“Uno skipper deve fare così”

magazineSET14
“Uno skipper deve fare così”
Norma Nardeschi a ventisette anni ha
realizzato il sogno di molti, diventando
una skipper e in questa intervista
racconta come ci è riuscita
e i trucchi per comandare una barca
in tutta sicurezza e, soprattutto, come
gestire equipaggi sempre diversi
NORMA
NARDESCHI
Nata a Bari
ventisette anni fa,
ha praticato da
sempre vela sulle
derive. All’inizio di
quest’anno è
diventata una
skipper e naviga
ora al comando di
un catamarano
Lagoon 440.
S
kipper
donne, a zonzo per i
mari d’Italia, ce ne sono poche.
Ancora meno sono al comando di un
catamarano di quasi quattordici metri. Ci penso
mentre digito il numero di Norma Nardeschi.
Ho scoperto la sua esistenza e la sua vicenda per
caso, ma la scintilla è scattata subito, anche perché
questa ragazza di ventisette anni, nata a Bari, ha
realizzato il sogno di molti, quello di vivere della
propria passione, la vela. La voce che mi risponde
al telefono è squillante e Norma, scoperto il
motivo della mia chiamata, non si fa pregare a
raccontarmi come sono andate le cose. Iniziate,
come spesso capita, in un momento difficile.
LA PASSIONE DI SEMPRE
“A febbraio di quest’anno vivevo un periodo di
grandi dubbi. Da quando ho undici sono andata
in 420 a livello agonistico, poi sono diventata
istruttore federale, mentre mi laureavo in
economia e commercio. Dopo un periodo a
Barcellona, dal 2010 ho iniziato a insegnare
Optimist a tempo pieno. Poi nel 2013 quella che
sembrava la grande occasione: grazie a uno
sponsor ho ripreso l’attività agonistica in 470 con
l’obiettivo di qualificarmi per i Giochi Olimpici
di Rio 2016. Ma il sogno è durato pochi mesi, >>
settembre VELA 27
magazine
<< all’inizio di quest’anno lo sponsor se
n’è andato”. Come ripartire, con una
stagione da istruttore già iniziata e con
molta esperienza di deriva, ma poca sui
cabinati, eccezion fatta per qualche
crociera con gli amici?
UN INVESTIMENTO PER IL FUTURO
“Certo, sapevo timonare, ma non ero in
grado di mettere le mani a bordo in caso di
guasti, soprattutto per quanto riguardava gli
impianti elettrici e meccanici”. L’occasione
per colmare queste lacune si presenta sotto
forma di un corso per skipper organizzato
da una società livornese, la MadMax charter,
con la finalità di formare persone in grado
di gestire l’imbarcazione a 360°. “Ho preso
la mia decisione e ho deciso di investire in
quella che è la mia grande passione.
Principalmente si è trattato di un corso
molto pratico (della durata di tre settimane,
ndr). Per i primi dieci giorni siamo
praticamente rimasti in porto a Livorno e
abbiamo smontato e rimontato il
catamarano (un Lagoon 500, ndr) da cima a
fondo, per imparare a conoscere anche tutti
i suoi aspetti più nascosti. Oltre a questo, mi
è stato molto utile il corso sui motori
entrobordo ospiti della Lombardini Marine,
dove ho scoperto davvero com’è fatto un
motore e dove mettere le mani... Poi
abbiamo navigato dieci giorni alla volta della
Corsica, scambiandoci al comando. Ho
scoperto che a bordo si può aggiustare
molto di più di quanto pensassi. Magari si è
solo scollegato un cavo; la difficoltà è sapere
dove passa quel cavo”.
ALLA RICERCA DELLA RADA IDEALE
Nuove nozioni che per Norma si sono
rivelate fondamentali dopo aver superato il
corso e ottenuto subito, sempre tramite
come lavora uno skipper
UN GRANDE VANTAGGIO
Uno dei vantaggi di un
catamarano rispetto al
monoscafo è il suo ridotto
pescaggio. Nel caso del
Lagoon 440, lungo 13,61 metri
e largo 7,70, il pescaggio
è di solamente 1,30 metri.
COME FUNZIONA IL CORSO MAD MAX
OBIETTIVO: DIVENTARE SKIPPER
Per essere un bravo comandante non basta saper navigare,
bisogna essere in grado di intervenire su ogni attrezzatura
“Meglio dieci uomini a bordo che una do nna: ci sono meno creme!”
MadMax, il suo primo imbarco. “Nella
prima settimana a bordo da skipper si è
rotta l’autoclave. Ero in fiera a Gaeta. I
visitatori salivano a bordo e mi trovavano
con la testa nel gavone!”.
Ma come si svolge la giornata tipo di uno
skipper? “Alla base di tutto c’è ovviamente il
meteo, che determina lo svolgimento della
giornata. Di solito cerco di portare
l’equipaggio almeno in un paio di rade ogni
giorno, ma dipende molto anche dalla loro
voglia di navigare. La mattina si fa colazione
in rada, anche perché non c’è cosa più bella
dello svegliarsi e tuffarsi subito in mare,
prima ancora di bere un caffé. Poi ci si
sposta per l’ora di pranzo e per sera cerco la
rada più riparata dove dare fondo per la
notte. Scelgo il luogo in base alla sicurezza
che mi dà: la mia rada ideale deve essere
protetta dal mare più che dal vento e avere
un fondale baso, tanto il mio catamarano,
un Lagoon 440, pesca solo 1,30 metri. Per
sicurezza, inoltre, tengo sempre pronta una
seconda ancora sul pulpito a prua”.
