestiti mentre la coda è considerata un portafortuna. Nonostante la caccia, pur essendo a sua volta una minaccia per questa specie, non sembra essere un problema quanto la degradazione dell’habitat naturale. F.S. Cambiamenti climatici, orsi polari a rischio Fabio Schiattarella Il ghiaccio artico, che resiste all’ aumento delle temperature estive senza fondersi, costituisce l’unica ancora di salvezza per l’’orso polare, il più grande carnivoro terrestre che da giugno a settembre ha bisogno di alimentarsi intensamente per accumulare calorie, far fronte alla stagione invernale, riprodursi e dare alla luce cuccioli sani. Mariagrazia Midulla, responsabile Energia e Clima del WWF sostiene che l’orso polare è il simbolo per eccellenza del cambiamento climatico in atto, mutamento che costituisce una grave minaccia per tutti, non solo per gli orsi e i loro habitat e che secondo il 97% dei clima- tologi in larga parte è causato dall’azione umana. Gli effetti del cambiamento climatico si accaniscono proprio sul suo unico territorio di caccia. I ghiacci estivi dell’Artico riducono la loro estensione ogni anno minando le speranze di sopravvivenza di questa specie simbolo. La risoluzione del Parlamento Europeo a sostegno dell’istituzione di un Santuario nell’Artico è una buona notizia per l’orso, ma a ciò devono seguire azioni concrete per fermare l’estrazione di combustibili fossili, che non solo sarebbero molto rischiose, ma aumenterebbero ancora la CO2 in atmosfera con ulteriori catastrofici effetti. Gli scienziati concordano sul fatto che per fermare il cambiamento climatico, almeno due terzi delle riserve non sfruttate di combustibili fossili devono rimanere sotto terra. Il WWF ha lanciato un allarme dando il via, sul web, alla Campagna per la salvaguardia della specie e del suo habitat,dato che le ultime estati dell’ Artico sono state le più calde degli ultimi cento anni. La superficie dei ghiacci estivi marini ha toccato il minimo storico nel 2012, creando problemi di sopravvivenza a gran parte delle popolazioni di orso polare. L’Organizzazione Meteorologica Mondiale ha segnalato una concentrazione di eventi estremi, alluvioni e picchi di calore, nella prima parte di quest’ anno. Materiali biologici sostenibili dagli scarti di pomodoro C’è chi vorrebbe utilizzarli per accessori auto Domenico Matania Quanto si parla di sostenibilità e di sviluppo sostenibile? Sono temi che frequentemente sono di moda durante i più importanti dibattiti mondiali in cui spesso sono più le parole sprecate rispetto alle reali soluzioni che vengono portate avanti. C’è chi però lavora a tal riguardo per giungere a risultati tecnologicamente avanzati senza intaccare l’ambiente e talvolta le notizie più curiose e bizzarre possono risultare le più innovative e rivoluzionarie: cosa si può ricavare dagli scarti dei pomodori, in particolare dalle bucce o dagli scarti del ketchup? All’apparenza nulla, eppure c’è chi è convinto che è possibile estrapolarne materiali biologici sostenibili utili per la fabbricazione di parti accessorie delle automobili. Ma facciamo un passo indietro: comprendere a pieno il concetto di sviluppo sostenibile risulta fondamentale. Riprendendo una delle definizioni classiche di sostenibilità, si intende una condizione di sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri. Nel 1992 con la Conferenza ONU su ambiente e sviluppo, la sostenibilità è diventata il paradigma dello sviluppo stesso: insomma non si tratta di vero “progredire” se non nei termini di una reale sostenibilità in vista delle generazioni che verranno. Concetti nobilissimi che meriterebbero una certa forma di rispetto e di maturità. Ford Motor Company e HJ Heinz Company (il colosso del food, che è presente sul mercato mondiale con ketchup, salse, pietanze, zuppe, snack e cibi per l'infanzia) provano a dare il loro contributo al riguardo con la curiosa notizia delle bucce di pomodoro che lavorate possono diventare plastica per automobili. La ricerca è stata portata avanti inizialmente solo dalla Heinz, che si è impegnata ad indivi- duare nuove modalità per riciclare bucce, gambi e semi delle 2 milioni di tonnellate di pomodori processate ogni anno per la produzione del ketchup. In seguito alla proposta della Heinz alla Ford, c’è stato il Network tra le due multinazionali: si lavora insieme per cercare di produrre materiali plastici 'sostenibili' da usare nella fabbricazione delle automobili. Una volta affinato il metodo per produrre e ricavare bioplastiche dalle fibre del pomodoro, l’obiettivo sarà quello di dare vita a elementi costruttivi “minori” all’interno dei veicoli Ford: le staffe di supporto per i cavi dell’im- pianto elettrico o piccoli vani portaoggetti, ad esempio. Ovviamente in questa prima fase sono d’obbligo le dovute verifiche del caso per testare la qualità e la resistenza dei materiali sostenibili. Le idee all’apparenza più bizzarre sono quelle che sono destinate a lasciare il segno ... Plastica e cemento prodotti dai funghi Ilaria Buonfanti Sostituire la plastica e il cemento con i funghi. L’idea, che sembra appartenere più al mondo delle favole che a quello reale, sta però inaspettatamente prendendo sempre più piede nei laboratori di ricerca. Dai funghi possiamo ricavare non soltanto sostanze nutritive preziose per la salute, ma anche materiali da costruzione che potranno sostituire il cemento e la plastica. Nel mondo sono in corso vari esperimenti in proposito. Ad esempio, Philip Ross, un esperto in materia, sta studiando e sperimentando la resistenza del micelio dei funghi. Il micelio è l’apparato vegetativo dei funghi e vive e si ramifica a circa 50 cm sotto terra o sotto la corteccia. Si tratta delle loro fibre, una parte dei funghi che non risulta particolarmente appetibile ma che può essere utilizzata per dare vita a mattoni e altri materiali super-resistenti all’acqua e al fuoco e anche molto adattabili. Il micelio dei funghi, secondo l’esperto, sarebbe più forte del cemento. Il micelio può essere coltivato e adattato a qualsiasi forma. Si tratta di un materiale organico e compostabile al 100% che ha attirato l’attenzione del MoMa di New York, dove ora si trova in mostra una speciale torre e è stata costruita proprio con i funghi e che porta il nome di Hy-Fi Mushroom Tower. Questa torre unica al mondo è stata progettata da David Benjamin ed è risultata vincitrice del YAP (Young Architects Program), una competizione, istituita nel 1998 dal museo di arte moderna di New York, che premia l’architettura e le capacità giovanili. Terminata l’esposizione, la Hy-Fi Mushroom Towerverrà utilizzata come fertilizzante organico nelle aree verdi e nei giardini della città. Ross sta realizzando uno speciale laboratorio a San Francisco, dove si occupa della coltivazione dei funghi che verranno utilizzati per dare vita ad una serie di sedie e sgabelli. Vuole così dimostrare che è possibile creare pezzi d’arredamento e materiali da costruzione a partire dagli scarti dell’agricoltura locale. Il nuovo biomateriale, che l’inventore ha brevettato, è stato battezzato Evocative ed è stato premiato per la procedura di produzione. Ross utilizza i funghi non soltanto per arredamento e edilizia, ma anche a scopo artistico e decorativo. I suoi lavori sono stati protagonisti di numerose mostre in musei di tutto il mondo, dove le sue opere sono particolarmente apprezzate soprattutto dal punto di vista dell’innovazione e della sostenibilità. Presto i funghi potranno sostituire il cemento e la plastica? La speranza è che i nuovi progressi possano rendere l’edilizia e l’arredamento davvero più sostenibili. La buona birra e i tappi ecologici Sinergie industriali