Scarica - Diocesi di Isernia

30 giugno 2014 - Anno V - n. 12 - € 1,00 email: [email protected]
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Isernia-Venafro
Il ricordo di
padre Tarcisio
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Termoli-Larino
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| Papa Francesco in Molise
COME FRANCESCO...
PELLEGRINO IN MOLISE
IL MOLISE SI PREPARA A VIVERE
UN AVVENIMENTO CHE RESTERÀ NELLA STORIA
ono tante le leggende che vedono
Francesco, il giullare di Dio, l'alter
Christus, pellegrino in terra di
Molise. E come fiori sbocciano
conventi lungo il suo percorso,
probabilmente per giustificare la
massiccia presenza dei frati in questa
regione dalla spiritualità semplice.
Papa Francesco, in Molise, nelle due
province, toccando in un solo giorno,
luoghi significativi dal punto di vista
spirituale e culturale. Potremmo
facilmente paragonarlo al poverello
d'Assisi. La sua è una visita ai lontani,
agli abbandonati, anche se, per
quest'occasione, al centro del cuore di
un cristianesimo che deve tornare ad
essere testimone e portatore di valori
veri in una società distratta e chiassosa.
A prima vista l'itinerario può apparire
un tour de force, un concentrato di
luoghi. Eppure, considerando il sorriso
contagioso di Papa Francesco, per ogni
luogo c'è il tempo giusto per una
meditazione, un messaggio di speranza
e di misericordia, ma, e siamo certi
sarà così, anche un monito all'azione,
ad un cristianesimo più convinto e
penetrante. Allora, immergiamoci in
questo itinerario, per scoprirne le
peculiarità. L'arrivo in elicottero e
l'accoglienza presso l'università del
Molise segna la prima tappa. Il Mondo
della cultura accoglie il pontefice, a
voler significare, in una semiotica
S
semplice, l'importanza della cultura
per la costruzione del futuro di una
terra. Nell'aula magna dell'UNIMOL,
tra studenti, docenti e autorità, una
riflessione sul mondo del lavoro.
L'Università è, nella realtà molisana,
centro di cultura e formazione
indispensabile per la preparazione di
giovani che siano centrali nella vita
della comunità. Dopo il saluto, in
papamobile, si percorre quello che un
tempo veniva chiamato lo "stradone",
ed in effetti era la strada più grande
costruita nella Campobasso anni '80.
Nell'ex stadio Romagnoli, centralissimo
e , in effetti, abbandonato e conteso, la
Santa Messa. Una macchina
organizzativa gigantesca si è mossa in
questo periodo relativamente breve e ,
tra i mille pareri, lo stadio, un tempo
punto centrale della vita calcistica
campobassana, è stato scelto come
fulcro della manifestazione.
Campobasso città
Eucaristica!L'Eucarestia in città, in una
Campobasso che questo anno è città
della Pace, vicino alla via intitolata ad
un uomo di pace, mons. Secondo
Bologna. Un segno visibile a tutti: il
cristiano è "politico", vive nella polis e
la rende a misura di persona e di
cittadino. Percorrendo le vie centrali,
storiche per i campobassani, le stesse
strade che fanno risuonare il teco
vorrei, vedono la madre dei monti
passare e sfilare gli antichi misteri
campobassani, Francesco sosta nella
cattedrale di Campobasso, ai piedi di
mons. Bologna ma, anche, di fronte la
casa di fra immacolato, per anni
testimone di sofferenza offerta al
Signore. Un grande giro celebrativo per
benedire tutta la città per giungere alla
mensa Caritas, un progetto fortemente
voluto e che, sicuramente, ha visto una
impennata provvidenziale con la visita
del Santo Padre. In questo senso
dovremmo dire: "benedetto
Francesco!", la sua presenza ha dato un
piccolo scossone. Campobasso saluta
con un segno di fraternità nei confronti
di chi è stato abbandonato e messo ai
margini, il papa degli umili. La Basilica
minore dell'Addolorata di
Castelpetroso, con Celestino V, patrona
del Molise, è in fermento dalla mattina.
L'arrivo dei giovani di Molise ed
Abruzzo, animati da sacerdoti e
dall'instancabile don Pietro Santoro,
vescovo di Avezzano, colora questo
luogo suggestivo, incastonato tra le
rocce di Guasto. Come San Karol, anche
Francesco si inginocchierà ai piedi della
Madre Addolorata, confermando ancor
più, la bellezza di questo messaggio
muto di corredenzione. AI piedi della
Madre vengono affidati i giovani il
futuro della terra di Molise, spesso
costretti a "fuggire" dalla propria terra,
per una politica superficiale ed
egoistica che poco o nulla ha fatto per i
propri figli. All'interno del Santuario
una iscrizione marmorea ricorda il
contributo e il legame con gli emigranti
che hanno, in larga parte contribuito
alla realizzazione dell'edificio. Papa
Bergoglio figlio di emigranti,
sicuramente ha vissuto lo stesso
dramma del distacco, della nostalgia
provata da tanti nostri corregionali. La
grande festa con i giovani si conclude
per poi spostarsi ad Isernia, patria ( a
volte controversa) di Celestino V, l'unico
papa molisano che, nella sua semplicità
di vita, ha dato una indicazione di
santità ad un medioevo corrotto e
secolarizzato. La storia si ripete e
Francesco strenue assertore di un
cristianesimo povero, entra in Isernia e,
dopo una significativa visita alla casa
circondariale di Isernia, nella piazza
della Cattedrale proclamerà l'anno
giubilare celestiniano per gli 800 anni
dalla nascita di Pietro del Morrone. Un
periodo di grazia si apre per la diocesi di
isernia e per tutto il Molise che vede
Celestino V compatrono della regione.
Un anno ricco di iniziative e
testimonianze che, ce lo auguriamo,
dovrebbero scrollare da un torpore
storico una piccola regione che ha un
cuore grande e un sorriso profondo
che ha origine in un cristianesimo
francescano e mariano.
Rita D’Addona
| Papa Francesco in Molise
iazza prefettura. Una giornata
apparentemente tranquilla. I luoghi storici
della Campobasso ottocentesca sorridono
sornioni ai soliti abitueè che animano la
piazza. Probabilmente ignorano il fermento e il
fervore che si agita nel palazzo di governo,
mentre la macchina della prefettura continua
incessante il lavoro di preparazione della visita
del Papa. Il 5 luglio è vicino e cogliamo
l’occasione per fissare le parole del Prefetto di
Campobasso che, con il suo staff, si occupa di
garantire al Pontefice la sicurezza e le necessarie
precauzioni per una visita serena tra i pellegrini
che affolleranno la città. Il dott. Francescopaolo
Di Menna ci accoglie nel suo studio e,
visibilmente impegnato, ci dedica il tempo giusto
per esporci sinteticamente il suo operato.
Eccellenza, molti stanno parlando di
Campobasso come di una città blindata.
Io parlerei, invece, in questo caso di Campobasso
come città aperta nel senso che faremo il
massimo per accogliere i pellegrini che vogliono
vedere o partecipare alla festa: è chiaro che gli
spazi sono quelli e abbiamo previsto una
chiusura dei varchi da una certa ora, proprio
perché si sia tranquilli e non vi siano accessi a
Campobasso per motivi di sicurezza.
In una macchina organizzativa così complessa
quali sono state le difficoltà?
Le difficoltà sono quelle che si presentano
quando c’è un evento di questa portata. Siamo in
una città di 50.000 abitanti che si prepara ad
accogliere centomila, mi dicono, pellegrini e
questo significa una macchina organizzativa
molto approfondita e puntuale, che mira al
mantenimento dell’ordine attraverso le forze di
polizia. Si tratta di interessare tutte le forze. Lei sa
che, a parte il provvedimento o l’organizzazione
della sicurezza pubblica, abbiamo coinvolto tutte
le espressioni di sicurezza sociale, dalla sanità al
volontariato alle forze di polizia municipale. C’è
tutta una macchina di notevoli proporzioni che
deve essere coordinata e guidata. Questo è il
nostro impegno e ce la stiamo mettendo
veramente tutta.
Durante questo periodo sono stati organizzati
tavoli di concertazione periodici con riunioni
costanti.
L’idea che ho avuto, ed è stata condivisa un po’
da tutti, non è stata solo quella di fare un tavolo
dove analizzare ma anche aggiornare
costantemente e monitorare quello che era fatto
precedentemente in relazione alle statuizioni.
L’ultimo coinvolgerà tutte le forze in campo e si
vedrà a che punto siamo e se ci sono altre
problematiche da risolvere. E lo faremo tutti
insieme, naturalmente.
Ha mai vissuto una simile esperienza? Cosa le
lascerà?
P
Devo dire che non mi è mai
capitato, ma di certo è
gratificante ed
entusiasmante, perché
intanto si tratta di un evento
di natura pacifica, quindi il
timore non è quello di
vedere masse incontrollate
di persone che si muovono.
Siamo in presenza di una
cerimonia di pace: la gente
viene a vedere il Papa, con
spirito sereno (il Prefetto
sorride)e quindi certamente
il nostro compito è quello
di garantire sicurezza al
Papa ma anche e
soprattutto, presiedere
affinché i pellegrini vivano
serenamente questo
giorno di gioia, nella
massima tranquillità,
perché quando la
cerimonia si chiuderà,
ognuno possa portare
dentro di sé un buon
ricordo.
Eccellenza, siamo al
termine di questo rapido
ma significativo bilancio
di una esperienza
straordinaria per la terra
campobassana. Papa
Francesco è un Capo di
Stato ma anche un capo
spirituale, lei cosa
vorrebbe dirgli.
Io personalmente? (il
Prefetto sorride e
continua) Del resto si
chiama anche come me (e
poi serio): io direi a Papa
Francesco di continuare
quello che sta facendo, perché da quando è stato
eletto, senza togliere nulla ai suoi predecessori, si
sente nell’aria uno spirito nuovo, di una Chiesa
più partecipata e spontanea, e io direi di
continuare su questa strada. (e conclude
sorridendo) certo non so se mi starà a sentire…
Ci congediamo dal Prefetto con la certezza che lo
sforzo organizzativo produrrà i risultati
desiderati: una giornata di pace all’insegna della
spiritualità cristiana. Tutte le forze dell’ordine
sono pronte per sostenere una pacifica invasione
di colorati e speranzosi pellegrini che aspettano
una parola di conforto da un uomo che incarna il
Vangelo in maniera semplice e genuina.
DI MENNA: “UNA GIOIA
DA VIVERE SERENAMENTE”
INTERVISTA AL PREFETTO DI CAMPOBASSO
Rita D’Addona
L’EVENTO MEDIATICO
400 GIORNALISTI PER RACCONTARE LA VISITA AL MONDO
ono più di quattrocento i
giornalisti accreditati per seguire
la visita del Santo Padre in Molise.
