4 2 0 1 4 giugno Mozambico news DAI - Development Agroindustrial Investment s.p.a. è Via Castelletto, 10 - 37050 Belfiore (VR) è Tel. +39.045.6149140 è Fax +39.045.6148304 è [email protected] è [email protected] èP.iva 04009040231 è Iscrizione REA VR 0384019 è Capitale sociale interamente versato 1.135.100 € è www.daispa.net è olto più alto della Intervista al presi- lo più di problemi di terreno, di media, magrissimo, in possibili specie coltivabili, di queuna giacca a taglio dente della Compa- stioni da agronomi con tanto di sportivo di cammello, gnia Agrosocial Igo termini incomprensibili ai proMichele Sammartini mi accoglie fani. Il tempo passa velocemente Sammartini Lda sull’uscio di una immensa sala riuparlando di aneddoti, mais e dinioni. serbi. La sua statura metterebbe certamente in soggezione Poco piacevole, come una frustata, arriva il richiamo se non fosse per l’indelebile sorriso che gli dona una di Enrico Storti, presidente di DAI e padrone di casa, sembianza affabile e mettono quasi istantaneamente che fino ad allora era rimasto defilato, impegnato a a proprio agio. Due piccoli occhi socchiusi nel sorriso rispondere alle numerose chiamate al cellulare e ad e sottolineati dalle zampe di gallina tradiscono molti inviare mail. Ci riporta ai nostri ruoli ricordandoci il anni di esperienza. poco tempo a nostra disposizione. Un poco dispiaVeneziano, di città, un tempo agricoltore al confine ciuto, parto subito con l’intervista. tra le province di Padova e Verona; ha varie parteci- Michele Sammartini, finalmente in Italia dopo pazioni in società di consulenza e, soprattutto, è pre- quanto tempo passato in Mozambico? sidente della Compagnia Agro Social Igo Sammartini «Beh, sono cinque anni che sono in Mozambico. Dal 2 giuLda, la società che ha in gno del 2009. Tra il 2009 e i concessione dal goprimi mesi del 2010 ho fatto verno Mozambicano i vari giri avanti e indietro per terreni oggetto dell’invedere le terre e sceglierle. teresse partecipativo di Sono stato in Sudafrica, in DAI spa. Australia, in Brasile, ma poi Lo conoscevo solaho scelto il Mozambico. Permente per averne senché?». tito molto parlare e per Si rivolge la domanda da aver più volte visto i filsolo come se se la fosse mati in cui era interviposta chissà quante volte. stato. «Perché è un’Africa piena d’acCi sediamo per iniziare qua, la popolazione è mite, ha quella che dovrebbe esuna struttura politica ancora sere un’altra intervista. giovane ma che dà delle gaDavanti a Michele un ranzie». bicchiere di plastica nel Sammartini si accende una quale galleggiano già sigaretta e continua a parvari mozziconi. Dopo i lare. convenevoli accavalla le «Le terre sono sconfinate. Michele Sammartini nel corso dell’intervista conlunghe gambe e si acSiamo in una pianura di cessa ai primi di maggio durante la sua breve percende una sigaretta. 8.000 ettari ricca di acqua e manenza in Italia Iniziamo a parlare per senza alberi. Talmente ricca M Michele Sammartini: un veneziano nella savana newsletter DAI 4/2014 pag. 1 di acqua che in questi primi anni ho scavato ben 45 km tra canali e fossi per scolo e irrigazione. Il grosso problema è la gestione delle erbe spontanee che formano la savana e che continuano a ricrescere. Quando abbiamo iniziato i lavori, il terreno era pressoché impermeabile e le radici delle piante formavano una rete che sembrava d’acciaio e continua a dare problemi. Siamo riusciti a far cambiare faccia a queste terre e da quella che era una savana con paludi, oggi ne abbiamo ricavato un’azienda agricola. Sarà anche vero che le concessioni cinquantennali costano pochissimo e sono rinnovabili per altri 25 anni, ma è anche vero che sono terre mai coltivate. Oggi una concessione, simile alla nostra, di 2.000 ettari, già preparata con le strade, i canali di irrigazione e di scolo, ha un valore! Anche la posizione è abbastanza favorevole: dista da Maputo 200 km di strada asfalta e 13 km di sterrata che diventa sapone quando piove. Questo terreno argilloso-limoso con la pioggia lascia passare, a fatica, solo i trattori». Di tutta la concessione, quanti sono oggi gli ettari di superficie, per cosi dire, coltivabile? «Una sistemazione primaria è stata fatta su 1.000 ettari. Adesso bisogna terminare con il livellamento e costruire le chiuse ai canali di scolo. Ho già diviso la superficie in appezzamenti di circa 40 ha (1.000 metri di lunghezza per 400 m di larghezza delimitati da strade). Ogni 400 metri c’è un canale per permettere la gestione delle macchine per l’irrigazione (che hanno 400 metri di tubo). Per poter dire che è “una campagna” come la intendiamo noi bisogna ancora lavorarci, ma siamo sulla giusta via! Abbiamo la lama livellatrice, abbiamo il laser per dare il livello ... ma non voglio lavorare in profondità e portare in superfice della terra che non ha mai visto il sole». Michele sfodera il suo approccio a questi terreni vergini intanto che il mozzicone della sigaretta, sfregolando, si spegne nel bicchiere assieme agli altri. La scelta allora è quella di lavorare superficialmente i terreni limitatamente all’essenziale? «Mi hanno criticato molto perché non ho portato gli aratri. A parte il fatto che ne servirebbero molti... molto lar- Parte dei terreni nei quali è stata ricavata l’azienda CASIS LdA nel loro stato originario, prima dell’inizio dei lavori di sistemazione iniziati nel 2011. Con l’assenza di piante arboree, le speci spontanee creano un tenace