Le riforme democratiche in Africa subsahariana Giovanni Carbone Università degli Studi di Milano [email protected] La diffusione degli autoritarismi in Africa tra gli anni ‘60 e ‘80 anni ‘60: introduzione e abbandono delle istituzioni democratiche 1989: prevalenza di regimi autoritari Regimi autoritari Regimi pluralistici Regimi militari Regimi a partito unico Dittature personali Plebiscitari Semi-competitivi N=11 N=16 Burkina Faso, Burundi, Ciad, Ghana, Guinea, Lesotho, Liberia, Mauritania, Nigeria, Sudan, Uganda Angola, Benin, Capo Verde, Comore, Congo, Gibuti, Guinea Equat., Etiopia, Gabon, GuineaBissau, Kenya, Mozambico, Niger,Swaziland, Somalia, Zaire Oligarchie Multipartitismi includenti Oligarchie razziali N=13 N=5 N=2 Camerun, Centrafrica, Costa d’Avorio, Madagascar, Mali, Malawi, Rwanda, São Tomé, Seychelles, Sierra Leone, Tanzania, Togo, Zambia Botswana, Senegal, Mauritius, Gambia, Zimbabwe Sud Africa, (Namibia) La ‘terza ondata’ in Africa: le riforme multipartitiche negli anni ’90 1990-94: aperture/mutamenti iniziano con Namibia e Benin poi Uganda 1996, Nigeria 1999, Rwanda 2003, Congo-DRC 2006 150 elezioni multipartitiche negli anni ‘90, contro 70 tra anni ‘60-’80 pur con eccezioni (Somalia, Eritrea) e contemporaneo aumento dei conflitti ↓ Gli esiti: 9 forma vs. sostanza 9 continuità vs. rinnovamento 3 Le spinte verso la democratizzazione crisi di legittimità e proteste anti-regime fallimento economico, crisi fiscali e Programmi di Aggiustamento Strutturale da manifestazioni contro corruzione/malgoverno a richieste mutamento regime fine alternativa comunista pressioni internazionali fine geopolitica guerra fredda ‘good governance’: da condizionalità economiche a condizionalità politiche effetto dimostrativo attori e scelte (e.g. Mandela & de Klerk versus Savimbi o Mobutu) Spiegazioni poco utili: livello di sviluppo socio-economico fattori religiosi 4 Gli esiti iniziali delle transizioni nei primi anni ‘90 Transizioni incompiute bloccate o interrotte irregolari N=7 Angola Burundi Congo (Kinshasa) Eritrea Nigeria (1993) Rwanda Somalia Transizioni democratiche N=7 Burkina Faso, Camerun, Ciad, Comore (Isole), Costa d’Avorio, Etiopia, Gabon, Ghana, Gibuti, Guinea (Conakry), Guinea Equat., Kenya, Mauritania, Sudan, Swaziland, Togo, Uganda N = 20 Benin, Capo Verde, Centrafrica (Rep.), Congo (Brazzaville), Guinea-Bissau, Lesotho, Liberia, Madagascar, Malawi, Mali, Mozambico, Namibia, Niger, Nigeria (1999), São Tomé e Príncipe, Seychelles, Sierra Leone, Sudafrica, Tanzania, Zambia La via del gradualismo: la democratizzazione del Ghana 1957-66 Kwame Nkrumah e il CPP 1966 colpo di stato e instabilità, con tentativi successivi di reintrodurre elezioni (1969 e 1979) 1981-92 regime militare di Jerry Rawlings 1992 elezioni multipartitiche: controllate (non ‘libere e corrette’, in parte boicottate) 1996 2000 2004 2008 2012 seconde elezioni: regolari terze elezioni: successione e alternanza quarte elezioni quinte elezioni: doppio avvicendamento (e crisi stabilizzante?) seste elezioni: conferma J.Mahama NDC (succede a J.Atta Mills†) La continuità nel “cambiamento”: il Camerun di Paul Biya 1960s-1990 regime a partito unico 1990s le spinte verso la riforma 1992-2012 la parabola del regime: i. ii. iii. transizione controllata adattamento e egemonia marginalizzazione delle opposizioni 2008 emendamento costituzionale elimina il limite di due soli mandati presidenziali 2011: Paul Biya confermato con 78% (già 92% nel 1997) 2013 elezioni parlamentari: RDPC confermato con 148 seggi su 180 1966-1985 Union Nationale Camerounaise (UNC) 1985-1990 Rassemblement Démocratique du Peuple Camerounais (RDPC) 1970 Ahmadou Ahidjo rieletto presidente senza opposizione 1973 Assemblea Nazionale: tutti i 120 seggi all’UNC 1975 Ahmadou Ahidjo rieletto presidente senza opposizione 1978 Assemblea Nazionale: tutti i 120 seggi all’UNC 1980 Ahmadou Ahidjo rieletto presidente senza opposizione 1983 Assemblea Nazionale: tutti i 120 seggi all’UNC 1984 Paul Biya eletto presidente senza opposizione 1988 Paul Biya rieletto presidente senza opposizione con 98.75% 1988 Assemblea Nazionale: tutti i 180 seggi al RDPC Che cosa hanno prodotto le riforme? Estensione: elezioni multipartitiche da 5 a 46 paesi su 49 Progressi: opposizioni, parlamenti, media estensione di diritti politici e libertà civili completamento e routinizzazione dei cicli elettorali sopravvivenza dei regimi multipartitici ri-definizione della norma: i. aspettativa di legittimazione tramite elezioni dei governanti ii. riduzione tassi di successo dei colpi di stato 1958-1979: 50.5 % 1980-2001: 34.7 % 1990-2001: 26.0 % (47 su 93) (33 su 95) (13 su 50) iii. legittimità popolare (Afrobarometer) alternanza al governo tra forze politiche diverse: un (doppio) test? Le democrazie elettorali in Africa subsahariana (% e valore assoluto) 100% 90% 80% 70% 60% 50% 24 24 24 40% 30% 15 20% 10% 3 4 0% 1989-1990 8 18 18 18 17 17 20 21 20 20 19 20 22 19 18 19 10 1994-1995 1999-2000 2004-2005 2009-2010 Fonte: Freedom House I media liberi: la crescita delle radio indipendenti Fonte: Africa Centre for Strategic Studies, 2011, p.11-14 Diritti politici e libertà civili Numero di paesi Fonte: Freedom House Colpi di stato sul totale dei cambiamenti di leadership (percentuale e numero assoluto) 80% 70% 60% 50% 40% 24 17 21 30% 16 20% 10% 8 0% 1961‐70 1971‐80 1981‐90 1991‐2000 Fonte: Leadership Change Dataset 2001‐10 Elezioni e alternanza, 1960-2012 180 168 160 140 vittoria del leader in carica 114 120 100 successione senza alternanza 80 successione con alternanza 60 39 40 29 25 15 20 0 N. totale di elezioni 1 3 1960-1989 1990-2012 Fonte: Leadership Change dataset Freedom House (2013) «Nel 2000‐2011, i governi democratici hanno ottenuto performance economiche superiori del 40% rispetto ai governi non‐democratici» (Africa Center for Strategic Studies 2011) 8.0 3 GDP growth7.0 2 6.0 1 5.0 0 4.0 ‐1 3.0 ‐2 2.0 ‐3 1.0 ‐4 0.0 ‐1.0 ‐2.0 GDP growth (annual %) Polity2 (average score) ‐5 ‐6 ‐7 Polity2 (+ Angola)
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