I fenomeni termici e le leggi dei gas

costanti
calcolatrice
glossario
c
x÷
–+
indice
modulo
i g c
I fenomeni termici
e le leggi dei gas
unità c1
1La temperatura
2La dilatazione termica
3L’equilibrio termico
unità c2
1Che cos’è il calore
2La relazione tra calore e temperatura
La temperatura
e l’equilibrio
termico
Il calore
e i passaggi
di stato
unità c3
CONTENUTI
DIGITALI
La struttura
microscopica
della materia e le
leggi dei gas
e il calore specifico
3Passaggi di stato e calori latenti
4La trasmissione del calore
1Un modello microscopico della materia
2La materia allo stato aeriforme e il gas
perfetto
3Le leggi dei gas
4L’equazione di stato dei gas perfetti
Approfondimenti
• La dilatazione anomala
dell’acqua
• Ulteriori aspetti dei passaggi
di stato
Esperimenti virtuali
• Dilatazione termica • Calore e temperatura
• Passaggi di stato
• Leggi dei gas Videoesperienze filmate
• Temperatura di equilibrio
• Raggiungimento
dell’equilibrio termico e legge
della conduzione del calore
Test e verifiche interattive
modulo
c
i g c
x÷
–+
I fenomeni termici e le leggi dei gas
Prima di affrontare lo studio di questo modulo, verifica di...
Conoscere il significato di grandezza intensiva ed estensiva
1.
Per ognuna delle seguenti grandezze, indica se si tratta di una grandezza intensiva (I) o
estensiva (E):
I E
a. massa I E
b. peso
I E
c. densità
I E
d. peso specifico
Sapere che cos’è una legge fisica
2.
Che cos’è una legge fisica?
............................................................................................................................................................................................................................
............................................................................................................................................................................................................................
3.
Porta un esempio di legge fisica:
............................................................................................................................................................................................................................
............................................................................................................................................................................................................................
Conoscere gli stati fisici della materia
4.
È corretto affermare che l’acqua è un liquido?
............................................................................................................................................................................................................................
Quali sono gli stati fisici in cui può esistere una sostanza?
............................................................................................................................................................................................................................
Conoscere il concetto di pressione e saperla calcolare
5.
Che cos’è la pressione?
.....................................................................................................................................................................................................................
.....................................................................................................................................................................................................................
6.
Una forza di 10 N è applicata a una superficie di 5 m2. Calcola la pressione esercitata sulla
superficie.
P = ..........................................
Conoscere e saper applicare il concetto di media
7.
Calcola la media tra i seguenti numeri: 2, 5, 12, 6, 8
Media = ..........................................
Conoscere il concetto di proporzionalità diretta
8.
I valori di due grandezze direttamente proporzionali sono rispettivamente y = 4 e x = 3.
Ricava il valore della costante di proporzionalità diretta:
k = ..........................................
Conoscere il concetto di proporzionalità inversa
9.
I valori di due grandezze inversamente proporzionali sono rispettivamente y = 4 e x = 3.
Ricava il valore della costante di proporzionalità inversa:
k = ..........................................
i g c
unità c1
obiettivo
x÷
–+
La temperatura
e l’equilibrio
termico
1 La temperatura
Collegare la temperatura
alle sensazioni termiche,
conoscere la sua definizione
operativa e le principali scale
termometriche
La temperatura è una misura di ciò che nel linguaggio quotidiano esprimiamo
come “caldo” e “freddo”. Tuttavia la sensazione di caldo o freddo che si prova
toccando un oggetto è molto soggettiva. Il semplice esperimento illustrato in Figura 1 aiuta a comprendere quanto i sensi possono trarre in inganno.
a)
b)
Fig. 1 I nostri sensi possono
indurci a considerazioni errate
sulla temperatura dei corpi.
Procurati tre bacinelle e riempine una con acqua molto fredda, una con acqua
tiepida e una con acqua calda (non bollente!). Immergi la mano destra nell’acqua
fredda e la sinistra in quella calda (Fig. 1.a) per un po’ di tempo, quindi immergi
entrambe le mani nell’acqua tiepida (Fig. 1.b). Le sensazioni che riceverai saranno
contrastanti: la mano sinistra proverà una sensazione di caldo, mentre la destra di
freddo, nonostante l’acqua abbia la stessa temperatura.
Per misurare la temperatura, così come ogni altra grandezza fisica, non possiamo
affidarci a valutazioni soggettive, ma dobbiamo rivolgere la nostra attenzione agli
effetti misurabili e riproducibili che le sue variazioni provocano sui corpi.
74
modulo
c
i g c
I fenomeni termici e le leggi dei gas
x÷
–+
Termometro a dilatazione di liquido
Fig. 2 Un termometro
a dilatazione di liquido recante
due scale termometriche.
Alcune proprietà dei corpi, quali il volume, il calore, la resistenza elettrica e altre
ancora, sono correlate con l’aumento o la diminuzione della temperatura. Ciascuna di queste proprietà può quindi essere utilizzata per costruire strumenti,
chiamati termometri, che consentono di misurare la temperatura.
Il termometro più usato è quello a dilatazione di liquido (Fig. 2). Il suo funzionamento si basa sulla proprietà che hanno i liquidi, molto più dei solidi, di
aumentare il proprio volume, cioè dilatarsi, espandersi, quando aumenta la temperatura. Il mercurio e l’alcol colorato sono i liquidi più utilizzati perché si espandono sensibilmente al crescere della temperatura.
Il termometro consiste in un tubo di vetro molto sottile che termina con un bulbo
contenente il liquido termometrico. A ogni aumento della temperatura, anche
se lieve, l’espansione del liquido, pur se piccola, è resa evidente dalla sezione ridotta
del tubo lungo il quale il liquido è costretto a scorrere. Tale dispositivo, tuttavia, non
è ancora un termometro ma un termoscopio, cioè uno strumento che consente di
confrontare le temperature dei corpi, senza, però, indicarne il valore.
Perché il termoscopio possa essere impiegato come termometro è necessario operarne la taratura. La taratura del termoscopio si realizza scegliendo due temperature di riferimento, chiamati punti fissi: tipicamente si scelgono la temperatura del ghiaccio mentre fonde e quella dell’acqua mentre bolle.
100 °C
100 °C
0 °C
Fig. 3 La scala centigrada o
Celsius assegna i valori 0 e 100
ai due punti fissi di riferimento
per la taratura del termometro.
Facendo corrispondere alla prima temperatura il valore 0, alla seconda il valore 100
(Fig. 3) e suddividendo l’intervallo tra questi due valori in 100 parti uguali, si ottiene
un termometro tarato in gradi centigradi. La scala di temperatura (o scala termometrica) così ottenuta, quella che usiamo comunemente in Italia, si chiama scala centigrada o Celsius. L’unità di misura di questa scala è il grado centigrado (°C).
Riassumendo, possiamo fornire la seguente definizione operativa della temperatura:
la temperatura è la grandezza fisica che si misura
con il termometro.
La temperatura è una grandezza intensiva, pertanto i suoi valori non sono addizionabili: da due bicchieri contenenti acqua a 50 °C, quindi, non otterrai mai
acqua a 100 °C se mescoli i due liquidi!
La scala Kelvin
La temperatura è una delle grandezze fondamentali del Sistema Internazionale.
La scala termometrica adottata nel SI non è quella Celsius che si impiega comunemente in Italia, ma la scala Kelvin o scala assoluta delle temperature, la
cui unità di misura è il kelvin (K).
i g c
unità c1 La temperatura e l’equilibrio termico
x÷
–+
In questa scala le temperature sono sempre espresse con numeri positivi. In natura non è possibile, infatti, raggiungere valori di temperatura inferiori allo zero
della scala Kelvin, chiamato zero assoluto, che corrisponde a –273,16 °C.
Lo zero assoluto costituisce la temperatura minima raggiungibile
in natura.
Puoi pensare che la scala Kelvin sia la scala centigrada spostata all’indietro di
273,16 °C. In questo modo 0 °C corrispondono a 273,16 K.
scala
– 273,16
centigrada
scala
Kelvin 0
0
100
273,16
373,16
Per trasformare in kelvin una temperatura espressa in gradi centigradi si usa la
semplice relazione lineare:
T (K) = 273,16 + t (ºC)
dove T (K) è la temperatura in kelvin e t (°C) la temperatura in gradi centigradi.
Viceversa, per passare dalla scala Kelvin a quella centigrada si utilizza la relazione
inversa:
t (ºC) = T (K) – 273,16
Segui l’esempio
Esprimi in kelvin la temperatura del ghiaccio in fusione, pari a 0 °C, e quella
dell’acqua in ebollizione, pari a 100 °C.
–Utilizzando la formula di conversione T(K) = 273,16 + t(ºC) otteniamo il
valore di 273,16 K per la temperatura del ghiaccio.
–Sempre utilizzando la stessa formula otteniamo: (273,16 + 100)K = 373,16 K
per la temperatura dell’acqua in ebollizione.
Adesso prova tu
Esprimi in kelvin la temperatura di –25 °C.
Esprimi in gradi centigradi la temperatura di 185 K.
Clicca qui per eseguire
il test interattivo
Prima di continuare
Stabilisci se le seguenti affermazioni sono
vere (V) o false (F).
Converti le seguenti temperature dalla scala
Celsius a quella Kelvin.
1. Il termometro a mercurio sfrutta il fenomeno
  7..–4 °C = ................................... 5K
  8..25 °C = ................................... 5 K
  9..253 °C= . ................................ 5K
10..293 °C = ................................ 5K
11..0 °C = ..................................... 5K
della dilatazione dei solidi. 2. La scala Celsius è anche detta scala
centigrada.
3. Nella scala Celsius la temperatura dell’acqua
bollente è indicata con il valore 0.
4. La scala Celsius è quella utilizzata nel Sistema
Internazionale.
5. La scala Kelvin è anche detta scala assoluta.
6. Per passare dai gradi Celsius ai kelvin occorre
aggiungere 273,16 ai gradi Celsius. V F
V F
V F
V F
V F
V F
Converti le seguenti temperature dalla scala
Kelvin a quella Celsius.
12..0 K = ....................................... °C
13..100 K = .................................. °C
14..273 K = . ................................. °C
15..300 K = .................................. °C
75
modulo
76
obiettivo
Conoscere le leggi che
regolano la dilatazione
termica e saperle applicare
c
I fenomeni termici e le leggi dei gas
i g c
x÷
–+
2 La dilatazione termica
Come hai già visto, quando la temperatura di un corpo aumenta, aumentano
anche le sue dimensioni. Questo fenomeno, che prende nome di dilatazione
termica, si riscontra in tutti i corpi, indipendentemente dal fatto che essi siano allo stato solido, liquido o aeriforme. In Figura 4 puoi osservare un giunto di
dilatazione nelle rotaie di una linea ferroviaria: il taglio, ben visibile, consente la
dilatazione o il ritiro delle barre metalliche in seguito a variazioni di temperatura,
in modo da scongiurare il pericolo di deragliamento.
La dilatazione lineare nei solidi
Fig. 4 Lo spazio nella
giunzione tra due binari tiene
conto delle dilatazioni termiche
del metallo.
Per dilatazione lineare si intende la dilatazione di un corpo in cui la lunghezza
è molto più grande delle altre dimensioni, per esempio un binario ferroviario o,
più semplicemente, una lunga asta metallica.
La dilatazione lineare può essere evidenziata con il dispositivo sperimentale di
Figura 5.
Fig. 5 Con questo semplice
dispositivo si può amplificare la
dilatazione lineare, che a occhio
non sarebbe possibile misurare.
Clicca qui per eseguire
l’esperimento virtuale
Dilatazione termica
Tab. 1 C
oefficienti di dilatazione
lineare di alcuni solidi
Materiale
diamante
alluminio
porcellana
vetro
acciaio
ferro
rame
argento
stagno
piombo
zinco
Coefficiente
di dilatazione
lineare (1/°C)
1 · 10–6
1,5 · 10–6
2 · 10–6
9 · 10–6
12 · 10–6
12 · 10–6
17 · 10–6
19 · 10–6
21 · 10–6
29 · 10–6
30 · 10–6
Esso è costituito da due supporti sui quali viene poggiato un sottile tubo metallico
cavo. Quest’ultimo è collegato con un recipiente che, immettendo vapore più o
meno caldo, lo riscalda in tutta la sua lunghezza. L’estremità del tubo è collegata, tramite un materiale termicamente isolante, a un indice in grado di ruotare
su un’apposita scala tarata, dalla quale possiamo apprezzare direttamente anche
dilatazioni di lieve entità.
Gli esperimenti effettuati riscaldando aste metalliche di diverso materiale e diverse lunghezze iniziali mostrano che l’allungamento ∆l dell’asta risulta direttamente
proporzionale sia alla variazione di temperatura ∆T sia alla lunghezza iniziale l0
dell’asta.
Pertanto, la formula che esprime la legge della dilatazione lineare è:
Dl = l l0 DT
La costante di proporzionalità λ (si legge “lambda”) che compare nella formula è
denominata coefficiente di dilatazione lineare. Come riportato in Tabella 1,
il valore di λ è caratteristico del materiale da cui è costituito il corpo.