Tra questi non solo operatori dei
media locali. Ci saranno le principali
emittenti nazionali, due inglesi, una
tedesca, tre francesi e una coreana,
che utilizzerà le immagini girate nella
nostra regione per il viaggio che
impegnerà Papa Francesco dal 14 al 18
agosto nella Corea del Sud.
Nell’occasione il pontefice presiederà
la cerimonia di beatificazione di
centoventiquattro martiri coreani,
S
Redazione e Amministrazione:
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l’11/6/2010 al n° 11
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Italiana
Settimanali
Cattolici
www.fisc.it
|
una messa per la pace rivolta alla Corea del Nord e parteciperà alla
Giornata asiatica della Gioventù nella diocesi di Daejeon.
Per la visita molisana sono state allestite tre sale stampa nelle tre
principali sedi della visita papale: Campobasso, Castelpetroso ed
Isernia. La prima presso il rettorato dell’Unimol di Campobasso,
dotata di maxi schermo, postazioni di lavoro e di accesso alla rete
wireless e Lan; la seconda a Castelpetroso presso la sala
multimediale “Bibiana e Serafina” e la terza ad Isernia presso la Casa
Circondariale e la chiesa cattedrale. L’accesso alla sala stampa è
garantito ai giornalisti accreditati presso la sala stampa della Santa
Sede e ai giornalisti in possesso di accredito rilasciato dalle Diocesi
di Campobasso ed Isernia.
Grande l’attenzione che il mondo dei media ha dedicato alla visita di
Papa Francesco in Molise. Ogni evento del ricco calendario, che ha
accompagnato l’attesa dell’incontro con il pontefice, è stato
divulgato, seguito e recensito dagli organi di informazione con
grande attenzione, dovizia di particolari e un pizzico di sobrietà. La
stessa che il nostro Molise regalerà a Francesco, che ne ha fatto la
linea guida del suo pontificato, con l’auspicio che diventi la nuova
strada della storia.
Fabiana Carozza
IL BAMBINO CHE VUOLE INCONTRARE IL PAPA
Caro Papa Francesco,
mi chiamo Silvio. Sono un bimbo “speciale” di 5 anni. Sono
autistico.
So che il 5 luglio verrai a Campobasso, la mia città, e mi
piacerebbe tanto poterti incontrare. Da due anni vengo
spesso a Roma al Bambin Gesù ed in un centro chiamato
“La Breccia nel muro” dove m'insegnano tante cose. Che
fatica! Ogni volta che siamo a Roma veniamo anche da te,
ma tu in quei momenti sei sempre tanto occupato e non
riusciamo mai ad incontrarti. Ogni volta che andiamo via
penso: “Ma mamma e papà non possono telefonargli per
fissare un appuntamento così finalmente ci incontriamo e la
smettono di portarmi qui?”.
Sia chiaro, Piazza S. Pietro mi piace, però preferirei stare su
di un'altalena o a guardare i cartoni, piuttosto che stare lì a
tenere ben stretta la mano di mamma e papà per evitare di
perdermi. Sai, io adoro correre e non riesco a star fermo, e lì
con tutta quella gente non mi sento libero.
Facciamo così, la prossima volta ti chiamo io!!.....
Io ancora non so parlare e non so se mai lo farò. Al
momento pronuncio solo dei suoni, ma mamma dice che va
bene lo stesso perché i miei occhi comunicano tutto. Capita
a volte però, che anche lei non riesce a capirmi, ed in quei
momenti m'innervosisco tanto e divento un po’ monello.
Io non guardo le persone negli occhi, ma sono certo che se
potessi incontrarti con te lo farei. Ti guarderei perché il tuo
tono di voce pacato e gentile trasmette serenità.
Da poco ho imparato a dare i baci. Mamma e papà sono
felicissimi quando li bacio, e allora perché non rendere
felice anche te? Ti darei tanti baci perché ne meriti tanta di
felicità, ed in fondo a me non costa nulla regalare felicità. Ti
andrebbe di provare? Non posso parlarti dei miei genitori,
ma mi piacerebbe tanto dirti che mi amano tantissimo.
Mamma dice sempre che io e il mio papà siamo la sua vita,
questa è una delle poche certezze che ho… ma forse è la più
importante.
Papà e mamma spesso mi prendono in braccio, cantano la
mia canzone preferita, “Avrai” di C. Baglioni e ballano… in
quei momenti capisco che noi siamo felici e sereni,
nonostante i miei silenzi.
Visto quindi che verrai a Campobasso, ti andrebbe di
conoscermi? A me tanto!
Mi piacerebbe guardarti e ricevere da te una carezza.
Conosci qualche canzoncina? Se si, quando c'incontreremo
tu canterai ed io ti darò tanti baci. Promesso.
So bene che di bimbi “speciali” ce ne sono tanti, e che non ci
sarà per tutti un posto per vederti, ma io ti prometto che
starò buono e fermo (cosa per me molto difficile) ad
aspettarti in un angolino.
Io ancora non so pregare ma quando imparerò a farlo,
ringrazierò Gesù per averci dato la possibilità di imparare ad
essere FAMIGLIA.
Se il 5 luglio non riusciremo ad incontrarci io ti telefonerò, e
quando dall'altra parte del telefono non sentirai nessuna
voce, capirai immediatamente chi ti sta chiamando.
Un Bacio grande
Silvio
| Papa Francesco in Molise
|
Si attendono quindicimila giovani sul piazzale Giovanni
Paolo II. Il Santo Padre arriverà nel pomeriggio, ma
dal mattino si vivrà un’intensa giornata di festa tra
preghiera, musica, testimonianza e riflessione
arà una piccola GMG tutta molisana, quella
che i giovani vivranno a Castelpetroso
insieme a Papa Francesco. Ne sono previsti
più di 15mila, in arrivo da ogni luogo,
insieme dal mattino per festeggiare la gioia di un
incontro. Non è stato facile organizzare questa
giornata, perché soprattutto quando si parla di
ragazzi, non si può sbagliare. Loro sono esigenti,
vivaci, hanno la freschezza della gioventù, che li
riempie di iniziativa e voglia di fare. Ecco allora che si
è pensato di donare a loro una giornata speciale, di
quelle che si custodiscono tra i ricordi più belli, una
giornata fatta di tanti piccoli frammenti che
celebrano la vita e la fede. I varchi saranno aperti
dalle otto alle dieci del mattino, da lì inizierà la vera
e propria festa. I saluti del rettore della basilica don
Massimo Muccillo e di mons. Santoro, vescovo di
Avezzano e responsabile pastorale giovanile
Abruzzo-Molise, poi momenti di musica, preghiera,
testimonianza. Ad animare la celebrazione
eucaristica il coro di Castelpetroso, diretto da
Loredana Vacca e accompagnato dall’Orchestra
Ritmico Sinfonica Giovanile Molisana, diretta per
l’occasione dal maestro Fio Zanotti. “Il 5 luglio sarà
una data importante per tutti noi – spiega Antonello
Carozza, ideatore e direttore artistico dell’orchestra anche perché sarà un notevole banco di prova,
essendo candidati ad essere l’orchestra ufficiale dei
Giochi Mondiali della Pace, oltre a suonare durante
l’Expò 2015. Sarà un colpo d’occhio spettacolare,
con una sezione archi molto corposa, con un ruolo
fondamentale nell’esecuzione dei brani prettamente
sinfonici e dal tema religioso”. Gli allievi
dell’orchestra canteranno l’Ave Maria a più voci (alla
quale parteciperanno anche Nicole Massanisso,
Ludovica Fioretti e la quattordicenne isernina Carola
Orsi), l’Halleluja di Cohen (versione Alexandra)
accompagnata da quasi 200 musicisti e coristi, con
voci principali di Michele Perniola, l’unico non
molisano, ma di produzione Queens’Academy (sede
del prestigioso Istituto di Musica Moderna - MUSIC
ACADEMY Isernia), rivelazione della trasmissione “Ti
lascio una canzone”, insieme alla molisana Roberta
Carrese. Poi ci sarà il tributo ad Ennio Morricone,
“Your Love” (voce Antonella Pelilli e armonica a
bocca Fio Zanotti) e Antonello Carozza, con la
sedicenne Maria Nilo, si esibirà in “The Prayer” di
Celine Dion e Andrea Bocelli. E poi “Jesus Christ You
are My life” di Marco Frisina, “Salve Regina” nella
versione di Gen Verde e il canto ufficiale della
Giornata Mondiale della Gioventù 2013 “Esperanca
Do Amanhecer”.
Ma il brano che più sta a cuore a questi artisti è il
“Canto del Sole Inesauribile”, un pezzo che tocca
corde particolari perché musicato e arrangiato dal
S
Papa Francesco sosterà nella
basilica dell’Addolorata per un
momento di preghiera personale.
Poi incontrerà i giovani per una
catechesi sul tema “Dio non si
stanca di perdonare”
maestro Zanotti su testo scritto da Papa Giovanni
Paolo II, che visitò Castelpetroso nel 1995 (il brano è
uscito in America nel 2008 nell’album di Placido
Domingo “Amore Infinito”). All’organo, nella
basilica, ci sarà invece Giovanni Petrone.
“Proprio in onore di questo brano – tiene a precisare
Antonello Carozza – il maestro Zanotti ed io abbiamo
voluto donare questo concerto ai giovani, nel vero
significato del termine. Il concerto infatti è
totalmente gratuito e anche il maestro sarà in Molise
a titolo gratuito, se non per un rimborso spese a
carico della Queens’ Academy. Zanotti è devoto a
Karol Wojtyla, per questo motivo ci tiene in particolar
modo all’evento e, soprattutto, alla possibilità di
accompagnare il “Canto del Sole Inesauribile” nel
luogo visitato da Papa Giovanni Paolo II diciannove
anni fa. Siamo felici e tra i ragazzi si respira un po’
d’ansia, ma stanno preparando nel migliore dei modi
tutti gli arrangiamenti. Avremo gli occhi puntati
addosso da tutta Europa e questo ci inorgoglisce,
anche perché sarà una produzione tutta “made in
Molise”. Ringrazio la Curia di Campobasso e coloro
che hanno reso possibile tutto questo”.
La giornata vedrà anche la partecipazione di giovani
che porteranno le loro testimonianze di vita e di
servizio, momenti di animazione musicale del coro
dell’Abbazia di Pescasseroli “Decima Sinfonia”, del
gruppo musicale “I Cleopa” e l’esibizione della
cantante gospel Linda Valori.
L’arrivo di Papa Francesco è previsto per le 15.00.
