Le complicità della giovane avvocatessa

Cosenza - Provincia
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CORIGLIANO È proseguito anche nella giornata di ieri il maxi-blitz della Guardia di finanza in ospedale per alcune presunte truffe alle assicurazioni
Le complicità della giovane avvocatessa
Emerge con forza il ruolo centrale assunto da un’aspirante legale che avrebbe avuto facile accesso ai reparti
CORIGLIANO Gli interrogatori di garanzia
Emilia Pisani
CORIGLIANO
Più di cinquecento cartelle cliniche sequestrate insieme al
computer del pronto soccorso
per analizzare i dati contenuti
al suo interno. Gli interi fascicoli documentali del reparto di
Ostetricia e Ginecologia relativi
al 2010 e la figura di una giovane laureata in giurisprudenza
che assume un ruolo sempre più
determinante
nell’inchiesta
contro falsi incidenti stradali e
danni di salute fasulli da essi
causati allo scopo di truffare le
assicurazioni.
Non si conoscono ancora, anche per via dello stretto riserbo
che stanno mantenendo in queste ore gl’inquirenti, i dettagli
dell’operazione scattata con un
maxi-blitz martedì mattina a
Corigliano che ha visto la Guardia di Finanza mettere a soqquadro l’intero ospedale cittadino, lo studio di un avvocato e
la casa di un medico.
A far scattare l’inchiesta è
stata la denuncia da parte di
una compagnia di assicurazioni
che ha sentito “odor di truffa” ai
suoi danni in un episodio particolare. Secondo l’incartamento
sospetto, una donna ha denunciato di aver perso il proprio
bimbo in seguito a un brutto incidente stradale. La gestante,
giunta al sesto mese di gravidanza, è dunque la protagonista di una storia dolorosissima,
che tuttavia non ha affatto convinto la Procura di Rossano,
guidata dal procuratore Leonardo Leone De Castris. L’aborto, secondo le prime indiscrezioni che cominciano a trapelare, ci sarebbe effettivamente
stato ma non sarebbe stato causato dall’incidente stradale, per
l’accusa montato ad arte. La
donna avrebbe perso il bambino per un aborto spontaneo, ma
l’ipotetica organizzazione specializzata in truffe alle assicurazioni avrebbe iniziato a produrre falsi certificati e documentazione per sostenere la tesi del
drammatico scontro tra veicoli.
Nella presunta organizzazione finita nel mirino della magistratura comparirebbero con un
ruolo di primo piano proprio
l’aspirante avvocatessa ed un
medico del pronto soccorso di
Corigliano. I controlli a tappeto
hanno tuttavia riguardato anche l’unità operativa di ortopedia del “Compagna” allo scopo
di venire a capo di altri sinistri
stradali con conseguenze fisiche per i protagonisti ritenute
dagl’inquirenti «un po’ troppo
esagerate» e talvolta inesistenti
al solo scopo di ottenere maggiori profitti dalla liquidazione
del risarcimento dei danni.
La giovane aspirante avvocatessa avrebbe avuto poi accesso
facilitato al reparto dell’emergency coriglianese non solo per
via “dell’amicizia” con il medi-
“Senza Terra”, Arturi
e Smurra rispondono
alle domande del gip
CORIGLIANO. Procedono gli in-
L’arrivo della Guardia di finanza davanti al pronto soccorso del “Compagna” di Corigliano
In sintesi
IL BLITZ Martedì mattina
l’ospedale “Compagna” di
Corigliano è stato “invaso” da finanzieri e agenti
di polizia stradale, accompagnati dai magistrati della Procura di Rossano. Il
blitz, che s’è concluso nella giornata di ieri, ha portato al sequestro di un ingente quantitativo di documenti, tra cui spiccano
circa cinquecento cartelle
cliniche e i computer del
pronto soccorso.
Le indagini sono condotte dalla Procura di Rossano
co, anch’egli indagato, ma anche perché a svolgere la funzione di vigilanza ci sarebbe tra gli
altri un suo congiunto.
Perquisizioni e sequestri, che
si sono svolti anche nella giornata di ieri non solo presso
l’ospedale cittadino, hanno dato il via alla notifica dell’avviso
Si sospetta una
truffa su larga
scala ai danni di
alcune compagnie
assicurative
Il “Compagna”
è stato perquisito
da cima a fondo
dagli uomini delle
Fiamme gialle
di garanzia nei confronti degli
indagati con tanto di spiegazione dell’ipotesi di reato a loro
contestato. Non si conoscono
ancora il numero delle frodi
perpetrate dalla presunta organizzazioni e l’ammontare del
danno subìto dalle assicurazioni. A quanto pare, tuttavia, sarebbe stato esposto un considerevole numero di denunce con
allegata la richiesta di cospicui
risarcimenti danni che sarebbero stati avvalorati, secondo
gli inquirenti, da falsi certificati
medici, false testimonianze e
dalla complicità di medici, avvocati e non solo.