La legge della dilatazione lineare, rappresentata graficamente in Figura 6, può
venire espressa nel modo seguente:
la variazione di lunghezza subita da un corpo solido sottoposto
a una variazione di temperatura è direttamente proporzionale
alla lunghezza iniziale e alla variazione di temperatura, secondo un
coefficiente di proporzionalità l.
unità c1 La temperatura e l’equilibrio termico
x÷
–+
Fig. 6 Diagramma relativo
alla legge della dilatazione
lineare riferito a tre diversi
materiali. Dalla diversa pendenza
delle tre linee rappresentate si
deduce il differente coefficiente
di dilatazione lineare l dei tre
materiali.
ottone
2
rame
lunghezza (mm)
i g c
ferro
1
20
60
temperatura ( °C)
100
Segui l’esempio
Un sottile filo di rame con una lunghezza iniziale
l0 = 10 m viene riscaldato di 200 °C. Calcoliamo la
variazione di lunghezza sapendo che il coefficiente
di dilatazione lineare del rame è l = 17 · 10–6 °C–1.
–La variazione di lunghezza del filo è data dalla
relazione:
Δl = λ l0 ΔT
–Perciò sostituendo i valori si ha:
Δl = (17 · 10–6)°C–1 · 10 m · 200 °C = 0,034 m
Adesso prova tu
Calcola la variazione di lunghezza di un filo di ferro
con una lunghezza iniziale di 25 m prodotta da un
incremento di temperatura di 400 °C (consulta la
Tabella 1).
La dilatazione cubica
V
V0
Fig. 7 L’aumento della
temperatura provoca un
incremento delle tre dimensioni
del corpo, quindi un aumento del
suo volume dal valore iniziale V0
al valore finale V.
Se prendiamo in considerazione un oggetto metallico, per esempio di forma cubica,
non si può più parlare di variazione di lunghezza, ma di variazione di volume,
poiché tutte le dimensioni del corpo subiscono variazioni. Se, infatti, la temperatura del corpo aumenta di ∆T, passando da un valore T0 a un valore T, ciascuna
dimensione del corpo (altezza, larghezza e spessore) subisce un incremento secondo
la legge della dilatazione lineare. Di conseguenza, anche il volume del corpo subirà
un incremento ∆V, passando dal valore iniziale V0 al valore finale V (Fig. 7).
Tale fenomeno prende nome di dilatazione volumica o cubica e si verifica
non solo nei solidi, ma anche nei liquidi e nei gas.
La legge della dilatazione cubica è espressa dalla relazione:
DV = a V0 DT
Limitatamente ai solidi, si nota che α = 3λ, essendo λ il coefficiente di dilatazione
lineare del materiale di cui è fatto il solido. Ciò può essere giustificato osservando
che, se consideriamo un corpo di forma cubica, ciascuna delle sue tre dimensioni
(lunghezza, spessore e profondità) contribuisce in modo indipendente, con un fattore pari a λ, alla dilatazione del volume del corpo.
Possiamo così enunciare la legge della dilatazione cubica:
Clicca qui per accedere
all’espansione
La dilatazione anomala
dell’acqua
La variazione di volume subita da un corpo sottoposto a una
variazione di temperatura è direttamente proporzionale al suo
volume iniziale e alla variazione di temperatura, secondo un
coefficiente di proporzionalità a, che per i solidi è uguale a 3l.
77
modulo
78
c
I fenomeni termici e le leggi dei gas
Scegli il completamento corretto tra quelli
proposti.
sua lunghezza quando, esposto al sole, raggiungerà
una temperatura di 50 °C? Per rispondere consulta la
Tabella 1.
1. Il coefficiente di dilatazione lineare dipende…
a dalla lunghezza iniziale dell’asta
b dal materiale da cui è costituita l’asta
c dalla variazione di temperatura
4. Calcola l’allungamento subito da una rotaia di ferro
2. La legge di dilatazione cubica è valida…
a per tutti i liquidi, eccetto l’acqua
b solo per i solidi
c per solidi, liquidi e aeriformi
una lunghezza di 7 m. Alla temperatura di
80 °C la sua lunghezza diviene di 7,006 m.
Calcola il coefficiente di dilatazione lineare.
3. Un cursore per tende è formato da un profilato di
alluminio che a 12 °C è lungo 2,4 m. Quale sarà la
Conoscere il principio
dell’equilibrio termico e la
formula della temperatura
d’equilibrio per corpi dello
stesso materiale
della lunghezza di 30 m quando la sua temperatura
passa da 0 °C a 40 °C.
Se la rotaia fosse stata lunga 10 m, pensi che
l’allungamento subito a parità di differenza di
temperatura sarebbe stato lo stesso? Verificalo.
5. Una sbarra di metallo, alla temperatura di 20 °C, ha
Risolvi i seguenti quesiti e problemi.
obiettivo
x÷
–+
Clicca qui per eseguire
il test interattivo
Prima di continuare
i g c
3 L’equilibrio termico
Immaginiamo di mettere a contatto due corpi con temperature iniziali diverse,
T1 e T2, isolati termicamente dall’esterno. Supponiamo, per esempio, che T1 sia
maggiore di T2. Il grafico di Figura 8 mostra l’effetto dell’interazione termica,
che modifica i valori di temperatura dei due corpi al passare del tempo.
Come si può osservare, il corpo più caldo (curva rossa decrescente) si raffredda, diminuendo gradualmente la propria
temperatura, mentre quello più freddo (curva blu crescente)
si riscalda. Il processo continua fino a quando i due corpi non
raggiungono la stessa temperatura, che chiameremo temperatura di equilibrio TE.
T
T1
TE
T2
tempo
Fig. 8
Raggiunta la temperatura di equilibrio, il processo si arresta e
lo stato termico dei due corpi non subisce più alcuna variazione: i due corpi hanno raggiunto l’equilibrio termico.
Possiamo generalizzare il fenomeno descritto enunciando il
seguente principio:
Due corpi che si trovano inizialmente a temperature diverse, posti
a contatto, si portano alla stessa temperatura, raggiungendo
l’equilibrio termico.
Fig. 9 Schema di esperimento
per la determinazione della
temperatura di equilibrio
fra due liquidi.
T
T1
m1
T2
m2
T1
TE
T2
La temperatura di equilibrio
La temperatura di equilibrio assume sempre un valore intermedio tra le temperature iniziali dei due corpi.
Per esempio, se mescoliamo dell’acqua calda con
dell’acqua fredda otterremo dell’acqua tiepida.
Ma in che modo è possibile prevedere il valore esatto
di TE?
Una possibile soluzione può essere ottenuta per via
T
sperimentale: per esempio, si mescolano quantità
d’acqua diverse con diverse temperature iniziali T1 e
T2 e si misurano le temperature di equilibrio raggiunte nelle diverse prove, come illustrato in Figura 9.
E
i g c
unità c1 La temperatura e l’equilibrio termico
x÷
–+
I risultati sperimentali ottenuti mostrano che la temperatura di equilibrio TE
dipende sia dalle temperature iniziali T1 e T2, sia dalle masse m1 e m2 delle due
quantità d’acqua.
In particolare, se mescoliamo uguali quantità d’acqua (m1 = m2), la temperatura d’equilibrio è esattamente la media (T1+T2)/2 delle temperature iniziali; se le
masse d’acqua sono diverse, la TE sarà maggiormente “spostata” verso la temperatura iniziale della massa d’acqua maggiore.
I risultati degli esperimenti conducono alla seguente formula per la temperatura
di equilibrio:
m T + m2 T2
TE = 1 1
m1 + m2
che rappresenta la media pesata, rispetto alle masse, delle temperature iniziali
dei due corpi.
Segui l’esempio
All’interno di un calorimetro vengono mescolati 2 kg di acqua con una temperatura iniziale T1 = 20 °C e 1 kg di acqua con una temperatura iniziale
T2 = 80 °C. Calcoliamo la temperatura di equilibrio della miscela.
–Applichiamo la formula che consente di calcolare TE:
m1 T1 + m2 T2
TE =
m1 + m2
–Sostituendo i valori si ha:
2 kg · 20 °C + 1 kg · 80 °C
120 kg · °C
TE =
=
= 40 °C
2 kg + 1 kg
3 kg
Adesso prova tu
Calcola la temperatura di equilibrio raggiunta da una miscela di 0,4 kg di alcol a
una temperatura iniziale di 40 °C e di 1,2 kg di alcol a una temperatura iniziale
di 5 °C.
Clicca qui per vedere
il filmato
Temperatura di equilibrio
La formula assegnata per il calcolo della temperatura di equilibrio è applicabile solo nel caso in cui i due corpi posti a contatto sono dello stesso materiale.
Se i corpi sono di materiale diverso, tale formula va opportunamente modificata
per tenere conto delle diverse proprietà termiche dei corpi. Di ciò ci occuperemo
nell’unità seguente, dopo aver e introdotto il concetto di calore.
Clicca qui per eseguire
il test interattivo
Prima di continuare
Completa inserendo le parole mancanti.
Risolvi i seguenti problemi.
1. Due corpi si dicono in equilibrio
3. Due uguali masse d’acqua con temperature iniziali
…………................……
quando raggiungono la ………............……… temperatura.
pari a 40 °C e 60 °C vengono mescolate. Qual è la
temperatura di equilibrio?
2. La temperatura di equilibrio è la media ..............................,
4. Supponendo di mescolare 100 g di acqua a 40 °C con
rispetto alle masse, delle
dei due corpi.
......................................
iniziali
100 g di acqua a 80 °C, prova a calcolare la temperatura
raggiunta dal sistema dopo il mescolamento.
79
modulo
80
c
I fenomeni termici e le leggi dei gas
i g c
x÷
–+
Per ricordare i concetti principali
Che cos’è la temperatura?
La temperatura è una grandezza connessa con le
sensazioni termiche di caldo e freddo che ci trasmettono i corpi. Essa si misura con il termometro
e la sua unità di misura nel SI è il kelvin (K).
In che cosa consiste il fenomeno della
dilatazione termica e quali sono le leggi
che lo regolano?
La dilatazione termica consiste nell’aumento di
dimensioni che tutti i corpi subiscono quando vengono riscaldati. Si parla quindi di dilatazione volumica
o cubica, regolata dalla legge: ΔV = α V0 ΔT. La variazione di volume è cioè direttamente proporzionale al
volume iniziale del corpo e alla variazione di temperatura.
Solo per i corpi solidi aventi forma allungata, la
dilatazione termica si manifesta come dilatazione
lineare.
Le relazioni tra i concetti
.
Completa la mappa.
In questo caso l’allungamento risulta direttamente proporzionale alla lunghezza iniziale del corpo
e alla variazione di temperatura secondo la legge:
Δl = λ l0 ΔT.
Le costanti di proporzionalità α e λ sono rispettivamente i coefficienti di dilatazione cubica e lineare, specifici per ogni sostanza.
Che cos’è l’equilibrio termico?
Ponendo a contatto due corpi che si trovano a
temperature diverse essi si portano alla stessa
temperatura, raggiungendo l’equilibrio termico.
La temperatura di equilibrio raggiunta da due
corpi dello stesso materiale è la media pesata,
rispetto alle masse, delle temperature iniziali dei
due corpi, cioè:
m1 T1 + m2 T2
TE =
m1 + m2
Clicca qui per completare
la mappa in modo
interattivo
sensazioni
termiche
...................................
gradi centigradi o
quantifica le
...................................
si misura in
si misura con il
...................................
quelli a mercurio
e ad alcol sfruttano la
TEMPERATURA
la sua variazione
provoca il fenomeno della
.........................
termica
In condizioni
...................................
corpi diversi si portano
alla stessa
i g c
Verifica
unità c1
x÷
–+ 81
La temperatura e l’equilibrio termico
.
.Associa la parola chiave alla definizione inserendo nella casella la lettera corrispondente.
a. temperatura
  1.
s tato cui tendono i corpi posti a contatto
b. termometro
  2.
è correlata alle sensazioni termiche
c. scala Celsius
  3.
d. scala Kelvin
i suoi punti fissi sono il punto di fusione (0 gradi) e il punto
di ebollizione (100 gradi) dell’acqua
e. zero assoluto
  4.
non prevede temperature negative
f. dilatazione termica
  5.
la minima temperatura raggiungibile in natura
  6.
è uno degli effetti delle variazioni di temperatura di un corpo
g. equilibrio termico
  7.
proprietà caratteristica di una sostanza
h. temperatura di equilibrio
  8.
lo strumento di misura della temperatura
i. coefficiente di dilatazione
  9.
media pesata delle temperature iniziali di due corpi a contatto
.
1 Qual è la definizione di temperatura?
2 Qual è la relazione tra la temperatura espressa in
gradi centigradi e quella espressa in kelvin?
3 Perché
4 Come si tara un termoscopio?
5 In che cosa consiste il fenomeno della dilatazione
lo zero della scala Kelvin viene chiamato
zero assoluto?
termica?
6 Qual è la formula che esprime la dilatazione lineare?
7 Per i gas si può parlare di dilatazione lineare?
8 Qual è la formula della dilatazione cubica?
9 Che cosa rappresenta il coefficiente di dilatazione termica?
10 Perché l’acqua si dilata in modo anomalo?
11 Che cosa significa che i corpi raggiungono l’equilibrio termico?
12 Che cos’è la temperatura di equilibrio?
13 Che cosa significa media pesata?
14 Qual è la formula della temperatura di equilibrio
raggiunta da due corpi dello stesso materiale?