Dopo l’atterraggio all’eliporto Fonte Dell’Astore, il
pontefice raggiungerà in papa mobile la basilica
dove sosterà per un momento di preghiera
personale. Sarà poi accolto dai giovani sul piazzale
Giovanni Paolo II dove ascolterà una testimonianza
di una ragazza di Agnone e terrà una catechesi sul
tema “Dio non si stanca di perdonare”. I saluti e di
nuovo in papa mobile all’eliporto, alla volta di
Isernia. Per accogliere i giovani non si sarebbe
potuto scegliere scenario migliore: la basilica
dell’Addolorata saprà accogliere il futuro.
Ore 8.00-10.00: apertura dei varchi
Ore 10:00: Animazione con band Musicale Diocesana “ I Cleopa” ( da
Pescara)Eseguirà brani tratti dal panorama musicale religioso delle varie realtà
ecclesiastiche
Ore 10.00: momento di animazione musicale con un gruppo di Pescara
Ore 10.45: saluto del rettore della basilica don Massimo Muccillo
Ore 10.50: saluto di mons. Santoro, vescovo di Avezzano e responsabile
pastorale giovanile Abruzzo-Molise
Ore 11:00 : ORCHESTRA Ritmico Sinfonica Giovanile Molisana ( 40 elementi)
Con la direzione straordinaria del M° Fio Zanotti - Arrang. di Massimo Zanotti.
Per l’occasione l’orchestra Ritmico/Sinfonica si completa di una sezione archi
di 15 elementi e 5 Coristi aggiunti allievi del Conservatorio Perosi di
Campobasso e della Queens’ Academy di Isernia. La Sezione ritmica è formata
da studenti delle Music Academy Isernia e Larino.
The Prayer ( A.Bocelli,C Dion)
cantanta da: Antonello Carozza & Maria Nilo
Ave Maria ( vers. Celine Dion)
cantata da: Carola Orsi, Ludovica Fioretti , Nicole Massanisso
Your Love ( Ennio Morricone)
solisti : Fio Zanotti ( Armonica a bocca) Antonella Pelilli ( soprano )
Canto del Sole Inesauribile ( Wojtyla, Zanotti, Caballà)
solisti : Antonello Carozza & Antonella Pelilli ,
al pianoforte Fio Zanotti
Il brano in questione con testo tratto da una poesia di Papa Giovanni Paolo II
musicato e arrangiato da Fio Zanotti sarà eseguito proprio nel luogo “simbolo”
dove 20 anni fa ci fu la visita di Karol Wojtyla
Hallelujah ( vers. Alexandra Burke )
Cantata da : Michele Perniola & Roberta Carrese con la collaborazione del Coro
IN…CANTO di Castelpetroso
Ore 12:00 - CORO “Castelpetroso IN…CANTO”
eseguirà la “Messa della Concordia” di Gen Verde durante la santa Messa
celebrata da Mons. Santoro
Ore 14:00
CORO dell’Abbazia di Pescasseroli “Decima Sinfonia”eseguirà brani tratti dalla
“Misa Criolla” di Ramirez
Ore 14:30
LINDA Valori canterà brani Gospel, Spiritual e Mariani
Ore 15:00
Arrivo di PAPA Francesco a CASTELPETROSO
“JESUS CHRIST YOU ARE MY LIFE”
SALVE REGINA ( Vers. Gen Verde )
INNO GMG 2013
I 3 brani suonati e cantati in presenza del Santo Padre saranno eseguiti dall’
Orchestra RSGM diretta da Fio Zanotti ( 40 elementi ) insieme a 125 Elementi di
entrambe i Cori diretti da Loredana Vacca. (Arrangiamenti di Massimo Zanotti)
Come nasce l’orchestra giovanile sinfonica molisana?
OGSM nasce da un’idea di Antonello Carozza e Francesco Cipullo, rispettivamente direttore della Queens' Academy di Isernia (sede del prestigioso Istituto di Musica Moderna - MUSIC
ACADEMY ISERNIA) e presidente dell'ente di formazione professionale "Istituto si Musica & Arte del Molise" sito in Larino (sede della Music Academy di Larino). L'idea è partita nel 2011,
quando il cantautore molisano ha ideato il Molisani Song Contest, primo festival molisano che offriva la possibilità di cantare con un orchestra ritmico/sinfonica a giovani cantanti
emergenti molisani. Contemporaneamente il maestro Cipullo pensava ad un corso di formazione professionale per giovani e pensionati proprio per "Orchestra di Ritmi Moderni", un'orchestra pop
televisiva, in stile "Festival di Sanremo" per intenderci, formazione che nella nostra regione e in buona parte d'Italia manca, soprattutto perchè sono pochi i maestri giusti.“Con Francesco –
racconta Antonello Carozza – abbiamo così avviato un corso per formare un’orchestra tutta di allievi molisani, inserendo tra i docenti il ‘non plus ultra’ dei maestri arrangiatori: Fio Zanotti che, con
il figlio Massimo, che ha seguito le orme del padre arrivando già ad ottimi livelli, riesce a seguirci con costanza. Zanotti è musicista, arrangiatore, compositore e direttore d’orchestra: un vanto per
l’Italia. E ha deciso di puntare sullo sviluppo musicale del Molise. Oltre a dirigere l’orchestra di Sanremo e dell’Arena di Verona, collabora e ha collaborato con i più grandi artisti italiani, tra cui
Adriano Celentano e Anna Oxa, con la quale ha vinto il Festival di Sanremo nel 1999 con il brano ‘Senza Pietà’. Inoltre, Zanotti è stato uno dei pochi ad aver diretto sullo stesso palco Pavarotti, Eric
Clapton e altri artisti di fama internazionale. Francesco Cipullo ed io avevamo un sogno, che si sta materializzando. Fino a qualche tempo fa suonavamo noi, ora sono gli allievi a suonare con il
maestro più grande d’Italia. In pratica, gli allievi stanno superando i maestri. Volevamo creare un marchio nostro, dimostrando che l’orchestra racchiude in sé diverse tipologie di formazione, dalla
classica, propria dei Conservatori, alla moderna che si studia nelle Music Academy. A livello italiano siamo un unicum in tal senso e il fatto che i nostri allievi si confrontano col top della musica
italiana fa sì che in loro si scateni una voglia maggiore di apprendere. Ognuno tira fuori il meglio di sé, perché i ragazzi si accorgono che a certi livelli il margine di errore deve essere praticamente
nullo. Siamo convinti che qualche nostro allievo arriverà all’orchestra di Sanremo, che è un punto di arrivo, ma comunque non l’unico. Inoltre, lavorando con Zanotti per i nostri ragazzi il
bigliettino da visita è già di quelli importanti, perché presuppone che gli stessi siano abituati a leggere e interpretare la musica a un certo livello. L’Orchestra RSGM ha già prenotate date fino al
2016 e viaggeremo molto con il nostro gruppo. Abbiamo accordi e collaborazioni con Conservatori di mezza Europa, così come a breve andremo anche oltreoceano e il tutto è reso possibile grazie
alla nostra intesa con Fio e Massimo Zanotti, che devo dire con molta umiltà insegnano ai nostri allievi”.
L’
| Papa Francesco in Molise
|
LA CHIESA DI ISERNIA E LA CHIESA DI SMIRNE
UNITE NELLA MISSIONE
DI GENERARE ALLA FEDE
E TESTIMONIARE IL VANGELO
lla fine del I secolo dell’era Cristiana,
l’Apostolo Giovanni, il discepolo
amato, visse e testimoniò il Vangelo
nell’antica provincia romana di Asia
(attuale Turchia occidentale). Qui fondò
diverse comunità cristiane, che raccolsero la
sua testimonianza e, sotto la sua guida,
redassero il Quarto Vangelo, che porta il suo nome e che
costituisce il vertice della Rivelazione Cristiana.
Questi luoghi, che hanno visto la predicazione e la testimonianza
di Giovanni, di Paolo, di Filippo, di Luca e Timoteo e di molti dei
Padri della Chiesa antica, sono ora quasi privi di una presenza
cristiana. Qui, dove il Cristianesimo ha fatto i suoi primi passi
sotto la guida degli Apostoli, oggi il 99,4 % della popolazione è
musulmana. Nel corso dei secoli, tra alterne vicende, si è avuta
una graduale e inesorabile islamizzazione coatta di questa terra.
Nel 1915, dopo secoli di dominazione ottomana, il 20% della
popolazione dell’attuale Turchia era ancora cristiana. Nel giro di
pochi decenni, tra il genocidio armeno e la pulizia etnica contro i
greci, questa presenza cristiana è stata quasi sradicata. Lo stesso
processo sta avvenendo in maniera raccapricciante in Siria, in
Iraq, in Egitto e in molti altri paesi a maggioranza islamica,
nell’indifferenza complice di un Occidente che ha rinnegato le sue origini cristiane.
Grazie alla fede coraggiosa dei cristiani, però, anche in Turchia, la comunità fondata dagli
Apostoli, nonostante tutto, continua a vivere e a testimoniare il Vangelo dell’amore, pur vivendo
in una condizione di diaspora e sperimentando il dramma dell’incomprensione e del martirio.
Qui essere cristiani richiede un grande coraggio e persino mantenere aperta una chiesa è
un’operazione complessa e rischiosa.
Ciononostante, il 29 settembre 2013 è avvenuto un piccolo miracolo: la Cattedrale di San Giovanni di
Smirne è stata riaperta al culto dopo che, per 50 anni, era stata militarizzata. Si tratta della chiesa
cattolica superstite più importante della Turchia, in quanto sede del metropolita, e l’unica ad essere
dedicata a Giovanni nei luoghi stessi in cui egli visse, predicò il Vangelo e morì. Alla realizzazione di
questo evento hanno contribuito molti benefattori italiani. Tra questi, si mostrò particolarmente
benemerito e sensibile, l’allora Vescovo di Isernia Mons. Salvatore Visco, ora traslato all’Arcidiocesi di
Capua. Egli fin dal 2011 sostenne e incoraggiò personalmente l’iniziativa. Desideroso di mostrare la
concreta vicinanza della Chiesa di Isernia alla piccola comunità martire e in diaspora di Turchia, egli
volle anche presenziare alla celebrazione della riapertura della Cattedrale. Durante la visita del vescovo
alla missione, nacque l’idea di coinvolgere la diocesi molisana in un dono che ricordasse ciò che era
avvenuto in quei luoghi alla Chiesa universale, ai pellegrini sulle orme di Giovanni e alla popolazione
turca, completamente ignara della sacralità della propria terra.
Grazie alla creatività artistica di d. Battista Marello, è stato progettato un monumento bronzeo che
ritrae l’Apostolo Giovanni nell’atto di ricevere e trasmettere le visioni del libro dell’Apocalisse,
indirizzato proprio alle comunità cristiane di questa regione. L’iniziativa ha visto da subito il
convinto sostegno del presbiterio diocesano ed ora il Santo Padre Papa Francesco benedirà questo
monumento, segno della solidarietà e della collaborazione tra la Chiesa di Isernia e la Chiesa sorella
di Smirne. Ma a che cosa serve un monumento in terra di missione? Qualcuno dirà senz’altro che
con tante esigenze più urgenti si sarebbe potuto impiegare meglio questo denaro.