ecosostenibili Anna Paparo tivi impiegati per la stabilizzazione del film di batteri responsabili della depurazione, ovvero di quegli organismi che si nutrono “mangiando” lo sporco, ovvero gli inquinanti organici biodegradabili composti da carbonio, azoto e fosforo. La macchina, protagonista di questo progetto, è formata da un cestello rotante rinforzato in acciaio inox, che ruota lentamente all’interno di una vasca (sempre in acciaio) dove vengono fatte confluire le acque da depurare. Il cestello è completamente pieno di tappi riciclati, che ruotando nell’acqua sporca sviluppano naturalmente una pellicola batterica. Se il cestello ruota parzialmente immerso nell’acqua si formano comunità di batteri che rimuovono il carbonio organico dalle acque sporche e ossidano l’ammoniaca a nitrati. Se il cestello ruota completamente immerso nelle acque sporche si toglie ossigeno al sistema che riduce i nitrati ad azoto molecolare. Quindi, combinando due macchine RCBR, una che ruota parzialmente immersa nelle acque sporche e una totalmente immersa, si ottiene un impianto di depurazione completo che riesce a rimuovere sia la componente organica a base di carbonio delle acque sporche sia quella azotata. È proprio vero: in natura niente si crea niente si distrugge, ma tutto si trasforma! Eco-Sistemi Srl (la start-up innovativa e spin-off accademico) di Rovereto (TN) ed Hordeum Srl (il birrificio) di Novara hanno ben deciso di unire le proprie forze per creare una nuova alleanza che li vedrà schierati in campo una accanto all’altro in termini di riciclo e birra. Il progetto prevede una macchina dalla lunghezza di 3,30 metri e dalla larghezza di 1,30 chiamata RCBR (Rotating Cell Biofilm Reactor), che ha la capacità di rimuovere la sostanza organica degli scarti contenente sia carbonio sia azoto (inquinante delle falde acquifere). L’utilizzo di questo particolare macchinario per la depurazione dell’acqua rappresenta un beneficio soprattutto ecologico (oltre che economico), in quanto prevede l’impiego di tappi di plastica riciclati in sostituzione dei complessi sistemi tecnologici attualmente disponibili sul mercato. Ma andiamo più nello specifico. L’innovativo sistema è stato installato nel birrificio Hordeum di Novara e per la RCBR applicata nel birrificio sono stati utilizzati 430 chili di tappi riciclati, raccolti e recuperati da alcune onlus che, in cambio, ricevono donazioni per scopi sociali. In questo modo, i tappi di plastica sostituiscono i consueti e molto meno economici disposi- Che sapore ha un pannello solare? Da oggi, frutti di bosco! Non è pazzia, ma la pura realtà. I frutti rossi da oggi saranno i nostri nuovi alleati nella sfida energetica. Infatti, da un po’ di tempo a questa parte nei laboratori di ricerca sul fotovoltaico si lavora ad un progetto ambizioso, ancora in via di sviluppo e molto promettente, che unisce genio e tecnologia in simbiosi con la natura. Si tratta di particolari pannelli fotovoltaici il cui strato funzionale è costituito da una pasta a base di biossido di titanio e antocianine, pigmenti particolarmente abbondanti nei frutti rossi, come nel vino. Questo particolarissimo strato di pigmento fotosensibile viene, quindi, confinato da due strati di vetro o plastica trasparente e flessibile. Il pigmento viene, poi, collegato ad un elettrodo composto da nano particelle di ossido di titanio, che aumentano la superficie di contatto atte a raccogliere la carica elettrica. L’esposizione all’aria deteriora il pigmento e di conseguenza la sigillatura della cella è fondamentale. In pratica viene simulato il processo della fotosintesi clorofilliana, che è poi la tecnica usata dalle piante per trasformare l'energia solare. Inoltre, si deve sottolineare che il sottile strato frutta-titanio, secondo una possibile stima, potrebbe arrivare a costare un quinto in meno rispetto uno strato funzionale tradizionale. Per non parlare della riduzione delle emissioni di CO2derivanti dal processo per ottenere silicio utile. Infine, la nuova tecnologia è in grado di sfruttare anche la luce diffusa, non solo quella diretta. E ciò significa che, mentre i normali pannelli hanno bisogno della giusta inclinazione ed esposizione e le favorevoli condizioni atmosferiche per raggiungere la massima resa, le antocianine si accontentano anche di pareti verticali e un cielo nuvoloso. E ancora, la durata dello strato attivo è nettamente inferiore per il composto organico, piuttosto che per consueti pannelli solari. Si parla di 10-15 anni per l’organico, contro i 25-30 anni del pesante materiale conduttore. In termini di efficienza energetica, i pannelli al silicio arrivano al 15% dell’energia assorbita, mentre la tecnologia sperimentale solo al 6%. In definitiva vincono i frutti di bosco per efficienze ed efficacia. Seppure inconsueti e ancora con tanta strada da percorrere, le premesse per una tecnologia affidabile e sostenibile ci sono tutte. C’è solo da aspettare i tempi maturi e vedere gli sviluppi di quest’affascinante soluzione energetica, che mette al primo posto la salute nostra e della natura. A.P. Un materiale di scarto facile da riutilizzare Grande riciclo per gli imballaggi in acciaio Brunella Mercadante L'acciaio è il materiale più riciclato in Europa: è facile da differenziare e può essere riutilizzato al 100% un numero illimitato di volte senza dare origine a scarti e mantenendo intatte le proprie qualità. Dalle scatolette per alimenti alle bombolette aerosol, dai grandi fusti industriali ai tappi a corona, gli imballaggi in acciaio si confermano tra i materiali più riciclati. In Italia nel 2013 è stato riciclato il 73,6% dell'immenso consumo per un totale di 320.231 tonnellate, pari al peso di 23 portaerei come la "Giuseppe Garibaldi" della Marina Militare Italiana. Su 100 tra scatolette, barattoli, bombolette, secchielli o coperchi prodotti e utilizzati dunque ben 74 sono stati assicurati al riciclo con rinascita sotto forma di biciclette, cancelli o scafi di navi. Nel 2013 è aumentata anche la copertura territoriale relativamente al riciclo degli imballaggi in acciaio e la popolazione servita ha raggiunto 80% con un incremento di oltre il 2%; sono aumentati, inoltre, anche i Comuni coperti da Convenzioni Anci- Conai per la raccolta differenziata di questi imballaggi. Si è avuto, peraltro, un miglioramento anche della qualità degli imballaggi raccolti, che in alcuni casi ha consentito l'invio direttamente alle acciaierie per il riciclo senza che si rendesse necessario un intervento intermedio da parte degli operatori. In Italia nell'anno considerato sono state immesse al consumo 435.139 tonnellate di imballaggi in acciaio. pari al peso di cinquantaquattro Tour Eiffel, con un lievissimo calo dell'1,1% rispetto all'anno precedente. Questa lieve contrazione, pur avendo avuto dirette ripercussioni sui flussi di raccolta e riciclo, tuttavia ha determinato riduzioni estremamente contenute. La raccolta differenziata da superficie pubblica fatta nelle case e quella da superficie privata fatta ad hoc da aziende, negozi e varie attività produttive hanno raggiunto complessivamente 368.575 tonnellate di rifiuti di imballaggi raccolti, pari al peso di 4.600 locomotive ferroviarie. per quanto riguarda il flusso da superfici pubbliche, si è registrato un aumento del 4,8% rispetto all'anno precedente. A livello territoriale è da segnalare una forte crescita nel Centro Italia di circa il 21,7% e nel Sud dove si è raggiunto il 17,5 %, grazie anche all'aumento del numero di convenzioni e accordi stipulati. La quota pro-capite di imballaggi in acciaio raccolti nel corso dell'anno è stata in media di 3,32 Kg per abitante grazie