15 La temperatura di un corpo:
a indica lo stato termico del corpo
b dipende dalla massa del corpo
c nel SI si misura in Celsius
d è una misura del calore contenuto in un corpo
16 Per misurare la temperatura:
a si possono sfruttare le sensazioni termiche
b si può sfruttare il fenomeno dei cambiamenti di
stato
c si può sfruttare il fenomeno della dilatazione
termica
d non è necessario scegliere i punti fissi
17 L’allungamento subito da un corpo solido quando
viene sottoposto a un aumento di temperatura:
a è inversamente proporzionale alla lunghezza iniziale
b è direttamente proporzionale alla lunghezza iniziale
c non dipende dalla lunghezza iniziale
d dipende solo dalla massa del corpo
18 Se si sottopone un liquido a un aumento di temperatura:
a il suo volume diminuisce
b la sua massa diminuisce
c la sua massa aumenta
d il suo volume aumenta
19 Mescolando due quantità di acqua di massa m1 e m2
a temperatura rispettivamente T1 e T2, con T2 > T1 e
misurando la temperatura di equilibrio TE, troviamo
che (completa utilizzando i simboli =, π):
a. se m1 = m2, TE
........................
b. se m1 > m2, TE
........................
c. se m1 < m2, TE
........................
T1 + T2
2
T1 + T2
2
T1 + T2
2
Verifica
82
i g c
x÷
–+
unità c1 La temperatura e l’equilibrio termico
32 Una massa di 2 kg di acqua alla temperatura iniziale
.
20 Esprimi la temperatura di 12 °C in kelvin.
21 Esprimi la temperatura di –43 °C in kelvin.
22 Esprimi la temperatura di 50 K in gradi Celsius.
23 Esprimi la temperatura di 293 K in gradi Celsius.
24 Calcola l’allungamento subito da una rotaia di
ferro della lunghezza di 40 m quando la sua temperatura passa da 0 °C a 100°.
25 Lo spigolo di un cubo di ferro a 0°C è l0 = 1 m.
Calcola:
a. la lunghezza dello spigolo a 200 °C;
b. I l volume V0 del cubo a 0 °C e il suo volume a 200 °C.
26 Un sottile filo d’argento della lunghezza di 1 m si allunga di 1,9 mm quando la sua temperatura aumenta
di 100 °C. Quanto vale il coefficiente di dilatazione
lineare dell’argento?
27 Un termometro si trova a una temperatura iniziale
di 20 °C e viene posto a contatto con un corpo con
una temperatura di 50 °C. La temperatura misurata
dal termometro sarà esattamente 50 °C, maggiore di
50 °C o minore di 50 °C?
28 Trascurando le dispersioni termiche, qual è la temperatura di equilibrio che si raggiunge mescolando
250 g di acqua a 70 °C con 500 g di acqua a 20 °C?
di 4 °C viene mescolata con 4 kg di acqua alla temperatura iniziale di 40 °C. Calcola la temperatura di
equilibrio del sistema.
33 Calcola le variazioni di temperatura delle due masse
d’acqua dell’esercizio precedente.
34 Un litro d’acqua con una temperatura iniziale di
40 °C viene mescolato con due litri d’acqua con
temperatura iniziale di 80 °C. Calcola la temperatura di equilibrio.
35 In una località in cui la temperatura oscilla fra –5 °C
e +40 °C si deve installare un ponte di ferro lungo
50 m. Qual è il massimo allungamento che il ponte
può subire? (Il coefficiente di dilatazione lineare
del ferro è 12 · 10–6/°C.)
36 La
tabella riporta l’allungamento Dl di una sbarra metallica in funzione
della variazione di temperatura DT. Costruisci il
grafico di Dl come funzione di DT.
Dl (mm)
DT (°C)
0 0
2
20
4
40
6
60
8
80
29 Calcola la temperatura di equilibrio di due masse
uguali di acqua con temperature iniziali rispettivamente di 90 °C e 10 °C.
37 Calcola l’aumento di volume (espresso in millimetri cubi) subito da 10 cm3 di mercurio che viene
riscaldato a 25 °C. Raccogli i dati in una tabella
e traccia il grafico relativo, ponendo in ascissa le
temperature a intervalli di 10 °C e in ordinata le
rispettive variazioni di volume DV.
30 Supponendo di mescolare 200 g di acqua a 40 °C
con 200 g di acqua a 80 °C, calcola la temperatura di equilibrio raggiunta dal sistema dopo il
mescolamento.
38 Una massa d’acqua di 5 kg a temperatura iniziale
di 23 °C viene mescolata con una massa d’acqua
di 12 kg con una temperatura iniziale di 47 °C.
Calcola la temperatura di equilibrio.
31 200
39 Una massa di 10 kg di acqua si trova alla tempe-
g di acqua a 40 °C vengono versati in una
bacinella contenente 100 g di acqua a 80 °C. Calcola la temperatura di equilibrio raggiunta dalle
due masse d’acqua.
ratura di 80 °C. Quanti kilogrammi di acqua alla
temperatura di 20 °C si devono aggiungere perché la temperatura di equilibrio sia di 60 °C?
i g c
unità c2
obiettivo
x÷
–+
Il calore
e i passaggi
di stato
1 Che cos’è il calore
Riconoscere il significato e
la natura del calore e le sue
relazioni qualitative con la
temperatura e l’equilibrio
termico
Abbiamo visto che possiamo riscaldare o raffreddare i corpi, cioè siamo in grado di farne aumentare o diminuire la temperatura. Riflettiamo ora sul significato delle parole. “Riscaldare” significa fornire calore, così come “raffreddare”
significa sottrarre calore. Il calore può essere quindi considerato la grandezza
fisica responsabile delle variazioni di temperatura dei corpi: la temperatura
aumenta quando il corpo assorbe calore dall’ambiente esterno, diminuisce quando il corpo cede calore all’esterno.
Tuttavia sappiamo anche che la temperatura di un corpo aumenta o diminuisce
quando esso viene posto a contatto con un altro corpo che si trova a temperatura
diversa. Dobbiamo, dunque, immaginare che durante il contatto tra due corpi
che si trovano a temperature iniziali diverse si verifichi un trasferimento di calore
che va dal corpo più caldo (che, perdendo calore, si raffredda) a quello più freddo
(che, assorbendo calore, si riscalda).
Il calore è energia
Fig. 1 Ritratto
di A.L. Lavoisier.
Per gli scienziati del Settecento, in particolare A.L. Lavoisier, il calore era una
sorta di “fluido invisibile diffuso in tutta la natura e del quale i corpi sono più o
meno pervasi, a seconda della loro temperatura e della loro disposizione naturale
a trattenerlo”.
Questo “fluido invisibile”, che era chiamato “calorico”, entrando e uscendo dai
corpi ne faceva variare la temperatura.
La teoria del calorico era soddisfacente solo fino a un certo punto. Essa, infatti,
permetteva di spiegare la naturale tendenza del calore a passare da un corpo caldo
a uno più freddo, ma non poteva spiegare il calore che nasce quando due corpi
vengono sfregati tra loro, in altre parole il calore prodotto per attrito.
Studi successivi, dovuti principalmente allo scienziato britannico J. Joule, consentirono di precisare la natura del calore. Esso non è una sostanza contenuta
nei corpi, come immaginava Lavoisier, ma una delle diverse forme in cui può
manifestarsi l’energia, un’importante grandezza fisica che studieremo meglio in
seguito.
modulo
84
c
i g c
I fenomeni termici e le leggi dei gas
x÷
–+
In modo molto semplice possiamo affermare che:
il calore è quella forma di energia che può essere trasferita da un
corpo a un altro in virtù della differenza di temperatura esistente tra
i due corpi; di conseguenza rappresenta la causa delle variazioni di
temperatura dei corpi.
È opportuno sottolineare che il calore e la temperatura sono grandezze fisiche ben
distinte. Il calore, infatti, è un flusso di energia che si trasmette da un corpo a un
altro e, in quanto tale, costituisce una proprietà associata all’interazione termica
tra più corpi. La temperatura, invece, è un indice dello stato termico e pertanto
una grandezza fisica associata a un singolo corpo.
Unità di misura del calore
Poiché il calore è una forma di energia, per esprimere la quantità di calore bisogna usare l’unità di misura dell’energia. Nel SI tale unità viene chiamata joule (J).
Nel sistema pratico, tuttavia, l’unità di misura adottata per il calore è la caloria
(cal), definita come segue:
la caloria è la quantità di calore necessaria per innalzare la
temperatura di 1 g di acqua pura da 14,5 °C a 15,5 °C alla pressione
di 1,01 · 105 Pa, cioè alla pressione atmosferica standard.
Nel sistema pratico è spesso usata anche la kilocaloria (kcal), che differisce dalla
caloria in quanto si riferisce a 1 kg di sostanza.
Per convertire le calorie in joule e viceversa occorre tenere presente che:
1 cal = 4,186 J
e
1 kcal = 103 cal = 4186 J
Segui l’esempio
Un fornello elettrico eroga 20 J di energia al minuto.
Calcoliamo la quantità di calore Q prodotta dal fornello in 20 minuti, esprimendola in joule e in calorie.
– I l calore prodotto dal fornello in 10 minuti
equivale all’energia totale erogata nello stesso
tempo, pertanto:
Q = 20 J/min · 20 min= 400 J
– P oiché 1 cal = 4,86 J, sarà:
1 J = 1 cal = 0,239 cal
4,186
pertanto il calore Q espresso in calorie è:
Q = 400 · 0,239 cal = 95,6 cal
Adesso prova tu
Esprimi in joule una quantità di calore pari a 300 cal.
Clicca qui per eseguire
il test interattivo
Prima di continuare
Completa inserendo le parole mancanti.
1. Il calore è quella
essere
della
…………………
…………..……………
…….…………
di
di
…………………
4. Il calore fluisce sempre da un corpo a temperatuche può
da un corpo a un altro in virtù
………………
esistente tra i due corpi
e che causa delle …………..…………… di ………………….………
nei corpi stessi.
2. Il calore è un flusso di
……..............................…………
che
si manifesta nell’interazione ………....…...... tra due corpi.
3. Una caloria è la ……..........………. di ……...………….. necessaria
per ………………… la temperatura di …............. di ……....……..
……....…
da …………....….. a ………....………..
ra
………………
a un corpo che si trova a
……………………..
……………………
Risolvi i seguenti quesiti.
5. È corretto affermare che i corpi contengono calore?
6. È corretto affermare che ponendo a contatto due corpi tra
essi si verifica uno scambio di temperatura?
7. A un corpo vengono forniti 50 J di calore. Quante calorie
di calore ha assorbito il corpo?
8. Un fornello eroga 50 cal di calore in un minuto. Quante
calorie eroga in un’ora?
9. Un fornello eroga 45 cal di calore in un minuto. Quanti
joule di calore eroga in un’ora?
i g c
unità c2 Il calore e i passaggi di stato
x÷
–+
2 La relazione tra calore e temperatura
obiettivo
Conoscere e saper
applicare l’equazione della
calorimetria, riconoscendo il
significato del calore specifico
e il calore specifico
Sebbene il calore e la temperatura siano grandezze fisiche ben distinte, è innegabile che tra esse intercorrano strette relazioni. Per dedurle, è necessario conoscere
il risultato di esperimenti eseguiti fornendo calore a un corpo, per esempio riscaldando una certa quantità d’acqua alla fiamma di un fornello:
fornendo quantità di calore diverse allo stesso corpo, cioè alla stessa massa d’acqua, si registrano variazioni di temperatura direttamente proporzionali al calore fornito (Fig. 2.a);
fornendo la stessa quantità di calore a corpi diversi, cioè a masse d’acqua diverse, le variazioni di temperatura risultano inversamente proporzionali alle
masse (Fig. 2.b);
10:00
a)
b)
tf
tf
20:00
Pertanto, indicando con Q la quantità di
calore scambiata, cioè acquistata o ceduta, da un corpo di massa m e con ∆T la
conseguente variazione di temperatura, i
risultati sperimentali richiamati sopra permettono di scrivere la seguente relazione:
Q = cs m DT
dove cs è una costante di proporzionalità il
cui significato fisico chiariremo tra breve.
Fig. 2 a) Al crescere
del tempo di riscaldamento
aumenta proporzionalmente la
temperatura dell’acqua.
b) 1 kg di acqua raggiunge
l’ebollizione in 10 minuti, 2 kg in
20 minuti.
Tab. 1 C
alore specifico
di alcune sostanze
Sostanza
Calore specifico
cal/g · °C
acqua
corpo umano
legno
olio
ghiaccio a 0 °C
aria
alluminio
ferro
vetro
rame
ottone
argento
mercurio
piombo
1,00
0,83
0,63
0,58
0,54
0,24
0,22
0,12
0,12
0,093
0,091
0,056
0,033
0,031
Osserviamo che, in accordo con i risultati sperimentali, la formula precedente
permette di affermare che:
a. se la massa della sostanza si mantiene costante, la variazione di
temperatura è direttamente proporzionale al calore scambiato;
b. se il calore scambiato è costante, la variazione di temperatura è
inversamente proporzionale alla massa del corpo.
La formula precedente stabilisce le relazioni tra il calore scambiato da un corpo e
la conseguente variazione di temperatura, ed è chiamata equazione della calorimetria.
Il calore specifico
La costante cs che compare nell’equazione della calorimetria è un importante
parametro termico chiamato calore specifico, il cui valore, così come mostrato
in tabella, dipende dal materiale di cui è fatto il corpo sottoposto a riscaldamento.