L’obiezione di Giuda ha sempre molti sostenitori, soprattutto tra chi non muove un dito per i
poveri: “Perché quest’olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?”
(Gv 12,5). Effettivamente in altri luoghi della terra un monumento può sembrare qualcosa di
accessorio e di superfluo. Qui non lo è affatto! In un paese in cui si è cercato di cancellare o di
marginalizzare ogni traccia del Cristianesimo, realizzare un monumento è un atto di coraggio e
persino uno strumento di evangelizzazione.
Questo monumento non serve soltanto a celebrare l’Evangelista Giovanni ma soprattutto a ricordare al
popolo turco che il Vangelo, che essi considerano estraneo alla loro cultura, è stato in realtà ispirato e
redatto proprio nella loro patria. Il linguaggio dell’arte, per la sua valenza universale, è quello più
adatto a comunicare questo semplice messaggio, che può suonare rivoluzionario e sconvolgente in
questo contesto. Questo monumento è una specie di “bomba culturale”, perchè obbligherà i numerosi
visitatori della cattedrale – circa 10.000 in questo primo anno e per la maggior parte musulmani – a
interrogarsi sulla necessità di prendere atto delle radici cristiane di questa nazione. Questa
monumentale opera d’arte, nata dalla generosità di un vescovo, che conosce a fondo questa missione,
di un artista, che ha lavorato gratuitamente, e di un’intera diocesi, che ha provveduto al bronzo e alle
spese di fusione, annuncerà il Vangelo come solo le opere d’arte sanno fare. Essa creerà domande,
susciterà interesse, solleciterà risposte e spingerà alla riscoperta di quella Rivelazione che venti secoli
fa lo Spirito Santo ispirò in questa terra.
Non si pensi, però, che questa Chiesa di Turchia sopravviva solo nel rimpianto del passato e che la
sua missione si riduca a custodire monumenti e chiese. Tutt’altro! Qui, come altrove, la Chiesa si
sforza di essere madre e di generare a Dio nuovi figli. Pur tra mille difficoltà, essa sperimenta
nell’oggi le avvisaglie di una rinnovata Pentecoste: l’interesse di molti per il Vangelo, la nascita di
alcune vocazioni alla vita consacrata provenienti dalla popolazione locale, l’apertura ecumenica e
la spinta all’evangelizzazione, pur in un contesto in cui è contemplato il “reato di missionarietà”.
Solo negli ultimi anni sono stati uccisi in odio alla fede un vescovo, Mons. Padovese, un sacerdote,
d. Andrea Santoro, e alcuni missionari laici, ma rimane sempre vero che “il Sangue dei martiri è
seme di nuovi cristiani” e che la Chiesa cresce e si purifica proprio grazie alle persecuzioni.
Tra spinte in avanti e fughe all’indietro, la società turca appare piena di contraddizioni. Qui
l’Occidente e l’Oriente davvero si incontrano e si scontrano con le loro peculiarità e i loro limiti. Qui
convivono la laicità di stato e il più arretrato fanatismo, la secolarizzazione più radicale e
l’integralismo più aggressivo. Qui, come sempre, la religione viene strumentalizzata per fini politici
ma le moschee vengono spesso disertate. Qui l’ateismo dilaga tra i giovani universitari ma molti di
essi si aprono al Cristianesimo.
In questo contesto, la Chiesa è chiamata ad accogliere, vincendo una radicata diffidenza che nasce da
secoli di persecuzione, per essere madre di coloro che chiedono coraggiosamente di diventare
cristiani. Coloro che decidono di convertirsi hanno bisogno di sperimentare la maternità della Chiesa e
di sentire la comunità cristiana come una vera famiglia perchè, considerati come traditori, essi sono
spesso diseredati e rinnegati dalla famiglia e dagli amici, possono perdere il posto di lavoro e si
espongono all’esclusione sociale e all’isolamento.
In modo ancor più urgente, qui la Chiesa è chiamata ad essere madre per i tanti profughi che fuggono
dalle persecuzioni e dalle guerre che infuriano in Siria, in Iraq, in Iran. Spesso questi rifugiati sono
cristiani che hanno confessato la fede e hanno nelle loro famiglie veri martiri dei nostri giorni. Essi
hanno perso tutto, portando con sè soltanto la loro fede. Ricordo la testimonianza di una giovane
mamma siriana, che mi disse: “Non abbiamo più nulla: nè casa, nè patria, nè affetti; solo qui in chiesa
possiamo ritrovare noi stessi”. La società turca è in una delicata fase di transizione e la Chiesa, fedele
alla sua bimillenaria identità, deve rimanere salda nella sua missione di essere “ospedale da campo”,
indicando, anche in mezzo ad un oceano islamico, il porto accogliente del Vangelo dell’amore. Essa,
però, è troppo fragile e non può farcela da sola.
La solidarietà e la vicinanza concreta della Chiesa di Isernia hanno reso un po’ più visibile la sua
presenza e un po’ più efficace la sua missione.
IL PAPA BENEDICE
LA STATUA DI
SAN GIOVANNI
A
Padre Massimo Palinuro, fd
L
a visita di papa Francesco ad Isernia, oltre ad essere un evento
di grazia senza precedenti e un momento di fede straordinario,
porta con sé alcuni micro eventi che fanno da degna corona a
questa giornata storica. Uno di questi si verificherà nella cattedrale
di Isernia durante l’incontro del papa con gli ammalati. In
quell’occasione il pontefice benedirà la statua di San Giovanni
commissionata dalla diocesi all’artista don Battista Marello e che
sarà destinata a campeggiare all’ingresso della Cattedrale di San
Giovanni di Smirne (Izmir) in Turchia. L’imponente opera bronzea,
opera dell’artista casertano don Battista Marello, rappresenta
l’evangelista nell’atto di scrivere sul libro sacro, sotto l’ispirazione
dello Spirito Santo che suggerisce al suo orecchio in forma d’aquila,
il simbolo che la tradizione ha attribuito proprio a San Giovanni. Il
volto dell’apostolo è in atteggiamento estatico, secondo i canoni
della mistica orientale, a simboleggiare il dialogo con Dio. Sulle
pagine aperte si legge in lingua turca l’incipit dell’Apocalisse: “ISA
MESI VAHY H’IN IBIR” (Rivelazione di Gesù Cristo). La
realizzazione dell’opera, frutto di un’idea della diocesi di IserniaVenafro, si colloca all’interno dello stretto legame che si è creato tra
quest’ultima e l’arcivescovo di Smirne Mons. Ruggero Franceschini.
La statua, che recherà sul suo basamento il richiamo alla diocesi
isernina, vuole essere un dono speciale ad una terra che rappresenta
un luogo strategico della presenza cristiana alle porte dell’oriente.
Una diocesi di frontiera in cui la situazione delle minoranze
cattoliche e il rapporto con le altre fedi, in particolare con quella
islamica, è spesso motivo di sofferenza e di coraggiosa
testimonianza di fede. La presenza del cristianesimo a Smirne è
rappresentata dalla Basilica Cattedrale di San Giovanni, la più
imponente chiesa ancora officiata della Turchia asiatica, il luogo di
culto cattolico più importante, in quanto sede del Metropolita. La
Cattedrale fu edificata in stile neoclassico tra il 1862 e il 1874. Alla
sua costruzione contribuì persino il Sultano Ottomano Abdul Aziz
con una generosa
elargizione.
Insignita dal Beato
Pio IX del titolo di
Basilica Pontificia e
onorata dalla visita
del Venerabile
Paolo VI, è l’unica
chiesa dedicata a
Giovanni nel
percorso di
pellegrinaggio
delle sette Chiese.
Uscita indenne
dalle devastazioni
e dagli incendi,
questa chiesa è
testimone delle
tante sofferenze
vissute da questa
città nel corso
dell’ultimo secolo.
Purtroppo, per
complesse ragioni,
questa chiesa è
stata militarizzata e
usata dai militari
americani per
quasi 50 anni. Il 29
settembre 2013,
per volontà
dell’attuale
arcivescovo Mons.
Ruggero
Franceschini,
finalmente essa è
ritornata ad essere
patrimonio della
comunità cristiana
e della città di
Smirne ed ora è
accessibile a tutti, fedeli, pellegrini e visitatori. La celebrazione di
riapertura della Cattedrale fu presieduta dall’allora Segretario
Generale della Cei Mons. Mariano Crociata, alla presenza di Mons.
Salvatore Visco, arcivescovo di Capua e Mons. Gennaro Pascarella,
vescovo di Pozzuoli, che hanno testimoniato il sostegno e la
vicinanza della Chiesa italiana all’arcivescovo di Smirne e alla
piccola comunità cristiana, martire e in diaspora, che vive in
Turchia. L’importo dei lavori, infatti, è stato quasi totalmente
sostenuto dalla Chiesa italiana e da benefattori italiani. Anche il
rettore della missione della Cattedrale è un sacerdote italiano, p.
Massimiliano Palinuro, fidei donum della diocesi di Ariano Irpino.
Don Francesco Bovino
|
| Campobasso . Bojano
02=067
VIA MAZZINI, 80 - 86100 CAMPOBASSO | TEL. E FAX 0874-482780
La brezza leggera di PadreTarcisio
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“Amico da imitare per la saggezza, la
vasta cultura, la passione per la
musica ed il gusto delle lingue.
Tarcisio non è stato mai banale né
ovvio, ma sempre
molto originale e inedito.
E proprio perché aperto a Dio è
sempre stato aperto all’uomo”
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“Quello che fai, fallo bene”.
(Santa Chiara)
A
ccogliere è difficile, è faticoso, richiede umiltà e
disponibilità. Accogliere significa sporcarsi le
mani, andare là dov’è l’altro. Accogliere significa
voler bene e volere il bene.
L’accoglienza e lo spirito di servizio, valori che da
sempre contraddistinguono lo scoutismo, hanno
indotto circa 200 scout del movimento cattolico Agesci
di Campobasso, Termoli e Campomarino a rispondere:
“Eccomi, conta pure su di noi!” alla richiesta di
disponibilità e aiuto giunta da parte della Protezione
Civile regionale. Duecento scout, tra capi e ragazzi, tutti
maggiorenni, saranno infatti impegnati senza sosta
presso l’area dell’Ex-Romagnoli, il campo sportivo
teatro della Santa Messa celebrata dal Santo Padre,
durante la settimana che precede la visita pastorale.