reticolo di radici. La mancanza di regimazione dell’acqua rende, durante il periodo della piogge, questa pianura, un immenso acquitrino pag. 2 4/2014 newsletter DAI Attualmente sono stati scavati oltre 45 chilometri di canali. Sopra: il primo canale scavato nel 2011. A lato: pompaggio dell’acqua possibile grazie al macchinario arrivato con la nostra presenza. Sotto: altri canali di irrigazione e scolo di secondo grado. In basso a destra: l’irrigazione è oggi possibile grazie ai piccoli canali newsletter DAI 4/2014 pag. 3 Michele Sammartini con un gruppo di operai mozambicani specializzati all’uso e alla manutenzione delle macchine. Per loro è motivo di orgoglio fare parte dell’azienda, di potere disporre di macchinario così moderno, e ne fanno, in tutte le occasioni, motivo di vanto. A destra il regolo di Xai-Xai, l’equivalente del nostro sindaco, durante una visita in azienda. Il rapporto di amicizia e di stima con Michele, costruito nel tempo, è stato, ed è quotidianamente di grande aiuto ghi e pesanti ... e poi si fa fatica ad utilizzarli correttamente da noi, figuriamoci lì dove non ne hanno mai visto uno. Ho fatto la scelta di lavorare il terreno in profondità per arieggiarlo e poi prepararlo superficialmente con gli erpici a dischi che tagliano meglio le radici delle infestanti. Quando saremo a regime al posto dell’erpice a dischi si potrà passare ai chisel perché più veloci e più efficaci nell’affinare il terreno. Quando il terreno avrà raggiunto un equilibrio si potrà far ricorso alla semina su sodo. E’ poi necessaria l’attività di manutenzione periodica dei fossi, dei canali e delle strade, perché avendo piogge torrenziali bisogna impedire che si formino ristagni e che ristagni e che l’acqua possa prendere anche la minima velocità per evitare l’erosione. …in due ore ho visto scendere 80 mm di pioggia!». In azienda è stato portato dall’Italia un parco macchine che farebbe l’invidia di molte aziende agricole moderne, composto da trattori di ultima generazione e vari attrezzi per la lavorazione del terreno, la semina, il diserbo, l’irrigazione e una mietitrebbia per pag. 4 la raccolta. Immagino che non sia normale nelle aziende mozambicane questo livello di meccanizzazione? «Assolutamente no. Ad oggi è l’unica azienda agricola esistente in Mozambico e che si possa chiamare con questo nome. Alcuni professori di meccanica agraria vengono da noi per vedere macchine che non avevano mai visto al lavoro. Ci sono altre realtà che si assomigliano alle aziende agricole, gli zuccherifici che di media hanno 16.000-20.000 ha di canna da zucchero. Ma non hanno l’azienda agricola che coltiva con una produzione organizzata a partire dai campi. I lavori sono realizzati da terzisti che arrivano dal Sudafrica mentre la raccolta viene fatta a mano per dare lavoro. C’era in passato un’azienda agricola che si chiamava MIA, fondata da un lord inglese che ha però commesso l’errore di farla gestire a dirigenti portoghesi senza conoscenza delle macchine che l’anno mandata al fallimento. C’è un altro impianto costruito dall’ex Germania dell’Est, subito dopo la guerra civile nel 1992, per gestire una produzione di 75.000 quintali di riso, con pulizia, essiccazione, stoccaggio 4/2014 newsletter DAI Sopra: le casette per i dipendenti dell’azienda che arrivano da altri villaggi per i quali Michele Sammartini ha fatto costruire delle piccole case in muratura. Sopra a destra: con la nascita dell’azienda si è generato un piccolo indotto economico che ha fatto sorgere delle attività di negozio. A fianco: Michele Sammartini mentre accompagna il predente della Repubblica mozambicana, Armando Guebuza, alla sua prima visita in azienda nel 2012. ecc.. Mai usato. Oggi è completamente abbandonato, ormai un unico ammasso di ruggine. Cattedrale nel deserto». Michele, prende un’altra sigaretta dal pacchetto sul tavolo, l’accende e tira una lunga boccata prima di continuare. «E’ un peccato perché sono miliardi buttati via senza portare nessun beneficio al territorio». Come viene vista questa presenza imprenditoriale agricola italiana nel contesto sociale? «Sono molto orgoglioso, ma non voglio neppure “incensarmi” ... alla fine non ho fatto niente di più di quello che mi sentivo di fare. La mia statura ha sempre incusso molta impressione: ho cominciato a fare lavorare i locali con il badile per scavare dei fossi e sapevano appena che attrezzo fosse. Ho chiesto al regolo 50 lavoratori, ma ne sono arrivati solamente 3. Gli altri restavano a guardare. Quando hanno visto che il canale scavato a mano portava via l’acqua, piano piano, hanno chiesto tutti di venire a lavorare. Da lì è cominciato il mio inserimento in questo piccolo villagnewsletter DAI gio di circa 7.000 anime. Mi ha aiutato molto l’amicizia con il Regolo, il capo della comunità raffrontabile al nostro sindaco, che mi ha sostenuto sin da subito. Questo rapporto è molto importante perchè è la popolazione che formalmente ha in uso il terreno, lo Stato ratifica normalmente quanto la popolazione ha già accettato. All’inizio, quale contropartita alla concessione, il Regolo mi chiese di sistemargli la strada, i 13 km di sterrato. Gli risposi che essendo della Provincia si dovevano rivolgere al Governo provinciale e che io ero disponibile ad aiutarli concretamente su qualcosa che fosse effettivamente utile solamente alla comunità interessata dalla concessione che chiedevo. Mi hanno allora chiesto l’acqua. Ancora prima di