MALEDETTA
AUTOCLAVE
La continua
manutenzione
è uno degli
aspetti più
faticosi della vita
a bordo. “Dopo
ogni crociera,
effettuo una serie
di verifiche
standard degli
impianti di bordo,
dai filtri degli
scarichi allo stato
del motore e i
livelli dell’olio”,
spiega Norma.
IL LAVORO “NASCOSTO”
Ma la vita di uno skipper non è solo al
timone, sotto il sole e il vento. C’è un
TRE BAIE CONSIGLIATE DA NORMA NARDESCHI, IN SARDEGNA, NELL’ARCIPELAGO PONTINO E ALLE IONIE
í Cala Brigantino, Caprera. Situata
lungo la costa est, è una baia di sabbia
bianchissima e fine, formata da due calette.
Risulta anche abbastanza riparata dal
maestrale, e c’è posto per una sola barca.
í La Cattedrale, Palmarola. Non è una
baia molto protetta ed è difficile sostare (lo si
fa solo con vento da sud, perché il fondale è
profondo ed è meglio se si dà cima a terra.
Però lo spettacolo è incomparabile.
28 VELA settembre
uello cui ha partecipato Norma è un corso, nato 6 anni fa dall’esigenza di formare delle persone che, una volta terminato il corso, fossero capaci di gestire in totale autonomia un’imbarcazione a
360°, dalle avarie al meteo, per poi essere introdotti nella MadMax
charter o presso i suoi collaboratori. Il corso si articola nell’arco di tre
settimane full immersion, vivendo a bordo di un catarano di 15 metri, durante le quali si affrontano in maniera pratica tutte le problematiche che si possono presentare a bordo, smontando e rimontando
gli impianti per essere in grado di intervenire in qualunque momento, in navigazione o tra una sosta e l’altra. Per informazioni sul corso e sui costi www.madmaxcharter.it. Il prossimo in programma si svolgerà dal 10 al 29 novembre 2014 a Livorno.
Q
í Ormos Lakka, Paxos. Una baia a nord
dell’isola greca, chiusa e quadrata. Profonda
circa 400 metri, è un ottimo ridosso tranne
con venti da NE, si ormeggia su un fondo di
sabbia e alghe. Fate un giro in paese!
aspetto faticoso e spesso piuttosto
movimentato, che si svolge in poche ore,
quelle tra un imbarco e l’altro. “In effetti
appena termina una crociera, la prima cosa
da fare è portare a lavare la biancheria,
perché ho circa nove ore tra un imbarco e
l’altro. Poi ci sono delle verifiche standard
da effettuare ogni settimana, come la pulizia
dei filtri dei bagni. Non c’è niente di peggio
che iniziare una vacanza con un
bell’allagamento post
doccia! Anche i
controlli sul motore
sono fondamentali, dal
livello dell’olio
all’usura della cinghia.
Poi controlli che tutto
sia in ordine e pulito
nelle cabine”.
L’EQUIPAGGIO
Uno degli aspetti più
complicati (io non
potrei mai, per
esempio, ndr) è il
rapporto con
l’equipaggio che ha esigenze che niente
c’entrano con le condizioni meteo e la
sicurezza (fattori prioritari rispetto alla bella
baia e all’appuntamento con gli amici in un
certo luogo!). “Sta alla sensibilità dello
skipper capire il tipo di equipaggio che ha a
bordo e quindi venire incontro, se non
addirittura anticipare, le loro esigenze, se
possibile. In questo io sono avvantaggiata
dall’aver trascorso molti anni come
istruttrice. Addirittura, se percepisco un
grande interesse nella conduzione della
barca, torno quasi ad insegnare. Un giorno
mi sono ritrovata in pozzetto con fogli e
penna che spiegavo la differenza tra vento
reale e vento apparente!”
Tutto bello, ma ci saranno pure stati dei
momenti difficili, incalzo Norma, che mi
risponde ridendo.
“Pensa che al primo comando, ero l’unica
donna con un equipaggio di nove uomini,
grandi appassionati di immersioni. Veri
gentiluomini, che si facevano problemi al
momento di togliersi le mute! In realtà più
che momenti difficili, ci sono clienti un po’
più complicati”. Tipo? “Quando hai a bordo
quello convinto di essere un esperto, che
contraddice ogni tua decisione, bisogna fare
un bel respiro. O quando ti trovi davanti,
all’imbarco, un’intera famiglia equipaggiata
con quattro belle Samsonite rigide! E poi,
suonerà strano detto da una ragazza, ma
meglio avere a bordo dieci uomini che una
sola donna. È tutta una questione di ordine
a bordo: un uomo ha bisogno di meno
creme, un costume e una maglietta e la
vacanza è servita!”
Alessandro de Angelis
settembre VELA 29