Esplicitando la formula del calore rispetto a cs , otteniamo:
Q
cs =
m ΔT
Se il corpo sottoposto a riscaldamento ha massa m = 1 g e se la variazione di temperatura è ∆T = 1 °C, avremo:
Q
cs =
=Q
1 ⋅ 1
Pertanto:
il calore specifico di una sostanza rappresenta la quantità di calore
che fornita a 1 g di tale sostanza ne provoca l’innalzamento
della temperatura di 1 °C.
85
86
modulo
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l’esperimento virtuale
Calore e temperatura
c
I fenomeni termici e le leggi dei gas
i g c
x÷
–+
L’unità di misura del calore specifico è cal/g °C, equivalente a kcal/kg °C.
Al prodotto m cs che compare nell’equazione della calorimetria si dà il nome di
capacità termica (simbolo: C).
La capacità termica rappresenta il calore che occorre fornire a un
corpo per innalzarne la temperatura di 1 K o, che è lo stesso, di °C.
Segui l’esempio
Adesso prova tu
A
200 g di acqua vengono fornite 4 kcal di calore.
La temperatura di 100 g di acqua viene fatta au-
mentare di 30 °C. Quanto calore è stato fornito?
– P oiché il calore specifico dell’acqua è 1 cal/g · °C,
il calore fornito si ricava dalla relazione:
Q = cs m ΔT
Di quanto aumenta la temperatura dell’acqua?
Se a 100 g di olio vengono fornite 8 kcal di calore,
di quanto aumenta la sua temperatura?
– S ostituendo i valori si ha:
Q = 1 cal/ g · °C · 100 g · 30 °C = 3000 cal = 3 kcal
La temperatura di equilibrio nel caso generale
Abbiamo visto che ponendo a contatto due corpi a diversa temperatura tra essi si
verifica uno scambio di calore e ciò consente ai due corpi di raggiungere l’equilibrio termico. Se ipotizziamo che durante un’interazione termica il calore non
possa né aumentare né diminuire, è possibile affermare che:
la quantità di calore che durante uno scambio termico viene ceduta dal
corpo più caldo è uguale alla quantità di calore assorbita dal corpo più
freddo. In altri termini, durante uno scambio termico il calore si conserva.
L’applicazione di tale principio permette di dedurre rigorosamente la formula
della temperatura di equilibrio raggiunta da corpi di diverso materiale e diversa
massa. Si può infatti dimostrare che:
TE =
C1T1 + C2T2
C1 + C2
dove C1 = m1cs e C2 = m2 cs rappresentano le capacità termiche dei due corpi.
1
2
Segui l’esempio
Un corpo di ferro (cs = 0,12 cal/g ·°C) con una temperatura iniziale T1 = 400 °C e
una massa m1= 2 kg è immerso in un recipiente contenente 4 kg di acqua a temperatura T2 = 50 °C. Determiniamo la temperatura di equilibrio e il calore scambiato
dai due corpi.
–A
pplicando la formula della temperatura di equilibrio otteniamo:
(0,12 cal/g ⋅ °C) ⋅ (2 ⋅ 103 g) ⋅ 400 °C + (1 cal/g ⋅ °C) ⋅ (4 ⋅ 103 g) ⋅ 50 °C
=
(0,12 cal/g ⋅ °C) ⋅ (2 ⋅ 103 g) + (1 cal/g ⋅ °C) ⋅ (4 ⋅ 103 g)
96 ⋅ 103 + 200 ⋅ 103
=
= 69,8 °C
0,24 ⋅ 103 + 4 ⋅ 103
– I l calore assorbito dall’acqua (pari a quello ceduto dal ferro) è:
TE =
Q = c2 m2 ΔT2 = (1 cal/g ⋅ °C) ⋅ (4 ⋅ 103 g) ⋅ (69,8 – 50) °C = 79 200 cal
Adesso prova tu
Un corpo di ferro con una temperatura iniziale T1 = 200 °C e una massa m1 = 1 kg è
immerso in un recipiente contenente 2 kg di acqua a temperatura T2 = 4 °C. Calcola
la temperatura di equilibrio e il calore ceduto dal corpo di ferro.
i g c
unità c2 Il calore e i passaggi di stato
x÷
–+
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Prima di continuare
Completa inserendo le parole mancanti.
  6.La variazione di temperatura di un corpo
1. Fornendo calore a un corpo, esso subisce una
………..........
di …………...………. che risulta …………..…………
proporzionale al calore assorbito e
………............…………
dipende dal calore assorbito.   7.A parità di variazione di temperatura, il calore
assorbito da un corpo aumenta al crescere
del calore specifico.   8.Il calore e la variazione di temperatura di
proporzionale alla sua ……………...
2. Il calore specifico di una sostanza è la …………………….
di ……………….. necessaria per innalzare di ………………….
V F
un corpo sono inversamente proporzionali.   9.Dimezzando la massa di un corpo, la capacità
termica si dimezza. V F
V F
V F
la temperatura di ………………… di sostanza.
3. Per determinare la capacità termica di un corpo si può
calcolare il ............................... tra la ………....…………………. del
corpo .................... e il ........... della sostanza da cui è fatto.
Stabilisci se le affermazioni seguenti sono
vere (V) o false (F).
4. Il calore specifico dipende dalla massa del corpo. V F
5. La capacità termica di una sostanza dipende
dalla massa del corpo.
obiettivo
V F
Risolvi i seguenti quesiti.
10.Una quantità d’acqua pari a 10 kg, sottoposta a
riscaldamento, aumenta la propria temperatura di
40 °C. Quanto calore ha assorbito?
11.Ricava il calore specifico del rame, sapendo che per
poter scaldare 10 g di rame da una temperatura di
20 °C a una di 80 °C è necessario un assorbimento di
calore pari a 55,8 cal.
12.Un corpo, assorbendo una quantità di calore pari a
100 cal, subisce un aumento di temperatura di
20 °C. Qual è la capacità termica del corpo?
3 Passaggi di stato e calori latenti
Conoscere le modalità con
cui si verificano i passaggi di
stato, il concetto di punto
fisso e di calore latente
Sappiamo che una stessa sostanza può presentarsi in tre diversi stati fisici: solido,
liquido e aeriforme. La somministrazione o la sottrazione di calore possono provocare, oltre agli effetti già studiati, il passaggio di stato, ossia la transizione di
una sostanza da uno stato fisico a un altro.
Alcuni cubetti di ghiaccio posti in un contenitore e lasciati a temperatura ambiente si trasformano in acqua allo stato liquido; allo stesso modo, la cera di una candela riscaldata opportunamente fonde e perfino l’acciaio, riscaldato a temperatura
Fig. 3 Schema dei passaggi
molto elevata, diventa liquido. Se poi una certa quantità di acqua viene riscaldata
di stato con le relative
denominazioni.
oltre i 100 °C si trasforma in vapore, mentre se viene raffreddata fino a 0 °C si
trasforma in ghiaccio solido.
sublimazione
Questi e tanti altri esempi ci portano a concludefusione
stato
re che uno stato fisico può mutare in un altro al
solido
variare della temperatura e come conseguenza
dello scambio di calore tra la sostanza e l’ambiente circostante.
Le trasformazioni tra i vari stati fisici si chiamastato
no passaggi di stato e sono schematizzate nella
liquido
vaporizzazione
Figura 3.
solidificazione
I risultati degli esperimenti mostrano che i cambiamenti di stato sono causati dallo scambio di calore tra il corpo e l’ambiente esterno; in particolare,
stato
gassoso
una sostanza assorbe calore durante il passaggio
da solido a liquido (fusione) e da liquido ad aeriforme (vaporizzazione), cede calore durante i
passaggi di stato inversi, la condensazione e la
condensazione
brinamento
solidificazione.
87
88
c
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l’esperimento virtuale
Passaggi di stato
i g c
I fenomeni termici e le leggi dei gas
x÷
–+
Si osserva, inoltre, che i cambiamenti di stato di una sostanza pura avvengono
in corrispondenza di ben determinati valori di temperatura, chiamati punti fissi, caratteristici della sostanza considerata e che rimangono costanti per tutta la
durata del processo. A esempio, l’acqua fonde a 0 °C e durante il processo di
fusione la temperatura non varia.
Calore latente
Durante i passaggi di stato, come si è detto, la temperatura rimane costante,
perché il calore erogato viene utilizzato per modificare lo stato fisico del sistema.
Le quantità di calore assorbite da un kilogrammo di sostanza durante tali trasformazioni vengono chiamate calori latenti:
il calore latente è la quantità di calore necessaria per produrre il
passaggio di stato completo di 1 kg di sostanza.
Si parla così di calore latente di fusione, in relazione al passaggio da solido a
liquido, di calore latente di evaporazione, in relazione al passaggio da liquido
ad aeriforme. Così come i punti fissi, anche i calori latenti sono proprietà caratteristiche delle sostanze. La Tabella 2 riporta i calori latenti di fusione e di evaporazione e i corrispondenti punti fissi di alcune sostanze.
Fra il calore Q assorbito durante i passaggi di stato e la massa m di una sostanza
esiste una proporzionalità diretta. Pertanto, indicando con Q f il calore latente di
fusione di una determinata sostanza, si ha:
Q=Qf m
Tab. 2 C
alori latenti di fusione e di evaporazione (kcal/kg) e corrispondenti
temperature (°C) a pressione atmosferica di alcune sostanze
Sostanza
Temperatura
di fusione
acqua
alcol
alluminio
argento
azoto
etere
ferro
mercurio
oro
piombo
rame
stagno
Calore latente
di fusione
0
–115
660
961
–210
–116
1536
–39
1063
327
1083
232
79,7
25,0
77,0
24,0
6,2
23,2
65,0
2,8
16,1
5,5
50,0
14,0
Temperatura
Calore latente
di ebollizione di evaporazione
100
78
2477
2212
–196
34
2450
357
2600
1744
2595
2270
539
210
2520
565
48
85
1600
69
380
210
1150
463
Segui l’esempio
Calcoliamo il calore necessario per far fondere completamente 4 kg di ghiaccio
che si trovano a una temperatura di 0 °C, sapendo che il calore latente di fusione dell’acqua è 79,7 cal/g.
–A
pplichiamo la formula: Q = Qf m
– S ostituendo i valori si ha: Q = (79,7 cal/g) · (4 · 103 g) = 318,8 kcal
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Ulteriori aspetti dei
passaggi di stato
Adesso prova tu
Calcola il calore necessario per far bollire completamente 8 kg di acqua che si trovano alla temperatura di 100 °C.
i g c
unità c2 Il calore e i passaggi di stato
x÷
–+
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il test interattivo
Prima di continuare
Completa inserendo le parole mancanti.
1. Per effettuare un passaggio di stato è sufficiente fornire
o sottrarre …………...............……. a una sostanza.
2. Il calore latente di evaporazione è la quantità di
che bisogna fornire a …………......……. di
sostanza per farla passare dallo stato …………..............…….
allo stato …………......…….
…………......…….
  5.Durante i cambiamenti di stato le sostanze
assorbono calore.
  6.Alla temperatura di 300 K l’acqua si trova
allo stato liquido.
  7.Tutti i liquidi bollono a 100 °C.   8.Il calore latente di evaporazione è uguale
per tutte le sostanze.   9.La temperatura di ebollizione di una sostanza
3. Il calore latente di fusione è la ………………...……………….
dipende dalla sua massa. di …….......……. che bisogna fornire a ……....… di sostanza
per farla ………………………..
Risolvi i seguenti quesiti.
Stabilisci se le affermazioni seguenti sono
vere (V) o false (F).
4. Durante i cambiamenti di stato il calore
scambiato dal corpo è direttamente proporzionale
alla variazione di temperatura che subisce
V F
il corpo.
obiettivo
V F
V F
V F
V F
V F
10.Calcola il calore necessario per far evaporare
completamente 200 g di acqua che si trova già alla
temperatura di ebollizione. Per rispondere consulta la
Tabella 2.
11.Quanto calore è necessario per fare evaporare
completamente 50 g di alcol che si trova già alla
temperatura di ebollizione? Per rispondere consulta
la Tabella 2.
4 La trasmissione del calore
Conoscere i diversi
meccanismi di trasferimento
del calore
Abbiamo visto che il calore si trasferisce spontaneamente da un corpo più caldo
a uno più freddo. Il trasferimento, o propagazione, del calore può avvenire in tre
modi diversi, che dipendono soprattutto dallo stato fisico della materia:
conduzione;
convezione;
irraggiamento.
La conduzione riguarda soprattutto i solidi, la convezione, invece, interessa i fluidi (liquidi o aeriformi). Inoltre, mentre la conduzione e la convezione si realizzano
per contatto diretto, l’irraggiamento propaga il calore anche nel vuoto.
La conduzione
Se riscaldiamo alla fiamma di una fornace l’estremità di un oggetto metallico,
per esempio un’asta, noteremo che in poco tempo il riscaldamento interesserà
anche il resto dell’asta. Il calore assorbito dalla parte esposta alla fiamma si trasferisce, dunque, all’altra estremità dell’oggetto attraversando tutto il corpo in
poco tempo.
Osserviamo che nel fenomeno descritto non si verifica alcun trasferimento di
materia: le particelle dell’asta metallica, infatti, rimangono tutte al loro posto. Ciò
che si trasferisce è soltanto calore, vale a dire l’energia termica che il corpo assorbe dalla fiamma.