ottenere la concessione, mi sono attivato e dopo 20 giorni avevano un pozzo profondo 60 metri, una cisterna di 10.000 litri, e l’acqua potabile analizzata dall’università. Questo mi ha portato un’aura di santità come il dio della pioggia. Lo stesso Regolo mi ha già detto che sono uno di loro. I rapporti sono quindi molto buoni: quando la comunità mi chiede qualcosa, ne discuto con loro le modalità e la faccio». E’ da questo villaggio che vengono tutti i lavoratori? «Si, quasi tutti. Ce ne sono 10 che arrivano da villaggi vicini e per loro ho costruito delle casette, dove abitano, dentro il perimetro all’azienda». Le sue risposte sono sempre più personali, si sente distintamente partecipe dei problemi dell’ azienda. Lo fa 4/2014 pag. 5 in modo naturale, lasciando trasparire solo un piccolo distacco emotivo sufficiente a garantirgli la necessaria obiettiva lucidità. Con l’inizio degli incassi dei primi raccolti, i villaggi hanno tratto benefici? «Molto, ma non tanto dagli incassi dei raccolti dell’azienda, ma dagli stipendi: nell’economia locale la Companhia significa 45 stipendi sicuri. - Michele lo sottolinea scandendo le parole - 245 persone che mangiano 2 volte al giorno! Che la piccola economia, poi, stia migliorando lo si nota … dai contatti con i commercianti indiani i locali hanno appreso il piccolo commercio e questo fa sì che, quotidianamente, abbiano sempre qualche spicciolo in tasca da spendere. Negli ultimi tempi, poi, sono sorte 7 o 8 piccole osterie, “baracche” come le chiamano, con musica a tutto volume, birra, acqua, panini (solo pane) e altra mercanzia. L’altro indicatore è l’aumentano delle richieste di finanziamento alle banche per comprare i mattoni per costruirsi le case al posto delle capanne di paglia». Dal punto governativo come viene vista l’azienda? «Il mio primo rapporto è stato con il Governatore della Provincia di Gaza che, pur non essendo la più grande del Mozambico, è di 75.000 kmq (il Portogallo è di 95.000 kmq). Il governatore è una persona per bene con il quale sono entrato subito in un rapporto di stima. Ogni tre-quattro mesi viene a visitare l’azienda e, per suo tramite, anche il presidente della Repubblica è venuto una prima volta per visitarla e, lo scorso ottobre, ad inaugurare l’anno agrario. Il presidente Armando Guebuza è rimasto positivamente impag. 6 Alcuni momenti della visita del presidente Guebuza in azienda, lo scorso novembre 2013, per l’inaugurazione dell’annata agraria del Mozambico. Qualche colorata immagine del comitato di accoglimento organizzato dalla popolazione locale. Qui a fianco, Sammartini mentre saluta il presidente mozambicano, Armando Guebuza pressionato perché ha visto che ero l’unico bianco in azienda mentre tutti gli altri erano mozambicani. Ha molto apprezzato i 10 ettari che abbiamo preparato per le coltivazioni della popolazione: in Mozambico lo chiamano “trasferimento de tecnologia” ma non abbiamo fatto altro che sistemare il terreno e dare alla popolazione un poco di seme certificato, per evitare che riseminassero quello raccolto l’anno prima come loro abitudine di risparmio». A Michele, stretti nel suo constante sorriso, gli si illuminano gli occhi e il suo racconto diventa anche più deciso e incalzante. Si accende un’altra sigaretta. «Quando hanno raccolto il loro mais, con un risultato da loro stimato “molto buono”, il villaggio, in segno di riconoscenza, ha inviato in azienda 60 persone che hanno lavorato per due giorni a raccogliere il mais a mano. Con le Istituzioni ho un rapporto molto buono, di amicizia e stima: non ho mai avuto uno sgarbo. E’ un popolo che mi coinvolge, mi prende...». Quando sente parlare di land grabbing, cosa pensa? «Ho riflettuto molto sul land grabbing. Appena arrivato mi sono reso conto che poteva apparire come un vero e proprio furto di terra. Vedendo da vicino il problema poi ho capito che aveva due chiavi di lettura: da un lato è vero che quando arrivi togli l’uso della terra a questa gente, che però non la lavora, dall’altro è vero che chi arriva insegna ai locali a produrre. 4/2014 newsletter DAI Qui sopra, Michele Sammartini mentre saluta il presidente mozambicano, Armando Guebuza L’inaugurazione dell’annata agraria è stato un evento molto seguito dai media locali e nazionali Basta pensare che oggi in Mozambico viene praticamente importato tutto (ndr: il Mozambico è nell’elenco della Farnesina tra i Paesi a rischio guerre per il cibo) per capire quali possano essere i benefici che derivano da questi insediamenti “stranieri”. Vicino all’azienda ci sono i cinesi che hanno in concessione 20.000 ha. E’ vero che hanno occupato una grande fetta di terra, ma insegnano ai locali a produrre: raccolgono 70 quintali di riso per ettaro quando la media in Mozambico è di 2,5 quintali! Forse il concetto di Land Grabbing dovrà essere riconsiderato. Quando i locali avranno imparato, anche se arriveranno a produrne solo 50 quintali per ettaro, sarà un grande beneficio per il Paese. Si, i cinesi si sono presi i terreni di mezza Africa, ma lavorano 16 ore al giorno. È chiaro quando arrivano loro la popolazione locale si impensierisce perché vede una impostazione di lavoro così intensa estranea al suo DNA. Gente che lavora 16 ore al giorno (come tanti imprenditori veneti) fa lavorare anche i locali con lo stesso ritmo e, quando i mozambicani chiacchieroni si fermano per parlare, vengono redarguiti in cinese. Certamente è una coercizione ma, in qualche