Per servire davvero e perché il servizio possa essere
utile, deve essere pensato, preparato e progettato come
qualsiasi impresa importante: è importante conoscere
prima di agire. Con la guida degli organizzatori locali e
coordinati dai Responsabili Regionali e dall’Assistente
Agesci, Lina Lucarelli, Gianfranco Di Bartolomeo e Don
Michele Tartaglia, gli scout parteciperanno all’incontro
di formazione per volontari che si terrà nel pomeriggio
di Mercoledì 2 Luglio c.m. e si incontreranno presso l’ex
stadio già dalla mattina di quello stesso giorno per
posizionare oltre 16000 sedie e disporre le transenne
che individueranno i settori in cui verrà suddivisa l’area
e “prenderanno possesso” del campo sportivo per
assicurare ai fedeli che vi si riuniranno per la Messa di
vivere un momento davvero bello e importante.
Gli altri circa 80 scout di Isernia, Venafro, Colli a
Volturno, Ferrazzano e Bojano saranno invece dislocati
nelle altre due sedi della visita papale: il santuario di
Castel Petroso e la Cattedrale di Isernia. Qui
svolgeranno servizio d’ordine e assistenza ai fedeli
presenti. Tutti loro, al di là della provenienza geografica
e dell’appartenenza ai 13 diversi gruppi Agesci della
regione, si ritroveranno in preghiera la sera di Venerdì 4
Luglio presso la palestra B della scuola media “F.
D’Ovidio” di Campobasso per condividere un momento
di raccoglimento e riflessione, prima di recarsi nei
rispettivi luoghi di servizio dai quali, vicini col cuore e
con lo spirito, accoglieranno il Papa, gridando a gran
voce che loro ci sono, pronti a impegnarsi sul territorio,
pronti a “sporcarsi le mani” dove ci sia necessità, pronti
a camminare lungo quella strada di essenzialità e
amore che Papa Francesco sta tracciando con energia.
| Campobasso . Bojano
02=067
|
VIA MAZZINI, 80 - 86100 CAMPOBASSO | TEL. E FAX 0874-482780
NEL 1995
LA VISITA
DI GIOVANNI
PAOLO II
IN MOLISE
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| Isernia . Venafro
| 30 giugno 2014
PIAZZA ANDREA D’ISERNIA, 2 - 86170 ISERNIA | TEL. 0865 50849 | FAX. 0865 415337
L’AUGURIO DI MONS. VISCO AL NUOVO VESCOVO SUO SUCCESSORE
ccogliamo con gioia – come dono
del Signore – il nuovo Padre e
Pastore della Chiesa di IserniaVenafro. Papa Francesco, atteso
ad Isernia con trepidazione e
riconoscenza il prossimo 5 luglio, ha
scritto, a conclusione della Bolla di
nomina di mons. Camillo Cibotti: “Tu,
diletto figlio, non deluderai le nostre
attese, ti esortiamo con paterno amore
affinché, totalmente applicato
all’esercizio del tuo dovere, tu spenda
tutte le forze così che, per quanto
possibile alla debole natura umana,
nulla più ti resti da fare per il Signore”. È
l’augurio che la piccola, ma vivace e
generosa Comunità diocesana di
Isernia-Venafro, vuole indirizzare al
nuovo Vescovo. Che mons. Cibotti, come
ha già sperimentato in diversi incarichi e
ministeri che finora gli sono stati
affidati, non abbia tempo per fare altro
perché il suo tempo lo spenderà tutto
per il Signore e per il bene delle anime.
La Chiesa di Isernia-Venafro, dalle
antichissime origini, segnata dal sangue
dei martiri – i Santi Patroni Nicandro,
Marciano e Daria – e illuminata
dall’esempio di San Pietro Celestino,
vive continuamente la tensione della
testimonianza nel martirio quotidiano
che verifica soprattutto nelle coraggiose
A
scelte che è chiamata a compiere: la
conversione cioè da una religiosità
trasmessa dalla radicata tradizione
che per generazioni ha conservato e
tramandato la sana dottrina
segnando profondamente anche il
tessuto sociale delle nostre città e
paesi, ad una fede accolta nel cuore,
proclamata con gioia e vissuta in
pienezza ogni giorno. Il coraggio
dell’eremita del Morrone sia di
esempio ai fedeli cristiani di oggi che
non devono gloriarsi solo di averlo
patrono, intercessore e - molto
probabilmente - concittadino, ma
soprattutto esempio da imitare
nell’accogliere la volontà di Dio e tentare
di realizzarla nella propria vita. L’anno
giubilare che sarà indetto con solenne
proclamazione dallo stesso Santo Padre
il 5 luglio, giorno della sua elezione a
Sommo Pontefice (1294), segnerà
certamente la vita dei fedeli e del loro
Pastore chiamato ad accogliere e guidare
tutti – sacerdoti, diaconi, religiosi,
religiose e fedeli laici – in un percorso di
riconciliazione che l’indulgenza
plenaria, ad esso legata, non solo
richiama ma realizza in un cuore pronto
alla conversione, aperto al perdono, alla
tolleranza, alla generosa disponibilità
soprattutto verso i deboli, i sofferenti, i
bisognosi. Al nuovo Vescovo mons.
Camillo Cibotti, coadiuvato dal suo
presbiterio, il compito di sostenere
l’impegno dei credenti, intessere
relazioni con quelli che dicono di non
credere, collaborare con ogni uomo di
buona volontà per far crescere il Regno
di Dio in questa porzione di Chiesa nella
quale si esprime e si manifesta la Chiesa
universale, la Cattolica, Luce delle genti,
capace di irradiare nel mondo la Luce di
Cristo trasmettendo con dolcezza e
rispetto (cfr. IPt 1,15) ma anche con
coraggio e fermezza, la bellezza del
Vangelo.
Salvatore Visco
BENVENUTO MONS. CAMILLO
La diocesi di Isernia-Venafro
accoglie il suo nuovo pastore
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a visita di papa Francesco in
Molise coincide con un
evento di grazia che la
diocesi di Isernia-Venafro
attendeva da tempo. Sarà proprio
il Sommo Pontefice nel suo
intervento in piazza A. D’Isernia a
promulgare solennemente l’inizio
dell’Anno Giubilare Celestiniano
in occasione dell’VIII Centenario
della nascita San Pietro Celestino
che, insieme ai santi martiri
Nicandro, Marciano e Daria, è il
compatrono della diocesi e della
città di Isernia.
Pietro Angeleri, in seguito
chiamato fra' Pietro da Morrone,
poi divenuto papa col nome di
Celestino V, infatti, secondo la
plurisecolare tradizione storicoliturgico-ecclesiastica, nacque in
terra di Isernia proprio nel 1215
da genitori contadini poveri,
onesti e profondamente religiosi.
Intorno ai 20 anni decise di
dedicarsi a Dio nella preghiera e
nel nascondimento ritirandosi dal
mondo come eremita: non
beveva vino, non mangiava carne
e praticava sei quaresime l'anno.
Fondò sulla Maiella ed in molti
altre parti d’Italia numerosi luoghi
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ANNO GIUBILARE
CELESTINIANO
di
preghiera
dove tante
anime
semplici
divennero
suoi
seguaci. La
sua vita
eremitica, però, ebbe una svolta
storica. I cardinali riuniti in
Conclave a Perugia, dopo quasi
tre anni di sede vacante, decisero
di eleggere al soglio pontificio
proprio fra’ Pietro del Morrone.
Questo avvenne il 5 luglio del
1294. Ad otto secoli esatti di
distanza, per una provvidenziale
coincidenza, sarà proprio il 5
luglio, giorno dell’elezione di
Celestino V, che papa Francesco
inaugurerà l’inizio dell’Anno
Giubilare a lui dedicato. Per
l’occasione, la diocesi ha ottenuto
alla Penitenzieria Apostolica la
concessione di una speciale
indulgenza plenaria, da lucrarsi,
alle consuete condizioni
prescritte, per i vivi e per i defunti,
nella chiesa cattedrale di Isernia
per l’intero anno che va dal 5
luglio 2014 al 5 luglio 2015.
1215 - Isernia - 2015
Potranno beneficiare
dell’indulgenza anche gli
ammalati che impossibilitati a
partecipare, dalle loro case si
uniranno spiritualmente alle
celebrazioni liturgiche dell’anno.
A sottolineare l’importanza
dell’evento, anche le poste
italiane hanno voluto emettere un
annullo speciale che ricordi la
circostanza storica. Chiediamo al
Signore che quest’anno di grazia
sia l 'occasione privilegiata per un
grande ritorno alla pratica della
fede e delle virtù cristiane,
premessa di quel generale
perdono e di universale
riconciliazione che furono la
costante aspirazione di San Pietro
Celestino sia da eremita che da
sommo pastore della Chiesa
cattolica.
F.B.
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| Isernia . Venafro
30 giugno 2014 |
PIAZZA ANDREA D’ISERNIA, 2 - 86170 ISERNIA | TEL. 0865 50849 | FAX. 0865 415337
VALORI
IN CORSO
Le scuole di Isernia si
confrontano
con i vizi capitali
Anche quest’anno le scuole di Isernia
sono state coinvolte nel progetto
proposto dalla diocesi di IserniaVenafro dal titolo “Valori in Corso”,
conclusosi col termine delle lezioni. Un titolo
molto ben azzeccato visto che si inserisce
perfettamente nel cammino di formazione
scolastica che dovrebbe comprendere, oltre
alla crescita culturale, anche quella umana. Lo
scopo del progetto è stato quello di
sensibilizzare i giovani riguardo ai principali
valori umani e cristiani che sono alla base
della convivenza civile e che sono necessari
per la costruzione di una società più giusta ed
vivibile. E’ sotto gli occhi di tutti, infatti, che
nella società così come la stiamo costruendo
molti di questi valori vanno via via
scomparendo. La struttura sociale della vita dell’uomo sulla terra viene ogni giorno minata dalle sue fondamenta proprio per il progredire del cinismo, dell’indifferenza e dell’egoismo
umano. Il tema del progetto di quest’anno ha riguardato i 7 vizi capitali e i loro aspetti fenomenologici e sociali. Ogni classe ha approfondito ciascun vizio attraverso un lavoro di
brainstorming in aula e il confronto diretto con la propria esperienza personale e familiare. Tutto il lavoro fatto è confluito nella realizzazione di uno spettacolo finale che ha
entusiasmato particolarmente gli alunni e divertito enormemente la platea, costringendo i presenti, anche tra una risata e l’altra, a riflettere sulla triste realtà dei vizi ancora piuttosto
presenti nel vivere quotidiano. A tirare le conclusioni dello spettacolo è stato l’ideatore del progetto, don Enzo Falasca, Responsabile Diocesano della Pastorale Giovanile. Ci auguriamo
che l’esperienza vissuta dai ragazzi possa lasciare il segno nella loro vita e li ispiri ad un nuovo percorso che dia sempre più valore alla loro esistenza.