Questo è un esempio di trasmissione del calore per conduzione. Generalizzando,
possiamo affermare che:
la conduzione termica è il trasferimento di calore tra corpi
a contatto, o all’interno di uno stesso corpo, che si verifica senza
trasferimento di materia.
89
90
modulo
c
I fenomeni termici e le leggi dei gas
i g c
x÷
–+
La convezione
Nei liquidi e nei gas il calore può essere trasferito attraverso un flusso di materia
chiamato corrente convettiva. Sia i liquidi sia i gas, infatti, sono pessimi conduttori di calore e per consentirne il passaggio sono costretti a trasferire materia.
La convezione è il trasferimento di calore che si verifica grazie
al trasferimento di materia.
Attraverso questo sistema di trasporto possiamo spiegarci come mai il calore emesso da un radiatore termico può propagarsi da una parete all’altra di una stanza.
Quando, infatti, una massa d’aria viene scaldata il suo volume aumenta e, di
conseguenza, la sua densità diminuisce, per cui essa tende a galleggiare rispetto
all’aria più fredda che la circonda.
In tal modo si forma una vera e propria corrente ascensionale d’aria calda meno
densa in contrapposizione a una corrente di aria che, essendo più fredda e più
densa, tende a muovere verso il basso.
Le correnti convettive giocano un ruolo importante per il clima. I venti, infatti,
non sono altro che enormi correnti convettive che consentono a grandi masse
d’aria di spostarsi da zone calde verso zone più fredde e viceversa (Fig. 4).
terra calda
Fig. 4 La brezza si forma
grazie alla convezione che sposta
masse d’aria (più dense) dal mare
verso la terra.
mare freddo
Il fenomeno della convezione nei liquidi ci permette di comprendere come mai
l’intera massa d’acqua contenuta in una pentola riesce a bollire nonostante il calore venga trasmesso soltanto alla parte più bassa.
La convezione, inoltre, è il principio sul quale è
basato il funzionamento dei termosifoni utilizzati negli impianti di riscaldamento per uso
abitativo.
Come si vede dalla Figura 5, la caldaia
è posta nel punto più basso dell’impianto in maniera che l’acqua più
calda tenderà spontaneamente a
spostarsi verso le zone più alte, mentre quella più fredda ritornerà a fluire verso la caldaia per essere nuovamente riscaldata.
termosifone
caldaia
Fig. 5 È la convezione che fa circolare
l’acqua dalla caldaia verso i termosifoni e
viceversa.
i g c
unità c2 Il calore e i passaggi di stato
x÷
–+
L’irraggiamento
L’irraggiamento è il terzo modo di propagazione del calore. Per mezzo di questo
fenomeno si può spiegare come i raggi solari riescono a scaldare la superficie terrestre attraversando milioni di kilometri di spazio praticamente vuoto. Il calore,
infatti, in assenza di materia non potrebbe essere trasmesso né per conduzione né
per convezione.
Pertanto:
l’irraggiamento consiste nella trasmissione di calore che si verifica
anche in assenza di materia.
Una zona assolata è molto più calda di una zona d’ombra, così come la notte è
molto più fredda rispetto al giorno. Buio e ombra non sono altro che zone prive di
irraggiamento.
Clicca qui per vedere il
filmato Raggiungimento
dell’equilibrio termico
e legge della conduzione
del calore
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il test interattivo
Prima di continuare
Completa inserendo le parole mancanti.
1. Il calore può propagarsi per
…………..........………………………
……….........…...……………….,
e …………………………
2. La convezione è il meccanismo mediante il quale il
…………....……......…
si propaga nei ……………...........………. e
6. conduzione
a. si verifica grazie al
trasferimento di materia
7. convezione
b. si verifica anche in assenza di
materia
8. irraggiamento
c. è rilevante nei solidi
Stabilisci se le seguenti affermazioni sono
vere (V) o false (F).
nei ……………...........……….
3. Nella conduzione si ha trasferimento di
Associa a ciascun meccanismo di trasmissione
del calore una delle frasi elencate a destra.
……….....…….
senza trasferimento di ………………….
4. L’irraggiamento è la propagazione del calore che si
verifica anche in assenza di …………….......……………
5. Riscaldando dell’acqua alla fiamma di un fornello il
calore si propaga per ……………………………………
  9.Nei liquidi il calore può propagarsi solo
per conduzione.
V F
10.Nei solidi il calore si propaga per conduzione. V F
11.L’irraggiamento può avvenire solo nel vuoto. V F
12.Nella conduzione si trasferisce calore ma
anche materia. V F
13.La conduzione può avvenire anche nel vuoto. V F
91
modulo
92
c
I fenomeni termici e le leggi dei gas
i g c
x÷
–+
Per ricordare i concetti principali
Che cos’è il calore?
Il calore è quella forma di energia (energia
termica) che può essere trasferita da un corpo a
un altro in virtù della differenza di temperatura
esistente tra i due corpi e di conseguenza rappresenta la causa delle variazioni di temperatura
che essi subiscono. La sua unità di misura nel SI
è il joule, ossia l’unità di misura dell’energia. Nel
sistema pratico si usa la caloria. Vale la seguente
relazione di conversione: 1 cal = 4,186 J.
Quali sono le relazioni quantitative
tra calore e temperatura?
Ciascuna sostanza assorbe e cede calore in funzione della massa e della differenza di temperatura,
come espresso dalla relazione Q = csm (T2 – T1).
Tale relazione esprime la legge della calorimetria. La costante di proporzionalità cs presente
nella relazione è chiamata calore specifico della sostanza. Tale proprietà caratteristica indica la
quantità di calore che occorre per aumentare di
1 °C la temperatura di 1 g di quella sostanza.
Che cosa sono i passaggi di stato e come
si verificano?
Un altro fenomeno che si riscontra nella materia
per effetto dello scambio di calore è il passaggio
Le relazioni tra i concetti
.
Completa la mappa.
è una forma di
.................................
di stato, cioè la trasformazione da uno stato fisico a un altro. I passaggi di stato si distinguono
in: fusione (da solido a liquido); solidificazione
(da liquido a solido); vaporizzazione (da liquido
ad aeriforme); condensazione (da aeriforme a
liquido); sublimazione (da solido ad aeriforme)
e brinamento (da aeriforme a solido). Durante il
passaggio di stato la temperatura della sostanza rimane costante e il calore scambiato viene
utilizzato per modificare la struttura interna del
corpo.
In che modo può trasferirsi il calore
da un corpo a un altro?
La modalità con la quale il calore si trasferisce
da un corpo più caldo a uno più freddo è detta trasmissione di calore. Essa può avvenire:
per conduzione, quando il calore si trasferisce
per contatto diretto ma senza trasferimento di
materia (soprattutto nei solidi); per convezione, quando il calore viene trasferito per contatto diretto e grazie al trasferimento di materia
(nei fluidi); per irraggiamento, quando non
si ha alcun contatto diretto o trasferimento di
materia tra i corpi e la propagazione del calore
si ha anche nel vuoto.
Clicca qui per completare
la mappa in modo
interattivo
CALORE
determina i
si misura in
può trasmettersi per
joule
.................................
conduzione
.................................
.................................
passaggi
di stato
i g c
Verifica
unità c2
x÷
–+ 93
Il calore e i passaggi di stato
.
.Associa la parola chiave alla definizione inserendo nella casella la lettera corrispondente.
  1.
s i verifica per contatto termico e senza trasferimento di materia
  2.
t emperature in corrispondenza delle quali si verificano i passaggi di stato
c. capacità termica
  3.
d. punti fissi
s tabilisce la relazione tra calore e variazione di temperatura
di un corpo
  4.
proprietà caratteristica di tipo termico di una sostanza
e. calore latente
  5.
f. legge della calorimetria
rapporto tra calore assorbito e variazione di temperatura di
un corpo
  6.
flusso di energia termica tra due corpi
g. passaggio di stato
  7.
h. conduzione
q uantità di calore caratteristica di un sostanza relativa ai
cambiamenti di stato
i. convezione
  8.
s i verifica per assorbimento o cessione di calore di una
sostanza ma non comporta variazione di temperatura
j. irraggiamento
  9.
si verifica per contatto termico e con trasferimento di materia
10.
può avvenire anche attraverso il vuoto
a. calore
b. calore specifico
.
1 Che cos’è il calore?
2 Quali sono le relazioni tra calore e temperatura?
3 Perché
4 In
5 Qual è l’unità di misura del calore?
6 Che cos’è il calore specifico?
7 Che cos’è la capacità termica?
8 Quali grandezze compaiono nell’equazione fonda-
è sbagliato affermare che i corpi contengono calore?
quali condizioni tra due corpi si instaura un
flusso di calore?
mentale della calorimetria? E che tipo di relazione intercorre tra esse?
9 Che cosa significa che il calore si conserva?
10 Da quali grandezze dipende la temperatura di
equilibrio di due corpi di diverso materiale?
11 Quali sono i meccanismi di propagazione del calore?
12 Qual è la differenza tra conduzione e convezione?
13 Che cosa sono le correnti convettive?
14 In che modo il calore può propagarsi attraverso il
vuoto?
15 La propagazione per irraggiamento avviene:
a per effetto delle correnti convettive
b per mezzo di flussi di liquidi
c per contatto tra corpi che si trovano a temperature
diverse
d per mezzo di radiazioni nel vuoto
16 Associa alle seguenti grandezze le rispettive unità
di misura
1. calore specifico
a. cal
2. calore latente
b. cal/°C
3. capacità termica
c. cal/(g °C)
4. calore d. cal/g
17 La capacità termica di un corpo dipende:
a dal calore fornito al corpo
b dalla sostanza di cui è fatto il corpo e dalla sua massa
c dalla variazione di temperatura del corpo
d dalla sostanza di cui è fatto il corpo
18 Mescoliamo 0,5 litri di alcol a 20 °C con 3 litri di
acqua a 80 °C; la temperatura di equilibrio è:
a minore di 20 °C
b uguale a 20 °C
c maggiore di 20 °C e minore di 80 °C
d maggiore di 80 °C
i g c
unità c2 Il calore e i passaggi di stato
Verifica
94
19 Durante il passaggio di stato di una sostanza pura:
a la temperatura aumenta sempre
b la temperatura si mantiene costante
c non è necessario fornire o sottrarre calore alla
sostanza
d la temperatura aumenta durante la fusione, diminuisce durante la condensazione
20 Il Sole riscalda la Terra grazie:
a al fenomeno della conduzione
b al fenomeno dell’irraggiamento
c al fenomeno della convezione
d al fenomeno della dilatazione termica
28 Un corpo, assorbendo una quantità di calore pari
a 2,4 kcal, subisce un aumento di temperatura di
12 °C. Dato che la sua massa è di 4 kg, qual è il
suo calore specifico?
29 Fornendo 300 kcal a 10 kg d’acqua, la sua temperatura sale a 50 °C. Qual era la sua temperatura iniziale?
30 Immagina di riscaldare 250 g di ghiaccio e di registrare i valori di temperatura ogni due minuti e
mezzo. I risultati ottenuti sono quelli raccolti in
tabella.
Dati relativi alla curva di riscaldamento a partire
dal ghiaccio a –20 °C
21 Il calore latente di fusione di una sostanza è la
quantità di calore:
a necessaria a portare la sostanza al punto di fusione
b necessaria per far solidificare la sostanza
c necessaria per la fusione di un’unità di massa della
sostanza
d necessaria per mantenere allo stato liquido 1 kg di
sostanza
22 Il calore specifico di un corpo:
a dipende dal calore fornito al corpo
b dipende dalla sostanza di cui è fatto il corpo e dalla
sua massa
c dipende dalla variazione di temperatura del corpo
d dipende dalla sostanza di cui è fatto il corpo
.
23 A quanti joule corrispondono 12 cal?
24 A quante calorie corrispondono 25 J?
25 Quante calorie occorrono per riscaldare di 12,5 °C
una massa d’acqua di 5 kg?
26 A un corpo con calore specifico 4kJ/kg·K vengono forniti 600 kJ di calore e la sua temperatura
aumenta di 40 °C. Determina la massa del corpo.
27 Due uguali quantità di acqua, con massa di 10 kg,
e con temperature iniziali rispettivamente uguali
a 20 °C e 100 °C, vengono miscelate. Calcola:
a. la temperatura di equilibrio della miscela;
b. il calore ceduto dalla massa calda;
c. il calore assorbito dalla massa fredda.
x÷
–+
Tempo (min)
Temperatura (°C)
0
2,5
5
7,5
10
12,5
15
17,5
20
22,5
25
27,5
30
32,5
35
37,5
40
42,5
45
47,5
50
52,5
55
–20
0
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
100
100
100
100
100
100
100
120
140
160
a. Su carta millimetrata disegna il grafico ottenuto riportando in ascissa il tempo e in ordinata le relative temperature;
b. evidenzia sul grafico il punto di fusione del ghiaccio e
il punto di ebollizione dell’acqua.
i g c
unità c3
obiettivo
Conoscere gli elementi
essenziali del modello
microscopico della materia
x÷
–+
La struttura
microscopica
della materia
e le leggi dei gas
1 Un modello microscopico della materia
Finora ci siamo limitati ad analizzare i fenomeni fisici da un punto di vista
macroscopico, ossia considerando le caratteristiche dei corpi, come il volume,
la massa, il peso, la temperatura, percepibili con i nostri sensi. Proviamo adesso ad approfondire le nostre conoscenze sul “mondo” rivolgendo l’attenzione
alla composizione interna della materia; vogliamo analizzarne, cioè, la struttura
microscopica.