modo, stanno insegnando certe logiche anche per farli progredire. Si pone, invece, probabilmente un problema di land grabbing nel centro del Mozambico dove una associazione brasilianagiapponese-mozambicana ha preso in concessione più di due milioni di ettari (ndr: una superficie grande quanto il Friuli, Veneto e Lombardia messi assieme). E’ un’area coperta per lo più da boscaglia e non so quanta gente ci abiti e cosa riusciranno ad ottenere; probabilmente significherà spostare 10-15.000 abitanti ma, se c’è la volontà condivisa dalla popolazione, non sarà un problema. Il problema nasce quando non c’è una “coscienza” da parte di chi prende la terra in concessione, il concessionario: questa “coscienza” deve essere guidata dallo Stato che concede i terreni con delle condizioni che poi devono essere controllate. Se manca lo Stato, il concessionario può essere corretto come anche cercare di rapinare». Abbiamo capito che mettere in coltivazione questi terreni non è semplice. E’ la natura che prima di tutto va messa in riga? «Andare in Africa significa affrontare la grande forza della natura. Fare il contadino significa ogni giorno tagliare un ramo e avere a che fare con le intemperanze del clima. Quello che non è previsto da noi europei o dagli occidentali è accettare che queste popolazioni non abbiano assolutamente il senso del lavoro coordinato. Il comando che dai, e che ti sembra di avere dato in modo chiaro e che sia stato compreso, in realtà non viene capito perché non è parte della loro cultura: non si può quindi andare là a comandare ... occorre studiare bene come poter trasmettere la nostra volontà, di cultura diversa, al loro usuale capire. Ad esempio, se vuoi far realizzare un lavoro con il trattore, devi salire con loro, fargli vedere per qualche ora cosa devono fare, finché non apprendono. Quando poi si dimenticano devi ricominciare. Ci vuole tanta pazienza... arrabbiarsi non serve a niente perché loro non ne capiscono il motivo. Ottieni il contrario di quello che aspetti perché ti guardano ma non ti ascoltano. Altro aspetto da considerare è la loro ingenua semplicità. Qui, se si rompe una vite impieghi una settimana per trovarla. Se non sei presente, i lavoratori locali per cercare di aggiustare la macchina che è senza vite, la vanno a prendere da una altra macchina. Quando userai l’altra macchina scoprirai che non funziona perché manca la vite che era stata tolta. La colpa poi non è di nessuno. Non puoi neppure sgridarli perché, a loro modo, hanno risolto il problema, certo, creandone un altro perché hanno paura a dirti che hanno rotto o si è rotta la macchina». State parlando, a livello gestionale, di saggiare newsletter DAI 4/2014 pag. 7 L’orgoglio di potere lavorare per la nostra azienda è motivo di vanto per i dipendenti locali. In questa foto i meccanici dell’azienda con lo sfondo del parco macchine di assoluta modernità e di riferimento per l’intero Paese in azienda nuove coltivazioni. Oltre al mais si sta parlando di fagioli, orzo e cos’altro? «Frumento, soia e girasole. Di girasole si parla già da un po’ ma sembra ci siano carenze di boro nel terreno ed è da verificare l’adattamento fotoperiodico della coltura (ndr: alternanza delle ore di luce e di buio che portano alla fioritura). Purtroppo non abbiamo un supporto locale perché manca la conoscenza. E’ tutto da fare ex novo. Anche gli enti pubblici preposti a certi rilevamenti, non sempre forniscono dati attendibili. Capita frequentemente di trovare dati fasulli, semplicemente messi per riempire la casella e dimostrare che si è fatto». La nostra presenza li può aiutare nell’apprendere l’importanza di certi processi? «Come è impostata la nostra azienda adesso certamente si. E ne sono molto gelosi. E’ nato tra i dipendenti come uno spirito di corpo che li rende orgogliosi e solidali, un poco come il Corpo degli Alpini. Si sentono partecipi di un’azienda che produce, non importa come e quanto, e loro lavorano lì. In azienda sono venuti il presidente della Repubblica, il governatore della Provincia, il Ministro dell’agricoltura, il Ministro della ricerca... Per loro sono degli dei ... e passano per l’azienda dove loro lavorano!». Volendo dare un messaggio ai soci e a coloro che vorranno diventarlo o vorranno finanziare questa attività, cosa si sente di dire loro? «Questa azienda sarà un riferimento per tutta l’agricolpag. 8 tura del mondo mozambicano. Vedo oggi un livello di interesse da parte delle autorità politiche che fino allo scorso anno non c’era. Agricoltura voleva dire assegnare 7 milioni di meticais per distretto da distribuire ai contadini, e non c’era più il problema. A livello di istituzioni, hanno finalmente cominciato a capire che il contadino deve diventare imprenditore ed imparare a comprare quello che serve, quando necessario. L’aiuto di Stato a pioggia taglia le gambe allo sviluppo: se lo Stato non mi ha dato, allora io non ritorno i soldi. E così non si innesta il meccanismo virtuoso. La Companhia ha la capacità di dare l’esempio e spingere i piccoli agricoltori ad osare». Ma perché noi e non i nostri vicini cinesi? «Certamente anche i cinesi assolvono il compito di stimolare, ma hanno un rapporto diverso con la popolazione. Generalmente non sono ben visti soprattutto a causa di difficoltà di comunicazione. Ad esempio, hanno sottoscritto dei contratti di lavoro con i locali scritti in cinese. Cosa potevano capire i mozambicani del cinese? E i cinesi del