A
FEDE, LUCE CHE ILLUMINA LA VITA .
senso della giustizia, della pace, della solidarietà, del
bene comune. Non sbaglia chi afferma che uno dei
peccati più gravi dell’uomo di oggi, è nel relegare i
principi della vita autentica, che pur conosce e possiede,
nella periferia della propria coscienza e nel chiuderli nei
meandri delle cose da dimenticare. Non è strano che il
centro, del pensiero e della volontà, il centro che
predomina e sovrintende alle scelte dell’uomo, sia
costituito da costruzioni evanescenti fatte di
individualismi e di egoismi, lesivi della vita sociale e
della vita dei singoli. Ebbene Papa Francesco indirizza
ogni cristiano verso la periferia, ogni periferia, ogni
luogo che il senso comune dipinge coi colori della
povertà, dell’indigenza, dell’ignoranza e della
consegnare a ciascuno gli strumenti del bene, del
dialogo, della edificazione di una società e di uomo
secondo la volontà di Dio. Ma credo che le parole più
significative di Papa Francesco riguardino la periferia
della cultura e della spiritualità, di cui ognuno è in
possesso e con cui fa i conti in ogni momento della vita.
Quando la vita dell’uomo è stravolta, anche il mondo
interiore è stravolto: ciò che dovrebbe occupare gli
scranni della insignificanza e della secondarietà, ciò che
lede l’armonia e lo sviluppo naturale della mente e del
cuore, ciò che contraddice i saperi e i principi che
fondano il bene e la dignità della vita umana, ebbene
tutto questo non è possibile che si trovi ad occupare il
centro del pensiero e della lettura di tutte le cose.
Così l’uomo crea la sua periferia promuovendo
l’effimero a evento dell’eterno e azzerando la verità a
menzogna. Abbiamo fatto esperienza, spesso con
drammaticità, di teoremi tesi a dimostrare che “homo
homini lupus est” di hobbesiana memoria, e abbiamo
visto come la violenza trovi la strada per rubare il titolo
di primogenitura nella vita degli individui.
Ebbene, dice Papa Francesco, occorre cercare nei vicoli
menzogna. Ciò che il mondo respinge, può essere il
giardino della vita. Puntare alla periferia è quindi il
dovere fondamentale di ogni cristiano e della Chiesa
tutta: camminare carichi di gioia e di coraggio, per dare a
tutti l’annuncio della Resurrezione di Gesù Cristo, e
malandati della periferia della nostra coscienza perché
in questa, e spesso solo in questa, possono trovarsi
colonne di marmo sui cui rifondare il cammino della
vita e dove certamente si trovano le pagine sulle quali
Dio ha scritto di suo pugno.
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PUNTARE ALLA PERIFERIA
apa Francesco
ha spiegato il
senso autentico
della periferia;
questa, egli ha detto, è
il luogo privilegiato per trovare e per essere in dialogo
con Dio. Non a caso la Chiesa, che è per natura
missionaria, dice Papa Francesco, nel suo cammino, nel
suo andare oltre, è attratta dalla periferia. Immergiamoci
dunque, su indicazioni dello stesso Papa, nella vastità
semantica del termine periferia. Questa è un luogo fatto
di case, di strade, di fabbriche, di osterie, luogo venuto
dopo, scaturito dalla crescita, spesso delirante, della
città, luogo che accoglie stranieri, gente che passa, gente
che non ha rapporti con la cultura del territorio né è
attenta a conservarla o a difenderla. La periferia così
intesa è anche luogo della povertà, della indigenza, e
spesso del disordine e della corruzione, della
delinquenza e della violenza, della emarginazione e
della rivolta. Nella sua connotazione spaziale, la
periferia riassume tutti i territori del mondo, il sud del
mondo, ove l’esistenza è colpita da privazioni di ogni
genere. Una vasta letteratura racconta il mondo
periferico così inteso, racconto che promuove
valutazioni e interpretazioni culturali, storiche ed etiche.
Un secondo significato possiede il termine periferia,
relativo a problematiche di tipo sociale. La periferia non
è fuori né è ai margini della città: la periferia è
dovunque, in ogni strada, è negli uffici, è nella casa di
ogni uomo. La periferia è negli ospedali, ove sono
anziani e bambini bisognosi di cure che per vari motivi
non possono essere assicurate, la periferia è nelle scuole,
dove i bambini e gli allievi non ricevono tutto quanto
necessario e quanto opportuno per la loro formazione,
la periferia è nelle banche e nei palazzi di governo, dove
non si persegue il bene comune bensì ci si adopera per il
conseguimento degli interessi particolari e di gruppo, la
periferia è nella cultura della ingiustizia, della guerra,
della divisione, cultura che abdica alla propria funzione
e si fa succuba di saperi contrari alla dignità della
persona umana. Un terzo significato ha il termine
periferia: lo spazio interessato è interamente nell’uomo,
nella coscienza umana. E’ la periferia della cultura, delle
idee, delle valutazioni e delle letture degli eventi, la
periferia che ognuno costruisce nel proprio mondo
interiore, periferia fatta di parole, di emozioni, di affetti e
di repulsioni. Papa Francesco ci invita a rivisitare
continuamente il nostro mondo interiore e, se
necessario, a rimescolare posizioni e ruoli già da tempo
ritenuti intoccabili. Nel centro infatti possono esserci
principi e norme bugiardi, costruiti dietro esperienze
non cercate, non volute e comunque non valutate con la
giusta attenzione; nella periferia invece, può esserci la
verità, la virtù, può esserci il valore dell’economia, il
|
| Termoli . Larino
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PIAZZA SANT'ANTONIO, 8 - C.P. 155 , 86039 TERMOLI (CB) | TEL. 0875 707148 | FAX. 0875 707148
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Il “dono” di un figlio ha nell’ottica cristiana la figura della promessa e del comandamento
OGNI FIOEU, EL SÒ CAVAGNOEU
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| Termoli . Larino
13>178
|
PIAZZA SANT'ANTONIO, 8 - C.P. 155 , 86039 TERMOLI (CB) | TEL. 0875 707148 | FAX. 0875 707148
Scienza e fede: conflitto o alleanza? Ultimo appuntamento dell’anno con il Cafè teologico
REALTÀ DISTINTE,
NON CONTRAPPOSTE
-3/7B+ / 0/./ -87053==8 8 +55/+7B+
#>/<=8 35 =/6+ ./55 >5=368
Brillante e ricco di spunti
+99>7=+6/7=8 ./5 +0J &/85813-8
su pensatori, scienziati
9/; 35 -8;;/7=/ +778 9+<=8;+5/
e uomini di Chiesa
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che nei secoli
+5 39+;=36/7=8 .3 +=/6+=3-+ /
si
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PARLIAMONE!
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Scarsa
l’informazione
sulle opportunità
per i giovani
A
pprendiamo
dalla
stampa che
il Piano Garanzia
Giovani stenta a
partire. È un
poderoso piano di investimenti che la UE ha
messo in cantiere e ne possono beneficiare i
giovani dai 15 ai 29 anni che non studiano e non
lavorano. L’Italia ha ottenuto un finanziamento
di 1,5 miliardi di euro, da spendere entro il
31/12/2015. Per accedere ai benefici del Piano i
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+;B3+ %3687/
Mai tanto interesse e stupore
manifestato dagli studenti,
quanto quello di questa mattina,
in un afoso meriggio nell'aula
magna del Liceo Artistico
"Jacovitti" diTermoli
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giovani devono registrarsi, ed entro 60 giorni
dovrebbero essere contattati dai Centri per
l’Impiego per un primo orientamento; entro 4
mesi una proposta per fare un tirocinio. In
diocesi, da 2 anni opera l’associazione, una
sorta di Garanzia Giovani in piccolo, che
funziona con criteri analoghi a quelli del Piano
Nazionale, con la differenza che a gestire il tutto
sono dei volontari, con pochissime risorse ma
con risultati piuttosto confortanti: allo sportello
di orientamento dell’Associazione si sono già
recate 350 persone, 60 delle quali, grazie alla
3-85/==+ 3;/55+
rete di aziende creata da Un paese per Giovani,
hanno svolto una esperienza di tirocinio
formativo; molti altri hanno avuto la possibilità
di fare un colloquio di lavoro, dopo una fase di
orientamento curata dall’Associazione. Alcuni
sono stati assunti presso le aziende partner
dell’Associazione. Dal nostro piccolo riteniamo
di poter dare un contributo fattivo all’attuazione
del Piano per il futuro dei nostri giovani, che
cercano qualcuno che li accompagni nella
difficile fase della ricerca del lavoro.
Pasquale Santella
|
| Trivento
/1;/45
PIAZZA CATTEDRALE, 15 - 86029 (CB) | TEL. E FAX 0874 871745
DON FELICE FANGIO STRUMENTO D’AMORE NELLE MANI DI DIO
“C
osì risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro
Padre che è nei cieli” (Mt 5, 16). Don Felice Fangio domenica 6 luglio 2014 celebra il cinquantesimo anniversario
di ordinazione sacerdotale e gli saremo vicini, insieme al nostro Vescovo Domenico e ai suoi due fratelli sacerdoti
mons. Giovanni e don Mario, per dire un solenne ‘Grazie’ al Signore che ha illuminato il suo cammino e gli ha
dato la giusta forza e il santo coraggio per affrontarlo degnamente! In tutti questi anni Don Felice si è fatto “Servo per amore,
sacerdote dell’umanità”, sacerdote unito anima e corpo ai suoi fedeli, sempre in mezzo al popolo, sempre si è speso senza
riserve per il suo popolo.
Grazie al Signore che ha illuminato il suo cammino e gli ha dato la giusta forza e il santo coraggio per affrontarlo degnamente!
Grazie ai genitori Giustino e Giuseppina Tatangelo che hanno donato alla Chiesa tre bravissimi sacerdoti e grazie anche alle
solerti Maria e Norina che, in specie di devote vergini consacrate e nascoste clarisse, assistono amorevolmente i fratelli,
sacerdoti di Dio. Per dire grazie a don Felice, senza nessuna
enfasi o piaggeria, lo voglio fare con le stesse parole che, il
giorno 16 giugno scorso, papa Francesco ha detto al Convegno
ecclesiale di Roma e che descrivono bene l’ansia sacerdotale
che ha animato don Felice in tutti questi lunghi anni del suo
fecondo sacerdozio: “Io voglio tanto bene ai sacerdoti, perché
fare il parroco non è facile. E’ più facile fare il vescovo che il
parroco! Perché noi vescovi sempre abbiamo la possibilità di
prendere le distanze, o nasconderci dietro il "Sua Eccellenza",
e quello ci difende! Ma fare il parroco, quando ti bussano alla
porta: "Padre, questo, padre qua e padre là…". Non è facile!
Quando ti viene uno a dire i problemi della famiglia, o quel
morto, o quando vengono a chiacchierare le cosiddette
"ragazze della caritas" contro le cosiddette "ragazze delle
catechesi"… Non è facile, fare il parroco! Ma voglio dire una
cosa, l’ho detta un’altra volta: la Chiesa italiana è tanto forte
grazie ai parroci!