alla collaborazione dei consorzi con le aziende e in particolare al rafforzamento del legame con le acciaierie in cui gli imballaggi, i contenitori e gli altri oggetti in acciaio rinascono a nuova vita attraverso la fusione. Al riguardo c'é da segnalare che al fine di garantire la massima trasparenza nell'assegnazione agli operatori dei quantitativi oggetto della raccolta differenziata e ottenere una migliore valorizzazione della cessione degli imballaggi raccolti è stato introdotto un sistema d'aste. Grazie, quindi, alle 320.231 tonnellate di acciaio recuperato si è ottenuto nello scorso anno solo in Italia un risparmio diretto di 608.439 tonnellate di minerali di ferro e di 192.138 tonnellate di carbone, oltre che di 573.213 tonnellate di CO2. Lampadine: occhio alla raccolta Dal 1 settembre 2009, come è ormai noto, le lampadine ad incandescenza sono state messe al bando in tutta l'Unione Europea e dal 2016 dovranno scomparire insieme alle alogene da tutti i negozi e in teoria da tutte le case, sostituite da quelle a risparmio energetico. Invero le lampadine a basso consumo hanno indiscussi vantaggi: costano dieci volte di meno, durano otto/ dieci volte di più, consumano molto meno. Grandissimo risparmio dunque, anche se bisogna riconoscere che danno meno luce, meno calore, , non sono sempre l'ideale per tutti gli usi, né sono adatte a tutti gli ambienti, inoltre contengono mercurio ed emanano radiazioni elettromagnetiche. Proprio per queste ultime caratteristiche non sono mancate perplessità per eventuali danni che il loro utilizzo potrebbe provocare alla salute e allo stesso ambiente. In effetti la quantità di mercurio contenuta in una lampadina a risparmio energetico è davvero piccola, circa 5 milligrammi ( i vecchi termometri ne contenevano 500 milligrammi), e per quanto riguarda le radiazioni elettromagnetiche basta osservare delle opportune cautele come, ad esempio, tenerle lontano dalla testa. Per quanto, però, ecologiche e sostenibili quando si consumano bisogna buttarle e a questo punto è necessario trattarle con accortezza e smaltirle adeguatamente, anche per quella piccola quantità di mercurio, forse non pericolosa per la salute , ma potenzialmente inquinante. Le lampadine a risparmio energetico non più funzionanti sono rifiuti speciali, e insieme ai tubi al neon e ai LED devono essere separate dai normali rifiuti urbani (le lampadine ad incandescenza e quelle ad alogeni vanno, invece, gettate nell'indifferenziata - sacco nero-) e smaltite conferendole presso i centri di raccolta comunali , le cosiddette isole ecologiche, collection point o riciclerie; possono, altresì, essere consegnate al negoziante al momento dell'acquisto di un prodotto equivalente , il cosiddetto uno contro uno, od anche essere consegnate a punti vendita di grandi dimensioni, che, secondo il nuovo decreto sui RAEE, sono tenuti al ritiro dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, comprese le lampadine, senza l'obbligo di acquisto di nuovi prodotti, il cosiddetto uno contro zero. E,' però, oltremodo importante al momento di disfarsene operare una attenta raccolta differenziata delle lampadine a risparmio energetico, poiché consentono di recuperare oltre il 95% dei materiali di cui sono composte, e grazie ad un corretto trattamento da queste sorgenti luminose vengono estratti e recuperati vetro, plastica, metalli e polveri fluorescenti (contenenti mercurio) che reimmessi nel ciclo produttivo si trasformano da rifiuti a risorse per l'ambiente; il vetro, ad esempio, può essere riutilizzato in edilizia per la vetrificazione delle piastrelle o per la composizione di materiali isolanti, come la lana di vetro. B.M. LO SPRECO DI CIBO VALE 8,1 MILIARDI OGNI ANNO Last Minute Market ed Expo 2015: riflessione sugli sprechi alimentari Alessia Esposito Non c’è crisi che regga: lo spreco alimentare è una brutta abitudine che resiste ai tempi. Lo conferma il rapporto sullo spreco alimentare domestico 2014 firmato dall’Osservatorio nazionale sugli sprechi Waste Watchers. “Lo spreco complessivo di cibo, dai campi alla filiera al bidone della spazzatura domestico, vale complessivamente 8,1 miliardi di euro all’anno, ovvero 6,5 euro settimanali a famiglia” ha spiegato il Presidente di Last Minute Market Andrea Segrè, alla presentazione dello studio che rientra nell’ambito Knowledge for Expo dedicato ai temi dell’alimentazione, dell’agricoltura, dell’ambiente e della sostenibilità. L’atteggiamento riguardo allo spreco alimentare – si legge nel comunicato - varia in base all’età, alla sensibilità per l’ambiente, al tempo disponibile, ai figli, alla responsabilità sociale dell’intervistato. Gli italiani si dividono, secondo l’indagine, in sei categorie: virtuosi (22%) per cui lo spreco è immorale e lo riducono al minimo, attenti (27%) che sono sensibili ai temi am- bientali ma si concedono qualche licenza, indifferenti (10%) che sprecano poco per una questione economica più che morale, incoerenti (26%) che condividono i principi di sostenibilità ambientale ma nella pratica sprecano parecchio, spreconi (4%) con scarso interesse per l’ambiente e una situazione economica che gli consente di sprecare senza troppe remore, incuranti (11%) a cui non interessa il tema dello spreco alimentare. Le azioni prioritarie che il PINPAS (Piano Nazionale di Prevenzione degli Sprechi Alimentari) ritiene necessario mettere in campo sono dieci. 1) Educazione e formazione per sensibilizzare i bambini delle scuole grazie all’inserimento negli studi dell’educazione alimentare; 2) Comunicazione, sensibilizzazione e condivisione per favorire la partecipazione dei cittadini, oltre all’introduzione di una “settimana dello spreco alimentare” e un premio che venga conferito alle migliori pratiche, pubbliche o private, nazionali; 3) Documentazione e dati da ottenere in collaborazione con l’ISTAT per la valutazione degli sprechi lungo l’intera filiera alimentare; 4) Ricerca e interventi normativi per migliorare le tecnologie di conservazione e la trasparenza dell’informazione anei confronti dei consumatori; 5) Donazioni e devoluzioni a fondazioni e associazioni benefiche per le quali dovrà essere semplificata la normativa; 6) Acquisti (Green Public Procurement), ovvero l’introduzione nei bandi di gara relativi al settore alimentare di criteri premianti per chi provvede alla ridistribuzione delle eccedenze; 7) Accordi volontari, cioè il favorire i patti tra privati che mirano alla riduzione degli sprechi; 8) Trasformazione, ovvero la definizione univoca a livello legislativo delle condizioni alle quali i prodotti alimentari ad alta deperibilità ritirati dal mercato possono essere ulteriormente trasformati per essere destinati all'alimentazione umana; 9) Responsabilità sociale delle imprese; 10) Innovazione sociale, che favorisca iniziative dal basso (comunità, comitati…) volte alla riduzione degli sprechi alimentari. Tracciabilità, trasparenza e sicurezza alimentare GREENPEACE PRESENTA IL DOSSIER SUL TONNO IN SCATOLA “Indovina che c’è in scatola” è la nuova indagine sul tonno di Greenpeace. Il dossier, che vuole tutelare i consumatori, prende in analisi l’etichetta delle scatolette di tonno comparandone i risultati del 2011 con quelli del 2014. I criteri su cui si basano le valutazioni sono tre: nome comune della specie di tonno, nome scientifico, area di pesca (oceano di origine e specifica area FAO) e metodo di pesca. Le confezioni analizzate dai volontari Greenpeace sono 4.095 confezioni e riguardano i prodotti di 14 aziende (20 marchi) nei negozi di 21 città italiane. La tracciabilità e la trasparenza sono importanti sia per la sicurezza alimentare dei