mozambicano? Neppure il portoghese può essere usato come lingua comune: il 50% della popolazione di Xai-Xai è analfabeta e parla il dialetto schangana; solo chi è andato a scuola capisce il portoghese (ndr: che è la lingua nazionale). Nei primi periodi avevo assunto in azienda una maestrina che veniva tre volte la settimana per insegnare a leggere e scrivere ai dipendenti. Mi ero accorto che quando dovevano firmare la busta paga si vergognavano 4/2014 newsletter DAI Il raccolto dei primi cicli di produzione è stato inferiore alle attese a causa delle difficolta ambientali ma per i mozambicani è stato un momento molto importante perché ha dato l’esempio che con il lavoro si possono ottenere risultato per loro neppure immaginabili a fare la croce. Una volta imparato a firmare non hanno però più voluto andare avanti». Michele prende in mano l’accendino ed estrae un’altra sigaretta. «Un giorno con il trattorista più bravo che abbiamo che si chiama Moisè, ho detto: “guarda che puoi andare più veloce”. Lui mi ha risposto in modo sibillino: “Signor Michele, lei ha l’orologio, io ho il tempo”. Alla fine è la loro filosofia. Noi abbiamo le stagioni che scandiscono i ritmi e le attività e ci portano ad organizzarci per prevenire le intemperie, programmare le attività, e la necessità del molto guadagno per poter spendere molto. Loro non hanno questa pressione: affrontano le notti fredde con un piumino e due cappelli ed è tutto, pioggia o sole per loro non cambia. Hanno un differente concetto di tempo e il nostro per loro non ha senso. Non so quale sia più giusto …». Nel frattempo anche Enrico Storti, offrendoci un caffè e ricordandoci l’orario, si inserisce nella nostra intervista e così ne approfitto. Enrico, qual è alla fine il legame tra DAI e Michele Sammartini? «Quello che ci lega a Sammartini è il raggiungimento di due obiettivi: creare una model farm e l’altro quello di aiutare l’economia primaria. Il primo ha la funzione di stimolare, in un futuro, un mercato potenzialmente interessante per i costruttori di macchine agricole italiani. Il secondo, umanistico, è di sviluppare l’agricoltura monewsletter DAI zambicana perché è sull’economia primaria che si basa lo sviluppo e il benessere sociale di crescita economica, di contrasto alla corruzione, alla criminalità per arrivare ad una democrazia più stabile». Sammartini, accendendosi la sigaretta dopo il caffè, puntualizza: «Questo concetto di democrazia io lo vedo anche dal loro punto di vista: c’è il presidente della Repubblica, ma alla fine decide tutto lui. Tutti i presidenti dei Paesi africani sono dei piccoli dittatori. Lo devono essere perché è talmente esiguo il numero delle persone che producono, quelle che fanno funzionare queste piccole e stentate economie, che se non adottassero questi atteggiamente le persone al di fuori delle logiche di sviluppo, che non fanno nulla, non verrebbero regolate da niente e nessuno». Segue nella prossima Newsletter 4/2014 CE pag. 9 La semina: chi ben comincia... N ella nostra azienda si stanno La semina è il mo- ressante per le potenziali opportunità oramai concludendo i lavori che potrebbero sbocciare in un prosmento più delicato, simo futuro, ma non precorriamo i di raccolta del mais seminato ad agosto-settembre dello l’inizio della coltiva- tempi. Lo stesso discorso vale per i scorso anno. Non abbiamo ancora i rifagioli e la soia, coltivazioni che sasultati produttivi definitivi, informa- zione, e richiede molte ranno destinate al mercato locale per zioni che contiamo di fornirvi con attenzioni che vanno soddisfare la cronica carenza di cibi dovizia di dettaglio nella prossima proteici del Paese. dalla scelta del seme, newsletter. Per quanto riguarda il mais, dopo In modo pressoché parallelo sono all’adozione di tutte le l’esperienza positivissima per l’andacontinuati i lavori di manutenzione e mento delle quotazioni di mercato cure necessarie per lo di preparazione dei terreni a ricevere locale, ma non del tutto positiva le nuove semine. Si prevede di aunella scelta della varietà, comporterà sviluppo delle piante mentare la superficie coltivata anla scelta di un ibrido con un ciclo di dando a seminare anche alcune sviluppo un poco più breve. parcelle che non eravamo riusciti sino ad oggi a mettere Era stata scelta, su suggerimento dei nostri agronomi, in coltivazione. Le specie che gli amministratori hanno un ibrido con un ciclo di sviluppo (dalla maturazione deciso di mettere in coltura sono: mais, soia e orzo. alla raccolta) di 141-160 giorni (per gli addetti ai lavori, L’orzo in effetti è una novità, a quanto pare molto inte- classe Fao 800) che abbiamo visto non essere l’ideale per la dinamica delle lavorazioni aziendali e per l’ambiente. Il mais da semina (foto a sinistra) è un ibrido che viene ottenuto incrociando una pianta femmina e una pianta maschio dai patrimoni genetici ben definiti e che si esalteranno nelle piante figlie tutte uguali (come tanti gemelli). A fianco i semi di mais ricoperti di fitofarmaci che ne favoriscono la germinazione impedendo lo sviluppo dei parassiti del terreno. Sotto le pannocchie che saranno prodotte dal seme usato Il cantiere di semina che DAI ha a disposizione per la semina è composto da un trattore Same e una seminatrice Tonutti. La capacità lavorativa di questo abinamento può raggiungere nelle condizioni ideali di lavoro i 20 ettari al giorno Potrebbe nascere in molti la domanda del perché la scelta