Questi parroci che - adesso avranno un altro sistema dormivano col telefono sopra il comodino e si alzavano a
qualsiasi ora per andare a trovare un ammalato… Nessuno
moriva senza i Sacramenti… Vicini! Parroci vicini! E poi?
Hanno lasciato questa memoria di evangelizzazione…”.
E’ questa la foto spiccicata di don Felice parroco in Villa San
Michele e in San Pietro Avellana.
Ecco, in sintesi, gli incarichi pastorali: fin da subito fu
nominato parroco di san Michele Arcangelo in contrada Villa
San Michele e ne ha reso uno splendore quella chiesa
parrocchiale, contemporaneamente saggio insegnante di
religione nelle scuole superiori di Castel di Sangro, poi anche
parroco dei Santi Apostoli Pietro e Paolo in San Pietro Avellana
9-99)4:)9-::-9135 3549 4:5415
e, per oltre un quinquennio, anche parroco di Vastogirardi
)..)9+14)4:- .583)=154- 96181:;)2- )+5<-::) 58,14):5 12 )/59:5
centro. A più riprese è stato membro del Consiglio Presbiterale
4-22- 6813- -96-81-4=- ,1
+0- +-2-*8) 12 9;5
diocesano e vicario episcopale per la liturgia. Don Felice è
)659:52):5 +59G 81++5 , )358- 2
9-99)4:)7;)::8-9135 3549
anche un appassionato compositore di musica sacra (citiamo
.)8,-225 ,1 :;::5 +1F +0- )**1)35
15<)441 )4/15 58,14):5 12
uno per tutti l’inno del Congresso eucaristico ‘Signor, tu sei il
)++;3;2):5 14 7;-9:1 )441 91 :8)::1
/1;/45
+0- 81+58,) 12 9;5
pane…’ cantato in tutte le chiese della Diocesi) e di arte,
,1 9;++-991 5 ,1 9+54.1::- +53;47;9-99)4:),;-9135 - 3549 )31+5
vedere per esempio il bellissimo arredamento pittorico
25 ,-6541)35 )1 61-,1 ,-2 %1/45858,14):5 12 /1;/45
+0realizzato nella chiesa in san Pietro Avellana o il decoro con il
6-8 +01-,-8/21 914+-8)3-4:+-2-*8) 12 9;5 9-99)4:;4-9135
quale onora le altre chiese a lui affidate.
6-8,545 ,-22- ,-.)122)4+- - 6-8
)441<-89)815 ,1 58,14)=154Egli è un esperto liturgista: quanti consigli preziosi ha elargito
814/8)=1)825 /15845 6-8 /15845 ,-22C ,5<-8595 651 .)8- 3-4=154- ,1
a tutti i parroci che a lui si sono rivolti nel ristrutturare
/8)=1- 5::-4;:+52585 +0- .-9:-//1)45 /1;*12-1
adeguatamente i luoghi liturgici nelle chiese, secondo i
2 %1/458- +1 )1;:1 ) +54:14;)8- 14
96-+1)21 - 68-+19)3-4:- 6813) ,-/21
dettami del Concilio Vaticano secondo. E’ stato per oltre un
7;-9:) 459:8) -9)2:)4:)2:81 ,54 -21+- )4/15 58,14):5 12
ventennio redattore delle pagine dell’agenda liturgica e
:-9:13541)4=) - *-4-,1+) /21 )441
/1;/45
- +0- 7;14,1 +5361dell’annuario diocesano. I due Vescovi mons. Santucci prima e
+0- )**1)35 <199;:5 14 .-,-2:E
*-4 +147;)4:) )441 ,1 9)+-8,5=15
mons. Scotti poi lo hanno avuto come solerte e intelligente
+53- -968-99154- ,-2 ;312- 9+)2)8- <-4/545 651 /21 )2:81
consulente liturgico e con visitatore durante le Visite pastorali
,-<5:5 9-8<1=15 ) ;1 - )1 .8):-221
)441<-89)81 61D 91/41.1+):1<1 12
fatte a tutte le Parrocchie della nostra Diocesi.
4-22) .-,- +0- 12 %1/458- +1 ,1)
7;)8)4:-9135 ,-2 459:85
In parole molto semplici don Felice è colui che incoraggia gli
)4+58) -4-8/1) <5/21) /151) 6-8
3199154)815 1,-1 54;3 ,54
altri nei loro punti di forza senza sminuirli mai per le loro
+54:14;)8- ) 8-4,-8- :-9:13541)4=)
53-41+5 4:5415 )9+1)
debolezze, capace di dare forza agli altri, proprio perché lui è
)22 )358- ,1 15 - 7;14,1 6-8 -99-8)/59:5
12 :8-4:-9135 ,1 ,54
diventato forte nella fede, facendo penitenza e mortificando
14 /8),5 ,1 ?122;314)8-@ ;4 65
215,585 158- )681212
solo te stesso, senza mai umiliare gli altri, per i quali ha sempre
7;-9:5 459:85 354,5 - ) 3-::-8<-4:1+147;-9135 ,1 ,54 1/145
riservato dolci attenzioni e grande rispetto e di ciò se ne
,-4:85 2) <1:) ,-22) 95+1-:E ;4 65 ,1
59+;.5 )/59:5
12
trovano le tracce e i frutti un po’ dappertutto, ovunque egli ha
9)658- ,1 54-9:E ;4 65 ,1 /;9:5 ,1
<-4:-9135 ,1 ,54 4/-25 $1++1
esercitato il suo ministero.
+)4,58- 54 <1<) .-,- +01-,1)35 )2
)/59:5
- 12 7;14,1+-9135 ,1
Auguri, Don Felice, per il fausto anniversario e che il Signore ti
%1/458- 6-8 :;::1 1 +)81 9)+-8,5:1
3549 ;+) )9:8)4/-25 )/59:5
illumini e ti dia il giusto entusiasmo per percorrere il resto del
.58=) +58)//15 - 959:-/45 6-8
"-8 :;::1 451 9)+-8,5:1 813)4tuo cammino a servizio degli altri, giudizioso e sereno come
)4,)8- )<)4:1 )..14+0B 454 91
6;8 9-368- ;4 ,-*1:5 ,1 /8):1:;,14sempre, valido strumento d’amore nelle mani del Signore,
)88-4,)45 A 3)1 4-33-45 ,1
6-8 :;::1 +52585 +0- +1 0)445
affinché i fedeli delle tue due parrocchie si sentano fortunati
.854:- )22- 35,-84- 9.1,- -65+)21
)++536)/4):5 4-2 ,19+-8413-4:5
del tuo amorevole servizio e prezioso contributo che, con la
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,-22) <5+)=154- 4-22) 2;4/) tua quotidiana presenza, dai a Dio e al prossimo. Grazie.
;/;81 ,1 ;54 )33145 ) :;::1
Don Felice Fangio festeggia il cinquantesimo
anniversario della sua ordinazione sacerdotale
Dono di Dio alla comunità cristiana, insieme
a due fratelli, parroco sempre disponibile
alle esigenze del prossimo, insegnante
nelle scuole superiori, è appassionato
compositore ed esperto liturgista
LE RICORRENZE
DEGLI ANNIVERSARI
IN DIOCESI
E
++5 )4+0- 6-8 7;-9: )445 281+588-4=- ,-/21 )441<-89)81
,-22- 58,14)=1541 9)+-8,5:)21
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9)+-8,5:1 - 6-8 814/8)=1)821 6-8 12 2585
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68-9*1:-815 58,14):5 12 /1;/45
+0- +-2-*8) 12 9;5
LE CRITICITA’
DEL PIANO SANITARIO
n una lunga, articolata e ben studiata lettera il Direttore
dell’Ufficio Diocesano della Pastorale della Salute don
Francesco Martino ha fatto notare le CRITICITA’ ED
INCONGRUENZE DEL PIANO SANITARIO BASSO/ROSATO, del
quale riportiamo la parte finale e afferma che sono urgenti
alcune considerazioni necessarie per la tutela della salute dei
cittadini del territorio, a cui non si può rimanere indifferenti:
1. Il modello proposto è in netto contrasto con la necessità,
prevista dal DCA 8/2013 di PRESIDIO OSPEDALIERO DI ZONA
PARTICOLARMENTE DISAGIATA, che è totalmente altro dal
Presidio di Comunità di Zona Particolarmente Disagiata.
2. La previsione ancora presente di n. 8 posti di Medicina
Generale e di Lungodegenza è in totale contrasto con la
disattivazione del Laboratorio Analisi chimico-cliniche e
microbiologia, che impedisce ogni possibilità reale di cura di
pazienti di tali tipologie, data la natura dei due indirizzi,
considerando che il Point of Care non è strutturato per fornire tali
I
risposte soprattutto microbiologiche per la medicina e le
pluripatologie della lungodegenza; il laboratorio analisi oggi
svolge una notevole attività territoriale extraregionale e di
qualità, per cui sarebbe necessario confrontare alcuni dati in
possesso dell’Istituto Superiore di Sanità. Inoltre, non vi sono
nella zona altri servizi di tal genere, se non oltre i 50 Km., con
tutti I problemi da risolvere per i protocolli di trasporto in
sicurezza e per impedire l’alterazione e contaminazione dei
campioni prelevati.
3. Si è in notevole ritardo per la trasmissione e lettura degli
esami radiologici a distanza, per l’obsolescenza delle
apparecchiature.
4. In sede di incontro con la Delegazione Ministeriale per il
Progetto Prototipo per le aree interne, tenuto ad Agnone il 18
giugno 2014, dai dati ministeriali è emerso che il tempo per il
primo intervento dalla chiamata al 118 all’intervento nella
maggior parte dei comuni aderenti all’area è di 34 minuti, a cui
devono essere sommati 35 minuti di percorrenza media dagli
stessi verso i DEA di I° e II° livello previsti. Non esistono ad oggi
piazzole attrezzate e strategiche per l’elisoccorso, e il trasporto è
solo con MSA. Si allega la relazione svolta dal sottoscritto in
quella sede (ALLEGATO 2: PROGETTO PROTOTIPO PER L’ALTO
MOLISE E L’ALTO MEDIO TRIGNO).
5. Per le ragioni del punto 4, oltre a chiedere con forza nel
Programma Operativo 2013-2015 LA RICONFERMA DELL’OSPEDALE
DI ZONA PARTICOLARMENTE DISAGIATA, visto che in letteratura
oggi si parla per gli Ospedali di Area Disagiata o di un Pronto
Soccorso Semplice o di un Punto di Primo Soccorso, sarebbe
opportuno prevedere in questo caso la prima tipologia, con
consulenza in pronta disponibilità di anestesia, chirurgia e
medicina/interna cardiologia, con possibilità di utilizzo delle
sale operatorie che comunque rimangono per la stabilizzazione,
intubazione e messa in sicurezza dei pazienti, per garantire un
trasporto il più possibile sicuro presso il Pronto Soccorso di
riferimento.