consumatori, sia per garantire la legalità dei metodi di pesca e conseguentemente la salvaguardia della biodiversità. Ben cinque delle otto specie di tonno commercializzate (compreso il tonno pinna gialla, il più consumato in Italia) sono infatti a rischio a causa di metodi di cattura distruttivi e per pesca eccessiva. “Palamiti e reti a circuizione con “sistemi di aggregazione per pesci” (FAD) causano ogni anno la morte di migliaia di esemplari giovani di tonno, squali, mante e tartarughe marine” avverte Greenpeace.Nel 2011 solo il 7% delle etichette indicava l’area di pesca e appena il 3% il metodo. Oggi i risultati sono migliorati, grazie alle continue indagini che hanno reso il consumatore più consapevole e grazie alle normative che stanno spingendo alla chiarezza delle case di produzione, ma non basta. Miglioramenti per Calvo/Nostromo e Mareblu, Generale Conserve/As do Mar e Conad, mentre la situazione resta di stallo per Mare Aperto/STAR e Carrefour. A dare le maggiori informazioni ai consumatori Coop e Esselunga che tuttavia non fanno grandi passi in avanti rispetto al passato. Scarsi risultati per il gruppo Bolton, leader del mercato che detiene Rio Mare e Palmera: quasi del tutto assenti le informazioni su aree e metodi di pesca. Anche per Callipo nessun indicazione su area e metodi di pesca, nonostante l’azienda si fosse impegnata a utilizzare metodi di pesca sostenibili almeno per il 75% della produzione. Ad oggi sono in totale “undici i marchi che hanno aumentato le informazioni sull’area di provenienza del pescato, ma i dati sul metodo di pesca restano un punto critico.” L’obiettivo di Greenpeace è chiedere al settore conserviero di “garantire piena tracciabilità e trasparenza, di non usare specie a rischio e di impegnarsi a vendere solo tonno pescato in maniera sostenibile”. Tutto ciò sarà possibile solo con il sostegno dei consumatori nel premiare chi si avvale di buone pratiche. A.E. La “Villa Reale” di Napoli La sua spiaggia nonostante qualche divieto è ritornata meta dei bagnanti Gennaro De Crescenzo Salvatore Lanza Quella che oggi chiamiamo la Villa Comunale di Napoli si estende da Piazza Vittoria fino al monumento dello scugnizzo e separa, probabilmente, le due strade più belle di Napoli: la Riviera di Chiaia e Via Caracciolo, donando verde e ombra ad una delle più belle passeggiate del mondo. Fu realizzata tra il 1778 e il 1780 dal re Ferdinando IV di Borbone che volle creare davanti alla Riviera di Chiaia un luogo di ritrovo e di divertimento, di passeggio e di tranquillità per la capitale del Regno di Napoli: fu chiamata allora Villa Reale. Il primo tratto fu inaugurato nel 1781 e fu in seguito ampliata più volte. I nobili partenopei furono talmente entusiasti della Villa che la chiamarono la “Tugliera”, versione napoletana dei celebri giardini “Tuilieres” di Parigi, fatti realizzare anni prima dal Re di Fancia, Luigi XIV. Il primo giardino della Villa fu progettato da uno dei più grandi architetti del suo tempo, Carlo Vanvitelli e realizzato dal giardiniere reale Abate. Fu poi completata, dopo le varie invasioni francesi (1799 e 1806-1815), negli anni successivi al 1815. Con l'entrata nello stato unitario italiano, il suo nome fu cambiato in Villa Comunale. All'interno della Villa si trovano vari monumenti di importanti scultori meridionali di fine Ottocento e alcune fontane, la più famosa delle quali è costituita da una tazza monolitica di porfido rinvenuta a Paestum e fino ad allora conservata nella Cattedrale di Salerno. Quasi tutti i bambini napoletani almeno una volta nella vita hanno provato ad inseguire qualche oca rischiando di finire nell’acqua di questa particolare architettura. Nella splendida cornice della Villa Comunale si trova anche la prestigiosa Stazione Zoologica, fondata nel 1872 dallo studioso naturalista tedesco Anton Dohrn, che ne fece anche un punto d'incontro di intellettuali ed artisti. Essa ospita il più antico Aquarium d'Europa, destinato allo studio esclusivo delle specie ittiche presenti nel Golfo di Napoli. Al centro della Villa si trova anche la grande Cassa Armonica tutta in ghisa e vetro, costruita nel 1877 in base al progetto dell’architetto Alvino. Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, per molti anni, questa struttura è stata centro di ritrovo e di divertimento delle serate mondane estive della borghesia napole- tana: all’interno della struttura architettonica si sistemava l'orchestra e tutto attorno si disponevano delle poltrone dove prendevano posto gli spettatori per godersi la musica e ad intrattenersi in società. Una sorta di “Teatro San Carlo” sotto le stelle, con il mare scenario di mille notti incantate. Siamo nel pieno dell’epoca d’oro della canzone classica napoletana famosa in tutto il mondo. Non è difficile immaginare Salvatore Di Giacomo, Ferdinando Russo, Libero Bovio, Rocco Galdieri o magari Puccini o D’annunzio che intrattenevano i presenti magari commentando una loro ultima creazione poetica o una nuova canzone. Alcuni anni fa la villa, con parecchie critiche e contestazioni, è stata in parte recuperata, dopo l'abbandono e il degrado degli anni ‘70 e ‘80: con importanti lavori di recupero si è rinnovata la pavimentazione, si sono costruiti chioschetti, sono state restaurate le statue e alcuni arredi, è stato creato un impianto di illuminazione, ed è ripristinata la cancellata (pur tra roventi polemiche per il suo aspetto moderno(diciamo pure bruttina), al fine di preservare i giardini dal degrado e renderne più sicura la frequentazione. Il castello di Caivano Nel 1860 fu adibito a Pretura e a carcere mandamentale Linda Iacuzio costui successe Bartolomeo Siginulfo. Tra i feudatari del XV secolo si annovera il conte di Sarno Marino Santangelo, che partecipò alla lotta tra Alfonso d’Aragona e Renato d’Angiò. Più tardi il feudo di Caivano pervenne direttamente ad Alfonso d’Aragona; questi lo cedette alla famiglia Gaetani. Dopo alterne vicende passò agli Spinelli Barrile, i quali lo mantennero sino all’abolizione della feudalità. Il castello venne infine venduto, nel 1860, da Eleonora Caracciolo a un ricco possidente del luogo, Paolo Lanna. Adibito, quindi, a Pretura e a carcere mandamentale, oggi esso ospita gli uffici del Comune. I danni patiti dall’edificio nel corso dell’ultima guerra mondiale, e i successivi restauri, hanno portato a vistose modifiche dell’impianto primitivo, “tra cui il rifacimento del coronamento della torre maggiore e l’aggiunta di alcune superfetazioni lungo il perimetro”. Probabilmente in origine il castello sorse come una fortezza costituita da quattro torri congiunte da muri di rilevante spessore. Lo attesta il distacco della fabbrica del primo piano da quella del piano superiore, il quale dovette essere edificato in un’epoca successiva, allorché il castello non ebbe più lo scopo della difesa, ma servì esclusivamente a usi residenziali. In un saggio pubblicato nella rivista «Rassegna Storica dei Comuni» (II, 1, febbraio-marzo 1970), Origini di Caivano e del suo Castello, Giuseppe Castaldi - rimontando assai indietro nel tempo grazie alle testimonianze documentarie - ricorda che il borgo caivanese, all’inizio del primo millennio, era incluso in un vasto dominio feudale che comprese, per qualche secolo, anche i villaggi di Cardito e Nolito. Si trattava della terra di Sant’Arcangelo, la quale, come si rileva dal testo di una donazione che il duca di Napoli Sergio VII fece al Monastero dei SS. Severino e Sossio, “aveva a settentrione il principato di Capua, a mezzogiorno il ducato napolitano, che giungeva propriamente nel sito detto Liciniano, e ad occidente la via pubblica aversana”. La nascita dell’abitato