Atomi, molecole e modello microscopico
della materia
Grazie a un lungo e faticoso percorso di ricerca teorica e sperimentale, gli scienziati hanno formulato e via via precisato nel corso dei secoli un modello microscopico della materia che ha permesso di dare un’interpretazione più profonda di molti fenomeni fisici, tra cui i fenomeni termici che abbiamo studiato nelle
due precedenti unità.
Secondo tale modello microscopico, i corpi sono costituiti da atomi, piccolissime
particelle composte da un nucleo centrale, formato da particelle con carica
positiva, chiamate protoni, e particelle elettricamente neutre, i neutroni,
circondato da particelle con carica elettrica negativa, chiamate elettroni.
Gli atomi non sono tutti uguali. Oggi ne conosciamo 106 tipi diversi (di cui 83
presenti in natura, gli altri costruiti artificialmente). Essi differiscono tra loro per il
numero di protoni e di elettroni.
Quello più semplice è l’atomo di idrogeno, il cui simbolo chimico è H, che
contiene un solo elettrone e un solo protone. Subito dopo, in ordine di complessità,
troviamo l’atomo di l’elio, He, che contiene due elettroni e due protoni, poi il litio,
Li, con tre elettroni e tre protoni, e così via.
Gli atomi non rimangono isolati ma si “legano” tra loro, mediante forze di natura
elettrica, dando origine a degli aggregati atomici chiamati molecole.
96
modulo
c
i g c
I fenomeni termici e le leggi dei gas
x÷
–+
Le molecole più semplici sono costituite da due atomi uguali, come avviene per
la molecola di idrogeno. Altre molecole sono costituite da atomi diversi, come la
molecola d’acqua, formata da due atomi di idrogeno e uno di ossigeno.
H
Idrogeno
Acqua
H
O
H
H
I corpi che ci circondano sono costituiti da molecole tenute assieme da forze di natura elettrica, chiamate forze intermolecolari, la cui intensità dipende dalla distanza alla quale si trovano le molecole stesse. Se le molecole si allontanano, tali forze
diventano attrattive e tendono a riavvicinarle. Al contrario, se le molecole si avvicinano al di sotto di una certa distanza, le forze intermolecolari diventano repulsive
e tendono ad allontanarle. In prima approssimazione, la forza tra due molecole è
dunque assimilabile a una forza di tipo elastico, come quella esercitata da una molla. Le molecole di un corpo possono quindi essere immaginate come un insieme di
piccolissime sferette collegate l’una all’altra tramite microscopiche molle.
Le molecole, tuttavia, non sono ferme, ma si muovono continuamente. Il moto
d’insieme delle molecole viene chiamato moto di agitazione termica perché
dipende dalla temperatura del corpo. Si può infatti affermare che:
all’aumentare della temperatura del corpo si verifica un aumento
dell’energia di movimento, quindi della velocità, delle sue molecole.
Le molecole di un corpo sono perciò soggette a due opposte tendenze: da un lato
vi sono le forze intermolecolari che tendono a mantenerle vicine l’una all’altra
limitandone il movimento, dall’altro vi è l’agitazione termica che tende, invece,
ad allontanarle. La presenza dell’uno o dell’altro di questi due meccanismi determina lo stato di aggregazione, solido, liquido oppure aeriforme, in cui la materia
si presenta.
La struttura microscopica dei solidi, dei liquidi
e degli aeriformi
In un solido le forze intermolecolari sono prevalenti e le molecole sono costrette
a rimanere vicine l’una all’altra, con una limitata libertà di movimento. Le molecole si organizzano in una struttura regolare detta reticolo cristallino (Fig. 1).
All’interno di tale struttura ciascuna molecola oscilla intorno a una posizione di
equilibrio.
Questo modello microscopico dei solidi, in cui le forze tra le molecole prevalgono
sull’agitazione termica, giustifica il fatto che un corpo allo stato solido ha forma
e volume propri.
Fig. 1 Il reticolo cristallino
di un solido.
i g c
unità c3 La struttura microscopica della materia e le leggi dei gas
x÷
–+
Nei corpi liquidi l’agitazione molecolare è più intensa e ciò garantisce alle molecole una maggiore libertà di movimento. La struttura in cui si organizzano le
molecole è meno regolare rispetto allo stato solido: interi strati di molecole possono scorrere l’uno sull’altro facendo in modo che il liquido assuma la forma del
contenitore in cui viene versato (Fig. 2).
Fig. 2 La struttura molecolare
semiordinata dei liquidi.
Negli aeriformi l’agitazione termica prevale sulle forze molecolari e le molecole si
muovono in modo disordinato, essendo del tutto svincolate l’una dall’altra. Pertanto,
un aeriforme non ha né forma né volume propri perché le sue molecole, muovendosi in ogni direzione, tendono a riempire tutto lo spazio disponibile (Fig. 3).
solido
liquido
gas
Fig. 3 La struttura molecolare
disordinata dei gas.
Segui l’esempio
Come può essere interpretato, alla luce del modello microscopico della materia, il passaggio di una
sostanza dallo stato solido allo stato liquido?
solido
liquido
– S e un corpo è inizialmente
allo stato solido,
a una temperatura sufficientemente elevata,
l’agitazione termica riuscirà a prevalere sull’intensità delle forze intermolecolari, il reticolo cristallino verrà parzialmente distrutto e il
corpo passerà allo stato liquido.
Adesso prova tu
Come può essere interpretato, alla luce del modello
microscopico della materia, il passaggio di una sostangas
za dallo stato liquido allo stato aeriforme?
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il test interattivo
Prima di continuare
Completa inserendo le parole mancanti.
1. All’aumentare della temperatura di un corpo si verifica un aumento dell’energia
….........……………
delle sue
………........……….
2. Un corpo è allo stato solido quando l’intensità delle
…………………………………
prevale sul moto ………........……..
3. Un corpo è allo stato aeriforme quando l’intensità delle
…………..............……
è nulla e le molecole si muovono
in modo …………..................……
Stabilisci se le seguenti affermazioni sono
vere (V) o false (F).
4. Le particelle che compongono tutti i corpi
si chiamano cellule.
5. Gli atomi sono composti da molecole.
6. La temperatura di un gas dipende dal moto
delle sue particelle.
7. Nei solidi le molecole oscillano e
negli aeriformi le molecole sono ferme.
8. Nello stato aeriforme le particelle sono
disposte in modo disordinato. V F
V F
V F
V F
V F
97
98
modulo
obiettivo
c
I fenomeni termici e le leggi dei gas
i g c
x÷
–+
2 La materia allo stato aeriforme
Conoscere le grandezze
e i concetti fondamentali
che permettono di descrivere
il comportamento dei gas
e il gas perfetto
Nello stato aeriforme le molecole sono molto distanti le une dalle altre e in una
condizione di massimo disordine. Esse possiedono un’elevata energia di movimento, non risentono più delle reciproche forze attrattive e sono libere di muoversi, occupando l’intero volume a loro disposizione.
Le grandezze di stato di un gas
Il comportamento di un gas dipende da tre grandezze fisiche: il volume V del gas,
la sua temperatura T e la sua pressione P. Questi parametri prendono il nome
di grandezze o variabili di stato e, come vedremo, permettono di descrivere
in modo completo gli stati di equilibrio dei gas e le leggi che ne caratterizzano il
comportamento fisico.
Il volume di un gas coincide con il volume del contenitore in cui esso si trova. La
temperatura, come si è detto, dipende da quanto è intenso il moto di agitazione termica
delle sue particelle.
La pressione dei gas
La pressione di un gas dipende, come abbiamo visto per i fluidi, dalla forza che il
gas esercita su tutte le superfici a contatto con esso e, in particolare, sulle pareti del
contenitore in cui è posto.
Ma da che cosa trae origine la pressione in un gas? Il modello particellare ci aiuterà a capire come stanno le cose.
Si è già detto che nei gas le particelle non sono legate ma, grazie all’energia di
cui dispongono, si muovono in maniera caotica, urtando ripetutamente contro le
superfici delle pareti del recipiente.
Di conseguenza, ciascun millimetro quadrato di tale superficie sarà sottoposto in
ogni istante all’urto di milioni e milioni di particelle.
L’urto di una singola particella, di fatto, non ha un effetto apprezzabile sulle pareti, ma la somma degli urti di un così elevato numero di particelle genererà una
forza apprezzabile su ogni unità di superficie, il cui effetto macroscopico sarà una
pressione continua e uniforme su tutta la
superficie interna del recipiente.
1 mm2
Se le pareti del recipiente sono rigide, non
avremo modo di accorgerci dell’esistenza di tale pressione. Se invece sono elastiche, come quelle di un palloncino pieno
d’aria, riusciremo a percepire chiaramente
Ingrandimento di un elemento di superficie che mostra
la pressione esercitata dal gas che si trova
l’urto delle particelle di gas
all’interno.
Il concetto di gas perfetto
Lo studio del comportamento dei gas viene quasi sempre riferito a un sistema ideale, chiamato gas perfetto, che risponde ai seguenti requisiti:
le particelle devono essere considerate puntiformi, devono essere cioè tanto piccole e distanziate tra loro che il loro volume può essere considerato trascurabile
rispetto al volume reale occupato dal gas;
le particelle devono essere completamente indipendenti, non devono cioè
attrarsi reciprocamente;
gli urti tra le particelle devono essere perfettamente elastici, come se si trattasse
di piccolissime palline di gomma che, urtando, rimbalzano in tutte le direzioni.
i g c
unità c3 La struttura microscopica della materia e le leggi dei gas
x÷
–+
I gas reali, come l’aria, non soddisfano pienamente tali requisiti. Tuttavia, quando si trovano a temperature sufficientemente elevate e a pressioni sufficientemente basse in modo da risultare rarefatti, manifestano un comportamento simile a
quello dei gas perfetti.
Come si studiano le proprietà dei gas
Studiare le proprietà dei gas significa stabilire in che modo i valori delle tre variabili di stato P, V, T dipendono l’uno dall’altro. Al fine di ricavare tali proprietà è
utile introdurre alcune definizioni.
In particolare, si dice che un gas si trova in uno stato di equilibrio macroscopico quando tutte e tre le variabili di stato assumono un ben determinato valore e
si mantengono costanti al passare del tempo.
Quando, invece, le variabili di stato cambiano al passare del tempo, in modo tale
che il gas passa da uno stato di equilibrio a un altro stato di equilibrio, si dice che il
gas ha eseguito una trasformazione.
Per poter determinare empiricamente le relazioni che intercorrono fra le variabili
di stato in una trasformazione è opportuno analizzare il legame che intercorre tra
due delle variabili mantenendo costante la terza.
Prima di continuare
Completa inserendo le parole mancanti.
1. La pressione esercitata da un gas è dovuta agli
…………...............………
delle sue
sulle pareti del …………..............………
2. In un gas perfetto le particelle hanno dimensioni
…………..............………
……...................................…
………............…..............………
e sono
tra loro.
3. Le variabili di stato di un gas sono ….....…….................…....….., …...….....................………………
e …………….........................…
3 Le leggi dei gas
obiettivo
Conoscere e saper applicare
le leggi dei gas
Le trasformazioni che un gas esegue quando una delle tre variabili di stato è mantenuta costante si chiamano: trasformazione isoterma (T = costante), isobara
(P = costante) e isocora (V = costante). Lo studio di queste tre trasformazioni permette di ricavare tre leggi dei gas, che prendono ciascuna uno specifico nome:
la legge di Boyle, che descrive le trasformazioni isoterme;
la prima legge di Gay-Lussac, che descrive le trasformazioni isobare;
la seconda legge di Gay-Lussac, che descrive le trasformazioni isocore.
Fig. 4 La pressione esercitata
dall’aria nella siringa cresce al
diminuire del suo volume.
Osserviamo che le leggi dei gas assumono una forma relativamente semplice solo
se la temperatura è espressa in kelvin. Nel seguito faremo quindi riferimento alla
temperatura assoluta.
1
0,5
1,5
2,5
2
Trasformazioni isoterme: la legge di Boyle
La legge di Boyle, detta anche legge isoterma, stabilisce la relazione tra pressione P e volume V di un gas perfetto quando la temperatura T non varia. Per
avere un’idea qualitativa del legame tra pressione e volume di un gas, considera il
semplice esperimento di Figura 4, in cui si può supporre la temperatura costante:
tira verso l’alto il pistone della siringa, tappa con il pollice il foro da cui esce l’aria
e, con l’altra mano, prova a spingere in basso il pistone.
99
c
modulo
100
p1
V1
V2
T2 = T1
1
V2 = 2 V1
P 2 = 2P 1
Fig. 5 Se, a temperatura
fissa, aumentiamo la pressione
esercitata su un gas, il volume
diminuisce in modo da mantenere
costante il prodotto di P e V.
x÷
–+
Man mano che il pistone si muove verso il basso, e il
volume dell’aria all’interno della siringa diminuisce, la
forza che dovrai applicare per impedire al pistone di
tornare indietro andrà aumentando. Ciò significa che
al diminuire del volume dell’aria nella siringa la sua
pressione aumenta.