del mais come coltura dominante. La risposta non può che essere articolata. Oltre ad essere un cereale ormai base nell’alimentazione umana ed animale, entrare in una miriade di utilizzi ed essere una delle produzioni agricole più commercializzate a livello mondiale, si tratta di una pianta dalle caratteristiche produttive da Formula 1. Per essere più chiari, in modo sintetico, il mais ha un patrimonio genetico che gli permette di continuare a crescere in condizioni dove altri tipi di piante si arrestano (alte temperature, alta luminosità, scarsità di anidride carbonica, ecc.). Chicchi di orzo da birra che si differenzia da quello per altre destinazioni, sostanzialmente, per il tipo di malto che produce. Dalla varietà dipende molto l’adattabilità ambientale e l’aromaticità data al malto Le macchine per la semina La semina è il primo atto della coltivazione e dal quale dipende, in larga parte, la riuscita delle coltura. Supponendo che la scelta della varietà e la preparazione del terreno (gli addetti al settore lo chiamano il “letto di semina”...) sia avvenuto nel modo corretto si procede, appunto, alla semina. Oggi questo intervento si effettua con macchine che depongono i singoli chicchi su file parallele, a distanze e profondità predeterminate, chiudendo poi il solco realizzato dagli organi meccanici che aprono il terreno. Le seminatrici sono macchine agricole tra le più antiche anche se la loro reale diffusione si può far risalire a poco più di un secolo! Esistono oggi sul mercato varie tipologie di seminatrice sinteticamente classificabili in funzione della modalità di deposizione del seme e della larghezza di CE lavoro. Continua la raccolta! B envenuti! Benvenuti ai 31 nuovi soci che si sono uniti all’avventura dall’inizio dell’aumento di capitale. Approfittiamo per ricordare a tutti i Soci e a coloro che sono interessati a diventarlo, che continua la raccolta di quote di partecipazione come da delibera dello scorso inizio dicembre. Per informazioni consultare il sito o scivere una mail a: [email protected]. SOCI NUOVI SOCI Quota minima 4.000 azioni Quota minima 8.000 azioni newslet4/2014 pag. 11 Il boom immobiliare del Mozambico E difficile dare la colpa ai visitatori nel trovare il Mo- Tutto ciò ha alimentato un boom dei prezzi immobiliari. zambico così attraente: ha un clima tropicale, 2.500 chilometri di coste per lo più incontami- I nuovi imprenditori edili nate, possibilità di immersioni eccellente e una crescita Oggi, ogni impresa edile vorrebbe costruire proprietà di lusso perché consentono elevati profitti: permettono di economica tumultuosa. Il rapido sviluppo economico sta attirando investitori costruire con un costo di 1.000 dollari per metro quadrato e vendere a 4.000 dollari. stranieri che vogliono trasferirsi qui. Con l’indipendenza La fretta di sviluppare le proprietà di La crescita del Paese, in coincidenza con la crisi economica in Europa, ha conquistata solamente fascia alta e l’aumento generale dei prezzi hanno iniziato a spingere gli inportato molti portoghesi alla loro ex 38 anni fa, oggi il vestimenti mozambicani verso il matcolonia in cerca di una economia più vivace e migliori prospettive occupa- Paese sta affrontando tone. L’affitto a Maputo è raddoppiato o trizionali. Oggi possono accedere a il ritorno degli europlicato negli ultimi due anni: un apscuole internazionali, moderni supermercati, centri commerciali e un pei quali investitori partamento nuovo con tre camere da letto costa 7.000 dollari al mese. discreto sistema sanitario. immobiliari nelle sue La domanda di nuove abitazioni a MaIl grande sviluppo del settore estrattivo-minerario ha richiamato una città e sulle sue bellis- puto è alimentata non solo dagli stranieri ma anche dalla naturale crescita folta presenza di stranieri e, inoltre, sime coste demografica e dalla migrazione dalle ha dato impulso ad una classe media aree rurali alla città. e imprenditori locali che sono alla ricerca di nuove opportunità di business o di carriera. Con tassi di interesse bancari del 16-20% non è molto Veduta della città di Maputo. La città, capitale del Mozambico, è in forte continuo e tumultuoso sviluppo pag. 12 4/2014 newsletter DAI I nuovi residence del quartiere di Sommerchield sono chiramente costruiti con gusto e parametri occidentali Lo sviluppo del settore minerario-estrattivo, petrolifero, ecc., come la rapida crescita degli altri settori economici, sta facendo lievitare anche i prezzi degli uffici in centro a Maputo. Nella foto il monumento ai caduti della rivoluzione. conveniente spuntare mutui a prezzi accessibili e questo stimola più il mercato degli affitti che quello degli acquisti. E’ vero, però, che solo 20 mesi fa il tasso di interesse era del 26% e quindi sta scendendo molto rapidamente. Il quartiere di Sommerschield a sud di Polana Caniço, ad esempio, si è già trasformato in una comunità di occidentali. Il canone di affitto è salito e prezzi doppi di quelli di acquisto lasciando a pochi mozambicani la possibilità di viverci. Gli acquirenti della nuova borghesia stanno cominciando a spostare la loro attenzione a immobili di livello medio. Questo spostamento della domanda si sta già registrando a Maputo dove il governo sta migliorando le infrastrutture e dove una nuova tangenziale aprirà più aree edificabili per abitazioni di classe media . La normativa sul suolo Alcuni imprenditori sono scoraggiati dalle leggi sulla proprietà immobiliare del