Sonia Cristofaro - Glottologia A - a.a 2014-15 4 1 Fonetica e fonologia [Materiale di riferimento per questa parte: Canepari 1979: 12-34, 40-55, 956, 100-4, 118-23; Matthews 1979: cap.11 (solo per quanto riguarda gli argomenti trattati)] (1) Fonetica: studio dei suoni (o foni) di una lingua a vari livelli di indagine. In particolare: a. fonetica articolatoria: studio della produzione dei suoni linguistici da parte degli organi fonatori; b. fonetica funzionale, o fonologia: studio dei contesti in cui i suoni possono essere utilizzati. (2) La non corrispondenza tra livello grafico e livello fonetico: • Lo stesso simbolo grafico rende suoni diversi: italiano: <g>: [g] (gatto), [Ã] (gelato), <e>: [e] (cesto), [E] (cielo); francese: <c>: [s] (cent), [k] (cou). • Lo stesso suono è reso da diversi simboli grafici: italiano: [k]: <c> (cane), <ch> (chino); [tÙ]: <c> (cesto), <ci> (cielo); francese: [ k]: <qu> (quatre), <c> (cru). • Lo stesso suono è reso da diversi simboli grafici da una lingua all’altra: [s]: italiano: <s> (seme); francese:<c> (celéri); • Lo stesso simbolo grafico rende suoni diversi da una lingua all’altra: italiano: <g>: [Ã] (gigante); francese: < g >: [Z] (géant). (3) Principi di base dell’Alfabeto Fonetico Internazionale (IPA): • i suoni sono identificati in base alle loro caratteristiche articolatorie; • ad ogni suono corrisponde un unico simbolo grafico; • ad ogni simbolo grafico corrisponde un unico suono (4) Alcuni esempi di applicazione dell’ IPA ai casi in (2): [’gatto], [Ãe’la:to], [’ka:ne], [’ki:no], [’Ùesto], [’Ù]E:lo] (5) La produzione dei suoni: I suoni vengono formati attraverso la messa in moto (solitamente attraverso i polomoni, piú raramente attraverso la laringe o la lingua e il velo palatino) di un flusso d’aria, il cui passaggio incontra vari ostacoli prodotti da diverse posizioni in cui possono trovarsi gli organi fonatori. A seconda del tipo di ostacoli e di organi fonatori cooinvolti nel processo si hanno diversi tipi di suono. Sonia Cristofaro - Glottologia A - a.a 2014-15 2 • Principali organi fonatori fissi: denti, alveoli, palato (prepalato, prevelo). • Principali organi fonatori mobili: labbra, lingua (divisibile in punta, corona, dorso e radice), velo palatino (diivisibile in prepalato, palato, prevelo, velo), uvula • Corde vocali: membrane saldate tra loro anteriormente che si aprono e si chiudono, determinando con le loro vibrazioni le seguenti caratteristiche delle varie articolazioni: a. sordità: le corde vocali sono separate tra loro, e permettono il passaggio dell’aria (it. [p t k]); b. sonorità: le corde vocali sono leggermente accostate tra loro, e vibrano al passaggio dell’aria (it. [b d g]). Figura 1: L’apparato fonatorio (6) Classificazione dei suoni: a. Luogo di articolazione: luogo di massima costrizione del tratto vocale nella produzione del segmento fonetico. I principali luoghi di articolazione di un segmento fonetico possono essere labiale, dentale, alveolare, 3 Sonia Cristofaro - Glottologia A - a.a 2014-15 palato-alveolare, alveolo-palatale, palatale, velare, uvulare, faringale, epiglottale e glottale. b. Modo di articolazione: tipo di costrizione del tratto vocale messo in atto nella produzione del segmento fonetico. In base al grado di costrizione i segmenti possono essere classificati come occlusivi (il passaggio dell’aria