Utilizzando un apparato sperimentale, basato sostanzialmente sul medesimo principio illustrato in Figura 4,
ma più accurato, si può ricavare la relazione quantitativa
fra le due variabili di stato P e V: esse risultano inversamente proporzionali. Al raddoppiare della pressione,
cioè, il volume dimezza, e viceversa (Fig. 5).
p2
T1
i g c
I fenomeni termici e le leggi dei gas
T2
Possiamo dunque enunciare la legge di Boyle nel seguente modo:
In una trasformazione isoterma la pressione e il volume di un gas
perfetto sono inversamente proporzionali.
La riassumiamo con la seguente formula:
P V = costante
Segui l’esempio
Un gas perfetto ha una pressione iniziale P0 =
= 1 atm e un volume iniziale V0 = 4 L. Il gas
esegue una trasformazione isoterma raggiungendo una pressione finale P = 5 atm. Calcoliamo il volume finale V del gas.
– P oiché pressione e volume, in una trasformazione isoterma, sono inversamente proporzionali, il loro prodotto si mantiene costante:
P V = P0 V0 da cui si ricava: V =
P0 V0
P
– S ostituendo i valori noti, otteniamo:
V=
1 atm · 4 L 4
= L = 0,8 L
5 atm
5
Adesso prova tu
Un gas perfetto ha una pressione iniziale P0 =
= 1 atm e un volume iniziale V0 = 4 L. Il gas esegue una trasformazione isoterma raggiungendo un
volume finale V = 1,5 L. Calcola la pressione finale
P del gas.
Trasformazioni isobare: la prima legge di Gay-Lussac
Fig. 6 Se, a pressione fissa,
aumentiamo la temperatura di
un gas, il volume aumenta in
maniera proporzionale.
La prima legge di Gay-Lussac, detta anche legge isobara, stabilisce la relazione tra temperatura T e volume V di un gas perfetto quando, la pressione P non
varia.
p2
p1
V1
T1
V2
P2 = P1
V2 = 2V1
T2 = 2T1
T2
Con un dispositivo opportuno, è possibile rilevare i valori
della temperatura e del corrispondente volume durante
una trasformazione isobara. Si arriva così a stabilire che
le due variabili di stato volume e temperatura sono direttamente proporzionali (Fig. 6).
Possiamo dunque enunciare la prima legge di GayLussac nel seguente modo:
In una trasformazione isobara il volume e la
temperatura di un gas perfetto sono direttamente
proporzionali.
La riassumiamo con la seguente formula:
V = costante ⋅ T
ovvero
V
T = costante
i g c
unità c3 La struttura microscopica della materia e le leggi dei gas
x÷
–+
Trasformazioni isocore:
la seconda legge di Gay-Lussac
La seconda legge di Gay-Lussac, detta anche legge isocora, stabilisce la relazione
tra temperatura T e pressione P di un gas perfetto quando il volume V non varia.
Con il metodo di studio adottato per le precedenti trasformazioni, e con un
dispositivo opportuno, è possibile rilevare i valori della temperatura e della corrispondente pressione durante una trasformazione isobara. Si arriva così a stabilire che le due variabili di stato pressione e temperatura sono direttamente
proporzionali (Fig. 7).
p2
p1
V1
Fig. 7 Se, a volume fisso,
aumentiamo la temperatura di
un gas, la pressione aumenta in
maniera proporzionale.
V2
V2 = V1
P2 = 2P1
T2 = 2T1
T1
T2
Possiamo dunque enunciare la seconda legge di Gay-Lussac nel seguente
modo:
In una trasformazione isocora la pressione e la temperatura di un
gas perfetto sono direttamente proporzionali.
La riassumiamo con la seguente formula:
P = costante ⋅ T
Completa inserendo le parole mancanti.
5. Al crescere della pressione di un gas a volume
1. In una trasformazione isobara di un gas perfetto il
del gas è ………………………… proporzionale
alla sua ……………………………
2. In una trasformazione isocora di un gas perfetto la
……….……...……. del gas è ………...…………….. proporzionale
alla sua …………………......……….
3. In una trasformazione isoterma di un gas perfetto, il
……….......…
del gas è
……….......………
P
= costante
T
Clicca qui per eseguire
il test interattivo
Prima di continuare
…………………
ovvero
proporzionale alla
sua ………...…......…..
Stabilisci se le seguenti affermazioni sono
vere (V) o false (F).
4. Una trasformazione in cui la pressione di un
gas si mantiene costante viene detta isocora.
V F
costante aumenta anche la sua temperatura.
V F
6. Raddoppiando il volume di un gas
a temperatura costante la sua pressione
si dimezza.
V F
7. A temperatura costante il volume
e la pressione di un gas sono inversamente
proporzionali. V F
Risolvi i seguenti quesiti.
8. Un gas perfetto esegue una trasformazione isoterma,
passando da uno stato in cui la pressione è P0 = 4 atm e
il volume è V0 = 4 L, a uno stato in cui il gas occupa un
volume V = 8 L. Ricava il valore della pressione finale.
9. Un gas perfetto occupa un volume di 2 dm3 alla
temperatura T0 = 273 K e viene riscaldato di 50 K a
pressione costante. Qual è la variazione di volume del
gas?
101
modulo
obiettivo
c
i g c
I fenomeni termici e le leggi dei gas
x÷
–+
4 L’equazione di stato dei gas perfetti
Conoscere e saper applicare
a semplici casi l’equazione
di stato dei gas perfetti
Il legame che intercorre tra le variabili di stato P, V, T di un gas perfetto, espresso dall’insieme delle tre leggi dei gas appena presentate, può essere riassunto in
un’unica relazione matematica chiamata equazione di stato dei gas perfetti.
Per comprendere il significato di tale equazione è necessario introdurre in modo
preliminare alcuni importati concetti.
La mole e la legge di Avogadro
La mole è un’unità di misura fondamentale nel SI e viene utilizzata per esprimere la quantità di sostanza.
Una mole (mol) di una sostanza è pari a una quantità di sostanza
che contiene un numero di molecole Na = 6,022 · 1023.
Il numero Na è un’importante costante, chiamata numero di Avogadro. Lo
scienziato Avogadro che la introdusse dimostrò che il volume occupato da un gas
a una data pressione e temperatura risulta direttamente proporzionale al numero
di molecole e, quindi, di moli che esso contiene. In particolare, egli arrivò per via
sperimentale al seguente risultato, noto come legge di Avogadro:
Una mole di un qualsiasi gas perfetto che si trova in condizioni
standard, vale a dire a una temperatura assoluta T0 di 273 K (0 °C)
e alla pressione P0 di 1 atm, occupa un volume V0 di 22,4 L.
Il volume V0 = 22,4 L è chiamato volume molare standard. Se il gas contiene
n moli, in condizioni standard il suo volume sarà, evidentemente, V0 = n · 22,4 L.
L’equazione di stato dei gas perfetti
Supponiamo che, a seguito di una trasformazione, un gas perfetto passi da uno
stato iniziale caratterizzato dai valori Pi , Vi, Ti delle variabili di stato a uno stato
finale nel quale le variabili di stato assumono i valori P, V, T. Si dimostra sperimentalmente, allora, che i valori delle variabili corrispondenti ai due stati iniziale
e finale soddisfano la relazione:
P V Pi Vi
=
T
Ti
Tale equazione, che esprime il legame fra le tre variabili di stato pressione, P,
volume, V, e temperatura assoluta, T, è una delle forme in cui può venire espressa
l’equazione di stato dei gas perfetti.
Utilizzando la legge di Avogadro è, tuttavia, possibile esprimere tale equazione in una
forma più semplice. Supponiamo, infatti, che nello stato iniziale il gas si trovi in condizioni standard, sia cioè P0 = 1 atm, T0 = 273 K e V0 = n · 22,4 L, dove n indica il numero di moli di gas. Sotto questa ipotesi, l’equazione precedente assume la forma:
P V
PV
1 atm · n · 22,4 L
= 0 0 =
T
273 K
T0
ovvero, portando la T al secondo membro:
⎛ 1 atm · 22,4 L
P V = n ⎜
T
273 K
⎝
⎛
⎜
⎝
102
L’espressione che si trova tra parentesi è una costante fisica, che indicheremo con
il simbolo R, chiamata costante universale dei gas perfetti; il suo valore è
1 atm · 22,4 L
R=
= 0,0821 L · atm/mol · K
273 K
i g c
x÷
–+
unità c3 La struttura microscopica della materia e le leggi dei gas
Ricordando che 1 atm = 1,013 105 N /m2 e che 1 L = 10–3 m3, il valore di R nel SI è:
R = 8,31 J/mol · K
Osserviamo che il valore R è indipendente dal particolare gas perfetto considerato
ed è una delle costanti universali della natura.
La forma che assume l’equazione di stato dei gas perfetti espressa in termini della
costante R e del numero di moli n sarà pertanto:
P V = n R T
Questa legge fondamentale della natura è applicabile a qualsiasi gas con
comportamento assimilabile a quello di un gas perfetto. Essa permette di ricavare
una qualsiasi delle tre variabili di stato, note le altre due e il numero di moli del
volume di gas. Come possiamo facilmente osservare, nell’equazione di stato sono
“contenute” le tre leggi dei gas che abbiamo studiato nel precedente paragrafo:
⎧ P V = costante (trasformazione isoterma, legge di Boyle)
P V = n R T →⎨ V = costante · T (trasformazione isobara, I legge di Gay-Lussac)
⎩ P = costante · T (trasformazione isocora, II legge di Gay-Lussac)
Segui l’esempio
La pressione P e il volume V di 6 moli di gas perfetto sono rispettivamente
1 atm e 12 dm3. Calcoliamo la temperatura del gas.
–R
isolvendo rispetto a T l’equazione di stato dei gas perfetti otteniamo:
T=
P V
(1 atm) · (12 dm3)
=
= 24,36 K
n R (6 mol) · 0,0821 dm3 · atm/mol ·K
Adesso prova tu
Clicca qui per eseguire
l’esperimento virtuale
Leggi dei gas
I valori delle variabili di stato di un gas perfetto sono P = 2 atm, V = 6 dm3 e
T = 250 K. Calcola:
a. il numero di moli del gas;
b. la temperatura del gas nello stato in cui P = 6 atm e V = 16 dm3.
Clicca qui per eseguire
il test interattivo
Prima di continuare
Completa inserendo le parole mancanti.
  6.Due gas che contengono lo stesso numero
1. Il numero di molecole di una mole di gas è ……………...
2. Una mole di un qualsiasi gas perfetto che si trova in
condizioni standard, cioè a temperatura di………........…..
e alla pressione di……...........………., occupa un volume
di ………...........……..
3. L’equazione di stato dei gas perfetti stabilisce il legame tra le variabili di stato di un gas perfetto ed è
espressa dalla formula …………................…...
la relazione tra le variabili P e V.
5. Mantenendo costanti la temperatura e il volume
di un gas perfetto, al crescere del numero
di moli la pressione di un gas aumenta.
V F
  7.La costante universale dei gas perfetti
ha un valore che dipende dal particolare
tipo di gas perfetto considerato. V F
Risolvi i seguenti quesiti e problemi.
  8.Quante molecole contiene una quantità di gas
corrispondente a 0,014 moli?
  9.Una mole di gas alla temperatura di 200 K occupa un
volume di 4 L. Qual è il valore della pressione del gas?
Stabilisci se le seguenti affermazioni sono
vere (V) o false (F).
4. L’equazione di stato dei gas perfetti stabilisce
di moli esercitano la stessa pressione.
10.Un gas alla temperatura di 30 °C occupa un volume
di 10 dm3. Mantenendo costante la pressione, a quale
temperatura il gas occuperà il volume di 7 L?
V F
11.10 L di un gas ideale esercitano la pressione di 1 atm
V F
alla temperatura di 25 °C. Quale sarà la pressione
esercitata dal gas se si raddoppia il volume e si porta
la temperatura a 50 °C?
103
modulo
104
c
i g c
I fenomeni termici e le leggi dei gas
x÷
–+
Per ricordare i concetti principali
Quali sono gli elementi del modello
microscopico della materia?
Secondo il modello microscopico della materia
tutti i corpi sono costituiti da atomi legati tra loro a
formare le molecole. Le molecole di un corpo sono
tenute assieme da forze intermolecolari e il continuo movimento da cui esse sono animate è chiamato
moto di agitazione termica, in quanto dipende dalla temperatura del corpo. Nei solidi le forze intermolecolari sono molto intense e le molecole, che hanno
una limitata libertà di movimento, sono organizzate
in una struttura regolare chiamata reticolo cristallino. Nei liquidi l’agitazione termica è più intensa e
le forze intermolecolari più deboli. Negli aeriformi
l’agitazione termica prevale decisamente sulle forze interolecolari e le molecole si muovono in modo
disordinato non essendo legate l’una all’altra.
In che modo si studiano le proprietà
dei gas?
Per descrivere lo stato e le trasformazioni di un gas
si considerano tre variabili di stato di un gas: la
pressione, il volume e la temperatura. Per studiare
le proprietà dei gas ci si riferisce a un sistema ideale chiamato gas perfetto. I gas reali approssimano
il comportamento di un gas perfetto a temperature
alte e a pressioni non molto elevate.
Le relazioni tra i concetti
.
Completa la mappa.
Quali sono e che cosa affermano le leggi
dei gas perfetti?