di Caivano risalirebbe, pertanto, all’alto Medioevo e sarebbe derivata dallo spostamento di una parte della popolazione della città di Atella. Fu solo all’inizio dell’epoca angioina, però, che Caivano sancì la propria indipendenza da Sant’Arcangelo; tale avvenimento coincise con la costruzione del suo castello, eretto appunto allo scopo di proteggere l’abitato. Un certo Mustarolo Antiquini, citato in un documento del 1269, diede inizio alla serie feudale. A “Nella nobile città traboccante d’ogni letizia, cortesia e ricchezza” JAMES HOWELL A NAPOLI Lorenzo Terzi Come scrive Giovanni Capuano in Viaggiatori britannici a Napoli tra ’500 e ’600, i due volumi delle Epistolae Hoelianae di James Howell, pubblicati a Londra nel 1645, pur non possedendo un valore eminentemente storico, “sono, in complesso, interessanti dal punto di vista autobiografico e hanno contribuito a fare della corrispondenza immaginaria un’arte alla moda”. L’autore delle Epistolae nacque intorno al 1594 da un curato anglicano. Conseguì il “baccellierato in arti” nel 1613, presso il Jesus College di Oxford, dopodiché cominciò a lavorare come amministratore in una fabbrica di vetro londinese. Nel 1616, ricorda ancora Capuano, Howell fu mandato dai suoi datori di lavoro sul continente per procurarsi materiali e operai. Viaggiò tre anni, attraversando l’Olanda, la Francia, la Spagna e l’Italia. Tornato in patria, rinunciò al suo lavoro nella vetreria e svolse diverse attività: fu precettore, segretario d’ambasciata in Danimarca e infine, a partire dal 1640, letterato. In una delle Hoelianae, datata “Napoli, 7 ottobre 1621”, lo scrittore si rivolge a tale “Sir T.H., cavaliere”. Il mittente annuncia al destinatario di trovarsi, per l’appunto, “nella nobile città di Napoli, traboccante d’ogni letizia, cortesia e ricchezza”. “Invero” precisa Howell “ritengo che la grandezza del re di Spagna colpisca l’occhio più qui che nella Spagna stessa. Si tratta di una città incantevole e rigogliosa, dove i cavalieri abbondano più che altrove. Il clima è caldo, ma ancora più caldo è il temperamento degli abitanti”, tant’è che i Napoletani “hanno fama d’essere i migliori corteggiatori di dame e di ricercare il piacere più di ogni altro popolo”. Sebbene il Viceregno di Napoli sia ricco di generi di prima necessità quali seta, cotone e vino - e le rendite della Corona siano ingenti, pure “il re di Spagna, nel fare il rendiconto annuale delle entrate, ne ricava ben poco perché governatori, guarnigioni e ufficiali fanno la parte del leone nel divorarle”. A tale proposito - riferisce il viaggiatore britannico - è nato il detto secondo il quale “il viceré di Sicilia rosicchia, il governatore di Milano mangia, mentre il viceré di Napoli divora”. In compenso, qui i mercanti inglesi trattano un grande volume di affari e gli agenti al loro servizio conducono una vita più lussuosa dei padroni e direttori londinesi: “Si pavoneggiano nei loro abiti di seta e di raso e portano fini scarpe spagnole di pelle, mentre, alla Borsa di Londra, le scarpe dei padroni luccicano di lucido nero”. L’architettura sostenibile di Mauricio Cárdenas Un colombiano al servizio dell’ambiente Antonio Palumbo Nato a Bogotà (Colombia) nel 1969, Mauricio Cárdenas è attivo da sempre nel campo della progettazione consapevole, con particolare attenzione al rispetto dell’ambiente, alla lotta ai gas serra, all’uso di materiali ecologici e allo sviluppo delle aree svantaggiate del pianeta. Nel 2004 apre a Milano lo Studio Cárdenas Conscious Design, nel quale si occupa di temi comprendenti progetti che vanno dagli spazi pubblici a quelli polifunzionali, dalle aree commerciali a quelle per il tempo libero, dagli showroom ai complessi abitativi, fino ai progetti di ecodesign. All’attività progettuale si affianca quella di ricerca, legata principalmente all’impiego di materiali e tecnologie sostenibili e allo sviluppo di tecniche costruttive innovative, anche con l’ausilio di software di simulazione della luce naturale e del comportamento termico degli edifici. Dal 2006 Cárdenas è anche consulente della società di ingegneria Arup Italia. Il suo lavoro si incentra principalmente sulla ricerca costante nell’uso di materiali naturali, insieme a un approfondimento sulla loro possibile innovazione tecnologica nella ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 31 luglio 2014 - Anno X, N.14 Edizione chiusa dalla redazione il 31 luglio 2014 DIRETTORE EDITORIALE Pietro Vasaturo DIRETTORE RESPONSABILE Pietro Funaro CAPOREDATTORI Salvatore Lanza, Fabiana Liguori, Giulia Martelli IN REDAZIONE Cristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, Luigi Mosca, Andrea Tafuro GRAFICA E IMPAGINAZIONE Savino Cuomo HANNO COLLABORATO I. Buonfanti, F. Clemente, G. De Crescenzo, A. Esposito, E. Ferrara, R. Funaro, L. Iacuzio, G. Loffredo, R. Maisto, D. Matania, B. Mercadante, A. Morlando, A. Palumbo, A. Paparo, S. Patrizio, F. Schiattarella, M. Tafuro, L. Terzi SEGRETARIA AMMINISTRATIVA Carla Gavini DIRETTORE AMMINISTRATIVO Pietro Vasaturo EDITORE Arpa Campania Via Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 Napoli REDAZIONE Via Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 7- 80143 Napoli Phone: 081.23.26.405/427/451 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected] Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Napoli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gratuita. L’editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti e la possibilità di richiederne la rettifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampania Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto, Centro Polifunzionale, Torre 7-80143 Napoli. Informativa Legge 675/96 tutela dei dati personali. realizzazione dell’architettura. Le sue origini colombiane sono alle base di questa particolare sensibilità per il costruire ecofriendly e la sua capacità nella progettazione orientata agli aspetti ecologici e nell’innovare l’utilizzo dei materiali naturali è il frutto di un’esperienza maturata prima in America, poi in Giappone e, infine, in Europa. Ascoltiamo, in proposito, quanto Cárdenas afferma riguardo all’utilizzo del bambù in architettura, uno dei materiali che maggiormente ne caratterizzano l’attività di progettista ecofriendly: «Il bambù è parte della mia cultura, della mia terra, la Colombia, dove i culmi, cioè le canne, crescono spontaneamente fino a 30 metri di altezza e hanno un diametro da 10 a 24 cm. Nella “Zona cafetera”, dove si trovano le maggiori piantagioni di caffè, che si estendono per centinaia di chilometri tra boschi di bambù, puoi trovare esempi di architetture locali molto belle interamente realizzate con questo materiale naturale, soprattutto sulla Cordigliera centrale Ovest, tra Armenia e Pereira. A Bogotà, quando ho dovuto completare la mia tesi di laurea, ho scoperto interessantissime architetture anonime e l’opera di Simon Velez, considerato uno dei massimi esponenti dell’architettura contemporanea in bambù. (…) Nel contesto europeo e italiano il bambù è guardato con diffidenza, come un materiale del tutto estraneo agli usi edilizi locali. E lo è. In ordine agli aspetti del costruire sostenibile, però, mi chiedo perché non usarlo più spesso. Questa pianta ha caratteristiche tali da renderla oggi un elemento strategico per risolvere concretamente problemi di grande attualità, come il disboscamento della foresta equatoriale (o siberiana). Per poter essere utilizzato come mate- riale da costruzione un abete deve crescere dai 12 ai 15 anni, una quercia almeno 120. Al bambù ne bastano solo 3 ed è già pronto. La sua forma è eccel- lente. In termini di prestazioni, leggerezza