6. Si sottolinea la necessità di avviare prima la costruzione della
Rete territoriale, oggi molto debole, prima di procedere ad
ulteriori revisioni, per la garanzia dei LEA. In questo senso, nulla
da osservare su RSA, Centri Diurni, costruzione del PTA, evitando
duplicazioni di servizi, sottolineando l’inutilità dell’Ospedale di
Comunità.
7. In merito alla dotazione dei posti letto, in caso di accordo di
confine con la Regione Abruzzo, si chiede di riconsiderare la
proposta della versione dei Programmi Operativi 2013-2015
inviata il 3 luglio 2013 di 13 pl di Medicina Generale e 11 dh/ds, e
di sostituire alla Riabilitazione la Rieducazione funzionale
prevista dal DCA 8/2013. Sperando che tale missiva trovi attento
ascolto presso le SS. LL., porgo distinti saluti.
IL DIRETTORE
(Don Francesco Martino)
| Trivento
/1;/45
|
PIAZZA CATTEDRALE, 15 - 86029 (CB) | TEL. E FAX 0874 871745
FONDI
COMUNITARI
2014-2020
INCONTRO
AD AGNONE
STRATEGIA NAZIONALE
PER LE AREE INTERNE
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IL PAPA A CASTELPETROSO
SARA MESSERE, UN MESSAGGIO TRA I GIOVANI
ell’incontro del papa con i giovani a Castelpetroso sarà presente anche Sara Messere, studentessa laureanda
in Scienze della Formazione Primaria di Torella del Sannio. Sara sta acquisendo anche la specializzazione
per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità, il tutto presso l’Università degli Studi del
Molise. Collabora con la parrocchia dal 2010 e ha iniziato la sua formazione e il suo percorso pastorale nel
2010, con il “Corso Base di Evangelizzazione”, tenutosi in diocesi, che l’ha formata per le attività di primo annuncio
e permesso di entrar a far parte dell’équipe diocesana di evangelizzazione, nonché delle “Sentinelle del Mattino”.
Quest’ultimo è un progetto di primo annuncio che porta ad una proposta di evangelizzazione che è “Una Luce
nella Notte”, dove le sentinelle evangelizzano di notte nei luoghi del divertimento, aprendo una chiesa e
accompagnando i giovani all’incontro con Gesù. Nel settembre del 2012 ha partecipato al “Corso Leader Cellule di
Evangelizzazione”, iniziando così nella realtà diocesana le cellule di evangelizzazione.
Sara ha ampliato e sta proseguendo la sua formazione con i corsi della Scuola di Evangelizzazione di Sant’Andrea,
tra i quali: Corso “Tu sei Prezioso”; Corso “Nuova Vita”; Corso “Emmaus”, Corso “Giovanni”; Corso “Gesù nei
Quattro Vangeli”; il tutto dal 2012 ad oggi. Inoltre, fa parte dell’équipe diocesana della Scuola di Evangelizzazione di
Sant’Andrea che, opportunamente formata, ripropone questi corsi. Dal 2012 ad oggi ha partecipato al Corso
triennale di Scuola di Teologia per la formazione dei laici, organizzato dalla diocesi e tenutosi nella sua parrocchia.
È catechista e membro del Consiglio Pastorale Parrocchiale della Parrocchia San Nicola di Bari di Torella del Sannio
e collabora con la pastorale giovanile diocesana.
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GAM, L’ASSOCIAZIONISMO
PRESUPPOSTO PER RIPARTIRE
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Migliaia di giovani e
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I NUMERI DELLA CRISI
I
numeri della disoccupazione nel Molise sono impietosi e tracciano un quadro di grande
preoccupazione, confermato ultimamente sia dalle rilevazioni dell’Istat che dal rapporto
annuale della Banca d’Italia. Un dato chiaro ed eloquente della drammaticità della
situazione economica regionale è quello che riguarda gli occupati: nel 2008 erano 112.000,
oggi sono 95.000. Una perdita secca di 17.000 posti di lavoro che crea difficoltà enormi alle
famiglie molisane ed allontana ancora di più i giovani dalla prospettiva di trovare un lavoro
nella terra in cui sono nati.
La situazione del Molise è anche più dura di quella nazionale: dalle rilevazioni statistiche
infatti risulta che la media nazionale della disoccupazione in Italia si attesa intorno al 13 per
cento, mentre nel Molise sale quasi al 18 per cento. In parallelo quindi anche il tasso di
occupazione è più basso: nel Molise è circa il 48 per cento contro il 56,6% dell’Italia. La
disoccupazione giovanile è il tasto più dolente perchè fa registrare dati ancora più allarmanti:
quella dei giovani tra 15 e 24 anni in Molise raggiunge addirittura il 48,9% (in pratica un
giovane su due è alla ricerca di un lavoro). Anche il tasso di partecipazione al lavoro (56,4%)
è più basso rispetto alla media nazionale (63,5%).
Il numero complessivo delle imprese registrate nella regione Molise al 31 dicembre dello
scorso anno è pari a 35.109 unità, in diminuzione dello 0,6% rispetto al 2012; le attive sono
circa 31.300 e diminuiscono dell’1,2%. Tutto questo si traduce di conseguenza in una
diminuzione della ricchezza prodotta, tanto è vero che anche il PIL regionale ha avuto una
flessione di circa il 4 per cento, le esportazioni risultano dimezzate, l’edilizia è in preda ad
una crisi che ha tagliato migliaia di occupati.
Dunque una situazione economica generale che provoca ulteriori ricadute negative su un
circuito economico dove si riduce anche la circolazione della moneta, con il rischio di causare
altre chiusure di aziende ed esercizi commerciali. E nuove perdite di lavoro.
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“CON UN GESTO SEMPLICE SI AIUTA PIETRO AD AIUTARE I PIÙ POVERI”
Monsignor Giovanni Angelo Becciu, sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato della Santa Sede: “L’auspicio è che possa essere un’occasione di vicinanza a
Papa Francesco da parte di tutti i fedeli, e che l’offerta vada unita alla preghiera per lui. È questa una carità che il Santo Padre non si stanca di chiedere a tutti coloro che
incontra: nessuno è così povero da non potergliela donare”
Una pratica molto antica che arriva fino ad oggi. È l’Obolo di San Pietro, la colletta che si svolge in tutto il mondo cattolico, per lo più il 29 giugno o la domenica più vicina alla
Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. La colletta, come viene spiegato sul sito ufficiale, rimanda alle origini del cristianesimo, quando vengono sostenuti materialmente
“coloro che hanno la missione di annunciare il Vangelo, perché possano impegnarsi interamente nel loro ministero, prendendosi cura dei più bisognosi”. È quanto sottolinea anche
monsignor Giovanni Angelo Becciu, sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato della Santa Sede. Il Sir lo ha incontrato alla vigilia di questo appuntamento, conosciuto
come Giornata per la carità del Papa.
Eccellenza, l’Obolo di San Pietro è una pratica molto antica che rimanda alle origini del cristianesimo. Quali sono i motivi che la rendono ancora attuale?
“Direi che il motivo principale è quello di compiere un gesto semplice, capace però di unire concretamente ogni fedele al Successore di Pietro aiutandolo a dilatare la sua carità,
quella carità che in ragione del suo ministero abbraccia la Chiesa ed il mondo intero. Aiutare Pietro ad aiutare: è un atto di amore verso il Papa e verso la Chiesa. Naturalmente le
iniziative di carità sono moltissime, a tutti i livelli, e di questo ci dobbiamo rallegrare. L’Obolo di San Pietro ha di specifico questo: partecipare concretamente alla sollecitudine del
Papa per tutte le Chiese”.
Ci sono delle parole-chiave per comprendere appieno il messaggio di questa pratica?
“Me ne vengono alla mente due: universalità e comunione. L’universalità si concretizza nei donatori e nei destinatari: in questa Festa le offerte sono raccolte in tutto il mondo
cattolico, nei cinque continenti, dalle cattedrali delle grandi metropoli alle parrocchie dei villaggi più sperduti. D’altro canto, anche i destinatari della carità del Papa si trovano
potenzialmente in qualsiasi parte del globo. La seconda parola è comunione, perché al di là della quantità di denaro raccolto, ciò che è importante di questa colletta è il fatto di
favorire in tutti i cattolici il senso di apertura alla Chiesa universale”.
Gli ultimi anni sono stati devastanti a causa della crisi economica. C’è stato un riflesso anche sulla donazioni all’Obolo?
“Un certo calo lo si è notato, specialmente in alcuni Paesi, anche se contenuto, rispetto alla gravità della crisi economica che li ha colpiti. Tuttavia, come ho già detto, ciò che è
fondamentale non è la quantità del denaro raccolto, ma il fatto di allargare la partecipazione. Non ci è possibile naturalmente conoscere il numero di quanti hanno dato la loro
offerta nelle rispettive parrocchie, ma penso si possa dire, realisticamente, che si contano in parecchie decine di milioni. E qui sta il significato profondo della raccolta dell’Obolo.
Dunque l’invito che faccio è quello di partecipare tutti, ciascuno nei limiti di quanto può dare, e di vivere questo semplice gesto come un atto di amore al Papa”.
Nel 2013 abbiamo conosciuto, sempre di più, Papa Francesco e la sua attenzione verso le “periferie”, i poveri, gli ultimi. Tante le forme: dalle schede telefoniche agli
immigrati, agli assegni dati a chi è in difficoltà… L’Obolo serve anche per questo?
“L’attenzione del Papa verso i più bisognosi ha una lunghissima tradizione, che Papa Francesco ha voluto continuare, rafforzare e alla quale ha dato, direi, un tocco di personale
vicinanza verso chi soffre. Le donazioni arrivano al Papa in molti modi, non solamente con la raccolta dell’Obolo. Il Papa le può poi destinare sia a singole Chiese locali, sia
attraverso organismi quali Cor Unum o altri enti della Santa Sede che sostengono progetti di sostegno e sviluppo, sia, talora, anche direttamente a chi è nel bisogno. In questa opera
di carità entra anche l’Elemosiniere pontificio, una figura tradizionale, alla quale Papa Francesco ha voluto dare un ruolo dinamico e quasi di ‘pronto intervento’ rispetto a numerosi
casi di persone in difficoltà”.
Qual è il suo auspicio e il suo appello per la raccolta del 2014?
“L’auspicio è che possa essere un’occasione di vicinanza a Papa Francesco da parte di tutti i fedeli, e che l’offerta vada unita alla preghiera per lui. E’ questa una carità che il Santo
Padre non si stanca di chiedere a tutti coloro che incontra: nessuno è così povero da non potergliela donare”.
Vincenzo Corrado