attraverso il tratto vocale è completamente bloccato nella fase di tenuta), fricativi (nella fase di tenuta gli organi fonatori sono vicini, lasciando all’aria un passaggio cosi’ stretto da produrre frizione udibile), sonanti (nella fase di tenuta, gli organi fonatori consentono il passaggio dell’aria senza frizione udibile). I segmenti occlusivi e fricativi fanno parte dei contoidi, i segmenti sonanti fanno parte dei vocoidi. THE INTERNATIONAL PHONETIC ALPHABET (revised to 2005) CONSONANTS (PULMONIC) © 2005 IPA Bilabial Labiodental Dental Alveolar Post alveolar Retroflex p b m ı Plosive Nasal Trill Tap or Flap Fricative Lateral fricative Approximant Lateral approximant t d µ n r | v F B f v T D s z S Z Ò L √ ® l Palatal Velar Uvular Pharyngeal Glottal Ê ∂ c Ô k g q G / = ≠ N – R « ß Ω ç J x V X  © ? h H ’ j ¥ ˜ K Where symbols appear in pairs, the one to the right represents a voiced consonant. Shaded areas denote articulations judged impossible. > ˘ ! ¯ ≤ VOWELS Bilabial Dental (Post)alveolar Palatoalveolar Alveolar lateral ∫ Î ˙ ƒ Ï Bilabial Dental/alveolar Palatal Velar Uvular Front Ejectives Voiced implosives ’ p’ t’ k’ s’ Close Examples: i Bilabial Close-mid Dental/alveolar Velar Open-mid Alveolar fricative OTHER SYMBOLS DIACRITICS 9 3 Ó 7 ¶ ™ 2 · + ` 8 ± n9 d9 s3 t 3 Aspirated tÓ dÓ More rounded O7 Less rounded O¶ Advanced u™ Retracted e2 Centralized e· Mid-centralized e+ Syllabic n` Non-syllabic e8 Rhoticity ´± a± ª £ W ∆ ◊ ≥ ù 6 § 5 ∞ Creaky voiced U e ∏ ´ E { ‰ å œ a ” Ø o ø O A Å SUPRASEGMENTALS " ( N( Primary stress Æ … Ú kp ts bª aª 1 Dental t 1 d1 b0 a0 ¡ Apical t ¡ d¡ Linguolabial t £ d£ 4 Laminal t 4 d4 Labialized tW dW ) Nasalized e) Palatalized t∆ d∆ ˆ Nasal release dˆ Velarized t◊ d◊ ¬ Lateral release d¬ Pharyngealized t≥ d≥ } No audible release d} Velarized or pharyngealized : Raised e6 ( ®6 = voiced alveolar fricative) Lowered e§ ( B§ = voiced bilabial approximant) Advanced Tongue Root e5 Retracted Tongue Root e∞ Breathy voiced 0 IY e P ¨ u Where symbols appear in pairs, the one to the right represents a rounded vowel. Diacritics may be placed above a symbol with a descender, e.g. Voiceless Voiced Open Back È Ë ( ∑ Voiceless labial-velar fricative Ç Û Alveolo-palatal fricatives w Voiced labial-velar approximant » Voiced alveolar lateral flap Á Voiced labial-palatal approximant Í Simultaneous S and x Ì Voiceless epiglottal fricative Affricates and double articulations ¿ Voiced epiglottal fricative can be represented by two symbols joined by a tie bar if necessary. ÷ Epiglottal plosive Central y ò Clicks Secondary stress ÆfoUn´"tIS´n e… eÚ e* Long * ˘ ≤ . ≈ Half-long Extra-short Minor (foot) group Major (intonation) group Syllable break ®i.œkt Linking (absence of a break) TONES AND WORD ACCENTS LEVEL CONTOUR Extra Rising or high e _or e! e@ e~ e— Õ õ â ê î ô û ˆ CONSONANTS (NON-PULMONIC) High Mid Low Extra low Downstep Upstep e e$ e% efi e& ã à ä ë ü ï ñ$ Falling High rising Low rising Risingfalling Global rise Global fall Figura 2: Classificazione dei suoni e alfabeto fonetico internazionale Sonia Cristofaro - Glottologia A - a.a 2014-15 (7) 4 Segmenti vocalici, o vocoidi: a. sono prodotti dall’aria che fuoriesce liberamente dagli organi fonatori, senza incontrare alcuna ostruzione a parte quella delle corde vocali; b. sono generalmente sonori; c. la posizione articolatoria