e resistenza è paragonabile alla fibra di carbonio. Non solo. È una delle piante che assorbono la maggior quantità di CO2. Sembra quindi incredibile che non sia ancora diventato un elemento costruttivo comunemente impiegato nel processo edilizio anche in Europa, dove è sempre vivo il dibattito sulla sostenibilità». Tra i progetti più importanti di Cárdenas - alcuni dei quali hanno ottenuto riconoscimenti e menzioni a carattere internazionale per le loro valenze innovative - si annoverano: gli interventi all’interno dell’edificio del Gruppo Il Sole 24 Ore a Milano, tra i quali l’Auditorium e la sala riunioni “Agorà”; le microarchitetture sperimentali realizzate nell’ambito di eventi e installazioni architettoniche con l’utilizzo del bambù; il progetto “S.E.E.D.” per case ecologiche monofamiliari con struttura a telaio ligneo, leggere e adatte per la riqualificazione di quartieri urbani degradati mediante la collocazione sulle coperture piane esistenti. Sailsquare: piattaforma on line per gli amanti della vela Se condividi, la vacanza ti costa meno Cristina Abbrunzo Le vacanze in barca a vela sono un lusso per ricchi? Non più, proprio grazie alla sharing economy. Da quando sono arrivati il web, i social network, la possibilità di condividere la casa in vacanza, la crisi che fa stringere la cinghia, la voglia di vivere esperienze inedite…anche questo tipo di vacanza , da sempre definita, privilegio di pochi, diventa una meta molto più accessibile. Nasce la piattaforma Sailsquare che ha portato la barca a vela al centro delle nuove possibilità di viaggio in condivisione. Grazie a Sailsquare, gruppi di persone accomunate dalla passione per la vela possono entrare in contatto online per organizzare una vacanza all'insegna del risparmio e dell'avventura. Possono, ad esempio, suddividere tra loro l'affitto della barca a vela, decidere la meta da raggiungere insieme e condividere un'intera vacanza o un semplice weekend in mare. Il risparmio è garantito e non sarà necessario rivolgersi a un tour operator. A fare l'elenco dei benefici di organizzare una vacanza con Sailsquare è Simone Marini, l'appassionato velista che insieme con Riccardo Boatti ha sentito il vento e deciso di trasformare una passione in un lavoro. In Sailsquare non si trovano pacchetti turistici. Si creano idee di viaggio che raccolgono persone accomunate da un medesimo desiderio di vivere la natura, il mare, il relax. Se a tutti piace lo stesso modo di stare in vacanza allora sarà simpatico… ed è da qui che nasce il patto di fiducia che tiene insieme i potenziali coabitanti della barca. Generalmente sconosciuti tra loro. Il sistema di user generated holiday applicato da Sailsquare consente di proporre e trovare vacanze a prezzi più bassi rispetto all'offerta del mercato (circa -30%) e un panorama di destinazioni decisamente più variegate rispetto ai classici itinerari. Come già verificato per Couchsurfing o Airbnb, Sailsquare racchiude in sé la consapevolezza che ciò che garantisce la riuscita di una vacanza in vela è il gruppo di persone con le quali viaggi. Soprattutto in barca, le parole d’ordine sono collaborare e condividere: dagli spazi ristretti alla cambusa, dalle manovre, ai paesaggi. Per garantire che le persone, oltre che disponibili, siano anche affidabili, Sailsquare ha implementato il servizio con una serie di accorgimenti che consentono di avere certezza dei dati forniti dagli iscritti e quindi garanzia della loro rintracciabilità (verifica della mail, registrazione via facebook, trasparenza dei pagamenti…). Sailsquare mette a disposizione 3000 imbarcazioni e trattiene una quota sull'affitto. L'utente si registra e crea la propria vacanza su misura: sceglie destinazione, stile (relax, comfort, bambini a bordo…), budget previsto e persone necessarie per salpare. In alternativa si può entrare a far parte di un equipaggio in via di formazione. Non è necessario essere uno skipper per far parte di Sailsquare. È importante che ci sia qualcuno di esperto tra i componenti della barca ma si può esplicitare la richiesta di uno skipper qualora non se ne conoscesse. Si gonfino le vele, dunque, grazie a Sailsquare, la piattaforma di social travel che porta in mare l'economia della condivisione. Ponza: progetto “un volontario per amico” Vacanze gratis in cambio di pulizia delle spiagge Una vacanza gratis in cambio d’impegno ambientale. Succede a Ponza, grazie a una singolare iniziativa della Pro loco, denominata Un volontario per amico, che sta riscuotendo un grande successo. I gestori del turismo locale hanno deciso di offrire un soggiorno gratuito ai volontari ambientali che ripuliranno l’isola dai rifiuti, restituendo a sentieri, siti archeologici e spiagge un aspetto incontaminato. "Aiutaci a pulire l’ambiente e ti ospiteremo per 5 notti, 6 giorni, sulla nostra isola" è questo l’invito proposto dal bando "un volontario per amico", un progetto che consente di ospitare gratuitamente sull’isola 4 volontari a settimana (dalla domenica al venerdì) in cambio di attività di volontariato. Per partecipare è sufficiente inoltrare la propria candidatura nell’area dedicata al progetto sul portale della Pro loco di Ponza. Un soggiorno gratis che consentirà di godere del grande patrimonio paesaggistico di un’isola incantevole grazie unicamente al contributo a preservarne la bellezza, il tutto coperti da un’assicurazione per gli eventuali danni subiti. I volontari selezionati, quattro ogni settimana, entreranno in servizio alle 7 e 30 del mattino per 6 ore e 40 minuti di lavoro al giorno, lo stesso orario lavorativo dei dipendenti della Pro loco. Ognuno avrà a disposizione un kit ecologico per la buona riuscita dell’operazione di raccolta dei rifiuti e alla fine si vedrà riconosciuta l’esperienza con la consegna di un diploma di partecipazione. Gli interessati dovranno provvedere al pagamento del viaggio per raggiungere l’isola (sono previste anche convenzioni con alcune società di navigazione che propongono sconti del 50%) e al vitto, ma durante il soggiorno potranno utilizzare le cucine in dotazione negli immobili messi a disposizione. Un volontario per amico si rivolge esclusivamente ai cittadini maggiorenni e andrà avanti fino a ottobre, con delle pause soltanto nella seconda metà di luglio e nel mese di agosto, periodo di alta affluenza turistica. C.A. L AVORO E PREVIDENZA Una nuova dimensione per la tutela dei lavoratori Eleonora Ferrara I manuali di diritto del lavoro descrivono la figura del sindacato, quale organismo preposto alla rappresentanza dei lavoratori appartenenti alle diverse categorie produttive, affiancando alla concezione di un sindacato, per antonomasia, considerato difensore degli interessi dei lavoratori, quella di un sindacato, parimenti, a tutela degli interessi del datore di lavoro, pervenendo in tal modo, nell’ambito della contrattazione collettiva nazionale, al concetto di “ parti sociali “. Se si considera che l’esigenza della tutela dei diritti dei lavoratori fu avvertita in Inghilterra già nel lontano 1824 durante la rivoluzione industriale, ci si rende conto di come, ovunque, il ruolo svolto dal sindacato, pur se fortemente avversato, sia stato sempre fondamentale e di grande rilievo. Attualmente si assiste alla formazione di nuovi organismi che operano a livello europeo come la Confederazione europea dei sindacati (CES) -in Inghilterra ha assunto il nome di European Trade Union Confederation (ETUC) - che dal 1973 tende ad uniformare le problematiche afferenti ai lavoratori della UE. Il ruolo svolto da questo organismo, diventa sempre più rilevante parallelamente allo sviluppo del processo d’integrazione europea tra