Paese, che affermano che tutta la terra appartiene allo Stato. Gli imprenditori possono chiedere in concessione la terra per 50 anni, e l’affitto può teoricamente essere rinnovato a tempo indeterminato. Tuttavia, poiché i primi contratti di affitto sono stati stipulati solo dopo l’indipendenza (ndr: avvenuta nel 1992) nessun contratto è giunto al rinnovo per mettere questa regola alla prova . Dal 2007 la legge ha permesso agli stranieri di costruire 2newsletter DAI Pur in leggero rallentamento, è ancora fiorente il mercato delle location turistiche sia come multiproprietà che come residence singoli, soprattutto nelle location sul mare di maggiore pregio immobili o acquistare un immobile su un terreno che il Governo ha dato in concessione. L’edilizia turistica Molti acquirenti di immobili in località turistiche provengono da Sudafrica, Brasile, Portogallo e dagli Emirati Arabi, ma investire in immobili è sicuro solo con il supporto di professionisti locali che conosca bene il sistema e le leggi fondiarie. Una delle considerazioni più frequenti è che, per il costo di una vacanza all’estero, si può acquistare una multiproprietà di uno chalet in spiaggia per 50 anni (che può essere poi affittato) e in più si avrà la rivalutazione del capitale quando si deciderà di venderla. Non c’è quindi il rischio di perdere il terreno perché è di proprietà dello Stato e se lo Stato rivolesse il terreno dovrebbe acquistare le costruzioni erette. Le località più apprezzate sono Inhambane, Ponta do Oura, Vilanculos, Pemba e Bilene, sino ad arrivare alCE l’esclusiva Benguerra Island. 4/2014 pag. 13 Il grande Limpopo I l Limpopo è un fiume che nasce nella catena montuosa del Witwatersrand in Sudafrica per sfociare nell’Oceano Indiano nei pressi del porto di XaiXai, in Mozambico. Il suo percorso è lungo 1.600 km (1.770 km secondo altre fonti) ed è il secondo fiume, per lunghezza, dell’Africa australe. Come termine di paragone, il fiume Po è lungo 652 km. Il fiume Limpopo disegna la più fertile pianura del Mozambico dove si trova la nostra azienda PIMA PARTE Il suo bacino idrografico si estende per 415.000 km². Il Limpopo segna per 640 km il confine tra il Sudafrica sulla riva destra e il Botswana e lo Zimbabwe, rispettivamente a nord-est e a nord. Il corso del fiume è contraddistinto da numerose rapide. Una volta ricevuto il suo affluente principale (il fiume Olifants/Letama) diventa navigabile fino al mare, sebbene il letto sabbioso impedisca l’accesso a navi di grande tonnellaggio durante la bassa marea. In Mozambico, il Limpopo, riceve da nord il fiume Changane. Le sue acque hanno un corso lento e sabbioso poiché le piogge sono stagionali e inaffidabili. Negli anni di siccità, la parte superiore del Limpopo scorre per una quarantina di giorni o anche meno. L’area del bacino idrografico superiore è arida e corrisponde al deserto del Kalahari. Il bacino inferiore è costituito invece da un’area tra le più fertili dell’Africa, densamente popolata e occasionalmente interessata, durante la stagione delle piogge, da alluvioni che possono arrivare a causare gravi danni e vittime. Il Bacino del fiume Limpopo si estende dal Sudafrica sino all’estuario vicino a Xai-Xai per oltre 1.600 km. La pianura formata è estremamente fertile ma non essendoci invasi per l’acqua, il Mozambico importa molti dei prodotti agroalimentari. Foto satellitare della porte terminale del corso del Limpopo nella quale è indicata la posizione della città di Xai-Xai che il fiume lambisce prima di immettersi nell’oceano Indiano e dove si trova la nostra azienda. pag. 14 4/2014 newsletter DAI A FIANCO: la diga sul Limpopo di Chirrunduo che si trova sempre nella provincia di Gaza, a monte rispetto alla nostra azienda e che si è dimostrata insufficiente a gestire una portata eccezionale di acqua. A questa sarà presto affiancata un’altra diga decisa dopo l’alluvione del 2013 che ha colpito anche i nostri terreni. AL CENTRO: una bella immagine del tortuoso percorso della parte finale del Limpopo durante il gennaio del 2013. Si notano le aree esondate. IN BASSO: il lento e imponente decorso della parte finale del fiume. L’acqua del Limpopo viene incanalata nelle nostre terre e utilizzata per l’irrigazione delle coltivazioni Nel bacino del fiume, che corrisponde a un’area di circa 413.000 km² (quasi 1,5 volte la superficie dell’Italia), vivono 14 milioni di persone. La mancanza di invasi e la cattiva regimazione idrica, fa si che la popolazione soffra periodi di siccità che portano fame e malnutrizione a vaste fasce di popolazione. Il Basso Limpopo, durante la dominazione portoghese, ha ricevuto opere importanti di regimazione idrica con la realizzazione di un consorzio di bonifica che è stato abbandonate durante la guerra ci- newsletter DAI 3/2014 pag. 15 L’ambiente fluviale è necessaria alla vita di molti animali. In alto un airone cenerino che nutrendosi di pesci è molluschi si trova spesso a nidificare in prossimità del fiume. Altro animale sempre meno numeroso, ma indigeno del Limpopo, è l’ippopotamo. Gli operai della nostra azienda hanno segnalato qualche danno alle coltivazioni di mais che pare essere appetito da questi bestioni. Femmina di un gallinaceo che abita le praterie adiacenti il corso del fiume e sotto un passeriforme dalla livrea sgargiante. Le coltivazioni di cereali sono particolarmente attrattive per questi animali. Anche i pesci non mancano: una femmina di Archocentrus