Le indagini sono scaturite
dalle anomalie riscontrate da
molte assicurazioni a seguito
del moltiplicarsi di denuncie di
incidenti stradali da parte dei
Il procuratore Leone De Castris
privati che si fondavano esclusivamente sulla compilazione del
cosiddetto modello di constatazione amichevole di incidente
(Cai), nei quali la responsabilità
era sempre a carico di una sola
parte. Non si esclude che ci siano anche state delle testimonianze false per gli incidenti
presi in esame, tese a rendere
più veritiera la documentazione
attraverso una disputa tra le
parti in causa. Una vera e propria “organizzazione”, insomma, a queste latitudini di lontana ispirazione romana come
quella dei pubblicani Postumio
e Pomponio che finsero falsi
naufragi all’epoca dell’antica
Roma allo scopo di avere risarcimenti economici, “inventori”
in pratica delle frodi alle assicurazioni.
L’ABORTO SOSPETTO
L’indagine avrebbe la sua
origine in una particolare
richiesta di risarcimento
danni che ha fatto insospettire una compagnia
assicurativa. Nella documentazione, infatti, si raccontava di un drammatico
incidente stradale che
avrebbe provocato l’aborto di una donna al sesto
mese di gravidanza. La
compagnia assicurativa,
non credendo a questa
versione, ha spedito tutto
l’incartamento alla competente Procura di Rossano.
LE PERQUISIZIONI Oltre a
diversi reparti del “Compagna”, tra cui spiccano il
pronto soccorso e l’Ortopedia, sono stati perquisiti
uno studio legale e l’abitazione di un medico.
terrogatori di garanzia di
“Senza Terra”. Nella mattinata di ieri alcuni degli indagati,
interessati da misura restrittiva, hanno avuto la possibilità
di essere ascoltati dal gip Letizia Benigno, dal procuratore
Leone Leonardo De Castris e
dal pm Vincenzo Quaranta.
Ha parlato in particolar modo
Mario Smurra, responsabile
provinciale del patronato
Epas, difeso dall’avvocato Vincenzo Scarcello, che ha chiarito la sua posizione e il suo ruolo all’interno del sindacato. La
difesa di Smurra ha prodotto
anche una copiosa documentazioni per comprovare il “diritto-dovere” di conoscere tutto ciò che accadeva all’interno
dei diversi sindacati e patronati. L’avvocato Scarcello ha
chiesto per il suo assistito, sottoposto all’obbligo di firma, la
revoca della misura. Mario
Smurra è accusato di aver
concorso insieme ad altri imputati «con più azioni esecutive un medesimo disegno criminoso in veste di responsabile zonale dell’ente sindacale in
occasione delle competizioni
elettorali del 2010 per la nomina dei componenti del consiglio regionale quali partecipi
di un medesimo progetto politico e della medesima area
politica e quindi per sostenere
il candidato prescelto, che vedeva – si legge nell’ordinanza
del Tribunale di Rossano – lo
Smurra e Cataldo Russo
(coordinatore
provinciale
dell’Udc) assumere ruoli di
primaria importanza in forza
delle posizioni rivestite dal
primo nell’ambito della gestione sindacale di riferimento
e dal secondo in ambito politico rappresentando egli il collegamento in tale area tra le
strutture locali e quelle centrali utilizzando la struttura
del patronato Epas per gestire
e orientare le preferenze elettorali». Ieri anche Giorgio Arturi, sottoposto agli arresti domiciliari, difeso dall’avvocato
Pasquale Di Iacovo, si è sottratto all’interrogatorio di garanzia rispondendo alle domande. L’uomo ha evidenziato come il suo rapporto con la
cooperativa “Santa Caterina”
non riguardava la gestione
della stessa e che nel 2010 ha
avuto rapporti telefonici con
gli indagati Sergio Berardi e
Mario Smurra
ricopre l’incarico
di responsabile
provinciale del
patronato Epas
Francesco Linardi solo per
questioni personali. Arturi è
accusato tra le altre cose di
aver utilizzato strumentalmente «alcune cooperative
agricole per alimentare il mercato della compravendita delle giornate in agricoltura con
raggiri consistiti nel 2009
nell’istituire la cooperativa
agricola Santa Caterina rientrante nella tipologia delle
cooperative senza terra del
tutto priva di capacità operativa ed organizzativa e nel trasmettere all’ente previdenziale falsi contratti di committenza agricola».(emi.pis.)
L’inchiesta “Senza Terra” è stata affidata alla Guardia di finanza