gli Stati membri dal punto di vista occupazionale, sociale ed economico. Sono ottantacinque le confederazioni sindacali che fanno parte della CES, provenienti da trentasei Paesi europei e dieci le Federazioni industriali europee, per un totale di circa sessanta milioni di tesserati. Scopo di questo organismo, che rappresenta il movimento sindacale europeo, è proprio quello di sviluppare, unitamente alle altre parti sociali nonché alle istituzioni europee, l’occupazione e le politiche sociali e macroeconomiche inerenti agli interessi dei lavoratori, attraverso la promozione di un modello sociale europeo, finalizzato al miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori, con la previsione della loro totale partecipazione alle decisioni che li riguardano. A livello nazionale, però, si assiste, negli ultimi tempi, ad un diverso modo operativo del sindacato dovuto essenzial- mente al cambiamento delle condizioni politiche ed economiche succedutesi nel tempo. Quello che prima era considerato il metodo consueto, mediante il quale pervenire ad una composizione degli interessi tra governo e sindacato, la concertazione, attualmente ha perso completamente terreno, in quanto sono cambiate, bruscamente, le cose e non è previsto più alcun tavolo di trattative. Come precisato innanzi, i tempi sono, quanto mai stringati ed in tanti si vorrebbe un sindacato più aderente alle esigenze di tutti i lavoratori, anche in considerazione del cambiamento quasi repentino del mondo del lavoro, con uno scenario che va sempre più modificandosi verso il raggiungimento di obiettivi legati alla produzione e con non altrettanta attenzione rivolta alla tutela del futuro dei lavoratori. Sarebbe, quindi, necessario attingere dal modello sindacale europeo, linfa vitale per alimentare un contesto interno i cui criteri informatori fossero ugualmente garantisti e forieri di certezze relativamente ad un futuro, per molti lavoratori ancora nebuloso. Si tratterebbe, semplicemente, di attuare quei diritti e quelle condizioni previste già dalla nostra Costituzione. Viaggio nelle leggi ambientali RIFIUTI Il deposito dei rifiuti quando è privo delle caratteristiche per essere considerato come temporaneo e non è realizzato né un deposito preliminare, né una messa in riserva si ha un deposito incontrollato o abbandono di rifiuti. Infatti per deposito incontrollato si intende un accumulo di rifiuti, diverso dall’abbandono per la mancanza dell’occasionalità, poiché l’abbandono è sistematico e permanente. In relazione a ciò, la Cassazione ha sancito che il deposito incontrollato di rifiuti è un reato di pericolo. L'offesa al bene giuridico protetto, quindi, consiste in un nocumento potenziale dello stesso, che viene soltanto minacciato, e può parlarsi di “pericolo” quando, secondo un giudizio ex ante e secondo la migliore scienza ed esperienza, appare probabile che dalla condotta consegua l'evento lesivo. I reati di pericolo, infatti, configurano una estensione e rafforzamento della tutela penale. La minaccia della pena è connessa all’esposizione a pericolo di un bene al fine di creare un deterrente maggiore. Cass. Sez. III, 23 maggio 2012, n. 19435. Ma già Cassazione, 23 aprile 2010, n. 15680. ELETTROSMOG A norma del Regolamento Edilizio Comunale la distanza minima da osservare tra il manufatto shelter ed i confini interni del lotto e dalle strade non può essere inferiore a mt. 5, nonché, a norma dell'art. 4.1, deve essere realizzato a mt. 10 dalle facciate dei fabbricati limitrofi. L’applicazione della regole sulla distanza delle costruzioni dal confine e da altri fabbricati, previste dal regolamento edilizio del Co- mune, non può essere intesa come un indebito limite all’espansione della rete di telecomunicazione, che necessariamente deve estendersi al servizio di tutto il territorio comunale. Il d.lgs. n. 259 del 2003 reca una disciplina unitaria del procedimento autorizzatorio delle infrastrutture di comunicazione elettronica per impianti radioelettrici, abbinando all’interno di un unico procedimento - a fini di semplificazione ed accelerazione del rilascio dell’atto conclusivo - la verifica dell’osservanza dei limiti di esposizione alle emissioni radio-elettriche e di ogni altro interesse di rilievo pubblico che si colleghi alla porzione di territorio su cui interviene l’installazione dell’impianto, ma non reca alcuna prescrizione volta a derogare alla disciplina urbanistico/edilizia del sito interessato. La sottrazione al regime autorizzatorio non trova, inoltre, sostegno nell’assimilazione, ai sensi dell’art. 86, terzo comma, del d.lgs. n. 259 del 2003, delle infrastrutture di comunicazione elettronica alle “opere di urbanizzazione primaria”. Consiglio di Stato, Sez. III, n.2521, del 19 maggio 2014. A.T. I PENSATORI DELLA DECRESCITA: IVAN ILLICH A tutto c’è un limite...Ripensare ai modelli di sviluppo Andrea Tafuro Martina Tafuro Tutti i pensatori e intellettuali sono debitori nei confronti di Illich di un’idea fondamentale: la decrescita, Serge Latouche, famoso professore francese di economia, lo ha scritto chiaramente in: La sfida della decrescita. Ivan illich (1906-2002) prete cattolico e filosofo austriaco, partendo dalla considerazione che: “se vogliamo poter dire qualcosa sul mondo futuro, disegnare i contorni di una società a venire che non sia iperindustriale, dobbiamo riconoscere l’esistenza di scale e limiti naturali. L’equilibrio della vita si dispiega in varie dimensioni: fragile e complesso, non oltrepassa certi limiti. Esistono delle soglie che non si possono superare”, ritiene che oltre una certa soglia, qualunque invenzione sociale diventa controprodut- "Nel mondo c'è abbastanza per i bisogni di tutti, ma non per l'ingordigia di alcuni" Gandhi tiva, si rivolge cioè contro i fini originariamente prefissi e si rivela dannosa per l’uomo, anziché d’aiuto. È il caso ad esempio dell’automobile, inizialmente utile ad andare più veloci ma poi, una volta giunta alla portata di tutti, creatrice di ingorghi e di problemi: perché a quel punto l’uomo non solo non è più in grado di andare veloce come vorrebbe, ma si trova in una situazione che glielo impone, ad esempio, l’esigenza di spostarsi verso un luogo di lavoro distante da casa, problema che prima non aveva. Illich osserva anche che la produzione industriale di massa, oltre a essere intrinsecamente controproduttiva perché votata alla crescita infinita, genera ingiustizia sociale, perché dall’ingorgo può venir fuori solo chi può permettersi l’elicottero: ed è chiaro che non possono permetterselo tutti, contrariamente alle promesse vane della tecnologia, che propaganda un illusorio mondo pieno di soluzioni e privo di problemi: ciò corrisponde a uno stato di cose innaturale, il cui costo di mantenimento è l’infelicità dell’uomo. Illich immagina un tipo di società diversa, più giusta, nella quale le risorse siano più equamente distribuite tra gli uomini, e dove ognuno abbia alla propria portata gli strumenti di cui ha bisogno nel suo quotidiano operare e realizzare se stesso: “chiamo società conviviale una società in cui lo strumento moderno sia utilizzabile dalla persona integrata con la collettività, e non riservato a un corpo di specialisti che lo tiene sotto il proprio controllo. Conviviale è la società in cui prevale la possibilità per ciascuno di usare lo strumento per realizzare le proprie intenzioni” . Stabilito che il sogno della tecnologia di liberare l’uomo dalla schiavitù del lavoro è stato infranto da un pezzo, Illich spiega che l’uomo ha bisogno di uno strumento con il quale lavorare, non di un’attrezzatura che lavori al suo posto, e che la convivialità si trova agli