Albeltaro, si va verso il processo

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Giovedì 2 ottobre 2014
NOVARA
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Pozzi petrolio, «questione
delicata e decisiva»
a pagina 31
CONTESTATA ALL’AMMINISTRATORE DI CONDOMINI UNA QUARANTINA DI CAPI DI IMPUTAZIONE
Albeltaro, si va verso il processo
Concluse le indagini. Revocati i domiciliari, per il geometra l’obbligo di dimora
n Era da tempo ai “domiciliari” (pur se affievoliti da un’ora di libertà al giorno e la possibilità di ricevere parenti e amici) nella sua
casa di Morgex, in Val d’Aosta, il geometra
Stefano Albeltaro, e una decina di giorni fa
(dopo una istanza del suo difensore, avvocato
Celestino Corica) era tornato libero, col solo
obbligo di non uscire dai confini comunali
della stessa cittadina. Di oggi è invece la notizia che gli è stato notificato l’avviso di chiusura delle indagini (almeno per una prima tranche), atto che solitamente prelude la richiesta
di rinvio a giudizio. L’ormai ex amministratore di condomini al centro di una vera bufera
scatenatasi la primavera scorsa ha adesso una
ventina di giorni per eventualmente presentare memorie difensive o chiedere di essere
interrogato, dopodiché la Procura tirerà le
definitive conclusioni. Ad Albeltaro vengono
contestati una quarantina di capi di imputazione, che vanno dal furto aggravato (il reato
più grave) all’appropriazione indebita aggravata e continuata, dal falso alla truffa per la
vicenda dei presunti ammanchi in diversi
condomini (nello specifico 5 ma le indagini
proseguono relativamente ad altri) e della
spiombatura di alcuni contatori. “Giochi”
con le spese pagate dagli inquilini che però,
almeno secondo la difesa, non lo avrebbero
arricchito: soldi “bruciati”, o finiti chissà dove, forse per tappare altri buchi. Tutto è stato
ricostruito col certosino lavoro delle Fiamme
gialle, coordinate dal pm Ciro Caramore, che
il 14 maggio aveva chiesto e ottenuto l’arresto
di Albeltaro. Il quale aveva poi sostanzialmente ammesso i fatti, tranne la spiombatura
dei contatori: a suo avviso nessun “furto” di
gas bensì solo una sorta di altra “truffa”. Fra
la quarantina di capi di imputazione anche
uno scaturito da una denuncia (contro ignoti) presentata a suo tempo dalla moglie, che si
era vista accreditare su propri conti personali
indebiti versamenti con tanto di firma falsa.
Ma non era stata lei a firmare, e per tutelarsi
aveva appunto presentato denuncia-querela.
Gli inquirenti avevano poi individuato proprio nel marito, tramite la segretaria (non indagata), il presunto “regista” di quegli strani
spostamenti di denaro. L’avvocato Corica, da
noi contattato, si è limitato a dire che leggerà
attentamente le carte per valutare poi la strada più opportuna da seguire. Facile pronosticare che, stante la sostanziale confessione, la
difesa punterà a riti alternativi rispetto
all’eventuale processo ordinario,
Paolo Viviani
IERI POMERIGGIO RIUNIONE DEI SERVIZI COMUNALI PER STUDIARE LA STRATEGIA
Ex campo Tav, dissequestro non immediato
n Sono giorni di riunioni,
confronti e decisioni, a Novara, relativamente all’ex Villaggio Tav di via Alberto da
Giussano, struttura che ospita nei suoi container persone
in difficoltà, tanto famiglie
quanto single, che, vittime di
sfratto, sono rimasti senza
una casa e sono in attesa di
un’assegnazione.
L’area, precisa il Comune, accoglie 516 ospiti (il dato risale a fine luglio), in particolare
134 famiglie con minori e 31
singoli, 5 donne e 24 uomini,
«pur se i dati –riferisce l’assessore alle Politiche sociali,
Elia Impaloni – cambiano di
giorno in giorno. Nelle scorse settimane due single hanno lasciato la struttura e proprio in questi giorni ha abbandonato il campo anche
una famiglia marocchina,
che ha avuto l’assegnazione
di una casa».
L’ex campo Tav da poco più
di un mese è al centro del
dibattito politico novarese.
«Lunedì – spiega l’assessore
Impaloni – abbiamo avuto
una riunione per capire come intervenire relativamente
al sequestro e si è deciso di
agire come già fatto per l’ex
macello, seguendo il medesimo iter procedurale. Per
quanto concerne le famiglie
che hanno mobilio e altro
materiale nell’area sottoposta ai sigilli, grazie all’ausilio
della Polizia locale e del comandante Cortese, già in 72
hanno potuto accedere
all’area e recuperare ciò che
può servire loro per i mesi
futuri. Il che vuol dire oltre
un terzo dei nuclei che dispongono di questi spazi adibiti a cantina nell’area sequestrata. L’operazione, condotta tra lunedì e martedì, è stata
resa possibile proprio dalla
Procura, alla presenza della
Forestale. Sono stati 72 gli accessi concessi e monitorati
dagli agenti della Forestale.
Gli ospiti hanno accolto positivamente questo intervento. Accessi controllati ed eseguiti, fornendo a chi era preposto a controllare anche i
necessari documenti, così da
avere una mappatura. Avremo a breve la possibilità per
poter far recuperare i propri
oggetti anche alle rimanenti
famiglie, sempre con la medesima procedura».
Un’altra riunione ha poi avuto luogo ieri pomeriggio.
Presenti tutti i servizi comunali che, a vario titolo, si occupano dell’ex Villaggio Tav,
oltre ovviamente all’assessore Impaloni e al comandante
della Polizia locale, Paolo
Cortese.
«La riunione ha avuto due
punti – commenta Impaloni
– Una la strategia per il dissequestro, che non sarà immediato. Noi, come già si era
deciso, procederemo a realizzare le idonee apparecchiature antincendio, quelle
per la corrente elettrica e
quelle per il gas. Annesso a
questo dovremo decidere cosa fare di quella parte che,
nella zona sequestrata, era
invasa dai rifiuti, come anche
del container che era stato
adibito a piccolo luogo di
culto e di ritrovo dagli ospiti
del Villaggio. La Procura ci
ha chiesto di legalizzare la gestione dei magazzini. La nostra posizione è quella di
mantenerli, per consentire
agli ospiti di porvi mobilio e
abiti e ciò che serve loro. E
ovviamente di tenerli a norma. Occorre una mappatura
di chi ha il magazzino e cosa
vi è contenuto. Il tutto dovrà
essere normato con un atto
formale, probabilmente con
una convenzione. Abbiamo
già un’idea di come procedere».
Monica Curino
continua a pagina 15
Scorcio dell’area sequestrata
“Vota il tuo cocktail Rosa”
a pagina 11
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