nigrofasciatus, apprezzato negli acquari e noto come pesce zebra, emblema dei pesci del Limpopo. Come in tutte le aziende agricole gli animali si presentano spesso davanti alle porte di casa. Così gli amministratori di D.A.I. sono riusciti a fotografare questi animaletti: una chiocciola dal guscio particolarmente allungato e un bell’esemplare di rospo in battuta di caccia notturna. vile. Nel corso della stagione delle piogge, ossia nel periodo tra novembre e febbraio, è infatti raccomandabile la massima cautela evitando le zone ove maggiore potrebbe essere l’esposizione al rischio di inondazioni, come alveo dei fiumi, casse naturali di espansione, colline a ridosso di corsi d’acqua, ecc. [segue] CE pag. 16 4/2014 newsletter DAI Continuano le tensioni politiche nel centro del Paese N on sembra allentarsi la tensione politico-militare nella zona centrale del Paese che nelle scorse settimane a portato anche a, circoscritti, atti di violenza nella Provincia di Sofala lungo la strada EN1, in particolare, nel tratto tra il fiume Save e Muxungue. La Farnesina consiglia, nel caso fosse necessario attraversare questa zona, di ricorrere ai convogli scortati dalle forze di sicurezza mozambicane. Negli ultimi tempi, soprattutto a Maputo, sono in aumento episodi di criminalità tra cui aggressioni a scopo di rapina operati da gruppi armati, anche alle automobili in transito nella zona del Lungomare. Si segnala inoltre che nella capitale hanno avuto luogo recentemente alcuni episodi di rapimento e di estorsione a danno di cittadini stranieri. La Farnesina raccomanda cautela e di evitare spostamenti a piedi nelle ore serali e notturne e di portare con sé i propri documenti per i frequenti controlli da parte delle autorità locali di sicurezza. ■ In Mozambico il Sistema Italia punta all’agroalimentare L ’Italia e il Mozambico puntano a sviluppare il settore dell’agroindustria attraverso progetti interfiliera: è l’obiettivo del memorandum siglato dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, con Cpi, Centro di promozione investimenti Mozambico, Cta, Confederazione delle imprese mozambicane, Ipeme, Istituto per le pmi mozambicane, e Igepe, Istituto per la gestione delle partecipazioni dello Stato. «In Africa - ha detto il vice ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda - è in corso un enorme processo di sviluppo e diversificazione economica con previsione di Il presidente di Confindustria, Giorgio crescita dei consumi che Squinzi oggi impongono alle nostre imprese di posizionarsi su alcuni mercati dell’area». L’Italia, ha sottolineato Calenda, «si pone quindi come partner ideale per queste economie grazie alla forza del nostro export, dai beni di consumo a quelli strumentali, e all’esperienza maturata in Africa dalle nostre imprese nel settore delle innewsletter DAI frastrutture. Per promuovere gli scambi e gli investimenti in questa regione, abbiamo varato insieme al ministro degli Affari esteri un “Piano Africa”, la cui prima iniziativa sarà la missione imprenditoriale del sistema Italia il prossimo 19-21 maggio in Mozambico. Lo sviluppo economico dei Paesi africani, ha spiegato il presidente del Comitato tecnico di internazionalizzazione di Confindustria, Paolo Zegna, «verra trainato dalle risorse naturali largamente presenti che avranno necessità, per essere sfruttate a pieno, di infrastrutture collegate. Un approccio interfiliera può fornire un valore aggiunto sostenibile e duraturo. In questa logica, sul Mozambico, Confindustria - ha concluso Zegna - sta lavorando per la promozione di progetti di sviluppo del settore agricolo, nell’ottica di offrire al Governo locale iniziative che prevedano un trade of tra i redditi derivanti dalle scoperte di gas e lo sviluppo di un settore ■ che occupa l’81% della popolazione». L’Italia finanzia la ricerca in Mozambico I giovani ricercatori mozambicani hanno oggi presentato alcuni lavori di ricerca al 1° Simposio dei master in biotecnologie dell’Università “Eduardo Mondlane”. Il simposio è stato organizzato nell’ambito del programma di formazione e aggiornamento del Centro di biotecnologie finanziato dal Governo italiano, da "Sardegna Ricerche" e dalle Università di Roma, Pisa e Sassari, per un importo Roberto Vellano, ambasciatore italiano in complessivo di 1,6 milioni Mozambico di euro. L’Italia ha firmato un accordo di cooperazione con l’Università "Eduardo Mondlane" già nel 1976. L’ambasciatore d’Italia, Roberto Vellano, ha sottolineato come l’integrazione progressiva del Mozambico nelle reti di ricerca e di collaborazione scientifica internazionali richieda competenze sempre più elevate, in grado di sostenere le grandi priorità del Paese, dalla lotta alla povertà allo sviluppo agricolo, dal controllo delle malattie infettive alla protezione ambientale. ■ 4/2014 pag. 17 Immagini dal Mozambico E’ passato qualche tempo ma il ricordo è ancora vivo in tutto il villaggio: l’arrivo in azienda della grande macchina rossa. E’ impresso nella memoria di tutti come un grande evento, come momento di festa ma, sopratutto, come grande esperienza di lavoro di squadra. Le mietitrebbie (questa è la specie della grande macchina) viaggiano con gli pneumatici smontati per ridurre la larghezza di trasporto. E’ stato necessario, una volta rimontate le ruote, preparare una rampa in terra per fare scendere il gigante buono. Che giornata! pag. 18 4/2014 newsletter DAI
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