antipodi della produttività industriale. È una questione morale, non organizzativa, perché non si tratta di una mera riorganizzazione delle strutture economiche, ma di preparare un mondo in cui ognuno possa essere ascoltato, nel quale nessuno sia obbligato a limitare la creatività altrui, dove ciascuno abbia uguale potere di modellare l’ambiente che a sua volta poi determina i desideri e le necessità. Per Illich la vita va vissuta nella gioia della reciprocità fraterna, l’uomo non è il mezzo che l’economia industriale usa per il fine dell’accumulazione della ricchezza. La giustizia è più importante della prosperità materiale, e l’amicizia tra gli uomini va sempre preferita a quella “guerra di tutti contro tutti chiamata concorrenza”…come diceva Marx. L’uomo-macchina figlio della società del consumo di massa non può aspirare a questa libertà, egli ignora la sobria ebbrezza della vita che appartiene invece a un altro tipo d’uomo, quello austero, il quale trova la propria gioia nell’impiego dello strumento conviviale. Non è una questione di scelta fra ricchezza e povertà, o fra spreco e risparmio o ancora tra efficienza e inefficienza. La scelta è piuttosto fra guerra infinita e pace perpetua, dove è chiaro per Illich che il primo tipo d’uomo è condannato a rimanere confinato nella disparità, nel conflitto e nell’inimicizia. Solo l’uomo austero può aspirare invece alla gioia. Austerità non significa infatti isolamento o chiusura in se stesso, è il fondamento dell’amicizia. Ivan Illich intende per convivialità il contrario della produttività industriale. Nel suo saggio scrive: “Ognuno di noi si definisce nel rapporto con gli altri e con l'ambiente e per la struttura di fondo degli strumenti che utilizza. Questi strumenti si possono ordinare in una serie continua avente a un estremo lo strumento dominante e all'estremo opposto lo strumento conviviale: il passaggio dalla produttività alla convivialità è il passaggio dalla ripetizione della carenza alla spontaneità del dono. [...] Il rapporto industriale è riflesso condizionato, risposta stereotipa dell'individuo ai messaggi emessi da un altro utente, che egli non conoscerà mai, o da un ambiente artificiale, che mai comprenderà; il rapporto conviviale, sempre nuovo, è opera di persone che partecipano alla creazione della vita sociale”. Dunque il passaggio dalla produttività alla convivialità significa sostituire a un valore tecnico un valore etico, cioè rimpiazzare un valore materializzato con un valore realizzato. La convivialità è la libertà individuale realizzata nel rapporto di produzione in seno a una società dotata di strumenti efficaci. Quando una società, qualunque essa sia, reprime la convivialità al di sotto di un certo livello, diventa preda della carenza, infatti nessuna ipertrofia della produttività riuscirà mai a soddisfare i bisogni creati e moltiplicati a gara. Secondo Ivan Illich la crisi planetaria ha le sue radici nel fallimento dell’impresa moderna, cioè la sostituzione della macchina all’uomo. In La convivialità egli prova a individuare il limite critico all’interno della millenaria triade uomo, strumento, società oltre il quale non è più possibile mantenere un equilibrio globale, l’uomo diventa schiavo della macchina e la società iper-industriale diviene irrispettosa di scale e limiti naturali. Illich scrive che c’è un uso della scoperta che conduce alla specializzazione dei compiti, alla istituzionalizzazione dei valori, alla centralizzazione del potere, l’uomo diviene l’accessorio della megamacchina, un ingranaggio della burocrazia. Ma c’è un secondo modo di mettere a frutto l’invenzione, che accresce il sapere e il potere di ognuno, consentendo a ognuno di esercitare la propria creatività senza per questo negare lo stesso spazio d’iniziativa e di produttività agli altri. "Se vogliamo poter dire qualcosa sul mondo futuro, disegnare i contorni di una società a venire che non sia iper-industriale, dobbiamo riconoscere l’esistenza di scale e limiti naturali. Esistono delle soglie che non si possono superare. Infatti, superato il limite, lo strumento da servitore diviene despota. Oltrepassata la soglia, la società diventa scuola, ospedale, prigione”. Perché la tradizione marinaresca, il dialetto, l’identità storica, l’autenti‐ cità del popolo partenopeo, non vadano dimenticati. Perché il legame vi‐ scerale tra la terra, gli uomini e il mare resista nel tempo e si rafforzi come un tempo, nonostante tutto. Perché Napoli, torni a “vivere”. Nell’ambito dell’iniziativa “Estate a Napoli” del Comune di Napoli, il Cen‐ tro Studi interdisciplinare Gaiola Onlus propone un fitto calendario di ini‐ ziative ed appuntamenti da non perdere: "Pausilypon" La visita guidata "nel tempo". Si parte dall’ingresso della Grotta di Seiano in Discesa Coroglio e si giunge al Parco Archeologico del Pausilypon dove si potrà ammirare ciò che resta della suggestiva villa di Publio Vedio Pol‐ lione e la splendida Baia di Trentaremi cullata dalle forti braccia di Posei‐ done. (Foto di lato) "Aquavision" Un appassionante attraversata a bordo dell'Aquavision, la barca a visione subacquea, grazie al fondo trasparente. Dalla gaiola alla suggestiva Baia di Trentaremi, passando per la casa degli Spiriti e l'antico borgo di Mare‐ chiaro, si potrà godere del meraviglioso paesaggio costiero ma anche dei fondali sottostanti, dove si ammirano le tracce archeologiche di epoca romana sommerse a causa del bradisismo. Si parte dal Centro Ricerca e Divulgazione del Parco, situato a pochi passi dal mare sulla scogliera che si affaccia sulle isole della Gaiola. "Snorkeling" Per chi volesse carpire i segreti sommersi del mare partenopeo, è possi‐ bile aderire a diversi itinerari snorkeling, adatti a tutti, all'interno del‐ l’Area Marina Protetta Parco Sommerso di Gaiola. Durante l'appassionante avventura in acqua, le guide illustreranno le particolarità biologiche e storico‐archeologiche dei fondali dove a pochi metri di pro‐ fondità si svela un mondo unico nel suo genere. Si parte dal Centro Ri‐ cerca e Divulgazione del Parco. "Diving" Le immersioni scientifiche proposte dal CSI Gaiola onlus, vogliono essere un nuovo modo di vivere l'immersione subacquea. Accanto alle guide, l'immersione sarà un momento per imparare ad osservare i nostri fon‐ dali, a riconoscere gli organismi caratterizzanti, tra le strutture archeo‐ logiche romane sommerse. Immergersi nel Parco Sommerso di Gaiola sarà prima di tutto immergersi per scrutare, imparare, conoscere e ri‐ spettare il mondo marino in ogni sua forma. Foto di Fabiana Liguori "Kayak" Il kayak rappresenta il mezzo ideale per scoprire da vicino la costa di Po‐ sillipo e del Parco Sommerso di Gaiola accompagnati solo dal rumore del mare e dal volo dei gabbiani... Il percorso proposto parte dal Centro Ri‐ cerca e Divulgazione del Parco, dove, dopo una breve introduzione sulle peculiarità dell'Area Marina Protetta e sul percorso che si andrà a svol‐ gere, verrà consegnata la dotazione di sicurezza per intraprendere nel migliore dei modi l'emozionante escursione. Per info e prenotazioni consultare il sito www.gaiola.org Parco Archeologico del Pausilypon Altri appuntamenti… Cusano Talk Festival 1 e 2 agosto 2014 - Cusano Mutri (BN) Sentieri Mediterranei - Festival Internazionale di Musica Etnica Dall'1 al 3 agosto 2014 - Summonte (Av) Accordi@Disaccordi – XV Festival del cinema all’aperto Fino al 7 settembre – Napoli, Parco del Poggio Comicron 4 -5 Agosto 2014 - Pontelandolfo (Bn) Ravello Festival 2014 Fino ad ottobre 2014 - Ravello (Sa) Percorsi di Luce nella Reggia Fino al 4 ottobre - Caserta, Palazzo reale
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