è mantenuta abbastanza a lungo da rendere il suono stabile e chiaramente percepibile; d. costituiscono il nucleo (ovvero il centro di intensità sonora) delle sillabe che li compongono (8) I vari tipi di vocoidi sono caratterizzati dalla forma assunta dalla cavità orale durante la loro articolazione. Tale forma è definita da tre parametri: a. luogo di articolazione (in base alla zona della volta palatina interessata): palatale, prevelare, velare (o anteriore, medio, posteriore); b. modo di articolazione (in base al grado di elevazione della lingua): alto, medioalto, medio, mediobasso, basso; c. posizione delle labbra: arrotondate, non arrotondate I vocoidi possono essere nasalizzati: in questo caso si aggiunge alla normale articolazione linguale l’abbassamento del velo palatino, cosicché l’aria, oltre che dalla bocca, esce anche dal naso (ad es. fr. [õ O˜ ] (9) Suoni consonantici, o contoidi: a. il passaggio dell’aria attraverso gli organi fonatori è ostacolato totalmente o parzialmente; b. alcuni suoni hanno un’articolazione simile a quella di vocoidi alti come [i] e [u], ma una durata molto ridotta ([j], [w]: cfr. it. ieri, uomo). Per le loro caratteristiche ambigue, tali suoni sono spesso detti semivocali, o semiconsonanti. (10) I vari tipi di contoidi sono caratterizzati dal modo in cui viene bloccata la fuoriuscita dell’aria attraverso gli organi fonatori. I parametri di definizione sono due: a. modo di articolazione: tipo di ostruzione (totale, parziale) incontrato dall’aria: • occlusivo: la fuoriuscita dell’aria è completamente bloccata dall’ostruzione prodotta dal contatto degli organi fonatori. Dopo un certo tempo di tenuta gli organi fonatori si separano, provocando l’esplosione dell’aria che era stata bloccata (ad es. [p t k b d g]); Sonia Cristofaro - Glottologia A - a.a 2014-15 5 • fricativo: gli organi fonatori, accostati, non bloccano la fuoriuscita dell’aria, ma le lasciano un passaggio così stretto da causare frizione (ad es. [f s v z]); • approssimante: simili ai fricativi, ma con frizione molto ridotta, cfr. (9b); • affricato: nella fase di tenuta, gli organi fonatori producono un’occlusione completa del tratto vocale, come per i suoni occlusivi; successivamente, il rilascio dell’occlusione viene prolungato dando luogo a frizione (ad es. [ts dz]); • nasale: nella cavità orale si forma un’occlusione completa degli organi fonatori, che consente all’aria di uscire solo dal naso attraverso l’abbassamento del velo palatino (ad es. [n m]); • laterale: la fuoriuscita dell’aria è parzialmente bloccata dall’accostamento della lingua alla volta palatina, ed avviene attraverso i lati della lingua (ad es. [l ń]); • (poli)vibrante: un organo mobile, vibrando leggermente, produce ripetutamente una leggera e breve occlusione con un altro (ad es. [r]) b. luogo di articolazione: organi fonatori che producono l’ostruzione: bilabiale ([p b m]); labiodentale ([f v M]); dentale ([t d s z tz dz]); alveolare ([l n]); alveopalatale ([S Z Ù Ã]); palatale ([ń ñ j]); velare ([k g N]); labiovelare ([w]) (11) Fonema: Fonema: due foni hanno valore fonematico in una lingua se possono essere utilizzati nello stesso contesto fonetico e possono cambiare il significato di parole altrimenti identiche (coppie minime: (14)). (12) It. cane, pane, tane, tonto, tonfo: /k/, /p/, /t/, /t/, /f/, e [k], [p], [t], [f] (13) Allofono: sono considerati allofoni di uno stesso fonema quei foni la cui occorrenza dipende dal contesto fonetico (piuttosto che dal significato della parola, ovvero gli allofoni non identificano coppie minime), e che siano sufficientemente simili da rendere plausibile il classificarli in un’unica categoria. ((15)). (14) It. cane, pane, tane, tonto, tonfo: /k/, /p/, /t/, /t/, /f/, e [k], [p], [t], [f] (15) It. sano, santo, mancia, fango, anfora: /n/, ma [n] (alveolare), [n] (dentale), [ő], [N] [M] (16) L’organizzazione prosodica dell’enunciazione: All’interno degli enunciati, le varie sillabe possono avere diversa prominenza, data da Sonia Cristofaro - Glottologia A - a.a 2014-15 6 • Tono: la frequenza nelle vibrazioni delle corde vocali durante la produzione dei suoni (in alcune lingue, ad esempio del sudest asiatico, il tono delle singole sillabe serve a differenziare il significato di parole altrimenti identiche dal punto di vista fonetico). • Intensità articolatoria nell’emissione dei vari suoni. Il fenomeno dell’accento di parola corrisponde al fatto che singole sillabe sono piu’ prominenti delle altre in quanto hanno un tono piu’ alto, sono pronunciate con maggiore intensità articolatoria, e hanno maggiore durata. (17) La nozione di parola e alcuni problemi connessi (Anderson 1985: 150-8, Matthews 1979: cap.11). Le parole vengono normalmente identificate in base a criteri fonologici, sintattici e morfologici: • criteri fonologici: possibilità di inserire delle pause tra una parola e l’altra, ma non tra diverse parti di una stessa parola (italiano: ‘sto ... facendo’ ma * st ...o facendo’); regole di collocazione dell’accento; possibilità di applicare alcuni processi fonologici (ad es. contrazione di vocali) all’interno, ma non alla fine o all’inizio delle parole; possibilità di occorrenza di alcuni nessi fonetici all’inizio o alla fine delle parole (italiano: trivio, treno, ?tromo, ma ?? mpromo); • criteri sintattici e morfologici: possibilità di permutare l’ordine delle parole, ma non quello dei morfemi al loro interno (italiano ‘lui andava’, ‘andava lui’, ma * ‘aandav lui’); possibilità di inserire parole tra una parola e l’altra, ma non tra un morfema e l’altro al loro interno (italiano: ‘andava sempre lui’ ma ‘andavsemprea lui’); possibilità di occorrere isolatamente (italiano ‘cosa faceva lui?’ ‘andava.’, *‘andav-’); obbligatorietà di espressione delle categorie flessive. Ma non sempre questi criteri funzionano in maniera univoca: • clitici: elementi che si appoggiano a livello fonologico su una parola che precede o che segue, producendo ad esempio delle modifiche nell’accento di quest’ultima (latino virumque ‘e l’uomo’, francese des enfants ‘dei bambini’ [dEzã’fã]; • parole composte: italiano mettere in moto, far fagotto, mandar via; • parole che non possono occorrere isolatamente: italiano il, per, e ecc. Riferimenti bibliografici Anderson, S. R. (1985). Inflectional morphology. In T. Shopen (Ed.), Language typology and syntactic description. Vol. III. Grammatical categories and the lexicon, pp. 150–201. Cambridge: Cambridge University Press. Sonia Cristofaro - Glottologia A - a.a 2014-15 Canepari, L. (1979). Introduzione alla fonetica. Torino: Einaudi. Matthews, P. H. (1979). Morfologia. Bologna: Il Mulino. 7
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