Sono la legge di Boyle, la prima e la seconda legge di Gay-Lussac. In particolare, la legge di Boyle
afferma che durante una trasformazione isoterma (in cui T si mantiene costante) la pressione e il
volume di un gas perfetto sono inversamente proporzionali. La prima legge di Gay–Lussac afferma
che durante una trasformazione isobara (in cui
P si mantiene costante) il volume risulta direttamente proporzionale alla temperatura assoluta del
gas e al suo volume iniziale. La seconda legge di
Gay–Lussac afferma che durante una trasformazione isocora (in cui V si mantiene costante) la
pressione risulta proporzionale alla temperatura
assoluta del gas.
Qual è la legge che descrive
il comportamento di un gas perfetto?
L’equazione di stato dei gas perfetti è la legge
fondamentale che stabilisce il legame tra le variabili P, V e T e caratterizza il comportamento di un
gas perfetto quando si trova in uno stato di equilibrio. Nell’equazione di stato la quantità di gas è
espressa dal numero di moli. Una mole di gas è
una quantità di gas che contiene un numero di
Avogadro di molecole.
Clicca qui per completare
la mappa in modo
interattivo
AERIFORMI
il loro comportamento è
descritto dalle
le loro
leggi dei gas
variabili di stato
sono
legge di
prima e seconda legge di
.........................
.....................................................
equazione di
.........................................
che correla
............................
volume
............................
i g c
Verifica
unità c3
x÷
–+ 105
La struttura microscopica della materia
e le leggi dei gas
.
.Associa la parola chiave alla definizione inserendo nella casella la lettera corrispondente.
a. atomi
b. molecole
c. forze intermolecolari
d. agitazione termica
e. grandezze di stato
f. stato di equilibrio macroscopico
g. trasformazione
h. mole
i. PV = n R T
j. trasformazione isoterma
k. trasformazione isobara
l. trasformazione isocora
  1.
  2.
  3.
  4.
  5.
  6.
  7.
  8.
  9.
10.
11.
12.
è caratterizzato da valori costanti e uniformi delle variabili di
stato
t engono insieme le molecole di un corpo
c ontengono gli elettroni, i neutroni e i protoni
caratterizzano gli stati di equilibrio di un gas
aggregati di due o più atomi
si verifica a volume costante
transizione di un gas da uno stato di equilibrio a un altro
unità di misura della quantità di sostanza
si verifica a temperatura costante
moto d’insieme delle molecole di un corpo
descrive completamente il comportamento di un gas perfetto
si verifica a pressione costante
.
1 Che cos’è una molecola?
17 Enuncia la prima legge di Gay-Lussac.
2 Che
18 Enuncia la seconda legge di Gay-Lussac.
3 Da che cosa dipende lo stato di aggregazione del-
cosa si intende con il termine “agitazione
termica”?
la materia?
4 Quali sono le variabili di stato di un gas?
5 Qual
è l’origine microscopica della pressione di
un gas?
6 Che cos’è un gas perfetto?
7 Che
cosa significa equilibrio macroscopico di un
gas?
8 Che cosa significa trasformazione di un gas?
9 Che cos’è la mole?
10 Che cosa stabilisce la legge di Avogadro?
11 Qual è la relazione che intercorre tra le variabili
di stato di un gas perfetto?
12 Che cos’è la costante universale dei gas perfetti?
13 Che cos’è una trasformazione isoterma?
14 Che cosa afferma la legge di Boyle?
15 Che cos’è una trasformazione isocora?
16 Che cos’è una trasformazione isobara?
19 Sui libretti per la manutenzione delle automobili
viene indicata la pressione alla quale devono essere tenuti gli pneumatici in inverno e in estate. In
inverno la pressione deve essere maggiore o minore rispetto a quella che si deve mantenere in estate? Fornisci una spiegazione per la tua risposta.
20 Nei gas le particelle:
a sono disposte in modo ordinato
b possono scorrere le une sulle altre
c sono libere di muoversi
d si muovono molto lentamente
21 Se la pressione di una certa quantità di gas ideale
viene raddoppiata a temperatura costante, il suo
volume:
a raddoppia
b si dimezza
c triplica
d rimane invariato
22 Un campione di idrogeno viene riscaldato a pressione costante da 10 °C a 20 °C. Quale variazione
può subire il suo volume?
a un dimezzamento
b una piccola diminuzione
c un raddoppiamento
d un piccolo aumento
Verifica
106
i g c
x÷
–+
unità c3
23 L’aumento di volume di un gas si verifica ogni volta che si ha:
a aumento della pressione
b diminuzione della temperatura
c aumento della temperatura
d diminuzione della quantità di gas
24 Tre litri di gas perfetto inizialmente alla temperatura di 27 °C vengono riscaldati, a pressione
costante, a 227 °C. Il volume diventa:
a 5 dm3
b 3 L
c 25 L
d 5 m3
25 Un gas perfetto alla pressione iniziale di 3 atm
viene riscaldato fino a raddoppiare la sua temperatura. Sapendo che il volume a sua volta viene
triplicato, la nuova pressione del gas è:
a 2 atm
b 4,5 atm
c 3 atm
d 1 atm
.
26 Applicando le leggi dei gas, prova ad assegnare i
valori mancanti tra quelli riportati in tabella.
Condizioni iniziali
(m3)
P (kPa) V
100
3,0
100
3,0
100
3,0
100
3,0
100 ...........
Condizioni finali
T (K) P (kPa) V (m3) T (K)
300
100 ........... 400
300
150
2,0 ...........
300 ........... 1,5
400
...........
150
3,0
400
300
200
2,0
400
27 Immagina di operare alcune trasformazioni sul
contenuto d’aria di una pompa da bicicletta che
abbia un volume di 60 mL e che si trovi alla tem-
La struttura microscopica della materia
e le leggi dei gas
peratura di 27 °C e alla pressione di 100 kPa.
Usando l’equazione dei gas, rispondi alle seguenti domande.
a. Quale sarà il volume dell’aria se lo stantuffo viene
spinto fino a portare la pressione a 150 kPa?
b. Quale sarà il volume dell’aria se la temperatura
viene portata a 87 °C assumendo che lo stantuffo
possa muoversi liberamente in modo da lasciare
costante la pressione?
c. Q
uale sarà il volume se la pressione viene portata
a 120 kPa e la temperatura a 47 °C?
28 Uno pneumatico ha un volume di 15 dm3 e contiene aria alla pressione di 2,5 bar e alla temperatura di 20 °C. Dopo alcune ore di viaggio
la temperatura del pneumatico è salita a 50 °C.
Supponendo invariato il volume, quale pressione
registrerebbe il manometro in queste condizioni?
29 Con riferimento all’esercizio precedente, se al
contempo il volume risultasse aumentato del
10%, il valore della pressione sarebbe lo stesso?
30 Calcola la pressione in Pa di una certa massa di
gas che a temperatura costante è stata compressa
da un volume di 18,2 m3 a un volume di 18,2 dm3.
Prima della compressione il gas aveva una pressione di 1,05 · 10 –3 atm.
31 Una determinata massa di gas alla temperatura
di 12 °C e alla pressione di 350 mmHg occupa un
volume di 400 mL. Calcola il volume occupato dal
gas, sempre alla stessa temperatura, se si porta
la pressione a 1,02 atm.
32 A pressione costante una certa quantità di azoto occupa un volume di 0,5 L a 632 K. Calcola il
volume in mL che occupa quando la temperatura
viene ridotta a 60 °C.
33 Un gas perfetto esegue una trasformazione isoterma, passando da uno stato in cui la pressione
è Pin = 2 atm e il volume è Vin = 2 L a uno stato
in cui il gas occupa un volume Vfin = 4 L. Prova a
ricavare la pressione finale del gas.
test di verifica
Clicca qui per eseguire
il test interattivo
modulo
termici
c Iefenomeni
le leggi dei gas
Scrivi la parola chiave appropriata per ciascuna
delle seguenti definizioni.
1. Permette di quantificare le sensazioni termiche
i g c
x÷
–+ 107
15. Mette in relazione le grandezze di stato di un gas
........................................................................................................
........................................................................................................
........................................................................................................
16. È descritta dalla legge di Boyle
2. Strumento il cui funzionamento si basa sulla dila-
........................................................................................................
........................................................................................................
........................................................................................................
3. In questa scala non esistono temperature negative
........................................................................................................
tazione termica
........................................................................................................
4. Si verifica quando due corpi sono posti a contatto
termico
........................................................................................................
5. È la causa della variazione di temperatura
........................................................................................................
6. L’equazione che mette in relazione il calore scambiato da un corpo e la sua variazione di temperatura
........................................................................................................
7. La
quantità di calore che fornita a un’unità di
massa di una sostanza produce un aumento di
temperatura di 1 °C
........................................................................................................
8. La quantità di calore che fornita a un corpo produce un aumento di temperatura di 1 °C
........................................................................................................
9. La
quantità di calore necessaria per far avvenire
il passaggio di stato completo a 1 kg di sostanza
........................................................................................................
10. Il trasferimento di calore tra corpi che si verifica
senza trasferimento di materia
........................................................................................................
11. Aggregati di atomi che compongono la materia
........................................................................................................
12. Il movimento d’insieme delle molecole di un corpo
17. È descritta dalla prima legge di Gay-Lussac
18. È descritta dalla seconda legge di Gay-Lussac
........................................................................................................
Indica con una crocetta la risposta esatta.
19 La temperatura è una misura:
che caratterizzano lo stato di equilibrio di un gas
........................................................................................................
14. Il passaggio di un gas da uno stato di equilibrio a
un altro
........................................................................................................
del calore contenuto in un corpo
dello stato termico del corpo
del calore acquistato dal corpo
della massa del corpo
20 Tra le seguenti affermazioni una soltanto è sbagliata. Quale?
a Il calore è un trasferimento di energia
b Tra i due corpi con temperatura diversa posti a contatto si verifica uno scambio di temperatura
c Il calore è la causa delle variazioni di temperatura
d Il calore è una conseguenza delle differenze di
temperatura
21 La variazione di temperatura subita da un corpo:
a è direttamente proporzionale alla sua massa
b è direttamente proporzionale al calore assorbito
c è inversamente proporzionale al calore assorbito
d è indipendentemente dal calore assorbito
22 Dati due corpi, possiamo dire che tra loro:
........................................................................................................
13. Grandezze
a
b
c
d
a non si ha passaggio di calore
b si ha sempre passaggio di calore
c si ha passaggio di calore solo se sono a contatto
d si ha passaggio di calore solo se sono a temperature diverse
23 La formazione dei venti è dovuta:
a al fenomeno della conduzione
b al fenomeno della convezione
c al fenomeno dell’irraggiamento
d ai cicli lunari
108
test di verifica
24 La
misura della dilatazione di un liquido in recipiente:
a è indipendente dalla dilatazione del recipiente
b deve tener conto della dilatazione del recipiente
c impedisce la dilatazione del recipiente
d è impossibile da eseguire se il recipiente si dilata
25 A 2 kg d’acqua viene fornita una quantità di calore
Q. La variazione di temperatura conseguente è di
10 °C. Quanto calore è stato fornito all’acqua?
a 20 kcal
b 20 cal
c 80 kcal
d 80 cal
modulo
c
i g c
I fenomeni termici e le leggi dei gas
30 Se, mantenendo la pressione costante, la temperatu
ra di un gas perfetto passa da 200 K a 100 K:
a il suo volume dimezza
b il suo volume raddoppia
c il suo volume non cambia
d il suo volume diventa il triplo
31 Due quantità di acqua con
massa pari rispettivamente a m1 = 2 kg ed m2 = 4 kg vengono poste su due
fornelli identici e riscaldate per lo stesso tempo:
a le temperature di m1 ed m2 aumentano della stessa quantità
b la variazione di temperatura di m1 è il doppio di
quella di m2
c la variazione di temperatura di m2 è il doppio di
quella di m1
d la variazione di temperatura di m1 è minore di
quella di m2
26 Quando a una sostanza viene fornito calore:
32 Se si mescolano 0,5 L di alcool a 20 °C con
a la sua temperatura aumenta in ogni caso
b la sua temperatura diminuisce
c vi sono circostanze in cui la sua temperatura rimane costante
d alcune sostanze subiscono un aumento di temperatura, altre una diminuzione
27 Tutti i gas assumono un comportamento ideale:
a
b
c
d
alle basse pressioni e alle alte temperature
alle basse pressioni e alle basse temperature
alle alte pressioni e alle alte temperature
alle alte pressioni e alle basse temperature
28 L’espressione della legge di Boyle è:
a
b
c
d
V/T costante
P = costante · T
V · T = costante
P · V = costante
29 Se, mantenendo il volume costante, la temperatura
di un gas perfetto passa da 200 K a 400 K:
a la sua pressione si dimezza
b la sua pressione raddoppia
c la sua pressione non cambia
d la sua pressione diventa il triplo
x÷
–+
3 L di
acqua a 80 °C, la temperatura di equilibrio è:
a minore di 20 °C
b uguale a 20 °C
c maggiore di 20 °C e minore di 80 °C
d maggiore di 80 °C
33 Se, mantenendo la pressione costante, la tempera
tura di un gas perfetto passa da 400 K a 200 K:
a il suo volume diventa il quadruplo
b il suo volume raddoppia
c il suo volume non cambia
d il suo volume si dimezza
34 Una mole di gas perfetto alla pressione di 1 atm e alla
temperatura di 273 K occupa un volume di circa:
a 22 litri
c 44 litri
b 11 litri
d 110 litri
35 Una mole di gas perfetto alla pressione di 0,5 atm
e alla temperatura di 273 K occupa un volume di
circa:
a 22 litri
c 44 litri
b 11 litri
d 110 litri